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EDITORIALE

QUANDO IL LAICISMOVIENE CONTRABBANDATOPER LAICITA�

di Orazio Ruscica*

* Segretario nazionale Snadir Professione IR Dicembre 2007 1

Ormai sono anni che,periodicamente, siamocostretti ad assistere a

sterili polemiche sull’insegna-mento della religione, a ciclicipolveroni alzati da giornalistiche si presentano come paladinidella trasparenza e della verità,ma che in realtà sono vittime dipregiudizi e ignoranza (nelsenso di chi non sa, nonconosce), tant’è che affrontanoil tema con le stesse usurateargomentazioni - più volte danoi confutate - e con la staticitàdi un pensiero che difficilmenteè aperto alle ragioni dell’altro.

Non fanno eccezione i recentiarticoli di Curzio Maltese e diCorrado Augias su “Repubblica,e di Dedalus sul sito di“ScuolaOggi.org” . Le argomen-tazioni sono le solite, ormai tritee stantie. Ignorarle? Non si pos-sono ignorare le falsità.

Per quanto riguarda il primo,con l’altisonante definizione di“inchiesta” sono stati fornitipochi dati, in genere sbagliati;ma soprattutto si è contestato ilfatto che lo Stato italiano diatanto spazio e rilevanza nellascuola ad un insegnamento“facoltativo”. Ci saremmo

aspettati da un giornalista digrandi qualità come CurzioMaltese una presentazioneoggettiva di quelli che sono i

limiti e le potenzialità dell’in-segnamento religioso in Italia,magari aprendo la strada ad undibattito sereno su questo tema.Al contrario ci ritroviamo anco-ra dinanzi alla confusione tra“insegnamento facoltativo” e“scelta facoltativa” o addiritturaalla contestazione per aver toltouna parte degli insegnanti direligione dallo stato di preca-rietà.

Gli insegnanti di religione -secondo quanto si legge - sonoentrati in ruolo “grazie a unarapida e un po’ farsesca serie diconcorsi di massa”. Il concorsodegli insegnanti di religione èrisultato tanto “rapido” da giun-gere dopo quasi venti anni dallarevisione concordataria (legge121/1985) ma evidentemente haugualmente infastidito chiritiene che tutti debbano esseretratti dalla condizione di preca-riato purché non insegnino reli-gione.

Quanto alla “farsesca serie diconcorsi di massa” è appena ilcaso di ricordare che di concor-so ordinario se ne è svolto unosolo ed ha previsto l’ammis-sione solo di coloro che pote-vano vantare una serie di requi-

Corrado Augias, giornalista e scrittore

Curzio Maltese, giornalista quotidiano“La Repubblica”

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Professione IR Dicembre 2007

siti di servizio. Forse per “far-sesca serie di concorsi di massa”ci si voleva riferire ai corsi abi-litanti riservati per altri insegna-menti, ma da quelli gli insegnan-ti di religione sono stati esclusi;altri ne hanno usufruito.

L’insegnamento di religionenon è uno “strano ibrido di ani-mazione sociale e vaghi concettietici”, al contrario i contenutiche propone sono indicati in

maniera molto rigorosa nei pro-grammi ministeriali (sin dal1987), i quali in modo chiaropropongono obiettivi distintidalla catechesi: offrire agli stu-denti una “conoscenza oggetti-va, sistematica e critica dei con-tenuti essenziali del cristianesi-mo e delle espressioni più signi-

ficative della sua vita, in dialogocon le altre confessioni cristianee le altre religioni” secondo lefinalità della scuola.

Probabilmente nell’esperienzascolastica di ognuno di noi nontutti gli insegnanti hanno lascia-to lo stesso segno e non tuttisono risultati bravi e coinvol-genti nella stessa misura, ma ciòavviene in tutte le professioni:medici, amministratori, giorna-

listi. Non per questo, tuttavia,dobbiamo chiudere le scuole, gliospedali, gli uffici e le redazionidei giornali.

L’insegnamento della reli-gione non va annientato ma, alcontrario, va meglio ripensatonella sua collocazione, specifi-cato nei suoi obiettivi e arricchi-

to nei contenuti, compresa unamaggiore attenzione per la let-tura della Bibbia. E’ da auspi-care che la scuola e tutti coloroche operano nel campo della for-mazione e dell’informazionefacciano del proprio meglio perfornire ai giovani gli strumentidi lettura di una realtà socialesempre più difficile da decodifi-care.

Soltanto durante l’ora di reli-gione gli studenti hanno l’op-portunità di “incontrare cultural-mente testi, documenti, tradi-zioni, testimonianze e contenutiche costituiscono l’universoreligioso”. Senza la frequenzadell’insegnamento della reli-gione, gli studenti si privereb-bero di una alfabetizzazionereligiosa culturalmente qualifi-cata.

Se abbiamo a cuore la for-mazione alla pace e al dialogodei nostri studenti, non possi-amo abbandonarli all’ignoranzareligiosa; perché nella societàitaliana di domani, sempre piùmultietnica e multireligiosa, laconoscenza della cultura reli-giosa permetterà alle donne eagli uomini di praticare la stimae il rispetto reciproci e dicostruire le premesse per undialogo che sappia svolgersi nelrispetto e nella valorizzazionedelle differenti opzioni di vita.

Quanto ad Augias, il suoragionamento – come quello ditanti altri - non tiene conto delfatto che l’insegnamento dellareligione cattolica è nella scuola

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EDITORIALE

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perché è riconosciuto il valoredella cultura religiosa e perché iprincipi del cattolicesimo fannoparte del patrimonio storico delpopolo italiano. L’insegnamentodella religione a scuola non si-gnifica “soddisfare l’esigenza diuna vita spirituale intensa, alta”,ma tentare di capire e compren-dere come gli uomini hanno vis-suto il loro rapporto con l’Altroe come tutto ciò ha lasciato unaffascinante segno di presenzanella loro cultura. Per dirla conAbraham B. Yehoshua: “Così,anche se non credo in Dio, la suapresenza nella mente di moltis-simi umani mi riguarda e miinteressa”. Solo in questo qua-dro storico-culturale è legittima-to l’insegnamento della reli-gione a scuola durante l’orariodelle lezioni.

Augias afferma che gli inseg-nanti di religione “rappresen-tano un’assurdità e un’ingiu-stizia” per il fatto che in caso direvoca questi avrebbero la pos-sibilità di essere utilizzati in altricompiti. Sarebbe bene ricordare- a scanso di equivoci - che idocenti di religione di ruolo aiquali viene revocata l’idoneità,possono passare “ad altra mate-ria” soltanto se in possesso -oltre al titolo di studio - dellarelativa abilitazione (cioè devo-no aver superato un concorsoordinario). Quindi i docenti direligione non sono meno pre-parati degli altri docenti: infattihanno due titoli di livello uni-versitario [laurea civile e licenzain teologia (riconosciuta sin dal

1994 come laurea civile)], vintoun concorso ordinario per “altramateria”, un concorso ordinarioper insegnare religione e, infine,hanno magari una anzianità diservizio di 20/25 anni che certa-

mente ha fatto acquisire loro unabuona capacità didattica.

Quindi, chi oggi sceglie l’in-segnamento della religione ha lacertezza che l’insegnante è qua-lificato, in quanto è doppia-mente verificato: da parte delVescovo e da parte dello Stato.Insomma chi sceglie religione sache gli sarà impartito un inse-gnamento rispettoso delle final-ità della scuola e correttamenteinserito nella tradizione cattoli-ca. La questione, invece, do-vrebbe essere sollevata per co-loro che non si avvalgono: nonpossiamo abbandonarli all’igno-ranza religiosa. Il problema nonè se l’insegnamento della reli-gione cattolica è impartito dapersonale doppiamente verifica-to, ma come offrire anche aglialtri una alfabetizzazione reli-giosa impartita da personalescelto esclusivamente dalloStato ed altrettanto qualificato.

Orazio Ruscica

EDITORIALE

“ L’insegnamento dellareligione a scuola nonsignifica “soddisfare l’e-sigenza di una vita spiri-tuale intensa, alta”, matentare di capire e com-prendere come gli uomi-ni hanno vissuto il lororapporto con l’Altro ecome tutto ciò ha lasciatoun affascinante segno dipresenza nella loro cul-tura. Per dirla conAbraham B. Yehoshua:«Così, anche se non cre-do in Dio, la sua presen-za nella mente di moltis-simi umani mi riguarda emi interessa» ”

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CONGRESSO STRAORDINARIO SNADIR

* Componente Segreteria Snadir Lucca - Corrispondente quotidiano �La Nazione� Professione IR Dicembre 2007

Lo Snadir fa un ulteriore passo in avanti. IlCongresso Nazionale, riunitosi a Roma il 28novembre in convocazione straordinaria, ha

sancito infatti il suo ingresso ufficiale all�interno dellaFederazione Gilda-Unams. La nostra nuova sigla sin-dacale sarà dunque Gilda-Unams/Snadir. «Un passoobbligato», come è stato più volte affermato in sedecongressuale. Un passo che di fatto, però, ci permetteràdi avere «più voce» nelle sedi istituzionali, là dove lacontrattazione sindacale si fa necessaria per il nostrofuturo. Dal primo gen-naio, infatti, sarà laFederazione, di cuifacciamo parte perstatuto, ad agire e farecosì gli interessi deilavoratori di tutto ilcomparto scuola. Unastrada che il Congres-so nazionale, che sitenne a Fiuggi nelluglio scorso, avevagià ipotizzato, espri-mendo parere favore-vole ad aprire l�ade-sione allo Snadir ditutto il personale della scuola. Una scelta per usciredalla «ghettizzazione» di un sindacato formato dai soliinsegnanti di religione, e per meglio mettere a frutto lecompetenze, ormai ampie, acquisite in questi anni daisindacalisti Snadir. Una scelta che oggi, con l�ingressoin Federazione Gilda-Unams, si fa più concreta e visi-bile. I nostri circa seimila iscritti si uniranno a quelli delcomparto scuola di Gilda e più voci avranno maggiorepeso. E sarà interesse di tutti i sindacati membri dellaFederazione fare un�azione per incrementare gli iscrittiper avere maggiore peso contrattuale.

Non sono mancate perplessità da parte di alcunimembri del Congresso Nazionale, espresse aperta-mente in assemblea. La paura, che andrà superata, èquella di essere troppo deboli rispetto ad un gigantecome il Gilda e di perdere in qualche modo la nostraidentità e anche i valori da sempre sostenuti e difesi inquesti anni. Sarà allora importante che i cinque (ma noisperiamo sei) delegati Snadir che ci rappresenterannoin Federazione vigilino attentamente, non rinunciandomai a quello che crediamo e per cui siamo nati.

Ricordiamo infatti chese è vero che l�impeg-no dello Snadir è ri-volto alla tutela di tuttii docenti di religione,sia coloro che sono inservizio con contrattoa tempo indeterminatosia coloro che sonoimpegnati con inca-richi annuali, di fatto ilnostro sindacato èaperto a tutti coloroche vogliono condi-videre il progetto diuna scuola fondata sui

valori della convivenza civile, del confronto intercul-turale e del dialogo interreligioso.

Per avere più peso all�interno della Federazione saràimportante nei prossimi mesi incrementare il numerodegli iscritti. Un impegno che dobbiamo assumerci tuttiperché, non lo dimentichiamo, le lotte che ancora dob-biamo combattere per raggiungere gli obiettivi di uninsegnamento che abbia pari dignità alle atre disciplinesono tante. Il nostro ingresso in ruolo è stata solo laprima tappa, anche se fondamentale, di un viaggio cheè ancora assai lungo. Allora a tutti� buon lavoro.

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LA SVOLTA DELLO SNADIR VERSOLA FEDERAZIONE GILDA-UNAMS

Una scelta per uscire dalla «ghettizzazione» diun sindacato formato dai soli insegnanti di reli-gione, e per meglio mettere a frutto le compe-tenze, ormai ampie, acquisite in questi anni daisindacalisti Snadir

di Domenico Pisana - Emanuela Benvenuti*

I delegati al congresso

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CONGRESSO STRAORDINARIO SNADIR

Professione IR Dicembre 2007 5

La partecipazione dei delegati al Congresso si èrivelata attiva e costruttiva. Gli interventi sono stati

finalizzati alla analisi delle problematiche inerenti lacostituzione del nuovo soggetto sindacale, ossia laFederazione Gilda Unams.Il dibattito ha visto gli inter-venti di Ernesto Soccavo, vice segretario nazionale, ilquale ha illustrato alcuni articoli della bozza delloStatuto della nascente Federazione, evidenziando, fral�altro, come il �il nuovo soggetto sindacale non costi-tuisca una preclusione all�attività autonoma delloSnadir, il quale continuera a mantenere la stessa strut-tura organizzativa�. Particolarmente incisivo l�inter-vento del Prof. SalvatoreModica, rientrato nellaSegreteria nazionale aseguito delle dimissionidel prof. Alberto Borsòdi Milano. Modica haposto l�accento sul fattoche la costituzione dellaFederazione nasce quasicome �una costrizionedeterminata dall�Aran edai sindacati tradizio-nali, i quali, imponendoai sindacati minori diassociarsi, in realtà ten-dono a restringere il plu-ralismo sindacale�. Uninvito a portare la storia e l�identità dello Snadir all�in-terno della Federazione, con determinazione e forza, èvenuto da Giovanni Plamese, segretario provincialedello Snadir di Forlì, che ha ribadito come �sia neces-sario concorrere alla costruzione del nuovo soggettosindacale in modo chiaro, guardando non solo alnumero degli iscritti che ogni forza sindacale potràavere, ma al progetto che si deve portare avanti nell�in-teresse del personale della Scuola�. Al dibattito con-gressuale sono intervenuti anche Rino Di Meglio, coor-dinatore nazionale Federazione Gilda Insegnanti, eAlessandro Ameli, segretario generale della Confede-razione Gilda-Unams. Quest�ultimo ha ampiamenteillustrato lo Statuto della nascente Federazione Gilda-Unams evidenziando come oggi nel panorama sinda-cale italiano si stia �consumando il tentativo di sbarac-care altre realtà sindacali che operano in modo libero e

autonomo rispetto alla triplice sindacale. Nonostante cisiamo battuti � ha aggiunto Ameli � per evitare questa«omologazione forzata» ed affermare il pluralismodelle idee, che è ricchezza, alla fine abbiamo dovutoaccettare la decisione dell�Aran, e, pertanto, stiamolavorando insieme allo Snadir, che è la seconda forzadella Federazione, per dare vita a questo nuovo sogget-to sindacale nel rispetto dell�autonomia di ognuna dellerealtà sindacali associate�.

Rino Di meglio si è invece soffermato sull�artico-lazione dei vari articoli dello statuto, precisando che�esso introduce organismi democratici prevedendo il

sistema proporzionaleper la loro elezione; inparticolare Di Meglio haposto l�attenzione, ri-spondendo alle varierichieste di chiarimentodei delegati dello Snadir,sul fatto che la Fede-razione Gilda Unams/Snadir rappresenta ilprimo vero tentativo dicostruzione un soggettopolitico sindacale che, dauna parte, mette insiemestorie ed esperienzediverse, dall�altra lasciapiena autonomia ge-

stionale al proprio interno�.Il dibattito congressuale ha visto altresì gli interventi

di Giovanni Ragusa, Marisa Scivoletto, GiuseppeMagro, Domenico Zambito, tutti caratterizzati da unelemento comune: abbracciare l�esperienza dellaFederazione significa iniziare un cammino che da unaparte presenta delle positività, ma che fa registrareanche l�apertura di nuovi orizzonti più complessi e arti-colati sul piano dell�attività sindacale.

Il Congresso ha concluso i lavori con lacune delibe-razioni inerenti lo Statuto Snadir; in particolare, dopoaver preso atto delle dimissioni del prof. Borsò diMilano, ha ribadito e stabilito all�unanimità di ripartirei posti resisi disponibili, a seguito dell�esaurimentodelle graduatorie, in quelle regioni ove le stesse sonorisultate esaurite.

Domenico Pisana - Emanuela Benvenuti

IL DIBATTITO CONGRESSUALE

Proff.: Ameli, Di Meglio e Ruscica

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* Docente di discipine giuridiche, componente Segreteria nazionale Snadir Professione IR Dicembre 20076

Nella sala conferenze di PalazzoMarini, nei pressi della Camera deiDeputati, si è svolto il Convegno sultema “L’insegnamento della religionecattolica a scuola. La via del dialogoper l’integrazione socio-culturale”,organizzato dall’A.D.R. e dalloSNADIR, con la presenza del Prof.Franco Pittau (Coordinatore DossierStatistico Immigrazione), dellaProf.ssa Daniela Silvestri (Respon-sabile Nazionale Dipartimento Ri-cerca e Scuola - Udeur-Popolari), delProf. Orazio Ruscica (PresidenteNazionale Adr e Segretario NazionaleSnadir), dei Prof.ri Barbara Pandolfi eLuigi Cioni (docenti di teologiadogmatica all’I.S.S.R. “Stenone” diPisa e insegnanti di religione).

L’On. Vito Li Causi ha aperto lagiornata con un saluto di benvenutosottolineando l’importanza dell’incon-tro.

Circa 220 i partecipanti, prove-nienti dalle diverse regioni d’Italia(Sicilia, Puglia, Toscana, Campania,Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo,Lazio).

La riflessione proposta dal temadel Convegno è stata introdotta dalProf. Franco Pittau, il quale ha illustra-to il fenomeno dell’immigrazione sianei suoi significati sociologici sia nellasua rappresentazione statistica.

Ha poi preso la parola la Prof.ssaDaniela Silvestri, la quale ha postol’attenzione sul valore e sul significatodell’insegnamento della religione nellascuola italiana.

Il Prof. Orazio Ruscica ha presen-tato le varie fasi di attuazione dellalegge n. 186/2003 sottolineando gliaspetti che di tale legge risultano anco-ra inattuati. Ha poi aggiunto che laforte richiesta che proviene dalla cate-goria è quella di una graduatoria adesaurimento che garantisca la progres-siva assunzione in ruolo di tutti coloroche hanno superato il concorso pubbli-co bandito dal Ministero dellaPubblica Istruzione e dell’indizione diun nuovo concorso ordinario per l’Ircda svolgersi in prima istanza in quelleRegioni dove le graduatorie risultanoesaurite.

In chiusura dei lavori della matti-nata è intervenuta, per un breve saluto,l’On. Sandra Cioffi, Capogruppo

Udeur in Commissione EsteriI lavori del pomeriggio hanno visto

gli interventi del Prof. Luigi Cioni edella Prof.ssa Barbara Pandolfi, i qualihanno presentato i contenuti di alcuneunità didattiche sul tema della multi-culturalità.

E’ intervenuta poi la Dott.ssa GetaLupu dell’Associazione Rumeni inItalia la quale ha presentato, attraver-so brevi riferimenti storici, le relazionitra Chiesa ortodossa e Chiesa cattolicain Romania.

A conclusione dei lavori i parla-mentari presenti hanno ribadito il loroimpegno per veder realizzata la effetti-va e piena valorizzazione professio-nale di tutti gli Idr in servizio.

Ernesto Soccavo

RICERCA E FORMAZIONE

L�ADR, Associazione docenti di religione, rilancia la sua attivitàformativa con un convegno nazionale tenutosi il 12 Novembre scorso aRoma. Presente anche la rappresentante dell��Asso-ciazione rumeni inItalia�, dott.ssa Geta Lupu.

L� INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE A SCUOLA E LA VIADEL DIALOGO PER L�INTEGRAZIONE SOCIO-CULTURALE

di Ernesto Soccavo*

Un momento dei lavori del Convegno a Palazzo Marini

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IL COMMENTO

Componente Segreteria provinciale Snadir - Messina Professione IR Dicembre 2007 7

�Il valore che non dobbiamo perdere è quello della spe-ranza�, un augurio forte e incisivo per dire anche determi-nazione e volontà nel perseguire l�obiettivo. Queste le paroledell�Onorevole Vito Li Causi a conclusione dei lavori per ilConvegno �L�insegnamento della religione cattolica a scuola.La via del dialogo per l�integrazione socio-culturale�,svoltosi a Roma, Sala Congressi del Palazzo Marini, il 12Novembre 2007. Evento sicuramente importante per noiinsegnanti di religione, voluto da A.D.R. e SNADIR.L�onorevole ha evidenziatol�importanza dell�incontro:verifica sostanziale per capirebisogni, necessità e richiestedegli IdR che attendono l�at-tuazione di alcuni aspetti fon-damentali della legge186/2003. Da qui l�impegnodell�Onorevole e della Prof.ssaDaniela Silvestri (Respon-sabile Nazionale DipartimentoRicerca e Scuola � Udeur-Popolari) a studiare un emen-damento da presentare nel pro-gramma della finanziaria 2008,che possa soddisfare gli IdRprecari. Il Prof. Orazio Ruscica(Segretario Nazionale SNADIR) ha sicuramente dato vocealle aspettative e alle speranze degli IdR con un piano pro-grammatico efficace, nel rispetto della dignità di alunni einsegnanti e che, nello specifico, prevede: l�ora alternativaper gli alunni che non si avvalgono di IRC; assicurazioni sulfuturo degli insegnati appartenenti al 30%; assegnazionedella classe di concorso. Speranza, termine che è ricorsoanche nell�intervento del Prof. Franco Pittau (CoordinatoreDossier Statistico Immigrazione), e utilizzato per evidenziarela necessità di intraprendere un dialogo interculturale e inter-religioso con gli immigrati, sconosciuti che si tende a quan-tificare come numero ma che, sostanzialmente, sono esseriumani, persone. Chiediamoci: �Chi sono? Cosa fanno? Comevivono? Cosa cercano? Cosa portano dentro?�. Troppo spes-so il temine immigrato è sinonimo di problema. Colpa forsedi pregiudizi e gelosia della propria cultura? O forse è la no-stra incapacità di affermare il diritto alla diversità, i diritti

della persona umana coniugati con l�etica dell�alterità, cioèdella responsabilità? È poi la volta della didattica intercultu-rale nelle scuole, a cura del prof. Luigi Cioni e della prof.ssaBarbara Pandolfi. È indispensabile promuovere e diffondereconoscenze sulle tradizioni, sugli usi, sulle credenze e sui val-ori, al fine di rendere visibili le ricchezze che caratterizzanole diverse forme di religione e di pensiero. L�aumento deiragazzi immigrati nelle scuole rende improrogabile una for-mazione rinnovata in direzione interculturale, che sia in

grado di promuovere l�alterità.Non dimentichiamo che oggi idiversi principi religiosi delmondo non soltanto coesistononella vita della città, ma entra-no costantemente nelle nostrecase grazie al piccolo schermo.Tra le discipline che richie-dono, con maggiore urgenza,un�apertura verso questa di-rezione, senza dubbio l�IRCoccupa un posto centrale, pro-prio perché, con l�apporto del-l�educazione interculturale, èchiamato a studiare l�identitàculturale degli alunni e a riflet-tere sulle possibilità e modalità

di incontro, avendo come intento principale la salvaguardiadelle differenze delle singole culture e allo stesso tempo ilconfronto dei diversi valori. E si torna ancora alla �speranza�nelle parole della Prof.ssa Daniela Silvestri: compito fonda-mentale della scuola di oggi è trasmettere valori ed il valoredella speranza è uno di questi. La scuola mira a promuoverel�uomo nella sua peculiarità di scopritore della realtà che locirconda e quindi anche della dimensione religiosa dellarealtà che si manifesta nella storia, nella cultura e nel vissutodelle persone. Grazie all�apporto dell�IRC, l�alunno, durantetutto il suo percorso scolastico, impara a conoscere se stessoe il proprio mondo interiore, favorendo la maturità della per-sonalità alla luce dei valori cristiani: verità, giustizia, solida-rietà�, integrati ed arricchiti dai valori proposti dalle altrereligioni, perchè anch�essi favoriscono la ricerca dell�uomosul senso della vita.

Giusi Parisi

SPERANZA E ALTERITA� PER UNA SCUOLA PROTESA AL DIALOGO INTERCULTURALE È indispensabile promuovere e diffondere conoscenze sulle tradizioni, sugli usi, sulle credenzee sui valori, al fine di rendere visibili le ricchezze che caratterizzano le diverse forme di reli-gione e di pensiero. L�aumento dei ragazzi immigrati nelle scuole rende improrogabile una for-mazione rinnovata in direzione interculturale, che sia in grado di promuovere l�alterità.

di Giusi Parisi*

Prof. Orazio Ruscica, on. Vito Li Causi, prof.ssa Daniela Silvestri

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L�esigenza di impostare e svolgereuna didattica in prospettiva inter-

culturale all�interno della scuola ita-liana, e più precisamente attraversol�insegnamento della religione cattoli-ca, non nasce solo da alcuni fatti con-tingenti, come la presenza di alunnistranieri ormai sempre più numerosa,ma da un�esigenza ineludibile nel con-testo storico-economico sociale e cul-turale (globalizzazione, nuove sfide emodelli di cittadinanza�)

Ci sembra, infatti, che la sfida del-l�incontro, del dialogo, del prenderecome parametro serio e ineludibile ilcontesto culturale dell�altro, sia esigen-za profonda del cristianesimo.

Per la sua natura di religione uni-versale, infatti, il cristianesimo nonappartiene ad una cultura specifica(anche se questa oggi, come in passato,potrebbe essere una tentazione), marimane - per così dire, idealmente -trasversale ad ogni cultura ed è conti-nuamente sfidato ad inculturarsi.

Fin dalle origini si è operato questoprocesso dalla cultura semita alla cul-tura ellenista, greco-latina. Ne sono te-stimoni autorevoli Paolo e tutto il N. T.

Il cristianesimo riconosce inoltre ilsuo legame con una storia, nella qualeDio è presente, la storia dell�umanità(Si veda genealogia di Gesù a partire daAdamo) e in particolare la storia diIsraele con la cui presenza sempre sisentirà chiamato, in modo conflittuale omeno, a interfacciarsi.

A questa storia e ad ogni cultura ilcristianesimo è chiamato a portare ilproprio specifico contributo, tant�è che,spesso non è possibile comprendere lastoria stessa e le diverse espressioniculturali ignorando il suo apporto.

�La scuola italiana sceglie diadottare la prospettiva interculturale �ovvero la promozione del dialogo e del

confronto tra le culture � per tutti glialunni e a tutti i livelli: insegnamento,curricoli, didattica, discipline, rela-zioni, vita della classe. Scegliere l�otti-ca interculturale significa, quindi, nonlimitarsi a mere strategie di inte-grazione degli alunni immigrati, né amisure compensatorie di carattere spe-ciale. Si tratta, invece, di assumere ladiversità come paradigma dell�identitàstessa della scuola nel pluralismo,come occasione per aprire l�interosistema a tutte le differenze (di prove-nienza, genere, livello sociale, storiascolastica)�

Le strategie interculturali evitanodi separare gli individui in mondi cul-turali autonomi ed impermeabili, pro-muovendo invece il confronto, il dialo-go ed anche la reciproca trasfor-mazione, per rendere possibile la con-vivenza ed affrontare i conflitti che nederivano�.

Questo testo, tratto dalla recentepubblicazione dell�Osservatorio nazio-nale per l�integrazione degli stranieri eper l�educazione interculturale, titolato:La via italiana per una scuola inter-culturale e l�integrazione degli alun-ni stranieri, trova corrispondenza nellavoro dell�IRC e ci permette di trac-ciare alcune linee di UUAA cheseguano, da una parte, la strada che lascuola italiana si è data, o sta cercandodi darsi, per una corretta integrazioneed una educazione alla diversità, dal-l�altra la specificità della nostra disci-plina, che postula la necessità di unaprospettiva, per certi versi plurale,aperta al dialogo e al confronto.

Significa educare lo studente a pen-sare e riflettere a partire da unamolteplicità di prospettive. Solo tentan-do di uscire da se stessi per andareverso l�altro, infatti, si può ipotizzare diassumere la complessità e la moltepli-

cità come elemento positivo e indi-spensabile per una convivenza pacificae costruttiva, verso quella convivialitàdelle differenze di cui parlava donTonino Bello proprio a partire dall�i-cona della Trinità.

Appare utile a questo punto esem-plificare in una prospettiva didattica:- Vedere con gli occhi degli altri:car-

tine, calendari, filosofie- Ascoltare le voci degli altri: testi

scritti, musica, film�..- Sentire i sapori degli altri: cibo (a

tavola con le religioni), profumi(spezie)�

- Riconoscere i prodotti e la loroprovenienza, quindi il �lavoro deglialtri� per la nostra vitaLa prima UA che presentiamo nasce

dall�obiettivo di evidenziare come nonsia possibile la comprensione piena delCristianesimo senza la conoscenza el�ascolto della cultura ebraica.

E� il tentativo di trattare la Pasquacristiana a partire da quella ebraica edin particolare dal canto finale, una fila-strocca per bambini che viene cantataalla fine del rito.

In questo caso non si tratta solo, percosì dire, di una cultura del passato, madell�esperienza attuale che segna anchela storia di oggi, che permette un incon-tro e un dialogo a partire da feste,insieme comuni e dissimili.

Di più: questo studio consente aglistudenti di capire come la religione, inquesto caso quella ebraica, è presente esegna la cultura contemporanea, inmolteplici maniere. Nella presente UAavviene in modo non immediatamentevisibile, attraverso il testo musicale diAngelo Branduardi �Alla fieradell�Est�. Una canzone ripresa dallacena pasquale, che ha la funzionepedagogica di ripercorre tutta la storiadel popolo di Israele�che è ovvia-

RICERCA E FORMAZIONE

Docenti di teologia dogmatica all�I.S.S.R. �Stenone� di Pisa e insegnanti di religione Professione IR Dicembre 20078

LA SCUOLA LUOGO PRIVILEGIATODI COSTRUZIONE DEL

�PENSIERO INTERCULTURALE�Alcuni modelli di unità didattiche dell�IRC in una prospettiva interculturale

di Luigi Cioni e Barbara Pandolfi*

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RICERCA E FORMAZIONE

* Docente di Teologia dogmatica, componente segreteria provinciale Snadir Pisa Professione IR Novembre 2007 9

mente la stessa storia che prepara la venuta del Messia, Gesù.Nella strofa finale infatti, quando arriva il Signore ad

uccidere l�Angelo della morte, i cristiani possono essi stessiporsi non solo come ascoltatori della realtà ebraica, ma pro-porre la loro interpretazione di un Messia che è arrivato asconfiggere la morte.

Non si tratta quindi solo di un confronto, ma di uno scam-bio tra culture, in cui ci si scopre più vicini, più simili, meno�isolati�.

Partendo da testi più strettamente normativi per la scuolaitaliana, a proposito della nostra attuale realtà di molteplicitàculturale nelle Indicazioni per il curricolo per il primo cicloin premessa si legge: �La presenza di bambini e adolescenticon radici culturali diverse è un fenomeno ormai strutturalee non può più essere considerato episodico: deve trasfor-marsi in opportunità per tutti. Non basta riconoscere e con-servare le diversità preesistenti, nella loro pura e sempliceautonomia. Bisogna, invece, sostenere attivamente la lorointerazione e la loro integrazione attraverso la conoscenzadella nostra e delle altre culture, in un confronto che noneluda questioni quali le convinzioni religiose, i ruoli fami-liari, le differenze di genere�.

Negli OSA dell�Irc per le scuole superiori si leggeinvece:

�specificare l�interpretazione della vita e del tempo nelcristianesimo, confrontandola con quella delle altre religioni:il dialogo interreligioso e il suo contributo per la pace tra ipopoli�. Mentre il testo degli OSA sembra limitarsi a quelloche possiamo chiamare un modello di semplice confronto travarie tradizioni, la premessa delle nuove Indicazioni sembrascendere più nel profondo richiamando la necessità di unaprogrammazione, che potremmo definire �intenzional-mente� interculturale; dunque non solo �spazi riservati� o�ricerche esplicitamente dedicate�, ma una programmazioneche a tutti i livelli si configuri come una realtà caratterizzatada una pluralità di voci e di approcci.

In questo ci può essere di aiuto la corrente della filosofiadel dialogo del �900, che ha mostrato (prima con M. Buber epoi con E. Levinas) come lo stesso concetto di diversitàdeve necessariamente cambiare di segno, superando un con-cetto troppo ristretto, ma assai diffuso, di tolleranza, comemera sopportazione di una diversità, che nasce dallainevitabile consapevolezza della sua esistenza.

La diversità caratterizza invece, secondo i filosofi deldialogo, l�essere umano nella sua struttura più profonda, maquesto non solo non è una iattura da sopportare, ma, al con-trario, costituisce la più grande risorsa.

Levinas parla dell�altro come trascendenza, perché difronte al suo viso io non posso fare a meno di riconoscere lasua radicale irriducibilità al mio stesso essere. Riconosco checiò che lui è non mi apparterrà mai: il viso altrui mi diceimmediatamente: �Tu non mi ucciderai!� perché se tu lofacessi perderesti tutto quello che io posso portare nella tuavita e a cui, da solo, non potrai mai attingere. Il dialogo quin-di come scambio di interiorità e fonte continua di risorsenuove ed inaspettate. Da questo forse diviene possibile lacostituzione di quella che lo stesso Levinas ha chiamato �una

nuova antropologia per la pace�.Cerchiamo di realizzare tutto questo in una Unità di

apprendimento sulla Shoah.Partire dalla Shoah, e costruirvi sopra una UA, può

apparire semplicemente come un tentativo di rispondere aquello che il testo dell�Osservatorio, sopra citato, postulacome campo di azione 6: Interventi sulla discriminazione epregiudizi: contro l�antisemitismo, l�islamofobia o l�antizin-garismo, ma può non essere semplicemente questo.

Partendo dalla storia della Shoah e del suo criminalesvolgersi, possiamo anche, su questo punto, allargare l�oriz-zonte e cercare di leggere l�evento con occhi diversi.Leggere i testi di:

Primo Levi: ebreo italiano non credenteRosetta Loy: italiana non ebreaElie Wiesel: ebreo orientale credente (oggi lo avremmo

definito Ultraortodosso),ci apre la possibilità di uno sguardo molteplice, una

molteplicità che si allarga a dismisura quando nell�eventostesso cominciamo a riconoscere una pluralità di stermini:non solo, anche se prevalentemente, ebrei, ma anche zingari,Testimoni di Geova, omosessuali, �diversi� in genere.

E, di conseguenza, gli altri stermini del �900: il Massacrodegli Armeni, gli stupri etnici in Bosnia, il massacro degliintellettuali in Cambogia, i massacri del Rwanda� purtrop-po qui il repertorio è veramente interculturale!

E alla fine, anche gli interrogativi su Dio, sul suo silen-zio, sulla sua impassibilità, con letture ancora una volta diElie Wiesel (ebreo), che si chiede: come si spiega il silenziodi Dio di fronte alle camere a gas, mentre ha aperto il MarRosso, di tutta la tradizione cristiana? come si spiega chenella vita della Nuova Alleanza si producano ancora massa-cri del genere? e ancora di Primo Levi che, ateo, non puòchiedersi dove era Dio ad Auschwitz e che commuta allora lasua domanda nell�interrogativo, forse ancora più ango-sciante: dov�era l�uomo ad Auschwitz?

Davvero qui si apre la possibilità di una analisi e rifles-sione che, a partire dall�insufficienza del concetto di tolle-ranza, postula necessariamente un superamento: quello del-l�impostazione dialogica dell�esistere e di una vita in modoetico e relazionalmente autentico.

Non più quindi solo una UA storia di analisi e di studi diun evento tragico della storia, ma un passaggio didatticorealmente afferente ad una precisa linea di condotta, quellapostulata dalle nuove indicazioni, dall�Osservatorionazionale e, ci auguriamo, anche dai prossimi OSA dell�IRCa tutti i livelli di ordinamento.

Luigi CioniBarbara Pandolfi

Le domande su Dio e sull’uomoMARTIN CUNZ

“Se nel ‘900 si è verifi-cata la Shoah, non èche anche dopo larealtà di Cristo esistenella storia qualcosa diirredento?”

ELIE WIESEL“Ed io sentivo una vocedentro di me che dice-va:”Dov’è Dio?”

PRIMO LEVI“Distruggere l’uomo èdifficile, quasi quantocrearlo; non è statoagevole, non è statobreve, ma ci siete riu-sciti, tedeschi!”

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RICERCA E FORMAZIONE

* Socio fondatore Snadir, Idr nell�I.T.C. �Archimede� - Modica Professione IR Dicembre 2007

Il26 ottobre 2007 si è tenuto a Napoli, al RamadaHotel, il corso di aggiornamento �Grafismo in età

evolutiva�, organizzato dall�ADR.Si può dire subito che esso ha corrisposto in pieno alle

aspettative che ha acceso dal momento in cui abbiamocominciato a pubblicizzarlo, e alle aspettative che hannoindotto i corsisti ad iscrivervisi. Tale risultato si deveattribuire al felice intreccio di tutti i fattori che l�hannocaratterizzato: innanzitutto la competenza delle dueesperte docenti, la dottoressa Loredana Moretti e la pro-fessoressa Margherita Colapietro. Esse hanno espressouna capacità comunicativa e metodologica, con la qualehanno saputo ben motivare i partecipanti al corso, dalprimo all�ultimo momento. Con un sapiente intreccio diesposizione teorica e di esercitazione pratica, in recipro-ca virtuosa successione, sono riuscite a rendere alta-mente efficace il loro insegnamento, favorendo ilmigliore apprendimento dei corsisti. A questo primo ele-mento se ne aggiunge uno, precedente, che è la capacitàorganizzativa sempre più collaudata e competentedell�ADR: l�individuazione di temi rispondenti ai biso-gni del tempo e della categoria; la sensibilità pronta eattenta nel valorizzare competenze e persone e la suapuntuale gestione di ogni attimo degli eventi formativiche promuove e gestisce. Anche le strutture scelte e i re-lativi servizi hanno contribuito a conseguire questo otti-

mo risultato.Senza dire che dalle schede di valutazione e di auto-

valutazione emerge chiaro l�unanime desiderio di con-tinuare questa esperienza, per approfondirla e peracquisire competenze ancora più spendibili nell�azioneeducativa, ma anche nella costruzione di una comunitàeducante più sensibile e più competente.

Tutto questo conferma, con nuovi risultati, quello cheandiamo discutendo con i nostri lettori e con tutti,soprattutto nell�ambito della scuola, rispetto all�iniziati-va dell�ADR di promuovere un modo credibile di fareassociazionismo e formazione.

La cultura cui guarda l�ADR e per la cui costruzioneessa si impegna è quella della intelligenza individuale esociale che si apre alla conoscenza, con il coraggio del-l�esercizio critico e libero, attento alle individualità ealla diversità, fiduciosa che anche nel conflitto nonviene mai meno l�umanità dell�umanità, come poten-ziale e come valore, come punto di sviluppo autentico edi voluto rilancio. L�ADR fonda il suo impegno assiduonella fiducia, confortata da un�esperienza che continua-mente si rinnova, che i sogni e i desideri migliori diven-tano realtà attraverso un lavoro generoso, svoltoinsieme.

Giovanni Ragusa

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Primo appuntamento del corso di formazione sul grafismo in età evolutiva

LA GRAFIA COME STRUMENTO DI CONOSCENZADELL��ESSERE� DELL�ALUNNODalle schede di valutazione e di autovalutazione emerge chiarol�unanime desiderio di continuare questa esperienza

di Giovanni Ragusa*

Prof.ssa. Colapietro, dott.ssa Moretti, prof. Ruscica e prof. Ragusa

Partecipanti al corso

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ATTIVITÀ SINDACALE E TERRITORIO

* Referente ATA, SNADIR di Vicenza Professione IR Dicembre 2007 11

Si è svolto 19 novembre 2007 presso ilMinistero della Pubblica Istruzione il primoincontro sulla mobilità. La delegazionedella Federazione Gilda-Unams era cosìcomposta: Franco Capacchione, AntonioAntonazzo (Gilda degli Insegnanti), OrazioRuscica (Snadir) e Laura Ieva (Unams).

L’incontro è stato del tutto interlocutorioin quanto sono stati solo introdotti a grandilinee i temi inerenti la mobilità.

L’amministrazione ha fatto capire chenon intende stravolgere il testo del contrat-to dello scorso anno e che la priorità assolu-ta è quella di arrivare alla firma entro unatrentina di giorni. Gli argomenti di discus-sione messi inizialmente sul tavolo dall’am-ministrazione riguardano:• regolamentazione più restrittiva per

quanto concerne la mobilità verso scuoleospedaliere e/o carcerarie

• opportunità di inserire nel testo le normerelative al trasferimento d’ufficio delle

RSU di istituto• unificazione della tabella per la mobilità

territoriale e di quella professionale(esclusivamente per quanto concerne lavalutazione dei titoli).

Invitata dall’amministrazione ad avanzareproposte per lo sviluppo dei lavori, la nostradelegazione ha ribadito la richiesta di:• semplificare la modulistica e degli adem-

pimenti burocratici da parte degli interes-sati

• rendere più facilmente comprensibile iltesto recuperando le note nell’articolato erendendole coerenti e di immediata com-prensione

• mantenere inalterate le attuali percentualie regole per quanto concerne la mobilitàprofessione e inter-provinciale

• regolamentare la validità dei serviziprestati nelle scuole non statali

• Lo Snadir ha proposto di introdurre unarticolato specifico per gli insegnanti direligione riguardante la mobilità inter-diocesiana e tra i vari gradi di istruzionee la necessaria chiarificazione dei criterioggettivi per una corretta applicazionedel diritto alla mobilità.Dalla discussione è emersa l’esigenza di

un confronto sugli organici propedeutico alladefinizione dell’articolato sulla mobilità chedovrà essere adeguato alle novità introdottedalla finanziaria e dal nuovo CCNL.

La delegazione Federazione Gilda-Unams

AVVIATA AL MPI LA CONTRATTAZIONE COLLETTIVA NAZIONALEINTEGRATIVA SULLA MOBILITÀ A.S. 2008/09

Lo Snadir ha proposto di introdurre un articolato specifico per gli insegnanti di religione riguardante la mobilità inter-diocesana e tra ivari gradi di istruzione, e la necessaria chiarificazione dei criteri oggettivi per una corretta applicazione del diritto alla mobilità.

La segreteria provinciale SNADIR diVicenza negli ultimi tempi staaffrontando ed esaminando diverseproblematiche che riguardano, soprat-tutto, il Personale ATA che opera in taleprovincia. Le varie proble-matiche dif-feriscono relativamente ai vari profiliprofessionali, e in particolare per quan-to riguarda quelli tra CollaboratoriScolastici e Assistenti Amministrativi.

La Bozza del nuovo Contratto2006/2009 metterà fine, in qualchemaniera, ad un grosso problema, specienel Veneto e nel Nord Italia, e precisa-mente quello riguardante il reclutamen-to di Collaboratori scolastici dai

“Centri per l’impiego”.Tale reclutamento ha creato e sta

creando molti disagi alle ScuoleVenete, poiché queste per trovare sup-plenti devono attingere, dopo aver con-sultato le graduatorie d’Istituto, allagraduatoria Provinciale del “Centro perl’Impiego”, con continue selezionifinalizzate alla verifica della idoneitàdei lavoratori, caricando, così, di lavorole Segreterie e, in particolare, gliAssistenti Amministrativi.

Quest’ultima è la categoria piùpenalizzata della Scuola, poiché hasubito, negli ultimi anni, un decentra-mento di carichi di lavoro, che in pas-sato era di competenza del personaledel Provveditorato agli studi.

Ancora una volta il Ministero non hariconosciuto quello che gli Assistentiamministrativi chiedevano: un Nuovoprofilo contrattuale. Consultando laTabella C della Bozza del nuovoContratto, relativa ai profili profession-ali, gli Assistenti amministrativi sonostati lasciati nel profilo di tipo B, come

trent’anni fa,Altro problema importante per il

Personale ATA ,ed in particolare nelVeneto, è il precariato, che ha raggiun-to percentuali altissime per via dellepoche assunzioni in ruolo.

Per quanto concerne gli Assistentiamministrativi e le Segreterie scola-stiche del Veneto, ed in particolaredella provincia di Vicenza, si nota lamancanza di formazione degli addet-ti,da parte dell’amministrazione scola-stica, nell’effettuare le ricostruzioni diCarriera degli Insegnanti di Religione,e in questo senso, infatti, la nostra strut-tura SNADIR ATA costituisce un puntodi riferimento, collaborando connumerose istituzione scolastiche.

Nell’immediato futuro sarebbe utileattivare dei corsi di formazione per gliAssistenti amministrativi presenti sulterritorio, in modo tale che possanooffrire una consulenza più articolata eapprofondita.

Massimo Luraschi*

L’AZIONE SINDACALE DELLO SNADIR DEL VENETOA FAVORE DEL PERSONALE ATA

Il nuovo accordo contrattuale non ha riconosciuto agli Assistenti amministrativi la richiesta di un nuovo profilo professionale, rimasto, dopo trent’anni, ancora lo stesso.

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ATTIVITÀ SINDACALE E TERRITORIO

Professione IR Dicembre 200712

Il Ministero della Pubblica Istruzione hadiramato la circolare e il decreto (C.M.

n. 98 del 15 novembre 2007 che trasmetteil Decreto Ministeriale n. 97 del14/11/2007) in materia di pensioni.Vediamo,in maniera sintetica, gli elemen-ti più significativi. Il predetto D.M. 97fissa, all’art. 1, il termine ultimo del 10gennaio 2008 per la presentazione, daparte di tutto il personale del compartoscuola, delle domande di collocamento ariposo per compimento del 40° anno diservizio, di dimissioni volontarie dalservizio, di trattenimento in servizio aisensi dell’art. 509, commi 2, 3 e 5 delD.lvo n. 297 del 16 aprile 1994. Il mede-simo termine del 10 gennaio 2008 valeanche per coloro che manifestino lavolontà di cessare prima della data finaleprevista da un precedente provvedimentodi permanenza in servizio. Tutte le pre-dette domande valgono, per gli effetti,dall’1/9/2008. Entro la medesima data del10 gennaio 2008 gli interessati hanno lafacoltà di revocare le suddette istanze.

Il personale docente, educativo ed ATAdeve indirizzare tutte le istanze soprarichiamate, compresa l’eventuale revocadelle medesime, alla Scuola di titolarità(tramite la scuola di servizio se diversa daquella di titolarità).Nella domanda di ces-sazione dovrà essere indicato il c/c ban-cario o postale dove si desidera sia effet-tuato il pagamento della pensione nel solocaso che questo sia diverso da quellodove già viene accreditato lo stipendio.

Nel corrente anno scolastico maturanoil diritto alla pensione per limiti d’età(pensione di vecchiaia) tutti coloro, uomi-

ni e donne, che entro il 31 agosto 2008compiono 65 anni di età: in questo caso siè collocati a riposo d’ufficio (le donne - arichiesta - anche al compimento del 60°anno). Chi vuole può chiedere il tratteni-mento in servizio per altri due anni (finoa 67 anni di età). Questa proroga vieneconcessa a tutti coloro che ne fanno ri-chiesta, indipendentemente dalla moti-

vazione, in quanto l’Amministrazionescolastica non effettua sulle domandenessuna valutazione di merito (art. 509,comma 5 del D.Lvo n. . 297 del 16 aprile1994). Una ulteriore proroga di 3 anni,fino al raggiungimento di un massimo di70 anni di età, è possibile solo per rag-giungere il minimo della pensione, che èdi 20 anni (19 anni, 11 mesi e 16 giorni).

Il personale di ruolo e i docenti direligione di cui all’art.53 della legge

312/1980 che erano in servizio al31/12/1992 (ai sensi dell’art. 2, comma 3-lett. c del D.lvo n. 503 del 30.12.1992)conseguono il diritto a pensione di vec-chiaia con una anzianità di 15 anni (14anni, 11 mesi e 16 giorni).

Inoltre il personale di ruolo e gli inca-ricati a tempo indeterminato in servizioall’1/10/1974 possono chiedere la proro-ga fino a 70 anni di età per raggiungere ilmassimo dell’età pensionabile (40 anni)(ai sensi dell’art. 2, comma 3 -lett. c delD.lvo n. 503 del 30.12.1992)

Qualora l’interessato compia sia l’etàanagrafica che l’anzianità di serviziodopo il 31 agosto 2008 ed entro il 31dicembre 2008, a richiesta può cessaredal servizio dal 1° settembre 2008, altri-menti cesserà d’ufficio al 1° settembre2009.

Il termine del 10 gennaio 2008 deveessere osservato anche da coloro chechiedono la trasformazione del rapportodi lavoro a tempo parziale con contestualeattribuzione del trattamento pensionisti-co, purché ricorrano le condizioni pre-viste dal decreto 29 luglio 1997, n. 331del Ministro per la Funzione Pubblica.Tale richiesta va formulata con unicaistanza. All’acquisizione delle cessazioninel SIMPI, o alle eventuali cancellazioniin caso di revoca delle dimissioni volon-tarie per mancata maturazione del dirittoa pensione, provvederanno le istituzioniscolastiche di titolarità di ciascun interes-sato entro l’11 febbraio 2008, al fine digarantire la corretta acquisizione dei datiutili alla determinazione delle disponibi-lità di posti per le operazioni di mobilità.Dopo l’11 febbraio le cessazioni noninserite nel SIMPI saranno comunicateall’USP che provvederà all’inserimento,motivando la mancata acquisizione neitermini.

Per cessazioni dal servizio di altratipologia, con decorrenza diversa dal 1°settembre 2008 (decesso, decadenza,licenziamento ecc….); per la valutazionea domanda di servizi e/o periodi per lapensione e , infine, per quanto riguarda laliquidazione dell’indennità di buonuscita(liquidazione e riscatto), si rinvia inte-gralmente alle istruzioni contenute nellaC.M. n. 88 del 9 dicembre 2004.

Antonino Abbate

PENSIONAMENTO PERSONALE DOCENTE E ATAScadenza presentazione domande 10 gennaio 2008

Il MPI con Nota prot. 20530 del 29 ottobre 2007 ha precisato, come lo Snadiraveva precedentemente dichiarato, che l’orario di insegnamento nella scuoladell’infanzia non può essere costituito per un orario superiore alle 25 ore setti-manali; essendo l’ora settimanale di 1 ora e 30 minuti, la cattedra sarà quindicostituita fino al “numero massimo di sezioni ottenibile entro il limite delle 25ore, e gli eventuali residui orari dovranno essere utilizzati per le attività pre-viste dal P.O.F” (cioè un massimo di 24 ore frontali + 1 a disposizione).

Pertanto, i contratti di lavoro stipulati in modo difforme dovranno essereimmediatamente rettificati.

La Redazione

MPI: precisato l’orario di insegnamentonella scuola dell’infanzia (24 + 1)

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SCUOLA E SOCIETÀ

* Docente di Latino e Greco nel Liceo Classico �T. Campailla� di Modica Professione IR Dicembre 2007 13

MOTIVARE GLI STUDENTI NELL�ATTIVITA� DIINSEGNAMENTO: COME E PERCHE?«Che fare» allorché un alunno oppure gran parte deglialunni di una classe mostrano demotivazione?

di Lucia Trombadore *

Se è vero quanto sostiene Maria GraziaContini in �Impegno e Conflitto�, ed.

La Nuova Italia, allorché ribadisce che�Se un soggetto, anziché rendersene pro-tagonista, subisce la sua esistenza dele-gando ad altri il compito di delinearne latraiettoria e di organizzare il percorso, sesi smarrisce in una quotidianità insigni-ficante e in rapporti dominati da bana-lità, se non vede e non interroga il mondoin cui è inserito e non individua signifi-cati nei segni che lo costituiscono, quelsoggetto si preclude ogni possibilità nonsolo di dare un senso al proprio esistere,ma, se felicità e senso possono coin-cidere, di sperimentare occasioni felici,di ricordarle, di attenderne per il futuro�,il problema della motivazione o demoti-vazione scolastica diventa davvero unadifficoltà con la quale misurarsi dopoun�attenta riflessione. Non illudiamoci, ilproblema �motivazione� è stato avvertitoin ogni momento ed in ogni fase dellaStoria dell�Educazione; a cambiare èstata soltanto la prospettiva di analisi(didascalocentrica o puerocentrica) e laconseguente modalità d�intervento insituazione.

Allo stato attuale, non si rivelano suffi-cienti le strategie e le metodologie, inquanto incapaci, da sole, di assicurareuna vera riuscita; ci si è accorti, infatti,che non si può prescindere dallaconoscenza profonda della �realtà-allie-vo�, così come dalla riflessione epistemo-logica sulle singole discipline e sullainterrelazione dei saperi. In primo luogo,pertanto, bisogna procedere con un�atten-ta analisi del soggetto-oggetto diapprendimento, individuandone tratti psi-cologici e cognitivi salienti, punti di forzae debolezza e, nel caso di adolescenti,presenza/assenza di un progetto di vita.

Affrontare il problema motivazionalerelativo ad un alunno di scuola primaria,invero, è operazione ben diversa rispetto

a quella riconducibile ad un adolescentedi scuola secondaria; tutto ciò, inoltre,consente soltanto di reperire dati infor-mativi sul soggetto, senza rappresentaredi per sé garanzia di riuscita dell�inter-vento pedagogico, per il quale diventanecessario, invece, procedere ad unametariflessione sui contenuti forti e fon-danti le discipline.

«Che fare», pertanto, allorché un alun-no oppure gran parte degli alunni di unaclasse, mostrano demotivazione?

Una soluzione di comodo potrebbeessere quella di ignorare il problema etrascorrere un anno di frustrazioneoppure di ritagliare un rapporto privile-giato con lo sparuto gruppo dei �bravi�,adottando programmi e strategie �indi-vidualizzate�; un�altra, meno rassicurantedella prima, potrebbe essere quella di par-tire dall�ammissione dell�esistenza delproblema e dell�inesistenza di formulepreconfezionate che non comprendanomargini di errore.

Un�esaltazione di navigazione senzabussola e sestante? No di certo! Piuttostoil rifiuto di un approccio decontestualiz-zato o aprioristico rispetto al problema,che abbia la presunzione della soluzionegià esperita rispetto a ciò che invece deveessere ancora esperito.

E� estremamente difficile, invero,trovare sempre la giusta sinapsi tra la�realtà del soggetto� e la/le �disci-plina/e�, dal momento che può accadere,a seguito di una scelta indotta dai genitorioppure dai compagni o anche dall�im-magine che il soggetto ha di sé, che sidelinei via via, nella prassi scolastica,uno �scollamento�, un �gap� progressivo,con conseguente frustrazione delle atteseiniziali. In questa fattispecie il soggettosperimenta la realtà scolastica comeavversa, perchè destabilizzante l�autosti-ma; la risposta conseguente diventa ildesiderio-tentativo di abbandono oppure,

nel caso in cui la famiglia mostri moltadeterminazione, un atteggiamento passi-vo, suffragato da fatalistico disinteresse.In questi casi, il soggetto continua arimanere nell�Istituzione per il bisogno dicontinuare a socializzare con i compagniche spesso compensano la sua scarsapartecipazione al dialogo didatticoriconoscendone, paradossalmente, lanecessità della natura eversiva (gliriconoscono il ruolo di leader negativo).

Trovare, allora, da parte del docente �laleva di Archimede�, non significaapprontare �attrattori forti� che catalizzi-no l�interesse dell�alunno in modo sal-tuario e affatto sistematico (l�abitualeapprofondimento di gruppo, la ricercaspecifica, il lavoro multimediale, laproiezione del film, etc.).

In questo modo avremo lavorato sul-l�interesse, non sulla motivazione!

Ma il nostro obiettivo non può e nondeve essere l�interesse, in quantoeffimero e volubile, bensì la motivazioneche è stabile e durevole, in quanto anco-rata ai bisogni profondi del soggetto.

Proviamo, infatti, ad attivare un�bisogno� oppure, nell�ipotesi estrema,ad impiantarlo; solo allora ci renderemoconto del limite che avremo valicato edella responsabilità che ci saremo assuntiricorrendo ad una �azione modificante�.

Ovviamente usiamo l�attibuto �modifi-cante� nell�accezione etimologica piùpositiva, relativa cioè al �comporrearmonicamente� le istanze più profondedell�individuo, sulla scorta della prospet-tiva socratica di riferimento che presup-pone, innanzi tutto, la conoscenza del Sé.

Conoscere a fondo la disciplina dainsegnare e conoscere a fondo il discentea cui insegnarla, diventa, quindi, prere-quisito indispensabile per un�azionedidattico-educativa realmente motivante.

Lucia Trombadore

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SCUOLA E SOCIETÀ

* Componente Segreteria provinciale Snadir Catanzaro, Idr nella scuola dell�infanzia Professione IR Dicembre 200714

Molti bambini, fin da piccoli,ricevono a casa canali tematici

che trasmettono cartoni animati 24ore su 24: la loro attenzione quindiverso gli audiovisivi è sempre piùprecoce. Per questo proverò ad illu-strare una metodologia di “analisi suicartoni biblici”, per bambini dellascuola dell’infanzia (3-6 anni).

Innanzitutto l’insegnante, in fase divisione preliminare dell’audiovisivo,deve scegliere i 4-5 fotogrammi piùricchi “di contenuto” (ad es. l’imma-gine in cui il padre abbraccia il figlioprodigo) associandoli ad una “parola-chiave” (ad esempio nel caso diprima, la parola “perdono”). Dopo lavisione con i bambini, infatti, ildocente tornerà in fermo-immaginesu questi 4-5 fotogrammi, chiedendoagli alunni: chi sono questi personag-gi? Qui cosa fanno? Questo vuol direche dobbiamo anche noi ..? (ad es.“perdonare”).

Per incentivare l’attenzione di bam-bini poi, l’analisi del cartone si puòsvolgere anche organizzando un“gioco delle figurine”: quando unbambino durante l’attività parla o sialza senza permesso perde una figuri-na, quando invece interpellato sui per-sonaggi della storia risponde esatta-mente, ne vince. Le figurine si pos-sono ricavare riducendo e foto-copiando l’immagine di copertina delcartone, tante volte fino a formare unfoglio A-4 di 20 figurine uguali incol-late a scacchiera. Fotocopiando a suavolta questo foglio A-4 - ad esempio20 volte -, si hanno 400 figurine (chesi possono tagliare con un righello,mettendo i fogli uno sopra l’altro).

Questo “mazzetto” di figurine puòessere mostrato già dall’inizio dicen-do ai bambini di stare attentissimidurante la visione per vincerle, e chese invece durante la visione si alzano

o parlano, purtroppo le perderanno.Già durante la visione, quindi, sequalche bambino parla o si alza, l’in-segnante gli dirà dispiaciuto “-1”,“-2” (il bambino perde le figurine chenon ha ancora, ma le sconterà suquelle che vincerà dopo).

Come già anticipato, quando finiscela visione l’insegnante torna in stop-immagine su quei 4-5 “fotogrammi dicontenuto” che ha scelto in fase pre-liminare, chiedendo ai bambini: “chisono questi? cosa fanno qui? Anche

noi dobbiamo …?”. Per evitare confu-sione è bene che la domanda sia rivol-ta ad un solo bambino alla volta: serispondono altri perdono la figurina,se il bambino interpellato rispondeesattamente vince la figurina, se nonrisponde non la vince ma gli si dice dinon preoccuparsi perché gli sarà fattaun'altra domanda più avanti.

Se poi la risposta è particolarmentedifficile, si può dire che a questadomanda possono rispondere tutti eche vale 2 figurine, che saranno vinte

da chi risponde esattamente per primo(si sentirà un boato di risposta, maogni tanto serve per risvegliare l’at-tenzione di tutti). E’ importante poiche chi perde la figurina perché haparlato o si è alzato senza permesso,non la viva come una punizione“imposta” dall’insegnante, ma comeuna “autopunizione” di cui l’inse-gnante prende atto quasi dispiaciuto.Ovviamente si farà in modo che tutti ibambini alla fine abbiano la figurina(facendo ad esempio domande facilis-

sime ai bimbi più timidi): in questomodo tutti i bambini saranno indiriz-zati verso l’apprendimento e moltogratificati per i messaggi individuati.

Questa attività illustrata, che puòavere il limite di creare competizione,deve essere seguita da un’altra attivitàche abbia come metodologia unaattività cooperativa nella quale le fig-urine possono essere messe a dispo-sizione di tutti per costruire insieme lastoria o più storie personali.

Antonio Di Lieto

IL RUOLO DELL�ATTIVITÀ LUDICANELLA SCUOLA DELL�INFANZIAAnalisi di cartoni animati biblici attraverso il �gioco dellefigurine�

di Antonio Di Lieto*

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SCUOLA E SOCIETÀ

* Socio fondatore Snadir, Teologo morale Professione IR Dicembre 2007 15

La domanda sulle origini resta, senzadubbio, uno degli interrogativi fonda-mentali dell�umanità.

Ne è prova il fatto che ogni cultura hasentito la necessità di narrare le originicome un momento essenziale per lacomprensione delle civiltà. Raccontarele origini è riconoscere che negli inizi ècelata una verità altra dalle spiegazionisul come sono andate le cose.

Parlare di creazione implica, sicura-mente, trovarsi di fronte una serie didomande del tipo: � Che significa creazione?� Che rapporto c�è tra creazione del

mondo e teoria dell�evoluzione?� Quali sono i problemi narrati nei miti

della creazione?� Quali sono i significati fondamentali

dei racconti biblici della creazione? La risposta a questi interrogativi

esige una trattazione pluridisciplinarecon il coinvolgimento di Materiecome la Religione, l�Italiano, la Storia ele Scienze, al fine di disegnare un per-corso di comprensione organico elineare.

1. Obiettivi culturali del modulo didatticoa) Chiarire la differenza fra ricer-che/ipotesi scientifiche e messaggiobiblico sulla creazioneb) Far comprendere agli allievi le spie-gazioni mitologiche sulle origini e ilrapporto con le religioni c) Fare acquisire una corretta edadeguata conoscenza in ordine al rap-porto tra Bibbia, miti e racconti delleoriginid) Aiutare gli allievi ad eliminare l�at-teggiamento di pregiudizio oggi diffu-

so, secondo il quale Bibbia e Scienzasono in contraddizione, la ricerca scien-tifica è in contrasto con la Religione el�evoluzionismo esclude la creazione.

2. Percorsi del moduloPercorso storico- letterario: Il docentedi lettere sviluppi il percorso focaliz-zando l�attenzione degli allievi sulleseguenti tematiche:- Rivisitazione dei concetti di �Homohabilis�, �homo erectus� �homo sa-piens�- Il mito: concetto e significato- I miti della creazione nella culturaegiziana, babilonese e mesopotamica:inquadramento generale- Studio, analisi e interpretazione deiseguenti miti: �Il poema babiloneseEnuma Elish; �L�Epopea di Gilga-mesh�; � Il mito di Pandora�; �Il mitodi Utanapishtim��. altroPercorso biblico-teologico: Il docentedi Religione sviluppi il percorso dandospazio alla trattazione dei seguentitemi:- Creazione e miti nella Bibbia - La riflessione teologica sulle origininel libro della Genesi- L�insegnamento della Chiesa sullacreazione- Studio, analisi e interpretazione deiprimi capitoli della Genesi: lacreazione del mondo, la creazione del-l�uomo e della donna, il peccato origi-nale, il diluvio universale- La creazione nell�Induismo, nell�e-braismo e nell�Islam- Il rapporto fra fede e scienza sullacreazionePercorso scientifico: I docenti di

La creazione e le origini della vita nella didattica modulare

RELIGIONE, ITALIANO, STORIA E SCIENZEIN DIALOGO ALLA RICERCA DEL

FONDAMENTO DELLE ORIGINI DELLA VITAdi Domenico Pisana*

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ATTUALITÀ, IDEE A CONFRONTO

Professione IR Dicembre 2007

Il 25 novembre 2007 è stata lagiornata mondiale per l�elimi-nazione della violenza sulle donne.

Due sono le iniziative di AmnestyInternational: �SCUOLE SICUREPER TUTTE LE BAMBINE� e un�APPELLO AL GOVERNO ITA-LIANO PER RATIFICARE LACONVENZIONE EUROPEASULLA TRATTA�.

Lo Snadir ha dato il proprio pienoconsenso a dette iniziative, sottoli-neando l�urgenza di esprimereimpegno per una problematica chesollecita le coscienze civili a mobi-litarsi contro ogni forma di violenzae ogni forma di offesa dei diritti edella dignità delle bambine, da unaparte, e contro qualunque forma ditratta di esseri umani, dall�altra.

E� importante che si alzino quantepiù voci possibili perché non si restiinsensibili nei confronti della

crescita di fenomeni di sfruttamen-to, commercio di organi, di servitù eschiavitù, di lavoro forzato e ditante altre espressioni cheoffendono tutti e non devono lascia-

re indifferente nessuno.Per questo lo Snadir fa sentire la

propria voce, attraverso una letteradel suo Segretario nazionale, prof.Orazio RUSCICA, inviata all�ono-revole Barbara POLLASTRINI,ministro dei diritti e delle pariopportunità, per sollecitare il gover-no italiano ad approvare un disegnodi legge che ratifichi la conven-zione del Consiglio d�Europa con-tro la tratta di esseri umani.

Pertanto, lo Snadir invita tutti gliinsegnanti della scuola italiana adinformarsi sull�iniziativa e ad aprirela propria coscienza, nonché a darela propria disponibilità a rispondereall�urgente appello di AmnestyInernational.

La segreteria nazionale Snadir

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Lo Snadir solidale con l�iniziativa di Amnesty International

�SCUOLE SICURE PER TUTTE LE BAMBINE�

Scienze e Fisica analizzinola problematica delle originichiarendo alcune tematicheessenziali:- Ipotesi scientifiche sulleorigini dell�universo, crea-zione e Bing Bang- L�esistenza di un Ente cre-atore nel pensiero dellaScienza: Galileo, Keplero,Newton, Lamarck, Ampère,Plank, Marconi, Einstein,Von Braun, Zichichi, etc..- La legge della relativitàgenerale di Einstein- Il rapporto tra religione escienza sulla creazione. Perché all�origine non solo la mate-ria o il big-bang iniziale?3. Durata, metodologia e strumenti di lavoro del percor-so modularePer la realizzazione dei tre percorsi modulari si prevedonon 5 ore di lezione per ogni disciplina coinvolta. La metodologia che sarà applicata nelle varie tappe si

snoderà in momenti diinsegnamento-apprendi-mento di alcune conoscenzeessenziali sul tema, inmomenti di lavoro in classea gruppi, in un momento didialogo-confronto con laeventuale compresenza deidocenti del modulo.Gli strumenti di lavoroprevedono l�analisi e lo stu-dio di testi letterari, docu-menti storici e fonti biblicheed extrabibliche.

4. Verifica del raggiungi-mento degli obiettivi del moduloCompletato il modulo, gli allievi saranno sottoposti a duetest per la verifica: Il primo specifico al percorso modulareeffettuato nella singola materia, il secondo in formapluridisciplinare con quesiti trasversali alle materie coin-volte nel modulo.

Domenico Pisana

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