148
SSIS CAGLIARI AA. 2004-2005 GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DEL TESTO NARRATIVO LETTERARIO Corso integrato di Linguistica Docenti: Prof. ssa R. Melis, Prof. M. Porru A cura di: Aramu Paola Cogoni Silvia Pirosu Simona Indirizzo Linguistico-letterario, I anno, classi 43/50 A

SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

  • Upload
    others

  • View
    3

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

SSIS CAGLIARIAA. 2004-2005

GLI ELEMENTI COSTITUTIVI

DEL TESTO NARRATIVO LETTERARIO

Corso integrato di LinguisticaDocenti: Prof. ssa R. Melis, Prof. M. Porru

A cura di: Aramu PaolaCogoni SilviaPirosu SimonaIndirizzo Linguistico-letterario, I anno, classi 43/50 A

Page 2: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Classe di riferimento: II Liceo Economico (ex-Istituto Tecnico Commerciale) –

Programmi IGEA.

Monte ore annuale: 145 ore (5 ore settimanali x 33 settimane = 165 ore; 165 – 10% -

scioperi, assemblee, assenze del docente, ecc. - = 145)

Le “ore” sono di 60 minuti

Il curricolo annuale si articola in 4 moduli

Modulo 1: GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DEL TESTO NARRATIVO

LETTERARIO

40 ore

Unità didattica 1: Autore, narratore, lettore

Unità didattica 2: Struttura del testo narrativo

Unità didattica 3: Tempi e luoghi della narrazione

Unità didattica 4: I personaggi

Unità didattica 5: Il significato dei testi narrativi letterari

Modulo 2: GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DEL TESTO POETICO

30 ore

Unità didattica 1: Le caratteristiche del testo poetico: metrica, rime, strofe,

componimenti.

Unità didattica 2: Temi e linguaggio figurato.

La parafrasi.

Unità didattica 3: Esempi di poesia nelle varie epoche storiche.

Modulo 3: IL TESTO ARGOMENTATIVO

1

Page 3: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

30 ore

Unità didattica 1: Le caratteristiche del testo argomentativo

Unità didattica 2: I diversi tipi di testo argomentativo: lettura e analisi di testi

argomentativi.

Unità didattica 3: Scrivere un testo argomentativo; presentare tesi e sostenerle

argomentando le proprie motivazioni.

Modulo 4: RIFLESSIONE SULLA LINGUA

45 ore (distribuite in tutto l’arco dell’anno scolastico)

Unità didattica 1: Analisi logica e sintattica. Analisi del periodo; strutture e funzioni della

frase.

Unità didattica 2: Frase composta e complessa; frase dipendente.

Classe destinataria

IIª classe di un Istituto Tecnico Commerciale (già Liceo Economico) composta da 20

allievi di cui 19 provengono dalla medesima Iª; un allievo è ripetente. Non sono presenti

studenti portatori di handicap. Il 50% degli studenti è pendolare. Il docente di Lettere è il

medesimo del primo anno.

Sotto il profilo socio-relazionale i ragazzi formano un gruppo-classe unito e solidale fra i

suoi membri, aspetto che, incidendo positivamente sull’elemento motivazionale, favorisce

una partecipazione e un coinvolgimento maggiori nell’apprendimento delle nuove proposte

didattico-formative.

Finalità generali:

2

Page 4: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Aspetti cognitivi: lo studente deve essere in grado di gestire dati e informazioni, progettare

ipotesi, impadronirsi degli strumenti adeguati e sviluppare l’abilità di utilizzarli, magari

anche in modo originale, motivando le proprie scelte.

Aspetti comportamentali: si richiede all’allievo di arrivare ad assumere atteggiamenti

propositivi, di sostenere, motivandole, le proprie opinioni, ma di essere (al contempo)

anche flessibile e disponibile al confronto. Lo studente deve inoltre acquisire la capacità di

attingere alle informazioni e gestirle per auto-orientarsi, ed essere in grado, avendo

sviluppato un relativo livello di autonomia, di prendere decisioni.

Obiettivi relativi alla disciplina:

I sopraccitati moduli sono stati formulati sulla base dei Programmi IGEA per la “Lingua

e letteratura italiana” nel biennio. Essi sono relativi all’educazione letteraria, allo sviluppo

delle abilità linguistiche e alla riflessione sulla lingua, settori in stretta connessione fra loro

nell’attività didattica.

- L’educazione letteraria è finalizzata alla maturazione, attraverso l’accostamento a

testi di vario genere e significato e l’esperienza di analisi dirette condotte su di essi, di un

interesse più specifico per le opere letterarie, che porti alla “scoperta” della letteratura

come rappresentazione di sentimenti e situazioni universali in cui ciascuno possa

riconoscersi e luogo in cui anche i gruppi sociali inscrivano e riconoscano le loro

esperienze, aspirazioni e concezioni. Inoltre, secondo il Libro Bianco su istruzione e

formazione (redatto dalla Commissione delle Comunità Europee, 1995), “la cultura

letteraria […], nei confronti di quegli «educatori selvaggi» che sono i grandi media e che

saranno tra breve le grandi reti informatiche […], favorisce il discernimento, sviluppa il

senso critico dell’individuo, anche contro il pensiero dominante, e può proteggerlo contro

le manipolazioni, permettendogli di decodificare l’informazione ricevuta.” (p. 14)

- Lo sviluppo delle abilità linguistiche mira a mettere in grado l’allievo di usare la lingua

in maniera sufficientemente articolata, relativamente agli scopi e alle situazioni

comunicative che gli si presentano volta per volta (abilità che, fra l’altro, si sviluppano

proporzionalmente alle letture, che lo studente è incoraggiato a compiere in maniera anche

autonoma, a casa). La maturazione di tali abilità – relative alla comunicazione orale, alla

lettura e alla scrittura – gli permetterà, fra l’altro, di partecipare in maniera più attiva alla

3

Page 5: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

vita sociale. Secondo il Profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine

del secondo ciclo, l’allievo dovrà auspicabilmente “possedere in ambiti molteplici un

vocabolario attivo e passivo ampio, adeguato a scambi in contesti sociali e culturali variati,

usando le parole/i concetti, secondo dello scopo, con gradi molto diversi di precisione”,

“comprendere nei loro contenuti, nei loro [significati] impliciti e nelle loro strategie

retoriche messaggi orali e visivi, scritti e multimediali”, “produrre testi orali, scritti e

multimediali di una certa lunghezza, adatti alle varie situazioni interattive, sia a livello

grammaticale-sintattico sia a livello comunicativo, della costruzione progressiva

dell’informazione e della sua efficace presentazione.”

- Relativamente alla riflessione sulla lingua, si richiede che lo studente conosca e faccia

proprio il sistema della comunicazione, comprendente la comunicazione verbale (e, in

particolare, quella letteraria) e che acquisisca anche un metodo più rigoroso nell’analisi

della lingua, in modo che in essa possa cominciare a riconoscere le testimonianze delle

vicende storiche e culturali. Tali abilità permettono all’allievo di acquisire una maggiore

consapevolezza nell’accesso a qualunque tipo di testo, relativo anche ad altri ambiti

disciplinari, e, in ogni caso, nel proprio uso del codice linguistico. Secondo il già citato

Profilo educativo, culturale e professionale dello studente alla fine del secondo ciclo,

inoltre, lo studente dovrà “possedere conoscenze solide sulla struttura grammaticale

dell’italiano, avendo un’idea chiara di come una frase produca un significato e lo configuri

comunicativamente.”

4

Page 6: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Modulo 1GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DEL TESTO NARRATIVO LETTERARIO

Giustificazione:

Il testo narrativo letterario è stato scelto per questa II classe come sviluppo e

approfondimento rispetto al programma di lingua e letteratura italiana svolto nel primo

anno, in cui sono stati trattati (fra gli altri) gli elementi costitutivi della favola e del mito. Si

ritiene che una conoscenza più profonda delle strutture narrative rispetto a quella promossa

nel corso del precedente anno scolastico fornisca un valido e indispensabile contributo per

una fruizione più efficace e consapevole dei testi letterari, consentendo, in tal modo, di

raggiungere progressivamente gli obiettivi sopraccitati.

Prerequisiti:

Perché possano fare propri i contenuti del modulo, si prevede che gli allievi:

- conoscano la nozione di testo e, in particolare, le caratteristiche fondamentali dei

testi letterari;

- possiedano le fondamentali competenze morfologiche, lessicali e sintattiche;

- sappiano riconoscere e saper comporre testi coerenti e coesi.

Verifica ed eventuale recupero dei prerequisiti:

Per la verifica dei sopraccitati prerequisiti ci si servirà di prove semistrutturate, che non

avranno valore fiscale, al fine (tra l’altro) di non demotivare chi non dovesse svolgerle in

maniera corretta. La durata complessiva della prova è di un’ora.

Il recupero dei prerequisiti, oltre a essere perseguito nell’ora preposta, verrà perseguito

trasversalmente durante la prima parte del modulo dedicando maggiore attenzione agli

alunni aventi bisogno di aiuto.

Competenza finale in uscita:

Dopo aver letto un testo narrativo di difficoltà adeguata a un lettore adolescente, l’allievo

formula la propria interpretazione/valutazione servendosi degli strumenti di analisi del

testo narrativo.

5

Page 7: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Obiettivi

Sapere

Conoscere le caratteristiche specifiche di un testo narrativo letterario

Conoscere la terminologia specifica

Saper fare-competenze

Saper analizzare il testo secondo le caratteristiche narratologiche

Saper utilizzare la terminologia specifica

Saper leggere attentamente per poter fare un’analisi rigorosa dei testi assegnati

Saper costruire un testo secondo le indicazione date

Saper leggere correttamente sia ad alta voce (dando espressività al testo e

rispettandone la punteggiatura) che silenziosamente (per cogliere, ad esempio,

determinati elementi nel corso di una lettura selettiva)

Saper svolgere un esercizio nel tempo assegnato

Saper essere

Saper ascoltare attivamente una spiegazione

Essere in grado di sostenere una discussione, motivando le proprie opinioni

Saper collaborare attivamente nelle attività collettive

Essere in grado di aiutare i compagni in difficoltà

Partecipare attivamente al lavoro in classe

Accettare i propri limiti e impegnarsi a superarli riconoscendo le proprie capacità

Riconoscere i propri errori e utilizzare gli elementi forniti per autocorreggersi.

Collaborare con il gruppo di lavoro in modo costruttivo.

Contenuti del modulo:

Il presente modulo è suddiviso in 5 unità didattiche:

Unità didattica 1: Autore, narratore, lettore

Unità didattica 2: Struttura del testo narrativo

Unità didattica 3: Tempi e luoghi della narrazione

Unità didattica 4: I personaggi

6

Page 8: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Unità didattica 5: Il significato dei testi narrativi letterari

Quest’ultima non costituirà unità indipendente dalle altre, ma sarà affrontata all’interno

delle unità precedenti, poiché si ritiene che il significato, i temi e i motivi dei testi narrativi

letterari siano strettamente legati all’analisi di tipo narratologico che sarà compiuta durante

lo svolgimento del modulo; pertanto, l’insegnante guiderà i suoi allievi alla comprensione

del significato e dei temi dei singoli testi analizzati parallelamente all’analisi narratologica,

che non risulterà quindi fine a sé stessa.

Strumenti:

Manuali, antologia, libro di lettura, fotocopie distribuite dall’insegnante, lavagna bianca o

di ardesia, lavagna luminosa.

Spazi:

Aula ed eventualmente laboratorio multimediale.

Tempi:

Si prevede di svolgere il primo modulo nei primi tre mesi di anno scolastico per un totale

di 40 ore così ripartite:

Verifica dei prerequisiti del modulo: 1 h.

Attività di consolidamento e/o recupero dei prerequisiti: diluiti nel corso della prima unità

didattica

Tempo da dedicare alle singole unità didattiche:

Unità didattica 1: Autore, narratore, lettore: 12 hh.

Unità didattica 2: Struttura del testo narrativo: 8 hh

Unità didattica 3: Tempi e luoghi della narrazione: 6 hh

Unità didattica 4: I personaggi 8 hh

Verifica sommativa: 2 hh

Attività di consolidamento e/o recupero dei contenuti del modulo: circa 3 hh.

Verifiche in itinere: dopo ogni unità didattica.

7

Page 9: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

La comprensione e l’assimilazione delle attività didattiche saranno verificate

continuamente durante le lezioni partecipate e le relative discussioni che si svolgeranno

durante le ore di lezione.

Durante lo svolgimento del modulo saranno assegnati agli studenti compiti da svolgere a

casa individualmente. Sulla base della valutazione di tali compiti e degli esiti delle

verifiche in itinere, saranno eventualmente assegnati lavori di gruppo da svolgere in classe.

Metodologie:

Lezione frontale, lezione partecipata, analisi testuale guidata, lavoro di gruppo,

discussione, lezione multimediale.

Verifiche:

La verifica dei prerequisiti avviene attraverso la somministrazione di esercizi finalizzati

a verificare le conoscenze e le competenze indispensabili per affrontare il modulo in

maniera proficua.

Le verifiche formative sono predisposte dal docente sulla base dell’impostazione delle

singole attività.

La prova di fine modulo ha carattere di verifica sommativa ed è somministrata per la

certificazione dell’acquisizione del modulo.

8

Page 10: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

IL TESTO NARRATIVO LETTERARIO

UNITA’ DIDATTICA 1: AUTORE - NARRATORE - LETTORE, a cura di Simona PIROSU.

INDICE: I ORA DI LEZIONE: resoconto vacanze estive; II ORA DI LEZIONE: presentazione programmazione annuale e verifica dei prerequisiti; III ORA DI LEZIONE: correzione della verifica dei prerequisiti e spiegazione di autore-narratore-narratario, lettura di Chichibio di Boccaccio e riflessione sulla lingua; IV ORA DI LEZIONE: lettura di Un grido nella notte di Deledda e spiegazione autore reale e immaginario e lettore reale e immaginario; V ORA DI LEZIONE: spiegazione focalizzazione zero e interna: i Promessi Sposi di Manzoni e Titanio di P. Levi; VI ORA DI LEZIONE: spiegazione focalizzazione esterna: Rosso Malpelo; VII ORA DI LEZIONE: correzione esercizi per casa; riflessione su come il lettore cooperi alla costruzione dei significati di un testo e dell’importanza di collocare un’opera nel suo contesto storico-culturale; VIII ORA DI LEZIONE: lettura di Libertà e di S’undighe de su mese de Santandria de su 1968; riflessione sulla lingua; IX ORA DI LEZIONE: correzione racconti inventati con focalizzaz. zero e interna; X ORA DI LEZIONE: lettura L’eroe di D’Annunzio; XI ORA DI LEZIONE: correzione racconti inventati con focalizzazione esterna; XII ORA DI LEZIONE: verifica in itinere; XIII ORA DI LEZIONE: correzione verifica in itinere.

Gli obbiettivi della I unità didattica sono i seguenti:

CONOSCENZE: Sapere chi è l’autore reale e l’autore immaginario; Sapere chi è il narratore; Sapere che il narratore può essere interno o esterno; Sapere che il narratore può utilizzare diversi tipi di focalizzazione; Sapere che la focalizzazione può essere di grado zero, interna o esterna; Sapere che ci può essere un narratore di primo, secondo grado, etc.; Sapere chi è il narratario; Sapere chi è il lettore reale e chi è il lettore immaginario; Comprendere l’importanza di collocare un’opera nel suo contesto storico-culturale e come il lettore contribuisca alla creazione di significati.

COMPETENZE E SAPER FARE: Migliorare la capacità di comprensione e di produzione di testi orali e scritti dal punto di vista lessicale, sintattico e semantico; Saper distinguere l’autore dal narratore; Saper distinguere l’autore reale dall’autore immaginario; Saper distinguere il narratore dal narratario; Saper distinguere il narratore di primo grado dal narratore di secondo grado; Saper distinguere il narratore esterno dal narratore interno;

9

Page 11: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Saper distinguere i diversi tipi di focalizzazione: interna, esterna e zero; Saper distinguere il lettore reale dal lettore immaginario.

SAPER ESSERE

Essere rispettosi; saper ascoltare gli altri; accettare le opinioni altrui; essere disposti a

rivedere le proprie idee alla luce di nuovi elementi e riponderare l’argomento oggetto di

attenzione; esprimere il proprio pensiero; manifestare il bisogno di ulteriori spiegazioni;

non deridere le domande altrui; migliorare la capacità di attenzione, di ascolto, di

concentrazione, di silenzio, di autocontrollo.

Nei lavori di gruppo, oltre a ciò, si richiede la capacità di lavorare in gruppo, di essere

disposti al dialogo, di saper assumersi responsabilità, di saper mettere a disposizione degli

altri le proprie competenze, di saper ascoltare e prendere in considerazione le idee e le

proposte di coloro che in genere sono i meno bravi, di saper riformulare il piano di lavoro

alla luce delle idee di tutti i partecipanti e di aggiornare il percorso di lavoro man mano che

si presentano imprevisti o nuovi fattori da prendere in esame.

I ORA DI LEZIONE.

Come già detto nella parte di presentazione del modulo, gli studenti provengono dalla

medesima prima classe tranne uno studente che è ripetente. Essendo l’insegnante lo stesso

dell’anno precedente la conoscenza reciproca è buona.

A inizio anno scolastico si dedicherà la prima ora a raccontarci come abbiamo trascorso le

vacanze estive. Gli studenti racconteranno alla classe dove le abbiano trascorse e che cosa

abbiano fatto; l’insegnante farà da mediatore tra i vari interventi e si informerà se abbiano

seguito i telegiornali e quale avvenimento li abbia particolarmente colpiti. Tutti verranno

ascoltati e invitati a esprimere il loro pensiero e le loro emozioni.

Dopo questa prima fase di conversazione l’insegnante chiederà se durante le vacanze

abbiano fatto qualche lettura, di qualunque tipo essa sia: quotidiani, settimanali, fumetti,

racconti, romanzi.

Si chiederà loro di raccontare brevemente la lettura fatta e di spiegarci perché sia piaciuta o

meno.

II ORA DI LEZIONE

10

Page 12: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

La classe nell’anno precedente aveva dato buoni risultati. Ad inizio anno scolastico verrà

presentato ai ragazzi il curricolo annuale, cioè si farà loro presente quale sarà il percorso

formativo che faremo insieme; ciò al fine di renderli partecipi, sapere se ritengano la

proposta interessante e se li incuriosisca nonché per sapere giorno per giorno in quale

direzione si stia andando. Si ritiene opportuno far loro presente in quale misura il lavoro

fatto l’anno precedente sarà utile per affrontare i nuovi moduli, in modo da valorizzare le

loro conoscenze e creare un legame significativo fra le competenze già acquisite e il nuovo

curricolo.

Fatta questa premessa verranno loro somministrate le prove di verifica qui di seguito

riportate, le quali serviranno all’insegnante per verificare se siano presenti i prerequisiti

necessari ad affrontare il nuovo corso di studi ma agli studenti serviranno invece come

esercitazione e richiamo di quanto già appreso.

Trattandosi di una prova di verifica di prerequisiti non avrà valore fiscale; tuttavia sarà per

l’insegnante una fonte importante di informazioni poiché gli permetterà di conoscere

meglio i diversi stili di apprendimento degli studenti, se il lavoro svolto l’anno precedente

sia stato assimilato oppure se si trattasse di saperi labili.

Si richiede agli studenti che sappiano che cosa è un testo e quali sono le sue caratteristiche,

in particolare la coerenza e la coesione. Devono quindi saper riconoscere un testo coerente

e coeso.

La verifica dei prerequisiti verrà fatta in aula e sarà individuale; verrà consegnata la

seguente prova in fotocopia. Gli studenti avranno 45 minuti di tempo a disposizione,

potranno utilizzare il dizionario di italiano e un foglio protocollo sul quale argomentare le

risposte dove richiesto.

Nella successiva ora di lezione verrà corretta la prova di verifica dei prerequisiti, tuttavia

l’opera di consolidamento e rafforzamento dei concetti verrà perseguita non solo in questo

momento ma anche in itinere, durante lo svolgimento della prima unità didattica e

dell’intero modulo, ponendo particolare attenzione agli studenti più bisognosi di aiuto.

11

Page 13: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

ESERCIZI PER LA VERIFICA DEI PREREQUISITI

1) Tra i seguenti “passi” devi distinguere quelli che costituiscono un testo da quelli che rappresentano semplicemente un insieme di parole. Per tutti i “passi” che hai ritenuto impossibile definire come testi, spiega sul foglio bianco i motivi in base ai quali hai formulato il tuo giudizio.

1) Fermi! 2) Fitta nebbia a Fiumicino: tutti i voli sono stati annullati o dirottati. 3) Due gatti 4) Assolutamente impossibilitato presenziare matrimonio Lucia stop Spiacentissimo stop Auguri vivissimi stop. 5) Ingresso libero. 6) Un bicchiere leggeva con attenzione le matite. 7) Ieri ho telefonato a Gianni in quanto. 8) Questo bar è sudicio e squallido. Ci vengo sempre con molto piacere. 9) Natale è ormai vicino. Ho un sacco di dubbi. Isabella ha praticamente tutto, dai dischi più recenti al kit con quaranta ombretti. A Carlo non va mai bene niente. E ho pochi soldi. 10) L’ho portato ma non glielo presto. 11) Domani è domenica. Questo dolce è bruciato. Dove sono le mie forbici? La trovo simpatica.

2) Nei seguenti brani è compromessa la coerenza testuale: individua se è interrotta la coerenza semantica o quella stilistica. Spiega sul foglio bianco i motivi del tuo giudizio.

A) Nel campo delle scienze, il periodo fra le due guerre è contrassegnato, in particolare, dalle ricerche sull’atomo. Abbandonata ormai l’idea che l’atomo sia l’ultima particella della fisica, gli scienziati individuano in esso una struttura simile a quella del sistema solare: attorno a un nucleo ruotano, appunto come satelliti, gli elettroni le cui forze di coesione e di attrazione sono di natura elettrica. La Rivoluzione russa e la crisi del dopoguerra, particolarmente gravi in Germania e in Italia, ne furono un’evidente dimostrazione. Ulteriori studi sulla struttura dell’atomo, volti soprattutto a individuare la velocità e la posizione degli elettroni, sono compiuti da N. Bohr e da W. Heisenberg. Alle soglie della seconda guerra mondiale, infine, la scoperta che l’atomo di uranio, bombardato da un neutrone, si spezza liberando grandi energie, provoca ricerche sempre più frenetiche sulle possibili utilizzazioni belliche dell’energia nucleare. Così, i fisici americani, insieme con alcuni scienziati europei emigrati per sfuggire alle persecuzioni razziali, fra cui l’italiano E. Fermi, mettono a punto la bomba atomica, impiegata poi nell’agosto del ’45 contro il Giappone. Le particolari esigenze del conflitto sollecitano anche uno sviluppo dell’elettronica: in Inghilterra viene perfezionato il radar e negli Usa, per calcolare la traiettoria dei proiettili, si realizzano i primi computer che avranno poi larghissima applicazione nei più diversi settori.

B) In base a una sentenza emessa dalla Corte di Cassazione Civile, si può stabilire che, quando nel corso dell’esecuzione di un contratto d’appalto, il committente abbia chiesto all’appaltatore notevoli e importanti variazioni del progetto, il temine di consegna e la penale per il ritardo, pattuiti nel contratto, vengono meno per effetto del mutamento dell’originario piano dei lavori. Di conseguenza, se il committente vuole conseguire il risarcimento del danno per il ritardo della consegna dell’opera, è tenuto a comprovare oggettivamente la colpa dell’appaltatore. In tali casi, dunque, la cosa migliore è che i due si mettano d’accordo senza fare tante storie e stabiliscano un nuovo termine di consegna, tenendo conto di tutte le cose in più che sono venute in mente dopo al committente.

12

Page 14: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

3) Devi correggere gli eventuali errori di concordanza nei seguenti periodi. Riscrivi le frasi nel foglio bianco secondo la forma corretta.

1) Quando incontrerete Elena, ditegli di telefonarci. 2) Tutti i dati e le valutazioni saranno comunicate al più presto, infatti abbiamo finito di registrarle. 3) Mio cognato ed io siamo state al cinema ad assistere all’anteprima di un film, che non ci è troppo piaciuta. 4) Se anche voi ci raggiungerete, insieme farete un bel gruppo. 5) La pioggia di questi giorni ha raffreddata l’aria e l’ha resa più respirabile. 6) Gli studenti e le studentesse dell’istituto sono interessate ad un breve soggiorno all’estero. 7) Alla stazione c’era una gran folla, che aspettavano il rapido da più di due ore. 8) L’esercito avanzava a file serrate con una rapidità sorprendente: dovevano fare un’impressione terribile sui contadini che lavorava la campagna e lo vedevano passare.

4) Coniuga i verbi tra parentesi in modo che siano rispettate le concordanze. Devi scrivere la forma corretta nello spazio tra le parentesi.

1) Ieri sono stato in centro e (comprare) ( ) un maglione, che (indossare) () il prossimo mese, quando (recarsi) ( ) in montagna.

2) Dicevano che nei giorni successivi il freddo (cessare) ( ), invece, dopo una settimana il termometro non (accennare) ( ) ad alzarsi. 3) Il mio medico crede che non (essere) ( ) necessario ripetere l’esame; gli esiti delle analisi (risultare) ( ) migliori di quelli cui mi (sottoporsi) ( ) il mese scorso. 4) Quando (acquistare) ( ) il libri per il prossimo anno scolastico, (ricordarsi) (

) che alcuni volumi (essere) ( ) pluriennali e li (comprare) ( ) già l’anno scorso. 5) Se (pensare) ( ) di fare sport a livello agonistico, mi (recarsi) ( ) agli allenamenti tutti i giorni, invece io (volere) ( ) semplicemente tenermi in forma e (andarci) ( ) quando posso. 6) “Ti risulta che suo padre (rientrare) ( ) dalla trasferta o che (trovarsi) (

) ancora in Austria?”. “Mi hanno detto che (tornare) ( ) la scorsa settimana, ma che (ripartire) ( ) a fine mese”.

5) Nel seguente testo abbiamo tolto tutti i segni di interpunzione forte e tutte le maiuscole che li seguivano. E’ così caduta la scansione in enunciati: prova tu a ricostruirla. Indica inoltre se e in quali punti, secondo te, sarebbe opportuna una scansione in capoversi. Questo esercizio puoi svolgerlo direttamente sulla fotocopia e, dove ritieni opportuno che ci sia il capoverso, traccia questo segno /

E se entro la fine del secolo Parigi diventasse una capitale dell’Islam, disseminata di moschee e minareti come una delle fiabesche città delle Mille e una notte stando ai dati che emergono da una recente inchiesta di alcuni sociologi francesi, l‘ipotesi è tutt’altro che assurda: negli ultimi anni, infatti, le conversioni sono state ben 300.000 e 3 milioni sono oggi i francesi musulmani se il caso francese, per quanto clamoroso, si giustifica con precise ragioni storiche, più difficile è spiegare il processo di islamizzazione che sta lentamente ridisegnando i tratti della vecchia Europa cattolica e protestante in Inghilterra i musulmani sono circa 800 mila, in Germania un milione e 700 mila, in Spagna 600 mila, in Svizzera 400 mila e l’Italia, un paese da secoli in contatto con il mondo arabo i musulmani

13

Page 15: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

italiani che frequentano regolarmente la moschea cono circa 90 mila fioriscono le comunità: a Roma, a Palermo, a Milano in crescita anche quelle di Genova e Napoli certo Parigi può già sfoggiare faraonici templi di culto islamico, ma anche l’Italia comincia a pensare alle nuove cattedrali d’oriente: il famoso architetto Paolo Portoghesi ha progettato una monumentale moschea per Roma; a Bologna, la giunta ha approvato una delibera per costruire una moschea nel vecchio centro storico il suggestivo richiamo dell’Islam, insomma, si fa ormai avvertire anche nel nostro paese.

III ORA DI LEZIONE.

L’insegnante ha corretto le prove di verifica dei prerequisiti a casa.

Si ipotizza che la classe abbia svolto bene la prova di verifica; tuttavia qualche studente ha

dimostrato difficoltà a svolgere in modo corretto il primo e il quinto esercizio; sono

presenti anche errori nello svolgimento del quarto esercizio dovuti agli usi tipici del parlato

che stanno prendendo sempre più piede anche nello scritto.

L’insegnante porterà in classe i compiti corretti e ci si soffermerà tutti insieme sugli

esercizi nei quali sono stati compiuti più errori da parte degli studenti. Si faranno parlare

tutti gli studenti ma si dedicherà maggiore cura a quelli che hanno maggiori difficoltà

portandoli a riflettere e ponendo attenzione affinché comprendano qual’ è l’errore e quale

sia la forma giusta. Come esercitazione e rinforzo verranno poi assegnati a casa altri

esercizi simili a quelli assegnati come prove di verifica.

Si procederà poi con gli argomenti della prima unità didattica.

Si chiederà agli studenti quale tipo di testo venga loro in mente alle parole: testo narrativo.

Si suppone che uno studente sostenga che il testo narrativo è quello che narra. Partendo

dai loro interventi si delineeranno le caratteristiche del testo narrativo letterario. Una volta

definitolo si chiederà loro se ritengano di aver mai letto testi narrativi. A chi risponde

affermativamente si chiederà di raccontarci sinteticamente il brano al quale si riferisce, chi

è che racconta la vicenda e da chi è stato scritto. L’insegnante spiegherà chi è l’autore e chi

è il narratore e la differenza tra narratore interno ed esterno. A fugare le perplessità e le

possibili confusioni tra autore e narratore interno verrà presentato il caso di Ippolito Nievo

che scrisse le Confessioni di un italiano a 27 anni, mentre il protagonista del libro, Carlo

Altoviti, narra le vicende in prima persona all’età di 80 anni. Si chiederà agli studenti se

abbiano capito bene chi è l’autore e chi è il narratore o se ci sia bisogno di ulteriori

chiarimenti. Verrà loro richiesto di ripensare ai testi che hanno già letto in passato e di

cercare di individuare chi è il narratore e chi è l’autore, se riescano a individuarlo oppure

se abbiano dubbi nell’identificarlo, nel qual caso sono invitati a esporre il caso. Se uno

studente presenta dei dubbi nell’individuare il narratore e l’autore di una lettura fatta, se il

14

Page 16: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

racconto o il romanzo è di comune conoscenza se ne parlerà subito in classe, altrimenti il

testo verrà ricercato nella biblioteca della scuola e si cercherà di risolvere subito il dubbio.

Chiarito il concetto si leggerà in aula una novella di Boccaccio tratta dal Decameron,

Chichibio.

La lettura sarà effettuata da due studenti scelti tra i “mano bravi”. Terminata la lettura si

chiederà a tutti se abbiano capito ciò che è stato letto o se abbiano trovato particolarmente

ostico il lessico e la sintassi. Si ipotizza che alcuni abbiano compreso bene il brano ma che

altri abbiano capito il brano nell’insieme ma abbiano trovato difficoltà il alcuni punti. Si

faranno presenti i motivi per cui la lingua è diversa dalla nostra e poi si procederà a una

rilettura della novella rifacendo ogni frase in linguaggio moderno. Tale esercizio verrà

iniziato dall’insegnante, come dimostrazione della modalità di svolgimento e verrà

continuato dagli studenti alternandosi. Saranno accettate interruzioni da parte dei compagni

per proposte di sinonimi o di differenti costruzioni della frase. A casa dovranno fare, per

iscritto, lo stesso esercizio. Tale novella sarà inoltre funzionale a spiegare il narratore di

primo e di secondo grado, nonché il narratore e il narratario. Chichibio fornirà l’occasione

per dare i rudimenti della storia della lingua italiana, parlare delle lingue romanze e

spiegare la dignità del sardo come lingua. Si chiederà ai ragazzi quale livello di conoscenza

ne abbiano. Se lo sappiano parlare, se non lo sappiano parlare ma lo capiscano oppure se

non lo sappiano né parlare né capire. Si chiederà loro in che misura il sardo è parlato in

famiglia, dai genitori e dai nonni e che tipo di considerazione ci sia nei confronti di coloro

che parlano il sardo. L’insegnante si soffermerà su quest’ultimo punto perché a lungo la

lingua sarda è stata marginalizzata poiché si riteneva che il parlarla inficiasse il buon

andamento scolastico dello studente e che, in secondo luogo, il sardo venisse parlato dalle

persone prive di cultura. Nel caso in cui gli studenti vivano ancora questi pregiudizi si

ritiene opportuno adoperarsi affinché queste male credenze vengano sfatate. A tal fine

l’insegnante parlerà, come già detto, della dignità del sardo come lingua, della lingua come

parte della nostra storia ed elemento di ricchezza culturale e presenterà anche opere di

autori sardi scritte sia in italiano che in sardo.

IV ORA DI LEZIONE.

L’insegnante si accerterà che i ragazzi abbiano svolto a casa il compito assegnato, cioè

mettere per iscritto il rifacimento della novella di Boccaccio in lingua moderna. Per

rafforzare i concetti di individuazione dell’autore-narratore, narratore interno ed esterno,

15

Page 17: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

narratore–narratario, narratore di primo grado e di secondo grado, verrà letta in aula la

novella di Grazia Deledda Un grido nella notte.

Si spiegherà poi la differenza tra autore reale e immaginario e tra lettore reale e lettore

ideale con il caso dei Promessi Sposi di Manzoni leggendo L’introduzione (che sarà

funzionale per soffermarsi ancora sulla storia della lingua), e le altre parti del romanzo in

cui fa riferimento al suo autore secentesco sconosciuto nonché ai 25 lettori.

V ORA DI LEZIONE.

Si procederà alla spiegazione della focalizzazione. L’insegnante dirà che ci sono tre tipi di

focalizzazione, di grado zero, interna ed esterna e ne dirà le rispettive caratteristiche. Ci si

soffermerà poi diffusamente su ognuna di esse.

Per spiegare meglio la focalizzazione di grado zero verrà fatto leggere il seguente brano

tratto dai Promessi Sposi di Manzoni del quale verranno messi in evidenza tutti gli

elementi utili a definirlo come prodotto da un narratore onnisciente:

Lo spavento di quei visacci e di quelle parolacce, la minaccia d’un signore noto per non minacciare invano, un sistema di quieto vivere, ch’era costato tant’ anni di studio e di pazienza, sconcertato in un punto, e un passo dal quale non si poteva veder come uscirne: tutti questi pensieri ronzavano tumultuariamente nel capo basso di don Abbondio. - Se Renzo si potesse mandare in pace con un bel no, via; ma vorrà delle ragioni; e che cosa ho da rispondergli, per amor del cielo? E, e, e, anche costui è una testa: un agnello se nessun lo tocca, ma se uno vuol contraddirgli…ih! E poi, e poi, perduto dietro a quella Lucia, innamorato…

A. Manzoni, I promessi sposi, cap. I

Verranno poi ripetute le caratteristiche della focalizzazione interna, quindi si leggerà in

aula la novella di Primo Levi Titanio, la lettura verrà fatta fare agli studenti che hanno

tendenza a distrarsi. Riportiamo la novella:

In cucina c’era un uomo molto alto, vestito in un modo che Maria non aveva mai visto prima. Aveva in testa una barchetta fatta con un giornale, fumava la pipa e dipingeva l’armadio di bianco.

Era incomprensibile come tutto quel bianco potesse stare in una scatoletta così piccola, e Maria moriva dal desiderio di andare a guardarci dentro. L’uomo ogni tanto posava la pipa sull’armadio stesso, e fischiava; poi smetteva di fischiare e cominciava a cantare; ogni tanto faceva due passi indietro e chiudeva un occhio, e andava anche qualche volta a sputare nella pattumiera e poi si strofinava la bocca col rovescio della mano. Faceva insomma tante cose così strane e nuove che era interessantissimo starlo a guardare: e quando l’armadio fu bianco, raccolse la scatola e molti giornali che erano per terra e portò tutto accanto alla credenza e cominciò a dipingere anche quella.

L’armadio era così lucido, pulito e bianco che era quasi indispensabile toccarlo. Maria si avvicinò all’armadio, ma l’uomo se ne accorse e disse: - Non toccare. Non devi toccare – Maria si arrestò interdetta, e chiese: - Perché?- al che l’uomo rispose: - Perché

16

Page 18: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

non bisogna –Maria ci pensò sopra, poi chiese ancora: - Perché è così bianco?- Anche l’uomo pensò un poco, come se la domanda gli sembrasse difficile, e poi disse con voce profonda: - Perché è titanio.

Maria si sentì percorrere da un delizioso brivido di paura, come quando nelle fiabe arriva l’orco; guardò con attenzione, e constatò che l’uomo non aveva coltelli, né in mano né intorno a sé: poteva però averne uno nascosto. Allora domandò:- Mi tagli che cosa?- e a questo avrebbe dovuto rispondere <<Ti taglio la lingua>>. Invece disse soltanto: - Non ti taglio: titanio.

In conclusione, doveva essere un uomo molto potente: tuttavia non pareva in collera, anzi piuttosto buono e amichevole. Maria gli chiese: - Signore, come ti chiami?- Lui rispose: - Mi chiamo Felice-; non si era tolta la pipa di bocca, e quando parlava la pipa ballava su e giù eppure non cadeva. Maria stette un po’ di tempo in silenzio, guardando alternativamente l’uomo e l’armadio. Non era per nulla soddisfatta di quella risposta ed avrebbe voluto domandare perché si chiamava Felice, ma poi non osò, perché si ricordava che i bambini non devono mai chiedere perché. La sua amica Alice si chiamava Alice ed era una bambina, ed era veramente strano che si chiamasse Felice un uomo grande come quello. Ma a poco a poco incominciò invece a sembrarle naturale che quell’uomo si chiamasse Felice, e le pareva anzi che non avrebbe potuto chiamarsi in nessuna altro modo.

L’armadio dipinto era talmente bianco che in confronto tutto il resto della cucina sembrava giallo e sporco. Maria giudicò che non ci fosse nulla di male nell’andarlo a vedere da vicino: solo vedere senza toccare. Ma mentre si avvicinava in punta di piedi avvenne un fatto imprevisto e terribile: l’uomo si voltò, con due passi le fu vicino; trasse di tasca un gesso bianco, e disegnò sul pavimento un cerchio intorno a Maria. Poi disse:- Non devi uscire di lì dentro -. Dopo di che strofinò un fiammifero, accese la pipa facendo colla bocca molte smorfie strane, e si rimise a verniciare la credenza.

Maria sedette sui calcagni e considerò a lungo il cerchio con attenzione; ma dovette convincersi che non c’era nessuna uscita. Provò a fregarlo in un punto con un dito, e constatò che realmente la traccia di gesso spariva; ma si rendeva benissimo conto che l’uomo non avrebbe ritenuto valido quel sistema.

Il cerchio era palesemente magico. Maria sedette per terra zitta e tranquilla; ogni tanto provava a spingersi fino a toccare il cerchio con la punta dei piedi e si sporgeva in avanti fino quasi a perdere l’equilibrio, ma vide ben presto che mancava ancora un buon palmo a che potesse raggiungere l’armadio o la parete con le dita. Allora stette a contemplare come a poco a poco anche la credenza, le sedie e il tavolo diventavano belli e bianchi.

Dopo moltissimo tempo l’uomo ripose il pennello e lo scatolino e si tolse la barchetta di giornale dal capo, ed allora si vide che aveva i capelli come tutti gli altri uomini. Poi uscì dalla parte del balcone, e Maria lo udì tramestare e camminare su e giù nella stanza accanto. Maria cominciò a chiamare -Signore!- dapprima sottovoce, poi più forte, ma non troppo, perché in fondo aveva paura che l’uomo sentisse.

Finalmente l’uomo ritornò in cucina. Maria chiese: - Signore, adesso posso uscire?- l’uomo guardo in giù a Maria e al cerchio, rise forte e disse molte cose che non si capivano, ma non pareva che fosse arrabbiato. Infine disse: - Sì, si capisce, adesso puoi uscire-. Maria lo guardava perplessa e non si muoveva; allora l’uomo prese uno straccio e cancellò il cerchio ben bene, per disfare l’incantesimo. Quando il cerchio fu sparito Marea si alzò e se ne andò saltellando, e si sentiva molto contenta e soddisfatta.

P. Levi, Titanio.

Terminata la lettura l’insegnante chiederà agli studenti di individuare gli elementi della

narrazione già spiegati (autore, narratore esterno/interno, narratore di I° grado etc.),

riprenderà alcune parole chiave della prima metà della novella per spiegare come esse

17

Page 19: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

siano usate dando luogo a una focalizzazione interna. Successivamente si faranno disporre

i ragazzi in gruppi di 4 persone e ogni gruppo dovrà individuare gli elementi che

caratterizzano la focalizzazione interna per la seconda metà della novella. I gruppi saranno

formati in modo eterogeneo, il tempo a disposizione per questo lavoro è di 10 minuti

duranti i quali l’insegnante osserverà le modalità di lavoro, le caratteristiche individuali

come la tendenza alla leadership o l’essere in disparte e intervenendo qualora non ci sia

collaborazione o rispetto reciproco. Terminato il tempo a disposizione i ragazzi dovranno

esporre i risultati raggiunti motivando le loro scelte. Si ipotizza che in questo momento

vengano espressi dubbi da alcuni studenti che in determinate parti ravvisano un narratore

onnisciente, saranno gli stessi compagni a dover rispondere loro: si avrà così una

discussione collettiva sul problema in questione mentre l’insegnante dovrà solo intervenire

come guida e dare indicazioni corrette.

VI ORA DI LEZIONE.

Per spiegare la focalizzazione esterna verrà letta in aula la novella Rosso Malpelo di Verga.

Nonostante la lettura senza interruzioni di Malpelo richieda 45 minuti l’insegnante vuole

leggerla in classe perché non è sicura che a casa tutti gli studenti, da soli, la leggano. A

scuola, invece, le iniziali difficoltà che la lingua di Verga presenta verranno superate

assieme. Terminata la lettura si chiederà ai ragazzi se secondo loro Malpelo è un ragazzo

malizioso e cattivo. Si ascolteranno le risposte poi, rileggendo l’incipit, si chiederà chi è

che giudica Malpelo cattivo perché ha i capelli rossi. Esemplificando con il brano letto si

spiegherà lo stile impersonale di Verga.

18

Page 20: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

A casa gli studenti dovranno leggere l’articolo di Adolfo Rossi << Come vivono i carusi in

solfatara>> e in gruppi di quattro persone (ma il numero dei componenti del gruppo è

flessibile in base alle diverse sedi di residenza, ricordiamo infatti che molti studenti sono

pendolari) dovranno fare una ricerca sui diritti dell’infanzia violata facendo riferimento a

libri, articoli di giornale, siti internet dell’Unicef o di Amnesty International e quant’altro

ritengano utile. Sarà lasciato a loro discrezione se riferirsi ad un ambito specifico, come ad

esempio la violenza in famiglia, o il lavoro minorile o l’anafalbetismo etc. e se riferirsi

all’Italia, ad un altro Paese oppure affrontare l’argomento su scale mondiale. Il termine di

consegna è un mese al termine del quale ogni gruppo esporrà il proprio lavoro agli altri. Il

materiale verrà poi raccolto in un opuscolo e messo a disposizione di tutta la scuola in

biblioteca e nel sito internet della scuola. Se l’insegnante ritiene che il lavoro sia

meritevole proporrà ai colleghi delle altre classi di effettuare un incontro durante il quale

verranno esposti dagli studenti i risultati della ricerca al quale seguirà un dibattito.

A casa gli studenti dovranno svolgere l’esercitazione riportata nella pagina seguente:

19

Page 21: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

ESERCITAZIONE

Sono di seguito riportati brani tratti da alcuni famosi romanzi. Per ciascuno di essi individua quale sia il tipo di narratore presente e che tipo di focalizzazione adotti.

Edoardo -chiameremo con questo nome un ricco barone nel fiore dell’età virile- aveva trascorso la più bella ora d’un pomeriggio d’aprile nel suo frutteto, per innestare sui tronchi giovani certe marze che aveva da poco ricevuto. La sua bisogna era appunto terminata; egli aveva riposto gli arnesi nel loro astuccio e contemplava con soddisfazione il proprio lavoro, quando si avanzò il giardiniere e si compiacque per la zelante collaborazione del padrone.

Goethe, Le affinità elettive.

Se davvero avete voglia di sentire questa storia, magari vorrete sapere prima di tutto dove sono nato e com’è stata la mia infanzia schifa e che cosa facevano i miei genitori e compagnia bella prima che arrivassi io, e tutte quelle baggianate alla David Copperfield, ma a me non mi va proprio di parlarne. Primo, quella roba mi secca, e secondo, ai miei genitori gli verrebbero un paio d’infarti per uno se dicessi qualcosa di troppo personale sul loro conto. Sono tremendamente suscettibili su queste cose, soprattutto mio padre. Carini e tutto quanto –chi lo nega- ma anche maledettamente suscettibili. D’altronde, non ho nessuna voglia di mettermi a raccontare tutta la mia dannata autobiografia e compagnia bella. Vi racconterò soltanto le cose da matti che mi sono capitate verso Natale, prima di ridurmi così a terra da dovermene venire qui a grattarmi la pancia.

J. D. Salinger, Il giovane Holden.

<<Mrs. Flanders…>> <<la povera Betty Flanders…>> <<la cara Betty…>> << è ancora molto piacente…>> <<strano che non si rimariti…>> <<a dir la verità c’è il capitano Barfoot che va a farle visita ogni mercoledì, preciso come un orologio, e non porta mai con sé la moglie.>> <<Ma la colpa è di Ellen Barfoot>> dicevano le signore di Scarbiorough <<che non si scomoda per nessuno.>><<Gli uomini, si sa, desiderano un figliolo…>>

20

Page 22: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

<<Certi tumori bisogna operarli, ma quelli della specie che ebbe mia madre ve li tirate dietro per anni e anni, e nessuna che vi porti mai a letto una tazza di tè.>>(Mrs. Barfoot era inferma)Elizabeth Flanders, di cui si dicevano e si sarebbero dette queste e molte altre cose, era dunque una vedova ancor fresca essendo a metà fra i quaranta e cinquant’anni.

V. Woolf, La camera di Jacob.

Nick si raddrizzò. Non si era fatto niente. Guardò in fondo al binario i fanalini della garritta del frenatore che sparivano dietro la curva. A destra e a sinistra della strada ferrata c’era dell’acqua, poi una palude sotto una macchia di larici.Si tastò il ginocchio. Aveva i calzoni stracciati e la pelle scorticata. Si era graffiato le mani e sotto le unghie aveva della sabbia e della polvere di carbone. Andò giù per l’arginello della strada ferrata, e si lavò le mani. Se le lavò con cura, nell’acqua fredda, togliendosi lo sporco dalle unghie. Si accoccolò e si bagnò il ginocchio. Quel verme di un frenatore. Un giorno gliel’avrebbe fatta pagare. Le loro strade si sarebbero incrociate. Bel modo di fare, il suo.<<Vieni qui, ragazzo>> aveva detto. <<Ho qualcosa per te.>>C’era cascato come un bambino. Che imbecille era stato ad abboccare. Non lo avrebbero mai più fregato così.

E. Hemingway, Il lottatore.

Venti passi più avanti, Fabrizio vide un campo coltivato; la terra era smossa in maniera strana, i solchi erano pieni d’acqua e dalle creste di terra umida schizzavano tanti piccoli frammenti neri che arrivavano fino a tre o quattro piedi d’altezza. Fabrizio notò passando lo strano fenomeno, poi ricominciò a pensare alla gloria del maresciallo. Sentì un grido secco vicino a lui: due ussari erano caduti, colpiti dalle pallottole; quando si voltò per guardarli, era già lontano da loro una ventina di passi, insieme alla scorta. Una cosa soprattutto gli fece orrore: era un cavallo sanguinante, che si dibatteva per terra con le zampe impigliate nelle budella; voleva seguire gli altri, e il sangue colava dal fianco. “ah, finalmente sono in mezzo a una battaglia!” pensò. “Ho visto sparare!” ripeteva soddisfatto. “Adesso sì che sono davvero un militare!”

Stendhal, La certosa di Parma.

Stai per iniziare a leggere il nuovo romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. Rilassati. Raccogliti. Allontana da te ogni altro pensiero. Lascia che il mondo che ti circonda sfumi nell’indistinto. La porta è meglio chiuderla; di là c’è sempre la televisione accesa. Dillo subito agli altri: <<No, non voglio vedere la televisione!>> Alza la voce se non ti sentono: <<Sto leggendo! Non voglio essere disturbato!>>

I. Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore.

Stavano seduti sulla coperta senza toccarsi e guardando la luna salire.Disse Marjorie: <<Non è necessario che tu dica stupidaggini. Che cos’hai, insomma?>><<Non lo so>>.<<Invece lo sai>>.<<No, io no>>.<<Avanti, dillo>>.Nick guardò la luna, che saliva in alto sopra le colline.<<Non è più divertente>> disse.Aveva paura a guardare Marjorie:<<Proprio non è più divertente>> disse. <<Nemmeno un po’>>

21

Page 23: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Lei non disse niente. Egli continuò. <<Mi pare come se tutto dentro di me fosse andato al diavolo. Non so, Marge. Non so proprio cosa dire>>.

E. Hemingway, I quarantanove racconti.

Alfonso accompagnò Macario al suo ufficio. Macario sembrava molto distratto e quando egli gli disse con serietà che si sentiva onorato della proposta di Annetta e che voleva corrispondere a tanta fiducia con un lavoro continuo e accurato, Macario si coprì la bocca con la mano come se avesse avuto da celare uno sbadiglio. Alfonso era abbastanza buon osservatore per non credere a quello a sbadiglio; aveva veduto sotto la mano la bocca aperta ma inerte, non contratta dal movimento istintivo. Macario era geloso! Tanto la distrazione quanto lo sbadiglio erano affettati, intesi a nascondere un’ira, un dolore.

I. Svevo, Una vita.

VII ORA DI LEZIONE.

Si correggeranno collettivamente gli esercizi assegnati a casa.

Si riprenderà la novella di Malpelo e verrà chiesto agli studenti quale sia secondo loro

l’opinione di Verga sui fatti narrati e se, ai fini della denuncia sociale, sarebbe stato più

opportuno un lieto fine. Facendo presente che la novella fa parte della raccolta Vita dei

campi del 1880 e che quindi più di 120 anni ci separano dal momento in cui è stata scritta

si rifletterà su come la cultura del lettore possa influire nella decodifica della novella e

sull’importanza di situare un’opera nel suo contesto storico-culturale.

VIII ORA DI LEZIONE.

Verrà letta in aula la novella Libertà di Verga, ne verrà esaminata la tecnica narrativa e ci

si soffermerà sul tema. In parallelo, in riferimento alla continua rivendicazione di terre da

parte dei contadini poveri e dei braccianti, si leggerà un brano in sardo di Masala,

S’undighe de su mese de Santandria de su 1968. La lettura verrà fatta fare agli studenti;

essi dovranno sottolineare i termini che non capiscono, tali parole saranno cercate nei

dizionari sardo-italiano presenti nella scuola. (Qualora la scuola ne fosse sprovvista gli

studenti dovranno ricercarli nei dizionari presenti nelle biblioteche comunali dei loro

comuni di residenza e chiedere informazioni a genitori e nonni se conoscano quella

determinata parola oppure se indichino quel referente con un altro lessema).

Successivamente ci si soffermerà sulla necessità che il sardo, diverso da zona a zona e da

22

Page 24: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

paese a paese della Sardegna, sia rispettato nella sua varietà ma che venga unificato nella

scrittura.

A casa dovranno inventare un racconto in cui figuri il narratore esterno con focalizzazione

zero e poi dovranno riscrivere lo stesso racconto, oppure inventarne un altro, adottando una

focalizzazione interna.

IX ORA DI LEZIONE.

Correzione collettiva dei racconti inventati a casa con focalizzazione zero e interna.

X ORA DI LEZIONE.

Verrà letta in aula la novella di D’Annunzio L’eroe e verrà analizzata di per sé ma anche

confrontata con le novelle di Verga già lette.

A casa gli studenti dovranno inventare un racconto con focalizzazione esterna.

XI ORA DI LEZIONE.

Correzione collettiva dei racconti con focalizzazione esterna.

XII ORA DI LEZIONE.

Gli studenti avranno un’ora di tempo per svolgere la seguente verifica in itinere. Avranno a

disposizione un foglio bianco protocollo e potranno consultare solo il dizionario.

23

Page 25: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

VERIFICA IN ITINERE

Leggi attentamente il seguente brano e rispondi alle domande di seguito riportate:

Appena la sultana Schehersad fu svegliata dalla solerte sua sorella Dinarsad, essa raccontò al suo consorte, il sultano dell’India, al seguente storia:<<O potente sultano>> cominciò <<in una città della Persia, ai confini del tuo regno, vivevano due fratelli, uno dei quali si chiamava Casim e l’altro Alì Baba. Il padre avendo ad essi lasciato un piccolo patrimonio, so e lo divisero tra loro in parti eguali, si poteva quindi pensare che le circostanze della loro vita sarebbero state press’a poco simili, ma il destino volle diversamente.>>

(Le Mille e una notte, in AA.VV., Fiabe sul potere, Savelli, Roma)Rispondi sul foglio bianco:

Il narratore è interno, presente nella storia oppure se è estraneo alla vicenda?

La sultana Schehersad ha il ruolo di narratore interno di II grado o narratore

esterno di II grado?

2) Leggi il seguente brano e rispondi alle domande di seguito riportate:

Fu mio privilegio l’aver conosciuto il defunto Jack Crabb - uomo di frontiera, guida indiana, tiratore, cacciatore di bisonti, Cheyenne adottivo- durante gli ultimi suoi giorni su questa terra. Può darsi che non sia fuor di luogo un resoconto dei miei rapporti con quest’uomo notevolissimo, giacché vi sono buoni motivi per credere che senza la mia –per così dire- funzione catalitica, questi straordinari ricordi non avrebbero mai visto la luce del giorno.Ho detto abbastanza, e adesso do la parola a Jack Crabb. Riapparirò nel breve epilogo. Ma prima voi dovete leggere questa notevolissima storia.

Ralph Fielding Snell

24

Page 26: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Sono uomo bianco e non me lo scordo mai, ma dall’età di dieci anni mi hanno allevato gli indiani Cheyenne. Papà mio era predicatore del Vangelo a Evansville, Indiana. Non aveva una chiesa regolare, ma riusciva a convincere un certo taverniere a lasciargli usare la sala, la mattina della domenica, per le sue funzioni. Questa sala era in riva al fiume, e la gente che ci andava era del tipo dei battellieri del fiume Ohio, dei mugnai diretti a New Orleans, dei borsaioli, dritti, puttane e simili, il pubblico preferito dal mio papà, per le possibilità che offriva di migliorare un numero considerevole di poveri cialtroni.

(Th. Berger, Il piccolo grande uomo, Rizzoli, Milano).

Rispondi alle domande: chi è Thomas Berger? Chi è Ralph Fielding Snell? Chi è

Jack Crabb?

3) Leggi il seguente brano: La casa dell’agonia di Luigi Pirandello, e individua quale

tipo di narratore sia presente e quale focalizzazione utilizzi motivando la tua risposta.

XIII ORA DI LEZIONE.

Correzione verifica in itinere.

La prova di verifica verrà corretta in aula con la partecipazione di tutti gli studenti. Saranno

gli studenti stessi che dovranno motivare le risposte date e correggersi tra di loro;

l’insegnante guiderà questa correzione collettiva.

L’obiettivo è di rafforzare i concetti espressi nelle precedenti lezioni, di rendere gli studenti

partecipi in prima persona in forma attiva riflettendo singolarmente su ogni singolo brano

presentato ma anche costruire il sapere in gruppo ascoltando e riflettendo sulle

osservazioni altrui. Per tutti questi motivi tale esercitazione non avrà valore fiscale ma se

ne terrà conto per valutare il grado di partecipazione della classe e il livello di

comprensione. L’insegnante, nelle future valutazioni, terrà conto degli esiti raggiunti dagli

studenti e del loro grado di partecipazione e impegno ma soprattutto per gli studenti che

hanno raggiunto esiti positivi. Si vuole creare un clima di star bene a scuola e dell’imparare

con piacere, per cui non si vogliono spaventare gli studenti con giudizi perentori. Si vuole

creare dialogo, tra gli studenti e con l’insegnante, per cui tutti verranno ascoltati e rispettati

per le loro considerazioni. Al termine della correzione l’insegnante valuterà se sia

opportuno rafforzare i concetti o se la classe abbia raggiunto un buon livello. Anche se la

classe ha raggiunto un buon livello questi concetti verranno richiamati nello sviluppo delle

successive unità didattiche.

25

Page 27: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Sarà chiesto agli studenti se abbiano trovato utile e interessante il lavoro svolto e se trovino

riscontro fra il percorso fatto insieme e quanto proposto all’inizio dell’anno come percorso

formativo.

26

Page 28: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Unità didattica 2

La struttura del testo narrativoDurata: 8 hh

a cura di Paola Aramu

Obiettivi dell’unità didattica

Obiettivi relativi al “sapere” (conoscenze previste al termine dell’unità didattica)

- Sapere che cosa significano i termini “sequenza” e “microsequenza”, e quali sono i

diversi tipi di sequenze;

- sapere che cosa significano i termini “fabula” e “intreccio”, e quali sono gli

elementi che li costituiscono.

Obiettivi relativi al “saper fare” (competenze previste al termine dell’unità didattica)

- Saper smontare il testo, suddividendolo in sequenze e, all’occorrenza, in

microsequenze;

- saper riconoscere i diversi tipi di sequenze;

- saper ricostruire la trama di un testo;

- saper sintetizzare la fabula di un testo, distinguendone le varie fasi;

- saper riconoscere il tipo di intreccio presente nel testo.

Annotazione sugli obiettivi relativi al “sapere” e al “saper fare”

Come raccomandano i Programmi IGEA (a cui ci si rifà nel presente modulo), nella

pratica didattica non verranno scisse dall’educazione letteraria la riflessione sulla lingua e

l’educazione linguistica: ci si pone dunque l’obiettivo, nell’analisi dei testi e degli elementi

narratologici, di favorire negli studenti la consapevolezza delle proprietà della lingua e la

capacità di comprenderla e utilizzarla in maniera corretta.

27

Page 29: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Obiettivi relativi al “saper essere”

Si mira a incoraggiare negli alunni le capacità relazionali, e, al contempo, la fiducia in

se stessi, invitandoli ad esprimere, motivandole, le proprie idee e opinioni, e a rispettare i

compagni che dovessero commettere errori nelle loro riposte e/o attività. A tale proposito,

l’errore (reputato “fisiologico” in ogni attività) sarà considerato, e conseguentemente

“elaborato”, come occasione per un apprendimento più significativo da parte degli

studenti, invitati a comprendere i loro sbagli e ad autocorreggersi. Sarà perseguito il

rispetto delle regole (introdotto all’inizio dell’anno scolastico precedente) relative alla

modalità di intervento degli studenti, che non dovranno interrompere i compagni o

l’insegnante, ma richiederanno la parola alzando la mano e attendendo il permesso per

parlare. Gli interventi non recheranno mai offese personali ad alcuno.

Si mira a favorire un comportamento maturo negli studenti, insegnando loro che il clima

di cooperazione incoraggiato in classe non vale per le verifiche, e che, nel corso delle

attività di “tutor fra pari”, ognuno deve svolgere il proprio ruolo seriamente e

responsabilmente.

I-II ora

Obiettivi

Sapere

Consolidare il concetto di sequenza, nonché i diversi tipi di sequenza, ma con un approfondimento dell’argomento rispetto all’anno scolastico precedente (quando è stato trattato in relazione alla trattazione della fiaba): conoscere il concetto di “microsequenza”, nonché la possibilità di una compresenza, nella medesima sequenza, di più elementi (narrativo e/o descrittivo e/o riflessivo).

Saper fare

Consolidare la capacità di dividere il testo in sequenze.Capacità di individuare le microsequenze. Consolidare la capacità di riconoscere il tipo di sequenze.

28

Page 30: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Capacità di individuare nelle diverse sequenze eventuali altri elementi (narrativo e/o descrittivo e/o riflessivo), oltre quello in esse dominante.

Obiettivi per l’insegnante relativi al saper essere degli alunni

Trasformare gli errori degli studenti (che non saranno dunque mai oggetto di scherno) in preziose occasioni per un apprendimento più significativo, tramite l’incoraggiamento all’autocorrezione.

Saper essere

Incremento negli allievi delle capacità relazionali, e, al contempo, della fiducia in se stessi: devono esprimere, motivandole, le proprie idee e opinioni, ma anche rispettare i compagni che dovessero sbagliare nelle loro riposte e/o attività. Trasformare gli errori propri e altrui in preziose occasioni per un apprendimento più significativo, tramite l’incoraggiamento all’autocorrezione.

Attività in classeI ora: Dopo aver ricordato la differenza fra la lettura “disinteressata” e la lettura

“approfondita” di un testo narrativo (che mira a comprendere la maggior parte dei

significati che il testo vuole comunicare), il docente ricorda, durante una lezione frontale

(ma avvicinandosi agli studenti e sollecitando costantemente l’esplicitazione di eventuali

osservazioni o dubbi) il concetto di “sequenza”, già introdotto nel corso dell’anno

scolastico precedente a proposito della trattazione della favola.

Proporrà quindi un brano tratto dal III capitolo del romanzo Il giorno del giudizio, di

Salvatore Satta, che, su sua indicazione, uno studente leggerà ad alta voce:

Donna Vincenza non era completamente sarda. Era nata, come Don Sebastiano, nel Regno di Sardegna, ma quel regno era sardo per beffa, e a Torino di sardi non ce n’era neanche la più piccola traccia. Invece, dal Piemonte veniva in Sardegna qualcuno, a trafficare o a comandare,e venne anche, proprio dal confine con la Francia (due passi in là, e il destino sarebbe stato completamente diverso) un certo Monsù Vugliè, di cui non si sa assolutamente nulla. Si dice, come in una eco, che fosse un architetto, ma chissà che cosa voleva dire architetto allora, lo si sa poco anche adesso. È rimasta nei vecchi l’immagine di un uomo alto, generica evidentemente per un “continentale”, che metteva soggezione, e anche questo è generico. E per il ricordo di un “colpo” che l’aveva fulminato in giovane età. Tutto qui per una vita che dovette essere intensa, perché in pochi anni aveva acquistato due case, e un orto che era quasi un giardino, appena fuori di Nuoro, e fino a ieri si chiamava “di Monsù Vugliè”. Oggi ci hanno costruito un palazzo del governo. E in questi anni conobbe una fanciulla in costume, ma di civile condizione, che sarebbe stata la signora Nicolosa, la madre di Donna Vincenza. La quale recava nei capelli dorati la traccia del padre, che poi trasmise al primo figliolo, ma niente di più, almeno nel fisico, che anzi capiva ma non parlava l’italiano, come molta gente ancor oggi, almeno nei piccoli paesi.

Il docente presterà particolare cura alla lettura del ragazzo, invitandolo a concentrarsi

sull’espressività. Inoltre, si accerterà che il testo sia pienamente compreso da chi legge, in

29

Page 31: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

relazione non solo al significato delle singole parole, ma al senso generale. Qualora

l’alunno che ha letto non fosse in grado di rispondere in maniera esatta alle domande,

l’insegnante si rivolgerà agli altri studenti; sarà poi egli stesso a dare risposta alle proprie

domande (con relativa spiegazione) nel caso in cui nessuno sia in grado di farlo.

Accertatosi che il brano sia stato compreso nella sua lettera, il docente dà ai ragazzi

brevi ma importanti cenni esplicativi sul capolavoro sattiano (precisando che la

complessità e densità del testo è tale che il suo commento è ben lungi da ritenersi

esaustivo). L’insegnante ricorda poi che il riconoscimento dei “confini” delle singole

sequenze può essere segnalato da diversi elementi, e invita gli allievi a enunciare quali

possano essere questi elementi; se necessario, dopo gli interventi dei ragazzi, elenca

nuovamente in maniera ordinata gli elementi che possono indicare il passaggio da una

sequenza all’altra (i cambiamenti di scena, di tempo, di azione, le variazioni del ritmo

narrativo, ecc.), precisando che anche alcuni accorgimenti relativi all’organizzazione della

forma del testo, come gli “a capo”, le spaziature o la divisione in paragrafi, possono dare

indicazioni preziose. Ricorda inoltre che, scomposto il testo in sequenze, dalla somma

delle sintesi di tali sequenze si ricava la trama di un testo.

II ora: dopo aver chiesto se siano rimasti dubbi o eventuali opinioni divergenti in

proposito, l’insegnate invita gli studenti a ritornare al brano sattiano e a individuare, dopo

una lettura individuale e silenziosa, eventuali microsequenze e le tipologie delle

microsequenze individuate, esplicitando i criteri che guidano le loro risposte. Ai ragazzi è

richiesto di intervenire in maniera ordinata (alzando la mano e aspettando che venga data

loro la parola dell’insegnante) e senza timore di sbagliare: il docente li incoraggia

ricordando loro che l’errore è un fattore naturale in ogni attività, e che non sarà oggetto di

scherno o condanna da parte di nessuno, né dell’insegnante, né degli altri alunni. Il docente

darà l’esempio prendendo ogni risposta seriamente, e chiedendo a chi interviene di

motivarla. Nel caso in cui la risposta sia sbagliata, l’insegnante, tramite osservazioni

proprie o di altri studenti, fornirà al ragazzo gli elementi perché si autocorregga,

trasformando quindi l’errore in un’occasione di apprendimento più significativo.

Chiede ad alcuni allievi (interpellando per primi quelli che ancora non hanno preso la

parola - e verificando, fra l’altro, che abbiano compreso la prima parte della lezione) di

dire, in poche parole, che cosa l’autore esprima in ogni microsequenza, e, di conseguenza,

di che tipo siano le microsequenze in questione (narrative, descrittive, riflessive). Il

discorso può aprirsi al resto della classe (chiamata a intervenire, ancora una volta, e come

sempre, in maniera ordinata e senza interrompere il docente o i compagni), arrivando a

30

Page 32: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

ricostruire, in maniera dialogata e collettiva, le caratteristiche e le definizioni di sequenza e

microsequenza narrativa, riflessiva e descrittiva. Alla luce del brano sattiano, il docente fa

dunque osservare come in una stessa sequenza possano essere compresenti i diversi

elementi (narrativo, descrittivo, riflessivo), dei quali solo uno generalmente prevale.

Prima della fine della lezione, l’insegnante compie una breve sintesi della spiegazione

appena terminata, sollecitando la partecipazione attiva degli alunni, nuovamente invitati a

rivolgergli domande in caso di dubbi, perplessità e/o eventuali osservazioni. Assegna agli

studenti il compito di studiare a casa, nel loro libro di testo, i nuovi concetti appresi (e

ripassare quelli già conosciuti), e di svolgere, sulla base di questi, l’esercizio sul racconto

di Edgar Alla Poe Il ritratto ovale (E1, sul testo T1). Invita inoltre i ragazzi a inserire nella

propria rubrica il significato delle parole non conosciute, dopo averne cercato a casa

l’esatta definizione nel dizionario.

Annotazione:

Nel corso della lezione, il docente si accerterà che gli alunni comprendano le sue parole,

procurando di diffondersi maggiormente nella proposizione dei concetti più ostici, che avrà

cura di ribadire più volte servendosi magari di parole più semplici, in particolare nei

confronti dei ragazzi che incontrano le difficoltà maggiori. Tale atteggiamento sarà proprio

dell’insegnante nel corso di tutte le lezioni anche se questa nota non verrà ripetuta.

III ora

Obiettivi

31

Page 33: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

SapereVerifica dell’assimilazione e comprensione della divisione di un testo in sequenze e microsequenze e dell’individuazione delle tipologie di sequenze.Consolidamento dei concetti di fabula e intreccio di un testo, introdotti nel corso dell’anno scolastico precedente.

Saper fareCapacità di ricostruire la fabula e l’intreccio di testi narrativi, letterari e non.

Saper essereCreare un clima di cooperazione e rispetto fra gli allievi, anche tramite semplici e chiare regole per gli interventi.

Attività in classe

Primi 30 minuti: dopo aver chiesto agli alunni se nel loro studio abbiano incontrato

difficoltà, il docente corregge i compiti assegnati per casa, interpellando, uno per volta,

diversi studenti. La correzione dei compiti sarà l’occasione per compiere anche una veloce

verifica orale, priva di valore fiscale, sugli elementi del testo narrativo presentati nel corso

della precedente lezione (sarà sentita una buona parte degli studenti, soprattutto coloro che

avevano manifestato i maggiori dubbi nella lezione precedente e che non hanno svolto in

maniera corretta gli esercizi assegnati per casa).

Ultimi 30 minuti: in una lezione frontale il docente ricorda i concetti di fabula e

intreccio (introdotti nell’anno scolastico precedente), precisando che la loro

individuazione costituisce un modo più approfondito di analizzare il racconto dal punto di

vista del contenuto rispetto alla semplice trama. Per illustrare questi concetti l’insegnante

traccia alla lavagna una sorta di “linea del tempo”, precisando che la fabula segue tale

linea, mente l’intreccio può rispettarla o alterarla in vario modo, compiendo salti in avanti

e/o indietro. Propone poi semplici esempi di narrazioni non letterarie, distinguendo in esse

la fabula e l’intreccio. Termina questa parte della lezione chiamando alla lavagna, uno

dopo l’altro, alcuni alunni e invitandoli a improvvisare semplici sequenze narrative,

disponendole prima in ordine logico e cronologico (secondo la fabula), e poi alterandone in

vario modo la sequenza temporale - o viceversa: partendo dall’intreccio e ricostruendo poi

la fabula. Per tenere desta l’attenzione dei compagni, chiede anche agli alunni rimasti al

loro posto di pronunciarsi, accettando le proposte di chi interviene spontaneamente e

sollecitando coloro che sembrano rimanere indifferenti, dubbiosi, o non aver capito.

Qualora un ragazzo sbagliasse, sarà invitato a correggersi da solo, in seguito magari alle

osservazioni di un compagno o a ulteriori spiegazioni dello stesso docente, il quale assegna

infine agli studenti il compito di studiare a casa, nel loro libro di testo i nuovi concetti

32

Page 34: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

appresi, e di riportare 10 esempi analoghi a quelli svolti in classe, 5 inventati da loro e 5

individuati in romanzi o racconti a scelta (con la raccomandazione di inserire nella rubrica

il significato delle parole non conosciute, dopo averne cercato la definizione nel

dizionario).

Annotazione Il docente cercherà, nel corso dell’attività in classe, di creare un clima di cooperazione e

non di competizione, evitando che chi ha compreso più velocemente si prenda gioco o

demoralizzi coloro che incontrano difficoltà maggiori, i quali non dovrebbero mai sentire

frustrazione o senso di sfiducia. Anche al fine di creare un buon clima relazionale, gli

studenti sono tenuti a rispettare determinate regole di intervento (introdotte nel corso

dell’anno precedente, ma ricordate all’inizio dell’anno scolastico in corso): non

interrompere i compagni o l’insegnante, richiedere la parola alzando la mano e parlare

dopo aver ricevuto il permesso del docente, non commentare in maniera individuale o in

gruppi separati gli interventi altrui, ascoltare gli altri in silenzio e con attenzione. Inoltre, se

non si concorda con l’opinione di un compagno, lo si dice con pacatezza motivando la

propria opinione, senza esprimere giudizi personali (tanto meno offensivi). Il fine degli

studenti non è primeggiare, ma collaborare per arrivare alla comprensione.

IV-V ora

Obiettivi

SapereConoscere le fasi della fabula.Conoscere i possibili ordini dell’intreccio.

33

Page 35: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Saper fareComprendere come la distinzione tra fabula e intreccio, nonché la corretta analisi di tali strutture, contribuisca alla comprensione del messaggio dell’autore, il quale sceglie di dare alla sua narrazione un determinato ordine a seconda degli scopi che persegue.Saper individuare le diverse fasi della fabula in un testo narrativo.Saper individuare la struttura dell’intreccio in un testo narrativo.Saper formulare ipotesi sulla funzione che un determinato intreccio svolge all’interno della narrazione.Saper formulare e motivare ipotesi interpretative sul significato di un testo letterario, a partire dal testo stesso e da elementi forniti dall’insegnante.

Attività in classe

Primi 15 minuti: saranno dedicati alla correzione dei compiti assegnati per casa, che

fornirà tra l’altro l’occasione per riprendere, in maniera collettiva e dialogata (secondo le

regole della corretta relazione fra gli alunni della classe e fra la classe e l’insegnante), le

strutture presentate nel corso della lezione precedente.

Ultimi 45 minuti: l’insegnante prosegue la lezione introducendo la struttura di base

della fabula (lo schema narrativo), individuabile nei testi narrativi di qualunque genere,

scandita da diverse fasi della narrazione. Il docente mira a far comprendere che la fabula è

“l’ossatura logica” di un racconto, mentre è l’intreccio la sua effettiva costruzione, e che

non sempre vi è molta differenza fra l’una e l’altro: ad esempio, testi molto semplici, come

le favole popolari (a questo punto l’insegnante richiama alla memoria dei discenti parte del

programma di italiano dell’anno scolastico precedente), sono caratterizzati da una

narrazione lineare, in cui i fatti sono allineati uno dietro l’altro come si immagina siano

avvenuti. In racconti più complessi, invece, la successione dei fatti viene spesso alterata.

Precisa che ciò può avvenire in diversi modi: l’ordine degli avvenimenti può essere

totalmente rovesciato, parzialmente rovesciato (in molti racconti che iniziano in medias

res), o anche apparentemente casuale.

A questo punto sarà letta in classe la novella di Luigi Pirandello Tu ridi: su indicazione

dell’insegnante, diversi allievi ne leggeranno ad alta voce le varie parti.

Dopo essersi accertato (con le modalità sopraccitate) che la lettera del brano sia stata

compresa, l’insegnante fa rapidi cenni alla poetica pirandelliana dell’umorismo e invita gli

studenti a pronunciarsi sugli elementi comici e su quelli pietosi che caratterizzano il

protagonista della novella e la sua condizione esistenziale, formulando ipotesi sul motivo

per cui il personaggio rida nel sonno.

34

Page 36: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

In seguito, in base a domande mirate del docente, gli studenti (come sempre invitati a

intervenire in maniera ordinata – anche per esporre eventuali dubbi, osservazioni, domande

sugli argomenti trattati) dovranno individuare nel testo le diverse fasi della fabula

(eventuale antefatto, esordio/situazione iniziale, modificazione della situazione iniziale,

sviluppo della vicenda, spannung, scioglimento del nodo narrativo, conclusione).

Al termine della lezione sarà assegnato ai ragazzi il compito di ripassare (e/o studiare)

attentamente gli argomenti e i concetti introdotti dall’inizio dell’unità didattica, dal

momento che su tali argomenti verrà loro somministrata, nel corso della lezione

successiva, una verifica formativa. Dovranno inoltre riprendere il racconto di Poe Il ritratto

ovale e svolgere gli esercizi assegnati (E2 su T1).

VI-VII ora

Obiettivi

Per l’insegnante Acquisire dalla prova formativa preziose informazioni sull’efficacia del processo di insegnamento-apprendimento: livelli di conoscenza e competenza raggiunti dai ragazzi relativamente ai contenuti dell’unità didattica, eventuali argomenti su cui sarebbe meglio tornare, elementi da recuperare e/o consolidare. Saper fare (per gli studenti)Saper impiegare le conoscenze acquisite nell’unità didattica nell’analisi di un testo narrativo letterario, da svolgersi in classe.

Saper essere (per gli studenti)Adottare un comportamento maturo, evitando la collaborazione reciproca nello svolgimento della prova.Attività in classe

Il docente somministra la verifica formativa, consegnando a ciascuno studente una copia

della novella Due amici di Guy de Maupassant (T2) e una serie esercizi da svolgere sul

testo (E3). L’insegnante avrà cura di precisare che, dal momento che si tratta di una

verifica formativa (e come tale priva di valore fiscale), non ha senso che gli studenti

collaborino fra loro per svolgerla, cosa che potrebbe inficiare la corretta valutazione

35

Page 37: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

dell’efficacia del processo di insegnamento-apprendimento, e quindi sfavorire gli stessi

alunni.

Durante lo svolgimento della verifica l’insegnante si avvicinerà ai ragazzi che

richiedono spiegazioni sui quesiti della prova; le spiegazioni richieste da qualunque

studente saranno date comunque a voce alta a tutta la classe. Qualora gli studenti non

conoscessero i significati di alcune parole del testo (nonostante il piccolo glossario

annesso), li cercheranno nei dizionari che hanno portato in classe in occasione della prova.

VIII ora

Obiettivi

SapereConsolidare le conoscenze relative all’unità didattica in coloro che le hanno già acquisite.Recuperare le conoscenze in coloro che ancora non le hanno acquisite. Saper fareConsolidare le competenze relative all’unità didattica in coloro che le hanno già acquisite.Recuperare le competenze in coloro che ancora non le hanno acquisite.Capacità, da parte degli studenti ai quali è assegnato il ruolo di “tutor fra pari”, di guidare i compagni dei gruppi di recupero.

Obiettivi dell’insegnante relativi al saper essere degli studentiResponsabilizzare gli studenti che hanno il compito di guidare i loro compagni nell’attività di recupero.Suscitare un comportamento maturo nei ragazzi dei gruppi di recupero, i quali devono seguire seriamente le istruzioni dei loro “tutor” (consapevoli comunque della continua supervisione dell’insegnante).

Saper essere Gli studenti che hanno il compito di guidare i loro compagni nell’attività di recupero devono assumere e mantenere un comportamento responsabile.I ragazzi dei gruppi di recupero devono assumere e mantenere un comportamento maturo, seguendo seriamente le istruzioni dei loro “tutor” (consapevoli comunque della continua supervisione dell’insegnante).

36

Page 38: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Attività in classe

In base ai risultati della verifica formativa, il docente divide la classe in gruppi di livello

(formati in media da 4 persone), cui somministra esercizi di diverso tipo: a coloro che

hanno riportato una valutazione positiva assegna l’esercizio E4, e, nel caso finiscano prima

della fine dell’ora, l’esercizio E5. Agli altri, divisi in due o tre gruppi, assegna esercizi

diversi (E5 o E6). I due o tre studenti (il numero dipende dall’esito della verifica) che

hanno riportato le valutazioni migliori in senso relativo e assoluto (e comunque superiori

alla sufficienza) saranno assegnati come “tutor fra pari” ai gruppi di livello inferiore;

l’insegnante segue con attenzione le attività di ogni gruppo, avendo cura di far ribadire ai

tutor, all’occorrenza, i contenuti della precedenti lezioni dell’unità didattica, con l’ausilio,

tra l’altro, di esempi narrativi e supporti grafici (come “schemi del tempo” tracciati su un

foglio o alla lavagna). Gli studenti dei gruppi di recupero sono chiamati ad accettare con

serietà la guida dei compagni (certi della continua supervisione dell’insegnante), mentre i

tutor non devono né vessare gli altri studenti, né fornire le risposte agli esercizi, ma

assumere con responsabilità e onestà il loro compito.

Anche la valutazione di queste prove è priva di valore fiscale.

37

Page 39: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Unità didattica 2: Struttura del testo narrativo

ESERCIZI

E1, sul Ritratto ovale di Edgar Allan Poe (T1)

Il racconto è già diviso in tre sequenze principali. Dopo aver letto attentamente il testo:

1. Dai un titolo ad ogni sequenza.2. Relativamente alle prime due sequenze:

- suddividi ciascuna sequenza in microsequenza;- indica in sintesi il contenuto di ogni microsequenza.- distingui il carattere dominante di ogni sequenza (descrittivo, riflessivo,

narrativo), indicando se vi siano anche altri caratteri.

E2, sul Ritratto ovale di Edgar Allan Poe

Dopo aver letto attentamente il testo rispondi alle seguenti domande:

1. Nel racconto appena letto, fabula e intreccio coincidono?2. In che ordine dovrebbero essere disposte le tre sequenze principali perché venga

rispettata la cronologia degli avvenimenti?3. Quale parte del racconto è un flash-back? Quale espediente narrativo lo rende

possibile?4. Riassumi il breve racconto secondo la fabula, ricostruendo cioè l’ordine

cronologico degli avvenimenti.

38

Page 40: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

E3, verifica formativa

Dopo aver letto attentamente il testo, Due amici di Guy de Maupassant (T2),

1. dividilo in sequenze, precisando di che tipo di sequenze si tratti (narrative, descrittive o riflessive);

2. riassumi brevemente la fabula del racconto;3. individua le diverse fasi della fabula.4. osserva se l’intreccio segue la fabula, oppure se l’ordine degli avvenimenti risulti

totalmente o parzialmente rovesciato, o se sia casuale.

39

Page 41: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

E4

Leggi attentamente il racconto e poi svolgi gli esercizi che seguono.

Erano le dieci del mattino quando lo scrittore terminò il suo nuovo dramma. La sera prima gli restavano ancora alcune scene. Le aveva scritte durante la notte. Nel frattempo si era fatto almeno dieci caffè e aveva percorso almeno dieci chilometri, passeggiando su e giù nella stretta stanza d’albergo. Eppure adesso si sentiva riposato, come se non avesse più avuto un corpo, felice come se la vita fosse diventata più bella, e libero come se il mondo avesse cessato di esistere. Si preparò un altro caffè. Poi andò a piedi all’imbarcadero. Cercò il barcaiolo.“Mi porta a fare un giretto, zio Volentik?”, gli chiese.“Si accomodi”, disse il barcaiolo.Il cielo era coperto, ma l’aria era immobile. Il lago era piatto e scintillante come un gigantesco foglio di mica. Zio Volentik remava con colpi veloci ma brevi, come è d’uso sul Balaton.“Che ne dice?”, chiese lo scrittore dopo che avevano già percorso un bel tratto. “Dalla riva ci vedono ancora?”“Sì”, disse il barcaiolo.Andarono ancora avanti. Gli alberi a poco a poco coprirono il tetto di tegole rosse dell’albergo. Della riva non si vedeva più che il verde, del treno solo il fumo. “Ci vedono ancora?”, chiese lo scrittore.“Sì, anche qui”, disse il barcaiolo.Si udiva soltanto lo sciabordio dei remi; da una riva non giungeva più una voce. Si confondevano i contorni delle case, degli attracchi e dei boschi. Là dove il lago finiva sembrava di vedere soltanto un tratto di matita. “Anche qui ci vedono ancora?”, chiese lo scrittore.Il barcaiolo si guardò intorno.“Ormai non più.”Lo scrittore scosse via dai piedi i sandali e si alzò.“Allora tiri i remi in barca, zio Volentik”, disse. “Provo a camminare un po’ sull’acqua.”

(I. Örkény, Il redentore)

1. Sintetizza in poche righe la fabula del racconto.2. Indica in quale punto della narrazione la fabula non coincide con l’intreccio.3. Qual è, a tuo parere, il significato del comportamento dello scrittore? Puoi

formulare più ipotesi.4. Inventa e scrivi, in non più di dieci righe, un proseguimento della fabula,

immaginando che cosa succederebbe se il racconto continuasse.

40

Page 42: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

E5

Leggi attentamente il racconto e poi svolgi gli esercizi che seguono:

Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame e freddo ed era lontano cinquantamila anni luce da casa.Un sole straniero dava una gelida luce azzurra e la gravità, doppia di quella cui era abituato, faceva d’ogni movimento una agonia di fatica.Ma dopo decine di migliaia d’anni quest’angolo di guerra non era cambiato. Era comodo per quelli dell’aviazione, con le loro astronavi tirate a lucido e le loro super-armi; ma quando si arrivava al dunque, toccava ancora al soldato di terra, alla fanteria, prendere la posizione e tenerla, col sangue, palmo a palmo. Come questo fottuto pianeta di una stella mai sentita nominare finché non ce lo avevano sbarcato. E adesso era suolo sacro perché c’era arrivato anche il nemico. Il nemico, l’unica altra razza intelligente della Galassia… crudeli, schifosi, ripugnanti mostri.Il primo contatto era avvenuto vicino al centro della Galassia, dopo la lenta e difficile colonizzazione di qualche migliaio di pianeti; ed era stata la guerra, subito; quelli avevano cominciato a sparare senza nemmeno tentare un accordo, una soluzione pacifica.E adesso, pianeta per pianeta, bisognava combattere, coi denti e con le unghie.Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame e freddo, e il giorno era livido e spezzato da un vento violento che gli faceva male agli occhi. Ma i nemici tentavano d’infiltrarsi e ogni avamposto era vitale.Stava all’erta, il fucile pronto. Lontano cinquantamila anni-luce dalla patria, a combattere su un mondo straniero e a chiedersi se ce l’avrebbe mai fatta a riportare a casa la pelle.E allora vide uno di loro strisciare verso di lui. Prese la mira e fece fuoco. Il nemico emise quel verso strano, agghiacciante, che tutti loro facevano, poi non si mosse più.Il verso e la vista del cadavere lo fecero rabbrividire. Molti, col passare del tempo, s’erano abituati, non ci facevano più caso; ma lui no. Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d’un bianco nauseante, e senza squame.

(F. Brown, Sentinella)

1. Suddividi il testo in sequenze e indicane sia il carattere prevalente che gli eventuali caratteri secondari;

2. sintetizza in poche parole il contenuto di ciascuna sequenza in modo da ricavare l’ossatura della narrazione;

3. indica in quale punto della narrazione la fabula non coincide con l’intreccio;4. indica qual è lo spannung della vicenda e la sua conclusione;5. qual è a tuo parere l’effetto che l’autore vuole suscitare nel lettore nella

conclusione? 6. come “prepara” tale effetto?

41

Page 43: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

E6

1. Leggi attentamente il brano e poi svolgi gli esercizi che seguono:

Anche lei aveva avuto, come qualunque altra, la sua storia d’amore.Suo padre, un muratore, si era ammazzato cadendo da un’impalcatura. Poi le morì la madre, le sorelle si dispersero, un fattore la prese con sé, e piccina com’era, la mise a badare alle vacche in campagna. Batteva i denti sotto gli stracci, bevevo sdraiata bocconi l’acqua degli stagni, era picchiata per un nonnulla, e alla fine fu cacciata per un furto di trenta soldi che non aveva commesso. Entrò in un altro podere, vi divenne serva, e, siccome era ben vista dai padroni, i compagni erano gelosi di lei.Una sera del mese di agosto (aveva allora diciotto anni) la trascinarono alla fiera di Colleville. Rimase subito stordita, stupefatta dallo strepito dei suonatori, dalle luci negli alberi, dagli abiti variopinti, dalle trine, le croci d’oro, da quella folla che saltava tutt’assieme. Se ne stava modestamente in disparte, quando un giovanotto dall’aria benestante, e che fumava la pipa con i gomiti sul timone di un carretto, le si avvicinò per invitarla a ballare. Le pagò sidro, caffè, focaccia, un fazzoletto da collo e pensando che lei se lo aspettasse, si offrì di accompagnarla. Sul ciglio di un campo di avena, la stese a terra brutalmente. Lei ebbe paura e si mise a gridare. Lui si allontanò.

(dal racconto Un cuore semplice, di G. Flaubert)

1. dividi in sequenze e microsequenze il passo;2. di ciascuna microsequenza indica il carattere prevalente;3. sintetizza in poche parole il contenuto di ciascuna microsequenza.

42

Page 44: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Unità didattica 3

Tempi e luoghi della narrazioneDurata: 6 hh

a cura di Paola Aramu

Obiettivi relativi al “sapere” (conoscenze previste al termine dell’unità didattica)

Conoscere la differenza fra tempo della storia e tempo del racconto;

Conoscere gli elementi principali per analizzare il tempo interno del racconto:

- distanza fra tempo della storia e tempo del racconto;

- durata narrativa;

Conoscere il significato dei concetti di “ordine cronologico” della narrazione, “prolessi o

anticipazione”, “flashback o retrospezione”.

Obiettivi relativi al “saper fare” (competenze previste al termine dell’unità didattica)

Saper ricavare da un testo gli elementi che indicano quando e dove è ambientata la vicenda

e quale arco di tempo è coperto dalla narrazione;

Saper riconoscere in un testo l’ordine degli avvenimenti, individuando anticipazioni o

flashback;

Capire l’importanza dei luoghi della narrazione e coglierne l’eventuale significato

simbolico.

Saper produrre un testo narrativo gestendo variamente (con anticipazioni e retrospezioni) il

tempo del racconto, e descrivendo i luoghi in modo che assumano un ruolo significativo

nella narrazione.

Obiettivi relativi al “saper essere”

Confermare quelli raggiunti fin’ora e recuperare quelli non ancora raggiunti rispetto

all’unità didattica precedente.

43

Page 45: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

I-II ora

Obiettivi

SapereConoscere la differenza tra tempo della storia e tempo del racconto;conoscere gli elementi principali per analizzare il tempo interno del racconto:

- distanza fra tempo della storia e tempo del racconto; - durata narrativa (spazio dedicato agli eventi nel racconto);

conoscere e comprendere il significato dei concetti di “ordine cronologico” della narrazione, “prolessi o anticipazione”, “flashback o retrospezione”.

Saper fareSaper ricavare da un testo gli elementi che indicano quando e dove è ambientata la vicenda e quale arco di tempo è coperto dalla narrazione;Saper riconoscere in un testo l’ordine degli avvenimenti, individuando anticipazioni o flashback.

Attività in classePrimi 60 minuti: nel corso di una lezione frontale, il docente introduce argomenti

relativi ai tempi del racconto. Distingue dal concetto di tempo del racconto quello di

tempo della storia, ovvero il tempo della fabula. Sottolinea come il tempo della storia

(momento storico in cui è ambientata, arco di tempo che ricopre) sia fondamentale non

solo per ricostruire la trama di un racconto, ma anche per capirne il significato. Altrettanta

importanza (forse anche maggiore) sarà data al tempo del racconto, relativo alle scelte

concretamente compiute dall’autore nell’organizzare cronologicamente i fatti, ai quali può

decidere di dedicare più o meno spazio.

Per fornire agli studenti gli strumenti per analizzare il tempo interno del racconto, il

docente si sofferma su due elementi in particolare: 1) la distanza, indicata dall’uso dei

tempi verbali, tra il momento in cui gli eventi si sono verificati e il momento in cui

vengono narrati (che può essere nulla, massima, o espressa in modo preciso ed esplicito);

2) la durata narrativa, lo spazio dedicato agli eventi nel racconto.

1) Per introdurre la distanza fra tempo del racconto e tempo della storia il docente fa

leggere a voce alta a diversi studenti alcuni brani, esemplificativi delle tre modalità

principali in cui tale distanza si può esprimere, che i lettori sono chiamati a individuare (la

discussione è poi aperta anche agli altri studenti, secondo le regole ben note).

44

Page 46: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Mentre, meccanicamente mi arrotolo una nuova sigaretta… e mentre l’aria della sera, che mi lambisce calda e umida entrando dalla finestra aperta, modella capricciosamente le nuvolette di fumo… non ho più dubbi: sto sognando.Questo pensiero, com’è ovvio, mi infastidisce: imbriglia la fantasia. Dietro di me lo schienale della sedia scricchiola furtivo, irridente: i miei nervi ne sono urtati come da un brivido furtivo.

(dal racconto Visione di Thomas Mann)

C’era una volta un mugnaio, che era povero, ma che aveva una bella figlia. Un giorno gli capitò di parlare con il re e per darsi delle arie gli disse: “Ho una figliola che sa filar l’oro dalla paglia”. Il re disse al mugnaio: “È un’arte che mi piace assai. Se tua figlia è abile come dici, domani portala al castello: la metterò alla prova.”

(dalla favola Tremotino dei fratelli Grimm)

La donna era distante duecento passi, e Angelo guardava la sua sottana ondeggiare ai passi lenti.Questo accadeva esattamente centoventitrè anni fa, nel mese di marzo, a Norbio. Era una primavera come questa.

(dal racconto La mia trisavola Letizia, di Giuseppe Dessì)

Camminai e poi mi fermai di nuovo. Avevo, a quel tempo, trentanove anni, e la mia età era come una scala, o una tastiera, della quale potevo scegliere un tasto o una nota a volontà, libero da ogni vincolo del presente.

(dal racconto La capanna, di Giuseppe Dessì)

L’insegnante raccomanda agli studenti di cercare nel dizionario le parole “lambire”,

“imbrigliare”, “irridente”, e riportarne le definizioni nella loro rubrica.

Ultimi 60 minuti: 2) Prima di spiegare la durata narrativa, ossia lo spazio che l’autore

sceglie di dare agli avvenimenti (rispettandone, comprimendone o dilatandone la durata),

saranno letti a voce alta da diversi alunni alcuni brani, esemplificativi dei vari modi di

esprimere la durata narrativa; intervenendo in maniera ordinata (o interpellati direttamente

dal docente), gli allievi diranno, in base alla loro riflessione, quale durata narrativa l’autore

abbia scelto. Dopo che i ragazzi (con la guida del docente, che rivolge loro precise

domande) saranno riusciti ad esprimere correttamente i concetti di durata narrativa

relativamente ai singoli brani, l’insegnante assocerà a tali concetti i termini tecnici e le

esatte definizioni: sommario o riassunto quando il tempo del racconto è molto più breve

della durata reale degli avvenimenti; ellissi quando il tempo del racconto è nullo rispetto a

quello della storia; pause - riflessive o descrittive - quando la narrazione dei fatti si

45

Page 47: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

interrompe per lasciare spazio a sequenze statiche (che possono avere diversi effetti sul

lettore); analisi o estensione quando il tempo della narrazione è più lungo del tempo della

storia. Il docente aggiunge poi il caso della scena dialogata, in cui il tempo del racconto è

uguale o molto simile alla durata reale degli avvenimenti.

Brani esemplificativi letti in classe:

Così il padre di Ludovico passò gli ultimi anni in angustie continue, temendo sempre d’essere schernito, e non riflettendo mai che il vendere non è cosa più ridicola che il comprare, e che quella professione di cui allora si vergognava, l’aveva pure esercitata per tant’anni, in presenza del pubblico, e senza rimorso. Fece educare il figlio nobilmente, secondo la condizione de’ tempi, e per quanto gli era concesso dalle leggi e dalle consuetudini; gli diede maestri di lettere e d’esercizi cavallereschi; e morì lasciandolo ricco e giovinetto.

(dai Promessi sposi, di Alessandro Manzoni, cap. IV)

Solamente molti anni dopo, quando vennero a pignorargli le mule in nome del re, perché non aveva potuto pagare il debito, compare Cosimo non si dava pace pensando che pure quelle erano le mule che gli avevano portato la moglie sana e salva, al Re, povere bestie.

(dalla novella Cos’è il Re, di Giovanni Verga)

Don Abbondio (il lettore se n’è già avveduto) non era nato con un cuor di leone. Ma, fin da’ suoi primi anni, aveva dovuto comprendere che la peggior condizione, a que’ tempi, era quella d’un animale senza artigli e senza zanne, e che pure non sentisse inclinazione d’esser divorato. La forza legale non proteggeva in alcun conto l’uomo tranquillo, inoffensivo, e che non avesse altri mezzi di far paura altri.

(dai Promessi sposi, cap. I)

A quest’ultimo annuncio, continuò a fissarlo, ma il sorriso di lui passò per due o tre fasi curiose. Sentì, a quanto parve, l’impulso momentaneo, di ampliarsi; ma l’impulso venne immediatamente soffocato. Poi per qualche momento parve consigliarsi con se stesso, dopodiché decise per una ritirata. Si spense adagio, lasciando al proprio posto un’espressione di serietà raddolcita dal desiderio di evitare ogni villania. Il più grande stupore si era dipinto sulla faccia del conte Valentin, ma egli aveva riflettuto dicendosi che sarebbe stato scortese lasciarvelo.

(dal romanzo L’americano, di Henry James)

Due mesi dopo, passando in via dei Martiri, Enrico lesse su una porta: Dufour, chincaglierie. Entrò.La grossa signora troneggiava alla cassa. Si riconobbero subito, e, dopo mille cortesie, gli domandò che c’era di nuovo. “E la signorina Enrichetta, come sta?”“Benissimo, grazie, si è sposata.”“Ah!...”Un’emozione lo strinse.“E con chi?” aggiunse.“Ma… col giovane che era con noi, sapete bene; è lui che… andrà avanti nel negozio.”“Oh! Benissimo!”Egli se ne andò molto depresso, senza saper bene il perché.

46

Page 48: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

(dalla novella Una scampagnata, di Guy de Maupassant)

Al termine della lezione, dopo aver risposto alle eventuali domande e/o osservazioni

degli studenti, il docente assegna ai ragazzi il compito di studiare nel libro di testo i nuovi

concetti appresi, sulla cui base dovranno svolgere un esercizio (Es. 1).

III ora

Obiettivi

SapereConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza fra tempo della storia e tempo del racconto, ordine della narrazione degli eventi, durata narrativa.Comprendere l’importanza dei luoghi della narrazione.

Saper fareCogliere il significato simbolico dei luoghi della narrazione.

Attività in classePrimi 40 minuti: correzione dei compiti assegnati per casa, occasione, tra l’altro, per

verificare l’effettiva conoscenza e comprensione da parte degli alunni degli argomenti

introdotti nel corso della lezione precedente, nonché la loro capacità di applicare

nell’analisi di un testo le nuove conoscenze eventualmente acquisite. Tale verifica sarà

priva di valore fiscale. Nel caso in cui si presentino difficoltà, l’insegnante riprenderà gli

argomenti, procurando di spiegarli in maniera diversa da quella con cui li ha introdotti,

utilizzando parole più semplici per chiarire i concetti più complessi. Andrà in tal modo

incontro, stimolandoli e valorizzandoli, a stili cognitivi diversi: potrà rifarsi alle varie fasi

di una partita di calcio e alla differente percezione del tempo che possono avere (a seconda

del risultato) i giocatori e i tifosi delle squadre avversarie – ad esempio nei pochi minuti di

recupero –; potrà anche fare cenno alla struttura di alcuni film, che prevedono talvolta un

antefatto o spiegazione (magari fuoricampo) della situazione in cui si trovano i personaggi,

e che presentano diversi modi di gestire il tempo, a seconda degli scopi che vengono

perseguiti: ci possono essere, ad esempio, salti temporali in avanti o all’indietro, o ci si può

47

Page 49: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

soffermare su un gesto o un pensiero dei personaggi per un tempo più lungo rispetto alla

durata reale, o, ancora, come nei dialoghi, il tempo della rappresentazione cinematografica

coincide con la durata reale dell’avvenimento.

Ultimi 20 minuti: il resto della lezione sarà dedicato a spiegare la funzione narrativa che

gli spazi, luoghi fisici o ambienti, svolgono rispetto al tipo di messaggio che l’autore vuol

dare - dal momento che assai di rado hanno solo la funzione di sfondo per la vicenda

raccontata. L’insegnante legge un brano in cui paesaggio e stato d’animo del protagonista

siano in stretta consonanza tra loro, ma sono gli studenti ad essere invitati a rilevare tale

aspetto, intervenendo in maniera ordinata.

Avevo cavalcato, solo, durante tutta una giornata cupa, fosca e silenziosa, dell’autunno di quell’anno, sotto un incubo di nuvole nel cielo, per un tratto singolarmente desolato di campagna, e alla fine mi trovai in vista della melanconica casa Usher, che già calavano le ombre della sera. Non so come ciò accadesse, ma appena vidi l’edificio, il mio spirito fu pervaso da un senso di tristezza insopportabile. […] Consideravo la scena dinanzi a me: la casa, il volto del paesaggio intorno, i muri coperti di squallore, le finestre simili a occhiaie vuote, i filari sparuti di larici, qualche bianco tronco d’albero in disfacimento: e la mia anima sprofondava nell’avvilimento.

(dal racconto La fine della casa Usher, di Edgar Allan Poe)

Al termine della lezione, il docente assegna gli esercizi per casa (Es. 2), che i ragazzi

dovranno svolgere con particolare diligenza, dal momento che per la lezione successiva è

prevista una verifica formativa sugli argomenti dell’unità didattica.

IV-V ora

Obiettivi

Per l’insegnante Acquisire dalla prova formativa preziose informazioni sull’efficacia del processo di insegnamento-apprendimento: livelli di conoscenza e competenza raggiunti dai ragazzi relativamente ai contenuti dell’unità didattica, eventuali argomenti su cui sarebbe meglio tornare, elementi da recuperare e/o consolidare.

Saper fareI ragazzi sono chiamati a impiegare le conoscenze acquisite nel corso dell’unità didattica per l’analisi di un testo narrativo letterario, da svolgersi in classe.

48

Page 50: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Saper essereGli studenti sono tenuti ad adottare un comportamento maturo non collaborando fra loro nello svolgimento della prova.

Attività in classeIl docente somministra la verifica formativa, consegnando a ciascuno studente una copia

della novella Faccia da mascalzone di Alberto Moravia (T3) e una serie esercizi da

svolgere sul testo (Es. 3). L’insegnante avrà cura di precisare, come nella precedente

verifica formativa, che la prova non ha valore fiscale, e, di conseguenza, non ha senso che

gli studenti collaborino fra loro per svolgerla, cosa che potrebbe inficiare la corretta

valutazione dell’efficacia del processo di insegnamento-apprendimento, e quindi sfavorire

gli stessi alunni.

Durante lo svolgimento della verifica l’insegnante si avvicinerà ai ragazzi che

richiedono spiegazioni sui quesiti della prova o sui significati di parole del testo, che,

nonostante il piccolo glossario annesso, eventualmente non avessero compreso. Le

spiegazioni richieste da qualunque studente saranno date comunque a voce alta a tutta la

classe.

VI ora

Obiettivi

SapereConsolidamento delle conoscenze relative all’unità didattica in coloro che le hanno già acquisite.Recupero delle conoscenze in coloro che ancora non le hanno acquisite.

Saper fareConsolidamento delle competenze relative all’unità didattica in coloro che le hanno già acquisite.Recupero delle competenze in coloro che ancora non le hanno acquisite.Capacità, da parte degli studenti ai quali è assegnato il ruolo di “tutor fra pari”, di guidare i compagni dei gruppi di recupero.

Obiettivi dell’insegnante relativi al saper essere degli studenti

49

Page 51: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Responsabilizzare gli studenti che hanno il compito di guidare i loro compagni nell’attività di recupero.Suscitare un comportamento maturo nei ragazzi dei gruppi di recupero, i quali devono seguire seriamente le istruzioni dei loro “tutor” (consapevoli comunque della continua supervisione dell’insegnante).

Saper essere Gli studenti che hanno il compito di guidare i loro compagni nell’attività di recupero devono assumere e mantenere un comportamento responsabile.I ragazzi dei gruppi di recupero devono assumere e mantenere un comportamento maturo, seguendo seriamente le istruzioni dei loro “tutor” (consapevoli comunque della continua supervisione dell’insegnante).

Attività in classeIn base ai risultati della verifica formativa il docente divide la classe in gruppi di livello:

coloro che non hanno riportato una valutazione positiva (organizzati in due o tre gruppi)

dovranno svolgere l’esercizio 4 (Es. 4) sotto la guida di un tutor. Come nel corso della

precedente attività di consolidamento/recupero, i due o tre studenti (il numero dipende

dall’esito della verifica) che hanno riportato le valutazioni migliori in senso relativo e

assoluto (ma almeno sufficiente) sono assegnati come “tutor fra pari” ai gruppi di livello

inferiore. Agli altri studenti che hanno riportato una valutazione positiva sarà assegnato un

altro esercizio (Es. 5), che anche i “tutor” potranno svolgere a casa (in maniera autonoma).

L’insegnante segue le attività di ogni gruppo, avendo cura che i tutor guidino

responsabilmente i loro compagni (senza suggerire le risposte) e che gli studenti dei gruppi

di recupero accettino con serietà la guida dei compagni (certi della continua supervisione

dell’insegnante).

Anche la valutazione di queste prove è priva di valore fiscale.

50

Page 52: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Unità didattica 3: Tempi e luoghi della narrazione

ESERCIZI

Es. 1:

Dopo aver letto attentamente i due brani, svolgi gli esercizi che seguono:

Finallora non sapevo cosa volesse dire correre per le strade con i ragazzi del paese: un dolore alla coscia di cui soffrii fino al 189… mi aveva reso timido e infelice. Ancora mi vedo mentre, zampettando penosamente su una gamba, cerco di tener dietro ai compagni di scuola scatenati nelle strade intorno a casa.

(da Il grande Meaulnes, di H. Alain- Fournier)

Oggi la mamma è morta. O forse ieri, non so. Ho ricevuto un telegramma dall’ospizio: “Madre deceduta. Funerali domani. Distinti saluti”. Questo non dice nulla: è stato forse ieri.L’ospizio dei vecchi è a Marengo, a ottanta chilometri da Algeri. Prenderò l’autobus alle due e arriverò ancora nel pomeriggio.

(dal romanzo Lo straniero, di A. Camus)

1. Per ciascuno dei due passi individua la distanza tra il momento della narrazione e il momento in cui gli avvenimenti accadono.

2. Spiega quale tipo di coinvolgimento del lettore crea, secondo te, questa distanza.

51

Page 53: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Es. 2

Leggi attentamente il racconto e poi svolgi gli esercizi che seguono:

La mia valigia era pesante, tuttavia la trascinai fino a rue des Ecoles. Lì presi un taxi.“Alla Gare dell’Est”, dissi all’autista.Avevo ancora tempo. Sarebbe stato brutto aspettare alla stazione.“Sto per rientrare in patria”, dissi all’autista. “Non berrebbe con me il bicchiere della staffa?”“Io ho soltanto mezzo stomaco”, disse l’autista.“Ma un bicchiere di vino non può farle male”.“Conosco un posto”, disse l’autista.Brindammo, vuotammo i bicchieri. A sua volta lui ne ordinò altri due. Mentre aspettavamo mi chiese: “Dove va?”“A Budapest.”“In che paese è?”“In Ungheria.”“È con i tedeschi o contro i tedeschi?”“Con i tedeschi.”“Non è la situazione ideale”, disse.“Proprio per niente”, dissi.“Bisognerebbe mandare i ministri al fronte”, disse l’autista dopo una breve riflessione.“Certo”, dissi, “Allora ci penserebbero due volte.”Pagammo, andammo via. Mi portò la valigia sulla scala della Gare dell’Est. Poi mi tese la mano.“Io sono stato riformato per via dello stomaco”, disse.“Una bella fortuna”, dissi.“Lei non ha qualche malattia?”“Nessuna.”“Poco male”, disse per consolarmi. “In due mesi batteremo i tedeschi.”“Eh, speriamo.”“Forse un giorno ci rivedremo”, disse.“Non oso crederlo”, dissi.“E allora berremo di nuovo un bicchiere”, disse.“Questo lo credo”, dissi.“Arrivederci”, disse.“Arrivederci.”

(I. Örkény, Parigi, addio!)

1) In quale momento storico si colloca la vicenda? Da quale indizio lo deduciamo?2) In quale punto del racconto si trova un’ellissi?3) La durata narrativa coincide con quella reale? Se sì, in quali parti del racconto?4) Qual è, secondo te, l’atmosfera in cui vivono i due personaggi? Che informazioni

possiamo dedurre dal racconto (compreso il titolo)?

52

Page 54: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Es. 3, verifica formativa.

Dopo aver letto attentamente il racconto Faccia da mascalzone (T3), svolgi i seguenti esercizi:

A) Individua nel testo (riportando le prime e le ultime parole dei brani individuati):- una scena dialogata- un’ellissi- un sommario- una retrospezione.

B) Qual è la distanza tra il momento in cui gli eventi si sono verificati e il momento in cui sono narrati? Rispondi indicando anche i tempi verbali usati dal narratore.

C) La distanza tra il momento in cui gli eventi si sono verificati e il momento in cui sono narrati rimane invariata o cambia lungo la narrazione? Se sì, in che modo cambia?

D) In che modo sono descritti i luoghi?

E) Che funzione svolge a tuo parere la descrizione dell’ambiente?

53

Page 55: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Es. 4

Leggi attentamente i seguenti brani e poi svolgi gli esercizi che seguono:

Theodor crebbe nella casa del padre, l’ispettore doganale ed ex sergente maggiore Wilhem Lohse. Il piccolo Theodor era un ragazzo biondo, volenteroso e beneducato. Aveva desiderato con tutta l’anima la posizione importante a cui doveva poi arrivare, ma non aveva mai osato crederci. Si può dunque dire che superò le aspettative mai riposte in se stesso.Il vecchio Lohse morì prima di aver visto la grandezza del figlio. All’ispettore doganale fu concesso solo di ammirare Theodor nell’uniforme di sottotenente di complemento. Più di tanto il vecchio non aveva sperato. Morì il quarto anno della grande guerra e l’ultimo istante della sua vita fu illuminato dal pensiero che dietro la sua bara avrebbe marciato il sottotenente Theodor Lohse.Un anno dopo, Theodor non era più sottotenente ma studente di legge e precettore in casa del gioielliere Efrussi. In casa del gioielliere gli davano ogni giorno un cappuccino su cui galleggiava la pellicola del latte, un panino al prosciutto e, ogni mese, un compenso. Erano le basi della sua esistenza materiale.

(dal romanzo La tela del ragno, di J. Roth)

Quando papà Leras, ragioniere presso Labuze e C.i., uscì dal negozio, rimase per qualche momento abbagliato dallo splendore del sole che tramontava. Aveva lavorato tutto il giorno sotto la luce gialla della lampada a gas, in fondo al retrobottega che dà nel cortile stretto e profondo come un pozzo. La stanzetta ove da quarant’anni passava le sue giornate era così buia, che anche in piena estate si poteva fare a mano di rischiararla solo dalle undici alle tre. Era sempre umida e fredda; e le emanazioni di quella specie di fossa, su cui si apriva la finestra, entravano nella stanza oscura, l’empivano di un odore di muffa e di un puzzo di fogna.Il signor Leras, da quarant’anni a questa parte arrivava in quella prigione ogni mattina alle otto; e vi rimaneva fino alle sette di sera, curvo sui suoi libri, scrivendo con zelo da buon impiegato. Ora egli guadagnava tremila franchi l’anno, e aveva iniziato a millecinquecento. Era rimasto celibe, perché i suoi mezzi non gli consentivano di prendere moglie. E non avendo mai goduto di nulla, non aveva grandi desideri.

(dal racconto Passeggiata, di G. de Maupassant)

In ciascuno dei due passi individua:

- una scena- un sommario- una pausa descrittiva- una pausa riflessiva

- C’è a tuo parere una relazione fra il luogo di lavoro e la vita del signor Leras? Se sì, quale? (formula un’ipotesi rifacendoti agli elementi descrittivi della narrazione)

54

Page 56: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Es. 5

Scrivi un testo narrativo di tua invenzione, gestendo in vario modo il tempo del racconto

(inserendo almeno un’anticipazione e una retrospezione) e descrivendo i luoghi in modo

che assumano un ruolo significativo nella narrazione. Ricordati di dare un titolo al tuo

racconto.

55

Page 57: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

UNITÀ DIDATTICA 3: I PERSONAGGI(a cura di Silvia Cogoni)(durata: 8 ore)

Obiettivi SAPERE

Conoscere i diversi tipi di presentazione dei personaggi

Conoscere i diversi tipi di caratterizzazione

Conoscere il sistema dei personaggi

Conoscere i diversi modi per la presentazione dei discorsi e dei pensieri dei personaggi

Conoscere la terminologia specifica

Conoscere il senso generale dei racconti via via affrontati

SAPER FARE

a) Saper riconoscere i diversi tipi di presentazione

a) Saper individuare i vari elementi utili per la caratterizzazione

a) Saper individuare i personaggi principali e secondari

b) Saper individuare la loro funzionec) Saper individuare il sistema di

relazioni

a) Saper individuare il modo in cui sono descritti i discorsi e i pensieri dei personaggi

a) Saper utilizzare la terminologia specifica

a) Saper utilizzare l’analisi narratologica per cogliere il senso generale delle opere affrontate

a) Saper svolgere un esercizio nel tempo assegnato.

a) Saper svolgere una rielaborazione del testo, rispettando la consegna data.

a) Saper comporre un breve testo seguendo le indicazioni date

56

Page 58: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

SAPER ESSERE

Essere in grado di sostenere una discussione, motivando la propria opinione

Partecipare alla discussione in classe rispettando le regole

Collaborare attivamente nei lavori di gruppo

Confrontarsi con gli altri con un atteggiamento costruttivo

Aiutare i compagni in difficoltà, senza prevaricare gli altri

57

Page 59: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

LA DESCRIZIONE DEI PERSONAGGI

Tempo previsto: 1 unità oraria (1 h da 60 minuti)

Obiettivi SapereConoscere i diversi tipi di caratterizzazione dei personaggi.Saper fareSaper individuare nel testo i vari elementi utili per la caratterizzazione.Saper comunicare i risultati dell’esercizio proposto dall’insegnante, motivando sempre la propria scelta.Saper leggere silenziosamente.Saper svolgere un esercizio nel tempo assegnato.Saper svolgere un breve riassunto. Saper scrivere un testo tenendo conto di certe limitazioni.Saper esserePartecipare alla discussione in classe rispettando le regole.Confrontarsi con gli altri con un atteggiamento costruttivo.Per la spiegazione di questa prima parte ci si servirà della novella di G. Deledda, La porta

aperta (brano A)

L’insegnante introdurrà l’argomento dicendo che i personaggi sono fra gli elementi di un

racconto che più colpiscono il lettore; i modi per la loro introduzione e presentazione sono

diversi, e dipendono dal tipo di narratore, dal ruolo che il personaggio svolge, dall’epoca

alla quale l’opera appartiene.

Si parte con la lettura del racconto e si invitano i ragazzi a sottolineare le parti in cui

secondo loro appare la descrizione dei personaggi. La lettura sarà continua, così che i

ragazzi possano conoscere integralmente il testo, e poi si possa tornare su di esso per

esaminare, tramite i loro interventi le caratteristiche dei personaggi. L’insegnante seguirà

con grande attenzione gli interventi, cercando di coinvolgere tutti i ragazzi nella

discussione; ovviamente non sarà possibile sentire tutti, ma nel corso dell’ora si cercherà di

far intervenire quanti più alunni possibile, eventualmente anche annotando gli interventi:

quest’ultima operazione non avrà valore fiscale nei confronti degli alunni, ma servirà

all’insegnante come promemoria per evitare di sentire sempre le stesse persone e di evitare

anche situazioni che potrebbero creare stress e antipatie sia tra i ragazzi che nel rapporto

fra i ragazzi e l’insegnante.

Dopo aver verificato, tramite la suddetta discussione, l’esattezza delle affermazioni, si farà,

al termine, il “punto della situazione”, specificando le caratteristiche (fisiche, psicologiche,

sociali, culturali, antropologiche e fisiognomiche) che servono a determinare la

caratterizzazione di un personaggi, e sottolineando anche il fatto che un personaggio possa

cambiare nel corso della narrazione, quindi possa essere statico o dinamico. A questo

58

Page 60: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

punto si chiamerà uno studente alla lavagna, invitandolo a compilare una tabella

riepilogativa di tutto quello che è stato spiegato fino a quel momento: la tabella sarà

completata anche con l’aiuto degli altri studenti, che dovranno comunque ricopiare tutto

sul quaderno: questa tabella servirà loro come aiuto nello studio a casa, che si baserà sulla

lettura e lo studio delle parti del proprio libro relative alla lezione (per questa parte si

prevede di utilizzare circa 30 minuti).

A questo punto si invitano i ragazzi ad una lettura silenziosa della parte rimanente del

brano, individuando le varie parti della descrizione, che servirà loro per mettere subito in

pratica i concetti più volte sottolineati durante la prima parte della lezione; il tempo

dedicato a questa attività sarà di 15 minuti; terminata la lettura, gli alunni esporranno ad

alta voce i risultati del loro lavoro individuale, sotto la guida dell’insegnante che li

solleciterà ad un confronto sui rispettivi risultati, facendo intervenire soprattutto coloro

che nelle fasi precedenti non sono intervenuti (tempo previsto: 15 minuti).

Ovviamente, la spiegazione verrà consolidata a casa attraverso un brano nel quale

dovranno ricercare gli elementi illustrati durante la lezione. Il brano sarà un racconto di

Maupassant, Un normanno, tratto da I racconti della Beccaccia (brano B).

LA PRESENTAZIONE DEI PERSONAGGI

Tempo previsto: 1 h.

Obiettivi SapereConoscere i diversi tipi di presentazione dei personaggi.Conoscere il senso generale del racconto.Saper fare Saper individuare nel testo i diversi tipi di presentazione dei personaggi.Saper individuare gli elementi testuali relativi ad ogni tipologia di presentazione.Riuscire a desumere, attraverso l’analisi della presentazione e della descrizione, il senso generale del racconto.Saper leggere silenziosamente, compiendo una lettura selettiva.Saper svolgere un esercizio nel tempo assegnato.Saper rispondere propriamente alle domande.Saper essereSaper discutere senza prevaricare gli altri.

59

Page 61: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Per la spiegazione di questa parte ci si servirà sempre della novella di G. Deledda, La porta

aperta, per fare in modo che i ragazzi possano analizzare nello stesso brano due aspetti

strettamente legati fra loro e capire quindi il brano in modo più completo.

L’insegnante introdurrà il nuovo argomento, dicendo che esistono diversi possibili modi

(modo esterno, indiretto, misto) che il narratore può utilizzare per la presentazione del

personaggio, ed esplicitando gli elementi testuali che indicano un modo piuttosto che un

altro. Subito dopo inizierà la lettura della novella; i ragazzi inizialmente leggeranno a turno

ad alta voce la prima metà del racconto cercando di individuare i suddetti elementi (che

dovranno sempre evidenziare nel testo); la discussione sarà sempre aperta per i possibili

interventi di tutti coloro che vogliono aggiungere o contestare le affermazioni fatte; la

lettura proseguirà poi silenziosamente, continuando l’esercizio di individuazione (tempo

previsto per tutta questa fase: 20 minuti).

Al termine, seguirà la compilazione di un breve schema di riepilogo dell’argomento

affrontato.

L’insegnante poi correggerà l’esercizio assegnato a casa (tempo previsto: 15 minuti) e

partendo proprio da questo brano comincerà a introdurre l’importanza della comprensione

del significato globale del racconto: la descrizione del personaggio protagonista non è fine

a sé stessa, ma è rappresentativa di tutto un mondo. L’insegnante spiegherà che questa è

considerata tra le novelle più rappresentative del ciclo che l’autore dedicò alla Normandia,

poiché attraverso la descrizione di un personaggio rappresenta in maniera emblematica il

modo di essere dei normanni del suo tempo; tutto ciò attraverso un modo ironico, ma

anche un po’ amaro.

I ragazzi saranno invitati a riprendere il racconto a casa, evidenziando gli elementi che

indicano il tipo di presentazione e prestando particolare attenzione al significato del

racconto.

IL SISTEMA DEI PERSONAGGI

Tempo previsto: 1 h.

ObiettiviSapere:Conoscere il sistema dei personaggiConoscere in generale il Decameron e capire il significato generale della novella.Apprendere qualche caratteristica sulla lingua trecentesca

60

Page 62: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Saper fareSaper individuare i personaggi principali e secondari. Saper individuare la loro funzione.Saper individuare il sistema di relazioni.Saper individuare nel testo qualche elemento linguistico, sia lessicale che sintattico, della lingua boccacciana.Saper intervenire adeguatamente, relativamente all’argomento della discussione, motivando la propria opinione.Saper comporre un breve testo secondo le indicazioni date.Saper esserePartecipare attivamente al lavoro in classe.Saper intervenire per aiutare i propri compagni nella costruzione di un lavoro di gruppo.

Dopo la correzione dell’esercizio assegnato a casa (tempo previsto: 25 minuti),

l’insegnante introdurrà il nuovo argomento. Per questa seconda spiegazione si utilizzerà il

racconto di G. Boccaccio Messer Tofano, la moglie e il pozzo (brano C). L’insegnante

questa volta introdurrà direttamente l’argomento, spiegando il sistema dei personaggi, e

servendosi della lavagna per scrivere in maniera schematica le parole-chiave relative alla

lezione (tempo previsto: 10/15 minuti). Parlerà anche della novella, accennando

brevemente al Decameron, e soffermandosi sulla tematica comune alle novelle della

settima giornata, ossia gli inganni e i sotterfugi che le donne escogitano per sottrarsi a

mariti gelosi e meschini. A questo punto comincerà il confronto con il testo (che inizia solo

dopo la spiegazione frontale, a differenza che nella lezione precedente, nella quale si era

partiti dalla lettura e da una riflessione “intuitiva” degli alunni sulle parti di testo: questo

poiché una familiarizzazione iniziale con i termini tecnici e le definizioni appare in questo

caso maggiormente funzionale all’apprendimento): sarà una lettura ad alta voce, compiuta

da diversi alunni; l’insegnante eventualmente potrà interrompere la lettura sia per chiarire

aspetti di natura linguistica (lessicale e sintattica) che potrebbero risultare ostici per i

ragazzi, sia mano a mano che emergeranno le caratteristiche dei personaggi, cercando di

far capire come queste siano funzionali alla tematica principale: farà per esempio notare

come siano importantissimi i meccanismi della comunicazione usati dalla donna

(modulazione della voce, pregiudizi verso lo gente ubriaca, …). Al termine, un discente

sarà chiamato alla lavagna per compilare, con l’aiuto degli altri ragazzi, uno schema che

illustri i ruoli dei vari personaggi e il sistema di rapporti che si instaura fra di essi;

ovviamente l’insegnante seguirà il lavoro di elaborazione intervenendo ogniqualvolta lo

riterrà necessario.

La lezione sarà consolidata con un esercizio a casa, che consisterà nella lettura di un breve

racconto di G. Verga, La lupa (brano D), nel quale i ragazzi dovranno individuare il ruolo

dei personaggi e il sistema di relazioni; ovviamente non si prescinde dal lavoro svolto nella

61

Page 63: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

lezione precedente, quindi gli alunni dovranno anche svolgere un esercizio consistente

nell’individuazione del tipo di presentazione e della descrizione dei personaggi; sarà anche

assegnato per casa un esercizio di riscrittura di una parte del brano, parte che va da Fu

dunque già in Arezzo fino a s’incominciò ad intendere.

LE PAROLE E I PENSIERI DEI PERSONAGGI

Tempo previsto: 2 h.ObiettiviSapere:Conoscere i diversi modi per la presentazione dei discorsi e dei pensieri dei personaggi.Conoscere in generale il significato della novella.Conoscere alcuni elementi linguistici del linguaggio verghiano.Saper fare:Saper individuare e distinguere i diversi modi in cui i discorsi e i pensieri dei personaggi sono descritti.Saper riconoscere e individuare i distintivi che veicolano i diversi modi di rappresentazione.Saper rintracciare nel testo gli elementi linguistici “popolari” del linguaggio verghiano.Saper essereSaper ascoltare attivamente una spiegazione.

L’insegnante introdurrà la terza e ultima lezione relativa ai personaggi, ossia il modo in cui

l’autore veicola i discorsi e i pensieri dei personaggi. Anche per questa spiegazione si

partirà inizialmente con una spiegazione frontale, questa volta esemplificata inizialmente

con stralci di racconti utili per la comprensione di un argomento piuttosto complesso.

Per esemplificare la tecnica del discorso diretto si utilizzerà il seguente brano, tratto dal

racconto di H. Hemingway Gli uccisori (da I quarantanove racconti):«C’è niente da bere?» chiese Al.«Birra, bibite, ginger-ale», rispose George.«Voglio dire se c’è niente da bere».«Ve l’ho già detto».«Ma in che diavolo di città siamo capitati?» disse l’altro, «si può sapere come si chiama?»«Summit».«L’hai sentita nominare?» chiese Al al suo amico.«No», rispose questo.«Che si fa qui la notte?» domandò Al.«Si mangia», rispose l’amico. «Vengono qui e mangiano come porci».«Esatto», fece Gorge.«Così per te va tutto bene?» Chiese Al a George.«Sicuro».«Sei un ragazzo sveglio, no?»«Sicuro».«Invece no, te lo dico io», fece l’altro ometto. «No, Al?»

62

Page 64: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

«È scemo», rispose Al. Si volse a Nick. «Come ti chiami?»«Adams».«Un altro ragazzo sveglio», fece Al. «Non trovi, Max?»«La città è piena di ragazzi svegli», Al disse.

Per esemplificare la tecnica del discorso indiretto si utilizzeranno due brevi stralci tratti da

La luna e i falò di C. Pavese: L’aveva fermato Nuto in piazza in mia presenza e gli aveva chiesto se mi conosceva. […] E quando Nuto gli disse ridendo ch’ero uno che gli aveva mangiato del pane e bevuto del vino, restò lì senza decidersi, torbido. Allora gli chiesi se era lui che aveva tagliato i noccioli e se sopra la stalla c’era sempre quella spalliera di uva passera. Gli dicemmo chi ero e di dove venivo; Vali non cambiò quella faccia scura, disse soltanto che la terra della riva era magra e tutti gli anni la pioggia ne portava via un pezzo.

Nuto mi ha detto che ha dovuto decidersi – o falegname o musicante – e così dopo dieci anni di festa ha posato il clarino alla morte del padre. Quando gli raccontai dove ero stato, lui disse che ne sapeva già qualcosa da gente di Genova e che in paese ormai raccontavano che prima di partire avevo trovato una pentola d’oro.

Per la tecnica del discorso indiretto libero si utilizzerà uno stralcio della novella di G.

Verga L’ultima giornata Egli camminando guardava ogni cosa, ma non osava fermarsi; gli sembrava che lo scacciassero via, via, sempre via.[…] Solo una povera donna, che andava a Sesto curva sotto una gran gerla e brontolando, si mise a sedere sul ciglio della strada accanto a lui per riposarsi; e cominciò a chiacchierare e a lamentarsi, come fanno i vecchi, ciarlando dei suoi poveri guai: che aveva una figlia all’ospedale, e il genero la faceva lavorare come una bestia; che gli toccava andare fino a Monza con quella gerla lì, e aveva un dolore fisso nella schiena che gliela mangiavano i cani.

Seguirà ancora la spiegazione della differenza tra soliloquio e monologo interiore, tramite

spiegazione diretta dell’insegnante che esemplificherà i due modi tramite stralci di racconti

e romanzi. Per il monologo interiore si utilizzerà il seguente brano, tratto dall’Ulisse di J.

Joyce:Costeggiando grossi furgoni sulla Riva Sir John Rogerson, Mr Bloom camminò posatamente oltre Windmill Lane, la ditta Leask, produttrice d’olio di semi, l’ufficio delle poste dei telegrafi. Avrei potuto dare quell’indirizzo, anche. È oltre la casa di riposo dei marinai. Si staccò dai rumori mattutini del lungo fiume e imboccò Lime Street. Presso le case popolari di Brady un garzone di conceria indugiava, con la secchia dei cascami al braccio, fumando una cicca masticata. Una bambinetta coi segni di un eczema sulla fronte lo occhieggiava reggendo incurante il suo malconcio cerchione di botte. Dirgli che se fuma non crescerà. Ma fumi pure! La sua vita non è poi un letto di rose! Aspettare fuori dalle osterie per riportare papà a casa. Torna a casa da mammà, papà. Ora morta: non ci sarà molta gente. Attraversò Townsend Street, oltrepassò il volto accigliato della cappella di Bethel. E oltre Nichel l’impresario di pompe funebri. Alle undici è. C’è tempo. Scommetto che Corny Kelleher s’è accaparrato questo affare per O’Neill. Canta con gli occhi chiusi. Melenso. Ho incontrato giù nel parco una ragazza. …

Per la spiegazione del soliloquio si utilizzeranno poche righe tratte dal XXI capitolo dei

Promessi Sposi:

63

Page 65: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

«Che sciocca curiosità da donnicciola,» pensava, «m’è venuta di vederla? Ha ragione quel bestione del Nibbio; uno non è più uomo; è vero, non è più uomo!...Io?...Io non son più uomo, io? Cos’è stato? Che diavolo m’è venuto addosso? Che c’è di nuovo? Non lo sapevo io prima d’ora, che le donne strillano? Strillano anche gli uomini alle volte, quando non si possono rivoltare. Che diavolo! Non ho mai sentito belar donne?»

Dopo questa prima fase della spiegazione che durerà circa 30 minuti, i ragazzi saranno

invitati alla lettura silenziosa di un racconto di I. Svevo, La madre (brano E), nel quale

dovranno individuare i diversi tipi di rappresentazione dei discorsi e dei pensieri dei

personaggi; a quest’attività sarà destinato un tempo di circa 20 minuti; al termine, si

leggerà il racconto ad alta voce individuando, tramite la discussione, l’esattezza delle

affermazioni degli alunni. L’insegnante parlerà a questo punto del significato della novella,

prima accennando all’opera di Svevo in generale, e riferendosi al fatto che questa è una

delle sole dieci novelle portate a termine dall’autore, poi entrando nello specifico,

spiegando che questo è un racconto fortemente simbolico, in cui si smitizza il rapporto con

la madre, e viene messo in evidenza il rapporto di Svevo con Freud che aveva indicato

proprio nel rapporto con la madre la causa di numerosi disagi psichici. Curra diventa

simbolo dell’uomo incapace di inserirsi in un rapporto armonico con il mondo, nonostante

tenti di capire e di porre rimedio al dolore e al disagio che egli prova.

Per terminare la spiegazione, si utilizzeranno degli schemi riassuntivi della lezione

compilati alla lavagna da un alunno con l’aiuto di tutta la classe, schema che servirà per

rinsaldare la spiegazione e come punto di riferimento per lo studio a casa (tempo previsto

per quest’ultima fase: 25 minuti). Dopo la parte relativa alla spiegazione, l’insegnante

correggerà gli esercizi assegnati a casa (tempo previsto: 20 minuti) e riprendendo

brevemente i primi capoversi del racconto La lupa, porrà l’accento sulle scelte sintattiche e

lessicali che creano un registro linguistico “popolare”, dando l’impressione che a parlare sia

qualcuno del popolo (subordinazione semplice, anacoluti, “che” polivalente, modi di dire,

espressioni colorite, …).

Sarà assegnato un brano di G. Verga, Cos’è il re, in cui si dovranno rintracciare gli elementi

analizzati in classe.

64

Page 66: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

VERIFICA FORMATIVA

Tempo previsto: 90 minutiObiettiviSaper fareApplicare i contenuti dell’unità didattica ad un testo narrativo letterario.Svolgere l’esercizio nel tempo stabilitoSaper essereAffrontare la prova di verifica con animo sereno.Creare un clima di collaborazione nel rapporto alunno-insegnante.

L’insegnante consegna a ciascuno studente una copia del racconto La morte dell’impiegato

di A. Čechov (brano F) con i relativi esercizi.

Durante lo svolgimento della prova l’insegnante si avvicinerà agli studenti che manifestano

delle difficoltà relative a quesiti della prova; per le difficoltà relative a significati di parole

del testo i ragazzi saranno invitati a consultare i vocabolari a disposizione in classe. Le

spiegazioni richieste saranno date comunque a voce alta a tutta la classe, in modo che tutti

quanti possano trarre vantaggio da un consiglio o da una spiegazione.

RECUPERO E CONSOLIDAMENTO

Tempo previsto: 90 minuti

ObiettiviSapereConsolidare i contenuti oggetto di spiegazione dell’unità didatticaRecuperare i contenuti oggetto di spiegazione dell’unità didatticaSaper fareConsolidare le competenze acquisite nello svolgimento dell’unità didattica.Recuperare le competenze acquisite nello svolgimento dell’unità didattica.

Dopo un discussione sui risultati della verifica formativa, l’insegnante dividerà la classe in

gruppi diversi, a seconda del voto preso: chi avrà preso un voto pienamente sufficiente,

svolgerà l’esercizio A, teso a consolidare le conoscenze e le competenze gia acquisite; un

secondo gruppo, formato da coloro che si attestano intorno alla sufficienza, eseguiranno

l’esercizio B, mirante a chiarire alcuni concetti e al loro consolidamento; un terzo gruppo

sarà formato da coloro che non avranno preso la sufficienza, e che dovranno recuperare i

contenuti oggetto dell’unità didattica; eseguiranno l’esercizio C.

65

Page 67: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

I BRANI E GLI ESERCIZI DELL’UNITÀ DIDATTICA

Brano A: La porta aperta (G. Deledda)

Il mercoledì santo Simone Barca andò a confessarsi. Era disperato, e l'uomo disperato si ricorda volentieri di Dio, come il malato del medico.Simone dunque andò nella Basilica, monumento nazionale che ancora arricchisce il paese decaduto, e dove, in quell' ora del mattino, solo qualche frate dell' attiguo convento celebrava la messa, nelle cappelle ove l'umido ha ricoperto d'uno strato verde gli antichissimi affreschi. Le donne barbaricine, col cappuccio in testa e le gonne ruvide strette come fasce e allacciate con catenelle d'argento, cantavano il rosario nel loro dialetto latino: le loro voci si perdevano nella vastità della Basilica come tra le rovine di un tempio, e dalla valle penetrava, per le porte spalancate, un odore selvatico di euforbia e di gemme d'ontano. Simone andò a confessarsi dal frate priore che riempiva col suo corpo enorme il piccolo confessionale e ansava e ronfava, là dentro, come un orso in una gabbia.- Para, io sono un uomo perduto: mi vien voglia di uccidere qualche cristiano, tanto sono disperato. Ho commesso i peggiori peccati. Fino a poco tempo fa ero un figlio di famiglia, para, figlio unico. A venti anni dormivo ancora con mia madre; ma appena morta lei i cattivi compagni mi hanno assediato come le mosche un granellino d'uva passa; e mio zio, che pure è un sacerdote, mi ha cacciato via di casa, invece di aiutarmi, e volta la testa dall'altra parte, quando mi vede. Sì, tutti i peggiori peccati ho commesso: ho giocato, ho bevuto, sono andato dalle male donne, ho consultato le fattucchiere, ho giurato invano, ho desiderato il male prossimo, ho desiderato la roba altrui, ho commesso iL.. falso... sÌ... para... ho falsificato una firma, e fra giorni la cambiale scade... ed io dovrò andare in carcere e sarò disonorato... Tutta la colpa è dei cattivi compagni, i quali adesso mi hanno abbandonato: e tutte le porte mi son state chiuse... e non c'è più una porta aperta, per me! Ma sono pentito, para, e andrò in carcere, ed espierò, ma datemi l'assoluzione del Signore, ch'io possa fare il precetto pasquale e soffrire innocente come Cristo Signore Nostro. Il frate priore ansava e non rispondeva. Simone, col viso scarno e nero di beduino fra le mani, ansava anche lui e pensava:"Forse egli è scandalezzato: forse prova piacere a sentire che, in fondo, la causa della mia rovina è mio zio prete Barca. I frati e i preti non si posson vedere. Forse egli, per dispetto a mio zio, mi darà i soldi per pagare la cambiale."Ma il frate priore ronfava e taceva: il suo alito caldo arrivava fino al viso di Simone. Stanco di aspettare, il penitente si scosse dal suo sogno di espiazione e dai suoi maligni pensieri; aguzzò i grandi occhi scuri e infantili, e un sorriso amaro incavò le fossette delle sue guance rase. Il para dormiva. Ah, anche il Signore è sordo ai gridi del peccatore disperato.

Piano piano Simone se ne andò, col cuore pieno di tristezza e la mente agitata da brutti pensieri. Intorno all'altare maggiore cominciavano le funzioni, e già s'udiva la voce allegra di prete Barca salmodiare gorgheggiando. La gente entrava ed usciva: adesso arrivavano anche gli uomini, alti, con le barbe lunghe e quadrate come ai tempi di Mosè, vestiti con giacche di pelle e calzoni di saia corti, larghi, simili a gonnelline. Alcuni sembravano profeti, tanto erano solenni, calmi e semplici; altri erano piccoli, scarni come il nostro Simone, bruciati dal vento e dai cattivi pensieri. Anche le donne ricordavano quelle della Bibbia; e ad una che Simone incontrò nel cortile della basilica, una vedova alta e secca, olivastra in viso e con grandi occhi verdognoli, stretta nelle sue vesti ieratiche come in una guaina nera, non mancava che un mazzo di spighe in mano per sembrare la seconda suocera di Booz: Simone trasalì nel vederla; trasalì per odio, perché la donna era una specie di governante di prete Barca, e

66

Page 68: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

per l'improvvisa idea che in quel momento, in casa dello zio non c'era nessuno: e come se ad un tratto si facesse notte, egli cominciò a veder cose e persone in confuso e camminò cauto lungo i muri, inciampando contro le pietre che ingombravano le straducole. Così arrivò davanti alla sua casa simile ad un avanzo di torre, e solamente allora gli sembrò che la luce gli si rifacesse attorno.Entrò e poco dopo il suo viso riapparve alla finestruola del primo ed unico piano, meditabondo come il viso di un generale che dall'alto di una fortezza medita un piano di battaglia. Il campo di battaglia di Simone era il breve panorama che gli si stendeva sotto gli occhi, composto della straduccia attraversata da un rigagnolo e dove i giunchi e l'erba rinascevano come in piena campagna; della casupola della vedova, di fronte alla sua, della casa grande e nera e del cortile dello zio prete, di fianco a quello della vedova, e chiuso da una chiesetta attigua il cui orticello invaso di male erbe e ombreggiato di cipressi ricordava un angolo di cimitero. Simone pensava che aveva passato la sua infanzia e la sua adolescenza a saltare il muro fra il cortile dello zio e l' orticello della chiesa, e si domandava se non era il caso di ritentare ancora una volta l'impresa, ma in senso inverso, cioè dall'orticello della chiesa al cortile dello zio. Una volta là dentro gli era facile penetrare nell'interno della fortezza, cioè della casa dello zio. Nessuno meglio di lui ne conosceva i buchi, i corridoi, i labirinti: chiudendo gli occhi rivedeva la sporgenza della parete del pianerottolo ove prete Barca prima di uscir di casa metteva la grossa chiave della sua camera; riaprendoli ricordava non senza commozione questa camera vasta e un po' misteriosa, illuminata da una lampadina, piena di immagini sacre e di libri rilegati, e dove più di una volta egli, fanciullo, aveva sorpreso suo zio, in camicia e in papalina, a contar monete d'oro come un mago, od a traforare abilmente biglietti di banca segnandovi il suo nome con la punta di una spilla. Un giorno, camminando carponi sul pavimento e raschiandovi per imitar meglio il cinghiale, Simone aveva smosso un mattone, e sotto il mattone aveva trovato una scatola piena di monete. Adesso egli ricordava quei tempi come il prigioniero rammenta i giorni di libertà...Egli rimase tre giorni quasi sempre alla finestra, muovendosi solo per mangiare un po' di pane d'orzo e di formaggio di capra. Sì, mentre suo zio seminava i suoi denari sotto i mattoni, egli viveva come un miserabile pastore; la sua casa era vuota, desolata, senza mobili (egli li aveva venduti), persino senza usci (venduti anche questi), e i ragni tessevano le loro tele sopra il baule in pelle di cinghiale col pelo, entro il quale egli conservava le vesti da sposa e da vedova della sua povera mamma.Per confortarsi beveva qualche bicchierino d'acquavite, e tornava alla finestruola.Di lassù sentiva l'odore dei dolci che le donne preparavano per la Pasqua, e vedeva il fumo salire dai tetti di assi di tegole: qualche usignolo cantava già nella valle, e le nuvo-lette di aprile passavano sopra l'orticello della chiesa bianche, come bende di fanciulle che il vento avesse portato via da qualche siepe.li giovedì santo la vedova uscì dalla casa dello zio e aprì la chiesetta, di solito chiusa; e aiutata da altre donne del vicinato tirò giù il Cristo, lo depose sul pavimento, fra quattro lumini e quattro piattini con germogli di grano, e formò così il Sepolcro,. Ma la gente andava tutta nella basilica, ove si celebravano i Misteri e due veri ladroni (o almeno già stati condannati per furto) venivano legati in croce ai fianchi di Cristo. Simone dalla sua finestruola vide anche lo zio, basso, grasso e saltellante, e la vedova alta, secca e rigida, incamminarsi una dopo l'altro verso la Basilica, e scese, ma uscito nella strada si appoggiò con una spalla al muro e stette a lungo immobile e, pensieroso, ascoltando il lontano salmodiare della processione. Era il crepuscolo; la luna nuova cadeva sopra i monti violetti, sul cielo verdognolo, e la stella della sera saliva, e pareva si andassero incontro come Maria, e Cristo nelle strade del villaggio."Fra:pochi minuti la processione sarà qui" pensò Simone, e si mosse; ma camminava rasente al muro; aveva paura di attraversare la chiesetta, per entrare nell'orticello, e di passare davanti al Cristo morto steso sul pavimento fra i quattro lumini ed i quattro germogli di grano.A un tratto, arrivato davanti alla porta dello zio, trasalì. La porta era aperta; qualcuno era dunque in casa ed era inutile andare avanti. Egli tornò indietro e si appoggiò di nuovo al muto. Ma chi poteva esserci in casa dello zio? I servi, contadini e pastori, non tornavano

67

Page 69: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

che al sabato sera; il prete e la vedova eran dietro la processione. Egli s'avanzò di nuovo fino alla porta, picchiò, chiamò: - Basila! Basila! La sua voce si perdette nell'interno della casa già buia, come dentro una grotta. Egli entrò, chiuse la porta, si slanciò su per le scale, attraversò gli stretti corridoi, trovò la sporgenza del muro, trovò la chiave, aprì, fu nella camera dello zio. Gli pareva un sogno. La finestra era chiusa; un lumino come uno dei quattro del Cristo morto ardeva davanti all'immagine dei Santi Martiri. Essi erano tanti, uomini, donne, vecchi, fanciulli, ma tutti guardavano in su e i loro volti erano soavi, e Simone non ebbe paura di loro. A! chiarore verdastro della lampadina si curvò e cominciò a toccare uno per uno i mattoni, come un muratore incari-cato di riattare il pavimento; ma neppure uno dei mattonisi moveva, ed egli si sollevò e si passò una mano sulla fronte umida di sudore gelato.Udiva il salmodiare della processione e tremava tutto. S'appoggiò al lettuccio dello zio e il lettuccio si scostò, cigolando e tremolando, come preso dallo stesso terrore e dalla stessa commozione del ladro. Allora Simone guardò il mattone su cui poggiava il piede del letto e gli parve che il mattone si movesse: si curvò e lo tirò su con le unghie, e nel vuoto, sepolta fra la polvere, trovò una scatolina di latta con dentro due biglietti da mille.

Il giorno di Pasqua prete Barca- cacciò via di casa la vedova Basila, e in un attimo il paese intero fu come invaso da un vento di scandalo: si seppe che al prete erano mancate molte migliaia di lire, chi diceva due, chi tre, chi venti e che Basila, la sera del venerdì santo, aveva dimenticato la porta di casa aperta. Il brigadiere andò in casa del prete; ma il prete cercava di mostrarsi disinvolto, batteva le mani e diceva:- Museruole! Miseruole, museruole! - Il martedì fu perquisita la casupola della vedova, e lei fu arrestata, e rilasciata libera il giorno seguente. Nulla risultava contro di lei; ma gli abitanti o meglio le famiglie si divisero in due partiti, perché gli uomini difendevano Basila dicendo ch'ella forse aveva davvero dimenticata la porta aperta, dando così agio a qualche ladro di entrare, e le donne sogghignavano:- E in pochi minuti il ladro faceva il comodo suo? Poi la gente cessò di mormorare; ma la vedova fu guardata da tutti con disprezzo; nessuno più le dava lavoro ed ella non andava più in chiesa e viveva in miseria, nella sua stamberga, e Simone la vedeva spesso ritta sul limitare della porta, pallida e triste in viso, ma coi grandi occhi verdognoli rivolti in su come quelli dei Santi Martiri.

Simone cambiò la cambiale falsa e ricomprò gli usci e il cappotto. Nessuno se ne meravigliò, perché egli, come ogni giocatore, aveva spesso di questi alti e bassi di fortuna e nessuno, tranne il suo creditore, sapeva della cambiale. Quello di cui si meravigliò la gente, fu di vederlo a un tratto cambiar vita. Non frequentava più le ruffiane, né i cattivi compagni, andava in chiesa, salutava lo zio. Ma lo zio continuava a voltar la faccia dall'altra parte, quando lo vedeva, e un giorno che Simone gli andò incontro, deciso a fermarlo per baciargli la mano, non solo gli negò il saluto, ma gli volse le spalle e tornò indietro.Simone rimase come istupidito. Si appoggiò al muro e rimase lì inchiodato, vinto da un pensiero angoscioso. “Egli sa!"Poi andò dalla vedova Basila e le disse:- Tl pare, potresti farmi il pane e lavarmi e rattopparmi la roba? Fissa tu il compenso. –La vedova stava dritta davanti al focolare spento e si pettinava: i capelli folti e lunghissimi, d'un castano dorato, davano un'aureola di martirio al suo viso olivastro; ma vedendo Simone ella se li strinse sulle guance e sul petto come un velo, e abbassò e sollevò la testa con atto minaccioso, mentre i suoi occhi verdastri scintillavano sotto le folte sopracciglia nere aggrottate.- Tu hai già chi ti fa il pane e ti lava la roba! Esci di qui! Egli andò via come un cane frustato e tornò ad appoggiarsi al muro."Ella sa!"

68

Page 70: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Egli passava i giorni così, appoggiato al muro, spesso limando con un coltellino il suo bastone di noce, o qualche tappo, o qualche fuscello, ma più spesso senza far niente. Neppure nei suoi più tristi tempi era vissuto così stupidamente. Vedeva sempre davanti a sé gli occhi minacciosi della vedova, e provava un malessere quasi fisico quando pensava che Basila era caduta in miseria e in mala fama per colpa sua: qualche notte aveva dei sogni paurosi; il baule con le vesti di sua madre gli sembrava un cinghiale vivo, e fissava a lungo gli usci ricomprati con quel denaro.Passò l'estate, ed in autunno egli cambiò posto, lungo il muro, cercando il sole: di là vedeva meglio Basila seduta anche lei al sole a filare o cucire, scalza e triste come una schiava. .L'inverno fu lungo e rigido. La povera gente soffriva la fame, e prete Barca e una dama che viveva nel vicinato mandavano pane e legumi a tutti i poveri tranne che alla vedova.Per Natale una donna presso la quale Simone si era più di una volta divagato, gli mandò in regalo una coscia di muflone. Egli aveva anche un porchetto e un agnello: e pensando che Basila invece non aveva altro che patate, provò a mandarle la carne di muflone e con meraviglia vide che ella non respingeva il dono. Allora, per tutto il resto dell'inverno, preso da una vera mania di espiazione, continuò a mandarle regali, spesso privandosi persino di qualche cosa che gli era necessaria.Ritornò la primavera: le donne fecero di nuovo germogliare il grano nei piattini, entro gli armadi, per ornare i sepolcri: la sera del venerdì santo Simone andò alla processione e al ritorno stette un bel po' al solito posto, accanto al muro, nella sera tiepida piena di bisbigli. Dalla fessura della porticina di Basila usciva un chiarore giallastro, e Simone fissava con occhi strani quella luce che gli sembrava misteriosa. A un tratto andò e picchiò e domandò alla donna se voleva sposarlo.

La gente mormorò, poi cessò di mormorare. Basila, dopo tutto, aveva solo dieci anni più di Simone, ed era una buona massaia: in poco tempo, infatti, la casa del giovine parve un'altra, ripulita, col forno spesso acceso e il cortiletto animato di galline. Simone fu visto di nuovo a cavallo, come quando era viva sua madre, e tutti dissero che egli aveva sposato Basila per far dispetto a suo zio.Egli non era innamorato di sua moglie, ma ne seguiva i consigli ed era contento di essersi levato un peso dalla coscienza e di aver sposato una donna savia. Questa andava di nuovo in chiesa e parlava per sentenze, ed a lui pareva di esser tornato ai tempi felici quando viveva sua madre ed egli, ancora innocente a vent'anni, andava a letto con lei e ripeteva le preghiere che ella gli suggeriva.Un giorno, parecchi mesi dopo il suo matrimonio, la donna che gli aveva mandato la coscia di muflone, lo chiamò mentr'egli passava davanti alla sua porta, e gli domandò cento scudi in prestito.Egli si mise a ridere.- Se avessi cento scudi m'imbarcherei per girare il mondo. - Ti pagherò gl'interessi, Simone Barca! sono solvibile; ti darò anch'io il venti per cento come te lo danno gli altri. - Tu diventi pazza, Mallèna Porcu! - Come, pazza? Dimmi che non hai fiducia in me, Simone Barca, ma non insultarmi. Tu e tua moglie avete dato denari a interesse, al venti per cento, al tale e al tale. Perché non dovreste darli anche a me? O è vero quello che dice tuo zio prete Barca? Che i denari li dà tua moglie, di nascosto di te? Simone impallidì, ma rispose:- Mio zio è rimbambito, e tu sei quello che sei! Nei giorni seguenti fu di nuovo visto appoggiato al muro, come nei suoi tempi funesti. Si domandava continuamente: "perchè la porta era aperta?", e il suo pensiero lavorava e lavorava scavando, giù, giù, per una profondità cupa, cercando la verità come il minatore cerca l'oro nelle viscere oscure della terra."Ella deve aver preso buona parte dei denari, ed ha lasciato la porta aperta per far credere che qualche ladro era entrato. Ah, vecchia galeotta!..." pensava con rabbia: ma prima di dar fede al proprio pensiero volle assicurarsi anche con gli occhi.

69

Page 71: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Era di nuovo la sera del venerdì santo, e Basila era andata in chiesa. Simone aspettava quell'ora onde frugare con più comodo tutta la casa; ma per quanto cercasse, nei cassetti, nella cassapanca, fra i materassi, non trovò nulla. Stanco di frugare si guardò attorno e nella penombra il baule, che conteneva ancora le vesti di sua madre, tornò a sembrargli un cinghiale vivo. Tentò di aprirlo ma non poté. Allora ricordò che Basila teneva sempre con sé le chiavi: e scese in cucina, tornò su con una scure e cominciò a colpire il baule come fosse davvero un cinghiale feroce. Il coperchio si spaccò. Simone s'inginocchiò e cominciò a frugare; trovò le vesti da vedova di Basila, e giusto dal suo cappuccio nero caddero, silenziosi, svolazzando, due, tre, tanti biglietti di banca, rossastri, verdastri, giallastri, come foglie di noce appassite. Fra gli altri ce n'era uno da mille: egli lo prese, lo guardò contro la luce della candela e lesse il nome di prete Barca traforato con una spilla. Allora cominciò a imprecare e a darsi pugni sulla testa:- Ma perché è capitato a me? Perché proprio a me? diceva ad alta voce.D'improvviso una nenia melanconica e dolce come il mormorio di un bosco arrivò dalla straducola. Simone tacque e stette ad ascoltare, con la testa china e gli occhi spalancati, ed a misura che la processione si avvicinava, egli tremava e sudava come quando s'era appoggiato al lettuccio dello zio.

Brano B: Un normanno (G. de Maupassant)

Eravamo appena fuori Rouen e stavamo andando di buon trotto verso Jumieges. Il calessino attraversava di corsa la pianura; poi il cavallo affrontò al passo la salita di Canteleu.È uno dei più splendidi panorami che ci siano al mondo. Dietro a noi Rouen, la città delle chiese, delle guglie gotiche minuziosamente scolpite come ninnoli eburnei; di fronte Saint-Séver, il sobborgo delle fabbriche, che innalza al cielo mille ciminiere fumanti, proprio di fronte alle mille sacre cuspidi della vecchia città.Qui il pinnacolo della cattedrale, la cima più alta dei monumenti umani e là la «Pompa da incendio» del Fulmine, la sua rivale quasi altrettanto smisurata, che è più alta d'un metro rispetto alla maggiore piramide egiziana.La Senna si snodava come una serpe davanti a noi: cosparsa di isolotti, orlata sulla destra di bianchi dirupi, sormontati da foreste e a sinistra da praterie immense, confinanti verso il fondo con un' altra foresta.Ogni tanto grandi navi ancorate lungo le rive del vasto fiume. Tre enormi bastimenti a vapore andavano, uno dopo l'altro, verso Le Havre, mentre un rosario di piccole navi - un tre alberi, due golette e un brick - risalivano la: corrente verso Rouen trascinate da un minuscolo rimorchiatore che vomitava una nube nera di fumo.Il mio compagno, che era nato lì, non degnava neanche d'una occhiata il meraviglioso paesaggio, ma seguitavi a sorridere, come se tenesse dentro di sé una risata di felicità. All'improvviso esclamò: «Adesso vedrete qualche cosa di buffo, la cappella di mastro Mathieu. È proprio un capolavoro, caro mio!».Lo guardai stupito. Lui continuò: «Sentirete un profumo normanno che vi rimarrà dentro il naso. Mastro Mathieu è il più tipico normanno di tutta la provincia e la sua cappella è una delle meraviglie del mondo, c'è poco da discutere. Ma prima è necessaria qualche parola di spiegazione».

Mastro Mathieu, chiamato anche «Mastrobumba» è un ex militare, un sergente maggiore che ha fatto ritorna al suo paese natio. In proporzioni perfette ci sono in lui la millanteria del vecchio soldato e la furberia maliziosa del normanno. Tornato al paese, grazie a cospicue protezioni e alla sua incredibile diplomazia, è riuscito a diventare custode d'una cappella in cui sono avvenuti miracoli, una cappella protetta dalla Vergine e frequentata per lo più da ragazze che son rimaste gravide. Lui ha ribattezzato la meravigliosa statua che è lì come «la Madonna incinta» e la tratta con burlesca familiarità, non priva però di rispetto. Ha ideato e fatto stampare una preghiera speciale per la sua MADONNA. Questa

70

Page 72: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

preghiera è un capolavoro di involontaria ironia, di spirito normanno, dove allo scherzo si unisce sempre un po' di paura del Sacro, la paura superstiziosa di qualche misterioso influsso. Non crede ciecamente nella sua patrona, ma un pochino sì, per prudenza. E la tratta anche bene, per politica.Ecco l'inizio della straordinaria preghiera: «O nostra buona Madre Vergine Maria, patrona naturale delle ragazze gravide, in questo paese e in tutta la terra, proteggete la vostra serva, che ha sbagliato in un momento di oblio».La supplica termina così: «E soprattutto non vi dimenticate di me assieme al vostro santo Sposo e intercedete presso Dio Padre affinché mi faccia trovate un buon marito come il Vostro».La preghiera è stata proibita dal clero locale, ma lui la vende sotto banco. Sembra che sia salutare per quelle che la recitano con vero fervore.Insomma, parla della Beata Vergine come farebbe del suo padrone un cameriere di qualche gran principe, al corrente di qualsiasi intimo segretuccio. Conosce una gran quantità di storielle divertenti sopra di lei e, quando ha bevuto, le racconta agli amici, ma a voce bassa.Vedrete da voi. .Poiché gli introiti che gli procura la Patrona gli parevano pochi, ha annesso alla Vergine principale un piccolo smercio di santi. Ce li ha tutti o poco manca. E poiché nella cappella non c'era abbastanza posto, allora li ha stipati nella legnaia, da dove, a richiesta dei fedeli, li tira fuori. Ha scolpito da solo queste statuette di legno e le ha dipinte tutte di verde, l'anno in cui dovette ridipingere le persiane. Sapete che i Santi guariscono la gente dalle malattie, ma ognuno ha la sua specialità e non debbono esser commessi né sbagli, né confusioni. I santi sono gelosi l'uno dell'altro: proprio come gli attori di secondo piano.A scanso d'errori, le vecchiette consultano Mathieu. «Per il mal d'orecchi, qual è il santo giusto?»«Sant'Osimo va bene, ma anche San Panfilo non è male».E non è tutto.Poiché non è il tempo che manca a Mathieu, lui beve. Ma beve da artista, così di gusto, con tale esperienza che ogni sera, regolarmente, è un po' allegrotto. È brillo, ma lo sa, e lo sa tanto bene che ogni giorno nota il grado preciso della sua ebbrezza. Questa è la sua occupazione principale, la cappella viene dopo.E così ha inventato, sentitemi bene e non scoppiate a ridere, ha inventato lo Sbron-zometro. Lo strumento non esiste, ma le annotazioni di Mathieu sono così precise quanto quelle d'un matematico.Lo si sente dire spesso: «Lunedì ho passato i quarantacinque».Oppure: «Stavo tra i cinquantadue e cinquantotto».O anche: «Ne avevo in corpo da sessantasei a settanta». .O infine: «Caspita! Credevo d'essere a cinquanta e adesso mi rendo conto che sono a settantacinque»Non sbaglia mai.Afferma di non esser mai arrivato a cento, ma poiché ammette che, dopo i novanta, le sue osservazioni non sono più tanto precise, allora non si può esser sicuri di quel che dice.Quando Mathieu confessa d'esser sopra i novanta, potete esser certo che ha preso una bella sbronza.In queste occasioni, la Mélie, la sua consorte - un altro tipo meraviglioso! - va su tutte le furie. Lo aspetta sulla porta di casa e quando lui fa ritorno si mette a urlare:«Ah, sei tornato, sudicione, maiale, ubriacone che non sei altro!».Allora Mathieu, che ha smesso di ridere, la fronteggia e risponde con autorità: «Mélie, non è il momento delle chiacchiere. Aspetta domani».E se lei continua a sbraitare, le si avvicina e sussurra: «Chiudi il becco, sto sui novanta. Non mi controllo più, bada che comincio a suonartele!».E allora Mélie se la svigna.

71

Page 73: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Se il giorno dopo lei cerca di riprendere l'argomento, lui le scoppia a ridere in faccia e dice: «Piantala! Ne abbiamo parlato anche troppo: adesso è passata. Niente di male per me finché non arrivo a cento. Se supero quel limite, puoi pure punirmi come vuoi, parola mia!».

Eravamo arrivati in cima alla salita. La strada si inoltrava nella suggestiva foresta diRoumare.L'autunno, il meraviglioso autunno, mescolava oro e porpora con le ultime verzure ancora in vita, come se dal cielo fosse piovuta, attraverso lo spessore delle foglie, qualche goccia di sole fuso. Attraversammo Duclair, poi, anziché proseguire in direzione di Jumièges, il mio amico svoltò a sinistra e si immerse nel bosco ceduo, dopo aver preso una via laterale.Quasi subito scoprimmo dalla cima d'una montagnola la bellissima vallata della Senna e il fiume tortuoso che si snodava sotto di noi. .A destra una minuscola costruzione col tetto di ardesia, sormontata da una specie di piccolo campanile alto come un parasole, si addossava a una graziosa casetta dalle persiane verdi, rivestita di rose e di caprifoglio.Un vocione si mise a gridare: «Ecco i miei amici!». Mathieu fece la sua comparsa sull'uscio. Era un uomo sui sessanta, magro, col pizzo e lunghi baffoni bianchi. Il mio compagno gli strinse la mano, mi presentò, e Mathieu ci fece entrare in una fresca cucina che fungeva anche da salotto. Diceva: «Il mio appartamento non è fine, ma non mi piace star lontano dai fornelli. I tegami mi fanno compagnia».E poi, rivolgendosi al mio amico: «Perché siete venuto di giovedì? Lo sapete che è il giorno di consulto della mia Patrona. Oggi non posso uscire».Corse alla porta e mandò una specie di muggito spaventoso: «Mé-é-elie!» tale da far trasalire i marinai dei battelli che stavano risalendo o scendendo il fiume, in fondo alla vallata. Mélie non rispose.Allora Mathieu fece maliziosamente l'occhietto. «Ce l'ha con me, sapete, per il fatto che ieri notte ero vicino a novanta.»Il mio amico scoppiò in una risata: «Novanta, Mathieu?E come avete fatto?».Lui rispose: «Ora ve lo dico. L'anno scorso ho fatto solamente una tonnellata e quattro di mele calville. Di più non ce n'era, ma per il sidro è quanto c'è di meglio. E così me ne son fatto una botte che ho spillato ieri. A dire la verità, è un nettare: me ne saprete dire qualche cosa! C'era Polyte con me. Ne beviamo un sorso, poi un altro, senza sentirci mai sazi; si andrebbe avanti così per tutta la giornata successiva. E giù, e giù: a un certo punto sento un freddo languorino di stomaco... Dico a Polyte: "E se ci facessimo un goccetto d'acquavite per tirarci su?". Lui approva. Però l'acquavite ti mette il fuoco in corpo e allora uno deve ritornare al sidro. Ed ecco che di fresco in caldo, di caldo in fresco, mi accorgo d'essere sui novanta; Polyte sfiorava i cento».S'aprì la porta, fece la sua comparsa Mélie e prima ancora di darci il buongiorno:«Brutto porco! Se eravate a cento tutti e due!». .Allora Mathieu fece l'offeso: «Non lo dire, Mélie, non lo dire! A cento non sono maiarrivato!».Davanti all'uscio di casa, sotto due tigli, ci offrirono una colazione squisita, accanto alla cappellina della «Madonna incinta», proprio di fronte allo sconfinato paesaggio.E Mathieu ci raccontò con una malizia mista di inattesi atti di fede inverosimili storie di miracoli.Avevamo bevuto parecchio di quel sidro prelibato, agrodolce, fresco e inebriante, quel sidro che lui preferiva a qualsiasi altra bevanda e stavamo fumando le pipe a cavalcioni delle sedie, quando si fecero avanti due donnicciole.Erano vecchiotte, rinsecchite, mezze gobbe. Dopo aver salutato, domandarono san Bianco. Mathieu ci strizzò l'occhio e disse: «Adesso ve lo vado a prendere».E sparì nella legnaia..Vi restò per più di cinque minuti, poi riuscì col viso afflitto, levando le braccia: «Non so più dove sia. Non lo trovo più. Eppure sono sicuro che c'era».

72

Page 74: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Si mise le mani davanti alla bocca, come un imbuto, e muggì di nuovo: «Mé-é-elie!». Dal fondo del cortile gli rispose la moglie: «Che c'è?».«Dove s'è cacciato san Bianco? Nella legnaia non lo trovo più.»Allora Mélie dette questa spiegazione: «Non sarà quello che hai preso l'altra settimana per tappare il buco della gabbia dei conigli?».Mathieu, trasalì: «Fulmini e saette! Dev'esser proprio quello». E disse alle donne: «Venite con me».Esse lo seguirono e noi facemmo altrettanto trattenendo le risa.E infatti, san Bianco, ficcato nel terreno come un paletto, macchiato di fango e di escrementi, teneva fermo uno degli angoli della gabbia dei conigli.Appena l'ebbero visto le due vecchiette caddero in ginocchio, si fecero il segno della croce e cominciarono a mormorare avemmarie. .Mathieu si precipitò ad aiutarle: «Un momento! Siete in mezzo al fango, non vedete? Adesso vi porto un po' di paglia...».Andò a prendere la paglia e la dispose come se fosse la base d'un inginocchiatoio.Poi guardò il santo infangato, nel timore che il suo commercio ne scapitasse e seguitò: «Adesso gli do una pulita».Prese un secchio d'acqua, una spazzola e si mise a lavare con energia il pupazzo di legno, mentre le due vecchie continuavano a pregare.Quand'ebbe finito, disse: «Ecco, è pronto». E ci riportò a bere un altro sorso.Mentre accostava il bicchiere alle labbra si fermò e con un tono lievemente confuso disse: «Che volete? Quando ho messo san Bianco dai conigli, credevo che non ci avrei più ricavato un soldo: erano due anni che nessuno me lo chiedeva. Ma i santi - vedete? - non passano mai di moda».Bevve ancora e concluse: «Buttiamone giù ancora un goccetto. Con gli amici bisogna arrivare almeno a cinquanta, e adesso siamo appena a trentotto…».

ESERCIZI PER CASA(relativamente alla descrizione dei personaggi)

Dopo aver letto attentamente il racconto, rispondi alle seguenti domande:1. Qual è il personaggio principale del racconto? 2. Quali elementi tipici della descrizione del personaggio (dati anagrafici,

caratteristiche psicologiche, comportamentali, socio-economiche) ci vengono fornite? Segna nel testo le parti in cui tali elementi emergono.

3. Mathieu ti sembra un personaggio statico o dinamico? Perché? 4. Il carattere di Mathieu è spesso descritto attraverso le sue azioni; evidenzia sul testo

i punti in cui egli appare:- ironico- intraprendente e imbroglione- litigioso- ubriacone

5. Quali altri personaggi troviamo in questo racconto? Segna le parti in cui appare la loro descrizione.

6. In un foglio da consegnare all’insegnante, descrivi a parole tue, in un testo di una quindicina di righe, il personaggio di Mathieu, rielaborando le caratteristiche che si desumono dal brano.

(relativamente alla presentazione dei personaggi e al significato del testo)

Dopo aver letto attentamente il racconto, rispondi alle seguenti domande:1. Da chi ci viene presentato il personaggio principale? 2. Il modo di presentazione è diretto, indiretto o misto? Rintraccia sul testo gli

elementi che giustificano la tua risposta.

73

Page 75: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

3. C’è ironia nel racconto? Motiva la tua scelta portando alcuni esempi tratti dal testo.4. Perché a un certo punto Maupassant fa dire al compagno del narratore, a proposito

di Mathieu: Sentirete un profumo normanno…Mastro Mathieu è il più tipico normanno di tutta la provincia?

Brano C: Messer Tofano, la moglie e il pozzo (G. Boccaccio)

Tofano chiude una notte fuor di casa la moglie, la quale, non potendo per prieghi rientrare, fa vista di gittarsi in un pozzo e gittavi una, gran pietra. Tofano esce di casa e corre là, ed elIa in casa se n’entra e serra lui di fuori e sgridandolo il vitupera.

Il re, come la novella d'Elissa sentì aver fine, così senza indugio verso la Lauretta rivolto, le dimostrò che gli piacea che ella dicesse; per che essa, senza stare, così cominciò: O Amore, chenti e quali sono le tue forze, chenti i consigli e chenti gli avvedimenti! Qual filosofo, quale artista mai avrebbe potuto o potrebbe mostrare quegli accorgimenti, quegli avvedimenti, quegli dimostramenti che fai tu subitamente a chi seguita le tue orme? Certo la dottrina di qualunque altro è tarda a rispetto della tua, sì come assai bene comprender si può nelle cose davanti mostrate. Alle quali, amorose donne, io una n'aggiugnerò da una semplicetta donna adoperata, tal che io non so chi altri se l'avesse potuta mostrare che Amore.Fu adunque già in Arezzo un ricco uomo, il quale fu Tofano nominato. A costui fu data per moglie una bellissima, il cui nome fu monna Ghita della quale egli, senza saper perché, prestamente divenne geloso; di che la donna avveggendosi prese sdegno, e più volte avendolo della cagione della sua gelosia addomandato né egli alcuna avendone saputa assegnare se non cotali generali e cattive, cadde nell’animo della donna di farlo morir del male del quale senza cagione avea paura; ed essendosi avveduta che un giovane, secondo il suo giudicio, molto da bene la vagheggiava, discretamente con lui s'incominciò ad intendere. Ed essendo già tra lui e lei tanto le cose innanzi che altro che dare effetto con opera alle parole non vi mancava, pensò la donna di trovare similmente modo a questo; ed avendo già, tra costumi cattivi del suo marito, conosciuto lui dilettarsi di bere, non solamente gliele cominciò a commendare, ma artatamente a sollecitarlo a ciò molto spesso. E tanto ci prese per uso, che quasi ogni volta che a grado l'era, infino all'inebriarsi bevendo il conducea; e quando bene ebbro il vedea, messolo a dormire, primieramente col suo amante si ritrovò, e poi sicuramente più volte di ritrovarsi con lui continuò. E tanta di fidanza nella costui ebbrezza prese, che non solamente avea preso ardire di menarsi il suo amante in casa, ma ella talvolta gran parte della notte s'andava con lui a dimorare alla sua, la qual di quivi non era guari lontana. Ed in questa maniera la 'nnamorata donna continuando, avvenne che il doloroso marito si venne accorgendo che ella, nel confortare lui a bere, non beveva per ciò essa mai; di che egli prese sospetto non così fosse come era, cioè che la donna lui inebriasse per poter poi fare il piacere suo mentre egli addormentato fosse. E volendo di questo, se' così fosse, far pruova, senza avete il dì bevuto, una sera tornò a casa mostrandosi il più ebbro uomo e nel parlare e ne' modi, che fosse mai; il che la donna credendo, né estimando che più bere gli bisognasse a ben dormire, il mise prestamente a letto; e fatto ciò, secondo che alcuna volta era usata di fare, uscita di casa, alla casa del suo amante se n'andò e quivi infino alla mezzanotte dimorò.Tofano, come la donna non vi sentì così si levò, ed andatosene alla sua porta, quella serrò dentro, e posesi alle finestre acciò che tornare vedesse la donna e le facesse mani-festo che egli si fosse accorto delle maniere sue; e tanto stette che la donna tornò. La quale, tornando a casa e trovatasi serrata di fuori, fu oltre modo dolente e cominciò a

74

Page 76: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

tentare se per forza potesse l’uscio aprire; il che poi che Tofano alquanto ebbe sofferto, disse:- Donna, tu ti fatichi invano, per ciò che qua entro non potrai tu entrare. Va tornati là dove infino ad ora se' stata, ed abbi per certo che tu non ci tornerai mai, infino a tanto che io di questa cosa, in presenza de’ parenti tuoi e de' vicini, te n'avrò fatto quell'onore che ti si conviene.La donna lo 'ncominciò a pregar per l'amor di Dio che piacer gli dovesse d’aprirle per ciò che ella non veniva donde s'avvisava, ma da vegghiare con una sua vicina, per ciò che le notti erano grandi ed ella non le poteva dormir tutte, né sola in casa vegghiare. Li prieghi non giovavano alcuna cosa, per ciò che quella bestia era pur disposto a volere che tutti gli Aretin sapessero la lor vergogna, là dove niun la sapeva. La donna, veggendo che il pregar non le valeva, ricorse al minacciare, e disse:- Se tu non m'apri, io ti farò il più tristo nom che viva. - A cui Tofano rispose:- E che mi puoi tu fare?-La donna, alla quale Amore aveva già aguzzato co' suoi consigli lo 'ngegno, rispose:- Innanzi che io voglia sofferire la vergogna che tu mi vuoi fare ricevere a torto, io mi gitterò in questo pozzo che qui è vicino, nel quale poi essendo trovata morta, niuna persona sarà che creda che altri che tu per ebbrezza mi v' abbi gittata: e così o ti converrà fuggire e perder ciò che tu hai ed essere in bando, o converrà che ti sia tagliata la testa sì come a micidial di me che tu veramente sarai stato. Per queste parole niente si mosse Tofano dalla sua sciocca oppinione; per la qual cosa la donna disse:- Ora ecco, io non posso più sofferire questo tuo fastidio, Iddio il ti perdoni; farai riporre questa mia rocca che io lascio qui.- E questo detto, essendo la notte tanto oscura che appena si sarebbe potuto veder l'un l'altro per la via, se n'andò la donna verso il pozzo, e presa una grandissima pietra che a piè del pozzo era, gridando: - Iddio perdonami - la lasciò cadere entro nel pozzo. La pietra giugnendo nell'acqua fece un grandissimo romore, il quale come Tofano udì, credette fermamente che essa gittata vi si fosse; per che presa la secchia con la fune, subitamente si gittò di casa per aiutarla, e corse al pozzo.La donna, che presso all'uscio della sua casa nascosa s'era, come vide correre al pozzo, così ricoverò in casa e serrossi dentro, ed andossene alle finestre e, cominciò a dire:- Egli si vuole inacquare quando altri il bee, non poscia la notte.Tofano, udendo costei, si tenne scornato e tornossi all'uscio, e non potendovi entrare le cominciò a dire che gli aprisse. Ella, lasciato stare il parlar piano come infino allora aveva fatto, quasi gridando cominciò a dire:-Alla croce di Dio, ebriaco fastidioso, tu non c'entrerai stanotte; io non posso più sofferire questi tuoi modi. Egli convien che io faccia vedere ad ogni uomo chi tu se' ed a che ora tu torni la notte a casa.Tofano, d'altra parte, crucciato, le 'ncominciò a dir villania ed a gridare; di che i vicini sentendo il romor si levarono, ed uomini e donne, e fecersi alle finestre e domandarono che ciò fosse. La donna cominciò piagnendo a dire:- Egli è questo reo uomo il quale mi torna ebbro la sera a casa o s'addormenta per le taverne e poscia torna a questa otta; di che io avendo lungamente sofferto e non gio-vandomi, non potendo più sofferire, né gli ho voluto fare questa vergogna di serrarlo fuor di casa, per vedere se egli se ne ammenderà.Tofano bestia, d'altra parte, diceva come il fatto era stato, e minacciavala forte. La donna co’suoi vicini diceva:- Or vedete che uomo egli è! Che rideste voi se io fossi nella via come è egli, ed egli fosse in casa come sono io? In fè di Dio, che io dubito che voi non credeste che egli dicesse il vero. Ben potete a questo conoscere il senno suo. Egli dice appunto che io ho fatto ciò che io credo che egli abbia fatto egli; egli mi credette spaventare col gittare non so che nel pozzo; ma or volesse Iddio che egli vi si fosse gittato da dovero ed affogato, si che egli il vino, il quale egli di soperchio ha bevuto, si fosse molto bene inacquato.I vicini, e gli uomini e le donne, cominciarono a riprender tutti Tofano ed a dar la colpa a lui ed a dirgli, villania di ciò che contro alla donna diceva; ed in brieve, tanto andò il

75

Page 77: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

romore di vicino in vicino, che egli pervenne infino a' parenti della donna; li quali venuti là ed udendo la cosa da un vicino e da altro, presero Tofano e diedergli tante busse che tutto il ruppono; poi, andati in casa, presero le cose della donna e con lei si ritornarono a casa loro, minacciando Tofano di peggio. Tofano, veggendosi mal parato e che la sua gelosia l'aveva mal condotto, sì come quegli che tutto il suo ben voleva alla donna, ebbe alcuni amici mezzani, e tanto procacciò che egli con buona pace riebbe la donna a casa sua, alla quale promise di mai più non esser geloso; ed oltre la ciò, le diè licenza che ogni suo piacer facesse, ma sì saviamente che egli non se ne avvedesse. E così a modo del villan matto dopo danno fe' patto. E viva Amore, e muoia Soldo e tutta la brigata.

Brano D: La lupa (G. Verga)

Era alta, magra, aveva soltanto un seno fermo e vigoroso da bruna - e pure non era più giovane - era pallida come se avesse sempre addosso la malaria, e su quel pallore due occhi grandi così, e delle labbra fresche e rosse, che vi mangiavano.Al villaggio la chiamavano la Lupa perché non era sazia giammai - di nulla. Le donne si facevano la croce quando la vedevano passare, sola come una cagnaccia, con quell'andare randagio e sospettoso della lupa affamata; ella si spolpava i loro figliuoli e i loro mariti in un batter d'occhio, con le sue labbra rosse, e se li tirava dietro alla gonnella solamente a guardarli con quegli occhi da satanasso, fossero stati davanti all'altare di Santa Agrippina.Per fortuna la Lupa non veniva mai in chiesa, né a Pasqua, né a Natale, né per ascoltar messa, né per confessarsi. - Padre Angiolino di Santa Maria di Gesù, un vero servo di Dio, aveva persa l'anima per lei.Maricchia, poveretta, buona e brava ragazza, piangeva di nascosto, perché era figlia della Lupa, e nessuno l'avrebbe tolta in moglie, sebbene ci avesse la sua bella roba nel cassettone, e la sua buona terra al sole, come ogni altra ragazza del villaggio.Una volta la Lupa si innamorò di un bel giovane che era tornato da soldato, e mieteva il fieno con lei nelle chiuse del notaro; ma proprio quello che si dice innamorarsi, sentirsene ardere le carni sotto al fustagno del corpetto, e provare, fissandolo negli occhi, la sete che si ha nelle ore calde di giugno, in fondo alla pianura. Ma lui seguitava a mietere tranquillamente, col naso sui manipoli, e le diceva: - O che avete, gnà Pina? - Nei campi immensi, dove scoppiettava soltanto il volo dei grilli, quando il sole batteva a piombo, la Lupa affastellava manipoli su manipoli, e covoni su covoni, senza stancarsi mai, senza rizzarsi un momento sulla vita, senza accostare le labbra al fiasco, pur di stare sempre alle calcagna di Nanni, che mieteva e mieteva, e le domandava di quando in quando: - Che volete, gnà Pina?Una sera ella glielo disse, mentre gli uomini sonnecchiavano nell' aia, stanchi dalla lunga giornata, ed i cani uggiolavano per la vasta campagna nera: - Te voglio! Te che sei bello come il sole, e dolce come il miele. Voglio te!- Ed io invece voglio vostra figlia, che è zitella, - rispose Nanni ridendo. La Lupa si cacciò le mani nei capelli, grattandosi le tempie senza dir parola, e se ne andò; né più comparve nell'aia. Ma in ottobre rivide Nanni, al tempo che cavavano l'olio, perché egli lavorava accanto alla sua casa, e lo scricchiolio del torchio non la faceva dormire tutta notte.- Prendi il sacco delle olive, - disse alla figliuola, - e vieni -.Nanni spingeva colla pala le olive sotto la macina, e gridava «ohi!» alla mula perché non si arrestasse. - La vuoi mia figlia Maricchia? - gli domandò la gnà Pina. - Cosa gli date a vostra figlia Maricchia? - rispose Nanni.- Essa ha la roba di suo padre, e dippiù io le do la mia casa; a me mi basterà che mi lasciate un cantuccio nella cucina, per stendervi un po' di pagliericcio. - Se è così se ne può parlare a Natale, - disse Nanni.

76

Page 78: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Nanni era tutto unto e sudicio dell’olio e delle olive messe a fermentare, e Maricchia non lo voleva a nessun patto; ma sua madre l'afferrò pe’capelli, davanti al focolare, e le disse co’denti stretti: - Se non lo pigli, ti ammazzo!

La Lupa era quasi malata, e la gente andava dicendo che il diavolo quando invecchia si fa eremita. Non andava più di qua e di là; non si metteva più sull'uscio, con quegli occhi da spiritata. Suo genero, quando ella glieli piantava in faccia, quegli occhi, si metteva a ridere, e cavava fuori l'abitino della Madonna per segnarsi. Maricchia stava in casa ad allattare i figliuoli, e sua madre andava nei campi, a lavorare cogli uomini, proprio come un uomo, a sarchiare, a zappare, a governare le bestie, a potare le viti, fosse stato greco e levante di gennaio, oppure scirocco di agosto, allorquando i muli lasciavano cader la testa penzoloni, e gli uomini dormivano bocconi a ridosso del muro a tramontana. In quell'ora fra vespero e nona, in cui non ne va in volta femmina buona, la gnà Pina era la sola anima viva che si vedesse errare per la campagna, sui sassi infuocati delle viottole, fra le stoppie riarse dei campi immensi, che si perdevano nell'afa, lontan lontano, verso l'Etna nebbioso, dove il cielo si aggravava sull' orizzonte.- Svegliati! - disse la Lupa a Nanni che dormiva nel fosso, accanto alla siepe polverosa, col capo fra le braccia. - Svegliati, ché ti ho portato il vino per rinfrescarti la gola.Nanni spalancò gli occhi imbambolati, tra veglia e sonno, trovandosela dinanzi ritta, pallida, col petto prepotente, e gli occhi neri come il carbone, e stese brancolando le mani.- No! Non ne va in volta femmina buona nell'ora fra vespero e nona! - singhiozzava Nanni, ricacciando la faccia contro l'erba secca del fossato, in fondo in fondo, colle unghie nei capelli. - Andatevene! andatevene! Non ci venite più nell'aia!Ella se ne andava infatti, la Lupa, riannodando le trecce superbe, guardando fisso dinanzi ai suoi passi nelle stoppie calde, cogli occhi neri come il carbone.Ma nell'aia ci tornò delle altre volte, e Nanni non le disse nulla. Quando tardava a venire anzi, nell'ora fra vespero e nona, egli andava ad aspettarla in cima alla viottola bianca e deserta, col sudore sulla fronte - e dopo si cacciava le mani nei capelli, e le ripeteva ogni volta: - Andatevene! Andatevene! Non ci tornate più nell'aia!Maricchia piangeva notte e giorno e alla madre le piantava in faccia gli occhi ardenti di lagrime e di gelosia, come una lupacchiotta anch' essa, allorché la vedeva tornare da' campi pallida e muta, ogni volta. - Scellerata! -le diceva. - Mamma scellerata!- Taci!- Ladra! ladra!- Taci!- Andrò dal brigadiere, andrò! - Vacci! E ci andò davvero, coi figli in collo, senza temere di nulla, e senza versare una lagrima, come una pazza, perché adesso l'amava anche lei quel marito che le avevano dato per forza, unto e sudicio delle ulive messe a fermentare.II brigadiere fece chiamare Nanni; lo minacciò sin della galera e della forca. Nanni si diede a singhiozzare ed a strapparsi i capelli; non negò nulla, non tentò di scolparsi. - È la tentazione! - diceva; - è la tentazione dell'inferno! - Si buttò ai piedi del brigadiere supplicando di mandarlo in galera.- Per carità, signor brigadiere, levatemi da questo inferno! Fatemi ammazzare! Mandatemi in prigione! Non me la lasciate veder più, mai! mai!- No! - rispose invece la Lupa al brigadiere. - Io mi son riserbato un cantuccio della cucina per dormirvi, quando gli ho data la mia casa in dote. La casa è mia; non voglio andarmene!Poco dopo, Nanni s'ebbe nel petto un calcio dal mulo, e fu per morire; ma il parroco ricusò di portargli il Signore se la Lupa non usciva di casa. La Lupa se ne andò, e suo genero allora si poté preparare ad andarsene anche lui da buon cristiano; si confessò e comunicò con tali segni di pentimento e di contrizione che tutti i vicini e i curiosi piangevano davanti al letto del moribondo. E meglio sarebbe stato per lui che fosse morto in quel giorno,

77

Page 79: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

prima che il diavolo tornasse a tentarlo e a ficcarglisi nell' anima e nel corpo quando fu guarito. - Lasciatemi stare! - diceva alla Lupa. - Per carità, lasciatemi in pace! lo ho visto la morte cogli occhi! La povera Maricchia non fa che disperarsi. Ora tutto il paese lo sa! Quando non vi vedo è meglio per voi e per me...Ed avrebbe voluto strapparsi gli occhi per non vedere quelli della Lupa, che quando gli si ficcavano ne' suoi gli facevano perdere l'anima ed il corpo. Non sapeva più che fare per svincolarsi dall'incantesimo. Pagò delle messe alle anime del Purgatorio, e andò a chiedere aiuto al parroco e al brigadiere. A Pasqua andò a confessarsi, e fece pubblicamente sei palmi di lingua a strasciconi sui ciottoli del sacrato innanzi alla chiesa, in penitenza - e poi,come la Lupa tornava a tentarlo:- Sentite! - le disse, - non ci venite più nell'aia, perché se tornate a cercarmi, com'è vero Iddio, vi ammazzo!- Ammazzami, - rispose la Lupa, - ché non me ne importa; ma senza dite non voglio starci.Ei come la scorse da lontano, in mezzo a’seminati verdi, lasciò di zappare la vigna, e andò a staccare la scure dall'olmo. La Lupa lo vide venire, pallido e stralunato, colla scure che luccicava al sole, e non si arretrò di un sol passo, non chinò gli occhi, seguitò ad andargli incontro con le mani piene dì manipoli di papaveri rossi, e mangiandoselo con gli occhi neri. - Ah! Malanno all'anima vostra! - balbettò Nanni.

ESERCIZI PER CASA

Dopo aver letto attentamente il racconto, rispondi alle seguenti domande:1. Quali sono i personaggi principali del racconto? Quali quelli secondari?2. Quale ruolo ricopre la Lupa? Quale Nanni? Che ruolo assume Nanni rispetto a

quello della Lupa?3. Chi ha un rapporto di dominio tra:

- la Lupa e Maricchia- Maricchia e Nanni- Nanni e la Lupa

Motiva la tua risposta basandoti sulle azioni e sui comportamenti descritti nel testo.4. Chi presenta il personaggio della Lupa? 5. Rintraccia nel testo gli elementi della sua descrizione, poi riassumile in un breve

paragrafo di 10 righe.6. A quali dei tre personaggi citati appartengono le seguenti caratteristiche?

Pieno di rimorsi – debole – sottomessa – gelosa – seducente – testarda - indipendente – insaziabile – autoritaria – infelice – impaurito.

7. Prova a riscrivere brevemente la parte del racconto, dal punto in cui si dice che Maricchia ha avuto i bambini fino al punto in cui va dal brigadiere, partendo dal punto di vista di Maricchia stessa..

N. B.: anche questo esercizio sarà da svolgere in un foglio, in modo da permetter all’insegnante un’attenta correzione a casa, correzione che in classe non sarebbe possibile fare per tutti per ovvie limitazioni di tempo.

Brano E: La madre (I. Svevo)

In una valle chiusa da colline boschive, sorridente nei colori della primavera, s’ergevano una accanto all'altra due grandi case disadorne, pietra e calce. Parevano fatte dalla

78

Page 80: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

stessa mano, e anche i giardini chiusi da siepi, posti dinanzi a ciascuna di esse, erano della stessa dimensione e forma. Chi vi abitava non aveva però lo stesso destino.In uno dei giardini, mentre il cane dormiva alla catena e il contadino si dava da fare intorno al frutteto, in un cantuccio, appartati, alcuni pulcini parlavano di loro grandi esperienze. Ce n'erano altri di più anziani nel giardino, ma i piccini, il cui corpo conservava tuttavia la forma dell'uovo da cui erano usciti, amavano esaminare fra di loro la vita in cui erano piombati, perché non vi erano ancora tanto abituati da non vederla. Avevano già sofferto e goduto perché la vita di pochi giorni è più lunga di quanto possa sembrare a chi la subì per anni, e sapevano molto, visto che una parte della grande esperienza l'avevano portata con sé dall'uovo. Infatti appena arrivati alla luce, avevano saputo che le cose bisognava esaminarle bene prima con un occhio eppoi con l'altro per vedere se si dovevano mangiare o guardarsene.E parlarono del mondo e della sua vastità, con quegli alberi e quelle siepi che lo chiudevano, e quella casa tanto vasta ed alta. Tutte cose che si vedevano già, ma si vedevano meglio parlandone.Però uno di loro, dalla lanuggine gialla, satollo - perciò disoccupato - non s'accontentò di parlare delle cose che si vedevano, ma trasse dal tepore del sole un ricordo che subito disse: - Certamente noi stiamo bene perché c'è il sole, ma ho saputo che a questo mondo si può stare anche meglio, ciò che molto mi dispiace, e ve ne informo perché spiaccia anche a voi. La figliuola del contadino disse che noi siamo tapini perché ci manca la madre. Lo disse con un accento di sì forte compassione ch'io dovetti piangere.Un altro più bianco e di qualche ora più giovine del primo, per cui ricordava ancora con gratitudine l'atmosfera dolce da cui era nato, protestò: - Noi una madre l'abbiamo avuta. È quell'armadietto sempre caldo, anche quando fa il freddo più intenso, da cui escono i pulcini belli e fatti.Il giallo che da tempo portava incise nell'animo le parole della contadina, e aveva perciò avuto il tempo di gonfiarle sognando di quella madre fino a figurarsela grande come tutto il giardino e buona come il becchime, esclamò, con un disprezzo destinato tanto al suo interlocutore quanto alla madre di cui costui parlava: - Se si trattasse di una madre morta, tutti l'avrebbero. Ma la madre è viva e corre molto più veloce di noi. Forse ha le ruote come il carro del contadino. Perciò ti può venire apresso senza che tu abbia il bisogno di chiamarla per scaldarti quando sei in procinto di essere abbattuto dal freddo di questo mondo. Come dev'essere bello di avere accanto, di notte, una madre simile.Interloquì un terzo pulcino, fratello degli altri perché uscito dalla stessa macchina che però l'aveva foggiato un po' altrimenti, il becco più largo e la gambucce più brevi. Lo dicevano il pulcino maleducato perché quando mangiava si sentiva battere il suo beccuccio, mentre in realtà era un anatroccolo che al suo paese sarebbe passato per compitissimo. Anche in sua presenza la contadina aveva parlato della madre. Ciò era avvenuto quella volta ch' era morto un pulcino crollato esausto dal freddo nell'erba, circondato da altri pulcini che non l'avevano soccorso perché essi non sentono il freddo che tocca agli altri. E l'anitroccolo con l'aria ingenua che aveva la sua faccina invasa dalla base larga del beccuccio, asserì addirittura che quando c'era la madre i pulcini non potevano morire.Il desiderio della madre presto infettò tutto il pollaio e si fece più vivo, più inquietante nella mente dei pulcini più anziani. Tante volte le malattie infantili attaccano gli adulti e si fanno per loro più pericolose, e le idee anche, talvolta. L'immagine della madre, quale s'era formata in quelle testine scaldate dalla primavera, si sviluppò smisuratamente, e tutto il bene si chiamò madre, il bel tempo e l'abbondanza, e quando soffrivano pulcini, anatroccoli e tacchinucci divenivano veri fratelli perché sospiravano la stessa madre. Uno dei più anziani un giorno giurò ch'egli la madre l'avrebbe trovata non volendo più restarne privo. Era il solo che nel pollaio fosse battezzato è si chiamava Curra perché quando la contadina, col becchime nel grembiale chiamava curra, curra, egli era il primo ad accorrere. Era già vigoroso, un galletto nel cui animo generoso albeggiava la combattività. Sottile e lungo come una lama, esigeva la madre prima di tutto perché lo ammirasse: la madre di cui si diceva che sapesse procurare ogni dolcezza e perciò anche la soddisfazione dell'ambizione e della vanità. Un giorno, risoluto, Curra con un balzo sgusciò fuori dalla siepe che, fitta, contornava il giardino natio. All'aperto subito sostò

79

Page 81: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

intontito. Dove trovare la madre nell'immensità di quella valle su cui un cielo azzurro sovrastava ancora più esteso? A lui, tanto piccolo, non era possibile di frugare in quell'immensità. Perciò non s'allontanò di troppo dal giardino natio, il mondo che conosceva, e, pensieroso, ne fece il giro. Così capitò dinanzi alla siepe dell'altro giardino. - Se la madre fosse qui dentro - pensò -la troverei subito. – Sottrattosi all'imbarazzo dell'infinito spazio, non ebbe altre esitazioni. Con un balzo attraversò anche quella siepe, e si trovò in un giardino molto simile a quello donde veniva.Anche qui v'era uno sciame di pulcini giovanissimi che si dibattevano nell'erba folta. Ma qui v'era anche un animale che nell'altro giardino mancava. Un pulcino enorme, forse dieci volte più grosso di Curra, troneggiava in mezzo agli animalucci coperti di sola peluria, i quali - lo si vedeva subito - consideravano il grosso, poderoso animale quale loro capo e protettore. Ed esso badava a tutti. Mandava un ammonimento a chi di troppo s'allontanava con suoni molto simili a quelli che la contadina nell'altro giardino usava coi propri pulcini. Però faceva anche dell’ altro. Ad ogni tratto si piegava sui più deboli coprendoli con tutto il suo corpo, certo per comunicar loro il proprio calore.- Questa è la madre. - pensò Curra con gioia. - L'ho trovata ed ora non la lascio più. Come m'amerà! Io sono più forte e più bello di tutti costoro. E poi mi sarà facile di essere obbediente perché già l'amo. Come è bella e maestosa. Io già l'amo e a lei voglio sottomettermi. L'aiuterò anche a proteggere tutti cotesti insensati. Senza guardarlo la madre chiamò. Curra s'avvicinò credendo di essere chiamato proprio lui. La vide occupata a smuovere la terra con dei colpi rapidi e vigorosi degli artigli, e sostò curioso di quell' opera cui egli assisteva per la prima volta. Quand'essa si fermò; un picco1o vermicello si torceva dinanzi a lei sul terreno denudato dall'erba. Ora, essa chiocciava mentre i piccini a lei d'intorno non comprendevano e la guardavano estatici.- Sciocchi!- pensò Curra. - Non intendono neppure che essa vuole che mangino quel vermicello. - E, sempre spinto dal suo entusiasmo d'obbedienza, rapido, si precipitò sulla preda e l'ingoiò.E allora- povero Curra -la madre si lanciò su lui furibonda. Non subito egli comprese, perché ebbe anche il dubbio che essa, che l'aveva appena trovato, volesse accarezzarlo con grande furia. Egli avrebbe accettato riconoscente tutte le carezze di cui egli non sapeva nulla, e perciò ammetteva potessero far male. Ma i colpi del duro becco, che piovevano su lui, certo non erano baci e gli tolsero ogni dubbio.Volle fuggire ma il grosso uccello lo urtò e ribaltandolo, gli saltò addosso immergendogli gli artigli nel ventre.Con uno sforzo immane, Curra si rizzò e corse alla siepe. Nella sua pazza corsa ribaltò dei pulcini che stettero lì con le gambucce all'aria pigolando disperatamente.Perciò egli poté salvarsi perché la sua nemica sostò per un istante presso i caduti.Arrivato alla siepe, Curra, con un balzo, ad onta di tanti rami e sterpi, portò il suo piccolo ed agile corpo all'aperto.La madre, invece, fu arrestata da un intreccio di fronde. E là essa rimase maestosa guardando come da una finestra l'intruso che, esausto, s' era fermato anche lui. Lo guardava coi terribili occhi rotondi, rossi d'ira. -Chi sei tu che ti appropriasti il cibo ch'io con tanta fatica avevo scavato dal suolo?- Io sono Curra – disse umilmente il pulcino. – Ma tu chi sei e perché mi facesti tanto male?A1le due domande essa non diede che una sola risposta. - Io sono la madre, - e sdegnosamente gli volse il dorso.Qualche tempo appresso, Curra, ormai un magnifico gallo di razza, si trovava in tutt'altro pollaio. E un giorno sentì parlare da tutti i suoi nuovi compagni con affetto e rimpianto della madre loro.Ammirando il proprio, atroce destino, egli disse con tristezza: - La madre mia, invece, fu una bestiaccia orrenda, e sarebbe stato meglio per me ch'io non l'avessi mai conosciuta.

Brano E: Cos’è un re (G. Verga)

Compare Cosimo il lettighiere aveva governato le sue mule, allungate un po' le cavezze per la notte, steso un po' di strame sotto i piedi della baia, la quale era sdrucciolata due

80

Page 82: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

volte sui ciottoli umidi delle viottole di Grammichele, dal gran piovere che aveva fatto, e poi era andato a mettersi sulla porta dello stallatico, colle mani in tasca, a sbadigliare in faccia alla gente che era venuta per vedere il Re, e c'era tal via vai quella volta per le strade di Caltagirone che pareva la festa di San Giacomo; però stava coll'orecchio teso, e non perdeva d'occhio le sue bestie, le quali si rosicavano l'orzo adagio, adagio, perché non glielo rubassero. Giusto in quel momento vennero a dirgli che il Re voleva parlargli. Veramente non era il Re che voleva parlargli, perché il Re non parla con nessuno, ma uno di coloro per bocca dei quali parla il Re, quando ha da dire qualche cosa; gli disse che Sua Maestà desiderava la sua lettiga, l'indomani all'alba, per andare a Catania, e non voleva restare obbligato né al vescovo, né al sottointendente, ma preferiva pagar di sua tasca, come uno qualunque.Compare Cosimo avrebbe dovuto esserne contento, perché il suo mestiere era di fare il lettighiere, e proprio allora stava aspettando che venisse qualcuno a noleggiare la sua lettiga, e il Re non è di quelli che stanno a lesinare per un tarì dippiù o di meno, come tanti altri. Ma avrebbe preferito tornarsene a Grammichele colla lettiga vuota, tanto gli faceva specie di dovervi portare il Re nella lettiga, che la festa gli si cambiò tutta in veleno soltanto a pensarci, e non si godette più la luminaria, né la banda che suonava in piazza, né il carro trionfale che girava per le vie, col ritratto del Re e della Regina, né la chiesa di San Giacomo tutta illuminata, che sputava fiamme, e ove c'era il Santissimo esposto, e si suonavano le campane pel Re.Anzi più grande era la festa e più gli cresceva in corpo la paura di doverci avere il Re proprio nella sua lettiga, e tutti quei razzi, quella folla, quella luminaria e quello scampanio se li sentiva sullo stomaco, e non gli fecero chiudere occhio tutta la notte, che la passò a visitare i ferri della baia, a strigliar le mule e a rimpinzarle d'orzo sino alla gola, per metterle in vigore, come se il Re pesasse il doppio di tutti gli altri. Lo stallatico era pieno di soldati di cavalleria, con tanto di speroni ai piedi, che non se li levavano neppure per buttarsi a dormire sulle panchette, e a tutti i chiodi dei pilastri erano appese sciabole e pistole che il povero zio Cosimo pareva gli dovessero tagliare la testa con quelle, se per disgrazia una mula avesse a scivolare sui ciottoli umidi della viottola mentre portava il Re; e giusto era venuta tanta acqua dal cielo in quei giorni che la gente doveva avere addosso la rabbia di vedere il Re per mettersi in viaggio sino a Caltagirone con quel tempaccio. Per conto suo, com'è vero Dio, in quel momento avrebbe preferito trovarsi nella sua casuccia, dove le mule ci stavano strette nella stalla, ma si sentivano a rosicar l'orzo dal capezzale del letto, e avrebbe pagato quelle due onze che doveva buscarsi dal Re per trovarsi nel suo letto, coll'uscio chiuso, e stare a vedere col naso sotto le coperte, sua moglie affaccendarsi col lume in mano, a rassettare ogni cosa per la notte.All'alba lo fece saltar su da quel dormiveglia la tromba dei soldati che suonava come un gallo che sappia le ore, e metteva in rivoluzione tutto lo stallatico. I carrettieri rizzavano la testa dal basto messo per guanciale, i cani abbaiavano, e l'ostessa si affacciava dal fienile tutta sonnacchiosa, grattandosi la testa. Ancora era buio come a mezzanotte, ma la gente andava e veniva per le strade quasi fosse la notte di Natale, e i trecconi accanto al fuoco, coi lampioncini di carta dinanzi, battevano i coltellacci sulle panchette per vendere il torrone. Ah, come doveva godersi la festa tutta quella gente che comprava il torrone, e si strascinava stanca e sonnacchiosa per le vie ad aspettare il Re, e come vedeva passare la lettiga colle sonagliere e le nappine di lana, spalancava gli occhi, e invidiava compare Cosimo, il quale avrebbe visto il Re sul mostaccio, mentre sino allora nessuno aveva potuto avere quella sorte, da quarantottore che la folla stava nelle strade notte e giorno, coll’acqua che veniva giù come Dio la mandava. La chiesa di San Giacomo sputava ancora fuoco e fiamme, in cima alla scalinata che, non finiva più, aspettando il Re, pér dargli il buon viaggio, e suonava con tutte le sue campane per dirgli che era ora di andarsene. Che non li spegnevano mai quei lumi? E che aveva il braccio di ferro quel sagrestano per suonare a distesa notte e giorno? Intanto nel piano di San Giacomo spuntava appena l’alba cenerognola, e la valle era tutta un mare di nebbia; eppure la folla era fitta come le mosche, col naso nel cappotto, e appena vide arrivare la lettiga voleva soffocare compare Cosimo e le sue mule, che credeva ci fosse dentro il Re.

81

Page 83: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Ma il Re si fece aspettare un bel pezzo; a quell'ora forse si infilava i calzoni, o beveva il suo bicchierino d'acquavite, per risciacquarsi la gola, che compare Cosimo non ci aveva pensato nemmeno quella mattina, tanto si sentiva la gola stretta. Un'ora dopo arrivò la cavalleria, colle sciabole sfoderate, e fece far largo. Dietro la cavalleria si rovesciò un'altra ondata di gente, e poi la banda, e poi ancora dei galantuomini, e delle signore col cappel-lino, e il naso rosso dal freddo; e accorrevano persino i trecconi, colle panchette in testa, a piantar bottega per cercar di vendere un altro po' di torrone; tanto che nella gran piazza non ci sarebbe entrato più uno spillo, e le mule non avrebbero nemmeno potuto scacciarsi le mosche, se non fosse stata la cavalleria a far fare largo, e per giunta la cavalleria portava un nugolo di mosche cavalline, di quelle che fanno imbizzarrire le mule di una lettiga, talché compare Cosimo si raccomandava a Dio e alle anime del Purgatorio ad ognuna che ne acchiappava sotto la pancia delle sue bestie.Finalmente si udì raddoppiare lo scampanio, quasi le campane fossero impazzate, e i mortaietti che sparavano al Re, e arrivò correndo un'altra fiumana di gente, e si vide spuntare la carrozza del Re, la quale in mezzo la folla pareva galleggiasse sulle teste. Allora suonarono le trombe e i tamburi, e ricominciarono a sparare i mortaretti, che le mule, Dio liberi, volevano romper i finimenti e ogni cosa sparando calci; i soldati tirarono fuori le sciabole, giacché le avevano messe nel fodero un'altra volta, e la folla gridava: - La regina, la regina! E quella piccolina lì, accanto a suo marito, che non par vero! -Il Re invece era un bel pezzo d'uomo, grande e grosso, coi calzoni rossi e la sciabola appesa alla pancia; e si tirava dietro il vescovo, il sindaco, il sottointendente, e un altro sciame di galantuomini coi guanti e il fazzoletto da collo bianco, e vestiti di nero che dovevano averci la tarantola nelle ossa con quel po' di tramontana che spazzava la nebbia dal piano di San Giacomo. Il Re stavolta, prima di montare a cavallo, mentre sua moglie entrava nella lettiga, parlava con questo e con quello come se, non fosse stato fatto suo, e accostandosi a compare Cosimo gli batté anche colla mano sulla spalla, e gli disse tale e quale, col suo parlare napoletano: - Bada che porti la tua regina! - che compare Cosimo si sentì rientrare le gambe nel ventre, tanto più che in quel momento si udì un grido da disperati, la folla ondeggiò come un mare di spighe, e si vide una giovinetta, vestita ancora da monaca, e pallida pallida, buttarsi ai piedi del Re, e gridare: - Grazia! - Chiedeva la grazia per suo padre, il quale si era dato le mani attorno per buttare il Re giù di sella, ed era stato condannato ad aver tagliata la testa. Il Re disse una parola ad uno che gli era vicino, e bastò perché non tagliassero la testa al padre della ragazza. Così ella se ne andò tutta contenta, che dovettero portarla via svenuta dalla consolazione.Vuol dire che il Re con una sua parola poteva far tagliare la testa a chi gli fosse piaciuto, anche a compare Cosimo se una mula della lettiga, metteva un piede in fallo, e gli buttava giù la moglie, così piccina com' era.Il povero compare Cosimo aveva tutto ciò davanti agli occhi, mentre andava accanto alla baia colla mano sulla stanga, e l'abito della Madonna fra le labbra, che si raccomandava a Dio, come fosse in punto di morte, mentre tutta la carovana, col Re, la Regina e i soldati, si era messa in viaggio in mezzo alle grida e allo scampanio, e allo sparare dei mortaretti che si udivano ancora dalla pianura; talché quando furono arrivati giù nella valle, in cima al monte si vedeva ancora la folla nera brulicare al sole come se ci fosse stata la fiera del bestiame nel piano di San Giacomo.A che gli giovava il sole e la bella giornata a compare Cosimo? se ci aveva il cuore più nero del nuvolo, e non si arrischiava di levare gli occhi dai ciottoli su cui le mule posavano le zampe come se camminassero sulle uova; né stava a guardare come venissero i seminati, né a rallegrarsi nel veder pendere i grappoli delle ulive, lungo le siepi, né pensava al gran bene che avea fatto tutta quella pioggia della settimana, ché gli batteva il cuore come un martello soltanto al pensare che il torrente poteva essere ingrossato, e dovevano passarlo a guado! Non si arrischiava a mettersi a cavalcioni sulle stanghe, come soleva fare quando non portava la sua regina, e lasciarsi cadere la testa sul petto a schiacciare un sonnellino, sotto quel bel sole e colla strada piana che le mule l'avrebbero fatta ad occhi chiusi; mentre le mule che non avevano giudizio, e non sapevano quel che portassero, si godevano la strada piana ed asciutta, il sole tiepido e la campagna verde, scondizolavano e scuotevano allegramente le sonagliere, che per poco non si mettevano

82

Page 84: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

a trottare, e compare Cosimo si sentiva saltare lo stomaco alla gola dalla paura soltanto al vedere mettere in brio le sue bestie, senza un pensiero al mondo né della Regina, né di nulla.La Regina, lei, badava a chiacchierare con un' altra signora che le avevano messo in lettiga per ingannare il tempo, in un linguaggio che nessuno ci capiva una maledetta; guardava la campagna cogli occhi azzurri come il fiore del lino e appoggiava allo sportello una mano così piccina che pareva fatta apposta per non aver nulla da fare; che non valeva la pena di riempire d'orzo le mule per portare quella miseria, regina tal quale era! Ma ella poteva far tagliare il collo alla gente con una sola parola, così piccola com' era, e le mule che non avevano giudizio con quel carico leggiero, e tutto quell'orzo che avevano nella pancia, provavano una gran tentazione di mettersi a saltare e ballare per la strada, e di far tagliare la testa a compare Cosimo.Sicché il poveraccio per tutta la strada non fece che recitare fra i denti paternostri e avemarie, e raccomandarsi ai suoi morti, quelli che conosceva e quelli che non conosceva, fin quando arrivarono alla Zia Lisa, che era accorsa una gran folla a vedere il Re, e davanti ad ogni bettola c'era il suo pezzo di maiale appeso e scuoiato per la festa. Come arrivò a casa sua, dopo aver consegnata la regina sana e salva, non gli pareva vero, e baciò la sponda della mangiatoia legandovi le mule; poi si mise in letto senza mangiare e senza bere, ché non voleva vedere nemmeno i danari della regina, e li avrebbe lasciati nella tasca del giubbone chissà quanto tempo, se non fosse stato per sua moglie che andò a metterli in fondo alla calza sotto il pagliericcio.Gli amici e i conoscenti, che erano curiosi di sapere come erano fatti il Re e la Regina, venivano a domandargli del viaggio, col pretesto d'informarsi se aveva acchiappato la malaria. Egli non voleva dir nulla, che gli tornava la febbre soltanto a parlarne, e il medico veniva mattina e sera, e si prese circa la metà di quei panari della Regina.Solamente molti anni dopo, quando vennero a pignorargli le mule in nome del Re, perché non aveva potuto pagare il debito, compare Cosimo non si dava pace pensando che pure quelle erano le mule che gli avevano portato la moglie sana e salva, al Re, povere bestie; e allora non c'erano le strade carrozzabili, ché la Regina si sarebbe rotto il collo, se non fosse stato per la sua lettiga, e la gente diceva che il Re e la Regina erano venuti apposta in Sicilia per fare le strade, che non ce n'erano ancora, ed era una porcheria. Ma allora campavano i lettighieri, e Compare Cosimo avrebbe potuto pagare il debito, e non gli avrebbero pignorato le mule, se non veniva il Re e la Regina a far le strade carrozzabili.E più tardi, quando gli presero il suo Orazio, che lo chiamavano Turco, tanto era nero e forte, per farlo artigliere, e quella povera vecchia di sua moglie piangeva come una fontana, gli tornò in mente quella ragazza ch'era venuta a buttarsi ai piedi del Re gridando - grazia! - e il Re con una parola l'aveva mandata via contenta. Né voleva capire che il Re d'adesso era un altro, e quello vecchio l'avevano buttato giù di sella. Diceva che se fosse stato lì il Re, li avrebbe mandati via contenti, lui e sua moglie, proprio sul mostaccio, coi calzoni rossi, e la sciabola appesa alla pancia, e con una parola poteva far tagliare il collo alla gente, e mandare puranco a pignorare le mule, se uno non pagava il debito, e pigliarsi i figliuoli per soldati, come gli piaceva.

ESERCIZI PER CASA

Dopo aver letto con attenzione il brano, rispondi alle seguenti domande:1. Chi è il protagonista del racconto? Quali sono gli altri personaggi?2. Perché il narratore definisce sempre compare Cosimo povero?3. Trova nel testo tutte le forme di discorso indiretto libero. A chi si riferiscono?4. Ci sono esempi di discorso diretto? E indiretto? Trovali e segnali nel testo.5. Segnala nel testo gli anacoluti, le costruzioni sintatticamente imprecise, gli usi

impropri del “che” polivalente; aggiustali poi in una forma sintatticamente più “corretta”.

83

Page 85: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

6. Osserva il titolo della novella: che cos’è il re per compare Cosimo? Il suo pensiero cambia nel corso della novella? Perché?

7. Indica nel testo alcuni indizi che ti lasciano intuire il giudizio del narratore rispetto alla vicenda.

8. Riscrivi un capoverso del racconto adottando la narrazione in prima persona, come se il narratore fosse compare Cosimo, modificando quindi le parti relative ai suoi discorsi e ai suoi pensieri.

VERIFICA FORMATIVA

Brano F: La morte dell’impiegato (A. Čechov).

Una magnifica sera un non meno magnifico usciere, Vàn Dmitric’Cerviakòv, era seduto nella seconda fila di poltrone e seguiva col binocolo Le campane di Corneville. Guardava e si sentiva al colmo della beatitudine. Ma a un tratto... Nei racconti spesso s'incontra questo «a un tratto». Gli autori han ragione: la vita è così piena d'imprevisti! Ma a un tratto il suo viso fece una smorfia, gli occhi si stralunarono, il respiro gli si fermò... egli scostò dagli occhi il binocolo, si chinò e... eccì!!! Aveva starnutito, come vedete. Starnutire non è vietato ad alcuno e in nessun posto. Starnutiscono i contadini, e i capi di polizia, e a volte perfino i consiglieri segreti. Tutti starnutiscono. Cerviakòv non si confuse per nuIla, s' asciugò col fazzolettino e, da persona garbata, guardò intorno a sé: non aveva disturbato qualcuno col suo starnuto?Ma qui, si, gli toccò confondersi. Vide che un vecchietto, seduto davanti a lui, nella prima fila di poltrone, stava asciugandosi accuratamente la calvizie e il collo col guanto e borbottava qualcosa. Nel vecchietto Cerviakòv riconobbe il generale civile Brizzalov, in servizio al dicastero delle comunicazioni.«L'ho spruzzato!», pensò Cerviakòv. «Non è il mio superiore, è un estraneo, ma tuttavia è seccante. Bisogna scusarsi».Cerviakòv tossì, si sporse col busto in avanti e bisbigliò all' orecchio del generale:- Scusate, eccellenza, vi ho spruzzato... involontariamente…-... Non è nulla, non è nulla.. .- Per amor di Dio, scusatemi. Io, vedete... non lo volevo!- Ah, sedete, vi prego! Lasciatemi ascoltare!Cerviakòv rimase impacciato, sorrise scioccamente e riprese a guardar la scena. Guardava, ma ormai beatitudine non ne sentiva più. Cominciò a tormentarlo. L’inquietudine. Nell'intervallo egli s'avvicinò a Brizzalov, passeggiò un poco accanto a lui e, vinta la timidezza, mormorò:- Vi ho spruzzato, eccellenza... Perdonate.. Io, vedete... non che volessi... - Ah, smettetela... Io ho già dimenticato, e voi ci tornate sempre su! - disse il generale e mosse con impazienza il labbro inferiore.«Ha dimenticato, e intanto ha la malignità negli occhi», pensò Cerviakòv, gettando occhiate sospettose al generale. «Non vuol nemmeno parlare. Bisognerebbe spiegargli che non desideravo affatto... che questa è una legge di natura, se no penserà ch'io volessi sputare. Se non lo penserà adesso, lo penserà poi…»Giunto a casa, Cerviakòv riferì alla moglie il suo atto incivile. La moglie, come a lui parve, prese l'accaduto con troppa leggerezza; ella si spaventò soltanto, ma poi, quando apprese che Brizzalov era un «estraneo», si tranquillò.- Ma tuttavia passaci, scusati, - disse. - Penserà che tu non sappia comportarti in pubblico!- Ecco, è proprio questo! Io mi sono scusato, ma lui in un certo modo strano...Una sola parola sensata non l'ha detta. E non c'era neppur tempo di discorrere. Il giorno dopo Cerviakòv indossò la divisa di servizio nuova, si fece tagliare i capelli e andò da Brizzalov

84

Page 86: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

a spiegare... Entrata nella sala di ricevimento del generale, vide là numerosi postulanti, e in mezzo ai postulanti anche il generale in persona, che già aveva cominciato l'accettazione delle domande. Interrogati alcuni visitatori, il generale alzò gli occhi anche su Cerviakòv.- Ieri, all'Arcadia, se rammentate, eccellenza, - prese a esporre l’usciere, - io starnutii e..., involontariamente vi spruzzai... Scus...- Che bazzecole... Dio sa che è! Voi che cosa desiderate? - si rivolse il generale al postulante successivo.«Non vuoI parlare!», pensò Cerviakòv; impallidendo.- «È arrabbiato dunque...No, non posso lasciarla così... Gli spiegherò...»Quando il generale finì di conversare con l'ultimo postulante e si diresse verso gli appartamenti interni, Cerviakòv fece un passo dietro a lui e prese a mormorare: - Eccellenza! Se oso incomodare vostra eccellenza, è precisamente per un senso, posso dire, di pentimento!... Non lo feci apposta, voi stesso. Lo sapete!Il generale fece una faccia piagnucolosa e agitò la mano.- Ma voi vi burlate semplicemente, egregio signore! - diss'egli, scomparendo dietro la porta.«Che burla c'è mai qui?», pensò Cerviakòv. «Qui non c'è proprio nessuna burla! È generale, ma non può capire! Quand'è così, non starò più a scusarmi con questo fanfarone! Vada al diavolo! Gli scriverò una lettera e non ci andrò più! Com' è vero Dio, non ci andrò più!»Così pensava Cerviakòv andando a casa. La lettera al generale non la scrisse: Pensò, pensò, ma in, nessuna maniera poté concepire quella lettera. Gli toccò il giorno dopo andare di persona a spiegare.- Ieri venni a incomodare vostra eccellenza, - si mise a borbottare, quando il generale alzò su di lui due occhi interrogativi, - non già per burlarmi, come vi piacque dire. lo mi scusavo perché, starnutendo, vi avevo spruzzato... e a burlarmi non pensavo nemmeno. Oserei io burlarmi? Se noi ci burlassimo, vorrebbe dire allora che non c'è più alcun rispetto... per le persone...- Vattene! -garrì il generale, fattosi d'un tratto livido e tremante.- Che cosa? ~ domandò con un bisbiglio Cerviakòv, venendo meno dallo sgomento.- Vattene! - ripeté il generale, pestando i piedi.Nel ventre di Cerviakòv qualcosa si lacerò. Senza veder nulla, senza udir nulla, egli indietreggiò verso la porta, uscì in strada e si trascinò via... Arrivato macchinalmente a casa, senza togliersi la divisa di servizio, si coricò sul divano e... morì.

Dopo aver letto con attenzione il brano, rispondi alle seguenti domande:1. Quali sono i personaggi del racconto? Individua la loro funzione (protagonista,

deuteragonista, ecc…).2. In che modo è condotta la presentazione dei personaggi: attraverso un ritratto,

attraverso indizi, attraverso interventi del narratore, attraverso interventi dei personaggi stessi? Giustifica la tua risposta con esempi tratti dal testo.

3. Rintraccia nel testo le parti relative alla descrizione dei personaggi.4. In che modo vengono riportati i discorsi e i pensieri dei personaggi? Secondo te,

perché l’autore ha fatto questa scelta?5. Scrivi (in 6/7 righe per ciascuno) un breve ritratto dei personaggi di Cerviakòv e di

Brizzalov, rielaborando a parole tue i dati che puoi desumere dal testo. 6. Il racconto sviluppa uno spunto iniziale, lo starnuto dell’usciere, che colpisce

casualmente il generale civile Brizzalov. Questo caso, apparentemente banale, viene indagato come sintomo rivelatore di una malattia ben più grave, l’ansia di non essere capace di assolvere ai propri doveri e di avere mancato alle regole sociali. La “malattia” produce stress e angoscia, tanto che, senza accorgersene, l’impiegato arriva a morirne. Ci troviamo perciò di fronte a un uomo incapace di

85

Page 87: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

vivere nella società in modo naturale e positivo, che risulta una vittima inconsapevole dei meccanismi sociali che schiacciano l’individuo.Ecco tre possibili chiavi interpretative del racconto:

- il racconto vuole rappresentare un personaggio ossessionato dal rispetto per i suoi superiori;

- il racconto vuole sottolineare l’incomunicabilità tra le persone;- il racconto vuole significare il contrasto esistente tra apparenza e realtà.

Discuti brevemente queste tre interpretazioni, puoi affermare quale ti convince di più e per quali motivi; puoi anche esprimere un eventuale tuo dissenso, motivato, per una di esse; oppure puoi aggiungere un’altra chiave di lettura che ti sembra altrettanto o più valida di quelle proposte.

RECUPERO E CONSOLIDAMENTO

ESERCIZIO AInventa un breve testo in cui i protagonisti siano due compagni di scuola che non si vedono da tanto tempo. Prendi come punto di partenza questi dati: Marco Barbieri/Simona Pani, entrato/a in un negozio di abbigliamento, riconosce nel proprietario/a un vecchio/a compagno/a di scuola, Francesco Chiara/Valentina Farina; i due si salutano amichevolmente e si ripromettono di vedersi a cena. Devono emergere, sia da una descrizione del narratore, che dai dialoghi tra i due protagonisti, le seguenti caratteristiche:- Marco/Simona è dipendente in una banca ed è sposato/a. È molto cambiato/a nell’aspetto fisico. Molto chiacchierone/a, estroverso/a, è anche piuttosto insistente.- Francesco/Valentina ha il negozio da poco e non è sposato/a. È piuttosto timido/a e riservato/a, di poche parole. Da ragazzo/a non amava molto la scuola.

ESERCIZIO B - attività di brainstorming volta a far emergere le conoscenze dei ragazzi relativamente all’unità didattica appena svolta e anche le eventuali lacune.In mezzo all’aperta pianura, sotto un cielo senza stelle, nero d’un nero d’inchiostro, un uomo percorreva la strada maestra tra Marchiennes e Montsou; dieci chilometri di massicciata che si lanciava in linea retta attraverso campi di barbabietole. Quasi non vedeva dove metteva i piedi; e dell’immenso orizzonte piatto che lo circondava aveva solo sentore per le raffiche del vento di marzo: vaste raffiche che spazzavano la pianura come un mare; gelate da leghe e leghe di palude e di landa sulle quali erano passate. Non un profilo d'alberi sul cielo; diritta come un molo, la strada si protendeva in un buio impenetrabile aIlo sguardo.Partito verso le due da Marchiennes, l'uomo camminava a passi affrettati, rabbrividendo sotto la giacchetta logora di cotone e le brache di velluto; impacciato da un pacco avvolto in un fazzolettone a quadri che si stringeva contro e mutava spesso di fianco per ficcare in tasca le mani intirizzite che la sferza del vento scorticava. Nel suo capo vuoto di operaio senza lavoro e senza tetto rimuginava un unico pensiero: la speranza che col sorgere dell’alba il freddo si farebbe sentir meno.Camminava così da un'ora quando a due chilometri da Montsou scorse a sinistra, come sospesi a mezz' aria, rosseggiare tre fuochi, simili a bracieri che ardessero all'aperto. Subito esitò; poi, tant'è, non poté resistere alla tentazione di scaldarsi un momento le mani. Il sentiero incassato che prese gli sottrasse i fuochi alla vista. Ora l'uomo aveva a

86

Page 88: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

destra una palizzata, una specie di paratia di grosse tavole che costeggiava una strada ferrata; a sinistra un margine erboso oltre il quale si distinguevano in confuso dei tetti: una borgata di case basse, uniformi.Un duecento passi più in là, a una svolta, i fuochi ricomparvero; più vicini questa volta; ma, non fosse stato il vapore che li annebbiava, si sarebbero detti delle lune, e apparivano così alti suI cielo grigio da lasciare incerti di che si trattasse. L’uomo se lo chiedeva, quando un altro spettacolo lo arrestò. Era, a livello del suolo, una macchia massiccia, un tozzo agglomerato degli edifizi, di dove si slanciava il camino d'una fabbrica. Vaghi bagliori uscivano dalle sudice finestre; fuori, cinque o sei smorte lanterne appese a travature annerite lasciavano intravedere di scorcio una fila di enormi cavalletti. E da quella apparizione fantastica, immersa nella notte e nel fumo, non saliva che un suono; il respiro lungo e affannoso d'uno scappamento che non si riusciva a vedere.Ah, una miniera! Presentarsi? Per sentirsi dire di no? L’uomo si sentì riprendere dall'avvilimento! Invece di dirigersi verso il fabbricato, si decise a salire sul terrapieno, sul quale ardevano, in bracieri di ghisa, i tre fuochi che aveva avvistati per primi e che servivano a far luce agli operai nel loro lavoro e a riscaldarli.I terrazzieri dovevano aver finito il turno da poco, perché stavano sgombrando lo sterro. Già i manovali avviavano i trenini sulle rotaie che correvano sui cavalletti e presso ogni fuoco si scorgevano ombre umane occupate a ribaltare berline.- Buon giorno, - fece, avvicinandosi a uno dei bracieri. - .Colui che aveva salutato voltava le spalle al fuoco; era un carrettiere; un vecchio vestito d'un maglione violetto, con in capo un berretto di pelo di coniglio; il suo cavallo, un grande cavallo fulvo,aspettava, fermo come un macigno, che si scaricassero i sei vagoncini che aveva trainato sin lì. Il manovale addetto alla manovra di scarico, un ragazzone di pelo rosso, sfiancato, non mostrava fretta: manovrava così fiaccamente che pareva dormisse. E qui in alto il vento soffiava più impetuoso che mai; una tramontana ghiacciata che investiva con la violenza di una falciata.Il vecchio rese il saluto.Vi fu una pausa. Avvedendosi dello sguardo diffidente dell’altro, il nuovo venuto affrettò a presentarsi.- Mi chiamo Stefano Lantier, meccanico…Non ci sarebbe lavoro per me, qui?Ora, in luce, mostrava ventun anno; bell’uomo, bruno, piuttosto smilzo ma d’aspetto robusto.Rassicurato, il carrettiere scosse il capo: - Da meccanico, no…Ancora ieri se ne sono presentati due inutilmente. No, no.Lasciata passare una raffica che mozzava le parole in bocca, Stefano, indicando la macchia scura del fabbricato lì sotto: - È una miniera, non è vero? "Questa volta, a impedire all'altro di rispondere, fu un impeto di tosse che lo strangolò. Quando poté sputare, lo sputo lasciò sul terreno imporporato dal braciere una chiazza nerastra. .- Sì, una miniera; il Voreux. Ed ecco, là, le case operaie... - e tendeva il braccio a indicare nella notte la borgata di cui l'altro aveva intravisto i tetti.S'era finito di scaricare; da sé, senza che il carrettiere avesse neanche da schioccare la frusta, il grosso cavallo fulvo ripartì, camminando tra le rotaie e trainando pesantemente la berlina vuota, il pelo arruffato sotto una nuova raffica; mentre il vecchio gli si metteva dietro, armeggiando a fatica le gambe irrigidite dai reumatismi.Ormai, agli occhi del giovane, il Voreux aveva perso il suo aspetto fantastico. Indugiandosi a scaldarsi le mani scorticate dal freddo, ora Stefano riconosceva la tettoia incatramata del capannone della cernita, il castello del pozzo, lo stanzone del macchinario per l'estrazione, la torretta quadra della pompa di eduzione. La miniera, pigiata a quel modo in una piega del terreno, coi suoi tozzi fabbricati in mattone, col camino che ne sporgeva come un corpo minaccioso, gli aveva l'aria malvagia d'un animale ingordo, ap-piattato lì per divorare gli uomini. Contemplandola, pensava a sé; all’esistenza di vagabondo che da otto giorni menava in cerca di lavoro; si rivedeva nelle Officine delle Ferrovie dove lavorava, il giorno che aveva schiaffeggiato il suo capo. Scacciato da Lilla, scacciato dappertutto, il sabato prima era arrivato a Marchiennes, attrattovi dalla speranza

87

Page 89: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

di trovar lavoro in quelle ferriere; ma nulla: né alle ferriere, né da Sonneville. La domenica l'aveva passata nascosto tra le cataste di legname d'una fabbrica di carri, donde poc'anzi - quella stessa notte alle due - un sorvegliante l'aveva scoperto e scacciato. Non aveva più un soldo né un cantuccio di pane: a che seguitare a battere le strade, senza una meta, senza neppure un luogo dove ripararsi dalla tramontana?Sì, ora la vedeva bene; era proprio una miniera. Le rade lanterne rischiaravano il locale delle macchine: l'improvviso schiudersi d'una porta gli aveva permesso di intravedere, in un lampo accecante, i fuochi delle caldaie. Ora si spiegava tutto; anche lo scappamento della pompa, quel lungo affannoso soffio incessante che si sarebbe detto la respirazione strozzata del mostro.

(É. Zola, La miniera- Germinal-)Ora rispondi alle seguenti domande

1. Chi è il protagonista? Che mestiere svolge?2. Da dove proviene? Perché ha lasciato il lavoro?3. Individua nel testo ci tratti che costituiscono il personaggio di Stefano. Vengono

date informazioni sul suo carattere?4. Vengono riportati i pensieri del protagonista? In che modo?

ESERCIZIO COsserva questo schema:- caratteristiche anagrafiche: nome, età, nazionalità, luogo di residenza, parentele…;- caratteristiche fisiche; - caratteristiche psicologiche: caratteri, stati d’animo…;- caratteristiche sociali: professione, situazione economica, ceto, ambiente in cui vive, amicizie,…

1. Rintraccia ed evidenzia nel seguente brano le caratteristiche sopra elencate (attento: non è detto che ci siano tutte!).

2. Applica lo schema al seguente brano, aggiungendo allo schema precedente questi altri elementi:

- i personaggi parlano in prima persona? I loro discorsi e pensieri vengono riportati dal narratore?

- Con quali personaggi entrano in relazione?

Jay e io eravamo in tribuna al nuovo stadio di Comiskey di Chicago e attendevamo la ripetizione della partita del 9 ottobre 1959, valida per il campionato mondiale di baseball.La partita stava per iniziare.Esattamente cinquecento anni prima, i Dodgers di Los Angeles avevano vinto nove a tre la partita originale, concludendo il campionato in sei giochi e portandosi a casa il titolo. Certo questa volta le cose avrebbero anche potuto andare diversamente, per quanto le, condizioni di partenza fossero il più possibile simili a quelle della partita originale.I White Sox di Chicago erano già in campo; si stavano passando la palla e poi la lanciavano a Wynn; il loro primo battitore, che si stava scaldando, KIuszewki era in prima base, Fox alla seconda, Goodman alla terza e Aparicio giocava tra la seconda e la terza. Gilliam sarebbe stato il primo battitore dei Dodgers, con Neal alle spalle. Il lancio d’inizio sarebbe toccato a Podres.Ovviamente non si trattava degli stessi giocatori di un tempo: erano androidi, uomini artificiali che differivano dai robot perché non erano di metallo ma di plastica flessibile, mossi da muscoli coltivati in laboratorio, e progettati come perfetti simulacri degli esseri umani. Questi erano le copie il più possibile perfette dei giocatori di mezzo millennio fa. Quando si trattava di riprodurre gli atleti degli antichi sport venivano meticolosamente studiati i documenti, le fotografie, i film televisivi e tutte le altre fonti possibili. Ciascun androide non solo era fisicamente identico all'antico atleta che rappresentava, ma era anche programmato in modo da essere bravo quanto il proprio prototipo, e non di più.

88

Page 90: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Non aveva giocato per un'intera stagione - ormai il baseball si limita alle partite del campionato mondiale che si disputano una volta all'anno in occasione degli anniversari delle partite originali - ma se anche avesse giocato le sue prestazioni sarebbero state identiche a quelle del giocatore di cui era la copia, e lo stesso valeva per i lanciatori. .In realtà, le partite avrebbero dovuto concludersi con gli stessi punteggi di quelle originali, però gli allenatori delle squadre - anch'essi androidi - potevano scegliere tattiche diverse o effettuare sostituzioni diverse. Di solito, vinceva il campionato la stessa squadra che l'aveva vinto storicamente, ma non sempre con lo stesso numero di tempi e spesso con punteggi intermedi molto diversi da quelli originali.La partita nei primi due innings rimane sullo zero a zero, come quella originale, ma col terzo cominciò a distaccarsi un bel po' dal modello, che aveva visto i Dodgers imporsi con sei run. Questa volta invece Wynn fece andare a base tre uomini con uno solo fuori, e riuscì a dominare la situazione e a lasciare i Dodgers a bocca asciutta.Le tribune e le gradinate cominciarono a rumoreggiare.Jay, che teneva per i White Sox, scommise con me sull'esito della partita, cosa che non aveva osato fare fino a quell'inning.Nel sesto inning... ma se la partita è registrata, perché perdersi nei dettagli? I White Sox vinsero con un margine di un run e restarono in lizza. Disponevano di tre tempi per ciascuno, e domani i White Sox avrebbero avuto la possibilità di vincere a man bassa e aggiudicarsi il titolo.Jay (il suo vero nome è una J seguita da dodici cifre) e io ci alzammo e ci avviammo all'uscita come tutti gli altri spettatori. Fu come se un'ondata di lucido acciaio si riversasse dalle gradinate verso i cancelli.- Mi domando come sarebbe - disse Jay - se a giocare fossero dei veri esseri umani, come una volta.- E invece io mi domando - dissi - che effetto farebbe vedere un essere umano in carne ed ossa. Non ho ancora duecento anni, e loro si sono estinti già da almeno quattrocento anni. Mi accompagni a farmi lubrificare? È passato così tanto dall'ultima volta che comincio ad arrugginire. E poi, che ne dici di una piccola scommessa sulla partita di domani? A differenza della razza umana, i White Sox avranno una seconda possibilità. Comunque, noi facciamo del nostro meglio per tenere in vita le sue tradizioni.

(F. Brown, Seconda possibilità)

89

Page 91: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

VERIFICA SOMMATIVA(a cura di Silvia Cogoni)

Tempo previsto: 2 ore

Per la verifica sommativa di fine modulo verrà utilizzata la novella di L.Pirandello La

patente. Verrà distribuita ad ogni alunno un fascicolo contenente il brano e la serie di

domande

Dopo un attenta lettura del brano proposto, rispondi alle seguenti domande:

1. Dividi il testo in sequenze, sia evidenziandole sul testo, sia scrivendole sul foglio

(indicando le parole iniziali e finali di ogni sequenza), servendoti dei numeri alla

sinistra della pagina; indica inoltre per ognuna il carattere dominante (riflessivo,

descrittivo o narrativo).

2. Ricostruisci la fabula, facendo attenzione a ciò che il narratore anticipa e a ciò che

posticipa nel testo.

3. Individua le retrospezioni presenti e indicane la funzione.

4. Trova nel testo gli elementi che creano le maggiori differenze fra la prima e la

seconda parte della novella dal punto di vista della durata (presenza o assenza di

ellissi, sommari, pause descrittive, scene e dialoghi).

5. Che tipo di narratore si trova in questo racconto? Quale tipo di focalizzazione viene

utilizzata? Indica alcuni elementi del testo (almeno 8) che ti permettono di

individuarla.

6. Quali sono i personaggi del racconto? Individuali, e attribuisci a ognuno di loro la

rispettiva funzione.

7. Chi li presenta? Qual è la loro caratterizzazione? Indica nel testo le parti relative

alla loro descrizione e riportale sul foglio utilizzando lo stesso metodo della

domanda n° 1.

8. Osserva e individua i discorsi e i pensieri dei personaggi e indica quali sono i modi

utilizzati dal narratore per rappresentarli.

90

Page 92: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

Griglia di valutazione

Domanda PUNTI FASCIA DI VALUTAZIONE

PRESTAZIONE

1

9/10

7/8

6

4/5

2/3

Ottimo

Discreto-buono

Sufficiente

Insufficiente

Scarso

Vengono individuate tutte le sequenze e nominate correttamenteNe viene individuato corrett. il 70/80%; non sempre il nome è correttoIndividuato corrett. il 50/60%;stessa percent. per la correttezza dei nomiCorrettezza sia nell’individuazione che nel nominare le sequenze per il 40%Vengono individuate solo per una minima parte; i nomi sono per lo più errati.

2

9/10

7/8

6

4/5

2/3

Ottimo

Discreto-buono

Sufficiente

Insufficiente

Scarso

La fabula è corretta e completa, grande chiarezza espositiva e organicitàLa fabula è corretta e completa; alcune parti non sono collegate organicamente tra loro.La fabula è corretta, ma alcuni raccordi logici non vengono individuati. L’ordine logico e cronologico non è rispettato in gran parte della ricostruzione della fabula.La fabula non viene individuata.

3

9/10

7/8

6

4/5

2/3

Ottimo

Discreto-buono

Sufficiente

Insufficiente

Scarso

Le retrospezioni sono individuate tutte e ne viene individuata correttamente la funzione; Le retrospezioni non sono individuate tutte; ne viene comunque individuata la funzione; Le retrospezioni non sono individuate tutte e non viene individuata la funzione per tutte quelle segnalate; Le retrospezioni vengono individuate in percentuale minore del 40%; Le retrospezioni non vengono individuate

4

9/107/864/52/3

OttimoDiscreto-buonoSufficienteInsufficienteScarso

Vengono individuati tutti gli elementiVengono individuati quasi tutti gli elementi (80%)Viene individuata parte degli elementi (60%)Viene individuata solo una parte degli elementi (40%)Viene individuata una minima parte degli elementi (fino al 30%)

5

9/10

7/8

6

4/5

2/3

Ottimo

Discreto-buono

Sufficiente

Insufficiente

Scarso

Vengono individuati correttamente il tipo di narratore, la focalizzazione e tutti gli elementi utili richiesti per individuarla.Vengono individuati correttamente il tipo di narratore, la focalizzazione, ma non tutti gli elementi utili per l’individuazione (70/80%)Vengono individuate correttamente il tipo di narratore, la focalizzazione ma non tutti gli elementi utili per l’individuazione (50/60%)Viene individuato correttamente il tipo di narratore, ma non la focalizzazione né tutti gli elementi utili per l’individuazione (meno del 40%)Non viene individuato correttamente il narratore, né la focalizzazione, né sufficienti elementi utili per individuarla

6

9/10

7/8

Ottimo

Discreto-buono

Sono individuati tutti i personaggi con le rispettive funzioniSono individuati tutti i personaggi, ma non tutte le rispettive funzioni (80%)

91

Page 93: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

6

4/5

2/3

Sufficiente

Insufficiente

Scarso

Sono individuati tutti i personaggi ma non tutte le rispettive funzioni (50%)Non vengono individuati tutti i personaggi, né tutte le rispettive funzioni (meno del 50%)Non vengono individuati i personaggi e le loro funzioni

7

9/10

7/8

6

4/5

2/3

Ottimo

Discreto-buono

Sufficiente

Insufficiente

Scarso

Individuazione corretta del tipo di presentazione e caratterizzazione; individuazione corretta di tutte le parti nel testoIndividuazione corretta del tipo di presentazione e caratterizzazione; individuazione corretta non di tutte le parti nel testo (80%)Individuazione corretta del tipo di presentazione e caratterizzazione; individuazione corretta non di tutte le parti nel testo (50%)Individuazione non corretta del tipo di presentazione e caratterizzazione; individuazione corretta non di tutte le parti nel testo (fino al 40%)assenza di individuaz. e caratterizz.; parti del testo in numero esiguo

8

9/10

7/8

6

4/5

2/3

Ottimo

Discreto-buono

Sufficiente

Insufficiente

Scarso

Individuazione dei discorsi e pensieri dei personaggi; giusta indicazione dei modi di rappresentazioneIndividuazione non di tutti i discorsi e pensieri dei personaggi (80%); giusta indicazione dei modi di rappresentazioneIndividuazione non di tutti i discorsi e pensieri dei personaggi (50/60%); indicazione dei modi di rappresentazione non sempre corretta (80%)Individuazione non di tutti i discorsi e pensieri dei personaggi (40%); indicazione dei modi di rappresentazione non sempre corretta (50%)Assenza o minima individuazione dei discorsi e pensieri dei personaggi; scorrettezza nell’ indicazione dei modi di rappresentazione.

Per ogni risposta verrà dato un voto relativo alla padronanza della lingua, sia per quel che

riguarda la padronanza lessicale, sia per l’aspetto morfosintattico, ortografico e della

punteggiatura:

PUNTI FASCIA DI

VALUTAZIONE

PRESTAZIONE

9/10

7/8

6

4/5

2/3

Eccellente

Discreto-buono

Sufficiente

Insufficiente

Scarso

La risposta è costruita in modo rigoroso e ben coeso; esposizione corretta e appropriata; sicura padronanza della lingua; nessun errore di ortografia né di punteggiaturaEsposizione corretta e appropriata; scrittura fluida; buona padronanza della lingua; nessuno o qualche piccolo errore di ortografia e/o di punteggiaturaesposizione semplice, ma lineare e chiara pur con qualche difetto di coesione; qualche errore morfologico, qualche imprecisione lessicale, qualche errore di ortografia e/o punteggiaturala risposta prodotta difetta (parzialmente) di organicità e coerenza; esposizione impacciata e/o involuta, errori morfosintattici e/o improprietà lessicali; diversi errori di ortografia e/o punteggiaturale risposte sono prive di organicità e coerenza; esposizione stentata

92

Page 94: SSIS CAGLIARI - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/laprincipessassis/ling_paola_silvia_simon... · Web viewConsolidare i concetti di tempo della storia e tempo del racconto, distanza

e involuta, gravi errori morfosintattici e lessicali, gravi errori di ortografia e punteggiatura

Per ogni riposta sarà assegnato un voto parziale; per il voto finale si farà la media

matematica dei voti parziali, media in cui entrerà anche il voto medio relativo alla

padronanza della lingua.

In base ai risultati della verifica, si predisporranno opportune attività di recupero e/o

consolidamento

Gli alunni saranno divisi in 3 gruppi:

1. alunni con voto insufficiente (2-5)

2. alunni con voto sufficiente (6)

3. alunni con voto pienamente sufficiente (7-9)

1. Per gli alunni del primo gruppo, si predisporrà un’attività di ripresa generale dei

contenuti modulari, partendo da un’attività di brainstorming, mirata tra l’altro

all’accertamento delle più semplici definizioni dei termini narratologici presentati

nel modulo; questa prima fase sarà seguita dall’analisi degli schemi prodotti

durante le lezioni precedenti, applicati poi al brano utilizzato per la verifica

sommativa; il ripasso e l’analisi di tutto il materiale prodotto sarà seguito

costantemente dall’insegnante; i ragazzi, in gruppi di 3 o 4 persone, dovranno sia

analizzare brani semplici, sia produrre una storia in cui emergano le caratteristiche

del testo narrativo letterario analizzate durante il modulo. Questi gruppi saranno

affiancati da ragazzi appartenenti al terzo gruppo, che hanno già raggiunto gli

obiettivi modulari e pertanto potranno essere un valido sostegno per i loro

compagni.

2. Per gli alunni del secondo gruppo, si predisporrà un’attività in gruppi, sempre di 3

o 4 persone, volto all’analisi di testi di maggiore complessità; avrà uno spazio

maggiore la produzione di un testo in cui emergano gli elementi oggetto di studio.

3. Per gli alunni del terzo gruppo, l’attività sarà solo di consolidamento, e avverrà

con la creazione di un testo in cui emergano gli elementi oggetto di studio; i

ragazzi saranno anche impegnati a turno nell’affiancamneto dei compagni del

primo gruppo.

93