63
ARCHEOLOGIA ROMANA Prof.ssa Capecchi PRIMA LEZIONE 1/3/2010 Introduzione all’arte romana. Non sappiamo ben definire il periodo romano ( anche se abbiamo date convenzionali) che dura circa 13 secoli. Il tempo antico è un tempo lento. Il COLOSSEO ( Anfiteatro Flavio) costruito tra il 71 e il 93 a.C. non veniva utilizzato solamente per i giochi gladiatori. Il PANTHEON, realizzazione ingegneristica più spettacolare dell’arte antica. Cupola in calcestruzzo gettato su delle forme. Non è chiuso in alto dalla “lanterna” ( come nelle cupole più moderne), non serve, c’è un buco. Conservazione originaria dei pavimenti e delle pareti. Pregiudizio del 1700 che vede i romani come bravi ingegneri ma artisti non originali: NON VERO! Un altro campo in cui erano bravissimi è il RITRATTO. Si raggiunge vertici assoluti con il “BRUTO” Capitolino ( in Campidoglio), bronzo. Oppure il “RITRATTO DI SIGNORA”( anche chiamato “Bella” o “Testa Fonseca”, in onore della famiglia di appartenenza) Roma, musei Capitolini – ritratto praticamente integro. Hanno quattro secoli di differenza.

Storia Arte Romana

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Storia Arte Romana

ARCHEOLOGIA ROMANAProf.ssa CapecchiPRIMA LEZIONE 1/3/2010Introduzione all’arte romana.Non sappiamo ben definire il periodo romano ( anche se abbiamo date convenzionali) che dura circa 13 secoli. Il tempo antico è un tempo lento.

Il COLOSSEO ( Anfiteatro Flavio) costruito tra il 71 e il 93 a.C. non veniva utilizzato solamente per i giochi gladiatori.

Il PANTHEON, realizzazione ingegneristica più spettacolare dell’arte antica. Cupola in calcestruzzo gettato su delle forme. Non è chiuso in alto dalla “lanterna” ( come nelle cupole più moderne), non serve, c’è un buco. Conservazione originaria dei pavimenti e delle pareti.

Pregiudizio del 1700 che vede i romani come bravi ingegneri ma artisti non originali: NON VERO!Un altro campo in cui erano bravissimi è il RITRATTO.Si raggiunge vertici assoluti con il “BRUTO” Capitolino ( in Campidoglio), bronzo. Oppure il “RITRATTO DI SIGNORA”( anche chiamato “Bella” o “Testa Fonseca”, in onore della famiglia di appartenenza) Roma, musei Capitolini – ritratto praticamente integro. Hanno quattro secoli di differenza.

Page 2: Storia Arte Romana

SECONDA LEZIONE 2/3/2010BRUTO CAPITOLINO (perché sta nel Campidoglio) conosciuto dal 1500 e così denominato.La TESTA FONSECA apparteneva al cardinale Fonseca, oggi si trova anch’essa nei musei Capitolini.Altre categorie immediatamente riconoscibili come appartenenti al mondo romano:

l’ ATRIO DELLE CASE ROMANE ( ed esempio)

A Boboli hanno ricostruito dimore pompeiane ( es. casa dei Vettii). La casa dei Vettii è una delle case più complete di Pompei ( c’è anche l’arredamento del giardino) di questi due fratelli commerciantiAltra categoria è il MOSAICO (pavimentale, parietale, fontane, ecc) cosiddetta “pittura su pietra”. Varie tessere di varie forme e colori disposti a comporre un disegno. Esempio: El Djem (africa, odierna Tunisia), casa della Processione Mosaica Pavimentale. Elemento caratteristico della decorazione romana. Genere che nell’età imperiale ha grande slancio ( per motivi funzionali ed economici

Altra categoria: SARCOFAGI. Casse funerarie decorate all’esterno con rilievi, talvolta anche a tutto tondo. Li troviamo sia in musei che in chiese. Collezionati fino dall’età medievale ( dal X secolo i pisani illustri si facevano seppellire in essi. Anche l’imperatore Federico di Svevia e la moglie, a Palermo, oppure Ottone III a Aquisgrana. Specialmente i Papi, tenevano molto a questa usanza.

Fino al 1245 il Battistero di Firenze era circondato da sarcofagi di ricchi fiorentini e ce n’erano anche all’interno. Es. Sarcofago ovale “Badminton” con decorazione mitologica: Dioniso e i quattro geni delle stagioni (260-265 dC) New York Metropolitan Museum. I geni di solito erano 3 giovinetti che portano doni di ogni stagione. Poi si aggiunge il 4°. Al centro seduto su un lupo/pantera, sta Dioniso giovane, accompagnato da satiri e che porta in mano lo scettro a lui proprio.

Dioniso viene spesso ritratto sui sarcofagi perché è il Dio del vino, di ciò che muore e rinasce (anche’egli muore e rinasce) della vegetazione. Ecc

IL COLOSSEO (Anfiteatro Flavio)Anfiteatro= non è un teatro, è un edificio di forma ellittica.Il TEATRO è invece circolare (invenzione del mondo greco, costituito da CAVEA – sedili a semicerchio che scendono attorno all’ ORCHESTRA – dove ci sono gli attori. Dal mondo greco Roma prende il teatro ma ne cambia le forme. Esempio: Aspendos, Asia Minore oggi Turchia, conservazione perfetta, età di Adriano, che nel medioevo diventa una fortezza.

Nel teatro romano l’orchestra resta vuota. Il muro dietro era la scena, il fondale fisso con tre parti in basso dove entravano gli attori. Gli attori stavano su un palcoscenico – PULPITUM – piattaforma di legno rialzato. Si facevano rappresentazioni teatrali e letture di poesie.

Mentre tutti gli altri generi si fanno negli anfiteatri. Eccetto le corse di cavalli, che si svolgono nello STADIO (Es. Piazza Navona a Roma). L’anfiteatro ha gradinate a 3-4-5 piani, numero enorme di spettatori, al centro vi erano gallerie dove c’erano i camerini di gladiatori e bestie, sopra un pavimento di sabbia – ARENA – dove si svolgono gli spettacoli.

Anfiteatro Flavio: gli imperatori si distinguono in dinastie. Quella Flavia (Vespasiano, Tito e Domiziano) era grande costruttrice. Vespasiano lo inizia e Domiziano lo conclude (71 – 93 dC)

E’ l’anfiteatro più grande conosciuto, ma tutti erano grandi, sono un’invenzione del mondo greco, non esistono anfiteatri greci, ma solo anfiteatri in Grecia. E’ un segno distintivo della Romanità: sono da tutte le parti ma sono tutti romani (es. El Djem; Pola, ect) Sono numerosissimi.

Page 3: Storia Arte Romana

Una città romana ha NECESSARIAMENTE alcune strutture, fa parte del modo di vivere delle civis: tra queste le TERME. In Grecia c’ erano piccoli bagni pubblici annessi alle palestre. Le terme invece erano grandi strutture pubbliche (in gran numero in tutte le città) erano luoghi di ritrovo, dove si facevano affari. Le Terme di Caracalla a Roma avevano biblioteche, vi si passava gran parte della giornata.

Altro edificio “obbligatorio” per la città è l’anfiteatro. Ospita i LUDI (venatori gladiatori) - caccia alle belve. Il tempo pubblico del cittadino romano ha elementi fissi, deve seguire le feste delle divinità, secondo un calendario preciso (diverso dal nostro). C’è una scansione civile del tempo. I DIAS FESTI regolano la vita del cittadino, poi c’è la COMPTIO, riunione pubblica, e ci sono i LUDI , giochi nell’anfiteatro. I ludi nel mondo romano non hanno mai perso il loro valore religioso. Si è tenuti a parteciparvi. (es. Piazza Peruzzi a Firenze)

L’anfiteatro è una struttura di necessità romana, nata molto tardi. Non si costruisce in pietra fino a circa l’anno Zero. Per secoli i ludi sono stati celebrati in spazi aperti delimitati da palizzate.

L’Anfiteatro Flavio si trova a Roma, nel cuore della città. Nelle città piccole gli anfiteatri stavano fuori delle prime mura per motivi di spazio. (Pianta di Roma nel IV sec dC – Costantino) Roma ha avuto due cinte murarie. La più antica delimita lo spazio giallo “CINTA SERVIANA” città del VI sec aC. Dopo di che Roma non ha più avuto bisogno di mura fino alla fine del III sec dC (per nove secoli ne ha fatto a meno- caso eccezionale!. Nel 283 dC viene conclusa la 2° cinta AURELIANA. Il Colosseo è al centro di entrambe le cinte murarie!!!! Occupa lo spazio che prima era occupato dal laghetto artificiale che Nerone aveva costruito all’interno della DOMUS AUREA. Nerone costruì tanto ma anche privatizzò spazi pubblici. Dopo la sua morta, gli imperatori Flavi, resero pubblici gli spazi privati di Nerone. Quindi il laghetto venne prosciugato, disseccato, fatti i sotterranei e costruito il Colosseo. Si chiama Colosseo perché davanti c’era una statua colossale di Nerone in bronzo (30 metri)

IL PANTHEON

Si trova in una zona di Roma, oggi rinascimentale: CAMPO MARZIO. Nell’antichità (al contrario del moderno, oggi fittamente costruita) era una specie di parco continuato con qualche edificio pubblico. Spazio tra Via Lata – ora Via del Corso – e il Tevere. In questa zona verde c’erano terme, stadi, circhi, teatri piuttosto isolati e pochissime abitazioni. Il Pantheon sta nel cuore di Campo Marzio (prima era una grande palude)

Il Pantheon è costituito da un edificio circolare con un portico di colonne in granito. Davanti c’è un’iscrizione: M. AGRIPPA . L.F. COS. TERRTUM. FECIT (Marco Agrippa, figlio di Lucio, console per la terza volta, fece – ciò- ) I romani contavano il tempo o dall’anno zero o col nome dei consoli e così abbiamo l’elenco dei consoli. M. Agrippa fu console nel 27 aC, era erede designato di Augusto, suo genero, ma morì prima dell’imperatore . In realtà il Pantheon di Agrippa era profondamente diverso: era un rettangolo /non c’era l’edificio circolare, ma una piazza. Si entrava dall’altra parte. Totalmente diverso da adesso. Roma è stata incendiata molte volte, distruggendo il centro storico fino al Campidoglio. Ogni volta si ricostruiva tutto diverso. L’edificio è dedicato all’adorazione di tutte le divinità (per Agrippa serviva il culto imperiale della famiglia di Augusto) La sua conservazione perfetta è data dalla sua buona fortuna di diventare presto una chiesa. Nel foro romano, il TEMPIO DEL DIO ROMOLO è il primo a diventare chiesa (oggi è S. Cosmo e Damiano). L‘ imperatore d’oriente, nel 608 dC (non c’è più l’impero di Occidente) PHOCAS – si legge FOCAS - chiede la legittimazione dei suoi atti al Papa, il Papa glielo dà in cambio l’imperatore, al quale appartenevano tutti gli edifici pubblici di Roma, gli regala il Pantheon. Fu trasformato subito in chiesa. Nel VII sec diventa S. Maria Ad Martires, molto importante, ben conservata, interno leggermente rielaborato. Ad un certo punto venne considerato anche possibile luogo di sepoltura di gente straordinaria (es. Raffaello).

RITRATTI:

Page 4: Storia Arte Romana

Il BRUTO CAPITOLINO è un bronzo (dal mondo antico ci sono arrivati pochissimi bronzi). Nell’antichità la minima parte della scultura greca e romana è in bronzo. Oggi ce ne rimangono pochissimi, rispetto al marmo, perché il bronzo è stato fuso e riutilizzato. Questa lega è difficile da ottenere e da lavorare. E’ una tecnica rara e non per tutti. Nel medioevo va perduta, anche per l’elevato costo, quindi si fondevano le opere antiche (99 % dell’arredo di Roma , viene perduto). A Roma, nel medioevo, erano conservati alcuni bronzi, nel nome di un’idea (es. La lupa , Marco Aurelio e Bruto). Nel 1471 un Papa raccolse questi bronzi, per lo più al Laterano, e li spostò al Campidoglio.

BRUTO . Il busto di Bruto non è antico, è del XVI sec. su modello antico di bronzo, mentre la testa è originale. Gli occhi (come spesso nell’antichità) hanno le palpebre cave e le cornee vengono applicate da dietro in altro materiale (vetro o pietra dura) Occhi riportati. Quasi tutta la scultura era dipinta (non come la vediamo adesso). Nel bronzo, in genere, c’è una doratura dei capelli, distinzione cromatica degli occhi, labbra coperti di lamina di rame puro (rossastro)

Questo Bruto, da una grande famiglia, potrebbe essere uno di quei romani che contribuirono, nel 509 aC, ad allontanare da Roma l’ultimo re. 753 aC fondazione di Roma (AUC. Ab urbe condita). Questo è un regno, nel 509 comincia la repubblica (res publica). Formalmente Roma non cesserà mai di essere una repubblica, ma nel 27 aC il Senato rilasciò a Ottaviano il titolo di AUGUSTUS. Da lì si dice che nasca l’impero, ma non c’è mai stata una struttura politica chiamata impero, gli imperatori non “salivano al trono” formalmente rimane sempre una repubblica.

Page 5: Storia Arte Romana

TERZA LEZIONE 3/3/2010

Nelle opere, a volte, si trovano dei buchi da cui vengono estratte le staffe di bronzo che univano un blocco all’altro. Un papa ha eliminato e rifuso le tegole di bronzo del Pantheon per fare dei cannoni (Papa Barberini )

CALCAREE= fosse in cui si gettavano frammenti di marmo e dove, mediante alte temperature, di trasformavano in calce (CALCINARE).

BRUTO: al suo arrivo in Capidoglio venne denominato Bruto:

FORSE è Lucio Giunio Bruto, uno dei padri della repubblica romana, destituisce Tarquinio il Superbo (ultimo re) assieme agli aristocratici. Tarquinio aveva violentato Lucrezia, moglie di un aristocratico, e il suo clan, per vendetta, lo espulse. (il marito Collatino e Bruto, i protagonisti di ciò)

Con questo nacque la Repubblica che si resse con magistrature (cariche pubbliche) di cui il potere esecutivo era dato ai consoli (due per anno) Lucio Giunio Bruto fu uno dei primi due consoli, insieme a Collatino.

OPPURE Un suo lontano discendente. Marco Giunio Bruto è uno dei cesaricidi (Tu quoque Brute, fili mi). Bruto non era figlio di cesare, ma a lui molto caro, era un pensatore, un filosofo. Si unì ai congiurati a difesa strenua della repubblica (pensavano che Cesare volesse la morte della repubblica).

I NOMI DEI ROMANI un cittadino, per nascita o per merito, ha tre nomi:

il nome personale, tradizionalmente scelto in un gruppo di 13 nome PRENOMEN; il secondo nome è che indicava la GENS, specie di clan, più famiglie con antenato in comune

NOMEN;il terzo è quello della famiglia.Es. CAIO GIULIO CESAREUna gens molto famosa era la gens CORNELIAEs. Silla I aC era LUCIO CORNELIO SILLAEs . Scipione era LUCIO CORNELIO SCIPIONEQuanto è stata trovata, la statua si identificò subito col fondatore della repubblica (perché sembrava troppo vecchio) Ancora oggi non sappiamo chi sia raffigurato, ma ci interessa perché è un ritratto.

Nell’antichità e in molti altri periodi (es. Medioevo) il ritratto non era inteso come lo intendiamo noi. Non esisteva nessuna volontà o tensione di riprodurre fedelmente i lineamenti. Davano un’immagine generica e per identificarlo ci si scriveva sotto il nome.

Il ritratto moderno si data alla fine del medioevo, età comunale, dove viene esaltato il singolo, procede poi nel rinascimento dove la singolarità è fondamentale. Caratteristiche precise del volto e del carattere.

Alle origini non era assolutamente così. Possiamo dividere il ritratto dell’antichità in tre categorie:

TIPOLOGICO: non ci dà il volto preciso ma ci dà l’idea della classe di età a cui appartiene o del sesso di chi è ritratto. Questo è stato il tipo di ritratto di Atene fino al IV sec aC, inoltre c’è era legge in cui si proibiva di ritrarre un uomo vivo.

Alla fine del IV sec nasce quello

FISIONOMICO O FISIOGNOMICO dà l’idea del carattere, della natura del personaggio e dei lineamenti (es. Alessandro Magno) A. Magno, figlio di Filippo il Macedone, allevato dal precettore Aristotele. La macedonia, in questo periodo contrariamente a Atene e Sparta, è in grande sviluppo,

Page 6: Storia Arte Romana

società militarizzata, crea la formazione a FALANGE – formazione chiusa di fronte con lance di 6 metri tenute in orizzontale. Dicono che Alessandro fosse bellissimo, con gli occhi di colore diverso e con un difetto fisico, dalla nascita, con la testa inclinata da una parte. I ritrattisti sfruttano ciò e danno ai ritratti sempre una torsione. Ventenne parte alla conquista del mondo, crea un impero che si frantumerà velocemente alla sua morte (India a 33 anni) Si dice che Giulio Cesare pianse ai suoi 33 anni, perché nel paragone con Alessandro, lui non aveva ancora fatto niente. Alessandro aveva un grande ritrattista/artista LISIPPO. Ed è con lui che il ritratto diviene fisiognomico. Alessandro aveva capelli rossi scapigliati con una ciocca centrale tirata su come quella di un leone (verrà di grande moda tra i generali). La forze di queste forme pervade la cultura greco e anche italico (III sec aC Roma e Etruria).

Infine viene il ritratto di

RICOSTRUZIONE frequente nel mondo greco e romano dal IV sec aC per nobilitare personalità del passato di cui mancano ritratti. Si inventa in base a cui che era stato tramandato.

Il Bruto non è un ritratto fisiologico (non è ideale) bensì fisiognomico. Si pone tra i più antichi (inizi III aC) potrebbe essere un ritratto di ricostruzione di Bruto, oppure un aristocratico dell’epoca. Si accentuano certi elementi, rughe sulla fronte (pensatore) sguardo fisso (serietà e decisione) senza sorriso (determinazione e severità) per dare un’idea del carattere (290-280 aC)

Il ritratto femminile era differente. il ritratto femminile a Roma nasce tardissimo (fisiognomico) verso il 40 aC circa in ritardo di quasi 4 secoli. Non si hanno prima per il ruolo, anzi non-ruolo, delle donne nella società romana. Prima era solo un ruolo secondario, anche un’aristocratica era sottoposta all’autorità prima del padre (PATER FAMILIAS). Giuridicamente l’autorità del padre è tantissimo, Esce da questa per entrare nell’autorità del marito. Non poteva avere patrimonio proprio (eccetto le vestali, particolari donne). Le vestali erano solo sei, entravano nel “convento” tra i 6 e i 10 anni, stavano in servizio per 35 anni e poi uscivano e potevano sposarsi ( ma di rado avveniva). Erano custodi del focolare di Vesta, figlie e spose della comunità, non potevano avere amanti, in tal caso venivano sepolte vive (campo scellerato) con una tazza di latte e una lucerna. In compenso avevano grande autorità, guardie del corpo e se incontravano un condannato a morte, questo veniva graziato. Potevano uscire, a differenza delle donne, e avevano patrimonio personale.

Il ruolo secondario delle donne era definito anche dal loro nome: hanno solo il nome gentilizio (della Gens)

Per capirsi vi erano aggiunte tipo Maior o Minor. Quando si sposano diventano es. Cornelia di Giulio.

Negli anni 50.40 e 30 aC (Cesare, Ottaviano, Marc’Antonio) le moglie di questi personaggi assumono un ruolo politico perché sono “merce di scambio” per alleanze tra questi personaggi famosi, formano legami familiari fortissimi per questo motivo. Le donne quindi devono essere propagandate (ci sono persino monete con effigie di donna) con ritratti fisiognomici.

Anni 40 aC (uno dei primi) Roma, Museo Nazionale. Ritratto di Aristocratica. Complessa acconciatura e volto metà ideale e metà precisamente connotato (pieghe delle labbra e occhi). Vengono ritratte per il momento donne appartenenti alle classi alte. Esiste un ritratto di Cornelia (II sec aC) perché Catone si scaglia contro questa abitudine. Ma sicuramente era un ritratto tipologico. L’individuazione dell’appartenenza a una classe alta è legato alla ricchezza dell’acconciatura della donna. Solo loro potevano permettersi uno schiavo che acconciasse i capelli (ornatrix - ornatrice) in casa.Perciò da quando compare vediamo signore con complicatissime acconciature.

TESTA FONSECA ( 90-100 dC fine età Flavia)

La corona straordinaria di ricci segno appartenenza a ricchissima classe sociale. Capelli divisi, parte anteriore arricciati con ferri (e probabilmente parrucca) e dietro tante trecce a corona sulla nuca e composti a nido su retro. Non si sa chi sia questa donna. Questa moda riccia però è passeggera come tutte. Seguiamo le mode grazie alle monete delle imperatrici. E così datiamo ritratti di signore

Page 7: Storia Arte Romana

private. Es: Faustina, moglie di Antonio Pio (14 figli in 11 parti) ha una coniazione di monete ogni parto, 11 monete 11 pettinature diverse.

Questo seguire le mode è valido anche per i ritratti maschili da Augusto a Adriano. Gli imperatori si radono e se troviamo la barba è poca o per ragioni di lutto. La barba la portava il giovane romano fino ai 17 anni e poi divenuto uomo si radeva (escluso i periodi di lutto). Con Adriano però il ritratto imperiale diventa con la barba (vuole essere riconosciuto come imperatore-filosofo). Fece molto scalpore che si pensava che la barba celasse una pelle butterata da una malattia. Anche gli imperatori successivi avranno la barba fino al III sec. Cambia per un motivo ideologico. Cominciano gli imperatori-soldato (barbetta corta) non c’è più tempo per tagliarla perché è un soldato.

Un ritratto ha significati diversi per uomini e donne.

LA CASA DEI VETII

La casa dei romani di Pompei, dei fratelli Vettii è databile precisamente per la sua tragica fine – fine agosto del 79 dC. L’eruzione dei Vesuvio e i venti gassosi battenti uccidono i pompeiani e gli ercolani (fenomeno narrato da Plinio il Vecchio, anche lui morto in esso) Plinio, generale, era di base vicino a Pozzuoli e quando iniziò l’eruzione corse a vedere cosa succedeva, non potè salvare nessuno ma volendo studiare da vicino descrisse cosa succedeva. I suoi appunti li pubblica Plinio il Giovane, nipote, Il vecchio morì lentamente per avvelenamento di anidride solforosa.

Le città di Pompei e Ercolano vennero distrutte totalmente, vennero scoperchiate dai venti e riempite di lapilli dall’eruzione e piogge di cenere vulcaniche (non di lava, altrimenti sarebbero bruciati)

Pompei – lapilli e Ercolano - cenere simile a cemento

Le due città e le ville attorno sono bloccate a un anno e un giorno ben preciso, quindi siamo certi di come vivevano e cosa facevano e di come erano fatte le cose in quel momento. Termine cronologico certo.

I romani che abitavano a Pompei in quel momento avevano case come possiamo costruire benissimo ( ad esempio, invece in Africa il cortile era nel sottosuolo)

Una casa romana di Pompei: la DOMUS (diversamente dagli appartamenti che esistevano) non ha finestre sulla strada al piano inferiore. Talvolta solo affacci al piano superiore. Le aperture sulla strada erano botteghe o negozi. Affacciavano invece su atri e cortili interni (mondo chiuso) Ad Ercolano (zona più elegante di Pompei),cittadina di vacanze, molti primi piani conservati hanno finestre ballatoi e affacci sulla strada. L’illuminazione era dall’interno, si chiudevano fuori rumori e odori (Pompei non ha fognature)

Page 8: Storia Arte Romana

QUARTA LEZIONE 8/3/2010 CASA ROMANAConosciamo bene le case vesuviane. Caratteristiche portanti della casa romana, non diverse dalle greche. C’è sempre uno spazio aperto dove c’è o il pozzo o la cisterna dell’acqua circondato da poche stanze.

CASA DI ROSELLE “dell’Impluvio” in ETRURIA

Casa ad impluvio o a atrio < cortile con dispositivo per raccogliere acqua piovana e inserirlo in una cisterna-pozzo. Può essere con o senza tettoia.

Nomi delle varie stanze (es. Casa dei vettii)

Il piano superiore non è un piano nobile, le stanze per vivere sono a pianterreno più fresco d’estate e più riscaldabile d’inverno. Al secondo piano viveva solitamente la servitù.

Si entra in un vestibolo che può essere più o meno affiancato da stanze dove generalmente c’è il servo che apre la porta. ATRIO> impluvio, punto più utile, poi ha solo funzione decorativa, quando vengono fatte le tubature. Atrio< stanza nera. In origine al centro della stanza vi era un buco da dove usciva il fumo del fuoco

L’atrio è una stanza comunitaria: da accesso al TABLINO – studio del padrone, dove egli teneva i conti- dove c’era la cassaforte di famiglia. Serviva anche per ricevere i CLIENTES (personaggi ad esempio decaduti, legati al padrone di casa, privi di risorse. Essi vengono mantenuti dal lui, gli fanno visita e gli viene data una SPORTULA (soldi e cibarie) mentre il padrone parla con uno, gli altri stanno nell’atrio (unico posto in cui si può andare senza il permesso del padrone di casa) Talvolta (poche) vi erano piccole statue.

L’area di servizio (latrina, accanto alla cucina) è formato da un piccolo cortile ad impluvio con qualche stanza (dispensa, ecc.) La cucina era fatta da un bancone in muratura col fuoco, ecc. Qui troviamo la scala per il piano superiore.

Giardino con cortile porticato> PERISTILIO (con colonne tutto intorno) c’è sempre più o meno grande.

VIRIDARIUM > orto verde con tettoia. Qui si affacciano stanze importanti di soggiorno estivo e/o invernale, molto decorate (talvolta anche le camere). Se si affacciano le ESEDRE (stanze di soggiorno) allora sono decoratissime (parietali e pavimentali) Ci vengono gli invitati.

La case sono più o meno così, mentre diverse erano le ville, più simile ad un centro abitato di un’impresa agricola rinascimentale. Nella villa c’era la PARS URBANA (abitazione del padrone e del fattore) e la PARS LIBICA (?) ( del contadino) dove ci sono le cantine, Tutte e due erano insieme.

Nella casa ci sono i CUBICULA (dove si dorme). Le scale per il piano superiore sono piccole, il piano superiore può avere aperture sulla strada.

La casa romana, di norma, è decorata o pitturata a seconda della sua ricchezza. Come sono decorate? Sono sempre differenti (non sappiamo niente fino al 5 sec aC)L’atrio prima era affumicato dal fumo del fuoco e alle pareti erano appese, con fili rossi per collegarle secondo le filiazioni, le maschere di cera dei defunti ( per le famiglie signorili). Fino al 2 sec aC sono decorate, talvolta anche le stanze di servizio. All’inizio del 2 sec aC fino alla distruzione di Pompei (79 dC) conosciamo bene lo svolgimento degli “STILI” - schemi base della decorazione. Conosciamo ben 4 stili distinti, che però trapassano uno nell’altro.

Il 4° stile è databile a Roma dal 50 dC (così è decorata la DOMUS AUREA di Nerone). Pompei nell’anno 62 dC era stata sconvolta da un terremoto che danneggia tutti gli edifici. Vengono restaurati (ancora oggi abbiamo stanze non finite) Tutte le case restaurate sono decorate nel 4° stile.

Page 9: Storia Arte Romana

Nel 4° stile le architetture ( colonnine finissime, esilissime) sono su pareti dipinte (illusorie) Ci sono grandi riquadri pittorici (Triclinio settentrione Casa dei Vettii) oppure degli SFONDATI (specie di finestre con architetture complicatissime e finissime con vedute prospettiche da sotto dei tetti).

Quindi anche nella decorazione della case c’è uno sviluppo che conosciamo. Tutto quello che segue è un ulteriore sviluppo del 4° stile (grazie a Villa Adriano e Villa del Palatino) ma molto meno certo degli affreschi di Pompei.

I MOSAICI

Sono caratteristici delle case romane (pavimentali). Solo a partire dal I sec aC si conosce il lusso (si riconosce a fatica l’esempio greco. Es. il marmo si inizia ad usare per edifici pubblici solo da Cesare) per 7 secoli della sua storia Roma non ha conosciuto il marmo e i pavimenti di mosaico ornamentale. Ha conosciuto il COCCIUTESCO, dove si inseriscono i pezzi di pietra colorata. La Villa di Augusto e della moglie Livia hanno pavimenti con mosaici semplici in bianco e nero.

Il mosaico in genere o ricopre tutto il pavimento o ricopre il centro della stanza (EMBLEMA) La varietà segue delle varianti date dall’epoca e dal luogo. L’Africa settentrionale (dal Marocco alla Libia) ha mosaici caratteristici: hanno le tessere piuttosto grandi (1 cm) si usa l’intera gamma dell’ocra ma non ci sono altri colori, perché vengono sfruttate le cave di marmo della Tunisia (in età imperiale) in SYMITTLUS, che procura marmo “giallo antico”, molto colorato ma solo di quella gamma. I ritagli del marmo sono tagliati a tessere e usati per la pavimentazione mosaicale. Da lì sviluppano le scuole che vanno a fare i mosaici anche a Roma. Gli sfondi sono sempre bianchi, le fasce (BORDURE) attorno al mosaico piuttosto semplici (es. ghirlande o scudi) Il mosaico è una caratteristica tarda. (mosaico IIIaC a El Djem, Casa della Processione) .

Se ci spostiamo in Siria troviamo mosaici totalmente diversi. (es. Shabba/Philippopolis- metà 3 sec dC età imperiale) Al centro vi era un empiema enorme attorno una ghirlanda ricchissima, con amorini, fiori, frutta. Con molti colori, oltre al marmo ci sono tessere in vetro opaco e colorato. Questo rende i mosaici più pittorici (grazie alle sfumature più graduali, chiaroscuri meno duri) L’emblema centrale è: Diana vergine cacciatrice circondata dalle ninfe, sorpresa da Attenone, un cacciatore che viene punito trasformandolo in un cervo e divorato dai suoi cani. Sfondo paesaggistico con grotte e acqua, molto ricco. Sono riportato in greco i nomi dei personaggi mitologici.

In questo periodo l’impero è linguisticamente diviso in due:

Occidente ---latinofono, compreso Africa settentrionale, cuore di latinità.. es S.Agostino o Apuleio Oriente ----- grecofono, tutta la parte orientale a partire dalla Grecia.Le leggi e le iscrizioni sono in greco. L’impero è bilingue,le persone importanti e di cultura devono saper parlare perfettamente entrambe le lingue. Si dice persino che Romolo era andato a imparare il greco.

I SARCOFAGI ROMANI

Nascono molto tardi e sappiamo poco o nulla fino al 110 dC.Hanno però molta fortuna. Un sarcofago implica una sepoltura per inumazione (seppellire nella terra) La Roma delle origini seppelliva per lo più in terra ma esisteva anche l’incenerazione, il modo non era legato a credenze religiose ma spesso a mode. Anche quando venivano inceneriti, si ricorreva all’inumazione mettendo sopra le ceneri dentro l’urna un po’ di terra. Dal 2° secolo diventano formule correnti per le classi evolute. Erano in marmi pregiati con lavorazione a rilievo, lungo circa 2-2,50 metri.La varietà della produzione si divide per secoli ma non solo per motivi cronologici (che ci danno idea dello stile). Negli anni 260 circa si amano rilievi altissimi con figure accalcate, in tantissimi piani con alcune parti o tutto tondo. (Es sarcofago Badminton – ovale)

SARCOFAGO LUDOVISI Roma Museo Nazionale (Palazzo Altemps circa anno 260)

Page 10: Storia Arte Romana

E’ un sarcofago rettangolare alto un metro e 53 cm (il doppio del Badminton) Il soggetto non è mitologico ma è una battaglia tra Galli e Romani (diversamente dal Badminton) e c’è un protagonista: in alto al centro: il generale (propaganda). Le figure seguono uno schema: i barbari (baffi, capelli sporchi, seminudi) sono accatastati in basso, i soldati romani sono alti, alcuni persino a cavallo. Al centro il vincitore: il generale, in alto, che cavalca senza combattere facendo un grande gesto. Questo è il defunto del sarcofago (fatto su commissione). Il sarcofago è perfetto salvo la faccia del protagonista. Il committente di solito, fa tutto prima, lasciando il volto per fare un ritratto fisiognomico (e a volte gli eredi lo lasciano non finito). Le figure sono altissime (40 cm di rilievo)

Negli stessi anni quindi abbiamo due diversi sarcofagi. La differenza è da scuola e luogo di produzione. Il primo non è prodotto, probabilmente, a Roma, il secondo si. Ci sono altri tipo di sarcofagi: es. Parigi Louvre, da Salonicco Grecia - SARCOFAGO AMAZZONOMACHIA. 180 dC. Il coperchio è fatto come un letto da banchetto su cui è stesa una coppia (è BISOMO cioè dentro c’è una coppia) è più profondo del normale. Il pannello ha una battaglia mitologica: amazzoni contro greci. Il sarcofago è decorato su tutti i lati, caratteristica solo di una produzione che prevede un rituale diverso dai sarcofagi fatti a Roma, cioè appoggiati alla parete, perché venivano piazzati al centro della camera sepolcrale. Sarcofago attico (greco di età romana) esportati in Europa Occidentale. Li si esportava normalmente semilavorati, le officine greche a Roma finivano le lavorazioni.

Ci sono anche altri tipo, es quelli dell’Asia Minore – Melfi Puglia , Museo Archeologico Sacrofago a Colonna 165/170 dC. Lettino di triclinio con defunto sdraiato a occhi chiusi, rettangolare, lavorazione architettonica con nicchie coperte ad arco e timpano triangolare alternato che contengono figure di divinità (al centro divinità con lo stesso sesso del defunto). Rilievi altissimi. Prodotto a Dokimeion. Spesso anche questi venivano esportati. Vi erano molti centri di produzione che esportavano in tutto il mediterraneo (es. Roma > sarcofago Ludovisi URBANO – Ravenna > fine età imperiale – Atene > sarcofagi attici – Costantinopoli > non ne abbiamo in Italia – Dokimeion > oggi non esiste più – Alessandria > non arrivano in Italia.

Page 11: Storia Arte Romana

QUINTA LEZIONE 9/03/2010

Per arte romana si intende l’arte della civiltà di Roma e dei territori venuti, nel tempo, a far parte dello stato romano. L’età imperiale ha inizio nel 27 aC

Roma nasce nell’anno 754-753 aC, secondo la tradizione, siamo in un’Italia variopinta dal punto di vista linguistico e etnico. L’Etruria è un complesso di centri indipendenti l’uno dall’altro e va dal Tevere all’Appenino. Mentre nel meridione cominciò la dominazione dei greci. Fondarono città e postazioni commerciali come Napoli, Ischia, Cuma in Campania e Siracusa in Sicilia (anno fondazione 154 aC), anche queste città erano indipendenti, legate solo da una lingua. Infine gli Italici erano divisi in gruppi parlanti varietà dilettali diverse: latini, piceni, sabini, oschi… in Sardegna ci sono postazioni commerciali fenice, potenza con cui si dovrà scontrare Roma a Cartagine (al tempo fenicia).

Il termine di fine dell’età imperiale avviene più o meno 1300 anni dopo la fondazione – data convenzionale 476 dC con la fine dell’Impero Romano d’Occidente. L’ultimo imperatore romano Romolo Augustolo venne deposto dal suo generale barbaro e non venne eletto alcun successore. Si ha la fine dell’impero come istituzione statale solo in occidente. Mentre l’Impero Romano d’Oriente durò fino al 1476 (all’arrivo dei turchi). Punto della non fine. Un’idealità romana sopravvisse anche presso i barbari: Teodorico ambì ad essere un imperatore romano < idea imperiale soprattutto alimentata dall’ideali politico. Anche Carlo Magno volle far rinascere l’Impero Romano e infatti si fece incoronare nel ‘800 dal Papa.

LUPA CAPITOLINA – Musei Capitolini.Uno dei bronzi da sempre in Roma. Remo e Romolo vennero allattati e accresciuti da una lupa. A Roma esistono due lupe di bronzo: una conservata al Campidoglio, l’altra posta nel Foro (forse una copia della prima). Si pensa che questa lupa sia quella del Campidoglio, opera fatta intorno al 480 aC – prima repubblica romana del 509 aC. Una corrente di pensiero data tale opera come un’opera medioevale. Tecnicamente fu studiata dall’interno> degli archi di ferro posti all’interno fanno pensare alla lupa come frutto del medioevo.

Alcuni prodotti dell’antichità vennero usati al servizio degli imperatori romani: CROCE DI LOTARIO con cammei antichi (1000 dC). Sul retro c’è un crocifisso con Cristo e la mano di Dio in alto. Sulla fronte invece si hanno gemme (una in cristallo di rocca, con l’imperatore Augusto) e un’invocazione a Dio di protezione su Lotario. CAMMEO con Augusto: conchiglia a più strati di colori differenti in modo che i colori siano a strati diversi. Il cammeo è una tecnica difficile e di alto costo> oggetti sicuramente appartenenti al tesoro imperiale, riutilizzati secondo la volontà dell’imperatore. L’imperatore Augusto è definito dalla corona d’alloro e dall’aquila posta sul suo scettro. Sul retro la mano di Dio porge una corona d’alloro con all’interno di questi un volatile che potrebbe essere o lo Spirito Santo (colomba) o l’aquila dell’imperatore: IMPERATORE CRISTIANO.

GRAN CAMMEO DI FRANCIA (32 centimetri !) – Parigi. Ci sono 23 strati diversi, altissimo. Viene dalla Cappella del tesoro del re di Francia. Prima età imperiale < l’imperatore Claudio raffigurato con altri personaggi e in alto Augusto divinizzato. Perché tale cammeo è in Francia? Perché c’è stata una riconsacrazione con l’interpretazione biblica: Giuseppe davanti al Signore. Viene quindi considerata oggetto sacro.

Nel rinascimento venne considerata l’arte romana come ARTE. Durante il rinascimento coloro che volevano vedere l’ante antica osservavano l’arte romana, non potendo andare in Grecia, quindi tutta l’arte antica è passata dal filtro dell’arte romana. Solo Bellini è andato in Grecia, dopo la caduta di Costantinopoli ormai divenuta olo Bellini è andato in Grecia, dopo la caduta di Costantinopoli ormai dominata dai turchi e fu uno scandalo.

Page 12: Storia Arte Romana

Dipinto di Casa Galli> il signor Galli conservava tutto, grande collezione privata. Il fatto che il disegno fosse fiammingo ci fa capire quanto importante fosse l’arte italiana all’estero e soprattutto quella antica romana. Nel 1500 si svilupparono numerose collezioni private di elementi di arte antica (es. Villa Medici costellata di monumenti antichi. Probabilmente Michelangelo si ispirò a qualche rilievo di lotta antica, probabilmente di qualche sarcofago antico, per la sua opera Battaglia dei centauri.

Il ritratto dell’imperatore Caracalla (dal 198 al 217 dC) del 210 circa, colpisce perché egli si mise l’armatura cui sopra mise il PALUDAMENTUM (mantello da generale). Sguardo truce, severo da guardia, si fa guardare ma non guarda….novità nel ritratto che venne colta dagli artisti rinascimentali < ispirazione per il Bruto di Michelangelo (museo del Bargello Firenze) opera che non avrebbe dovuto cadere in mano ai Medici, perché Michelangelo era repubblicano. Il Bruto di Michelangelo è un pensatore,strano il fatto che per un repubblicano si sia ispirato ad un monarca assoluto per antonomasia come Caracalla. Roma miniera di arte antica.

CENNI STORICI

Geograficamente costruita sul Tevere ( non a caso) in una pianura, sulla riva sinistra del fiume. In un punto di confine tra le popolazioni italiche. I latini furono una delle più importanti popolazioni antiche. La zona latina era un centro religioso e li popolazioni latine erano collegata da una lega (a sud di Roma). Roma nasce nel punto di confine tra il mondo dei Sabini e dei Latini, secondo la tradizione gli imperatori si alternavano tra sabini e latini. Presenza di un’isola sul fiume ISOLA TIBERINA. Non a caso Roma è stata costruita accanto all’isola, perché dove c’è l’isola il fiume è più praticabile: contatto e commercio, controllo del fiume attraverso tasse. L’isola tiberina è quella che ci dà il cuore della città. I sette colli storici sono sulla riva sinistra del fiume. Il colle PALATINO è quello su cui ROMOLO fondò la sua città il colle CAPITOLINO è di fronte al Palatino; il CAPITOLIUM è il colle vero e proprio e l’………. il colle QUIRINALE si pensava fosse un colle sabino il colle VIMINALE colle dei vimini il colle ESQUILINO cime diverse: OPPIUS a sud, laghetto di Nerone, e CISPIUS

il colle CAELIUS più bello, il colle caelius e il palatino sono separati dalla valle murcia il colle AVENTINUS.

Il suolo di Roma era ricchissimo di acque: semipalude e molti ruscelli. Palude tra il campidoglio e il palatino (Velabro) L’altra palude o nelle zone di Campo Marzio (si chiamava palude della capra). Più di un colle aveva villaggi organizzati privi di mura (epoca pre-urbana) l’abitato del palatino fu favorito per la vicinanza del fiume e per la forte pianura di questo. La Capanno del capo (30 mt di lunghezza) era molto importante. Le capanne sono facilmente ricostruibili perché intorno a queste furono trovati canali per raccogliere l’acqua e i buchi dei pali che sorreggevano tali abitazioni. La forma delle capanne è facilmente capibile grazie alle CAPANNE-CINERARIE urne funebri in bronzo del VIII sec aC o in terracotta: tetto di paglia sorretto da travi di legno incrociate, porta scorrevole, tra palo e palo c’era il vimini e intrecci vegetali poi intonacati con argilla, in alto un foro per il fumo (una sorta di atrium). Queste erano le capanne prima della fondazione della città. Il mito della fondazione era importante come nascita mitica della città e come conoscenza del fatto di essere latini e misti. ARA CASALI viene rappresentata la storia di Roma su fasce: una ragazza della città di Alba, si fece vestale e divenne incinta perché violentata da Marte, la ragazza si chiamava REA SILVA (mentre la ragazza dormiva in presenza del Tevere<uomo barbuto dallo scettro vegetale. La seconda fascia della narrazione ci mette di fronte a Rea con in braccio i suoi gemelli (Romolo e Remo) accanto a lei ci suono due uomini con un bastone ricurvo (bastone del pastore) tutti e tre guardano verso l’alto. Forse per ispirazione di Marte i bambini devono essere abbandonati, affidati ai pastori che li metteranno in una cesta e abbandonati nel Tevere. Marte

Page 13: Storia Arte Romana

sorveglia con in mano un trofeo (un palo si alzava dopo una battaglia con sopra le armi del nemico e le proprie > ex voto) la quarta scena rappresenta la cesta dei bambini che si arena tra il fiume e il Velabro, nella grotta abitava una lupa (la grotta si chiamava LUPERCALE) che li nutrì fino a quando due pastori, con aria stupita trovarono i bambini. Inizia così la storia di Roma.

Page 14: Storia Arte Romana

SESTA LEZIONE 10/03/2010

ARA CASALI fine II sec dC (circa 160-170)

Conosciamo molte versioni letterarie e figurate della leggenda delle origini. Ad es. c’è un monumento commemorativo della nascita di Roma (21 aprile 753 o 754 ?) APRILE > mese femminile, dedicato a divinità femminili legate alla nascita , alla crescita, si sacrificavano animali femmine (talvolta incinte, come sacrificio più grande) Mese dedicato alla nascita degli agnelli, si conclude con la festa di Flora (fioritura come promessa di raccolto) Il 21 aprile è Festa Palilia>nascita agnelli.L’Ara Casali non è di grande qualità, ma spiega il mito punto per punto:

1)la vestale Rea Silvia viene sorpresa da Marte che la mette incinta. Nei primi tre pannelli è sempre presente il FIUME< importante, divinità con scettro di canne di fiume;

2) Rea Silvia deve nascondere la nascita e viene cacciata. Ci sono due pastori (coppelle di lana cotta> PETASO< come mercurio) con bastone pastorale PEDUM, curvo in cima;

3) I pastori accettano di portare via i bambini e li affidano al fiume, sotto lo sguardo di Marte;4) la lupa li trova nella cesta sulle sponde e li porta in una grotta sotto il Palatino (presente realmente). I bambini crescono piuttosto rissosi. La lupa raccoglie l’idea di Roma come città e della su antichità, tale che può risalire a un mito > vedere monete con lupo:

Ogni gemello fonda una città ROMOLO <sul Palatino e REMO< sull’Aventino. I fratelli prima di fondare la città prendono gli auspici<segno di benevolenza celeste, solitamente osservando il volo degli uccelli (cioè da che parte vengono). Questo resterà nell’ideale romano, non si va contro gli auspici. Il sistema auspicale, “etrusca disciplina” avena gran successo in tutta Italia, e dall’Etruria venivano chiamati i sacerdoti. Gli auspici di Romolo sono positivi, quelli di Remo negativi e per questo si crea odio. Romolo fonda la città prendendo un aratro e facendo un solco circolare (dentro il cerchio crea la città). C’erano regole molto rigide. Il solco era fatto facendo ricadere la terra centro il cerchio. Questo atto verrà compiuto sempre fino all’età imperiale. Remo entra con violenza nel cerchio e diventa nemico: Romolo lo uccide per questo. E’ stata violentata la sacralità della città. All’esterno delle mura di Roma c’è un cerchio ideale VOMERO delimitato con dei ceppi. E’ il cerchio sacro della città, che se qualcuno varca con le armi, ti dà il diritto di ucciderlo (vale anche per generali e soldati romani!). solo in specialissimi casi si può portare armi (es. trionfo). Si dice che si unirono a Romolo gli uomini, banditi dai lupi, che si riuniscono, fanno la conta sul

campidoglio (valle dell’asilum) decidono di stare con lui, diventando i primi romani. - Anche nel mondo greco la nascita di una città è legata ad un’eccezionalità – i primi romani sono mascalzoni ma tutti maschi. PRIMAVERA SACRA (VER SACRUM) < misura di sicurezza di tutte le società italiche, quando una società è troppo numerosa e non riesce a mantenere tutti i membri. Viene distaccata una parte di giovani maschi che vanno altrove (con dei riti) RIEQUILIBRIO FORZATO. Forse è proprio questo che ha creato Roma. Il mito continua con il RATTO DELLE SABINE. I Romani sfidano i Sabini a delle gare atletiche (nella Valle Murcia) con questa scusa arrivano anche le loro donne. I romani prendono le donne, portandole via. Roma e i sabini fanno la guerra. Le donne rapite calmano i sabini e si conclude una pace da cui scaturisce che: nella città appena fondata , mista etnicamente, se ci sarà un re, sarà in alternanza uno sabino e uno romano (iniziando da Romolo). Si pensa anche che Romolo avesse un co-re, un certo Tito Tazio, chiaramente sabino.

Page 15: Storia Arte Romana

ETA’ DEI RE (754-753 aC fino a 509 aC)L’età dei re dura circa 250 anni, fino alla cacciata dell’ultimo re. Nel 510, in tutto il mediterraneo cadono i regni e le tirannie (nel 510 cade anche Atene). Caduta antichi governi. La tradizione conta sette re. Ogni re duravano circa 35 anni. Alcuni di essi hanno la possibilità di essere RE STORICI:

1. ROMOLO 753-716 fondatore, morto assassinato o divinizzato (sotto forma di QUIRINO Giove sabino;

2. NUMA POMPILIO 715-674 re sabino, abile religioso, famoso per il CALENDARIO;3. TULLIO OSTILIO 673-641 re latino, combattente, conquista LATIUM VETUS;4. ANCO MARCIO 640-616 ultimo re sabino, fondatore di OSTIA, PONTE SUBLICIO:5. TARQUINIO PRISCO (il più antico) 616-579 nome etrusco, fa CLOACA, inizia il

TEMPIO DI GIOVE CAPITOLINO, CIRCO MASSIMO E PORTO FLUVIALE;6. SERVIO TULLIO 578-535 forse era uno schiavo, con lui MURA ANTICHE;7. TARQUINIO IL SUPERBO 535-509 nome etrusco, conclusione TEMPIO GIOVE

CAPITOLINO.

I sette re non sono una dinastia ma diventano re in modo avventuroso.Il calendario di NUMA POMPILIO scandisce il tempo e le festività, crea una società organizzata. Implica elementi religiosi, festivi, fasti e nefasti. Il re ogni primo giorno del mese compare in pubblico e chiama CALAT il mese > CALENDE.TULLIO OSTILIO è il primo che espande Roma, città ricca e aggressiva che cerca più ricchezze. ANCO MARCIO arriva a conquistare fino al mare. La costa rappresenta approvvigionamenti di sale (impianto di saline), la città vuol essere autosufficiente. Lo sbocco sul mare può dare controllo sulle bocche del fiume e commercio costiero. Il PONTE SUBLICIO è il primo pinte che collega le due sponde del fiume, è un grande sforzo ingegneristico. Da TARQUINIO PRISCO alla fine, siamo sotto l’influenza culturale etrusca. Tara. Prisco era venuto a Roma a far fortuna perché in Etruria non poteva per colpa del padre greco di Corinto, ma sua moglie era etrusca (grande donna)CLOACA MASSIMA<grande fognatura di Roma.Con TARQUINIO IL SUPERBO c’è il quasi-completamento del TEMPIO DI GIOVE CAPITOLINO.

Il termine EPOCA ARCAICA indica, in archeologia, un periodo preciso che va da 600 al 500 aC. I tre re etruschi sono i re della Roma arcaica, precedentemente c’era l’età ORIENTALIZZANTE (aggettivo tecnico) Infine esiste la denominazione di l’età CLASSICA che va dal 450 fino a Alessandro Magno e l’età ELLENISTICA dalla morte di Alessandro Magno 323 aC al 50 aC.

I due colli fondamentali sono il campidoglio e il palatino, con al centro il Velabro (valle paludosa). Il PONTE SUBLICIO (=legato) non è rimasto perché tutto di legno. Era molto pericoloso per le invasioni. Fino all’età imperiale si costruiscono parti in legno perché si possono smontare facilmente. E’ fatto di travi collegate tra loro con cavicchi e giunti lignei. Perciò non sappiamo bene dove fosse (durò 100 anni circa), alcuni lo pongono vicino all’isola al centro del Tevere, altri più in giù. Si realizza come ponte con piloni (non con le barche).

Il CIRCO MASSIMO viene a disporsi nella Valle Marcio, ai piedi del palatino, in origine era una valle accomodata con sedili di legno o di terra, usato per corse di cavalli e giochi atletici (vi si svolse la gara romani contro sabini). Poi verrò pian piano allestito per LUDI.

Page 16: Storia Arte Romana

IL TEMPIO DI GIOVE CAPITOLINO è sul campidoglio (abbiamo le fondamenta). Fino al IV sec aC si costruisce con la pietra di Roma, (cappellaccio > usato per le mura, pietra di tufo, vulcanica). Quando cominciano le penetrazioni in Etruria, nella zona della grotta oscura, ci sono le cave di tufo migliori e si usa quello, più resistente al fuoco. Le fondazioni del tempio ci dicono che è enorme (alla nascita sotto il primo Tarquinio è il più grande dell’Italia antica, escluso solo la Sicilia). Le fondazioni sono circa 50 mt x 60 mt. Il tempio era un tipico tempio etrusco-italico (tramandato da Vitruvio). Ha regole fisse: il tempio deve essere elevato dal suolo su un podio (si usa dall’emilia all’Italia meridionale). PODIO> zoccolo sopraelevato, rettangolare con scolo solo davanti, che nel tempio etrusco italico sostituisce la scalinata greca (vedi Apollonio a Corinto 540 aC, sollevato su un triplice scalinata, tutto intorno al tempio). Nel tempo NON SI ENTRA. L’altare era davanti. Il tempio era tabernacolo della divinità. C’è un podio sagomato in modo particolare (es: Cattedrale di Sora nel Lazio – piantato sul tempio italico). Vi sono due elementi rettilinei all’inizio e alla fine e due elementi curvilinei (a doppio cuscino) Questa caratteristica è dal 6 al 1 sec. aC in Italia, a Roma resta anche successivamente. Il tempio era fatto probabilmente in parte in pietra, in legno (colonne) e in terracotta per copertura (tegole – inventate in legno fine 8 sec in Grecia a Corinto nel 7 sec inventano tegole di terracotta) o per decorazione (elementi frontali e laterali, sagomati dipinti, molto colorati nei fondamentali bianco, nero, azzurro e rosso). Il tempio etrusco- capitolino di Vitruvio è un rettangolo diviso in due parti: quella anteriore è colonnato (anche 3 ordini di colonne); posteriore era la CELLA (casa della divinità) diviso in tre stanze, la centrale più grande per GIOVE OPTIMO MASSIMO, le laterali più piccole per la moglie GIUNIONE e la figlia MINERVA. TRIADE CAPITOLINA simbolo di Roma. Tutte le volte che i romani fondano una colonia per prima cosa costruiscono il tempio di GIOVE CAPITOLINO, con tre celle, che contengono la triade < marchio di romanizzazione. La decorazione del tempio era molto ricco in terracotta a stampo o modellata a mano libera che riguarda alcune parti: FRONTE DEL TEMPIO > lastre o cassette che contengono anche lateralmente alla fine del tetto, lastre di terracotta a rilievo inchiodate alle travi di legno; VICINO ALLE COLONNE: serie di lastre sotto il tetto, tutto intorno. Le ultime tegole (le ultime di gronda) non erano aperte come le nostre ma hanno una placca decorata o a rilievo che le chiude con teste, volti di divinità, satiri, ……, ninfe, ecc . si chiamano ANTEFISSE. ACROTERI sono le parti terminali (colmo del tetto e lati del tetto) stanno in fronte sulla sommità degli spioventi, oppure tutti lungo il colmo del tetto. Nel tempio di Giove capitolino furono fatte del 509 da un famoso plasticatore etrusco: VULCA. Conosciamo brandelli degli antefisse (II metà del 6 sec): volto femminile policromo, volto dipinto di bianco (è una regola donna>bianco, uomo>marrone, rossiccio) occhi allungati, bocca sorridente, macchie rosse sugli zigomi, capelli ondulati con coroncina. Era messo a chiudere uno dei coppi. Era parte di una serie alternata con uno o più tipi. Le lastre di terracotta (es. vedi “dalla Regia” dal Foro forse abitazione del REX) di cui non sono conservati i colori (anche se sicuramente dipinte). Il tempio capitolino fu finito nei primi anni della repubblica.

LA CLOACA le fogne sono un monumento dell’epoca. Tarquinio Prisco costruisce qualcosa per prosciugare l’orlo della valle del Velagro, portando l’acqua sui colli. Permise di creare il luogo pubblico di Roma, dove nascerà il foro. La costruzione della COACA MAXIMA è un’operazione urbanistica, la città raddoppia il territorio e crea una zona di riunione interno a tutti i colli. Dal Foro sfocia nel Tevere con un percorso molto zigzagato (oggi) ricostruito in età di Agrippa. Quello originario era una parte fuori terra, una parte in terra. E’ rimasto perché il suolo di Roma è pieno d’acqua, di fiumiciattoli. La Cloaca era fatta con copertura a falsa volta. Circo massimo = VALLE MURCIA. Dal foro verso il fiume partivano due strade, una sotto al palatino (VICUS TUSCUS - Via Etrusca), una sotto il campidoglio (VISCUS IUGARIUS – Via dei Carri) a memoria dei percorsi originari, prima c’era la palude nel mezzo. Erano strade commerciali, nel vicus cuscus più tardi saranno specializzati in profumi greci e vetro.

Page 17: Storia Arte Romana

LE MURA SERVIANE (a cura di Servio Tullio tra la prima e la seconda metà del 500), sono blocchi ci cappellaccio con un’estensione che prende tutti i sette colli sul lato sinistro del fiume. Esagerato rispetto allo sviluppo della città, circuito di 11 km, contenuto in 300 ettari. Intorno si immaginano zone di rispetto: POMERIO. Installazione più complessa. Non tutto era muro, dove i colli non c’erano, costruire una muraglia di 12 metri era troppo difficile, allora c’è un ****** di 6 metri e un muro di 6 metri. Resta completamente fuori le mura il CAMPO MARZIO (le armi e la guerra fuori dal pomerio e dalle mura). Dove resterà fino all’età imperiale. In città non si seppellisce.

Page 18: Storia Arte Romana

SETTIMA LEZIONE 15/03/2010

TEMPIO ETRUSCO-ITALICO (tuscanico)Vitruvio architetto latino- De architettura- forse prefetto, capo degli ingegneri militari di Cesare, di cui sappiamo poco o nulla, forse aveva fatto un Basilica a Senigallia. Nei suoi libri (intorno agli anni 20 aC) parla dell’architettura repubblicana, descrivendo regole, e non monumenti, creati da lui. Descrive il tempio tuscanico, secondo una regola ideale, il tempio aveva proporzioni fisse (più o meno – misure per MODULI , era questo valore di unità che variava). Per la facciata erano 21 moduli del basamento e 20 dal centro della colonna + a ds a quello di sn (interasse) i lati erano 25 e 24. il basamento è diviso metà nel senso della profondità, nella parte anteriore 2 o 3 file di colonne, la parte posteriore è chiusa, vi sono 3 celle (la centrale + grande) per la triade divina. In linea generale è rispettato il fatto che le colonne, (a differenza della Grecia) sono solamente nella parte anteriore, almeno che non ci sia una ripresa greca voluta. Fino all’età imperiale si usa il modello del tempio SINE POSTICO (senza porte dietro) e il tempio finisce con un muro. Elementi caratterizzanti: tradizione italica con il PODIO , niente scalinata. Tradizione greca COPERTURA IN TERRACOTTA (ACROTERI) Completamente dipinto con colori puri Colonnata SINEPOSTICO.

CLOACA MAXIMANello stesso momento ad Atene c’era un sistema di fontane e pozzi creato da Pisistrato (il tiranno) invece a Roma si creò un sistema di fognature per prosciugare le parti paludose tra colle e colle (urbanizzazione)

IL PORTORoma ha un fiume con un’isola. Nei pressi di questa, sulla riva sinistra, la forte corrente aveva scavato una specie di baia dove fu fatto il PORTUS TIBERINUS (porto fluviale del Tevere). Nella città arcaica c’è solo un porto vicino alla città (Populonia) quando fu presa Ostia (alla foce del fiume) si utilizza il fiume per far risalire le navi dei commercianti (subito forte commercio). Il ponte era tra il Campidoglio e l’isola. Il Campidoglio aveva pareti a picco, verticali (a volte tagliate volutamente) il porto ha un approdo con moli in legno all’interno della baia naturale. Il commercio nei secoli 8 – 7 e 6 (lo straniero è un nemico non entra in città) si svolgeva in zone franche nelle città greche ed etrusche. Zone sotto la protezione di divinità. Quello era il luogo deputato al commercio (esattamente si tratta di scambi, niente monete). I greci e gli etruschi non mettevano piede in città. Il “SANTUARIO INTERNAZIONALE era il luogo dove potevano accedere persone di diverse popolazioni (es. Santuario di Locri) e a volte c’erano anche fenomeni di prostituzione sacra. In Etruria era PIRGI, fuori Cerveteri. La divinità garantisce la protezione divinità talvolta femminile. Furono trovate a Pirgi lamine votive d’oro bilingue, latino ed etrusco, la divinità è comune e riconoscibile da tutti. A Roma, in età storica, dove ora c’è S.Omobono, esistevano due templi gemelli, sinepostico, sono messi su un unico podio separati da un corridoio che finisce sulla VICUS JUGARUS. Erano dedicati a due divinità femminili FORTUNA e MATER MATUTA. La religione romana ha una divinità per ogni atto.Fortuna ha due aspetti: amoroso e guerriero, si diceva che Servio Tullio fosse il suo amante, faceva andare bene la sorte, ma con aspetto bellicoso. Corrisponde alla divintà fenica ISHTART (Astarte) Mater Matuta era una madre, matuta è la luce del mattino, è la dea del mattino e della luce del mare. Materna, aiuta i naviganti, corrisponde alla dea greca ……………. INO, la dea bianca, che i greci identificano con la schiuma del mare. Quando Ulisse naufragò la dea gli dette la sua sciarpa bianca e lo salvò.

Page 19: Storia Arte Romana

Commerciale era un affare serio, tutti erano più o meno pirati, e tutto era legato alla buona sorte. Tutta quest’area sul fiume (foro boario) a nord aveva Fortuna e Mater Matuta mentre a sud c’era Ercole (dio a cui riesce bene ogni cosa). Al di sotto dei templi gemelli c’era un tempio antico (tempio arcaico del 6 sec), non si sa a chi fosse dedicato. Sappiamo che aveva un podio con sagomatura a doppio cuscino. Ci sono frammenti di terracotta (tempio di legno e poca pietra), basi di colonne, elementi riccioli, elementi decorativi (acroteri) ma non sappiamo quanti fossero e dove. Poi ci sono frammenti di due grandi pantere, messe o nel frontone o ai lati delle celle. I colori sono scuri : rosso, oltremarino e bianco. Conosciamo invece l’acroterio centrale, due figure frammentarie. A destra figura femminile con lunga veste ed elmo (minerva o fortuna) sulla sinistra figura maschile più alta e possente con mantello. E’ una pelle di leone annodata sul petto, quindi Ercole- leone nemeo. Il mantello è legato davanti con una specie di fibbia (forse rappresentazione di Cipro) Ercole CIPRIOTA. 540 circa tra S.Tullio e T il superbo) Ercole è il dio del foro boario che tutti devono riconoscere. Ognuno riconosceva il suo dio. Le divinità erano generiche perché ognuno di vedesse il suo. La vocazione franca di questa zona c’è chiarita da una serie di oggetti votivi intorno al tempio arcaico. Il più importante è un MEZZO LEONCINO, davanti lavorato a tutto tondo, dietro tagliato a metà. Sul retro c’è un’iscrizione in etrusco ARAZ SILQETENAS SPURIAN. I primi due sono il nome di un etrusco, l’altro è il nome di un'altra gens. Questo è una TESSERA OSPITALIS, oggetti che si dividevano in due e sulle metà venivano scritti i nomi delle persone che si impegnavano ad ospitare presso di sé lo straniero che fosse andato a casa sua. Erano cose sante che garantivano un salvacondotto in terra straniera. Mettono in salvo lo straniero. L’ospite è un potenziale nemico, sempre.

IL FOROProsciugato dalla CLOACA MAXIMA divenne il cuore della città. Adesso c’è un’ infinita sovrapposizione che ci impedisce si capire cosa c’era in origine. Prima c’era sicuramente una palude con al centro una zona rialzata e intorno un acquitrino. Il piano rialzato divenne la piazza del foro (la Curia oggi ci da la dimensione, la piazza era una specie di pozzo con edifici altissimi. Scavi di fine 800. inizi 900 scoprirono pavimentazioni arcaiche (ghiaia compattata) nella parte centrale. Si trovano tracce di strade che la delimitano ma gli edifici sono pochissimi. I culti del foro erano divisi in orientali e occidentali. Da una parte i culti femminili dall’altro i maschili. In età arcaica c’erano pozzi sacri ma l’installazione + complessa era la zona del tempio di Vesta (tempio rotondo con accanto la Regia – casa del re). Il tempio faceva parte del quartiere reale. In origine le vestali erano moglie e figlie del re. La piazza era delimitata dalla VIA SACRA ( da cui partono il vicus iugarius e il vicus tuscus) e dall’altra parte da la curia e il comizio (campidoglio occidente) La curia è la sede del senato by Tullio Ostilio (CURO HOSTILIA) davanti c’era il COMITIUM, sede dell’assemblea cittadina, dove venivano eletti i magistrati. I cittadini condannati a morte si appellavano al comizio. La curia stava tra la via sacra e il vicus. Nel comizio c’era un pietrone rotolato giù dal campidoglio. Il più importante luogo del foro era sul margine del comizio, dove è stata trovata il LAPIS NIGER (pietra nera) delimitata da un parapetto. In età imperiale si diceva ci fosse la tomba di Romolo o di un re o che ci fosse stato ucciso Romolo, sicuramente un fatto luttuoso. Era un luogo nefasto. Al di sotto, gli scavi hanno rivelato un altare con due braccia anteriori e la parte posteriore. Il sacrificio veniva fatto nella parte del fondo, struttura antica fissa, come l’ARA PACIS. Forma di U accanto all’altare su un doppio basamento, la parte inferiore di un colonnetto in pietra fatto di blocchi diversi. Accanto un cippo quadrangolare che contiene il documento pubblico più antico di Roma. Il cippo è piantato più in basso rispetto agli altri. Accanto all’altare sono stati ritrovati tantissimi oggetti votivi: figure in avorio o bronzo femminili e maschili di piccole dimensioni. Frammenti di vaso attico a tecnica di figure nere che rappresentano un uomo a cavallo di un mulo: Efesto, greco o Vulcano, latino. Nei pressi della pietra nera il VOLCANAN (santuario di Vulcano)

Page 20: Storia Arte Romana

in tempo antichissimo. Vulcano è uno dei culti maschili dell’area vicino al comizio. L’altare è l’altare del vulcanano. L’altare = il profilo era identico ai podi del tempio.

IL CIPPO DEL FORO (575-550 aC)Sotto la pietra nera, la parte superiore è con malta per reggere la pietra, il cippo è rovinato, si è perso almeno un terno della parte superiore. Dionigi di Alicarnasso dice che nel foro c’era un’iscrizione in greco (sbagliata). Il cippo è scritto in tutte le facce, è alfabeto latino arcaico (non si ha bisogno di decifrazione ma di interpretazione. Il testo è scritto con caratteri in maniera BUSTROFEDICA (modo in cui i buoi arano i campo (ds sn, sn ds, …….)Non c’e regola fissa pe scrivere. Con tutte le mozzature delle parole si perde moltissimo, si riesce a leggere solo SACROS ESED sia maledetto……… CUI colui al quale……………….. REGEI al re…………….CALATOREM araldo del re………………. IOUMENTA animali…………………….

C’è una maledizione preceduta da un dativo di comando, segue riferimento a un re, ad ur araldo e animali. Siamo di fronte ad una LEGGE SACRA dell’altare in cui si prescrive che se qualcuno fa qualcosa ci vanno di mezzo il re e araldo e di faceva sacrificio di animali. Ogni altare ha una legge propria. Se l’altare è del 575-550 circa il re, potrebbe essere Servio Tullio, un vero re.

Page 21: Storia Arte Romana

OTTAVA LEZIONE 16/03/2010

Vulcano è un dio importante in quanto dio-fabbro. Col metallo si potevano fare attrezzi agricoli e armi per la difesa. C’era un mito legato alle armi sacre, legato al foro. A un certo punto cadde nel foro lo scudo di Marte, padre di Romolo, per proteggerlo (in quanto difesa divina) si era fatto fare a un fabbro ispirato da Vulcano, altri 11 scudi identici. Nessuno sapeva riconoscere quello vero. Questi scudi erano gli ANCILI, erano tenuti dentro la Regia del Foro (poi luogo dove starà un sacerdote) tirati fuori dai SALII (collegio sacerdotale) una volta l’anno facendo processione armata in tutta la città. Procedevano saltellando su un ritmo di tre (TRIPUDIUM tre passi) facendo invocazioni a Marte. Se Vulcano non ti protegge non sai fare le armi, quindi non sai proteggerti. La pavimentazione del foro + antico era di ghiaia (difficilmente databile ma esistente al tempo di Tarquinio Prisco. IOUXMENTA= animali da giogo. Dal Foro si poteva arrivare (CLIVUS CAPITOLINUS) in cima al Campidoglio.

LA RES PUBLICA (509 -27 aC)Nei primi anni fu finito il tempio di Giove Capitolino. Continuano i lavori che il re aveva iniziato però si aveva necessità di intraprendere azioni edilizie (intento programmatico): committenza pubblica attraverso magistrati ma anche commissioni private - per la roma conservatrice, era una vergogna fino agli ultimi 2 secoli – prima infatti erano solo i re a fare committenze. Ma in forme molto mascherate alcuni aristocratici creavano opere.La giovane repubblica fa ex-novo 2 importanti edifici, anche nell’area del foro:sotto il campidoglio tra vicus iugorius e clivus capitolinus c’era in TEMPIO DI SATURNO. Saturno, divinità maschile importante, è il dio del raccolto che viene messo da parte, dio delle ricchezze, dei granai, ecc, garantisce la continuità (VESTA). Nel tempio di Saturno, nei sotterranei, c’è un enorme buco artificiale in forma prima di granaio poi di cassaforte, dove si teneva la riserva aurea dello stato. La zecca di Roma era su una delle punte del campidoglio, sotto il tempio di IUNO MONETA (Giunone che ammonisce). C’era un percorso che univa questo tempio a quello di Saturno.L’altro tempio di età repubblicana è il TEMPIO DEI CASTORI (figli di Giove Castore e Polluce) costuito nel 488 aC. Questi erano due gemelli, figli di Zeus e Leda, che da sedotto sottoforma di cigno. Ha fatto 2 uova, con due gemelli l’uno. Castore - Polluce e Elena – Clitemnestra. L’unione tra dio e mortale porta alla nascita di un EROE (letteralmente <figlio mortale e immortale) I castori sono due eroi, uno mortale Castore e l’altro immortare Polluce. Ottengono però entrambi l’immortalità e vengono introdotti nell’Olimpo diventando dei (come Ercole). I castori sono due eroi greci divinizzati. Attraverso la magna Grecia il mito si diffonde nel mondo italico. Sono dipinti come eroi CAVALIERI cioè di elevata classe sociale. Essere educati alla greca implica essere EQUES (cavaliere) cioè classe privilegiata. Dopo la nascita della repubblica, questo tempio viene stretto di assedio ma vince con una battaglia – del lago regillo 499-496 circa – in cui si diceva che li avessero aiutati i castori, comparsi nel foro poi per annunciare ai romani la vittoria della battaglia. In segno di gratitudine fu costruito questo tempio. Questi due edifici sono i più grandi del foro, piano piano si sta delimitando il confine della piazza, i templi delimitano il lato meridionale. La committenza è dello stato, per decisione del senato. I consoli possono lanciare l’ idea ma per la fattibilità della cosa c’è un altra magistratura ancora: la CENSURA. Ci sono due censori che revisionano l’impegno delle ricchezze pubbliche. Per diventare censore (magistratura elettiva annuale) bisogna già essere stati consoli. Poi ci sono gli EDILI che devono collaudare le opere costruite: gli edifici erano collaudati ogni 20 anni (dal latino PROVARE=APPROVARE). Nella prima repubblica c’è un sistema complesso di magistrature che non si controllano tra loro.

Page 22: Storia Arte Romana

Con il tempo crebbe l’ambizione privata (VI sec ) aristocratica. Il VI è un secolo di crisi politica ed economica, vengono a far parte della nuova nobiltà i PLEBEI (alti patrimoni ma senza patriziato) a cui si da accesso alle cariche. Queste intendono procedere a proprie committenze, ma questo è proibito. Non si può fare cose che elevano qualcuno sopra agli altri. Per questo accordo ci vogliono secoli. 509-300 aC= lo stato romano cresce. Nell’anno 300 roma possiede parte dell’Italia centrale e gli si oppone la grande potenza dei sanniti. La cittadinanza nel mondo antico garantisce la protezione della legge. Chi non possiede la cittadinanza romana e sta a Roma non ha diritti, nemmeno giudiziari (es. schivi o stranieri) Giuridicamente non esistono. Possedere la cittadinanza romana era molto ambito, molto potente e centellinato dai romani. Ad es. San Pietro viene crocifisso perché non cittadino romano. San Paolo, cittadino romano, viene decapitato (altrimenti poteva venire strangolato ma non crocifisso) Avere la cittadinanza è un privilegio raro. Talvolta occupando o accettando popolazioni, roma concede una cittadinanza controllata: diritto latino > tutela ma senza diritto di voto. Fino al 90 aC questo viene accettato, poi ci fu una rivoluzione per la “vera” cittadinanza.

Nel IV sec Roma inizia ad espandersi a nord verso l’etruria: 396 aC > presa Veio (ricca città e importante)390 aC > assedio dei galli (numerosa etnica sparsa nel nord europa, seminomadi, che saccheggiano anche l’Asia Minore, fondando la regione della Galazia) - chiamati Galli dai romani, Galati dai greci e oggi Celti. In Italia erano in Piemonte, Lombardia fino all’Adriatico (i galli danno il nome a Bologna). Ad un certo punto roma viene assediata e probabilmente anche presa, ma i galli si ritirano378 aC > ricostruzione delle mura di roma. Nessuno entrerà più in Roma fino ad Alarico (410 dC)

Per lunghi tratti furono utilizzate le vecchie mura, alcune ricostruite, fortificandole ed alzandole con blocchi più grandi di pietra diversa. I monumenti arcaici erano fatti col cappellaccio (tufo romano) ma con la presa di Veio dove ci sono le cave di grotta oscura. Da allora si usa quel tufo più resistente. MURA del 6° sec di cappellaccio;MURA del 4° sec di tufo della grotta oscura (es. interamente ricostruita la parte del muro alla Stazione termini)All’interno del muro in questo punto erano fatte in maniera particolare. Tra la fine del Quirinale e l’esquilino non si potevano sfruttare le pareti dei colli, venivano costruiti con il principio dell’ARGERE > si fa un soffato di 3-6 mt che resta esterno, poi si fa un muro di 3-4 mt, dietro il quale si getta la terra del vallo. L’ostacolo del nemico è il fossato e il muro. Poi si creava un pendio artificiale per raddoppiare la difesa. Essendo coperto di ferro questo pezzo del muro non era rifinito. In una città arcaica ci sono percorsi verso i luoghi più importanti: quando si facevano un muro si creavano le porte lungo i percorsi già stabiliti. Le strade più antiche di Roma hanno il nome delle cittadine vicine, oppure lo scopo della strada: via NOMENTANA, via PRENESTINA, via LAVICANA, via LATINA verso il Latium vetus, via CAMPANA verso la campania, il mare, via TIBURTINA verso Tivoli. Allora erano centri indipendenti, dei nemici, queste città. Ci sono anche due vie SALARIA < via del sale che unisce le saline di Ostia alla città per l’esportazione /roma verso nord; via TRIONFALE < dall’Etruria, via del trionfo, passa il Tevere entrando in campo marzio. Forse questa era la strada per l’Etruria e dopo la conquista di Veio fu ribattezzata per il generale vittorioso. Il trionfo era una cerimonia particolare, istituita dai re che trasforma per poco un uomo normale in semidio. Per ottenere dal senato il trionfo bisogna che la persona sia stata proclamata dall’esercito IMPERATOR (generale vittorioso). Ottenuto questo titolo, si doveva fare domanda al senato per le imprese eccezionali compiute. Ci vuole un rendiconto scritto ma anche

Page 23: Storia Arte Romana

visivo, delle azioni. Sulla base del rendiconto il senato valuta e decreta o no la cerimonia del trionfo. La cerimonia ha regole precise: il trionfatore deve seguire un percorso stabilito, una volta passato il fiume entra dentro le mura. Arriva dalla via trionfale, entra in campo marzio, fuori città. - Lì sono fatte due cerimonie a marzo e a ottobre, per l’apertura e la chiusura della stagione della guerra – benedizione e purificazione delle armi con rituali precisi e antichi – campo marzio sarà sempre delegato ad operazioni collegate alle guerra. - Da qui si dirigeva verso il fiume per un tratto di via in città, andando avanti fino alle mura attraverso la porta TRIONFALIS

Page 24: Storia Arte Romana

NONA LEZIONE 17/03/2010

IL TRIONFO Cerimonia di carattere fortemente religioso. Normalmente fatto da magistrati dello stato che esercitano temporaneamente funzione militare (es. uno dei due consoli, un pretore..). la formazione aristocratica romana era mista di letteratura, retorica e arti militari (addestramento para-militare). Per esempio Cesare era un aristocratico gens Julia, di grande cultura greca e latina, educazione vasta e varia, concorre alle cariche dello stato (CURSUS HONOREM < carriera magistratuale), ottiene un IMPERIUM (consolato militare) in Gallia, combattendo anche personalmente. Il cerimoniale segue il percorso preciso entrando (dopo Campo Marzio) in città sotto il campidoglio attraverso la PORTA TRIUNPHALIS. Entrato in città (percorso fisso per Repubblica e Impero) si percorre il VICUS IUGARIUS per arrivare a costeggiare il foro nella parte meridionale (tempio dei Càstori) prendendo il VICUS TUSCUS per tornare verso il fiume. Seguendo il percorso del POMERIO della città di Romolo (attorno al Palatino). Tornati nel foro, si entra e si percorre a Nord LA VIA SACRA, girando verso il CLIVUS CAPITOLINUM per giungere al tempio di GIOVE CAPITOLINO. In questa zona ci sono l’ ARCO DI COSTANTINO, di TITO e di San SEVERO (età imperiale) = archi trionfali. Esistono anche archi onorari, in onore di qualcuno non per celebrare il trionfo.La cerimonia è nata in età arcaica, lo praticano i “re etruschi” ,gli ultimi tre re di roma, come processioni trionfali. La prima parte del percorso era svolto su proprietà privata dei re etruschi (Campo Marzio), alla loro cacciata il suolo divenne pubblico. In età imperiale forse è simile all0età repubblicana avanzata (forse per conservatorismo romano). Il trionfatore era su un carro trainato da 4 cavalli, vestito con una tunica e un mantello sopra (TOGA) rosso porpora (toga PALMATA o PICTA) a volte ornata da ricami di palma, come segno di vittoria.L’elemento arcaico che resta è il volto del trionfatore dipinto di rosso. Il corteo finiva al Tempio di giove Capitolino, la cui statua era in terracotta con la pelle colorata di rosso, il trionfatore si identifica con la divinità. In testa aveva una corona di alloro, tenuta da un “servo pubblico” (in età repubblicana) sul carro con lui. Anche i soldati sulle insegne militari hanno l’alloro. Quando si arriva sul campidoglio si offre al tempio e tutto si conclude. Dietro al trionfatore veniva il bottino di guerra (a volte anche solo simbolicamente) e i prigionieri più importante a piedi o su i FERCULA (lettiga su cui ora si pongono i santi, muniti di stanghe).

Abbiamo immagini molto più tarde ma molto precise:ad es. nell’ARCO DI TITO, che ha un solo FORNICE, una sola apertura a differenza di S.Severo e di Costantino, che ne hanno tre. A destra e sinistra ci sono due pannelli del trionfo di Tito (70 dC presa di Gerusalemme) TRIONFO GIUDAICO. Il pannello di nord: Tito sul carro trainato da 4 cavalli (quadriglia) mentre Victoria (dea) gli tiene la corona sulla testa (si riconosce dalle ali). Attorno a lui personaggi coronati (simbolici): Il senato (nudo “alla greca”) è preceduto da 12 persone che gli fanno da scorta e portano singolari bastono, un 13esimo porta una TABULA. I bastono sono i FASCI che precedono sempre l’alto magistrato. I fasci erano bacchette di legno di betulla o olmo legate da una corda di cuoio rossa. Caratterizzavano i LITTORI, funzionari pubblici che accompagnano le più alte magistrature romani o locali (apripista e guardie del corpo). Potevano punire, frustando con le bacchette i condannati alla pena della fustigazione (unica pena fisica per il cittadino romano). Attaccato al bastone c’era una SCURE colma di littori. I littori avevano diritto di vita o morte per punire ( in età regia). Con la media repubblica i littori con la scure ce l’hanno solo i consoli e i pretori. La scure è un’arma e quindi non si può portare in città. Infilavano la scure nella bacchetta appena usciti dalla porta della città, rientrando andava tolta. Nel tronfo di Tito, i littori non hanno la scure, quindi siamo in città. Il fascio si portava sulla spalla sinistra perché per colpire si abbassa sulla destra e si colpisce come fosse un’accetta

Page 25: Storia Arte Romana

Il pannello di sud: vi è rappresentato il CORTEO di Tito, molto dietro, sta entrando attraverso la porta triumphalis. Il corteo porta il bottino di guerra. Persone portano i fercula con la MENORA’ (candelabro a 7 braccia del tempio di Gerusalemme). I personaggi sono vestiti con abiti corti (da servi o da viaggio) ma tutti con la corona d’alloro. Alcuni reggono TABULE ANSATE cioè cartelloni con rappresentati il nome delle città conquistate o le scene degli eventi vittoriosi.Per l’età imperiale sappiamo di statue di circa 2 metri e mezzo, di porfido rosso, statue imperiali con colore evocante la toga picta (l’uso del marmo rosso inizia nel I sec dC)Per l’età repubblicana non abbiamo rappresentazioni a colori dei trionfi. Per avere un’idea bisogna guardare l’arte etrusca. Conosciamo da Vulci (Etruria meridionale) una tomba della metà del III sec aC, il cui defunto aveva combattuto contro roma (affreschi sulle pareti) e aveva vinto una battaglia. Si fa raffigurare vestito da trionfatore (VULCI TOMBA FRANCOIS (dal nome dello scopritore metà 1800). Il defunto importante (VEL SATIES in latino VEL=AULO) si gloria della sua vittoria, rappresentando davanti alui un bambino o un nano (ANSA il piccolo ARUNTE) che porta un picchio in mano. In trionfatore ha un mantello drappeggiato (pre-toga) di colore rosso porpora, ricamato con ………………. sull’orlo e sopra figure maschili di giovani che danzano con gli scudi. La danza armata (elmo in testa e scudo a sinistra) è caratteristico del mondo greco-italico, fa parte dell’addestramento militare. Muoversi a ritmo armati con molto peso è difficile, una cerimonia pubblica. Il mantello porpora perciò era indossato per motivi militari. La figura ha la corona d’alloro in testa.

La società romana dopo il 509 è molto austera, perché lo sono i costumi, le necessità private vengono condannate e tenute a freno. Una società fortemente organizzata si riflette sull’esercito. Nel V e VI sec si condannano il protagonismo individuale (eccetto il trionfo, che è lode del personaggio a vantaggio della repubblica e lode alla gens- trionfo personale e del clan in generale) l’ideologia gentilizia è più forte del singolo, solo dal II sec il trionfatore sarà solo il singolo individuo. Per molti motivi questa è la strada del mutamento: vengono a far parte del trionfo beni razziati di cui fanno parte opere d’arte che vanno a far parte (non tutte) dell’erario, casse dello stato (in età repubblicana). Se sono oggetti d’arte possono avere destinazione pubblica (es. dedicate in un tempio) o il trionfatore e la sua gens costruisce un edificio o un portico dove porre questi oggetti (non privati comunque). E’ l’ingresso delle opere d’arte a Roma, rubate ed esposte in pubblico (in luoghi esistenti i creati appositamente). L’orgoglio gentilizio aumenta la produzione di arte (III sec aC). Abbiamo un frammento di affresco in una tomba (IPOGEO)di famiglia aristocratica degli inizi del III aC, cioè della famiglia dei FABII, avevano una tomba fuori porta esquilina. Era totalmente dipinta all’interno, a fasce sovrapposte con scene di guerra e battaglia del 290 aC circa. Quattro fasce: una fascia con scene di battaglia; una fascia con personaggi allineati su un podio (?) i protagonisti sono più alti: uno armato con schinieri (paragambe), senza corazza solo in perizoma, dà una mano aperta (gesto di dedizione di un sannita o un Fabios vincitore) verso un personaggio non Armato, vestito con toga bianca (romano) Una fascia con la stessa scena solo che il romano ha una lancia in mano e lo straniero Un elmo in testa, dietro di lui le mura di una città.

Ogni popolo aveva caratteristiche precise, lo straniero era un SANNITA (popolazione grecizzate, meridionale, vinta verso l’anno 400). Avevano schinieri, grandi elmi, niente o piccole corazze dul petto) lo scontro è durissimo, un Fabios è stato protagonista (glorificazione in terra della famiglia). Rappresentazione non mistica ma di un fatto storico. Tomba di 10 mt di lunghezza per 5 di larghezza, con dipinte le glorie di tutta la famiglia. Bruto inizi III sec (stesso periodo di questi dipinti) potrebbe essere in rappresentante di una gens di questa repubblica austera. Potrebbe essere il VIR TRIUMPHALIS, uomo tanto speciale da fare un ritratto.

Page 26: Storia Arte Romana

IL PIEDE ROMANO = era usato come unità base, può variare di qualche millimetro ma era circa 29,5 cm.

Page 27: Storia Arte Romana

DECIMA LEZIONE 22 /03/2010

Ideologia gentilizia = austeri nobili, estremo rispetto giuridico, religioso (la religione era pubblica politica). Ogni atto pubblico o privato era scandito da riti religiosi: (entrata o uscita da una carica celebrata con un sacrificio) NON CONTA L’INDIVIDUO MA LA GENS. Ogni atto è compito per dovere e promozione della propria gens , non per l’onore personale. Ecco perché il ritratto individuale nasce tardi nella repubblica romana. Le glorificazioni personali erano tenute private: vedi maschere di cera degli antenati. Il Bruto capitolino rappresenta l’uomo repubblicano per eccellenza (anche David ne riprese in epoca napoleonica, fine 700, le fattezze in un’opera pittorica. La pettinatura maschile che andava di moda in epoca repubblicana del 1700 era quella di Bruto!!)

INIZIO TERZO SECOLOLa politica espansionistica era accompagnata da una grande costruzione di strade. Le strade più antiche erano gli antichi percorsi che portavano alle città vicine (i loro nomi ricordano le città PRENESTE> via prenestina, o la loro funzione TRIONFO > via trumphalla) erano percorsi battuti, usati per la transumanza (traffico animali) non selciate. Con inizio III sec nascono le strade selciate: le prime sette strade statali sono l’AURELIA SS1 – SE1 verso Occidente (241 aC) CASSIA arriva fino a Firenze FLAMINIA arriva all’Adriatico SALARIA – TRIBURTINA – CASILINA antiche APPIA (312 aC)SS = Strada statale italianaSE = strada europeaIl nome dell’Aurelia, Cassia, Flaminia e Appia sono state date dai consoli che le hanno costruite (STRADE CONSOLARI) la prima è la via Appia dal console Appio Claudio Cieco.Erano costruite con una precisa tecnica usata per tutte (cambia solo il materiale secondo esigenze) C’era un fosso largo, in fondo pietrame grosso, sabbia, pietrisco, poi pietre sempre più piccole e infine la SUMMA CRUSTA (formato da BASOLI, grosse pietroni enormi di pietra dura disposti ad incastro, poi battute). Erano importanti perché STRADE MILITARI, per gli spostamenti veloci. Il percorso era il più diritto possibile per guadagnare velocità per l’esercito. Erano gli stessi legionari a costruirle. Se incontrano fiumi fanno ponti, se c’è una montagna la tagliano. L’Appia è nata per prima perché va al Sud, dove stavano lottando contro i sanniti. Le vie consolari si allungano con l’espansione dell’impero romano (la via Aurelia arriva fino a Cadice in Spagna. I percorsi secondari erano spesso di ghiaia o comunque pietrisco. C’è un percorso sul LIMES, confine, disseminato da centinaia di CASTELLA, fortini- età imperiale. Interamente uniti da un’unica strada per soldati e commercio. Dal 1998 la strada le limes, con mura e castelli fa parte dei territori dell’UNESCO.

LE GUERRE CONTRO CARTAGINE – III sec. La prima 264-242 aCLa seconda 218-202 aCLa terza 149-146 aCRoma è diventata potenza mediterranea prima di conquistare la penisola. Cartagine (potenza marittima) ha la Sicilia e la Sardegna. Nel 509 Roma fa un patto di non belligeranza con Cartagine (primi atti repubblicani, forse esisteva già, solo rinnovato) che finisce appena Roma vuole espandersi. Le guerre furono purissime .

nella 2° Annibale entrò in Italia, ma non arriva a Roma, solo perché gli alleati italici ed etruschi sostennero Roma. Annibale cercò di portare gli elefanti da guerra (già usati in Grecia da Pirro) – vedi piatto primo terzo del III sec aC produzione locale.

Page 28: Storia Arte Romana

Publio Cornelio Scipione nel 202 sconfigge Annibale a casa sua (Monaco, Glyptothek). Il trionfatore prendeva come soprannome una titolatura che ricorda i suoi trionfi (SCIPIONE L’AFRICANO , non cedibile ai successori. Nella seconda guerra punica (218-202) Annibale distrugge intere legioni e molti consoli. Alla fine della guerra Roma si impadronisce di Taranto (209) e Siracusa (212) sancendo il possesso di tutta l’Italia meridionale e della Sicilia. Prendono città greche. L’arte greca e la cultura entrerà così a Roma. Alla sede di Siracusa nel 212 il console Marcello raccomandò di non uccidere Archimede, per portarlo a Roma (ma verrà ucciso per sbaglio)

La 3° guerra sarà quella definitiva, il nipote adottivo di Scipione prende Cartagine e la distrugge totalmente spargendoci sopra il sale (non deve nascere più niente qui- Augusto però la rinfonda). Questi era Publio Cornelio Scipione Emiliano detto Africano detto Numantino. Funziona nel mondo romano un’adozione, a differenza di oggi, esempio se una famiglia sta per spengersi, un’altra nobile famiglia adotta i bambini. Questo comporta il cambio di nome. Il giovane Caio Emilio Paolo prenderà tutti i nomi del padre adottivo e il nome della vecchia gens: Publio Cornelio Scipione Emiliano (succede così anche a Ottaviano).

Queste guerre di conquista comportano: nell’arte -appropriazione della cultura greca; nell’economia - crescita del numero degli schiavi (bottini di guerra, spesso anche persone di cultura diventano pedagogo o medico di casa) uno schiavo, per es. è Publio Terenzio Afro, grande commediografo, che prende il nome di Publio Terenzio, dal padrone che lo aveva liberato (così anche per lo storico Polibio). Nascono laboratori artigianali con manodopera a basso costo, per l’abbondanza di schiavi. Si inseriscono persone già impiegate nel loro mestiere in altri paesi, qui schiavi.

CONQUISTA DEL MEDITERRANEO (dura circa 25 anni)dal 146 aC al 122 aC lo stato romano diventa mediterraneo.

1. ASSEDIO CARTAGINE 146 aC Scipione Emiliano – province dell’africa2. ASSEDIO CORINTO 146 aC Lucio Mummio – province della Macedonia3. ASSEDIO NUMANTIA 133 aC – Scipione Emiliano – spagna4. EREDITA’ PERGAMO 133 aC – da re Attalo – province dell’asia5. ORGANIZZAZIONE PROVINCE NARBONENSIS 123-122 aC

Avevano il più grande esercito, ma anche un grande consenso, si desiderava far parte dei romani, organizzati e garanti di vita buona. La Grecia e l’Asia minore hanno grande cultura, messa a disposizione committenti romani – trasferimento volontario di officine artistiche in Italia. I grandi trionfatori cambiano prospettiva, diventa importante mostrare la propria grandezza all’estero.La TOMBA DEGLI SCIPIONI – gens Cornelio – mostra anche all’esterno tutta la grandezza della famiglia (all’incrocio della Via Appia con via Latina) Tomba IPOGEA sottoterra scavata nel tufo. Ampliata tra inizio III sec e II sec. Poteva contenere una trentina di sepolture. Al di dentro era intonacata, semplice. Fu creato all’inizio del III secolo per mettervi il padre del costruttore (sepolcro a sarcofago – direttamente infondo all’ingresso) Scipione Barbato. Una volta completato fu chiuso. Il sarcofago di Scipione Barbato è particolare. E’ enorme, fatto come un altare, capitello ionico sui lati, con mescolanza di stili. E’ di tufo, molto austero, davanti parte una lunga iscrizione metrica, organizzata come un poema, che elogia le imprese del defunto. Si dice fosse bellissimo, la sua VIRTUS (qualità di uomo) pari alla sua bellezza. Si ricordano le sue conquiste militari (es Corsica).Sarcofago enorme con decorazione raffinata con elementi vegetali che finiscono a volute ioniche (maestranze forse greche dell’Italia meridionale, vedi altari siciliani). L’esterno della tomba, nel 150 da Scipione Emiliano viene modificata da una facciata spettacolare con tufo. Allestimento monumentale per la tomba di famiglia (prima volta). Di questo ce ne parla anche Cicerone: c’erano

Page 29: Storia Arte Romana

tre statue raffiguranti Scipione l’Africano, suo fratello Scipione l’Asiatico e il poeta Ennio. Questo poeta era stato grande amico dell’Africano e avendo ottenuto l’onore di essere sepolto nella stessa tomba. Aveva un basamento con parete rettilineo scandito da colonne e entro nicchie c’erano queste tre statue. Venivano esibiti ritratti del membri della famiglia all’esterno, visibilmente pubblico. Questi ritratti (non completamente sicuri di Ennio) potevano essere in armi (ORICATO, con la corazza) oppure nudo (a differenza dell’austerità repubblicana) infine in abito civile, toga. Per gli Scipioni siamo certi dei volti, grazie a ritratti colossali, fatti in più copie (età imperiale) nel foro di Augusto, dove c’è un porticato con tutti i grandi uomini della repubblica. L’africano aveva anche immagini monetarie, varie descrizioni : aveva una grande massa di capelli che portava gonfi e spettinati (a differenza della moda dell’epoca, Bruto) circa 140. E’ un ritratto meno severo di Bruto. L’Africano ha il collo piegato da un lavo, occhi enormi rivolti al cielo, forte chiaroscuro (stile più orientaleggiante, ellenistico, portato dalle conquisti del Mediterraneo) simile a quelli di Alessandro magno. Il volto è molto segnato ma espressivo. L’arte romana muta di colpo. Si fanno venire maestranze dall’Oriente e gli artisti sono spesso prigionieri di guerra. La classe alta e lo stato si ellenizzano velocemente. Alla figura di Scipione Emiliano si lega anche la modificazione di un quartiere di Roma. Si coglie una forte ellenizzazione del FORO BOARIO (quartiere arcaico del porto, dove arrivano i due VICUS) quartiere basso che nella metà del II sec aC cambia totalmente. Ha sempre un piccolo valore di scalo commerciale.

Page 30: Storia Arte Romana

UNDICESIMA LEZIONE 23/03/2010

Le guerre contro Cartagine > prima guerra importante fuori dalla penisola. Guerre punica = fenicia.In questo periodo, con la seconda guerra punica (218-202) si internazionalizza la guerra.Annibale percorre la costa spagnola, francese e passa le Alpi scendendo a Roma. Annibale riceve pesanti sconfitte, ma Annibale non assedia Roma, la supera e va, dagli alleati del sud Italia. Dopo un periodo di stallo, Roma incarica Publio Cornelio Scipione di prendere e attaccare Annibale che era a Capua. Scipione era di grande cultura e fu il primo ad aprirsi alla cultura greca (circolo degli Scipioni – circolo intellettuale) viene visto quasi come effeminato dalla cultura romana. Scipione va in Africa, Annibale lo segue e nella battaglia di Zama nel 202 verrà sconfitto. Dopo la pace Roma si appropria di tutto ciò che è cartaginese (tutto il sud della penisola, parte greca; Sardegna e costa orientale della Spagna) molto ambite erano le Baleari, punto strategico per la navigazione marittima.La terza guerra punica è stata fatta per occupare l’Africa. Protagonista è il figlio adottivo di Scipione l’Africano: Scipione Emiliano, uomo forte e nobile, di grande cultura e livello sociale. Conduce una guerra aggressiva incendia e distrugge la città di Cartagine, gli abitanti fatti schiavi (uno della prime grandi prese di schiavi> Terenzio era a Cartagine, prima schiavo e poi liberato 146 aC). Il territorio viene eretto a Provincia = cioè territorio al di fuori della penisola con amministrazione dipendente dallo stato romano, ma con un proprio governatore (proconsoli- cioè ex consoli, senatori ecc) e’ la prima provincia al di là del mare. PROVINCIA AFRICA PROCONSULARIS. Sarà molto ricca e latinizzata. Con grandi latifondi e romanizzazione in ogni piccola città (costruiti edifici termali, foro, teatro e anfiteatro) adattate alla regolare vita del romani. Nello stesso anno 146 aC alla fine del trentennio di guerre, viene spezzata l’indipendenza della Grecia, assediato Corinto (tra la Grecia del Nord e il Peloponneso) e distrutta in parte per un incendio. Lucio Mummio (altro console) istituisce la PROVINCIA MACEDONIA (con l’Achaia), seconda provincia tras-marina= Macedonia e Grecia!!!. Atene verrà lasciato semi-indipendente in senso amministrativo locale (intelligentemente così si evitano rivolte). C’è differenza tra storia e cultura greca. Scipione l’Emiliano nel 133 aC prende la Numantia (popoli iberici- labile federazione tribale) la resistenza è furibonda ma Roma vince. E la parte centrale della Spagna sarà divisa in tre PROVINCE romane. L’aristocrazia in Africa si comprerà grandi latifondi, dove mette fabbriche e imprese agricole. Altrettanto fa la Spagna, sfruttamento positivo del territorio. Famiglie importanti si trasferiscono (tutto o in parte) in Spagna. Gli imperatori Adriano e Traiano erano spagnoli, nati cioè nella nuova città: ITALICA.Nello stesso anno 133 aC il re Attalo di Pergamo, lascia in eredità a Roma il suo regno (PROVINCIA ASIA). Nel 123-122 aC si uniscono le province spagnole alla penisola costituendo province nel sud della Francia (PROVINCIA NARBONENSIS) questa era una parte molto latinizzata della Francia. Nel giro di 25 anni uno stato peninsulare diventa mediterraneo.Si sconvolge tutto senza troppe difficoltà, la strutturazione di Roma è talmente forte da reggere questa unità mediterranea. Migliorano le comunicazioni, diventa normale poter andare ovunque con la sicurezza che ovunque vadano si sentono a casa. L’amministrazione era controllata – ESTENSIONE DIRITTI LATINI. I romani si appropriano della cultura greca e dell’Asia Minore. La più elevata dell’epoca. Trasferimento botteghe e artisti, manodopera di schiavi artisti. Roma ha strutture di una piccola città italica, mentre è la capitale del mediterraneo. Quindi, benché ci siano forti resistenze (Catone maledirà chi vuole ellenizzare la città di Roma) la città a poco a poco cambia aspetto. Gli Scipioni favoriscono questo cambiamento (vedi sepolcro degli Scipioni). S.l’Africano non era dentro perché in rotta con lo stato, si era ritirato in una villa in Campania e li fu sepolto – lo descrive Cicerone.

Page 31: Storia Arte Romana

Il ritratto dell’Africano è di tipo ellenistico, probabilmente fisiognomico ma anche fortemente idealizzato. Intorno all’anno 15o aC c’erano delle costanti nei ritratti . la testa del fratello è veramente molto simile, anche nella posa non solo nei tratti somatici. Il busto dell’Africano era tagliato come se avesse un’armatura, la statua dell’Asiatico (fratello) aveva un busto largo, quindi probabilmente era nudo. Viene data l’idea del loro spessore morale, quasi come monarchi ellenistici. Abbiamo visto quanto incide il piano “privato” sul piano pubblico. Tutti questi grandi sepolcri erano lungo le strade fuori dal pomerio. All’attività pubblica è dovuta una serie di iniziative: il foro boario viene modificato, in età dei re c’era il porto col doppio santuario, zona mercantile, sacra a Fortuno, M.Matuto e Ercole. Ercole era un eroe, figlio di Zeus e Alcmene, è un eroe mortale. Lo uccide la sue seconda moglie ma lo salva Atena che lo introduce nell’Olimpo e diventa un dio. Per i romani ercole è SOLO un dio. E’ il protettore dei commerci, a lui riesce ogni impresa, una divinità completamente benigna (non ha lati negativi) La navigazione e il commercio erano imprese molto pericolose (quasi militari). Ercole li protegge. Nel foro boario (oggi Piazza della Bocca della Verità) troviamo Ercole ovunque. Sul colmo del tempio di Fortuno e Mutatae, c’era una statua di Ercole. Nella metà II secolo nel foro boario, vengono fatte importanti costruzioni sa parte di Scipione l’Emiliano e il compagno console Lucio Mummio (consoli nel 146, diventano censori nel 145) vengono costruite delle strutture lunghe e strette rivolte al fiume: gli HORREA EMILIANA (magazzini pubblici) di cui non sappiamo niente. L’Emiliano costruì a proprie spese un tempio per ERCOLE INVICTO (ex voto per vittoria su cartagine) con una statua di culto: un Ercole portato via da cartagine. Nei pressi di dove si trovava il tempio fu trovato questa figura colossale in bronzo (2 me e 30 cm) statua sovrumana (moduli fissi) ricoperta da lamina dorata come M.Aurelio, conservata quasi completamente. Questa statua di culto era ricavata sulla base di un calco diretto di un’opera: l’Ercole di LISIPPO (intorno al 310 aC) scultore greco dell’ultima classicità. Per costruire questo fu ricavata la matrice per gettare il bronzo. Questa statua fu posta nel tempio di Ercole del Foro Boario. Le proporzioni del corpo maschile nelle statue di Lisippo implicano una testa estremamente piccola (rapporto 1:10) corpo potentissimo e lunghissimo (classicità manieristica) Il dio è appoggiato alla clava e nella sinistra teneva il simbolo di una fatica (i pomi delle Esperidi ò al di là di Gibilterra . colonne d’ercole) – L’Emiliano per costruirlo, commissionò una copia in bronzo di un’opera greca famosa.

Molti trionfatori, con il bottino di guerra, costruiscono lungo la via trionfale, in campo marzio, edifici pubblici di grande maestria: serie di portici, colonnare a destra e sinistra, diversi tra loro perché di diversi trionfatori. Costruzioni di trionfatori per auto glorificazione. Edifici pubblici a spese dei trionfatori. All’interno ci sono opere d’arte, prede di guerra.Nel 146 aC viene decretato il trionfo del console Metello, che costruisce il PORTICO DI METELLO (vicino alla porta trionfale). All’interno c’erano due templi: Giunone Regina e Giove Statore (che ferma i nemici). IL TEMPIO DI GIOVE STATORE è il primo tutto di marmo. Prima di questo, nessun edificio di Roma era in marmo. Il lusso orientale arriva fin qui. Chi ha fatto il tempio e la statua di culto erano due greci: architetto di Salamina ERMODORO che si portò dietro i suoi operai e il suo materiale (il marmo). In Italia non c’erano cave di marmo aperte (quelle di Carrara verranno aperte da Cesare). Porta con se anche uno scultore, discendente del famoso scultore SKOPAS (età di Lisippo, forse anche prima). Questo Skopas minore fa la statua di culto di Giove in marmo, ma il marmo resterà un’eccezione fino ad Augusto.

Nel 142 aC i censori Mummio e Scipione fanno gli argini fissi del Tevere, nella zona del foro boario non c’erano per niente. Rimane una parte decliva (zona magazzini) mentre nel punto in cui sbocca la CLOACA MAXIMA viene creato un argine, alzano il bordo di circa 7 metri, sopra al quale viene costruito un tempio rotondo: tempio tutto di marmo (il più antico conservato a Roma). Lo fa un mercante!!! E’ sopra all’argine dove c’è la cloaca maxima. Nel 1891 il Tevere fu arginato

Page 32: Storia Arte Romana

in muratura, dopo l’istituzione di Roma Capitale d’Italia, che copre l’aspetto delle rive del fiume. In origine gli argini (abbiamo acquarelli di Ettore Roesler Franz e foto del 1800 ) non avevano parapetto. Il tempio era IL TEMPIO DI VESTA. E’ in ottimo stato di conservazione perché trasformato in chiesa (S. Mario del Sole), avevano però chiuso i colonnati da pietre. Era andato perduto il coronamento, sopra le colonne c’era un architrave con fregio e tetto conico (andati persi nel medioevo). Principio TRILITICO cioè tre pietre. Il tempio o l’edificio monumentale greco era fondato su questo principio. La struttura è fissa ma implica calcoli precisissimi. Le colonne reggevano architravi, fregi e tetto. Il tempio ha un nome puramente inventato (sempre nel foro boario c’era un tempio “della fortuna virile” rettangolare, che era il tempio però di PORTUNUS <dio del Porto) fu denominato così perche secondo regole stabilite ( che gli architetti dovevano seguire) solo a tre divinità poteva essere dedicato un tempio rotondo: Mercurio, Vesta o Ercole (è ed lui il più probabile). Il materiale del tempio era marmo su fondazione di tufo (per solidità ed elasticità) tutto poi era in marmo: colonna, cella circolare. E’ l’opposto del tempio italico che, come quello greco, ha la scalinata tutto intorno. Il tempio fu restaurato in prima età imperiale ma l’originale era MARMO PANTELICO ( del monte Pantelico, alle spalle di Atene, con il quale è costruito anche il Partenone). Le colonne restaurare erano in marmo bianco di Luni (Carrara). Possiamo identificare a chi era dedicato e chi lo ha fatto costruire: era dedicato ad ERCOLE VINCITORE (o OLIVARIUS perché la statua del dio all’interno aveva la testa cinta di una corona di olivo come i vincitori dei giochi di Olimpia) , le fonti dicono che lo costruì un mercante che si chiamava HEREMNUS o HERSEMNUS. Aveva una vita avventurosa, in origine schiavo greco, poi liberato diventa liberto (non ha cittadinanza ma da due liberti può nascere un cittadino), era flautista, liberato fa il mercante nel mediterraneo orientale di olio, vino o schiavi. E così fa fortuna. Dedica questo tempio all’ercole vincitore, come lui stesso. Il tempio dovrebbe risalire a non molto dopo l’arginatura del Tevere. E’ la prima volta di un tempio dedicato da un PRIVATO CITTADINO.

Page 33: Storia Arte Romana

DODICESIMA LEZIONE 24/03/2010

Il ritratto di Scipione riprende molto da ritratti ellenici (torsione del corpo, sguardo, capigliatura, forti ombre che accentuano gli occhi) dei Re, es Attalo I, Eumene II re di Pergamo. Comincia il BAROCCO ANTICO, es Laoconte o ara di Pergamo- intorno al 150 aC.

IL TEMPIO DI VESTA (continua) il committente è un borghese, abbiamo fonti tarde su cui ha fatto il tempio, siamo certi che sia un mercante, che lo costruì come pagamento di una DECIMA a Ercole ( come ex voto. I mercanti erano tenuti a pagare un decimo dell’entrale al culto di Ercole). Il committente doveva essere molto ricco. Era un mercante HERENNUS liberto, che commerciava con l’oriente mediterraneo (Siria, Egitto, Grecia, Asia Minore,ecc) che nella seconda metà del II sec ha un fiorente mercato di olio, vino e schiavi. Un’altra tradizione lo chiama HERSENNIUS o HERENNIUS ma fornito di tre nomi MARCUS OCTAVIUS , quindi come un cittadino romano. Si intendeva di musica perché aveva fatto parte di un collegio di suonatori di tuba (TIBICINES). Il collegio è un’associazione ufficializzata perché usata nelle manifestazioni pubbliche. Si dice anche che fosse una decima ma uno scioglimento di ex-voto perché essendo stata minacciati dai pirati della Cilicia ( i più pericolosi) che rapirono anche G. Cesare. la pirateria fu debellata solo nel I sec da Pompeo. Questo mercante quindi era cittadino, i suoi nomina (Octavius e Herennus) non sono nomi della città ma del circondario di Roma. Questo rappresenta il ruolo forte che queste borghesie mercantili sub-urbane rispetto all’aristocrazia. Dopo il 150 aC sono quelli che frequenteranno di più l’oriente, per motivi mercantili. Faranno da tramite per una ellenizzazione spinta sia in città (vedi Herennus) mentre altri (tutti laziali comunque) creeranno altre cose nelle loro terre natie. Ad esempio a Palestrina (PRENESTE in latino) i cittadini sono romani a metà, non hanno il diritto di voto DI DIRITTO LATINO diversamente DI DIRITTO ROMANO. Questo li vincolava meno ad osservare certi costumi austeri romani. Da questa città partivano mercanti per l’Oriente (là vi sono tracce). E sono i primi a recepire lo stile ellenico e l’esibizione della loro ricchezza avviene attraverso la costruzione di spettacolari santuari (II metà II secolo aC). Cambia più la provincia che non Roma città.

A Preneste uno dei più bei santuari conservati è IL TEMPIO DI FORTUNA PRIMIGENIA (primogenita di Giove). Andava a Preneste anche un oracolo, formula consacrata di conoscenza del futuro, così importante per un mercante. L’oracolo ebbe una grande fortuna. Sopra il santuario c’era un paese di epoca medievale che fu bombardato nella seconda guerra mondiale, smassate le rovine si ritrovò visibile il santuario. Oggi sopra c’è il PALAZZO BARBERINI, fondato su struttura antica. Era composto da 6 terrazze scavate, collegata da rampe e scale che portavano al tempietto della divinità (l’oracolo era a metà strada) . dimensioni colossali. Ci sono strutture simili a Tivoli e in altre città del Lazio mercantile.

L’ellenizzazione di Roma città è inattesa, a livello di NOBILITAS c’era la Tomba degli Scipioni, il resto è difficile dire se si tratta di commissioni o bottini di guerra o doni della Grecia. Il bronzo PRINCIPE DELLE TERME (2 mt e 30) è databile intorno al 140 aC. Princeps = persona importante delle terme = sta nel Museo Nazionale Romano delle terme.Potrebbe essere un sovrano ellenistico (es. Eumene) o un romano di grande levatura pubblica (es. Scipione Emiliano)Prima, se fosse stato un romano qualunque, si sarebbe infranto il tabù delle NUDITA’. La nudità in Grecia entra tardi, poi diventa normale per le divinità maschili e dopo (4 sec aC) quelle femminili. La nudità diviene la possibile norma. Si crea la perfezione fisica che non richiede abiti (legati alla natura stessa della divinità per Afrodite) dalla nudità DIVINA la Grecia passa a quella degli EROI (i figli degli dei e umani) es Ercole. Nel mondo classico (5 e 4 sec a C)il nudo è usato sempre in

Page 34: Storia Arte Romana

atmosfera sacra, esempio il DISCOBOLO non è un uomo, ma il compagno di Apollo, inventore del disco. La donna greca MAI verrà ritratta nuda. Questa nudità passa ai ritratti di Alessandro e ai suoi successori. In Oriente il sovrano era visto come un dio, puntano sulla sua semi-divinità. Nel mondo italico questo non avviene, Roma poi è molto pudica e severa. Il nudo inizia ad entrare nell’uso per l’ellenizzazione della seconda metà del II sec. e caratterizzerà una serie di ritratti di questo periodo sia in Italia, sia in Oriente di cittadini romani.I centri principali da dove arrivano architetti e scultori che ellenizzano sono: Atene, Pergamo (capitale di una provincia in Asia), Rodi e Delo. Per quanto riguarda DELO, non si può andare in quest’isola. Qui è nato Apollo con la sorella Artemide da Latono, ospitato nell’isola. Prima vagava sul mare e poi si ferma nel mezzo dell’Egeo, nel mezzo delle Cicladi (=messe in cerchio). C’era un famosissimo santuario di Apollo. Non si poteva né nascere, né morire, nell’isola, si doveva essere purificati. Anche i morti venivano seppelliti in un’altra isola vicina. Delo aveva un santuario mercantile. Diventa un grande mercato, centro del commercio del mediterraneo orientale (Porto Franco) C’era la PIAZZA DEGLI ITALIANI, cioè degli italici che avevano lì il loro mercato.

ELLENIZZAZIONE DELLE FORME IN ITALIAGENERALE DI TIVOLE in dimensioni superiori al reale. Trovato vicino al santuario di Ercole Vincitore a Tivoli. Questo personaggio non è un mercante perché ha come basamento una corazza ellenistica, quindi è un grande militare. Le corazze erano anatomiche, cioè che seguono la muscolatura del corpo con gonnellino in pelle e lamine in metallo oppure ellenistiche, fatte cioè con un busto che si ferma alla vita, di ferro, completate da un doppio gonnellino di strisce di pelle che arriva sopra al ginocchio.Le statue di bronzo erano senza basamento, perché forti, ma il marmo è fragile ed ha bisogno di un sostegno laterale (caviglie di grandi dimensioni). Il generale di tivoli è un generale del 120-110 aC (non si sa chi) che dedica la propria statua a Ercole. Si fa raffigurare di marmo, di grandi dimensioni, seminudo (formula più facilmente accettata dalla ritrattistica romana) con mantello intorno alle anche, panneggiato attorno ad una spalla. Il mantello era solitamente rosso. Si presenta in una “forma ideale” (alla greca), senza età, irreale a cui si accompagna però un volto che è il ritratto fisiognomico. Il volto è molto individuato, con rughe ed anzianità, anche se è un minimo idealizzato. In questo periodo vi era un vero e proprio culto del corpo, vedi quantità enormi di terme. Nascono delle forme artistiche propriamente romane, anche se l’artista non lo era doveva seguire le direttive del committente romano. A Delo vi era una statua (ritratto romano) detto la PSEUDO ATLETA , un mercante romano 110-100 aC, che si fa raffigurare totalmente nudo come un dio o un re. Un mercante si appropria di questa caratteristica. Il volto è molto segnato, con pochi capelli, orecchia a sventola e rughe. Volto intelligente. Commistione dell’idealità del corpo con l’elemento realistico del ritratto. E’ una scelta culturale questa mescolanza tra greco e romano. Il mercante si fa ritrarre così nudo, a Delo, ma da lì a poco, una volta fatto propria, quest’abitudine diventa anche romana. Edifici grandissimi erano costruiti con i materiali più diversi. Il marmo resta come eccezione per molto tempo, solo con Augusto 32 aC si crea una Roma di marmo. Resta solo in piccoli dettagli o colonne (bottini di guerra, per progettarle si deve aspettare il 1 sec aC). Nel frattempo si continua a costruire con materiali resistenti.

Page 35: Storia Arte Romana

TREDICESIMA LEZIONE 29/03/2010 SALTATA PER ELEZIONI

QUATTRODICESIMA LEZIONE 30/03/2010

Le committenze del II sec aC erano statali, triumphviri o borghesie mercantili e imprenditoriali rappresentate da cittadini romani, di diritto latino cioè cittadinanza limitata, ma molto abili nei movimenti economici. Grande quantità di denaro speso a casa es. Santuario di Fortuna Primogenia. Questa borghesia compie grandissime imprese. A partire dal III sec c’è il senso dell’anticipare, mentre nel II sec si ha grande committenza, un grande potere e molto denaro. E’ un enorme spugna che assorbe ciò che è stato creato da altre città e nello stesso tempo innova l’arte allora contemporanea. Organizzazione della produzione di tipo schiavistico: forza lavoro poco qualificata che consiste nel grande numero di schiavi adoperati e fa una grandissima produzione. Nascono le grandi fabbriche in cui dal gestore fino all’ultimo garzone sono o schiavi liberati o ancora schiavi. Il lavoro di produzione di un vaso di ceramica è composto da 32 azioni che potevano essere svolti da numerosi operai (divisione del lavoro) diversamente qualificati. Questo produce grande quantità di denaro. La classe dei LIBERTI è una classe emergente di committenti che si inserisce tra le più importanti committenze. Il corpo delle statue era solo un’impalcatura, senza dignità artistica, mentre gli ACOLITI erano le parti delle statue ad avere tale dignità (testa, mani, braccia….) Acrolito significa estremità e rappresenta le parti in pietra o terracotta. Per lungo tempo non si userà il marmo, soprattutto per gli edifici, infatti rarissimi. I romani sono stati grandissimi costruttori con tecniche edilizie che sono state ammirate tantissimo nel medioevo. Quando si parla di costruzioni, si deve distinguere una cosa importante, cioè se è stato fatto in un unico materiale oppure se è fatto con materiali diversi tra interno ed esterno.

Nel IV sec aC esisteva la tecnica con grandi pietre da costruzione (tecnica riservata alle mura della città). Queste pietre erano tagliate in maniera differente, nel Lazio si ha soprattutto la tecnica OPUS SILICEUM (pietre tagliate su misura per incastro perfetto) ovvero OPERA POLIGONALE (più tradizionale nell’ambito laziale nelle opere di mura e muraglie). Parallelamente si usava anche OPUS QUADRATUM, le pietre sono incastrate ma regolarmente rettangolari e tutto l’edificio è costruito così, pieno, OPERA QUADRATA. I blocchi sono in realtà tutti della stessa dimensione solo che una fila viene messa con la faccia lunga (di TAGLIO) e la fila sopra di TESTA (con il lato breve visibile) e così via. Dà un senso di regolarità, intreccio di pietre che si sostengono le une alle altre. Operazioni costosissime e faticosissime (pochi schiavi e poca popolazione qualificata) infatti spesso molti soldi venivano investiti per le cinte murarie (il livello economico di una città si ricava dal tipo di muratura) l’OPERA SILICEA non è molto usata a Roma. Per tale opere veniva usata la pietra SILICEA mentre a Roma si usa (soprattutto per la parte superficiale) il TUFO perché più facile da maneggiare e da trattare rispetto alla pietra silicea. E’ soprattutto usato un tipo particolare di tufo, il cappellaccio. Durante l’epoca dei re, si usa anche un altro tipo di tufo proveniente dall’Etruria meridionale, il tufo di grotta oscura. E’ bianco, ben lavorabile, più resistente e malleabile. La fetta superiore delle mura antiche è di questo tufo. Altro materiale molto usato è il TRAVERTINO: utilizzato anche come falso marmo nel IV sec aC. Questo nome è in raltà derivato da “pietra di tivoli”, pietre a basso costo utilizzate ancor’oggi. I tufi sono tipici dell’età arcaica romana, per quanto riguarda le murature piene.

Alla fine del III sec i romani inventano il CALCESTRUZZO – materiare poco costoso, resistentissimo anche dal punto di vista idraulico. In latino il calcestruzzo si chiama CEMENTUM. La opera cementizia è data dalla mescolanza della PIETRE, di dimensioni variabili, spesso di tufo, con CALCE (provenienza laziale, la migliore proviene dai depositi del Lazio orientale, addirittura esportata) mescolati con ACQUA e SABBIA (la migliore era la pozzolana, da Pozzuoli, terreno

Page 36: Storia Arte Romana

vulcanico, leggero e poroso che lascia attraversare l’umidità). Quando si prepara questa miscela inizialmente è liquida, quindi si usava fare dei limiti esterni alla muratura – il cementum è il nucleo interno della muratura- oppure venivano fatti cassoni in negativo e vi versavano il cementum (es. la volta del Pantheon. Arte importante a Roma. Quindi il cementum viene colato in un PARAMENTO, ovvero una muratura a sacco, esterno un materiale interno un altro. Grande è il passaggio dalla muratura PIENA alla muratura a PARAMENTO. Nella tecnica a paramento, la parte esterna è regolare ( con cui si fa la facciata) quella interna non è tagliata e resta rustica perché si deve amalgamare con il CEMENTIZIO – blocchi di pietre abbastanza grandi, ma non troppo.La differenza di materiale che serve per il paramento esterno determina la differenza tra gli edifici. Possono essere in pietra (non piena) ma soprattutto ci sono altre tecniche che utilizzano le pietre squadrate e regolari a paramento:OPERA INCERTA le pietre non sono tagliate regolari, e nei punti di maggior resistenza forma da punto di unione. Sono grosso modo quadrangolari e vengono incastrate l’une alle altre. Viene in uso quando il cementizio è usato regolarmente. Es. Santuario di GIOVE ANXUR – Terracina, alla sommità di una collina con la terrazza che ne supera i rilievi, terrazzamento artificiale del III sec, molto in uso in quel periodo, ma poco adattamento da parte dei romani. Quello che vediamo adesso è solo il basamento del santuario. Muri fatti a paramento con calcestruzzo ricoperto di opus incertus. Tutte le volte che cade il paramento viene alla luce il nucleo ovvero il calcestruzzo. Il nome Anxur è tradizionale anche se non corrisponde a verità, perché era dedicato ad una divinità femminile. Fine III . primi decenni del II sec aC. Quasi tutti questi paramenti dovevano essere intonacati e pitturati, il paramento era nascosto. OPERA RETICOLATA ultimi decenni del II sec aC fino al 100 aC. I paramenti sono fatti di piramidi regolari sulla faccia esterna ovvero la base, un po’ meno nella parte che doveva essere incastrata. Si distingue tra reticolata o quasi reticolata (forse non è esatto e non è mai esistito il secondo tipo). Intorno al 100 aC tale tecnica è utilizzata regolarmente poiché gli elementi sono facilmente incastrabili e resistenti e quasi inchiodati al cementum. Spesso colorati per un effetto policromo, formano quasi una reticella. Anche questo paramento deve essere intonacato e pitturato. Gli elementi piramidali da incastrare sono i TUFELLI. Sono tipi di muratura che lasciando passare l’umidità reggono maggiormente. Questa tecnica ha un grande slancio perché è il momento di grandi costruzioni edilizie. Termine POST QUEM della tecnica edilizia = fine II sec aC.OPERA MISTA ultimi anni della repubblica. Paramento con materiali diversi, almeno due regolarmente disposti. Una parte di reticolato e fasce laterali in mattoni. I materiali possono essere: mattoni, laterizio e pietra. A Ostia troviamo fasce regolari di laterizi, a Istanbul fasce regolari di mattoni (materiali non enormi e per superfici curvilinee. Il mattone è molto flessibile. Il tutto ancora doveva esser intonacato. Es. Merida LOS MILAGROS (i miracoli) paramento in opera mista che consente di costruire cosa di grande altezza e con grossa stabilità (es. acquedotti, necessariamente alti e fatti in opera mista)OPERA IN MATTONI COTTI inizio età imperiale in poi. Vitruvio ci parla di mattoni chiamandoli LATERES , mattoni crudi non cotti in fornace. Venivano utilizzati crudi in quel periodo, estremamente solidi una volta seccati, non si demolisce a patto che non abbia protezione o che piova sempre sopra. Questo fino all’età imperiale. Solo i mattoni cotti posti sul tetto venivano cotti (per la pioggia….) quindi conoscevano già la tecnica della cottura del mattone, veramente resistenti (laterizi cotti) il mattone cotto viene usato solo dall’ultima età imperiale. OPUS TESTACIUM ( = pentola) argilla cotta. Fatta di mattoni cotti non crudi dal I sec dCFabbrica di mattoni anche in Toscana. Tecnica molto difficile quella della cottura del mattone. Sistema di piccole officine artigiane, attività molto redditizia dal punto di vista economico così che poi diventeranno imperiali, con l’apposizione del timbro con il nome del console dell’epoca e della famiglia. La parola LATERES inizia a indicare il mattone cotto. La Porta Palatina di Torino fu la più antica installazione con paramento di mattoni cotti.

Page 37: Storia Arte Romana

Le colonie erano impianti di cittadini romani da qualche parte, ma non è un territorio, né una città. Normalmente è un territorio, con a capo una città. Es. Firenze: il suo territorio venne eretto probabilmente da Giulio Cesare (assegnazione coloniale solitamente a cittadini che erano in pensione dopo il servizio militare). Questi cittadini ricevevano delle sorti di lotti di terreno che venivano quindi CENTURIATI, all’interno dei quali il cittadino faceva ciò che voleva, es. costruire una città. Firenze probabilmente fu deliberata da Cesare nel 50 aC e fondata da Ottaviano nel 31 aC. La città veniva divisa all’interno con CARDO e DECUMANO ed era assegnata ai reduci della guerra civile (fondatori di Florentia).Torino era una colonia fondata da Augusto e prende il nome di AUGUSTA TAURINORUM (abitanti del luogo) probabilmente nel 25 aC. La porta a nord è ancora in piedi, posta verso la Gallia, PORTONI MERIDIONALI (?) alti una trentina di metri. A Torino è molto usato l’opus testacium, affiancato all’opus mixtum. Le finestre della Porta Palatina servono per difesa, per tirare colpi ai nemici (appostamenti difensivi) Ci sono delle BOCCHE PONTAIE, buche per i ponti, per infilare travi che sostengono la passerella. Il laterizio era forse un doppio paramento.

Questi fondatori, in caso di necessità, dovevano riarmarsi e tornare alle legioni. La fine della guerra civile (dal 60 al 30 aC) determina l’arrivo di Augusto (PATER PATRII= che porta la pace) e cì’è l’esplosione di tutto, anche dell’edificazioni di costruzioni. Nelle città coloniali tutto doveva essere costruito dai coloni stessi (faceva parte del patto) visto che nelle legioni c’erano anche abili costruttori (ingegneri) e i risultati sono ottimi. Dal punto di vista tecnico queste colonie utilizzano tutte lo stesso procedimento. Intorno all’anno Zero, nascita di Cristo, Firenze aveva l’aspetto di una tipica città romana: con il Foro, il cardo e il decumano, l’acquedotto. La città possiede una cinta muraria già dal 30 aC, con le torri murarie fatte in laterizio cotto come le mura.In molti casi il paramento laterizio era intonacato e dipinto: es. Casa di Serapide –Ostia, il paramento laterizio che è nobile era ricoperto di intonaco e dipinto (a volte con monocromia, altre con policromia, tutto visibile a Pompei)Ci sono dei casi in cui il laterizio viene lasciato scoperto, visibile: es edificio del Larario – Ostia. Il larario era un tabernacolo dei Lari ovvero divinità che proteggono il luogo, dei benevoli fissi ma mobili (sono sempre due divinità in movimento a trottola) . l’intera struttura è in laterizio. L’edicola è in laterizio policromo che costituisce lo sfondo contro cui si stagliano le immagini. Il cotto è lavorato a disegno e costituisce un arco chiaro e scuro, l’altarino mobile COMPITALE era destinato ad essere in laterizio nudo.

MERCATI DI TRAIANO Foro imperiale, il più grande, 112-113 aC. Viene costruito come bottino di guerra contro i daci da Traiano con vir triumphalis. E’ delimitato dal Quirinale. Ci sono sei piani percorribili dal superiore all’inferiore fino al livello del Foro. Tutto in laterizio di paramento con delle aggiunte (riquadrature delle porte in travertino, con il tipico contrasto rosso-bianco tra laterizio e travertino. Questi mercati hanno la struttura di botteghe ma sono un po’ troppo di lusso per essere dei grandi magazzini. Infatti era fondamentale l’approvvigionamento della città quindi l’accentramento e la distribuzione delle merci era fondamentale: era necessario che la NONA (annona) funzionasse. Probabilmente i mercati di Traiano erano centri direzionali del commercio, presenti in molti fori. La facciata è decorata anche in laterizio a disegno e probabilmente, mom non è certo, non intonacata. La parte dei frontoni in laterizio non doveva avere intonaco, il laterizio viene usato come strumento decorativo e strutturale. Ogni volta si è venuti ad aggiungere un sistema in più, senza che i vecchi modi di costruire (escluso l’OPERA POLIGONALE) morissero.

Negli anni 70 aC viene costruito infondo al Foro, schiacciato verso il Campidoglio, l’EDIFICIO DEL TABULARIUM. Una delle più importanti costruzioni della fine dell’epoca repubblicana, era un edificio dove si conservavano le TABULE (testi di legge e documenti ufficiali – archivio di Stato della repubblica). Ha un aspetto poderoso, fatto di blocchi di pietra e in parte scavato nel tufo

Page 38: Storia Arte Romana

del Campidoglio e in parte con pietra piena. Una specie di fortezza, quasi con l’idea di “intoccabile”. Quello che è visibile a occhio nudo sono le due parti inferiori con finestrine piccole e con una galleria sopra alle finestre probabilmente con una successione di archi (aperture ad arco) delimitate da semicolonne. E’ una struttura caratteristica dell’arte romana: un dispositivo creato dai romani(in confronto a quelli\\ fatti in bronzo <materiale indistruttibile simbolicamente……….. colosseo…..Elemento che contraddistingue l’arte romana. Il piano inferiore era fatto di pietra di GABII mentre le arcate erano in travertino. Il travertino è una roccia sedimentaria di CARBONATO DI CALCIO che proviene dalle acque di Tivoli. Il deposito millenario crea dei blocchi che possono arrivare a 18 mt di altezza. E’ abbastanza poroso e via via che passano gli anni, gli strati poù in basso si comprimono e tappano i pori. E’ estremamente elastico ,resistente alle pressioni e scarica il peso. Per esempio è posto al di sotto delle colonne e ne ammortizza la pressione. Ha bel colore bianco, costava poco anche in antichità, rispetto al costosissimo marmo, del quale è un surrogato, per lo stesso colore. PSEUDO MARMO, operazione di mascheratura della vera grana del travertino per farlo somigliare ancor di più al marmo. L’estensione del TABULARIUM arrivava fino al tempio DI IUNO MONETA agganciandosi al campidoglio. Molto esteso anche il larghezza. Era una vera e propria colonnata “alla greca” elemento grecizzante introdotto al piano superiore del tabularium ( a differenza della parte inferiore che era un muro continuo intervallato da archi alternati da semicolonne. La colonnata sup ha un aspetto tipicamente italico, tradizionale e innovatore.

Page 39: Storia Arte Romana

QUINDICESIMA LEZIONE 31/03/2010 **appunti tragici**

I lari erano 2, raffigurati come giovani che danzano in punta di piedi, il braccio alzato, l’abito rimane aderente alle gambe e la cintura si solleva per via del movimento. Sono divinità benefiche del luogo in cui ci si trova. Il marmo è un’ eccezione verso il 146 aC. TEATRO DI POMPEO in campo marzio. Pompeo Magno era un trionfatore, genero di Giulio Cesare, aveva ottenuto tre trionfi in Oriente e aveva sconfitto anche i pirati, rendendo sicuri i commerci nel mediterraneo orientale. Il teatro è luogo la serie dei portici è il primo teatro in miniatura di Roma, prima erano strutture provvisorie. Pompeo è il primo che costruisce un teatro in città nel 61 aC che verrà terminato tra i 6 e 3 anni dopo. Comprendendoci anche un tempio, dietro la scena c’era un enorme pontico CAVEA semicerchio in granito riversato agli spettatori, il PULTìPITUM e la SCENA, le QUINTE erano fisse. Alla sommità del teatro CAVEA c’era un tempio, erano costruzioni nella norma. Questo tempio è dedicato a VENERE con l’attributo di VINCITRICE. Giulio Cesare si pone sullo stesso piano di Venere, la trasforma in sua antenata. Dietro alla scena c’è un pontico enorme accessibile lateralmente dal teatro. L’ampiezza della cavea era di 50 mt, il restante edificio occupava un’ampia zona del campo marzio. Conosciamo la forma del teatro grazie alla FORMA URBIS, la pianta della città.

Il foro costruito da Vespasiano e finito da Tito e Domiziano, il FORO DELLA PACE, era una grande piazza porticata con una serie di giardini, aiuole e scoli d’acqua. C’era in tempio della pace dove era conservato il ……… del tempio di Gerusalemme, bottino di guerra. Gli edifici laterali erano biblioteche. Diviso da una parete che fu incendiata nel 192 aC e poi ricostruita e sopra vi fu applicata la pianta di Roma con lastre di marmo. Questa parete fa parte della chiesa Santi Cosma e Damiano. Ai piedi della parete, nel 1562, furono fatti degli scavi da Giovanbattista Dosio e fu trovate lastre di marmo dove erano incisi i nomi e gli edifici di Roma antica. Furono conservate male ed in seguito perdute. Erano lastre fatte dagli imperatori serviani. Per convenzione i romani mettevano il sud in alto e il nord in basso. Ne siamo certi perché gli edifici indicati si leggono solo se li mettiamo in questa posizione. Vi è anche il tempio di Pompeo. E’ una pianta precisa, si ha la scena, le nicchie, le colonne e il grande pontico sul retro. La pianta forse è del 202-207 dC e ci mostra una Roma dell’epoca, dopo Cristo, inizio III secolo. Il sipario veniva issato, cioè portato dal basso verso l’alto. Il portico di Pompeo era molto decorato e il senato, a volte, lo usava come sede delle riunioni. Se c’erano ambasciatori stranieri le riunioni si tenevano fuori dalla città, in Campo Marzio (es. riunione del 15 marzo 44 aC, giorno dell’uccisione di Cesare) Il complesso del portico impiega intensivamente colonne di marmo, per la prima volta, per un edificio pubblico, non sappiamo quale marmo se bianco o colorato. Intorno al 50 aC si inizia ad usare il marmo. Le cave di Carrara furono aperte attorno al 50 aC da Cesare, prima le cave erano solo fuori della penisola, soprattutto Cartagine, da cui viene il marmo giallo, giallo antico,nell’oriente mediterranee le cave greche in Asia Minore, il marmo pantelico ??,il marmo di Pora ?? era il più famoso dell’antichità e dell’isola di Tarso. ???All’epoca di Cesare roma sta diventando di marmo, nel mediterraneo orientale ci sono cave di marmo colorato, aperte in Egitto. RITRATTO DI CESARE in bascimite ???? pietra egiziana di colore nero. Il ritratto ha gli occhi di colore diverso. Le cave di marmo e pietra erano di proprietà imperiale. I marmi usati per colonne, paramenti, scalini usati nelle chiese, venivano recuperati e riutilizzati. Venivano dall’oriente ma nel 1500-1600 non si commercializzava più marmo con il mondo musulmano. I signori del’500 erano collezionisti di marmi colorati, Cosimo ne riaprì le cave a Seravezza.

Page 40: Storia Arte Romana

MARMO PORTASANTA è ripreso da un palazzo imperiale, ed è usato nella cornice della Porta Santa. ha dato il nome a questo tipo di marmo.

MARMI :PAVONAZZATO CIPOLLINOROSSO ANTICOGIALLO ANTICOPORTASANTAAFRICANOGRANITO ROSA DI ASSUANGRANITO DEL FOROPORFIDO ROSSOPORFIDO VERDESERPENTINO

I graniti rosa o rossi sono egiziani, quando si trova qualche costruzione in marmo rosso, è sicuramente di committenza imperiale.

16.01.27 aC inizio dell’impero. Assegnazione del titolo di AUGUSTUS. Augusto costruisce il foro, la costruzione della piazza durerà 40 anni. Per il foro di augusto furono usati marmi gialli, grigi, ecc. c’era il vanto di aver fatto arrivare i marmi da tutto l’impero.