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L’Italia tra Otto e Novecento 1882 Triplice Alleanza tra Germania, Austria e Italia 1896 Sconfitta dell’esercit o italiano ad Adua 1900 Uccisione del re d’Italia Umberto I 1903 Inizio dell’età giolittian a 1898 Il generale Bava Beccaris spara sulla folla a Milano L’Italia tra Otto e Novecento 1911-12 Guerra di Libia 1914 Prima guerra mondiale

L’Italia tra Otto e Novecento

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L’Italia tra Otto e Novecento. L’Italia tra Otto e Novecento. 1882 Triplice Alleanza tra Germania, Austria e Italia. 1898 Il generale Bava Beccaris spara sulla folla a Milano. 1903 Inizio dell’età giolittiana. 1914 Prima guerra mondiale. 1900 Uccisione del re d’Italia Umberto I. - PowerPoint PPT Presentation

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Page 1: L’Italia tra Otto e Novecento

L’Italia tra Otto e Novecento

1882Triplice Alleanza tra Germania, Austriae Italia

1896Sconfitta

dell’esercitoitaliano ad Adua

1900Uccisione del

re d’Italia Umberto I

1903Inizio dell’etàgiolittiana

1898Il generale BavaBeccaris spara sulla folla a Milano

L’Italia tra Otto e Novecento

1911-12Guerradi Libia

1914Prima guerramondiale

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Il Regno d’Italia, dopo l’unità, deve affrontare gravi problemi, tra cui lo scarso sviluppo dell’economia, la miseria diffusa e l’analfabetismo.

A partire dal 1876, i governi della Sinistra storica adottano una politica economica protezionistica e cercano di migliorare la condizione dei più poveri, diminuendo le imposte e allargando il diritto di voto.

I governi della Sinistra storica cercano inoltre di conquistare delle colonie in Africa, ma con scarso successo.

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1. La politica dalla Destra alla Sinistra storica

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La Destra, favorì il libero scambio, l’industrializzazione e risanò il bilancio dello Stato.

I primi governi dopo l’unità furono diretti dai liberali della Destra storica, che rappresentavano gli interessi dei proprietari terrieri e degli imprenditori agricoli del centro-nord.

Non risolse però il divario sociale ed economico tra il Nord e il Sud e aumentò le tasse indirette, che colpivano soprattutto la parte più debole della popolazione. La percentuale di analfabeti era altissima.

L’Italia tra Otto e Novecento

1. La politica dalla Destra alla Sinistra storica

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Alle elezioni del 1876 vince la Sinistra storica, un raggruppamento politico liberale, costituito soprattutto da industriali del nord e proprietari terrieri del sud. Agostino Depretis diventa capo del governo.

In campo sociale la Sinistra tenta di migliorare le condizioni delle classi più povere:

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1. La politica dalla Destra alla Sinistra storica

nuova legge sull’istruzione, l’obbligo scolastico è portato a tre anni di scuola elementare; allargamento del diritto di voto; abolizione della tassa sul macinato.

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Depretis e il trasformismo

Nelle elezioni del 1882 la destra, pur sconfitta, ottenne un buon risultato. Per avere una maggioranza più ampia, Depretis cercò l’appoggio dei deputati della destra, offrendo loro la possibilità di “trasformarsi”, passando dalla destra alla sinistra, anche solo su singoli provvedimenti: di qui, il nome di trasformismo dato a questo modo di fare politica.

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In politica estera la Sinistra abbandona l’alleanza con la Francia e la Gran Bretagna e nel 1882 aderisce alla Triplice alleanza con Germania e Austria. Depretis intraprende una politica colonialista.

Nel 1885 le truppe italiane conquistano Massaua, in Eritrea. In seguito cercano di spingersi verso l’Etiopia, ma nel 1887 vengono sconfitte a Dogali dalle truppe etiopi.

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1. La politica dalla Destra alla Sinistra storica

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Lo sviluppo economico e industriale è concentrato nel nord-ovest del Paese, fra Lombardia, Piemonte e Liguria.

I governi della Sinistra storica adottano provvedimenti per favorire le industrie italiane.

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2. Lo sviluppo industriale italiano

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Tra la fine dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento, la Sinistra adotta una serie di provvedimenti, tra i cui i dazi doganali sulle merci importate dall’estero, per sostenere le industrie del nord.

Lo sviluppo è sostenuto anche dalla fondazione, nel 1893, della Banca d’Italia, che emette la moneta e controlla le altre banche.

I settori industriali che si sviluppano maggiormente sono il tessile, l’agroalimentare, il siderurgico, l’idroelettrico e il meccanico. La maggior parte delle industrie si trova nel Nord del Paese, in particolare in quello che è stato chiamato il “triangolo industriale”, formato da Milano, Genova e Torino.

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2. Lo sviluppo industriale italiano

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Malgrado lo sviluppo economico, la maggioranza della popolazione continua a vivere in condizioni di povertà.

Questo perché lo sviluppo industriale coinvolge solo il nord-ovest del Paese, mentre il Meridione non ne è toccato.

Aumenta l’emigrazione: tra 1870 e 1910, 14 milioni di italiani abbandonano il Paese diretti soprattutto verso il nord e sud America.

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2. Lo sviluppo industriale italiano

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L’Italia tra Otto e Novecento

2. La Sinistra Storica

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Alla fine del secolo le condizioni di vita della popolazione italiana sono estremamente dure a causa della crisi economica.

I governi di questo periodo affrontano il disagio sociale reprimendo in modo violento e autoritario le manifestazioni popolari.

In questo clima di tensione viene assassinato il re Umberto I.

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3. Crisi e repressione militare

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Tra fine Otto e primo Novecento, la condizione dei lavoratori non migliora: orari di lavoro pesanti, paghe basse, nessun sostegno economico per la vecchiaia o in caso di malattia, nessun diritto di organizzarsi in associazioni.

I lavoratori incominciano a organizzarsi in movimenti di protesta. Si formano le prime organizzazioni sindacali e nel 1892 nasce il Partito socialista italiano, di ispirazione marxista.

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3. Crisi e repressione militare

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Di fronte alle proteste dei lavoratori, i governi della fine del secolo rifiutano ogni forma di dialogo. Particolarmente repressivo è il governo di Francesco Crispi, che nel 1894 giunge a proclamare lo stato d’assedio e a dichiarare illegali tutte le organizzazioni operaie.

Nel 1898 a Milano l’esercito spara sulla folla che manifesta contro l’aumento del prezzo del pane. Il 29 luglio 1900, a Monza il re Umberto I viene ucciso dall’anarchico Gaetano Bresci.

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3. Crisi e repressione militare

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Zanardelli

Durante il governo Crispi non mancarono le scelte coraggiose:

nel 1889 venne approvato un nuovo Codice Penale che entrò in vigore l’1 gennaio 1890.

Noto come Codice Zanardelli (dal nome del ministro della Giustizia in carica, Giuseppe Zanardelli), questo codice

abolì la pena di morte e consentì la libertà di sciopero.

Page 15: L’Italia tra Otto e Novecento

Un nuovo tentativo di espansione coloniale ai danni dell’Etiopia si conclude con la sconfitta dell’esercito italiano a Adua nel 1896. L’Italia rinuncia a ulteriori conquiste e mantiene le colonie dell’Eritrea e della Somalia.

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3. Crisi e repressione militare