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Anno XLV - nr. 139 - Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - DCB IMPERIA - GIUGNO 2017 NAVA 1 e 2 LUGLIO 2017 ALL’ ATTENZIONE DEL PORTALETTERE: In caso di mancato recapito inviare al CMP-CP di Imperia per la restituzione al mittente previo pagamento resi

NAVA 1 e 2 LUGLIO 2017 · L’Adunata di Treviso è stata ben organizzata dalle ... buona parte della notte ... Sulla strada del Monte Pasubio Lenta sale una lunga colonna L’è

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Anno XLV - nr. 139 - Poste Italiane S.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - DCB IMPERIA - GIUGNO 2017

NAVA 1 e 2 LUGLIO 2017

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ADUNATA NAZIONALE DI TREVISOLa Sezione di Imperia in pellegrinaggio sul PiaveOgni Adunata Nazionale lascia uno strascico di sensazioni sempre diverse da una volta all’altra. Le Sezioni organizzatrici cercano di offrire il meglio della terra che rappresentano, ci mettono la loro impronta, il suo bagaglio culturale, le sue tradizioni, i suoi usi, la sua storia, il carattere della sua gente.Ti rendi conto pian piano, quando la tensione cala e il battito del cuore riprende un ritmo rego-lare, e ripensi agli incontri che hai fatto, a quello che hai visto e anche a quello che hai mangiato, di quanto siano diverse tra di loro le popolazioni che compongono questa nostra Italia e che sia proprio questo coacervo di diversità che la rende così diversa dalle altre nazioni tanto da meri-tare l’appellativo di Bel Paese. L’Adunata di Treviso è stata ben organizzata dalle Sezioni di Treviso, Valdobiaddene, Conegliano e Vittorio Veneto. Finalmente, per la prima volta, le promesse non sono state disattese e i fami-gerati trabiccoli sono rimasti a casa. E stato bellissimo e commovente arrivare nella terra dove i padri hanno combattuto e si sono sacrificati fino alle estreme conseguenze. Qui la storia si è toccata con mano, un vero museo a cielo aperto.Abbiamo visitato i Sacrari dal Grappa a Nervesa della Battaglia, qualcuno è salito anche sul Pa-subio. Un’adunata ma forse, ancor di più, un pellegrinaggio per rendere onore ai 650.000 caduti e agli altrettanti dispersi.Ci si inchina e si rimane anche attoniti leggendo le migliaia di nomi di ragazzi e giovani uomini incisi su quelle pietre e ci si sofferma con un sussulto se tra di essi di individua un cognome delle nostre parti. “La meglio gioventù che sotto terra” dice la canzone e davanti a quelle lapidi capisci non sono solo parole. Un’intera generazione falcidiata.E poi giù in basso scorre il Piave, il fiume sacro.E’ presto arriva la domenica. Con il Coro Monte Saccarello venerdì 12 maggio siamo stati a Ner-vesa per una serata indimenticabile condivisa con il Coro di Abbiategrasso. Tanto entusiasmo e tanti applausi da non credere. E poi, il sabato sera, a Treviso con gli amici del Coro ANA di Latina. Stesso cliché. Manca l’abitudine a tanta soddisfazione e manca anche il CD che invece gli altri si portano sempre dietro.Lo sfilamento del IV° Settore, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta inizia con quaranta minuti di anticipo.Va quasi tutto bene nel nostro schieramento a parte un po’ di gente che non la vuol capire che se si va “al passo”, ci facciamo “piùbellafigura”, come dicono a casa nostra.Badano arriva in ritardo ma non è colpa sua perché siamo partiti prima del previsto e Filippi ha dimenticato sul pullman il cartello con la scritta “IMPERIA”. Ma la gente grida “Viva Imperia” e allora lascia perdere che va bene lo stesso.Gli alpini del Consiglio Direttivo si arrabbiano con i Servizio d’ordine che apre i varchi alla gente e divide in due la Sezione. Questo non dovrebbe mai succedere. Aspettino almeno che sia passata

la Sezione o che ci si fermi. Dispiace perché tutto va alla perfezione.Bene il palchetto per il Vessillo Sezionale a fine percorso.Un’osservazione: davanti al Labaro Nazionale si sfila tenendo la posizione di “attenti a” e non si saluta. L’unico autorizzato a salutare è il Presidente Sezionale che lo fa per tutti. Stessa cosa al temine della sfilata passando davanti al vessillo sezionale.Meditate gente, meditate. Grazie, comunque, a voi alpini per avere onorato questo importante appuntamento e ai vostri familiari per averci sostenuto con il loro calore.Arrivederci a Trento 2018 Pietralata

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Gli alpini di Imperia in sfilata a Treviso

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SULLA STRADA DEL MONTE PASUBIOUn drappello di “Coristi del Saccarello” verso l’Adunata

Alla guida del suo camper, Beppe macina paziente chilometri su chilometri sulle opulente strade del nord. La notte tarda a scendere ed è appena il crepuscolo quando Federico, per primo, segna col dito le montagne che ci compaiono, finalmente, azzurre e confuse tra le nuvole nella sera di maggio, a rompere l’orizzonte sempre uguale della grande pianura. Il cielo è sereno fino a Brescia e Verona, ma dopo Vicenza, appena puntiamo il nord verso Thiene e Schio, assieme alle tenebre ci avvolgono nubi sempre più spesse e pesanti. «Ma sul Pasubio fa sempre brutto tempo», dice qualcuno, «perciò quasi sono contento di trovarlo così, come doveva essere anche cent’anni fa». Neanche il tempo di finire la frase, e mentre arranchiamo sui tor-nanti impietosi della Val Leogra il cielo ci scarica addosso spaventose fiumane d’acqua. Appena imboccato il bivio per Passo Xomo, però, la pioggia si placa all’improvviso, e solo una sottile e impalpabile nebbiolina resta ad accompagnarci silenziosa fino al piazzale. Ancora non lo sappiamo, ma sarà nostra compagna fe-dele per i prossimi due giorni. È ormai notte fatta, una notte qualunque di un qualunque martedì fuori sta-gione; al passo non c’è un’anima, siamo soli alle falde della montagna, sacra e maledetta, sulle cui cime si consumò uno degli episodi più incredibili e spaven-tosi della Grande Guerra. Prima ancora di mostrarsi alla vista – il buio è ormai impenetrabile, assoluto – il massiccio del Monte Pasubio ci ha accolto così, inospitale, inafferrabile, scontroso e inquieto, con i boschi delle sue pendici vibranti al vento della notte, il freddo pungente, l’umidità esagerata, invincibile anche alle nostre moderne attrezzature da monta-gna. Non ci dispiace, in fondo: non siamo venuti a cercare comodità, né ci mancano i paesaggi da favo-la sui nostri monti; siamo qui per camminare dentro la storia, e lasciamo infatti che la storia ci sugge-stioni, mentre incuranti della stanchezza passiamo buona parte della notte a parlare, a dirci l’un l’altro che cosa deve essere stato, un secolo fa, far la guer-ra, soffrire, sperare e morire quassù.

Al mattino nulla è mutato: una nebbia di latte ci av-volge densa mentre attacchiamo il sentiero che ci porta all’inizio della Strada delle gallerie. L’ingresso del percorso, opera di qualche improvvido moder-no architetto, è maestoso, geometrico e orribile, ma dopo pochi metri la storia si riprende ciò che è suo e ci scaraventa davanti agli occhi la prodigiosa genialità e la fatica indicibile di chi ha progettato e realizzato questa strada, che attraverso 52 gallerie – alcune delle quali lunghe oltre 200 metri, altre in-credibili nel loro attorcigliarsi e arrampicarsi, tutte comunque abbastanza alte da far passare un mulo – guadagna la cresta in cui era collocato il coman-do italiano, vincendo un pendio strapiombante, ver-ticale, impossibile. Luigi Cadorna la fa costruire per rifornire la prima linea senza dover transitare dalla carrozzabile degli Scarubbi, esposta, sull’altro crinale, alle micidiali artiglierie austriache; il genio del Regio esercito, mina dopo mina, colpo di piccone dopo colpo di piccone, la costruisce e completa in undici mesi, tra il febbraio e il dicembre del 1917. Procediamo stu-pefatti, increduli, quasi nervosi; continuiamo a dirci l’un l’altro, quasi a volerla quantificare, quanta fatica deve essere costata la strada su cui camminiamo, e io penso a quale triste carico passava sotto quelle volte di roccia sui muli che scendevano a valle. La nebbia continua a nascondere l’orizzonte, come se ci volesse obbligare a concentrarci solo su quel percorso straordinario; ogni tanto c’è qualche pannello informativo, e ogni storia è un tuffo al cuore, un pensiero, un’emozione. Dopo la 15° galleria, però, ecco delle voci davanti a noi; sbucano dalla nebbia, come fantasmi, tre o quattro escursionisti sulla via del ritorno. Sono piemontesi. Beppe, nato vicino a Fossano, gli parla subito in dia-letto, io sono un po’ meno simpatico e commento: «Vi si incontra davvero dappertutto!»; loro ridono ma ci avvertono che poco più in alto una frana ha interrotto la strada, non si può proprio passare. Noi pensia-

mo che gli Alpini non tornano indietro, e poi si tratta di gente di Cuneo, chissà cosa mai avranno visto: ma dopo due tornanti davve-ro lo scenario è preoccupante, una massa di terra bagnata si è riversata a valle, la stra-da e scomparsa e l’ingresso della galleria n. 16 è completamente ostruito. Non abbia-mo scelta: dobbiamo tornare a valle, con il cuore stretto perché ormai sarà troppo tardi per salire dall’altra parte. Federico, rassegnato, dice ad alta voce il pensiero di tutti: «I morti del Pasubio non ci vogliono»; ma ancora non sappiamo risolverci, ancora ci sembra che manchi qualcosa: poi all’im-provviso capiamo, ci mettiamo uno di fronte all’altro, e quasi sottovoce per non disturbar-li, sempre avvolti dalla nebbia implacabile, senza nessuno che ci ascolti ma con tutta la dolcezza possibile, cantiamo:

Sulla strada del Monte PasubioLenta sale una lunga colonnaL’è la marcia de chi non torna

de chi se ferma a morir lassù…

Nel primo pomeriggio, tornati a valle, visitiamo l’ossario; la nebbia è talmente fitta che quasi ci sbattiamo con-tro, eppure è un’enorme, gelida torre di marmo che contiene i resti di più di 5000 soldati italiani. Nelle sue viscere restiamo in silenzio per un tempo interminabile, come paralizzati dalla presenza della morte che ci prende a pugni nello stomaco, che saetta invisibile dai teschi spaventosamente ammassati dentro le urne. Tra i nomi dei caduti trovo anche un Rosso Luigi: non so nulla di lui, ma è come se me lo vedessi davanti, stroncato nei suoi vent’anni dall’assurda follia della guerra. Forse il Pasubio ci ha respinto per questo: voleva che prima di conquistarlo toccassimo con mano qual è il prezzo che questa montagna ha preteso. Ora che lo sappiamo, forse ci lascerà passare.

Il mattino successivo ritentiamo da un’altra via, e dal Pian delle Fugazze attacchiamo la lunga carrozzabile ri-sale la Val Fieno; rompiamo la monotonia della strada con ripide scorciatoie sulle quali Beppe soffre in silenzio senza perdere il suo passo metodico, mentre il sole sembra decidersi, finalmente, a farsi vedere. Ma è solo un’illusione: appena superata la Galleria d’Havet e imboccata la Strada degli Eroi, che taglia l’impervio versante della Val Canale, dal fondovalle risalgono velocissime le nuvole, e in pochi minuti siamo di nuovo avvolti dalla foschia. Raggiungiamo finalmente il Rifugio Papa, ancora chiuso: qui arriva anche la Strada delle Gallerie, e da qui inizia il Sentiero Tricolore che conduce alle trincee della prima linea. Il tempo non promette nulla di buono e ci concediamo solo una breve pausa prima di entrare nel cuore della storia. Pochi ripidi tornanti e iniziano a comparire i segni del grande conflitto: camminamenti, ricoveri, cisterne e resti di baraccamenti e caserme. Passata quota 2000 iniziamo a calpestare la prima neve. Un gruppo di camosci fa capolino dietro una valletta: a parte questa compagnia, siamo ancora una volta completamente soli in un pae-saggio sempre più spettrale. Giunti sulla cresta, ormai totalmente innevata, un cartello informativo spiega che in quel punto era dislocata una riserva di 500 uomini, pronta a intervenire in caso di attacco nemico raggiun-gendo la prima linea attraverso un camminamento prima trincerato e poi sotterraneo. Nel silenzio del nebbioso mezzogiorno mi sembra di sentir risuonare i passi e il terrore di quei soldati che andavano incontro alla morte. Senza più avere la forza di dire una parola, guadagniamo facilmente Cima Palon (2200 metri) tra un intrico spaventoso di trincee e cunicoli; da qui, sempre lungo la cresta che divide il versante veneto da quello trentino, raggiungiamo finalmente la prima linea. Il Dente italiano e il Dente austriaco sono due enormi speroni di roccia, distanti tra loro meno di cento metri; qui, all’alba del 2 giugno 1916, i soldati italiani arrestarono, a prezzo di un enorme sacrificio di sangue, l’avanzata austriaca, impedendo al nemico di conquistare il massiccio del Pasubio che gli avrebbe aperto la strada per Vicenza e la Pianura Padana. Nei due anni successivi, fino alla fine del conflitto, i due eserciti si fronteggiarono senza mai perdere le rispettive posizioni, ingaggiando un’estenuante guerra di mine: sotto i due denti un intrico di gallerie, scavate nel tentativo di far saltare dalle viscere della terra le imprendibili postazioni avversarie. Nessuna di queste azioni riuscì mai a spostare l’equilibrio, nemmeno i 50.000 Kg di tritolo che gli austriaci fecero brillare la notte del 13 marzo 1918 causando la morte di 52 militari italiani e sbriciolando letteralmen-

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te la parte più avanzata del nostro dente, che appare ancora oggi come un ammasso di rocce e detriti. La nostra emozione è giunta al culmine: camminiamo senza parlare tra quelle pietre inondate di sangue, scendiamo tra i due denti, proprio in mezzo alla terra di nessuno; la nebbia che ci avvolge, la solitudine as-soluta, il silenzio spettrale e assordante di quelle rocce ci mette inevitabilmente a disagio. Ci guardiamo increduli, emozionati, commossi. Il peso della tragedia che si è compiuta in quel luogo ci schiaccia, inesorabilmente. Ma questa volta i morti del Pasu-bio ci hanno permesso di arrivare al cuore del loro calvario: di nuovo ci stringiamo, e in omaggio a tutti loro troviamo la forza per cantare:

Sulla cima del Monte PasubioSoto i enti che ze ‘na miniera

Son gli Alpini che scava e che speradi tornare a trovar l’amor.

Riprendiamo il sentiero tricolore, che prosegue risalendo il dente austriaco e descrivendo poi un lungo anello; piegando verso valle, mentre affondiamo nella neve, ripercorriamo a ritroso il cammino appena compiuto, superando questa volta prima le trincee austriache e poi, superate le Sette croci, la prima linea italiana e la Selletta del Comando, fino a rag-giungere la chiesetta di S. Maria dove ai primi di settembre

si tiene ogni anno il Pellegrinaggio solenne. Superiamo, questa volta con poca emozione, l’arco romano costruito nel ventennio fascista per celebrare la vittoria, e riprendiamo, esausti e soddisfatti, la via del ritorno. Solo quando usciamo dalla zona sacra ci sembra di poter di nuovo respirare senza mancare di rispetto agli eroi del Pasubio, e solo allora ci ricordiamo di non aver ancora mangiato. Lo zaino di Beppe è pieno di cose buone, e stavolta non ci facciamo pregare. Riprendiamo infine il cammino, ma prima di superare la Galleria d’Havet ci voltiamo ancora una volta ad ammirare l’immenso scenario che ci stiamo lasciando alle spalle. Sappiamo, senza bisogno di dircelo, che l’emozione di queste giornate resterà indelebile nei nostri cuori.

Molti, troppi degli Alpini e dei fanti che un secolo fa sono saliti su queste cime non sono mai tornati, sacri-ficando la vita nel compimento del loro dovere per la nostra Patria. A questa immensa tragedia non se ne deve aggiungere una forse ancora più atroce, quella di dimenticarli. La voce di quelle vite spezzate risuona ancora, tragica ed eroica, tra quelle pietre e quelle cime; non ascoltarla sarebbe un tradimento che io non mi saprei mai perdonare, perché “ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione”. Che cosa, mi chiedevo scendendo a valle, può dare un senso a questo enorme sacrificio? Certo il ricordo commosso e l’omaggio per questi fratelli, unito, io credo, all’insegnamento più prezioso: l’assurdità e l’inutilità della guerra. Torno a casa sperando davvero che mai più, in nessuna parte del mondo, esista un nuovo Monte Pasubio, di fronte al quale gli uomini debbano chiedersi, sgomenti: «E dei caduti che faccia-mo? perché sono morti?». Io non saprei cosa rispondere. Non adesso, almeno. Né mi pare che gli altri lo sappiano. Forse lo sanno unicamente i morti, e soltanto per loro la guerra è finita davvero.1 Treviso ci aspetta, vestita a festa per la 90° Adunata Nazionale; Beppe riprende a macinare chilometri, io e Federico ci godiamo il caldo e il riposo, il camper è inondato di canti alpini. Arriviamo a sera inoltrata: sappiamo già che sarà un’adunata bellissima, perché forse solo ora sappiamo davvero cosa vuol dire “Per non dimenticare”.

Sulla strada del Monte Pasubioè rimasta soltanto una croce

Non si sente mai più una voce,ma solo il vento che bacia i fior.

Davide Rosso

1 Le due citazioni finali sono tratte dall’ultima pagina de “La casa in collina” di Cesare Pavese

68° RADUNO NAZIONALE AL COLLE DI NAVANel 74° anniversario della Ritirata di Russia la Sezione di Imperia, ininterrottamente dal 1950, organizza il Raduno Nazionale presso il Sacrario della Divisione Cuneense.E’ l’appuntamento più importante per la no-stra Sezione, e come ogni anno rivolgo agli alpini della provincia di Imperia l’ap-pello per pre-senziare alla manifestazio-ne. Ogni anno riceviamo l’ap-provazione ed i complimenti per l’organiz-zazione e la riuscita della manifestazio-ne, ma la cosa più importan-te è che nei momenti della celebrazione della Santa Messa, dell’Orazio-ne Ufficiale, degli Onori ai Caduti ed al Gene-rale Battisti, la partecipazione dei presenti è attenta e partecipe verso chi parla e verso i gesti di rispetto per chi è Caduto in terra di Russia.Chi viene al Colle di Nava lo fa per svariati mo-tivi, ma per tutti è un pellegrinaggio nel luogo dove idealmente si riuniscono tutti gli Alpini della Divisione Cuneense: dal Generale Emi-lio Battisti, da chi è Caduto in combattimento, in ripiegamento od in campo di prigionia, da chi è tornato ed è andato avanti e da chi è an-cora in vita ed a Nava ritrova i suoi commilito-ni portandogli un deferente saluto.Nella giornata di sabato sarà scoperta la tar-ga in memoria dell’alpino M.A.V.M. Albino

Carbone, che fino a due anni fa è stato sem-pre presente a Nava ed è andato avanti l’anno passato, proprio pochi giorni prima del nostro Raduno.Domenica un gradito ritorno; sarà presente infatti il Presidente Emerito Giuseppe Paraz-

zini, a cui toc-cherà l’onere dell’orazione ufficiale, men-tre al Generale Marcello Bel-lacicco sarà conferita la ca-rica di “Socio Onorario della Sezione di Im-peria”.Sono tut-ti motivi per non manca-re a Nava, ma il motivo più importante è

sempre quello di onorare e ricordare i Caduti, leggendo una ad una tutte le lapidi del Sacra-rio, entrare nella Chiesetta dove riposa il Ge-nerale Battisti e recitare una preghiera.Per questo vi aspetto numerosi e partecipi.

Alberto Ghiglione

TREVISO 2017

Il Generale Bellacicco

Il Vessillo di Imperia entra nello schieramento

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Con il patrocinio dei Comuni di

PROGRAMMA

Sabato 1 luglio 2017 Sacrario del Colle di Navaore 18.00 scoprimento lapide in memoria della M.A.V.M. Alpino Albino Carbone Btg. Ceva, Divisione Cuneense Località Colle di Nava Forte Centrale

ore 21.00 19° CANTAMONTAGNA – Rassegna di Cori Alpini Coro ANA Gruppo di Moncalieri Coro Monte Saccarello

Domenica 2 luglio 2017 Sacrario del Colle di Nava

ore 09.00 ammassamentoore 10.00 sfilata verso il Sacrarioore 10.25 Alzabandieraore 10.30 Santa Messaore 11.15 Consegna onorificenza al Generale di Divisione Marcello Bellacicco Orazione ufficiale del Presidente Emerito Giuseppe Parazziniore 11.30 Onori ai Caduti ed al Generale Emilio Battisti

Presteranno servizio il Coro Monte Saccarello e la Fanfara Colle di Nava.Al termine della cerimonia sarà disponibile un servizio di catering per il pranzo, organizzato dalla Sezione ANA di Imperia presso l’area attrezzata.

Per prenotazioni e informazioni:Sede ANA Imperia, Piazza Ulisse Calvi 1 – 18100 Imperiatelefono e fax: 0183 753324mail: [email protected]

Il Vessillo sezionale scortato dal Generale Bellaciccoe dal Vice Presidente Nazionale Curasì

Il Prefetto di Imperia Silvana Tizzano passa in rassegna il picchetto

Bardineto (SV) Garessio (CN) Ormea (CN) Pornassio (CN)

Venerdi 30 Giugno Marcia Bardineto Garessio Ormea

Sabato 1 Luglio Marcia OrmeaColle di Nava

Domenica 2 Luglio Sacrario Colle di NavaDiv. Cuneense

Partenza:ore 8.00 Bardineto (Onore ai Caduti)ore 12.30 Garessio (Piccolo Rinfresco)ore 14.30 Ripresa della Marciaore 17.30 Arrivo a Ormea(Sfilamento verso il Museo degli Alpini, Cena, Pernottamento)

Partenza:ore 9.00 Ormea (Onore ai Caduti)ore 12.00 Arrivo al Colle di NavaPartecipazione celebrazioni al RadunoCantamontagna, Pernotto

Partecipazione al Raduno Nazionale ore 9.00 sfilata, Santa Messa,Scorta Reduci (Giovani Alpini)a seguire pranzo in compagnia

per informazioni:GIANMARIO 347 / 7177064 sezione di SavonaFEDERICO 349 / 2350155 sezione di Imperia

“CAMMINATA ALPINA DI BENEFICIENZA”La storia di Adamo

Lo scorso aprile il Coordinamento Giovani Alpini della Sezione di Cu-neo ha organizzato una marcia a tappe dal Sacrario della Cuneense di San Maurizio di Cervasca a Treviso... quasi 500 km, attraverso tutta la pianura Padana, diviso a tappe da circa 50 km. L’idea nasce dalla ferma volontà di un giovanissimo della piana Cuneese, Adamo Martin, alpino del 5°, che si fa carico di affrontare tutto il percorso, anche a costo di camminare da solo. Lo scopo della camminata: rac-cogliere fondi per le popolazioni terremotate del centro Italia. Partito il 22 aprile, dopo molti avvicendamenti e varie vicissitudini, il drappello, perennemente guidato da Adamo, entra trionfante a Treviso venerdì 15 maggio, tra le lacrime degli organizzatori, e il sorriso semplice e contagioso del giovane alpino cuneese. Fin qui è cronaca, ma per capire questa marcia, bisogna guardare da più vicino chi è Adamo Martin e cosa rappresenta: Adamo è un mio pari blocco, partito vo-lontario con il 4°/2010, ma a differenza del sottoscritto, lui non si è voluto fermare al VFP1: infatti ha vinto il con-corso VFP4, e da lì ha girato vari reparti alpini, conceden-dosi anche un breve perio-do nella Folgore, vincendo i Ca.Sta con gli alpieri del btg. Morbegno e ottenendo svariati elogi ed encomi. Sono l’amore e il senso del dovere verso la sua famiglia appena nata che lo riporta-no nella sua amata pianura cuneese, dismettendo la mimetica, ma tenendo sem-pre stretto a sé il suo amato cappello alpino. Lo rivedo dopo 5 anni dal congedo, durante la marcia di avvicinamento all’A-dunata di Asti. Camminatore solitario nelle colline astigiane, si unisce per caso alla nostra colonna di Giovani del Primo Raggruppamento. Adamo è un alpino con la “A” maiuscola, te ne accorgi subito: ha l’as-setto da tipico alpino cuneese, di quelli che vedi nelle foto degli anni ’40: parlata schietta, cadenza piemontese fortissima, fisico asciutto ben piantato e guance rosse sotto due occhi vivaci e pieni di entu-siasmo. Già all’Adunata di Asti ha bene in mente la marcia che vuole fare per l’anno successivo: dal Sacrario della Cuneense di Cervasca a Treviso, ovviamente a tappe, lavoro permettendo, e tu che lo senti parlare, non puoi che capire che la cosa si farà, costi quel che costi, e allora fai il possibile per aiutarlo: l’effetto è contagioso, e da Cuneo a Treviso, attraverso decine di gruppi e sezioni, gli alpini si fanno in quattro per lui, per fargli trovare un piatto caldo e un letto all’arrivo, per tenergli compagnia durante brevi tratti di percorso.. La maratona della solidarietà porterà il giovane alpino, da poco iscritto all’ANA, a toccare con mano la forza e la bontà di questa grande Associazione, fatta di persone semplici ma dal cuore grande, e non sono mancati, lungo tut-to il percorso, momenti di vera commozione. La Fortuna accompagna Adamo quando decide di affiancargli l’instancabile Franco Corti, vecio

alpino di Novi Ligure: da Cuneo in poi sarà la sua ombra, accompa-gnandolo passo passo fino alla meta, sotto sole, gelo e pioggia. A te che leggi, ricordo che è ancora aperta la raccolta per donare un contributo ai terremotati del centro Italia, e per sostenere l’impresa coraggiosa del giovane Adamo! IBAN IT 06 Y 08439 46410 0001 80104500Auguro a ogni alpino di incontrare giovani come Adamo, di lasciarsi contagiare dalla loro energia, dall’entusiasmo e bontà. Chiudo con una breve riflessione personale: Adamo è il segno che questa asso-ciazione porta in seno gemme di un futuro radioso e prospero: non serve inseguire i numeri, cercare di rinfoltire i ranghi associativi in maniera fantasiosa: l’Italia tutta è piena di giovani dal cuore grande: alpini volontari in congedo e in servizio. Li vedete alle Adunate, sono centinaia, non iscritti a nessun gruppo, molti si affacciano per la prima volta all’ANA, li scopri commossi a vedere passare i veci, sognando di poter sfilare, di poter portare ancora con onore quel cappello con la penna, anche dopo il congedo. Nascosti tra il pubblico, con gli occhi sgranati a vedere la sfilata, ammirare le sezioni dai nomi tonanti e dal-

le infinite schiere uniformi, ricordo dei battaglioni estinti formati da ventenni loro coe-tanei perduti sulle balze del-le Alpi e nelle steppe russe. Io sono convinto che la no-stra associazione non dovrà temere per il proprio futuro, fintantoché i veci sapranno ascoltare e coinvolgere i gio-vani alpini nel nostro unico e insostituibile modo di vivere e di portare con orgoglio il cappello alpino.Vi saluto con un ricordo per-sonale di questa camminata, e dell’incontro con Adamo, che ho accompagnato in quella gelida notte di aprile

sui 50 km no stop della prima tappa in notturna, da Cuneo a Dogliani. Verso le 3.30 del mattino, esausti sotto ogni punto di vista, decidiamo di fare tappa a Carrù, sotto i portici del mercato del bestiame: ci sono 3 gradi e io mi sento distrutto: Adamo mi passa una delle sue bibite energetiche e cerca di farmi forza. Il freddo ci spinge a ripartire dopo 20 minuti circa: siamo demoralizzati e sfiniti, ma stringiamo i denti e ripartiamo. Racconto ad Adamo, che era nel 5° alpini, di quel giova-ne capitano del suo reggimento, nativo di Limone Piemonte, a cui è dedicata una delle medaglie d’oro del vessillo sezionale di Cuneo: Giuseppe Grandi. Ferito gravemente nella battaglia di Arnautowo, ai suoi alpini, che lo hanno portato con sé a bordo di una slitta fino a quel momento, sentendo approssimarsi la fine, chiede di cantare con lui “Il testamento del Capitano”. Nel silenzio surreale della notte, nel-le strade di Carrù si sentono due giovani alpini che a mezza bocca, intirizziti dal freddo, camminano e cominciano a cantare.. “Il capitan della compagnia, e l’è ferito, sta per morir..” La cantiamo tutta, con il magone e qualche lacrima, ma devo confessare che , più che la bibita energetica, fu quel momento indimenticabile che mi diede la forza per arrivare alla fine della marcia. Grazie Adamo!

Federico Guadalupi

INTERVISTIAMO IL CORO MONTE SACCARELLO

Siamo a Imperia, sulle alture di Castelvecchio nella sede del Coro Monte Saccarello, dove Davide Rosso incontra Gian Paolo Nichele, Direttore Artistico del Coro.

Allora, Gian Paolo, qual è la storia del “Coro Alpino Monte Saccarello”? Il Coro Alpino Monte Saccarello nasce nel gennaio del 1995. Il Consiglio Sezionale, sotto la presidenza di Arrigo Emanuelli (che oggi è nostro “corista onorario”) sollecitò la presenza di un coro ANA all’interno della Sezione, e l’invito che fu raccolto da un gruppo di appassionati che decisero di tentare l’avventura. Oggi il coro ha alle spalle 22 anni di storia, 475 concerti e una precisa identità che è maturata pian piano negli anni, mese dopo mese, nel rispetto del mandato iniziale.

Che cosa significa essere un coro ANA?Prima di tutto vuol dire vivere la nostra esperienza associativa non come entità a sé stante ma come organi-smo che si pone in costante rapporto con la Sezione di Imperia; poi significa mettere al centro della nostra azione artistica alcuni degli obiettivi che sono propri dell’ANA, primi fra tutti la memoria e il ricordo, attra-verso il canto, dei tragici eventi bellici che hanno coinvolto gli alpini nel corso della loro storia. Infine, ma forse dovrei dire soprattutto, significa vivere il coro… con “alpinità”, e cioè come un’esperienza che si propone obiettivi seri e ambizioni ma che per questo non sacrifica i valori dell’amicizia, della fraternità, della passione e dell’altruismo.

SPECIALECORO MONTE SACCARELLO

Entriamo nell’ambito più squisitamente artistico. Qual è il repertorio del coro e come si è evoluto negli anni?Il Coro ha un repertorio piuttosto ampio, che si può sommariamente dividere in quattro filoni principali: accanto ai cosiddetti canti alpini, che spesso sono armonizzazioni di melodie intonate veramente dai soldati durante la guerra o, in altri casi, sono brani d’autore che ricordano momenti forti della storia alpina, abbia-mo alcuni canti che celebrano la montagna, ambiente naturale degli alpini; c’è poi una parte del repertorio di estrazione più squisitamente popolare, in italiano o in dialetto, e un gruppo di “brani d’autore”, scritti o armonizzati appositamente per un coro maschile. Non va dimenticata, infine, la parte religiosa del repertorio, necessaria in tutte le occasioni in cui il coro viene chiamato ad animare cerimonie religiose. L’evoluzione del repertorio è continua, con brani che magari non erano stati presi in considerazione o, come accaduto anche di recente, grazie a nuove composizioni che ci sembrano adatte al nostro spirito e alla nostra identità.

A proposito di identità: quali sono i modelli a cui vi siete ispirati negli anni, e quali sono le caratteristiche del Coro Monte Saccarello dal punto di vista artistico?I cori di riferimento a cui guardare sono moltissimi, ma in sintesi ne voglio citare tre. Il coro della SAT di Trento, il coro Monte Cauriol di Genova e Bepi de Marzi con i suoi Crodaioli. Il nostro gruppo, oggi, non ha qualità vocali eccellenti dal punto di vista timbrico e tecnico, ma possiede una buona capacità di coinvolgi-mento emotivo e offre uno spettacolo che, di solito, è molto apprezzato nel suo complesso, perché – un po’ come la vita – offre motivi di ricordo, di tristezza, di riflessione ma anche di scherzo e di allegria.

Come è composto un coro maschile, e come fa a ottenere la tipica sonorità alpina?La coralità alpina prevede quattro sezioni, a ognuna delle quali, per ogni canto, corrisponde una precisa

melodia. La sonorità alpina è il risultato, prima di tutto, della fusione di queste quattro sezioni che (dalla più acuta alla più grave) sono i tenori primi, i tenori secondi, i baritoni e i bassi. Ogni corista è inserito in una di queste quattro “squadre” in base all’estensione naturale della sua voce.

Per far parte del coro è quindi necessario saper cantare, oppure conoscere la musica? O ancora essere stato un alpino? Per far parte del coro è necessario essere appassionati di canto e, contemporaneamente, riconoscersi nei va-lori alpini. Molti degli attuali coristi, che sono più di 30, non sono stati alpini e non sanno leggere uno spar-tito, ma sentono l’orgoglio di appartenere a questo gruppo, di indossare la penna nera anche solo durante un concerto e sopperiscono con il lavoro e con l’applicazione, durante le prove, alla mancanza di doti naturali, tecniche o musicali, spesso con ottimi risultati.

Hai parlato proprio adesso di “prove”: dove si svolgono e quando?Il Coro ha una propria sede, nella canonica del Santuario di S. Maria Maggiore, a Castelvecchio (Im), dove ci troviamo ora. Le prove si svolgono due volte alla settimana, il martedì e il giovedì: chi è interessato o incurio-sito e vuol provare non ha che da farsi avanti, troverà un gruppo accogliente e pronto ad aiutarlo a inserirsi nelle dinamiche del coro, sia dal punto di vista musicale che associativo. Del resto il ricambio dei coristi, o co-munque l’integrazione dei più anziani con coristi più giovani o appena arrivati è un fatto del tutto fisiologico, e fa parte della normalità nella storia di un coro, che è fatto di uomini ed è quindi un “organismo vivente”.

Dove si esibisce il coro, e con quale frequenza?Per la sua stessa natura di coro ANA le nostre esibizioni sono prima di tutto orientate a seguire l’attività asso-ciativa: l’Adunata Nazionale, il Cantamontagna in occasione del Raduno Nazionale del Colle di Nava, le feste dei Gruppi e le iniziative della Sezione. In realtà molto spesso il coro riceve richieste dalle numerose realtà locali che, in città o nell’entroterra, desiderano animare con la nostra presenza momenti di festa o di aggre-gazione. Non mancano, infine, le occasioni per confrontarsi con realtà geograficamente distanti dalla nostra provincia, come in occasione di inviti, da parte di cori “amici”, a rassegne e concerti. Mediamente il coro tiene una trentina di concerti ogni anno, fermandosi solo ad agosto.

Hai parlato ora del Cantamontagna, che forse merita un approfondimento…Senza dubbio il Cantamontagna, che quest’anno giungerà alla sua 19° edizione, è per noi l’appuntamento più im-portante ed è anche quello in cui esprimiamo il massimo sforzo organizzativo. La formula è ormai collaudata: il Coro Monte Saccarello si esibisce assieme a un coro ospi-te, ogni anno diverso, nella splendida cornice del Forte centrale del Colle di Nava, che - grazie alla disponibilità del comune di Pornassio - fa da imponente e suggestivo scenario al nostro concerto. Il Cantamontagna, nel luogo simbolo del confine tra la Liguria e il Piemonte e a pochi chilometri dal Sacrario della Divisione Cuneense, è stato occasione di incontro con molti cori davvero interessan-ti, ed è una manifestazione sempre molto apprezzata e seguita dal pubblico, anche perché si svolge la sera prece-dente il raduno: noi ci teniamo molto, e anche quest’anno diamo appuntamento a tutti sabato 1 luglio alle ore 21.

Davide Rosso

SPECIALECORO MONTE SACCARELLO

SPECIALECORO MONTE SACCARELLO

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V I T A S E Z I O N A L E

VITA SEZIONALE

CAMPOROSSORaduno alpino della Val Nervia

Erano anni che il paese di Padre Santo aspettava di incontrare le penne nere e gli alpini hanno risposto alla loro maniera, presentandosi numerosi a questo primo Raduno del 2017che si è tenuto domenica 2 aprile.Alle 9 ammassamento presso la tensostruttura di località Bigauda sulle rive del torrente Nervia, zona che ben si adatta ad ogni tipo di evento per gli ampi spazi di cui dispone. Giusto il tempo di qualche breve saluto che il corteo ha iniziato la sfilata verso il centro di Camporosso banda cittadina a segnare il passo con le note del “trentatre”, tra gli applausi della gente accorsa in strada.Giunti sull’ampia Piazza dove sorge il Monumento ai Caduti nuovo schieramento per la cerimonia dell’alza-bandiera e l’esecuzione dell’Inno Nazionale.La “Canzone del Piave” ha accompagnato la deposizione della corona d’alloro al Monumento e, in un com-mosso silenzio, sono risuonate le note del “Silenzio”.Terminato Onor Caduti, il Sindaco Davide Gibelli ha portato il saluto dell’amministrazione comunale rivol-gendo parole di stima al Corpo degli Alpini e di apprezzamento per l’impegno profuso dalle penne nere in congedo impegnate nel volontariato.Il Presidente Sezionale Enzo Daprelà ha ricordato quanto sta facendo l’Associazione nell’ambito delle cele-brazioni del Centenario della Grande Guerra e in particolare la Sezione di Imperia che ha incontrato i giovani studenti dell’ITIS e gli anziani dell’UNITRE per una serie di conferenze sul primo conflitto mondiale, dando appuntamento all’Adunata di Treviso per un vero e proprio pellegrinaggio sui luoghi teatro di questa immane tragedia.Alle 10,30 il corteo si è portato nella chiesa parrocchiale di San Marco per la Messa il suffragio dei Caduti celebrata dal Parroco, Don Thomas che, all’omelia, ha dimostrato una buona preparazione sulla nostra storia (non sempre è così).Al termine, aperitivo in piazza per tutti e poi il rancio alpino nella tensostruttura.Tutto è filato nel migliore dei modi grazie all’impegno del capogruppo Elvio Siboni e dei suoi collaboratori cui va un meritato applauso.

Pietralata

CERIANAIncontro col VescovoDomenica 5 marzo il gruppo alpini di Ceriana ha avuto l’onore e il piacere di ospitare a pranzo nella propria sede S.E. Mons. Antonio Suetta e il nostro parroco don Luca Salacca.Dopo il pranzo e la foto di rito il Vescovo ha accettato con piacere l’invito a cele-brare la S. Messa nella nostra chiesetta alpina in occasione del raduno del gruppo il 27 agosto prossimo.

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VITA SEZIONALE

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MONTE TORAGGIO – PIGNA - BUGGIOInaugurazione Nuovo Crocefisso

Mercoledì 3 maggio il Gruppo Alpini Monte Toraggio ha donato alla cittadinanza un nuovo crocefisso, posto al monumento in Via Isoardi a Pigna. L’amico degli alpini Don Secondo ha benedetto la croce e quindi ha celebrato la Santa Messa.Era presengte il Vessillo Sezionale ed i Gagliardetti di Camporosso, Vallecrosia, Monte Toraggio, il Sindaco che nel suo discorso ha ringraziato il Gruppo e tutti gli intervenuti, il Comandante della Stazione dei Carabi-nieri di Pigna. Immancabile come sempre un ottimo rinfresco. Grazie dal Capogruppo a tutti i partecipanti!Oreste Pastor

GITA A BUGGIO CON GLI ALPINIGli alunni della scuola primaria di Isolabona, alpini per un giorno

Giovedì 25 maggio noi di Isolabona siamo andati a Buggio dagli alpini: siamo saliti su una collina, abbia-mo fatto un po’ di strada e siamo arrivati in uno spiazzo con una chiesetta, dove si è svolta la cerimonia dell’ALZABANDIERA e abbiamo cantato l’Inno d’Italia. Dopo è stata celebrata la messa all’aperto da don Giovanni e da noi bambini che leggevamo i salmi. Questa funzione è stata celebrata in occasione del primo anniversario della morte di Monsignor Ba-rabino. Alla fine della messa siamo entra-ti nella chiesetta, all’interno c’erano tutti cappelli degli alpini deceduti per la pace e gli alpini hanno spiegato che le piume sono d’aquila e il colore determina i gra-di. La particolarità dei cappelli è la piuma che di solito è nera e con un pallino che la tiene attaccata al cappello, anche esso ha dei significati diversi, alcuni pallini han-no delle lettere come la B disegnate sopra, infatti uno dei due alpini aveva una B di-segnata sul pallino e poi ci hanno spiegato il significato di due pallini diversi. Nella chiesetta dove siamo andati, c’era un cap-pello con una penna bianca con il pallino fatto di ferro: la sua particolarità è che apparteneva a un comandante; gli alpini secondo noi sono stati dei perfetti istruttori del loro mestiere. Un cappello con la penna bianca era stato regalato al Vescovo Barabino alcuni anni fa, al momento della sua morte per suo espresso desiderio il cappello è ritornato a riposare nella chiesetta di San Sciacre a Buggio. All’ora del pranzo abbiamo mangiato focacce e pizza e in seguito pasta al sugo dopo un po’ che abbiamo finito di mangiare la pasta gli alpini ci hanno offerto le michette. Quando stavamo per andare via abbiamo detto una preghiera per tutti i bambini morti annegati in mare. Gli alpini sono corpi militari che intervengono in caso di emergenza ad esempio quando c’era la guerra in Siria dove sono morti tanti bambini. Grazie Alpini per l’accoglienza e la disponibilità dimostrate.Gli alunni delle classi IV e VE’ giunta in Redazione una breve lettera che vale la pena di pubblicare:ORESTE IL RE DELLE FORESTE / CHE MANGIA LE MINESTRE / E CHIUDE LE FINESTRE!L’autrice della simpatica filastrocca si chiama Sara. Sicuramente il buon Oreste saprà di chi si tratta ed avrà modo di ringraziarla!

Il Vescovo Suetta con gli Alpini di Ceriana

Scolaresca con gli Alpini

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CHIUSAVECCHIANuovo Gruppo nella Valle Impero

Domenica 7 luglio la benevolenza del cielo, dopo diversi gior-ni di pioggia e brutto tempo, ci ha concesso una bella giornata di sole: un buon augurio per la nascita del Gruppo di Castel-vecchio con la benedizione del Gagliardetto e l’inaugurazione della Sede.Grande partecipazione di tanti amici alpini, giunti anche dalle Sezioni di Savona e Torino. Ci hanno onorato con la loro presenza i Vessilli dell’Assoarma, scortati dai rispettivi Presidenti. Presenti molti Sindaci della Valle Impero e tutta l’Amministrazione del Comune di Chiusavecchia, il Sindaco di Molini di Triora, il Comandante della Stazione dei Carabi-nieri di Borgomaro. Importante la presenza del Vicepresidente Nazionale Massimo Curasì.Un’ottima banda ha accompagnato con maestria lo svolgi-mento della manifestazione. La santa Messa è stata officiata dal parroco di Chiusavecchia, visibilmente commosso e grato agli alpini per la loro presenza, importante per la comunità del paese. Uno splendido coro femminile, oltre ai canti liturgici, ha interpretato al meglio la canta più cara agli alpini.La benedizione del Gagliardetto è stato il momento culminan-te della celebrazione, seguito poi dall’ inaugurazione e bene-dizione della sede del Gruppo. Un ricco rinfresco ha concluso la giornata celebrativa. E’ stato tutto molto bello, ma la cosa che ci ha fatto maggiormente piacere sono stati gli apprezzamenti e incoraggiamenti ricevuti dagli alpini.

Fiorello Maini

VENTIMIGLIAFesta degli AlberiNonostante il tempo incerto, giovedì 4 maggio gli Alpini Intemeli hanno voluto continuare la tradizione che li vede, ormai da tanti anni, protagonisti della Festa degli Alberi insieme agli alunni delle Scuole Elementari.La Festa degli Alberi, ricorrenza densa di significati e valori, è iniziata con l’ascesa a Sant’Antunin lungo

il Sentiero degli Alpini; quindi, dopo aver percorso il Viale del Ricordo, è stato eseguito l’alza bandiera accom-pagnato dal canto dell’Inno di Mame-li da parte di tutti i presenti.I giovani studenti hanno quindi prov-veduto a mettere a dimora alcune piante di ulivo che sono state benedet-te da Don Rito, parroco di Roverino, il quale poi ha brevemente ricordato il grande valore simbolico dell’ulivo, pianta sì della pace, ma anche fonte di vita e di nutrimento per le popolazio-ni che si affacciano sul Mediterraneo.Il consigliere Franco Paganelli salu-tava i partecipanti a nome e per conto del Sindaco e di tutta l’Amministra-

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zione Comunale.La festa è poi proseguita con una robusta colazione offerta dagli Alpini e dal Buffet della Stazione mentre il Mago Romar divertiva i presenti con piacevoli giochi di prestigio e multicolori palloncini.I ragazzi si sono cimentati anche al tiro con la balestrina, seguiti ed istruiti da alcuni componenti della Com-pagnia Balestrieri.Poi alle 12,15 è suonata l’adunata !!!!!! ………….. Pastasciutta per tutti, cotta dagli alpini Reynaudo Cesare e Morabito Bruno e condita con il ragù preparato dalla moglie del Capo Gruppo.Qualcuno ha detto: “ottima” ed ha fatto il bis …………. Poi una fetta di colomba pasquale, una tazzina di caffè e un “cicchetto” di grappa hanno concluso una piacevole giornata all’aria aperta, ben organizzata e ben riuscita, che tutti i presenti hanno molto apprezzato.Gli Alpini, che hanno avuto la collaborazione della Compagnia Balestrieri e del Comitato Pro Centro Storico, hanno salutato dando appuntamento al prossimo anno per la Festa degli Alberi 2018.

Guido Maccario

VALLE DEL SAN LORENZOBella iniziativa del Gruppo Valle del San Lorenzo che, di concerto con il Gruppo culturale San Marco 2012, lo scorso mese di maggio ha coinvolto gli alunni della scuola primaria di Civezza in una giornata dedicata all’albero.I bambini sono stati guidati nel trapianto di essenze tipiche della nostra terra e hanno anche eseguito un noto e allegro brano della tradizione popolare, “la strada ferrata”, ben diretti dall’alpino Roberto Rossi, componente del Coro Congedati della Brigata Taurinense. Sono state poste a dimora anche le stelle alpine a ricordo dei Caduti di tutte le guerre.Gli alunni, in chiusura, hanno eseguito con molta partecipazione, l’Inno Nazionale.

IMPERIA2 giugno: anniversario della RepubblicaVenerdì mattina 2 giugno in un’assolata e calda Calata Cuneo è stato celebrato l’anniversario della Repubbli-ca Italiana alla presenza delle massime autorità della Provincia.Una cerimonia che come altre volte, ma questa in modo particolare, sarà ricordata per la sua impronta alpina.E non poteva essere diverso con la nostra Fanfara Colle di Nava in servizio che si è fatta apprezzare professio-nalità per la riconosciuta accompagnando con i brani di rito eseguiti alla perfezione l’ingresso dei gonfaloni e delle autorità. Folta la rappresentanza degli alpini guidati dal Presidente Sezionale a scorta del Vessillo e dei gagliardetti di Imperia e Riva – Santo Stefano. Dulcis in fundo, la consegna da parte del Prefetto, Silvana Tiz-zano dell’onorificenza al merito della Repubblica (la commenda) concessa al Generale di Divisione Marcello Bellacicco per gli alti servigi prestati.

5 giugno: 203° anniversario della BenemeritaUna bella rappresentanza di penne nere ha partecipato alla cerimonia dell’anniver-sario di costituzione dell’Arma dei Carabinieri che si è tenuta lunedì 5 giugno alle 18,30 in Calata Ten. Alessandro Anselmi. Al gran completo le autorità civili, reli-giose e militari così come le rappresentanze delle associazioni combattentistiche e d’arma. Buona la partecipazione della popolazione.Dopo l’esecuzione dell’Inno Nazionale è stata data lettura dei messaggi del Capo dello Stato e del Comandante Generale dell’Arma. Dopo il saluto del Comandante Provinciale, Col. Rinaldo Ventriglia, sono state assegnati vari encomi ai militari che nel corso del 2016 si sono particolarmente distinti in varie azioni. Tutto bene, tutto ordinato, peccato per quel degrado che circonda la lapide con la motivazione della M.O.V.M. del nostro Anselmi ormai completamente nascosta da un boschetto di sambuchi cresciuti a ridosso del muro che la sostiene e al di là di un insignifican-te e patetico transennamento.

La Benedizione del Gagliardetto

Il Taglio del nastro

Gli Alpini illustrano ai ragazzi la vita dell’Ulivo

Rappresentanza sezionale al 2 Giugno

VITA SEZIONALE VITA SEZIONALE

V I T A A S S O C I A T I V ARecentemente, durante lo svolgimento di un Consiglio Direttivo, un Alpino nostro socio lamentò che, a suo avviso, nella Sezione di Imperia non si promuovono attività che consentano a tutti i Soci, e soprattutto di quelli giovani, di lavorare ed impegnarsi nella vita associativa.Personalmente NON condivido minimamente tale opinione. Ritengo, infatti, che dalle cariche associative (che vanno dal Capogruppo al Presidente Sezionale) all’orga-nizzazione dell’annuale importantissima manifestazione al Colle di Nava, dal Coro alla Protezione Civile alla Fanfara, le occasioni per chi vuole lavorare ed impegnarsi nella vita associativa sicuramente non mancano.Nell’A.N.A., come in tutte le altre associazioni, esistono, principalmente due tipi di Socio.Il Socio attivo ed il Socio passivo.Il Socio attivo è colui che crede fermamente negli scopi e nelle finalità dell’Associazione e, quindi, trova co-stantemente le motivazioni sufficienti a spronarlo per essere sempre presente e disponibile.Il Socio passivo è quello sempre “tiepidino” nei confronti dell’Associazione e, quindi, trova sempre mille scuse per non essere mai presente e disponibile. Tra costoro, generalmente, si annidano i “mugugnosi” , sempre generosi nella critica e cauti nelle lodi.C’è poi un terzo tipo di socio: il Socio a tempo parziale.Costoro sono quelli che si rendono disponibili solo in occasione di eventi particolari e casi eccezionali, contri-buendo anche in maniera fondamentale per la buona riuscita di quello specifico e straordinario avvenimento, per poi sparire nuovamente.E’ fondamentale, però, ricordarsi che la vita associativa e fatta principalmente di quotidianità.Il Coro e la Fanfara provano e riprovano il loro pezzi per ben figurare nei concerti .La Protezione Civile, per essere operativa in caso di impiego, partecipa costantemente a corsi di formazione ed esercitazioni, ed esegue regolarmente la manutenzione di automezzi ed attrezzature.Certamente la quotidianità è meno eccitante dell’evento straordinario, ma è solo attraverso la quotidianità che si possono affrontare gli eventi straordinari ottenendo risultati degni di nota.Ritengo, pertanto che ai Soci Attivi vada il plauso di tutta la Sezione per il loro costante e continuativo impe-gno.Ai Soci Passivi vada il riconoscimento del loro diritto di “rimanere nell’ombra” chiedendo, però, in cambio, di astenersi da qualsiasi mugugno nella consapevolezza che chi fa può sicuramente sbagliare ma chi non fa, NON FA e basta.Ed, infine, ai Soci a tempo parziale vada il ringraziamento per quanto fanno ed hanno fatto, con l’invito ad essere presenti e disponibili anche nel quotidiano perché c’è sempre qualcosa da fare e la Sezione ha, sicura-mente, bisogno anche di loro

Giovanni Badano

CONSIDERAZIONI SUGLI INCONTRI CON GLI ALPINIDELLA SEZIONE DI IMPERIATutto ha avuto inizio con la celebrazione della Giornata dell’Unità Nazionale e della Forze Armate, tenutasi a Imperia il 4 novembre 2016, per commemorare la vittoria italiana nella prima guerra mondiale. La giornata è iniziata alle 10,30 con l’alzabandiera sulle note dell’Inno di Mameli ed è proseguita con le orazioni del Generale Bellacicco e del sindaco Capacci. Vorrei rivolgermi […] a voi ragazzi che siete qui a questa cerimonia che non è così semplice da capire. […] Ancora oggi mi chiedo “ma tutti quegli uomini che sono morti durante la prima guerra mondiale, sono morti per cosa?.”- Spiega il gene-rale - “quando penso a questo mi guardo intorno e vedo tutto quello che posso avere, che possono avere i miei figli, i miei nipoti”. Il discorso finisce “ i nostri soldati sono partiti e hanno combattuto per il senso del dovere e per servire la Patria […]- le forze armate oggi come ieri hanno il compito di servire la Patria e di aiutare altri paesi a cercare di ottenere quello che abbiamo ottenuto noi grazie al sacrificio dei soldati caduti durante la prima guerra mondiale”. Non eravamo mai stati a questo tipo di manifestazioni e queste parole ci hanno colpito molto, come ci ha colpiti la tristezza e il rispetto che si avvertiva nei relatori durante le loro esposizioni. Il Prof. Ghersi Ezio , che accompagnava una parte di noi, ci ha spiegato le varie fasi della cerimonia e il loro significato. Vista l’attenzione e l’interesse dimostrati le nostre insegnanti di lettere Prof.ssa Gianna Maiano e Prof.ssa Daniela Cigni, anch’esse presenti alla cerimonia, hanno pensato di approfondire questa parte di storia del nostro programma con l’aiuto di persone “custodi” di questi avvenimenti, di questi ricordi e di questi valori.E infatti chi meglio degli Alpini avrebbe potuto accompagnarci in questo viaggio nel tempo? Così, grazie alla disponibilità del Presidente della Sezione dell’ANA di Imperia il sig. Enzo Daprelà , si sono tenuti una serie di incontri che hanno costituito un’ occasione di riflessione più profonda sul tema della guerra. Abbiamo potuto capire meglio quello che è stato il ruolo dei soldati delle truppe alpine soprattutto durante il primo e il secondo conflitto mondiale. Gli incontri si sono svolti nella sede del Alpini sita ad Imperia in piazza Ulisse Calvi, un ambiente accogliente dove tutto è ben curato e profuma di storia vera e vissuta. Qui abbiamo potuto vedere dal vivo le armi (fucili, baionette e bombe a mano) in dotazione ai soldati, gli elmetti e le maschere anti-gas utilizzate nella Grande Guerra. Durante gli incontri il Presidente ci ha spiegato le strategie adottate dai vari schieramenti, le principali battaglie combattute e tutte le fasi salienti che hanno caratterizzato sia il primo che il secondo conflitto mondiale e il ruolo primario svolto dagli alpini. Per meglio comprendere questi fatti e le condizioni di vita dei soldati abbiamo visto un film dal titolo “Fango e Gloria”, inerente la Prima Guerra Mondiale, e un documentario, “Tornerà la primavera”, in ricordo della Divisione Cuneense nella Campagna di Russia. Le visioni sono state molto belle ed interessanti e hanno scaturito in noi forti emozioni visibili dalla commozione presente sui nostri volti. Esse, inoltre, ci hanno permesso di immedesimarci nei racconti che con attenzione abbiamo ascoltato. Troppo spesso quando si parla di questi avvenimenti storici a scuola si tende ad estraniare il discorso fino a farlo diventare solamente il racconto di fatti lontani. Ciò è un grave errore che va impedito. In questi incontri invece siamo riusciti a capire e a percepire le fatiche, i sacrifici, le difficoltà e il senso delle vite stroncate di molti ragazzi e uomini che non erano poi così diversi da noi. Anche loro avranno avuto dei progetti dei sogni degli ideali che purtroppo non si sono mai avverati, ma sono finiti in una trincea, in un campo di battaglia o in una bianca interminabile distesa di neve. Non possiamo permetterci di dimenticare queste persone che, sacrificando le loro vite, hanno permesso a noi di vivere la nostra da uomini liberi. Ora abbiamo capito meglio il significato e l’importanza delle parole “PER NON DIMENTICARE” incise sulla Colonna Mozza dell’Ortigara e pronunciate dal Presidente Daprelà all’ inizio del primo incontro. Grazie al Presidente e agli Alpini della Sezione di Imperia da parte degli alunni delle classi V° A Elettronici, V° B Informatica e V° C del Polo Tecnologico Imperiese. Noi insegnanti non possiamo che ringraziare il Sig. Daprelà e il prof. Ezio Ghersi che ci hanno permesso di aprire una finestra sulla storia vera. Le testimonianze scritte , il racconto, gli oggetti e la stessa sede, dove siamo stati accolti, hanno permesso ai nostri ragazzi di calarsi nel contesto e di rivivere in modo emozionante avvenimenti così importanti per la nostra storia. Vi siamo inoltre grate per i valori che durante gli incontri voi, “ i nostri Alpini” della Sezione di Imperia, avete saputo comunicare.

Daniela Cigni e Gianna Maiano

BORDIGHERARicordo di Ugo BorfigaIl 23 aprile scorso si è spento nell’ospedale di Bordighera l’alpino Ugo Borfiga, classe 1938, dopo una dolo-rosa malattia affrontata con dignità.Ugo aveva prestato servizio militare, nel lontano 1959-1960, nella Fanfara dell’ 8° Reggimento Alpini della Julia a Tolmezzo, ove aveva coniugato l’amore per la musica con quello per le montagne.Aveva continuato una bella tradizione di familiarità con i commilitoni, con i quali si incontrava periodicamen-te, per ricordare i bei tempi della giovinezza.Uno di loro, Ferruccio, ha affrontato un lungo e faticoso viaggio da L’Aquila per portare l’estremo saluto ad Ugo, anche a nome dei colleghi impossibilitati a farlo per motivi di salute.Ferruccio ha recitato la Preghiera dell’Alpino nella chiesa parrocchiale di Pigna, gremita di amici di Ugo, in quanto era stimato e benvoluto da tutti per il suo carattere umile, sincero e gioviale. Ferruccio ha rivolto parole di conforto alla signora Lina, consorte di Ugo e madrina del Gruppo di Buggio, in quanto sorella dell’alpino Alessandro Pastor, Caduto sul Fronte Russo.L’alpino Ugo era figlio del fondatore del Gruppo di Buggio, il Maresciallo Giusto Borfiga.Che la terra ti sia lieve, Ugo!!

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Questo è l’ultimo SMS che ti scrivo. Ora che sei più tranquillo, mi posso di-lungare un po’ e raccontarti cose che prima non avevi voglia di ascoltare perché la ma-lattia ti attanagliava il corpo e lo spirito. Beh, la prima cosa è che ci manchi. Sembra scontato dirlo ma non lo è. Sarò sincero (sai che fra i miei tanti di-fetti non c’è la falsità): il tuo intensità so-nora non è che fosse proprio stentorea. Hai sempre canta-to con un filo di voce che, però, era sem-pre preciso e pulito. Supplivi al volume con l’intelli-genza ed il controllo e per questo eri un riferimento per i baritoni. Si appoggia-vano sicuri alla tua personalità ed io ero tranquillo. E poi, ora, come faccio con le mie riflessioni politiche? Con chi mi confronterò a cuore aperto sapendo di avere di fronte un interlocutore lucido, sereno e disincantato? Con chi condivi-derò i miei progetti (talvolta visionari) sicuro di un’opinione limpida e autore-vole?Proprio in queste settimane sto viven-do una storia antipatica che avrei voluto raccontarti. Mi hanno trascinato mani e piedi in un conflitto che mi costringe a difendermi in punta di diritto (e sai quanto abbia in uggia i cavilli giuridici)

e pur avendo maturato un percorso con altri amici che mi hanno aiutato, mi sa-rebbe proprio piaciuto il tuo parere.Pazienza, ti farò sapere come andrà a finire.Un’ultima cosa, a proposito di sincerità. Devo confessarti che ho sempre invi-diato il tuo sorriso. In tutte le fotografie,

che ho trovato per allegare a queste parole, ti ho sempre trovato sorri-dente esatta-mente come io vengo ritratto serioso o im-bronciato. Sai, spesso mi dico-no: sorridi! E io ho un bel da fare a spiegare che non sono arrabbiato, che

sono sereno, è solo che i miei muscoli facciali lavorano troppo… tu non hai mai avuto questo problema. Sempre aperto, sorridente, solare. Non voglio andare oltre con i complimenti perché la tua modestia mi avrebbe giustamente mandato a ramengo ma ciò che eri va ricordato, nella verità della memoria.Ora, che si dice Lassù? Hai già incontra-to Fiorenzo? È sempre il solito disco-lo? Siete già entrati in qualche coro? Mi raccomando, ogni tanto date un’occhia-ta giù e cercate di sollecitare qualche piccolo miracolo, sai che ne abbiamo bisogno.Stammi bene e saluta tutti.

Gian Paolo

Caro Carlo,AVVISO IMPORTANTE

DESTINAZIONE DEL 5 PER MILLELa destinazione del 5 per mille è un’occasione imperdibile per contribuire in modo sostanziale ad incrementare le casse della

nostra Sezione.

Infatti basta una semplice firma nella casella riservata al 5 PER 1000

perché una parte delle imposte pagate, venga versata alla nostra Sezione. Non è una “tassa” in più ma solo il cambio di destinazione di una somma che deve essere, comunque, versata allo Stato.

La destinazione del 5 per 1000 può essere fatta anche da che non presenta denuncia dei redditi ma che è in possesso del Mod. CUD.

Occorre in tutti i casi indicare nell’apposito spazio dei moduli 730, UNICO e CUD . Il codice della Sezione A.N.A. di Imperia che è il seguente:

91001040087Perché l’iniziativa abbia successo è importante che tutti gli alpini e i soci aggregati prendano coscienza

che il loro contributo individuale è determinante.Basta una semplice firma e il numero sopra indicato per garantire un futuro

più sereno alla nostra Sezione e ai nostri Gruppi.

Raduno del Primo RaggruppamentoIn occasione del Raduno del Primo Raggruppamento previsto per il 7 e 8 del mese di ottobre a Saluzzo,

saranno organizzati viaggi in pullman.Potete contattare le seguenti persone che forniranno il programmo nel dettaglio:

Massimino FILIPPI (Verezzo) 339 61 33 752Tino BAZZANO (Conio) 338 86 02 471

Roberto CRISCUOLO (Fanfara Colle di Nava) 388 39 10 008Giuseppe Turone 334 / 323 11 76 o Romano Biamonti 329 / 0617359 (Vallecrosia)

OFFERTE

PRO COMUNE DI REZZOIl Gruppo di Camporosso dona la somma di 150 euro.

Il Gruppo Monte toraggio-Pigna-Buggio offre la somma di 100 euro

PRO ALPI MARITTIMEL’alpino Luciano Fenoggio offre la somma di euro 5.L’alpino Lagoriodel Grupo di Imperia offre 20 euro.

La Famiglia Garibaldi offre 25 euro; N.G offre 20 euro;Riccardo Alberti del Gruppo di Conio offre 20 euro

Alpino anonimo di Prelà offre 10 euro; N.N. offre 10 euroAndrea e Leonardo Pastor in memoria del nonno Sergente Ernesto Pastor, offrono 20 euro.

Due alpini del Gruppo di Ospedaletti offrono 40 euro

Grazie dalla Redazione

NASCITEDOLCEACQUAL’alpino Antonio Raimondo annuncia la nascita del pronipote Enea Cassini. Auguri alla Stella Alpina, ai genitori, ai nonni ed ai bisnonni!Il Gruppo rinnova glia auguri alla famiglia dell’alpino Giacomo Rodini per la nascita del nipotino Giacomo.

IMPERIAL’alpino Francesco Bettoni annuncia l’arrivo di un nuovo Scarponcino: Leo-nardo, figlio di Sara e Davide. Felicita-zioni ai genitori e al nonno Francesco.

VASIAL’ Alpino Massimo Ghiglione e la moglie signora Silvia Ferran-do, annunciano con gioia la nascita dello scarponcino Menuel. Ai genitori ed ai nonni, il Gruppo di Vasia porge sinceri auguri di ogni bene.

VEREZZOGli alpini Sergio Scarella e Giorgio Modena annunciano la na-scita del piccolo scarponcino Luca. Auguri al piccolo, ai genitori ed ai nonni alpini.

SONO ANDATI AVANTIBORDIGHERAIl mese scorso il Tenente Ugolini Bruno ha raggiunto il paradiso di Cantore. Gli alpini di Bordighera ricorderanno sempre il suo particola-re senso di appartenenza al corpo e di dedizione al gruppo di cui ricoprì a suo tempo il ruolo di responsabile. Alla moglie Luciana porgiamo sentite e sincere condoglianze e un forte abbraccio alpino. Si è spento l’alpino Ugo Borfiga, classe 1938.Il gruppo rinnova

sentite condaglianze.

CHIUSAVECCHIAPochi giorni prima dell’inaugurazione del Gruppo, è mancato l’Alpino Giuseppe Re-baudo, classe 1949, appartenuto alla Bri-gata Taurinense. Il Gruppo rinnova sentite condoglianze ai famigliari.

MONTE TORAGGIO-PIGNA-BUGGIOE’ mancata la signora Agata Ghiga, moglie dell’alpino Luigi Carenzo. Il Gruppo si stringe a Luigi e rinnova sentite condo-glianze.

OSPEDALETTIL’Alpino Oreste D’Alonzo, alla soglia dei novant’anni, è mancato all’affetto dei propri cari ed amici. Tutti gli alpini del Gruppo rinnovano le più sentite condoglianze.

PONTEDASSIOCarlo Alassio ha salutato i suoi amici alpini ed è salito al Pa-radiso di Cantore. Una grave perdita, non solo per il Gruppo, ma anche per la Sezione e per tutta la comunità della Valle Impero. Classe 1946, alpino del Batta-glione Saluzzo, corista del Monte Saccarello e Con-sigliere Sezionale; stimato Professore, ha rivestito diversi incarichi ammini-strativi. Gli alpini di Ponte-dassio e di tutta la Sezio-ne rinnovano le condoglianze alla famiglia.

RIVA – SANTO STEFANOIl Gruppo Riva-S. Stefano e’ vicino ai famigliari del nostro socio Alpino Giorgio Revello andato avanti il 7 maggio 2017 e rinno-va Sentite Condoglianze.

TAGGIAIl Gruppo di Taggia comunica la dipartita di due alpini: Grazia-no Duvant e Battistino Souleri. Alle famiglie si rinnovano le più sentite condoglianze.

VALLECROSIAE’ mancato in Olanda il Sig. Giuseppe Aloise, cognato dell’alpi-no e capogruppo emerito Salvatore Cicerone. Il gruppo alpini di Vallecrosia porge alla moglie Annemie, alla sorella Assunta Aloise Cicerone e ai familiari tutti un fraterno abbraccio e le più sentite condoglianze.

VEREZZOL’Alpino Merlini Diego comunica che è mancato il fratello in Abruzzo. Il Capo Gruppo ed i soci porgono le più sentite con-doglianze.

E’ mancata la mamma dell’Alpino Donatelli Gabriele. Sentite condoglianze da parte del Gruppo.

E’ mancata la Sig.ra Del Negro Celestina (Celina) vedova dell’ex Presidente Sezionale Alberto Raimondo. Alla figlia Ma-resa e suoi familiari il Capo Gruppo di Verezzo ed i Soci rivol-gono le più sentite condoglianze.

NOTE LIETEVENTIMIGLIAIl 3 marzo u.s. l’alpino Vittorio Sudi e la moglie signora Luciana Moro, hanno festeggiato, insieme a figli e nipoti, il loro 55° an-niversario di matrimonio. Felicitazioni dagli alpini del Gruppo.

OSPEDALETTIIl capogruppo Romeo Scardetta e la signora Maria, hanno fe-steggiato le Nozze d’Oro con i propri cari e con gli amici.Tanti auguri da parte degli alpini del Gruppo!

MANIFESTAZIONI DELLA SEZIONE

Indichiamo il calendario delle manifestazioni che si terranno nel 2017 nell’ambito della nostra Sezione e manifestazioni a carattere nazionale.

9 luglio PONTEDASSIO: Raduno di Gruppo a Bestagno16 luglio VEREZZO: Raduno di Gruppo22 luglio CONIO: Raduno di Gruppo (pomeriggio)22-23 luglio VALLECROSIA: Raduno di Gruppo30 luglio MONTE TORAGGIO: Raduno a Colle Belenda6 agosto BORGHETTO D’ARROSCIA: Raduno di Gruppo a Gavenola20 agosto MONTE TORAGGIO: Incontro a San Siacrio27 agosto CERIANA: Raduno di Gruppo3 settembre VENTIMIGLIA: Raduno a sant’Antunin10 settembre RIVA SANTO STEFANO: Raduno di Gruppo22 settembre: Festa di San Maurizio Patrono delle Truppe Alpine7-8 ottobre SALUZZO: 20° Raduno del 1° Raggruppamento14-15 ottobre: Sezione di Savona: ALASSIO: Premio Alpino dell’Anno

Pieve di Teco: 130° costituzione del Btg. Pieve: RINVIATO AL 2018

CONSIGLI SEZIONALI

Nel corso del 2017 si sono tenuti i seguenti Consigli Direttivi Sezionali

18-01-2017: RIVA LIGURE15-02-2017: IMPERIA: Dimissioni del Consigliere Silvio Grandazzi; subentra Augusto Ferrari. Approvazione costituzione nuovo Gruppo di Chiusavecchia.29-03-2017: BORDIGHERA26-04-2017: RIVA LIGURE: Deliberato l’acquisto di un nuovo automezzo per la Protezione Civile (finanziato dalla Regione per il 75% del valore) e conseguente alienazione tramite vendita di

un Land Rover al miglior offerente. Deliberato l’acquisto di nuove camicie sezionali.24-05-2017: IMPERIA: Deliberato il rinvio a data da destinarsi del raduno programmato a Pieve di Teco previsto il 14 e 15 ottobre per il 130° anniversario di costituzione del Battaglione.

NUOVE CAMICIE SEZIONALIIl Consiglio Direttivo, a seguito di numerose richieste, ha deliberato l’acquisto di nuove camicie sezionali. Da qualche giorno sono disponibili presso la Sede Sezionale, pertanto tutti i soci interessati sono pregati di comunicare al proprio Capogruppo la taglia della camicia per poter procedere all’ordine presso la Sede. I Capigruppo sono già stati avvertiti dell’arrivo delle camicie e sono pregati di comunicare il quantitativo di camicie di cui hanno bisogno e le relative taglie.

UN IMPERIESE AI VERTICI DELLA PC ANAMauro Pastorelli, imperiese doc ma da anni residente a Pinerolo dove svolge la sua attività di medico primario di anestesia e rianimazione ASL TO 3, ha prestato servizio militare come Ufficiale Medico al Bat-taglione Susa della Brigata Taurinense; ha risposto a diversi richia-mi ed ha raggiunto il grado di Maggiore Medico. Iscritto alla Sezione ANA di Pinerolo, è entrato nel Nucleo di Protezione Civile portando la sua esperienza di medico. Nel mese di febbraio è stato nominato Re-sponsabile Nazionale delle Squadre Sanitarie della Protezione Civile dell’A.N.A. A Mauro vanno i complimenti della Sezione di Imperia e del-la Redazione per il prestigioso incarico e gli auguri di un buon lavoro.

ALPI MARITTIME N. 139

Notiziario della Associazione Nazionale AlpiniRedaz.: Piazza Ulisse Calvi, 1 - 18100 IMPERIA

Tel/fax: 0183 753324 email: [email protected] - [email protected]

Direttore Responsabile: Alberto GhiglioneRedazione Alberto Casella, Roberto Criscuolo, Pietralata, Silvio Grandazzi, Augusto Ferrari

Chiuso in tipografia il 20/06/2017

Aut.Trib. Imperia 15-11-71Tipografia Nante - via Gaudo 4/6 - Imperia