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This article was downloaded by: [UQ Library] On: 21 November 2014, At: 21:56 Publisher: Taylor & Francis Informa Ltd Registered in England and Wales Registered Number: 1072954 Registered office: Mortimer House, 37-41 Mortimer Street, London W1T 3JH, UK Bolletino di zoologia Publication details, including instructions for authors and subscription information: http://www.tandfonline.com/loi/tizo19 Storia Naturale e Storia Umana Emanuele Padoa a a Signori che rappresentate l'autorità del Comune e dello Stato , Magnifico Rettore , Signore e Signori Published online: 14 Sep 2009. To cite this article: Emanuele Padoa (1968) Storia Naturale e Storia Umana, Bolletino di zoologia, 35:4, 243-255, DOI: 10.1080/11250006809440066 To link to this article: http://dx.doi.org/10.1080/11250006809440066 PLEASE SCROLL DOWN FOR ARTICLE Taylor & Francis makes every effort to ensure the accuracy of all the information (the “Content”) contained in the publications on our platform. However, Taylor & Francis, our agents, and our licensors make no representations or warranties whatsoever as to the accuracy, completeness, or suitability for any purpose of the Content. Any opinions and views expressed in this publication are the opinions and views of the authors, and are not the views of or endorsed by Taylor & Francis. The accuracy of the Content should not be relied upon and should be independently verified with primary sources of information. Taylor and Francis shall not be liable for any losses, actions, claims, proceedings, demands, costs, expenses, damages, and other liabilities whatsoever or howsoever caused arising directly or indirectly in connection with, in relation to or arising out of the use of the Content. This article may be used for research, teaching, and private study purposes. Any substantial or systematic reproduction, redistribution, reselling, loan, sub-licensing, systematic supply, or distribution in any form to anyone is

Storia Naturale e Storia Umana

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Bolletino di zoologiaPublication details, including instructions forauthors and subscription information:http://www.tandfonline.com/loi/tizo19

Storia Naturale e Storia UmanaEmanuele Padoa aa Signori che rappresentate l'autorità del Comune edello Stato , Magnifico Rettore , Signore e SignoriPublished online: 14 Sep 2009.

To cite this article: Emanuele Padoa (1968) Storia Naturale e Storia Umana, Bolletinodi zoologia, 35:4, 243-255, DOI: 10.1080/11250006809440066

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Boll. ZOO^., 36 : 213-255, 10G8 Atti XXX VII Ctnivegno U.Z.I.

DISCORSO INA UGURALE

EMANUELE PADOA

STORIA NATURALE E STORIA UMANA

Signori clie rappresentate l’autoritj del Coniune e dello Stato, Jfagnifico Rettorc, Signore e Signori,

quando l’amico BACCETTI mi cliiese di tencre il discorso di apertura di ‘ questo congresso scnese dell’Unione zoologica, accettai subito, senza le schermaglic di rito per farmi prcgare. Un po’ perch6 con BACCETTI ci si conosce c o d bene, che era inutile nascondergli la vanith che k in me, e clie sapeva benissimo di aver stuzzicato con la proposta lusingliiera ; ma soprattutto pcrch6 t r s i congressi dell’UZ1, questo di oggi in Siena ha pcr me una particolarc carica emotira. A Sicna ho vissuto per Otto anni, dal 1046 a1 1054, ncll’Istituto di Zoologia ora tutto rifatto dalle fonda- menta, ma anche allora con le finestre aperte sullo stesso splendid0 pa- norama; Otto anni ai quali spesso ritorno con il pensiero, quando con sereiiith. e felicith. quando con nostalgia, mai con malumore ed acredine. A Siena una illustrc Facolth medica mi accolsc cordialmente, e qui mi son fatto dei buoni amici ; e vorrei ora lascar cadere i titoli di Xagnifico Ret- tore, di Emerito c di Signor Preside per salutare gli amici DOJIISI, BIAS- CIIISI e BESCISI. A Sicna mi raggiunsc PIETRO OJfODEO con la sua lucida rapidissinia intelligenza e il carattere non scalfibile, l’amico clie alla mia partenza seppe subito migliorare I’Istituto e lo rolle nuovo, ampio, em- cicnte ed accogliente. A Siena, infinc, Is Facolth. di Scienzc ha chiamato alla cattcdra di Anntomia comparatn DILETTO QUATTRIXI, clie npprezzo ugualmcntc come ricercatore sagace ed instancabile, didatta insuperabile, amico prczioso.

Accettato dunque di tenere il discorso accademico, dovcvo stabilirne l’argomento, e pareva si imponesse la scelta tra a 1’Universith ad una svolta fatale D o (( le receiiti acquisizioni della Biologin molecolare D. Ma 110 scar- tato subito i due temi. Per quello sulle condisioiii dell’Universit8 avrei do-

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vuto, per non deludere, sceglierc la tatticn masochistica : 1'Universith 6 in crisi, non devc cssere pih formatrice di un'Clitc, devc fnrsi scuola di Xassa, con l'esse minmcola c l'cmme maiuscola ; basta con le lczioni ac- cademiche e i giudizi di esame ; poclii corsi c molti controcorsi, c scminari fin dal primo anno ; lavoro di Cquipc, c i profcssori snicttano di atteggiarsi a baroni e di tiranncggiare negli istituti chc sono dn abolirc, c a1 loro posto dipartimenti nmpi c democratici ; c nci coiisigli di dipartimcnto i giovani mettano in minoranza i matusn, e si stabilisca un nuovo ordine di colpo di bccco. E io dico invccc di no, perchi: lion mi sono mai scntito feuda- tario e non ho complessi di colpa ; e conosco tnnti colleglii chc, ccccttuato qualche pasticciotto ai coiicorsi per amore dclla scuola c per indulgere a1 gusto italiano pcr la conibinazione, lianno dedicato tutta In vita a1 loro istituto, full time, ed hanno saputo suggcrire ai giovnni qualclie buon spunto di lavoro. 10 sono convinto clic i lavori dcstinati a durare sono compiuti da piccoli gruppi con un capo (e in Ingliiltcrra poi lo fanno sir, baronetto ; pcr i nostri novatori sarebbe invecc un baronc con un prcdicnto irripcti- bile). Anchc io affcrmo, e da tanto tempo, clic lc univcrsith dcrono cssere apcrte a tutti ; ma per ottenere questo ci vuole davvcro una caparbia vo- lonth di cambiarc tantc cose soprattutto fuori dall'Univcrsitii, cambiarc da cima a fondo, e non deve esscre la volonth di piccoli gruppi intellettuali vellcitaristi, sarL la volonth di tanti, di tutti quclli clic veranicnte avreb- bero voluto la cultura che gli 6 stata negata, e quel giorno gli universitari dclla contestazione globnle saranno pochini, di poco peso, ncmmcn piii pittorcsclii. Le universith dovrnnno, dovrcbbcro fin da ora esscre apcrtc a tutti, ma dovraiino sempre selczionarc lc Clitcs, scnza lc quali non si va avanti ; c la selezionc dovrg esscrc severa, con esami lungamente prcpa- rati a tavolino da soli ; c ai giovani apcrti alle idec nuove, c con l'entu- siasmo di sentirsi inseriti in unn societa vcramcntc nuova, piaceranno an- Cora, come sono sempre piaciuti, i profcssori che fanno belle lezioni. Con queste idee da codino b meglio clic stia zitto.

. Sui recenti progressi della biologia non saprei dir nulln di nuovo. Oggi siamo tutti documcntati, e g i j gli studcnti sentono parlare di strutturn proteica terziaria c quatcrnaria c dcgli isoenzimi, dclla doppia elica, del codice degenerato c univcrsalc, dcgli opcroii c dci repressori, dellc proteine allosterichc, con la stessa frequcnza reiterata con la qualc da decerini e ancor oggi scntivano c sentono parlare di mitosi c mciosi, di leggi di Nen- del, di induzionc del neurasse, fin dal prinio anno c poi su su, a istologin, botanica, zoologia, gcnctica, biocliimica, ,fisiologia generale, microbiolo- gia, morfologia sperimentale. A me d scnppato di parlare di cistroni at- tivati e repressi in una lezione di anatomia comparata, quando facevo

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l’appnrnto cutanco c parlavo delln formn c dcl colorc dci pcli. Non saprei dunque dir cosc clic g i j non sapete su qucsti progressi della biologin mo- lecolarc chc vcrnmcnte, un po’ di ipcrbolc in questo caso I: giustificnta, sono stupefaccnti, incalzanti, travolgenti. Dcvo riconosccrlo anclie sc mi sento sorpassato, anclic sc talvolta noii so rcprimcrc qualclic scatto di impazienza e qualchc ccniio di noia di frontc ad cntmiasmi clic sconfinano nell’infatuazionc, a frasi dcl tipo 4 la biologia I: biologia molecolare, il resto 1: collczionc di francobolli r). Si potrcbbc allora ribattcrc clic biologi aperti a tutti problemi dclla cultura, clic vcngono dalln sistemntica come ~IAYR, dalla palcontologin conic SIYPSOS, dalln genctica di laboratorio c di canipagnn comc DOBZIIASXKY lianno saputo partirc dn livclli organi- smali per mettcre a fuoco c approfondire problemi c pcr chiarirc concetti di importanza foiidainciitalc e di valore gcncralisssimo per lc scienzc bio- logiclie, problcmi c concctti clie, visti a livcllo molecolare, sarcbbcro ancor oggi lontnni ccl inccrti, sfocati c forsanco addirittnrn ranificati.

Jla qui rorrei aprirc mix parcntcsi pcr notarc clie i successi dclla biologia molecolare sono conseguiti sul piano dclln riccrca di base, e lion sono per questo meno ralidi, anclic se si pui, tranquillamentc affcrmare clic tantc brillanti prcvisioni di unn non loiitniin ingcgneria biologicn dcl- h o m o noii sono altro clie ruoti vancggiamenti. Era gih un po’ noioso il BIULLER, il grande MULLEB della mutazione indotta coi raggi S, quando scrivcra di spcrmatozoi pregiati, di donne clic gioiosamcntc nvrcbbero ac- ccttnto In fccondnzionc artificiale con gnmeti prclcvnti n tempo dn grandi scienziati, artisti c conduttori di popoli, e coltirati poi in uitro; ma, si diccva, JIULLER I: un uomo geniale, e a1 gcnio si pcrdona qualchc sconfi- namcnto ncll’irrcale. Pih diflicile lcggcre scrim impazicnzn non soltanto articoli sul Corricrc, sull’Espresso o sul Sapere, ma nnchc su Science (su Nature quasi mai, I: indicatiro), c i saggi nelle edizioni in paperback ma firmati da autori illustri, chc farncticano di sintesi in viiro di cistroni dcll’ADN da inserire per transduzione, veicolati dn un virus innocuo, nel patrimonio genctico di uomini, a curarnc un crrorc mctnbolico crcditario, o addirittura per migliorarli, per farm dci Supermen ; o quando si lcggono articoli sussicgosi sulln inemorin trasfcribilc con l’ARX, c cosi ria. Ci si pub cliiederc, perch6 persoiie cniinenti nel loro canipo, siciiramente intel- ligenti c il pih dcllc voltc pcrsonalmeiite disintercssatc, si prcstino a questo battagc. Perch6 la moderna ricerca nci mmpi di froiiticra ricliicdc attrcz- zaturc costosc, c una riccrca di talc tipo, anclie la piii scria c disintcrcs- sata, clew esscre nlinicntatn ctn uiia socicth dci consumi; c i mctodi del marketing insegnano clic per ottcnere grossi fiiianziamcnti rulgus wilt decipi, cioI: dcvc cssere incantata l’opinionc pubblica, del pendolare col-

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lctto bianco clic lcgge andando in uficio lc dicliiarazioni alla stampa di un Kornbcrg, o dcl pczzo grosso incompetcntc dcllc stanzc dci bottoni, clie lcggc qua e 18 lc riglic sottolincatcgli dnl segretario in una rclazionc troppo lunga c diFIicile sullo stato dellc scicnzc biologichc. Si tratta in- somma, dircbbe il sencse RASUCCIO BIASCHI BASDISELLI, di una u mitiz- zazionc dclla tccnica a1 disopra della ragione 9.

130 rinunciato dunque a1 tcma ala biologia oggi e domani a, pur ammirando le grandissime rcalizzazioni della ricerca di base ncl campo dclla biologia molccolarc, riccrchc clic posso dare per scontate, e che per- mcttono di affcrmarc che oggi il biologo pub averc idcc cliiarc sulla pos- sibilitb di arrivare ad una conoscenza scientifica dei fenomcni vitali. Or- mai non c’6 pih posto per l’equivoco vitalista, e questo mi0 coiirincinicnto non ha nicnte di origiiiale e di percgrino, e pcnso sia condiviso dalla to- talitb o quasi di voi ascoltatori. E conic non saprci lanciarmi iiclle prcri- sioni brilhnti dcll’ingcgncria biologica, cosl non avrci voglia di discutcre per rcfutarc i tclefinalismi, lc ascese verso tin punto focalc, il citoplasma clic si libera dalle pastoic dclla causalith, la materia clie si nftlna.

Possibilith della conoscenza scientifica dei fenomeni ritali non ruol dire che tutti i problenii fino ad oggi aggrcditi dcbbano considerarsi de- finitivamcntc risolti, ni. clic una soluzionc sia da aspcttarc, a colpo sicuro, per ogni nuovo problema clie sorge e clie urge. Gli scicnziati gcniali, o per lo mcno quelli dotati di talent0 e laboriosi, ricevono dalla natura sa- gaccmcntc intcrrogata rispostc vcrc ; ma 6 scmpre una reritb parziale, clic incita a porrc nuorc doninnde, per ottcncrne nuovc rispostc, clie non smentiranno quanto di vero era gizl stato acquisito, mn lo amplieranno ; o chc rcnderanno inaccettabili prcccdenti rispostc a domnnde ma1 formu- late. Cosi la scicnza infaticabilmente proccdc, e chi la perscguc dcvc nmnrc la natura ed csscrlc grato per quanto gli rircla ; e mai d e w credcre di aver raggiunto la nicta, o clic l’ultinia nieta sia in vista. In un laboratorio di biologia, di assoluto non cy6 clic l’alcool, chc 6 poi anch’csso a1 99,s per ccnto.

Per6, ripctiamo, ri sono veritZt parzinli, c la modcrna biologia ne ha srclate parecchie, alcune splendide. Ad una vorrei accennare, non per dire cosc chc lion sappiate, semplicemeiite per ricliianiarri l’attcnzione. Vorrci dire clic gli cnormi progrcssi sulla conosccnza dcll’ADN illuminano molti aspctti dcl fenomeno della mutazionc, da antorizzarci ad afrcrniarnc l’crraticit8.

Sappianio infatti clie l’inforniazionc genica 6 legata in tutti gli or- ganismi ccllulari, alla struttura dcll’dDN ; sappiamo clic determinate sc- qucnze di quattro nucleotidi, a triplcttc, sono responsabili dell’cdificnzionc di determinate sequenze di renti aminoacidi, ciol! di protcine specifiche,

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diverse per qualith e quantitir nei diversi organismi e nelle diverse parti e in divcrsi tempi di un medcsimo organismo, e rcsponsabili a loro volta della comparsa di forme e funzioni spccifichc ; sappiamo clic il pntrimonio crc- ditario ha struttura particellare, i: compost0 di gcni disposti in ordinc pre- cis0 c piii o mcno facilmente scparabili e ricombinabili. Xon si sa ancora, & vero, se i singoli gcni siano rcramentc molecole concliiusc, o piuttosto pezzi articolati di mi lunghissimo filament0 di ADN; ma qiicsto non h il punto essenzialc, c comunque l’analisi genetica i: arrivata ad un grado tale di finczza da riconoscere una substruttura del gene, c localizzare lc mutazioni geniclie in tratti di poehi nucleotidi ; fondamentalmente, anzi, in una singola coppia di nuclcotidi complemcntari. Conosciamo infatti le modalith di reduplicazione dei geni, c il loro codicc a triplette, c sappiamo clic la sostituzionc, o In perdita, o l’inserimento di un solo nueleotide pui, in ccrti casi addirittura impedirc la sintesi delia proteina clie corrispondeva a1 gene normalc, in altri casi cambiarla noterolmcnte, in altri infine mo- dificarla soltanto nella coniposizione di un solo aminoacido ; ed a queste modifiche seguono cl’fetti piic o nieno importanti sull’organisnio clic ha ri- ceruto la nuova informazione.

Lc mutazioni sperinientali provocate dalla somministrazione di so- stnnze mutagenie o dalle radiazioni ionizzanti sono evidcntemente causatc da agcnti estcrni. Per lc mutazioni spontanee possiamo parlare di cause interne, ma in senso lato, spesso infatti sono interne all’organismo e nlla cellula, ma esternc a1 gene clic muta: la eventuale prcscnza di un atomo radioattivo clie si scompone nell’immediata vicinanza di un gene ; oppure un’anormale agitazionc termica, il salto di un idrogeno e l’assunzionc di una conformazione tautomcrica mcno probabile in una delle quattro basi azotate, clic la rende complementare di una base divcrsa dalla normale ; oppure un crossing ineguale ncll’ambito di un cistronc, che porta ad una lettura decisamente alterata del tratto a valle dcl crossing e ad uiia mu- tazione drastica, clie pui, poi esserc pih o mcno coniplctamcrite corrctta da un secondo crossing ineguale in vicinanza del primo, secondo le belle ricerclie di 11~0x1 su Saccaromyces, c probabilmente estcndibili agli orga- nismi superiori. Da tutto questo consegue clie le mutazioni sono errori nclla reduplicazione dcllc scquenze di nucleotidi. Sono crcnti piuttosto rari c singolarmentc iniprevedibili, non tanto per la nostra insuficientc coiioscenza del fcnomcno, quanto per una loro inerente erraticitii, e non sono quindi da attendere . mutazioni numcrosc, contcniporanee o in SUC-

cessioni nrmoniosamente coordinate, da far procedcre l’cvoldzione secondo gli sclicmi dei sostenitori dcll’evoluzione per caiisc interne. Le mutazioni avvengono come fcnomeni improvvisi clie colpiscono ora questo ora quel

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gene, c I’unica regola con la qualc si vedono comparire 6 : senza regola, in singoli loci dcl complessiro patrimonio ercditario. I genetisti lo sape- vnno da almeiio trciit’anni, cd oggi In loro conosccnza cmpirica 6 confer- matn e spiegata dalle scoperte della biologia molccolnre.

Scartata dunquc l’ipotesi di un’croluzionc per sole cause interne, si deve ammettcrc che essn proceda con mutazioni intese come cwnti in- teriii nll’oganismo c casuali, coordinati per6 da fattori csterni, ambien- tali, clic portnno l’clcmento anticaso. Le due teorie secoiido lc quali i fat- tori nmbientali lianno vcraincnte valore creativo, e che, ambedue, pos- sono offrire spicgazioni razionali del fenoineno erolutiro, sono quellc della eredit8 dci caratteri acquisiti o della sclezione naturalc. La prima tcoria scmbra ormai insostenibilc, c tutti me lo concederanno senza cliie- dcrnc la giustificazione. Vorrci solo ricordare clic la biologia molecolare contribuiscc alla refutazionc dcl lamarckismo, in quanto ha dimostrato clic lc inforniazioni passnno dnl patrimonio genetic0 clel nucleo ai centri ergastici dcl citoplasma, c pare estrcmamentc improbabile il canimino inverso, di un citoplasma modificato dall’uso o lion uso, clie invii mes- saggi spccifici a modificare YADN nucleclre. E rorrci anclie aggiiingere clie la spiegazione lamarckiana pub sembrare lipperli suadentc per il collo dclla girclffn, per i grandi occlii degli animali crcpuscolari e per la eccit8 degli afotici, per la muscolatnra brnchiale dei volatori e degli acrobati ar- boricoli, ma non spiegn, ad cscmpio, gli adattamenti cromntici e i disegni mimetici o In vistosit8 di molti cnratteri sessuali secondari, spiegnti invecc dalla selezione naturale o dalla scelta sessunle. JIn io qui non 110 intciizione di difcndcrc la teoria dnrwininna e la nuova sintesi, l’nccordo eioE con la gcnctiea clnssica c financo con la modcrna gcnctica molecolare, alla qunle 110 accennato or ora a proposito dei modelli di mutazione. Sarebbe super- fluo portnre nrgomenti pro c contro In lunga querclle sui fattori evolutivi, percliit tutti la conoscete ; c su qucsto punto noii spero di trovarc il con- scnso genernle. Comunquc, e qui credo clie tutti saremo d’accordo, pos- siamo affermare clie ncl 1968, dopo aver assistito a1 rinnovamcnto di tanti capitoli della biologia, dobbiamo aver fcdc ncl mctodo scientifico, e, an- clic se iion si roglia ncccttare in blocco il darwinismo e la modernn sin- tcsi, si dew pure postulare l’csistenza di una spicgazioiic razionale dcl fe- nonicno crolutiro, senza evocare vitalisnii e potcnze arcane per una orto-, 010-, nomo-, aristogcnesi. Cosi, e solo cos1, con mentalit8 naturalistica c storicistica, sostenuta dnll’csigenzn dcl mctodo scientifico, si pub supe- rare quello clie altrinieiiti ci apparc uno stridcnte contrast0 tra tnle me- todo decisamcnte deterministico, c una rcaIt8 dove i fenomcni si rirelano ristosamente finalistici, coi denti per niasticare c gli occlii per vederc.

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Xon c’b dubbio infatti clic noi vcdiamo tutti i fenomeni della vita compiersi in vista di un fine, clie tutti gli organi lianno unn fiinzionc, cioi: servono a qualcosa. BIorfologi c fisiologi iisano scmpre cspressioni finalisticlie, perch@ k comodo, ci si intende subito quando si parla, ad csem- pio, di appnrato circolatorio o respiratorio. I nomi fnnno subito pensarc ad apparati cosi c cosi fatti, alTincliC: il sangue circoli c si rinnori nei tes- suti c l’ossigeno sin assunto dal sanguc. E quando si dicc clic il cuore t: una ponipa aspirantc c prcmcntc, si istituiscc il paragone con una niac- chinn costruita dall’uonio in vista di un fine. Sc vogliamo portarc un csem- pi0 pih sofisticato, nmmettiamo apcrtaniente un finalismo quando para- goniamo lc sequcnze dei nucleotidi nei cromosomi alla memoria con cui lavora una inaccliina calcolatrice : i cromosomi clie fanno entrarc nel nu- clco di duc ccllule tutto il programma per costruirc un uomo, un nastro magnetic0 con tutto il programma pcr guidare la traiettoria di un razz0 in ccrca di JIarziani, clic, sc ci sono, avranno ancli’cssi organi in vista di funzioni.

Fin dnl Settecento, il secolo (lei lumi, si oppose il meccanicismo nl vitalismo, e chi profcssara il primo si ritcnevn, giustamente, pih ndcrentc a1 pensicro scicntifico, in qunnto il nicccnnicismo afferma l’esigenzn di spicgare i fenomcni dclla vita alla strcgua di quclli della fisica e della chi- mica, senzn interventi di forze diverse nclln loro esscnza da quelle in giuoco nel mondo inorpnico : tutti i fcnomcni dclla vita, fino a proclamare clie, almeno per la sua vita fisica, a h o m o b unn macchina D. N a anchc qucsto t: un mod0 di affermarc il finalismo, perch& ripetiamo, lc maccliine sono costruite dall’uomo, loro creatore, in vista di un fine. La scienza, invecc, studia sequcnzc di fenomcni, c vi riconosce un nesso causale, un fenomeno causa del successivo. Lo scicnziato, c l’uonio dclla stradn c prima quello delle caverne, riconoscono cosi lo svolgcrsi di un tcmpo unidirezionalc, il passato clie condiziona il presente, condizione del futuro. Cosl la scienza enuncia le leggi, ciok le rcgole con le quali si presentano le scquenze cau- sali di un gruppo di fcnomcni, isolati da un contcsto troppo serrato pih o meno arbitrarinmente, ma ncccssariamcntc sc ci si vuol capirc qualcosa. E cosi la scicnza arriva alla previsione di singoli accadimenti, o per lo meno, quando sia impossibile un isolamento suficiente, e troppi elementi siano in giuoco, alla previsione stntistica di quelli clie cliianiianio fenomeni statistico-dctcrminati. Prcvisionc di fcnomcni incluttabili, conseguenza di un determinism0 riconosciuto dalla nostra mente, non prcrisione di una natura clie tendn ad un fine, e nella quale gli eventi futuri condizionino il prcscnte.

I meccaniscisti del period0 prcevoluzionistn lion avvertivano con-

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tradizione, e potevano refutare il ritalismo affcrmando insieme il loro tei- smo. Nci viveiiti agiscono le stesse forzc del mondo inorganico, ma la macchina umana c ogni maccliina vivente sono state costruire da m a intelligenza sovranaturale, in vista di un fine. i2 una posizione pcrfetta- mente lcgittima, alla quale accedono ancor oggi mcnti gcniali. SCIIROE- DISGER, nel suo noto saggio (( Clie cos’h la vita ? o, paragona l’orologio, cioh una maccliina dell’uomo, agli organismi clie sono (( il pih bcl capola- voro mai compiuto da Dio, sccondo le lince della meccanica quanticao.

Ila sc si aniniette clie gli organismi abbiaiio dietro a lor0 una lungs storia evolutiva e clie l’evoluzione sia stata portata avanti da cause na- turali - molto probabilmeiite dalla sclezione naturale - sembra lecito for- zare un poco l’interpretazionc di qucsta frase dcllo SCIIROEDISGER, e spo- stare indietro l’intcrvento sovranaturale, pcnsaiido agli organismi come vcnuti su, costruitisi second0 leggi di natura, seiiza previsioni di un fine. Perch6 non dovrcbbero allargarsi le frontiere della scienza anche riel campo dci vivcnti ? ed h qucsta una posizione non neccssariamentc prcclusa a chi non sia agnostic0 od ateo, perch6 nulla vieta l’intuizione di un Ente Su- premo, clie abbia posto in principio le lcggi di natura. I1 metodo scienti- fico non pub risponclcrc alla domanda, anzi non pub nemmeno formulare la domanda, sc sia possibile la conoscenza di Cause Prime.

Dunque vi i: stata cvoluzione, e possiamo ritenere ragionevolmente provato clie gli organismi attuali abbiano dietro a s6 almeno due milinrdi di anni di storia evolutiva. ilia orn l’tiomo d ui&’c(ltrcL cosn. E qui vicne la frequente incomprcnsionc tra naturalisti da una parte, filosofi e storici dall’altra.

Ilolti filosofi sostengono dccisamcnte clie h o m o i: un’altra cosa, del tutto un’altra cosa; e quasi tutti sono d’accordo ncl ritencre clie qucllo clie nell’uomo veramente conta h l’altra cosa, cioi: la diffcrenza dai bruti ; il resto non conta niente, lo studio del padiglione auricolare, la psicologia degli scimpans6 dci bambini e dci cretini, gli ntavismi e le altre cose inu- tili. E si fa graii colpa ai naturalisti, e a quei filosofi clie vengono dctti assertori di un rozzo positirismo, clie vorrebbero trasportare meccanica- mcnte i concetti naturalistici nella filosofia, intcsa come scienza dcl pen- sicro umano, scienza dello Spirit0 clie non h C,H,OH. Per quel clie riguarda questa accusa, non c’i: dubbio chc DARWIN con la sua (( Origine delle spe- cie B rivoluzionb .talmente il peiisicro scientifico, clie niolti si gettarono sulla nuova teoria, da dilettanti ; e cosi si volle portare anche ncll’attivith spirituale dell’uomo il concetto di rigido determinismo, di ineluttabilit8. Eppurc, anche in qucsto attcggiamcnto ci fu un briciolo di buono. XARS,

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che roleva dedicnre n DARWIX il Capitale, trovava nell’ineluttabilith, e in certo mod0 aveva rngionc, un correttivo polcmico all’ottimismo libe- rista, dcl liberismo coi ragazzi in fabbrica tredici ore a1 giorno. E si invo- cava la selezioiic e la 10th per l’esistenza per dimostrare clie lotta tra gli uomini c’E perch6 c’i: stnta sempre ; ed nnche qucsto potera essere utile, se risveglinva il sentimento che se vi d e w essere lotta, ci sin resistenzn, e non lupi di qua e pccore di lb.

Certamentc & stato illecito servirsi dcl principio di sclczione naturale, e dclla vittoria dcl pih forte, per affermare clie h o m o 2 un aninialc da preda, e clie deve vincere il pih forte, il superuomo o la supcrstirpe. Ed b un errore derivare dall’cvoluzione il falso ottimisrno di un progress0 ine- luttabile, senza impcgiio umano. JIa lion si deve ncmnieno dire che una splendida writ5 ncl campo scicntifico possa avcr falsato la filosofia. Si dcvc soltaiito dire che dopo DARWIX ci furono dei naturalisti fattisi filosofi e cattivi filosofi (come me in qucsto momento) ; e sopratutto clic ci fu- rono -dei filosofi di professione die si lasciarono andare alla voga, traspor- tando meccanicamente le formule dci naturalisti nella filosofia, e furono filosofi pasticcioni.

Ma, per portare l’cscmpio di un grande naturalista con idee cliiarc, si pui, ricordare clic nel 1803 TIIOXAS IIESRY HUSLEP, in uns famosa conferenza intitolata B Evoluzione ed Etica D, affcrmi, clie il principio mo- rale & contrario a1 principio egoistic0 della lottn per l’esistenza. I~UXLEY, grnnde nmico e ammirntorc di DARWIS, e clie nel 18G1, due nnni dopo l’ap- parizione dell’origine, aveva scritto un saggio sul posto dell’uomo nella natura, affermaiido decisameiite chc h o m o E tin prodotto delln natura, IIUSLEY piG darwinista di DARWIX riconosce anche clie la societ8 umana non potrebbe reggersi se tornasse a110 stato di naturn, di lottn tra indivi- dui. E nel 1803 non c’erano le bombe H.

L’uomo non dew, noii pub tornare alla lotta intmspecifica, e spe- riamo clie lion voglia imporsi i nietodi di un’antropotecnica scientifica. Ma non ci allarmiamo per i pcricoli di un futuro dirigismo cvolutivo, c non prcndianio troppo sul serio chi ne parla e lo predica. Pcdiamo piuttosto se la teoria dell’cvoluzione, e in gencrale Ic scienze naturali possano por- tare un contributo positivo alla filosofia.

Cominciamo col ricoiioscere che l’attributo fondamentale dell’Uomo non & il pollice opponibilc o la scarsa pilositb della cute, ma la libertii dcl suo spirito, c conccdiamo scnza alcuno sforzo clie un filosofo di prepnrazione culturale prevrtlentemente od esclusivamente umanistica, che non ha cu- riosita per le scienze naturali e ne ha dimenticato le briciole studiate con tedio a1 liceo, possa raggiungcre risultati cmincnti studinndo l’attivit8

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dello spirito dell’uonio qualc ora 6, ignorando come si 6 fatto. Ma sc si af- ferma clic soltanto cosi si fa filosofia, intesa come scienza dell’Eterno e dell’Universnle, della quale sono semplici ancelle le scienze della nntura clic attendono a1 contingente e a1 transeunte, si potrs affermnre l’unith dello spirito iiiteso come attivita uiiiana nel campo dcll’arte dclla lo,’ wca e della pratica, nia si rischia seniprc di riproporrc il dunlismo tra spirito e materia, uomo c nntura. E gli scienziati, in particolare i biologi, orgoglio- samente credono di aver supcrato con la loro evoluzione questo dualismo, di arergli sostituito un concetto di coinplemeiitnrieth.

Rispetto alla storia dci fatti umani, quella di Erodoto, la storia na- turale, quella di Plinio, 6 davvcro uii’altra storia ? Si e no. Oggi i? ben giu- sto parlare di una storih della vita, perch6 abbiamo riconosciuto clie la vita i: soggetta ad un perpetuo divenire. E si pub dire clie nelle due storie il presente 6 condizionato dal passato, condizionc per il futuro. M a fino a chc punto si pub spingere il ravvicinamento ? L’accostaniento mi scmbra maggiorc di quello chc ci hanno insegnato. Ci lianno detto, almeno lo hnnno dctto a noi di una generazione clic non pub non dirsi crocinna, clic la liistoria rerum gestarum i: conoscenza di una rcnlth concreta, di storie individuali inrestite dal giudizio di valore dello storico, che merita tale nome se 6 portato ad indagarc il passato per un vivo interesse nttuale. L’in- teressc dcl naturalista 6 qualcosa di divcrso, e quindi il ravvicinamento non potrh mai nrrivare all’identificazione, ma non i: necessariamente qual- cosa di inferiore. I naturalisti possono rivendicare l’altezza dcl Ioro ideale di una conoscenza empirica clie, suscitata dall’intuizione e guidata dall’ipo- tcsi, arriva alla formulazione di leggi generali, e ad una verith clie B tale sul momento, anche se non 6 mai definitiva ; possono sentirsi insieme umili e orgogliosi nella loro ricerca incessante di relazioni causali in cui i fatti della natura possono entrare sempre pih numerosi e pih saldamente col- legnti.

Tanti problemi dellc scienze naturali che ancora attendono chiari- mento potranno un giorno essere aggrediti e risolti, ma vaste parti della storia pnssata della vita non sono spiegate perch6 non abbiamo clementi suficienti per farlo, e forse non lo saranno mai, se i documenti paleonto- logici sono andati completamente distrutti. M n questo i: un cnrattere co- niune con la storia umana. Nato e vissuto in Toscana, mi fa un certo cf- fetto quando mi dicono clie non solo non si sa niente della lingua etrusca, ma ben poco dell’origine dcgli Etruschi e della Ioro civilth. JIa non 6 questo il puiito die ha importanza. I1 ravvicinamento delle due storie si pub an- che vedcre nel fatto che il futuro i: imprevedibile. hTcIla storia naturale, dovc non i: posto per la liberth, cib avviene semplicemente perch6 troppi

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elementi sono in giuoco; e d’altra parte poco o nulls importa di sapere come saranno le flore e le faune tra venti milioni di anni. Nclla storia umana l’imprevcdibilith - anche n breve scadenza, per un futuro che vor- remmo svelato, anche a costo di rimanernc inorriditi, ma per la speranza di una visione allietante - 6 dovuta in parte, come nel mondo dei feno- meni naturali, alle troppe variabili, e in parte forse maggiore all’essere la storia umana storia della libcrti, di libera scclta, sia pur in ogni suo momento condizionata dal passato.

Per qucsto parziale condizionamento, e perch6 le scelte dell’uomo sono libere ma non erraticlie, si dice che la storia 6 maestra di vita. Ala lo si dice anche perch6 alle azioni dell’uomo diamo un valore, mentre i giudizi di vaIore sono esclusi daIla conoscenza scientifica. Qui 8 la differenza gran- dissima, forse essenziale, tra le due storie. L’uomo, che 6 un oggetto della natura, frutto di un’cvoluzione clie le scienze naturali ci hanno fatto cono- were nelle sue grpndi linee, l’uomo nel quale sopravvivono ancora tanti istinti dei suoi antenati preumani, & giunto all’autocoscienza c alla cono- scenza chc gli permettono la libera scelta in vista di un fine, e l’assunzione di valori morali. L’uomo 6 ormai un’altra cosa, e la storia delle gesta umane deve tenerne conto, mentre lo studio obiettivo dci fenomeni naturali 6 riconoscimento di legami di causaliti, dove non & posto per la libertj, e non 6 pcrmcssa la formulazione di giudizi di valore.

Curiosamente, quando si applicarono le tcorie evoluzionistiche alla sociologia, si pot6 ragionare in base ai principi di LAMARCK o a quelli di DARIVIK, e trarne le conclusioni che si volcvano. Un lamarckista sosterrb che I’attitudine a1 lavoro mentale acquisita da alcune generazioni facilita I’apprcndimento nei discendenti ; in generale che le doti acquisite nel vi- vere civile si ereditano, almeno parzialmente. E allora, se ha tendenze pro- gressiste, insistcrh sul valore della cultura non soltanto per offrirc migliori possibilita agli individui, ma per migliorare il fondo genetic0 della societh. Se invece B un retrivo, consiglierb di coltivare le elites, perch6 6 18 che si sono credit’ate le migliori disposizioni ; e le razze clie da tempo non bene- ficiano d e b cultura devono cominciare a migliorarsi acquistandola, dicono gli uni, daranno scarsi frutti, 6 mcglio lasciarle perdere, ribattono gli altri. 31a le opinioni saranno divise anclie se si accetta il principio darwiniano della scelta di variazioni individuali ereditarie, ma non acquisite. E alcuni consiglieranno di favorire il maggior numero di individui, di tutte le classi sociali e di tutte le razze, in media ugualmente dotate, per poter scegliere su una popolazione pih vasta, e in partenza statisticamente omogenea. Oppurc - sociologi inglesi vittoriani lo sostenevano seriamente, e i raz- zisti lo hanno tragicamente npplicato ai giorni nostri - si affermerh che

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i gruppi di Clite, o le razze pih incirilite, sono arrivate a migliori realiz- zazioni perch6 costituzionalmente pih dotate, e sono quelle clie si devono favorire, impedcndo l’incrocio delle clnssi superiori con le inferiori, scon- sigliando la prolificith di queste ultime, clie perb, orrore, pih sono povere e incolte pih figli hnno ; e si mantcrrh benevolmente l’aparteid tra razze diverse, o addirittura si giustifieherh il dominio della mzza privilegiata, fino a1 diritto di sterniinio.

In re&&, allevamcnti e coltivazioni razionali richiedono incroci e selezioni giudiziosamente operate per migliorare il fondo genetieo, e poi le migliori condizioni ambientali, per fare realizzare pieiiamente le dispo- sizioni ereditarie. JIa in sociologia la via deve esserc opposta, perch6 gli uomini non soiio piaiitc di granturco 116 pecore merinos : condizioni mi- gliori, ecorioiniclic e culturali, per tutti, clie partano eon gli stessi van- taggi, e poi ciascuno realizzerh quello clie potrh, e la vita seleziona secondo i valori etici ed cconomici stabiliti dnlla Societh. Ed I: In scelta dei valori quella clie ha la Vera importnnza, pcrclid l’uonio, giuiito alla conosccnza e reso sapiente dalla scienza, I: giuiito aiiclie alla libert8, e dcve esser sag- gio nella scelta delle vie in vista di uti fine. E mi piace ricordare un u pen- siero degli anni dificili 1) di EINSTEIN, clie serive : a Dovremmo stare at- tenti a noii soprnvvalutare la scienza, e i metodi scientifici, quando si tratta di problemi umani. E lion dovrcmmo ammettere clie gli esperti siano gli unici a pronunciarsi in questioni riguardanti I’organizzazione della so- cieth 1).

Kon sopravvalutare gli csperti significa non abbandonarsi alla tecno- crazia, ma non si deve certamente intendere come uiia rinuiicia ai progressi delle conoscenze scientifiche, clie lianno profondamente influito sul pen- siero storico, allontnnnndo sempre pih dalla storin dell’uomo l’interfcrcnza di forze a h i estrnnce. Le pestilcnzc, simbolo dei mali clie hanno nflitto e amiggono l’umanit8, lion sono dovutc all’ira di un saettante figlio di Giove. La scienza aumenta insienie la liberth dell’uomo e la sua consape- vole responsabilith; ed ancor oggi si pub, anzi oggi pih clie ieri si deve invocare il Dio clie I: in noi.. . ed esorcizzare il diavolo dal corpo. N6 seni- bra che, almeno nei casi eseniplari, il riconoscimento delle varic forze clie operano nell’uonio, e quiiidi il giudizio di valore per la storia, sia dificile, e l’astensione dal formularlo raccomaiidabilc : il giudizio tra coloro clie lianno testimoninto contro l’ingiustizia c coloro clie ne hanno soffocato la voce ; tra la difesa di tutto un popolo iniplacabile nella decisione chc l’ag- gressore lion passer&-e l’ultima difesa nel bunker di Berlino. E 18 dove la scclta I: pih difiicile, niaggiore la responsabilitj e il travaglio, e pih giusti- ficato l’errore clie l’clusione.

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Cod, se all0 storico 6 Iecito essere impegnnto, altrettanto pui, e dcvc essere impegnnto lo scienziato, perch6 lc sue scoperte delle leggi natmali, alle quali non pub essere predicato un ralore, potrnnno poi influire sulla socictk umann, qunndo In riccrcn di bnse si fa tecnicn ; e soprntutto per- chC, a gunrdare pih lontano, le conosccnze scicntificlie influiscono sulla visione del mondo di tut ta In societh, clie possicde un patrimonio cultu- rnle di doppia ricchezzn, umanistica e scicntificn.

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