Libro di testo L'ARCHITETTURA DEL RINASCIMENTO ITALIANO

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L'ARCHITETTURA DEL RINASCIMENTO ITALIANO. Peter MurrayCapitolo Primo. IL ROMANICO E IL GOTICO IN TOSCANA.L'architettura italiana stata influenzata dalla stessa storia d'Italia del Duecento e del Trecento, senza contare che in questo periodo l'Italia stessa un concetto astratto ancora. L'attuale Stato italiano durante tutto il Rinasciemento era costituito da numerose piccole potenze indipendenti estremamente individualistiche. Venezia, Firenze, Napoli, Milano e lo Stato pontificio erano grandi potenze, e questa frammentariet il motivo principale delle grandi differenze tra l'arte veneziana e quella fiorentina, differenze profonde. L'eredit dell'antichit classica fu il primo fattore e di gran lunga il pi importante nello sviluppo delle arti in tutta Italia e questa perennit della tradizione classica la caratteristica fondamentale della stessa arte italiana. Essa, combinata con altri due fattori operanti nel XIII secolo ( straordinaria espansione dei nuovi ordini religiosi e l'influenza della fioritura del Gotico in Francia, modello architettonico per il resto del mondo) origina l'architettura gotica italiana. I nuovi ordini religiosi basati sulla predicazione spinsero alla necessit di costruire molte chiese e di nuova tipologia, atta al contenimento di grandi folle di fedeli, che potessero ascoltare il predicatore o vedere le sacre rappresentazioni, spesso allestite. Duomo di Milano, 1386. Fu un progetto portato avanti da architetti francesi e tedeschi accanto a maestranze locali, rimanendo unico in Italia. Abbazia di Chiaravalle Milanese, 1135. E' uno dei primi esempi del tipo francese in territorio italiano, secondo il modello della casa-madre di Citeau, vicino Digione. E' ovvio che queste nuove tipologie cozzassero con il precedente assetto tipologico romanico italiano. Chiesa di S.Miniato a Firenze, 1090. Ha una facciata databile al 1090, la cui forma con archi a tutto sesto sostenuti da colonne e il timpano triangolare un chiaro richiamo all'architettura antica. Lo stile romanico evidente anche nell'effetto contrastante del marmo biancastro e quello verde scuro, quasi nero, nell'evidenziare le membrature architettoniche. Il contrasto tra questi due stili riscontrabile nella: Basilica di Assisi. Basilica Superiore, 1253. Consiste in un'unica navata molto ampia, ricoperta da una volta in muratura, il cui peso portato da costoloni che poggiano su colonne. L'assenza di navate laterali rende lo spazio unico aperto e ampio, con pochissima enfasi sul verticalismo dei padri francesi. Al posto delle grandi vetrate, troviamo qui spazi murari affrescati con un ciclo di 28 scene tratte dalla vita di San Francesco, traducendo il tutto in una realt orizzontalistica. La differenza tra architettura gotica francese e architettura gotica italiana: forma di ogni campata: rapporto tra larghezza, lunghezza e altezza degli spazi coperti da una sola volta costolonata, definita in pianta dalle basi delle 4 colonne portanti (Italia); molto larga la campata in rapporto allo spazio tra le colonne sull'asse longitudinale (Francia). La campata quadrata divenne un modello del Gotico Italiano per le prime chiese cistercensi. Abbazia di Fossanova a Roma, fine Duecento. Si attiene al modello della grande chiesa di Citeau: a croce latina terminante in un coro quadrato, con piccole cappelle quadrate laterali e una crociera quadrata, ma con una lunga navata centrale composta di campate rettangolari, notevolmente pi larghe che

lunghe, collegate con le campate delle navate laterali che sono a pianta quasi quadrata. Abbazia di Casamari a Roma, fine Duecento. La navata centrale coperta da volte in muratura sostenuta da sottili colonne con semicolonne addossate alla parete dell'arcata. Gli architetti italiani cercarono di risolvere il problema dello scarico dei pesi in un modo alternativo rispetto a quello francese, cercando di eliminare all'esterno archi rampanti e pinnacoli (contropesi) e inserendo quindi dei contrafforti appoggiati alle pareti, pi simili a pilastri classici che ad archi rampanti, conservando cos il gusto classico della semplicit delle linee. Abbazia di S.Galgano vicino Siena, 1218. Ne rimangono solo delle rovine. Si attiene fedelmente al modello dei cistercensi. La sua importanza risiede nella sua funzione di tramite delle loro concezioni in Toscana a ridosso della progettazione per eccellenza: Santa Maria Novella. Santa Maria Novella a Firenze, 1246. Prima chiesa veramente importante e indipendente in uno stile autenticamente italiano. Costruita per i domenicani ed eretta in parte a spese dello Stato fiorentino. La data oggetto di controversie ma certo che la costruzione procedette a rilento: inizia nel 1246; la prima navata non prima del 1279; la facciata non prima del 1310, completata nel 1470. L'interno e la pianta fanno di questa chiesa la pi importante del suo tempo. La scelta del tetto a volta in muratura invece di capriate scoperte dipese forse dall'effetto grandioso che ne sarebbe derivato, dalla nuova voga francese e dalle migliori qualit acustiche. L'interno della chiesa, vasto e spazioso, dominato da un senso di orizzontalit. L'elemento principale la campata a pianta quadrata fiancheggiata dalle campate molto pi lunghe che larghe delle navate laterali, equivalenti in larghezza circa alla met del quadrato centrale. Tra gli elementi per niente gotici: i due piani, di altezza all'incirca uguale, che creano un effetto ottico di ravvicinamento tra linea del tetto e quella del suolo; i capitelli e le semicolonne che sostengono gli archi delle arcate si avvicinano moltissimo ai modelli classici; l'effetto coloristico prodotto dall'uso della pietra serena grigia scura in contrasto con i muri intonacati di bianco che richiama la tradizione romanica. Santa Maria Novella rappresenta un compromesso tra i principi strutturali del gotico francese e l'equilibrio e l'armonia dell'eredit classica italiana. Chiesa di Santa Croce a Firenze, 1294. Edificio ambizioso francescano, fu progettato per rivaleggiare con S.Maria Novella dei domenicani. Gli stessi francescani erano aspramente divisi perch, mentre alcuni desideravano osservare la regola originale che raccomandava estrema povert, altri desideravano emulare i domenicani, non altrettanto vincolati dalla loro regola. I francescani riuscirono a procurarsi cospicue donazioni. L'attuale edificio fu iniziato nel 1294 o nel 1295, ma la costruzione fu eccezionalmente lenta e la consacrazione non ebbe luogo prima del 1442, per l'opposizione dei francescani osservanti. L'architetto Arnolfo di Cambio. L'attuale facciata completamente ottocentesca. Importanti caratteristiche sono: tetto a capriate scoperte, molto pi leggero di quello a volta in muratura, consentendo esili colonne e conferisce dunque una notevole ariosit all'ambiente; le campate delle navate centrale e laterali non sono a pianta quadrata: quelle laterali sono lunghe, quella centrale due volte pi larga che lunga.

Spiccata orizzontalit. Santa Maria del Fiore, o Duomo di Firenze, 1294. Il progetto base fu senz'altro di Arnolfo di Cambio. La chiesa avrebbe dovuto superare tutte le altre per ampiezza e imponenza: le spese furono addebitate alla Repubblica fiorentina. Era stato previsto un tetto a volta in muratura ed una grandissima cupola. Il progetto per sub una battuta d'arresto in seguito alla strage della grande peste del 1348. Il problema della copertura riemersa: una soluzione troppo grande per essere realizzata, finch Brunelleschi non lo risolse. La pianta del Duomo fu notevolmente rimaneggiata dal capomastro (dal 1351) Francesco Talenti, anche se la pianta minore viene attribuita ad Arnolfo di Cambio, che venne solo ampliata da Talenti. Arnolfo costru anche una parte della facciata originale e parte delle pareti laterali e progett uan cupola con cui coprire la crociera. Giotto, nominato capomastro nel 1334 non avendo preparazione architettonica, si limit a progettare il campanile, isolato come una torre accanto alla facciata. Il Duomo fu interamente sottoposto a modifiche nel corso del Trecento. Molte alterazioni furono apportate alla facciata del Talenti e numerosi progetti di ricostruzione furono avviati e abbandonati in vari momenti, finch, tra il 1876 e il 1886, Emilio De Fabris progett e costru l'attuale facciata neo-gotica. La pianta, nella sua forma attuale, consta di 4 campate centrali molto ampie con campate laterali larghe met delle campate centrali che, a loro volta, sono pi larghe che lunghe. Il tetto a volta in muratura che necessita solidissimi pilastri. Il corpo a tre navate sfocia in un ottagono fiancheggiato su tre lati da grande tribune di forma absidale. Pertanto, l'effetto complessivo dell'interno quello di un edificio ottagonale a pianta centrale con spazi che si dilatano dall'ottagono, fra i quali vi anche la navata centrale. L'idea interna ancora quella dell'ariosit spaziosa, delle forme classiche dei pilastri e dell'accentuata orizzontalit della cornice. Le caratteristiche dello stile romanico toscano sono chiaramente manifeste all'esterno, sia nell'uso di rivestiementi marmorei policromi che nella scelta di un ottagono a cupola sulla crociera che ha come evidente riferimento vicino il Battistero. E' difficile datare il Battistero di Firenze, forse risalente all'VIII secolo, ma sappiamo da fonti contemporanee che nel Trecento veniva tradizionalmente ritenuto un tempio di Marte adattato per uso cristiano. Il problema pi grosso fu coprire l'apertura di circa 43 metri di diametro del tamburo ottagonale; sappiamo dagli affreschi nel Cappellone degli Spagnoli a S.Maria Novella che almeno un progetto non ufficiale, in cui la cupola era leggermente a sesto acuto e senza tamburo, fu preparato intorno al 1367, ma in effetti non se ne fece nulla finch il problema, all'inizio del Quattrocento, non divenne urgente. L'apertura ottagonale del tamburo del Duomo era pronta gi nel 1412 o 1413, misurava 43 metri ed era a circa 60 metri da terra; era quindi impossibile costruire un'armatura di legno sufficientemente robusta da poter sostenere il peso della cupola. Non fu infatti possibile trovare tronchi abbastanza grandi da coprire l'apertura e, quand'anche si fosse riusciti a procurarsene, il peso del legname avrebbe spezzato la centina prim'ancora che le pietre fossero state poggiate su di essa. Il Romanico toscano fu essenziale ai fini dell'origine dell'architettura del Rinascimento italiano.

Capitolo Secondo. BRUNELLESCHI.Filippo Brunelleschi (1377-1446) ha la fama di essere stato il creatore dello stile rinascimentale, in realt, egli fu il primo a capire il sistema strutturale dell'architettura classica e ad attarne i princpi alle esigenze moderne. La Cupola del Duomo di Firenze. Nel 1418 i sovrintendenti alla fabbrica del Duomo di Firenze bandirono un concorso pubblico e nel 1420 sia Brunelleschi che Ghiberti, insieme ad un muratore, furono eletti provveditori alla costruzione della cupola.

La costruzione ebbe inizio il 7 agosto 1420 e fu completata il 1 agosto 1436, e dal 1425 Ghiberti fu estromesso dal progetto. Quando la costruzione ebbe inizio, i due problemi principali da affrontare furono quello dell'impossibilit di adoperare uan centina del tipo tradizionale e quello dell'esistenza, a complicare le cose, di un tamburo sopra l'ottagono. Non avendo questo tamburo sostegni esterni, qualsiasi peso su di esso avrebbe dovuto esercitare una spinta laterale minima. E' questo il motivo strutturale che condiziona la forma a sesto acuto della cupola. Il problema dei sostegni rese necessaria l'adozione di una cupola a sesto acuto, le cui spinte laterali sono molto inferiori a quelle esercitate da un emisfero a costoloni. Non rimaneva quindi che una soluzione: quella di costruire una cupola a sesto acuto in sezione sostenuta da costoloni con una intelaiatura intermedia della massima leggerezza. Vi sono otto costoloni maggiori che nascono dagli angoli dell'ottagono e sedici costoloni minori sistemati a coppie tra ogni paio di costoloni maggiori. L'ossatura completata da archi orizzontali che riuniscono i costoloni maggiori a quelli minori e assorbono le spinte laterali. La cupola a doppia calotta per preservarla da umidit e conferirle maggiore magnificienza. Gli otto costoloni maggiori sono chiaramente visibili dall'esterno, mentre i costoloni minori si possono vedere soltanto all'interno della doppia calotta, dove anche collocato il passaggio che conduce alla lanterna. Nella parte superiore Brunelleschi tent di alleggerire la calotta sostituendo alla pietra i mattoni. La soluzione del problema apparentemente insolubile della centina consistette nel costruire una cupola col procediemento dei corsi orizzontali; ogni corso veniva allineato sul precedente in maniera tale che fosse autoportante e sufficientemente robusto da sorreggere il lavoro che sarebbe stato eseguito sul corso successivo. Si pu osservare inoltre un disegno a spinapesce nei corsi in muratura. Quando la cupola fu terminata, i costoloni vennero a convergere verso un anello di circa 6 metri di diametro. E' curioso che, nonostante fosse stato necessario mantenere la cupola della massima leggerezza, le forze che agivano su quest'anello erano tali che gli stessi costoloni tendevano a piegarsi verso l'esterno sui propri fianchi e, quindi, spalancare l'anello. Per risolvere questo problema, la lanterna, avendo funzione di tappo, dovette essere relativamente pesante: ci spiega le dimensioni e l'elaboratezza dell'attuale lanterna. Come ultimo tocco decorativo al Duomo, tra il 1439 e il 1445, Brunelleschi costru al di sotto del tamburo 4 piccole esedre, che riflettono il cambiamento del suo stile intorno agli anni 1430. L'Ospedale degli Innocenti. Fu costruito tra il 1419 e il 1424 e considerato il primo brefotrofio del mondo, eretto a spese dell'Arte della Seta e degli Orafi. Dal punto di vista di Brunelleschi, la parte importante dell'edificio la loggia esterna, poich l'ospedale fu completato dai suoi seguaci, dato che lui era troppo impegnato alla costruzione della cupola, dovette abbandonare qualsiasi altro impegno.La loggia consta di una teoria di archi a tutto sesto, sormontati da un elemento orizzontale e da una volta, composta di piccole cupole sorrette dalle colonne e dalle mensole addossate alla parete dell'ospedale. Le campate, coperte con volte non a crociera, ma del tipo classico semplice, sono a pianta quadrata. Il profilo (la fronte interna) degli archi piatto e non a sezione triangolare. Ci dipende dal fatto che gli archi sono archivolti, vale a dire trabeazioni dell'antichit classica piegate a formare archi semicircolari. Colonne, capitelli e mensole sono tutti, ugualmente del tipo classico, mentre fra i capitelli e la base delle volte sono inseriti dei pulvini. Al di sopra degli archi a tutto sesto, corre una trabeazione sorretta alle estremit da grandi lesene; essa tuttavia si discosta radicalmente dai modelli classici alle estremit dell'edificio, dove l'architrave d'un tratto si curva verso terra. Chiesa di San Lorenzo a Firenze. E' la chiesa parrocchiale dei Medici, iniziata nel 1419. Trattandosi di un edificio monastico, erano necessarie molte cappelle.

La forma base una vasta croce latina con una crociera centrale a pianta quadrata, un coro a pianta quadrata con ai lati cappelle anch'esse a pianta quadrata, ma di dimensioni minori. Articol le cappelle intorno ai bracci del transetto e ottenne dieci cappelle all'estremit orientale, ed ogni singola cappella ha un rapporto proporzionale sia con il coro che con le navate. !!!L'unit base il quadrato della crociera. Esso ripetuto esattamente per formare il coro e i due bracci del transetto e la navata centrale ha la lunghezza di quattro quadrati. Le campate delle navate laterali sono rettangolari ed esattamente met della larghezza delle campate a pianta quadrata nella navata centrale. Gli angoli lasciati vuoti dalle cappelle furono utilizzati costruendo due sacrestie, dette la Sacrestia Vecchia e la Sacrestia Nuova. La Sacrestia Nuova fu costruita solo 100 anni dopo, mentre la Sacrestia Vecchia fu iniziata nel 1419, quando venne preparato il progetto per la ricostruzione della chiesa, e costruita con rapidit fra l'agosto del 1421 e il 1428. L'edificio nel suo insieme ha la forma di un cubo perfetto. Su un lato, la parete suddivisa in tre parti uguali e nella parete centrale si apre il vano di una piccola cappella con altare, anch'essa a pianta quadrata e coperta, come la Sacrestia, da una cupola emisferica. La Sacrestia Vecchia consta di due blocchi cubici correlati, pur se il vano minore non un vero e proprio cubo, essendone l'altezza condizionata da quella del vano maggiore. In sezione viene evidenziata la suddivisione della parete in tre zone orizzontali uguali, di cui le due inferiori sono le met inferiore e superiore della parete quadrata divisa dalla trabeazione. Essendo, inoltre, l'interno della cupola che copre la sacrestia emisferico, il suo raggio necessariamente pari alla met della larghezza della parete e quindi le tre zone uguali sono chiaramente visibili. La cupola sorretta da pennacchi, ossia triangoli sferici che partono dagli angoli della parete in modo da trasformare la pianta quadrata in un cerchio all'attacco della cupola. Le decorazioni sono ristrette a dei medaglioni sulle superfici curve dei pennacchi e lesene che sorreggono una trabeazione elaborata. La cupola, esternamente consiste in un alto tamburo coperto da un tetto conico a tegole, ma all'interno un emisfero del tipo classico puro, sebbene sostenuto da costoloni. Questo tipo di cupola, detto a padiglione verr usato fino al Cinquecento. La cupola illuminata da finestre aperte, all'esterno, nel tamburo e, all'interno, alla base degli spicchi formati dai costoloni. Il progetto fu completato nel 1446. Nella revisione del 1440 furono apportate modifiche, dettate dall'esigenza di nuove cappelle, che furono ricavate abbattendo il muro esterno delle navate laterali che vennero ampliate in modo da formare spazi rettangolari dalla superficie pari alla met di quella delle campate delle navate laterali a pianta quadrata che, a loro volta, hanno una superficie pari a un quarto della superficie dell'unit a pianta quadrata della crociera. Chiesa di S.Spirito a Firenze. Analoga alla precedente, essa per adotta risoluzioni ai problemi irrisolti nella precedente opera. Una di queste difficolt riscontrabile nell'uso dei pulvini fra capitelli e imposte delle arcate della navata mediana e dipende dal fatto che le volte la cupola delle navate laterali sono sorrette, da un lato, da lesene e, dall'altro, dalle colonne della navata mediana. Lesene e colonne devono essere della stessa altezza, ma essendo il pavimento all'ingresso delle cappelle rialzato, le lesene partono da un piano pi alto rispetto alle colonne e quindi rimane uno spazio fra il vertice della colonna e l'imposta dell'arco. Le differenze stilistiche riscontrate in questa chiesa sono derivanti dal cambiamento stilistico dello stesso Brunelleschi verso il 1435. Sorge nel povero quartiere d'Oltrarno al posto di una chiesa che vi esisteva fin dalla met del Duecento.

Il progetto fu disegnato per la ricostruzione e fu approvato da una Commissione nel 1434 e la prima pietra fu posta nel 1436. Ma fu fatto molto poco e 10 anni dopo Brunelleschi mor, avendo eretto solo la prima colonna e la chiesa fu completata solo nel 1482. Nella facciata vi sarebbero dovute essere 4 porte e non 3, come le attuali. Il sistema delle campate con volta a cupola delle navate laterali che corre tutt'intorno all'estremit orientale della chiesa avrebbe dovuto proseguire dietro alla parete occidentale di modo che ogni porta sarebbe venuta ad aprirsi in una delle piccole campate a pianta quadrata, e la linea esterna della chiesa avrebbe dovuto assumere una forma insolita con le pareti semicircolari delle cappelle laterali espresse in curve convesse all'esterno invece di essere riempite in modo da formare una parete piana, come attualmente. Le nicchie semicircolari delle cappelle vengono ripetute come contro-curve nelle semicolonne all'ingresso delle cappelle stesse, che a loro volta corrispondono direttamente alle colonne della navata centrale. Le proporzioni all'interno della chiesa sono compiutamente svolte: il rapporto tra l'altezza dell'arco e quella del piano sovrastante (che sono uguali). Le campate delle navate laterali hanno volte a cupola, mentre il soffitto della navata centrale piatto e a finti cassettoni; ma le campate delle navate laterali qui sono alte e larghe la met delle campate della navata centrale, con rapporto 1 a 2. Lo stupendo effetto spaziale creato dal grande anello di colonne che si sviluppa lungo l'intera chiesa ammirabile solo all'interno. La Cappella Pazzi. E' una delle sue opere pi famose: il Capitolo del convento attiguo alla chiesa di S.Croce, un piccolo edificio eretto nel chiostro nel 1430 o 1433. L'edificio rimase incompiuto per 40 anni. Lo schema planimetrico un quadrato centrale coperto da una cupola e con un lato aperto per dar luogo al coro, anch'esso quadrato ma di dimensioni minori. Il quadrato del coro compensato da un atrio quadrato che si dilata sui due lati in corrispondenza con le estensioni laterali, che accennano a due bracci di transetto, attigue allo spazio centrale. La facciata solleva un problema: piccola e di scarso effetto artistico sia nel particolare che nel senso delle proporzioni, pur se nella parte inferiore consiste di colonne splendide nella loro gravit che sorreggono la volta a botte dell'interno dell'atrio, ha un'imponenza e una classicit estrema. La Rotonda degli Angeli a Firenze. Opera iniziata nel 1434 e abbandonata incompiuta nel 1437. Lo schema il primo vero schema centrale del Quattrocento e consta di un ottagono coperto da una cupola centrale circondato da cappelle radiali che ne spalancano i lati. Qui le forme sono concepite come solide masse scolpite avvolte d'aria.

Capitolo Terzo. ALBERTI.Leon Battista Alberti, nato a Genova, probabilmente nel 1404, ricevette uneccellente educazione, prima allUniversit di Padova (greco e latino) e, in seguito, allUniversit di Bologna (diritto). Intorno al 1428, egli ritorn a Firenze insieme alla famiglia; qui incontr Brunelleschi e forse anche Donatello e Ghiberti. Dopo aver presi gli ordini minori, entr a far parte dellamministrazione pontificia. Dopo il 1430, stabilitosi a Roma, inizi i suoi studi sulle rovine dellantichit classica, soprattutto con interesse alla comprensione del loro sistema strutturale. Fu il primo teorico della nuova arte umanistica e dallo studio delle rovine classiche si propose di desumere quelle che egli considerava le leggi immutabili che governano le arti.

Scrisse tre trattati: - De Pictura: delinea le basi teoriche della pittura, dedicando lopera a Brunelleschi, Donatello, Ghiberti, Luca della Robbia e Masaccio; mostra linteresse dellAlberti per la proporzione e la prospettiva. - De re edificatoria: si ispir allopera del Vitruvio. Lo scopo fu quello di scrivere i principi fondamentali dellarchitettura. Alberti svilupp la prima coerente teoria delluso dei cinque ordini dai tempi classici. Elabor un progetto per il piano della citt e per una serie di case adatte alle diverse classi. Svolse anche una coerente teoria della bellezza e dellornato in architettura fondata essenzialmente su un sistema matematico di proporzioni armoniche, poich egli definisce la bellezza come unarmonia ed una concordia di tutte le parti, a cui non potrebbe essere aggiunto o sottratto alcunch senza guastarla. Questa bellezza, in modo alquanto illogico, pu essere migliorata dallornato che viene sovrapposto alla proporzione armonica. Lornamento principale per lui la colonna, ed quindi evidente che egli ignorava la natura funzionale della colonna nellarchitettura greca, considerandola semplice ornamento della parete portante. Palazzo Rucellai a Firenze. Iniziato dopo il 1446, il primo coerente tentativo di applicare gli ordini classici alla facciata di un palazzo e perch lintero edificio assume un aspetto pi consapevolmente antico. E una costruzione raffinatamente elaborata per la variet della sua trama compositiva e per alcuni sottili accorgimenti con cui viene dato risalto alle campate principali. Ha due porte disposte in modo che la facciata possa essere letta AABAABAA. Le campate in cui sono collocate le porte sono leggermente pi ampie delle altre e contrassegnate dagli stemmi elegantemente scolpiti al di sopra delle finestre del primo piano. Il ritmo alterno complesso a causa dellinnovazione degli ordini adoperati per suddividere ledificio sia orizzontalmente che verticalmente. La suddivisione orizzontale ottenuta mediante trabeazioni finemente decorate, in cui i motivi decorativi formali di un corretto ordine classico vengono sostituiti dalle armi dei Rucellai. Ogni cornice funge da davanzale delle finestre. Queste suddivisioni orizzontali vengono sorrette da lesene correttamente proporzionate e lintero schema chiaramente desunto dal Colosseo. Il pianterreno ha lesene di tipo tuscanico, il piano nobile di tipo corinzio di forma alquanto ricca, e lultimo piano di tipo corinzio pi semplice e pi corretto. Al pianterreno viene data laltezza necessaria in base alle lesene, che sono basse e pesanti, mediante laggiunta dello zoccolo di notevole dimensioni a forma di lungo sedile dallo schienale in muratura in cui scolpito un reticolato a rombi ad imitazione dellopus reticolatum romano. Usando le lesene come elemento principale dellintera facciata, gli era precluso adoperare il bugnato. Leffetto di ricca tessitura raggiunto mediante il contrasto ottenuto dalle scanalature del bugnato nelle superfici murarie principali, dalle marcate scanalature dei contorni delle finestre a tutto sesto e dagli ulteriori contrasti creati dalle lesene lisce e dallopus reticolatum che funge da basamento (era oltretutto lequivalente della moderna tecnica del cemento armato). Il cornicione risulta altissimo, commisurato allordine dellultimo piano, ma gli diede un fortissimo aggetto e fece poggiare le parti sporgenti su una serie di mensole classiche inserite nel fregio: lo spettatore che guarda il palazzo dal livello della strada pu considerare il cornicione come parte organica a un tempo dellultimo piano e delledificio nel suo complesso. Tempio Malatestiano a Rimini. Questa chiesa che egli costru per Sigismondo Malatesta, tiranno di Rimini, era unantica chiesa dedicata a S.Francesco. Fu ricostruita dopo il 1446 da Sigismondo che intendeva trasformarla in un mausoleo per s, la moglie Isotta e i membri della sua corte. Limportanza di questo tempio sta nel fatto che il primo esemplare moderno in cui

viene data una soluzione classica al problema presentato dalla facciata occidentale di una normale chiesa cristiana: ossia, unalta navata centrale affiancata da navate laterali pi basse, coperte da tetto a spiovente. La forma alquanto scomoda che ne derivava non era una forma classica comune, poich il tempio classico tradizionale constava di un portico che precedeva una cella unica. Il fine cos palese del tempio Malatestiano di celebrare la gloria di un principe terreno potrebbe avere suggerito la soluzione adottata, ossia la trasformazione delloriginaria parete terminale occidentale della chiesa in una struttura fondata sulla tipologia dellarco trionfale classico, cos da esprimere allingresso della chiesa lidea della vittoria sulla morte. Bisognava per risolvere il problema della maggiore altezza della navata centrale e poich gli archi trionfali sono invariabilmente a un piano unico, tuttal pi sovrastato da un attico, bisognava ricorrere a qualche altra forma e adattarla alla parte superiore delledificio. Ledificio rimase incompiuto e linterno conserva una struttura prevalentemente gotica, ma possibile cogliere le intenzioni dellAlberti dal frammento che esiste e da una medaglia coniata da Matteo de Pasti (laiuto dellAlberti a Rimini) intorno al 1450. In una lettera a Matteo de Pasti del 18 novembre 1454, lAlberti spiega alcune delle sue idee, fornisce la conferma che egli intendeva costruire unampissima cupola, emisferica come quella del Pantheon, ma sorretta da costoloni come la Cupola del Duomo di Brunelleschi. La soluzione proposta per la parte superiore della facciata prevedeva la reiterazione dellampio vano ad arco sopra lingresso, in cui sarebbe stata inserita una finestra fiancheggiata da colonne o lesene, le cui basi sono visibili nelledificio esistente. Il tetto delle navate laterali doveva essere nascosto da bassi semitimpani curvi con motivi decorativi. Questo sistema generale, caratterizzato dalluso dei due ordini sovrapposti al centro, divent una delle forme pi comuni dellarchitettura religiosa occidentale. Per quante classiciste fossero le intenzioni dellAlberti, il tempio Malatestiano nei particolari riprende forme pi vicine al gotico veneziano che allantichit romana. Ci dipende probabilmente dal fatto che Alberti progettava ledificio per corrispondenza e Matteo e le maestranze edili locali adoperavano gli apparati decorativi settentrionali con cui avevano maggior dimestichezza. Facciata della chiesa di Santa Maria Novella a Firenze. Fu realizzata tra il 1458 e il 1470. Il progetto era condizionato dal preesistente edificio e, in questo caso, stata avanzata lipotesi secondo cui Alberti si sarebbe avvalso di alcune delle forme gotiche delle parti pi antiche delledificio e avrebbe inteso giungere ad un compromesso con lo stile pi antico. Alberti divide lo spazio in modo tale che laltezza delledificio sia pari alla sua larghezza, formando cos un unico vasto quadrato, a sua volta suddiviso a met della sua altezza dalla base delle volute con cui nasconde il tetto spiovente delle navate laterali. La parte inferiore, divisa in due dal portale, forma due quadrati, ciascuno dei quali ha una superficie pari a un quarto di quella del quadrato grande. Il piano superiore che nasconde la parte terminale della navata centrale e che sormontato da un timpano triangolare classico ha esattamente le stesse misure dei due quadrati della parte inferiore. Chiesa di San Sebastiano a Mantova. A croce greca, fu iniziata nel 1460, ma rimase incompiuta alla morte dellAlberti, nel 1460. Lattuale edificio il risultato di un fedele restauro. Secondo Wittkower, la chiesa sarebbe dovuta essere eretta su unalta scalinata con sei lesene che sorreggono una trabeazione. La pianta manifestava lidea dellAlberti che la pianta centrale fosse simbolo di perfezione divina. Chiesa di SantAndrea a Mantova. A croce latina, fu progettata due anni prima della morte dellAlberti, ma la costruzione inizi nel 1472 e le idee albertiane furono realizzate da un aiuto. Gran parte della

chiesa fu terminata soltanto nel Settecento e laspetto attuale della facciata non corrisponde alle intenzioni dellAlberti se non fino al frontone. Non vi sono qui navate laterali, ma una successione di spazi maggiori e minori alternatisi che si aprono ad angolo retto sulla navata centrale. Gli spazi maggiori sono adibiti a cappelle e, stando nella navata centrale, allo spettatore si presentano due direzioni assiali: luno consistente in un ritmo di spazi minore-maggiore-minore che corre lateralmente lungo le pareti della navata centrale, e laltra longitudinalmente verso lestremit orientale, data dallaspetto a galleria della navata centrale stessa. La navata di S.Andrea, molto buia, sorregge una volta a botte a cassettoni dipinti, larga circa 17m. Poich limmenso peso di questa volta doveva essere necessariamente sorretto da grandissimi sostegni, Alberti ricorse ad enormi piloni, che potevano essere scavati per formare allo stesso tempo vani ad angolo retto con gli assi principali. Cos i massicci piloni possono essere scavati in modo tale da formare gli spazi minori e maggiori delle cappelle senza che venga indebolita la loro resistenza alla spinta della volta. Questo tipo di pianta a croce latina, con la sua alternanza ritmica e la possibilit di usare un tetto a volta in muratura, fu largamente copiato successivamente. La facciata mostra la capacit dellAlberti di modificare il sistema interno e ripeterlo allesterno, mediante una di un arco trionfale classico con la fronte di un tempio classico. La facciata formata da quattro grandi lesene poste su alte basi, coronate da un basso frontone triangolare; larco trionfale consta dellampia apertura a tutto sesto immediatamente al di sotto del frontone, fiancheggiata da lesene sormontate da una propria trabeazione che scorre dietro le quattro lesene principali. Larco a sua volta termina in una piccola porta a pianterreno aperta fra due lesene, seguita da unampia apertura a tutto sesto e, quindi, dalla ripetizione della piccola porta. Viene ripreso il ritmo alterno di cappelle maggiori e cappelle minori, elemento costruttivo base dellinterno.

Capitolo Quarto. L ARCHITETTURA DEI PALAZZI A FIRENZE, VENEZIA E ALTROVE.

Firenze.

Levoluzione della societ italiana fu molto diversa da quella del resto dellEuropa: la societ era imperniata in parte sulla chiesa, in parte sulle citt che avevano avuto un precoce sviluppo. Le citt fondate dai romani continuavano a essere i centri pi importanti del paese. Lascesa delle classi mercantili fu particolarmente evidente in alcune delle citt pi grandi come Firenze (divisa tra Guelfi e Ghibellini), che nel Quattrocento assunse la direzione economica del paese. Nel 1250 fu instaurata una nuova repubblica fiorentina e nel 1293 furono redatte le Ordinanze di giustizia, una specie di costituzione repubblicana. Il potere politico veniva conferito alle grandi corporazioni o Arti (in tutto 21). Le Arti poi si dividevano in: Arti Maggiori (7), che detenevano il potere politico ed economico, e Arti Minori (14). Nel Quattrocento ogni grande impresa commerciale apparteneva ad una famiglia fiorentina; a questa ristretta cerchia di potentissima si opponeva una grande massa di popolazione, il popolo minuto, che non esercitava alcun potere. Allora, moltissime dimore di famiglie agiate tendevano a diventare semi-fortezze e questa tendenza si accentu per il fatto che ogni famiglia abitava sopra i locali in cui svolgeva i propri affari. Di conseguenza, il mercante fiorentino preferiva costruire palazzi ad un tempo ufficio e magazzino. Ci che conferisce importanza al palazzo fiorentino laver fissato un tipo architettonico, tra la fine del Trecento e linizio del Quattrocento.

Palazzo Vecchio o della Signoria a Firenze. Era il municipio, risale agli anni fra il 1298 e il 1340, con modifiche ed aggiunte riferibili a un periodo successivo. Il disegno attribuito ad Arnolfo di Cambio. Esternamente presenta laspetto di fortezza e presenta una torre campanaria, poich la campana a martello era un mezzo ufficiale che doveva dare lallarme o per richiamare a raccolta i cittadini. Il Bargello a Firenze. Iniziato nel 1255, era la residenza ufficiale del podest. Esternamente presenta laspetto di fortezza e presenta una torre campanaria, poich la campana a martello era un mezzo ufficiale che doveva dare lallarme o per richiamare a raccolta i cittadini. Lo schema semplice: a bugne rustiche, con bifore inscritte in un arco a sesto acuto e separate da una colonnina, con una semplice cornice marcapiano. Le finestre al pianterreno sono piccole e alte da terra e lo schema del palazzo quello di un rettangolo che racchiude un cortile centrale, a pianta quadrata, che serve a dar luce e aria e che di solito anche munito di pozzo, che consente alledificio, in caso di tumulti durevoli, di disporre del proprio fabbisogno dacqua, mentre le finestre esterne possono essere chiuse e sbarrate. Palazzo Davanzati a Firenze. Oggi sede del museo della Casa fiorentina, la sua costruzione risale al tardo Trecento. La sua derivazione dal modello classico palese perch consiste di un vasto pianterreno occupato da locali destinati a negozi e magazzini, mentre nei piani superiori si trovano gli ambienti destinati ad abitazione. Si innalza su una superficie limitata, ha un cortile con il solo spazio per le scale e unampia loggia allultimo piano. Ledificio consta di cinque piani, compresa la loggia; laltezza dei primi quattro va riducendosi salendo, cos da creare una proporzione graduata fra ciascun piano, essendo il pianterreno non soltanto pi alto, ma anche messo in risalto dal bugnato rustico che gli conferisce unaria di maggiore compattezza. Le tre grandi porte dei magazzini, inscritte in archi a sesto leggermente acuto, sono sistemate simmetricamente con finestrelle sovrapposte nellammezzato. Gli altri tre piani hanno cinque finestre disposte simmetricamente sopra le tre grandi aperture del pianterreno, ed era in queste stanze che la famiglia abitava. Il primo piano, o piano nobile, il pi comodo, essendo per la sua altezza al riparo dai rumori e dalla polvere della strada e meno caldo del piano sotto il tetto. Questo il motivo per cui veniva chiamato piano nobile e vi venivano sempre sistemati i principali saloni di rappresentazione e gli appartamenti del capo famiglia. Il secondo piano veniva di solito occupato dai bambini e da membri meno importanti della famiglia, mentre lultimo piano, caldo destate e freddo dinverno, era destinato alla servit. La grande crisi politica del 1433 culmin nellespulsione da Firenze di Cosimo de Medici e della su famiglia, ma a causa della fuga di capitali da Firenze, fu necessario revocare il bando desilio e nel 1434, Cosimo de Medici rientr a Firenze per diventare leffettivo signore durante i successivi trentanni. Uno dei risultati del lungo governo, cui succedettero il figlio e il nipote fin quasi alla fine del secolo, fu che a partire dal 1434 circa molte famiglie furono in grado di spendere nella costruzione di eleganti palazzi soldi ed energie. Palazzo Medici a Firenze. La costruzione ebbe inizio nel 1444 e fu terminata nel 1459 circa, ad opera di Michelozzo Michelozzi. Allesterno le uniche modifiche di rilievo apportate in epoche successive sono la chiusura delle arcate degli angeli mediante finestre, disegnate da Michelangelo allinizio del Cinquecento, e lenorme ampliamento del palazzo lungo via Larga, realizzato quando fu acquistato dai Riccardi allinizio del Settecento. Non presenta innovazioni. I piani costituenti sono tre, coronati da un enorme cornicione classico, che ha lo scopo

di gettare ombre sulle pareti quando vi batte il sole. Il cornicione di palazzo Medici di forma classica, poich poggia su una trabeazione classica ed proporzionato allaltezza dellintero palazzo. E alto circa 3m, mentre le pareti del palazzo hanno unaltezza di 25m. Ci significa che la sporgenza del cornicione deve essere controbilanciata assicurando, mediante solidi incastri, i blocchi al tetto, per ottenere ci che architetti posteriori avrebbero considerato un solecismo architettonico, essendo il cornicione privo di architrave o fregio su cui poggiare e di colonne che lo accompagnassero. Inoltre, laltezza e la sporgenza del cornicione sono commisurate allintera altezza del palazzo e non a quella dei singoli piani, con il risultato che lultimo piano, preso a s, ne risulta alquanto schiacciato. Il pianterreno ha ampie arcate contornate da conci dalle connessure fortemente marcate, linterno e lesterno delle quali sono concentrici e non, leggermente a sesto acuto. Queste arcate a tutto sesto sono collocate simmetricamente in una parete rivestita da un pesante bugnato rustico, il cui aspetto irregolare conferisce al pianterreno un carattere particolarmente grezzo. Fra il pianterreno e il piano nobile corre una piccola cornice marcapiano a guisa di un modiglione classico, che serve anche da davanzale per le finestre del piano nobile. Queste finestre, come le arcate del pianterreno, sono sistemate simmetricamente, ma non sono correlate, di modo che i centri delle finestre del piano nobile non corrispondono alle arcate sottostanti. Le finestre sono contornate da conci molto simili a quelli del pianterreno, ma il vano diviso in due luci da ununica colonnina sormontata da archi a tutto sesto. Il piano nobile nel suo insieme pi piccolo del pianterreno e se ne discosta fortemente per il bugnato del paramento non pi a bugne grezze, ma con semplici scanalature lungo i giunti. Lultimo piano identico al piano nobile salvo che ha superfici completamente levigate, di modo che vi una marcata gradazione nel rivestimento dalluno allaltro piano, con leffetto ottico di far sembrare il palazzo molto pi grande di quanto non sia in realt. La sistemazione dellinterno simile allesterno in quanto consiste nella rielaborazione di un tipo tradizionale con attenzione a simmetria e proporzioni. Lo schema base delledificio un quadrato intorno a un vasto cortile centrale aperto che a pianterreno forma unarcata a giorno molto simile al chiostro di un monastero. La pianta quasi simmetrica, con il portone principale al centro del fronte che immette, attraverso un lungo atrio a galleria, nellasse centrale del cortile. Le divergenze nella simmetria appaiono sulla pianta, dove evidente che la parte terminale del cortile pi larga degli altri lati e che la sistemazione degli ambienti non affatto simmetrica sugli assi. Il cortile interno non altro che la facciata dellOspedale degli Innocenti piegata a formare un quadrato vuoto al centro. Palazzo Pitti a Firenze. Il suo aspetto attuale risale al XVI e al XVII secolo. Originariamente constava di sette campate (le sette campate centrali dellattuale facciata) e la sua costruzione sarebbe stata iniziata per carico di Luca Pitti dopo la met del secolo. Si attribuisce lopera sia a Brunelleschi che allAlberti, ma, nonostante la costruzione sia di scala magnifica, la costruzione dovrebbe essere cominciata non prima del 1458, dodici anni dopo la morte del Brunelleschi, ma tuttavia lo stile non confacente a quello dellAlberti; per cui chiunque sia lautore si pensa che non abbia costruito altro. Palazzo Pazzi-Quaratesi a Firenze. Viene collegato al nome di Brunelleschi, ma il bugnato rustico del pianterreno e lo schema generale del palazzo ne riflettono lo stile in termini molto generici. Daltro canto, gran parte della costruzione sembra risalire agli anni 1462-70, mentre lapparato decorativo scolpito pu essere attribuito a Giuliano e a Benedetto da Maiano. Palazzo Gondi a Firenze. Fu iniziato nel 1490 e ultimato nel 1498. E opera di Giuliano da Sangallo (1443-1516). Di grandi dimensioni, ma semplice nello stile, la sua caratteristica architettonica di maggior interesse la trasformazione delle bugne rozzamente sbozzate in bugne dalla superficie arrotondata, pi o meno della stessa misura e collocate ad intervalli

regolari. Questa tendenza a livellare le ruvidezze ulteriormente accentuata dai disegni introdotti sulla superficie muraria del primo piano in forma di piccole croci fra le finestre o dal disegno che formano i conci nel contorno dei portali a pianterreno. Palazzo Strozzi a Firenze. Di dimensioni ampissime, anche questa costruzione presenta luso delle bugne arrotondate, con uso esteso a tutta laltezza della facciata. Anchesso opera di Giuliano da sangallo, fu iniziato nel 1489 e limmenso cornicione fu progettato dal Cronaca prima del 1504, sebbene il palazzo fu terminato nel suo insieme prima del 1536.

Pienza.

Divenuto papa col nome di Pio II nel 1458, lumanista Enea Silvio Piccolomini cominci a ristrutturare il suo borgo natio, che dal suo nome ribattezz Pienza. Elevata a rango di citt, Pio II si accinse a realizzare un complesso urbanistico mirabile durante il suo pontificato. Lui stesso sovrintese al progetto, che fu eseguito dallarchitetto fiorentino Bernardo Rossellino. Costruirono un complesso, basato sulla centralit della Cattedrale: Canonica, Palazzo Vescovile, Palazzo dei Priori, Palazzo Ammannati, Palazzo Piccolomini, San Francesco. Palazzo Piccolomini a Pienza. Esso fu deliberatamente situato in modo da essere in relazione con la Cattedrale. La fronte sul giardino a sud, si affaccia verso la veduta sul monte Amiata. Proprio in questo fronte lo stile simmetrico e classicista tipico dellAlberti si discosta dal modello, introducendo invece un loggiato a tre ordini prospiciente il giardino e le montagne sullo sfondo.

Roma.

Roma nella prima met del quattrocento aveva scarsa importanza politica e artistica. Quindi, furono eretti solo due edifici di rilievo, in cui si nota linfluenza dellAlberti, nonostante non si possa affermarne lappartenza vera e propria. Palazzo Venezia a Roma. Il cortile incompiuto del palazzo risale agli anni 1467-71 ed il primo importante edificio civile dopo un lungo periodo. Offre una soluzione al problema sollevato da Alberti riguardo agli angoli del cortile. Gli archi della loggia non sono sorretti da singole colonnine, bens da solidi pilastri, con semicolonne addossate collocate su alte basi, adoperate come elemento decorativo piuttosto che strutturale come nei due prototipi romani. Ci offre il vantaggio di conferire agli angoli, mediante la forma a L dei pilastri, un aspetto di maggiore solidit, oltre a consentire una migliore distribuzione delle colonne, poich le loro proporzioni possono essere adattate alle basi sottostanti. Palazzo della Cancelleria a Roma. E un enorme palazzo iniziato per il cardinale Riario e successivamente occupato dalla Cancelleria apostolica. Costituisce uno dei pi grandi misteri dellarchitettura italiana. Sembra sia stato progettato e compiuto fra il 1486 e il 1496. E su scala gigantesca e denota linfluenza dellAlberti, sebbene non possa materialmente essere opera sua perch mor prima dellinizio della costruzione. La tradizione lo attribuisce a Bramante per leleganza, ma questi non si era ancora recato a Roma. La lunghissima facciata consiste di un alto basamento su cui si innalzano due piani, scanditi da un ritmo binario di lesene. La suddivisione orizzontale in tre parti semplice e lineare grazie allomissione delle lesene al pianterreno. Il bugnato e le finestre relativamente piccole del pianterreno formano un imponente basamento su

cui poggiano i due piani superiori, anchessi rivestiti in bugnato, ma trattati in maniera diversa. Il piano nobile ha finestre pi imponenti, mentre lultimo piano ha due finestre in ogni campata, invece dellunica grande finestra del piano sottostante. La grande massa muraria spezzata sia verticalmente che orizzontalmente alle estremit della facciata da sporgenze, che per mancano della profondit necessaria a renderle pienamente efficaci. Larticolazione orizzontale efficace e studiata. Qui il ritmo della facciata si fa pi complesso per lalternarsi di una campata stretta priva di finestre racchiusa fra lesene binate e di una campata pi ampia con finestra e il ritmo ABABAB. I davanzali delle finestre e le basi delle lesene sono mantenuti distinti dalla cornice dellordine sottostante. Lintroduzione di campate larghe e campate strette porta a un nuovo tipo di proporzione: quella irrazionale della SEZIONE AUREA. Cos, per esempio, la larghezza di unintera unit di 4 lesene sta alla sua altezza come laltezza di una delle finestre principali sta alla sua larghezza, e la stessa proporzione regola la larghezza delle campate pi strette e di quelle pi larghe. La facciata sul cortile direttamente esemplificata sul tipo di prospetto del Colosseo, con colonne nei piani inferiori e lesene allultimo piano. Presenta un duplice ordine di loggiati sostenuti da colonne, mentre il terzo piano presenta una variante sostituendo le lesene binate con lesene singole, che danno al ritmo interno un andamento AAA.

Urbino.

Palazzo Ducale a Urbino. Fu costruito in gran parte intorno al 1460 per Federico da Montefeltro, duca di Urbino. Anche questa costruzione presenta problemi di attribuzione e datazione, anche se alcune parti, le pi importanti sono certamente state realizzate da Luciano Laurana (di cui si sa poco, solo che si rec a Urbino dal 1465-66 e mor a Pesaro nel 1479). Il cortile, maggior titolo di gloria del palazzo, pu essere datato tra il 1465 e il 1479, ragionevole supporre che sia, insieme alla facciata, opera del Laurana. Fu probabilmente terminato da Francesco di Giorgio ma nessuno sa chi lo avesse iniziato. Lunico documento certo risale al 1468, in cui Federico da Montefeltro parla di Laurana come architetto capo. Anche qui si tenne conto della stupenda vista e sul fianco pi ripido furono innalzate 2 alta torri cilindriche che racchiudono 3 archi a tutto sesto, che formano su ognuno dei 3 piani una loggia che si apre sulle montagne. La fronte dei torricini pu essere esemplificata sul tipo dellarco trionfale. Le parti pi significative del palazzo attuale sono cortile e facciata in cui si apre lingresso principale, sebbene linterno delledificio con ampie sale nude, camini raffinatamente scolpiti, porte ornate di intarsi, sia uno dei pi belli pervenutici. Il Palazzo oggi ospita la Galleria Nazionale delle Marche e una collezione di dipinti. La facciata del Palazzo vista dalla piazza principale deludente: crivellata da piccoli fori destinati ai pali delle impalcature, con alcune delle finestre principali murate e alcuni dei portali dalle dimensioni ridotte, in quanto essa chiaramente incompleta. La facciata dingresso principale ha 3 porte e 4 finestre principali ed totalmente diversa dallaltra sia nelle dimensioni che nella disposizione delle finestre; sullaltro fronte principale abbiamo finestre ad arco tondo e alcune bifore. La facciata principale disposta con estrema perizia. Il basamento a bugnato con lesene agli spigoli ha 3 ampi portali architravati alternati a finestre architravate. Nel piano nobile si aprono 4 finestre, di tipo simile ai portali, fiancheggiate da lesene sovrastate da trabeazioni orizzontali fortemente modellate che fungono da modanature sporgenti sopra le finestre. Sopra questo piano, larchitetto deve aver progettato un attico, ma allo stato attuale possiamo solo immaginarlo. La disposizione consueta delle 4 finestre principali, collocate tra i 3 grandi portali, crea un ritmo a zig-zag: il vano della finestra posto in corrispondenza della campata

rivestita di bugnato e il vano della porta sistemato tra le due finestre. La forma rettangolare delle finestre qualcosa di innovativo rispetto allo stile fiorentino. Attraversando lultima delle 3 porte, ci troviamo nel cortile del palazzo: un pianterreno composto di un chiostro aperto con volte a crociera sostenute da colonne; sopra, il piano nobile, chiuso ed ha finestre corrispondenti agli archi sottostanti. Le finestre sono distribuite in modo tale da lasciar posto a un ordine di lesene corrispondenti alle colonne del pianoterra. Laurana colloc gli angoli pilastri a forma di L, ai quali addoss semicolonne che sostengono gli archi del pianterreno. Il pilastro ha inoltre lesene addossate che si incontrano negli angoli e che sorreggono una trabeazione su cui corre uniscrizione latina che decanta le virt del duca Federico. Abbiamo le due linee orizzontali fortemente marcate della parte inferiore e della parte superiore della trabeazione, mentre le campate dentrambi i piani sono definite da un uso coerente delle colonne e delle lesene. Leffettivo rapporto tra i vani delle finestre e lo spazio delimitato dalle lesene un significativo esempio della sensibilit percettiva dellarchitetto.

Venezia.

Lo schema del palazzo veneziano assolutamente diverso dai precedenti. La scarsa superficie della terraferma fa s che tutti i pi grandi palazzi sono costruiti su palafitte piantate nellacqua e privi si cortile centrale aperto. Inoltre, la stabilit economica e politica di Venezia rendeva meno necessario fortificare i palazzi e quindi diventava superfluo il cortile centrale. Il palazzo veneziano ha la forma di un blocco unico, eretto in uno stile destinato ad essere profondamente cambiato dalle vicende commerciali di Venezia: ebbe moltissima influenza larte bizantina e quella gotica. Il tipico palazzo veneziano consta di un ampio porticato a livello dellacqua che si apre su un vestibolo, fiancheggiato da alcuni stanzoni adibiti a magazzini, da dove parte la scalinata. Il piano nobile, quindi, viene ad assumere unimportante maggiore, da ci deriva la tendenza a suddividere la facciata in 3 elementi verticali. Il vano principale del primo piano il gran salone, che occupa tutto il centro della facciata, mentre gli ambienti pi piccoli ai suoi lati, si esprimono allesterno mediante finestre di dimensioni minori. Le finestre del gran salone devono essere a loro volta della massima grandezza per poter illuminare linterno, che non ha altra fonte di luce. Caratteristica quindi del palazzo veneziano la grande superficie occupata al centro della facciata dei vani delle finestre. Basilica di San Marco a Venezia. Simbolo del potere e della ricchezza della Repubblica. Risale all829, fu ricostruita nel 1063 e consacrata nel 1094, ma gran parte della facciata pu essere datata allinizio del Quattrocento. Palazzo dei Dogi a Venezia. Simbolo del potere e della ricchezza della Repubblica, fissa il modello futuro per larchitettura veneziana. Fu eretto nel trecento, ma il fianco che si affaccia sulla piazzetta, ossia parallelo alla facciata di San Marco, risale allincirca al 1424-42. Ca dOro a Venezia. Costruita tra il 1427 e il 1436, presenta un duplice arcata con ampie aperture a pianterreno e aperture minori sovrastanti. Essa eretta in parte sul Canal Grande, in parte sulla sua sponda, quindi il palazzo privo di cortile centrale e il pianterreno risulta totalmente inabitabile. Palazzo Corner-Spinelli a Venezia. Iniziato nel 1480 dallarchitetto Mauro Codussi. Permane il raggruppamento centrale delle finestre, ma quelle nelle campate laterali

sono state disposte simmetricamente e riproducono nella forma e nelle dimensioni quelle centrali. Il ritmo della facciata ABBA. Palazzo Vendramin-Calergi a Venezia. Iniziato intorno al 1500 e terminato nel 1509, per opera di Mauro Codussi. Permane il raggruppamento centrale delle finestre, ma quelle nelle campate laterali sono state disposte simmetricamente e riproducono nella forma e nelle dimensioni quelle centrali. Il ritmo della facciata ABBBA. Qui, abbiamo una maggior padronanza e abilit nelluso degli elementi classici: sistemazione delle colonne addossate. La tradizionale disposizione delle finestre accentuata dal fatto che le campate laterali constano di due colonne, una finestra e di nuovo due colonne, mentre le 3 finestre del gran salone sono separate soltanto da una colonna. Chiesa di San Michele in Isola a Venezia. Prima opera veneziana del Codussi, iniziata nel 1469 e completata nel 1479, eretta nellisola di S.Michele di Murano. Ha il carattere di cappella funebre piuttosto che di chiesa parrocchiale. Forse per questo, presenta uno stile semplice e sobrio. Chiesa di San Salvatore a Venezia. Costruita tra il 1507 e il 1534, da croce latina viene trasformato in un tipo che deriva da S. Marco. La lunga navata costituita da 3 settori indipendenti a pianta centrale, ciascuno dei quali coperto da cupola maggiore circondata da 4 cupole minori. La croce latina ottenuta mediante laggiunta del transetto e delle absidi. Il suo progetto sarebbe di Giorgio Spavento, ma la sua esecuzione si deve a uno dei Lombardo e a Jacopo Sansovino.

Lombardia. Cappella Colleoni a Bergamo. Opera di Giovanni Antonio Amedeo, fu eretta fra il 1470 e il 1475. Presenta un alto tamburo ottagonale sormontato da una cupola e una lanterna. La facciata mostra la costante prevalenza di elementi decorativi su principi matematici. Cattedrale di Como. Risale alla fine del secolo. Certosa di Pavia. Fu disegnata intorno al 1481, ma fu portata a termine solo dopo 50 anni. Sebbene la decorazione marmorea della facciata sia di qualit raffinatissima, limpressione che se ne trae di eccessivo affastellamento. Infatti la semplicit delle linee essenziali del disegno talmente soverchiata dai rivestimenti policromi e dalle sculture ornamentali da produrre nellinsieme un effetto di un classicismo mal assimilato.

Prato. Santa Maria delle Carceri. Opera di Giuliano da Sangallo, fu iniziata nel 1485 e lasciata incompleta nel 1506. Essa una pura croce greca, quindi, segue il tema a pianta centrale. Linterno presenta una cupola a costoloni sorretta da pennacchi, e lesterno ha due ordini sovrapposti dalle proporzioni estremamente infelici. Tuttavia, gli ideali di leggerezza e purezza classica del primo Rinascimento raggiungono il loro apogeo.

Capitolo Quinto. MILANO: FILARETE, LEONARDO, BRAMANTE.

La famiglia Sforza domin la scena politica del 1450, quando Francesco Sforza fu fatto duca di Milano, fino al 1499; questa fu una famiglia di mecenati delle arti. A seguito

dellalleanza politica fra Francesco Sforza e Cosimo de Medici, molti artisti fiorentini lavorarono a Milano, come Brunelleschi. Michelozzo. Cappella Portinari a Milano. Fa parte della Basilica di S.Eustorgio, ma pu essere considerata un edificio a s stante. Viene attribuita a Michelozzo, ma non si ha una certezza. Lo schema base della cappella a pianta quadrata coperta da una cupola sorretta da pennacchi con quattro piccole torri ai quattro angoli, tipiche delle concezioni ornamentali lombarde. Palazzo del Banco Mediceo a Milano. Non ci noto che dal portone principale, conservato nel Castello Sforzesco di Milano, e da un disegno di Filarete. Si nota la fusione tra forme fiorentine, o brunelleschiane, e di elementi ornamentali gotici, come testimoniano le finestre a sesto acuto. Antonio Averlino detto il Filarete. Ospedale Maggiore a Milano. La sua costruzione inizi nel 1456 ed sopravvissuto fino a oggi, rimanendo il principale ospedale cittadino: oggi fa parte dellUniversit Statale di Milano. Prima di dare avvio ai lavori, egli visit gli ospedali di Firenze e Siena. Il suo edificio si prefiggeva di riunire in un unico corpo le numerosissime fondazioni pie che erano allora sparse dentro Milano. Si tratta di uno schema a croce inscritta in un quadrato, con al centro del disegno, allincrocio dei bracci della croce la cappella dellospedale, anchessa a pianta centrale e con quattro torri agli angoli. Alcune parti sussistenti delledificio mostrano che Filarete tent di imporre forme classiche agli artigiani locali formati nella tradizione gotica, ma non riusc a raggiungere il suo scopo. Trattato. Scritto tra il1461 e il 1464. Una versione del 1465 dedicata a Piero de Medici. Lopera composta da 25 libri divisi in base a diversi filoni di pensiero. I libro: trattato lineare fondato sulle teorie dellAlberti. Seconda parte: complesso racconto irreale su una citt immaginaria chiamata Sforzinda. XI libro: descrizione Ospedale Maggiore milanese. XIV: descrizione del Libro Aureo rinvenuto negli scavi per le fondamenta di Sforzinda, nella tomba del re Zogalia. Leonardo da Vinci. Soggiorna a Milano dal 1482 al 1499. Tenta di scrivere un Trattato di Anatomia, ricollegandosi a disegni architettonici. Prende in esame alcuni organismi a pianta centrale e, muovendo dalla primitiva semplice forma, sviluppa forme sempre pi complesse, che difficilmente avrebbero potuto essere costruite e sono chiaramente esercizi di teoria architettonica. Donato Bramante. Soggiorn a Milano dal 1481 al 1499. 1481_incisione a Milano_ruderi di un edificio in stile gotico lombardo decorato. S.Maria presso S.Satiro a Milano. Si tratta di una RICOSTRUZIONE! Un piccolo edificio milanese risalente al IX secolo. Probabilmente egli inizi i lavori durante il decennio 1470-80. Nella parete terminale orientale viene introdotta unillusione prospettica. Questo senso dello spazio architettonico concepito come una serie di pieni e vuoti,

come in pittura, distingue il Bramante. In effetti, la parete terminale della chiesa non poteva essere eretta nella maniera consueta in quanto una stretta strada ne sbarrava lo sviluppo verso levante. La volta fu decorata a cassettoni. In realt la chiesa originale di S.Satiro rappresentata da una piccola cappella. Bramante diede una nuova sistemazione soprattutto allesterno, ma la pianta (croce greca in un quadrato inscritto in un cerchio) un tipico disegno paleocristiano e fu adattata dal Bramante al battistero di S.Satiro. La chiesa si sviluppa su tre piani: il piano inferiore di forma cilindrica con profonde nicchie collocate fra due lesene e alternate a superfici murarie lisce. La pianta centrale accentuata da 4 bracci della croce greca che, innalzandosi sopra il cilindro, compongono il secondo piano. Ciascuno di questi bracci contiene una finestra e il tetto a due falde. Il punto in cui le falde si incontrano trasformato in un piano supplementare, che forma un quadrato su cui si innalza il tamburo ottagonale con finestre che si alternano tra singole lesene. Infine, sopra il tamburo si eleva la piccola lanterna circolare. S.Maria delle Grazie a Milano. I lavori iniziarono probabilmente prima del 1490 e proseguirono tutto il decennio, e non completati quando poi Bramante si rec a Roma. Laspetto esteriore delledificio non molto felice: esso infatti consiste di una lunga navata centrale alquanto bassa e di navate laterali costruite da un altro architetto intorno al 1460, cui venne aggiunta nella parete terminale orientale una vastissima tribuna sormontata da un grande tamburo poligonale e da una piccola lanterna. Vi sono proiezioni absidali sui tre lati liberi, due delle quali formano il transetto, mentre la terza racchiude il coro. Lo scopo del Bramante era quello di creare un edificio indipendente a pianta centrale collegato in maniera alquanto sciolta a una chiesa con lunga navata. Infatti, la sezione e la pianta mostrano la forzatura del punto di congiungimento. Laspetto interno pi soddisfacente: leffetto dellinterno di grande leggerezza e luminosit, con disegni geometrici, come le finestre dipinte a finte ruote. I tre chiostri per S.Ambrogio a Milano.La Porta Canonica.

E su un lato della chiesa e consta di una successione di archi a tutto sesto sorretti da colonne, con un arco molto pi ampio al centro sorretto da pilastri quadrati con lesene addossate. Lo schema base deriva dalla fusione della tipologia del chiostro con il colonnato romano. Grande interesse presenta un particolare minore: la presenza di curiose escrescenze sui fusti di numerose colonne che le fa assomigliare a tronchi dalbero diramati.Il Chiostro Dorico e Chiostro Ionico.

Furono iniziati prima che Bramante lasciasse Milano, ma non furono portati a compimento se non molto dopo. Fanno parte dellantico monastero di SantAmbrogio, che ospita ora lUniversit Cattolica di Milano. Il Chiostro Dorico. E una delle sue opere pi eleganti e mature. Le volte del chiostro sono sorrette da pulvini collocati sopra le colonne che, a loro volta, sono collegate da un basamento continuo. Il porticato non rafforzato negli angoli da un pilastro, ma gira attorno su una colonna creando un effetto meno infelice che negli esemplari fiorentini, soprattutto grazie al rapporto studiato con estrema accortezza tra le ampissime arcate del pianterreno e il piano superiore molto pi basso, suddiviso in due piccole campate che sormontano ciascuna delle ampie campate del pianoterra. Grazie a questi accorgimenti le finestre non vengono a coincidere con il centro dellarco, che invece contrassegnato da piccole lesene che separano le finestre. I contorni piatti e netti delle lesene, le arcate cieche, le finestre architravate, gli archi dei chiostri, sono lontanissime dallaffastellamento decorativo e sono le tipiche forme dellultima maniera di Bramante, la sua maniera romana.

Capitolo Sesto. BRAMANTE A ROMA: SAN PIETRO.

Dopo la caduta di Ludovico il Moro, Bramante lascia Milano e si reca a Roma (1499), dove vi trascorrer il resto della vita. Nel 1492, Roma torn ancora una volta ad avere importanza politica, tendenza rafforzata dal pontificato di Giulio II. Chiostro adiacente S.Maria della Pace a Roma. Iniziato intorno al 1500 e terminato nel 1504. E relativamente semplice. E articolato su due piani di altezza quasi uguali e subisce linfluenza di edifici romani. Il motivo pi insolito la colonna posta direttamente in corrispondenza con il centro di ciascuna arcate del pianterreno, infrangendo cos la norma del vuoto su vuoto, pieno su pieno. Tuttavia, evidente che, essendo laltezza dei due piani condizionata dagli edifici preesistenti, sarebbe stato impossibile proporzionare ciascuna arcata del piano superiore a quelle del primo. Pertanto, ha adattato lo schema da lui stesso adottato nel chiostro milanese eliminando il muro nel piano superiore e lasciando soltanto lelemento centrale che da lesena si trasformato in una colonna. Era essenziale un qualche tipo di sostegno in quel punto, altrimenti larchitrave non avrebbe potuto sopportare il proprio peso. Leffetto ottenuto nel chiostro dovuto interamente a un sottile gioco di proporzioni e a contrasti di luce e ombra. Il Tempietto di S. Pietro in Montorio a Roma. Costruita nel cortile della chiesa e del monastero di S. Pietro in Montorio. Dovrebbe risalire al 1502. Fu costruito per Ferdinando e Isabella di Spagna, nel luogo in cui la tradizione collocava il martirio di san Pietro. Lintenzione era di riorganizzare lintero spazio del cortile in modo tale da far s che la minuscola chiesa a pianta centrale venisse a trovarsi al centro di un pi ampio chiostro, anchesso a pianta centrale. Ma la scelta di un tempio circolare di grande importanza: si rifa agli antichi martyria. Il resto condizionato dal desiderio del Bramante di ricreare forme antiche da porre al servizio di esigenze moderne. Il tempietto consiste di due cilindri, il peristilio e la cella. Il primo basso e largo e la seconda alta e stretta. La larghezza del peristilio uguale allaltezza della cella, con lesclusione della cupola, e questi semplici rapporti proporzionali si possono tracciare attraverso tutto ledificio. La cupola emisferica internamente ed esternamente ed pertanto proporzionata allaltezza della cella. Egli adoper lordine tuscanico (che una versione dellordine dorico romano) perch lo ritenne pi adatto al carattere di san Pietro, ma si spinse anche oltre nellelaborazione del fregio. Bramante usa antiche colonne tuscaniche di granito cui fornisce nuove basi e nuovi capitelli marmorei. Il fregio decorato con metope e triglifi a ritmo alterno. Un palazzo detto Casa di Raffaello a Roma. E andato perduto nel Settecento, e ci rimangono solo disegni e incisioni. Rispecchia il carattere classico, dellinsula romana, ossia un blocco di appartamenti costruito sopra una fila di botteghe. Le botteghe ai lati dellasse centrale sono identiche. Il pianterreno a bugnato rustico separato mediante una cornice marcapiano di pietre lisce dal piano nobile, che si distingue per luso dellordine dorico e di finestre a edicola. Vi un unico ordine e i piani superiori sono stati eliminati, cos da dare il massimo rilievo al contrasto fra botteghe e abitazioni. Ogni elemento

nettamente distinto dallelemento vicino: le finestre con i loro balconi non toccano le colonne che le affiancano e si discostano dalla cornice marcapiano sottostante. Lelemento base definito nel frontone triangolare viene ripetuto immutato su tutte le finestre. Questi principi (simmetria, reiterazione di elementi identici, chiarezza delle funzioni) costituiscono il maggiore apporto del Bramante allarchitettura dei palazzi. Ristrutturazione e progettazione della nuova basilica di S. Pietro a Roma. Purtroppo gran parte dei suoi lavori sono andati rimaneggiati e dunque irriconoscibili. Anfiteatro per Giulio II a Roma. Bramante volle imitare consapevolmente sia lanfiteatro classico che la villa classica. Egli concep una serie di cortili scalati a tre livelli diversi che si estendono dal palazzo vero e proprio in salita verso una casetta estiva chiamata la palazzina del Belvedere. Lo schema nel suo insieme aveva una lunghezza di 300m ed era cinto da due lunghe ali di edifici, la cui altezza (tre piani sul lato del palazzo) diminuiva man mano che si avvicinavano al Belvedere (piano unico). I livelli intermedi erano collegati da un complesso sistema di gradinate e rampe e lo schema si concludeva in un enorme nicchione che conduceva nella palazzina del Belvedere. La palazzina esisteva gi e la grande esedra serviva a dissimulare lo strano angolo formato nel punto di incontro della parete terminale del Bramante con la villa. Lintero vasto schema non fu portato a compimento e fu molto rimaneggiato nel Cinquecento. Il successivo inserimento nei cortili di parte dei Musei Vaticani e della biblioteca non consente ora di osservare lo schema delle Stanze decorate da Raffaello, come doveva essere negli intendimenti del Bramante. Laspetto pi importante il modo in cui Bramante seppe disciplinare una vastissima estensione di parete muraria piana. Il tessuto delle pareti laterali ravvivato dal contrasto tra le giunture scanalate della massa muraria e le superfici lisce degli archi e delle lesene sovrastanti. Le lesene sono binate e la trabeazione forma su esse unininterrotta sporgenza. Fra ogni coppia di lesene vi un arco a tutto sesto, la cui larghezza proporzionata allo spazio fra le stesse, in maniera che lo spazio viene diviso secondo la seziona aurea. Chiesa di SS. Celso e Giuliano a Roma. Progettata come prova preliminare di S. Pietro. Riproduceva uno schema a pianta centrale, ma sembra che fosse dato molto risalto a uno dei lati cos da trasformarla in una pianta centrale direzionata ossia in una pianta con un marcato orientamento. Chiesa di S. Biagio alla Pagnotta a Roma. Progettata come prova preliminare di S. Pietro. Simile alla precedente, ma con una vera navata centrale, lunga due campate, attaccata allo spazio centrale a cupola. Chiesa di S. Eligio degli Orefici a Roma. Probabilmente progettata insieme a Raffaello, ma terminata dal Peruzzi. --------------------------------------

Basilica di S. Pietro a Roma. Giulio II fu sicuramente un grande mecenate, tanto da riuscire ad assumere contemporaneamente Bramante, Michelangelo e Raffaello, assegnando loro lavori che mettevano in risalto le loro pi alte qualit. Fin dalla met del Quattrocento, cominciarono a manifestarsi le pessime condizioni della vecchia basilica di S. Pietro, allora pi che millenaria. Niccol V diede inizi alle fondamenta per la ricostruzione del coro, ma i lavori furono ripresi dopo lelezione di Giulio II nel 1503. Anche allora linteresse sembrava quello di proseguire i lavori di puntellamento della vecchia basilica e la ricostruzione solo delle parti estremamente bisognose. La vecchia basilica era luogo di venerazione per i suoi legami con il primo imperatore cristiano e perch ospitava la tomba di San Pietro. Verso lestate del 1505, Giulio II e Bramante decisero di ricostruire San Pietro, da ci che si desume dalla medaglia coniata per commemorare la posa della prima pietra il 18 aprile 1506 (che presenta liscrizione templi petri instauracio ) e dal disegno che considerato il progetto di Bramante. Purtroppo la storia della fabbrica di S.Pietro estremamente complicata e non possediamo documenti relativi ai primi anni. Non avendo ricevuto commissioni specifiche se non quelle di rispettare la simbolicit delledificio, si crede che il progetto preliminare del Bramante fosse quello di un edificio a pianta centrale poi impostogli a croce latina dal clero. Purtroppo per Bramante non lasci ai successori (Raffaello) alcun progetto definitivo da poter seguire. Poco era stato fatto oltre le fondamenta dei piloni principali e la messa in opera dei grandi archi che li collegano. Tuttavia, la sua inesperienza lo port a progettare piloni del tutto inadeguati a sostenere i pesi che vi avrebbe voluto collocare. Quando, nel 1514, Bramante mor, gli succedettero Raffaello e Peruzzi: tutti e due prepararono le piante varianti tramandate da Serlio, ma nessuno dei due sembra aver fatto progredire leffettiva costruzione. Il Sacco di Roma nel 1527 fece interrompere ogni attivit edilizia, fino a che nel 1530 Antonio da Sangallo il giovane, inizi a ristrutturare ledificio nel suo complesso e a riparare i danni provocati dal lungo abbandono. La distribuzione dello spazio centrale era fissata dai piloni bramanteschi, che Sangallo ingrand; egli poi disegn una cupola di forma nuova, simile ad un alveare, facile da costruire. Ma, nel 1546 lesecuzione fu impedita dalla morte del progettista. Il successore fu Michelangelo, dal 1 gennaio 1547 a lavoro. Michelangelo espresse lintenzione di ritornare alla forma bramantesca e lattu col ridurre in maniera complessa e ingegnosa la pianta del Bramante a una combinazione della pianta centrale con la croce latina espressa in un linguaggio manieristico. Egli fece ruotare il quadrato della pianta e pose uno degli angoli in corrispondenza dellingresso principale, ottenendo la sagoma di un diamante. Adoper lo spigolo come facciata principale, dandogli risalto smussandone la punta e aggiungendovi un ampio porticato. Egli adoper una contrazione dimensionale complessiva, aument le dimensioni dei piloni principali e ridusse gli spazi aperti fra i piloni stessi e le pareti esterne, garantendo la stabilit delledificio e procurando un adeguato sostegno alla cupola. Quando mor, nel 1564, una parte notevole della basilica era stata gi eretta, e il tamburo era stato completato fino allattacco della cupola. La cupola fu costruita fra il 1585 e il 1590 da Giacomo della Porta e Domenico Fontana (ingegnere), seguendo il progetto di Michelangelo, ossia una cupola emisferica con costoloni fortemente evidenziati, corrispondenti alle linee principali della sua sistemazione muraria: si tratta di una soluzione pi dinamica rispetto a quella della calotta liscia prevista dal Bramante. La pianta fu tuttavia sottoposta a profonde modifiche e la struttura a croce latina delledificio attuale il risultato di una trasformazione attuata nella prima met del Seicento da Carlo Maderno, che non si limit alla decorazione interna della basilica, ma prolung e modific la pianta del Michelangelo, aggiungendo una lunga navata e la facciata. Con il completamente del piazzale antistante, e il sublime effetto teatrale del colonnato tuscanico sormontato da file di statue su scala gigantesca, progettato dal Bernini e costruito dal 1656 in poi, questa basilica divenne uno dei capolavori del barocco.

Capitolo Settimo. RAFFAELLO E GIULIO ROMANO.Raffaello Sanzio. Sia come pittore che come architetto, Raffaello sembra, negli ultimi anni della sua vita, discostarsi dal sereno classicismo per esprimersi in uno stile pi ricco e drammatico, che segna linizio del manierismo. Cappella Chigi a S. Maria del Popolo. Costruita per il banchiere senese Agostino Chigi, presenta una grande ricchezza. Palazzo Vidoni-Caffarelli a Roma. Esiste ancora, seppure ampliato. I suoi elementi base sono: basamento a bugnato rustico e piano nobile con colonne e attico. Palazzo Branconio dellAquila a Roma. Probabilmente fu progettato nel suo ultimo anno di vita, 1519-20; ci noto solo tramite disegni e unincisione. Si nota la grandissima ricchezza della trama compositiva e della decorazione applicata in superficie: questa decorazione non ha nulla di strutturale. Le colonne sono state trasferite dal piano nobile al pianterreno, cosa in s abbastanza logica visto che si potrebbe osservare che le colonne sorreggono la parte superiore delledificio. Tuttavia, esattamente ci che non fanno: al di sopra di ogni colonna c una nicchia vuota e proviamo un senso di disagio di fronte a un sostegno massiccio sormontato da un vuoto. Le finestre del piano nobile, con frontoni semicircolari alternati a frontoni triangolari, fanno parte della superficie muraria e sono unite da una trabeazione che non sorretta da un ordine bens dalle colonne delle stesse finestre a edicola. La disposizione del piano nobile presenta un ritmo estremamente complesso di nicchie, finestre e frontoni triangolari o semicircolari, nonch festoni decorativi. Questa estrema ricchezza unita a una deliberata inversione delle funzioni degli elementi architettonici sono caratteristiche di una tendenza stilistica, iniziata ai tempi di Raffaello e destinata a dominare tutte le arti in Italia per il resto del secolo. Palazzo Pandolfini a Firenze. Ledificio destinato a sorgere alla periferia della citt, vicino a Porta San Gallo. Da una parte si ispira alle ville romane, dallaltra anticipa una categoria di edifici che deriva direttamente dai principi palladiani, comprese le case di campagna inglesi. Villa Madama fuori Roma. Iniziata nel 1516, in collaborazione con Antonio Sangallo il Vecchio e Giulio Romano. Sita sulle pendici del Monte Mario, non fu mai terminata se non per met. Lintenzione originaria era quella di ricreare una villa classica con un enorme cortile circolare al centro e con un immenso giardino che si sviluppava sul fianco della collina simile a un anfiteatro a terrazza. La loggia retrostante, ora chiusa da vetrate, contiene la pi stupenda decorazione pervenutaci. Questa consiste di 3 campate: quelle alle estremit sono coperte da volte quadripartite e quella centrale da una volta a cupola. A unestremit la parete forma una rientranza nella collina creando una profonda concavit simile a unabside sormontata da una mezza cupola riccamente decorata. Tutta la decorazione realizzata con bassorilievi dai colori forti e brillanti che contrastano col bianco smagliante dellintonaco. ---------------------------------Il termine Manierismo fu coniato quando apparve evidente che lo stile essenziale classicista del Bramante, di Raffaello e del Peruzzi allinizio delle loro carriere non era pi, nelle intenzioni, lo stesso stile adoperato da Giulio Romano o da Raffaello e dal Peruzzi nei loro ultimi anni di vita.

Molti fattori influirono nella diffusione di questo stile tormentato: - Lidea di non poter pi superare le opere di stampo classico e il rifiuto di limitarsi a copiarle; - Tesi marxista diffusasi. E utile come strumento di lavoro per distinguere quella fase transitoria fra la consapevole armonia classicista e lappassionata drammaticit dello stile barocco. La maggior parte della produzione artistica sofisticata, irrequieta e nevrotica. ----------------------------------Giulio Romano. Palazzo Cicciaporci a Roma. Palazzo Maccarani a Roma. Palazzo del T a Mantova. Costruito nel 1524 e completato nel 1534, considerato il pi eleganti di tutti gli edifici manieristici. Anche qui si riflette il tentativo di ricreare una villa suburbana classica. Qui, Federigo Gonzaga pensava di sistemare i quartieri generali del suo allevamento di cavalli. La villa, distando solo un miglio o poco pi dal palazzo Gonzaga in citt, non ha camere da letto. La pianta riflette il tipico impianto della villa romana, ossia quattro corpi lunghi e bassi che racchiudono una corte centrale quadrata: ci viene confermato dallaspetto della facciata con lingresso. Si nota subito che non si tratta di un edificio semplice, ma che anzi ha una struttura estremamente sofisticata. Dalla pianta evidente che il principio di simmetria non rispettato: i quattro corpi delledificio sono diversi e lasse del giardino e della fronte principale sul giardino conduce a una porta laterale, mentre lasse dellingresso principale ad angolo retto con il giardino. Gran parte delle regole architettoniche vengono deliberatamente e ironicamente infrante per indurre sensazioni di orrore misto a stupore nellosservatore. Elementi di una fronte vengono ripetute nelle due altre, ma trasformati. La fronte dellingresso principale un blocco lungo e basso con al centro tre archi uguali e ai lati quattro campate in cui si aprono finestre apparentemente simmetriche fra loro. La parete in bugnato articolata da lesene tuscaniche che sorreggono una trabeazione riccamente scolpita. A tre quarti dellaltezza delle lesene c un marcapiano piatto che funge da davanzale per le finestre del piano superiore: il marcapiano allo stesso livello del fronte delle lesene ed attaccato alla chiave dellarco delle finestre del piano principale. Lo spazio fra le lesene non uguale. A destra degli archi di ingresso c unampia campata; la campata a sinistra non soltanto pi stretta ma presenta una finestra decentrata. Le tre campate dellingresso sono fiancheggiate da tre campate con finestre cui fa seguito una cesura nella forma di due lesene binate che racchiudono una piccola nicchia scavata nella superficie muraria liscia. Segue una campata normale con finestre e infine la facciata chiusa da lesene binate. A una lettura che parta dallarco centrale dellingresso, il ritmo AABBBCB. Il disegno risulta frutto di sottilissimi accorgimenti e consapevolmente asimmetrico, tuttavia, la sofisticatezza di questarchitettura pu essere colta solo spostandosi davanti alla fronte laterale dove veniva applicata unarticolazione simile con campate con nicchia che incornicino larco unico dellingresso. La facciata sul giardino si articola intorno a tre vasti archi centrali; il tessuto murario rivestito di bugnato solo fino allaltezza del ponte sul fossato, ora asciutto. Il piano principale liscio e non ha attico, ma la sua trama produce un effetto diverso ottenuto da una serie di archi a tutto sesto sorretti da pilastri e da colonne in un ritmo complesso. I tre archi pi grandi al centro sono ulteriormente messi in rilievo dal

frontone triangolare che li sovrasta. I lati del cortile interno non corrispondono a nessuno dei lati interni, ma hanno cadenze e complessit proprie. Alcune delle chiavi dellarco delle finestre danno limpressione di scivolare nello spazio dello stesso arco, in contrasto con quel senso di stabilit che la chiave dellarco dovrebbe dare. Questimpressione di instabilit si fa pi palese nella trabeazione allinterno del cortile. Questo malaise il marchio del manierismo. Allinterno del Palazzo vi la Sala dei Giganti, decorata brutalmente dal 1532 al 1534. Consta in una piccola stanza, quasi priva di luce, in cui gli angoli del pavimento, i muri e il soffitto sono stati smussati e affrescati in modo tale da creare una prima impressione di smarrimento, non essendo facile capire dove finiscano le pareti e dove cominci il soffitto. Lintero soffitto coperto dalla raffigurazione di un vasto tempio circolare che si libra sulla testa dello spettatore, in cui si svolge lassemblea degli dei, mentre Giove scaglia una saetta contro la terra. La scena caotica, la ribellione dei Giganti contro lOlimpo e i giganti soccombono sotto enormi blocchi di pietra, edifici e rocce che gli dei dal soffitto hanno scagliato su di loro. Cattedrale di Mantova. Palazzo Ducale di Mantova. La casa di Giulio Romano a Mantova. Se la costru poco prima della morte, nel 1546. Sembra la parodia della casa di Raffaello del Bramante. Il marcapiano al centro delledificio viene a formare una specie di frontone triangolare incompleto, che, a sua volta, preme sulla chiave dellarco sottostante dalla curva appiattita. Stessa operazione si ripete nelle strane cornici delle finestre incassate tra gli archi di scarsa profondit che sono leggermente troppo piccoli per contenerle e sovrastati da una trabeazione riccamente decorata non sorretta da colonne.

Capitolo Ottavo. PERUZZI E ANTONIO DA SANGALLO IL GIOVANE.Baldassarre Peruzzi. Villa Farnesina a Roma. Cominciata nel 1509 e terminata nel 1511, per il banchiere senese Chigi. Di dimensioni piccole, il primo esempio del tipo di villa a blocco centrale con due ali che si avanzano sulla fronte principale. Laspetto esterno stato molto modificato dalla chiusura con vetrate delle quattro campate al pianterreno della facciata con lingresso, in seguito alla quale andato completamente perduto leffetto ottenuto dal contrasto tra vuoti e pieni. Ma queste vetrate furono rese necessarie dalla stupenda serie di affreschi di Cupido e Psiche nella loggia, opera di Raffaello e dei suoi discepoli. La facciata stata corrosa, alterando gli affreschi che originariamente decoravano la sua superficie piana. Ci spiega la discrepanza fra la nudit delle pareti e la ricchezza del fregio scolpito sotto le gronde, con festoni e cherubini alternati alle minuscole finestre dellattico. Larchitettura semplice e il senso di disagio creato dalla lesena centrale che divide la parete terminale delle ali in due campate piuttosto che in tre uno dei motivi dellaspetto alquanto anacronistico delledificio. Basilica di S. Pietro a Roma. Fu capomastro dopo la morte di Raffaello, nel 1520. Pot fare molto poco: fu reso prigioniero nel 1527 durante il sacco di Roma. Riusc tuttavia a fuggire a Siena, dove lavor per un certo periodo prima di tornare a Roma. Riconfermato nella carica nel 1530, non fiss la propria dimora a Roma prima del marzo 1535 e vi mor il 6 gennaio del 1536. Palazzo Massimo a Roma.

Ultima opera del Peruzzi, fu costruita per i fratelli Pietro e Angelo Massimo. Fu costruito sullarea di un palazzo appartenente alla famiglia, incendiato durante il sacco di Roma. Peruzzi ebbe lincarico di costruire due palazzi separati per i due fratelli, situati su ununica area. Limpianto planimetrico denota la sua abilit nel distribuire numerose sale di rappresentanza, tutte di forma rettangolare, su unarea disagevole, e nel disporle con apparente simmetria intorno agli assi principali. Dalla pianta appare evidente la leggera deviazione degli assi, non percettibile per guardando ledificio. Il palazzo sulla destra della pianta, con la facciata pi maestosa, quello di Pietro Massimo, mentre quello a sinistra il palazzo di Angelo, molto pi semplice. La pianta riflette unaltra singolarit, unica per quel tempo, nellandamento convesso del prospetto, dovuto allesigenza di sfruttare al massimo lo spazio esiguo. E difficilissimo avere una veduta soddisfacente della facciata, poich eretta su una curva e di fronte a un incrocio in forma di T che impedisce allo spettatore di potersi allontanare quanto basta per potere abbracciare con lo sguardo lintero edificio, circostanza che forse spiega il diverso modo in cui vennero trattate le facciate dei due palazzi. La facciata del palazzo di Pietro Massimo quella in cui si sono voluti individuare elementi manieristi. Un pesante basamento separato da una cornice fortemente marcata dal sovrastante piano nobile cui si sovrappongono due ammezzati. Le colonne sono state spostate dal piano nobile al pianterreno e il bugnato riveste ledificio in tutta la sua altezza. Inoltre, le stesse colonne sono sistemate a ritmo alterno, cos che vi sono campate con finestre racchiuse tra lesene, seguite da una campata con una lesena e una colonna intera, e infine sullasse centrale nel portico dingresso vi sono campate con colonne binate. La disposizione complessiva simmetrica. Al di sopra della cornice dellordine vi una seconda fascia in pietra che unisce i davanzali sporgenti delle finestre, mettendo in tal modo in rilievo la fascia orizzontale che corre lungo il palazzo a circa un terzo dellaltezza totale. La facciata ha un aspetto alquanto sovraccarico derivante dalla suddivisione tripartita della massa muraria di bugnato al di sopra di questa fascia mediante le ampie finestre del piano nobile e le due file di finestrelle di identiche dimensioni negli ammezzati. Questa infrazione alla normale prassi,ossia ridurre gradualmente le dimensioni delle finestre a misura che si avvicinavano al tetto, conferisce al palazzo unaria goffa. I cortili principali dei due palazzi sono progettati sul modello dellatrio romano. Peruzzi super con grande abilit le difficolt incontrate nel dare una sistemazione al cortile: lordine inferiore sormontato da una volta forata che consente di illuminare il portico interno, ma riduce anche enormemente lapparente discrepanza fra la sua altezza e quella del loggiato del piano di sopra. Lespediente prospettico riesce a convincerci che i due piani siano visivamente uguali. Il loggiato del primo piano ha una ricca decorazione, come consono al piano nobile. ---------------------------------------Antonio da Sangallo il Giovane. La sua architettura ufficiale, accademica, basata su un codice di norme quindi facilmente suscettibile di trasmissione: fu una specie di grammatica. Questarchitettura semplice e banale ha molti pregi come base didattica. S. Spirito in Sassia a Roma. Costruita da Sangallo nel 1530, ha una facciata a due piani. Palazzo Baldassini a Roma. Costruito intorno al 1503, ledificio riflette gi il suo stile massiccio, ma alquanto privo di fantasia. Palazzo Farnese a Roma.

La costruzione inizi nel 1513 per commissione del cardinale Farnese. I lavori procedevano a rilento, ma quando nel 1534 il cardinale Farnese divenne papa Paolo III lintera pianta fu enormemente ampliata e alterata. Il palazzo divenne quartier generale della famiglia Farnese, arricchitasi. Il vasto progetto fu portato avanti dal Sangallo fino alla vigilia della sua morte, nel 1546. Dopodich, il papa imband un concorso per il disegno del cornicione: fu deciso di usare un progetto di Michelangelo, mortificando Antonio. Michelangelo complet gran parte del palazzo, apportando modifiche al progetto originario. Il palazzo enorme occupa lintero lato di una grande piazza ed ideato come un vasto blocco di roccia, la cui facciata principale alta quasi 30 metri e lunga 60. La pianta consta di un blocco isolato, di forma approssimativamente quadrata, distribuito intorno a un cortile centrale quadrato. Quasi tutta la parte retrostante del palazzo, compresa la grande loggia aperta con veduta sul Tevere, fu portata a compimento alla fine del Cinquecento. Non vi alcun tentativo di spezzare la vasta superficie muraria mediante un basamento a bugnato sovrastato da ordini. La tessitura ottenuta mediante rivestimenti di conci a bugnato rustico agli spigoli degradanti verso lalto e la collocazione e distribuzione dei vani delle finestre. I piani sono suddivisi da cornici orizzontali fortemente marcate e da fasce di pietra che corrono sopra i balconi al livello della base delle piccole colonne che inquadrano i va