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2.3.2 Resoconto Stenografico X Legislatura Seduta Pubblica n. 60 (5ª riunione) di Mercoledì 5 Ottobre 2016 (ore 10.00) Edizione originale Resocontazione Servizio Giuridico Istituzionale

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2.3.2

Resoconto Stenografico

X Legislatura

Seduta Pubblica n. 60 (5ª riunione)

di

Mercoledì 5 Ottobre 2016 (ore 10.00)

Edizione originale

Resocontazione Servizio Giuridico Istituzionale

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X LEGISLATURA - RESOCONTO STENOGRAFICO - SEDUTA DEL 5 OTTOBRE 2016

Riunioni precedenti mercoledì 7, mercoledì 14, mercoledì 21 e mercoledì 28 settembre 2016

Seduta precedente n. 59 di mercoledì 3, giovedì 4 e venerdì 5 agosto 2016

CONSIGLIO REGIONALE DEL LAZIO

60.

SEDUTA DI

MERCOLEDI’ 5 OTTOBRE 2016 (5ª riunione)

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LEODORI

INDI

DEL VICE PRESIDENTE STORACE (ore 12,00)

**********

Ufficio di Presidenza

Presidente: Daniele Leodori

Vicepresidenti: Mario Ciarla, Francesco Storace

Consiglieri Segretari: Maria Teresa Petrangolini; Gianluca Quadrana; Giuseppe Simeone

Gruppi consiliari

Centro Democratico: Cd (c.g. Piero Petrassi); Cuoritaliani: Ci (c.g. Daniele Sabatini); Fratelli d’Italia: FdI

(c.g. Giancarlo Righini); Gruppo misto: Misto (c.g. Pietro Sbardella); Il Popolo della Libertà: PdL-FI (c.g.

Antonio Aurigemma); La Destra: LaD (c.g. Francesco Storace); Lista Civica Bongiorno-Obiettivo Lazio:

LB-OL (c.g. Marino Fardelli); Lista Civica Nicola Zingaretti: LcZ (c.g. Michele Baldi); Lista Storace: LS

(c.g. Olimpia Tarzia); Movimento 5 stelle: M5s (c.g. Valentina Corrado); Partito Democratico: Pd (c.g.

Massimiliano Valeriani); Partito Socialista Italiano per Zingaretti: Psi (c.g. Daniele Fichera); Sinistra

Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: Si-Sel (c.g. Gino De Paolis).

Giunta regionale

Presidente: Nicola Zingaretti

Vicepresidente: Massimiliano Smeriglio

Assessori: Formazione, Turismo, Ricerca, Scuola e Università: Massimiliano Smeriglio; Ambiente, Rifiuti e

Rapporti con il Consiglio Regionale: Mauro Buschini; Politiche del Territorio e Mobilità: Michele Civita; e

Sviluppo economico e Attività produttive: Guido Fabiani; Agricoltura, Caccia e Pesca: Carlo Hausmann;

Cultura e Politiche giovanili: Lidia Ravera; Infrastrutture, Enti Locali e Politiche Abitative: Fabio Refrigeri;

Politiche del Bilancio, Patrimonio e Demanio: Alessandra Sartore; Lavoro, Pari Opportunità e Personale:

Lucia Valente; Politiche Sociali, Sport e Sicurezza: Rita Visini.

INDICE

Ordine del giorno

(La seduta riprende alle ore 10,04)

PRESIDENTE…………………………………..5

Question time

Interrogazione a risposta immediata n. 422 del

giorno 31 maggio 2016, proposta dai consiglieri

Perilli, Pernarella, Denicolò, Barillari, Porrello,

Corrado e Blasi concernente: “Ospedale San

Giacomo di Roma, deficit finanziario”

PRESIDENTE………………………………5,7,9

PERILLI (M5s)………………………………..5,9

SARTORE, Assessore…………………………..7

Richiamo al Regolamento

PRESIDENTE……………………………….9,10

STORACE (LaD)……………………………...10

Interrogazione a risposta immediata n. 437 del

giorno 30 giugno 2016, proposta dal consigliere

Abbruzzese concernente: “Iniziative per il

sostegno al reddito in favore dei disoccupati,

inoccupati o precariamente occupati della

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X LEGISLATURA - RESOCONTO STENOGRAFICO - SEDUTA DEL 5 OTTOBRE 2016

Provincia di Frosinone”.

PRESIDENTE…………………………………10

Interrogazione a risposta immediata n. 467 del

giorno 21 settembre 2016, proposta dal

consigliere Righini concernente: “Chiusura PIT

(Presidio integrato territoriale) PPI (Punto di

primo intervento) Ladispoli”.

PRESIDENTE…………………………………10

RIGHINI (FdI)……………………………...10,11

BUSCHINI, Assessore…………………………11

Interrogazione a risposta immediata n. 476 del

giorno 30 settembre 2016, proposta dal

consigliere Aurigemma concernente:

“Dismissione PPI CTO”

PRESIDENTE……………………………...12,15

AURIGEMMA (PdL-FI)…………………...12,14

BUSCHINI, Assessore…………………………14

Interrogazione a risposta immediata n. 468 del

giorno 21 settembre 2016, proposta dai

consiglieri Blasi e Perilli concernente: “Bando

per organizzazione e svolgimento del Festival di

Letteratura breve FLEB finanziato con fondi

regionali”.

PRESIDENTE…………………………………15

Interrogazione a risposta immediata n. 472 del

giorno 23 settembre 2016, proposta dal

consigliere Santori concernente: “ATER di Roma

− Criteri per la gestione e lo stralcio di parte dei

crediti vantati nei confronti di varie associazioni

ed ipotesi di danno erariale”.

PRESIDENTE…………………………………16

SANTORI (FdI)…………………………….16,18

BUSCHINI, Assessore…………………………17

Interrogazione a risposta immediata n. 473 del

giorno 23 settembre 2016, proposta dal

consigliere Denicolò concernente: “Immissione,

ai fini del ripopolamento, di fauna selvatica

malata nel Comune di Vasanello (VT)”

PRESIDENTE…………………………..18,20,21

DENICOLO’ (M5s)………………………...19,20

BUSCHINI, Assessore…………………………19

Interrogazione a risposta immediata n. 475 del

giorno 30 settembre 2016, proposta dal

consigliere Storace concernente: “Dimissioni del

direttore dell’Agenzia regionale di Protezione

civile e incarico ad interim a un soggetto senza

requisiti durante l’emergenza terremoto”

PRESIDENTE……………………………...21,23

STORACE (LaD)…………………………..21,23

BUSCHINI, Assessore…………………………21

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE……………………………........23

Ordine dei lavori

PRESIDENTE……………………………........24

CANGEMI (Ci)………………………………..24

(La seduta è sospesa alle ore 11,28 e riprende

alle ore 12,00)

PRESIDENTE……………………………………

Proposta di legge regionale n. 210 del giorno 30

ottobre 2014, di iniziativa dei consiglieri

Cangemi, Bonafoni, Simeone, De Paolis,

Valeriani, Favara, Fardelli, Bianchi e Petrassi

concernente: “Disposizioni di riordino in

materia di informazione e comunicazione”

(Prosecuzione esame)

Discussione e votazione dell’articolato

PRESIDENTE…………………………………24

Ordine dei lavori

PRESIDENTE……………………………........24

PORRELLO (M5s)……………………………24

Discussione e votazione dell’articolato

PRESIDENTE……………..25,26,27,28,29,30,31

SARTORE, Assessore……………25,27,28,29,30

CANGEMI (Ci)………………………………..25

BARILLARI (M5s)…………………26,27,28,30

BONAFONI (Si-Sel)…………………………...27

DENICOLO’ (M5s)……………………………28

Ordine dei lavori

PRESIDENTE…………………………………31

BONAFONI (Si-Sel)…………………………...31

Discussione e votazione dell’articolato

PRESIDENTE…...31,32,33,34,38,39,40,41,42,43

…………………………………………..44,45,46

AURIGEMMA (PdL-FI)………………31,36,40

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X LEGISLATURA - RESOCONTO STENOGRAFICO - SEDUTA DEL 5 OTTOBRE 2016

CANGEMI (Ci)…………………………32,34,35

VALERIANI (Pd)………………………….32,35

PORRELLO (M5s)……………………………32

BONAFONI (Si-Sel)…………………………...33

SBARDELLA (Misto)…………………………37

FICHERA (Psi)………………………………..38

BARILLARI (M5s)…………...38,41,42,43,44,45

SARTORE, Assessore……..40,41,42,43,44,45,46

(La seduta è sospesa alle ore 13,20 e riprende

alle ore 15,14)

PRESIDENTE…………………………………47

Ordini del giorno

PRESIDENTE…………………………………47

Ordine del giorno D08, collegato alla proposta di

legge n. 210 del 30 ottobre 2014 “Legge quadro a

sostegno del pluralismo dell’informazione e della

comunicazione istituzionale”, a firma dei

consiglieri Bonafoni, Fichera, Petrassi, Favara,

concernente: Applicazione contratto collettivo di

lavoro giornalistico al personale iscritto all’albo

nazionale dei giornalisti che svolge attività di

informazione presso gli uffici stampa della Giunta

e del Consiglio

PRESIDENTE…………………………………47

Votazione

PRESIDENTE…………………………………47

Dichiarazioni di voto

PRESIDENTE……………………47,48,50,51,55

BONAFONI (Si-Sel)…………………………..47

CANGEMI (Ci)………………………………..48

VALERIANI (Pd)……………………………..51

BARILLARI (M5s)…………...........................52

SIMEONE (PdL-FI)…………………………..54

Votazione finale

PRESIDENTE…………………………………55

STORACE (LaD)……………………………...55

CANGEMI (Ci)………………………………..55

SABATINI (Ci)………………………………..55

Mozione n. 415 del giorno 29 settembre 2016,

proposta dai consiglieri Fichera, Valeriani,

Righini, Di Paolantonio, Abbruzzese, Petrassi,

Bianchi, Porrello, Baldi, Sbardella, Storace e

Tarzia, concernente: Schema di decreto di

riordino delle camere di commercio

PRESIDENTE……………………………...55,56

FICHERA (Psi)………………………………..55

SABATINI (Ci)………………………………..56

Votazione

PRESIDENTE…………………………………56

(La seduta termina alle ore 16,01)

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Atti consiliari Regione Lazio

X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016

5

La seduta riprende alle ore 10,04

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE

LEODORI

PRESIDENTE. Iniziamo i nostri lavori con i

question time.

*****

Question time

Interrogazione a risposta immediata n. 422

del giorno 31 maggio 2016, proposta dai

consiglieri Perilli, Pernarella, Denicolò,

Barillari, Porrello, Corrado e Blasi

concernente: “Ospedale San Giacomo di

Roma, deficit finanziario”.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto

0.9, reca: Interrogazione a risposta immediata

n. 422 del giorno 31 maggio 2016, proposta

dai consiglieri Perilli, Pernarella, Denicolò,

Barillari, Porrello, Corrado e Blasi

concernente: “Ospedale San Giacomo di

Roma, deficit finanziario”.

Risponderà l’assessore Sartore.

Ha chiesto di parlare il consigliere Perilli.

Ne ha facoltà.

PERILLI (M5s). Vorrei intervenire prima

sull’ordine dei lavori.

Leggendo il fascicolo dei question time ho

notato che il question time presentato dal

presidente Storace presenta più quesiti finali.

Le dico questo perché, più volte, c’è stato –

questo a chiarimento anche per il futuro –

richiesto espressamente dagli uffici che

question time o interrogazioni con più quesiti

non potessero essere accettati.

Le dico questo ancora perché la stessa

interrogazione di oggi è stata in qualche

modo ridotta, ristretta, se così possiamo dire,

proprio in virtù di questo principio, perché

erano molti gli argomenti che si potevano

collegare all’argomento principale.

Quindi, le vorrei chiedere qual è

l’intenzione futura rispetto a queste

procedure. Grazie.

PRESIDENTE. Confermo l’indicazione che

il quesito deve essere unico. Quella è stata

dichiarata ammissibile perché tutta la

questione verte su un unico punto, che è la

sostituzione del Direttore della Protezione

civile e la presenza dei requisiti del facente

funzioni. Anche se apparentemente sembra

con più quesiti, il quesito di fondo rimane

sempre lo stesso, legato, ripeto, alla nomina

del nuovo facente funzione.

Confermo la stessa impostazione che

rispetto a quesiti e indicazioni deve essere

unitaria, unica sui question time presentati

agli Assessori.

Ritorniamo al question time n. 422.

Ha chiesto di parlare il consigliere Perilli.

Ne ha facoltà.

PERILLI (M5s). Grazie, Presidente.

Ringrazio anche l’assessore Sartore per

essere venuta personalmente dopo mia

apposita richiesta, dal momento che ritenevo

e ritengo che l’oggetto di questa

interrogazione richieda l’intervento personale

dell’Assessore a chiarimento di alcuni quesiti

che riguardano strettamente il suo

assessorato.

Andrò subito al punto dal momento che la

vicenda è complessa e quindi il rischio è che

questi minuti che sono concessi per la

discussione dell’interrogazione urgente non

siano sufficienti.

La questione è particolarmente delicata e

importante e a mio giudizio riguarda non solo

i conti della Regione Lazio, il futuro di questi

dati rispetto a quello che è accaduto in

passato, ma anche in qualche modo si parla di

sanità e di aspetti che per lo più non vengono

e non sono conosciuti. Dobbiamo partire, per

poter capire gli effetti di quello di cui noi

andremo a chiedere lumi, dal passato, ovvero

dal 2003, quando la Regione Lazio, proprio

in estrema sintesi possiamo dire, ha realizzato

un’operazione di vendita e di riaffitto degli

ospedali pubblici, con cartolarizzazione dei

crediti connessi al pagamento dei canoni di

affitto, per trovare, quindi, una copertura

finanziaria alla quota propria di competenza

per disavanzi accumulati al 2001. Questo l’ho

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Atti consiliari Regione Lazio

X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016

6

riportato dall’Osservatorio sul debito della

Regione Lazio.

In sintesi, che cosa è successo? Visto

l’amplissimo debito che schiacciava allora i

conti della Regione Lazio, si decise –

l’Assessore mi potrà correggere se è

sbagliato –, per immettere liquidità nelle

casse della Regione, di ricorrere a quella che

attualmente (non so se lo era anche all’epoca)

è definita un’operazione di finanza creativa,

ovvero attraverso giusta legge regionale che

lo consentiva, la Regione Lazio ha costituito

una società denominata SANIM Spa quale

strumento per immettere liquidità nel sistema

delle aziende sanitarie regionali.

Che cosa è successo? Questo forse è anche

il dato che molti cittadini non sanno, non

conoscono: il 28 giugno del 2002 la suddetta

società ha acquistato dalle ASL e dalle

aziende ospedaliere operanti nel territorio

laziale cinquantasei complessi ospedalieri.

Questi complessi ospedalieri sono stati

trasferiti nel patrimonio immobiliare di

questa società interamente posseduta dalla

Regione Lazio e si sono stipulati,

contestualmente con le aziende venditrici,

contratti di affitto trentennali degli immobili,

con opzioni di riacquisto dei cespiti

medesimi al termine del contratto di affitto ad

un valore simbolico di 1 euro.

La compravendita era sottoposta a

condizione risolutiva, ovvero che gli

immobili per i quali entro il 31 dicembre

2003 − data già trascorsa − SANIM non

avesse pagato il prezzo di acquisto sarebbero

automaticamente rientrati nella piena

proprietà delle ASL. Questo, se non sbaglio,

Assessore, è accaduto solo per sette strutture

di quelle che ho citato.

In parole povere, abbiamo un fatto

abbastanza singolare. La Regione Lazio

costituisce una propria società,

un’immobiliare, che acquista dalle ASL gli

immobili che sono da esse stesse occupati e

queste aziende cominciano a corrispondere

alla stessa Regione un affitto, un canone. I

crediti derivanti da questa operazione sono

stati essi stessi oggetto di un’operazione

finanziaria, la cosiddetta “cartolarizzazione”,

attraverso una società veicolo, la Cartesio,

che è stata utilizzata per questo scopo. Questa

stessa Cartesio ha emesso titoli sul mercato

dei capitali utilizzando i proventi delle

missioni per pagare a SANIM i crediti ceduti.

Questa è l’operazione finanziaria nel suo

complesso. Come dicevo, è abbastanza

singolare. La Regione Lazio stipula un

contratto praticamente con se stessa e si fa

corrispondere i canoni da parte delle aziende

ospedaliere che, quindi, formalmente, sono di

una società immobiliare. Tra queste,

Assessore, io ho preso simbolicamente la

vicenda dell’ospedale San Giacomo perché

l’ospedale San Giacomo, che notoriamente è

una struttura non più in funzione, in quanto è

stata dismessa alcuni anni fa, credo nel 2008,

nonostante questa struttura fosse pienamente

operativa nel settore di competenza (era un

DEA di primo livello, quindi offriva servizi

sanitari fondamentali per i cittadini),

nonostante tutto, all’epoca, la Giunta

Marrazzo decise di chiudere questa struttura,

che è entrata a far parte di questo discorso

delle vendite − come abbiamo detto – a

SANIM e di questa operazione di

cartolarizzazione.

Sul San Giacomo, ovviamente, noi

abbiamo fatto numerose interrogazioni,

perché questa chiusura per noi, all’epoca, era

assolutamente ingiustificata. Va anche detto,

Assessore, che questa struttura è stata

oggetto, anche dopo la chiusura, di

ristrutturazioni e di interventi che hanno

determinato un esborso da parte della

Regione. Quindi, una struttura non più

funzionante, comunque sia, è stata oggetto di

interventi di ristrutturazione molto costosi,

senza avere alcun tipo di sfondo, alcun tipo di

obiettivo, tant’è vero che la stessa Corte dei

conti, censurando questo atteggiamento della

Regione, nel 2009 rilevava quanto segue:

queste criticità “devono far riflettere

sull’opportunità di continuare a destinare

risorse finanziarie aggiuntive rispetto a quelle

già necessariamente spese a suo tempo per

mettere a norma l’edificio, senza che vi sia,

neppure in prospettiva, un beneficio effettivo

per l’utenza”.

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Atti consiliari Regione Lazio

X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016

7

Questa situazione è andata avanti nel tempo

e il nostro Gruppo consiliare, prendendo

proprio spunto − come dicevo – da questa

struttura sanitaria, che fa parte di tutte le altre

strutture sanitarie che sono state oggetto di

questa operazione finanziaria, richiede non

solo di accedere a questa struttura e capire

effettivamente cosa e dove stanno finendo le

risorse dei cittadini rispetto a una struttura

chiusa da anni e che sta andando allo sfascio,

ma, nello stesso tempo, chiediamo...

PRESIDENTE. Consigliere...

PERILLI (M5s). Vado a chiusura, Presidente.

PRESIDENTE. Grazie.

PERILLI (M5s). Lei, leggendo, potrà vedere

la complessità stessa del question time.

Chiediamo, invece, rispetto all’operazione

finanziaria, Assessore, rispetto ai mutui che

sono stati assunti dalla Regione, secondo noi,

a degli indici che erano completamente fuori

mercato, anche all’epoca, nel 2003, quando è

stata fatta questa operazione finanziaria, se è

possibile almeno migliorare le condizioni di

credito attualmente in essere con la Cassa

depositi e prestiti per ottenere condizioni più

vantaggiose, chiedendo che il muto

precedentemente erogato sia in qualche modo

alleggerito.

Questo, Assessore, produrrebbe un

immediato risparmio − come lei benissimo sa

e ci insegna − sulle nostre casse, quindi per i

cittadini.

Finisco, Presidente, anche dicendo che

vorrei sapere quello che comporta il fatto, ad

esempio, in questa operazione di

cartolarizzazione, e la diffusione e la

frammentazione di questi titoli, di cui non

sappiamo in mano a chi adesso sono, di

questa operazione, fatta tramite la Cartesio,

quindi vorremmo sapere anche, Assessore,

quali sono le prospettive, se c’è una

possibilità di rivedere questa operazione di

ridurre i danni e cercare di riottenere

chiarezza su un sistema generale che,

all’epoca, nessuno, almeno per quanto ci

risulta, mise in discussione, e questo

francamente fu, a nostro avviso,

inaccettabile.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare

l’assessore Sartore. Ne ha facoltà.

SARTORE, Assessore. Grazie. Anch’io

cercherò di essere sintetica, anche se non è

semplice. Vorrei fare, però, se è possibile,

perché il tema è sempre in qualche modo

quello della rinegoziazione di tutti i mutui,

anche se questa è un’operazione diversa dal

mutuo, però insomma vorrei fare una

panoramica di tutto quello che è stato fatto

finora, ivi compreso quello che stiamo

cercando di fare per SANIM.

A decorrere dal 2014, l’Amministrazione

regionale, anche sulla base di un apposito

ordine del giorno approvato dal Consiglio

regionale, ha avviato una profonda e

complessa attività di ristrutturazione del

debito finanziario regionale.

Riporto una tabella, che poi depositerò,

insieme alla risposta, nella quale

complessivamente emergono i risultati

dell’operazione di ristrutturazione del debito

nel periodo 2014-2015. Tali operazioni

hanno interessato l’intero portafoglio del

debito regionale, i mutui sottoscritti con il

MEF, i mutui sottoscritti con Cassa depositi e

prestiti e i titoli obbligazionari.

In termini strutturali il risparmio di spesa

ad oggi conseguito ammonta a 160 milioni di

euro su base annua, quindi moltiplicati fino

alla fine delle rate d’ammortamento, che

vanno una fino al 2037, un’altra fino al 2036,

un’altra fino al 2028, capite bene che

l’ammontare è enorme. Questo proprio

perché i tassi sono molto più bassi, quindi è

evidente che abbiamo cercato di fare tutto

quello che si poteva fare e che le norme

nazionali ci permettevano.

In tale contesto, l’azione regionale,

finalizzata alla semplificazione di questo

debito regionale, ha operato anche

nell’ambito dell’azione risarcitoria, tuttora

pendente e radicata davanti al Tribunale di

Roma, diretta ad accertare e a dichiarare, tra

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Atti consiliari Regione Lazio

X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016

8

gli altri, la responsabilità contrattuale ed

extracontrattuale delle banche convenute in

giudizio, ai sensi degli articoli 2043 e 1440

del Codice civile, dell’articolo 21 del decreto

legislativo n. 58/1998 e successive modifiche

e per l’effetto a far condannare le stesse

banche al risarcimento del danno pro quota

cagionato da ciascuna banca in relazione alla

rispettiva operazione negoziale. Ad oggi,

l’Ente ha perfezionato con altre controparti

bancarie convenute in giudizio – sono

moltissime – accordi transattivi dai quali

l’Ente stesso ha già ottenuto significativi

vantaggi non soltanto in termini di benefici

economici, connessi anche alla chiusura

anticipata di operazioni di derivati – sono

praticamente stati tutti chiusi, e li depositerò

qui, ma il 67,7 per cento dei derivati sono

diminuiti in questo periodo, quindi siamo

riusciti a fare un’operazione molto complessa

–, e il beneficio appunto sotto il profilo

finanziario ed economico complessivamente

ottenuto dalla Regione Lazio, in applicazione

del cosiddetto “contenzioso derivati”, è pari a

73,4 milioni di euro.

Appare opportuno soffermarsi sugli esiti

del percorso volto alla semplificazione di tale

portafoglio. Nel corso degli ultimi tre anni,

nella Regione Lazio si è assistito a una

significativa riduzione del peso dei contratti

derivati, così come ho detto, ma li elenco: per

effetto di tali operazioni nell’agosto 2013

chiusura di entrambi i contratti derivati di

tasso esistenti sulla posizione BF04D giugno

2014; chiusura dei contratti derivati in essere

con JP Morgan giugno 2015; chiusura del

contratto derivato di tassi in essere con Citi

su BF01D (la posizione); dicembre 2015

chiusura integrale del contratto derivato di

ammortamento su BF01D e parziale del

contratto derivato di ammortamento BF04D,

nell’ambito delle operazioni di riacquisto dei

titoli obbligazionari regionali perfezionale. Il

portafoglio dei derivati è passato da 2,8

miliardi di euro alla fine del 2012 all’attuale

907,6 milioni di euro nel 2015, riducendosi

del 67,6 per cento.

Entrando nel merito dell’interrogazione, è

evidente come il tema rappresentato,

appunto, dal consigliere Perilli e dagli altri,

risulti condivisibile, in quanto si innesta

nell’ambito del più ampio processo di

ristrutturazione del debito finanziario posto in

atto da questa Amministrazione.

Da tempo, gli uffici regionali preposti alla

gestione del debito, hanno attivato un

percorso di analisi e di studio della complessa

struttura contrattuale di SANIM, che giova in

tale sede riepilogare per sommi capi. Le ASL

hanno ceduto a SANIM Spa una società

costituita con legge regionale, detenuta

interamente dalla Regione Lazio, il loro

patrimonio indisponibile, mediante

un’operazione di sale and lease-back.

SANIM ha concesso in locazione alle ASL

gli immobili acquisiti in leasing, con vincolo

di destinazione d’uso, con facoltà delle ASL

stesse, di esercitare, al termine della

locazione, l’opzione per il riacquisto delle

stesse, al prezzo simbolico di un euro, della

proprietà dei rispettivi beni oggetto di

locazione. Fino alla scadenza dei relativi

contratti di locazione finanziaria, la Regione,

con mandato irrevocabile, si è impegnata a

pagare, per conto delle aziende sanitarie, i

canoni di locazione a SANIM, a fronte di

compensazioni con propri debiti verso le

aziende sanitarie; d) contemporaneamente,

SANIM ha ceduto i canoni di locazione a

Cartesio Srl, una società veicolo costituita ed

operante ai sensi della legge n. 130 del 1999

e che ha finanziato l’acquisto di tali crediti,

mediante l’emissione di titoli obbligazionari

sul merito finanziario nell’ambito della

relativa operazione di cartolarizzazione.

I proventi derivanti dalla vendita di tali

crediti sono stati utilizzati da SANIM per

pagare l’acquisto degli immobili delle

Aziende sanitarie.

L’operazione, così come denominata, del

patrimonio indisponibile delle ASL e

l’operazione di cartolarizzazione dei crediti

derivanti dai contratti di locazione, sono

quindi strettamente connesse tra di loro. Il

pagamento dei canoni di locazione

rappresenta infatti il flusso a garanzia del

rimborso degli obbligazionisti alle varie

scadenze da parte di Cartesio Srl, che come

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società veicolo non ha ulteriori introiti oltre

quelli derivanti dai crediti cartolarizzati.

Alla luce di tale ricostruzione del corpo

contrattuale SANIM, appare evidente come

sotto il profilo finanziario, l’obbligazione

principale dell’operazione sia costituita dai

canoni di locazione che la Regione Lazio, per

effetto del mandato irrevocabile, è tenuta a

pagare semestralmente a Cartesio Srl e

pertanto agli investitori.

L’obbligo di pagare il canone prescinde

quinti dal cespite patrimoniale, che

rappresenta il presupposto della

cartolarizzazione stessa. Gli immobili

interessati alla cartolarizzazione

rappresentano, tuttavia, una forma di garanzia

collaterale all’operazione. Possono quindi, in

termini generali, e vengo alla risposta precisa

alla domanda, essere effettuati due ordini di

intervento in relazione alla struttura

dell’operazione SANIM: un’operazione di

natura complessiva, che prevede il riacquisto

dei titoli obbligazionari collocati da Cartesio,

e la contestuale chiusura dei contratti derivati

stipulati nel 2003 e quelli tuttora sussistenti;

b) un’operazione di natura parziale, che

preveda, attraverso l’individuazione di

diverse forme di collateralizzazione, lo

svincolo di alcuni immobili non più destinati

ad uso sanitario e/o suscettibili di politiche di

valorizzazione pubblica, dal sistema di

garanzia dell’operazione, mantenendo al

contempo intangibile l’operazione sotto il

profilo finanziario e conseguentemente

l’obbligo di corrispondere i canoni semestrali

a Cartesio.

Allo stato attuale, l’unico intervento che si

profila sostenibile sotto il profilo economico

e finanziario è quello di cui al punto b),

quindi la sostanziale diversa individuazione

di una forma di collateralizzazione che faccia

una sostituzione del bene a garanzia. Tale

iniziativa, finalizzata a ricercare una

maggiore flessibilità nell’utilizzo degli

immobili attualmente in proprietà di SANIM,

consentirebbe, peraltro, di contemperare

un’equa valorizzazione dei cespiti che

attualmente si trovano cristallizzati

nell’ambito della struttura contrattuale di

SANIM, con le esigenze di contenimento

della spesa pubblica.

Spero di essere stata sufficientemente

chiara. È un po’complesso, però penso che…

PRESIDENTE. Grazie, Assessore.

Ha chiesto di parlare il consigliere Perilli.

Ne ha facoltà.

PERILLI (M5s). Presidente, la ringrazio.

Assessore, sono degli obiettivi, perché

anche comprare e ricomprare i titoli

obbligazionari, se non si entra un po’più

nello specifico nella possibilità di farlo…

Poi sulla questione dei mutui è importante

sapere se c’è la possibilità di ridurre. Questo

forse non ho colto se è possibile o meno

farlo.

Parlavo dell’ospedale San Giacomo al

quale la Regione continua a pagare un canone

d’affitto di 4 milioni di euro l’anno. È chiuso

l’ospedale. Si dovrebbe provvedere su questo

aspetto, tant’è vero che anche su questo

abbiamo presentato un esposto alla Corte dei

conti, oltre ai lavori, agli interventi che

vengono fatti su questa struttura.

A me risulta, e potrebbe essere errato – non

so se risulta anche all’Assessore – che il San

Giacomo è stato venduto, cioè la questione

della cartolarizzazione riguarda questa

struttura come tutte le altre. Alcuni sono dei

fondi lussemburghesi, portoghesi. Io non so

come si farà a ricostruire tutta la filiera,

Assessore, e se sarà possibile.

Sono soddisfatto del fatto che è stata

accolta questa interrogazione, come lei stessa

ha riconosciuto, come strada corretta per

poter procedere, però ci riserviamo di

analizzare passo passo le scelte che verranno

fatte da questa Amministrazione, di

monitorarle e di presentare eventuali atti

successivamente.

Intanto la ringrazio.

PRESIDENTE. Grazie.

Richiamo al Regolamento

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il

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consigliere Storace. Ne ha facoltà.

STORACE (LaD). Presidente, io apprezzo

molto la qualità delle risposte dell’assessore

Sartore a interrogazioni così precise, però

vorrei capire se sarò costretto a presentare

una proposta di modifica del Regolamento

perché un question time di mezz’ora è

inaccettabile. Io credo che gli Assessori

debbano capire che hanno i loro tempi, i

Consiglieri hanno i loro tempi. Si sceglie un

altro strumento, ma stiamo uccidendo il

question time.

PRESIDENTE. Stiamo cercando di rimanere

all’interno dei cinque minuti, tre più due.

Questa è l’unica eccezione. Ha ragione,

questa è uscita fuori dal normale canone.

Interrogazione a risposta immediata n. 437

del giorno 30 giugno 2016, proposta dal

consigliere Abbruzzese concernente:

“Iniziative per il sostegno al reddito in

favore dei disoccupati, inoccupati o

precariamente occupati della Provincia di

Frosinone”.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto

0.12, reca: Interrogazione a risposta

immediata n. 437 del giorno 30 giugno 2016,

proposta dal consigliere Abbruzzese

concernente: “Iniziative per il sostegno al

reddito in favore dei disoccupati, inoccupati o

precariamente occupati della Provincia di

Frosinone”.

Questo question time è spostato alla

prossima seduta e va ad aggiungersi ad altri

question time presentati dal Gruppo di Forza

Italia.

Interrogazione a risposta immediata n. 467

del giorno 21 settembre 2016, proposta dal

consigliere Righini concernente: “Chiusura

PIT (Presidio integrato territoriale) PPI

(Punto di primo intervento) Ladispoli”.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto

0.13, reca: Interrogazione a risposta

immediata n. 467 del giorno 21 settembre

2016, proposta dal consigliere Righini

concernente: “Chiusura PIT (Presidio

integrato territoriale) PPI (Punto di primo

intervento) Ladispoli”.

Ha chiesto di parlare il consigliere Righini.

Ne ha facoltà.

RIGHINI (FdI). Grazie, Presidente.

Le recenti notizie che vedono comunicati in

ordine all’ipotesi di chiusura del PIT, quindi

del punto di primo intervento nel Comune di

Ladispoli, è una questione che ha allarmato

non solamente gli amministratori e i cittadini

dei Comuni di Cerveteri e Ladispoli, ma

anche tanti cittadini della Regione che lì

vanno a trascorrere le vacanze e che vedono

in questo punto di primo intervento uno dei

punti più impegnati in particolare durante la

stagione estiva, proprio in ragione della

presenza che nel resto dell’anno interessa una

popolazione di quasi centomila abitanti e che

ovviamente la vede raddoppiarsi se non

triplicarsi durante la stagione estiva.

Il PIT di Ladispoli è un PIT che ha al suo

interno anche un’auto medicalizzata del 118,

un punto di elisoccorso che svolge funzioni

soprattutto nel periodo estivo ove se ne

presenti la necessità e impiega – dato questo

secondario, ma sicuramente non trascurabile

– venti operatori non ancora stabilizzati, che

ovviamente, in caso di chiusura del PIT,

vedrebbero definitivamente tramontare la

loro opportunità di stabilizzazione.

Noi vorremmo capire in ragione di quali

logiche si agisce. All’interno dell’atto

aziendale della Roma F non ho rinvenuto

ipotesi di chiusura di un PIT. Peraltro, come

l’Amministrazione sa, la ASL RM/F ormai è

dotata di un unico presidio ospedaliero, che è

quello di Civitavecchia.

Ha visto ridimensionato – è un eufemismo

– l’ospedale di Bracciano. Sono rimasti un

paio di presidi in quella parte di provincia di

Roma e di Regione, che vede il PIT di

Ladispoli svolgere una funzione

fondamentale.

Vorremmo capire in ragione di quale logica

si può ipotizzare questa chiusura, anche alla

luce del fatto che negli atti programmatori,

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negli atti aziendali che noi abbiamo

esaminato in Commissione e peraltro ancora

siamo in attesa degli aggiornamenti che

l’Amministrazione Zingaretti si era

impegnata a produrre, non è rinvenibile

alcunché riguardo a questa ipotesi, che io

spero sia scongiurata nella risposta

all’interrogazione. Non credo che la mia

illustrazione richieda più tempo, così come la

risposta dell’Amministrazione spero che

formuli un chiaro “no” rispetto a questa

ipotesi di chiusura del PIT di Ladispoli.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare

l’assessore Buschini. Ne ha facoltà.

BUSCHINI, Assessore. È utile ricordare che i

Punti di primo intervento, pur essendo una

rete d’emergenza, si rivolgono ai cittadini che

non presentino necessità di interventi di

particolare complessità clinica e tecnologica.

Le funzioni dei Punti di primo intervento

sono contenute, elencate e normate nel

Regolamento recante “Definizione degli

standard qualitativi, strutturali, tecnologici e

quantitativi relativi all’assistenza

ospedaliera” del DM n. 70 del 2 aprile 2015,

che norma anche la loro attività, collocazione

e l’evoluzione del funzionamento in virtù

delle caratteristiche proprie di tali punti.

In particolare, quello di Ladispoli, afferente

territorialmente all’ASL Roma 4, ex RM/F,

rientra nell’attuale fase di transizione

propedeutica al compimento di quanto

richiesto nel decreto ministeriale.

Quindi, sulla base di queste premesse, la

Direzione regionale salute e integrazione

sociosanitaria, in data 21 settembre, ha

richiesto a tutte le ASL in cui sono attivi i

Punti di primo intervento di dare corso agli

adempimenti richiesti e sollecitati dal tavolo

tecnico interministeriale per la verifica degli

adempimenti e anche di avanzare apposite

proposte, sulla base delle quali emanare

adeguati provvedimenti e riorganizzare la

struttura; sapendo che sono presenti sul

territorio della postazione 118, attiva 24 ore,

che si avvale anche di elisuperficie, questi

medici continueranno a prestare il proprio

intervento di assistenza alla popolazione in

virtù anche del potenziamento in ordine ad

attrezzature, tecnologie e servizi offerti dalla

Casa della salute.

Quindi, di fatto, Consigliere, si tratta di una

riorganizzazione, non di una chiusura e

nemmeno di un depotenziamento. Inoltre, i

centri di Civitavecchia e Bracciano, che

distano − come lei sa − all’incirca 20

chilometri e 30 chilometri da Ladispoli,

essendo dotati entrambi di strutture

ospedaliere, possono sopperire alla domanda

di eventuale emergenza. In questi centri,

comunque, continueranno ad operare i medici

per la continuità assistenziale, che hanno

garantito da sempre le attività del servizio

con professionalità e competenza.

Quindi, rispetto a questa possibilità di

riorganizzazione, di fatto, la funzione del

Punto di primo intervento non viene minata,

perché l’assistenza è assicurata con questa

possibilità di organizzazione. Dall’altra parte,

per eventuali emergenze, c’è sia la possibilità

di utilizzare l’elisuperficie che la distanza di

due presìdi ospedalieri.

(Segue t. 2)

RIGHINI (FdI). Ovviamente, Presidente, non

sono affatto soddisfatto di questa risposta.

L’assessore Buschini ha impiegato due

minuti e quaranta secondi per ricordarci una

normativa, che già conoscevamo, sulle

funzioni che svolgono i Punti di primo

intervento, raccontandoci la solita bella

favoletta, ovvero che non è una chiusura, ma

è una riorganizzazione di servizi.

Assessore Buschini, le Case della salute

non sono nelle condizioni di svolgere il ruolo

che voi ritenete di poter loro assegnare. Sono

dei poliambulatori che non sono in grado di

prestare gli interventi di emergenza che

garantiscono i Punti di primo intervento, che

sono a tutti gli effetti dei pronti soccorso.

Queste funzioni non possono essere

adempiute e svolte dalle Case della salute.

Sono altra cosa.

Voi state sottraendo un importantissimo

presidio sanitario, da parte della Provincia,

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oggi area metropolitana di Roma, già di per

sé ampiamente mortificato dalle scelte di

pianificazione sanitaria. L’ospedale di

Civitavecchia dista qualche chilometro. Le

strade sono ad elevatissimo transito

veicolare, quindi presentano sempre traffico.

È difficilmente raggiungibile l’ospedale di

Civitavecchia da Ladispoli e Cerveteri.

La postazione di elisoccorso non è in grado

di assicurare gli interventi di primo soccorso

di cui necessitano comuni che assommano

centinaia di migliaia di abitanti.

Era un presidio sanitario che

l’Amministrazione Zingaretti ha inteso

sottrarre ai cittadini di quella provincia. È ora

che le cose vengano chiamate con il loro

nome e il loro cognome: voi state chiudendo

un presidio sanitario in una parte dell’area

metropolitana di Roma, all’interno di una

ASL già mortificata, che penso non abbia più

ragione di esistere a questo punto, perché di

fatto si riduce ad un unico ospedale.

Accorpatela con qualche altra ASL romana.

Avete deciso di saccheggiare il territorio

rispetto ai punti di soccorso e di emergenza.

Io capisco ridimensionare gli ospedali, ma

sottrarre punti di prima emergenza a cittadini

della nostra regione è un gesto inqualificabile

e inaccettabile. Le posso assicurare che la

reazione in quel territorio sarà durissima e

l’opposizione che verrà fatta rispetto alla

chiusura del PIT di Ladispoli comporterà

anche reazioni di carattere territoriale e

manifestazioni e occupazioni di strade statali,

finché non tornerete indietro rispetto a questa

scelta scellerata.

Interrogazione a risposta immediata n. 476

del giorno 30 settembre 2016, proposta dal

consigliere Aurigemma concernente:

“Dismissione PPI CTO”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto

0.19, reca: Interrogazione a risposta

immediata n. 476 del giorno 30 settembre

2016, proposta dal consigliere Aurigemma

concernente: “Dismissione PPI CTO”.

Per affinità di argomento, io direi di

concludere gli argomenti dei punti di primo

intervento, visto che c’è un altro question

time, che è il 476.

Ha chiesto di parlare il consigliere

Aurigemma. Ne ha facoltà.

AURIGEMMA (PdL-FI). Io sarò ancora più

breve perché, oltre ad associarmi, assessore

Buschini, alle parole del collega Righini, il

fatto più grave, presidente Leodori, è quanto

accaduto all’interno della Commissione

Sanità. Non più tardi di due settimane fa,

all’interno della Commissione Sanità, prima

di entrare nel merito del parere da dare

all’incarico del fu dottor D’Urso, che poi

giustamente, vista la situazione della sanità

nel Lazio, ha pensato di abbandonare la nave

che affonda, abbiamo posto questo problema

al dottor D’Amato, e nello stenografico della

Commissione il dottor D’Amato ha

dichiarato – se non ricordo male, presidente

Storace – che i punti di primo intervento non

andavano chiusi, ma venivano riformulati sul

territorio.

Assessore Buschini, la inviterei più che a

una lettura del testo che gli hanno dato a un

ragionamento molto semplice. I punti di

primo intervento nascono nel 2011 a fronte

della chiusura di ospedali o di reparti per

cercare di dare assistenza al territorio. C’è un

decreto ministeriale che fa riferimento al

numero di accessi e dice di garantire punti di

primo intervento di almeno 6.000 accessi

l’anno, e i punti di primo intervento a cui fa

riferimento il collega Righini è un tratto che

va da Cerveteri a Ladispoli e a Santa

Marinella, che ad oggi sono 150.000 e che

nel periodo estivo sfiorano le 500.000

persone, mentre quello del CTO, che è

oggetto dell’interrogazione, fa oltre 13.000

accessi l’anno e per la precisione tutti i codici

bianchi, verdi e gialli del Sant’Eugenio

vengono traslati con ambulanze all’interno

del CTO o del punto di primo intervento del

CTO.

Oggi, al di là delle rassicurazioni del dottor

D’Amato, che puntualmente vengono

smentite oggi, quindi chiederemo nel

Consiglio straordinario, Presidente, che

faremo sulla sanità anche se il modo di

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raffrontarsi con l’Aula è quello di continuare

a prendere in giro i Consiglieri e i cittadini, e

questa volta casomai porteremo un notaio,

presidente Storace, perché penso che neanche

lo stenografico o quello che viene dichiarato

all’interno dell’Aula ha più un valore, quindi

nel Consiglio straordinario verremo non solo

con la macchina della verità ma anche con un

notaio che certificherà quanto detto da

autorevoli dirigenti della Regione Lazio, e

quello del CTO oggi con la chiusura i 13.000

accessi che sono stati fatti nel 2015 e 15.000

già raggiunti nel 2016 verranno traslati su

due pronti soccorsi che già sono nel caos,

quello del Sant’Eugenio e quello del San

Giovanni.

Allora, a fronte delle rassicurazioni di

D’Amato, a fronte di una lettera che va a

smentire quanto detto dal dottor Mantini,

firmata dallo stesso D’Amato, che, anche se

con notevoli capacità – io l’ho letta –,

nonostante le mie origini, ho difficoltà a

comprenderla perché è scritta in un metodo

democristiano un po’blando, che non lascia

intendere quello che si vuole fare. Io invito

lei a capire qual è l’intendimento

dell’Amministrazione.

Quanto a chiudere i punti di primo

intervento, so che sono stati tutelati quelli

della provincia di Frosinone, di questo mi

compiaccio, e mi fa piacere perché si vede

che anche lei condivide la mia

preoccupazione e giustamente si è battuto per

la sua terra ed è riuscita a salvaguardarli.

Però io mi domando: e quanto a quello di

Sabaudia, a quello del CTO, a quello di

Ladispoli, a quello di tutte le altre zone (sono

tredici, nel Lazio), che svolgono attività che

non è prettamente quella della Casa della

Salute? Andare in un punto di primo

intervento con codice bianco, verde o giallo,

è cosa diversa che andare alla Casa della

Salute. Ma soprattutto, chiudendo questi

punti di primo intervento, noi non facciamo

altro che far confluire centinaia di migliaia di

accessi all’interno dei pronto soccorso dei

nostri ospedali che sono già al collasso, senza

portargli un supporto di personale,

un’integrazione, o un qualcosa in più. Come

intende, questa Amministrazione, andare a

avanti, a furia di tagli, di scure, che tra l’altro

non vengono confortarli neanche da un

risanamento del bilancio?

Dopo il comunicato del “signor Regione”,

che ha scritto che devo leggere meglio, ho

letto approfonditamente i numeri della

relazione del MEF. Non so se l’assessore

Sartore avrà avuto modo di vedere anche lei,

ma qualche rilievo c’è. Addirittura, il MEF

sta aspettando ancora le risposte a dei rilievi

avanzati sul bilancio della sanità del 2013 e

2014 (è scritto a pagina 145). Nel primo

capoverso, che ho imparato quasi a memoria

(sono due pagine), seguendo il consiglio del

“signor Regione”, si fa riferimento a un

aumento del deficit sanitario nel quarto

trimestre, che passa, se non sbaglio, da 355 a

379 milioni; a dei ritardi dovuti al mancato

adempimento ai termini europei sul

pagamento dei fornitori, problematiche sugli

accreditamenti.

Adesso non vorrei, con la chiusura dei

tredici punti di primo intervento, vista anche

la mancanza di rispetto istituzionale, perché

la gente ormai entra in Commissione o in

Aula, prendendo impegni, dicendo “non vi

preoccupate, il 28 febbraio 2016 faremo la

Delrio, il 28 porteremo il Collegato, i punti di

primo intervento non chiudono”… Non

costringeteci a fare le sedute del Consiglio

regionale così a cadenza, davanti al punto di

primo intervento di Ladispoli, oppure davanti

al punto di primo intervento del CTO della

Garbatella, a quello di Sabaudia o a quello di

qualsiasi altra provincia o territorio che verrà

privato di un presidio fondamentale.

Io le rivolgo un invito, Assessore, visto che

lei più volte ha mostrato responsabilità e

appartenenza anche alle Istituzioni: noi non

creiamo un disagio, con queste chiusure, noi

rischiamo di creare dei morti. La sanità è un

diritto garantito dalla nostra Carta

costituzionale. Voi state andando in barba

alle norme più elementari di tutela e

salvaguardia della salute dei nostri cittadini

della Regione. E questo noi non glielo

consentiremo, né con le buone e neanche con

le cattive.

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PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare

l’assessore Buschini. Ne ha facoltà.

BUSCHINI, Assessore. Consigliere, nel

question-time precedente, il consigliere

Righini ha ritenuto inutile spiegare di nuovo

qual è la funzione del punto di primo

intervento, ma probabilmente occorre

ribadirlo ancora.

La funzione del punto di primo intervento

non è quella di un piccolo pronto soccorso,

ma è un’altra, e non è quella che lei ha

attribuito nella sua spiegazione

dell’interrogazione.

Il punto di primo intervento è una forma di

assistenza. Per le emergenze vi è un’altra

funzione, cioè quella del puro pronto

soccorso.

Comunque, con decreto del commissario

ad acta n. 412 del 26 novembre, cioè la

riorganizzazione della rete ospedaliera, è

stata prevista l’integrazione funzionale tra i

presidi ospedalieri Sant’Eugenio e CTO,

nell’ambito dell’ASL Roma/C come DEA di

primo livello.

Nell’ambito della programmazione

sanitaria, considerando anche l’evento

giubilare, si è deciso che il presidio CTO

mantenesse un’attività di pronto soccorso.

Nell’anno 2015 si sono riscontrati presso il

pronto soccorso del CTO 32.153 accessi sia

con mezzi privati sia con ambulanze, circa

900 dell’ARES 118.

L’elevato numero di accessi e la

connotazione dell’ospedale come struttura di

riferimento ortopedica e traumatologica ha

spinto la ASL Roma 2, in accordo con la

Direzione regionale salute e politiche sociali,

a prevedere nel nuovo atto aziendale la

presenza di un pronto soccorso specialistico

traumatologico al CTO, come previsto anche

nel DM 70/2015 nell’ambito del DEA

Sant’Eugenio CTO.

Il pronto soccorso specialistico porta

inevitabilmente ad un aumento dell’attività

del presidio ospedaliero e di conseguenza a

una sua più veloce riqualificazione come

struttura ortopedica e riabilitativa di

riferimento. Le funzioni mediche attualmente

svolte nel punto di primo intervento saranno

ricomprese nell’ambito del pronto soccorso e

gestite attraverso gli specialisti che già

operano in esso – Consigliere, lei vuole

essere ascoltato, ma la prego di fare la stessa

cosa – anche con l’attivazione del percorso

dedicato ai codici bianchi, verdi e

deambulanti.

Gli internisti garantiranno anche le attività

di supporto al ricovero. Questa è una

decisione che non prevede alcun taglio di

funzioni e di assistenza. Gli stessi specialisti

continueranno a svolgere il loro lavoro. Lo

faranno nell’ambito dell’attività del pronto

soccorso e quindi non vi è nessun tipo di

taglio di assistenza ai cittadini.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il

consigliere Aurigemma. Ne ha facoltà.

(Segue t. 3)

AURIGEMMA (PdL-FI). Volevo ringraziare

l’assessore Buschini per la lectio magistralis

sul punto di primo intervento, però insomma

penso che non si offenderà se spiego come

funziona un pronto soccorso.

Un pronto soccorso è fatto di numerosi

codici, da quello rosso delle emergenze a

quello giallo, verde e bianco.

Quando in un pronto soccorso, non so se lei

ha avuto modo, io in questi tre anni ne ho

visitati parecchi, si vedono quarantaquattro

codici bianchi, sessantasette codici gialli e

trentatré codici verdi, che sono quelli che

esattamente ci sono oggi, questa mattina, per

esattezza mezz’ora fa, e i medici stanno

operando su questi codici, quando arriva

l’emergenza difficilmente riesce ad avere

risposta nell’immediato. Se poi, a questi

codici, aggiungiamo anche la chiusura del

punto di primo intervento di CTO della

Garbatella diventa ancora più complicato

dare risposte nell’immediato alle emergenze.

Da qui nel 2011 il legislatore ha ritenuto

opportuno creare punti di primo intervento,

per far defluire le persone che hanno

patologie meno gravi all’interno dei punti di

primo intervento e consentire al personale

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medico che dovrebbe stabilizzare le

emergenze, e oggi lei sa benissimo che il

personale medico dei pronto soccorsi non fa

solo quello, perché mentre stabilizza le

emergenze controlla anche i pazienti che

sono obbligati a stare qualche giorno

all’interno dei corridoi dei pronto soccorso

per mancanza di posti letto. Quindi, il medico

del pronto soccorso fa le emergenze, e le

stabilizza, poi fa il medico di corsia perché

controlla giornalmente cosa fanno i pazienti o

come stanno i pazienti all’interno dei

corridori del pronto soccorso e adesso deve

avere un sovraccarico di codici verdi, bianchi

e gialli.

Da qui nasce la preoccupazione del

sottoscritto, ma penso anche di gran parte

delle categorie sindacali che riguardano i

medici, anche quella che era una volta

cittadinanza attiva all’interno delle strutture

mediche e ospedaliere, perché venivano

attivamente portate avanti delle battaglie

dall’allora Presidente che oggi

fortunatamente copre un ruolo diverso e

quindi ha esigenze diverse da controllata è

diventata controllore e quindi va tutto bene,

in questo contesto non ha senso continuare a

leggere note, perché se il punto di primo

intervento è stato fatto ed è stato portato

avanti da questa Amministrazione

parallelamente al pronto soccorso ortopedico,

perché il CTO ha un pronto soccorso

ortopedico, chi ha scritto queste baggianate

che viene tutto quanto confluito all’interno,

quindi non cambia nulla, se non cambia

nulla, lasciate tutto invariato: punto di primo

intervento al CTO e pronto soccorso

ortopedico al CTO.

Siccome cambia molto, verrà chiuso il

Punto di primo intervento, naturalmente dopo

una serie di battaglie... Perché noi dalla

prossima settimana andremo anche, con le

testate giornalistiche locali, a visitare tutti i

punti di primo intervento, da Ladispoli a

scendere giù, anche organizzando, con le

dovute autorizzazioni, dei gazebo all’esterno

di queste strutture per raccogliere le firme

non solo dei pazienti che arrivano, ma anche

del personale medico, che è ancora più

allarmato, ma non tanto quelli del Punto di

primo intervento. È allarmato il personale

medico del pronto soccorso del San

Giacomo, del San Giovanni, del pronto

soccorso del Sant’Eugenio, che sono già al

collasso. Vedersi arrivare altri 13.000 accessi

durante l’anno porterebbe alla paralisi totale

dei pronto soccorsi.

Quindi, se non cambia nulla, Assessore, io

la invito a intervenire all’interno delle

strutture regionali per lasciare tutto invariato.

Lascia il Punto di primo intervento del CTO

e il pronto soccorso ortopedico del CTO. Il

pronto soccorso del CTO... Lei si è

dimenticato di dire la parolina magica:

“pronto soccorso ortopedico”, cioè lì ci va

chi ha problemi perché si è slogato una

gamba, si è rotto un braccio. Riguarda

l’Ortopedia, ma il codice bianco, verde,

giallo, che non riguarda Ortopedia, andrà a

intasare i già intasati pronto soccorsi. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, consigliere

Aurigemma.

AURIGEMMA (PdL-FI). Una cortesia.

PRESIDENTE. Prego.

AURIGEMMA (PdL-FI). È possibile avere

uno stenografico delle due interrogazioni che

riguardavano...

PRESIDENTE. Certo. Assolutamente sì.

AURIGEMMA (PdL-FI). Grazie.

Interrogazione a risposta immediata n. 468

del giorno 21 settembre 2016, proposta dai

consiglieri Blasi e Perilli concernente:

“Bando per organizzazione e svolgimento del

Festival di Letteratura breve FLEB

finanziato con fondi regionali”.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto

0.14, reca: Interrogazione a risposta

immediata n. 468 del giorno 21 settembre

2016, proposta dai consiglieri Blasi e Perilli

concernente: “Bando per organizzazione e

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svolgimento del Festival di Letteratura breve

FLEB finanziato con fondi regionali”.

L’interrogazione n. 468 è rinviata, credo.

Consigliera Blasi? È rinviata.

Interrogazione a risposta immediata n. 472

del giorno 23 settembre 2016, proposta dal

consigliere Santori concernente: “ATER di

Roma − Criteri per la gestione e lo stralcio

di parte dei crediti vantati nei confronti di

varie associazioni ed ipotesi di danno

erariale”.

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto

0.16, reca: Interrogazione a risposta

immediata n. 472 del giorno 23 settembre

2016, proposta dal consigliere Santori

concernente: “ATER di Roma − Criteri per la

gestione e lo stralcio di parte dei crediti

vantati nei confronti di varie associazioni ed

ipotesi di danno erariale”.

Risponderà l’assessore Buschini.

È stata presentata dal consigliere Santori.

(Interruzione di un Consigliere)

È stata rinviata la n. 468, la n. 14

dell’elenco.

Ha chiesto di parlare il consigliere Santori.

Ne ha facoltà.

SANTORI (FdI). Grazie, Presidente.

Auspico che l’assessore Buschini sia

andato a leggere la risposta che, su un tema

simile... Questa è la puntata n. 2 che riguarda

i criteri per la gestione e lo stralcio di parte

dei crediti vantati nei confronti di varie

associazioni ed ipotesi di danno erariale.

Io spero che sull’interrogazione precedente,

del 16 luglio 2015, la n. 228, dove il

sottoscritto evidenziava una non lineare

procedura di stralcio da parte dei crediti

vantati nei confronti di un’associazione, in

cui si prefigurava un chiaro danno erariale...

Mi rispose l’assessore Refrigeri, il quale

affermava – ed è a verbale del Consiglio − di

aver già provveduto ad una dettagliata

richiesta di informazioni presso l’ATER circa

l’evoluzione del caso specifico e sarebbe

stata sua cura informare il Consiglio

regionale, cosa che non è assolutamente

avvenuta, perché qui Refrigeri di chiacchiere

ne ha fatte tante.

Il punto è proprio che nell’ultimo trimestre

sono state poste le basi per una serie di atti di

transazione da parte dell’ATER di Roma con

alcune associazioni, con soggetti

caratterizzati da elevate morosità, giungendo

ad un accordo transattivo. Quindi, “mi devi

dare 80”; loro hanno transato: “Me ne dai 30

e chiudiamo la partita”. Siccome è la seconda

transazione che fa l’associazione Gay Help

Line per un locale a Testaccio, una

transazione che si basa, sostanzialmente, su

dei lavori fatti da questa associazione Gay

Help Line, lavori, peraltro, abusivi... Quindi,

l’ATER ha fatto pagare anche una multa, una

scrittura privata tra l’ATER di Roma e

l’associazione in qualità di locataria. Doveva

dare, sostanzialmente, quasi 232.000 euro.

Che cosa ha fatto l’ATER? Ha chiesto

30.000 euro a saldo e stralcio, a transazione

dei reciproci rapporti di credito-debito, e il

locatario, poi, provvedeva a tale pagamento

in via dilazionata. Poi, che cosa è successo?

Dal punto di vista aritmetico, come scrissi

nella scorsa interrogazione, di fatto, ha sanato

68.000 euro.

Che cosa è avvenuto in questi mesi? Non

contenti, c’è stata la seconda transazione:

“Vabbè, non hai pagato prima. Adesso

rifacciamo un’altra transazione”, perché

comunque chi non paga viene premiato

dall’ATER di Roma, che è di gestione della

Regione Lazio e di diretto controllo del

presidente Zingaretti. Altri 86.000 euro,

40.000 euro e chiudiamo la partita. Questo è

il modo di gestire l’ATER, a mio avviso,

vergognoso perché di fatto si arriva a questo

tipo di transazioni.

Abbiamo inoltre scovato, tra i documenti

dell’ATER, altre sei procedure transattive

che sono state fatte, per complessivi 119.000

euro, quasi 120.000 euro, che di fatto

vengono abbonati. L’associazione è sempre

la stessa Rome University of Fine Arts

(RUFA), peraltro di queste cinque immobili

sono di questa associazione e uno del

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professor Alfio Mongelli, quindi sta in un

immobile dell’ATER, che è il legale

rappresentante della RUFA. Anche lui

176.000 euro richiedeva come danni

all’ATER perché, a causa degli allagamenti,

gli si erano rovinate tutta una serie di

attrezzature e opere d’arte dentro la struttura.

Allora, piove negli immobili dell’ATER, i

nostri cittadini si stanno devastando sotto il

profilo della salute, però noi al professor

Alfio Mongelli gli facciamo una transazione

perché gli abbiamo rovinato i quadri, però la

vita delle persone non viene assolutamente

transata, anzi non viene proprio considerata

da questa Amministrazione.

Quindi, tutti i soggetti sempre appartenenti

a questa realtà hanno raggiunto un accordo

transattivo invece che, come abbiamo detto,

320.267 euro gliene danno 200.000, e quindi

diciamo che chiudiamo la partita con 120.000

euro in meno.

Anche qui poi non so se ci sono stati altri

accordi transattivi, comunque queste sono le

operazioni che vengono fatte dentro l’ATER,

ma vengono fatte grazie all’ingegnere Stella

Marino, che è un ex assessore della Giunta

Marino, che di fatto è tornata all’ATER e ha

ricevuto, per uno spostamento interno

all’azienda, addirittura una determinazione

dirigenziale, quindi gli hanno acchitato

(come si dice a Roma) una bella carriera da

semplice impiegato e tecnico fino ad arrivare

a diventare dirigente grazie, appunto, a

queste operazioni. E io questa già l’ho

contestata con un’interrogazione recente,

perché il Direttore dell’ATER di Roma ha

fatto una bella determinazioni direttoriale il 9

agosto, proprio sotto ferragosto, per dire che

questa signora è bravissima, per cui la

spostiamo di uffici, per anni ha fatto questi

lavori, e quindi le ha riconosciuto i

sovramansionamenti e quindi di fatto avrà

l’opportunità di diventare con un nulla

dirigente dell’ATER.

Quindi che cosa avviene? Avviene che alle

associazioni amiche sembrerebbe che sia

stato fatto – poi sentiamo l’Assessore –

questo tipo di situazioni che si sono verificate

all’interno dell’ATER, mentre abbiamo,

come sappiamo, nei confronti di tanti

cittadini, regolari assegnatari di alloggi, che a

causa di gravi difficoltà economiche versano

in uno stato di morosità e ben potrebbero

aspirare a questo accordo transattivo con

l’ATER di Roma al fine di non rischiare di

perdere l’assegnazione dell’immobile,

soprattutto perché nel loro caso c’è in gioco

la casa.

Questa è, secondo me, un’azione che deve

essere fatta nei confronti di questi cittadini,

regolari assegnatari, e non queste azioni

transattive che di fatto sono fatte solo per

alcuni e non per altri, peraltro.

Alla luce di tutto ciò chiedo, in risposta

anche alla precedente interrogazione rispetto

a quanto aveva fermato Refrigeri, se non

ritiene improcrastinabile la necessità di un

intervento della Corte dei conti e, quindi, una

trasmissione degli atti alla Corte dei conti

tesa a valutare ogni ipotesi di danno erariale

in relazione alla gestione del patrimonio

ATER di Roma, riguardo alla legittimità

degli accordi transattivi posti in essere anche

nei confronti di controparti già morose, tutto

ciò a tutela degli interessi di tanti cittadini

che sono in questa stessa situazione. Grazie.

PRESIDENTE. Grazie, consigliere Santori.

Ha chiesto di parlare l’assessore Buschini.

Ne ha facoltà.

BUSCHINI, Assessore. Sulle questioni

dell’interrogazione, la Direzione

Infrastrutture e politiche abitative ha

predisposto una nota con richiesta all’ATER

di chiarimenti, e in particolare i chiarimenti

sono stati richiesti su due specifiche

questioni, quella relativa a un successivo atto

di transazione, citato nell’interrogazione,

stipulato tra ATER del Comune di Roma e

Gay Help Line e il relativo versamento di una

somma onnicomprensiva di 40.0000 euro,

asseritamente non congruo rispetto al credito

vantato di 86.213 euro, e quella relativa a un

atto transattivo stipulato in data 01/08/2016

tra ATER e Rome University of Fine Arts

(RUFA) che coinvolge un totale di sei unità

immobiliari, cinque delle quali attualmente

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occupate senza titolo, per formale disdetta,

con morosità accertate.

Sulla base dei chiarimenti che perverranno,

ovviamente si riscontrano effettive

inadempienze e incongruenze da parte

dell’azienda interessata. La Giunta regionale,

in virtù dei poteri di vigilanza e controllo,

potrà valutare di intraprendere le eventuali

azioni di competenza, ferme restando le

dovute verifiche su eventuali anomalie

finanziarie e di bilancio da effettuarsi a cura

delle strutture regionali competenti in materia

di bilancio, anche in virtù della specifica

richiesta formulata dal consigliere Santori,

sulla necessità dell’intervento della Corte dei

conti per la valutazione di ogni ipotesi di

danno erariale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il

consigliere Santori per la replica. Ne ha

facoltà.

SANTORI (FdI). Io non so, Assessore, come

lei possa venire qui con la faccia linda e pinta

a dire queste cose.

Intanto, non mi prendete in giro perché

questa stessa risposta fu data nel 2015, a

luglio: si diceva “chiederemo spiegazioni

all’ATER”. Dove sono, allora, queste

spiegazioni? Il quaquaraquà dell’assessore

Refrigeri dove sta? Perché non è qui a

rispondere a quello che aveva detto

precedentemente? Voi siete dei

chiacchieroni!

Adesso voi dite che ci sono delle anomalie

sull’erario, dite che avete fatto questi sconti e

poi, l’altro ieri, avete rinnovato coloro che

hanno fatto questo! Avete dato un altro anno

di proroga a quel commissario, avete dato un

altro anno di proroga a quel direttore, e di

fatto per voi non cambia nulla. Voi dite “c’è

danno erariale, mo’ vediamo, chiederemo

spiegazioni…”: intanto però rinnovate a

coloro che fanno queste schifezze. È questo il

vostro atteggiamento: ma vergognatevi!

Veramente, la gente vi dovrebbe tirare i

pomodori per strada, perché questo è il modo

di gestire la pubblica amministrazione.

Rinnovate le cose a questa gente e poi dite

che voi li state controllando (dovreste

controllarli), che voi chiederete spiegazioni

alla Corte dei Conti: l’avete detto più di un

anno fa e nulla è accaduto, e continuano,

queste operazioni di transazione nei confronti

delle realtà amiche.

Voi, allora, ripeto, o mi date una risposta, e

vorrei che ci fosse una risposta da parte della

Giunta rispetto all’interrogazione precedente,

perché io posso capire che questa è stata

presentata il 23 settembre, voi avete chiesto

spiegazioni, anche se qui, in Aula,

ufficialmente l’assessore Buschini dice che si

prevedono, si vedono e si intravedono, fermi

restando i controlli che devono essere fatti

all’interno della Regione, delle questioni di

danno erariale. Però voi intanto avete

rinnovato a quelle persone, il 30 settembre

(quindi, presentata l’interrogazione il 23

settembre), i vertici dell’ATER.

Ripeto: dov’è la risposta alla precedente

interrogazione? Quella la voglio, perché voi

non potete venire qua a omettere quelle cose

che sono state dette precedentemente. Vorrei

che ci fosse intanto la lettera, e se non me la

trasmettete faccio un accesso agli atti, e va

bene, aspetteremo qualche altro tempo. Però

voglio la lettera di richiesta di chiarimento

sulla precedente transazione fatta col Gay

Help Line, perché è inaccettabile che non mi

venga data una risposta su quello che è

accaduto precedentemente. Poi andremo

avanti con le richieste di accesso agli atti,

anche tra un po’, per capire come l’ATER vi

ha risposto a questa ulteriore segnalazione.

Grazie.

Interrogazione a risposta immediata n. 473

del giorno 23 settembre 2016, proposta dal

consigliere Denicolò concernente:

“Immissione, ai fini del ripopolamento, di

fauna selvatica malata nel Comune di

Vasanello (VT)”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto

0.17, reca: Interrogazione a risposta

immediata n. 473 del giorno 23 settembre

2016, proposta dal consigliere Denicolò

concernente: “Immissione, ai fini del

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ripopolamento, di fauna selvatica malata nel

Comune di Vasanello (VT)”.

Ha chiesto di parlare la consigliera

Denicolò. Ne ha facoltà.

DENICOLÒ (M5s). Grazie, Presidente. Al

fine di inquadrare la questione, devo

premettere che vi è stato un prelievo di

cinque fagiani, deceduti all’interno di una

voliera, all’inizio del mese di agosto, il 2,

esattamente, per un controllo campione.

Sono passati un mese e dieci giorni.

Dopodiché, l’ASL di Viterbo ha fatto una

nota scritta (protocollo n. 65770), con cui

rivelava che i cinque fagiani morti erano

malati di salmonella typhimurium GR04.

Informava i cittadini dei Comuni coinvolti –

parliamo del Comune di Vasanello in

provincia di Viterbo e Comuni limitrofi – di

attivarsi per predisporre cartelli segnaletici, e

chiunque responsabile di attivarsi

immediatamente. Infatti, immediatamente

risponde l’ATC Viterbo 2 lo stesso giorno,

con nota protocollare 291R16, chiedendo di

informare immediatamente i cacciatori sul

divieto assoluto di consumare la carne dei

fagiani abbattuti, visto il pericolo per la

salute umana e alla stessa maniera di

consegnare eventuali carcasse di animali

rinvenute al servizio veterinario, con gli

accertamenti che il caso richiede. Quindi, la

prima nota che mi sento di dire è che

abbiamo dovuto attendere un mese e dieci

giorni prima che si sapesse che questi capi

fossero malati e potenzialmente pericolosi

per la salute umana, ovviamente a causa del

consumo della carne di questi fagiani.

Con la nostra interrogazione chiediamo dei

chiarimenti alla Regione Lazio che è

competente, in quanto gli ambiti territoriali di

caccia, che esercitano i compiti di gestione

venatoria e faunistica, quindi anche il

ripopolamento dovuto al prelievo venatorio,

alla caccia, sono degli enti che gestiscono

queste attività in forma programmata insieme

agli Enti locali e la Regione ne è uno dei

principali finanziatori.

Speravo sinceramente di avere qui

l’assessore Hausmann – senza nulla togliere

all’assessore Buschini ovviamente – con il

quale magari si sarebbe potuto interloquire

anche sulla parte tecnica che indubbiamente

si cela dietro questa mia interrogazione.

Tuttavia, sono qui ad ascoltare adesso la

risposta dall’Assessore.

(Segue t. 4)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare

l’assessore Buschini. Ne ha facoltà.

BUSCHINI, Assessore. La preoccupazione

del Consigliere interrogante in merito alla

tutela della salute umana a seguito degli

esami positivi svolti dall’ASL di Viterbo su

cinque capi della specie fagiano trovati morti

in una voliera per il ripopolamento nel

territorio del Comune di Vasanello sono da

ritenersi superati, in quanto l’episodio di

salmonella descritto è risultato essere

originato da salmonella non specifica delle

aziende aviarie e, come comunicato nella

nota al protocollo 68989 del 26.09.2016 della

ASL di Viterbo, si ritiene scongiurato il

pericolo di trasmissioni di salmonella ad altri

animali e all’uomo e pertanto sono stati

revocati i provvedimenti adottati

precedentemente che sono anche stati citati

nella interrogazione.

Per quanto riguarda le altre questioni poste,

occorre rilevare che gli ambiti territoriali di

caccia hanno predisposto e prodotto piani

triennali di utilizzazione del territorio,

specificando, per ogni stagione venatoria, i

programmi di immissione, introduzione e

ripopolamento di fauna selvatica. Questi

piani triennali sono stati trasmessi a suo

tempo alle Province e alla Città

metropolitana di Roma Capitale che avranno

la competenza in materia di controllo e di

operatività sugli ambiti territoriali di caccia.

Gli ambiti, a seguito della stima delle

consistenze delle popolazioni di fauna

selvatica presenti sul territorio di loro

competenza, redigono piani di ripopolamento

annuali e anche questi sono trasmessi alle

Province e alla Città metropolitana. Gli stessi

ambiti comunicavano alle Province e alla

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Città metropolitana di Roma le operazioni di

ripopolamento da effettuare con le date e i

relativi appuntamenti. Le Province e la Città

metropolitana, tramite il proprio personale,

provvedevano al controllo della fauna

selvatica da immettere e della

documentazione comprovante la provenienza

della stessa fauna immessa.

La Regione Lazio subentra alle Province e

alla Città metropolitana di Roma nella

gestione diretta della caccia e nel controllo

dell’operato degli ambiti territoriale di caccia

da marzo del 2016.

La Regione, attraverso le aree decentrate,

anche in carenza di personale, ha attivato

comunque il monitoraggio delle immissioni

di fauna selvatica comunicate da parte degli

ambiti territoriali di caccia.

Si fa presente che gli uffici regionali

possono controllare il numero dei capi di

fauna selvatica da immettere e la

certificazione a corredo degli stessi, che

appunto, su tutti, è la provenienza, il

controllo nelle voliere di stabulazione,

qualora presenti, ma non si può entrare nel

merito della scelta dell’allevamento fornitore

in quanto gli Ambiti territoriali di caccia,

nella loro autonomia gestionale, provvedono,

anche attraverso bandi, all’acquisto di fauna

selvatica da immettere nella modalità di

gestione degli animali e dell’ambiente, in

quanto questa scelta viene effettuata in base a

valutazioni tecniche da parte del personale

incaricato degli Ambiti territoriali di caccia

che hanno un’attinenza prettamente

territoriale.

Da ultimo, le operazioni per immettere

fauna selvatica nelle zone di ripopolamento e

cattura sono programmate e attuate dagli

ATC a seguito di valutazioni tecniche sulla

consistenza e sulla presenza delle

popolazioni. Di conseguenza, saranno svolte

azioni di verifica e controllo sull’attività

degli ATC, a partire dalla presentazione dei

prossimi piani triennali da parte degli stessi.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, per la

replica, la consigliera Denicolò. Ne ha

facoltà.

DENICOLÒ (M5s). Grazie, Presidente.

Quanti minuti ho?

PRESIDENTE. Due.

DENICOLÒ (M5s). Peccato, perché in due

minuti di certo non si può raccontare che

cosa ho trovato andandomi a interessare degli

ATC. Adesso sono ben contenta che tutta la

competenza sia in capo alla Regione, così

possiamo iniziare, magari, a risolvere le varie

problematiche.

Stiamo celebrando un anno dalla mia

interrogazione, che non ha mai ricevuto

risposta, sullo stesso tema, a causa di un

sequestro di gabbie e voliere per fagiani, per

ripopolamento, operati nel Comune di Roma,

tra l’altro, a cura del NIRDA, il nucleo che si

occupa del benessere animale presso il Corpo

forestale. Tanto chi se ne importa: il Corpo

forestale ormai è andato, Assessore.

Gli ATC non presentano alcun tipo di

documentazione su queste attività. Mi

dispiace annunciare questa cosa, purtroppo.

Non sappiamo nulla sui costi del

ripopolamento, non sappiamo nulla sulle

aziende, ufficialmente, da dove vengono

acquistati questi capi, non sappiamo nulla

sull’attività di gestione dei luoghi dove questi

animali vengono messi prima di essere

reimmessi. È giusto anche che i cittadini

sappiano che questi Ambiti territoriali di

caccia devono comprare, a spese della

collettività, numerosi capi. Questi capi adesso

sono esclusivamente fagiani e lepri. Spesso e

volentieri, i fagiani e le lepri sono già in

condizioni penose, come già verificato dal

NIRDA, e vengono reimmessi in natura

senza avere la benché minima idea di dove si

trovino.

Quindi, questi animali sono destinati ad una

vita grama o, naturalmente, ad essere

immediatamente acchiappati, sparati dai

cacciatori, perché non sono in grado di

sostenere la vita in cattività. Questo per

quanto riguarda il benessere animale.

Per quanto riguarda, invece, i costi di tutto

questo, i costi di gestione degli ATC stessi...

Ricordo che l’anno scorso il presidente

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dell’ATC Roma 1 è stato indagato per questo

sequestro. Io non so come sia andata a finire

questa cosa, però si tratta di argomenti,

Assessore, molto seri. Io capisco che lei non

possa riferire all’assessore Hausmann

(magari lo farò io), però noi ci stiamo

attivando per verificare se esistono dei danni

erariali. Il funzionamento di questi ATC − a

dir poco, nebuloso – si concretizza anche in

nomine di persone che sono presenti in più

ATC a svolgere compiti e mansioni direttive.

Quindi, maltrattamento degli animali,

potenziali danni alla salute umana, danno

potenziale erariale...

PRESIDENTE. Grazie, consigliera Denicolò.

DENICOLÒ (M5s). ...con le risorse

pubbliche. Mi sembra che questa questione

sia ben più grave di come delineata dalla sua

risposta.

Interrogazione a risposta immediata n. 475

del giorno 30 settembre 2016, proposta dal

consigliere Storace concernente: “Dimissioni

del direttore dell’Agenzia regionale di

Protezione civile e incarico ad interim a un

soggetto senza requisiti durante l’emergenza

terremoto”

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto

0.18, reca: Interrogazione a risposta

immediata n. 475 del giorno 30 settembre

2016, proposta dal consigliere Storace

concernente: “Dimissioni del direttore

dell’Agenzia regionale di Protezione civile e

incarico ad interim a un soggetto senza

requisiti durante l’emergenza terremoto”.

Ha chiesto di parlare, per l’illustrazione, il

consigliere Storace. Ne ha facoltà.

STORACE (LaD). Grazie, Presidente. Io

sono un po’imbarazzato su questa

interrogazione, perché vorrei capire se c’è un

virus in Regione che porta alla fuga di tutti i

dirigenti che via via nominate, come se vi

faceste prendere in giro da quelli su cui fate

battaglie per nominarli.

Non voglio, però, parlare di sanità,

altrimenti rischieremmo, dopo quello che ha

fatto D’Urso, di infierire su di voi. Mi chiedo

se c’è irresponsabilità, assessore Buschini, ai

vertici della Regione per quello che è

accaduto alla Protezione civile. Stiamo

parlando di un argomento maledettamente

importante. Credo che lo si possa definire, in

un’operazione sul sisma in cui Zingaretti ha

avuto anche il sostegno dell’opposizione ad

andare avanti a fare le cose, il primo passo

falso dell’Amministrazione. È inaccettabile

che si tolleri la fuga del Direttore della

Protezione civile nel momento

dell’emergenza terremoto. Non ne parla

ovviamente nessuno, se non un articolo che è

uscito per grazia ricevuta su Il Tempo, ma io

credo che davvero non si capisca qual è la

logica che vi porta a muovervi. Anche perché

la legge che ha istituito tutto quel che

conseguiva poi per la direzione del dottor

Tornatore l’abbiamo approvata in quest’Aula,

in questa legislatura, e pensavamo tutti quanti

di aver dato ampie garanzie al nuovo

management della Protezione civile, alla

nuova direzione, abbiamo, con la vostra

delibera di Giunta di agosto, incrementato

una serie di capitoli dell’agenzia in modo che

ci fossero altri cinque milioni di euro a

disposizione, e che succede il 9 settembre? Il

Ministro dell’interno comunica che dal 16

settembre – lo ripeto il Ministro dell’interno

– l’architetto Tornatore verrà ricollocato in

un posto di funzione del Corpo nazionale dei

Vigili del fuoco. Se ne va – se non sbaglio –

a Parma.

Allora, Assessore, che cosa succede? Che

Tornatore scrive a Zingaretti, pregandolo di

accettare la destinazione ad altro incarico.

Nel bel mezzo dell’emergenza terremoto,

Zingaretti dice: “Si accomodi pure”. Non va

al Viminale a rovesciare il tavolo del

Ministro dell’interno e a dirgli: “Che ti sei

messo in testa?”. Non soltanto dobbiamo

diventare una colonia dell’Emilia-Romagna

sulla sanità e sul terremoto, permettiamo

anche che dal Viminale ci portino via il

Direttore dell’Agenzia, e noi stiamo zitti, non

succede nulla, salvo andare ad Amatrice ogni

giorno a dire che “tutto va bene, madama la

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marchesa!”.

Che cosa accade ancora? Mi aspetto che il

sostituto del Direttore della Protezione civile

sia un altro con gli stessi requisiti previsti

dalla legge. Manco per idea. Prendete il

Direttore della Centrale acquisti. Che c’entra

la Centrale acquisti con l’emergenza

terremoto? Se uno volesse vedere un film, la

Centrale acquisti è legata alle regole,

l’emergenza terremoto nega le regole.

Sempre così è stato. E ci mettiamo il

Direttore della Centrale acquisti? Quali sono

i requisiti che ha per l’incarico a cui l’avete

nominato, il dottor Acanfora? Quali sono i

requisiti per poter fare il Direttore della

Protezione civile? Non so nemmeno se abbia

mai acceso un cerino, se sa di che cosa

stiamo parlando, che cos’è un cratere.

Badate, “il soggetto al quale è assegnato

l’incarico ad interim – scrivete nella delibera

– deve essere in possesso degli stessi requisiti

del Direttore temporaneamente sostituito”. È

esattamente il contrario. Avete commesso un

abuso enorme, e lo state facendo su una

vicenda che ha emozionato l’Italia. Ieri è

andato il Papa ad Amatrice, e voi state

giocando con le nomine di cartone sulla

direzione della Protezione civile e c’è il

silenzio dei media.

Io qui, Assessore, ho già la sua risposta. Me

la sono scritta. So già quello che dirà. Non lo

dica. Perché davvero rischiamo di far danno

all’Amministrazione e alla sua credibilità. Io

credo che voi dobbiate revocare l’incarico

che avete appena conferito ad Acanfora,

sbrigarvi, e spiegare perché avete accettato le

dimissioni di Tornatore, che era legato a noi

da un contratto. Dice la nota – è nel

“considerato” della delibera – quello che ha

scritto Tornatore, perché era legato a un

contratto e adesso ne va a fare un altro,

chiedendo a Zingaretti di interrompere i

termini contrattuali. Zingaretti doveva dire di

no: “Prima fai il tuo dovere, sei un uomo

delle Istituzioni, e dopo vai a fare quello che

ti pare”.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare

l’assessore Buschini. Ne ha facoltà.

BUSCHINI, Assessore. Per fornire una

risposta completa al consigliere Storace con

questa interrogazione, è opportuno

innanzitutto precisare che il Ministero

dell’interno, in qualità di datore di lavoro, ha

dispiegato i poteri datoriali nei confronti del

proprio dipendente, comunicando, in data 9

settembre 2016, la cessazione della posizione

al di fuori del ruolo dello stesso, a decorrere

dal successivo 16 settembre.

In data 12 settembre, il dottor Tornatore

formalizzava la richiesta di voler

acconsentire alla consensuale risoluzione

anticipata del contratto, che il Presidente

accordava per prassi istituzionale, con nota

del 15 settembre 2016, essendo in corso di

conferimento.

(Interruzione di un Consigliere)

Il 12 settembre, il dottor Tornatore

formalizzava la richiesta; il Presidente la

accordava il 15 settembre 2016, essendo in

corso di conferimento all’architetto Tornatore

l’incarico di comandante provinciale dei

Vigili del Fuoco di Modena, non compatibile

con il mantenimento delle funzioni presso la

Regione. Nelle more del conferimento

dell’incarico ad un nuovo direttore

dell’Agenzia di protezione civile, la Giunta

regionale, con deliberazione n. 531 del 13

settembre 2016, disponeva che la funzione di

direttore venisse assunta ad interim dal dottor

Acanfora, direttore della Direzione Regionale

Centrale acquisti che nell’attuale assetto

regionale rappresenta proprio una delle

strutture più coinvolte nelle attività volte a

fornire l’assistenza necessaria alle

popolazioni colpite dall’evento sismico del

24 agosto.

È evidente che esaurita la fase strettamente

emergenziale delle azioni assistenziali di

intervento nei territori colpiti, l’articolazione

dell’Agenzia regionale di Protezione civile si

configuri come particolarmente orientata alla

gestione amministrativa della ricostruzione

post terremoto. In questo c’è la gestione, ad

esempio, dello smaltimento delle macerie, la

gestione delle procedure di acquisizione dei

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X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016

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moduli abitativi provvisori, attraverso la

Centrale di committenza nazionale, CONSIP,

la rendicontazione delle spese effettuate

durante l’emergenza. La Protezione civile, in

questa fase, si occupa soprattutto di questo,

passato il primo momento di assistenza alle

persone.

Detto questo non v’è dubbio che i requisiti

già riconosciuti in capo al direttore Acanfora,

siano assolutamente insufficienti e inidonei

ad affrontare gli adempimenti amministrativi

da svolgere nelle more dell’individuazione di

un nuovo soggetto, di un nuovo direttore a

cui conferire presto l’incarico titolare.

PRESIDENTE. Grazie, assessore Buschini.

Ha chiesto di parlare il consigliere Storace

per la replica. Ne ha facoltà.

STORACE (LaD). L’assessore Buschini sa

quanta considerazione ho di lui, per capire

che non è un problema di carattere personale

se dico che è vergognosa, la sua risposta.

Non c’è uno straccio di sentimento e di

solidarietà verso quelle popolazioni, che

avevano un interlocutore che sparisce, si

volatilizza.

Ma lo sa, lei, cosa le hanno fatto dire in

quella risposta? Attraverso una versione

creativa del Job’s Act, Alfano diventa il

datore di lavoro e Zingarelli non è capace

manco di fare il sindacalista, perché si fa

scippare il direttore della Protezione civile.

Ma che cosa l’hanno mandata a dire, lei? È

una vergogna, questa cosa che lei ha

raccontato al Consiglio regionale!

Lei ci sta dicendo che il Presidente della

Regione è incapace di alzare il telefono e dire

ad Alfano “fatti gli affari tuoi!” Altro che

datore di lavoro. Il datore di lavoro ci toglie

la fabbrica, ci toglie il capo della fabbrica.

Ma come è possibile una cosa del genere?

Lei lo sa che Acanfora era esterno

all’amministrazione, prima di diventare

direttore della centrale acquisti? Sa che ha

risposto a un bando che è esattamente

opposto ai requisiti che si richiedono

all’allora Direttore esterno nominato dalla

Protezione civile, Tornatore? Ma le conosce

le competenze di Acanfora per quel che

riguarda la risposta al bando (e che è stato

motivatamente scelto, non lo nego)? Ho visto

le qualità professionali di Acanfora, lì sì che

va bene. Non è una questione di cassa, è una

questione di organizzazione della Protezione

civile. Lei deve parlare col volontariato, deve

capire che fa i lavori. Ci sono tante cose da

seguire, non solo gli scontrini se stanno a

posto, caro Assessore.

L’hanno mandata qui a fare una brutta

figura. È Zingaretti che si deve prendere la

responsabilità di spiegare perché è stato

incapace di negare ad Alfano questa

prepotenza nei confronti della Regione e

delle popolazioni del terremoto.

PRESIDENTE. Grazie. Sono rinviate le

interrogazioni n. 459 e 437.

Abbiamo concluso la parte delle

interrogazioni.

*****

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Passiamo alle comunicazioni.

Comunico, ai sensi del Regolamento del

Consiglio regionale, che sono stati presentati

i seguenti atti:

La proposta di legge n. 345;

Le interrogazioni a risposta scritta: dalla n.

1415 alla n. 1418;

Le interrogazioni a risposta immediata: dalla

n. 474 alla n. 479;

La mozione n. 415.

Il consigliere Righini ha sottoscritto la

proposta di legge n. 63. Il consigliere

Simeone ha ritirato la interrogazione a

risposta immediata numero 410.

Comunico che sono pervenute numero otto

deliberazioni della Giunta regionale e numero

due determinazioni dirigenziali concernenti

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le variazioni di bilancio ai capitoli di spesa i

cui estremi sono stati riportati nel dettaglio e

inviati a tutti i Consiglieri per posta

elettronica.

Comunico, infine, che il Presidente della

Regione Nicola Zingaretti sarà assente nella

seduta odierna perché impegnato in attività

istituzionali e, ai sensi dell’articolo 34,

comma 5, del Regolamento del Consiglio

sarà computato come presente ai fini della

fissazione del numero legale dell’Aula.

Ordine dei lavori

PRESIDENTE. Dovremmo iniziare i lavori

sulla proposta di legge numero 210, ma io

sospenderei l’Aula.

Ha chiesto di parlare il consigliere

Cangemi. Ne ha facoltà.

CANGEMI (Ci). Prima di sospendere, vorrei

sapere fino a quando il Consiglio resterà

aperto.

PRESIDENTE. Fino all’approvazione della

legge.

CANGEMI (Ci). Quindi ad oltranza.

PRESIDENTE. Si andrà avanti fino

all’approvazione della legge.

CANGEMI (Ci). Le faccio un’altra domanda:

quando pensa che inizierà il Consiglio?

PRESIDENTE. Aggiornerei alle ore 12,30.

CANGEMI (Ci). Con calma, facciamo pure

le 13, le 13,15. Prendiamocela comoda.

PRESIDENTE. Ho iniziato alle 10, puntuale.

CANGEMI (Ci). Dopo c’è la pausa pranzo.

Decidete un orario, perché diventa

imbarazzante. Lei dice 12,30, ma facciamo

senza pausa pranzo.

PRESIDENTE. Aggiorniamo alle ore 12 il

Consiglio.

La seduta è sospesa e aggiornata alle ore

12.

(La seduta è sospesa alle ore 11,28)

(Segue t. 5)

(La seduta è sospesa alle ore 11,28 e

riprende alle ore 12,00)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE

STORACE

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori del

Consiglio.

*****

Proposta di legge regionale n. 210 del

giorno 30 ottobre 2014, di iniziativa dei

consiglieri Cangemi, Bonafoni, Simeone,

De Paolis, Valeriani, Favara, Fardelli,

Bianchi e Petrassi, concernente:

Disposizioni di riordino in materia di

informazione e comunicazione

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto

2, reca: Proposta di legge regionale n. 210 del

giorno 30 ottobre 2014, di iniziativa dei

consiglieri Cangemi, Bonafoni, Simeone, De

Paolis, Valeriani, Favara, Fardelli, Bianchi e

Petrassi, concernente: Disposizioni di

riordino in materia di informazione e

comunicazione.

Do comunicazione all’Aula che noi ci

siamo fermati, nella discussione, all’articolo

10, per la presentazione dell’emendamento

della Giunta all’ultimo periodo dell’articolo.

Credo che l’Assessore sia nelle condizioni di

illustrare l’emendamento della Giunta nel

frattempo che arrivano i Consiglieri.

Ha chiesto di parlare il consigliere Porrello.

Ne ha facoltà.

PORRELLO (M5s). Presidente, io faccio una

constatazione. So tutto. So che il numero

legale è presunto, so che possono ascoltare da

qui sotto, possono ascoltare dalle stanze

perché c’è la diretta video. So tutto. Già le so

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le risposte.

Siamo cinque. Sei, scusi. Non l’ho contata.

La Presidenza la reputo una cosa... Siamo

sei...

(Interruzione di un Consigliere)

Sette.

L’Assessore sta spiegando una cosa, su un

articolo che abbiamo messo da parte, a sette

persone. Abbiamo interrotto l’Aula perché

eravamo quindici. All’epoca di Leodori

eravamo quindici, mezz’ora fa. Ora siamo in

sette e facciamo parlare l’Assessore.

Presidente, capisco tutto, e l’ho premesso,

ma mi dica lei se è Aula questa. Grazie.

PRESIDENTE. Collega Porrello, lei avrà

notato la particolare lunghezza della mia

riapertura dei lavori consiliari per dare tempo

ai colleghi di rientrare, perché molti stanno

qui al bar. Ho chiesto all’Assessore se era sua

intenzione illustrare l’emendamento e se

aveva un problema a illustrarlo in un’Aula

che, intanto, si riempiva. Lei ha detto: “Tanto

serve per il verbale dei nostri lavori”.

L’emendamento è stato abbondantemente

discusso in Consiglio. Ricorderete che su

questa questione ci fu anche una breve

discussione, perché l’articolo in questione

non presentava alcun emendamento. La

Giunta è stata indotta a presentare

l’emendamento dal Consiglio, altrimenti non

c’era lo strumento per poter andare avanti.

Adesso facciamo illustrare all’Assessore

l’emendamento. Poi, se siamo nelle

condizioni di votare, votiamo. Altrimenti,

uno alza la mano, lo chiede e si rinvia di

qualche altro minuto. Proprio perché non c’è

la presunzione del numero, possiamo andare

avanti. Se, poi, ci sono problemi, ci

fermiamo.

Discussione e votazione dell’articolato

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare

l’assessore Sartore. Ne ha facoltà.

SARTORE, Assessore. Come ha riassunto il

presidente Storace, si tratta di un

emendamento presentato dalla collega

Valente che elimina l’ultimo periodo del

comma 3 dell’articolo 10. Questo periodo

viene declinato nella seguente maniera: “Le

competenze, curriculum vitae e la

retribuzione percepita di tutti i componenti

dell’Ufficio stampa devono essere pubblicati

sul sito del Consiglio e della Giunta

regionale”.

Qua viene soppresso quest’ultimo periodo,

perché c’è anche una discriminazione − credo

− con riferimento al fatto che questi soggetti

non sono tutti dirigenti, ma sono anche

normali impiegati o funzionari. Dal dibattito

consiliare era emersa l’esigenza di eliminare

questa indicazione nel terzo periodo. Credo

che anche i relatori, la consigliera Bonafoni

e, forse, anche il consigliere Cangemi,

fossero di questo intendimento. Non so se

volete intervenire.

PRESIDENTE. Grazie, Assessore.

Ci sono interventi? Ha chiesto di parlare il

consigliere Cangemi. Ne ha facoltà.

CANGEMI (Ci). Noi abbiamo sospeso

questo ragionamento sull’articolo 10 proprio

perché c’è un ragionamento aperto che mi

sembra, da quanto detto dall’Assessore, resti

appeso. Non usciamo con una soluzione

rispetto a tutti i quesiti che l’Aula ha posto.

Onestamente [interruzione audio] così

come ci eravamo lasciati, nel senso che noi

avevamo ragionato a lungo, anche attraverso

una serie di emendamenti, su questo, e poi,

dopo, non abbiamo prodotto nessuna novità

rispetto al ragionamento fatto.

Io ne prendo solamente atto.

PRESIDENTE. Va bene.

Poniamo in votazione l’emendamento della

Giunta. Chi è favorevole alzi la mano. Chi è

contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio approva)

Passiamo all’articolo 10, così come

modificato. Lo pongo in votazione. Chi è

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favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi

si astiene?

(Il Consiglio approva)

Articolo 28.

Ha chiesto di parlare il consigliere Barillari.

Ne ha facoltà.

BARILLARI (M5s). Grazie.

Interverrò in discussione generale non su

tutti gli articoli ma su quelli un pochino più

interessanti e significativi.

Qui stiamo normando i compiti del

pubblico servizio in ambito regionale e

effettivamente ci sono alcune – credo –

sottovalutazioni, senza offendere nessuno, e

in particolare sui criteri per cui si definisce

anche i compiti stessi del servizio pubblico.

Parliamo di una quantità di diffusione di

quotidiani e di notiziari regionali, quando

invece non parliamo né di qualità né di cosa

stiamo diffondendo. L’importante è che ci

siano, però, tre notiziari e tre edizioni

regionali distribuite durante l’anno per un

numero di ore. Quindi, è abbastanza

insufficiente come definizione.

Poi parliamo nel comma b) di accesso alla

programmazione. Anche qua, cosa

intendiamo per programmazione? Qui è

rivolto in particolar modo ad associazioni

politiche e culturali. Cioè, un conto è

garantire… Un conto è garantire…

PRESIDENTE. Colleghi, mi farebbe piacere

ascoltare Barillari, insomma. Non capita

spesso. Prego.

BARILLARI (M5s). Grazie.

Sto cercando di riflettere sul comma b).

Noi stiamo normando l’accesso alla

programmazione, e io capisco in favore dei

partiti, dei gruppi orientati in Consiglio,

organizzazioni delle Autonomie locali, ma mi

chiedo stiamo dando accesso alla

programmazione anche ad associazioni

politiche e culturali, ai sindacati

maggiormente rappresentativi, e anche qua

una discriminazione: perché solo quelli

maggiormente rappresentativi? Oppure,

associazioni nazionali di movimento

cooperativo giuridicamente riconosciute.

Quindi, accesso alla programmazione a

queste realtà. Quindi alcune “sì” e altre “no”.

Vorrei capire un po’meglio come sono state

identificate e selezionate queste categorie,

anche perché lasciamo fuori altre categorie

che ne avrebbero diritto.

Poi parliamo anche di trasmissione gratuita

di messaggi di utilità sociale. Questo è

interessante. Ma mancano i dettagli…

PRESIDENTE. Scusi, Barillari, ma c’è una

zanzara in giro e io non riesco a fermarla.

Colleghi, sta parlando un nostro collega e io

credo che sia l’abbiccì ascoltare e tacere.

BARILLARI (M5s). Grazie.

Sto esprimendo dubbi su alcuni commi di

questo articolo, fra cui il comma c): la

trasmissione gratuita di messaggi di utilità

sociale. Sicuramente è un punto interessante,

ma ci sarebbe da capire anche e meglio quali

siano questi punti relativi all’utilità sociale.

Parlavamo negli articoli precedenti anche di

emergenze ambientali e sociali, citiamo il

terremoto, citiamo casi anche di sanità,

epidemie, eccetera. Anche qua è un compito

che deve essere diciamo ma ulteriormente

approfondito. Qua è troppo generico.

Il comma e): servizi interattivi digitali di

pubblica utilità destinati alla diffusione di

contenuti in ambito regionale. C’è tutto e c’è

niente. Sono commi così generici che sono

solo valori senza alcuna definizione pratica.

Servizi interattivi digitali può essere qualsiasi

cosa. Quindi, vorrei capire meglio

l’applicazione stessa di questo compito

attuato proprio dalla Regione.

Quindi, il contributo che posso dare su

questo articolo è che alcuni passaggi sono

discriminatori o alcuni troppo generici per

definire esattamente i compiti del pubblico

servizio regionale.

PRESIDENTE. Grazie. Passerei agli

emendamenti, se non ci sono interventi.

Il primo emendamento è il 399.

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Ha chiesto di parlare il consigliere Barillari.

Ne ha facoltà.

BARILLARI (M5s). Spiego gli emendamenti

più significativi.

Qui in particolare mi riferisco proprio a

quanto ho appena accennato, vale a dire il

fatto che noi diamo accesso alla

programmazione nell’ambito della

comunicazione, quindi definire cosa

comunico, quando lo comunico, come lo

comunico, e lo diamo alle associazioni

politiche e culturali. Quali sono le

associazioni politiche che vogliamo inserire

nella programmazione.

Quindi, l’emendamento semplicemente

elimina la parola “politiche”. A parte che è

sbagliato: “associazioni politici” è

grammaticamente sbagliato.

PRESIDENTE. No, guardi, regge la parola

maschile “enti”.

BARILLARI (M5s). Degli enti e delle

associazioni politici.

PRESIDENTE. In italiano si usa così.

BARILLARI (M5s). Sì, perfetto.

Chiedo esattamente quali siano gli enti e le

associazioni politiche e culturali che noi

vogliamo inserire nella programmazione

della comunicazione regionale.

PRESIDENTE. Parere dell’Assessore?

SARTORE, Assessore. Il parere

dell’Assessore è contrario. Vorrei richiamare

anche il consigliere Barillari sul fatto che la

norma, così come declinata, riproduce

esattamente l’articolo 45 del decreto

legislativo n. 167 del 2005 alla lettera d),

quindi il quadro normativo nazionale, che

annuncia, appunto, l’accesso alla

programmazione, nei limiti e secondo le

modalità indicate dalla legge, in favore dei

partiti e dei Gruppi rappresentati in

Parlamento e in Assemblee e Consigli

regionali, delle organizzazioni associative

delle Autonomie locali, dei sindacati

nazionali, delle confessioni religiose, dei

movimenti politici, degli enti e delle

associazioni politici e culturali. Quindi, la

norma legislativa regionale è esattamente

identica alla norma nazionale, non se ne

discosta. Per questo il parere è contrario.

PRESIDENTE. Magari, Assessore, se

quando si estendono certe norme, si scrive

anche, “in guisa dell’articolo x della legge

nazionale”, perché un Consigliere non può

conoscere tutte le leggi che ci sono in questo

Paese.

Mantiene l’emendamento? Sì?

(Interruzione di un Consigliere)

Ha chiesto di parlare la consigliera

Bonafoni. Ne ha facoltà.

BONAFONI (Sel). Grazie, Presidente.

Vorrei dare un contributo all’Aula e anche

alla sua Presidenza, perché questa è una

discussione che in Commissione III abbiamo

ampiamente portato avanti.

Lei vedrà che proprio al comma 1 c’è il

riferimento richiesto alla legge del 2005.

Anche in occasione dell’audizione in merito

al sistema radiotelevisivo ci è stato enunciato

dal legislativo, in maniera perentoria e

sacrosanta, che questa è normativa nazionale

(c’era anche il consigliere Barillari, quel

giorno). Grazie.

PRESIDENTE. Quindi, io e Barillari siamo

accomunati dallo stesso destino, mi pare di

capire, di non aver compreso. Barillari,

succede anche questo, mi chiederò dove ho

sbagliato.

Pongo in votazione l’emendamento, con il

parere contrario della Giunta. Chi è

favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi

si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Emendamento 400.

Ha chiesto di parlare la consigliera

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Denicolò. Ne ha facoltà.

DENICOLÒ (M5s). Grazie, Presidente.

Riteniamo che elencare sempre i sindacati

maggiormente rappresentativi, sia

discriminatorio nei confronti di sindacati che

possono comunque tutelare il lavoro e i diritti

dei cittadini, che non sono quelli

maggiormente rappresentativi. Noi

cerchiamo sempre di togliere sempre, in tutti

i testi di legge, questa espressione. Purtroppo

non viene mai considerato, il nostro

emendamento.

PRESIDENTE. Grazie. Immagino che il

parere sia lo stesso già espresso?

Ha chiesto di parlare l’assessore Sartore.

Ne ha facoltà.

SARTORE, Assessore. Il parere è conforme a

quello precedente: è contrario.

PRESIDENTE. Magari, se quando vuole ci

dà l’elenco dei pareri, così almeno andiamo

più veloce.

Pongo in votazione l’emendamento. Chi è

favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi

si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Emendamento 401. Parere della Giunta?

SARTORE, Assessore. Contrario.

PRESIDENTE. Pongo in votazione

l’emendamento. Chi è favorevole alzi la

mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Emendamento 402. Parere della Giunta?

SARTORE, Assessore. Contrario.

PRESIDENTE. Pongo in votazione

l’emendamento. Chi è favorevole? Chi è

contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Emendamento 403. Parere della Giunta?

SARTORE, Assessore. Contrario.

PRESIDENTE. Pongo in votazione

l’emendamento. Chi è favorevole? Chi è

contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Emendamento 404. Parere della Giunta?

SARTORE, Assessore. Contrario.

PRESIDENTE. Pongo in votazione

l’emendamento. Chi è favorevole? Chi è

contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Siamo all’emendamento della Giunta

D02/8. Lo pongo in votazione. Chi è

favorevole? Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l’articolo 28, così come

modificato. Chi è favorevole alzi la mano.

Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio approva)

Articolo 29.

Ha chiesto di parlare il consigliere Barillari.

Ne ha facoltà.

BARILLARI (M5s). Qui sarebbe interessante

riflettere sull’articolo stesso, nel senso: quali

sono i compiti attuali della Commissione

vigilanza sul pluralismo dell’informazione e

quali sono i compiti che vorremmo

modificare, attualizzare o estendere rispetto a

questa Commissione?

Nell’intervento generale, a inizio della

legge, avevamo accennato al fatto che questa

è una delle Commissioni, purtroppo (lo dico

senza offesa) meno importanti, anche se si

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Atti consiliari Regione Lazio

X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016

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occupa di temi interessanti. Sarebbe utile

poter rivedere questo articolo, proprio

nell’ottica di aumentare l’importanza stessa

della Commissione. Infatti, nel comma 1,

vedete che la Commissione di vigilanza

svolge funzioni di monitoraggio su

obiettività, completezza, lealtà e imparzialità.

In realtà, per l’attività che ha svolto in

questa legislatura, e credo anche nelle

precedenti, non ha forse gli strumenti, non ha

possibilità, non ha modo di svolgere questo

monitoraggio in termini efficaci ed effettivi,

così come – a parte il lavoro con il

CORECOM che è molto disponibile - il

comma 3 fornisce alla Commissione una

operazione di vigilanza sulle disposizioni in

accesso di programmazione sulla base dei

dati trasmessi.

Queste funzioni non sono praticamente

svolte dalla Commissione e quindi sarebbe

interessante rivedere questo articolato in

modo da rendere effettivo il lavoro della

Commissione e forse potenziare anche gli

strumenti che ha e che attualmente non usa,

se non parzialmente.

Sarebbe stato utile riflette un po’meglio

anche in Aula su questo articolo, sulle

funzioni della Commissione, per estendere

meglio l’efficacia della Commissione stessa e

gli strumenti che utilizza.

PRESIDENTE. Grazie. Se non ci sono

interventi, passiamo alla discussione

dell’unico emendamento, che è il 408.

Parere dell’Assessore?

SARTORE, Assessore. Contrario.

PRESIDENTE. Pongo in votazione

l’emendamento. Chi è favorevole alzi la

mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Se i contrari, che finora sono cinque, sono

anche gli altri me lo fanno capire alzando la

manuccia.

Pongo in votazione l’articolo. Chi è

favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi

si astiene?

(Il Consiglio approva)

Articolo 30. Passiamo agli emendamenti.

Emendamento 411. Parere dell’Assessore?

SARTORE, Assessore. Contrario.

PRESIDENTE. Pongo in votazione

l’emendamento. Chi è favorevole alzi la

mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Emendamento della Giunta D06/1.

Ci sono interventi? No.

Lo pongo in votazione. Chi è favorevole

alzi la mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio approva)

L’emendamento 412 è precluso. Anche il

413.

SARTORE, Assessore. Sono decaduti.

PRESIDENTE. Sì. Pongo in votazione

l’articolo 30, così come modificato. Chi è

favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi

si astiene?

(Il Consiglio approva)

Articolo 31. Non ha emendamenti.

Lo pongo in votazione. Chi è favorevole

alzi la mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio approva)

Articolo 32.

Emendamento della Giunta, sostitutivo

dell’intero articolo.

Lo pongo in votazione sapendo che sarà

l’articolo approvato. Chi è favorevole alzi la

mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio approva)

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X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016

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Articolo 33.

Ha chiesto di parlare il consigliere Barillari.

Ne ha facoltà.

BARILLARI (M5s). Stiamo inserendo in

tutte le nostre leggi, da parte di tutte le forze

presenti in quest’Aula, delle clausole

valutative. Il problema è che questa clausola

è troppo scarsa e generica. Noi cerchiamo,

attraverso un emendamento che vedremo

dopo, in cui sostituiamo l’articolo 33, di

estendere questa clausola con tutta una serie

di specifici dettagli. Non basta dire solo che

quando la legge entra in vigore si trasmette

una relazione. È troppo generico.

Nel nostro emendamento sostitutivo

specifichiamo meglio quali sono i dati e le

informazioni che questa relazione dovrà

contenere in modo che sia più dettagliata e

sia più utile efficace la clausola valutativa,

perché espressa così è davvero troppo

generica e insufficiente.

PRESIDENTE. Grazie. Passiamo agli

emendamenti.

Emendamento 423. Parere dell’Assessore?

SARTORE, Assessore. Contrario, perché è

stato sottoscritto dall’assessore Buschini

l’emendamento D04/1 che recepisce anche le

esigenze del consigliere Barillari.

PRESIDENTE. Il parere è contrario. Pongo

in votazione l’emendamento. Chi è

favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi

si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Siamo all’emendamento all’articolo 33,

sostitutivo, annunciato dall’Assessore.

Lo pongo in votazione. Chi è favorevole

alzi la mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio approva)

(Segue t. 6)

Articolo 34. Qui c’è il tema degli

emendamenti e dei subemendamenti di cui si

è parlato parecchio. Vero, Assessore? Mi

pare che ci sia un invito al ritiro.

SARTORE, Assessore. Questo è un

emendamento numero 1.

PRESIDENTE. Consigliere Aurigemma,

dovrebbe stare attento, perché riguarda un

emendamento su cui lei...

SARTORE, Assessore. C’è un invito al ritiro

ai presentatori, in quanto − è stato espresso

anche un parere dal Legislativo del Consiglio

− si tratta di materia attinente

all’ordinamento civile, comunque materia

attinente a legislazione statale.

Quindi, invito al ritiro la consigliera

Bonafoni...

(Interruzione di un Consigliere: “Stiamo

parlando del sub di Aurigemma, Assessore”)

Prima il sub del consigliere Aurigemma.

Scusate, ho sbagliato.

Io ho invitato al ritiro, invece... Abbiate

pazienza.

Sì, sul subemendamento a firma del

consigliere Aurigemma, che è legato, in

qualche modo, all’emendamento presentato

dalla consigliera Bonafoni ed altri, anche qui,

invito il consigliere Aurigemma al ritiro

dell’emendamento, in quanto

contravverrebbe la disciplina normativa

dettata dal decreto legge n. 174, nonché dalla

nostra legge n. 4.

In particolare, qui ci sono anche le

indicazioni della Conferenza dei Presidenti,

che prevedono espressamente che per le

spese per l’addetto stampa del Gruppo

consiliare, così come previste al di fuori del

budget dell’articolo 14 della legge n. 4, che

recepisce il 174, quello è il limite massimo

che può essere dato ai Gruppi consiliari. Qua

c’è anche un parere del Legislativo.

Il limite massimo per le spese del personale

dei Gruppi consiliari per la categoria D,

posizione economica D6.

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PRESIDENTE. La parola alla consigliera

Bonafoni.

Si sono iscritti, poi, i consiglieri

Aurigemma e Cangemi.

(Interruzione di un Consigliere)

Se lei accetta l’invito al ritiro, decade

automaticamente anche quello del consigliere

Aurigemma. Però, una discussione sul tema

credo sia giusta. Quindi, la facciamo nei

limiti dei tre minuti, se possiamo.

Ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la

consigliera Bonafoni. Ne ha facoltà.

BONAFONI (Sel). Sull’ordine dei lavori e

per una discussione giusta rispetto

all’emendamento e al subemendamento.

Io inizialmente avevo chiesto la parola

perché l’Assessore aveva iniziato ad illustrare

la contrarietà tecnica e l’invito al ritiro

dell’emendamento. Poiché, poi, si è spostata

sul sub del collega Aurigemma, mi

piacerebbe prima ascoltare il consigliere

Aurigemma, proprio perché sappiamo che

questa è una situazione che ha visto

impegnata la Commissione e, da ultimo, il

Consiglio, anche in una fase di emendamenti,

e non siamo certo noi a voler strozzare il

dibattito.

Discussione e votazione dell’articolato

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il

consigliere Aurigemma. Ne ha facoltà.

AURIGEMMA (PdL-FI). Intervengo per

dare piacere alla collega Bonafoni.

Assessore, il problema amministrativo-

giuridico rimane...

PRESIDENTE. Non avrà piacere quando

dirò che ha esaurito il suo tempo. Si

interviene una volta in Aula.

Prego.

AURIGEMMA (PdL-FI). Il problema

giuridico-amministrativo rimane. Non metto

in dubbio quanto da lei detto. Il problema è

che qui non siamo in un’aula di tribunale, né

tantomeno in un simposio di avvocati. Il

problema rimane.

Io ho voluto sottolineare che, per

l’ennesima volta all’interno di quest’Aula, si

lavora a senso unico. Si devono garantire i

diritti per chi comunica per nome e per conto

della maggioranza di Giunta della Regione e

chi, invece, è addetto alla comunicazione

istituzionale, anche, perché all’interno del

Consiglio c’è una comunicazione

istituzionale, viene trattato in altro modo.

Io non ho problemi al ritiro, Assessore, così

come non ho problemi a cercare di affrontare

questo problema in separata sede, però vorrei

che ci fosse un impegno da parte di tutte le

forze politiche, tranne, eventualmente, quella

del PD, perché di impegni ne ha presi

talmente tanti che ad oggi non abbiamo visto

un barlume di impegno mantenuto, però se

gentilmente riesce a comprendere il tema che

abbiamo posto, cioè che ha posto la collega

Bonafoni in un modo e che ho posto io in un

altro modo, con il subemendamento... Penso

che i diritti vadano garantiti a tutti coloro che

lavorano nell’ambito della Pubblica

amministrazione, al di là che lavorino con la

Giunta in via Cristoforo Colombo o che

lavorino in via della Pisana nell’eremo

relegato della campagna romana.

Io non so quale sarà il momento del

confronto (può darsi che possa essere quello

del bilancio), ma vorrei un impegno

istituzionale a poterci confrontare in qualche

luogo preposto. Di impegni all’interno di

quest’Aula, soprattutto nella persona che

siede qualche volta sulla sua destra, ne

abbiamo ascoltati tanti. Puntualmente, sono

stati tutti impegni... Vorrei evitare di fare

l’elenco. Non mi basterebbero non i tre

minuti che mi ha dato il presidente Storace,

ma forse i prossimi tre giorni. Puntualmente,

non ne è stato rispettato nessuno.

Gentilmente, le dico di avere rispetto..

PRESIDENTE. Ma alla domanda come

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risponde sull’eventuale ritiro.

AURIGEMMA (PdL-FI). Non ho problemi a

ritirare l’emendamento, nella misura in cui

c’è la possibilità di confrontarci. Non hanno

bisogno di aiuto, ma sto cercando di porre un

problema…

PRESIDENTE. Scusi, Cangemi, non è che

decade. La Bonafoni, per correttezza verso

Aurigemma, non vuole decidere da sola per

non far decadere nulla, immagino.

AURIGEMMA (PdL-FI). Già soverchiano

con i numeri di maggioranza.

Io chiedevo un impegno formale nel poterci

confrontare in un luogo preposto, in un

momento preposto, con un impegno preciso

all’interno di quest’Aula, ai microfoni, dove

può essere il bilancio che si discuterà a

dicembre dove poter sistemare tutte le

persone che lavorano, a prescindere che

lavorino in Via Cristoforo Colombo o in via

Della Pisana.

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare il consigliere

Cangemi. Ne ha facoltà.

CANGEMI (Ci). Presidente, io questo

ragionamento l’ho seguito, visto che sono il

relatore di questa legge, nei lunghi dibattiti in

Commissione. Io adesso dico: non c’è un

altro luogo preposto. L’Aula è il luogo

preposto dove affrontare questo tema, che è

politico. Quindi, visto che è una legge

condivisa, ma su questo si è aperto un

ragionamento politico, io pretendo che il

Capogruppo del PD prenda una posizione

ufficiale su questo, perché su questo io non

ne posso più, perché abbiamo parlato per ore,

per giorni, per mesi di questo ragionamento.

Dovete prendere le vostre responsabilità

politiche.

In questo ragionamento politico non c’è il

bilancio che viene dopo. No, signori, non se

ne può più di questa tarantella. L’Aula è

preposta a questo ragionamento politico e su

questo ognuno si prende le proprie

responsabilità. Io ho tentato di mediare in

questi mesi, come Presidente della

Commissione, nel tentativo di trovare una

soluzione. Allora, visto che il tema è politico,

lo si affronti politicamente.

Io su questo mi riservo di decidere come

votare.

PRESIDENTE. Il collega Valeriani è in

condizioni di obbedire?

Ha chiesto di parlare il consigliere

Valeriani. Ne ha facoltà.

VALERIANI (Pd). Proverbiale ironia.

Io sono stato indirettamente chiamato a non

prendere posizione, visto che non è ritenuto

importante l’impegno del PD. Però, stiamo

parlando di una cosa seria, quindi, al di là

delle battute, è giusto interloquire.

C’è un parere dell’Ufficio legislativo, di cui

vogliamo tener conto, ma vogliamo anche

approfondire questa tematica, per capire se in

un altro momento si può sistemare questo

tema.

Quindi, accolgo con molta positività il fatto

che c’è una disponibilità del

subemendamento a firma Aurigemma, e non

lo so se la collega Bonafoni vorrà anche lei

eventualmente ritirare l’emendamento. Io

penso che sia il problema che riguarda

l’emendamento e, quindi, il contenuto posto

dalla collega Bonafoni e altri sia il

subemendamento del collega Aurigemma

meritino un approfondimento. In un

momento, che può essere il bilancio,

possiamo reintervenire su questa tematica di

tutti gli addetti alla comunicazione del

Consiglio regionale.

Quindi, da parte nostra c’è, da un lato, la

presa in carico in modo serio di un’obiezione

formale amministrativa dell’Ufficio

legislativo e, dall’altro, un impegno a

verificare nei prossimi mesi come si può

risolvere questo problema.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il

consigliere Porrello. Ne ha facoltà.

PORRELLO (M5s). Grazie, Presidente.

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Abbiamo fatto un’analisi sia

dell’emendamento che del subemendamento

e secondo noi si parla di due cose

completamente diverse, una più

relativamente ai Gruppi consiliari che hanno

una figura, l’altra invece è più generale su

quelli che sono i giornalisti che lavorano

presso il Consiglio regionale. Dicendo che

ieri in Capigruppo abbiamo preso per

assodato il fatto che il parere legislativo

contrario è sul subemendamento e non

sull’emendamento, almeno così ho capito ieri

in Capigruppo (ma posso sbagliarmi; quindi,

non c’è problema), qui il discorso, come

diceva il collega Cangemi, è di carattere un

po’ più ampio. Qui stiamo dicendo una cosa

chiara. Stiamo dicendo che altre Regioni

hanno fatto questo tipo di ragionamento.

Quindi, non è che siamo i primi ad aprire un

campo, un varco o un vulnus legislativo

sull’argomento. Altre Regioni hanno preso

una decisione del tutto analoga a quello che

l’emendamento di maggioranza a firma

Bonafoni, Petrassi, Fichera e Favara ha

sottoposto a quest’Aula, dicendo

semplicemente che a una categoria di

lavoratori regionali vengano riconosciuti

diritti che fanno capo al contratto nazionale

relativo a quel settore.

Oggi, in Regione, non c’è una visione

chiara sull’argomento. Alcuni hanno questo

tipo di contratto in Giunta, qualcun altro in

Giunta non lo ha, qui non ce l’hanno. C’è una

diversificazione per lo stesso argomento, per

lo stesso lavoro, che deve essere affrontata.

Non possiamo nasconderci dietro una legge

che, in realtà, altre Regioni hanno portato...

Altre Regioni hanno preso una decisione nel

senso dell’emendamento.

Quindi, o apriamo una discussione politica,

come dice il collega Cangemi, e ognuno si

prende la responsabilità di dire che è giusto o

non è giusto, oppure dire che, se c’è sempre il

bilancio... Qui ogni cosa è riferita al bilancio.

La capisco, Assessore, quando dice che c’è

un problema di bilancio. Sì. Noi dobbiamo

rispettare un complessivo, penso, se ci sono

problemi di bilancio. Questa è una domanda

che le pongo. Affrontiamolo. Se bisogna

aumentare alcune poste, li troviamo da

qualche altra parte, ma regolarizziamo e

prendiamo una posizione sull’argomento.

Oggi ci sono, per lo stesso argomento,

trattamenti diversi e non è giusto per

nessuno, né per chi lo prende né per chi non

lo prende, avere questo tipo di trattamento.

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare la consigliera

Bonafoni. Ne ha facoltà.

BONAFONI (Sel). Grazie, Presidente.

Posto che attendevamo anche la contrarietà

e la motivazione all’emendamento, perché

l’Assessora era stata giustamente...

PRESIDENTE. Posso dire una cosa,

consigliera Bonafoni?

BONAFONI (Sel). Prego.

PRESIDENTE. Agli atti degli uffici ci sono i

pareri redatti sia sull’emendamento che sul

subemendamento.

BONAFONI (Sel). Poiché conosciamo

l’ampiezza del parere tecnico

sull’emendamento, quindi sto al mio

emendamento (anzi, al nostro, perché ci sono

altri sottoscrittori di altri Gruppi oltre al

nostro) è evidente che anche la discussione

che in questi pochi minuti si è sviluppata in

Aula e che ha visto da ultimo il consigliere

Porrello, Capogruppo dei 5 Stelle,

argomentare, a mio modo di vedere, con

esattezza la situazione in cui ci troviamo,

cioè un punto di vista che in un anno e mezzo

− dobbiamo prenderne atto − non siamo

riusciti a sciogliere, un punto di vista che si

avvale di una legislazione nazionale molto

diversificata... Abbiamo diverse Regioni che

applicano il contratto giornalistico nella

misura in cui anche il collega Porrello diceva

e altre che questo non lo fanno.

Il mio punto di vista, consigliere e

presidente Cangemi, non credo sia in dubbio.

Sono la prima firmataria di

quell’emendamento. Dunque, come la penso

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X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016

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è scritto in quella firma prima ancora che in

quel testo.

Però, se ci viene richiesto un ulteriore

tempo e una ulteriore sede di discussione, noi

siamo qua per ragionare come fare a rendere

efficace una discussione che, evidentemente,

in un anno e mezzo quell’efficacia non è

riuscita a raccoglierla.

Io non so per quali ragioni noi non siamo

riusciti ad arrivare a dama rispetto a quello

che, secondo i firmatari dell’emendamento, è

ovvio, ma so che anche la giurisprudenza su

questo si è pronunciata in maniera

differenziata negli anni. Di fronte a quella

giurisprudenza, noi prendiamo atto di un

percorso accidentato e che questo principio –

che, da parte nostra, di firmatari, ha un punto

d’arrivo chiaro e netto − è un principio che,

invece, ha una discussione aperta.

Vedo che il presidente Cangemi si

innervosisce, ma voglio interloquire su due

cose. La prima la dico al collega Aurigemma,

e l’ha ripresa il collega Porrello poco fa, per

suo tramite, sempre. Non è vero che c’è una

divisione così netta Giunta-Consiglio. Ci

avrebbe semplificato la vita, perché noi

avremmo potuto dire: “Guardate, l’ingiustizia

è tale ed è stata sciolta in maniera così

diversificata in via Cristoforo Colombo

rispetto a via della Pisana che siamo arrivati a

dama rispetto al punto del contendere”.

In realtà, persino in Giunta ci sono

trattamenti diversi. Lo diceva Devid. Persino

in Giunta guardano con attenzione a una

soluzione politica che quest’Aula deve dare,

e su questo concordo. Però, voglio anche

dirvi una cosa. Noi ci siamo sempre detti e ci

siamo sempre mossi in maniera tale da

considerare il bilancio l’atto più politico

dell’Amministrazione. Non è che dire

“prendiamoci altri due mesi per andare a

bilancio” significa scontare e mettere sul

piano della ragioneria un ragionamento

politico; significa arrivarci con tutti i crismi,

significa arrivarci con approfondimenti che io

credo tutti i Gruppi debbano fare propri, a

cominciare chiaramente dai firmatari

dell’emendamento. Io sono qui anche a

proporre oltre il ritiro a questo punto

dell’emendamento, la presentazione di un

ordine del giorno molto netto, che vincoli alla

discussione del bilancio la soluzione di

questa faccenda. Però, a dicembre si vedrà, e

questo lo dico anche al capogruppo Valeriani,

di fronte a quella discussione, dove si è

arrivati e a quel punto chi ci sta e chi non ci

sta.

Non ci saranno altri rinvii, in un atto

politico che è il maggiore che esprime

un’Amministrazione anche regionale, che è

quello del bilancio, a fronte di

approfondimenti ulteriori. Ci prendiamo tutto

il tempo, ci blindiamo qui a discutere con

tutte le parti in causa, però dicembre e la

dead line, perché in un anno e mezzo

abbiamo alimentato aspettative, antipatie,

molte più voci di corridoio, diciamocelo, che

non discussioni aperte e questa è

un’occasione sana di discussione aperta.

Sfruttiamola, diciamoci che è l’inizio di

quest’ultima fase di discussione, però a

dicembre poi basta. A dicembre si decide.

PRESIDENTE. Quindi, se ho capito bene, la

prima firmataria dell’emendamento ritira

l’emendamento e presenterà un ordine del

giorno che ovviamente impegna la Giunta più

che il Consiglio, perché gli ordini del giorno

hanno questa natura. Magari impegna la

Giunta a presentare una proposta. Non so

quello che si può scrivere.

È esaurita la discussione sul punto.

Passiamo all’articolo 34, che non ha

emendamenti.

Ha chiesto di parlare il consigliere

Cangemi. Ne ha facoltà.

CANGEMI (Ci). Ho facoltà di parlare

sull’articolo?

PRESIDENTE. Sennò non gliel’avrei data

(segue t. 7)

CANGEMI (Ci). Prego, Presidente? Meno

male che ho pagato il debito con lei, quindi

non la dovrò più votare nella mia vita.

Quindi, può fare di me ciò che vuole.

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Collega Bonafoni, lei sa anche io nutro una

simpatia straordinaria nei suoi confronti, però

bisogna essere attenti anche con le

dichiarazioni, perché non si può rimandare la

discussione dicendo “poi a dicembre”, in

quello che sarà il bilancio della Regione,

dove la Giunta Zingaretti mette tutto dentro

nella baccottaglia di nomine, impicci, casini,

tutto quello che è di ordine zingarettiano in

un ragionamento politico, “ci mettiamo

dentro anche questo ragionamento”.

La Giunta è stata chiara. Questa legge ha

avuto tre Assessori che si sono alternati. È la

prima legge nella storia di questa Regione

che ha tre Assessori – lo dico per chi dice che

questa non è una legge importante – che si

sono alternati. L’Assessore, però, che ha il

vero peso politico ed economico della

Regione ha detto che non se ne fa niente.

Non è che ha detto “poi”. L’ordine del

giorno, specialmente con Zingaretti alla

guida di questa Regione, conta nulla. Vuole

aggiungere qualcosa?

Quindi, l’ordine del giorno è una pretesa in

giro che facciamo. Io voterò contro

quell’ordine del giorno. Lei non deve

presentare neanche l’ordine del giorno,

perché questa responsabilità è tutta legata a

una faida intorno al PD, che non si prende la

responsabilità di dire “no”, non si prende la

responsabilità politica di dire “no”, ma dice

“ne riparliamo”. Questa è la sede, questa è la

legge. Non ci sarà una seconda legge. Ci sarà

una toppa che vorrete mettere più aventi, se

ce la farete, per soddisfare qualche pressione

politica. Adesso la dovete affrontare,

altrimenti è finita. È chiaro? È finita così.

L’articolo 34 è votato in questo modo, perché

il PD non era d’accordo, e siccome il PD è

maggioranza d’Aula, è maggioranza relativa

di questo Consiglio, è inutile che noi

sbraitiamo su questo, è così. Testa alta. C’è

una volontà politica. Si ritira l’emendamento

Bonafoni, perché sta in maggioranza. È

ovvio. Altrimenti, la Bonafoni la pensava in

un altro modo...

PRESIDENTE. Concluda, consigliere

Cangemi.

CANGEMI (Ci). Giustamente, è legata alla

maggioranza di Governo e lo ritira. Però

l’ordine del giorno no. Non ce lo fate digerire

l’ordine del giorno, perché veramente non si

fa così. È scorretto. È scorretto il PD,

storicamente scorretto, e in quest’Aula

ancora di più...

PRESIDENTE. Ci dice come vota l’articolo?

CANGEMI (Ci). Voterò contro.

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare il consigliere

Valeriani. Ne ha facoltà.

Parla in dichiarazione di voto sull’articolo?

VALERIANI (Pd). Sì.

Noi voteremo “sì” convintamente a questo

articolo, però approfitto anche per

interloquire con il presidente Cangemi, che è

il Presidente della Commissione che ha

partorito in modo intelligente questa legge.

Mi sorprende questo accaloramento rispetto a

un tema che − ci mancherebbe altro − ha

creato anche una discussione.

(Interruzione del consigliere Cangemi)

No. Adesso ascoltami un secondo.

Penso che questa legge...

(Interruzione del consigliere Cangemi)

Fammi parlare, però.

PRESIDENTE. La faccio parlare io, non si

preoccupi. Prego.

VALERIANI (Pd). Vorrei interloquire con te

perché penso che il tuo contributo a questa

legge sia stato talmente importante che, forse,

non ce l’avremmo fatta se non fosse stata

diretta in modo intelligente la tua

Commissione.

C’è un punto che è legato a questo

emendamento. Ti segnalo che

quell’emendamento ha delle firme anche di

esponenti del Gruppo del Partito

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Democratico. Quindi, questo giochino di dire

che il PD è contro non funziona. C’è una

discussione...

(Interruzione del consigliere Cangemi)

È inutile. L’abbiamo fatta nella

Commissione nel momento opportuno, te lo

ricorderai, in cui sono stati esplicitati dei

punti di vista. Le cose che ha detto la collega

Bonafoni, e che sottoscrivo in pieno, hanno

bisogno, secondo me, di una considerazione

maggiore. Avremmo potuto esplicitare,

stando alla tua teoria, se c’è una contrarietà

del PD in un altro modo, ignorando un parere

− che, comunque, c’è − dell’Ufficio

legislativo, che esprime una contrarietà

rispetto alla possibile applicazione di un

contratto differente per la categoria dei

giornalisti e degli addetti stampa che stanno

qui. Avremmo potuto anche ignorarla.

Benissimo. C’è, però, un parere che in

quest’Aula ha sempre avuto un fattore di

condizionamento.

Lei, presidente Storace, sa bene che quando

gli Uffici legislativi, che non sono il verbo,

ma esprimono un parere rispetto a un

emendamento, a un pezzo di una norma che

si sta per approvare, in genere i Consigli ne

tengono debitamente conto...

(Interruzione del consigliere Cangemi)

Io, invece, dico esattamente questo,

consigliere Cangemi. Avremmo potuto

ignorare quell’emendamento, votarlo,

esprimere un dissenso che sicuramente, in

quest’Aula, in modo trasversale, può esserci

su quell’emendamento. Invece, una

maggioranza seria, rispetto a una legge attesa

da più di vent’anni, che va a regolamentare

un settore importante e mette delle risorse

importanti laddove non c’era un centesimo

fino a ieri, oggi non può vedere questo

elemento, che è un dettaglio di una legge

molto più grande, come elemento divisorio.

Lo rinnovo. C’è un impegno della

maggioranza, nel bilancio, ad affrontare sia le

questioni poste dall’emendamento Bonafoni,

sottoscritto da altri colleghi di maggioranza...

Non è un emendamento Bonafoni, perché ci

sono le firme di altri Capigruppo di

maggioranza, di colleghi del mio Gruppo.

Nel bilancio questa questione la

affronteremo e se vi saranno le possibilità

anche di aggirare questi ostacoli formali, che

l’Ufficio legislativo ha posto, la maggioranza

se ne farà carico.

PRESIDENTE. Grazie.

Ha chiesto di parlare il consigliere

Aurigemma. Ne ha facoltà.

AURIGEMMA (PdL-FI). Grazie, Presidente.

Intervengo con un po’di difficoltà perché

gli impegni, all’interno di quest’Aula, si sono

succeduti nell’arco dei tre anni a mo’di

catena di montaggio. Ad oggi, di tutti gli

impegni, non ne ho visto uno giunto al

termine. Il fatto che all’interno di quest’Aula

si ponga un problema, da una parte, che

riguarda la collega Bonafoni e, dall’altra, che

riguarda il fatto di sistemare una situazione

complessiva che riguarda il personale che

lavora nello stesso modo, fianco a fianco, ma

con trattamenti diversi, forse sarebbe stato il

caso di affrontarlo oggi. Si votavano gli

articoli e si accantonava questo.

È da appena tre settimane che chiedo un

incontro per vedere come affrontare e

risolvere questo problema, ma naturalmente,

al di là dei soliti “ci vediamo domani” o “ne

parliamo dopodomani”, nessuno si assume

mai la responsabilità del ruolo che ricopre,

spesso utilizzando via della Pisana come una

sorta di passaggio: “quando ho tempo, passo

e vado”, a differenza di tanti altri colleghi che

invece qui, lo vedo perché arrivo alle 8,30 e

spesso vado via anche dopo.

Qual era il luogo migliore se non quello

dell’Aula per affrontarlo? L’assessore Sartore

ha posto dei problemi tecnici, dei problemi

giuridici, ma il problema è politico, non è

tecnico, che è esattamente quello che manca

all’interno di quest’Aula da tre anni a questa

parte.

Ormai ho i cassetti pieni di cambiali e di

impegni presi dalla maggioranza. Non so

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proprio più dove mettere anche quest’altro

ennesimo impegno. Forse era utile

accantonare l’articolo, discutere e cercare di

affrontare il problema per inserirlo, se non

meglio all’interno di questa legge, qual è il

luogo preposto? La legge sull’informazione.

È la legge ideale per queste situazioni. Mi

auguro che l’Assessore, che ad oggi non è

intervenuta rispetto alla richiesta che avevo

fatto, che se mi permette…

La sua parola ha un po’più di credibilità

rispetto a tutte le altre che si sono succedute,

compresa la mia, perché ogni tanto quando

lei dà una risposta, positiva o negativa,

perlomeno arriva. Dalle altre parti, invece,

arrivano impegni che poi non giungono a

termine. Non so se sempre nel calderone del

bilancio va inserito di tutto e di più. È un

gioco che dimostra un po’il fallimento di

questa politica, perché il bilancio

normalmente è una sorta di conguaglio

politico dove ognuno infila qualcosa per

cercare di far superare, entro fine anno, il

famoso impegno del bilancio. Può darsi pure

che qualcosa passi.

Secondo me, il luogo preposto era questo,

perché la legge dell’informazione il collega

Cangemi l’ha scritta a quattro mani un

po’con tutti proprio per andare a

regolamentare alcune cose.

PRESIDENTE. Arrivi a conclusione.

AURIGEMMA (PdL-FI). Ho superato il

tempo? Chiedo scusa.

Oggi forse era il momento opportuno per

accantonarlo questo articolo. Licenziare tutti

gli altri e mentre si licenziavano gli altri

cercare di trovare una giusta soluzione, se

c’era l’impegno. Quello che chiedo, anche

perché ormai, avendo tolto l’articolo, la

collega Bonafoni, automaticamente decade

anche il mio, quello che chiedo, se è

possibile, un impegno da parte dell’Assessore

ad affrontare questa tematica con le giuste

risorse e con quel minimo di buona volontà

che ultimamente si è persa e mi auguro non

per rassegnazione, perché se si rassegna lei

noi qui andiamo in un baratro di buio,

nell’affrontarlo con i dovuti tempi in fase di

bilancio.

PRESIDENTE. Grazie. Ci sono altri

interventi?

Ha chiesto di parlare il consigliere

Sbardella. Ne ha facoltà.

SBARDELLA (Misto). Presidente,

sicuramente il bene è meglio del perfetto,

però c’è un’ipocrisia di fondo, perciò

comunque io voterò a favore di

quest’articolo, però annuncio anche, questo

ad onore dell’ipocrisia del PD e della

maggioranza, un’interrogazione per

conoscere tutte le figure professionali iscritte

all’Albo dei giornalisti e così inquadrate

presenti in Giunta e nelle società partecipate.

Questo sostanzialmente a dimostrare, quando

usciranno questi risultati, che la maggioranza

blinda l’Esecutivo sulla capacità e sulla

possibilità di fare un’informazione a senso

unico. L’impossibilità di interagire a volte

con la stampa, di creare un prodotto

informativo che abbia un senso anche nel

contraddittorio è sostanzialmente una cosa di

cui Nicola Zingaretti pagherà probabilmente

anche nelle legislature a venire.

Noi stiamo spogliando sia l’ambito

istituzionale, sia l’ambito politico del

contraddittorio. Il Consiglio regionale non

approvando e non forzando questa cosa sta

permettendo all’Esecutivo di fare

un’informazione sempre più a senso unico.

Vedrete, tra i fondi a disposizione per

l’informazione e la comunicazione, le figure

professionali a senso unico, messe nelle

società in cui c’è − come sappiamo − la totale

sudditanza o tramite il Commissario o tramite

amministratori unici o tramite i Consigli di

Amministrazione, tutti nominati dal

presidente Zingaretti.

Abbiamo pure addetti stampa, giornalisti,

tutti, che fanno informazione in quella

direzione. Ritengo che questa sia una stortura

istituzionale pesantissima di cui questa

Assemblea si sta macchiando, anche contro le

tante figure professionali che collaborano con

noi, a livello istituzionale o nei Gruppi,

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sottopagate, senza la previdenza e così via.

Ripeto: annuncio l’interrogazione a questo

fine. Spero che si eviti la solita pagliacciata

degli ordini del giorno che portano a nulla.

Nel libro bianco di fine legislatura − ormai ci

stiamo arrivando – metterò tutte le cavolate a

cui abbiamo impegnato il Presidente della

Giunta e cui il Presidente della Giunta non ha

minimamente corrisposto. Questo ce lo

evitate. Spero che abbiate la decenza, quando

si risponderà a questa interrogazione...

PRESIDENTE. Concluda.

SBARDELLA (Misto). Avrete la decenza di

vergognarvi.

Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il

consigliere Fichera. Ne ha facoltà.

FICHERA (Psi). Grazie. La postazione è

occasionale per ora.

PRESIDENTE. La prestazione?

FICHERA (Psi). Postazione, Presidente. La

postazione.

Appartengo alla categoria dei clown,

secondo il consigliere Sbardella, perché ho

appena sottoscritto l’ordine del giorno che la

collega Bonafoni presenterà. A me l’ipocrisia

non piace. Penso che le cose vadano dette

come sono.

Non credo che sia una questione di

maggioranza o minoranza. L’emendamento è

firmato da esponenti della maggioranza.

Esistono circostanze in cui si ritiene che non

sussistano le condizioni per arrivare alla

soluzione di un problema, tanto più che, se

questo è un problema, è un problema

comunque complesso sul quale è ragionevole

ricercare soluzioni condivise. Tutto qua.

Allo stato attuale, queste condizioni non ci

sono. Non c’è nessuna forzatura. L’ordine del

giorno ha un senso preciso. È chiaro che,

tecnicamente, impegna la Giunta, ma

politicamente impegna chi lo vota. Siccome

sarà l’Aula a discutere la legge di bilancio e

la finanziaria collegata e siccome il tema di

cui stiamo discutendo ha una rilevanza anche

economico-finanziaria, c’è tutta − collega

Cangemi − la razionalità per collocarlo in

quella sede. È evidente che la presentazione

dell’ordine del giorno serve a misurare chi ha

la volontà politica di affrontare il problema in

quella sede.

Naturalmente, le opinioni possono essere le

più varie e le più diverse, però è sgradevole

che una scelta politica, sofferta e difficile,

che la collega Bonafoni e noialtri, firmatari

dell’emendamento, abbiamo fatto venga

rappresentata alla stregua di un gesto non

serio. È un gesto serio. Forse sbagliato, ma

serio.

Detto questo, per queste motivazioni, voto

a favore dell’articolo, perché siamo in

dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Grazie.

Pongo in votazione l’articolo. Chi è

favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi

si astiene?

(Il Consiglio approva)

Articolo 35.

Il primo emendamento è dell’assessore

Buschini.

Lo pongo in votazione. Chi è favorevole

alzi la mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio approva)

Passiamo alla votazione dell’articolo, così

come modificato. Chi è favorevole alzi la

mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio approva)

Passiamo agli articoli aggiuntivi. Sono

nove, per la precisione.

Pagina 434.

Ha chiesto di parlare, per l’illustrazione, il

consigliere Barillari. Ne ha facoltà.

BARILLARI (M5s). Questo, forse, è

l’emendamento più importante di tutta la

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nostra attività su questa legge. Entriamo nel

merito di quello che abbiamo cercato di

fare…

PRESIDENTE. Le ricordo che ha cinque

minuti.

BARILLARI (M5s). Sì, grazie.

Qui entriamo sul dettaglio della qualità

dell’informazione regionale, che è un punto

fondamentale che dovrebbe essere legato

strettamente ai principi di indipendenza e

pluralismo. Infatti, il giornalismo, come

molte professioni intellettuali, è di difficile

misurazione e classificazione, però si

possono definire in ambito qualitativo e non

solo quantitativo anche i principi della qualità

stessa dell’informazione.

Pensiamo, per esempio, al fact checking, ai

nuovi strumenti che abbiamo anche a livello

mediatico, non normativo, non normati, per

fare dei dibattiti pubblici-politici dove siano

rispettate le regole non solo in termini di

tempi, ma anche nel tipo di dibattito che

viene fatto.

Penso alle discussioni fra i candidati

Presidenti di Regione. C’è anche un modo

per definire tempi e modalità in modo che

siano tutti rappresentati in modo meno

parziale possibile. Tutti hanno lo stesso

diritto di poter dire la loro opinione in tempi

certi, in modo che le risposte siano date in

maniera anche oggettiva e le risposte

arrivano di conseguenza.

Quindi, il tema stesso di questa legge, che

abbiamo cercato di porre in tantissimi articoli

ed emendamenti, ruotava sempre intorno al

concetto stesso di qualità dell’informazione,

che dovrebbe essere proprio il cardine di

questa legge, perché se non coniughiamo i

principi di indipendenza e pluralismo con la

qualità ci perdiamo un pezzo.

Nelle prime sedute ho portato alcuni

giornali che fanno vedere proprio la

differenza fra la qualità di un certo tipo e la

qualità di un altro tipo. Ci sono giornali di

gossip, come trasmissioni televisive, come

talkshow, come trasmissioni radio che sono

molto basate sul titolo, sul fango mediatico,

su una qualità bassa dell’informazione che,

però, genera interesse e consenso nelle fasce

di popolazioni forse meno istruite o meno

attente ai contenuti.

Questa è la qualità dell’informazione che

noi vorremmo, almeno come forza politica,

penso come Assemblea, cercare di non

sostenere più di tanto, mentre, invece,

dovremmo premiare, aiutare, fornire gli

strumenti per quella informazione di qualità,

indipendente, che nasce anche dal basso,

sulla base di non scelte redazionali che sono

magari calate sulla base di sponsor oppure

contributi economici. La qualità vera è quella

che nasce dal basso quando i cittadini stessi

fanno informazione.

Abbiamo ormai l’informazione molecolare

che sta sui social, che sta in rete e

l’informazione che nasce dall’uso di questi

strumenti che ormai abbiamo a disposizione.

Il fatto che abbiamo un telefonino, uno

smartphone, che possiamo riprendere una

notizia e pubblicarla in rete, questa è una

fonte stessa di informazione che deve essere

tutelata e garantita. È l’informazione che

nasce senza nessun tipo di influenza come

può essere magari quella di un grande

giornale o di una grande lobby che comunque

gestisce l’informazione in Italia, soprattutto

viste le concentrazioni editoriali che abbiamo

in questi ultimi anni.

Questo per dire che questo articolo è

veramente centrale nella nostra proposta di

modifica di questa legge che abbiamo portato

in Commissione e portiamo qui in Aula. È un

modo per dare un principio né di censura, né

di bavaglio, né di voler mettere dei paletti

all’informazione, assolutamente, ma voler

definire, o almeno tentare di definire, il

principio – ne abbiamo discusso anche con

l’Osservatorio di Pavia, con Fico – per

iniziare a mettere sulla carta una norma che

dovrebbe essere forse nazionale, questo lo

riconosco, ma potrebbe essere anche

regionale, nel poter definire non criteri

puntuali, ma almeno dei coefficienti generali

per verificare la qualità dell’informazione.

PRESIDENTE. Tenga presente l’emozione

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del momento: il ritorno del collega Baldi, che

vorrei salutare a nome dell’Assemblea, dopo

il delicatissimo intervento. (Applausi)

(segue t. 8)

BARILLARI (M5s). Chiudo in un minuto.

Come vedete abbiamo identificato con molta

difficoltà, con molto lavoro, sei elementi di

valutazione di un contenuto giornalistico in

termini di qualità: il metodo utilizzato. Da

qui si può costruire una specie di matrice per

valutare la qualità di un’informazione

giornalistica. Mi riferisco, per esempio,

all’affidabilità delle fonti, al rigore

metodologico, al fatto oggettivo rispetto a

una valutazione soggettiva. Questo è un

elemento importante, oppure il contenuto.

Naturalmente ci può essere una scala di

contenuti, si va da un contenuto rispetto al

tipo culturale, scientifico, cronaca o politica

di per sé a un altro contenuto rispetto a valori

più bassi del tipo gossip generalista. Questo è

già un criterio di valutazione, così come il

pluralismo, l’interazione con i lettori, quanti

lettori possono interagire con la

comunicazione, la pubblicità e l’influenza

che ha sul contenuto, l’accessibilità del

mezzo informativo e l’utilità sociale.

Questi, secondo noi, sono sei parametri che

potremmo utilizzare come base per fare una

valutazione sulla qualità delle informazioni.

Quindi, una legge con questi criteri, con

questa discussione sarebbe una legge

veramente importante e fondamentale.

PRESIDENTE. Grazie.

Assessore, coraggio. Il parere?

SARTORE, Assessore. Io ho apprezzato

l’intervento del consigliere Barillari, perché

sono effettivamente tutte cose importanti. Il

problema fondamentale è che è competenza

statale, quindi noi non possiamo disciplinarla.

Quindi, il parere è contrario. Nel merito,

logicamente, è disciplinato dalla n. 177.

PRESIDENTE. Pongo in votazione

l’emendamento...

Ha chiesto di parlare il consigliere

Aurigemma. Ne ha facoltà.

Collega Simeone, i rallegramenti a bassa

voce, per favore.

AURIGEMMA (PdL-FI). Grazie, Presidente.

In parte condivido e comprendo l’obiettivo

del collega Barillari, però non riesco a

comprendere chi era demandato al controllo

della qualità del contenuto. Non vorrei che

passasse come una sorta di censura rispetto

alle opinioni della gente oppure ai contenuti

che possono essere inseriti lì dentro. Non

riesco a definirlo.

Poi, non so se la competenza potesse essere

statale o meno, però qui si chiede, perlomeno

leggendo l’emendamento all’articolo 2bis:

“La Regione promuove la creazione di

contenuti informativi distribuiti

nell’ecosistema dell’informazione regionale.

La qualità di un contenuto si può specificare

per tutta una serie di cose e il valore ricavato,

la misura e il contenuto nelle dimensioni

definite”. Quindi, come si fa? A chi è

demandato?

Sono cose abbastanza delicate. Demandare

a chi, come, dove e quando i contenuti

dell’informazione... Io sarei preoccupato

anche a demandarlo a qualsiasi Ente, anche

allo Stato.

Al di là del parere negativo, vorrei

comprendere meglio.

Io sono uno dei più fervidi critici della

sanità laziale, però vedo che ogni tanto

funziona. Il ritorno del collega Baldi

sicuramente ci dà motivo di pensare che

esiste anche una sanità che funziona nel

Lazio. Siamo contenti e diamo anche noi il

bentornato al collega Baldi.

PRESIDENTE. Propongo che il consigliere

Aurigemma sia colui che ha interpretato

l’Assemblea, senza aprire il dibattito sulla

salute del consigliere Baldi.

Pongo in votazione l’emendamento. Chi è

favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi

si astiene?

(Il Consiglio non approva)

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Passiamo al 436.

Ha chiesto di parlare il consigliere Barillari.

Ne ha facoltà.

BARILLARI (M5s). Io mi rendo conto di una

parziale invasione di campo sul nazionale,

però è chiaro che questi emendamenti sono

stati scritti dopo una serie di riflessioni con

esperti di comunicazione, con docenti, con

l’Osservatorio di Pavia. Si è detto che a volte

la normativa nazionale prevede tante cose e a

volte non ne prevede nessuna. Qui stiamo

cercando di entrare nel merito di quanto la

Regione può spostarsi, anche in ottica

preventiva, rispetto a quanto la norma

nazionale potrebbe arrivare un giorno. Nella

mancanza di dettaglio, di contenuto

nazionale, potremmo già andare un pochino

oltre e aprire un po’la strada su questi temi.

Se prima parlavamo di qualità

dell’informazione che non è normata, non c’è

nessun riferimento ai criteri di valutazione

oggettiva, noi potevamo dare un segnale su

questo piano. In questo emendamento,

parliamo di un diritto che si può, in realtà,

desumere dai valori costituzionali, cioè il

diritto del cittadino a fruire di

un’informazione indipendente e pluralista,

che è lo stesso oggetto di questa legge. Nelle

legge vengono detti, nei primi articoli, i

valori del pluralismo, dell’indipendenza, il

fatto che la Regione promuova questi valori

tramite strumenti, tramite finanziamenti,

eccetera. Però, in questo modo, facciamo una

sorta di fotografia, diamo un diritto come

sancito e scritto nero su bianco, e sarebbe

l’evoluzione di quello che è stato detto in

apertura della legge, cioè che la Regione

garantisce questi princìpi, quindi dovrebbe

sancire il diritto del cittadino a fruire di

questi princìpi.

Si tratta di rendere più evidente quello che

è stato chiesto nel primo articolo della legge.

Qua entriamo nel merito del tipo di diritto a

ottenere informazioni indipendenti e

pluraliste. È una sorta di declinazione di

quelli che sono i principi della legge, che non

sono stati poi portati a compimento. Se

parliamo di diritti del cittadino a ricevere

informazioni indipendenti, parliamo di diritti

alla personalità: rettifica, replica, tutela dei

minori, pluralismo in materia pubblicitaria,

informazione libera e svincolata e non

considerata pubblicità, perché questo

avviene, lo sappiamo, così come la pubblicità

non ingannevole, oppure un servizio pubblico

che garantisca il pluralismo interno. So già la

vostra osservazione, che andiamo anche qua

verso una norma che dovrebbe essere

nazionale, però come Regione, ripeto,

possiamo anche costruirci il nostro ambito

legislativo garantendo questi principi che

sono già comunque evidenziati nei primi

articoli della legge.

Non facciamo altro che renderli un pochino

più vivi, più evidenti ed essere più precisi

anche nel chi leggerà questa legge e vorrà

capire…

PRESIDENTE. Colleghi, già è difficile

ascoltare la tesi di laurea…

BARILLARI (M5s). Chiudo dicendo che è

un modo per rendere più dettagliata quella

che è la spiegazione dei primi articoli di

principi generali importanti. Qui cerchiamo

di renderli effettivi dal punto di vista del

diritto del cittadino nel ricevere queste

informazioni e andiamo nel merito di quelli

che sono i diritti specificati come norme

generali negli obiettivi sanitari di questa

legge.

Pensiamo che sia utile anche come Regione

costruire meglio questo ambito di

applicazione della legge attraverso questi

diritti meglio espressi e meglio tutelati in

questo articolo aggiuntivo.

PRESIDENTE. Parere dell’Assessore?

SARTORE, Assessore. Per le motivazioni

sopra esposte è contrario.

PRESIDENTE. Magari, se il collega Barillari

li avesse trasformati in ordini del giorno,

forse avrebbero avuto fortuna migliore.

Vecchia esperienza…

Pongo in votazione l’emendamento. Chi è

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favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi

si astiene?

(Il Consiglio non approva)

L’emendamento 438 è precluso dalla

votazione all’articolo 17.

Emendamento 440 (Riconoscimento dei

diritti digitali del cittadino).

Ha chiesto di parlare il consigliere Barillari.

Ne ha facoltà.

BARILLARI (M5s). Vi faccio una breve

descrizione di questi articoli, perché sono

quelli che secondo noi…

PRESIDENTE. Li illustra tutti gli

emendamenti aggiuntivi?

BARILLARI (M5s). Sì.

PRESIDENTE. Grazie.

BARILLARI (M5s). Prego.

Sono in realtà pezzi della proposta di legge

alternativa a quella attuale in discussione che

abbiamo cercato di inserire come elemento

migliorativo e costruttivo della legge stessa.

In questo emendamento, nel 414, cerchiamo

di riconoscere i diritti digitali del cittadino,

perché nella discussione abbiamo sempre

girato intorno alla comunicazione

tradizionale, editoria su carta tradizionale e

invece c’è tutto il mondo social, web, internet

che attualmente non è abbastanza tutelato e

sancito. Nella legge abbiamo toccato qua e là

l’aspetto legato alle agenzie digitali, agenzie

web, in realtà non l’abbiamo esteso dal punto

di vista proprio dei diritti digitali.

Questo è il testo Rodotà, quindi una norma

nazionale. Era per portare in discussione in

quest’Aula degli elementi che erano

importantissimi, riconoscere i diritti dei

cittadini digitali, la loro personalità, il diritto

di accesso, la tutela dei dati. Era un modo

anche per andare oltre la finalità stessa di

questa legge per renderla ancora più efficace.

L’emendamento successivo – lo riassumo

velocemente – è uno strumento importante.

Nella legge manca uno strumento vero e

proprio, oltre al CORECOM che già svolge

questo ruolo, però come Regione, come

Consiglio, per osservare l’indipendenza e la

qualità dell’informazione. Attualmente il

CORECOM non svolge questo ruolo, svolge

una verifica sul pluralismo e sui tempi di

assegnazione ai vari movimenti durante le

campagne elettorali in un’ottica di par

condicio.

In realtà, se noi istituiamo questo

Osservatorio diamo un valore molto forte alla

Regione nel poter monitorare, verificare e

anche premiare poi la qualità e

l’indipendenza dell’informazione.

Infatti, l’emendamento successivo è proprio

legato a questo: un premio che diamo a chi fa

informazione indipendente. È una sorta di

aiuto concreto a chi svolge questa attività non

a carattere economico, ma solo come un

premio non vincolato a un esborso di denaro

in modo che chi fa informazione

indipendente e di qualità la Regione lo

premia come fa in tanti altri settori, proprio

per garantire che chi fa bene il suo lavoro ha

una premialità.

Mi fermo qua, perché sugli altri poi faccio

una discussione separata. Sono altri tre.

PRESIDENTE. Ha illustrato gli

emendamenti?

BARILLARI (M5s). I primi tre.

PRESIDENTE. Ha illustrato i primi tre.

Parere dell’Assessore sui primi tre?

SARTORE, Assessore. Contrario.

PRESIDENTE. Per le motivazioni

precedenti?

SARTORE, Assessore. Sempre per le stesse

motivazioni.

PRESIDENTE. Va bene.

Pongo in votazione il 440. Chi è favorevole

alzi la mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

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(Il Consiglio non approva)

Pagina 446. Chi è favorevole? Chi è

contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

448. Chi è favorevole? Chi è contrario? Chi

si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Sono rimasti i 449, 450 e 451. Fa

l’illustrazione insieme? Grazie.

Ha chiesto di parlare il consigliere Barillari.

Ne ha facoltà.

BARILLARI (M5s). Grazie, Presidente.

Ho preferito separarli perché sono due

aspetti diversi della stessa...

PRESIDENTE. Due diverse bocciature,

praticamente.

BARILLARI (M5s). Esatto.

In questi tre articoli aggiuntivi richiamiamo

non più i termini di qualità, indipendenza e

pluralismo, ma ci rivolgiamo alle campagne

di informazione e sensibilizzazione verso i

cittadini. La Giunta promuove campagne di

informazione verso l’educazione su scala

regionale, in ambito ambientale e sanitario

(l’emendamento che era stato presentato

precedentemente).

Negli ultimi due, siccome parliamo di

informazione e parliamo di pluralismo,

cerchiamo di introdurre, nella normativa

attuale, strumenti di partecipazione

democratica dei cittadini. In questo modo,

rispettiamo ed estendiamo il principio stesso

di trasparenza e di partecipazione che questa

Giunta dovrebbe promuovere, cioè il fatto

che, attraverso sistemi on line, attraverso

strumenti che ormai esistono, che già

LazioCrea sta analizzando e testando, noi

abbiamo già la possibilità di avere questi

strumenti disponibili per coinvolgere i

cittadini nell’informazione stessa. Invece che

essere noi a produrla e darla ai cittadini in

casi di emergenza sociale o ambientale,

possiamo coinvolgere, tramite queste

piattaforme, i cittadini nel promuoverla e

nell’autoprodurla.

Quindi, se fossimo un po’avanti con i

tempi...

PRESIDENTE. Collega Avenali, non dia le

spalle alla Presidenza.

BARILLARI (M5s). Se avessimo una visione

un po’più in là nel tempo, dovremmo capire

che questi strumenti...

PRESIDENTE. Anche il collega De Paolis.

BARILLARI (M5s). ...che questi strumenti di

partecipazione democratica, in cui

coinvolgiamo i cittadini in prima persona,

sono già attuali e sono già il futuro che

vediamo oggi.

Quindi, questi emendamenti potrebbero

inserire in questa legge un grosso passo in

avanti – ripeto, che già LazioCrea sta

analizzando − per poter introdurre strumenti

di partecipazione diretta digitale nelle scelte

di questa Regione.

PRESIDENTE. Parere dell’Assessore?

SARTORE, Assessore. Contrario.

PRESIDENTE. Pongo in votazione

l’emendamento 449. Chi è favorevole? Chi è

contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Emendamento 450. Chi è favorevole? Chi è

contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Emendamento 451. Chi è favorevole? Chi è

contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Adesso siamo all’articolo 36. Ci sono

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alcuni emendamenti.

453. Assessore, prego.

SARTORE, Assessore. Per il 453 è contrario.

PRESIDENTE. Anche la Commissione ha

espresso parere contrario.

SARTORE, Assessore. Sì. Sono tutti

contrari.

PRESIDENTE. Chi è favorevole? Chi è

contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Emendamento 454. Parere contrario della

bilancio.

Assessore?

SARTORE, Assessore. Contrario.

PRESIDENTE. Chi è favorevole? Chi è

contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Il 455 è ritirato.

Sono ritirati anche i 456, 457, 458 e 459.

Siamo al 460.

Ha chiesto di parlare il consigliere Barillari.

Ne ha facoltà.

BARILLARI (M5s). Giusto una spiegazione

anche di questi emendamenti, se qualcuno

vuole ascoltare.

Noi parliamo di uno stanziamento di 2

milioni di euro per questa legge, tramite la

creazione di due fondi. Vi ricordo che, oltre a

essere al 73° posto della libertà di stampa, in

Italia, abbiamo già dato contributi all’editoria

per miliardi di euro, anche sotto forma di

bandi pubblici della PA, cosa che abbiamo

detto anche negli interventi generali. Quindi,

abbiamo testate che negli anni hanno preso

già un sacco di soldi. Nel 2014 parliamo di

oltre 30 milioni divisi su 45 testate.

Ripeto: stiamo dando soldi a un settore che

è già stato finanziato per miliardi e miliardi

di euro. Se vedete le norme contenute nei

primi articoli, diamo soldi, a questo punto,

anche a corsi di aggiornamento e formazione

a carico di privati, diamo soldi per la rete di

infrastrutture fra le edicole, che si parlano fra

di loro. Noi stiamo stanziando 2 milioni su

due fondi che, secondo questa legge,

andranno ovunque, andranno anche − vi

ricordate? – a studi di esperti...

PRESIDENTE. Consiglieri Baldi, De Lillo e

Petrassi, per favore.

Il collega Barillari, comunque, sta facendo

una battaglia politica. Un po’di rispetto!

BARILLARI (M5s). Ripeto, stiamo

stanziando 2 milioni per questa legge, che

andranno a studiosi ed esperti per fare attività

di consulenza, andranno a reti di edicole,

andranno a finanziare un po’tutto, perché i

beneficiari abbiamo visto che erano termini

molto generici e che racchiudevano un

po’tutto.

Cerchiamo, almeno, con questi

emendamenti, di ridurre un po’l’efficacia di

questa norma generica, cioè andare più nel

dettaglio riguardo a chi possiamo sostenere e

dove questi soldi andranno. Attualmente non

c’è, come vi dicevo, il dettaglio di chi

riceverà questi 2 milioni se non queste

finalità generiche che abbiamo descritto

prima.

PRESIDENTE. Parere dell’Assessore?

SARTORE, Assessore. Contrario.

PRESIDENTE. Pongo in votazione

l’emendamento. Chi è favorevole alzi la

mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

L’emendamento 461 è ritirato.

Emendamento 462. C’è il parere contrario

della Bilancio, quindi immagino anche

dell’Assessore.

SARTORE, Assessore. Contrario.

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X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016

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PRESIDENTE. Pongo in votazione

l’emendamento. Chi è favorevole alzi la

mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Il successivo è ritirato.

Emendamento 466. C’è il parere contrario

della Bilancio. Parere dell’Assessore?

SARTORE, Assessore. Contrario.

PRESIDENTE. Pongo in votazione

l’emendamento. Chi è favorevole alzi la

mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Emendamento 468. C’è il parere contrario

della Bilancio. Parere dell’Assessore?

SARTORE, Assessore. Contrario.

PRESIDENTE. Pongo in votazione

l’emendamento. Chi è favorevole alzi la

mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Emendamento 469. Parere dell’Assessore?

SARTORE, Assessore. Contrario.

PRESIDENTE. Pongo in votazione

l’emendamento. Chi è favorevole alzi la

mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Emendamento 470. C’è il parere contrario

della Bilancio. Parere dell’Assessore?

SARTORE, Assessore. Contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il

consigliere Barillari. Ne ha facoltà.

BARILLARI (M5s). Una domanda per capire

anche la contrarietà a questi emendamenti,

perché oltre ad abolire alcuni commi, perché

due fondi non si capisce che ruolo svolgano,

uno da 1,2 milioni e uno da 750, vorremmo

capire le risorse come sono state calcolate. Ci

dà qualche dettaglio in più rispetto alla

previsione di costi per questi fondi? Perché

non 1 milione invece che 1,2 milioni? Perché

questi due fondi sono separati? Perché altri

250.000…

PRESIDENTE. La Commissione Bilancio ha

espresso parere contrario. Forse è improprio

chiederlo all’Assessore.

BARILLARI (M5s). Chiedevo un

chiarimento in questa sede. Grazie.

PRESIDENTE. L’Assessore ha espresso il

parere. Se vuole motivarlo, prego.

SARTORE, Assessore. Motivo solo il perché

sono due fondi. Il disegno di legge comporta

l’approvazione ed è stato approvato in

Commissione, da ultimo dalla Bilancio, di

interventi di natura corrente e interventi di

natura in conto capitale. Quindi, non è che

possiamo non fare due fondi. Lo abbiamo

fatto relativamente agli interventi che

prevede e quindi va coperto con un’idonea

copertura per quella tipologia di interventi.

Tutto qua. Non sono state tolte risorse alla

sanità, perché questi sono fondi speciali che

vengono appostati nel bilancio libero della

Regione.

PRESIDENTE. Ed è il motivo per cui la

Commissione Bilancio ha votato contro.

Pongo in votazione l’emendamento. Chi è

favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi

si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Emendamento 471. Parere contrario della

Bilancio. Parere dell’Assessore?

SARTORE, Assessore. Contrario.

PRESIDENTE. Pongo in votazione

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l’emendamento. Chi è favorevole alzi la

mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Emendamento 472. C’è il parere contrario

della Commissione. Parere dell’Assessore?

SARTORE, Assessore. Contrario.

PRESIDENTE. Pongo in votazione

l’emendamento. Chi è favorevole alzi la

mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Siamo all’emendamento della Giunta,

assessore Valente, D05/1. Il parere è

favorevole.

Lo pongo in votazione. Chi è favorevole

alzi la mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio approva)

Emendamento 477. Parere dell’Assessore?

SARTORE, Assessore. È contrario, come

anche il parere della Commissione Bilancio.

PRESIDENTE. Sì. Pongo in votazione

l’emendamento. Chi è favorevole alzi la

mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Emendamento 479. Parere dell’Assessore?

SARTORE, Assessore. È contrario, come

anche il parere della Commissione Bilancio.

PRESIDENTE. Sì.

Pongo in votazione l’emendamento. Chi è

favorevole alzi la mano. Chi è contrario? Chi

si astiene?

(Il Consiglio non approva)

Emendamento 482. Parere dell’Assessore?

Parere contrario della Commissione Bilancio.

SARTORE, Assessore. Contrario.

PRESIDENTE. Sì. Pongo in votazione

l’emendamento. Chi è favorevole alzi la

mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio non approva)

L’emendamento 483 è ritirato. Sono ritirati

tutti gli emendamenti all’articolo 36.

Pongo in votazione l’articolo 36, così come

modificato. Chi è favorevole alzi la mano.

Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio approva)

Siamo arrivati alla conclusione

dell’articolato. Dobbiamo votare il titolo.

Lo pongo in votazione. Chi è favorevole

alzi la mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio approva)

C’è un ordine del giorno, che è stato

distribuito...

(Interruzione di un Consigliere)

Non è stato ancora distribuito? Sospendo

cinque minuti.

Collega, lo possiamo fare direttamente alla

ripresa, così facciamo anche le dichiarazioni

di voto. Lo facciamo direttamente alle ore 15.

Ricordate, colleghi, che dopo

l’approvazione della legge ci sarà – per

decisone della Capigruppo − l’approvazione

della mozione proposta dal collega Fichera

sulle Camere di commercio. Alle ore 16

credo che avremo concluso i nostri lavori.

Ci vediamo alle ore 15.

(La seduta è sospesa alle ore 13,20)

(Segue t. 9)

(La seduta è sospesa alle ore 13,20 e

riprende alle ore 15,14)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE

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STORACE

PRESIDENTE. Possiamo riaprire la seduta.

Ricordo che la seduta si concluderà con la

discussione della mozione presentata, come

primo firmatario, dal collega Fichera. Prima

ancora ci saranno le dichiarazioni di voto.

Ordine del giorno D08, collegato alla

proposta di legge n. 210 del 30 ottobre 2014

“Legge quadro a sostegno del pluralismo

dell’informazione e della comunicazione

istituzionale”, a firma dei consiglieri

Bonafoni, Fichera, Petrassi, Favara,

concernente: Applicazione contratto

collettivo di lavoro giornalistico al personale

iscritto all’albo nazionale dei giornalisti che

svolge attività di informazione presso gli

uffici stampa della Giunta e del Consiglio

PRESIDENTE. Ordine del giorno proposto

dalla collega Bonafoni ed altri.

È stato ampiamente discusso nel corso

della mattinata, quindi credo che si possa

passare direttamente alla votazione.

Chi è favorevole all’ordine del giorno alzi

la mano. Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio approva)

Dichiarazioni di voto

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni

di voto sulla legge.

Intanto, preparate i tesserini perché si

voterà, ovviamente, con il metodo

elettronico, quando ci saranno i Consiglieri in

Aula, collega Porrello. Tranquillo. Ho

compreso la sua osservazione.

(Interruzione del consigliere Porrello)

Voto io [audio incomprensibile].

Dichiarazioni di voto. Se non ci sono

dichiarazioni di voto...

(Interruzione di un Consigliere)

La consigliera Bonafoni? Sennò, alle 15,45

convochiamo per votare. Non è un problema.

Ha chiesto di parlare la consigliera

Bonafoni. Ne ha facoltà.

BONAFONI (Sel). Anche brevemente, ci

tenevamo a sottolineare questo momento, la

votazione finale di una legge alla quale

abbiamo lavorato alacremente in

Commissione per tanti mesi.

Per la verità, ci siamo dati subito quel

compito: il lavoro e la modalità con cui ci

siamo mossi l’avete ascoltato a più riprese,

non sono io a ripeterlo a mia volta qua.

Voglio soltanto aggiungere due novità che,

nel frattempo, si sono prodotte a livello

nazionale e internazionale, che ci danno −

credo − l’idea, una volta di più,

dell’importanza di una legge che dopo

diciotto anni torna ad essere rinnovata e

innovata per la Regione Lazio.

La prima novità è di ieri, perché la Camera

ha approvato in via definitiva la riformona,

quella nazionale che tante volte abbiamo

evocato, una riforma che alcuni giudicano

ancora troppo piccola, che sicuramente avrà

bisogno di molti decreti attuativi, ma che ci

fa dire che c’è una sincronia − speriamo

anche nell’approccio e negli effetti che

questa legge avrà sul settore − fra quello che

il Parlamento ha legiferato in queste giornate

e quello che il Consiglio regionale si appresta

ad approvare oggi.

L’altra novità è una notizia che arriva

dall’Europa, in particolare dal Centro studi

del Parlamento dell’Unione Europea. Quel

Centro studi pone una retta dritta (le rette

sono tutte dritte), una retta definita e

indubitabile fra il peso della debolezza del

sistema dell’informazione e il peso della crisi

del settore, quindi lega l’economia e la

fragilità dell’economia al pluralismo,

all’indipendenza e alla libertà che noi, con

questo testo, fra le altre cose, vogliamo

affermare. Forse è proprio quella debolezza

che contribuisce a metterci in quel 77° posto

nella libertà di informazione, più volte

evocato dal consigliere Barillari, che volevo

ringraziare per i toni e le argomentazioni di

oggi, sinceramente, perché siamo arrivati − e

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questo mi pare importante nei lavori d’Aula,

dopo giorni in cui ci siamo anche scontrati in

maniera forte − a dialogare, a provare a

dialogare con toni di altro tipo intorno al

testo.

Un ringraziamento volevo farlo agli uffici,

all’Ufficio legislativo, alla Commissione. La

Commissione qui non si vede, ma qui c’è il

dottor Drago. Non è stato semplice lavorare a

un testo che abbiamo ritirato fuori dai

cassetti, in qualche maniera, un testo che non

è così sulla cronaca dei lavori, tant’è vero che

le varie legislature avevano tentato e non

erano riuscite ad arrivare in fondo alla strada.

Invece, in Commissione, con le molte

audizioni, ci siamo riusciti. Siamo qua per

incassare un risultato che penso sia di tutti,

indipendentemente da come ci sia stato

l’approccio al testo.

Il CORECOM lo andiamo a normare

dentro questa legge. Il CORECOM sta

facendo − lo voglio dire − un lavoro

straordinario contro il bullismo (in

particolare, penso a questo), con il protocollo

“Donne e media”, che sta provando, insieme

alle università e alle redazioni, ad affrontare

uno dei temi che anche questa legge prova ad

affrontare, specialmente nella sua parte

iniziale. La dignità del lavoro, la piena

occupazione, la lotta alla disoccupazione

legata all’innovazione tecnologica, tutto

quello che dal web, ma non solo dal web, dai

sistemi, dalle piattaforme arriva e, a volte,

irrompe con violenza dentro le redazioni, fino

a spazzarle via, fino a farle chiudere. Noi

tentiamo, con questa legge, invece, di mettere

a sistema. Proviamo a dare dei contributi, non

poco, 2 milioni in tre anni, e lo voglio dire,

non a pioggia, non a caso, come è stato

erroneamente, credo, detto in quest’Aula, ma

prevedendo dei regolamenti con dei requisiti,

che andranno, invece, ad argomentare, in

maniera molto precisa, quali potranno

essere…

Rientrerà la qualità, rientrerà anche la piena

occupazione, la qualità dei contratti delle

redazioni dentro le priorità, le scale di

priorità per ricevere quei finanziamenti. C’è

moltissima formazione, come è giusto e

corretto che sia, c’è la formazione nelle

scuole, ci sono gli studenti universitari che

chiamiamo in una collaborazione corale a

dire “dateci una mano a stare sul pezzo, a

stare nei tempi e sui tempi dell’innovazione”,

perché di questo ha bisogno il settore, un

settore che noi abbiamo ascoltato davvero per

lungo e per largo. Abbiamo sentito gli

operatori, emittenti che purtroppo, nel

frattempo, hanno chiuso. Mi testimonierà il

puntualissimo presidente Cangemi che fin

dall’inizio si è fatto carico di portare in porto

la nave di questa legge. Li abbiamo

veramente sentiti e spesso, purtroppo,

accompagnati verso vertenze che ancora non

hanno trovato una soluzione, ma abbiamo

fatto di più, oltre ai sindacati e alle

associazioni di categoria, come è giusto che

sia, abbiamo sentito quelle associazioni che

sempre di più, facendo attività sociale nel

territorio, dicono quello che dovrebbe essere

ovvio, ma anche ovvio purtroppo non è, ossia

che dalla qualità dell’informazione passa

anche la qualità della democrazia del nostro

territorio.

Con questo impulso, ringraziando anche la

Giunta, che così copiosa ha seguito i lavori

della legge, noi ci apprestiamo a votare come

Gruppo SI-SEL positivamente questo testo

che crediamo sia un pezzetto di quel lavoro

che, tutti insieme, tentiamo di fare

quotidianamente nelle Commissioni prima e

in Aula poi per dare risposte, in questo caso

così importanti che le diamo ai cittadini del

Lazio.

PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare

il consigliere Cangemi. Ne ha facoltà.

Non ho, per ora, altri iscritti a parlare per

dichiarazione di voto.

CANGEMI (Ci). Presidente, termina con il

voto un lunghissimo lavoro che è iniziato

quasi con i primi giorni della nostra

legislatura, perché da subito la Commissione

si è impegnata al fine di darsi come obiettivo

principale quello di votare questa legge per

andare a colmare un vuoto legislativo, come

ricordava la collega Bonafoni, di quasi venti

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anni.

Lo dico al rappresentante della Giunta. È

stato un lavoro difficile, perché la

Commissione è composta in maniera

trasversale, l’unica Commissione che viene

guidata da un esponente della minoranza e

quindi è una Commissione che ha registrato

tante difficoltà, anche nell’equilibrio politico

della stessa Commissione.

Tuttavia, io penso che le audizioni, le dieci

Commissioni, il lavoro svolto attraverso una

partecipazione, oltre cento tra operatori,

addetti del settore, sindacati ci sono alternati

tra Commissioni e audizioni. Io credo che

mai in quella Commissione sia stato fatto un

lavoro così importante. La testimonianza è

che proprio da questa Commissione – lo dico

perché voglio specificare anche questo

passaggio – in una Commissione difficile da

convocare e da gestire, ma che in due anni,

perché poi questa legge sta già diverso tempo

nel calendario dei lavori, già quindi dopo due

anni ha licenziato un testo da portare in Aula.

È un lavoro straordinario proprio per la

difficoltà, per la finestra che l’Ufficio di

Presidenza ci ha dato come giorno di

convocazione, è stato indicato il venerdì.

Qualcuno ha detto che è una Commissione

che si è riunita poco. Si riunisce poco perché

i Consiglieri non vengono, perché i

Consiglieri non partecipano ai lavori, perché

il venerdì anticipa il sabato, quindi per molti

già comincia il prefestivo. Invece no. Il

venerdì noi abbiamo faticosamente messo in

piedi una serie di audizioni e Commissioni

proprio per onorare un impegno che era tra le

finalità di questa Commissione.

Questa Commissione − lo dico perché resti

agli atti − si è riunita, in due anni e mezzo,

più della somma delle ultime due legislature

guidate una volta dal centrosinistra e una

volta dal centrodestra. Quindi, a prescindere.

(Interruzione di vari Consiglieri)

Difficile non rispondere alle provocazioni

di alcuni colleghi, tipo Bellini, ma in effetti

tutti i torti non li ha.

Si è parlato, in maniera polemica, forse

anche troppo, visto che a presiedere quella

Commissione ero io e non posso essere di

certo tacciato di simpatia zingarettiana...

Continuo a dire che sono, forse, l’unico che

non ha un rapporto, neanche a livello di

educazione di base, con il Presidente, ma

forse più per colpa mia che per colpa sua.

Perlomeno, lui mi saluta. Sono io che fatico a

rispondergli. Quindi, nessuno mi può tacciare

di aver fatto una legge con inciucio. Io ho

visto anche i commenti su alcuni

emendamenti. Lasciano il tempo che trovano.

La politica è una cosa seria. Adesso è scaduta

un po’ a teatrino, ma quello che stiamo

vedendo a Roma ci fa rimpiangere il passato.

Sono stato accusato di aver fatto riunioni

segrete, quasi tacciato di massoneria. Proprio

io che la metterei fuorilegge la massoneria.

Su questo si capisce quanta malafede e

quanta disinformazione si è voluta fare su

questa legge. Disinformazione. Al punto che

negli ultimi documenti che abbiamo votato

sembrava, più che una legge regionale...

C’era una proposta alternativa a questa legge.

Sembrava più frutto della Casaleggio

Associati piuttosto che della Commissione.

Si parlava di una legge nazionale. Sembrava

quasi un testo nazionale, tant’è che molti

emendamenti − chi è stato attento ai lavori

dell’Aula lo avrà sicuramente registrato −

erano completamente da considerare non in

linea con un testo regionale.

Quindi, si poteva approfittare della

presenza del presidente Fico, che io ho

convocato su richiesta di taluni. Dopo due

anni, è venuto. Potevamo darla al presidente

Fico quella legge. Magari poteva essere più

d’aiuto per un testo nazionale che per un

testo regionale, proprio per parlare di

disinformazione.

La testimonianza vi è stata anche

nell’ultimo dibattito su alcuni emendamenti e

alcuni articoli. Quando c’è da scontrarsi,

certo, uno non si tira indietro anche rispetto a

una legge condivisa. Torno a dire che le leggi

non sono né di destra né di sinistra né di chi

le propone. Sono in funzione dei cittadini.

Altrimenti, dovrei pensare che, mentre io ho

fatto un accordo con SEL... Siamo minoritari

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fortemente in quest’Aula (non di voti, perché

sono stato eletto con altri numeri).

Potevamo dire che le leggi precedenti

approvate da altri colleghi dell’opposizione

erano frutto di un accordo con il PD.

Preferisco un accordo con Smeriglio che con

Zingaretti. Voglio che questo resti a verbale.

Io con Zingaretti...

(Interruzione di vari Consiglieri)

È così, colleghi. Voi state meglio con

Zingaretti. Io sto meglio con Smeriglio. È un

problema tutto mio. Le leggi sono di tutti.

Evidentemente, qualcuno ancora, dopo tre

anni, non ha capito che cosa sta facendo qui.

Dovrebbe fare il Consigliere regionale.

Si è parlato, soprattutto, di quelle che erano

le possibilità di intervento su questa legge. Io

ho votato a favore rispetto alla Commissione

Bilancio sull’impegno economico, che

considero comunque un impegno riduttivo

rispetto a quello che la legge vorrebbe

mettere in campo. Però, ho apprezzato lo

sforzo e non sono, presumo, ma l’Assessore

l’ha confermato, soldi tolti da qualche altra

parte. I soldi si impegnano rispetto anche alla

finalità che uno dà come indirizzo di

Governo e di scelta. Se fossi stato da un’altra

parte avrei impegnato più risorse, ma

apprezzo il gesto.

Lei, Assessore, deve essere più chiara,

però, perché molti ancora non hanno capito

che c’è spesa corrente e conto capitale. La

colpa è sua non è di chi non lo capisce ancora

oggi, dopo tre anni. È la sua. Spesa corrente e

conto capitale.

Una tra le cose, per quanto riguarda

l’aspetto economico, che bisogna ribadire è

che i fondi non è che non si sa dove vanno, è

che uno impegna delle risorse e lo fa in spesa

corrente, lo fa in conto capitale e poi dopo le

scelte di Governo faranno sì che ci siano

bandi, ci siano gare pubbliche affinché si

investa non su quelle società, come qualcuno

ha detto, o quelle realtà che hanno preso

soldi. Ma chi ha preso i soldi? Qui negli

ultimi anni non ha preso una lira nessuno.

Molti hanno chiuso baracca e burattini, hanno

licenziato persone perché non arrivavano

neanche quei piccoli contributi per far

funzionare la libera informazione. Qui

nessuno di noi si è sognato di finanziare

riviste patinate o riviste di gossip. Io non l’ho

mai comprate, altri sì. Quindi, non c’è questa

necessità. C’è la necessità di correre in

soccorso di quelle realtà vere, di quei

giornalisti professionisti, di quelli che fanno

informazione e non giocano su Facebook,

non fanno disinformazione, non fanno i

vigliacchi e i codardi dietro uno strumento,

ma che parlano a viso aperto, che formano i

cittadini, che…

PRESIDENTE. Arrivi a conclusione,

Cangemi.

CANGEMI (Ci). Arrivo.

… che raccontino anche quello che si vede

da un’angolazione politica che magari uno

non condivide, ma che un servizio plurale, un

servizio trasparente, un servizio corretto. È

quello lo sforzo di questa legge: insistere su

una informazione che sia plurale, corretta,

trasparente, leale, giusta, equilibrata. Questo

vuole darsi come obiettivo la legge. Poi ci

sono tutti quegli articoli che hanno

disciplinato il CORECOM, un organo

importante, che da una parte si attacca e si

offende e poi dice “che bel lavoro ha fatto”.

Ha fatto un grande lavoro questo strumento,

lo può fare ancora di più se la Giunta farà

uno sforzo ancora più grande, a dare una sede

più grande, una struttura più grande per

raccogliere ancora tutti quei cittadini che

hanno bisogni di aprire un contenzioso. Su

quello ci dobbiamo sforzare.

Questa legge è un vanto e un orgoglio per

tutto il Consiglio, anche per quelli che hanno

remato contro in Commissione e qua dentro o

lo faranno. Qui magari diranno mezza parola

e poi su Facebook offenderanno come

sempre.

La politica è un’altra cosa e oggi compiamo

un gesto di collaborazione. Nonostante lo

scontro che ho avuto, che avrò e che non

terminerò mai di avere con il Capogruppo del

PD, la ringrazio. La ringrazio perché in

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X LEGISLATURA - RESOCONTO DELLE DISCUSSIONI - SEDUTA N. 60 DEL 5 OTTOBRE 2016

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Commissione è stato sempre presente e ha

dato un contributo importante ai lavori…

PRESIDENTE. Lo dia anche lei. Termini.

CANGEMI (Ci). … - chiudo, Presidente -

…così come tutti i colleghi che in

Commissione hanno sacrificato tanti venerdì

che altri, invece, pensavano fossero più

importanti.

(segue t. 10)

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il

consigliere Valeriani. Ne ha facoltà.

VALERIANI (Pd). Cangemi, non ti

preoccupare, perché io parlerò meno. Quindi,

il tempo che hanno sottratto il presidente

Cangemi lo recupero io.

PRESIDENTE. Non è previsto dal

Regolamento.

VALERIANI (Pd). Il bon ton, però, è

previsto.

Io su Facebook scriverò le stesse cose che

dirò adesso e che farò nei comunicati stampa.

È importante rendere merito al lavoro che è

stato fatto per un anno e mezzo. Questo è uno

di quegli appuntamenti che danno anche un

valore all’attività che facciamo spesso dentro

le Commissioni. Lo dico spesso, anche tra i

nostri compagni di partito. Veniamo

monitorati soltanto dalla produzione

legislativa, ma spesso viene sottratta

all’analisi di chi ci osserva da fuori la fatica

di un lavoro di Commissione, a volte

silenzioso, operoso.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE

LEODORI

(ore15,36)

Il lavoro che ha accompagnato questa

proposta di legge è uno di quelli impegnativi

per davvero. Lo dico perché adesso il collega

Cangemi ha ripercorso la storia di questa PL

n. 210. Voglio testimoniare quanto è stato

puntuale il lavoro di ascolto, il lavoro di

assorbimento delle indicazioni di addetti ai

lavori, di persone che potevano dare un

contributo per una legge, presidente Storace,

lei che è un fine polemista e giornalista,

quindi più di noi può capirne l’importanza,

credo, una legge – dicevo − attesa da

tantissimi anni.

Una legge che viene attesa dal 1998 oggi

arriva a compimento e deve essere un

elemento di orgoglio per tutti. Era

perfettibile? Era migliorabile? Forse sì. Non

ci sono cose frutto dell’azione umana che non

lo siano. Non è una delle caratteristiche

dell’uomo quella di creare cose perfette, però

c’è stata tanta buona volontà, tanta pazienza

nell’ascoltare e anche nel fidarsi

reciprocamente. Ci mancherebbe che io non

polemizzi con il collega Cangemi su tutto.

Questa è la politica, è il cuore della polemica

sana della politica: vedere da punti di vista

diversi i processi e le cose, rivendicarne con

orgoglio le ragioni e ricordare sempre a tutti

che c’è un motivo per cui uno siede

all’opposizione e uno siede in maggioranza.

I cittadini hanno scelto. I cittadini hanno

espresso la loro volontà. Quindi, non è

casuale come siamo disposti qui dentro.

Questa legge, però, era una legge consegnata

a una di quelle Commissioni presiedute dai

colleghi di opposizione. L’ho fatto anche

durante il dibattito, l’ho fatto tante volte e lo

voglio fare adesso in dichiarazione di voto: è

stato un di più quello che ha permesso alla

legge di arrivare qui, perché il presidente

Cangemi è stato bravo nell’ascoltare tutti,

nell’ascoltare anche e soprattutto la

maggioranza, nel non cadere in provocazioni,

spesso gratuite, che ci sono state nel corso dei

nostri lavori. Oggi mi dispiace che questi

elementi polemici e queste cattiverie verbali

non si siano attenuate. Oggi arriviamo a

compimento di questa fatica.

Noi votiamo convintissimamente “sì”, non

solo per le ragioni che ha ricordato Marta

Bonafoni, perché attesa, perché ci sono un

bel po’di soldi a disposizione di un comparto

in difficoltà. Anche qua, tutto è perfettibile,

tutto è migliorabile. Sono pochi. Ci

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mancherebbe altro, ma fino a ieri non c’era

nulla, e nelle ristrettezze economiche della

nostra condizione attuale siamo stati tutti

insieme bravi a recuperare.

Grazie anche al supporto dell’assessore

Sartore, che ha capito l’importanza di questa

legge, oggi siamo qui a votare una legge che

mette a disposizione dei prossimi anni 2

milioni di euro per un settore in crisi, in

difficoltà.

Oggi sarebbe un segnale importante, dopo

tutto quello che ci siamo detti in tre-quattro

sedute che sono occorse per approfondire

questa legge, mettere da parte la polemica,

secondo me un po’eccessiva e anche gratuita,

che si è scaricata su questa legge. Si è capito

quale era il punto di vista, soprattutto di un

collega che, comunque, dal suo osservatorio,

ha provato a convincere tutta l’Aula che

sbagliavamo e che c’era bisogno di

correggere questo testo. Penso che, però,

sarebbe un errore avere un voto dei colleghi

del 5 Stelle compatto contrario a questo testo.

Secondo me, è uno sbaglio, è un errore.

Quindi, invito tutta l’Aula a chiudere

questo percorso, che è stato un percorso

importante, durato un anno e mezzo, che ci

ha visto fare i complimenti da fuori da tutti

gli addetti ai lavori. Penso che sarebbe un

errore politico. Poi ciascuno si assume la

propria responsabilità che, compattamente, la

maggioranza e un pezzo del centrodestra o

tutto il centrodestra possa votare a favore di

questo testo con un voto, invece, contrario

dei colleghi del 5 Stelle.

Ci sono tematiche che, a mio parere,

debbono sfuggire, nel momento in cui c’è

una convergenza al 90 per cento sulle cose

contenute in un testo, debbono avere un voto

positivo.

È possibile il contrario, ci mancherebbe

altro, però io rimarco l’importanza, alla fine,

di far prevalere la politica e non gli istinti più

biechi, quelli della polemica fine a se stessa.

Noi votiamo convintamente sì e speriamo

che questa legge possa essere, da domani,

operativa ed essere un punto di riferimento

importante per quelle migliaia di operatori

dell’informazione in crisi nel nostro territorio

che la aspettavano da tanti anni.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il

consigliere Barillari. Ne ha facoltà.

BARILLARI (M5s). “La garanzia del

pluralismo e dell’imparzialità

dell’informazione costituisce strumento

essenziale per la realizzazione di una

democrazia compiuta. Questi principi hanno

avuto conferma nella sentenza 155/2002 della

stessa Corte che richiamando i punti

essenziali delle precedenti decisioni ha

ribadito l’imperativo costituzionale secondo

cui il diritto di informazione garantito

dall’articolo 21 della nostra Costituzione

deve essere qualificato e caratterizzato, tra

l’altro, sia dal pluralismo delle fonti a cui

attingere conoscenze e notizie, così da porre

il cittadino in condizione di compiere le

proprie valutazioni, avendo presenti i punti di

vista e orientamenti culturali e politici

differenti, sia dell’obiettività e

dell’imparzialità dei dati forniti, sia infine

dalla completezza, dalla correttezza e dalla

continuità dell’attività di formazione erogata.

Va considerato che il pluralismo e

l’imparzialità dell’informazione, così come lo

spazio da riservare nei mezzi di

comunicazione alla dialettica delle opinioni,

sono fattori indispensabili di bilanciamento

dei diritti della maggioranza e

dell’opposizione.

Quando si parla di Statuto delle opposizioni

e delle minoranze in un sistema maggioritario

le soluzioni più efficaci vanno ricercate

innanzitutto nel quadro di un adeguato

assetto della comunicazione, che consenta

l’equilibrio dei flussi di informazione e di

opinione.

Parametri di ogni riforma devono in ogni

caso essere i concetti di pluralismo e

imparzialità diretti alla formazione di

un’opinione pubblica, critica e consapevole

in grado di esercitare responsabilmente i

diritti di cittadinanza democratica. Non c’è

democrazia senza pluralismo e imparzialità

dell’informazione”.

Questo era il messaggio alle Camere del

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2002 del Presidente Carlo Azeglio Ciampi.

Lui già quattordici anni fa diceva che

l’aspetto fondamentale di un sistema

comunicativo imparziale, pluralista e

indipendente era il rispetto delle opposizioni,

di tutte le forze presenti in questo caso in

Parlamento, ma possiamo rapportarlo anche

alla Regione. Quindi, è chiaro che noi a

queste osservazioni, a questo input a

intervenire sulle norme non abbiamo dato

nessuna risposta. Questa legge ha in sé molte

criticità che sono state più volte espresse,

sono state spiegate, sono state raccontate, ma

non c’è stato nessun dialogo in quest’Aula.

Il PD non ha praticamente fatto nessun

intervento nelle tre sedute d’Aula. Ci fosse

stato uno straccio di dichiarazione, di

contestazione, per entrare nel merito delle

osservazioni e delle domande che il nostro

Gruppo ha posto. Erano semplicemente

domande di chiarimenti, di approfondimenti.

È stato citato più volte, anche da altre forze

politiche, che la libertà di stampa in Italia è

scesa al 77° posto. Abbiamo perso quattro

posizioni rispetto all’anno precedente e siamo

dietro il Burundi e il Burkina Faso. Anche

qua c’è un sistema, ve l’abbiamo spiegato

molte volte, ma ho cercato di portare questo

tema in Aula, l’informazione è in mano

sempre più a concentrazioni monopolistiche

di gruppi editoriali. Vediamo ogni giorno che

preferiscono titolare ancora sul caso Muraro-

Raggi piuttosto che parlare delle bugie del

Governo sullo stato delle finanze.

Ci troviamo di fronte a un sistema

mediatico, comunicativo, che è in mano,

comunque, a poteri che stanno spingendo

verso una mancata consapevolezza dei

cittadini. Quello che diceva Ciampi: “esiste

una democrazia quando opposizione e

maggioranza riescono a portare le proprie

posizioni in maniera equilibrata e corretta”.

Non è solo nella par condicio quando ci sono

scontri elettorali, ma è durante tutta l’attività

dell’informazione nazionale-regionale.

Questo per dire che era un’occasione

importante questa legge, attesa da venti,

trenta, quarant’anni. Si poteva avere più

coraggio e intervenire su questo fenomeno

che ha importanza nazionale, ma soprattutto

riveste un ruolo regionale sul come noi diamo

informazioni. Per questo abbiamo ribadito

più volte il concetto di diritto del cittadino a

ricevere informazione pluralista e

indipendente e il dovere dell’Istituzione nel

fornirla. Questa discussione non c’è stata in

quest’Aula. Ve lo ripeto: una legge che parla

di pluralismo non è stata pluralista nella sua

discussione, nonostante sembra che qui ci sia

stata una discussione molto approfondita.

Un punto centrale era quello dei contributi

economici che diamo tramite questa legge. 2

milioni sono pochi? Forse sono anche troppi.

Noi siamo contro i contributi all’editoria

stampata; è, comunque, un modo per

influenzare l’opinione pubblica e le

redazioni.

Parliamo di miliardi di euro già spesi

attraverso questo giochino − lo ripeto ancora

− della legge che costringe i giornali locali a

pubblicare i bandi delle Pubbliche

amministrazioni. Anche qua, un contributo

all’editoria che svia il senso stesso

dell’informazione. Così come i contributi che

l’Italia ha dato ai propri giornali per anni e

anni. Noi abbiamo giornalisti che sono

indipendenti, giornali che non ricevono

finanziamento pubblico, eppure sono ancora

in buona salute. Altri ricevono negli anni

(giornali di partito, finti giornali di partito)

molti contributi. Noi cosa facciamo? Diamo

ulteriori soldi a questi giornali?

Io ho chiesto più volte a chi vanno questi 2

milioni di euro. Nessuna risposta. Leggendo

la legge, i beneficiari... Lo abbiamo espresso

anche nell’articolo 4: vanno a start-up, che va

benissimo; vanno a contribuire in un settore

in crisi, va benissimo. Però diamo spazio

anche a consulenze, a corsi di formazione per

i privati; diamo spazio a studiosi e a esperti,

che riceveranno soldi; diamo spazio agli

abbonamenti alle Agenzie di stampa, quando

ormai nessuno usa abbonamenti a Agenzie di

stampa; diamo soldi alle edicole per favorire

queste reti di distribuzione locale. Ripeto:

dalla clausola valutativa, dall’efficacia di

questa legge vedremo dove saranno andati

questi soldi. Diamo spazio, però, a grossi

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dubbi.

Per chiudere, c’erano state tante occasioni

per migliorare questa legge. Non avete

compreso neanche il senso di un osservatorio

regionale sulla qualità dell’informazione.

Create tavoli a non finire su qualsiasi legge;

su questa non si crea nessun osservatorio,

perché c’è già il CORECOM che fa tutto. In

realtà, c’era spazio anche per parlare di

qualità dell’informazione regionale, per fare

una premialità verso chi fa veramente

informazione e chi non la fa. Non c’è stata

discussione. Non ci sono state risposte ai

tanti stimoli che vi abbiamo presentato in

modo puntuale e costruttivo. Oltre alle

polemiche, oltre agli insulti, abbiamo portato

contenuti in quest’Aula e c’è stato il

disinteresse, come c’è in questo momento. Si

parla, ma nessuno ascolta.

Questa è la difficoltà di quest’Aula

legislativa. Noi facciamo delle leggi in cui

non c’è un confronto, non c’è un ascolto,

ognuno si fa i fatti suoi, e poi si bocciano gli

emendamenti solo perché c’è una posizione

pregiudiziale. Se fossimo entrati nei dettagli

di ogni singolo emendamento, nel contenuto,

sui principi di qualità, pluralismo e

indipendenza, avremmo fatto una legge

condivisa. Questo percorso non c’è stato,

quindi sicuramente non voteremo in maniera

positiva.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il

consigliere Simeone. Ne ha facoltà.

SIMEONE (PdL-FI). Grazie, Presidente.

Per anticipare il voto favorevole del

Gruppo, ma più che altro mi piaceva

intervenire per significare un lavoro

straordinario che il presidente Cangemi ha

fatto per portare in approvazione questa

proposta di legge. È stato abile in

Commissione. Ha subito incarnato bene il

ruolo. Non ha voluto mettere in campo un

suo progetto, una sua idea a torto di

qualcuno. Ha cercato, invece, da subito, il

contatto con la maggioranza, perché era

giusto, perché era doveroso, perché prima

forza politica in questo Consiglio.

Quindi, c’è stata una bella condivisione su

tutto, su una proposta di legge difficile,

complicata, perché guarda un mondo

complicato, quello dell’informazione, quello

dell’editoria. Qui sta il grande risultato, e

questo dovrebbe essere...

PRESIDENTE. Scusate. È difficile parlare

per il collega.

Prego, consigliere Simeone.

SIMEONE (PdL-FI). Questo dovrebbe

essere, invece, preso ad esempio di come si

devono affrontare le proposte di legge per

portarle immediatamente a casa con il

massimo della condivisione di questo

Consiglio. Certo, uno tenta sempre di portare

all’unanimità la condivisione. Poi, se c’è

qualcuno che durante il percorso si sfila,

purtroppo...

È vero: tutto può essere migliorabile, tutto

può essere perfezionato. Sarà oggetto anche

di critica perché non conteneva questa cosa,

non conteneva quell’altra. Intanto, contiene

qualcosa che questo Consiglio aspettava

veramente ad anni. Intanto c’è, intanto è una

base di partenza, intanto c’è anche una

disponibilità finanziaria per queste attività

che fino a oggi non c’erano. Questo è il

rovescio della medaglia, l’altra parte, il

bicchiere mezzo pieno, anzi aggiungerei, non

mezzo pieno, ma al 90 per cento pieno.

Per questi motivi il Gruppo di Forza Italia

vota convintamente sì a questa proposta di

legge che, con le premesse prima dette, in

solamente tre sedute, è riuscito a portarla

all’approvazione e soprattutto a esaminare

anche una quantità notevole di emendamenti,

più o meno cinquecento emendamenti sulla

proposta di legge non era una cosa da poco.

Comunque, con questo feeling che è nato in

Commissione e io mi onoro di firmarla, l’ho

firmata questa proposta di legge in quanto

componente di quella Commissione e

ringrazio i componenti che mi hanno messo

nelle condizioni di capire meglio tutti gli

articoli che compongono questa proposta di

legge che diventerà legge.

Questa è la sfida che può essere fatta anche

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per le altre proposte di legge, se iniziano in

questa maniera e terminano in questa

maniera. Grazie.

PRESIDENTE. Non ci sono altre

dichiarazioni di voto.

Votazione finale

PRESIDENTE. Invito i colleghi ad inserire

l’apposito tesserino per la votazione. Non è

ancora aperta la votazione. La votazione è

aperta.

(Seguono le operazioni di voto)

(Interruzione di un Consigliere)

Non è inserita. Al contrario.

(Interruzione di un Consigliere)

Lo direte al microfono.

La votazione è chiusa. Storace, Cangemi e

Sabatini.

STORACE (LaD). Favorevole.

CANGEMI (Ci). Favorevole.

SABATINI (Ci). Favorevole.

PRESIDENTE. Comunico l’esito della

votazione:

Presenti ai fini del numero legale 41

Assenti per motivi istituzionali 1

Favorevoli 34

Contrari 6

(Il Consiglio approva)

Pongo in votazione l’autorizzazione al

coordinamento formale. Chi è favorevole?

Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio approva)

*****

Mozione n. 415 del giorno 29 settembre

2016, proposta dai consiglieri Fichera,

Valeriani, Righini, Di Paolantonio,

Abbruzzese, Petrassi, Bianchi, Porrello,

Baldi, Sbardella, Storace e Tarzia,

concernente: Schema di decreto di

riordino delle camere di commercio

PRESIDENTE. L’ordine del giorno, al punto

3, reca: Mozione n. 415 del giorno 29

settembre 2016, proposta dai consiglieri

Fichera, Valeriani, Righini, Di Paolantonio,

Abbruzzese, Petrassi, Bianchi, Porrello,

Baldi, Sbardella, Storace e Tarzia,

concernente: Schema di decreto di riordino

delle camere di commercio.

Ha chiesto di parlare il consigliere Fichera.

Ne ha facoltà.

FICHERA (Psi). Grazie, Presidente.

Come i colleghi sanno, in seguito

all’approvazione della legge…

PRESIDENTE. Scusate, è difficile ascoltare.

Capisco che la parte della legge era quella

più attesa, però c’è anche questa integrazione

dell’ordine del giorno che dobbiamo

discutere.

Prego, consigliere Fichera.

FICHERA (Psi). Grazie, Presidente. È in

corso di definizione il decreto legislativo che

riordinerà il sistema delle Camere di

commercio nel nostro Paese.

Ora, sulle camere di commercio si possono

avere opinioni diverse, ma nel momento

stesso in cui, come fa la legge, si definisce la

loro persistenza e si stabilisce, si è scelta non

la strada di regionalizzarle, ad esempio, ma la

strada di stabilire il numero massimo in

sessanta Camere di commercio per tutto il

territorio nazionale, si pone una questione

sulla territorializzazione di questi enti.

Una questione che riguarda in particolare la

nostra Regione. Noi sappiamo che la nostra è

la seconda Regione italiana per prodotto

interno lordo, è la seconda regione italiana

per numero di impresa iscritte al registro

delle imprese. Tuttavia, la particolare

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configurazione della nostra Regione, fa sì che

gran parte di queste imprese sia iscritta nel

territorio romano, talché, le province in cui si

articola il nostro territorio, risulterebbero

singolarmente non raggiungere i requisiti che

la legge prevede.

Questo comporta uno scenario in cui però

essere possibile il determinarsi di una

situazione paradossale, cioè che nel Lazio

resti in campo una sola Camera di

commercio, mentre invece, in altre Regioni

più piccole, con minore popolazione

produttiva, con minore popolazione

imprenditoriale, sarebbero articolate su più

realtà nei territori. Perché sono articolate su

più realtà nei territori? Perché la storica

vocazione delle Camere di commercio è

esattamente quella di essere punto di

riferimento per le imprese territoriali.

È evidente che in una Regione come la

nostra, che il tema del riequilibrio e il tema

del policentrismo dello sviluppo lo ha

sempre, storicamente, avuto, un esito

monocentrico sarebbe in contraddizione con

tutta una storia di impegni, anche di questa

istituzione.

È per questo che con questa mozione,

firmata dai colleghi di tutti i Gruppi

consiliari, noi vorremmo impegnare il

Presidente e la Giunta regionale affinché

nelle fasi attuative (anzi, già nelle fasi di

definizione del decreto, e successivamente,

nelle fasi attuative) la Regione Lazio agisca e

sia presente al fine di contenere i rischi di

depotenziamento delle Camere di commercio

che sono state un nostro storico partner e di

desertificazione territoriale, consentendo cioè

che si possano realizzare, eventualmente,

delle aggregazioni tra Camere, che

mantengano il pluralismo territoriale. È per

questo che ho proposto insieme ad altri

colleghi questa mozione.

Il collega Sabatini mi ha formulato a voce

un’osservazione relativa a un periodo che

potrebbe ingenerare qualche equivoco, non

so se l’abbia formalizzata. Nel caso l’abbia

formalizzata, anticipo il mio parere

favorevole ad accoglierla e chiedo

comunque, anche sulla scorta del consenso

unanime tra i Gruppi che ho ricevuto, che il

Consiglio approvi questa mozione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il

consigliere Sabatini. Ne ha facoltà.

SABATINI (Ci). Grazie, Presidente.

Abbiamo inteso, in realtà, con quattro

proposte emendative, tutte attinenti la

medesima situazione, tentare di dare un

contributo, non tanto di semplificazione

quanto di chiarezza, in quanto a nostro avviso

l’inciso che veniva inserito nel campo dei

ritenuto poteva essere non solo fuorviante,

ma addirittura consentiva di leggere la norma

dando un significato esattamente opposto

rispetto a quello che si voleva dare.

Per quanto ci riguarda, le specificità del

territorio hanno rilevanza importante, ci

troviamo a proporre al Governo, ci troviamo

in una fase in cui il nostro Presidente può

esprimere certamente con maggiore forza

rispetto a quanto ha fatto fino a questo

momento una posizione autorevole di una

Regione importante di questo Paese, che

anche dal punto di vista economico

rappresenta un PIL riteniamo di tutto rispetto

in ordine al sistema Paese, quindi

probabilmente una chiarezza ulteriore che

possa andare a valorizzare le territorialità di

questa regione ci appariva del tutto utile ad

avere una discussione snella ma altrettanto

proficua da parte di questo Consiglio.

Votazione

PRESIDENTE. Pongo in votazione la

mozione, così come integrata dal consigliere

Sabatini, a cui il consigliere Fichera ha già

espresso il suo assenso. Chi è favorevole?

Chi è contrario? Chi si astiene?

(Il Consiglio approva all’unanimità)

La seduta è conclusa e verrà convocata a

domicilio. Grazie.

La seduta termina alle ore 16,01

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Responsabile Resocontazione

Dott. Stefano Mostarda