Sintesi Di Storia Romana

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1 Sintesi di Storia Romana Introduzione generale La storia ricerca che diventa racconto basato su documenti per dimostrane la veridicit. Loggetto proprio della storia costituito dallinsieme degli eventi in un determinato campo della conoscenza: politica, letteratura, scienze naturali, psicologia, economia, religione, ecc. La filosofia della storia indaga sulle leggi che determinano o condizioni che rendono possibili relazioni costanti allinterno di un insieme determinabile di eventi considerati sia in senso sincronico che diacronico, in senso sincronico come condizioni e in senso diacronico come cause oppure effetti. La diversa focalizzazione di condizioni e cause ha generato i diversi metodi critici che costituiscono la storiografia. La storia esce dallambito della favola quando formula il racconto sulla base di una concezione storiografica che elabora un metodo critico per interpretare gli eventi considerati: fatti politico-militari, economici, culturali, della vita materiale, della mentalit, ecc. Nella storiografia greca antica gli elementi-chiave degli eventi per ERODOTO vanno ricercati nei grandi personaggi dei vari popoli, per TUCIDIDE nella volont di dominio, per POLIBIO nelle costituzioni politiche; nella storiografia romana si accentua il moralismo e la retorica, in S. Agostino lopera della provvidenza divina, in Macchiavelli e Guicciardini lastuzia umana, in Vico e negli illuministi la forza del progresso, nella storiografia romantica la dialettica e lattenzione filologica alle fonti letterarie, nella seconda met dellOttocento ai problemi sociali con il predominio delleconomia sulla politica per i marxisti e dei valori etico-politici per gli idealisti, nel Novecento si accentua il peso delleconomia supportato anche dalla statistica e dalla sociologia. Alla fine del Novecento e allinizio del terzo Millennio riemersa limportanza delle motivazioni etiche e religiose allinterno delle dinamiche economiche e politiche. Per favorire lassimilazione degli eventi principali individuati dalla tradizione e la formazione di una mentalit critica in grado di apprezzare i diversi contributi di ricerca degli studiosi nellambito della storia romana, nello svolgimento del corso si procede nellesposizione a tre livelli successivi: A) il racconto cronologico semplice sulla base degli storici antichi B) le precisazioni critiche di alcuni punti sulla base di storici moderni C) lapporto dato alla formazione della mentalit critica da parte di altre scienze, viste come scienze ausiliarie della storiografia. La Sintesi offerta una traccia di studio da tenere sempre presente; per lassimilazione critica degli eventi, raccomando di acquistare al pi presto un buon manuale: per chi ha gi studiato storia romana suggerisco GABBA-FORABOSCHI,ecc, Introduzione alla storia di Roma, LED, Milano 2003 per chi non lha mai studiata, suggerisco FORMICHI-MELANI, Roma antica. Dalle origini alla caduta dellimpero, Giunti, Firenze 2006 Per le scienze ausiliarie consiglio CRACCO RUGGINI, Storia antica. Come leggere le fonti, il Mulino, Bologna 2000. Le nozioni di base per ognuna delle scienze ausiliarie in rapporto alla storia romana sono gi indicate nella Sintesi, per ognuno deve scegliere di approfondirne una in particolare sulla quale fornir un proprio contributo elettronico scegliendo uno degli argomenti segnalati oralmente nellesposizione in classe. Nello svolgimento del programma si richiederanno i seguenti contributi per lassimilazione progressiva: ) approfondimento di una scienza ausiliaria in rapporto ad un aspetto della Civilt romana, in continuit con quanto gi sviluppato dagli studenti che vi hanno preceduto in questo corso ) annotazione critica sulla base di uno storico antico oppure moderno, sempre in continuit con quanto gi sviluppato dai predecessori, di una parte del Breviario di EUTROPIO ) applicazione dellinsieme delle scienze ausiliarie ad un monumento antico in Roma, in base ad apposita griglia di analisi per una interpretazione critica ) superamento di un test di base sugli avvenimenti e i personaggi principali della storia romana ) esame orale sulle vicende principali della storia romana, delimitata sulla base dei 4 risultati precedenti.

2 1A. Periodo monarchico (sintesi da Eutropio I, 1-8; Tito Livio I, 1-59) Roma fu fondata da Romolo, figlio di Rea Silvia e del dio Marte, era fratello gemello di Remo e avventuriero. Discendeva da Enea, a sua volta figlio della dea Venere, il quale dopo la distruzione di Troia approd nel Lazio e spos la figlia del re Latino, poi fond la citt di Lavinio; il loro figlio Ascanio fond la citt di Alba Longa che fu governata dai loro discendenti fino al re Proca che lasci il regno a Numitore il figlio pi anziano ma questi fu scacciato da Amulio il fratello pi giovane. La figlia di Numitore, Rea Silvia, fu ressa incinta di due gemelli dal dio Marte, ma Amulio fece gettare i gemelli nel Tevere. La cesta si aren sotto il Palatino, dove furono allattati da una lupa e portati in casa da un pastore impietositosi, Faustolo che li allev con sua moglie Larenzia. Diventati robusti raccolsero molti giovani e rimisero sul trono Numitore. Per il numero della popolazione decisero di fondare una nuova citt dove erano cresciuti. Per decidere chi doveva conferire il nome alla citt, Remo si pose sullAventino e Romolo sul Palatino a osservare gli avvoltoi, poi nacque una lite tra i due e Remo fu ucciso, cos il fondatore fu Romolo. A 18 anni, il 21 aprile del 753 a.C., fond sul colle Palatino una piccola citt chiamata Roma. Il colle era stato abitato ai tempi di Ercole dal predone Caco che fu da quello ucciso, ai tempi di Enea dal greco Evandro che conosceva la scrittura. Romolo dett i fondamenti del diritto e trasse molti elementi dagli Etruschi. Per popolare la citt accolse genti vicine, aprendo un asilo di rifugio per tutti i perseguitati e per governarla istitu un consiglio di anziani detti senatori, per accrescerla prima ascolt il consiglio dei senatori dinviare una delegazione ai popoli vicini per chiedere in matrimonio delle ragazze per i suoi uomini, ma rifiutato da tutti allora organizz una festa pubblica, i giochi Consuali in onore di Nettuno equestre e fece rapire le ragazze, ma per questo dovette combattere contro gli abitanti di Cenina, Antemne, Crustumino, Fidene e i Sabini. I Sabini, guidati dal re Tito Tazio, presero la rocca del Campidoglio corrompendo la figlia di Spurio Tarpeio. Ne seguirono aspri combattimenti fra Campidoglio e Palatino fino a che le donne sabine si posero tra mariti romani e padri sabini, cos fecero la pace e i due popoli si fusero chiamandosi Quiriti. Romolo regn per 36 anni, molto amato dal popolo ma poco dai senatori, nel 37 scomparve durante una tempesta e fu onorato tra gli di, anche se rimase il dubbio che fosse stato ucciso dai senatori, i quali si liberarono dallostilit popolare verso di loro proclamandolo assunto fra gli di, quindi da venerare. Il latino Romolo regn dal 753 al 716, il sabino Numa Pompilio dal 715 al 672, il latino Tullo Ostilio dal 672 al 640, il sabino Anco Marzio dal 640 al 616, letrusco Tarquinio Prisco dal 616 al 578, il latino/etrusco Servio Tullio dal 578 al 534, letrusco Tarquinio il Superbo dal 534 al 510 che fu il 7 e ultimo re di Roma. Si fece re Lucio Tarquinio, detto poi Superbo, che proib la sepoltura del suocero Servio Tullio e uccise i principali senatori perch erano favorevoli a Servio. Si circond di un folto gruppo di armati e consolid il potere con il terrore. Al di fuori si fece amici i Latini e per garantire la supremazia dei Romani non esit a far assassinare Turno che ad Aricia si opponeva. Tarquinio in guerra fu abile comandante e inizi le guerre contro i Volsci, conquist Suessa Pomezia e con i 40 talenti del bottino progett un grandioso tempio a Giove. Per espugnare Gabii che resisteva ricorse allinganno: suo figlio Sesto finse di disertare perch detestava il padre, ottenuta la fiducia divenne comandante e in vari modi elimin i cittadini migliori per cui la citt si arrese senza combattere. Fatta la pace con gli Equi e gli Etruschi avvi la costruzione del tempio a Giove sul Campidoglio, per il quale fece venire artisti etruschi. Fece costruire impalcature per le tribune al Circo Massimo e la Cloaca Massima per raccogliere tutte le scorie della citt (TL I,56). Istitu le colonie di Signia(Segni) e Circei(capo Circeo) per far avanzare Roma sulla terra e sul mare. Per la comparsa di un prodigioso serpente invi ambasciatori al santuario di Delfi i figli Tito e Arrunte con il nipote Lucio Giunio Bruto (figlio della sorella Tarquinia e ritenuto sciocco) che seppe interpretare il vaticinio (Diventer re di Roma chi di voi per primo bacer la madre e Bruto baci madre terra). Tarquinio assal Ardea capitale dei Rutuli, per mentre lassediavano il figlio Sestio Tarquinio violent Lucrezia la moglie di Tarquinio Collatino, la quale per la vergona si suicid denunciando lo stupratore e chiedendo di vendicarla. Bruto incit alla rivolta prima il popolo di Collazia, poi quello di Roma e infine lo stesso esercito che si trovava allassedio di Ardea, mentre il re tentava di rientrare a Roma per riprendere la citt. Cos il re fu esiliato con i figli. Sesto si rec a Gabi ma fu ucciso per il tradimento, altri due con il padre a Cere presso gli Etruschi. La monarchia dur 243 anni ed ebbe 7 re. Il territorio romano arrivava al 15 miglio.

3 1.B. Approfondimenti critici del periodo monarchico 1.1. Lettura critica della storia di Roma arcaica: Le informazioni maggiori su Roma arcaica le abbiamo da TITO LIVIO e dal greco DIONIGI DALICARNASSO, che a loro volta attingono dallannalistica di FABIO PITTORE e CINCIO ALIMENTO, i quali si rifacevano a storici greci che avevano iniziato a interessarsi dellespansione romana e prima di tali storici alla tradizione orale di origine gentilizia e di origine popolare. Nel contatto con il mondo greco, con le citt della Magna Grecia, la tradizione stata fortemente selezionata e ristrutturata per proiettare sulle origini di Roma agganci con la suggestiva civilt greca. Il culmine di questo lavoro di ripensamento la costituzione della figura di Romolo per avvalorare lidea di uno stato organizzato fin dalle origini e iniziato con un regolare rito di fondazione della citt secondo il modello coloniale greco, in cui si ha lelemento decisivo negli auspicia dato che la religione e i riti tradizionali nel I sec. a.C. erano saldamente nelle mani dei patrizi. La forte selezione dei dati storici trasmessi oralmente avvenne tra la fine del IV e linizio del III sec. a.C. nellannalistica. La tradizione che ne era alla base privilegiava gli accadimenti politico-militari e sincentrava sul contrasto fra patriziato e plebe. Probabilmente lo schema di monarchia anti-aristocratica, poi rovesciata dallaristocrazia a sua volta contrastata dal popolo, doveva essere comune a varie citt italiche fra VII e V sec. a.C. 1.2. Let arcaica: Nella fase prestatale i gruppi gentilizi o gentes, legati da rapporti parentali, avevano culti propri e il controllo delle attivit economiche nelle aree di pertinenza, principalmente agricoltura e pastorizia, e capaci di difendersi o attaccare con le armi. La tradizione ricorda 7 re in 250 anni, per la monarchia va meglio distinta in due periodi: a) una regalit latina o sabina nellVIII-VII sec. b) una regalit etrusca nel VI sec. La societ gentilizia nel tempo si era raggruppata in tre trib (Tities, Ramnes, Luceres), ciascuna suddivisa in dieci curiae, ossia 30 in totale, che riunite in assemblea confermavano la scelta del re, scelto da un gruppo ristretto di 100 patres, capi delle gentes, che costituivano il senato poi diventato il consilium del re. Il gruppo etnico quello latino in rapporti sia con gli Etruschi che con i Greci, con mobilit sociale fra questi popoli e consapevole capacit di integrazione e assimilazione di elementi sociali nuovi. La base economica lagricoltura. Nel VI sec. con le scorrerie di bande armate, probabile che un re venuto da fuori abbia assunto il potere con un colpo di mano valorizzando elementi subalterni ed elementi etruschi nelle istituzioni militari e civili, un processo di centralizzazione e il sostegno al culto di Iuppiter. Nella Roma dei Tarquini, tramite lEtruria, sintrodusse il modello greco degli opliti con progressiva valorizzazione militare degli strati inferiori per sostenere una politica di espansione; per la Roma etrusca rimase legata allagricoltura e dominata dai gruppi gentilizi, anzi secondo la tradizione nel 509 a.C. essi cacciarono il re e instaurarono un regime repubblicano. 1.3. Ipotesi sulla fondazione di Roma: I) aggregazione di villaggi II) colonia militare di Alba Longa III) polis indipendente con rituale etrusco su modello greco IV)invenzione dei re etruschi V)invenzione medio-repubblicana nel rapporto con Taranto VI) trasposizione di personaggi (Remo), di luoghi (Campidoglio) e di popoli (Sabini) 1.4. Sviluppo del periodo monarchico 2 periodi: I) latino-sabino: i 4 re e le 4 figure = Romolo/fondatore Numa/sacerdote Ostilio/guerriero Marzio/mercante II) etrusco: la citt Cf. Andrea CARANDINI, La leggenda di Roma. Vol.I, Dalla nascita dei gemelli alla fondazione della citt, Fondazione Lorenzo Valla, Milano 2006; vol. II, Dal ratto delle donne al regno di Romolo e Tito Tazio, Milano 2010; La nascita di Roma. Di, lari e uomini allalba di una civilt, Mondadori, Milano 2010.

4 1.C. Eutropio e la storiografia romana 1.1. Eutropio: visse nel quarto secolo d.C. e fu segretario imperiale dellimperatore Valente (364-378), prima era stato collaboratore dellimperatore Giuliano (361-363) che aveva tentato di restaurare il paganesimo, partecip anche alla sua sfortunata spedizione contro i Persiani nel 363. A Costantinopoli fu incaricato dall'imperatore Valente di redigere un'opera riassuntiva della storia romana, con indicazioni cronologiche, che servisse al principe da orientamento storico-politico: Breviarium ab Urbe condita ("Breviario dalla fondazione di Roma"), fu scritta in latino probabilmente tra il 364 e il 370. Si tratta di un compendio storico in 10 libri: il I dalla fondazione di Roma (753) allinvasione dei Galli Senoni (390), il LL libro dalla creazione dei tribuni militari (389) alla fine della prima guerra punica (241), il III libro dallamicizia con Gerone re di Siracusa (240) alla fine della seconda guerra punica (201), il IV libro dalla prima guerra macedonica (215) alla fine di Giugurta (105), il V libro dalla guerra contro Cimbri e Teutoni (105) ai trionfi di Silla e Pompeo (80), il VI libro dalla guerra contro Sertorio in Spagna (/6) alluccisione di Cesare (44), il VII libro dalla terza guerra civile (43 a.C.) alluccisione dellimperatore Domiziano (96 d.C.), lVIII libro da Nerva (97) ad Aurelio Alessandro (235), il IX libro da Massimino Trace (235) allabdicazione di Diocleziano (305), il X libro dalla seconda Tetrarchia (305) a Gioviano (364). Si serv di molte fonti tra cui Tito Livio e Svetonio, ha inesattezze cronologiche, privilegia le vicende guerresche, di chiara tendenza aristocratica, diventa prezioso dove mancano alternative e nellinsieme, nei limiti ideologici del suo tempo, un buon manuale. 1.2. Altre fonti antiche: per il periodo repubblicano della storia romana Eutropio va integrato da TITO LIVIO, CASSIO DIONE, POLIBIO, SALLUSTIO, GIULIO CESARE, PLUTARCO; per il periodo imperiale da TACITO e SVETONIO sul I secolo d.C., dalla Historia Augusta per il II secolo e da AMMIANO MARCELLINO per il III e IV secolo; per il V secolo viene sostituito da OROSIO integrato da ZOSIMO, per il VI da MARCELLINO ILLIRICO integrato da PROCOPIO E AGAZIA. 1.3. Storia e Storiografia: Per storia sintende il racconto delle vicende umane (res gestae), il complesso di tutti gli eventi del passato, per storiografia lindagine critica su tale racconto (historia rerum gestarum), la registrazione scritta di tali eventi e delle interpretazioni che ne danno gli storici. La Storia il libero sviluppo delluomo, la civilt lo sviluppo dellamore che fonda la verit, manifesta lesistenza e realizza lessenza. Un oggetto storico caratterizzato da irripetibilit, correlazione ad altri fatti, capacit di condizionare altri eventi. La Storiografia larte di scrivere correttamente la storia (Campanella), lo studio, la ricostruzione e lesposizione organica dei fatti storici e del loro sviluppo attraverso la raccolta, la ricomposizione, lesame e linterpretazione dei documenti e delle testimonianze (Pozzo). Lo studio universitario della storia non pu ridursi alla memorizzazione di un manuale, ma richiede la consapevolezza delle interpretazioni elaborate nel tempo, una sintesi di storiografia che include 7 periodi: 1) storiografia greca a iniziare da Erodoto padre della storia 2) storiografia latina sulla scia di quella greca, con accentuazioni letterarie 3) storiografia medioevale con accentuazioni religiose 4) storiografia umanistica e rinascimentale con il culto degli antichi 5) storiografia antiquaria con il culto delle fonti e quella illuministica con un razionalismo dissacrante 6) storiografia ottocentesca con lo sviluppo del metodo critico per una scienza accademica e lavvio di poderose ricerche 7) storiografia novecentesca attenta alla sociologia e alleconomia, tra marxismo e strutturalismo, sviluppo dellarcheologia e analisi comparata dei miti. Lo studio della Storia Romana comprende tre periodi distinti per la diversit del genere di fonti: 1) Storia romana arcaica (monumentali non scritte ed elaborazioni mitiche) 2) Storia della tarda repubblica e dellinizio del principato (ottime fonti letterarie e abbondanti testimonianze) 3) Storia imperiale (fonti letterarie tendenziose,ma abbondanti testimonianze epigrafiche, architettoniche e numismatiche). Per la storiografia greca e romana rimandiamo alle Fonti Letterarie, per la storiografia moderna meritano di essere consultate e disponibili anche nella nostra biblioteca le seguenti opere: Edward GIBBON, Storia della decadenza e caduta dellimpero romano (ed. Londra 1776-89 in 6 volumi, dal 98 d.C. al XV sec., in bibl. unedizione in inglese e due traduzioni in italiano), ricco di documenti, suggestivo e molto criticato per aver indicato nelle religione cristiana la causa principale della caduta dellimpero romano (I volume, capitoli 15-

5 16). Barthold Georg NIEBUHR, Storia Romana (1812-32, in 3 volumi, dalle origini alla prima guerra punica, bibl. led. tedesca e una traduzione francese) ritenuto il fondatore della scuola storica, con vasto influsso per la ricerca sulle origini della plebe e i rapporti con i patrizi. Theodor MOMMSEN, La storia di Roma ( in 3 volumi, 1854-56, dalle origini a Cesare, in bibl. 4 traduzioni it.) il maggior storico dellOttocento con vastissime ricerche, esperto di diritto romano ed epigrafia latina, esalta Cesare come il maggior statista di tutti i tempi. Inoltre Ettore PAIS, Storia di Roma (1898-99, ipercritico di Livio), Gaetano DE SANCTIS, Storia dei Romani (1907-23, in 4 volumi), Luigi PARETI, Storia di Roma e del mondo romano (1952-61, in 6 volumi, discorsivo), Michael ROSTOVZEV, Storia economica e sociale dellimpero romano (ingl. 1926, it. 1933), Santo MAZZARINO, Limpero romano (1956), Pensiero storico classico (1966) esperto del periodo tardo antico. Come vaste opere di riferimento ISTITUTO DI STUDI ROMANI, Storia di Roma (1938-96, in 31 volumi), CAMBRIDGE ANCIENT HISTORY (in bibl. una traduzione ital. in 9 volumi, led. inglese in 12 volumi: dal terzo al dodicesimo nella Latinitas, i primi due in 4 tomi della terza edizione nel deposito settore 11C, sono in arrivo anche i volumi 13 e 14) fino al 600 d.C. 1.4. Come si studia oggi: Storia significa ricerca (il termine storia deriva dal greco antico histora, nel dialetto ionico degli scritti pi antichi histor). La storia maestra di vita affermava CICERONE perch attraverso i suoi esempi ha una grande utilit pratica sia per trovare soluzioni alternative nel presente sia per evitare gli errori gi compiuti nel passato. La sua conoscenza, argomentava TUCIDIDE, ha valore perenne per limmutabilit della natura umana. La conoscenza storica necessaria per sviluppare un senso di comunit tra i gruppi disomogenei del presente, tramite la coscienza di avere un passato in comune per favorire attese in comune per il futuro. Ogni evento inscindibile dalle interpretazioni che lo hanno focalizzato come tale e fissato nella memoria collettiva. La storia (res gestae) in pratica inscindibile dalla storiografia (historia rerum gestarum). Gaetano DE SANCTIS parafrasa Cicerone affermando vita magistra historiae e Benedetto CROCE precisa che guardiamo al passato con gli occhi del presente. Lanalisi critica richiede che insieme agli eventi si valutino anche le interpretazioni che li hanno focalizzati (il filtro dei ripensamenti dello scrittore, degli intenti del compilatore, delle richieste del committente, delle aspettative del pubblico, della mentalit dellepoca, ecc.). Lindagine conoscitiva su un evento storico in continuo sviluppo, per cui lo storico non pretende di presentare una conoscenza definitiva del passato, ma una conoscenza critica sulla base delle testimonianze individuate. Lo storico seleziona i dati e generalizza i risultati. Ha tre compiti precisi nella sua ricerca: 1) raccogliere i dati in modo imparziale, senza dogmatismi 2) raggrupparli e classificarli stabilendo gerarchie e nessi di causalit (ogni storico si caratterizza per il tipo di cause alle quali fa riferimento) 3) fornire uninterpretazione prudente che contribuisca al processo di generalizzazione per problemi ancora vivi nel presente. La distinzione tra fonti primarie o documenti e fonti secondarie o monumenti ha origine nellUmanesimo ma ha favorito una venerazione acritica dei documenti darchivio, che talvolta sono tendenziosi pi delle stesse tradizioni narrative. Nel Novecento gli Annales hanno chiarito che ogni documento anche un monumento, ossia deve esser vagliato sia per distinguere le falsificazioni e le manipolazioni, sia per individuare gli influssi di chi lha voluto, chi lha redatto e del contesto culturale che lo ha orientato; anche un falso, ben interpretato, diventa una testimonianza preziosa e ogni monumento a sua volta un documento. Grazie ai progressi tecnici e sistematici nelle ricerche sono nate diverse nuove discipline che si affiancano alla storia. Per focalizzare i fenomeni socioculturali ci si collega a varie scienze sociali. Da questi procedimenti si originano multiformi categorie di documenti. Con il computer si ha un enorme dilatarsi della memoria storica sia per le raccolte metodiche sia per la quantit di dati disponibili in rete, i quali possono converge in banche dati. Dal rinnovato quadro teorico e metodologico si realizzano diverse convergenze disciplinari e una crescente cooperazione internazionale. Storia locale e grande storia interagiscono, una come quadro generale e laltra come microanalisi per controllare o correggere su campioni limitati la validit dei quadri teorici generali. La storia antica tende a considerare in modo globale lintreccio di vicende politiche, culturali ed economiche del Mediterraneo, tramite la convergenza di percorsi di storia letteraria, artistica, economica ecc. 1.5. Strumenti informatici: Il computer uno strumento molto utile per I) larchiviazione dati II) lelaborazione di modelli interpretativi. Tramite Internet si possono sviluppare 1) nessi di collaborazione 2)

6 ricerche bibliografiche 3) raccolte di fonti letterarie. Di fronte a questi vantaggi sta un non piccolo problema: i dati offerti sono moltissimi ma i siti di buona qualit sono pochi. Un altro problema di Internet linstabilit dei servizi offerti. - Banche dati: Un sito dorientamento molto ricco The Resources on the Internet for Ancient History and Classics: 1) mezzi bibliografici 2) motori di ricerca 3) giornali elettronici 4) siti di risorse a pi vasto raggio 5) studi al femminile 6) liste di universit e dipartimenti di storia antica 7) associazioni su studi classici e storici antichi 8) musei e siti Greci e Romani. Un altro sito molto ricco Rassegna degli strumenti informatici per lo studio dellantichit classica a cura di Alessandro Cristofori: 1) presentazione 2) novit 3) guide a siti esteri 4) fonti letterarie 5) fonti epigrafiche 6) fonti papiracee 7) fonti numismatiche 8) documentazione archeologica e immagini 9) geografia e cartografia 10) riviste elettroniche 111) repertori bibliografici 12) biblioteche elettroniche 13) materiali didattici 14) strutture accademiche sullantichit classica 15) gruppi discussione 16) informazioni su convegni 17) musei e mostre 18) altre risorse elettroniche organizzate per soggetto 19) software e altri programmi utili per classicisti. - Contatti telematici: Un utile strumento di ricerca sono le mailing list, ossia liste di distribuzione postale che permettono di dialogare via e-mail con un sistema di conferenza differita su uno specifico argomento che costituisce loggetto della lista stessa o topic. Ogni messaggio viene distribuito a tutti gli iscritti. Altro strumento utile da Internet il newsgroup o gruppo di discussione. - La ricerca bibliografica: In rete si trovano delle biblioteche virtuali, ossia siti che mettono a disposizione testi completi; nel sito Intratext Digital Library si hanno quasi ottomila testi integrali gratuiti, di 900 autori in lingua originale, tra cui molti latini dei quali 14 lopera omnia in latino, inoltre una ricca biblioteca filosofica, molti testi religiosi e letterari. Un altro tipo di servizi per le ricerche bibliografiche sono le biblioteche in linea, che non forniscono i testi integrali ma solo cataloghi di libri. Un punto di partenza pu essere AIB (Associazione Italiana Biblioteche) per rintracciare i cataloghi italiani in linea. Per i cataloghi mondiali cf. anche Libweb: Libweb = Library Servers via WWW. Dei singoli cataloghi merita per lItalia il Servizio Bibliotecario Nazionale. Per la Francia: Bibliothque de la France. Per UK la British Library. Per la Germania: la Deutsche Bibliothek (DDB). Per gli USA la leggendaria Library of Congress di Washington. - Le riviste elettroniche: Nonostante i numerosi problemi che esse presentano (costo del mantenimento in rete per rendere accessibili anche gli arretrati, la lentezza di accesso per il traffico, il copyright, le manipolazioni), sono gi migliaia le riviste elettroniche. Sono di facile accesso ArcheoMedia con un buon indice di argomenti archeologici in forma divulgativa, Histos per la storiografia antica con articoli a buon livello, Journal of Roman Archaelogy per segnalazione di studi e qualche articolo a disposizione.

7 2A. Periodo repubblicano antico (da Eutropio I,9-II,18; Tito Livio II-X+XI-XVfr) Scacciato Tarquinio, Bruto volle rafforzare la forza del senato e port i senatori a 300, per i riti religiosi presieduti dal re elesse un re dei sacrifici ma sottoposto al pontefice; come capo supremo dello stato invece di un re si elessero due consoli ogni anno, i primi due furono Lucio Giunio Bruto e Tarquinio Collatino, ma per il nome nello stesso anno fu esiliato o meglio si ritir a Lavinio e fu sostituito da Lucio Valerio Publicola. Il re Tarquinio, prima tent di rientrare in citt attraverso una congiura con i giovani nobili, ma la congiura fu scoperta nella casa dei Vitelli, i congiurati furono condannati a morte, tra i quali anche due figli di Bruto, e i beni dei Tarquini lasciati al saccheggio della plebe, il farro che cresceva nel terreno dei Tarquino ora Campo Marzio fu gettato nel Tevere e form lisola Tiberina(TL II,5). Tarquinio radun un esercito, di Veio per la vicinanza e di Tarquinia per la parentela, e attacc Roma ma nello scontro, favorevole ai Romani, morirono il figlio Arunte e il console Bruto, che fu sostituito da Spurio Lucrezio Tricipitmo, padre di Lucrezia, per, morto per malattia, fu sostituito da Orazio Pulvillo, quindi ben 5 consoli nel primo anno della repubblica. Il re Tarquinio ritent lanno dopo con laiuto di Porsenna, re etrusco di Chiusi, e questi avanz con il suo esercito suscitando il panico in Roma. Orazio Coclite imped lentrata in citt degli etruschi che stavano per passare sul ponte Sublicio combattendo mentre i compagni lo smantellavano(II,10). Sventato lattacco dal Gianicolo, Porsenna assedi la citt e con navi imped i rifornimenti. Il giovane nobile romano Gaio Mucio tent di assassinare Porsenna nel suo accampamento, ma avendo ucciso per sbaglio un funzionario invece del re e catturato si bruci la mano destra davanti al re (per cui fu detto Scevola); il re impressionato dal gesto e saputo che altri 300 erano pronti ad assassinarlo fece pace imponendo la restituzione di territori a Veio e degli ostaggi (II,12); ma la giovane Clelia guid le compagne alla fuga e a nuoto ripassarono il Tevere, Porsenna ammirato la onor concedendole di liberare altri ostaggi a scelta e lei scelse gli adolescenti(II,13). Perso di nuovo Tarquinio si ritir a Tusculo e visse da privato cittadino con la moglie per altri 14 anni. Nel 499 a.C. i Romani si scontrarono al lago Regillo con i Latini tra i quali militavano anche i Tarquini con il suocero latino Ottavio Mamilio che ne era il comandante e dopo duro combattimento prevalsero (II,19-20). Tarquinio si rec allora a Cuma dal tiranno Aristodemo, ma l mor e fu gioia per i senatori che per maltrattarono la plebe(II,21). Sette anni dopo la plebe si ribell ai soprusi del senato e dei consoli, perch molti erano stati imprigionati per debiti e avevano trascurato i loro beni per il servizio militare, ma per lavanzata dellesercito dei Voslci il console Servilio decret la libert per tutti coloro che si arruolavano; vinti i Volsci e presa Pomezia, sbaragliati i Sabi che si erano avvicinati a saccheggiare e sconfitti gli Aurunci presso Ariccia, il console Appio non voleva mantenere le promesse ai plebei; con nuove promesse accettarono di arruolarsi e sconfissero Volsci, Equi e Sabini. Ripresa la guerra con gli Equi i soldati si ritirarono sul Monte Sacro, al di l dellAniene e costruirono un accampamento fortificato (II,32) dove si rec Menenio Agrippa che con il suo apologo li convinse a trattare(II,32-33) per cui furono istituiti i tribuni della plebe. Lanno dopo ci fu lattacco dei Volsci che furono sconfitti e persero Coroli, ma il condottiero romano che fu esiliato si rivolse ai Volsci, sconfisse pi volte i Romani e arriv a 5 miglia dalla citt, fermato solo dalle suppliche della madre Vetura e della moglie Volumnia. I Fabii, in 300, tentarono di sconfiggere da soli Veio ma furono sterminati, eccetto uno. In questo periodo un censimento attesta 117.319 abitanti. Quando lesercito romano fu assediato dai Latini sul monte Algido, fu nominato dittatore Lucio Quinzio Cincinnato, il quale, smesso di arare il suo piccolo podere, attacc i nemici e liber lesercito assediato. Nel 302 dalla fondazione di Roma al posto dei due consoli furono eletti i decemviri, i quali il primo anno si comportarono bene ma lanno dopo uno di loro tent di violentare una ragazza suscitando tanto malumore che furono tutti destituiti. Nel 315 Fidene si ribell con lappoggio di Veienti e Volsci, ma fu catturato dal dittatore Marco Emilio e rasa al suolo. Nel 335 riprese la guerra con Veio e il dittatore Marco Furio Camillo la sconfisse e lassedi a lungo fino ad espugnarla i Galli le Forche Caudine dai Sanniti Pirro

8 2B. Approfondimenti 2.1. Variazioni nel comando supremo e nelle trib: Secondo la tradizione confermata dalla lista dei Fasti Consolari, cacciato Tarquinio, il comando supremo venne affidato I) a due magistrati detti allinizio pretori poi consoli, che probabilmente allinizio non avevano uguale potere II) Come magistratura straordinaria si ebbe in alcuni periodi il dictator nominato (dictus) dal console. Per in alcune citt latine il dictator era un magistrato ordinario annuale e nella confederazione era il comandante supremo dellesercito III) negli anni 451 e 450 si ebbero come magistratura straordinaria i decemviri per la stesura delle leggi IV) fra il 444 e il 367 la coppia dei consoli fu spesso sostituita dai tribuni in numero variabile da 3 a 8 (tribuni militum consolari potestate) con primaria funzione militare. Nel corso del V secolo le tre trib gentilizie furono soppiantate dalle prime trib territoriali: le determinazioni delle residenze divennero presto distretti di voto per i comitia tributa e nel III secolo per larruolamento della milizia. Le trib erano distinte in urbane e rustiche; le 4 trib urbane era in continuit con le 4 regiones di et regia. Le trib rustiche sorgono nellampliamento del territorio; tra urbane (4) e rustiche nel 241 si raggiunse il numero definitivo di 35 trib e i nuovi cittadini in seguito furono ascritti ad una delle trib esistenti. 2.2. La societ romana nel V secolo a.C.: Nei tempi pi antichi lesercito era costituito da armate gentilizie e la guerra era essenzialmente una spedizione per predare; le gentes patrizie assegnavano dei lotti di terra anche ai loro clienti. Nel 472 la gens Fabia con i propri clienti affront da sola i Veienti e fu quasi interamente distrutta. Gradualmente le armate gentilizie furono sostituite da milizie cittadine sulla base delle classi di censo. Con la distribuzione della terra conquistata sorse una nuova classe sociale: gli agricoltori piccoli proprietari, distinti dalla clientela agraria gentilizia. Le necessit di difesa militare spinsero a un loro riconoscimento politico. Sul modello dellorganizzazione patrizia, anche la plebe elabor un proprio ordinamento con proprie deliberazioni vincolanti (leges sacratae) e propri magistrati (tribuni della plebe e edili plebei). 2.3. Roma e i Latini: Roma appartiene al gruppo etnico dei Latini il cui territorio comprendeva la sinistra del Tevere fino ai Colli Albani e al Circeo. Centro principale era Alba Longa, altro centro importante era Lavinio per il culto dei Penati e la vetta del Monte Cavo per Iuppiter. Nel VI secolo, sotto i re etruschi, Roma cerc di acquisire una preminenza sugli altri latini, ad es. con una confederazione che aveva il centro nel santuario di Diana sullAventino. Cacciati i re etruschi, i Latini respinsero letrusco Porsenna con laiuto del greco Aristodemo di Cuma, ossia il tentativo di riaprire il passaggio verso gli Etruschi gi stanziati in Campania. Roma impose la sua supremazia con la battaglia al lago Regillo nel 499 proprio contro i Latini; nel 493 si allearono (Foedus Cassianum) per difendersi dallavanzata di Volsci ed Equi, mentre Roma lottava anche contro Etruschi a nord e Sabini a est. Nel 340 i Latini entrarono in guerra contro i Romani per avere gli stessi diritti dei cittadini romani, ma Roma in due anni li sottomise e nel 338 a.C. sciolse la Lega Latina. E da allora le colonie latine furono formate da cittadini romani con la cittadinanza del nuovo comune. 2.4. Riforme nel IV secolo: Con la crescita del benessere i gruppi di plebei in ascesa hanno contrasti sempre pi aspri con la dirigenza patrizia. Sotto la dittatura di Furio Camillo, nel 376 vengono approvate le leggi Licinie Sestie: 1) gli interessi pagati sui debiti vengono detratti dal totale della somma dovuta 2) limita la possibilit di occupazione privata dellagro pubblico 3) uno dei due consoli deve essere plebeo. Si passa cos dal domino del patriziato alla nobilitas, un nuovo ceto dirigente che non si basa esclusivamente sulla tradizione familiare ma ha come criterio decisivo la virtus, ossia capacit confermata da meriti che ottengono un vasto consenso popolare. La legge Ortensia del 286 a.C., dopo una secessione della plebe sul Gianicolo, stabilisce che le decisioni prese dalla plebe, plebiscita, sono valide e vincolanti per tutti. Dallora i comizi tributi diventano lorgano fondamentale per la legislazione, mentre i comizi centuriati per lelezione dei magistrati curuli.

9 2.C. Le fonti letterarie: Il compito pi delicato e insieme decisivo di uno storico, per scrivere la storia, quello di interpretare altri testi per valutare la validit e i limiti delle testimonianze fornite, la credibilit dei dati offerti. Per avviare a questa analisi critica pi che rivolgerci direttamente allermeneutica in generale, conviene un rapido profilo di storia della storiografia antica e questo per due motivi: 1) per ricavare dagli stessi storici i criteri ermeneutici dei loro testi 2) per accostarci alle fonti imprescindibili per la conoscenza del mondo antico. Va tenuto presente che i singoli autori a) si rivolgono a categorie di lettori differenti b) rispondono a esigenze diverse c) non hanno principi omogenei nel comporre i loro testi. 2.1. Le origini della storia e i suoi primi sviluppi in Grecia: La storia si distingue dalla poesia perch scritta in prosa e separa i fatti dalla fantasia, inoltre ricerca il nesso causale fra passato e presente. Nella storiografia greca antica abbiamo due linee di tendenza: quella di ERODOTO che cerca il diletto e quella di TUCIDIDE che cerca lutilit dei fatti narrati. Erodoto e Tucidide rappresentano due indirizzi storiografici diversi: Erodoto e i logografi ionici fondano il genere etnografico e antropologico, Tucidide quello politicomilitare. Tucidide, riducendo la storia a storia contemporanea, favorisce implicitamente lo sviluppo della antiquaria coltivata da alcuni circoli sofistici. SENOFONTE nella storia imita Tucidide, per moraleggia volentieri e racconta aneddoti, manca di acuto senso storico perch non sa distinguere le cose secondarie dalle essenziali. TEOMPOMPO gareggia con Senofonte, ha scritto moltissimo, lo stile prolisso ma anche vigoroso e appassionato, con fini analisi psicologiche dei personaggi, molti dei quali conosciuti personalmente; restano solo frammenti. Su questa linea si colloca anche lerudito EFORO di tono moraleggiante e tendente allo psicologismo. Eforo e Teopompo furono criticati da DURIDE per il moralismo e lo psicologismo, invece scopo dello storico stabilire un rapporto simpatetico col suo pubblico, quindi mmesis e hedon, ossia immedesimazione per suscitare piacere nel lettore. Per Duride la storia concentrazione drammatica delle passioni umane; allievo di Teofrasto, capovolge la distinzione aristotelica fra poesia e storia. Fu suo continuatore FILARCO ricco di compartecipazione emozionale ma poi aspramente criticato da Polibio per il sensazionalismo. Lo storico POLIBIO si contrappone sia alla storiografia tragica di Duride e Filarco, sia a quella moraleggiante degli isocratei (Eforo e Teopompo). Critica in particolare Timeo di Tauromenio/Taormina per la sua eccessiva erudizione. 4.2. I Romani e la loro storiografia, le origini: I primi libri di storia romana cominciano ad apparire nel III sec. a.C. ad opera di immigrati. La cultura storica romana nasce come cultura dellintegrazione, della conservazione e della concordia fra patrizi e plebei, della collaborazione per la libert, la gloria militare e la prosperit comune. lideologia della civitas che ha in comune lavversione alla monarchia e il timore che prevalga qualcuno di loro su tutti gli altri. Dal V sec. a.C. il pontifex maximus raccoglieva una cronaca annuale. In base a questa cronaca sotto il pontificato di Publio Muzio Scevola (130-114 a.C.) furono compilati gli Annales Maximi in 80 libri. I primi storici, per la loro origine sociale, hanno una forte impronta politica e competenza giuridica e militare. Il primo annalista Quinto FABIO PITTORE. La scelta del greco era di offrire ai popoli stranieri come Greci e Cartaginesi uninterpretazione romana delle proprie origini e vicende contro le polemiche greche. Con la vittoria sulla Siria nel 190 a.C. venne meno lurgenza propagandistica e si pass al latino. Lannalistica latina ha il suo maggior rappresentante in Marco Porcio CATONE. 4.3. Dai Gracchi alla fine della repubblica: Gli storiografi successivi a Catone scrissero in latino ma con lo schema dellannalistica in greco. Nel 120 a.C. la pubblicazione degli Annali massimi rende accessibile anche ai non senatori la trattazione di molte vicende storiche. Nel II sec. a.C. emerge come storico di Roma proprio un greco, POLIBIO, entrato nel circolo culturale degli Scipioni. La sua vuole essere storia universale e prammatica, universale perch la politica romana raccoglie a poco a poco le fila della storia del mondo, prammatica perch tratta delle azioni politiche. Vuole essere imparziale servendosi anche di fonti con prospettive diverse. Come scrittore uno dei peggiori perch ha il linguaggio delle cancellerie ellenistiche, come storico filoromano e la sua distinzione tra causa apparente o motivo ufficiale, inizio e causa vera non molto profonda nei fatti, molto migliore e pi acuto nellanalisi della costituzione romana e di quella cartaginese. Marco Tullio CICERONE presenta la migliore giustificazione dellimperialismo romano che riprende in una visione pi dinamica lo storicismo di Catone sullo sviluppo dello stato. Il capolavoro tra i commentari lopera di Caio Giulio CESARE nel De bello gallico, scritto durante la conquista della Gallia dal 58 al 52 e completato dal suo legato Irzio fino al 50, e nel De bello civili, che in 3 libri va dal 49 al 48 poi completato da Irzio per la guerra ad Alessandria e redatto dopo la vittoria definitiva sui pompeiani a Munda

10 nel 45 a.C. Tra le biografie emerge la raccolta di biografie di uomini illustri, De viris illustribus, di Cornelio NEPOTE in 16 libri di cui resta solo una sezione. Cornelio solo un volgarizzatore sincero. Gaio SALLUSTIO Crispo nelle sue monografie, Sulla congiura di Catilina e Sulla guerra di Giugurta, si propose una riflessione organica che scegliendo un tema specifico lo raccordi ai problemi sociali, economici, politici che lallargano a uninterpretazione generale della storia, perch la storiografia contribuisce alla virtus del cittadino nei periodi di crisi. Il suo procedimento, sul modello di Tucidide, guadagna in solidit e profondit ma perde in variet e vivacit. Il maggior storico romano fu il padovano TITO LIVIO con i suoi 142 libri di Annales, divisi in decadi, di cui rimangono circa 35 libri; ha stile ciceroniano e si basa su annalisti e Polibio.; esalta il cittadino romano dei tempi antichi perch dotato di maiestas, auctoritas, dignitas e pietas. 4.4. La storiografia latina e greca di et imperiale, dallet giulio-claudia ai Flavi: La finzione della repubblica restaurata sotto Augusto si scontr con un tenace filone repubblicano che esaltava la libertas sulla base dello Stoicismo e criticava la corruzione dentro il governo. Come storie universali si hanno gli scritti di DIODORO SICULO, la Biblioteca in 40 libri che racconta parallelamente la storia greca e quella romana. Tra i filoromani, in quanto garanti della pace sociale che mantiene il potere delle lites locali, abbiamo DIONIGI DI ALICARNASSO che nel De antiquis oratoribus vede in Roma il modello culturale e politico che permette il ritorno alla tradizione greca pi genuina e nella Archeologia Romana in 20 libri, nel 7 a.C., ritiene i Romani i migliori proiettando sulle loro origini radici greche e prospettando che limpero non sarebbe decaduto per lassimilazione degli altri popoli con la concessione sapiente della cittadinanza che sar di fatto la linea vincente dellimpero. CLAUDIO, poi imperatore, era stato indirizzato alla storia da Livio e aveva iniziato una Storia delle guerre civili che lasci incompiuta per sollecitazione della madre e della zia per i temi scottanti, scrisse una Storia del principato di Augusto in 41 libri erudita, poi in greco in 20 libri una Storia degli Etruschi e in 8 libri la Storia di Cartagine con nuovo entusiasmo per lantiquaria. FLAVIO GIUSEPPE, protagonista dellinsurrezione giudaica nel 66 d.C., presenta la visione dei ceti elevati giudaici nei confronti di Roma, insistendo sul senso del rispetto e riconoscimento del potere imperiale per una convivenza fra ebrei e pagani. La maggiore delle biografie si ha nelle Vite di PLUTARCO di Cheronea che lasci una mole copiosa di scritti per il ricupero della dimensione locale, ossia per conciliare la grecit con la presenza imperiale romana. Plutarco scrittore essenzialmente drammatico. Non per nulla le Vite pi belle sono quelle degli eroi pi infelici, le vite pi ricche dinsperate fortune e di rapide irrimediabili sciagure. 4.5. Dallimpero illuminato allet ferrea: Anche se pi giovane di Plutarco, Gaio SVETONIO Tranquillo di qualit superiore nel De vita Caesarum, biografie dei primi 12 imperatori; sincentra sulla descrizione del carattere e subordina ad esso i fatti narrati. Cornelio TACITO inizia nel 98 d.C. come biografo. Esalta la libertas sotto Nerva ma si distacca dallopposizione sterile dei filorepubblicani. Lopera di pi vasto respiro sono le Historiae in circa 12 libri con le vicende dalle guerre civili del 69 d.C. alla morte di Domiziano nel 96. Solo il governo monarchico in grado di garantire la coesione di province ed esercito, ma questo a prezzo della libertas. Tacito, con uno stile e un metodo narrativo misto di Sallustio e Livio, offre una nuova sintesi di robusta gravitas e di tensione tragica, quasi poeta tragico delle passioni politiche. APPIANO, nativo di Alessandria e vissuto tra il 95 e il 165 d.C., scrive una Storia Romana in 24 libri di cui ne restano 10, fonte principale e quasi unica per le lotte tra Mario e Silla. CASSIO DIONE cittadino romano di origine greca, console sotto Severo Alessandro nel 229, scrive una Storia Romana in cui difende il valore della guerra preventiva ma anche traspare la minaccia interna ed esterna allunit dellimpero. 4.6. La storiografia tardoantica: Nel IV secolo si ha la spaccatura fra Oriente e Occidente, fra scrittori pagani e scrittori cristiani, con larga diffusione di compendi, Breviari, per le nuove classi dirigenti. AURELIO VITTORE nel 361 pubblica una Caesares Historiae da Augusto fino al 360. EUTROPIO, segretario dellimperatore Valente, scrive su richiesta dellimperatore il Breviarium ab Urbe condita in 10 libri dalla fondazione della citt alla morte di Gioviano nel 364, poi molto diffuso nel Medioevo: compendio generale di storia romana con reminescenze da Livio e Svetonio, con linguaggio tecnico in ambito militare, stile semplice e chiaro, molto apprezzato. La raccolta biografica maggiore la Historia Augusta, fonte preziosa per gli imperatori dal 117 al 284, ma tendente al pettegolezzo. Ultimo grande storico di lingua latina AMMIANO MARCELLINO che scrive le Res Gestae in 31 libri, da Nerva alla battaglia di Adrianopoli, attendibile ma con il gusto delle rappresentazioni grandiose e cupe. Tr a gli scrittori cristiani segnaliamo per il IV sec. EUSEBIO e GIROLAMO, per il V sec. RUFINO, SULPICIO SEVERO e OROSIO, in greco SOZOMENO, SOCRATE e TEODORETO; tra i pagani ZOSIMO nel VI sec.

11 3.A. Periodo repubblicano medio (da E II,18-IV,27; TL XVI-XXriass+XXI intero+XXII-XLV interi+XLVI-LXVI riass) Conquistata la penisola italiana, le mira di Roma su spostarono sulla Sicilia. Nel 264 i Romani costruirono delle navi rostrate e affrontarono quelle cartaginesi, ma il console Gneo Cornelio Asina fu sconfitto, invece in console Caio Duilio davanti a Milazzo, nel 260, vinse e assicur ai Romani anche la supremazia sul mare per cui successivamente saccheggiarono la Corsica e la Sardegna ricavandone ingente bottino. Sconfitto in una battaglia navale Amilcare, i Romani sbarcarono in Africa, avanzarono fino a Cartagine saccheggiando il territorio e devastando molti centri fortificati. I Cartaginesi chiesero la pace ma il console Regolo impose condizioni troppo dure per cui i Cartaginesi chiesero aiuto agli Spartani che inviarono il generale Santippo che li riorganizz e inflisse una disfatta allesercito romano uccidendo 30 mila uomini e catturando lo stesso Regolo. I Romani inviarono una flotta di 300 navi che sconfisse la flotta cartaginese, sbarcarono di nuovo in Africa ma la carestia li costrinse a tornare in Sicilia; un tempesta affond quasi tutta la flotta, ma i Romani ne allestirono subito unaltra di 200 navi, ma al ritorno con un grande bottino unaltra tempesta li fece naufragare. Intanto in Sicilia i Cartaginesi tentarono di contrattaccare ma furono sconfitti da Metello che cattur anche 130 elefanti e li invi a Roma per il proprio trionfo. I Cartaginesi inviarono Regolo con proposte di pace ma quello esort a continuare la guerra e tornato a Cartagine fu torturato a morte. Il console Claudio Pulcro fu sconfitto e di 220 navi ne salv solo 30; and perduta, per naufragio, anche la flotta dellaltro console, Lucio Giunio. Il console Lucio Catulo, nel 241, con una flotta di 300 navi affront quella cartaginese di 400 davanti a Lilibeo e la sconfisse facendo 13 mila morti e 22 mila prigionieri con ingente bottino. Allora, dopo 23 anni di guerra, i Cartaginesi chiesero la pace e la ottennero. Con Annibale inizi a seconda guerra punica, infatti costui, diventato comandante a soli 20 anni, nel 218 espugn in Spagna la citt di Sagunto alleata dei Romani, poi con una lunga marcia attravers i Pirenei e le Alpi, perch sul mare predominava la flotta romana, e arriv in Italia con 80 mila fanti, 10 mila cavalieri e 37 elefanti, attirando dalla sua parte molti Liguri e Galli. Publio Scipione tent di fermare Annibale sul Ticino ma fu sconfitto e ferito, Sempronio Gracco sul Trebbia e fu lui pure duramente sconfitto; per quelle vittorie molti passarono dalla parte di Annibale. Il console Flaminio nel 217 cerc di fermare la sua avanzata in Etruria ma fu ucciso con 25 mila soldati presso il lago Trasimeno; invece il console Quinto Fabio Massimo fren lavanzata di Annibale con la guerriglia, senza battaglie decisive. Nel 216 i consoli Lucio Emilio Paolo e Publio Terenzio Varrone, impazienti, attaccarono Annibale in Puglia presso Canne ma ricevettero una terribile sconfitta con la morte di 40 mila soldati e il console Paolo Emilio. In Italia molti altri passarono ad Annibale, ma in Spagna i due Scipioni sconfiggevano Asdrubale, fratello di Annibale. Intercettati gli ambasciatori di Filippo re di Macedonia per unalleanza contro i Romani, questi ordinarono a Marco Valerio Levino di attaccare in Macedonia e a Tito Manlio Torquato di portarsi con un esercito in Sardegna; cos si combatteva su 4 fronti: in Spagna, in Macedonia, in Sardegna e in Italia. Tito Manlio in Sardegna sconfisse e cattur il comandante dei Cartaginesi, inoltre riconquist lintera isola, Levino sconfisse Filippo in Macedonia, gli Scipioni fiaccarono le forze di Asdrubale e Magone in Spagna. Dopo dieci anni in Italia Annibale avanz fino a 4 miglia da Roma e la sua cavalleria fino alle mura ma si ritir a Capua in Campania per larrivo dellesercito dei consoli. In Spagna fu mandato Publio Cornelio Scipione di soli 24 anni, che espugn Nova Cartago in cui era custodita una grande riserva di oro, argento e materiale bellico. Allora Annibale, ormai ritenuta persa la Spagna, chiam in Italia suo fratello Asdrubale con lesercito ma nel 208 presso Senigallia al Metauro cadde nellimboscata dei consoli Claudio Nerone e Livio Salinatore che portarono a Roma un grande bottino doro e dargento, poi furono ricuperate tutte le citt dei Bruzii. Il senato richiam in Italia Scipione che fu eletto console e mandato in Africa dove sconfisse Annone, fece prigioniero Siface re di Numidia e con un ricchissimo bottino lo invia prigioniero a Roma; in seguito a tali successi quasi tutti abbandonarono Annibale che fu richiamato in Africa, dopo 17 anni di permanenza in Italia, per difendere la patria. I Cartaginesi chiesero la pace, Annibale non accett le condizioni e Scipione avanz insieme a Massinissa re di Numidia, fino allo scontro decisivo a Zama nel 202 dove Annibale fugg a stento con un piccolo drappello alla cattura, mentre Cartagine si arrendeva. Cos dopo 19 anni terminava la seconda guerra punica e Scipione dopo un grandioso trionfo su soprannominato Africano.

12 3B. Linfluenza della filosofia greca sul diritto romano 3.1. I giuristi: Il diritto romano sopravvissuto al crollo dellimpero romano doccidente grazie alla raccolta realizzata dallimperatore Giustiniano I in tre volumi fra il 529 e il 534 d.C.: il Codex Iustinianus, nel quale sono raccolte le costituzioni imperiali emanate fra il II e il VI sec.; esso insieme al manuale intitolato Institutiones e allepitome delle Novellae che raccoglie le costituzioni emanate successivamente ai tre volumi, con i Digesta, unampia antologia della produzione letteraria dei giuristi romani specialmente dei secoli II e III, costituiscono il Corpus Iuris Civilis (titolo del XVI sec.). Quando Roma aveva gi il predominio nel Mediterraneo, emerge la figura del giurista/iureconsultus. Cicerone, nel I sec. a.C., nota che in Grecia lassistenza giuridica era fornita a pagamento dai pragmatikoi, individui al fondo della scala sociale, invece a Roma sono gli uomini pi illustri e altolocati. La conoscenza del ius caratterizza la presenza dellaristocratico in citt, che diventa punto di riferimento indispensabile per evitare lesercizio arbitrario del potere sociale e politico. Lattivit dei giuristi romani caratterizzata dalla casistica. I giureconsulti presiedono al ius civile che essenzialmente ius privatum, ossia lutilit dei singoli (condizione delle persone, propriet, altri diritti civili) distinto in modo esplicito solo nel III sec. d.C. dal ius publicum che riguarda lo Stato. Nel procedimento per dare il responso, il giurista o giureconsulto considera il caso concreto sottoposto dal cliente entro una classe di casi dotati di tratti comuni. Poche decisioni sono fondate su delle leggi gi fissate, nonostante che le Dodici Tavole redatte a met del V sec. siano considerate la fonte di tutto il diritto. Si hanno in pratica due ordini normativi: I) legale di matrice cittadina, es. la legislazione decemvirale II) privato che scaturiva dallautonomia dei singoli. Le stesse leggi decemvirali erano raccolte di norme gi esistenti con integrazione nei casi in cui non si poteva contare su un preventivo regolamento delle parti. 3.2. Pontefici e Pretori: Attiguo al ius civile c il ius pontificium per le pratiche religiose. Le procedure nei giudizi erano dette legis actiones, cio procedure legali. Tenute segrete dai pontefici che ne erano i depositari, nel 304 Gneo Flavio le rese note trascrivendole su tavole esposte nel Foro assieme allelenco dei giorni fasti e nefasti, in cui si potevano o non si potevano pronunciare le formule rituali della giustizia. Questa divulgazione abitu la gente comune alle sottigliezze legali. Nei rapporti con gli stranieri subentrarono altre procedure pi elastiche, dette per formulas. Limmobile formula orale veniva gradualmente sostituita da una scritta e il pretore urbano, cui se ne aggiunse un secondo, peregrino, per le vertenze con gli stranieri, si vide allargato il campo della propria discrezionalit di giudizio, cosa che si tradusse in possibilit di fissare nuove soluzioni per nuovi casi, prima non previsti dalle formule fisse. Al suo entrare in carica il pretore comincia a preannunciare con un edictum i principi cui si sarebbe attenuto, principi che non vincolavano il suo successore ma che agivano nella coscienza con la forza dei precedenti, dei quali il nuovo pretore non poteva ovviamente non tener conto per i casi nuovi e questo, al di l delle norme emanate dalle assemblee legislative, fu la fonte prima del diritto civile con tutto il contorno giurisprudenziale che gli tenne dietro a cura dei giureconsulti e dei procuratori legali. 3.3. Filosofia greca e ius romano: Secondo quanto Cicerone aveva appreso dagli Stoici, il ius lespressione di unimmutabile lex naturale, identificata con la retta ragione (lorthos logos stoico) comune agli dei e agli uomini (prudenti), capace di chiamare al far bene e di stornare dalle malefatte. Molti giuristi avevano ricevuto anche una formazione filosofica greca, ma questa non incise molto sulle modalit di lavoro giurisdizionale. I giuristi romani si preoccupano solo dellangusto ius civile invece dellampio ius naturale dei filosofi. Il rapporto tra i due si concretizza nellelaborazione del concetto di ius gentium, ossia linsieme delle norme e degli istituti che si ritrovano in tutti i popoli. Linflusso maggiore della filosofia greca sul ius romano risulta pi proficuo nellassimilazione della dialettica specialmente come tecnica divisoria per elaborare definizioni. Il contributo maggiore nel II sec. a.C. fu quello di Quinto Mucio Scevola che scrisse 18 libri di ius civile, una vasta organizzazione letteraria della materia giuridica con laiuto di schemi classificatori mutuati dalla filosofia.

13 3C. Le fonti archeologiche Archeologia significava il reperimento di resti materiali e la loro interpretazione in chiave storica. Oggi larcheologia include aree disciplinari molto diverse tra loro. 3.1. La nascita dellarcheologia: La caduta dellimpero romano gener in Italia una situazione particolare: lapparenza di continuit per la sopravvivenza fisica di molti monumenti antichi e insieme la generale perdita di memoria del loro significato originario comunque segni di un passato remoto. Passi del ricupero del loro significato: 1) numerosi casi di riesumazione per reimpiego utilitaristico, poi nel Quattrocento lemergere dellinteresse conoscitivo e la nascita della disciplina detta antiquaria favorita dalla riscoperta delle fonti letterarie 2) nel Settecento si ha un notevole affinamento tramite le prime indagini archeologiche sul campo con gli scavi di Ercolano e Pompei 3) tra Settecento e Ottocento si ha lincontro diretto con larte greca e altre civilt del Mediterraneo 4) tra fine Ottocento e inizi Novecento a) le grandi spedizioni archeologiche nei siti classici b) il sorgere di nuovi interessi con lo studio della geologia e le prime raccolte di manufatti litici che posero le premesse degli studi preistorici 3.2. Dal tesoro al coccio, la ricerca delle certezze: Lenorme accumulo di reperti degli scavi ottocenteschi ha stimolato nuove prospettive. Le classificazioni serie sono il fondamento filologico di ogni ricostruzione. 3.3. La scuola di Les Annales e la ricerca in Francia: La rivista Annales, fondata nel 1929 da Marc Bloch e Lucien Febvre ha esercitato un vasto influsso sulla metodologia storica e ha le sue radici nella crescente importanza degli studi sociali nel XIX secolo in Francia. 3.4. La Nuova Archeologia, esperienza anglosassone: Accusa larcheologia tradizionale di essere descrittiva con un procedimento induttivo e conclusioni soggettive. Al posto di sviluppo storico parla di sistemi socioculturali. Ha dato buoni frutti nello studio delle necropoli e dellideologia funeraria. 3.5. Archeologia come storia, lesperienza italiana: Accanto allo studio delle antichit romane inizi a svilupparsi alla fine del XIX secolo letruscologia. Dopo il ventennio fascista si ricuper una rigorosa metodologia stratigrafica con Nino Lamboglie e Boni che introdusse anche larcheologia subacquea. 3.6. Nuovo rapporto tra archeologia e storia: Dalle varie scuole emersa la convinzione che tutto il materiale archeologico pu e deve essere pensato e ordinato in maniera storica: collaborazione tra archeologia e storia istituzionale (es. sulla nascita di Roma), tra archeologia e storia economica (es. sulla produzione della ceramica per leconomia antica), tra archeologia e storia sociale (es. per le arti figurative). 3.7. Il caso particolare dal passaggio dallarcheologia cristiana allarcheologia tardoantica: Larcheologia cristiana, per la cultura materialista, un caso particolare di resistenza allintegrazione in una prospettiva storica, con uno sviluppo parallelo a quello dellarcheologia classica. 3.8. Ricognizione e scavo nella pratica archeologica: Larcheologia rimane essenzialmente legata al dato materiale e costituisce il suo mezzo conoscitivo primario ottenuto mediante due metodologie complementari: la ricognizione sul terreno (iniziata a met dellOttocento, pi economica e meno invasiva: 1) raccolta di dati 2) valutazione dei fattori caratterizzanti 3) delimitazione dellaria in unit di lavoro 4) ricognizione con raccolta di campioni significativi 5) campionatura statistica) e lo scavo stratigrafico (pi limitato ma pi esauriente, trae i suoi principi dalla geologia: individuazione delle unit stratigrafiche I) fase analitica: raccolta del materiale e documentazione, ossia registrazione con la massima cura sia scritta, sia grafica, sia fotografica con le fasi di documentazione, asportazione e raccolta; II) fase sintetica: 1) individuazione dei rapporti fra le singole unit, con laiuto delle matrici di Harris per stabilire la relazione fisica di sovrapposizione o correlazione o nessuna, relazione temporale di anteriorit o contemporaneit o posteriorit; 2) raggruppamento di pi unit in un diagramma pi sintetico 3) sintesi dellunit per arrivare alla ricostruzione completa degli eventi di un sito nellintegrazione con altre fonti, epigrafiche e letterarie).

14 3.9. Larcheologia subacquea: Ha avuto un notevole sviluppo in Francia e in Italia inoltre molta popolarit per alcuni ricuperi spettacolari (bronzi di Riace, fauno di Mazzara, ecc.). Uno dei suoi settori pi proficui il ricupero di relitti di navi naufragate, documenti preziosi per la storia economica e per quella della tecnologia: dai relitti si possono ricavare indicazioni sulle rotte commerciali e sul quadro complessivo di merci trasportate nei vari periodi; in questo settore il documento guida costituito dalle anfore. 3.10. Larcheometria: il termine comprensivo di tutti i metodi archeologici basati su dati misurabili. Essa si occupa sia a) dei fenomeni derivati da cicli naturali (trasformazioni climatiche, geologiche, biologiche) sia b) dei manufatti con sterminate possibilit di applicazione. Ad es. per la datazione di un manufatto: 1) luso del radiocarbonio 14 troppo impreciso per lepoca storica (unoscillazione cronologica di +-100) 2) si hanno risultati pi precisi con larcheomagnetismo, ossia perdita dintensit magnetica (oscillazione +10) 3) altro metodo la dendrologia, ossia studio degli anelli di accrescimento degli alberi (si arriva persino alla stagione dellabbattimento dellalbero e il clima durante la sua vita) 4) larcheozoologia, ossia lesame osteologico dei reperti ossei (informazioni sullallevamento, sulla quantit di carne consumata) 5) la paleobotanica fornisce dati sullalimentazione degli antichi e sulle condizioni climatiche 6) lanalisi degli scheletri umani per dati su sesso, et, conformazione fisica, malattie 7) analisi di laboratori per determinare la provenienza e la tecnica di fabbricazione 8) la fluorescenza RX permette dindividuare le aree di provenienza delle ceramiche Dunque larcheologia una disciplina dinamica, passata dallambito delle scienze umanistiche a quelle scientifiche e in vivace dialettica con quelle sociali. Larcheologia resta scienza umanistica mentre le tecniche sono suoi strumenti di lavoro. Larcheologia non sostituisce la storia e neppure ad essa subordinata, ma si tratta di fonti diverse gestite con metodologie diverse (fonti letterarie, documentarie e materiali). Storia e archeologia hanno lo stesso campo con metodi diversi, se per storia sintendono non solo i fatti, ma pi in generale i comportamenti umani di tipo sociale, economico, ideologico o istituzionale.

15 4A. Vicende del I secolo a.C. (da Eutropio V,1-VII,7; Tito Livio LXVII-CXXXIII riass., gli ultimi molto scarni; Sallustio, La congiura di Catilina; Giulio Cesare, La guerra gallica; La guerra civile) Cimbri e Teutoni (105-101) Guerra sociale Guerra civile tra Mario e Silla dittatura e riforme di Silla(81) Sertorio in Spagna Mitridate rivolta di Spartaco(73-71) Pompeo Magno in Siria(64) Nel 62 Lucio Sergio Catilina ord una congiura che fu scoperta dal console Marco Tullio Cicerone per cui i suoi compagni furono arrestati e strangolati in prigione, invece Catilina fu sconfitto e ucciso in battaglia dal console Caio Antonio. Nel 61 vi fu il trionfo ineguagliato di Pompeo per le vittorie sui pirati e su Mitrdate, portando sul carro del trionfatore i figli di Mitridate, il figlio di Tigrane e Aristobulo re dei Giudei. Nel 60 si costitu il primo triumvirato, tra Cesare, Pompeo e Crasso; nel 59 fu eletto console Caio Giulio Cesare che ebbe poi il comando della Gallia e dellIlliria con dieci legioni: in 9 anni sottomise quasi tutta la Gallia tra il Reno e lOceano, sbarc in Britannia e varc il Reno contro i Germani; impose alla Gallia un tributo annuo di 40 milioni di sesterzi. Nel 53 Marco Licinio Crasso, che era stato console con Gneo Pompeo nel suo secondo consolato, attacc i Parti del re Orode ma a Carre fu sbaragliato e ucciso dal suo generale Surena; i soldati rimasti furono salvati dal questore Caio Cassio. Nel 49 Giulio Cesare chiese un secondo consolato, ma avuto lordine di recarsi a Roma senza lesercito, da Rimini attravers il Rubicone e inizi la seconda guerra civile. Cesare marci su Roma, allora i senatori fuggirono con Pompeo in Grecia. Cesare a Roma si proclam dittatore e si rec in Spagna dove a Ilerda sconfisse i pompeiani Lucio Afranio, Marco Petreio e Marco Varrone, poi in Grecia dove nella prima battaglia a Durazzo fu sconfitto e fugg, poi a Farsalo con 30 mila fanti sconfisse i 40 mila di Pompeo, il quale si rifugi in Egitto, ma gli fu tagliata la testa dal re Tolomeo che tent anche di catturare Cesare ma questi lo sconfisse e Tolomeo anneg nel Nilo. Cesare occup Alessandria e mise sul trono Cleopatra, sorella di Tolomeo, poi sbarcato in Asia sconfisse Farnace, figlio di Mitridate, che aveva aiutato Tolomeo e tentava dimpadronirsi di territori ora romani. A Roma Cesare si proclam console per la terza volta, ora con Emilio Lepido suo comandante di cavalleria, e si rec in Africa dove a Tapso sconfisse il pompeiano Catone, Fausto figlio di Silla e Giuba re della Mauritania. Si nomin console per la quarta volta e si rec in Spagna dove nel 45 sconfisse i figli di Pompeo, Gneo e Sesto, dopo molti scontri e la terribile battaglia di Munda dove rovesci liniziale disfatta in una vittoria decisiva. Ritornato a Roma inizi a riformare lo stato, ma si comport da sovrano al punto che nel 44 congiurarono contro di lui 60 senatori, guidati da due Bruti, Caio Cassio e Servilio Casca che lo uccisero nella Curia con 23 pugnalate alle idi di marzo (15 marzo). Il senato sosteneva i cesaricidi invece il console Antonio, con il favore popolare, li perseguiva. Il senato proclam Antonio nemico della patria e invi contro di lui tre eserciti, due guidati dai consoli Pansa e Irzio, il terzo da Ottaviano, sebbene avesse solo 18 anni ma nipote ed erede di Cesare. Per la morte dei due consoli i tre eserciti furono al comando di Ottaviano, mentre Antonio sconfitto a Modena nel 43 si rifugiava da Lepido che lo fece riconciliare con Ottaviano, costituendo il secondo triumvirato (Ottaviano, Antonio e Lepido) e insieme marciarono su Roma, dove Ottaviano a soli 20 anni ottenne il consolato e proscrisse gli anticesariani, tra i quali Cicerone che fu ucciso mentre si recava in Grecia. Antonio e Ottaviano sbarcarono in Grecia e presso Filippi nel 42 sconfissero lesercito di Bruto e Cassio. Poi i triunviri si spartirono lamministrazione dellimpero: Marco Antonio lAsia con il Ponto e lOriente, Cesare Ottaviano la Spagna, la Gallia e lItalia, Lepido lAfrica e la Sicilia; per in Italia il fratello di Marco, Lucio Antonio, si sollev contro Ottaviano e fu sconfitto a Perugia nel 40, in Sicilia furono attirati molti pompeiani da Sesto Pompeo e dopo vari scontri con Ottaviano ottenne di conservare la Sicilia, intanto in Aquitania vinceva Marco Agrippa e in Siria con tre battaglie Lucio Ventidio Basso vinceva i Parti e uccideva Pacoro figlio del re Orode. Sesto Pompeo riprese la guerra ma fu sconfitto da Agrippa in una battaglia navale a Nauloco nel 36 e ucciso mentre fuggiva in Asia. Marco Antonio ripudi la moglie che era sorella di Ottaviano e spos Cleopatra regina dEgitto, poi combatt inutilmente contro i Parti, mosse guerra contro Ottaviano Augusto e fu sconfitto nel 31 nella battaglia navale di Azio in Epiro, fugg ad Alessandria e abbandonato da tutti si uccise, lo stesso fece Cleopatra, allora Augusto dichiar lEgitto provincia romana e pose come primo magistrato Caio Cornelio Gallo, un prefetto di rango equestre (30 a.C.).

16 4.B. La costituzione romana in et repubblicana: Gi gli antichi Greci aveva intuito che il punto centrale per comprendere la novit di Roma sta nella comprensione della sua complessa realt istituzionale. Ancor oggi Roma sinonimo di legge e diritto regolamentato in modo lungimirante. 4.1. Teorie politiche e componenti giuridiche: A met del II sec. a.C. i Romani, per esaminare le istituzioni, si servono dello schema presentato da ERODOTO. In tale schema si distinguono tre tipi di costituzioni: monarchica se il potere in mano ad uno solo, aristocratica quando in mano a pochi, democratica quando in mano a molti. CATONE applica tale schema nella descrizione di Cartagine. Lo storico greco POLIBIO lo applica a Roma in un modo che divenne esemplare anche per gli storici successivi nel descrivere le istituzioni romane. Polibio, nella costituzione romana, attribuisce la funzione deliberativa al popolo in assemblea quindi dotato di competenza sovrana. In questa prospettiva Roma una democrazia. Il potere esecutivo invece ampiamente in mano alla magistratura consolare, ai consoli, sia domi sia militiae, cio sia negli affari urbani (ai consoli spetta convocare il senato e i comizi, fare proposte ed eseguire le delibere) sia in guerra (illimitato potere di comando); in questa seconda prospettiva i due consoli sono come i due re degli Spartani. La funzione giudiziaria spetta infine al senato che ha competenza finanziaria e di politica estera; unassemblea ristretta come in ogni aristocrazia. Ogni istituzione sovrana nella propria sfera di competenza ma non pu abusare di quella altrui. 4.2. La magistratura: Aristotele definisce la magistratura come potere di dare ordini. A Roma la forma pi intensa di comando detta imperium. Al tempo di Polibio limperium era detenuto dai consoli eletti ogni anno. - Caratteristiche comuni delle magistrature: 1) la onorariet/honor il prestigio sociale 2) il censo, per poter essere eletti bisogna aver dieci anni di servizio militare come cavaliere equo publico 3) le insegne, ad es. i consoli indossavano una veste orlata di porpora ed erano scortati da dodici littori 4) la elettivit, acquisita gradualmente, la rotazione annuale delle persone garantivano la continuit dellistituzione. - Caratteristiche specifiche delle singole magistrature: A) magistrati dotati di imperium il nucleo il comando dei cittadini in armi, che diventa uso legittimo della forza, diritto di vita o di morte sugli arruolati, potere dindire la leva con autorizzazione del senato, di nominare i tribuni militum e di ordinare gli esborsi necessari per le spese di guerra 1) il dictator 2) i due consoli 3) i pretori B) Magistrati non dotati di imperium: 1) i censori creati con la funzione di valutare il patrimonio 2) gli edili nascono nellorganizzazione plebea, sul modello dellagoranomia greca, controllano i mercati, le strade e gli edifici 3) i questori urbani hanno due funzioni tipiche: a) la repressione criminale b) la custodia dellerario; i questori provinciali svolgono funzioni analoghe a quelle degli edili curuli in citt. C) altri magistrati: 1) i governatori di province 2) i tribuni della plebe sono nati come concessione alla plebe di avere propri magistrati inviolabili in grado di difenderla dagli abusi dei consoli. Sul numero dei tribuni non c concordanza, pare dieci. 4.3. Il senato: Polibio afferma che il senato listituzione dominante la vita politica romana, tanto che nel I sec. a.C. la crisi della repubblica innanzitutto crisi del senato. Dai contenuti dei senatoconsulto si ricava che il senato ha le seguenti competenze: a) lintera sfera della res divina b) lintera sfera della res publica potere sullerario, somma a disposizione dei censori per le opere pubbliche, politica estera con ludienza ad ambasciatori o invio di legati c) il controllo delle province ogni anno determina le provinciae/compiti dei magistrati poi diventate distretti amministrativi a cominciare dalla Sicilia nel 241 a.C. 4.4. Le assemblee popolari: Si hanno tre termini per designare le assemblee legittime con(ven)tio, comitia, concilium. La contio significa parlare al popolo ed ha per scopo primario la comunicazione delle ordinanze magistratuali detti per questo edita. Il comitium un luogo, a Roma la parte settentrionale del Foro, i comitia designano lassemblea 1) i comitia curiata risalgono allet monarchica e consistevano nella riunione delle curiae, aggregazioni parentali della popolazione. 2) i comitia centuriata sono unassemblea del popolo inquadrato militarmente/exercitus. 3) i comitia tributa sono lassemblea deliberante di tutto il popolo organizzato per trib. Il concilium lassemblea della plebe. Consoli, questori e censori sono eletti dai comizi centuriati; edili curuli, questori e altri magistrati minori dai comizi tributi; tribuni ed edili plebei dal concilio della plebe.

17 4C. Fonti epigrafiche: Lepigrafia si affianca alle fonti letterarie per la storia e allarcheologia per lanalisi del suo supporto materiale e la sua collocazione in sito. 4.1. Le fonti epigrafiche greche: Dopo i lavori Arthur EVANS a Cnosso e a Pylos e gli studi sulla scrittura Lineare A e Lineare B di VENTRIS, stato approfondita lorigine e lo sviluppo della scrittura alfabetica dei Greci. Ogni regione raggiunta dalla civilt greca ha sviluppato una propria epigrafia. Lepigrafe va studiata in rapporto con la tradizione letteraria, ma spesso per le perdita degli archivi pubblici, lepigrafe resta lunica testimonianza; non mancano iscrizioni false come ad es. il decreto di Temistocle trovato a Trezene. Metodo epigrafico: liscrizione da esaminare 1) va collocata in una precisa realt geografica 2) nel suo contesto sociale 3) collegata in una serie di documenti affini, ricorrendo allausilio di repertori idonei (ad es. in italiano i 4 volumi di Epigrafia Greca 1968-78 di Margherita Guarducci) ecc. 4.2. Le fonti epigrafiche latine: Nellantichit la lapide non serviva solo per le tombe come oggi, ma era il principale medium di comunicazione di massa, veicolo privilegiato di trasmissione di messaggi pubblici o privati: commemorazioni di defunti, esaltazioni autopropagandistiche, titolature imperiali, scansioni onorifiche di carriera, ex voto, dediche, ecc. Si possiedono centinaia di migliaia di epigrafi latine ed esse si prestano a molti temi dindagini. La documentazione epigrafica fu utilizzata gi dagli antichi storiografi come Polibio, Dionigi dAlicarnasso e Svetonio. Lalfabeto latino deriva dallalfabeto etrusco che a sua volta rielabora alfabeti euboici. Ci sono molte tipologie di scrittura: a) nelle epigrafi prevalgono le scritture capitali o monumentali, ossia preferite nei monumenti per la grandezza, regolarit, chiarezza e quindi tali da rendere rapida, precisa e agevole la lettura dei messaggi b) le scritture attuariali di forma stretta sono preferite per i testi di leggi c) le scritture corsive nei graffiti con punte di stilo o vernici per i tratti veloci e irregolari per messaggi personali e di valore limitato nel tempo. Un particolare che colpisce subito nelle epigrafi latine la serie di nomi di ogni personaggio, ossia come interpretare lonomastica latina, dato che proprio il nome di persona lelemento centrale di molte iscrizioni. Il nome nellonomastica latina ha regole rigide createsi nel corso del tempo (per i maschi liberi): 1) in origine avevano un solo nome, accompagnato da quello del padre per gli uomini e da quello del marito per le donne sposate 2) con laccrescersi della popolazione si generalizza luso di tria nomina: I) praenomen (prenome) II) nomen (nome gentilizio cio della famiglia di appartenenza, simile al nostro cognome) III) cognomen (il vero elemento individuante e simile al nostro nome) 3) in et altoimperiale ben 5 elementi: IV) il patronimico V) lindicazione della trib di appartenenza. Il prenome era attribuito al neonato fra lottavo e il nono giorno dalla nascita ed era quasi sempre indicato in forma abbreviata, il nome gentilizio era scritto per intero, il patronimico veniva indicato dallabbreviazione del nome del padre in genitivo con laggiunta di F per filius o filia, la trib di appartenenza (una delle 35) indicava la cittadinanza romana (almeno fino ad Antonino Pio ogni citt italiana era assegnata ad una trib). Nelle iscrizioni onorarie e in molte funerarie si hanno i cursus, ossia la scansione delle carriere previste dallordinamento burocratico-istituzionale romano e possono essere espressi in ordine ascendente oppure in ordine discendente. I passaggi di carriera erano possibili ma non facili e si hanno tre categorie di cursus: I) il cursus senatorio: 1) QUESTURA, 2) TRIBUNATO DELLA PLEBE, 3) EDILIT, 4) PRETURA, 5) CONSOLATO (nel nuovo ordinamento di Augusto diventano quasi esclusivamente strumenti di accesso allassemblea senatoriale con la questura o alle cariche imperiali: dopo i 25 anni alla questura, oltre i 30 anni alla pretura, dopo i 33 al consolato col quale si poteva in seguito accedere ai governatorati di provincia e ai comandi di legione. Nella repubblica la censura aveva lo stesso prestigio del consolato, invece nellimpero scomparve. Tale cursus era riservato ai figli di famiglie senatorie ed aperto a chi avesse un censo pari a quello minimo senatorio) II) il cursus equestre: 1) MILITIAE EQUESTRES 2) PROCURATELE (classi da met del II sec. d.C.) a) procuratores sexagenarii (60.000 sesterzi annui) b) pr. centenari (100.000 sesterzi annui) c) pr. ducenari (200.000) d) pr.

18 trecenari (300.000) 3) PREFETTI: della flotta del Miseno, di Ravenna, dEgitto, delle coorti urbane, dei vigili, DEL PRETORIO (la carica pi importante cui un cavaliere potesse aspirare) 4) GOVERNATORI delle province imperiali, controllo della cancelleria dellimperatore (la classe equestre, equites Romani equo publico, negli ultimi secoli della repubblica era in concorrenza con la classe senatoria per il controllo del potere, e vi accedevano cittadini con almeno 400.000 sesterzi annui, invece nellimpero divennero la struttura portante della burocrazia) III) i cursus inferiori: categoria eterogenea con diverse carriere e funzioni, ad es. i cursus per lamministrazione di una cittadina con al vertice la suprema magistratura locale dei duovir o dei quattuorviri iure dicendo, dalla quale si poteva passare alla classe dei cavalieri venendo assunti nella praefectura fabrum o fabrorum. 4.3. Le fonti papirologiche: Il papiro era il materiale scrittorio pi diffuso, La pianta, cresciuta in ambienti palustri specialmente in Egitto, era tagliata in strisce sottilissime, tessuta su una tavola con collanti, le scabrosit martellate, con la colla si componevano le strisce in un foglio, infine si incollavano diversi fogli per formare rotoli di circa 20 fogli. Lo scrivere lungo le fibre era detto recto, lo scrivere in modo traversale ad esse verso. Nelle zone particolarmente secche del deserto alcuni papiri si sono conservati fino ad oggi (il pi lungo si trova al British Museum, misura circa 40 metri e contiene 437 colonne, circa una per pagina). Per contrasti con lEgitto a Pergamo venne creata la pergamena, ricavata da pelli di ovino; nel tardoantico il rotolo di papiro fu sostituito dal libro di pergamena, che, sebbene pi costoso, era pi comodo da consultare. La papirologia la disciplina che studia i testi scritti su papiro: i papirologi studiano i testi documentari, i filologi i testi letterari; lo studio dei papiri ha permesso il ricupero di vari testi perduti e moltissime testimonianze su tutti gli aspetti del mondo antico, per cui stato avviato un Corpus Papyrorum Historicarum, con ricupero di molti frammenti rinvenuti e che si continuano a ritrovare. Si tratta in genere di molti aspetti puntuali tra pubblico e privato che illustrano diversi ambiti diversamente ignorati, specialmente per le attivit economiche. I ritrovamenti pi preziosi sono quelli di archivi.

19 5A. Vicende del I secolo d.C. (da Eutropio VII,8-18; Tacito, Annali, I-XVI; Storie, I- III; Svetonio, Vite dei Cesari: Giulio, Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone, Galba, Otone, Vitellio) Ottaviano Augusto a 32 anni rimase il padrone dellimpero che resse per 44 anni, fino a 76 anni con modi affabili e liberali verso tutti. Aggiunse allimpero Egitto, Cantabria, Dalmazia, Pannonia, Aquitania, Illiria, Rezia, Videlicia, i Salassi delle Alpi, citt marittime del Ponto e del Bosforo, vinse i Daci e i Germani, arriv al fiume Albi (Elba) tramite Druso e Tiberio, ricuper lArmenia e impose ostaggi ai Parti, trasform la Galazia in provincia romana, ricevette ambascerie da Sciti e Indi, lasci limpero fiorentissimo a Tiberio e fu divinizzato. Mor ad Atella in Campania e fu sepolto a Roma nel campo Marzio nel 14 d.C (19 agosto). Limperatore Tiberio (14-37) fu avaro e crudele, govern per 23 anni, fino a 78 anni, mor in Campania ma nessuno lo rimpianse. Gaio Cesare detto Caligola (37-41), nipote di Augusto e di Tiberio, sal al potere a 26 anni, tent di riconquistare la Svevia ma non concluse nulla, si rese odioso per avarizia e crudelt al punto che fu ucciso nel palazzi solo dopo 3 anni di governo. Fu proclamato imperatore Claudio (41-54), figlio di Druso e zio di Caligola, che govern in modo mediocre, in alcune cose moderato, in altre crudele; riconquist la Britannia tramite Gneo Senzio e Aulo Plauzio, per questo celebr un grande trionfo. Aggiunse al dominio romano anche delle isole al di l della Britannia dette Orcadi e chiam suo figlio Britannico. Regn per 14 anni, fino a 64 anni e dopo la morte fu divinizzato. Fu proclamato imperatore il figlio adottivo Nerone (54-68), nipote di Caligola, amante del lusso al punto da pescare con reti doro e corde di porpora, ma crudele nel mandare a morte molti senatori e persone oneste, volgare nel danzare vestito da citarista o da attore tragico; arriv persino a uccidere il fratello Britannico, la moglie e la madre Agrippina, a incendiare Roma per godersi lo spettacolo come fosse Troia. Per poco non perse lintera Britannia, ma due fiorenti citt furono distrutte, perse lArmenia e le legioni romane furono umiliate dai Parti. Aggiunse allimpero il Ponto Polemionaco dopo la morte del re Polemone e le Alpi Cozie dopo la morte del re Cozio. Dopo 14 anni di regno fu abbandonato dallesercito e dal senato che lo dichiar nemico della patria, ma per non essere umiliato (condotto nudo per le vie con una forca al collo, battuto con le verghe fino a morire e precipitato dalla rupe Tarpea) fugg nel podere suburbano di un suo liberto, a 4 miglia da Roma tra le vie Salaria e Nomentana, e l si uccise a soli 32 anni. Nel frattempo era stato proclamato imperatore Servio Galba (68-69) senatore di 73 anni, ma con una stimata carriera come console, proconsole, comandante di eserciti. Il suo governo prometteva bene, ma per la sua severit fu ucciso nel foro romano solo dopo 7 mesi e fu sepolto nei suoi giardini sulla via Aurelia. Prese il potere Ottone, familiare di Nerone e dissoluto, ma gli eserciti della Germania acclamavano imperatore Vitellio e assalito da questi dopo la perdita in un piccolo scontro presso Bedriaco, si suicid a 38 anni dopo solo 95 giorni di regno, nonostante avesse lesercito ancora intatto e i soldati lo esortassero a non disperarsi, ma era angosciato dallidea di riaprire un guerra civile. Limperatore Vitellio era crudele e vorace, tanto da fare anche 5 pasti al giorno e in uno di essi fece servire 2 mila pesci e 7 mila uccelli. Si paragonava a Nerone e ne abbell la sepoltura che prima era umile. Incendi il Campidoglio per uccidere Sabino, fratello di Vespasiano, ma fu catturato dai capitani di Vespasiano, trascinato nudo per la citt mentre la folla lo imbrattava di sterco, infine fu scannato e gettato nel Tevere; aveva 57 anni e regnava da soli mesi.

20 5B. Approfondimenti I) Lordinamento di Augusto Nel I sec. a.C. il dominio romano fu scosso da terribili guerre civili che determinarono la fine della repubblica e il passaggio al principato. Iniziarono con la lotta fra Mario per i popolari e Silla per gli aristocratici. La vittoria di Silla e linstaurazione della sua dittatura segnarono una vittoria solo apparente degli aristocratici perch, mentre reprimeva duramente le aspirazioni dei popolari, iniziate nel secolo precedente con i Gracchi, non risolse i problemi reali da esse rappresentati anzi indic la via alternativa alla loro soluzione: invece della riformulazione dei rapporti tra plebei e patrizi la strada della dittatura, un uomo forte che incarnasse gli ideali. Infatti, dopo il compromesso del triumvirato, questi fu Cesare, il punto di riferimento costante nei secoli del modello imperiale. Fallito il tentativo di restaurazione della repubblica da parte di Bruto e Cassio, finito nel sangue anche il fragile sogno aristocratico di Cicerone, sinstaur saldamente labile Ottaviano, nipote di Cesare, capace di rappacificarsi prima con Cicerone e Bruto, poi con Antonio e infine a sbarazzarsi anche di Antonio per creare un nuovo ordine politico sotto la forma di restaurazione della repubblica. 5.1. La creazione del principato: Augusto mantiene le forme repubblicane ma assicura a s solo il controllo del potere. Dopo la vittoria su Antonio ad Azio, inizia la prima delle fasi di formazione del nuovo regime: 1) 13 gennaio del 27 a.C. Ottaviano restituisce la res publica al senato e al popolo romano con una dichiarazione solenne davanti al senato, mantenendo solo il consolato che condivide con il suo generale Agrippa 2) il 16 gennaio il senato vota una serie di privilegi e onori poi ratificati da una legge comiziale da tali privilegi deriva una prima definizione dellimperium di Augusto, ossia il comando delle truppe e la gestione di alcune province per dieci anni, inoltre riceve il cognomen di Augustus; negli anni successivi viene eletto regolarmente console 3) nel 23 a.C. dopo una grave malattia, Augusto depone il consolato, pensando seriamente ad una sua successione, per conserva il comando delle province imperiali ossia limperium ora qualificato come maius e senza limiti territoriali, inoltre riceve la tribunitia potestas, ossia lintero potere dei tribuni per cui diventa inviolabile. 5.2. Il nuovo ordinamento: Di fatto il potere monarchico, lo stesso attributo di Augustus esprime una natura carismatica extracostituzionale. Eppure il suo imperium e potestas magistratuali sono allinterno della tradizione. Il princeps ha poteri magistratuali senza i limiti dei suoi colleghi, ossia la temporaneit e la effettiva collegialit, per cui in effetti ha piena libert dazione. 5.3. Roma, Italia e province: La citt di Roma viene riorganizzata tramite magistrature di vecchia tradizione, nuovi funzionari dipendenti dal senato e incaricati dal princeps. La citt suddivisa in 14 regiones, ognuna sovrintesa da un curatores e suddivisa in vici/quartieri affidati a magistri col duplice compito di controllo della popolazione e promozione del culto dei Lares Augusti per creare il consenso, il quale si esprime sempre pi spesso non pi nei comizi ma nei luoghi di spettacolo. -- LItalia viene riordinata in 11 regiones, delle quali non chiara la funzione, eccetto che per i censimenti; in pratica il centro interviene per la cura e manutenzione delle strade, la vehiculatio, ossia servizio per lo spostamento di uomini e cose, inoltre per la riscossione delle imposte che gravano sui cittadini romani. -- Le province del populus sono affidate per sorteggio a proconsules (ex-consoli o ex-pretori) con mansioni giurisdizionali, e nel loro seguito questori per le finanze e procuratores nominati dallimperatore per la gestione dei beni imperiali. Le province del princeps sono governate da legati Augusti pro pretore, ossia ex-consoli o ex-pretori nominati direttamente dallimperatore; i procuratori imperiali gestiscono sia le imposte per i beni pubblici sia le entrate delle propriet imperiali. La distinzione tra province del popolo e province di Cesare inizia nel 27 a.C., poi nel 23 con il titolo di maius legittima lingerenza di Augusto in ogni provincia. La provincia dellEgitto, creata nel 30 a.C., con 3 legioni viene affidata a un cavaliere detto praefectus Alexandriae et Aegypti, rappresentante personale del principe, come un vicer, effettivo erede dei Tolomei. La struttura amministrativa del centro esile perch ha compiti limitati: a) mantenimento dellordine interno b) difesa contro le minacce esterne c) giurisdizione di pi alto livello. Gli altri compiti sono svolti dagli organismi di autogoverno cittadino.

21 5.4. Fisco e finanza imperiale: Per garantire risorse finanziare adeguate e costanti si ha una duplice organizzazione finanziaria: a) il fiscus populi b) il fiscus Caesaris. Il fisco imperiale sia cassa privata sia cassa pubblica, giustificata dal mantenimento a proprie spese delle legioni stanziate nelle province imperiali, inoltre vari donativi come frumentazioni, spettacoli, ecc. Fu riorganizzato tutto lapparato fiscale con nuovi criteri sia per limposizione sia per la riscossione dei tributi; la riorganizzazione, iniziata in Gallia, preceduta dal censimento e dal catasto, coinvolgendo le amministrazioni cittadine. I due tributi maggiori sono il tributum soli/limposta fondiaria e il tributum capitis/limposta personale sui peregrini/provinciali che non sono cittadini romani. La riscossione viene affidata alle amministrazione cittadine, come gi aveva iniziato Cesare durante la sua dittatura, per cui viene ridotto di molto il ruolo delle societates publicanorum/compagnie di affaristi che assumevano lappalto della riscossione delle imposte. 5.5. Riorganizzazione dellesercito: Augusto porta alle estreme conseguenze la riforma di Mario che reclut soldati anche al di fuori delle 5 classi di censo, ossia tra i proletari come volontari pagati. Lesercito imperiale sostanzialmente un esercito di volontari anche se non viene mai abolita la coscrizione. Il pagamento non elevato ma consente, nel prolungam