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    Radicati nella fedefoglio di collegamento della chiesa di Vocogno

    e della cappella dellOspedale di Domodossoladove si celebra la messa tradizionale 9Le difficolt non sono sem-

    pre un male, non sono certa-mente un male in s. Questo vero per la vita personale e lo anche per lavita pubblica. vero per la vita spirituale ed vero, verissimo, anche per la vita della Chiesa.

    Il male uno solo: perdere Cristo e la sua gra-

    zia. Il male la dannazione, non la sofferenza.

    Siamo cos immersi nella mentalit pagana diquesto mondo da non accorgerci pi che ragio-niamo come esso. Troppe volte per noi il male soffrire e, ed peggio,valutiamo la bont dellecose, la giustezza delledecisioni e delle opereintraprese, dal fatto cheesse ci diano o no sere-

    nit e tranquillit. Senon ci fanno soffrire, lecose per noi sonobuone.

    Questo modo di pen-sare e di pesare le cose quanto di pi lontanodal cristianesimo ci sia.In esso passa il rifiutopratico della Croce diCristo.

    Questo vero per ogni cosa, anche per il ritor-no alla Tradizione e alla Messa di sempre.

    In questi anni, dopo la promulgazione del MotuProprio Summorum Pontificum, con il quale suasantit Benedetto XVI dichiarava apertamenteche la Messa tradizionale non fu mai abolita edava facolt ai sacerdoti di tornare a celebrarladopo la sua entrata in vigore nel settembre disette anni fa', molti si spaventarono cos tantodelle resistenze messe in campo dalle curie dio-cesane contro il ritorno della Tradizione nellaChiesa, da gettare la spugna fin dallinizio, in

    quella che doveva essereuna gloriosa battaglia.

    Molti sacerdoti, convinti in cuor loro che fossenecessario tornare alla Messa Tridentina, sispaventarono dei possibili provvedimenti punitivinei loro confronti e non fecero pi nulla cos ifedeli a loro affidati non ebbero nemmeno il

    tempo di rendersi conto della posta in gioco.

    Osiamo dire che tutti questi provvedimenti puni-tivi, nei riguardi dei sacerdoti decisi a celebraresecondo lantico rito, fatti di resistenze- minacce-

    piccole o grandi restri-zioni-trasferimenti oconfinamenti, che ins sono ingiusti, sonostati anche un bene.

    S, le sofferenze checi hanno causato, lesofferenze causate aisacerdoti e ai fedeliche domandavano diabbandonare la disa-strosa riforma liturgicapost-conciliare, sonostati in fondo un beneche Dio ha provviden-zialmente permesso,affinch la lotta per

    vivere e morire da cattolici, e non da cripto-pro-testanti, fosse purificata.

    Che cosa intendiamo dire? Semplicemente chele sofferenze vissute per Cristo, oltre a santifica-re chi le vive con Lui, preservano dal male piprofondo per la Chiesa di questi tempi, che l'ambiguit!

    Come avanzato il disastro nel Cattolicesimomoderno? Esattamente con il metodo dell'ambi-guit: apparentemente nella Chiesa si salvavaqualche aspetto tradizionale, ma lo si svuotava dicontenuto vero e lo si reinterpretava secondo

    ANNOVII

    SETTEMBRE2014 N.

    Editoriale

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    una mentalit non pi pienamente cattolica. Nelpost-concilio avvenuto cos, traducendo primala messa in italiano, poi cambiandone i testi, poiripensando il sacerdozio in modo pi democrati-co, fino a giungere alle ipotesi moderne di modi-ficazione della morale e della disciplina dei

    sacramenti (vedi ad es. la richiesta della comu-nione per i divorziati risposati in civile).L'ambiguit il metodo del modernismo praticonella Chiesa: fingere rispetto per la Tradizione,cambiando di fatto la fede e la morale in nomedell'adattamento ai tempi mutati e in nome di unapprofondimento della fede stessa.

    L'ultima arma del demonio sarebbe stata quelladi permettere qualche messa tradizionale qua el, dentro un contesto ecclesiale di fatto moder-

    nista e protestantizzato, cos da anestetizzarela coscienza dei sacerdoti e fedeli tradizionali.

    All'epoca dell'immediato post-concilio il demonioaddorment la coscienza di molti cattolici innome dell'obbedienza: quanti vescovi, preti efedeli, piangendo, sacrificarono la Verit sull'alta-re di una falsa obbedienza, aprendosi alle novitpericolose oggi, in un epoca non pi cristiana esostanzialmente disobbediente, il demonio usaunaltra arma, quella dell'unit. Cos nella Chiesa

    ti possono concedere un po' di Tradizione, pur-ch non diventi una scelta esclusiva, altrimenti -ti dicono - rompi lunit. In nome dellunit dellaChiesa ti chiedono di accettare tutte le riforme einnovazioni che oggi vanno per la maggiore, eche stanno letteralmente bruciando il campo diDio, dimenticando che lunit si fa sulla fede.

    Ecco perch le resistenze delle gerarchie, le sof-ferenze di duri provvedimenti, sono un dolorebuono, perch ci salvano dall'inganno di una

    falsa obbedienza e di una falsa unit. In unaparola ci salvano dall'ambiguit.

    Tornare alla Messa della Tradizione, senzaabbracciare tutto il Cattolicesimo dellaTradizione, sarebbe una mortale follia. Folliasarebbe mischiare Messa tradizionale e aposto-lato modernistico. Ma da questa mortale follia cisalva proprio la sofferenza.

    S, perch la sofferenza delle piccole e grandipersecuzioni da parte dei fratelli nella fede, cidice che la vita cattolica di oggi, cos come vis-suta e propagandata, non ha proprio nulla a chefare con la Tradizione della Chiesa.

    Certo, torner forse un po' di latino in qualchecanto rispolvereranno abiti e stendardi per leprocessioni... ma vivranno tutto questo in modotroppo umano e non cristiano. Ci sar la facciata

    di un folklore tradizionale, ma dentro ci potressere una congregazione protestante.

    Allora, benedette le piccole e grandi sofferenzeche dovremo vivere, le piccole o grandi emargi-nazioni di cui saremo oggetto, cari sacerdoti efedeli benedette se ci impediranno questoinganno mortale, facendoci cercare in tutta umil-t la grazia di Cristo nella Chiesa di sempre.

    www.radicatinellafede.blogspot.itwww.radicatinellafede.blogspot.it

    Gli incontri di Dottrina Cattolicaper il mese di settembre:

    venerd 5 - 26

    ore 20.30 Sala Parrocchiale Vocogno

    INCONTRI

    DOTTRINA CATTOLICA

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    Il cammino della Chiesa nel tempo

    conosce la sofferenza delle eresie e

    degli scismi che nascono al suo interno.

    Occorre non avere una visione parziale

    di questi mali.

    I libri di storia riducono perlopi scismi

    ed eresie a fattori umani, con sole radici

    culturali, politiche o economiche: la loro

    storia non prevede il soprannaturale.

    Molto clima cattolico intorno a noi minimizza il problema delle eresie e degli scismi, come fosse

    questione di un lontano passato, un po' senza senso nell'attuale crisi generale della religiosit.

    Ma qual lo sguardo cattolico su tutto questo? Ce lo fornisce come sempre il P. Emmanuel, con

    la sua magistrale sinteticit.

    da La sainte glise

    del Pre Emmanuel Andr

    Dottrina Cattolica

    Capitolo XVIII

    LE ERESIE E GLI SCISMI

    Nostro Signore aveva fatto conoscere simbolica-mente ai suoi apostoli che, nelle reti che sarebberoservite per prendere tutte le nazioni, ci sarebberostati degli strappi (Lc 5,6). Questi strappi indicavanogli scismi e le eresie che dovevano prodursi dopo iltrionfo della Chiesa.

    Perch le reti della Chiesa si ruppero? Percherano caricate all'eccesso. Quando il movimentoche tendeva alla conversione del mondo ebbe defi-

    nitivamente la meglio sul movimento contrario,popoli interi si pressarono alle porte della Chiesa. Inqueste folle, i cattivi erano mischiati ai buoni entra-rono alla rinfusa con i buoni. Nostro Signore avevaprevisto questo risultato: I servitori, partiti lungo lestrade, riunirono tutti quelli che trovarono, buoni ecattivi e la sala delle nozze fu colma di convitati (Mt22,10).

    Tuttavia, la Chiesa essendo santa, provoca in suna repulsione del male. Tollera pazientemente icattivi, ma lavorando alla loro correzione. Cosarisulta da questo? Sant'Agostino ce lo insegna: O icattivi si correggono e fanno penitenza, o si lascia-no andare totalmente all'iniquit, fatto che unavvertimento per i buoni diversi fanno degli scismi,

    cosa che esercita la nostra pazienza altri generanodelle eresie, cosa che mette in rilievo la nostra dot-trina. E scismi ed eresie sono delle vie d'uscita,

    attraverso le quali i cattivi cristiani ci lasciano quan-do non possono pi essere n tollerati n corretti(De vera religione).

    Cos gli scismi e le eresie si formano da questi cri-stiani carnali e indocili che la Chiesa ha lungamen-te sopportato con gemiti. La sua santit li espelleed essi si separano da essa come degli elementiviziati per la loro separazione, essa si trova comepurificata e come ringiovanita. cos che Dio fanascere il bene dal male.

    Nello stesso tempo, avviene una rivelazione deipensieri segreti. La Chiesa, messa alla prova, impa-ra a conoscere i suoi veri figli, i suoi veri fedeli (1Cor 11,19). E di coloro che l'hanno lasciata, dice conl'apostolo prediletto: Sono usciti di mezzo a noi, manon erano dei nostri (1 Gv 2,19). Solamente, il suocuore di madre sanguina sullo scandalo dei piccolie dei deboli, che vede sedurre e trascinare ed essalancia delle grida lancinanti perch il Signore lirenda al suo amore.

    ***

    Oltre quest'effetto generale di purificare la Chiesa,le eresie hanno, secondo Sant'Agostino, un effetto

    La pesca miracolosa

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    speciale, che quello di mettere in rilievo la sua dot-trina e di contribuire allo sviluppo del suo dogma.

    Gli eretici, dice, cercano di turbare la pace deisanti, e concorrono al loro avanzamento. Quantipunti nella dottrina cattolica sono stati consideraticon pi attenzione, compresi con pi chiarezza, pre-dicati con pi energia, per essere stati messi in que-stione dallo spirito sottile e inquieto degli eretici! Leloro obiezioni sono state causa di approfondimentodel dogma (La citt di Dio, libro 16, capitolo 2).

    Le eresie, in effetti, hanno colpito in breccia, con

    una sorta di metodo, tutte le parti del dogma cattoli-co. In Oriente, i misteri fondamentali della Trinit edell'Incarnazione furono dall'inizio attaccati da unseguito di eresie generantesi le une dalle altre, enon meno sottili che tenaci. In Occidente, Pelagiovolle scalzare il mistero della Redenzione, negandoil peccato originale e la grazia. Infine, Lutero eCalvino hanno concentrato tutto il veleno degli anti-chi errori nella guerra infernale che hanno diretto, innome della ragione emancipata, contro l'autoritstessa della Chiesa.

    Ora, ad ogni attacco successivo, corrisposta unamessa in luce vittoriosa di ciascuno degli articoliattaccati e, in questo modo, il dogma cattolico si per cos dire sviluppato di epoca in epoca.

    La Chiesa cattolica ha sempre posseduto la veritintegrale, grazie all'unzione che le insegna ognicosa (1 Gv 2,27). Ma la luce che essa tiene nel suoseno non risplende sempre uniformemente su tutti ipunti del simbolo. Lo shock dell'eresia ha precisa-mente per effetto di produrre delle vive chiarificazio-

    ni, che hanno via via illuminato il Credo sotto tutti gliaspetti. E San Gregorio Magno, contemplando que-ste proiezioni di luce su dei punti ancora oscuri, hapotuto dire questa grande parola, che la scienzaaumenta nella Chiesa.

    Essa cresce come l'albero che si sviluppa. sem-pre la stessa, e non cessa di stendere i suoi ramifino a che non sia esaurita la virt contenuta nelgerme. Ora, la virt deposta nella Chiesa inesau-ribile ed perch il bell'albero della dottrina vi cre-sce sempre, secondo leggi misteriose, secondo

    certinumeri

    sacri.Che follia il rappresentare la Chiesa come ostile ai

    progressi dello spirito umano! Le apre un campoinfinito come Dio stesso attaccandosi alla sua auto-rit, alla tradizione di cui essa custode, non sismarrirebbe nelle sue vaste ricerche trova dunque,e ci che trova la verit, la gioia della verit,gioia pura, indicibile, primizia dell'eterna beatitudi-ne.

    L'eretico, anche lui, cerca ma, poich si liberato

    dell'autorit della Chiesa, non trova, e perde ancheci che possedeva. Ritirandosi dal grembo di suamadre, aveva portato alcune verit ed impotentenel difenderle contro i suoi propri settari. Per il fattostesso che si pone come giudice della fede, non puriuscire ad esprimere un simbolo. Ci che ancoraafferma, un altro lo nega e cos l'eresia si distruggeda sola. Non resta altra alternativa, per coloro cheessa ha sedotto, che cadere nell'incredulit comple-ta o ritornare alla Chiesa, per gioirvi serenamentenella piena verit.

    L'eresia non ha dunque che una durata essenzial-mente limitata destinata a morire, come un mem-bro amputato che entra in decomposizione, comeun ramo potato e che si secca.

    Diverse cause possono mantenerle per qualchetempo un'apparenza di vita ma, a un dato momen-to, si constata che la morte ha fatto la sua opera eche ha ottenuto il suo scopo.

    Allora la Chiesa, sempre vivente e sempre madre,apre il suo grembo e raccoglie i suoi figli, derelittidell'eresia scomparsa rende loro la forma dellavera fede che avevano perduta. E le sue pecore,rientrate all'ovile, assaporano in pace la pura dottri-na della verit sotto la tutela della verit.

    ***

    Mentre l'eresia consiste nella negazione di un arti-colo di fede, lo scisma proviene da un rifiuto d'obbe-dienza ai pastori legittimi.

    Sant'Agostino compara gli scismatici alla pula cheil vento dell'orgoglio solleva e porta lontano dall'aiadove resta il buon grano. La Chiesa esclude gli ere-

    SantAgostino disputa contro gli eretici

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    tici, perch i loro discorsi si espandono di nascostocome il cancro e corrompono la fede dei semplici (2Tm 2,17) li amputa come le membra incancrenite.

    Quanto agli scismatici, sono loro stessi che spezza-no il legame dell'unit e della carit: la Chiesa non li

    caccia, essi la lasciano, ed essa li lascia andarecome il figlio prodigo che vuole dissipare il suo patri-monio. Lasciando cos la Chiesa, fanno vederequanto essa stabile in se stessa e indipendentedagli uomini tutti hanno bisogno di lei, lei non habisogno di nessuno (Sant'Agostino, De vera religio-ne).

    Gli scismatici, per il fatto stesso di ritirarsi dall'obbe-dienza della Chiesa, non perdono la fede ma per-dono la carit, si isolano dallo Spirito Santo, muoio-no alla grazia. Ed raro che, nella loro separazionedalla cattedra della verit, non essendo pi istruitidall'autorit infallibile, la loro fede non si alteri. Ed cos che quasi sempre l'eresia si aggiunge allo sci-sma.

    Il pi grande scisma che abbia desolato la Chiesa, lo scisma di Fozio, per il quale la Chiesa orientalesi separ da Roma. Grazie a quell'immobilit checaratterizza l'Oriente, questi scismatici hanno con-servato una fede pressoch integra hanno i nostrisacramenti, hanno finanche la presenza reale di

    Nostro Signore. E tuttavia, quale contrasto con laChiesa romana! Lo spirito apostolico ha abbando-nato le comunioni dissidenti. Sono come un cadave-re, imbalsamato se si vuole, e conserva la formadelle sue membra, ma privato di ogni vita.

    La Chiesa anglicana piuttosto il frutto di uno sci-sma che di un'eresia poich il suo articolo fonda-mentale il suo rifiuto della sottomissione a Roma.

    Si constata qui ancora la differenza tra la vera vitache non pu zampillare che dall'unit, e questa agi-tazione fittizia che non che il simulacro della vita.Gli anglicani inviano missionari un po' dappertutto, edonano milioni e milioni alle loro societ bibliche.Tutto questo movimento approda al nulla... mai ildenaro dei pastori ha fatto un credente e un marti-re.

    Mentre dunque l'eresia mette in rilievo con le suevariazioni l'integrit della fede nella Chiesa, lo sci-

    sma fa risplendere la pienezza divina della vita diessa. E lo scisma, come l'eresia, non ha che unadurata limitata. Partorito dalle passioni degli uomini,non si sostiene da se stesso e, in fin dei conti,occorre che il figliol prodigo, sfinito e ridotto a nulla,ritorni a casa. La Chiesa lo riaccoglie con tenerez-za, gli rende la vita della carit, e vi gran festa,allegrezza immensa in Cielo e sulla terra, per cele-brare il suo ritorno.

    continua...

    SantAgostino sulle spalledella virt della Vera Religione

    alla

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    e l legr in ggio

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    Tradizione

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    4

    Madonna di Oropaadonna di Oropa

    La chiesa di Vocogno e la cappella dellOspedale di Domodossolaa chiesa di Vocogno e la cappella dellOspedale di Domodossola

    dove si celebra la Messa tradizionale vi invitano al

    ove si celebra la Messa tradizionale vi invitano al

    ore 10 30

    Santa Messa solenne

    in Basilica Nuova

    ore 15 30

    S Rosario

    di fronte

    allImmagine miracolosa

    in Basilica Antica

    SABATO 2 SETTEMBRE 2 14

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    VOCOGNO

    Domenica 17 agosto 2 14

    Festa di San Rocco

    Solo due giorni fa, nella grande solennitdell'Assunta, la Chiesa ci ha fatto guardare insi-stentemente al Cielo, contemplando MariaImmacolata, Assunta in Cielo in anima e corponella gloria di Dio Padre, e dicendoci: Questo iltuo destino, questa la tua patria, solleva lo sguar-do. Mi vengono ancora in mente se permetteteve le rileggo le parole della grande supplica cheabbiamo fatto dopo la Messa, quella scritta dallostesso Papa Pio XII e pronunciata nel giorno dellaproclamazione del dogma dell'Assunta, il 1novembre 1950: E noi - termina cos questa lungapreghiera - da questa terra, ove passiamo pellegri-ni, confortati dalla fede nella futura risurrezione,guardiamo verso di voi - Maria Santissima - nostravita, nostra dolcezza, nostra speranza. Da questa

    terra ove passiamo pellegrini guardiamo a Te, oMaria, guardiamo al Cielo.

    Ebbene, tutto il cuore della festa di San Rocco dentro questo fatto: siamo pellegrini che guardanoal Cielo. Voi siete venuti in questa chiesa per ono-rare, come compatrono, San Rocco. San Rocco un santo che si santificato come pellegrino. Chi il pellegrino? Il pellegrino uno che non ha patria.Tiriamoci via dalla testa che si pu essere pellegri-ni quando si sente casa propria come la patria. Non la nostra patria, questa terra non la nostra casa.Il pellegrino ha coscienza - sa che non pu fermar-si - che la terra non pu fermarlo, che lui non puperdersi lungo il cammino, perch deve giungerealla meta. Pellegrino chi, non avendo casa, stacamminando verso la sua casa. E la nostra casa il Paradiso, la gloria di Dio, dove Dio compir lanostra santificazione, dove lo vedremo faccia a fac-cia.

    Fratelli permettetemi quest'anno di insistere suquesto punto, perch se c' una cosa che stiamo

    frescamente dimenticando l'essenza stessadella vita cristiana: che noi non abbiamo patria, chela nostra patria il Cielo. I nostri avi nella fede losapevano molto bene, lo ripetevano ogni momentonei grandi discorsi e nei gesti semplici della vita.

    Pubblichiamo alcune foto e il testo della pre-

    dica di don Alberto Secci nella festa di San

    Rocco a Vocogno.

    San Rocco,

    pellegrino e penitente.

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    Noi lo abbiamo censurato quasi completamente, noicattolici. Il cattolicesimo di oggi parla della vita diquaggi: chiss perch il Signore dal Cielo scesoed risalito... chiss come mai la Madonna Assunta in Cielo? Perch la nostra patria l! E ilCielo non una cosa astratta perch la Madonna

    in corpo e anima in Paradiso come Nostro Signore.Questo i pellegrini di tutti i tempi lo sapevano moltobene, San Rocco lo sapeva molto bene. Lasciavanotutto, perch tutto andava salvato camminandoverso la propria patria. Perch il pellegrino puandare a Roma, era un romeo, poteva andare aGerusalemme, era un palmiere, poteva andare aSantiago di Compostella, erano i peregrini, ma nonerano quelle le mete, attenti fratelli! noi non faccia-mo turismo religioso, noi cerchiamo la santit e lagloria di Dio. Si va a Roma, si va a Santiago, si va aGerusalemme, si va in quale santuario volete, doveil Signore vi ispira, non per il santuario ma per ilCielo. Si viene alla Messa di San Rocco, per il Cielosi fa la processione, per il Cielo ci si confessa, peril Cielo si fa la comunione, per il Cielo faremo unpo' di festa, un po di rinfresco in casa parrocchiale,per il Cielo, per aiutarci nella fede, per guardarci nelvolto, per dirci che siamo fratelli in Cristo. E voglia-mo la sua grazia per il Cielo, perch siamo pellegri-ni e vogliamo esserlo. Non retorica. Se si dimenti-ca la meta si distrugge tutto il resto se si dimenticache la nostra meta la gloria di Dio ed la salvez-

    za, si distrugge prima di tutto la nostra vita, chediventa un cammino angosciante, invece di esseregrande dono di Dio. Abbiamo tolto la meta. Diciamo:S, s, il Cielo c', ma non ci pensiamo. Se si togliela meta si distrugge la vita della Chiesa. Il disastrodi questi anni tutto qui: non si cerca pi la vita eter-na, si vuole che la Chiesa sia importante in questomondo, in mezzo ai grandi poteri della terra. LaChiesa grande perch guarda allAltro Mondo, aquello vero, allora fa del bene.

    Il pellegrino sa che per arrivare ha bisogno di unaconversione totale. Perch San Rocco si fece pelle-grino? Perch partito pellegrino? Perch si senti-va peccatore bisognoso della misericordia di Dio. Ilpellegrino un penitente, uno che confessa leproprie colpe e che fa un sacrificio grandissimo: sirischiava la vita nel pellegrinaggio. San Roccovenne arrestato come un malfattore, era uno stra-niero in viaggio, hanno frainteso tutto. Uno accettatutto, anche le umiliazioni pi tremende. San Roccopoi incontra la malattia, la peste, gli appestati, simette a curarli, accetta tutto, fa penitenza perch ha

    bisogno della propria conversione. Il cristiano ilpenitente per definizione, quindi pellegrino. Senon penitente, se non domanda perdono dei pro-pri peccati, non nemmeno pellegrino e non cri-stiano. Poi chiaro che lungo la strada il pellegrino

    prega, sopporta le difficolt, il sacrificio, fa caritverso i poveri, verso i miseri che incontra SanRocco ha curato gli appestati, ammalandosi e poiguarendo miracolosamente (quella piaga sullagamba segno di questo, il ricordo di questo).Vedete, tutto giusto: prega, fa la carit, sopporta...ma attenti! tutto ha valore perch desidera la luce diDio, perch desidera Dio, perch domanda Dio.Cosa facciamo oggi? Diciamo che un gesto di cari-t buono ma dimentichiamo che deve essere fatto

    per Dio. Diciamo che una preghiera in chiesa ognitanto va anche bene, ma dimentichiamo che deveessere fatta per Dio: non per stare bene noi chepreghiamo, ma perch Dio sia glorificato. CantiamoMessa solenne non per fare una bella festa per noi,

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    Per le Messe in settimanasaranno possibili

    delle variazioni di orario.Tel. don Alberto 349.2848054

    Radicati nella fede pag. 8

    ORARI SANTE MESSE

    VocognoChiesa di Santa Caterina v.m.

    Domenica e Festeore 10.30 Messa cantata

    ore 17.00 Messa letta

    Luned - Mercoled e Venerd:ore 17

    Marted e Gioved: ore 7Sabato: ore 8

    Per le Messe in settimanasaranno possibili

    delle variazioni di orario.Tel. don Stefano 348.2463990

    DomodossolaCappella dellOspedale

    Domenica e Festeore 10.30 Messa cantata

    ma perch Dio sia glorificato nei suoi santi e nellaVergine Maria. E' la meta che da significato a tuttigli atti della vita, cos voi lavorate, pregate, un gior-no siete lieti, una sera siete malinconici... tutto haun valore enorme se lo vivete per la gloria di Dio,se lo vivete come preparazione al Paradiso, come

    preparazione alla vita eterna. Come sarebbe belloil mondo se fosse vissuto cos, se fossimo pellegri-ni pur restando magari anche tutta una vita nelproprio paese, perch bisogna stare fermi per edi-ficare qualcosa per la propria casa e per la propriachiesa, bisogna avere la stabilitas. Se fossimo pel-legrini come sarebbe bello il mondo! Perch ilmondo che non fatto di pellegrini un mondofatto di padroni, piccoli o grandi. Non necessarioessere ricchi per essere padroni. Il mondo fatto danoi che ci facciamo padroni, tristissimo unaguerra continua. E un'amarezza che gira dentronel cuore e che ogni tanto colpisce qualcuno e poicolpisce te. Un mondo fatto di pellegrini che guar-dano il Cielo veramente un mondo pacificato, unmondo unificato, il mondo dei monaci i monacinon sono solo quelli che vanno in convento, sono

    Luned - Mercoled e Venerd:ore 17

    Marted - Gioved e Sabato:ore 7

    quelli che sono stati unificati dal Signore. Monaco, monos, uno: non disperso in mille schizofrenie.

    Domandiamo la grazia di vivere questa grande pace nella fede vissuta occor-re viverla la fede e non parlarne e se bisogna parlarne per viverla. Che laMadonna ci assista, che San Rocco interceda potentemente per noi ottenen-

    doci tutte le grazie che abbiamo bisogno, guarigioni fisiche, e sapete quantoabbiamo bisogno di guarigioni morali. Affidiamoci a tutta quella infinit di santiche hanno vissuto nel cuore come pellegrini dentro la storia cristiana.