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ANNO 2019 - NUMERO 3 - SETTEMBRE - Trimestrale - € 3,50 - Poste Italiane S.p.A. - Spediz. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - Art. 1 comma 1, NE/VI In caso di mancato recapito rinviare all’ufficio di Vicenza CPO, per la restituzione al mittente, che si impegna a corrispondere l’importo dovuto NOTIZIARIO DELLA SEZIONE DI VICENZA “MONTE PASUBIO” Sulla strada del Monte Pasubio

Sulla strada del Monte Pasubio - AlpiniSezioneVi · 2019. 9. 23. · Sulla strada del Monte Pasubio lenta sale una lunga colonna… Alpini di oggi sotto la pioggia per rendere omaggio

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ANNO 2019 - NUMERO 3 - SETTEMBRE - Trimestrale - € 3,50 - Poste Italiane S.p.A. - Spediz. in Abb. Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) - Art. 1 comma 1, NE/VI

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oNOTIZIARIO DELLA SEZIONE DI VICENZA “MONTE PASUBIO”

Sulla stradadel Monte Pasubio

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In copertina:Sulla strada del Monte Pasubiolenta sale una lunga colonna…Alpini di oggi sotto la pioggia per rendere omaggio ai Caduti sui Denti Italiano e Austriaco (foto Marini)

CONCLUSII LAVORIRIAPREL’EX MORESCO

Cari alpini e amici degli alpiniÈ arrivata finalmente la notizia tanto attesa: i lavori di ristrutturazione dell’ex

Caffè Moresco alle porte di Campo Marzo a Vicenza sono stati completati. È stato un lavoro improbo, soprattutto per gli ostacoli che via via la burocrazia ci metteva davanti, ma ce l’abbiamo fatta. Primo piano e terrazza, la parte di competenza de-gli alpini, sono sistemati. Adesso bisogna pensare agli arredi, all’organizzazione dei locali, ma è il problema minore, perché finalmente lavoriamo “a casa nostra”.

Per l’apertura del locale al piano terreno, un ambiente in stile Anni ’50 deno-minato Fonzarelli’s, bisognerà aspettare ancora, si prevede fino alla fine di ottobre.

Vorrei qui ringraziare tutti quelli che hanno lavorato per l’ex Moresco, dai pro-getti alle forniture fino all’umile “olio di gomito”. È stata dura, ma con orgoglio posso dire che il lavoro è venuto una favola: ancora una volta gli alpini ce l’hanno fatta, perché i Gruppi hanno aderito all’invito mio e del CDS ad essere presenti “non solo gagliardetti ma soprattutto cuori alpini”!

Sezione Monte Pasubio e Gruppi dovranno pensare ora alle attività da svol-gere in questa nostra bella “baita” per richiamare la cittadinanza, per ridare vita a Campo Marzo e per restituire ai vicentini un angolo così importante e caratteri-stico della città.

In questo momento così favorevole per la nostra Sezione, vorrei parlare anche del pellegrinaggio sul Pasubio, in particolare delle cerimonie alla Chiesetta e sui Denti. Una giornata di pioggia a tratti battente, di nuvole basse, vento e freddo, non facile da affrontare a quota 2000. Ma ho visto tanti alpini e fanti, soprattutto giovani, più numerosi delle altre volte, saliti per ricordare e ringraziare quelli che morirono lassù. Segno che il nostro messaggio e l’invito “per non dimenticare” ha trovato terreno fertile. E un aumento dei presenti lo abbiamo notato anche alla cerimonia della domenica all’Ossario, tanto che qualcuno si chiedeva se ci sarà spazio per tutti l’anno prossimo, quando il Pellegrinaggio sul Pasubio avrà valen-za nazionale.

Infine non posso tralasciare il lavoro svolto dal Comitato per le celebrazioni del centenario della nostra Sezione, presieduto dal vicepresidente Paolo Marchet-ti, che ha già prodotto un’importante iniziativa, un programma di incontri con le scuole sulla nostra storia associativa e la nostra realtà. Contributi e proposte dei ragazzi saranno raccolti in un volume pubblicato in occasione de nostro centena-rio, nel 2022.

Un caro saluto a tutti Il presidente Luciano Cherobin

SOMMARIO• Intervista al Presidente Nazionale 4• Nello zaino 6• Centenario Vicenza 2022 7 • Uno di Noi 22• Dai gruppi 25• Protezione Civile 36• Sport 40• Varie 42• Anniversari 43• “Un nostro amico hai chiesto alla montagna” 46

Anno 2019 - n. 3 - SettembreGratis ai sociAbbonamento annuo Euro 20Tiratura 19.000 copie

Direzione e RadazioneSezione A.N.A. Vicenza “Monte Pasubio”E-mail: [email protected]

Direttore ResponsabileDino BiesuzVicedirettoreAlberto Pieropan

EditoreAssociazione Nazionale AlpiniSezione di Vicenza “Monte Pasubio”36100 Vicenza - Via B. D’Alviano, 6Tel./Fax 0444.926988Web Site: www.anavicenza.it

C.C.P. 13008362Registrazione del Tribunale di Vicenza n. 67del 26.4.1953Iscrizione al ROC N° 24648

StampaGrafiche Marcolin s.n.c.Via Belfiore 12, 36015 Schio (Vicenza)www.grafichemarcolin.it

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4 - Nello zaino

Il Presidente nazionale Favero illustra ad Alpin fa grado i programmi dell’Ana.Ripristino della leva: sei mesi, obbligatoria e in caserma.E se non sarà fattibile si punterà sugli Amici degli alpini.

Visibilità e reperimento risorse.Penne rosa: esperienza assolutamente positiva

di Alberto Pieropan

Abbiamo incontrato il pre-sidente nazionale Sebastiano Favero dopo la conferma al terzo consecutivo triennio di presidenza per formulargli personalmente le congratu-lazioni di tutta la Sezione di Vicenza e soprattutto il since-ro ringraziamento per la deci-

sione di proseguire in un impegno assolutamente gravoso. Abbiamo approfittato dell’occasione per rivolgergli alcune domande che riteniamo essere di grande attualità per la no-stra Associazione.

Finito l’impegno per il centenario della Grande guerra e dell’Associazione, quali saranno i punti salienti del pro-gramma associativo del prossimo triennio?

Le direzioni sulle quali dovremo concentrare i nostri sforzi sono molteplici, ovvero:1. Corpo ausiliario alpino: nel dicembre 2017 abbiamo si-

glato un protocollo d’intesa con lo SME per lo sviluppo di una nostra unità avente funzioni di supporto alle ne-cessità operative delle FFAA. Oltre alle già esistenti unità appartenenti alla CRI e allo SMOM che già operano però esclusivamente nel campo sanitario, dovrebbe formarsi una nostra unità con funzioni di supporto logistico ed anche con funzioni sanitarie con il nostro ospedale da campo; la differenza fondamentale rispetto alle istituzio-ni prima citate è che la nostra unità possiede totale au-tonomia di funzionamento, come dimostrato nelle varie occasioni d’intervento in occasione di calamità naturali. Secondo il protocollo, il personale chiamato (in età tra i 18 e i 55 anni) verrebbe inquadrato per il periodo corri-spondente nei ranghi dell’Esercito e nel nostro caso nei reparti delle Truppe Alpine.

2. Riordino associativo: qui ci dovremo concentrare in par-ticolare nel settore della comunicazione, in particolare in quella televisiva dove il TG Alpino e la Baita Alpina rappresentano sicuramente ottimi esempi da sviluppare.

3. Campi Scuola: stanno riscuotendo grande successo a conferma della bontà del progetto; si tratterebbe ora di ampliare la platea destinatari estendendo il limite di età

Se non ce li darà lo Statoce li faremo noi gli Alpini!

Sebastiano Favero

dei partecipanti dagli attuali 16 ai 25 anni per eviden-ti motivi di avvicinamento di giovani alla nostra asso-ciazione. Ovvio che la cosa presenta difficoltà di vario genere, in primis logistiche e non solo, ma tutto si può superare.

4. Valorizzazione del nostro marchio: attraverso Sevizi ANA srl dobbiamo puntare maggiormente sul reperi-mento di risorse economiche dalla valorizzazione del nostro marchio, cosa che ci consentirebbe di evitare il ricorso ad incrementi del costo della quota associativa.

5. Diffusione della nostra memoria e dei nostri valori: in questo campo bisogna incrementare le attività svolte presso le scuole e in questo sicuramente il Veneto costi-tuisce un ottimo esempio.Ripristino della leva obbligatoria: dopo il valzer delle

ipotesi degli ultimi anni, non ritieni che sia il caso di fare il punto e di dichiarare quali sono le ipotesi che la nostra Associazione ritiene percorribili e per le quali ci si può impegnare?

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Nello zaino - 5

Il richiamo all’articolo 52 della Costituzione (La difesa della patria è sacro dovere del cittadino. Il servizio militare è obbligatorio) rimane uno dei nostri punti fermi e quindi il periodo deve essere inteso come obbligatorio e non vo-lontario e soprattutto inquadrato, il che tradotto significa in una caserma e non a casa! La durata di sei mesi sembra rappresentare il giusto compromesso

Se lo si crede opportuno si può anche evitare l’addestra-mento all’uso delle armi, anche se a mio avviso rimane im-portante fornire una istruzione sulle medesime (conoscenze di base). Lo scopo rimane quello di far acquisire ai giovani una professionalità di cui potranno usufruire nella vita ci-vile e perché no anche nelle unità della nostra Protezione civile.

Le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia hanno già emanato apposite leggi per il ripristino dell’articolo 52, spe-riamo che l’esempio sia seguito anche dalle altre regioni.

Futuro associativo: fino a quanto l’ANA è disposta a cambiare nel nome della continuità associativa del soda-lizio?

Se riusciamo ad attuare quanto detto al punto preceden-te, siamo già sulla buona strada per quanto riguarda il man-tenimento dei livelli associativi. Diversamente dobbiamo dire che se non ce li dà lo Stato, ce li faremo noi gli Alpini!

L’argomento Amici degli Alpini dovrà essere oggetto di una rivisitazione a livello di regolamento, perché la mate-ria risulta non del tutto chiara e comunque ancora non ben compresa e soprattutto oggetto di troppa discrezionalità.

Allo scopo di creare un collegamento stabile con gli al-pini in armi, la nostra Sezione di Vicenza qualche anno fa ha creato un gruppo femminile composto da Socie alpine e amiche con lo scopo di creare e mantenere il rapporto con le famiglie degli alpini in armi quando questi sono impe-gnati nelle missioni all’estero. La presenza di queste nostre “Penne rosa” alle manifestazioni alpine ha destato e pur-troppo desta ancora commenti ingenerosi, dettati soprat-tutto dall’ignoranza, e ancora non abbiamo visto alcuna presa di posizione da parte della presidenza nazionale. A te la parola.

Come già ho avuto modo di dire, l’esperienza della Se-zione di Vicenza è da considerare assolutamente positiva ed evidentemente in linea con gli scopi associativi. L’attuazio-ne di una simile esperienza in altre Sezioni è una cosa che dipende da vari fattori e primo fra tutti la sensibilità locale; sono convinto che in futuro ci saranno delle iniziative analo-ghe. I commenti ingenerosi sono evidentemente da condan-nare, ma purtroppo fanno parte del rischio e, come si sa, il nostro ambiente ha bisogno di tempo per digerire le novità.

Recentemente abbiamo visto che è stato costituito per la prima volta un nuovo gruppo ANA nell’ambito di un reparto militare (il 9° Reggimento Alpini con sede a L’A-quila); a me e anche ad altri sembrava più logico e anche più consono allo spirito della nostra Associazione che si iscrivessero nei locali Gruppi Alpini. Qual è il tuo pensiero in proposito?

Ho seguito di persona la nascita di questo nuovo grup-po e debbo dire che le motivazioni ci sono tutte e che la cosa è stata incoraggiata anche da parte dei due gruppi

ANA già esistenti in città a L’Aquila. La creazione del gruppo è stata anche forte-mente incoraggiata dal co-mandante del battaglione Vicenza, persona fortemente a noi vicina e la speranza è che gli attuali volontari, una volta dismessi i panni mili-tari e rientrati nelle loro re-altà, favoriscano la nascita di nuove realtà associative ovvero contribuiscano a rivitalizzare quelle even-tualmente già esistenti.

* * *

A nome degli Alpini di tutta la Sezione di Vicenza, ti rin-novo i sinceri auguri di buon lavoro e aggiungo un augurio speciale, ovvero: l’Adunata nazionale del 2022 sarà di fatto quella che sancirà la conclusione del tuo terzo mandato ai vertici dell’Ana e noi ti auguriamo che quel giorno tu lo possa trascorrere molto vicino a casa!

L’alpino Favero esegueil… cin cin d’ordinanza

(foto Ceola)

Il presidente è anche vicino alla vita dei Gruppi: eccolo a Malo con l’artigliere Pettinà, 106 anni (foto Ceola)

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6 - Nello zaino

Doveva essere un incontro in famiglia, ma l’ospite era trop-po importante per non richiamare l’attenzione di amici, simpa-tizzanti e cariche istituzionali del mondo alpino. Ci riferiamo all’invito formulato dal capogruppo Gianni Stevan all’amico Sebastiano Favero in occasione delle visita di una delegazione del direttivo del gruppo di Malo alla sede Ana di Milano. Un invito per avere il piacere della sua presenza in occasione della collocazione a Malo della lapide rinvenuta in un cimitero ab-bandonato dalle parti di Zenica (Bosnia), grazie alla quale si attivò l’operazione di recupero e rimpatrio dei resti del povero alpino maladense, Cirillo Fancon.

La lapide, recuperata in Bosnia da una spedizione capeg-giata dal capogruppo Stevan, dal presidente dell’associazione Archeion, Gabriele Meggiorin, con la partecipazione dall’as-sessore Danieli in rappresentanza dell’Amministrazione co-munale e dal maggiore Agosti, è stata cordialmente accolta dal sindaco della cittadina in prossimità di Zenica, dall’ambascia-tore italiano in Bosnia e dall’addetto militare, col. Sfarra. Una volta giunta a Malo, la lapide è stata ricomposta e restaurata da mani esperte degli alpini del Gruppo.

La liturgia civile tanto semplice quanto suggestiva assistita dal presidente Sebastiano Favero, si è svolta nel pomeriggio del 19 giugno nella zona sacra ai Caduti sul colle di Santa Li-bera, alla presenza di tanti alpini, cittadini e parenti, nonché rappresentanze di associazioni d’arma, della sindaco Paola Lain, del consigliere nazionale Silvano Spiller, del presidente della sezione Ana di Vicenza Luciano Cherobin con i suoi vice e i capizona della Val Leogra Artenio Gatto e Dino Cecconello.

Bepi De Marzi lascia i Crodaioli, lascia il canto corale - ha annunciato al Giornale di Vicenza. «Dopo i due mesi estivi del tradizionale riposo ci siamo trovati nel cortile della nostra sede in collina. C’era la brezza di agosto sul-la soglia di settembre. Abbiamo cantato sotto le stelle, con la luna all’ultimo quarto e senza dire parole abbiamo capito che non ci sarebbe stato più il tempo per la luna nuova». Ci sono problemi dovuti all’età alla base del-la decisione («Ho problemi di ricezione delle frequenze sonore e non posso più dedicarmi alla musica». «E sto vivendo un periodo di forti delusioni, di amarezze per motivi difficili da spiegare nella loro particolarità». Can-cellati i concerti previsti fino a Natale, sospesa l’attività dei Crodaioli. Lo stesso coro per il momento non ha fu-turo.

Mette così lo zaino a terra un raffinato ed appassio-nato cantore della nostra terra, della nostra gente, delle nostre tradizioni. Un alpino che ha saputo mettere in musica la tragedia degli alpini in guerra. Un musicista

Favero a Malo per la lapide dell’alpino Fancon

Bepi De Marzilascia i Crodaioli

Il presidente Favero e la sindaca di Malo Paola Lain scoprono la lapide riportata dalla Bosnia. (foto Ceola)

Al momento commemorativo non è potuto mancare un se-guito conviviale nella sede del Gruppo in via Macello a Malo, ove si sono rinsaldati quei valori di amicizia e di stima che cementano la forza e lo spirito tra i componenti della più bel-la associazione d’arma esistente in Italia e forse anche oltre. Un’associazione priva di obsolete presunzioni gerarchiche re-legate ai lontani giorni di naja ma con l’indomita fierezza che la penna sul cappello ci continua a ricordare.

Gil

molto apprezzato che ha inventato un modo di canta-re. L’autore di “Signore delle cime”.

A nome di tutti gli alpini vicentini Alpin fa Grado ti manda un grande Grazie Bepi! E se non puoi più fare musica, continua a deliziarci con il tuo scrivere da poeta. (foto Maurizio Mattiolo)

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Nello zaino - 7

Per predisporre il programma delle atti-vità che celebreranno nel 2022 il centenario di costituzione della Sezione Ana di Vi-cenza, fin dallo scorso anno è stato costitui-to un Comitato la cui conduzione è stata affi-data a Paolo Marchetti, vicepresidente vicario. La squadra è composta da alcuni consiglieri e da soci disponibili a mettere in campo le loro conoscenze ed esperienze nei vari settori di attività, che vengono interessati nel-la organizzazione dei vari eventi e manifestazio-ni che si andranno a programmare per celebrare degnamente un anniversario di rilevanza unica. Il Comitato è chiamato ad affrontare aspetti storici, informatici, logistici e di cerimoniale, senza mai dimenticare gli obblighi amministrativi e gli osta-coli burocratici.

La linea guida definita dal Comitato è che tutto quello che si andrà a elaborare e a proporre dovrà essere incentrato sullo studio di che cosa ha rap-presentato e tuttora rappresenta la nostra presenza di alpini, intesi come associazione nel nostro terri-torio e soprattutto nel suo tessuto sociale. Dobbia-mo sapere cosa siamo stati e cosa siamo adesso per decidere cosa saremo.

Il mondo della scuola rappresenta una delle di-rezioni principali nelle quali dovremo sviluppare la nostra attività se vogliamo avere un futuro as-sociativo, semplicemente perché i giovani sono il nostro futuro! Per tal motivo il Comitato si è in-contrato con i rappresentanti di quegli enti e istitu-zioni che a livello locale possono essere il veicolo con il quale dialogare con le scuole e proporre il programma di incontri con i giovani studenti. Il programma di interventi si sviluppa nell’arco del triennio 2019-2022, è destinato ad una platea di

studenti che spazia dal 5° anno della scuola primaria fino al 3° anno degli istituti superiori e si articola sui temi della storia dell’Ana, della propensione alla solidarietà che si so-stanzia in particolare nell’esperienza alpina di Protezione civile e

della cultura alpina in generale e anche nel parti-colare mondo della musica popolare rappresentata dalle fanfare e dai cori alpini.

I risultati degli studi sulla storia associativa del-la Sezione di Vicenza, unitamente a quelli dell’e-sperienza che sarò fatta nelle scuole con i contri-buti e le proposte che scaturiranno dai giovani, saranno raccolti in un volume che sarà pubblicato in occasione del centenario e al quale è previsto contribuiscano anche qualche personaggio di spes-sore dell’ambiente culturale e mediatico vicentino.

Per chi volesse dialogare per qualsiasi motivo con il Comitato è stato creato l’indirizzo di posta elettronica [email protected], le propo-ste e i contributi sono auspicati e graditi!

Altra cosa di cui dal principio si è occupato il Comitato è stata quella di creare un logo che indi-viduasse in modo univoco e significativo questo momento/obiettivo; per questo ci si è affidati all’e-stro e alla creatività dell’alpino Fabrizio Dilda che ci ha realizzato il logo che è qui riportato.

Tale logo è stato proposto dal Comitato ed ap-provato dal Cds nella seduta di giugno ed è per-tanto e a tutti gli effetti il logo del centenario. È necessario sottolineare che il logo non ha nulla a che vedere con la candidatura della Sezione di Vicenza e l’eventuale assegnazione della Adunata Nazionale del 2022.

A.P.

Individuato dal comitato costituito per le celebrazioni un primo percorso per illustrare il significato della presenza degli alpini nella società. Dagli incontri

con gli studenti uscirà un libro

Centenario Vicenza 2022Si comincia con le scuole

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8 - Nello zaino

di Marco Marini A qualcuno potrà sembrare sempre la solita cerimo-nia, negli stessi luoghi e con le stesse persone. Ma per gli alpini della Sezione Ana di Vicenza (e non solo per loro), l’annuale pellegrinaggio sul monte Pasubio, montagna sacra che dà il nome alla sezione berica, resta un appuntamento irrinunciabile, che anno dopo anno non perde il suo fascino, arricchendosi invece di importanza edizione dopo edizione. Nemmeno i tuoni e i fulmini, alcuni partico-larmente roboanti, han-no spaventato le circa cinquecento penne nere che sabato, come da tra-zione, sono salite fino ai Denti italiano e austria-co, per rendere omaggio ai caduti della Grande Guerra. Per una mancia-ta di ore, il caldo torrido della pianura è stato solo un ricordo, con un tempo meteorologico variabile che, a momenti, ha fatto pensare ad un possibile annullamento di parte della cerimonia. «Ma gli alpini non hanno pau-ra», come cantato dal coro “variopinto”, misto, composto in fretta e fu-ria ad inizio mattinata da alcuni volenterosi coristi, che hanno allietato i partecipanti al pellegrinaggio, con i più classici canti alpini. A celebrare la messa, nella sempre suggestiva chiesetta di Santa Maria del Pasubio, don Paolo Zampiva, parroco alpino, che ha incentrato le sue parole sul concetto di umiltà, citan-do De Andrè e ricordando che «per essere un buon comandante, bisogna prima essere stato un buon sol-dato». Don Paolo ha poi parlato del Pasubio definen-dolo «una grande cicatrice. Anche dopo un secolo, si vedono ancora i segni della guerra».

Parole ribadite dal cerimoniere, nonché consigliere sezionale, Romeo Zigliotto, che ha definito la mon-tagna sacra, «un luogo dove sono saliti in tanti, ma sono tornati in pochi». Non sono mancati i saluti delle autorità, tra cui quelli dei fanti vicentini, del colonnello Giovanni Santo, in rappresentanza delle Truppe alpine, e del sindaco di Posina Andrea Cec-chellero, che ha promesso in futuro «una migliore manutenzione delle strade per arrivare sul Pasubio, soprattutto quella degli Scarubbi». Luciano Che-

robin, presidente della Sezione “Monte Pasubio”, ha evidenziato come, durante il pellegrinaggio «la cosa più importante è stata la partecipazione di tanti giovani. Ognuno porterà a casa nel proprio cuore il silenzio di queste montagne e il ringraziamento di tutti coloro che sono morti quassù e che oggi ab-biamo ricordato». A chiudere la giornata, dopo l’im-mancabile rancio alpino, la salita sui Denti dove, tra le nuvole basse e sotto una pioggia fredda e a tratti copiosa, sono state deposte le corone in ricordo dei caduti.

Tuoni e fulmini non spaventano gli alpini

Nonostante il meteo incerto, cinquecento penne nere hanno reso omaggio ai caduti della Grande Guerra, durante l’annuale pellegrinaggio sul Pasubio.

Numerosi i giovani presenti

Alcuni alpini hanno cominciato a cantare, altri si sono uniti e si è improvvisatoun vero coro di alpini, con tanto di direttore.

E subito l’atmosfera sul Pasubio è diventata più raccolta e solenne. (foto Marini)

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di Monica Cusinato

La storia da imparare, insegnare, ricordare e tramanda-re è uno dei valori chiave dell’azione degli Alpini, uno dei motivi che li spinge a compiere ogni anno il pelle-grinaggio sul Pasubio, al quale la Sezione di Vicenza è intitolata. Dopo il temporale in quota del giorno prece-dente, domenica 1 settembre hanno gremito lo schiera-mento nell’area sacra dell’Ossario dei Colle Bellavista, insieme alle famiglie e agli amici, alla presenza delle maggiori autorità militari, tra le quali il vicecomandan-te delle Truppe Alpine Gen. Marcello Bellacicco ed il comandante del Btg. Aosta Col. Giovanni Santo, delle autorità civili con il presidente del Consiglio regiona-le Roberto Ciambetti, i sindaci del comprensorio del Pasubio e delle vallate vicentine con i gonfaloni, ed il presidente della Fondazione 3 novembre 1918 Gen. Domenico Innecco.La cerimonia di commemorazione, organizzata anche quest’anno in collaborazione con l’Associazione del Fante alla presenza del suo labaro nazionale, ha visto la partecipazione di numerosi vessilli Ana provenien-ti da tutta Italia e di altre associazioni combattentisti-che e d’arma. Un centinaio di gagliardetti dei gruppi si sono levati per rendere onore ai soldati del Pasubio: loro ci sussurrano, ci chiedono di non dimenticarli e di mantenere fede a quel giuramento di fedeltà alla Patria sancito con il servizio militare, ma che dovrebbe esse-re insito nel cuore di ciascun Italiano degno di questo nome. «Dobbiamo custodire i valori che questi Caduti ci hanno donato con il loro sangue – ha detto il gen. Bellacicco – portando il saluto dello Stato maggiore delle TT.AA. e di tutti gli alpini in armi - ricordando il loro senso del dovere, compiuto anche a scapito della vita».La cerimonia religiosa è stata officiata da mons. Bruno

Fasani, alpino prima che sacerdote e direttore del men-sile Ana “l’Alpino”. Don Bruno ha parlato dell’umiltà, come virtù per la quale l’uomo riconosce i propri limiti, rifuggendo da ogni forma d’orgoglio, di superbia, di emulazione o sopraffazione. L’umiltà deve essere alla base del servizio agli altri in ogni ambito della vita, an-che, o forse soprattutto, in ambito militare, dove più alto è il grado e ruolo rivestito e maggiore dovrebbe essere il servizio reso. Il vicepresidente vicario della sezione di Vicenza Paolo Marchetti ha ricordato che «i nostri monti sono un grande altare che si chiama Pasu-bio, Ortigara, Grappa e che ha visto il sacrificio di tanti uomini ai quali dobbiamo guardare senza considerare la differenza di uniformi, distintivi e gradi. Dobbiamo fare tesoro del loro sacrificio: non si tratta di un sem-plice sforzo di memoria, bensì di testimoniare la storia che è stata”.Don Bruno ha poi rivolto un accorato appello a taluni vescovi che impongono nelle loro diocesi la modifica della Preghiera dell’Alpino, per renderla più “edulco-rata”: tale sua iniziativa ha fatto scattare l’applauso dei convenuti che si sono sentiti liberi di recitare in coro la preghiera così come nata.Nel 2020 il pellegrinaggio sul Pasubio sarà solenne, alla presenza del labaro nazionale A.N.A.: riuscirà il colle di Bellavista a contenere tutti i partecipanti che, incre-dibilmente, considerando l’avanzare dell’età ed una so-cietà che tende più all’individualismo che alla colletti-vità, aumentano di anno in anno, soprattutto nelle fasce più giovani? Questo è un segno chiaro e tangibile che gli Alpini stanno lavorando molto bene nell’istillare nelle nuove generazioni i valori fondanti dell’Associa-zione e nel tramandare la Storia senza retoriche inutili, perché, come recita un aforisma di Benedetto Croce, “La nostra storia è storia della nostra anima; e storia dell’anima umana è la storia del mondo”.

Onore ai Caduti del Pasubio

Un ampio schieramento di alpini,vessilli e gagliardetti rende gli onori. (foto Ceola)

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10 - Nello zaino

Tolmezzo, nel cuore della Carnia: luogo ideale per continuare le comme-morazioni del centenario della fine del primo conflitto mondiale: Val But, Passo di Monte Croce Carnico, Pal Piccolo, Pal Grande, Freikofel, Val Degano, Val Chiar-sò, Monte Lodin, Cima Puartis, Monte Zermula, Punta di Montemaggiore, giusto per citare alcuni luoghi, teatro di violenti scontri fin dalla primavera del 1915. E poi ancora Timau, Malpasso, Promosio e Pa-luzza, i luoghi della vita e morte di Maria Plozner Mentil, unica donna civile deco-rata di medaglia d’oro al valor militare, simbolo del sacrificio e abnegazione delle

Portatrici carniche, alla quale è intitolata la caserma di Tolmezzo.

Ma Tolmezzo non è solo un luogo per ricordare le ge-sta dei soldati e delle loro grandi donne durante i conflitti mondiali: leggere scosse di terremoto hanno “salutato” e accompagnato il raduno per i tre giorni dal 14 al 16 giu-gno, fortunatamente senza causare danni e senza turbare la festa: sembrava quasi che la natura volesse ricorda-re all’essere umano che è più forte di lui, imprevedibile e che, se vuole sa essere matrigna. Ma a voler vedere “romanticamente” la situazione, anche per scacciare la paura del ripetersi della catastrofe friulana del 1976, è sembrato che la natura volesse salutare gli alpini, ricor-dando il loro impegno umanitario solerte dato che queste situazioni sono i primi a partire e a lavorare per aiutare.

Atmosfera festosa e accogliente oltre ogni previsio-ne nella cittadina riccamente imbandierata e addobbata a tema, baciata dal sole e da caldo torrido, tutto il con-

trario della recente adunata nazionale me-neghina. Del resto Tolmezzo, come tutto il Friuli, è sempre stata molto legata al corpo degli alpini: proprio nel capoluo-go carnico nel 1909 venne fondato l’ 8° Reggimento Alpini, costituito dai batta-glioni Cividale, Gemona e appunto Tol-mezzo. Tutt’oggi gli alpini costituiscono una realtà importante nella cittadina: fino a tutto il 2016 Tolmezzo è stata la sede del 3º reggimento artiglieria da montagna, fa-cente parte della Brigata alpina Julia, poi trasferito a Remanzacco sempre in pro-vincia di Udine.

I tre giorni del raduno sono stati ricchi di eventi, mostre, concerti e cerimonie. La Sezione Mon-te Pasubio non poteva certamente mancare ed il vessillo è stato presente dal primo all’ultimo giorno. La dome-nica la sezione ha sfilato con il Cds quasi al completo, accompagnato dal magg. Agosti, 19 sindaci e circa 1500 alpini, per la durata dello sfilamento fronte tribune di cir-ca 20 minuti: si può affermare con una certa sicurezza che nessun’altra sezione è stata così numerosa. Massic-cia e festosa la presenza della popolazione, plaudente al passaggio delle penne nere che si sono veramente sentite a casa, anche se chi di loro ha fatto la naia alla caserma “Maria Plozner Mentil” ha dovuto ingoiare un grosso groppo nostalgico al vederla in semiabbandono, vittima anch’essa dei tagli alla Difesa e della sospensione del ser-vizio militare obbligatorio, il cui ripristino continua ad essere richiesto a gran voce.

M.C.

Gli striscioni di Vicenza fanno sempre effetto. (Foto Lazzaretti)

Un bel plotone di sindaci ha accompagnato gli alpini vicentini. (Foto Ceola)

Raduno Triveneto a Tolmezzo

Alpini tra gli applausi nella terra della Julia, ricca di nomi della Grande guerra. Da Vicenza in 1500 per la sezione più numerosa

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Anche all’adunata del Triveneto, a Tolmezzo, i gio-vani si sono messi in marcia sabato per raggiungere la città che ospita il raduno. Quest’anno sono partiti da Timau, dove hanno avuto l’opportunità di visitare an-che il museo, con sosta per il rancio alpino nella caser-ma “Maria Plozner Mentil” di Paluzza, e nel pomerig-gio, con un percorso abbastanza travagliato ma pieno di sorrisi e di allegria, hanno raggiunto Tolmezzo. La domenica mattina durante la sfilata i giovani hanno scortato i reduci, momenti sempre di grande emozio-ne e di consapevolezza di quanto loro hanno fatto per noi. Si può solo onorarli per avere lasciato in eredità i veri valori alpini e tenere vivo il loro ricordo traman-dando alle giovani generazioni il vero spirito alpino, la storia delle nostre montagne, i cento anni della nostra amata Associazione, restando fedeli a quella scritta, a quel “Per non dimenticare” inciso sulla Colonna Moz-za dell’Ortigara. Anche fra i giovani alpini il selfie va alla grande.

La marciadei giovani e

il servizio ai reduci

Quello che mai ti aspetteresti di trovare nella Piazza Rossa a Mosca: un grande manifesto con un bell’alpino (sì, un alpino in divisa) che suona la tromba. Vero che la grande piazza non ha più nulla dell’austero ambiente dei tempi sovietici, dedicato alle grandi parate militari. Adesso mette in mostra il consumismo più sfrenato, con frotte di turisti fra le casette tipo mercatino di Natale, che nascondono alla vista il venerato mausoleo di Lenin, e i negozi del lusso.

Al centro della piazza hanno innalzato un’enorme al-tissima gradinata, con un’ampia platea, che spiega il ma-nifesto con gli alpini. Si è svolto infatti a fine agosto lo Spasskaya Tower, rassegna di bande militari di tutto il mondo, alla quale sono stati invitati anche le penne nere. Per l’esattezza la Fanfara dei congedati della Tridentina. Un invito che ha preso le mosse dall’inaugurazione del Ponte dell’amicizia a Nokolajewka e da contatti con l’Ana nazionale, rappresentata per l’occasione a Mosca dal vice presidente nazionale Mauro Buttigliero e dal consigliere Renato Romano.

Gli alpini diretti da Donato Tempesta si sono presentati sull’enorme palco nella loro sobria divisa con bel cappel-lo in testa, hanno suonato e fatto caroselli. Hanno aperto

Alpini sulla Piazza Rossa a Mosca

e chiuso la loro esecuzione con l’Inno degli alpini ed eseguito inoltre Jesus Christ Superstar, Military escort, Nessun dorma e Schloss Leuchtenburg. Si sono esibiti anche in alcuni punti caratteristici della capitale russa, compresi i Magazzini Gum, costruiti dallo Zar a fine ‘800 e diventati un’enorme parata di griffe.

Dino Biesuz

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E sono 100! Il primo secolo di vita dell’Associazione na-zionale alpini, nata dalle ceneri della prima guerra mondiale, passata attraverso la seconda guerra mondiale, il disastro del Vajont, i terremoti e le al-luvioni, solo per citare alcuni dei teatri di intervento dell’A-na, arrivando fino ai giorni no-stri, sempre impegnata, sempre “zaino in spalla”, tra la gente per la gente, al servizio gratuito del prossimo.

L’8 luglio 1919 nasceva uf-ficialmente, a Milano, l’ANA e l’8 luglio 2019 la Sezione di Vicenza ha voluto ricordare i cent’anni di glorioso servizio effettuando presso i gruppi la cerimonia dell’alzabandiera, la breve lettura della storia Ana ed il messaggio di comme-morazione inviato dal presidente Luciano Cherobin. “Penso alla fortuna che mi è stata riservata - scrive tra l’altro Che-robin - di far parte della grande famiglia degli alpini; mi ha permesso di elevare il mio pensiero, di stringere mani porta-trici di solidarietà e amore verso la propria gente, di vivere nella consapevolezza che le difficoltà quotidiane assumono un valore relativo rispetto agli immensi sacrifici di chi si è trovato a combattere e ha onorato il proprio giuramento fino all’ultimo respiro, permettendo a noi di vivere oggi in pace e in democrazia”.

Già dalla sua costituzione, l’Ana spiccò tra tutte le asso-ciazioni combattentistiche e d’arma quale portatrice e custo-de dei valori a noi sacri: patria, bandiera, memoria, senso del dovere, responsabilità, rispetto, onestà, amicizia e solidarietà non sono solo parole ma fatti.

Il gruppo di Montegalda non manca mai a questi appelli

e con l’impegno che lo contrad-distingue ha accolto l’invito di Cherobin: parole sgorgate dal cuore quelle pronunciate dal consigliere sezionale Amedeo Nardin, particolarmente emo-zionato al suo primo impegno pubblico post nomina e dal sindaco Andrea Nardin, non a caso, alpino: “senso del dove-re, attaccamento alle tradizioni, orgoglio degli emblemi che lo caratterizzano, spirito di Corpo, solidarietà tra commilitoni e la continuità di questi valori an-che da congedati. Questi siamo e bisogna ogni tanto ricordarlo a tutti gli alpini, soprattutto a quelli che credono di esserlo.”

A Nanto domenica 7 è stata celebrata una messa e depo-sta una corona al monumento ai Caduti. Conclusione con il rancio alpino. Alla sera dell’8 luglio si è svolto l’alzabandie-ra al monumento agli alpini andati avanti. Cerimonie analo-ghe si sono svolte ad Asigliano, Castegnero e Villaganzerla.

La zona Astico Brenta ha celebrato il centenario della fondazione Ana il 16 marzo presso il gruppo alpini di Mon-tecchio Precalcino. Erano presenti tutti gli otto gruppi e il Vessillo sezionale, scortato dal capo zona Natalino Guazzo. La cerimonia si è svolta con la celebrazione della messa nel-la chiesa di Montecchio, è stata recitata la preghiera dell’Al-pino in chiesa, la prima volta con questo parroco. Quindi al monumento ai Caduti è stata deposta una corona d’alloro e il capo zona ha concluso con il discorso di circostanza. Molto buona la partecipazione. Per la sera dell’8 luglio il capozona ha raccomandato a tutti i gruppi di ritrovarsi, ognuno nella propria sede, per leggere la lettera del presidente sezionale e fare una bicchierata in compagnia.

L’alzabandiera a Montegalda. (foto Cusinato)

Un momento della cerimonia ad Asigliano.

Anche la Sezione di Vicenza ha partecipato ai festeggiamenti per il centenario della costituzione dell’Ana

Da un secolo al servizio degli altri

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Il Coordinamento Giovani del 3° Rgpt, con il supporto della Sezione Ana di Marostica, ha organizzato a fine lu-glio il “Pellegrinaggio giovani alpini” sull’ Ortigara. Tre giorni in cui, con il Gruppo Alpini di Villa di Molvena, è stato gestito il rifugio Cecchin, punto di appoggio per i partecipanti e si è lavorato nella pulizia delle trincee e dei sentieri. Un servizio duro ma estremamente importante e ricco di soddisfazioni.

Purtroppo il maltempo nella giornata conclusiva ha im-pedito ai giovani alpini di raggiungere la Colonna Mozza, ma non li ha fermati nella salita al Monte Lozze, accom-pagnati dal consigliere nazionale Roberto Genero, che ha fatto un preciso ed entusiasmante inquadramento storico/topografico della zona. Alla Madonnina una semplice e particolarmente sentita cerimonia, alla presenza del pre-sidente della Sezione di Marostica Giovanni Sbalchiero e della coordinatrice giovani del 3° Rgpt Giulia Ossato, ha rimarcato ancora una volta i valori mai dimenticati dagli alpini e che ancora sono forti nei loro cuori.

Il rientro al rifugio Cecchin ha poi regalato un ulte-riore momento di emozione, quando è stato scoperto un manufatto realizzato col legno di una trave del Ponte de-gli Alpini di Bassano da Diego Cuccarollo del Gruppo di Pianezze; su di esso trova spazio la scritta in ferro “Terra Sacra agli Alpini” a ricordare il sacrificio compiuto dalle

penne nere sull’Altopiano. L’opera verrà presto collocata nei pressi del rifugio a perenne memoria del valore degli Alpini. Il rancio preparato dagli alpini di Villa di Molve-na ha poi ulteriormente contribuito ad affiatare i presenti, rendendo ancora più magico il weekend.

Tre giorni molto importanti carichi di valori, di ricor-do, di condivisione di momenti in cui ha contato lo stare insieme, l’aiutarsi, giorni in cui i giovani hanno saputo te-ner vivo quel “Per non dimenticare” inciso sulla Colonna Mozza e tenere vivi quei valori fondanti che 100 anni fa hanno spinto quei reduci a ritrovarsi e far nascere l’Ana, che in un secolo di coraggioso impegno ha scritto pagine di storia, di solidarietà e di valori.

G.O.

Tre giorni sull’Ortigaraper i Giovani alpini tra servizio e memoria

In un anfratto al riparo dalla pioggiaper ascoltare la storia dell’Ortigara.

Alpini dei Gruppi di Caldogno, Dueville e Castelnovo hanno seguito ammirati la simulazione di intervento mi-litare delle Truppe alpine in “ambiente montano ostile”, che ha lasciato il consueto scenario delle Tofane per spo-starsi alle Tre Cime di Lavaredo. Protagonisti gli alpini della Taurinense, subentrati a quelli del Settimo, impegna-ti in un’azione di sicurezza. In uno scenario mozzafiato gli spettatori hanno ammirato la sincronia degli interventi che, supportati dall’appoggio aereo e dalle truppe elitra-sportate, si alternavano sui fianchi ed i pianori delle Do-lomiti. Un’esperienza che si ripete negli anni, ma che per chi ha fatto la naja nelle Truppe alpine resta un motivo di grande orgoglio, nel vedere la preparazione e la bravura dei ragazzi dei reparti alpini, in sinergia con l’aviazione.

R.S.

Manovre sulle Tre Cimeseguite con ammirazione

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Rispondo ad una campagna mediatica senza limiti del sin-daco di Monteviale, anche fa-cendo violenza al mio stile e a quello degli alpini che prevede poche parole e tanti fatti. Prima di tutto, il mio pensiero va agli alpini che sono andati avanti, che nel 1994 avevano terminato la costruzione della sede, e che credo si stiano rivoltando nella tomba. Non dimentico Severino Grigolato, Bruno Altissimo, Co-smino Zancan, Ridetto Ferrarin, Ottorino Spaliviero, Dante Li-mongi, Bruno Vidale, Adelino Bellin, Flavio Golin e infine, non per ultimo, Augusto Toldo che ho conosciuto come consigliere sezionale e del quale serbo uno straordinario ricordo. La sede è anche il loro monumento, e la loro memoria va rispettata per quanto hanno dato alla comu-nità: non solo una sede alpina. Con gli altri soci, ancora viventi, hanno contribuito alla costruzione della sede con ben 4168 ore di cantiere, oltre a quelle dedicate al taglio della legna che, per 12 anni, è servito per costituire il fondo cassa necessario a far fronte alle spese, tutte a carico degli alpini, ovviamente. Per tale motivo l’allora amministrazione comunale aveva concesso per ben 50 anni la gestione e l’uso della sede agli alpini, a fronte di una spesa da loro sostenuta e quantificata nel 1994 in circa 80 milioni di lire. Poi la sede ha subito un incendio nel 2015. Di conseguenza è stata risistemata all’interno dal Gruppo Alpini di Monteviale, anche con il contributo della Sezione Alpini di Vicenza e di gruppi fuori provincia, e sistemata all’esterno, leg-germente ampliata, ricomposta nelle superfetazioni esistenti e messa ovviamente a norma dall’amministrazione comunale so-prattutto con i soldi dell’assicurazione, che sono stati erogati esclusivamente perché la sede c’era per merito degli alpini! Sa-rebbe importante conoscere quanto ha effettivamente sborsato il Comune di Monteviale al netto di quanto erogato dall’assicu-razione. Tutti noi Alpini ci chiediamo a chi, se non al Gruppo Alpini di Monteviale, il 18 novembre 2017 è stata riconsegnata la sede, con una grande cerimonia alla presenza di autorità, al-lorquando, dopo il ripristino, si rese nuovamente agibile. Una sede che è stata anche arredata dagli alpini tranne, mi dicono, il frigorifero del sindaco. A seguito delle deliberazioni della presente amministrazione comunale, gli alpini di Monteviale si sono affidati alla giustizia perché dica loro se, dopo oltre 20 anni di pacifica gestione, senza alcuna contestazione da parte delle amministrazioni precedenti, le carte sono a posto o meno, sicuri della serietà di chi amministra il bene pubblico. Risultato: gli alpini di Monteviale si sentono vittime dell’attuale ammini-strazione che, a fronte di un ipotetico vuoto amministrativo, non si è comportata come ci saremmo tutti aspettati, colmandolo

nel rispetto di quanto già pattu-ito ma, con atti unilaterali mai preannunciati e condivisi con gli alpini, ha sovvertito quanto era già ben chiaro, pacifico da tempo e tranquillamente confer-mabile nel rispetto e nella conti-nuità dei precedenti documenti ufficiali.

Desidero far osservare che una sede alpina non è un fab-bricato come una palestra, un teatro, una sala riunioni o una baracca comunale, ma è lo scri-gno dove il Gruppo Alpini con-serva la propria storia, quella della Patria e di coloro che sono caduti per essa. Tutti i segni di

queste testimonianze sono appesi alle pareti come monito e in-segnamento per chi vi entra. Ecco perché gli alpini difendono strenuamente un edificio che non è costituito di soli muri e travi ma, soprattutto, è impregnato di Valori. Di conseguenza ciò che si intende organizzare all’interno della sede alpina deve essere rispettoso di quanto gelosamente conservato e concordato con gli alpini. Pertanto è stato pretestuoso approvare delibere che trattassero la sede alpina alla stregua di un qualsiasi altro edifi-cio comunale.

La posizione della Sezione di Vicenza, del suo Consiglio Sezionale recentemente riunito, che mi ha dato mandato per tale comunicazione, è totalmente di appoggio al Gruppo Alpini di Monteviale, appoggio espresso nella riunione dei Capigruppo di Tonezza il 25 novembre 2018 e nell’assemblea sezionale di Agugliaro il 10 marzo 2019: per cui 134 gruppi e oltre 18 mila alpini sono con gli alpini di Monteviale.

Nello stesso tempo, soprattutto per chiudere al più presto la vicenda, senza entrare nel procedimento legale che, giustamen-te, sta proseguendo per accertare definitivamente la validità dei documenti, la Sezione di Vicenza non è stata ferma, ma ha cer-cato più volte la via della conciliazione in periodi non sospetti.

La prima volta mi sono recato nella sede del Comune di Monteviale per incontrare il sindaco il 10 ottobre 2018 e, dopo aver chiesto concretezza nelle sue proposte, mi ha comunicato che non intendeva utilizzare, per gli scopi deliberati dalla sua amministrazione, tutta la sede ma, una parte sarebbe comun-que stata riservata agli alpini. Ho chiesto una planimetria, per rendermi conto di che cosa stavamo parlando. Quello che mi è arrivato qualche giorno dopo, precisamente il 15 ottobre, mi ha lasciato basito tanto da non meritare una risposta: nella planimetria, dove ci sono la stanza principale, la cucina, i ser-vizi igienici e lo spogliatoio, verrebbe riservato agli alpini un magazzino cieco ed un ripostiglio di 9,5 metri quadrati. Lì si vorrebbe rinchiudere un gruppo di oltre 100 soci, che ora sono aumentati sino a 123! I problemi non si risolvono rilasciando

Faremo la sede in un altro paese

Il presidente Cherobin fa il punto sulla controversia fra il Comune e il Gruppo Alpini di Monteviale. E se non si troverà una soluzione amichevole…

L’inaugurazione della sede del Gruppo Alpini di Monteviale nel 1994.

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interviste agli organi di stampa, ma sedendosi attorno ad un ta-volo con buone e costruttive intenzioni. Molte volte non è im-portante il risultato, ancorché sia una vittoria, ma il percorso che si fa. Finora questo percorso è stato imbarazzante, al punto da dividere la comunità di Monteviale e creare un clima di sfiducia, nonostante le mie richieste di tenere bassi i toni. Non solo, ma mettendo anche alpini e amministrazione su fronti opposti, cosa mai successa, che non fa parte della nostra storia e della storia del nostro territorio. Il secondo tentativo non ha avuto esito mi-gliore del primo. In data 4 marzo 2019 alle 16, dopo una serie di incontri, un nostro consigliere di Giunta, da me incaricato, ha consegnato al dirigente comunale una proposta di convenzione su bozza precedentemente stilata dall’amministrazione comu-nale. Nessuna risposta.

Per tale motivo è stato inviato, il 17 aprile 2019, un docu-mento via P.E.C., al Comune di Monteviale, dall’avvocato del Gruppo Alpini di Monteviale, dando anche la disponibilità ad un incontro. Stiamo ancora aspettando una risposta costrut-tiva, che dimostri concreta disponibilità a quest’ultima nostra proposta. Se non arriverà, saremo costretti a prendere, assieme al Gruppo Alpini di Monteviale, delle decisioni dolorose che porranno fine definitivamente ad una penosa diatriba alimenta-ta mediaticamente al punto tale da rendere sempre più difficile ogni tentativo di ricomposizione.

Non ci chineremo ad accordi umilianti e non permetteremo che gli alpini di Monteviale patiscano ulteriori umiliazioni, arri-vate al punto tale da subire due denunce penali a carico dell’al-lora capogruppo e del responsabile della cucina, le quali, se non fosse per la gravità delle conseguenze, potremmo considerar-le del tutto ridicole. Sono persone semplici, di rara modestia e grande generosità: non meritavano questo!

Ecco perché prenderemo in seria considerazione la possibili-tà di costruire una nuova sede per il Gruppo Alpini di Montevia-le, con tutto l’appoggio della Sezione e al di fuori dal territorio comunale, perciò dalla giurisdizione del sindaco di Monteviale. Sarà il primo caso in Italia e nel mondo di alpini obbligati ad abbandonare la baita da loro costruita con tanto amore, spirito di servizio e sacrificio. Comunque, qualsiasi cosa succederà, ga-rantisco che non mancherà mai il sostegno e la laboriosa attività del Gruppo Alpini a favore della comunità di Monteviale e delle sue associazioni.

E, dopo aver precisato quanto sopra, confermo ancora una volta la disponibilità a risolvere la questione in modo amiche-vole, nel rispetto delle istituzioni, ma anche della storia e della comunità che, non va dimenticato, è costituita anche dagli alpini e dalle loro famiglie.

Luciano Cherobin

Piano piano le Penne Rosa della nostra Sezione si fanno conoscere sempre di più, sia nel territorio sezionale che in tut-ta l’Associazione nazionale alpini, organizzando eventi cultu-rali e sociali, incontrando le famiglie del 7° Alpini di Belluno e sfilando in coda alla Sezione nei principali eventi associa-zionistici, come previsto dal regolamento nazionale per gli “Amici degli Alpini”.

La loro presenza, la grazia tipicamente femminile nell’in-cedere marziale durante le sfilate, il colore della loro maglia, il copricapo, che per Sara, Giulia e Sabrina (che hanno all’at-tivo ben due anni di servizio militare volontario) è il cappello alpino, mentre per le altre è il regolamentare “norvegese”, su-scitano un incredibile e caotico mix di curiosità, ammirazione, rispetto, biasimo (che a volte sconfina in puro disprezzo) e indifferenza da parte di chi le incontra.

Durante la sfilata all’adunata nazionale a Milano, la pri-ma uscita ufficiale “nazionale” e durante i raduni triveneto di Chiampo e Tolmezzo, la folla, composta da alpini e non, si è divisa tra chi le applaudiva, ammirava e incoraggiava e chi in-vece le denigrava, questi ultimi sempre più in minoranza. Ma la cosa che più sorprende è l’infamia arrivata via social (fa-cebook, instragram ecc.) da parte dei cosiddetti “alpin-leoni da tastiera”, uomini e donne (si, ci sono anche donne – sigh) che a faccia a faccia non hanno il coraggio neppure di guar-darle negli occhi, per porre delle domande conoscitive o delle critiche costruttive, ma che dietro ad una tastiera tirano fuori il peggio di sé. C’è chi le critica perché “non sono alpine” –

secondo loro – o perché l’Ana ha “permesso l’ingresso degli aggregati” anziché mantenere la “razza pura” di chi ha fatto la naia nelle Truppe Alpine, o ancora per “il colore ridicolo della maglia”, solo per citare le argomentazioni, se così vo-gliamo chiamarle, più eclatanti, fatte magari da chi all’Ana non dà nemmeno un’ora del proprio tempo o addirittura non è iscritto.

Peccato che con queste bassezze viene sminuito l’impegno anche di chi si spende quotidianamente per la protezione ci-vile, nelle squadre sanitarie e nella vita dei gruppi. Insomma, le nostre donne ne hanno viste e sentite di ogni colore, ma in barba a tutto e a tutti, continuano la loro opera instancabile per la promozione dello spirito alpino, quello vero, fatto di amore verso il prossimo e spirito di servizio, nel ricordo di chi “è andato avanti”, nel tentativo di creare un mondo migliore alle generazioni future: un mondo dove non ci saranno più gli alpi-ni come siamo abituati a conoscerli, dato che il nuovo esercito professionista non è quel bacino di iscrizione all’Ana che si vorrebbe, ma dove i valori degli alpini continueranno a vivere, nonostante l’autolesionismo di quelli che, elevandosi superiori sugli altri e incensandosi per aver fatto, volenti o nolenti il servizio militare obbligatorio, non fanno altro che marchiare il buon nome degli Alpini, dei loro Amici e dell’Ana con l’onta del disprezzo verso chi non la pensa o non è come loro.

Care Penne Rosa, “non vi curàr di lór, ma guardate e pas-sate”.

Monica Cusinato

Le Penne Rosa cresconononostante i denigratori

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Nella sede del Gruppo Alpini di Nanto l’11 giugno si è tenuta una riunione con i responsabili della Coldiret-ti di Vicenza, il presidente della Sezione Cherobin e al-cuni componenti del Cds. Tema della serata era avviare una collaborazione tra le due associazioni con il proget-to “Adottaunalbero”. La Coldiretti ha lanciato lo spot, ma intende farsi parte attiva di un’iniziativa che si propone di far rivivere le montagne vicentine, dall’Altopiano di Asia-go ad Enego. Un impegno possibile solo grazie ad una task force di esperti e soggetti che hanno un forte interesse a riportare il territorio alla situazione pre-esistente al disa-stro del 29 ottobre. Capitanate da Coldiretti, in collabora-zione con la Regione, al tavolo siederanno la Sezione Ana di Vicenza e la Spettabile Reggenza dei Sette Comuni.

“Un team strategico – commenta il presidente di Col-diretti Vicenza, Martino Cerantola – per mettere in campo competenze ed esperienze indispensabili per agire con-cretamente e realizzare la riforestazione delle aree colpite dalla furia del vento e dall’alluvione. Prima di tutto al no-stro fianco avremo i sindaci, quindi la Comunità montana e gli alpini, con i quali condividiamo grandi valori. L’at-tività si andrà a sviluppare per gradi e su più fronti, con diversi protagonisti, ma con un unico obiettivo: la sensibi-lizzazione per il nostro patrimonio boschivo. Un progetto, quindi, dal forte valore sociale, culturale ed economico”.

“Sul versante della comunicazione – prosegue Ceran-tola – verrà attuata una campagna informativa e di sensi-bilizzazione importante. Anzitutto è stata realizzata la pa-gina Facebook Adottaunalbero, strumento indispensabile per avere traccia dello stato di avanzamento del progetto. Al fine di sensibilizzare gli studenti, inoltre, verrà realiz-

zato un video, nelle zone più colpite di Enego ed Asiago”.Grazie all’intervento degli alpini gli studenti visite-

ranno queste aree e realizzeranno nelle scuole laborato-ri, elaborati ed altre attività. Le scuole e i gruppi che si saranno attivati nella raccolta fondi verranno invitati ad una festa degli alberi in cui si andranno a piantare gli al-beri e ad “individuare i lotti donati”.Tutto ciò farà parte di un progetto di educazione civica e di rispetto dell’am-biente, ma servirà anche per incentivare la raccolta fondi, indispensabile per l’acquisto delle piante necessarie alla riforestazione dei territori colpiti dal disastro.

Progetto Scuole: con la collaborazione della Regione, verrà lanciata un’attività di sensibilizzazione sulle temati-che ambientali, valore e difesa del bosco e raccolta fondi rivolta al tutte le scuole, per la quale è stato attivato un conto corrente “Adottaunalbero” della Coldiretti, Iban IT 60 R 03069 11886 100000000169. Il video, realizzato nelle zone maggiormente colpite dal disastro, sarà messo a di-sposizione su un canale Youtube e le scuole potranno rice-vere il supporto dalla Sezione Alpini per l’attività didattica. Il compito dell’Ana Vicenza, per ora, è di entrare con la Coldiretti nel mondo della scuola. Diffondendo la cultura alpina ed i suoi valori, dallo “spirito di corpo“ in guerra alla solidarietà in pace verso chi è più debole o in difficoltà.

Inoltre incentivare la conoscenza della montagna e dell’ambiente alpino locale con particolare riferimento ai percorsi storici della Grande Guerra nei territori vicentini.

I capigruppo dovranno divulgare questa iniziativa con-tattando le scuole del proprio paese per organizzare gli incontri.

Mirco Bisognin

Coldiretti e alpini al lavoroper far rinascere la montagna

Nella sede del Gruppo Alpini San Bortolo a Vicenza si è svolta l’assemblea dei soci del Gruppo Sportivo Alpini per il rinnovo delle cariche sociali per il triennio 2019 - 21. Erano presenti 10 soci, con due deleghe, su 141 aventi diritto; presidente dell’assemblea è stato nominato Fran-cesco Zanotto, segretaria scrutatrice Pulcheria Tonello.

Al termine della votazione il nuovo consiglio risulta formato dal presidente Renzo Carollo e dai consiglie-ri Carlo Cecchetto, Olfeo Dal Lago, Umberto Impalmi, Amedeo Nardin, Ampelio Pillan, Siro Pillan, Marco Ro-della, Giovanni Rossi, Mirco Scremin, Pulcheria Tonello e Francesco Zanotto.

Renzo Carollo presidentedel Gruppo sportivo alpini

Avviato il progetto “Adotta un albero” a favore delle zone dell’Altopiano devastate dalla tempesta Vaia. Coinvolte le scuole

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All’arrivo della bella stagione gli alpini sono tor-nati sulla montagna veneta devastata dalla tempesta Vaia, per continuare il lavoro intrapreso all’indomani di quel terribile 29 ottobre. Un migliaio di uomini, delle squadre del Terzo Raggruppamento si sono impegnati a turno per sistemare strade silvo pastorali e sentieri: dal Trentino è arrivata la cucina da campo, i friulani hanno curato le reti radio ed altri servizi, i veneti hanno fatto il grosso del lavoro.

L’intervento della Protezione civile alpina, subito avviato, era stato sospeso all’arrivo della neve. In pri-mavera sono state chieste le autorizzazioni alla Regione e sono stati concordati con i comuni gli interventi, da Rivamonte ad Arabba. Nelle scuole di Caprile è stato allestito il campo base e da fine maggio a tutto giugno sono stati avviati 120 cantieri. Scopo degli alpini era aiutare l’economia della montagna e così sono state messe a posto strade e piste di accesso alle malghe, per poter portare il bestiame all’alpeggio. Altro fronte quel-lo dei sentieri finiti sotto i tronchi divelti dalla tempesta.

Gli alpini sono tornatisulla montagna ferita

Protezione civile del Terzo raggruppamento impegnata in Agordino,a Feltre e sull’Altopiano di Asiago

Un lavoro molto importante per il turismo di montagna, come hanno dimostrato i diversi interventi del soccorso alpino effettuati quest’estate per liberare escursionisti rimasti bloccati in mezzo al groviglio di tronchi e rami. Un intervento particolare è stato fatto nel lago di Alle-ghe, per cercare di liberarlo da tronchi e ramaglie; qui ha lavorato la squadra di salvamento fluviale di Motta di Livenza, con un rinforzo arrivato dall’Emilia.

In marzo i volontari hanno lavorato di nuovo a Fel-tre nell’area del Palaghiaccio devastata dall’uragano ed hanno ripulito e messo in sicurezza l’area circostante il complesso. Hanno lavorato sodo 12 volontari di Arcu-gnano, Barbarano, Chiampo e della logistica.

Non è stato dimenticato neanche l’Altopiano di Asiago. Il 6 luglio tre squadre della Protezione civile sezionale di Vicenza hanno sistemato a Roana un’area dissestata dalla tempesta. Il 13 e 14 luglio sul Pasubio si è svolta un’esercitazione promossa dalla Provincia di Vicenza, nella quale gli alpini hanno lavorato con i vo-lontari di altre organizzazioni. Un lavoro specialistico che si è affiancato al consueto intervento di manuten-zione degli alpini della Val Leogra.

Istituito il premio“Alpino dell’anno”

La Sezione di Vicenza “Monte Pasubio” istituisce a decorrere dall’anno 2019 il premio sezionale “Alpino dell’anno” quale riconoscimento annuale concesso ad un socio alpino della Sezione che nel corso dell’anno si sia particolarmente distinto nello svolgimento delle atti-vità associative. Ove per attività associative si intendono tutte quelle che rientrano nei programmi dei vari livelli, ovvero, a titolo esemplificativo: diffusione della cultura alpina, protezione civile, attività sportive, attività stori-che, culturali e di ricerca attinenti il mondo alpino.

Il regolamento del premio, predisposto dalla Com-missione cultura presieduta da Alberto Pieropan, è stato presentato al Consiglio direttivo sezionale nella seduta del 22 luglio 2019 e dal medesimo approvato all’una-nimità. Copia del regolamento è stata trasmessa a tutti capigruppo ed è consultabile sul sito internet sezionale.

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18 - Nello zaino

Il campo scuola “Anch’io sono la protezione civile” de-dicato ai giovani dai 10 ai 16 anni e organizzato dal Dipar-timento della protezione civile nazionale, in collaborazione con le regioni e le organizzazioni di volontariato, è arrivato alla dodicesima edizione e si è svolto in circa 300 località. Per la Protezione civile alpina di Vicenza è il numero otto e anche quest’anno si è tenuto nel già collaudato centro comu-nale e sede del Gruppo Alpini a San Gottardo, in comune di Zovencedo, dal 15 al 22 giugno con la partecipazione di 21 ragazzi e ragazze.

Le “gatte da pelare“ che questi aspiranti adulti potevano creare non hanno scalfito in alcun modo gli istruttori Marco Traforetti e Roberto Torresendi che, grazie all’esperienza dei tanti campi passati, hanno saputo destreggiarsi in mezzo ai giovani e grazie alla collaborazione di enti e altre realtà del Vicentino sono riusciti ad oliare questo meccanismo fino a farlo funzionare nel giusto verso, ossia far capire ai giova-ni che solo la determinazione e il gioco di squadra sono le vere carte vincenti in una società singolaristica, dominata dalla mancanza di dialogo e da una tecnologia ubriacante e distruttiva per la mente. La solidarietà e la collaborazione, obbiettivi primari del campo scuola, si sono sviluppate fra le varie squadre, fino ad arrivare alla piena collaborazione e sinergia, creando unità determinate e impegnate in gare di sana competitività.

Molti i temi trattati, grazie alla collaborazione di guardia di finanza, carabinieri, esercito, Rugby Vicenza, carabinieri forestali, donatori di sangue, del metereologo Marco Rabito, dei vigili del fuoco. Hanno tenuto lezione le squadre spe-cialistiche della Pc alpina: cinofila, alpinistica, antincendio

boschivo, trasmissioni, sanitaria e logistica. La competenza della segreteria gestita da Alessia Lotti e la costante presenza del coordinatore della PC alpina Francesco Antoniazzi han-no permesso, nonostante le difficoltà di connessione in rete, di rendere efficiente e aggiornata tutta l’attività svolta. Note-vole anche il contributo dei “veterani” dei campi precedenti che puntualmente vengono a portare alle nuove “reclute” la loro esperienza e contribuire pure con la loro collaborazione.

“Anch’io sono la protezione civile” è diventato ormai un appuntamento sociale importante, al punto tale da essere visitato da ospiti di riguardo che vengono a manifestare la loro solidarietà ai giovani e a gratificare i volontari di PC per il loro lavoro costruttivo ed educativo. Citiamo il prefet-to Pietro Signorello, il sindaco di Zovencedo Stefania Mar-chesini, il comandante la stazione CC di Barbarano Eugenio Trevisan, oramai veterano del campo, la vicepreside dell’i-stituto “Montagna” di Vicenza Maria Cristina Menichetti, l’assessore provinciale per la protezione civile Massimiliano Dandrea, il presidente della Sezione Luciano Cherobin con il segretario Lino Marchiori, il coordinatore della PC alpina di Valdagno Giuseppe Bertoldi, la fugace presenza di Filippo Casari, vice responsabile nazionale dei campi scuola Ana e molti gruppi alpini della zona Berici settentrionali che con i loro gagliardetti si sono aggregati alla cerimonia dell’al-zabandiera durante l’apertura ufficiale del campo, sancendo così l’appartenenza di “anch’io sono la protezione civile” alla grande famiglia dell’Ana. Positivo il giudizio di alcuni osservatori del dipartimento di protezione civile nazionale.

Radames Saccozza

È iniziato con l’alzabandiera e lo squillo di tromba il campo scuola alpino “Eagles 2019”, che ha permesso ai bambini di quinta delle scuole della Zona Alta Val Liona di vivere per tre giorni da “piccoli alpini” al campo allestito dalle penne nere nella sede del Gruppo Alpini di Zovencedo/San Gottardo. Il progetto è stato sviluppato dai Gruppi del-la Zona Alta Val Liona, seguito direttamente dagli alpini e dalle associazioni invitate a svolgere il programma stabilito. Venerdì 31 maggio, alle 14:45, è iniziata l’accoglienza dei bambini al campo allestito con tende e posti letto adeguati. I piccoli partecipanti sono stati suddivisi in plotoni e, dopo il rito dell’alzabandiera, sono state comunicate le regole del campo, con i vari momenti delle giornate, scanditi dal suono della tromba. I 32 partecipanti sono entrati subito nel cuore delle attività delle “penne nere“ tramite l’addestramento de-

gli istruttori. Alla base dell’avventura, come sempre, il pia-cere di stare insieme, fare squadra e imparare a rispettare e apprezzare le regole.

Domenica 2 giugno al pranzo comunitario, con la pre-senza dei genitori e delle autorità, si sono tenuti i discorsi di saluto e di ringraziamento.

“Siamo orgogliosi di aver progettato questa iniziativa, l’unica nella Sezione Alpini di Vicenza, iniziata nel 201, da un’ idea dei capi guppo” ha dichiarato a nome della Zona Mirco Bisognin. “È un’esperienza che dà ai partecipanti di-ritti ma anche doveri. Crediamo in questo progetto perché vogliamo divulgare la cultura alpina ed i suoi valori, dallo “spirito di corpo“ alla solidarietà, alla cooperazione e all’im-pegno civico“.

M. B.

Giovani, il bello di lavorare assieme

Zona Alta Val Liona, Eagles 2019

A San Gottardo si è svolta l’ottava edizione del campo scuola“Anch’io sono la protezione civile”

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Il X Giugno 1848 è una data molto significativa per la cit-tà di Vicenza, in quanto partecipò attivamente a quella ondata rivoluzionaria che coinvolse l’intera Europa. Dopo 51 anni di dominazione straniera, Vicenza sentì di avere il diritto di una propria autodeterminazione nell’ideale di una nuova Nazione: l’Italia, tant’è che poi, per il ricevimento della prima medaglia d’oro al valor militare conferitole in Piazza dei Signori il 19 ottobre 1866 da Re Vittorio Emanuele II, Vicenza non scelse un gonfalone, ma la bandiera d’Italia.

Nell’anniversario di quella battaglia e della sconfitta dei vicentini (11 mila 275 opposti a 30 mila austriaci bene equi-paggiati) la Sezione Ana Monte Pasubio, in collaborazione con il Comune di Vicenza e il Museo del Risorgimento e della Re-sistenza di Vicenza, ha voluto ricordare quei fatti e onorare i protagonisti la sera del 9 giugno con un concerto “Note Risor-gimentali”, giunto alla quinta edizione, con l’ormai tradiziona-le Orchestra di fiati Provincia di Vicenza, diretta dal maestro Andrea Loss. La musica scelta, la magnifica cornice di Villa

Guiccioli ed il suo parco sito sul colle Ambellicopoli, testimoni storici di quel fatto d’arme, hanno racchiuso un unicum emozio-nale del X Giugno 1848.

Tanto impegno al fine di far conoscere la storia di Vicen-za ai Vicentini. Purtroppo l’iniziativa, anche quest’anno, non ha avuto un adeguato supporto da parte dell’Istituzione locale, completamente assente alla serata concertistica (salvo colui che ha rappresentato il sindaco); assente pure el paron de casa del Museo del Risorgimento. Limitato pure l’evento celebrativo del giorno successivo a Palazzo Trissino a pochi intimi. L’evento celebrativo è stato pure ricordato con una messa al santuario di Monte Berico – presenti gli alpini - con deposizione di una corona d’alloro al monumento ai Caduti (l’Angelo della libertà dello scultore Antonio Tantardini) nel Piazzale della Vittoria, in un contesto di sporcizia e degrado, con il Tricolore del penno-ne sfilacciato, non sostituito, per l’occasione con la bandiera di Vicenza.

A.M.

Un concerto a Vicenza ha ricordato il X Giugno

“Note risorgimentali” sul colle di Monte Bericoper un’eroica pagina della storia di Vicenza

20 - Nello zaino

A Ligonchio sull’AppenninoIl consigliere sezionale Enzo Simonelli ha rappresentato la Se-

zione di Vicenza a Ligonchio (Reggio Emilia) alla cerimonia che si svolge sul Monte della Croce (monumento ai Caduti della Prima guerra mondiale), dove è collocato un faro visibile da gran parte dell’Appennino tosco - emiliano e che è il monumento ai Caduti del Secondo conflitto mondiale.

La Camera dei Deputati ha approvato, a larghissima mag-gioranza, la proposta di legge 622, composta da cinque articoli, che prevede l’istituzione della “Giornata nazionale della memo-ria e del sacrificio alpino”, individuandola nella data del 26 gen-naio di ogni anno. Per diventare legge deve ora essere approvata anche dal Senato.

Nel corso dell’esame in sede referente è stato aggiunto, all’art. 4, un nuovo comma, relativo al coinvolgimento dell’As-sociazione Nazionale Alpini. Scopo del provvedimento è di te-nere vivo il ricordo della battaglia di Nikolajewka, combattuta dagli alpini il 26 gennaio del 1943 e di tramandare alle nuove generazioni “i valori che incarnano gli alpini nella difesa della

sovranità e dell’interesse nazionale e nell’etica della partecipa-zione civile, della solidarietà e del volontariato”. In tale giornata (art. 2) si potranno organizzare cerimonie, eventi, incontri, con-ferenze storiche e mostre fotografiche, nonché testimonianze sull’importanza della sovranità nazionale, delle identità cultu-rali e storiche, della tradizione e dei valori etici di solidarietà e di partecipazione civile che incarna il Corpo degli Alpini. La giornata (art. 3) non è considerata solennità festiva. La legge attribuisce al ministero dell’Istruzione (art. 4) il compito di sta-bilire le direttivo per il coinvolgimento di tutte le scuole nella promozione delle iniziative.

A.M.

Sì della Camera alla Giornata della memoria alpina

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Nello zaino - 21

Dopo l’Incontro per la pace italo austriaco numero 28, svoltosi in maggio ad Asiago, Mario Eichta ha messo lo zaino a terra: “Dopo lunga e attenta riflessione ho deciso di lasciare, e senza rammarico, la Croce Nera austriaca. Mi au-guro che il ricordo di tutti i Caduti e di tutte le vittime civi-li, come quello dei profughi, degli internati e dei confinati della Grande Guerra possa perdurare nel tempo e che venga trasmesso tramite la testimonianza di persone convinte e di buna volontà anche alle future generazioni”.

La missione di Mario Eichta, sottotenente della Cadore, è nata 30 anni fa, tenendo presente il destino del padre Luigi, trentino, cittadino di lingua italiana dell’ex impero austriaco, “ottusamente arrestato dai gendarmi austriaci e internato nei lager“. “Anche se l’Austria non si è mai scusata con nessun famigliare per quegli arresti assurdi, pensai che fosse tempo di rievocare quei fatti con un unico scopo: che quel passato non venisse mai dimenticato!”

Così nel 1992 al Tonale diede vita agli “Incontri della pace”, che continuarono poi in altri luoghi della Grande guerra, soprattutto nei paesi che ospitano cimiteri di guerra.

Vicenza fu coinvolta col Pasubio, il Cimone, Arsiero, La-ghi, Posina, Tonezza. Parte degli incontri si sono svolti in Austria, sotto il Leiten nello scorso maggio si sono ritrovate delegazioni di Italia, Austria, Ungheria e Slovenia. Per il suo appassionato lavoro in favore della pace il comm. Eichta ha ricevuto decine di riconoscimenti, onorificenze, diplomi da diverse nazioni. Adesso è arrivato il momento di chiudere. “Voglio dedicare il resto della vita a mia moglie, che spesso ho lasciato sola per i mei numerosi impegni ed ho voluto chiudere gli incontri proprio ad Asiago, per quanto esprime il Sacrario”.

C’è anche una vena di delusione nelle sue parole, dopo tanto lavoro. “Non trovo nessuno da anni che accetti di por-tare avanti da solo tale iniziativa unica in Europa, visto che è attenta anche alle vittime civili. Con i territori del Vicentino ho tanta nostalgia e quando leggo in queste ore i vari messag-gi che mi arrivano da sindaci, alpini, fanti e associazioni mi commuovo. Non pensavo di aver fatto tanto e di essere pre-sente così in tanti cuori”. Dida per foto Mario Eichta: Mario Eichta sotto la neve all’incontro di Asiago.

Mario Eichta ha chiusogli Incontri della pace

Dopo 30 anni spesi per il ricordo dei Caduti e delle vittime civili della guerra

CastelnovoCapogruppo Giuseppe Zamberlanvice Antonio Ceola e Silvio Garbinsegretario Attilio Garbin, cassiere Paolo Perinalfiere Rodolfo Romarevice alfiere Valentino Cazzolarevisori dei conti Matteo Boscato, Mario Campana, Vittorino Castagna.Consiglieri Luca Boscato, Sergio Boscato,Andrea Castagna, Dino Conforto, Paolo De Rossi, Rino Filippi, Franco Rizzotto.

MaranoIl nuovo gruppo dirigente votato dagli iscritti, in carica fino al 2022, risulta profondamente rinnovato, anche in considerazione del fatto che alcuni componenti il pre-cedente consiglio, compresi il capo gruppo ed il segre-

tario, hanno preferito non ripresentare la candidatura, favorendo in tal modo il necessario ricambio.Il nuovo consiglio direttivo risulta così composto. Capogruppo Ivano Zambonvice capogruppo vicario Gian Franco Miglioranzavice capogruppo Claudio Cavedonsegretario Roberto Cavedonatesoriere Avellino Trecco.Consiglieri Gaetano Bille, Massimo Cattelan,M. Antonio Marangon, Romano Marchesini,Fabio Mendo, Gianluigi Mendo, Arturo Parise,Franco Totti, Giovanni Totti, Giambattisa Valente.

San Pietro MussolinoCapogruppo Aldo Xompero,che subentra a Sergio RancanVice capogruppo Marco Belluzzoalfieri Silvio Dalla Barba e Bruno Farinonsegretario Davide Antoniazzi.Consiglieri Luigi Faedo, Michele MettifogoGuido Pellizzari, Damiano Rancan, Eddi Rancan, Gino Rancan, Renato Tibaldo, Giuseppe Trevisan e Giovanni Maria Xompero.Rappresentante degli aggregati l’amico degli alpini Ottorino Zordan.

Rinnovodirettivi

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22 - Uno di noi

Autunno 2018, siamo nel pieno dell’emergenza me-teo. Martedì 6 novembre mi chiama il coordinatore del 3° Raggruppamento Protezione civile Ana dicendomi che un alpino si era reso personalmente disponibile ad intervenire con mezzi d’opera nel nostro settore. Considerate le condizioni in cui ci trovavamo ho ac-consentito a fornire il mio contatto. Dopo pochi mi-nuti venivo contattato dall’alpino che mi comunicava la sua disponibilità ad intervenire in zona con camion ed escavatori; non mi sembrava vero, ho chiesto quale fosse il compenso da garantire e lui mi ha detto «no no, io vengo ad aiutare e non voglio niente». Gli ho risposto che andava bene, quando poteva venire da noi e lui: «Subito, parto subito e vengo e vedere cosa c’è da fare». Erano le 12 circa. Alle 15.10 mi chiama e dice «Sono a Santo Stefano di Cadore in piazza della chie-sa». Incredibile! Vado a S. Stefano, scendo dall’auto, lo chiamo al telefono e vedo un signore con la barba e un sorriso a 32 denti venirmi incontro.

Mi stringe la mano con l’energia di chi ha ha voglia di fare. Ci siamo presentati e mi ha detto: «Mi chiamo Giuseppe Pulvini, sono un alpino di Noventa Vicentina ed ho una ditta di trasporti e movimento terra. Sono venuto a vedere i lavori che devo fare qui». Così siamo andati a fare un giro per prendere visione della situazio-ne. «Bene, ho visto cosa c’è da fare, domani vengo su con i mezzi e cominciamo a lavorare».

Mercoledì mattina alle 9 in punto era in piazza a S. Stefano con il cappello alpino in testa, assieme ad un suo collaboratore, Alessandro Cogo, anche lui volonta-rio che ha prestato la sua opera gratuitamente, con un camion e rimorchio con su due escavatori e tutta l’at-trezzatura per operare e tanta voglia di fare e di aiutare la nostra gente.

Da quel momento non si è più fermato: ha inizia-to con la sistemazione di un’area a Campolongo, dove un tombotto si era ostruito e un rio aveva portato giù una montagna di terra. La solidarietà chiama solida-rietà; dovendo provvedere a dare alloggio a Giuseppe e Alessandro ne parlavo con Giuseppe Pomarè Doche di Campolongo, che mi ha detto che sarebbe stato felice di ospitarli a casa sua. Dopo una breve discussione fra i due Giuseppe, dove uno voleva pagare e l’altro li vole-va ospiti, si è trovato l’accordo: Giuseppe e Alessandro sono stati ospiti di Giuseppe Doche e della moglie Pie-

rina per tutto il periodo di permanenza. Oltre al primo intervento già descritto, sono stati liberati dal materiale franoso due cortili sempre a Campolongo, una strada a Costalta, la strada dalle Ante a S. Stefano, il rio di Limpera a Casada, la pista da fondo di Padola sopra il canale ed altri interventi simili.

Tutti i giorni Giuseppe mi diceva: «Dai Silvano, trovami lavoro». Ed io, sentite le istituzioni e i Vigili del fuoco che coordinavano le attività, non lo lasciavo senza lavoro. Il sabato Alessandro è tornato a Noventa dalla famiglia ed è stato sostituito da un altro colla-boratore di Giuseppe ed anche lui ha prestato la sua opera a titolo gratuito. Domenica sera è tornato Ales-sandro. Sono stati sette giorni di lavoro intenso svolto con serietà e grande professionalità apprezzato da tutti. Martedì Giuseppe e Alessandro sono dovuti tornare a casa dai loro cari ed agli impegni che avevano lasciato per venire fin quassù. Vederli partire è stato come veder andare via uno di famiglia, ma non si poteva chiedere di più.

Un grande grazie dal più profondo del cuore va all’alpino Giuseppe Pulvini, ad Alessandro Cogo e a Enrico Ferri per quanto hanno fatto per noi tutti e per la nostra terra, non li dimenticheremo. E’ cominciata una grande amicizia nata nell’emergenza, generata dalla solidarietà e cementata dallo spirito alpino.

Ancora grazie, amici!

Silvano Mina

“Sote le crode” il giornale della Sezione Ana Cadore, ha dedicato un articolo a Giuseppe Pulivini, alpino di Noventa, intervenuto con mezzi propri e di sua iniziativa per dare una mano ad aiutare dopo i disastri dell’uragano di ottobre. Lo riportiamo integralmente, a firma di Silvano Mina, vice coordinatore della Protezione civile Ana Cadore.

“Sote le crode” il giornale della Sezione Ana Cadore, ha dedicato un articolo a Giuseppe Pulivini, alpino di Noventa, intervenuto con mezzi propri e di sua iniziativa per dare una mano ad aiutare dopo i disastri dell’uragano di ottobre. Lo riportiamo integralmente, a firma di Silvano Mina, vice coordinatore della Protezione civile Ana Cadore.

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Nello zaino - 23

È mancata la tradizionale cerimonia nel cortile della storica caserma Zannettelli, al raduno degli alpini del Btg. Feltre e degli artiglieri del Gruppo Agordo, a causa dell’inagibilità degli spazi dichiarata dal Comune, per i danni provocati dall’uragano Vaia. Così i numerosi “cu-nici” e “panze longhe” arrivati a Feltre hanno dovuto accontentarsi di salutarla dall’esterno, mentre sfilavano diretti al vicino piazzale Btg. Alpini Feltre, a Farra, dove è stata celebrata la messa. Il corteo si era mosso dal mo-numento ai Caduti, in un aspetto inconsueto, quasi de-solato per gli abeti che facevano da quinta e che non ci sono più, anch’essi spezzati dall’uragano.

Dopo la messa si è riformato il corteo per la sfilata nelle vie del centro, imbandierate a festa: una moltitudi-ne di penne nere, accompagnate dalle fanfare hanno cre-ato un serpentone multicolore che ha ravvivato le strade cittadine.

Il giorno precedente, sabato 20, nel delizioso teatro “La Sena” a Feltre si è svolta la consegna del premio

Niente caserma Zannettelli al raduno del Feltre e dell’Agordo

Il corteo sfila davanti alla caserma Zannettelli. (foto Ceola)

“La penna alpina per la nostra montagna”, decima edizione, riservato a coloro che abbiano saputo dare lustro e visibilità al territorio montano, evidenziando-ne le risorse umane ed intellettuali”.

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24 - Nello zaino

L’8 luglio, In occa-sione delle cerimonie ufficiali di celebrazione del centenario della na-scita dell’Associazione Nazionale Alpini a Mi-lano, è stato presentato al pubblico il volume “2009-2019 Una sto-ria viva”, edito a cura dell’Ana per ricordare i principali momenti della storia recente dell’Asso-ciazione.

Si tratta di un volume di 304 pagine dalla prege-vole impostazione grafica in grande formato e con numerose e ottime fotografie a colori. I contributi dei vari autori ripercorrono i momenti salienti dell’ulti-

mo decennio di vita associativa: la sospensione della leva, le tante attività associative e di volontariato, la comunicazione e la stampa associativa, gli alpini in armi e anche alcuni argomenti legati alla fondazione dell’Ana.

Tra tutti segnaliamo i contributi di due nostri soci, ovvero quello di Dino Biesuz riservato alle vicende storiche del Monte Cimone di Tonezza e all’annuale cerimonia al Sacrario (cerimonia recentemente assurta a rango nazionale) e quello di Federico Murzio dedica-to al sacro Monte Pasubio e alla storia del pellegrinag-gio annuale (anche questa cerimonia nazionale).

È un volume che merita sicuramente la massima diffusione nelle nostre baite e soprattutto nelle case degli alpini. Viene posto in vendita al prezzo di 20 euro, con prenotazioni direttamente alla sgreteria della Sezione.

A. P.

La chiamavano “La nera vicentina”. Così ve-niva definita la polizia locale, qualche decennio fa. E proprio questo cu-rioso modo di dire, dovu-to al colore delle divise degli agenti dell’epoca, ha ispirato il titolo del libro scritto dall’alpino Enrico Rossi, edito da Input e uscito a fine lu-glio. Oltre cento anni di storia dei vigili urbani,

della polizia municipale e locale, la “nera vicentina”, appunto. Il volume, con prefazione del sindaco di Vi-cenza Francesco Rucco, affronta in modo rigoroso e con buona documentazione la sostanza delle cose, ponendo al centro della trattazione la storia del diritto ammini-strativo inerente la polizia locale d’Italia. In particolare questa storia è calata sulla realtà territoriale di Vicenza e ne ricostruisce anche la vita sociale, attraverso aned-doti, ricorrenze, feste, goliardie. Vista con gli occhi dei

vigili urbani, ora polizia locale, e cioè di coloro che più di chiunque altro possono osservare cosa succede per le strade, nei quartieri, nei mercati, tra la gente.

Enrico Rossi, penna nera iscritta al gruppo di San Bortolo della Sezione Ana di Vicenza, laureato in giu-risprudenza, è stato per anni comandante della polizia locale di Vicenza e di Bologna. È stato consulente della Regione Veneto in materia di diritto amministrativo re-lativo alla polizia locale ed autore di varie pubblicazio-ni, nonché relatore in numerosi convegni nazionali. Per benemerenze, in campo lavorativo e sociale, è stato insi-gnito dal Presidente della Repubblica dell’onorificenza di Commendatore dell’Omri.

«Dopo 42 anni di esperienza lavorativa nella polizia locale di Vicenza e di Bologna ho felicemente raggiunto la quiescenza. Da bravo alpino mi sono tolto e ho riposto lo “zaino” nello “sgabuzzino della mia vita” sicuro che il futuro mi riservasse altre e pregnanti esperienze - la parole di Rossi. Ripercorrere la storia dei vigili urbani è stato un po’ come ricostruire, in modo curioso ed insoli-to, la vita della nostra bellissima Vicenza».

M.M.

2009 - 2019Una storia viva

La Nera Vicentina

IN LIBRERIA

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Dai Gruppi - 25

Una nutrita rappresentanza del Gruppo Alpini di Alte Ceccato ha partecipato il 21 luglio all’annuale ce-rimonia organizzata dagli amici trentini del gemellato Gruppo di Marco, in ricordo dei caduti della Grande Guerra sui luoghi interessati dagli aspri combattimen-ti della Strafexpedition nel maggio-giugno del 1916. Dopo la messa celebrata nell’ex cimitero militare di San Giorgio, si è saliti sulla cima del monte Coni Zu-gna, dove si è svolta la cerimonia dell’onore ai Caduti con la deposizione della corona di alloro al piccolo mo-numento eretto a ricordo dei tragici eventi. Il dispiega-mento sul terreno di un mega tricolore e il canto corale del “Signore delle cime” hanno concluso la significati-va cerimonia.

Venerdì 24 maggio una rappresentanza del Gruppo ha partecipato all’assemblea annuale dell’associazione Via di Natale di Aviano, per la quale ogni anno organiz-ziamo la raccolta fondi in occasione della Lucciolata

AsiglianoAdunata intersezionale

per i 60 anni del Gruppo Alpini

Con una riuscita adunata intersezionale, il Gruppo Alpini ha festeggiato il 28 aprile i 60 anni della sua fon-dazione. L’hanno preceduta, la sera di sabato, la com-media “La speranza è l’ultima a morire”, del gruppo teatrale Pancaldo, e il concerto del coro “Valli grandi” di Legnago.

Alte CeccatoOmaggio ai Caduti

sulla cima del Coni Zugna

Nonostante il meteo avesse altri programmi, all’am-massamento erano presenti molti alpini con i loro ga-gliardetti, pronti a sfilare. Hanno aperto la sfilata quattro alpini con lo striscione del Gruppo, seguiti dalla banda di Povolaro, dai sindaci, da otto consiglieri sezionali che scortavano il Vessillo sezionale, da 32 gagliardetti, tra i quali il Gruppo Alpino di Nuvolera (Bs) gemellato con Asigliano, rappresentanti dei Combattenti e redu-ci, Bersaglieri, Fanti e Paracadutisti, nonché il Coor-dinamento giovani sezionale, l’Aido. Hanno chiuso la sfilata le Penne Rosa e la comunità. Al monumento ai

Caduti, riportato a splendere da-gli alpini per l’ occasione, si sono svolti l’ alzabandiera e l’ onore ai caduti. Durante la messa, don Pompeo Cattaneo ha benedetto il nuovo gagliardetto.

Mentre fuori si scatenava il diluvio, sono seguiti i discorsi del capogruppo Pier Leandro Trentin, del sindaco Fabrizio Ceccato e del vicepresidente vicario sezio-nale Paolo Marchetti; era presente anche il vicepresidente Dino Cec-conello. A conclusione della gior-nata è stata scoperta, davanti alla baita alpina, la targa che ricorda il 60° del Gruppo.

La cerimonia in vetta al Coni Zugna.

di fine settembre. Nel corso dell’assemblea la presi-dente Carmen Rosset Gallini e il prof. Silvio Garattini (direttore sanitario ad honorem) hanno consegnato ai rappresentanti degli alpini di Alte un gradito segno di riconoscimento per la costante attività di supporto.

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CaldognoLa consegna del Tricolore

arrivata alla decima edizione

È entrata a pie-no diritto nella vita di Caldogno la con-segna del Tricolore ai ragazzi di quinta da parte degli alpi-ni del Gruppo Ana: la decima edizione dell’iniziativa si è svolta così con par-ticolare solennità nel salone nobile di Villa Caldogno, alla presenza del sindaco Nicola Ferronato, del di-rigente scolastico Paolo Jacolino, del parroco don Giam-paolo Barausse e dello storico Gal-liano Rosset. In una lettera ha man-dato il suo saluto il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, assente per motivi istituzionali. Per gli alpini il Vessillo sezionale e il capogruppo Giam-piero Gollin, presente anche l’Associazione dei Fanti.

In collaborazione con dirigente e insegnanti, gli al-pini hanno portato nelle scuole di Caldogno e Cresole/Rettorgole la storia della bandiera nazionale, con lezio-ni tenute da Luigi Girardi, coadiuvato dal gruppo “Pic-cozza e rampon”. Durante la cerimonia conclusiva gli scolari hanno dimostrare la loro bravura e la loro ca-pacità esibendosi in canti e poesie a tema, guidati ma-

gistralmente dalle loro insegnati; alla fine hanno pre-sentato due loro grandi cartelloni, donati poi al Gruppo Alpini, riguardanti la storia della patria e a quella al-pina in particolare. Ogni alunno ha poi ricevuto per-

CaldognoUn tour de force

per l’Adunata nazionale

È stato un tour del force per alpini e consorti la par-tecipazione all’Adunata nazionale di Milano. A partire dalla levataccia per evitare strade intasate, attenuata dal pit stop mangereccio. Sul posto dell’ammassamen-to a Milano la consueta ricerca di commilitoni e ami-

ci, poi il via alla sfilata, seguiti nel corteo dalle Penne rosa sezionali. Sempre elegante e di effetto la divisa del gruppo, indossata con orgoglio da 27 soci con in testa il capogruppo Giampietro Gollin, divisa portata con dignità e rispetto, nel ricordo di chi non c’è più, lungo tutto il tragitto della sfilata fino alla sua fine in Piazza Castello. Al ritorno rancio serale in un locale sul Garda, dove la comitiva ha trovato anche il presi-dente Cherobin, e poi a casa, con un’adunata in più da scrivere nel libro dei ricordi.

sonalmente il dono prezioso del Tricolore. Le autorità hanno ricevuto in ricordo del decennale una litografia del maestro Vico Calabrò ideata per l’occasione.

L’evento si è concluso con la tradizionale foto sui gradini della villa palladiana, ma noi vogliamo pensa-re che il ricordo più bello che questi giovani conser-veranno nel loro cuore della mattinata vada ben oltre la semplice immagine di sé e del “c’ero anch’io“, per proiettarsi in un partecipato e sentito amor di patria e di condivisione.

R.S.

26 - Dai Gruppi

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Dai Gruppi - 27

tezione Civile, il neo eletto sindaco Renzo Marangon, socio aggregato del Gruppo Ana, che ha voluto conse-gnare personalmente il cappello e ringraziare gli alpini che hanno fatto e che faranno ancora molto negli anni futuri per la comunità.

Camisano

Ricordato Cesare Battistisul Corno di Vallarsa

All’annuale ricordo della cattura di Cesare Battisti e Fabio Filzi sul Monte Corno in Vallarsa, il Gruppo Al-pini di Camisano non ha voluto mancare ad un appun-tamento con la memoria, alla presenza di importanti personalità del mondo alpino. Camisano infatti ricorda la medaglia d’argento al ten. Luigi Casonato, a cui è in-titolato il Gruppo Alpini, che il 10 luglio del 1916 cade-va sotto il fuoco nemico all’assalto del Monte Corno di Vallarsa, denominato più tardi Corno Battisti. La pre-senza del comandante delle Truppe alpine gen. Claudio Berto e del presidente nazionale Ana Sebastiano Fave-ro ha aggiunto ulteriore importanza all’avvenimento, presente anche il nipote di Cesare Battisti, Marco, con il quale il Gruppo Alpini ha avuto modo di conversare e prendere appuntamento con lui per un futuro incontro. Presente per la Sezione di Vicenza il vice presidente vicario Paolo Marchetti, che ha deposto la corona d’al-loro sul cippo in memoria del tenente Casonato che il Gruppo ha eretto il 10 luglio 2001. Assente per motivi di salute la pro nipote Luisa Casonato, sempre presente alle ricorrenze degli scorsi anni e che è attesa con entu-siasmo nel 2020.

Centrati i vari interventi delle autorità, che hanno ribadito l’importanza di essere collegati con la realtà e guardare meno cellulari e social, ed interessante e mol-

CamisanoBerretto norvegeseai primi tre “Amici”

A Camisano, in una serata di festa ed allegria alpina, sono stati festeggiati i primi tre amici degli alpini. Dopo aver allestito tavoli e panche, illuminate dal fuoco della braci usate per gli arrosticini abruzzesi e rinfrescate da una ottima birra spumeggiante, così, anche Il Gruppo Alpini di Camisano, in una calda serata di luglio, ha presentato i suoi primi tre soci che passano da aggrega-ti ad amici degli alpini. L’investitura, con la consegna del “cappello norvegese” con il fregio Ana, ha avuto per protagonisti Natalino Riello, Ruggero Rischiglian e Stefano Tonietto, per meriti dovuti al loro forte attac-camento all’associazione ed al tanto lavoro fatto senza mai chiedere nulla, come nel vero spirito degli Alpini.

Presente alla serata con circa 60 persone, oltre al capogruppo Lino Marchiori ed al caposquadra di Pro-

to precisa la disanima dei fatti bellici raccontata e spie-gata nei dettagli dal gen. Berto. Commovente le lettura da parte di Marco Battisti delle lettere di Cesare Battisti ai suoi cari scritte nei momenti della calma prima degli attacchi. Un sentito grazie ed un grande complimento per l’efficiente organizzazione è andato all’amico te-nente medico alpino Gregorio Pezzato, che ha saputo collegare e cogliere in modo esemplare tutti i momenti della cerimonia. Presente per l’Amministrazione di Ca-misano il neo eletto consigliere alpino Carlo Bevilac-qua, con il gonfalone del Comune. Infine l’arrivederci al 2020: Camisano presente!

L.M.

Un momento della cerimonia al Corno Battisti.

Il sindaco Marangon e il capogruppo Marchioricon i tre nuovi amici degli alpini.

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CampedelloGli alpini fanno conoscere

il “lavoro innovativo”

Viviamo in una società in continuo movimento e nell’innovazione con la quale la stessa Ana deve intera-gire, per cui basta concetti quali “tasi e tira”, ma vivere i nostri “Valori” in una visione più realistica. In una nostra realtà “anagrafica” alquanto datata, con la soppressione della naja, per festeggiare i nostri primi cento anni di vita associativa vicentina, è necessario anche per noi fare un salto di qualità, passando da un impegno “materiale” a

CamisanoAddio a Franco Casarotto

autista e amico degli alpini

Camisano perde una figura importante per il paese e per il Gruppo Alpini. Così lo ricorda il capogruppo Lino Mrchiori.

È andato avanti il nostro Amico Franco Casarotto: utilizzo il saluto tipico di quando si accompagna un no-stro fratello Alpino per il suo ultimo viaggio anche nei confronti di Franco, anche se lui era un aggregato del Gruppo Alpini di Camisano. Franco è sempre stato il nostro autista e ci ha accompagnato a tutte le adunate che io ricordi con il pullman di Giorgio Muraro. Era sempre presente, aveva sempre una parola per tutti, composto ed educato. Scherzosamente, quando pren-devamo alloggio nei vari accampamenti per trascorrere la notte del sabato dell’adunata, lui chiedeva se la sua suite era pronta e se aveva il bagno in camera. Amico

sincero e leale “el te saludava da in fon-do là” mai si tirava indietro e la sua al-legria e simpatia era contagiosa.

Ci mancherai Franco, ci manche-rà il tuo castelletto che cresceva e di-minuiva, a seconda di quanto vicino ci portavi e venivi a

prendere alle adunate degli Alpini alle quali partecipa-vi dagli spalti e ci applaudivi e davi i responsi a fine sfilata, “queo marciava ben, queo gera un poco gobo e queo fora passo!”

Ciao Franco, riposa in Pace e da lassù seguici e dac-ci qualche dritta, e se per caso perdiamo la strada indi-caci tu da che parte dobbiamo andare.

quello “immateriale”. Ecco che il rapporto con il mondo giovanile più diventare, per noi alpini, un modo di tra-smettere “Valori” in codesta società “liquida”. Il Grup-po Alpini di Campedello ha accompagnato alcune classi

della scuola elementare “Negri” di Campedel-lo, in visita alla Fondazione Bisazza, con uno scopo preciso: quello di avvicinare la giovane generazione a prendere contatto con il mondo dell’industria e del lavoro, in una visione in-novativa, che possa evidenziare le nostre ca-ratteristiche italiane, quelle della genialità cre-ativa collegate alla manualità. I ragazzi hanno avuto pertanto la possibilità di confrontare il mosaico antico studiato a scuola con il design moderno, collegato con artisti e progettisti di fama internazionale cui l’azienda chiede loro di immaginare inedite applicazioni per il mo-saico. Un modo, anche questo, per portare curiosità ai giovani, in modo tale che possano loro scegliere, nel modo migliore possibile, i

loro futuri percorsi formativi, in una prospettiva di un la-voro dignitoso e vicino alle loro aspettative, nel contesto della dinamica socio-economica dell’Italia.

Dopo essere stati graditi ospiti presso il Gruppo Al-pini di Arzignano, con cui hanno condiviso la classica “pastasciutta dell’amicizia alpina”, i giovani sono andati a visitare a Montecchio Maggiore l’interessante “Museo delle Forze armate”, istituito dall’imprenditore Giancarlo Marin.

La visita alla Fondazione Bisazza.

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Chiampo in festa per i 90 anni degli alpini

Non è mancato un momento di ricordo alla memoria di Sabino Repele , storico Capogruppo che per oltre 30 anni ha guidato il Gruppo regalandogli una magnifica sede, e di Antonio Mazzocco fondatore e guida della Protezione Civile Ana Valchiampo.

La manifestazione si è conclusa con un accorato rin-graziamento al capogruppo Valerio Ceretta per il lavo-ro straordinario fatto in questi anni e per il gran merito di avere portato Chiampo ad essere un Gruppo Alpini con oltre 600 iscritti. (foto Ceola)

Enrico Crocco e quello della Sezione di Padova. Circa 50 i gagliardetti che hanno sfilato assieme ai gonfaloni di Chiampo e di Arzignano, e alle varie associazioni d’arma. Diverse le autorità: oltre ai sindaci di tutta la Valchiampo erano presenti l’assessore regionale Elena Donazzan, il gen. Chiesa, il col. Foglia affiancati sul palco dal mar. Ceccon, comandante della stazione dei carabinieri, le rappresentanze della Guardia di Finanza e dei Cc di Montecchio.

Il Gruppo Alpini di Chiampo ha festeggiato un tra-guardo importante : i suoi primi 90 anni di storia. Un evento preparato da quasi un anno di lavoro, che ha mobilitato un intero paese e ha creato tantissime aspet-tative tra la gente. La voglia di festeggiare e di ricorda-re questo importante traguardo ha trasformato Chiam-po , per tutto un fine settimana, nella Città degli alpini. Vie, strade e piazze addobbate con il Tricolore, ponti abbelliti con fiocchi e coccarde, striscioni e bandiere nei terrazzi e a rendere il tutto magnifico il 90° che svettava dalla cima della colonna Corinzia, simbolo di Chiampo e della sua gente. La festa è iniziate il 21 giu-gno con Attilio Colpo e Alberto Pieropan e i Musicanti di Vicolo Zanella, che hanno raccontato la Storia della Grande Guerra nelle Prealpi Venete. Sabato 22 c’è sta-to l’alzabandiera, che di fatto ha sancito l’inizio uffi-ciale dei festeggiamenti. La giornata è proseguita con la messa celebrata da don Vittorio Montagna e con il concerto del Coro della Brigata Alpina Cadore, all’in-terno di un gremitissimo e appassionato auditorium co-munale. Significativa la presenza del gen. Comacchio, che ha ricordato l’amicizia che lo lega con il Gruppo di Chiampo, e quella dell’ex presidente sezionale Bepi Galvanin, che ha ricordato come grazie al contributo del Gruppo di Chiampo, negli anni 80, sia nato il Grup-po sportivo alpini.

I festeggiamenti si sono conclusi domenica 23 con la sfilata per le vie del paese rese calde, non tanto dal sole, ma dal calore della gente che accompagnava le penne nere. Non solo alpini di Chiampo e della valle. Erano arrivati dalle Sezioni di Vicenza, Valdagno, Padova e Verona. Erano presenti i Vessilli di Vicenza e Valda-gno, accompagnati dai presidenti, Luciano Cherobin ed

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LaghiRicordi e commozione

alla cerimonia sul M. Maggio

Domenica 21 luglio, riscaldati da una bellissima giornata di sole, molti alpini con le loro famiglie sono saliti sul Monte Maggio per ricordare quei giovani che lassù hanno lasciato la loro vita e celebrare il centenario dell’Associazione Nazionale Alpini . Prima della messa, officiata da don Piergiorgio Tomasi, gli squilli di tromba del giovane Alessandro Dal Molin hanno risuonato sulla cima e nei cuori di tutti i presenti durante la cerimonia dell’alzabandiera e della deposizione di una corona d’al-loro ai piedi della croce. Il celebrante ha dato la benedi-zione, mettendo tra le mani di un bambino, Edoardo il lembo di una bandiera, unendo cosi i valori in sé racchiu-si e le giovani generazioni, affinché conoscano la nostra storia e ne sappiano fare memoria per essere un giorno portatori di pace. Erano presenti i vessilli delle Sezioni di Vicenza e di Asiago, numerosi gagliardetti anche di altre Sezioni, il capogruppo di Laghi Giulia Ossato, il sindaco Giovanni Sella, rappresentanti di Arsiero e di Folgaria , il vice presidente vicario della Sezione di Vicenza Paolo Marchetti e molti consiglieri sezionali . Presenti anche alcuni alpini del Gruppo di Varenna, paese di origine del magg. Corrado Venini, che ha lasciato la propria vita su quella cima. Nei discorsi di rito palpabile è stata l’emo-zione del capogruppo e del sindaco che ha letto una lette-ra di un soldato (Eliseo Sella, 27° Fanteria, Bondeno FE)

Gli alpini impegnati nell’uscita all’Ossario.

LongareAll’Ossario del Pasubiocoi ragazzi delle scuole

Il 21 maggio il Gruppo Alpini di Longare ha orga-nizzato una visita all’Ossario di Colle Bellavista con la presenza delle classi 4ª e 5ª della scuola primaria Ottone Calderari. Erano presenti 36 alunni, quattro insegnan-ti, sei alpini con il gagliardetto, un rappresentante del Gruppo di Costozza e uno Lumignano entrambi con il gagliardetto. Durante il viaggio in pullman l’alpino Pa-olo Borello ha fatto un’introduzione storica dei luoghi oggetto della visita. Al Colle Bellavista attendevano il capozona Val Leogra Alta – Artenio Gatto, il capogrup-po di Valli del Pasubio Quintino dal Molin e la guida dell’Associazione 3 Novembre Franco Mastrovita.

La visita è iniziata con una breve sfilata verso l’Os-sario con alla testa il vessillo Sezionale scortato dai due consiglieri sezionali Andrea Trevelin e Artenio Gatto, seguita dai tre gagliardetti, dagli altri alpini e da scolari e maestre; una parte del gruppo ha visitato l’ossario e

scritta ancora prima di partire per la guerra e da inviare al padre, alla nonna ed a tutta la famiglia se fosse morto in combattimento, e trovata in una casa non tanto tempo fa. “Iddio mi ha concesso che abbia da morire per la patria - scrive tra l’altro. Iddio ha voluto che cada sul campo della Vittoria, e per questo voi non dovete piangere non dove-te appassionarvi, anzi dite quelle sante parole che diceva Giobbe quando ha saputo della triste notizia della morte dei suoi sette figlioli, sia fatta la volontà di Iddio. E poi dovete rallegrarvi nel leggere queste parole pensando che avete un figlio, un nipote, un fratello, un cugino caduto sul campo dell’onore ed è morto dalla più bella morte che si possa morire”.

In quei luoghi sacri la mente non può non provare ad immaginare quei giovani cosa provavano, le loro emo-zioni, le loro paure; dobbiamo solo rendere onore a loro per ciò che ci hanno lasciato e a quei reduci che l’8 luglio 1919 a Milano hanno dato vita alla nostra Associazione … 100 anni di coraggioso impegno, di storia, di valori.

l’altra il museo della 1ª Armata, con l’accompagnamento prezioso della guida, al termine i due gruppi si sono scam-biati le posizioni. La giornata è proseguita con il pranzo “al sacco”, un po’ di svago/tempo libero per i bambini e nel pomeriggio una passeggiata “nella nebbia”.

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MaranoAddio Valerio Rasotto

uno dei più attivi nel Gruppo

Il gagliardetto del Gruppo Alpini di Marano Vicen-tino è listato a lutto per la perdita del socio Valerio Ra-sotto, classe 1933, uno dei più anziani tesserati. La sua persona dimostrava cosa vuol dire essere alpini, non solo nel servizio alla Caserma Fantuzzi a Belluno con i gradi di caporale mag-giore e specialita’ alpiere, ma anche in borghese. Valerio ha sempre amato la montagna la sua passione era anda-re a scalare. Ha fatto parte del Gruppo Scout del paese ed ha avuto la soddi-sfazione e l’onore di salire sulle vette più alte delle Alpi. Nel Gruppo Alpi-ni è stato uno dei più attivi come vice capogruppo. Era sempre presente alle adunate nazionali e sezionali e della

Zona, non mancava mai alle riunioni del Direttivo. Purtroppo nel percorso della sua vita fu messo a dura prova prima fisicamente e poi negli affetti più cari con la perdita della moglie Edda. Pur minato fisicamente, cercava di rendersi utile anche quando le sue forze non glielo permettevano. Però man mano che gli anni pas-savano il suo fisico cominciò a risentirne tanto che gran parte delle sue giornate le trascorreva seduto accanto alla finestra che si affacciava sulla Via di S.Lucia dove

aveva la sua abitazione. Il suo sguardo era rivolto solo sul libro che stava leg-gendo, in gran parte libri sugli alpini, in guerra e in pace. Ormai il suo fisico aveva incominciato a cedere e la sera di domenica 21 luglio il suo cuore ha cessato di battere. Il giorno del funerale tanti hanno voluto dare l’ultimo saluto a Valerio, specialmente tanti alpini: era quello che si meritava. Alla fine del rito funebre le note di “Signore delle Cime” e prima della sepoltura il Silenzio.

LonigoTrasferta a Grosseto

alla festa del “Savoia”

hanno raggiunto il Piazzale Isbuscenskij, con ottima sin-cronia con i tempi della cerimonia, che ricordava anche i fatti dell’ultima eroica carica del Savoia sul fronte russo. Il gruppo Alpini di Lonigo è motivato a mantenere forte il legame con il Reggimento Savoia, l’Associazione ca-valleria e l’amministrazione comunale, per ricordare il sacrificio di tanti giovani cavalieri, che sul fronte russo hanno dato la vita per l’onore della patria e dei valori co-muni ai fratelli alpini, che in terra russa si sono distinti, fino al gesto più estremo. Il Gruppo Alpini di Lonigo e la cittadinanza aspettano i rappresentanti del Savoia per il 30 novembre, al gran Galà di Leonicus a Villa Bongio-vanni di Locara a S. Bonifacio.

Il 14 giugno si è svolta alla Caserma “Beraudo di Pralormo” l’annuale festa del Reggimento Savoia, che conta ben 327 anni di storia militare. Il Gruppo Alpini di Lonigo, presente con il gagliardetto, ha accompagna-to la delegazione leonicena, con il gonfalone e alcuni membri del Gruppo dell’associazione di Cavalleria. Il 22 settembre 2012 il reggimento è stato insignito della cittadinanza onoraria leonicena, in ricordo del 21 luglio 1941, quando il reparto partì proprio da Lonigo per il fronte russo, dopo un perio-do di preparazione militare.

Durante la cerimonia, Il comandan-te del Savoia, col. Ermanno Lustrino ha salutato i molti ospiti presenti, fra cui il Capo di stato maggiore dell’esercito, sot-tolineando la presenza dei leoniceni e il forte legame nato con la cittadina berica dopo il conferimento della cittadinanza onoraria.

Significativa la presenza delle scuole, in una caserma che si è presentata con nuovi spazi curati e molto apprezzati. Molto significativo il lancio dei cavalieri paracadutisti, che da oltre tremila metri

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MontebelloCengio e Forte Corbin

per una lezione di storia

progetto “Ricordami ... nelle trincee verso Trento e Trieste nasce l’Italia”. Il 30 maggio si è iniziato con la passeggiata fino alla sommità del monte, dove il vi-cesindaco di Montebello Anna Cracco ha dato il ben-venuto e l’alpino Giuseppe Dal Ceredo ha illustrato ai ragazzi il territorio con le sue montagne, i luoghi delle vicende storiche legate alla Grande guerra e di seguito una lezione di storia sugli avvenimenti della “Strafex-pedition” del maggio/giugno 1916. Ne è seguita una riflessione fra docenti e alunni sulla tragica esperienza vissuta dai soldati e dalla popolazione durante il con-flitto.

Si è poi ripartiti in passeggiata verso il secondo appuntamento, a Forte Corbin. Dopo circa un’ora di cammino l’arrivo al forte dove, dopo l’alza bandiera, si è pranzato tutti assieme in un’atmosfera ‘’alpina’’. La visita al forte ha richiesto circa un’ora e mezzo ed è stata molto coinvolgente soprattutto per gli studenti che hanno seguito con attenzione le indicazioni della guida chiedendo informazioni e chiarimenti. Alla fine della giornata i docenti hanno espresso la loro gratitudine al capogruppo Luigi Zanoni per la perfetta organizza-zione dell’uscita didattica, che ha raggiunto lo scopo prefisso, far conoscere ai ragazzi una parte importante della nostra storia.

stranze della Lanerossi, è concesso in uso alle penne nere scledensi dal 1981. Recentemente era emersa la necessità di provvedere al rifacimento del tetto, costituito da lastre in laminato di zinco deterioratesi nel tempo. I lavori sono stati eseguiti dall’ente proprietario con importante con-tributo economico del Comune, mentre il Gruppo Alpini ha provveduto a sue spese al rifacimento degli infissi.

SchioRimessi a nuovo i localidella sede del Gruppo

Il 10 luglio del 1887 nasceva ufficialmente il Batta-glione Alpini “Vicenza” con le Compagnie 59ª, 60ª e 61ª, già appartenute al Battaglione “Val Schio” costituito nel 1882 e sciolto nel 1886. Gli alpini del Gruppo Val Leogra di Schio han-no voluto celebrare la storica ricorrenza con una messa al campo, celebrata nella sede del Gruppo da don Carlo Coriele, già parroco di SS. Trinità.

Dopo la funzione religiosa, cui hanno presenziato il sindaco Valter Orsi, il pre-sidente de La Casa Beppe Sola (padrone di casa), il vice presidente sezionale Dino Cecconello e il capogruppo di Schio Nadir Mercante, si è proceduto con la benedizione e l’inaugurazione dei locali dopo i recenti lavori di restauro e manutenzione. Il fabbri-cato di stile palladiano, edificato nel 1898 su progetto dell’ing. Rezzara e destinato ad ambulatorio medico per volontà delle mae-

Anche quest’anno il Gruppo Alpini di Montebello ha organizzato, in collaborazione con la scuola secon-daria di primo grado “A. Pedrollo”, la visita alla zona monumentale al monte Cengio, con la partecipazione di circa 50 alunni di terza media, come prevedeva il

La messa che ha preceduto la benedizione dei locali rinnovati.

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SovizzoDue alpini vittime del dovere

ricordati a Campo Tures

Gli alpini Rodolfo Passamani di Bressanone e Roberto Pozza di Sovizzo nell’estate del 1959 erano in forza al Battaglione Bassano del 6° Alpini. Insieme ad altri 150

pi vennero recuperati a valle dopo molti giorni. La gente della Valle Aurina, in segno di riconoscenza, fece erigere un monumento proprio nel luogo della tragedia. Costrui-to con pietre di quelle montagna, venne inaugurato ad un anno dalla disgrazia.

Sessant’anni dopo, gli alpini di Sovizzo, in collabora-zione con il Gruppo Alpini di Brunico, hanno organizzato una breve cerimonia a Campo Tures, per rendere omaggio

alla memoria di Rodolfo e di Roberto: oltre alle penne nere, hanno partecipato i fami-liari e tanti sovizzesi giunti in pullman. La commemorazione, alla presenza del gon-falone di Sovizzo, dei vessilli della Sezio-ne di Vicenza e della Sezione Alto Adige (rappresentata dal consigliere gen. Mauri-zio Ruffo) e dei gagliardetti di Sovizzo e Brunico, è stata resa possibile dalla colla-borazione dei carabinieri, che, per la durata della manifestazione, ha permesso e salva-guardato lo stazionamento dei convenuti davanti al monumento posizionato ai bordi della trafficata strada statale. La cerimonia ha visto la deposizione di una corona di al-loro al piccolo monumento e la lettura della Preghiera dell’alpino. È stata infine rievo-cata la tragica vicenda, con una doverosa

riflessione sul sacrificio vissuto dai due giovanissimi alpi-ni, morti negli anni della gioia, anteponendo il bene della comunità al proprio diritto di vivere: un’abnegazione che in questi tempi ha molto da insegnarci. Proprio nei giorni antecedenti l’anniversario, l’Amministrazione comunale di Sovizzo aveva dedicato al concittadino alpino Roberto Pozza una piazzetta adiacente alla sede municipale.

Gianfranco Sinico

compagni di naja, il 29 giugno erano stati inviati per un’o-perazione di soccorso nei pressi di Campo Tures, dove il torrente Aurino in piena stava minacciando la sicurezza della popolazione. Nel pomeriggio avvenne la sciagura: i due stavano tentando di rinforzare le rive del fiume con tronchi d’albero, ma il grosso picchetto di ferro, cui era attaccata la fune di sicurezza, ad un tratto cedette ed i due alpini vennero scagliati fra i vortici del torrente. I loro cor-

La cerimonia davanti al monumento a Campo Tures.

cerimonia. Il Vessillo sezionale di Vicenza era scorta-to dal consigliere Enzo Simonelli.

Vicenza S. BortoloRinnovata la presenza

a Cerreto Laghi

Per il 15° anno la Sezione di Vi-cenza e il Gruppo Alpini San Bortolo hanno partecipato alla cerimonia che si tiene sul Largo delle Brigate alpi-ne a Cerreto Laghi, sull’Appennino, a cura delle sezioni di Reggio Emilia e Massa Carrara. Gli alpini vicentini sono sempre stati graditissimi ospiti e la loro presenza ha sempre un certo successo, tanto che gli organizzatori non mancano mai di nominarli e ringraziarli. Nella foto, inviata da Moreno Da Soghe, un momento della

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Il pannello con le immagini della collaborazione fra alpini e scuola.

restauro della storica balaustra del Piazzale della Vittoria, eseguita con maestria dagli alpini vicentini nel 2016, ha manifestato l’esigenza che quanto fatto non sia ora ab-bandonato all’incuria e al vandalismo, e ha ricordato la proposta degli alpini di Monte Berico di realizzare una tar-ga che racconti la storia del luogo da esporre a vantaggio degli ignari visitatori. Infine il consigliere Spiller, facendo omaggio del guidoncino del centenario associativo nazio-nale, ha brevemente ricordato i trascorsi di questi locali che, destinati all’oblio in quanto sede di servizi igienici pubblici non più agibili, furono chiesti negli Anni ’80 da-gli alpini e da questi caparbiamente riportati a nuova vita come luogo di presenza e di aggregazione.

A. P.

Vicenza Monte BericoRiaperta la sede rinnovata

del Gruppo Alpini

Dopo quasi nove mesi di chiusura a causa di lavori, il 17 luglio è stata riaperta ai soci la sede storica del Gruppo Alpini Monte Berico, nei locali sottostanti il Piazzale della Vittoria. Per l’occasione si è svolta una semplice cerimo-nia di inaugurazione alla quale non hanno voluto mancare il sindaco della città e presidente della Provincia France-sco Rucco, accompagnato dai Consiglieri Patrizia Barbie-ri e Leonardo De Marzo, il presidente sezionale Luciano Cherobin e il consigliere nazionale Silvano Spiller.

Dopo i lavori da parte del Comune di sostituzione to-tale della soletta di sostegno del marciapiede, che di fatto è il soffitto della sede, il Gruppo ha dovuto provvedere ai lavori di restauro totale della sede, con rifacimento di pavimenti e rivestimenti e rifacimento ex novo di impianti elettrici, idraulici e sanitari, ora rispondenti alle norma-tive. A impartire la benedizione dei locali è stato padre Gino Alberto Faccioli, direttore dell’Istituto superiore di scienze religiose S. Maria di Monte Berico presso il quale hanno trovato ospitalità gratuita in questi ultimi nove mesi le penne nere guidate da Roberto Tovo.

Nei brevi discorsi di rito, il sindaco Rucco ha voluto ringraziare gli alpini in generale per il loro impegno per la comunità e quelli di Monte Berico per la loro ultra cin-quantennale presenza e dedizione al presidio e alla manu-tenzione di questi luoghi, simbolo della storia cittadina. Il presidente Cherobin, ricordando la straordinaria attività di

aggiornato annualmente con l’inserimento di nuove foto. Per gli alpini questo spazio è diventato il biglietto da

visita per chi entra nella scuola secondaria “G. Zuccante” di Val Liona. Un ringraziamento particolare è andato al prof. Gianfranco Ceola per aver condiviso e sostenuto la richiesta degli alpini e al prof. Pierluigi Volpiana promo-tore, da diversi anni, della visita didattica di due giorni sul Pasubio con i ragazzi della scuola secondaria, in collabo-razione con gli alpini della Zona.

Zona Alta Val LionaIn un pannello l’amiciziafra gli alpini e la scuola

I gruppi alpini della Zona Alta Val Liona, da mol-ti anni, collaborano con entusiasmo con il mondo della scuola con un obiettivo principale: diffondere la cultura alpina ed i suoi valori, dallo “spirito di corpo“ in guerra alla solidarietà. Per questo motivo hanno deciso di lasciare un segno tangibile allestendo, all’interno della scuola, un pannello murale dedicato agli Alpini come te-stimonianza del loro passaggio. La proposta è stata subito condivisa e approvata dagli insegnanti, pertanto il 25 mag-gio è avvenuta l’inaugurazione dello spazio denominato “Insieme… nel ricordo”. Nello spazio sono stati applicati il simbolo dell’Ana e il logo della scuola eseguiti in legno e donati dall’alpino Ivano Salvadore. Sono state messe le foto che ricordano i vari momenti vissuti con gli alunni delle scuole: la consegna del Tricolore, le visite sui luo-ghi della Grande Guerra, il campo scuola Eagles; verrà

Il taglio del nastro per la sede rinnovata del Gruppo Monte Berico.

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Zona Vicenza CittàPulizia dei portici di M. Berico

con “rinforzi” statunitensi

Proseguendo nell’impegno che data sin dal 2012, i soci dei Gruppi della Zona di Vicenza città si sono dati appuntamento per la mattinata del 24 agosto per l’atti-vità di pulizia straordinaria dei portici che conducono alla Basilica di Monte Berico, in vista delle feste patro-nali di inizio settembre. Ad occuparsi quest’anno delle pulizie è toccato ai Gruppi di Polegge e del Villaggio del Sole, che hanno potuto contare sul supporto di al-cuni volontari del Cisom, con il referente Antonio Qua-glia, e su una rappresentanza della comunità americana di Vicenza, una decina tra militari e civili, tra cui anche il vice comandante della base USA Erik Folkestad.

La presenza di queste nuove “forze operative” rap-presenta un segnale molto importante circa l’attenzione e la disponibilità di altri soggetti a fare squadra con gli alpini nel campo del volontariato ed ha inoltre consen-tito alle penne nere del Gruppo Monte Berico di de-dicarsi totalmente alla pulizia del Parco della Vittoria,

luogo purtroppo anche questo divenuto teatro di atti di inciviltà. In rappresentanza dell’Amministrazione co-munale è intervenuto il consigliere Leonardo De Marzo ed è da sottolineare che la sua è stata una presenza ope-rativa, ovvero a maneggiare la scopa sul serio! Anche padre Carlo Rossato, priore dei Servi di Maria, ha volu-to esprimere il ringraziamento ai volontari invitandoli come di consueto a condividere la mensa al refettorio del convento. (foto Colorfoto Artigiana)

Al.Pi.

Non portava il cap-pello con la penna, ma il suo spirito era quello di un vero alpino. É an-dato avanti Roberto Lu-ciani, 57 anni, giorna-lista addetto dell’ufficio stampa della Provincia e collaboratore de Il Giornale di Vicenza, deceduto il 18 agosto scorso a causa di un brutto male.

Pescarese di nascita, ma vicentino d’adozione, appassionato di calcio e tifosissimo della Lazio, Luciani ha collaborato an-che per Il Gazzettino e per Antenna Tre, oltre ad essere stato segretario personale di Manuela Dal Lago, presidente della Provincia di Vicenza dal 1997 al 2007. Negli ultimi anni Roberto, per tutti “Bob” o “Robi”, aveva seguito molte delle inizia-

tive portate avanti dalla Sezione Ana di Vicenza “Monte Pasubio”, scrivendo numerosi articoli sul GdV e distinguendosi per la sua professionalità, per la sua semplicità e per la sua contagiosa simpatia.

«Roberto, c’è bisogno di tempo per rendersi conto del vuoto che lascerai - sono le parole di Lu-ciano Cherobin, presidente della Sezione. Per noi alpini sei stato la penna che ha scritto le parole che non riuscivamo a trovare per comunicare al mondo la nostra missione. Ci hai aiutato nei momenti diffi-cili e caricato di entusiasmo quando dovevamo af-frontare nuove sfide. Lo hai fatto con la semplicità, l’ardore, l’onestà e la professionalità che abbiamo sempre ammirato. Il tuo cuore alpino, che ti rende-va così famigliare e così vicino a noi, non smetterà mai di battere. Molto più di un amico, al quale dob-biamo tantissimo!».

I funerali di Luciani, che lascia la mamma Chia-ra, il fratello Francesco, la sorella Giuseppina e i nipoti, si sono svolti nella chiesa parrocchiale di San Pio X.

Addio a Roberto Lucianigiornalista amico degli alpini

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36 - Protezione Civile

Da qualche anno la squadra di protezione civile Ana di Marano contribuisce al controllo e alla pulizia degli argini del Timonchio - Leogra per mantenerne l’efficienza e cer-care di scongiurare il più possibile il rischio di esondazio-ni. Così a fine gennaio 2019 101 volontari, coordinati dal caposquadra della Pc locale Giacomo Berlato, hanno par-tecipato all’esercitazione promossa dal Comune e si sono divisi in tre cantieri che comprendevano un lungo tratto del Timonchio Leogra, per la maggior parte nel comune di Ma-rano (il resto in territorio di Malo, alla confluenza dei due torrenti); le squadre erano coordinate da Stefano Mondin, Renato Marcante e Ennio Silvestri. Nel corso dei due gior-ni di attività si sono avvicendati ben 180 volontari, affian-cata da 50 scout, che si sono occupati della raccolta delle immondizie disperse nell’ambiente o lasciate in sito dalla

piena del torrente. Anche la Protezione civile comunale di Malo e una rappresentanza dei fanti di Marano hanno partecipato, impegnandosi in uno dei cantieri dell’area di intervento. La logistica è stata portata avanti con maestria dal Gruppo Alpini di Marano, mentre il servizio medico era coperto da due volontari della squadra sanitaria alpina e da una squadra della “Croce bianca” con un’ambulanza.

Tutte le attività si sono svolte regolarmente e soprattut-to senza incidenti di sorta, considerando l’alto rischio che comportava l’esercitazione, visto l’impiego di attrezzature di estrema pericolosità, quali motoseghe, decespugliatori e strumenti affilati. Alla fine tutti i volontari si sono ritrovati alla sera seduti a tavola davanti al tipico piatto alpino… la pastasciutta col ragù, che ha fatto dimenticare mugugni e fatica.

Impegnati in 180 a Marano per ripulire il Leogra Timonchio

Un bel traguardo finalmente raggiunto, e con il dovuto merito, per la squadra della Protezione civile alpina di Ar-cugnano, che attraverso i tempi, ben 34 anni, ha saputo gua-dagnarsi la fiducia dell’amministrazione e della popolazione con i suoi interventi sul territorio e la promozione della Pc nelle scuole. L’attività della squadra non è scemata nel tem-po, ma è ben viva e presente in ogni occasione, soprattutto quando la necessità chiama: questo riconoscimento è giunto il 4 maggio, quando alla presenza del sindaco di Arcugnano Paolo Pellizzari, dell’assessore alla Pc Michele Zanotto, del sindaco di Zovencedo Luigina Crivellaro, del consigliere Alessandra Stenco, delegata alla Pc di Brendola, del con-sigliere provinciale alla Pc Massimiliano Dandrea, del co-mandante dei CC di Brendola Massimiliano Battocchio, del coordinatore sezionale di protezione civile alpina Francesco Antoniazzi, di un folto gruppo di volontari di Pc, dei gruppi alpini del territorio arrivati in forze e di tanti residenti, si è inaugurata la nuova sede per la squadra di Pc, ricavata in un capannone acquisito dalla precedente amministrazione, il quale dopo tanti importanti lavori di adeguamento antisi-smico e di ripartizione interna, per ricavare i locali adeguati alle nuove esigenze è divenuto agibile.

L’amministrazione ha consegnato lo stabile alla squadra con una semplice cerimonia, che ha visto il taglio del nastro tricolore fatto dal sindaco di Arcugnano e dalle altre auto-

Inaugurata la nuova sededella squadra di Arcugnano

rità, presenti anche due rappresentanti dei giovani “conge-dati” dei campi scuola “anch’io sono la protezione civile”. I discorsi di rito hanno concluso la manifestazione che poi è passata ad un momento conviviale, condiviso in allegria dai presenti.

Indispensabili per importanza nella finalizzazione del progetto i contributi economici della Regione Veneto, dell’ amministrazione comunale, e il lavoro dei volontari della squadra di Arcugnano, con il suo attuale caposquadra Cri-stian Schiavo, nessuno escluso, ricordando che essa anno-vera tra le sue fila alpini dei gruppi di Arcugnano, Fimon, Pianezze, Lapio e San Gottardo-Zovencedo, i quali nel lon-tano 1985 sono stati i promotori della nascita della squadra, mentre è del 1995 la prima convenzione con il comune di Arcugnano. A tutti loro è andato un sentito ringraziamento.

Paolo Toniolo

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Protezione Civile - 37

Ti giri indietro e “ops” sono passati trent’anni. Spesi bene, preoccupandosi degli altri e collaborando con la Provincia e il comune di Montecchio Precalcino nel re-cupero di vecchi manufatti storici, nel restauro delle ex cantine di Villa Cita, ora sede operativa della Protezione civile alpina locale, nell’inserimento nelle scuole per svi-luppare e promuovere l’educazione all’auto protezione. Ecco le credenziali della squadra Astico Brenta, che nel 2018 ha celebrato il terzo decennale di esistenza con una serie di manifestazioni.

Un percorso nato nel 1988, grazie alla forza di vo-lontà del capogruppo cav. Girolamo Campagnolo e del capozona Lino Basso, che è passato attraverso l’alluvio-ne di Alessandria, il Kosovo il terremoto delle Marche, e molte altre calamità, una storia che si può scrivere a caratteri d’oro e che ha sempre visto promotori e prota-gonisti i vertici di una squadra che ha saputo farsi amare sul suo territorio e che ha raccolto la fiducia delle ammi-nistrazioni locali e non solo.

Bene hanno fatto tutti i volontari, che non perdono

occasione di collaborare anche con le altre squadre della Sezione “Monte Pasubio”, a festeggiare il loro trentesi-mo compleanno con stile ed eleganza, programmando una serie di manifestazioni che hanno coinvolto l’ammi-nistrazione locale, i cittadini e le altre squadre della PC alpina sezionale.

Lo hanno fatto programmando due incontri pubblici, nell’intento di contribuire alla formazione della popolazio-ne nelle gestioni di eventi ad impatto ambientale notevole, sugli atteggiamenti da adottare prima e dopo un’emer-genza (ing. Giuseppe Bertoldi) e, con il metereologo dott. Marco Rabito, sugli eventi climatici e le loro variazioni.

Un libretto nato per l’occasione, con la collaborazio-ne dell’ing. Bertoldi e del dott. Rabito, che ripercorre con immagini e racconti la storia del gruppo, e che racco-glie anche una serie di suggerimenti e consigli in caso di eventi catastrofici, è stato distribuito in occasione del secondo incontro, tenutosi nella sala consigliare di Mon-tecchio Precalcino, allietato dal Coro Ana di Marostica.

Radames Saccozza

Al lavoro da trent’annila squadra Astico Brenta

Un servizio annunciato e consolidato ormai per molte squadre della Protezione civile alpina, in col-laborazione con la squadra di Barbarano, che anche quest’anno si è attivata per fornire il servizio di con-trollo alla fiera di Santa Caterina, una manifestazione popolare che affonda le sue radici nella notte dei tempi. 95 volontari, agli ordini di Willam Bellin, sono stati presenti tutta la giornata, senza considerare i mezzi e le attrezzature impiegate per rendere possibile questo

evento. Non si possono dimenticare le trasmissioni, sempre agli ordini di Marco Barbieri e della sua vice Barbara Pegoraro, o il gazebo, dove alpini capitanati da Francesco Antoniazzi e ben coadiuvati da Alessia Lotti, in collaborazione con gli studenti di terza media del comprensivo di Barbarano, si sono prestati per dare informazioni alla gente sulla protezione civile e si sono resi promotori di una raccolta fondi per le popolazioni del bellunese colpite dai recenti eventi calamitosi.

Alla fiera di Barbarano

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38 - Protezione Civile

C’era anche la Protezione civile alpina della sezione di Vicenza a Lonigo, alla festa della protezione civile ritornata dopo dodici anni per dar vita a un incontro formativo e di scambio d’esperienze fra le varie com-pagini di protezione civile. Questo evento per alcuni giorni ha vivacizzato la cittadina ed ha avuto visite di personaggi importanti. Ha aperto l’evento il sindaco di Lonigo Luca Restello, seguito da Marco Gianesini presidente del Centro servizi volontariato (CSV); pre-senti l’europarlamentare Mara Bizzotto e l’on. Elisa-betta Gardini, relatrice per l’Europarlamento del nuovo meccanismo di protezione civile, per gli alpini il co-ordinatore nazionale di Pc Gianni Gontero. Per la p.c. sezionale erano presenti oltre il coordinatore Francesco Antoniazzi le squadre Arcugnano, Valchiampo, Barba-rano, Basso Vicentino, Camisano, Telecomunicazioni e Vicenza Città, che si sono avvicendate nei gazebo pre-disposti nei padiglioni della fiera.

La manifestazione promossa dalla Regione in colla-borazione con il comune di Lonigo proponeva di mo-strare le attrezzature anche le più sofisticate e moderne in ausilio ed in aiuto alla protezione civile, oltre alla offerta di brevi corsi formativi su varie tipologie di intervento ai quali ogni volontario poteva accedere, il tutto condito con una mostra della protezione civile che percorreva attraverso i tempi la storia del suo divenire. Notevoli i numeri presenti con 40 squadre provenienti da Vicenza, Verona, Treviso, Venezia, Rovigo e dalla città di Prato per un totale di 500 volontari che la dome-nica 17 marzo sono sfilati a ranghi compatti per le vie del centro accompagnati dalla filarmonica della città di Lonigo.

La simulazione di una maxi emergenza per un gra-ve incidente stradale ha fatto intervenire il 118 e molti materiali e mezzi delle squadre presenti, ed ha chiuso in bellezza la manifestazione.

Tornata dopo 12 anni a Lonigola Festa della Protezione civile

Avanti col vento in poppa, una frase che suona stra-na agli alpini, ma è un termine che rende bene l’idea dell’esercitazione proposta ad Agugliaro/Albettone dalla squadra di protezione civile alpina locale, composta di 28 elementi, con il suo caposquadra Elia Baratella, con la collaborazione delle squadre di Barbarano con a capo William Bellin, l’antincendio boschivo della squadra Val Liona con Giulio Ceolato, la squadra alpinistica con Isi-doro Polato, la telecomunicazioni con Barbara Pegoraro e la logistica Giancarlo Lorenzetti. Una collaborazione che ha visto agire sul territorio in una sinergia ormai col-laudata la macchina di soccorso della Protezione civile sezionale. Vari gli scenari proposti, ma che si orientano sempre alle problematiche più ricorrenti e rischiose, dal controllo e la pulizia degli argini, alla costruzione di co-ronelle per contenere i fontanazzi e i terrapieni di conte-nimento delle acque, o al sopralzo degli argini fatto con i sacchi di sabbia, all’uso di motopompe per svuotare ba-cini e scantinati allagati.

Una giornata che ha testato l’organizzazione logistica nel predisporre il necessario per dare il massimo conforto alle squadre in attività, di cura e verifica dei collegamenti radio, di prove di impiego in supporto alle squadre.

Esercitazione di soccorsoad Agugliaro e Albettone

Un momento dell’esercitazione ad Agugliaro Albettone

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Protezione Civile - 39

La squadra di protezione civile alpina del “Basso Vi-centino” , in concerto con altre squadre sezionali ha dato vita ad una interessante attività dimostrativa nelle scuole elementari di Noventa, da sempre collaborative e pronte ad accogliere questo genere di attività informativa. Al mattino presto nel cortile della scuola i volontari hanno predispo-sto sei isole formative, per illustrare il lavoro fatto, le pre-cauzioni da prendere, le cose da fare in caso di necessità. Hanno ospitato la squadra cinofila, le telecomunicazioni, i mezzi anticendio, motopompe e torre faro, la logistica con la presentazione e l’uso delle motoseghe.

Questa attività è stata il naturale prosieguo di una prova di evacuazione dell’istituto scolastico simulando un sisma di forte intensità, il tutto sotto il controllo vigile ed attento dei volontari. In questa fase per rendere più veritiero l’even-to tre bambini sono risultati dispersi, fornendo così il prete-sto per un intervento della squadra cinofila per una ricerca di persone scomparse all’interno dell’istituto. L’attività si è protratta per tutta la mattinata e ha visto i bambini entusia-sti per ciò che veniva loro proposto, i volontari sono stati subissati di domande e richieste di informazioni: qualche alunno ha spiegato che alcune attrezzature di quelle viste in dotazione alla p.c. erano presenti anche nelle loro case ed erano utilizzate coscienziosamente dai loro genitori.

La squadra “Basso Vicentino” negli stessi giorni è stata ospite a “ radio Noventa “ ad una puntata di “Tutto molto bello”. Il caposquadra e due volontari hanno illustrato agli ascoltatori che cosa è la protezione civile alpina le attività che svolge e il ruolo del volontario di protezione civile.

Martina Faggion

Protezione civile vicentina impegnata anche all’a-dunata nazionale di Milano. Dall’8 maggio la squadra tlc, con Marco Barbieri e Barbara Pegoraro, è stata in servizio nella sala radio e al centro interforze per as-sicurare i collegamenti fra i vari settori. Più visibile il lavoro della squadra alpinistica, con il caposquadra Enzo Apolloni e i volontari Piergiorgio Rosa e Maria Celina Paiusco, in servizio alla palestra di roccia per assistere gli aspiranti scalatori ai quali hanno mostrato così il lato pratico del soccorso in montagna, abbinato all’aspetto sportivo.

L’Unità di protezione civile sezionale di Vicenza ha in-viato una piccola task force, composta da volontari della Valchiampo, Barbarano, Camisano, Arcugnano, Vicenza Città, TLC (telecomunicazioni) e Basso Vicentino per par-tecipare alla sistemazione dei cavi elettrici che sono ritornati al magazzino del terzo raggruppamento a Motta di Livenza, dopo il loro utilizzo nei campi di accoglienza dell’Adunata nazionale di Trento. Si è trattato di selezionare e distinguere per dimensioni portate e caratteristiche i cavi che erano pre-senti alla rinfusa nel magazzino, una giornata pesante come gli stessi cavi che sono stati, sistemati e avvolti in grosse bobine. Un lavoro di collaborazione che a rotazione ha visto impegnati molti volontari del terzo raggruppamento ma che alla fine ha dato i suoi frutti: ogni cosa ha trovato il proprio posto, pronta a supportare richieste e a servire ancora in caso di necessità.

Basta un piccolo problema, come una linea elettrica protetta, attaccata dai rami degli alberi cresciuti nel corso degli anni, per far partire un’esercitazione di protezione ci-vile. Lo ha fatto la squadra del Tesina, con il suo caposqua-dra Giovanni Piva, a Fimon nel comune di Arcugnano, con dieci volontari (oltre a tre della squadra sanitaria). Obiet-tivo non è stata solo la messa in sicurezza della linea, ma anche la verifica dei dispositivi di protezione individuale ( DPI ) di ogni volontario, della sicurezza dei lavori in quota, utilizzando una piattaforma aerea, e di pulizia del “settore”, una controllo che alla fine si è dimostrato perfetto e com-pleto. L’operazione durata una giornata, è stata seguita dal responsabile sezionale delle esercitazioni Roberto Torre-sendi, e si è svolta senza incidenti raggiungendo l’obbietti-vo prefissato.

Attrezzi e serviziin mostra alle

scuole di Noventa

In servizio a Milano

Rimessi a posto i cavi

Sistemata una linea elettrica

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Una nuova “stella alpina” sta dando enormi soddisfazioni al Gruppo sporti-vo alpino sezionale: Alice Maule. Classe 2004, iscritta al Gsa dal 2018, da subito ha dimostrato un carattere combattivo, tenace e solare al tempo stesso. Attaccata alla vita, grazie soprattutto all’amore di mamma Mirella, forte e decisa. Non ve-dente, a scuola studia con l’ausilio di uno speciale computer con sintesi vocale e barra braille, mentre le insegnanti le pre-parano il materiale. Segue di pari passo le lezioni come tutti i suoi compagni ed è una delle migliori della classe (ha con-cluso il 1° anno del liceo scienze umane a Thiene). In seconda media ha conosciuto Silvia Dalla Piana, ex-azzurra di atletica leggera, diven-tata la sua insegnante di sostegno che, vedendo in lei delle potenzialità, le ha consigliato un percorso nell’at-letica.

È stato in quel momento che per Alice sono entrati in scena gli alpini: lo sport per atleti disabili richiede infatti l’affiliazione a federazioni specifiche e il Gsa Vicenza era già organizzato, essendosi buttato a capofitto da al-cuni anni nel Baskin e seguendo altri atleti non-vedenti.

L’inizio stagione 2018 per Alice è stato un po’ dif-ficoltoso a causa dell’adeguamento a certi criteri det-tati dal regolamento: in ambito paralimpico infatti non si gareggia per categorie d’età ma per “classificazioni funzionali” specifiche che suddividono gli atleti in base a tipo e grado di disabilità. Alice, ancora tredicenne, si trovò quindi ad affrontare difficoltà tecniche e pratiche oltre che avversarie con molta più esperienza. Tuttavia

i risultati ottenuti nella velocità (60 m. indoor, salto in lungo e 100m.) l’hanno messa in luce attirando le “attenzioni” federali, tanto che a fine anno 2018 è ar-rivata la convocazione per un raduno col Club azzurro paralimpico, anticamera della nazionale. E negli stessi giorni del raduno il Gs Alpini Vicenza l’ha premiata quale “Sportiva dell’anno 2018”.

A quel primo raduno tecnico ne sono seguiti altri due in questo 2019. Anno ini-ziato con maggiore sicurezza e serenità, garantite sempre dalla vicinanza di mam-ma Mirella, sua prima fan, e dell’allena-trice Silvia.

Sia nel 2018 che nel 2019 Alice ha preso parte ai campionati italiani assoluti paralimpici e quest’anno a Jesolo è salita su ben tre podi: argento per i 200, record personale, bronzo per i 100 e per il salto in lungo. Ai primi di giugno ha fatto esordito in una com-petizione internazionale di alto livello: il Grosseto ita-lian Grand prix paralimpic. Negli stessi giorni come un fiume in piena è arrivata la prima convocazione in “az-zurro” per i Giovanili a Lahti (Finlandia) dove ha conse-guito una medaglia di bronzo nel lungo, che le ha aperto la strada ai campionati mondiali paralimpici giovanili di atletica leggera, che si sono svolti a Nottwil (Svizzera) dall’ 1 al 4 agosto, nei quali Alice ha confermato le sue possibilità. Si è classificata infatti quinta nel lungo con 4,06 e nei cento (15”40) e quarta nei 200 con il tempo di 31”72. Non male per essere alla sua prima esperienza mondiale.

M.C.

15 anni, non vedente, ha ottenuto tre piazzamentiai Mondiali giovanili paralimpici di atletica in Svizzera

Alice, una stella alpina campionessa di atletica

Alice Maule.

40 - Sport

I giovani alpini del 3º Raggruppamento hanno deciso, con l’aiuto delle sezioni interessate, di inserire un trofeo giovani all’interno di due gare di tiro; una svoltasi a Trento il 26 maggio, dove hanno partecipa-to i giovani di Trento e Bolzano e la coordinatrice dei giovani del 3° Giulia Ossato. Una giornata in compagnia e di allegria, anche per-ché le performance non sono state delle migliori… ma si sa l’impor-tante è partecipare e stare insieme!

Qualche giovane ha anche affermato: “il nemico dorme tranquillo”. L’altro trofeo giovani è stato inserito nella

gara nazionale di tiro che si è svol-ta a Conegliano il 6 luglio. Hanno partecipato una ventina di giovani da parecchie zone del Triveneto, compresi tre vicentini! Anche que-sta giornata all’insegna dello stare insieme, dell’amicizia alpina che unisce giovani così geograficamen-te distanti, ma vicini per i valori e gli ideali che condividono.

Anche i giovani protagonisti alle gare di tiro a segno

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Sport- 41

Al campionato nazionale Ana di tiro a segno a Vittorio Veneto,

categoria aggregati. Buona prova collettiva dei tiratori del Gsa

Il poligono di Vittorio Veneto ha ospitato – organizzato dalla Sezione di Conegliano – il campionato nazionale Ana di tiro a segno, 50ª edizione per la carabina e 36ª per la pistola. Nutrita la partecipazione dei tiratori alpini: 108 per la cara-bina e 135 per la pistola, in rappresentanza di 23 sezioni, e in crescita il numero degli aggregati: 24 hanno gareggiato con la carabina e 30 con la pistola in rappresentanza di 11 sezioni.

La sezione di Vicenza “Monte Pasubio” era presente con undici tiratori, nove di pistola e due di carabina, che pur non conquistando il titolo di “Campione nazionale Ana” hanno ben figurato riuscendo a piazzare cinque tiratori tra i primi dieci nelle varie categorie; ci sono riusciti tra gli “open” Giovanni Rossi (gr. Thiene) 5° e Umberto Impalmi (gr. Torri Lerino) 7° nella pistola e Massimo Grotto (gr. Malo) 9° nella carabina; tra i “master” Nereo Zanon (gr. Torri Lerino) 5° nella pistola e Davide Pignolo (gr. Ferrovieri) 7° nella carabina. Questi gli altri piazzamenti dei tiratori alpini di pistola “Open”: Giusep-pe Racobaldo (gr. Costabissara) 19°, “master”: Antonio Ce-sarano (gr. Chiuppano) 14°, Francesco Bertuzzo (gr. Malo) 31°, “gran master”: Lorenzo Allegrini 11°, Antonio Picardi 35°, Franco Impalmi 36° (tutti del gr. Torri Lerino). Risultati che hanno consentito alla squadra di pistola di conquistare un buon 5° posto su un lotto di 23 sezioni partecipanti.

Anche due aggregati facevano parte della spedizione be-rica al campionato; entrambi hanno gareggiato nella pistola standard, dove ha trionfato la tiratrice della sezione di Vicen-za, la bravissima Barbara Frigo (gr. Torri Lerino) che con 275

punti su 300 ha dato “pan e pero” a tutti gli altri concorrenti; 13° posizione per l’altro “aggregato” Nicola Piovesan.

A margine del campionato nazionale, due “eventi” hanno calamitato l’entusiasmo e la partecipazione dei tiratori alpi-ni e aggregati: una competizione con armi ad aria compressa (che ricordiamo essere specialità olimpica) e che si auspica possa costituire una nuova specialità nell’ambito del campio-nato nazionale Ana di tiro, e una gara, sempre ad aria com-pressa, riservata ai giovani del 3° Raggruppamento.

E proprio dalla gara ad aria compressa sono arrivate le maggiori soddisfazioni per la nostra sezione: podio tutto vi-centino con Zanon, Cesarano e Rossi a occupare i primi tre gradini, seguiti a ruota da Umberto Impalmi e da Nicola Pio-vesan, 4° e 5°. Veramente una “valanga verde” che ha sbara-gliato l’agguerrito lotto di avversari.

Un grande applauso lo meritano anche i tiratori che han-no partecipato alla competizione riservata ai giovani del 3° Raggruppamento; capitanati dalla consigliera sezionale Giu-lia Ossato, che ha tirato con la carabina, Massimo Cedrazzi e Gigliola Beccia (gr. Savegnago) hanno difeso onorevolmente i colori della sezione gareggiando in entrambe le specialità. Bravi!

Alla fine un arrivederci per tutti al campionato sezionale in programma in ottobre al poligono di Vicenza.

F. I.

Barbara Frigo senza rivali nelle gare di pistola standard Il podio della gara ad aria compressa.

Da sinistra, Antonio Cesarano (Gr. Chiuppano) argento, il vincitore Nereo Zanon (Torri Lerino)

e Giovanni Rossi (Thiene), terzo.

Sì è svolto a inizio estate l’annuale torneo di bocce della Zona Astico-Brenta, giunto ormai alla ventesima edizione. È toccato al Gruppo Alpini di Sarcedo l’o-nore di ospitare la manifestazione, che si è svolta al bocciodromo degli impianti sportivi comunali. Grande orgoglio per il Gruppo è stata la conquista di tutti e tre i gradini del podio. Un sincero ringraziamento è andato a tutti i partecipanti per lo “spirito alpino” con

Il Gruppo di Sarcedosi aggiudica il torneodi bocce della Zona

Il tavolo della premiazione al torneo di bocce della Zona Astico Brenta. (foto Lazzaretti)

cui hanno affrontato le gare. Un grazie anche al pre-sidente Luciano Cherobin per aver condiviso con noi la serata conclusiva. L’appuntamento è ora per l’anno prossimo.

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Un saluto alpino da nonno Enrico Contin e da papà Luca, dalla piccola Emma e dal futuro alpino Thomas.

A soli tre mesi di vita, Ludovica Pozza, pronipote del socio alpino Ferruccio Sperotto, ha già partecipa-to a un’adunata alpina. Nella foto infatti la vediamo in braccio al bisnonno e con il papà Sebastiano all’adu-nata triveneta di Tolmezzo.

Nomi simili e una situazione pressoché identica ci hanno portato all’errore, nello scorso numero di Alpin fa grado. Così come didascalia di questa foto sono stati pubblicati i nomi del piccolo Tommaso Dulmieri, con il nonno Silvano e il papà Marco. In realtà la foto è del “mni alpino” Tommaso Negro Macegaglia, al quale danno il benvenuto il nonno Mario e lo zio Fabio. Ce ne scusiamo con i lettori e gli interessati.

FAMIGLIE ALPINESchioFara Vic.

Nogarole

42 - Varie

Alex Pomarandi Federico e Luana Cornella.

Mia e Mariasole Zordandi Luca e Maria Lisa Spinato.

L’alpino nonno Bruno Gasparonidel gruppo di Quinto Vicentino, classe ’47,ha festeggiatoil battesimodi un futuro alpino.Il suo nipotino Cristian,classe 2019,che ha accolto il capello alpino con uno splendido sorriso!

Seghe di Velo

Quinto

Nascite

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Anniversari - 43

Albino Golin e Adriana Simonato hanno festeg-giato i 60 anni di matrimonio.

Alte Ceccato

Ilario Cervo e Clara Losco nel giorno del loro 60° di nozze.

Posina

Congratulazioni vivissime da tutto il Gruppo Alpini di Lugo per i 60 anni di matrimonio del cav. Giuseppe Rigon con Maria Dal Bianco.

Lugo

Anna Gallio, madrina del Gruppo Alpini, ha fe-steggiato i 60 anni di matrimonio con Giovanni Testolin. Li accompagnano le più calorose con-gratulazioni del direttivo del Gruppo.

Sarcedo

Quota 60 anche per Remo Dall’Osto ed Erminia Sella.

Posina

Nozze di diamante

Annalita TIbaldo e Mario Stecco hanno festeg-giato i 40 anni di matrimonio.

Molino di Altissimo

Nozze di rubino

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44 - Anniversari

Marina Schiavo e Almerigo Cavaggion hanno festeggiato i 55 anni di matrimonio.

Giovanni Moro e Maria Graziella Fina.

Alte Ceccato

Dueville

Maria Nicoletti e Ivo Parlato.

L’alpino Rino Pellegrin e la moglie Wanda Pic-coli hanno festeggiato 55 anni di matrimonio as-sieme ai figli Gabriele, Walter e Renato, i nipoti Alice, Ilaria e rispettive famiglie. Tantissimi au-guri dal Gruppo Alpini “Masotto”.

Isola Vic.

Noventa

Nozze di smeraldo

Dopo 46 Anni i “frati di naja” del 1952, 66ª Compagnia del Btg. Feltre, si sono in-contrati, assieme alle consorti, per ricor-dare i tempi passati alla caserma Angelo Zannettelli di Feltre. Appuntamento in una trattoria a Cavaso del Tomba, a cui ha partecipato anche il loro capitano Roberto Ridolfi.

INCONTRI66ª Compagniaal Btg. Feltre

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Anniversari - 45

Il caporale maggiore Giuseppe Dal Cero, capogrup-po di Carrè, festeggia il cinquantesimo anno di ma-trimonio con la sua amata moglie Maristella Binotto.

Carrè

Il Gruppo Alpini Sante Beato di Quinto festeggia il loro alfiere caporalmaggiore Lino Penzo e l’amata consorte Maria Elisa Baratto nel loro 50° anniversa-rio di matrimonio.

Quinto

Riccardo Stefani e Maria Zampogna.

Lumignano

Carlo Artuso e Maria Rosa Pettenuzzo.

Torri Lerino

Rosetta Pedon e Ottavio Dalla Pria

Poianella

Nozze d’oro

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46 - Un nostro amico hai chiesto alla montagna

Antero Campagnolo1933

6° Alpini

BRESSANVIDO

Angelo Belluzzo1948

6° Artiglieria mont.

MONTEBELLO

Rino Rigodanzo1946

Alpino

BASTIA DI R.

Oreste Zuccollo1940

Alpino

COGOLLODEL CENGIO

Claudio Segato1959

Alpino

POVOLAROPONTE DI

BARBARANO

Luigi Rigato1934

7° Alpini

Alessandro Dalla Riva1971

Alpino

COGOLLODEL CENGIO

Stefano Manzardo1934

7° Alpini

LUGO

Il Gruppo di Montecchiopiange Girolamo Zanni

SE NE VANNO GLI ULTIMI REDUCI

È andato avanti Girolamo Zanni, per tutti Momi Pagno-ca, a pochi giorni dal compleanno numero 99. Alpino della

Julia, conducente del Btg. Vicenza, ha fatto la guerra sul Fronte Greco albanese, protagonista di una delle pagine più tremende del conflitto. Iscritto da subito al Gruppo Alpini di Montecchio ha sempre rappresentato un fulgido esempio di alpinità: cie-co da tempo, ricordava con dovizia di particolari i fatti d’arme ed i commilitoni vicentini.

L’ufficio funebre ha visto un’ampia partecipazione di alpini e di cittadini; presenti il Vessillo sezionale e numerosi gagliardetti. Gli ha dedicato un toccante saluto il capogrup-po Remo Chilese. “Ciao Momi vecio Alpin del Vicensa. Ti volevamo bene ed eravamo fie-ri di annoverare tra le nostre file di alpini del Gruppo un reduce di guerra della campagna di Grecia/Albania. Eri molto attento, pur nella tua cecità fisica, alle sorti del nostro gruppo di Montecchio Maggiore e chiedevi, nelle nostre sporadiche visite presso di te, notizie sull’andamento della vita associativa alpina. Raccontavi con molta pacatezza e riserbo i fatti d’arme avvenuti in quei tristi anni di guerra. In questo eri veramente un Alpino!!! È toccato a me l’onore, purtroppo, di vederti partire per il Paradiso di Cantore, dove ritro-verai i tuoi vecchi compagni d’arme, tutti con la penna nera mozza. Un abbraccio alpino, Momi, veglia su di noi poveri tapini insegnaci da lassu’ ad essere migliori”.

Nell’ultima foto che li ritrae insieme, sono seduti nella camionetta durante la festa del Gruppo organizzata l’anno scorso in settem-bre, orgogliosi e fieri con addosso la loro polo “d’ordinanza” e l’immancabile cappello alpi-no col distintivo della Campagna di Russia. Sono “andati avanti” a pochi mesi di distan-za l’uno dall’altro, gli ultimi due reduci del Gruppo Alpini del Villaggio del Sole, Antonio

Seraglio (a sinistra nella foto), deceduto nel novembre del 2018, e Domenico Tizian (a destra), morto a marzo di quest’anno.

Nato a Vicenza nel 1917, Seraglio fu chiamato al servizio militare nell’aprile del ‘39, a Tolmino, vicino a Caporetto. Reduce della tragica campagna d’Albania e Grecia, dove contrarrà una febbre reumatica, parteciperà anche alla campagna di Russia. «Eravamo partiti in 300 e ci siamo ritrovati in 37 - ricordava. La mia odissea, anche grazie alla ma-lattia, è finita. Ma il pensiero dei miei compagni che sapevo all’inferno, non mi lasciava dormire». Classe ‘21, nato a Villaverla, Tizian fu invece chiamato alle armi nel 1941, aggregato alla 60ª compagnia del Battaglione Vicenza della Divisione Julia, prima di es-sere mandato in Grecia. Anche lui, dopo la sconfitta in terra ellenica, dovette partire per la campagna di Russia nei ranghi della Divisione Julia, tra «condizioni climatiche terribili, con meno quattro gradi, condizioni logistiche e operative spaventose e i russi che contra-stavano fortemente», raccontava Tizian.

M.M.

Antonio Seraglio e Domenico Tizian

Antonio Seraglio, a sinistra e Domenico Tizian assieme alla festa del loro gruppo.

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Un nostro amico hai chiesto alla montagna - 47

Gaetano Cattani1936

6° Alpini

CREAZZO

Roberto Vezzaro1958

Gr. Agordo

QUINTO VIC.

Luciano Carollo1935

Ten. brig. Julia

THIENE

Bruno Bianucci1933

Alpino

TORRI LERINO

Giovanni Battista Bertacco1931

Alpino

BRESSANVIDO

Carlo Greggio1949

Alpino

CAMISANO

Fiorindo Giusppe Agujaro1949

Alpino

CAMISANO

Emilio Gasparoni1935

Alpino

CASTELNOVO

Vittorio Fantinato1941

Alpino

CASTELNOVO

Antonio Baron1932

8° Alpini

THIENE

Germino Ceretta1950

Btg. Feltre

THIENE

Dino Veronese1941

Ex capogruppo

TAVERNELLE

Bortolo Cattelan1935

7° Alpini

THIENE

Giuseppe Benetti1942

Btg. Pieve di Cadore

THIENE

Ivano Gasparella1952

Alpino

Felice Pesavento1925

Alpino

Domenico Benetti1941

Btg. Pieve di Cadore

VILLAVERLA

Umberto PanozzoGr. Belluno

VILLAGANZERLA

Luigi CerettaBtg. Cividale

VILLAGANZERLA

Giovanni Lain1937

Alpino

VILLAVERLA

Alessandro Vaccari1935

Alpino

MONTEBELLO

Artemio Lorenzato1941

Alpino

GRISIGNANO

Lorenzo Longhin1933

Alpino

GRUMOLO DELLE A.

Giorgio RizzatoBtg. Belluno

FARA VIC.

Bruno Vigolo 1932

Alpino

CREAZZO

Vittorino Tibaldo1944

Alpino

CRESPADORO

PASSO DI RIVA PASSO DI RIVA

Gianangelo Bassan1947

Btg. Pieve di Cadore

PIOVENEROCCHETTE

Gianni Bertollo1938

Gr. Agordo

MONTEBELLO

Nando Brandellero1935

7° Alpini

CHIAMPO

Valerio Rasotto1933

7° Alpini

MARANO

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