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Libretto de "La Subida"

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La Subida raccontata da Josko

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L AS u b i daIdeale sarebbe che “La Subida” ve la raccon-tassi io di persona, davanti a un buon bicchie-re di vino. Manca il tempo, così ho pensato diraccontarvela con questo scritto.

In ricordo a papà Pepi.A Tanja ed Erika quale sprono a fare, un giorno, ancora meglio.

CHIESA DEL CRISTO DELLA SUBIDA

“Tornava costui dal suo lavoro su un carro tirato da buoi, quando,arrivati al sito, i buoi si fermarono d’un tratto e per quante bastonatedesse loro il padrone non fu verso di farli muovere, finchè finironocol piegare le ginochhia. Fu allora che il contadino vide nella siepe ilcrocifisso”. Altre cose successero, finchè qualcuno disse di costruiresubito una chiesa. In Friulano subito si dice “subite”, da qui derivail nome di Subida “la glesie dal Crist da Subida”

Nacqui per opera dello Spirito Santo da mia madre che avava 50 anni. Mio padre, dopo 3 femmine, non sperava più. Mi è stato detto che son un uomo dei boschi, la cosa non mi ha per niente offeso.

Mia Moglie

Il giorno che ci siamo conosciuti era vestita di bianco: le offrii unabibita che lei rifuìiutò e ad un’amica in comune quel candore commentò:”bik sutest zabit”. Vedete, chi disprezza compra e paga a caro prezzo.Bik = Manzo, toro sutest = ignorante, matto zabit = testone.

Non so perchè le persone anziane si ostinino a parlare di chi ci ha la-sciati in maniera idilliaca. Ho perso il padre presto e mi è rimasta lavoglia di conoscerlo, tutti mi dicono che era onesto, lavoratore, bra-vo, buono, ecc...balle! Il mio Tata, e questo me lo ricordo io, diceva:il mondo è fatto per i furbi. L’attività principale a quel tempo era lacaccia, per organizzare le battute aveva bisogno di tanti amici. In pros-simità di femmine gli veniva un tic all’occhio destro, controllava, as-saggiando di continuo il vino che li faceva vendere mia madre e a miasorella. Vorrei poter divanetare così dai 50 in su. Sta di fatto che milasciò a 16 anni, un pò !indurmidit” dicono i friulani, tre volte cac-ciatore e una oste. Come cacciatore ho subito fallito! Può nel mondodei furbi far molto un “indurmidit”? Diventare oste è stato come pren-dere i voti: a furia di lavoare riuscivo ad innamorarmi solo a distan-za, aggiunte le difficoltà di comunicare l’accaduto alla controparte, semai ci arrivavo, era sempre tardi. Ci son voluti anni per svegliarmiun pòe, non appena uqlache cominicazione arrivò a segnp, mi tro-vai...sposato! Che abbia fatto un affare me lo dicono in tanti, per ilresto speriamo che dopo i 50...

La nonnaE’ mia madre. Provate a chederle l’età, vorrà sapere quanti anni di-mostra, sicuramente le darete meno anni di quelli che ha e vi stupiretequando lei vi racconterà la verità. Sarete diventati amici

La SubidaE’ stata la realizzazione di un sogno che all’inizio osavo sognare,una cosa fantastica, Farla crescere è il mio hobby, forse questa capar-bia e a volte incosciente serenità suffragata da un affare che feci nel-l’ottobre dell’87 sono le ragioni principali del successo. Per miamoglie, è la mia amante, di cui è gelosa.

Le PietreCe ne sono diverse, alla Subida. La più grande è il pozzo, uno splendi-do monolite carsolino; era l’incontrastato re del cortile di una casa con-tadina che io ho “deposto” sfruttando una crisi politica della famigliaquando il governo rappresentato dalla madre traballò per effetto dellacontestazione giovanile (del figlio) che voleva più libertà (soldi). Lepiù piccole formano la “concolada”. E’ stata la grande complice di fat-ti e misfattti del Friuli e del Collio, era presente dovunque si radunassegente borgi piazze strade stalle. Stalle, grandi luoghi di riunione, spe-cie d’inverno, era caldo, le donne mungievano e in presenza delle vac-che si poteva anche...Sapeste che diverimento scoparla!

La TrattoriaNon è solo la trattoria, è la nostra casa, dove ci sono le nostre cose,dove è disegnata la nostra vita. E’ stato il seme di una pianta che annodopo anno è sempre più rigogliosa e piena di frutti, “la madre”. E’la madre della Subida. Si può mai rinnegare la propria madre? Io l’a-mo, perchè mi ha permesso di realizzarmi, perchè mi ha fatto cono-scere tanta gente,perchè mi ha fatto crescere bene. La odio, perchèmi ha castrato, mi ha rubato la giovenù, mi ha lasciato solo un pezzodella mia famiglia.

Gigi CastellanIl pittore di Cormòns. Il pittore dell’anima di Cormòns

Eliano e MariagraziaIl vecchi tavolo con quattro sedie impagliate a mano della cara Le-na...con la paluda rivestita di stele di segala, a sinistra dell’ingressovicino il camino, è riservato agli amici. Le nostre figlie con i nostri amici.

RicordiDel nonno Ivan, padre di mio padre, sono i diplomi sopra la cassafor-te, papà andò in quella casa “kuk”, lasciò poi quella casa quando nel‘47 il paese passò sotto la Federativa disposto, ebbe a dire, ad andaremagari a Tunisi se i rossi fossero venuto oltre. Tutti in famiglia siano molto legati a questo vaso, regalo di nozze dell ‘amico Pepi iz Kanalaai miei, lo plasmò con le sue mani incidendo “Bog Zivi Zenina in Ne-vesto Jozeta in Hemo” (anche Iddio brindi alle nozze di Pepi e Hema)

La CantinaQuesta è la mi a cantina, Non vedo l’ora di farla, di mostrarla. Do-po averla mostrata un paio di volte ho capito e deciso: l’ho chiusa achiave; è la mia cantina!Non comprate vino dagli scaffali dei negozi!Comprare vino deve essere la scusa per mantenere o meglio legare i fili che ci legano a quel grande mondo della campagna, agli uomini diquel mondo. Il Vino bisogna andare a prenderselo dove lo fanno, dallemani di chi lo fa, che vi deve essere simpatico, che dovete apprezzare,solo così porterete a casa oltre alla bottiglia, un pezzetto dei quel mon-do un pezzettino di quell’uomo che l’ha prodotto. Solo così quandoa casa con gli amici deciderete di aprire una di quelle bottiglie potretecome il prete sull’altare recitare:”questo è il vino che io verso pervoi...”

La Subida è anche questo