36
Riduzione della concentrazione di aerosoli di oli lubrificanti nelle sale tessitura M. BLASICH (a), G. CECCHETTI (b), A. IANNACCONE (b), V. RIMA TORI (b), B. SPERDUTO (b) e A. ZANELLA (a) (a) S.p.A., Schio (b) laliiUio di d11J Lavoro, Univenilà Ca110lico diii S. CtJore, Roma IntToduzione L'industria tessile, recentemente a causa dell'aumento del costo delle lavorazioni, ha dovuto cercare di aumentare l'efficienza dei telai per produr- re, a parità di tempo, più tessuto, Da questa esigenza sono nati i telai ad elevato numero di battute (oltre 250 al minuto) che hanno sostituito in mol- te aziende quasi totalmente i telai tradizionali a navetta. Uno dei tipi più significativi dei nuovi telai al posto delle navette usa proiettili interamente in acciaio che vengono sparati in una apposita camera di lancio con un sistema vettore a barra di torsione. Tale soluzione tecnica ha reso necessaria t'introduzione di un com- plesso sistema di lubrificazione con nebulizzazione di olio che serve sia ai cinematismi incarterati ma anche a lubrificare il proiettile nel primo tratto di percorso libero lungo la trama (Fig. l a, b). Conseguenza negativa è una dispersione di aerosol di olio nell'aria degli ambienti di lavoro nelle tessiture che usano telai con tale sistema di lu- brificazione. Già in una precedente nota di alcuni di noi [l] era stato messo in evidenza il fenomeno della dispersione di aerosol di olio nell'aria delle sale di tessitura ed era stata discussa, proprio in occasione dellO Convegno Nazionale di Igiene Industriale, una metodica di campionamento ed analisi dell'aerosol di olio particolato presente in tali ambienti di lavoro. In particolare, era stata mo- strata la possibilità di una visualizzazione delle particelle di olio e la pos- sibilità di una analisi quantitativa della concentrazione ponderate degli olii. Situazione ambientale La bonifica igienico---ambientale, di cui parleremo in questa nota, si riferisce ad una sala tessitura dove sono state compiute le nostre determina- zioni quantitative.

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Riduzione della concentrazione di aerosoli di oli lubrificanti nelle sale tessitura

M. BLASICH (a), G. CECCHETTI (b), A. IANNACCONE (b), V. RIMA TORI (b), B. SPERDUTO (b) e A. ZANELLA (a)

(a) La.~~t~r~•l S.p.A., Schio (b) laliiUio di Medici~~t~ d11J Lavoro, Univenilà Ca110lico diii S. CtJore, Roma

IntToduzione

L'industria tessile, recentemente a causa dell'aumento del costo delle lavorazioni, ha dovuto cercare di aumentare l'efficienza dei telai per produr­re, a parità di tempo, più tessuto, Da questa esigenza sono nati i telai ad elevato numero di battute (oltre 250 al minuto) che hanno sostituito in mol­te aziende quasi totalmente i telai tradizionali a navetta. Uno dei tipi più significativi dei nuovi telai al posto delle navette usa proiettili interamente in acciaio che vengono sparati in una apposita camera di lancio con un sistema vettore a barra di torsione.

Tale soluzione tecnica ha reso necessaria t'introduzione di un com­plesso sistema di lubrificazione con nebulizzazione di olio che serve sia ai cinematismi incarterati ma anche a lubrificare il proiettile nel primo tratto di percorso libero lungo la trama (Fig. l a, b).

Conseguenza negativa è una dispersione di aerosol di olio nell'aria degli ambienti di lavoro nelle tessiture che usano telai con tale sistema di lu­brificazione.

Già in una precedente nota di alcuni di noi [l] era stato messo in evidenza il fenomeno della dispersione di aerosol di olio nell'aria delle sale di tessitura ed era stata discussa, proprio in occasione dellO Convegno Nazionale di Igiene Industriale, una metodica di campionamento ed analisi dell'aerosol di olio particolato presente in tali ambienti di lavoro. In particolare, era stata mo­strata la possibilità di una visualizzazione delle particelle di olio e la pos­sibilità di una analisi quantitativa della concentrazione ponderate degli olii.

Situazione ambientale

La bonifica igienico---ambientale, di cui parleremo in questa nota, si riferisce ad una sala tessitura dove sono state compiute le nostre determina­zioni quantitative.

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a

b

Fig. l- a -·Vista in apertura della camera di lancio in un telaio c Sulzer ». b - Camera di arrivo di un proiettile in un telaio « Suùer »,

,jnn. 111. Sul'"'· Sdnil<i 097i) 13, 461-472

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liL"-SlCB, CECCln.TTl, lANfUCCONil, li1~"-TOR1, SPERDUTO, ZA.NELLA 463

Si tratta di una sala, dove sono installati circa 300 telai veloci a proiettili, con impianto di immissione ed estrazione dell'aria alla stessa quota sotto soffitto (Fig. 2 a, b).

In tale impianto si era riscontrata una situazione di concentrazione dell'aerosol di ollo rischiosa, soprattutto alle quote di respirazione degli ad­detti (m 1,6) con concentrazioni ponderati variabili da 7 a 15,5 mgfml, mentre a 3m di altezza la concentrazione variava da 3,5 a 4,5 mgfml.

Questa situazione era stata riscontrata anche per la concentrazione ponderate delle polveri, ed era dovuta alla mancanza di una adeguata cor­rente ascensionale di aria.

Soluzioni adonabili

Il problema igienico poteva essere risolto operando in tre modi:

a) intervenendo direttamente sul telaio modificando il sistema di lubrifìcazìone;

b) aspirando direttamente sul telaio il lubrificante nebuli.zzato in eccesso;

c) intervenendo sull'ambiente con un nuovo impianto di climatiz­zazione.

Per quanto riguarda il punto a) la casa costruttrice ha sperimentato tre diversi sistemi per modificare la lubrifìçazione del proiettile.

l) Lubrificatore a stoppino.

Il dispositivo è montato sul convogliatore dei proiettili. Ogni proiettile passa su un pattino di feltro oleato che mediante una leggera pressione contro il proiettile stesso contribuisce alla sua lubrificazione. In questo modo si può ridurre la quantità dell'aerosol di olio fino al 50 %.

2) Lubrificatore a intervallo.

Questo apparato eliminerebbe completamente l'aerosol di olio. :E co· ~tituito da un serbatoio e da una pompa di mandata regolata da un dispo­sitivo ad orologeria ad intervalli preselezionati. Tale sistema consente di far giungere in tempo utile attraverso un circuito chiuso il lubrificante nei punti voluti; ha però l'inconveniente di macchiare il tessuto.

3) Proiettile in materiale plastico.

Il proiettile di metallo viene rivestito con materiale plastico autolubrifì· cante al fine di eliminare completamente gli olii. Ne deriva un oneroso numero di ricambi dei proiettili ed una maggiore manutenzione.

Queste tre soluzioni sono ancora in fase sperimentale e deUe tre queUa con lubrifìcazione ad intervallo potrà essere adottata in futuro .

. !nn. Id. Suptr. San>!oi (U77) lS, ~61-472

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a

b

464 ATTI IJEL II CONVEGNO NAZIONALE DI IGIE:"E INDUSlRlAU

Fig. 2 ~ n - Sala tellsitura con impianto di immlnione ed eBtrazione dell'aria alla Btetosa quota.

Il - Particolare dell'impianto di immillllione ed esti'Uione alla steua quota.

"'""· hl. S,.p••· Sanil<i (1977) U. #1-672

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BLA.SICB, CECCBE'M'I, IANNACCONE, Rlli.ATORI, SPERDUTO, ZANELL.&. 465

Per quanto riguarda il punto b) si è proceduto ad uno studio per limi· tare il propagarsi dell'olio mediante un'aspirazione localizzata con piccole cappe. Tale aspirazione localizzata per essere efficiente deve essere sistemata a distanza molto ravvicinata al punto di lancio; ne consegue una captazione dell'olio lungo la via di corsa del proiettile che ne limita eccessivamente la lubrificazione ai fini meccanici e crea inoltre ingombro per gli interventi ma­nuali degli operatori.

Scartate le prime due soluzioni rimaneva quella indicata al punto c) e cioè un intervento sull'ambiente.

Bonifico ambientale

Eravamo già in posseB&o di alcuni dati significativi di un altro impianto, dove il sistema di ricambio dell'aria avviene con correnti discensionali con immissione dall'alto ed estrazione dal basso localizzata a pavimento,

Tale impianto, pur non t'l88endo fornito di valido sistema di depurazione (esistendo un rudimentale abbattimento a pioggia ed essendo privo di ter­moregolazione automatica), aveva dimostrato una maggior validità igienica dato che si erano riscontrati valori al di sotto del TLV (Threshold Limit Value), sia in quota sia all'altezza dell'operatore. Nella Tab. l viene mostrato un confronto fra i dati trovati in quest'ultimo impianto e quelli trovati in precedenza nell'impianto oggetto dell'intervento.

Nell'impostazione del nuovo impianto di areazione e condizionamento della sala tessitura, ci si è orientati senz'altro su di un impianto che, seguendo

TARllLLA l

Concentrazioni di aerosol di ollo particolato riscontrate in due sale teuitura dell'indwtria laniera con diverso impianto di ciclaggio dell'aria

lmmisrori in quote ed estrattori a p~~;vimento .

lmmiswti ed e~~trattori in quota . . , . . . .

J>ooi:ziou

l

ConMDtruioDi

riooontrate (m«/m3)

rl ooi= 3m dii l ~~;]tezze

. ~l . l 6 ••. da 2,5 a 3,5

1 a Cll'ea , m d altezza

ri a circa 3 m di

·l' 'h~· a circa 1,6 m di

altezza

da 2,5 a 3,5

da 3,5 a 4,5

do '

7als,sl '

..inn. ht Ht<J>Or. SaniU 11977) 13, ~61-~72

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ATri DEL Il CO!'iVEGNO NAZIONALE DI IGIENE INDUSTHIALJ.

M;? ~CANALE MANDATA

Fig. 3. ~ Sezione nasvenale dell'impiBD.to di mBD.data e di ripl'eH. dell'aria in corrilpondew:a di tre file di telai.

i più ovvi criteri di fisica t~ca, prevedesse una immissione ed una estra­zione a quote differenziate. Motivi di risparmio energetico potevano far pro· pendere per un impianto con iDlDlissione dal basso ed estrazione dall'alto sfruttando la corrente termica ascensionale. Il sistema però è stato scartato per ovvi motivi igienici, dato che gli addettj si sarebbero trovati investiti direttamente dalle correnti ascensionali di aria nonché dagli inquinanti {aerosol di olii e polveri) provenienti dai telai. Si è pertanto adottata la so· lozione di un impianto di condizionamento con immissione dall'alto ed estra­zione dal basso in corrispondenza dei telai (Fig. 3),

Nella Tab. 2 sono mostrate le caratteristiche di funzionamento richiesk alla ditta costruttrice di tale impianto, tenuto conto della superficie e del volume della sala tessitura e delle condizioni termo-igrometriche riscontrate, all'esterno della sala, nella zona di Schio. Si tratta di due impianti simme· triei provvisti di due torri per l'immissione e l'espulsione dell'aria. L'aria proveniente dall'impianto attraversa prima un sistema di filtri, si mescola con l'aria fresca proveniente dalla torre di immissione, entra nella camera di lavaggio (che ovviamente assolve anche il compito di umidificare l'aria all'en­trata) dove sono sistemate delle tubazioni con ugelli nehulizzatori, p888a poi alle camere di termocondizionamento e quindi per mezzo di ventilatori di spin· ta entra nei canali di immissione della sala tessitura (Fig. 4 a, b e Fig. 5 a, b),

Nella Fig. 6 a, b e Fig. 7 sono mostrati i condotti lineari di immissione aria dall'alto, le riprese di aria sotto i telai e le gallerie di ripresa dell'aria.

i

l l '

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llLASICH, Cl;CCHE:TTI, 1.\NNACCONB, RIMATORI, SPBRDUTO, ZA.NELLA 467

Specifiche richieste per l'impianto di condiziooamento delle sale di teuitura di Schio

Superficie: m~ 6.720.

Volume: m" 43.680.

Quantità di aria trattata: 470.000 m 8jh.

Quantità di 11ria esterna { massima: 470.000 minim11 130.000

m 3/h, 11 ric11mbi m'Jb, 3 ricambi

Potenzi! dissip11t11 dalle macchine in sala: KW 500.

Potenza totale istall11ta: KW 280.

ora.

TABELLA 2

Ma$simo fabbisogno di vapore per riacaldamento invernale all'avviamento ed a mac· chin~ ferme: 5.500 Kgjh,

~hnimo consumo di H,O per raffreddamento adiabatico: 7,7 m 3/h·

Condizioni termoigrometriche esterne:

estive: 32 C0 con 50% Ur;

invernali: - 7 C0 con 80% Ur;

Condizioni termoigrometriche interne:

estive: {. T = 6 C0 superiore

Ur=70%±2,5;

invernali: { T = 22 C0 ± }o C;

Ur = 70% ± 2,5:

al bu1bo umido esterno;

Velocità dell'ari11 ambientale in prossimità del personale: compresa tra 0,2 e 0,4 m/sec.

Contenuto di olio particolato uguale o inferiore a 3 mg per m 1 d'aria ambiente funzio­nando con 3 ricambi di aria esterna ed il resto di ricircolo.

Conclusioni

Con questo impianto si è ottenuto non soltanto un abbattimento òi aerosol di olio, ma anche una riduzione delle polveri e una più efficiente termoregolazione e ventilazione. L'aspirazione all'interno del telaio inoltre permette una continua pulizia dei telai stessi e delle zone circostanti. :E: dove­roso sottolineare un particolare di non poca importanza: la collaborazione delle maestranze, che hanno concordato l'attuazione della bonifica e che hanno continuato la produzione durante tutte le fasi dei lavori.

H

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a

b

ATTI DJ;L Il CONVJ;;GNO NAZIONALE DJ IGIE~J; INUUSTIIIAI.J

'

Fig. 4 - o- Particolare delle serrande parziali.t~~:atrici dell'aria di riciclo prima del lavaggio.

b- Particolare del gruppo ugelli del dispo8itivo di lavaggio.

Ann. 181. Sup<r. sa,.ita (19j7) U, f61472

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a

b

RL,A.SICH, CECCBE'ITI, IANNACCONE, RlMATORI, SPERDJ.;TO, ZANELLA. 469

Fig. 5-n b

Particolare delle ~offianti di presa e mandata dell'aria. Particolare degli scambiatori di caJore per l'acqua di lavaggio.

.!nn. /<!. Supor. Sandà (1977) 13, ~\H-172

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47\1

a

b

Fig. 6-a b

Partioolare dei condotti aerei di immissione d'aria. Particolare a terra dei condotti di aspiralOio;me nei telai.

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III.ASlCB, C];CCHJITTI, IAIXNACCONE, 1111\lATORI, SPERDUTO, ZANELLA 471

Gallerie rli riprr<a ,ldl'aria .

. 1""- /•'l ·'"""'- "'·""''' j]\1;;1 13, llil 17~

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472 J,.TTJ DEL Il CONVJèGNO NJ.ZIONALE DI IGJENE lNDlfSTRJ..\LI"

Riassunto. - Viene illustrato un intervento di bonifìca in una sala te.~­situra dove erano state rilevate concentrazioni di aerosoli di olii particolari superiori al TLV. Per ridurre l'aerosol di olio si è ricorsi ad un intervent" di bonifica dell'intero ambiente di lavoro con la costruzione di un impianto di ripresa di aria in basso sotto i telai ed immissione di aria depurata.

Slllllllllli"Y (Reduction of the lubricating oil aerosol concentration ur thc weaving work room). - In this work tbe authors descriht> a weaving work room where they had dete.rmined particulate oil aerosol ahove TLV, The reduction of the oil aerosol has heen obtained with thr construction of an extraction and immission air suitable system,

BIBLIOGRAFIA

l. Rnuroar, V., B. SPERDUTO, }', CO'ru-RAMusiNO & G. CEccnETTI. 1973. Metodiche di campionamento ed analisi dell'aerosol di olio particolato nelle sale tessitura della indu­ltria laniera. A.rm. /al. Super, Soni.t4. 9= 544-551.

.An~. 181. Supor. SanitU (1977) 13, .161....(72

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Confronto fra i valori limite ponderati e le sensibilità

dei metodi di analisi degli agenti tossici nell'atmosfera

degli ambienti di lavoro

V. LA PORTA, A. MAINO, G. PELLEGATTA, R. SOMA e G. TRINCI

l,QborafOrio provinciale di IgieM e Projilaui, V arese

Introduzione

l recenti progressi dei metodi microanalitici di analisi - cromatografia gassosa, assorbimento atomico, spettrofotometria, ecc. - hanno notevol­mente facilitato il controllo degli agenti tossici industriali nell'atmosfera degli ambienti di lavoro. Tale controllo, per molte sostanze, quali la maggior parte dei solventi, era fortemente limitato, ancora dieci anni fa, dalla carenza della sensibilità dei metodi analitici. Si può constatare una evoluzione in questo senso nel fatto che in meno di dieci anni è stata modificata la metodica di analisi per più del 90 % delle sostanze inquinanti di maggior interesse pratico. Pertanto oggi si può indicare un metodo sufficientemente sen­sibile e specifico di cui è possibile l'applicazione in routine, senza ricorrere a metodiche ed apparecchiature sofisticate che esulano dall'oggetto del pre­sente studio, che ha finalità prettamente pratiche. Anche le sostanze da con­siderare sono in numero eccessivamente elevato per poterle esaminare tutte; nella prima parte di questo lavoro sono state perciò valutate solo 136 delle sostanze elencate nella tabella dei VLP (valori limite ponderati) proposti dalla Società Italiana di Medicina del Lavoro e dall'Associazione Italiana degli Igienisti Industriali per a 1975 [1].

Principi del campionamento

Condizione preliminare per la valutazione in tempi brevi del grado di inquinamento nell'ambiente di lavoro, in funzione della sensibilità dei metodi, è stabilire alcuni principi base del campionamento. Nel caso in cui si possa eseguire il campionamento diretto di aria, poiché il metodo analitico non richiede un trattamento preliminare, il prelievo non incide sulla sensibilità delle analisi. Quando si preleva per assorbimento in liquido o altro mezzo, le caratteristiche dell'assorbitore limitano la yelocità con la quale si può effettuare il prelievo 1lall'atmosfera. Al compimento di questa operazione,

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474 ATTI Dtc"L li OONVEGNO NAZIONALE DI IGIENE INDUSTHIALI

il campione assorbito è più o meno diluito nel mezzo nel quale verrà eseguita l'analisi. Ad esempio, per il prelievo con gorgogliatori, per cui di norma è consigliabile l'uso di due assorbitoti in serie, non si può andare oltre 1-1,5 lfmin ogni 15 mi di liquido di assorbimento in ciascun gorgogliatore, con variazioni più o meno accentuate per particolari sostanze.

Allorché si usano filtri, si deve tener presente il bianco del filtro stesso, specialmente quando si prelevano i metalli più diffusi come ad esempio il piombo, in quanto i filtri a membrana del diametro di 50 mm possono con­tenere eino a l (Lg di Pb. Se non si può disporre di filtri con un minore con­tenuto di impurezza, si devono prelevare almeno 10 tJ.g di piombo, in modo da rendere trascurabile l'errore del bianco, che essendo dovuto a impurezze, non è costante.

Per le analisi gravimetriche dirette eseguite normalmente per le polveri, si devono tener presenti l'errore di pesata e le variazioni della riproducihilità del peso del filtro dopo condizionamenti successivi. Nella Tab. l sono ripor· tati, per i filtri a membrana Sartorius l'errore di pesata, indipendente dal filtro, e la variazione del peso del filtro, direttamente proporzionale alla su· perficie del fihro stesso [2].

TABELLA l

Variazioni eh e si possono riscontrare nella pesata dei filtri eondizio-ti a «peso costante»

Diamotr~ Superficie l, ......... Err<>n di VULUIONI

" pooota -·· •• ••' P"•o &loro " " 2 '·' 1,6 10,0 11,6

5 20,0 10,0 10,0 20,0

10 80,0 40,0 10,0 50,0

L'errore assoluto è indipendente dalla quantità di polvere depositata sul filtro: ne deriva che a parità di condizioni l'approssimazione dell'analisi è tanto maggiore quanto più elevata è la quantità di polvere depositata sul filtro. Ad esempio se la polvere prelevata è di 100 ~. l'approseimazione è del ± 11,6 % per il filtro di 2 cm, del ± 20 % per quello di 5 cm e del ± 50 % per il filtro da lO cm.

In pratica conviene prelevare una quantità di polvere pari almeno a IO volte l'errore assoluto possibile o meglio almeno 20 volte tale errore. Il volume:di aria filtrabile per cmZ di superficie utile di filtro varia in funzione della porosità. Con i filtri normalmente impiegati si possono agevolmente

A-1111. l.t. S"Pf'r. Somità (1977) U, t?J-.482

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LA POIITA, M..UNO. PELLEGA'JTA, SOMA, TRINCI 475

filtrare 1-1,5 ljmin di aria per cm2• Con filtro da SO mm del diametro fil~

trante utile di 40 mm, si possono filtrare 12-18 lfmin, con filtro da 20 mm e diametro utile di 14 mm si possono filtrare 1,6---2,4 l/min.

A parità di condizioni, il filtro piccolo richiede campionature più lunghe in quanto è minore il rapporto superficie utile--superficie totale; si accentua inoltre l'errore di pesata.

Tempo minimo di prelievo

Dopo aver determinato con i criteri accennati, la quantità mm1ma di campione necessaria per compensare gli errori dovuti al mezzo di prelievo o alla diluizione del campione alla fine del prelievo stesso, in funzione della sensibilità dei metodi di analisi, si può determinare il tempo minimo di pre­lievo e cioè la durata minima per la quale è possibile il controllo dell'inqui­namento dell'aria, durata che è lo scopo della nostra indagine.

Per determinare il tempo minimo di prelievo sono stati considerati i seguenti parametri: sensibilità del metodo o dei metodi di routine disponibili, volume e condizione del campione alla fine del prelievo, velocità di cam~ pionamento, valore limite ponderato e precisamente il valore di punta ancora accettabile per esposizioni brevi che è date a Seconda dei casi (T ab. 2).

TABELLA 2

E8CU1'8ioni al di sopra del VLP ammesse durante il turno di lavoro

3 volte fino a l mg/ml del VLP

2 volte fino a 10 mg/ml del VLP

l, 5 volte fino a 100 mg/m8 del VLP

1,25 volte oltre 100 mg/m3 del VLP

Queste escursioni corrispondono alle oscillazioni delle concentrazioni atmosferiche tecnicamente inevitabili, che sono tanto più pronunciate quanto minore è la concentrazione nell'atmosfera dflgli agenti inquinanti.

Per sensibilità operativa dei metodi abbiamo considerato un valore pari alla metà della sensibilità effettiva indicata in letteratura. Per alcune sostanze sono stati presi in considerazione metodi analitici apparsi recentemente in letteratura e che da parte nostra non sono ancora stati sperimentati [3--5].

Tutti i dati raccohi sono stati riepilogati nelle Tab. 3, 4 e 5 ripor~

tate nel testo.

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A.'ITI DEL Il CONVEGNO NA.ZIONA.LE DI ICIENE INDUSTlllAL~~

TABELLA. 3

Tempi minimi di prelievo per SOBtanze determinate con la 1pettrofotometria per auorhùnento atomico

SOSTANZA

l

Anenico

Antimonio . Berillio

Calcio ouido

Cadmio ~""' Cadmio OHido (fum;)

Cobolw

·~ oaaido

·~ ... Manganese

Mercurio inorganico

Mercurio organico

Molibdeno

Nichel metallo . Piombo

Piombo (compoato organico)

Selenio

Ramo (fumi)

R~• (polveJ"i)

Sodio idrouido ..... , (Worganico) ..... , (organico)

Vuadio (polvere)

Vanadio {fwW)

ZU.oo clo- {fumi) . zmoo OHido (fum;)

Zirconio . . .

Pft le ouddotte """'"'""" n pr.U..vo YioDo deltuato on molllb ...... Veloe:lt~ di JI"Olievo: 15 l di oria eopiretofmiD.

~· l

SenoihiUt.ò Tempo mB}.,! (/4/"'1)

mbdmQ (....U.ut.ij

o, 75 0,6 l

1,5 0,08 l

0,006 0,4 45

15 0,03 l

0,15 0,01 l

0,03 6,01 l

0,3 0,07 l

15 0,09 l

3 0,09 l

7,5 0,04 l

0,15 0,01 l

0,03 0,01 l

15 0,3 l

3 o ... l

0,45 0,09 l

0,225 0,09 l

0,6 0,6 l

0,6 0,05 l

3 0,05 l

l 0,02 l

6 0,8 l

0,3 0,8 2

1,5 0,4 l

0,045 0,4 6

3 0,02 l

15 0,02 l

15 l l

n ...... pio .. o, dopo oolohl..alollO o opportwol n•tumenU, n .... voluhto ou Hl mi di oolusicu>.e.

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Sostanze detenniaaLiU per gaseromatopaf"ta ( .. ...a.illtà 0,002 1'1!/ml)

SOSTANZA

Acetaldeide Acetato di amile-n Acetato di amile-sec. Acetato di butile-n ~ta to di butile-sec, Acetato di butile-ten. Acetato di metUe Acetato di eti111 Acetato di pfi!Pilo--n Acetonitrile Acetone Acido acetico Acrilonitrile Lb:ulano-3 (eaaclorocicloeaanolo) Mereaptano di metile Mercaptano di etile Meuap~ di butile Nofta Ouido di etilene Onano Percloroetileoe Tolnen-2-+-diieocl11118.to Acrilato di etile Acrilato di metilo Acido cianidrico Cloroformio Acido formico Alooot-&IDilico-iso Alcool butilico-n Alcool bntilioo---iso

Alcool butilico-&ec. Alcool butilico-terz. Alcool etilico Alcool metilico Alcool propilleo Alcool propilioo-iso Benzolo

SOSTANZA

1-3-butadiene 2-butaJloDe Caprolatt&lucl CieloellflllO Cic\oeaaDolo

Cicloe&aJ~.one

Clorohenzolo Cloroprene Clonm) di etile Cloruro di metile ~soli

Cumene DDT Dibutilftalato Diclorobenzolo orto

Diclcm~benzolo para Dimetilformatnmide Diisobutilehetone DioniUIO Eptano Esano Etere etilico Etilammina

Etilbcnzolo Fo1gene Metilene bid'enm.ocianato Metilntilehetone Metilliobutilehetone Stirolo 1-1-2-2-tetracloroetano Tetracloruro di carbonio Toluidina orto Toluolo 1-1-1-tricloroetano Tricloroetilene Xilidina Xilolo

T.......,,

Per tutU..\oo oostaue ,uddette, detoi'DIInabtU P""~ao-cron>aiOflrdì.a oon rilevazione a iOJ>iz.: ... ioiiO di fif.m· ma, •l ~ pro•• co101e oenoiblliU. operativa clob•l• o.ollll .~g/ml.

Cou tale ~eaoibil;n o in relazioBO ai VLP pe< tutte le ., .. tu•• onddette, il temp<> minimo di prelievo

(oon un ampio m•'lllne di oU,u..,ooa) puà ...... di ein:a S min.

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'" T.t.JIELLA. 5

Tempi nainimi di prelievo per 8QSI:anze t1eter.rninate oon metodi apettrofotometrìci, calorimetrici, ecc.

l V L l> l Moò>m>òl T•mpn

SI}STA.NZA "'~Jrn"

;,. "f'} m\ .......... o (op<u.ti~•) j ... i .. ~t;)

' Anilina - 19 '·' >l .f'ell(l.lo ' 0,01 >l Din.itrobenzolo , - l !O 200 Nìttohemolo 3 ' 13

Nitroben.olo 3 '·' 3

Nitroanilìns para - 6 0,6 2 FonnaJdeide , 3 '·' <' Foruuùdeide. 3 0,4 6

Nitroglioetùla l '·' " l'iridina - - 6 ... >3 Truile - 1,5 I " Anina 0,1 I 161 Niehd.e.ubonlle <1,001 0,008 " Furfurolo - 20 " 26

ElilqUcoldiWt.rato 0,6 ' 45 TriortocreailfoUato . 0,1 l 200

Soli= '" carbonio - 30 ' >2 A<:rilonitrile . - 45 .. 20

Triclonuo di foa~foro ' l lO P.mtac.lotlU'O di foaforo , I 1,5 30

C.....o ( eromllli ' K, cromico) - 0,05 l 15 Acido foaforlco l I 20

Acido nitrito 5 0,6 >' Acido cianidrico . - - 10 l l

Acido eloridl'ioo - 3 ' l4

Acido Jlu.oddrioo . I '·' ' Acido .olforio:::o - l l 20

Almnoniaca - - 20 I l

Biot»do dl azoto - lO 0,4 l Clorolonniu - - 100 • 8

Osor.to - . 0,2 l 100

ldlogello 110Jforato 10 l ' Pl'll'Oftido di idrogeno I,4 l " ONido dl carboPio. - 55 I >l

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L.\ P<IRTA, IUll'IO, PELI.BCAT!A, SOlfA, TRINCI

Conclusioni

Delle 27 sostanze che vengono determinate per assorbimento atomico [6], 24 possono essere determinate per campionamento della durata di l min; fanno eccezione lo Sn, i fumi di V e il Be, per i quali rispettivamente il tempo di campionamento risulta essere di 2 min per lo stagno, 6 min per il vanadio e ben 45 min pe:r il berillio poiché il suo VLP è estremamente basso e preci­samente 0,002 mgjm1 •

Per tutte le sostanze che si determinano con il metodo gaa--aomato­g:rafico [7], usando come rivelatore la ionizzazione di fiamma, sono sufficienti campionature inferiori ai 3 min. tempo che naturalmente si puà ridUJTe per quelle sostanze per le quali si puà ricorrere all'uso di rivelatori più sen• sibili, come nel caso del cloruro di vinile, per il quale è consigliabile il rivelatore a cattura di elettroni.

Per le sostanze determinate con metodi spettrofoiometrici e calorime­trici [8--10], il tempo minimo varia da l m.in come nel caso dell'ammoniaca, del fenolo, dell'acido cianidrico. ecc., sino a tempi superiori a 60 min. come nel caso 'dell'ozono. Per quanto riguarda i prelievi relativi alla determina­zione ponderale della polverosità atmoaferica, tenendo presenti le osserva­zioni giA citate nella Tab. l, nel caso dei filtri da 50 mm di diametro, normal­mente usati per il controllo della polverositA atmosferica degli ambienti di lavoro, la quantità minima di polvere, per una sufficiente precisione analitica, deve essere dell'ordine di 500 ~. quindi il tempo minimo di prelievo per una polve:rosità ambientale di l mgfm3 è di 35 min. Cià pel' quanto riguarda la gravimetria cioè la determinazione pura e semplice della concentrazione ponderale delle polveri atmosferiche.

Quando il campione deve essere sottoposto ad altre analisi, specialmente per quanto riguarda la determinazione del -tenore in silice libera silicotigena,

n~~o stabilire .. la -=.:;;.1it!evo si deve tener conto delle quantità mi­nime di pol""*Ei _ -: .,.. -qUeste. analisi, che ~~n~~e,_ti.f,;biedono un campione più consietente di quello sufficiente per la gravimetria.

Nel caso di un prelievo eonimetrico per elevata polverosità, il tempo minimo necet~sario è di circa l min, cioè 100 ml di aria prelevata, mentre per condizioni di polverosità che si riscontrano generalmente negli ambienti di lavoro il tempo medio è dell'ordine di 3--5 min. Con il prelievo conimetrico si puà valutare direttamente il tenore di siliee libera silicotigena.

A conclusione di questo lavoro ai possono riepilogare i dati raccolti nella Tab. 6 in cui aono riportate le distribuzioni percentuali dei tempi minimi di prelievo per le sostanze della tabella dei VLP prese in considerazione.

Da questa distribuzione ai può asserire che 1'85 % delle sostanze possono essere campionate con un tempo minimo di 1-5 min. Il tempo minimo di prelievo interessa in particolar modo le sostanze che agiscono per effetto acu·

.h ... Id. Su,..-. S411u.i (1977) t:t, 47$----.SZ

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480 ATTI DEI. Il CONVEGNO NAZIONALE Dl lGIENJ;: INDUSTRIALJ.:

to, sostanze che nella tabella dei VLP vengono contrassegnati con due ., •. Per queste sostanze è bene ricordare che il VLP non può essere superato per più di 15 min consecutivi. Pertanto la determinazione deve essere fatta con prelievo di durata massima di 15 min. Dall'indagine risulta che su 13 sostanze di tale tipo solo l richiede un tempo di campionamento superiore.

TABELLA 6

Distribuzione pereentuale dei tempi minimi di prelievo per le soetanze della tabeDa dei VLP

Pe..,...,•ua\, l Tempo mlbimo ( ... i~)

85 1-5

5 5-15

6 15-30

• 30

Da questo studio, per quanto preliminare ed incompleto, è risultato che, almeno in teoria, non esistono difficoltà di metodo analitico. Naturalmente, dato il numero molto elevato di pubblicazioni di metodi analitici e il gran numero di sostanze prese in considerazione, si è coscienti della incompletezza di tale studio e saremo lieti di ringraziare tutti coloro che ci potranno dare consigli per affinare e proseguire il nostro lavoro.

Riae&unto. -Questa ricerca è stata effettuata per stimare i periodi mi· nimi di campionamento per le sostanze elenc'ate nelle tabelle dei VLP (limiti ponderati per gli inquinanti chimici e le polveri) e stabilite dalla Società Italiana di Medicina del lavoro e dall'Associazione degli Igienisti Industriali Italiani. Questi dati prendono in considerazione i seguenti punti:

l) la sensibilità del metodo analitico;

2) i valori e le condizioni di campionamento nell'esecuzione dei periodi di campionamento;

3) la velocità di campionamento;

. 4) i VLP con speciale riferimento ai valori uiting per tempi di esposi­zione molto brevi.

A""' I.t. Su'f'". s,.,.;u (11177) U, 473482

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•• LA PORTA, MAINO, PELLEGAT'I'A, SOMA, TRtNCI

Per le polveri il periodo minimo di campionamento richiesto è di l min circa per campionamenti conimetrici e di circa 35 min per campionamenti gravimetrici. L'85 % delle sostanze considerate possono essere campionate per tempi minimi. in un range da l a 5 min.

Summary ( Comparing VLP and sennbvlty of analytical methods of toxicity in working pfaces). - This researcb has been carried out in order to estimate minimum sampling periods for the substances detailed in tbe VLP table given by tbe Italian Occupational Medicine Service and tbe Industriai Hygiene Group. These data take the following points into consideratioa:

l) sensitivity of tbe analytical metbod;

2) value and condition of sample at fulfilment of sampling periods;

3) sampling speed;

4) VLP, with special reference to ceiling value for very sbort exposure. exposure.

As to dust the minimum period required :is about l minute for numeric samplig, and 35 minutes for gravimetrie sampling. 85 % fromthe above -mentioned suhstances can be sampled at minimum periods which range from l to 5 minutes.

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l

Influenza delle condizioni di lavoro nell'industria sullo stato di salute della donna lavoratrice

R. D'ANDREA

Minislero della Sanità, Roma

Ill975, come è a tutti noto, è stato proclamato dall'ONU l'Anno Inter­nazionale della Donna. Con ciò l'ONU ha voluto impegnare governi e opi· nione pubblica a una ritlessione sulla condizione femminile, per verificare se la parità, sancita nella Carta dei Diritti dell'Uomo, sia stata realizzata sul piano giuridico e di fatto, e per individuare gli obiettivi da perseguire onde consentire alla donna una effettiva partecipazione allo sviluppo della società.

Nell'Anno Internazionale della Donna, pertanto, un cenno anche nel­l'ambito di questo Convegno è doveroso per una segnalazione dei problemi emersi nel Comitato Nazionale ad lwc.

Non v'è dubbio, infatti, che nel quadro dei problemi del lavoro, quello relativo alle condizioni igienico-sanitarie del lavoro femminile si pone in termini di primaria attenzione non soltanto per la salute della donna stessa e, in quanto madre, delle future generazioni, ma per i riflessi sociali, economici e politici.

t una tematica assai suggestiva, quanto mai vasta, varia e complessa, che cercherò di delineare negli aspetti più significativi.

Secondo recenti statistiche (1974), le donne in Italia sono 27 milioni e 500 mila; di esse risulta occupato in attività lavorative un numero superiore ai 5 milioni.

Da un punto di vista generale si deve anzitutto notare che le caratteri· 8tiche biologiche della donna sono senz'altro positive. Basti pensare alla durata media della vita che nei Paesi industriallzzati dimostra come sia il ~esso femminile quello ~he presenta le Aperanze maggiori di longevità, arri­vando a superare i 76 anni di media in Svezia, Olanda e Norvegia. In Italia la longevità femminile sopravanza di 6 anni quella maschile.

Alla minore capacità muscolare della donna fa riscontro maggiore attenzione e accuratezza, oltre a destrezza e precisione nei movimenti e negli atti ripetitivi. Queste caratteristiche peculiari ne elevano pertanto il rendi-

l ltn. l •!. .~,.p<r. Sonità (l !17?) t3, ~~:1-490

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"' ATTI L>J;,;J, Il CONVEI.i~U NAZIOr;AL:E Ul IGIENE INDUSTRIALI.

mento nell'attuale era tecnologica con una teorica potenzialità dell'attività lavorativa femminile forsu superiore a quella maschilt,.

Peraltro non si può non considçrare la reale situazione delle forze di lavoro femminili nel nostro Paese, in 'cui si deve registrare attualmente un calo numerico.

Secondo i dati delle indagini campionarie trimestrali deli'ISTAT, k forze di lavoro femminili sarebbero diminuite dal 1960 al 1972 da 6 milior;i 258 mila unità a 5 milioni 110 mila; il tasso specifico di attività (cioè il rap­porto tra le occupate e il totale della popolazione femminile) si sarebbe di conseguenza ridotto dal 24,9 % al 18,6 %-

La contrazione ha interessato in modo particolare il settore agricolo, a seguito dei forti movimenti emigratori dalla campagna alla città, che si sono verificati soprattutto nel COI'IIO degli anni '60 e che non avrebbero con­sentito alle donne degli ambienti rurali di reinserirsi nell'attività produttiva. Va inoltre rilevato che la tendenza decrescente dell'occupazione delle lavo­ratrici ha registrato un'inversione a partire dall'anno 1972, ragione per cui, negli anni tra il1972 e ill974, si è avuto un aumento di 300 mila unità circa.

Sull'assenteismo femminile molto si è discusso. Passando all'analisi del comportamento dei due sessi, si può notare che il numero globale delk assenze femminili è più elevato, ma rieulta di poco differente da quello ma­echile, quando non venga considerato il periodo di assenza per maternità. Verso i 45-50 anni il numero e la durata delle assenze tendono ad ugua­gliarsi nei due sessi.

Uno sguardo di insieme sui più comuni quadri patologici della lavora­trice e sulle sue cause, con particolare riguardo per il settore industriale, può meglio delineare tutta la vasta problematica relativa all'influenza del­l'attività lavorativa sulle condizioni di salute della donna.

Si consideri, innanzitutto, il settore tessile e dell'abbigliamento dov'è impiegato quasi il 50 % delle lavoratrici (145.436 unità contro 158.776 di tutti gli altri settori).

Il rumore, soprattutto nei reparti di filatura è di teesitura, è uno dci maggiori elementi di nocività, essendo causa, in primo luogo, di ipoacu.sie e contribuendo notevolmente a creare stati di tensione con esito in nevrosi anche gravi nelle lavoratrici.

Le condizioni climatiche ambientali sfavorevoli sono altra frequentC' causa di disagio nell'industria tessile, favorendo nella stagione estiva, con l'eccessivo calore, disturbi cardi()--Circolatori, e, durante la stagione inver­nale, soprattutto con il rilevante grado di umidità, in primo luogo la malattia reumatica con le sue complicazioni e sequele. Una eoluzione a questi problemi è stata tentata negli ultimi anni con la costruzione di industrie tessili « a scatola chiusa », con aria condizionata e con illuminazione artificiale, che tuttavia generano altri inconvenienti legati al cosiddetto effetto« bunker».

,hm_ IBI. $11pu. SaNitiÌ (1007) U, ~:1---4110

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D'ANDUA. 485

Le polveri, che agiscono negativamente sull'apparato respiratorio, sino al quadro della tipica bissinosi, le diverse sostanze chimiche, soprattutto quelle usate nei reparti tintoria (cromati, bicromati e coloranti derivati dalle amine aromatiche, con probabile azione pre-cancerogena), sono an­ch'esse presenti in tale ambiente di lavoro, agendo sfavorevolmente sulla

salute delle lavoratrici. A ciò si aggiunge la posizione di lavoro, il più delle volte coatta, oltre

all'organizzazione stessa del lavoro, i ritmi, i turni e il carico complessivo. Questi fattori, più che nell'industria tessile, hanno incidenza nel settore dell'abbigliamento, ove molto spesso il lavoro è estremamente parcellizzato, mantenuto a ritmi difficilmente tollerabili con elevata monotonia e ripeti­

tività. Altro settore in cui in prevalenza viene impiegata manodopera fem­

minile è quello calzaturiero e altre attività affini, quali borsettifici, pellet­

terie, valigerie e cosi via. f: noto che, in considerazione dei numerosi casi di intossicazione da

benzolo, fu emanata un'apposita legge (legge 5 marzo 1963, n. 245) sulla limitazione dell'impiego del benzolo e dei suoi omologhi.

Oggi che sembra eliminato il benzolo, benché qualche caso sporadico sia stato segnalato, altri solventi sono entrati nell'uso, non meno tossici

di questo. I calzaturifici industriali sono andati notevolmente ampliandosi negli

ultimi 15 anni ed il numero di donne ivi addette in Italia è salito da 27.795 nel 1961 a 43.650 nel 1973. La produzione è aumentata in maniera ancora più marcata con l'introduzione di nuove tecnologie che hanno richiesto l'uso di mastici e plastificanti a rapidissimo essiccamento, per i quali sono neces­sari solventi estremamente volatili. Tra i plastificanti di base il più noto è il triortocresilfosfato (TOCP); tra i solventi il più comune è l'esano, che ha sostituito il benzolo in tutti i mastici e collanti.

Queste sostanze, agendo sia isolatamente sia in modo sinergico con vari componenti chimici e in concomitanza con sfavorevoli fattori igienico­ambientali e una inadeguata organizzazione del lavoro, oltre a un errato comportamento individuale, sono ritenute responsabili di gravi tecnopatie caratterizzate da polineuriti tossiche che esitano in tetraparesi flaccide degli arti. I soggetti colpiti sono in prevalenza di sesso femminile e in giovane età. 1?. stato, inoltre, segnalato un caso di grave alterazione neuro-mul!colarf!, presente alla nascita, nel figlio di un'operaia intossicata dai collanti.

La donna risulterebbe più sensibile dell'uomo all'intossicazione satur· nina, sia per quanto attiene alla precocità delle manifestazioni morbose che alla loro gravità. Il periodo più delicato sarebbe quello corrispondente ai primi mesi della gravidanza per l'attenuazione dei poteri di difesa del­l'organismo femminile. Il piombo, inoltre, è frequentemente causa di aborto

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48(, ATTI DEL Il CONVEGNO NAZIONALE Ili IGIENE INDUSTRIALI

e di natimortalità, è ritenuto capace di provocare mutazioni cromosomich~: e potrebbe agire in questo senso anche sul feto in formazione. Il rischio di intossicazione da piombo è presente in molte industrie, ad esempio nelle industrie della ceramica, in molte fabbriche di batterie, in molti reparti di verniciatura, ove si usano smalti e colori al piombo, nei reparti di saldatura di metalli con leghe di stagno, piombo, ecc., in tutti i reparti ove vi è presenza di personale femminile e ove infatti si è notata la stretta correlazione cou una maggiore ahortività.

Ciò dà rilevanza alla necessità di considerare, in una nuova luce, i mezzi a tutela della lavoratrice da certi rischi che influenzano negativamente la p-avidanza e il feto. In efl'"etti non sono chiare le cause delle complicazioni nella gestazione, nel parto e nel puerperio che, secondo dati del 1970, col­piscono per il 7 % le lavoratrici del settore industriale.

Sul fenomeno degli « aborti bianchi » o spontanei e sulle malformazioni fetali in genere gioca un ruolo determinante l'azione negativa di agenti fisici, chimici e biologici che hanno agito sul padre, sulla madre o su entrambi. Com'è noto, i danni, ad esempio, dovuti alla radioattività producono un'azio­ne mutagena sui geni, l'esposizione al benzolo e l'inquinamento ambientale da mercurio danno luogo a una maggiore incidenza di anomalie cromosomiche, e così via.

Ricerche assai recenti hanno messo in luce l'azione toasica del piombo anche sulle gonadi maschili. Su lavoratori, intossicati da piombo, sono stati infatti riscontrati reperti di astenospermia e teratospermia, con notevole incidenza nei figli di malformazioni congenite. Ciò rappresenta senz'altro uno degli aspetti più drammatici dell'influenza dell'ambiente di lavoro sulla salute, coinvolgendo non solo il lavoratore e la lavoratrice, ma anche la loro famiglia.

Anche le cause dell'elevato indice di mortalità infantile e, in primo luogo della mortalità perinatale, che vedono l'Italia agli ultimi posti nella gra· duatoria dei paesi europei, non pouono non essere correlate anche all'ambiente e alle condizioni di lavoro della donna.

Un cenno merita anche l'industria meccanica ed elettromeccanica, che conta un gran numero di maestranze femminili, ove i fattori di nocività possono assumere gli aspetti più vari, dovuti agli inquinanti ambientali, alle polveri, a sostanze chimiche più o meno tossiche, al rumore, al micro­clima, alla gravosità del lavoro, all'inadeguatezza degli ambienti, ai ritmi e all'organizzazione del lavoro, alla carenza di mense e di servizi.

Dobbiamo, inoltre, ricordare i numerosi casi di silicosi nelle operaie di fabbriche di ceramiche; di asbestosi in quelle addette alla confezione di materiali isolanti con fibre di amianto; i casi sempre più frequenti di allergia nelle lavoratrici delle industrie farmaceutiche, i casi di dermatosi nelle indu­strie conserviere e in fabbriche di saponi e cosmetici, la patologia da tumori

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-· o'ANOftFA ·~87

ginecologici nel settore laniero, nelle ceramiche e nell'industria cotoniera, tenendo presente, peraltro, che la patologia professionale specifica della donna operaia nel settore industriale è stata fino ad ora poco studiata.

Sulla base di questa panoramica a largo raggio appaiono chiari i ter­mini del problema. Da un lato si nota la presenza della donna nella vita produttiva del Paese, in più disparati settori; dall'altro lato il calo numerico e il contributo coll8iderevole della donna alle malattie professionali, alle tecnopatie, oltre che agli infortuni.

In generale si riscontra nella donna lavoratrice una maggiore Ullura psico-fisica, che ha la sua spiegazione nella condizione conflittuale della donna, soggetta al doppio ruolo sia nell'ambito della famiglia che nel lavoro, a orari e ritmi di lavoro faticosi e aggravati, come nella« pendolare», dalle ore di trasporto. A ciò si aggiunge l'assenza del supporto sociale con servizi assenti o inadeguati (asili nido, scuola a tempo pieno, assistenza domiciliare agli anziani, centri rionali sociali, e cosi via) sulla base di quelle carenze educative di stampo tradizionale, che ancora caratterizzano la società attuale, per cui alla donna e solo alla donna è destinato il fardelllt della casa.

Malgrado ciò e malgrado l'evidenza statistica, la donna non accetta, né accetterà mai in avvenire la linea del ritorno al focolare. Oggi, dalla situa­zione di crisi contingente, è costretta a ripiegare infatti nella sottoccupazione o nel lavoro nero (quest'ultimo non rilevabile obbiettivamente) in attesa, però, di una migliore sistemazione futura.

Da ciò si evince la necessità inderogabile da parte della società di risolvere tale condizione conflittuale della donna, consentendo e favorendo in modo sempre più ampio la sua partecipazione attiva nel mondo del lavoro come forza di propulsione tt di progresso.

Organismi internazionali, quali, ad esempio, il Consiglio d'Europa, auspicano « l'umanizzazione delle condizioni di lavoro nella società indu· striale ». Ciò vale per l'uomo e, con carattere prioritario, ciò dovrebbe inte• ressare vieppiù la donna, in considerazione del suo doppio impegno e nella famiglia e nel lavoro.

Se la linea del ritorno al focolare va valutata come un indice di regresso perché la società non può più fare a meno del lavoro della donna, bisogna far si che il lavoro si realizzi anche in funzione « donna ».

Per una maggiore personalizzazione dell'attività lavorativa e per una con· seguente maggiore responsabilità e soddisfazione individuale, una considera­:o:ione particolare meritano il part-time e soprattutto l'orBl'Ìo variabile. Per la prima forma di lavoro, allo stato attuale, si riscontrano grandi diffi­coltà di realizzazione. Per l'orario variabile, pur tenendo conto della sua inapplicabilità in molti settori, non si possono non enumerare i vantaggi concreti, proprio nell'ambito di una maggiore umanizzazione del lavoro femminile.

.Jnn. hl. 8~JMI'. 8anil<i (!~17) 13, 483-~00

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ATTI DEL Il CONVEGNO NAZIONALE DI IGIENE INDUSTRIALI,

Essi consistono essenzialmente nella possibilità di conciliare con il lavoro le esigenze familiari, variabili quotidianamente, di concordare i propri ritmi di lavoro con quelli degli altri membri della famiglia, oltre ad una scelta del tempo libero in rapporto alle esigenze personali e familiari e ad un miglio­ramento, da un punto di vista psicologico, dell'impatto con l'ambiente di lavoro.

In ogni caso lo studio su tali tipi di rapporti di lavoro va ulteriormente approfondito, anche in considerazione delle esperienze di altri Paesi e del­l'opportunità di permettere un lavoro liberamente scelto e responsabilmenttl organizzato nelle sue modalità.

La difesa sanitaria della lavoratrice non può realizzarsi prescindendo dal più rigoroso controllo dell'ambiente e delle condizioni di lavoro, dalla raccolta dei dati epidemiologici e dalla registrazione della nocività, al fine di compiere con metodo scientifico e sociale le indagini necessarie. Studi e ri­cerche devono interessare gli effetti di sostanze manipolate e presenti nel­l'ambiente, nuove tecnologie e strumentazioni nella adolescente (che possono eventualmente essere responsabili di una patologia ginecologica o di altera­zioni scheletriche, ecc.) e nella gestante, anche nei primi mesi della gravidanza, eon particolare riguardo per tre ordini di rischio: rischio genetico, rischio di embrio-fetopatia, rischio teratogenetico.

Quante donne ogni giorno, in industrie grandi e piccole, artigianali e clandestine, BOno esposte a tali rischi! Nonostante ciò, non si è data ancora la giusta rilevanza a quelle ricerche atte ad approfondire gli effetti nocivi delle diverse rwxae, causate dall'attività lavorativa e dall'ambiente di lavoro, sulla gravidanza e la maternit& in genere, oltre che sull'organismo femminile stesso. Si deve sottolineare, in particolare, che i MAC elaborati per le singole sostanze tossiche non tengono in alcun conto i possibili effetti patogeni che potrebbero insorgere durante la gestazione e ancora meno gli effetti sul na­scituro.

Tutto ciò va considerato, ai fìni di una maggiore tutela igienico-sanitaria della lavoratrice, senza voler incidere, però, sulla competitività del lavoro femminile. In effetti gli eventuali danni arrecati devono euere ritenuti quali indici biologici di &favorevoli condizioni ambientali, che agiscono sia sulla donna che sull'uomo (il danno genetico, ad esempio), pur caratterizzandosi spesso nella donna con aspetti più vistosi.

Pertanto« i conti non tornano » eliminando la donna dal lavoro; bisogna, invece, eliminare quella noxa lesiva, che può agire anche sull'uomo, anche se con effetti meno facilmente riscontrabili; ciò al fine di bonificBl'e l'ambiente e migliorare le condizioni di lavoro per tutti.

Si è visto, inoltre, che i problemi, connessi all'attività lavorativa feJDmi­nile, si intrecciano con un altro fenomeno 8BIIai rilevante nell'attuale aitua­zione sanitaria italiana, l'elevata mortalità infantile, la cui prevenzione si

.t1ut. Irt. S!>fMr. S11nltd (11177) U. W-tllO

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o'AND"&A 189

incentra nel dépistase della gravidanza « a rischio »- Ciò può realizzarsi allo scopo di poter accertare e valutare l'entità dello stato di rischio perinatale e poter cosi selezionare dalle gravidanze e dai parti quei casi che richiedono interventi più qualificati. La legge n. 1204 del 30 dicembre 1971 sulla tutela delle lavoratrici madri, pur rappresentando un p888o avanti, non può consi­derarsi risolutiva, in quanto le visite mediche periodiche, previste per le lavoratrici gestanti, sono state soltanto cotlBigliate e non sancite con carattere di obbligatorietà, come è invece prescritto, ad esempio, nella legislazione france11e.

Da un punto di vista più generale, sul terreno della prevenzione, un ruolo fondamentale può giocare l'istituzione di un vero e proprio corso di educazione sanitaria di base mediante istruzione e formazione dell'indivi­duo, con interventi attivi sul fattore comportamentale, corsi da prevedere, ad esempio, durante il periodo dell'apprendistato .. Ciò, nel caso della donna lavoratrice, la renderebbe più conscia dei pericoli ai quali può andare in· contro e responsabilmente attiva non solo nella difesa di sé stes11a, dei suoi compagni e dell'ambiente di lavoro ma anche del suo destino di madre.

Questi problemi non trovano ancora oggi una sistemazione spontanea, per cui esigono essenzialmente un intervento politico, cioè una volontà collettiva e realizzatrice, che integri, in un programma coerente, tutti gli aspetti di questa vasta tematica.

Un impulso ver110 soluzioni concrete può realizzarsi soltanto in modo organico, unitario e globale, interessando l'intera area sanitaria del Paese, nell'ambito della riforma sanitaria nazionale. In effetti non potrà essere realizzata una valida e completa riforma sanitaria se non si terrà conto della necessità di considerare il controllo dello stato di pericolosità e di nocività dei posti di lavoro e la prevenzione, la cura e la riabilitazione degli infortuni e delle malattie del lavoro.

~ chiaro che da parte della lavoratrice non si può non esigere, altresì, una nuova mentalità che la porti ad essere attivamente parteeipe della svolta socio--cultura1e e tecnologica e, nello stesso tempo, a sentirsi protagonista del rinnovamento in atto nella società col superamento del« gap » attitudinale, culturale e p11icologico, causato dal suo condizionamento al ruolo tradizionale.

Solo su questa base, la lavoratrice, raggiunta l'uguaglianza nel lavoro e condizioni paritarie di vita, potrà ritenersi promotrice e corresponsabile del benessere della società.

Riassunto.- L'A. esamina differenti aspetti riguardanti la salute delle lavoratrici tra i quali: distribuzione rispetto al sesso, morbosità generale e ~pecifica, patologia da lavoro, infortuni sul lavoro, assenze per malattie e maternità, problemi posti dalla vita familiare.

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4'J\I ATTI .U,I,;), Il (;(J.'~VEt;NU NAZ!UN.A.U: Ui IGI.t::llt: lNUUS'I'RIALl'

V iene richiamata l'importanza di appropriate misure preventive, come l'organizzazione del servizio di apprendistato c programmi di educazione sanitaria. Al riguardo l'A. avanza alcune proposte e conclude ribadendo l'importanza di un efficiente servizio Sanitario Nazionale che si OCCUJli anche della medicina del lavoro.

Summary health). - The female workcr;;.

(Injluencc of the work corulitions on thc Jemale worker A. examines different aspects concerning the health of

The following aspects are taken into consideration: sex distributiun, generai and specific morbidity, work pathology, work accidents, sickness and maternity ahsences, family lifc.

The A. recalls the importance of appropriate preventive measures, such as organization of apprenticeship and health education programs. In this connection, the A. puts forward some proposals which might be useftÙ for a new regulation in the matter and, as a conclusion, stresses the importance of an efficient Public Health Service especially in this field .

.&nn. Illl. ~;upor. s~nUà (1977) U, .Ss-&00

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Ricerche sperimentali nel ratto con metodologia cronobiologica simulante diversi turni di lavoro nell'uomo

F. CARANDENTE

fslilrdo di Clinica Medica e Terapia Medica III, Un.iversilò di Milan.o

Il fatto che alcune malattie sono più frequenti in lavoratori addetti a talune attività, in particolar modo in quei soggetti sottoposti a turni di lavoro differenziati, è di grande interesse in medicina preventiva. Per poter di­stinguere, nello studio della patogenesi di talune malattie, il ruolo giocato da vari fattori (la presenza o meno di lavoro a turni, la maggiore o minore fatica che il lavoro comporta, lo spostamento degli orari dei pasti, oppure dall'interazione di tutti questi fattori) sono necessari sia studi di tipo stati­~;tico sui lavoratori stessi, sia l'utilizzazione di specifici modelli sperimentali [l].

L'esposizione di soggetti alla fatica lavorativa nell'appropriato stadio del ciclo circadiano (e circannuale, forse) della resistenza o della sensibilità della mucosa gastro-intestinale, potrebbe costituire una misura preventiva per evitare la comparsa dell'ulcera gastrica (e, forse, di altri possibili rischi legati all'attività lavorativa). Alcune malattie, associate a torto o a ragione all'esposizione ad eccessivo affaticamento fisico o psichico, sono state so­~pettate di essere più frequenti in lavoratori soggetti a turni, soprattutto quando il lavoro comprende condizioni in cui diversi « fattori affaticanti » interagiscono.

In letteratura vi sono apparenti contraddizioni in tema di incidenza dell'ulcera peptica e duodenale in lavoratori soggetti a turni. Doli e Jones [2] hanno classificato, su un totale di 4871 lavoratori londinesi, prima avvicinati mediante questionario poi sottoposti a visita medica, quanti di essi lamen­tavano o meno bintomatologia di tipo dispeptico; nei casi ;;ospetti il soggetto n·niva sottoposto anche ad esame radiologico. Dalla Tah. l si ricava che la percentuale di soggetti sofferenti di ulcera peptica è più bassa nei tumisti, ehe negli altri lavoratori,

Se invece si esaminano i dati di Duesberg e Weiss [3] relativi a lavoratori raggruppati secondo l'appartenenza a differenti Istituti sociali di assistenza,

.!nn. /id. :>uptr. 8m!ilà (1977) 13, 4~1-4~8

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AT'fl IJ.l.J, H (:UNV.t:G-NO NA'I:lO:"oALE. DJ IG-J.tNt INHIJ~l'HIALJ

si osservano risultati diversi; in uno di tali gruppi, per esempio, il 40 ~'"

dei lavoratori era soggetto a turni, con solo un quano d'ora di riposo l'er i1 pasto. Gli Autori osservarono che tali lavoratori consumavano in quellt' condizioni i pasti principali a casa, di solito ad orari che cambiavano di set­timana in settimana. Questo gruppo fu messo a confronto con altri dw• gruppi comprendenti soprattutto impiegati, ovvero soggetti non sottoposti a turni, Si vide che l'incidenza di ulcera peptica nel primo gruppo era otto volte superiore a quella degli altri due gruppi. Purtroppo, gli Autori non descrivono i tipi di turni attuati nel primo gruppo, poiché attribuirono le differenze notate all'irregolarità dei pasti.

TABELLA l

Incidenza dell'ulcera peptica in lavoratori soggetti a turni diurni e notturni

l '

Numero l'er<eo•~•le co,. uloero peptico

TIPO "' LAVORO di oonotti l ---

lOto!~ attiv"

Giornata di lavoro normale l 3.404 6,46 4,43

Turo1 BOlo diurni . 790 6,70 3,92

Turni diurni e notturni alternati . 364 6,31 4,39

Turni solo notturni . 3!3 6,30 3,51

TOTALE 4.821 6,48 4,29

li teu dell2 ò •hto caloolaro pd «>o......,.tar~ la~.,...,.,. di Ja~oro norma!. con gli altri lipi di Lnoro;

P> &,O:; U. tuoti i .,...;, (Dati ripothti da; Doli ol Joneo [2])-

lo Danimarca Bonnevie (4] confrontò 300 soggetti che svolgevano at· tività lavorativa diurna con 600 soggetti che lavoravano di notte. Evidenziò che la percentuale di ulcera peptica, in coloro che lavoravano di giorno, era del 5 % mentre in coloro che lavoravano di notte era del 15 %· t da notare, tuttavia, che Bonnevie ritiene - da sue osservazioni recenti - chl" vi è notevole differenza fra gruppi che realizzano turni di lavoro a lungo­termine o a breve-termine, e che vi sono alcuni individui, approssimativa­mente il25 % della popolazione lavorativa, che non possono essere impiegati in attività regolate da turni, senza mostrare segni di comparsa di ulcera gastrica .

.F:: chiaro che è necessario avere ulteriori informazioni per quanto ri­guarda le potenziali capacità di adattamento ad un determinato tipo di lavoro. Le funzioni fisiologiche coinvolte potrebbero essere spinte a « correre libera­mente » (dal termine cronohiologico inglese free-run-), cioè il ritnlo che le

.dRn. Il/. SufH'I'. Sanitt! (1977) tJ, 01-49~

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CA.RANDENTB

caratterizza, non potendo più seguire il sincronizzatore naturale, verrebbe ad avere un periodo diverso da quello abituale (per esempio da quello cir­cadiano). Sono anche necessarie maggiori informazioni concernenti i tipi e le intemità di tutti i sincronizzatori interagenti nei diversi tipi di program­mazione dei turni.

Va posta in evidenza la grande importanza, in questo campo, degli esperimenti sugli animali; infatti, in esperimenti di questo tipo, è possibile evidenziare il ruolo giocato dai ritmi corporei nella capacità dell'animale a tollerare situazioni affaticanti imposte da condizioni generali o particolari collegate a lavoro a turni. Così si può indagare sull'esÌ8tenza di cicli di su­scettibilità-resistenza ad agenti esistenti nell'ambiente industriale, che rap• presentano situazioni di volta in volta particolarmente rischiose o vantaggiose. Criteri biologici, che si servano di test ritmometrici, potrebbero essere utiliz-7.ati per specificare standard nazionali ed internazionali per il controllo, per esempio, della presenza di monossido di azoto, fra gli altri.

Come esempio di tali necessari esperimenti sull'animale, viene presen­tato un modello· di studio cronobiologico, in cui si è posta in relazione l'eleva­.,jone della pressione arteriosa, determinata geneticamente in ratti sponta• neamente ipertesi (ratti Okamoto), come codeterminante nell'ulcerogenesi gastrica (SJ.

In questo studio si è voluto verificare _se esista, nell'animale da espe· rimento, una variazione di sensibilità, secondo un ritmo circadiano e circan­nuale, della mucosa gastrica a diversi fattori ulcerogeni. Dalla letteratura era già nota la possibilità di indurre ulcera gastrica nei ratti sottoponendoli a particolari stimoli o restrizioni fisiche; è pure nota la ricorrenza stagionale nell'uomo della comparsa della sintomatologia· ulcerosa,

Si trattava di verificare sperimentalmente se effettivamente anche nel­J'animale è possibile riprodurre tale maggiore sensibilità in alcuni periodi dell'anno o del giorno. Per quanto riguarda il ritmo circannuale, l'esperimento è ancora in corso.

:E: di particolare interesse dal punto di vista pratico la verifica di un'even­tuale maggiore sensibilità della mucosa ad una determinata ora del giorno. Tale dato permetterebbe una azione preventiva, una volta che fosse dimo­~trato anche nell'uomo, proprio nei confronti di quei soggetti sottoposti a determinati turni di lavoro e particolarmente predisposti per questa forma morbosa. Infatti ciò che si può definire « trattamento ulcerogeno » cui sono stati sottoposti i ratti del nostro esperimento, può essere paragonato, per traslato, all'affaticamento ed allo stato ansioso cui è sottoposto un soggetto durante il suo lavoro. Tale trattamento si è dimostrato efficace solo quando si agiva sull'animale sottoponendolo contemporaneamente a diversi stimoli, ehe singolarmente non si sono dimostrati significativamente ulcerogeni. [ ratti, di 3-5 mesi di età, spontaneamente ipertesi, vennero suddivisi in

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491 AT1'1 DEL Il CONVEGNO NAZIONALI: DI IGIENE INVU~1'RlALJ:

diversi gruppi, ognuno dei quali sottoposto a trattamento ad orari diversi. ma per lo stesso numero di ore. Vennero portati in condizioni standard fiu da 4 giorni prima dell'esperimento, in gabbie singole a temperatura ed umidità costanti, in stanze illUminate dalle ore 7 alle ore 19.

Dal primo al terzo giorno dell'esperimento ai ratti venne somministrato, come cibo, solo una soluzione di glucosio al 17 % in peso. Il mattino dd terzo giorno il primo gruppo di ratti venne immobilizzato in contenitori d; rete metallica e posto in camera fredda a + 4 oc per 4 h, indi sacrificato:

gli stomaci vennero esaminati immediatamente. Il medesimo trattamento venne attuato per i gruppi successivi ogni 4 h, per un totale di 6 gruppi nelle 24 h.

A questo esperimento ne sono seguiti altri tre, efl'ettuati con le stesse modalità, ad eccezione del fatto che sono stati esaminati solo due gruppi, di cui uno immobilizzato dalle ore 1,30 alle ore 6,30 di mattina, l'altro dalle ore IO alle ore 16.

I risultati degli esperimenti sono riportati nella Fig. l che mostra la percentuale di ratti in cui si è potuta evidenziare la presenza di ulcere ga­striche. Nel primo esperimento, la prima colonna rappresenta il pool dei ri-

~rimento N. •oo

Rroullll!i raggrup-pali per &&peri-""'rrtr ouceeo.,.,

"'~' •

(1/25)

• Orrrrr d•l teolo 02"~~ 10"'-22"'

'" (9/10)

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n 06~ 16"

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(7,'13)

Fig. L- Dipendenza dallo stato circadiano dell 'nlcerogenesi nel topo.

Stato circadiano approssimato dall'ora dell'inizio dell'esperimento: i ratti BOno stati sottoposti a trattamento con diversi agenti fisici per 4 ore nell'esperimento I e per 6 ore negli altri. Gli orari per gli esperimenti II, III, IV sono stati scelti in base ai ti&Ultati dell'e&perimento I. Negli esperimenti l, Il, III i ratti •eguivano un regime luce--buio con luce dalle 07,00 alle 19,00, mentre nell'e~~perimtnto IV la luce era accesa dalle 09,00 alle 21,00.

Gli esperimenti l e Il sono stati effettuati su ratti SH; il III su ratti SH e LOU; il IV su ratti SH, LOU e KYOTO WISTAR.

I nwneri fra parentesi in cima alle colonnine rappresentano il numero dei ratti che hanno sviluppato ulcera g~~.stricalil numero totale dei ratti (maschi e femmine) usati in

ogni e!!perimento. È stato eseguito il test del X2 che per gli e11pedmenti II, III, e IV ha dimostrato

P> 0,05.

.A.""· J.l. Supn. Sanilà (1977) U, '91-4\JS

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CARANDENTE

sultati dei ratti sottoposti a« trattamento» tra le ore 22 e le ore 6 (e sacrifi­cati alle 2 c alle 6), la seconda i ratti sottoposti a trattamento tra le ore 6 e le ore 22, Per questo primo esperimento la differenza non è sufficientemente significativa, mentre negli altri la differenza fra ratti trattati nella tarda nottata e quelli del pomeriggio è fortemente significativa. Bisogna tuttavia puntualizzare che, anche nel primo esperimento, esiste una differenza so­stanziale fra i due raggruppamenti: nei ratti trattati di notte, la gravità delle ulcerazioni trovate non raggiungeva mai quella dei ratti trattati di giorno. Nell'interpretazione di questi dati è piuttosto importante tenere pre­sente che per il ratto le ore notturne, cioè di buio, rappresentano il momento di maggiore attività, in quanto in tali ore l'animale mangia, gioca coi compagni di gabbia, appare in movimento all'osservatore che entri nella stanza (sem­pre al buio, naturalmente). Le ore di luce invece vengono dedicate dal ratto al riposo ed al sonno. Riesaminando la Fig. l si nota che la maggior parte dei ratti, in tutti gli esperimenti, mostra una grande sensibilità della mucosa durante le ore dedicate normalmente al riposo.

La Fig. 2 pone a confronto i risultati ottenuti in questo lavoro sugli ani­mali con i dati di lllingworth [6, 7] che ba posto in grafico le percentuali di perforazione dell'ulcera gastrica alle diverse ore del giorno. Tale indagine fu eseguita su un totale di 951 soggetti.

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Fi!(. 2. -Stato circadiano e ulcerogenesi: confronto fra esperimenti ~ul

ratto c <lati clinici nell'uomo.

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ATTI Dl'L Il CONVEt;NU NAZIONALE DI IGIENE INDlJSTRIALI

La coincidenza temporale fra il picco delle perforazioni delle ulcere ~astriche nell'uomo, che è attivo soprattutto di giorno, ed il picco di maggiori:' sensibilità della mucosa gastrica nei ratti, che sono aUivi di notte, indica che probabilmente sono coinvolti nel fenomeno diversi meccanismi.

Molti problemi di cronopatologia comparativa devono essere chiariti, compresi quelli collegati con l'igiene del lavoro. Poiché gli ~:~tudi clinici ne­cessitano di anni e anni di lavoro in questo campo, e poiché stimoli pericolot~i da saggiare non possono essere applicati a volontari umani, i modelli di studio sperimentali (sul ratto o altri animali) divengono preziosissimi.

Riassunto. - Viene posto in evidenza come sia di grande importanza per la medicina preventiva tenere presente che talnne malattie si presentano con maggior frequenza presso alcuni lavoratori. Nonostante alcune contraddi­zioni presenti in letteratura, si ammette che malattie dell'apparato digerente, come per es. l'ulcera gastrica, 8Ìano più frequenti presso i lavoratori sottoposti a turni di lavoro alternati. Viene esaminato un modello sperimentale nel ratto, secondo metodiche cronobiologiche, e viene verificata l'esistenza di variazione di sensibilità, secondo un ritmo circadiano e circannuale, della mucosa gastrica a diversi fattori ulcerogeni. La maggior parte dei ratti mostra una grande sensibilità della mucosa gastrica durante le ore del giorno, cioè durante quelle ore che per il ratto eono di riposo.

Summary (An experimental chronobiological research simulating human shift). - Certain diseases associated rightly or wrongly with the exposure to excessive burdens, phisical or emotional, bave been claimed to be more frequent among shiftworkers, notably when work involves conditions with different interacting loads. As an exemple, one could focus upon apparent contradictions in tbc literature concerning shiftwork and ulcers: Doli and Jones report on a total of 4871 workers, either shiftworkers or not, that tbc incidencc of ulcers was slightly lower, rather than higher, in shiftworkers. By contrast Duesberg and Weiss, comparing shiftworkers and employee~> working in a regolar work day, found higher incidence of ulcers in shift­workers. Bonnevie compared night-workers and day-workers and found that the ulcer incidence for the first type was 15 % and for t e second 5 %­Moreover he points out that some individuals cannot cope with the sh ft­work and show signs of gastric ulcer more often.

Ulcerogenesis was investigated on a sperimentai model (rats), following cbronobiological methods, lt was found that there is a statistically significant difference on the gastric sensihility between rats treated with multiple loads at first morning hours or evening; there is a la.rger sensibility during morning hours that is during the rest period of rats .

.Ann. Jot. S~pu. Stuoilù (11100) U, (\11-4111<

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CARANDEN'l'E

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