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ISTITUTO COMPRENSIVO CENTRO 3 DI BRESCIA V. Dei Mille n. 4b- Brescia- telefono 0303753253 fax 030 3757618 e-mail dd manzon@provincia .brescia.it sito web http://rsb.provincia.brescia.it/comprensivo2 PROGETTO ALLEGATO AL PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA Aggiornamento anno scolastico 2010/2011

PROGETTO ALLEGATO AL PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVArsb.provincia.brescia.it/comprensivo2/ospedale/ospedale_new.pdf · Il lavoro degli insegnanti, ... l’Ufficio Scolastico Provinciale

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ISTITUTO COMPRENSIVO CENTRO 3 DI BRESCIA V. Dei Mille n. 4b- Brescia- telefono 0303753253 fax 030 3757618

e-mail [email protected] sito web http://rsb.provincia.brescia.it/comprensivo2

PROGETTO ALLEGATO AL PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA

Aggiornamento anno scolastico 2010/2011

1. Premessa

La premessa generale ai programmi ministeriali per l’istruzione primaria (D.P.R. 12/2/1985) mette in relazione la scuola elementare con i principi affermati dalla Costituzione (art. 3 in particolare) e con le Dichiarazioni Internazionali dei Diritti dell’Uomo e del fanciullo (1959) alle quali fa riferimento anche la Carta dei Diritti del Fanciullo al Gioco e al lavoro (1967) (artt. 1, 2, 6) documento fondamentale per capire la peculiarità della scuola ospedaliera: “Art. 6: I fanciulli ammalati devono godere di ogni assistenza scolastica… avente soprattutto carattere ludico e lavorativo in relazione e nella misura consentita dalla loro infermità…” Al 13 maggio 1986 risale la Risoluzione che ha adottato la Carta Europea dei diritti dei bambini degenti in ospedale. Tuttavia la scuola istituita in ambito ospedaliero non ha mai avuto, se non in tempi recenti, una sua specifica collocazione all’interno della legislazione scolastica. Infatti, solo con la circolare n. 345/1986 prima, ma soprattutto con il D.M. n. 331 del 24/7/1998, la C.M. n. 353 del 7/8/1998, il Protocollo d’Intesa tra Ministero della Pubblica Istruzione, Ministero della solidarietà sociale e Ministero della Sanità del 27/9/2000, il Protocollo d’intesa tra Ministero della Pubblica Istruzione, Ministero dei Beni e delle attività culturali e Ministero della Sanità del 23/2/2001, la C.M. n.43 prot. n. 283 del 26/2/2001, la C.M. n. 149 prot. n. 40 del 10/10/2001, la C.M. n.84 prot. n. 1186 del 22/7/2002, la C.M. n. 56 prot. n. 591 del 4/7/2003, la C.M. n. 696 del 25/8/2003, il Protocollo d’Intesa tra Miur e Ministero della salute del 24/10/2003, la C.M. n. 3295 del 10/9/2004, la C.M. n. 1799 del 28/4/2005, poi, ha avuto una precisa configurazione sia per quanto riguarda la valenza dell’iniziativa, la sua organizzazione aperta ora alle frontiere dell’informatica e della telematica anche in vista del potenziamento dell’istruzione domiciliare, regolata da apposita circolare emessa annualmente. Inoltre le C.M. n. 108 /2007 e n. 87/2008 esplicitano in modo chiaro la funzione del docente nelle strutture ospedaliere e nel servizio domiciliare oltre che ribadire la finalità dell’ intervento scolastico in ospedale e garantire il diritto allo studio e alla formazione della persona. L’istituzione scolastica operante nell’ambito dei presidi ospedalieri ha spazi limitati di autonomia in quanto l’attività è condiziona dalle strutture, dalla vita di reparto nonché dallo stato di salute del bambino degente. Si tratta, quindi, per il personale scolastico, di realizzare una presenza ed una convivenza all’interno della struttura ospedaliera, non sempre facili poiché la scuola rischia spesso di trovarsi relegata in un ruolo di difficile mediazione che per lo più si esplica in interventi episodici e frammentari. Per questo è importante definire un quadro operativo preciso che sia trasparente anche per la struttura sanitaria. Il bambino ospedalizzato, per il suo stato particolare, può configurarsi come portatore temporaneo di handicap psicofisico. Per consentirgli di gettare un ponte tra l’esperienza passata e quella presente, per quanto dolorosa e sorgente di notevole preoccupazione, è necessario che venga a contatto con docenti che abbiano la chiara

consapevolezza di lavorare nell’ambito di un’équipe multidisciplinare che attua una alleanza terapeutica (medico, infermiere, psicologo, assistente sociale, insegnante). Il lavoro degli insegnanti, quindi, può contribuire con le specifiche competenze, a realizzare il “progetto di guarigione” che è l’obiettivo qualificante di tutti gli operatori del reparto. 2. Un po’ di storia Nell’anno 1978 su richiesta del primario della Chirurgia pediatrica Prof. Guido Caccia, viene istituita presso l’Ospedale dei Bambini “Umberto I”, V. Vittorio Emanuele II, n. 50, ospedale non di lungo degenza, la scuola elementare, la quale sino all’anno 1990/1991 svolgerà alle dipendenze della direzione didattica del 4° Circolo di Brescia, il servizio scolastico nella fascia antimeridiana 8.30-12.30 nei reparti della chirurgia pediatrica e dell’ortopedia pediatrica. Nell’anno 1990, su interessamento del Prof. Caccia, l’Ispettore scolastico centrale Dott. Mantovani fa approvare ed autorizzare dal Ministero P.I. il progetto di sperimentazione che prevede l’estensione del servizio scolastico in ospedale per 44 ore settimanali. Dall’anno 1990/1991 la scuola elementare ospedaliera “Umberto I” passa alle dipendenze della direzione didattica del 7° circolo che dovrebbe dare attuazione al progetto di sperimentazione triennale, progetto che non avrà mai corso per la mancata assegnazione delle unità di personale richiesto. Per rimediare a questa particolare situazione, la direzione didattica del 7° circolo, ottiene dal Provveditorato agli Studi, la possibilità di applicare alla scuola ospedaliera, pur in assenza di normativa specifica, la riforma prevista per la scuola elementare in base alla quale è possibile utilizzare più docenti per classe (tre ogni due-tre classi ,il cosiddetto modulo). Si rende, così, possibile estendere il servizio scolastico per la fascia antimeridiana e pomeridiana dal Lu al Ve (8.30-12.30, 14.30-16.30) considerando il funzionamento di tre pluriclassi con l’assegnazione di quattro docenti. Un’altra scuola materna ed un’altra scuola elementare ospedaliere erano nel frattempo state istituite negli anni ottanta presso la Clinica pediatrica non di lungo degenza “Nava Contrini” funzionante all’interno degli Spedali civili di Brescia. Tali scuole facevano capo all’8° circolo didattico. Nell’anno 1999/2000, in seguito alla chiusura definitiva, dello storico Ospedale dei Bambini “Umberto I” ed in seguito al trasferimento dei reparti pediatrici presso la Clinica pediatrica costituitasi in un’ala degli Spedali civili di Brescia, venivano unificate, sotto la direzione didattica del 7° Circolo, le due realtà scolastiche. Dall’anno 2000/2001 veniva proposta all’Azienda Ospedaliera ed agli enti locali interessati, la stipula di una nuova convenzione, sulla scorta della normativa più recente in materia di funzionamento delle scuole in ospedale. In base al protocollo d’intesa, l’Ufficio Scolastico Provinciale di Brescia ha attivato la Scuola Secondaria di 1° grado dall’anno 2000, assegnando il relativo organico alla dirigenza della Scuola Media “Foscolo-Virgilio-Villaggio Prealpino”, e la Scuola Secondaria di 2° grado dall’anno 2005.

Dall’anno scolastico 2003/2004 cinque docenti di Scuola dell’Infanzia, cinque di Scuola Primaria, sei della Scuola Secondaria di primo grado fanno capo interamente al 2° Istituto Comprensivo di Brescia, denominato dal 2010/2011 Istituto comprensivo Centro 3, mentre quattro docenti di Scuola Secondaria di secondo grado fanno capo alla Dirigenza dell’Istituto ITIS “B. Castelli”. E’ ovvio che il servizio scolastico in ospedale deve costituire un tutt’uno pienamente integrato pur nella specificità dei diversi gradi scolastici. La programmazione degli interventi metodologici didattici costituisce, quindi, un momento essenziale volto a qualificare il servizio scolastico nel suo complesso. 3. Il presidio Ospedale dei Bambini La scuola statale opera in cinque reparti del Presidio “Ospedale dei Bambini” funzionante presso gli “Spedali civili” di Brescia con altri quattro servizi terapeutico-ambulatoriali distinti che funzionano in regime di day-hospital. I reparti sono collocati in padiglioni e piani diversi all’interno dell’edificio ospedaliero; solo i reparti di pediatria ed oncoematologia pediatrica sono attigui. Tale distribuzione non consente un impiego razionale dei docenti in servizio nelle varie fasce orarie, ma crea anche problemi per quanto riguarda l’utilizzo del materiale di facile consumo e dei sussidi didattici che devono essere trasportati da un luogo all’altro, con dispendio di tempo. I reparti hanno un numero variabile di posti letto e di degenza per cure in regime di day hospital e si occupano delle seguenti patologie:

ONCOEMATOLOGIA PEDIATRICA ( sezione est) : patologie emato-oncologiche - 8 posti letto e 6 posti di trapianto di midollo osseo - 8 posti di day hospital terapeutico I bambini/ragazzi presentano patologie che richiedono ricoveri lunghi e ricorrenti. Sono in condizione di isolamento e obbligati a letto; generalmente è presente un familiare. L’intervento dei docenti è individualizzato, avviene compatibilmente con le terapie e in relazione allo stato psico-fisico del paziente. Il centro di degenze protette, riservato ai bambini/ragazzi destinati al trapianto di midollo osseo oppure in isolamento, esige lo scambio visivo e verbale attraverso monitor e citofono. Una parte dei bambini che afferiscono al reparto in regime di day-hospital, sono accolti in spazi appositamente dedicati e attrezzati, che risultano spesso molto affollati. I lunghi periodi di degenza degli alunni/pazienti esigono rapporti frequenti con la scuola di provenienza e l’attivazione dell’istruzione domiciliare.

PEDIATRIA ( sezione ovest) : patologie diversificate (medicina generale) - 18 posti letto - 6 posti di day hospital diagnostico

Per ridurre al minimo il passaggio di infezioni da paziente a paziente, i bambini/ragazzi sono invitati a rimanere nella propria stanza. Gli insegnanti, pertanto, svolgono le attività nelle singole stanze, creando interazioni fra più bambini/ragazzi quando l’età e le conoscenze lo consentono; diversamente il rapporto è individualizzato. Poiché i sussidi usati vanno adeguatamente disinfettati, si è costretti a ricorrere frequentemente a materiali monouso.

NEUROPSICHIATRIA DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA: trauma cranico, epilessia, psicosi dell’infanzia e anoressia dell’adolescenza - 16 posti letto - 5 posti di day hospital diagnostico Il reparto è dislocato su due piani: al primo piano c’è uno specifico day-hospital per i pazienti con epilessia e altre patologie; al secondo piano vi sono le stanze di degenza per i pazienti i cui ricoveri variano da pochi giorni a vari mesi, per patologie di natura organica o psichica che implicano per i bambini/ragazzi regressioni anche gravi. Una parte dei degenti rientra per controlli e variazioni della terapia. In reparto è presente un’educatrice e, a rotazione, tirocinanti di Scienze dell’Educazione e della Formazione Primaria. La scuola può utilizzare uno spazio arredato con tavoli di dimensioni diverse in cui sono stati organizzati angoli per i ragazzi dei vari ordini scolastici. È possibile proporre attività in piccolo gruppo. Rispetto alle esigenze, detto spazio risulta esiguo.

CHIRURGIA PEDIATRICA: chirurgia generale e terapia intensiva - 22 posti letto - 4 posti per terapia sub-intensiva - 6 posti letto di day hospital Lo spazio denominato “scuola-gioco” si trova in fondo alla corsia di degenza, è arredato con armadi colorati per la custodia del materiale didattico e ludico, con tavolini di misura diversa, con divanetti e televisore. E’ uno spazio aperto e polifunzionale, accessibile a tutti in ogni ora della giornata; qui si svolgono le attività scolastiche di gruppo con i bambini/ragazzi ricoverati che possono deambulare. A questo stesso spazio possono accedere i pazienti in day-hospital e quelli in attesa di ricovero, se lo desiderano; diversamente, stazionano nella zona d’ingresso del reparto.

ORTOPEDIA , TRAUMATOLOGIA PEDIATRICA E OTORINOLARINGOIATRIA PEDIATRICA

- 20 posti letto - 2 day hospital ambulatoriale

Lo spazio per la scuola è collocato in un piccolissima area di passaggio in fondo al corridoio, senza finestre. La zona è fornita di armadietti, di un tavolino e sedie adatti a bambini di scuola dell’infanzia. L’intervento degli insegnanti avviene principalmente presso i letti nelle stanze di degenza. Oltre alla scuola statale sono presenti associazioni di volontariato che garantiscono particolari e diversificate forme di assistenza ai degenti e ai familiari. La presenza di tale personale è assidua e numericamente rilevante, soprattutto per il reparto di oncoematologia (sezione est). Settimanalmente intervengono i clown, per l’intrattenimento dei degenti. 4. Bambini e ragazzi in ospedale Gli utenti della scuola ospedaliera sono bambini e ragazzi con un’età che va dai 3 ai 16 anni, provenienti in gran parte dal Comune capoluogo e dalla provincia di Brescia. Ma date le specializzazioni presenti, sono sempre più frequenti i bambini ed i ragazzi provenienti da tutte le province d’Italia ed anche dall’estero. Sempre maggiore è la presenza di alunni stranieri giunti in Italia per ricongiungimento familiare i quali necessitano, frequentemente, di interventi di alfabetizzazione individualizzati. I gruppi di allievi che si formano, sono perciò eterogenei per età, interessi, zona di provenienza, condizioni psicologiche e di salute ed i docenti sono tenuti ad occuparsi di tutti i bambini e ragazzi degenti. La presenza di tante variabili impone, quindi, interventi diversificati, personalizzati e mirati; richiede elasticità sul piano del rapporto educativo ed identificazione di obiettivi didattici a breve o medio termine, legati sempre e comunque allo stato di salute del bambino/ragazzo. Per lo più si ricorre alla pratica della didattica breve. Il tipo di approccio al bambino e/o al ragazzo ricoverato dipendono da alcuni fattori: a) età; b) patologia e durata del ricovero; c) disponibilità della famiglia; a) età (da 3 a 16 anni) Fino a 5 anni: il rapporto del bambino con il genitore di riferimento è molto più stretto. Pertanto l’insegnante deve proporsi in modo molto discreto per ottenere la partecipazione del bambino alle attività. Dai 6 ai 12 anni: mediamente i rapporti con i bambini/ragazzi di questa età sono i più facili, tendenzialmente caratterizzati da una schiettezza e da una sincerità proprie della loro età e da una buona motivazione al lavoro e al gioco. Questa disponibilità facilita il compito dell’insegnante sia nel coinvolgimento operativo che in quello di sostegno psicologico in riferimento alla patologia. L’età dell’adolescenza: questa età orienta il ragazzo che vive una realtà di ospedalizzazione, verso rapporti più riservati; egli tende a vivere la sofferenza in solitudine e privilegia i rapporti individuali piuttosto che quelli di gruppo.

L’approccio con l’adolescente è, quindi, più difficile e sta all’insegnante trovare i giusti canali di comunicazione. b) patologia e durata del ricovero Un ricovero ospedaliero è sempre un evento traumatizzante per un bambino/ragazzo (anche se vissuto insieme ad un genitore). Infatti essere malato e trovarsi in un ambiente di sofferenza condiziona molto la sua disponibilità verso gli altri. Differenze sostanziali nel modo di relazionarsi all’ambiente circostante si riscontrano tra i bambini/ragazzi per i quali l’ospedalizzazione è un fatto episodico e bambini/ragazzi che sono costretti a vivere una lunga malattia. Per i primi, l’esperienza del ricovero è vissuta come una parentesi che non inciderà più di tanto sulla loro vita di relazione; anche in ospedale non perdono la loro vivacità e la ricettività agli stimoli proposti. Quando la malattia è lunga o cronica la fase di accettazione di questa nuova realtà è più lenta; l’approccio richiede particolare attenzione alla condizione psicologica del paziente e capacità di adattamento alle sue esigenze anche di carattere pratico. c) disponibilità della famiglia Affinché il bambino/ragazzo abbia la capacità di affrontare in tutte le sue componenti l’esperienza della malattia, è necessario che i genitori riescano ad elaborare questa situazione. E’, quindi, fondamentale instaurare con i genitori un rapporto basato sulla fiducia reciproca, improntato al rispetto ed alla correttezza, favorire un loro più consapevole coinvolgimento affinché incoraggino a loro volta la partecipazione del bambino ai momenti di attività. Il bambino/ragazzo in ospedale si ritrova a vivere, suo malgrado, cambiamenti improvvisi. I ritmi di vita vengono condizionati dalla routine dell’ospedale e dalle limitazioni imposte dalla malattia . Il bambino/ragazzo ospedalizzato deve, in relazione alla sua malattia, affrontare: - l’immobilità forzata - il dolore - una serie di divieti - il fantasma della propria malattia - il distacco dal proprio ambiente - nuove relazioni L’ incontro con la malattia rappresenta un evento particolare che investe tutta la persona con una incidenza significativa con la sfera emotiva e relazionale. E’ possibile che nel bambino/ragazzo si sviluppino meccanismi di difesa quali: - dipendenza - passività - regressione - insicurezza - aggressività - auto svalutazione

Il bambino/ragazzo ospedalizzato ha, quindi, bisogno di aiuti, di stimoli, per dominare il disagio della malattia e ritrovare il desiderio, la voglia di imparare, di fare progetti personali e di mantenere contatti con l’ambiente di appartenenza. 5.1 La scuola in Ospedale La specificità della scuola in ospedale è data dalla necessità di integrare la componente didattica con le esigenze della componente terapeutica; la scuola deve, quindi, gestire la complessità dovuta a: - discontinuità dei gruppi - variabile tempo (brevissimi, brevi, lunghi) - spazio didattico non strutturato - verticalizzazione - progettualità che coinvolge: insegnanti - bambino/ragazzo - personale sanitario - genitori - educatori - volontari. La scuola ospedaliera nei suoi vari ordini si deve far carico di garantire: -accoglienza: spazio reso accogliente, attività educative e ricreative di durata breve, mutevoli e adeguate all’età, il gioco come strumento primario di approccio relazionale, attività che aiutino i soggetti a scaricare tensioni e paure; -continuità del processo formativo: non interrompere i vissuti scolastici per assicurare un naturale reinserimento; -costruire percorsi/esperienze che abbiano carattere di “progetto”: dove il bambino/ragazzo possa assumere un ruolo attivo in relazione alle sue condizioni, che abbiano carattere di spendibilità e trasversalità, che superino la sensazione di frammentarietà e casualità; -rispondere ai bisogni formativi individuali: recuperi disciplinari specifici, approfondimenti, valorizzazione delle attitudini. Gli insegnanti dei vari ordini di scuola condividono le finalità sotto elencate che si ritengono alla base di tutti le attività comuni organizzate nei vari reparti pediatrici: - stimolare la conoscenza di sé e delle proprie risorse - riconoscere, esprimere, valorizzare le emozioni - utilizzare conoscenze e competenze per agire in contesti diversi - scoprire e valorizzare, attraverso i vari linguaggi, attitudini e passioni - arricchire le conoscenze relative ai linguaggi mediante esperienze che abbiano carattere di trasversalità. 5.2 L’accoglienza In seguito all’ospedalizzazione i bambini/ragazzi si trovano quasi sempre all’improvviso ad essere allontanati dal proprio ambiente (famiglia, scuola, amicizie) per trovarsi immersi in un ambiente “diverso”, tra persone estranee in cui è presente disagio psicologico e dolore fisico. L’insegnante ha il compito non facile, di accompagnare il primo impatto, infondendo fiducia, tranquillizzando, rendendo l’atmosfera serena, evitando che i pazienti/scolari trascorrano troppe ore passive nei loro letti.

Soprattutto ha il compito di dar senso a quello che può essere definito come “un incidente di percorso”, traducendolo in un’occasione di apprendimento, al fine di ridurre la vulnerabilità del sé, la quale varia a seconda della possibilità che il singolo ha di elaborare la sofferenza. Gli insegnanti dei vari ordini di scuola, hanno individuato, per l’età di loro competenza, alcune indicazioni utili per favorire il percorso di accoglienza dei bambini /ragazzi nei vari reparti. Per la scuola dell’infanzia: 1- Prima osservazione finalizzata a conoscere e comprendere l’atteggiamento del bambino verso il nuovo ambiente: disponibilità, ritrosia, diffidenza, paura, smarrimento, inconsapevolezza… 2- Nella prima fase di accoglienza vengono fornite le necessarie informazioni relative alla presenza della scuola, degli insegnanti e delle opportunità per i piccoli pazienti di svolgere all’interno del reparto attività ludiche ,didattiche… 3- Valutazione della disponibilità del genitore nei confronti dell’insegnante (atteggiamento di apertura, di cauto avvicinamento o di rifiuto). 4- Osservazione attenta del rapporto genitore/bambino volta a stabilire l’adeguata relazione insegnante/bambino e a delineare il tipo di intervento idoneo alle necessità individuali. 5- L’osservazione del piccolo paziente e degli eventuali giocattoli o oggetti personali con i quali entra in ospedale possono essere iniziale approccio relazionale e strumento di lettura per l’insegnante che a questo punto formalizzerà le proposte operative. 6- Offerta di proposte e attività individualizzate accompagnate da materiali adeguati alle stesse (materiale ludico, grafico, libri…..), sia nella sala gioco, sia nelle stanze di degenza. Per la scuola primaria: 1- Favorire il dialogo con il bambino/ragazzo e i familiari per raccogliere informazioni e creare un clima relazionale positivo. 2- Informare della presenza degli insegnanti in reparto e della possibilità di effettuare attività scolastiche anche attraverso percorsi ludici. 3- Informarsi circa i tempi di degenza previsti al fine di attivare strategie che favoriscano la continuità educativo-didattica. 4- Ridurre il disagio e l’isolamento favorendo la conoscenza dell’ambiente ospedaliero. 5- Coinvolgere i bambini/ragazzi in attività di laboratorio finalizzate alla realizzazione dei progetti in atto. Per la scuola secondaria di 1° grado 1- Conoscenza: a) rispondere ai bisogni attraverso un colloquio con ragazzo/a e famiglia; b) dare informazioni sulla scuola in ospedale; c) dare riferimenti normativi sul diritto allo studio del bambini/ragazzo malato. 2- Rassicurare rispetto al percorso scolastico, il ragazzo e la famiglia facendosi carico di tutte le problematiche legate al diritto allo studio. 3- Attivare per i lungodegenti i contatti con la scuola di provenienza .

4- Fornire stimoli per dominare il disagio della malattia e riattivare il desiderio di apprendere/fare. Particolare attenzione sarà riservata ai ragazzi/e che iniziano un nuovo ordine di scuola. Nei vari reparti pediatrici si riscontra la presenza, sempre maggiore, di bambini e ragazzi stranieri senza alcuna o scarsa conoscenza della lingua italiana. Per questo motivo si è reso necessario attivare un percorso oltre che di accoglienza, anche di alfabetizzazione, al fine di: - ridurre il disagio iniziale attraverso un colloquio con l’insegnante di lingue straniere oppure attivando un mediatore culturale per dare e ricevere le informazioni di base; - favorire l’inserimento socio-ambientale; - offrire l’opportunità di acquisire e/o potenziare una dimensione comunicativa di base (per la scuola primaria); -offrire l’opportunità di acquisire e/o potenziare una dimensione comunicativa maggiormente strutturata per la scuola secondaria di 1° grado (attività gestita dai docenti di Lettere e di lingua straniera); - sviluppare le competenze orali e scritte mediante il coinvolgimento di tutte le discipline che si fanno carico di esplicitare strumenti, materiali, azioni (scuola secondaria di 1° grado). 6. Il Personale docente L’attività didattica si svolge in cinque giorni della settimana, dal lunedì al venerdì con un orario concordato con la Direzione sanitaria, che si articola in fasce antimeridiane e pomeridiane rispettando i tempi ed i ritmi di cura dei vari reparti. Le insegnanti della scuola dell’infanzia e della scuola primaria sono assegnate ai reparti annualmente, mentre gli insegnanti della scuola secondaria di 1° grado, si alternano in tutti i reparti curando prevalentemente quelli in cui sono presenti, in maggior numero, i ragazzi adolescenti. Nella definizione del monte ore si ha particolare attenzione per i reparti che ospitano ragazzi lungodegenti, ricoveri ricorrenti o con un protocollo di cura che ostacola la normale partecipazione alla vita scolastica e sociale. La necessità di articolare l’intervento didattico in modo adeguato alle particolari esigenze di tipo strutturale, organizzativo e terapeutico costituisce un vincolo ed una sfida alla ricerca di una didattica nuova. L’insegnante in ospedale deve far proprie le istanze della “nuova scuola” che richiede: 1. flessibilità dell’insegnamento 2. gruppi apert; 3.verticalizzazione 4.percorsi formativi individualizzat; 5. ottimizzazione del tempo 6. ottimizzazione delle strategie didattiche.

La professione docente assume, quindi, caratteristiche innovative ossia richiede all’insegnante il ruolo di mediatore culturale che orienta e offre strumenti per integrare il quadro delle conoscenze e competenze. La consapevolezza di operare in una realtà di assoluta variabilità deve portare l’insegnante a valorizzare il lavoro sul frammento garantendo motivazione e senso all’attività nel suo insieme. L’intervento educativo e didattico deve, quindi, muoversi in una cornice progettuale di ampio respiro, ma altresì deve risolversi in unità di lavoro brevi e significative. Inoltre la consapevolezza di confrontarsi con bambini /ragazzi che vivono il disagio della malattia deve portare l’insegnante ad assumere un comportamento rispettoso della condizione emotiva e relazionale degli allievi. Le strategie e gli stili d’insegnamento devono essere, dunque, calibrati sulle esigenze e sulle condizioni reali di ciascun allievo. L’insegnante quindi, dovrà essere :

1. discreto e propositivo sul versante educativo 2. gestore dei processi di apprendimento 3. esperto di improvvisazione “apparente” (bensì programmata) 4. attento al vissuto affettivo-emotivo 5. capace di ascolto.

7. Il progetto in verticale Le ragioni di un progetto verticalizzato nascono dalla riflessione che l’erogazione del servizio scolastico, per diventare significativo ed efficace, deve fondarsi sulla continuità educativo e didattica del gruppo docente. L’insegnante di qualsiasi ordine di scuola, ha la consapevolezza di farsi carico del bambino/ragazzo degente a prescindere dalla fascia d’età, ma, ha anche la consapevolezza che i bisogni sono diversificati e che le proprie competenze ed esperienze hanno un confine. Per rispondere alle diverse necessità occorre, quindi, che gli insegnanti mettano in opera un lavoro cooperativo, pensato ed organizzato in modo tale da evitare improvvisazioni che generano banalità e quindi che demotivano gli allievi. Pensare ad un progetto significa finalizzare l’attività didattica e dare senso alle esperienze. Del resto, dovendo i docenti dei vari ordini di scuola ospedaliera operare utilizzando gli stessi spazi, è necessario esplicitare al massimo un alto grado di cooperazione poiché la separazione, oltre a non essere produttiva, sarebbe sicuramente poco educativa e formativa.

ANALISI ORGANIZZATIVA DEI VARI REPARTI REPARTO di CHIRURGIA PEDIATRICA RUOLO PREVALENTE DELLA SCUOLA CON GLI ADOLESCENTI

Rinforzo temporaneo della normale attività didattica momentaneamente sospesa PARAMETRI

TRATTI CARATTERISTICI

LA PECULIARITA' DELLA DIDATTICA

LA PECULIARITA' DELLA RELAZIONE

LA PECULIARITA' DELL'ORGANIZZAZIONE

DURATA MEDIA 1 Settimana 1. Evitare percorsi didattici troppo lunghi.

2. Pensare a percorsi progettuali come insieme di microunità temporalmente definite

POSSIBILITA' DI MOVIMENTO

In genere i degenti si possono muovere

E' possibile organizzare lavori in piccoli gruppi

RAPPORTO CON L'ESTERNO

1. Il mondo esterno è molto presente. I bambini ed i ragazzi hanno i loro libri, i loro quaderni, i loro giochi.

2. Le categorie temporali del presente e del futuro rimangono distinte. Il dopo la malattia è vissuto come vicino.

1. Bisogna partire dalle loro cose, dalla loro esperienza scolastica e costruire la continuità.

2. In alcune discipline anche i compiti assumono importanza

RUOLO DELLA FAMIGLIA

La famiglia è presente ma accetta di staccarsi,spesso su richiesta dell’insegnante

Ciò consente di organizzare il momento della scuola senza interferenze affettive che spesso non aiutano la motivazione.

ATMOSFERA DEL REPARTO

La scuola è percepita come importante per il decorso della malattia.

Il riconoscimento dell'importanza della scuola è motivo di senso dell'agire didattico.

SPAZIO C'è uno spazio ampio ma, polifunzionale (sala giochi, sala attesa, scuola )

MATERIALI UTILI Buona dotazione di materiale ludico e didattico;una discreta biblioteca con espositori mobili e fissi.

3 Computer 1 stampante 1 lettore CD e MC

In un primo momento prevale la relazione affettivo-emotiva a cui fa seguitola relazione di gioco, insegnamento-apprendimento in rapporto di piccolo gruppo o individuale

Prevale la relazione di apprendimento (docente-studente) sulla relazione affettivo-emotiva

Gli insegnanti interagiscono, integrano e mettono a disposizione le relative competenze per offrire proposte ludiche – didattiche – curricolari numerose e varie. Nello spazio scuola confluiscono frequentemente in regime di day hospital numerosi bambini/ragazzi di età diverse ai quali bisogna offrire interventi individualizzati o garantire l’integrazione con piccoli gruppi già costituiti. 1. E' necessaria la presenza di

più competenze 2. Scuola più riconoscibile

REPARTO di PEDIATRIA (sezione ovest) RUOLO PREVALENTE DELLA SCUOLA

1. Continuità con la vita prima della malattia 2. Sollecitazione cognitiva per diversificare il pensiero

PARAMETRI

TRATTI CARATTERISTICI

LA PECULIARITA' DELLA DIDATTICA

LA PECULIARITA' DELLA RELAZIONE

LA PECULIARITA' DELL'ORGANIZZAZIONE

DURATA 1. Lungodegenza 2. Ricovero

ricorrente(non prevede rapporti con l'esterno)

3. Day Hospital 4. Intervento

domiciliare POSSIBILITA' DI MOVIMENTO

Scarsa possibilità di movimento, in alcuni casi nulla

RAPPORTO CON L'ESTERNO

1. E' spesso assente. 2. E' difficile

immaginare il dopo 3. Il tempo presente

prevale RUOLO DELLA FAMIGLIA

La famiglia è molto presente e tutta concentrata sulla malattia, fatica ad accettare che venga proposta un'attività ai loro figli. E’ in relazione alla fase della malattia.

AMBIENTE 1.Stanze con la presenza di bambini anche molto piccoli. 2. Prevale il tempo della terapia che raramente è flessibile.

MATERIALI UTILI Materiale sterile di facile consumo, vario materiale strutturato, aggiornato e funzionale, strumenti multimediali, collegamento internet

SPAZIO E’ presente uno spazio idoneo day hospital. I degenti restano nelle proprie stanze

1.E' caratterizzata dalla frammentarietà dell'intervento 2. Prevale l'individualità del caso.

1. Prevale la relazione affettivo-emotiva che si instaura sempre prima di una relazione di apprendimento

La peculiarità dei casi, il ruolo della scuola richiede la necessità di una presenza costante e quantitativamente significativa.

LUNGODEGENTI/RICOVERI RICORRENTI RUOLO PREVALENTE DELLA SCUOLA

Sollecitazione cognitiva per ancorarli alla vita e per mantenere vivo il senso del domani CARATTERISTICA DEL RAPPORTO

ELEMENTI IMPORTANTI NELLA COSTRUZIONE DEL RAPPORTO

MEZZI, STRUMENTI E METODOLOGIE

RISORSE UMANE PRESENTI

E' un rapporto individualizzato - si tratta di pazienti allettati - non sempre è consentito l’accesso alle stanze

1. E' importante un approccio

globale al fine di ricercare la molla che faccia scattare la motivazione.

2. Ricercare la complicità della famiglia

1. Ricercare strumenti e

mezzi didattici i più vari. 2. Strumenti informatici per i

collegamenti a distanza . 3. Abbandonare il

disciplinarismo.

Personale paramedico 2 Psicologhe 1 Psicomotricista Associazioni di volontari

Ricovero ricorrente che non prevede la possibilità di rientro a scuola PARAMETRI TRATTI

CARATTERISTICI LA PECULIARITA' DELLA DIDATTICA

LA PECULIARITA' DELLA RELAZIONE

LA PECULIARITA' DELL'ORGANIZZAZIONE

DURATA Giornaliera/durata della terapia

POSSIBILITA' DI MOVIMENTO

In rapporto al caso singolo

RAPPORTO CON L'ESTERNO

C’è un contatto con la scuola tramite l’ istruzione domiciliare attivata dall’ istituto scolastico di appartenenza in particolare per le aree disciplinari Lettere-Matematica -L2- L3. Le educazioni vengono solamente proposte in regime di DH.

RUOLO DELLA FAMIGLIA

La famiglia è molto presente e tutta concentrata sulla malattia, fatica ad accettare che venga proposta un'attività ai loro figli..

AMBIENTE 1.Stanze con la presenza di bambini anche molto piccoli.

SPAZIO E’ ad uso promiscuo

1.Dove è presente l’intervento della scuola di provenienza la didattica dei docenti ospedalieri ha una funzione di supporto e di continuità rispetto all’attività disciplinare svolta dagli insegnanti. Quindi si mantiene il contatto con l’esperienza precedente. 2. Dove non c’è un supporto da parte della scuola di provenienza, la ricorrenza del ricovero consente di elaborare un progetto standard che viene ripreso ad ogni ricovero. 3. L’approccio deve essere sempre manipolativo/operativo

1. Prevale la relazione affettivo-emotiva che si instaura sempre prima di una relazione di apprendimento

Si cerca la collaborazione continua con la famiglia ed altri soggetti.: equipe curante, associazioni di supporto, rete di volontari su territorio…

REPARTO DI ONCOEMATOLOGIA PEDIATRICA ( sezione est)

Ruolo prevalente della scuola Integrazione, approfondimento dei percorsi scolastici avviati, scoperta di nuove modalità di apprendimento. PARAMETRI TRATTI

CARATTERISTICI LA PECULIARITA' DELLA DIDATTICA

LA PECULIARITA' DELLA RELAZIONE

LA PECULIARITA' DELL'ORGANIZZAZIONE

DURATA MEDIA 1 settimana Percorsi didattici che partono dall’immediata esperienza predente.

POSSIBILITA' DI MOVIMENTO

I degenti devono rimanere nelle proprie stanze, per evitare il diffondersi di infezioni

Prevale l’ individualità del caso

RAPPORTO CON L'ESTERNO

Le categorie temporali del presente e del futuro rimangono distinte. Il dopo malattia è vissuto come molto vicino.

RUOLO DELLA FAMIGLIA

La famiglia è sempre presente.

ATMOSFERA DEL REPARTO

Situazione confusa. Prevale il senso di precarietà dovuto alla turnazione frequente delle degenze.

SPAZIO Le attività scolastiche vengono svolte prevalentemente ai letti.

MATERIALI UTILI Materiale di facile consumo, giochi strutturati e facilmente disinfettabili. Biblioteca per i docenti

PC e software solo in rari casi.

E’ centrata prevalentemente sulla relazione a due. Il gioco è fondamentale come elemento per l’ instaurarsi della relazione, considerando la presenza di molti bambini in età prescolare.

Prevale la relazione di apprendimento (docente-studente) sulla relazione affettivo-emotiva Progettualità legata alla situazione del momento.

Le insegnanti di scuola dell’ infanzia e primaria interagiscono, integrano e mettono a disposizione le relative competenze per offrire proposte numerose e varie. E’ necessaria la presenza di più competenze con meno ore per rendere la scuola più riconoscibile, specie in situazioni di lungodegenza.

REPARTO DI NEUROPSICHIATRIA PEDIATRICA

RUOLO PREVALENTE DELLA SCUOLA

Recuperare nei /nelle ragazzi/e degenti la dimensione della progettualità della propria vita.

Recupero motivazionale PARAMETRI

TRATTI CARATTERISTICI

LA PECULIARITA' DELLA DIDATTICA

LA PECULIARITA' DELLA RELAZIONE

LA PECULIARITA' DELL'ORGANIZZAZIONE

DURATA MEDIA Lungodegenti e degenze medio-brevi.

Non è importante il recupero disciplinare, ma è importante il progetto didattico che ha funzione terapeutica.

POSSIBILITA' DI MOVIMENTO

Si possono muovere E' possibile organizzare lavori in piccoli gruppi o individualmente.

RAPPORTO CON L'ESTERNO

Il mondo esterno è per loro elemento di problematicità. La scuola spesso non è un vissuto felice

Funzionale al progetto

RUOLO DELLA FAMIGLIA

A secondo delle situazioni la famiglia è presente oppure allontanata su parere dei medici. Talvolta sono presenti educatori.

ATMOSFERA DEL REPARTO

La scuola è percepita come importante per il recupero della salute.

Una didattica per progetti rigorosamente concordate con gli operatori del reparto. -Progetto condiviso - Coordinamento e organizzazione delle risorse in funzione del progetto

SPAZIO Di dimensioni ridotte rispetto alle necessità.

MATERIALI UTILI Materiale da manipolare, adatto per attività espressive, libri, strumentazione multimediale, collegamento internet.

Funzionali al progetto.

Prevale la relazione affettivo-emotiva che tuttavia non è mai facile da costruire, anzi, molto spesso problematica. Bisogna fare i conti con i rifiuti, le chiusure in se stessi. Il modo delle relazioni fa parte della terapia. L’insegnante è caricato di responsabilità.

Non è sempre necessaria la presenza disciplinare ma deve comunque essere quantitativamente significativa in relazione al progetto e in relazione agli elementi portanti della costruzione del rapporto.

REPARTO DI ORTOPEDIA TRAUMATOLOGIA PEDIATRICA E OTORINOLARINGOIATRIA PEDIATRICA RUOLO PREVALENTE DELLA SCUOLA Integrazione, approfondimento dei percorsi scolastici avviati, scoperta di nuove modalità di apprendimento. PARAMETRI

TRATTI CARATTERISTICI

LA PECULIARITA' DELLA DIDATTICA

LA PECULIARITA' DELLA RELAZIONE

LA PECULIARITA' DELL'ORGANIZZAZIONE

DURATA MEDIA 1 settimana Percorsi didattici che partono dall’immediata esperienza predente.

POSSIBILITA' DI MOVIMENTO

Ridotta possibilità di movimento. L’insegnante interviene nelle stanze.

Talora è possibile realizzare lavori in piccoli gruppi eterogenei ( attività specifiche ludiche, di potenziamento, inerenti i progetti. Lavoro prevalentemente individuale per la scuola secondaria di 1°grado.

RAPPORTO CON L'ESTERNO

Alcuni bambini e ragazzi portono i loro giochi, soprattutto coloro che hanno avuto ricoveri precedenti. Anche quando non è presente con gli oggetti è presente nella mente; c’è la consapevolezza dell’immediato rientro.

E’ determinante nell’organizzazione dell’intervento didattico l’incidentalità del ricovero sia per la scuola primaria che secondaria di 1°grado. Esperienze di apprendimento finalizzate ad approfondimenti dei percorsi scolastici o diverse dal punto di vista delle strumentalità usate (PC…)

RUOLO DELLA FAMIGLIA

La famiglia è sempre presente.

ATMOSFERA DEL REPARTO

La scuola è riconosciuta e valorizzata. Il tempo è rigidamente scandito e la scuola si deve adeguare al tempo della terapia.

I ragazzi e le ragazze sono generalmente disponibili verso le attività proposte.

SPAZIO La scuola non dispone di uno spazio adatto per le attività.

MATERIALI UTILI Sono presenti materiali ludici e didattici; discreta biblioteca e carrello portalibri.

Materiale di facile consumo, PC portatili,lettore CD e MC ,software multimediali.

E’ centrata sulla relazione a due,ma per la scuola secondaria di 1° grado prevale la relazione di apprendimento (docente-studente) sulla relazione affettivo-emotiva

Gli insegnanti della scuola dell’ infanzia e primaria interagiscono, integrano e mettono a disposizione le reciproche competenze per offrire proposte le più numerose e varie. E' necessaria la presenza di più competenze con meno ore per una scuola più riconoscibile.

9. Verifica e valutazione I docenti della scuola ospedaliera concordano sulla definizione di alcuni indicatori utili per verificare e valutare la validità e l‘efficacia delle proposte educativo-didattiche offerte ai bambini e ai ragazzi ricoverati. Per la scuola dell’infanzia e primaria si effettuerà: a) una prima valutazione iniziale basata sull’accoglienza tramite il gioco e la conversazione tenendo conto del particolare status psicofisico del bambino ricoverato; b) una valutazione intermedia volta a verificare le condizioni del processo di apprendimento, le abilità e le capacità maturate nonché le difficoltà incontrate; c) i docenti della Scuola Primaria effettueranno una valutazione finale volta a rilevare gli esiti dell’intervento formativo sia per quanto riguarda la fruibilità della proposta educativo-didattica, sia per quanto riguarda il livello degli apprendimenti raggiunti, i cui dati verranno comunicati alla scuola di provenienza. Per la scuola secondaria di primo grado si effettuerà: a) un’osservazione dei comportamenti degli alunni b) una verifica sulle attività svolte per controllare l’efficacia delle proposte didattiche; c) una comunicazione finale dell’intervento operato, i cui dati verranno trasmessi alla scuola di provenienza ed ai genitori che ne faranno richiesta. La valutazione sarà tesa a verificare il livello di accettazione della proposta didattica da parte dell’allievo e sul versante cognitivo a verificare le conoscenze e le competenze acquisite in relazione ai contenuti e alle attività proposte. 10. Sviluppo delle nuove tecnologie Il MIUR con il progetto Hospital School Hume HSH@NETWORK ha introdotto l’utilizzo delle nuove tecnologie informatiche e telematiche per consentire di creare dei ponti tra scuola in ospedale e scuole di provenienza per gli allievi ricoverati per periodi lunghi nonché di potenziare il servizio di istruzione domiciliare. Ciò consente di realizzare pienamente il diritto allo studio di ogni bambino e ragazzo a prescindere da qualsiasi condizione nella quale il soggetto si venga a trovare. Le risorse tecnologicamente avanzate consentono non solo di fornire un supporto per seguire nel migliore dei modi il proprio percorso scolastico, ma anche di avere una motivazione in più per relazionare con i coetanei e con l’esterno. Si allegano:

1) Scheda individuale riguardante l’attività svolta presso la scuola ospedaliera dai bambini e ragazzi lungodegenti;

2) Scheda per l’attivazione di continuità fra la scuola ospedaliera e la scuola di provenienza;

3) Elenco ragionato delle Associazioni presenti in Ospedale 4) Bibliografia ragionata.

ALLEGATO 1

Istituto Comprensivo Centro 3 Via dei Mille 4b 25124 Brescia telefono 0303753253 fax 030 3759618

e-mail [email protected] sito web http://rsb.provincia.brescia.it/comprensivo2

Scuola ______________________ Ospedale dei Bambini L’alunno (Cognome e nome)_____________________________________________________ Luogo e data di nascita _________________________________________________________

Scuola di provenienza _________________________________________________________

Indirizzo, telef e fax __________________________________________________________

ha frequentato la scuola ospedaliera per complessive ore …………..

Attività proposte _

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

Programma svolto

________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

________________________________________________________________________________

L’alunno ha frequentato con

_______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Brescia, _____________ L’insegnante di scuola ……………………

( dell’infanzia oppure primaria oppure secondaria di 1° grado)

Visto, Il dirigente scolastico

Allegato 2 Istituto Comprensivo Centro 3

Via dei Mille 4b 25124 Brescia telefono 0303753253 fax 030 3759618 e-mail [email protected]

sito web http://rsb.provincia.brescia.it/comprensivo2Scuola _____________________ Ospedale dei Bambini

Prot.n. Brescia

Al Dirigente ____________________

Oggetto. ATTIVAZIONE DI CONTINUITA’ TRA LA SCUOLA DI PROVENIENZA E LA

SCUOLA OSPEDALIERA

La dirigente scolastica del’ Istituto Comprensivo Centro 3 di Brescia, visti gli atti d’ufficio,

dichiara che l’alunno ______________________________________________________

è attualmente degente presso il Presidio “Ospedale dei bambini” di Brescia in uno dei reparti nei quali funziona la scuola ospedaliera.

In accordo con la famiglia , al fine di realizzare il diritto allo studio e di limitare al massimo la dispersione scolastica intervenendo in modo efficace nei confronti del suddetto alunno, è necessario raccogliere informazioni sul percorso educativo- didattico già effettuato.

La collaborazione è indispensabile per non interrompere il ritmo di crescita culturale dell’allievo,, evitare la demotivazione nei confronti della scuola e fare in modo che il reinserimento scolastico sia il più sereno possibile.

La scuola ospedaliera fornirà la documentazione dell’intervento effettuato ed i relativi giorni di frequenza.

Le informazioni sul percorso educativo –didattico e altro materiale che la scuola di iscrizione ritiene opportuno fornire, possono essere inviati alla direzione dell‘Istituto Comprensivo. Centro 3 di Brescia

Il Dirigente Scolastico

ALLEGATO 3

ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO PRESENTI IN OSPEDALE

Dalla carta dei servizi ospedaliera : ……. “ L’Ospedale assicura l’assistenza diretta ai piccoli con personale qualificato.

Tuttavia all’interno della struttura sono presenti associazioni di volontariato

che garantiscono particolari forme di assistenza ai degenti in conformità a specifici

accordi.”

Tra le associazioni di volontariato prese in considerazione ci sono le seguenti :

Associazione bambino emopatico L’ A.B.E. è sorta nel 1981 e promuove iniziative intese ad assicurare ad ogni soggetto il diritto ad un trattamento ottimale sotto vari aspetti e che permetta un inserimento nella vita “ normale ”. Promuove anche la formazione del personale medico e paramedico , la ricerca scientifica, la diffusione di informazioni a tutti coloro che,privati o enti pubblici, desiderano venire a conoscenza delle problematiche relative alle emopatie, attraverso l’organizzazione di congressi, l’assistenza psicologica e psicomotoria. Ha sede a Brescia presso la Clinica pediatrica. Associazione immunodeficienze primitive Dal 1991 l’associazione annovera in Italia le famiglie e i pazienti portatori di malattie d’origine genetica legate al sistema immunitario. Sostiene la ricerca, diffonde informazioni, garantisce un’assistenza ottimale ai pazienti ricoverati, assicura ai pazienti il riconoscimento dei loro diritti sul piano sanitario, scolastico e lavorativo. Ha sede a Brescia presso la Clinica Pediatrica. Associazione di volontariato nelle Unità( aziende) locali dei servizi sociali e sanitari a livello di territorio e di quartiere (AVULSS) E’ sorta nel 1999 a Brescia ed offre un servizio di sostegno scolastico alle famiglie di bambini e ragazzi che non possono frequentare regolarmente la scuola per problemi dovuti a malattie di lunga durata. I volontari, in base alle risorse disponibili, seguono i bambini a casa, presso la “Casa dei bambini”, in ospedale qualora sia necessario, in collaborazione con il personale scolastico istituzionale. Assicura anche un’attività ludico-espressiva pomeridiana se necessario nei periodi delle vacanze scolastiche. Integra attraverso un service dell’ Inner

Wheel il materiale e le attrezzature necessari all’attività ludico-didattica. Organizza corsi di formazione per i volontari. Non ha una sede legale , ma indirizzi di volontari referenti. Essere bambino L’associazione è sorta nel 1989 per far fronte alle più disparate esigenze del bambino malato e della sua famiglia. In seguito ha rivolto l’attenzione e i propri sforzi sull’assistenza ai bambini affetti da sindrome d’immunodeficenza acquisita in collaborazione con la Clinica Pediatrica. Conta su una rete di 60 volontari e di un’equipe medica e psico-sociale che aiutano i bambini e le loro famiglie ad affrontare e risolvere una serie di problemi: sanitari,sociali,di relazione. L’associazione ha aperto una casa alloggio dove può ospitare i familiari dei bambini con gravi malattie che necessitano di lunghi ricoveri. In collaborazione con la Domus Charitatis forma i volontari e in accordo con l’Ufficio scolastico provinciale ore (USR-UST XI di Brescia ) fornisce informazioni agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Ha sede a Brescia presso la Clinica Pediatrica. Casa di accoglienza “Casa dei bambini” Era attiva dal gennaio 1999 nella sede di V. Pietro da Cemmo; dal novembre 2002 ha trasferito la sede in via Maiera a Brescia, dove vengono ospitate famiglie provenienti da ogni parte d’Italia , ma soprattutto dal Sud e famiglie straniere immigrate dai paesi balcanici, ma anche dal Medio Oriente , dall’Asia e dall’Africa. Il tempo di permanenza delle famiglie varia da un minimo di tre giorni fino ad alcuni mesi. Ogni famiglia è ospitata in un alloggio esclusivo e può contare su una serie di servizi. Dalle ore 15 alle ore 18 sono presenti i volontari di diverse associazioni che garantiscono un supporto ai bambini e ai loro familiari. Nella sala giochi vengono organizzati spazi e momenti di gioco. La “Casa dei bambini”dispone di un cortile dove è possibile effettuare giochi all’aperto. I volontari offrono la loro collaborazione anche il sabato e la domenica.

Tali associazioni hanno contatti di collaborazione con la Scuola in ospedale. Sono presenti anche L’A.V.O. (Associazione volontari ospedalieri), la C.R.I. (Croce Rossa Italiana) , l’associazione per l’aiuto ai giovani diabetici, l’Associazione italiana celiachia e l’Associazione “Osteogenesi imperfetta”, l’Associazione che con il progetto Trampolino si occupa di bambini che hanno subito il trapianto di fegato ed organizza vacanze estive in struttura protetta.

ALLEGATO 4

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dimmi cosa c’è fuori, MONDADORI 2008

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BIRKENHBIHL V .- L’arte di intendersi .- FRANCO ANGELI MILANO,1995

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GIOCO

LOOS SIGRID, Novantanove giochi - EDIZIONI GRUPPO ABELE - TORINO VENERA, Il Gioco in Corsia, JUNIOR 2009

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malato cronico - Aspetti psicologici - RAFFAELLO CORTINA EDITORE - MILANO - 1989 SOURKES B. M., Il tempo tra le braccia - L’esperienza psicologica

del bambino affetto da tumore. - RAFFAELLO CORTINA EDITORE - 1999

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2001 MANGINI M. T. ROCCA M. L., “Cappe gialle” - Metodologia del

gioco in ospedale - ETHEL Editoriale Giorgio Mondadori , Milano, 1996