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La predella degli Oddi - Cassa di Risparmio di Fano...la Pala degli Oddi fu commissionata da Leandra Baglioni che aveva sposato Simone degli Oddi. 10 122 Molto simile è la critica

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Premessa Perché parliamo della predella della Pala degli Oddi? Molti storici dell’arte hanno messo in parallelo la predella della Madonna col Bambino e santi, custodita da secoli dai Frati minori di Santa Maria Nuova a Fano, con quella della Pala degli Oddi, conservata nei Musei Vaticani. La motivazione è che la predella degli Oddi presenta delle somi-glianze con quella di Santa Maria Nuova. Quella di Fano è conosciuta come la predella del Perugino, anche se molti ci vedono la mano del giovane Raffaello. È risaputo che Raffaello, sin da ragazzino s’interessò alla pittura del Perugino e ne assimilò la tecnica tanto che il Vasari sosteneva che il dipingere di Raffaello, almeno per quanto riguardava la sua giovinezza, era così simile a quella del Perugino che difficilmente si poteva distin-guere l’una dall’altra.

* * *

La tavola dipinta (cm 267x163) è stata commissionata a Raffaello Sanzio da Maddalena degli Oddi nel 1502 per la chiesa di San France-sco al Prato a Perugia. La pala rappresenta l’Incoronazione della Vergine Maria attraver-so due episodi descritti dal sommo pittore in maniera esemplare: la par-

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te inferiore presenta il sepolcro vuoto, dov’era stata provvisoriamente sepolta la Vergine Maria, mentre gli Apostoli e i discepoli di Gesù sono testimoni dell’evento straordinario. La parte superiore della tavola propone l’Incoronazione della Ver-gine, per mano di Gesù, alla presenza di angeli musicanti. La prima parte ha una dimensione terrestre: le dolci verdi colline del centro Italia infatti sono l’amalgama e il contenitore dei testimoni del misterioso evento mentre essi sostano presso il sepolcro vuoto; la seconda parte ha una dimensione celeste nella quale Cristo incorona la madre, Regina dell’universo. Angeli festanti fanno corona alla Vergine Maria che accoglie dal Figlio la corona. Un gruppetto di putti angelici (tante piccole teste), po-sizionati in modo parallelo sopra il capo di Gesù e Maria, cantano esul-tanti la loro gioia. La separazione tra i due episodi avviene attraverso una delicatis-sima base di nuvole, quasi piedistallo nel cielo. A noi interessa solo una parte della pala: la predella. Essa è com-posta da tre scomparti (27x150 cm). Si nota subito la mano di un grande artista difatti, sebbene sia di piccole dimensioni, essa si propone con una particolare luminosità cromatica, gioiosa ed espressiva, soprattutto nello scomparto centrale, relativo all’Adorazione dei Magi. È una primavera di colori, un armonioso movimento di masse e di personaggi che rivelano sicurezza, capacità descrittiva, curiosità e maturità artistica. L’Annunciazione e la Presentazione al tempio richiamano, pur nel-le diversità, la predella di Fano.

In riferimento alla predella della degli Oddi così annota Pierluigi De Vecchi:

L’Annunciazione e la presentazione al tempio nella predella della “Pala Oddi” ripren-dono esplicitamente, le analoghe scene di quella dipinta dal Vannucci per la pala di Santa Maria Nuova di Fano, ma con significative varianti che trasformano radical-mente gli scenari del più anziano maestro grazie soprattutto ad una più limpida e rigorosa sensibilità dei rapporti spaziali1.

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1 DE VECCHI PIERLUIGI, Raffaello, Verona 2002, p. 48. De Vecchi nella stessa opera ( p. 46) sostiene che la Pala degli Oddi fu commissionata da Leandra Baglioni che aveva sposato Simone degli Oddi.

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Molto simile è la critica di Konrad Oberhuber:

I tre scomparti della predella derivano da analoghe scene dipinte dal Perugino per la pala d’altare di Fano. Ma Raffaello ha completamente trasformato lo spazio e il ritmo della composizione. La grazia delicata delle figure nel vasto ambiente aperto e il semplice paesaggio mostrano già quello stile che pervaderà la Crocifissione Mond2.

E Dante Piermattei:

Raffaello apre ancora più spazi delle rappresentazioni verso l’esterno facendo en-trare una magica luce negli ambienti della presentazione al tempio e dell’Annun-ciazione… alcuni elementi sono addirittura identici, come le colonne e la forma dei capitelli3.

I tre storici d’arte esprimono il loro giudizio in tempi diversi (Oberhuber scrive nel 1984, De Vecchi nel 2002 e Piermattei nel 2009), parlano di trasformazione degli spazi, di ritmo diverso della composizio-ne, della semplicità del paesaggio e del linguaggio, pur ammettendo ri-chiami diversi tra la predella di Fano e quella del Vaticano. Lo scrivente crede che entrambi siano dipinti eccellenti: nella Pre-sentazione al tempio la struttura architettonica è molto simile a quella di Fano: le colonne seguono la stessa prospettiva e profondità, la sede del sacerdote, pur spezzata dal riquadro, ha la stessa configurazione e i personaggi che partecipano all’evento sono al di fuori della scena, fuori del colonnato centrale. In Raffaello , però, viene esaltata una più limpida e rigorosa sensi-bilità dei rapporti spaziali e le immagini sono rivestite di grazia, baste-rebbe fermarsi a contemplare l’angelo dell’Annunciazione, Condivido le sottolineature, almeno parzialmente, di Pierluigi De Vecchi quando afferma:

Le scene della predella (di Raffaello) rivelano una sicurezza nell’impianto spaziale e nella definizione degli elementi architettonici che la fa pensare dipinte in un mo-mento vicinissimo a quello dell’esecuzione dello Sposalizio della Vergine4.

Per quanto riguarda la comparazione della predella di Raffaello

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2 OBERHUBER KOnRAD, Raffaello, Milano 1999.3 PIERMATTEI DAnTE, Perugino, Giovanni Santi e Raffaello a Fano, Fano 209, p.4 DE VECCHI PIERLUIGI, Raffaello…, p. 48.

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con quella del Perugino, il giovane urbinate, pur rifacendosi alla tavola dipinta di Fano, si scosta dal suo maestro soprattutto, come ha afferma-to De Vecchi, per la sicurezza dell’impianto spaziale. Comunque devo notare che anche all’interno della predella di Fano si riscontrano diver-sità di stile, di cromia, di luce e di impianto prospettico.

Gli studi preparatori Per comprendere meglio lo sviluppo degli elementi costitutivi della base mi collego agli studi preparatori della predella di Raffaello:

Lo studio per L’annunciazione Si trova a Parigi al Museo del Louvre. È disegnato a penna e inchiostro bruno su china (cm 28,4x42,1) ed è collocato presso il Dipartimento di Arte grafica. Il rapporto tra la luce e il bruno addolcito del disegno è ec-cellente. Forse più bello della realizzazione dell’opera compiuta.

Lo studio per L’adorazione dei magi

Si trova al Museo Nazionale di Stoccolma ed è disegnato con inchiostro scuro su punta d’argento (cm 27,2x42). Si presenta più abbozzato dell’al-tro, meno impreziosito. La grafica lineare è in parte evidenziata e in parte accennata, e così dicasi della struttura della capanna che accoglie i regali pellegrini. Al centro sta la santa famiglia, a sinistra stanziano i magi adora-tori e a destra persone che sembrano colloquiare distrattamente tra loro.

Lo studio per La preparazione deLLa presentazione aL tempio

Si trova a Oxford presso il Museo Ashmolean.La realizzazione è stata eseguita a penna da Raffaello (cm 20x27). In questo studio preparatorio non è presente il contesto che fa da coro-na all’episodio centrale (manca tutto l’impianto architettonico, non sono presenti i gruppi di uomini e di donne che partecipano direttamente o indirettamente all’evento. È stata descritta da Raffaello solo la parte centrale con tratti di penna ben marcati, mente il piano di appoggio è appena sfumato.

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L’Annunciazione(olio su tavola trasportato su tela cm. 27x50)

Protagonisti visibili del quadro sono l’angelo e la vergine Maria.L’uno sta entrando non atteso nella stanza dove la giovane donna è intenta alla preghiera e alla lettura, si suppone biblica. La scena si realizza in un ambiente chiuso, delimitato da colonne cilindriche sor-montate da capitelli corinzi, in bella prospettiva; nel contempo è aperta a uno spa-zio di cielo l’immagine del Padre celeste che, dopo aver ottenuto il consenso della Donna, invia lo Spirito Santo a fecondare il grembo della Piena di grazia.Il volto dì Maria è leggermente piegato ed accoglie il messaggero divino con gran-de discrezione.Come non ricordare le parole di maledizione e di redenzione bibliche?: Io porrò ini-micizia tra te e la donna…(Gen 3,15); e … Piena di grazia, il Signore è con te (Lc 1,28).Due donne, la prima per la morte, la seconda per la vita.

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La Presentazione al tempio(olio su tavola trasportato su tela cm. 27x50)

I riti giudaici che accompagnano il bambino nato da pochi giorni sono: la cir-concisione (dopo 8 giorni dalla nascita), dopo quaranta giorni i riti della puri-ficazione e del riscatto, che nel contesto della religione ebraica indicavano il rispetto della vita e il senso del sacro (Es 13,2; Lev 12,2-8; Num 18,15-16). nella tavoletta è proposta la Presentazione al tempio, anche se viene erronea-mente confusa dall’artista, come ben si vede, con la circoncisione. La presen-tazione al tempio e la circoncisione sono due riti diversi e vengono praticati in tempi diversi.(cf Lc 2, 21-22).È evidente la centralità della Presentazione al tempio: colonne e gruppi di personaggi delimitano ed evidenziano il messaggio simbolico-religioso della celebrazione. Splendida la prospettica che viene offerta dalle colonne che trovano la loro naturale conclusione in un arco cieco.

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L’Angelo dell’AnnunciazioneL’angelo dell’Annunciazione dipinto da Raffaello è di una bellez-za incomparabile: è d’obbligo fermarsi a contemplarlo, ammirati.L’angelo è il messaggero della gioia e della grazia che proven-gono da Dio: è l’inizio della richiesta di un libero consenso che dovrà esprimere la Vergine Maria.Come non ricordare le parole di Gabriele: Rallegrati, piena di Grazia: il Signore è con te (Lc 1,28). L’angelo è proiettato verso Maria. È in movimento, è colto nell’attimo di frenare una corsa: la gamba destra è arcuata, ma il piede è saldo a terra. È arrivato a destinazione; l’altra gamba, leggermente inclinata, è quasi completamente distesa, con il piede ancora sollevato.La tunica, dalla spalla alla cintola e alla parte finale, svolazza vi-stosamente indicando che l’angelo è appena arrivato. Tutto il corpo, pur eretto, è proiettato in avanti verso la Vergine, perché il messaggio che egli deve recare è di una eccezionale rilevanza: Ecco concepirai un figlio… verrà chiamato Figlio dell’Altissimo (Lc 1,31).Il volto è radioso perché reca la buona notizia: è quello di un gio-vane innocente e casto; è la bellezza della castità! I capelli biondi tendono leggermente al rosso, scendono abbon-danti sulle spalle e, anch’essi, sono in leggero movimento. La sua carnagione è delicata e chiarissima.Ha ai piedi calzari di raffinata bellezza.Le sue mani parlano: con la destra sembra voler rassicurare la Don-na: il tratto è cortese, gentile, accogliente; con la sinistra trattiene un giglio che s’incurva verso Maria, la Vergine pura, la madre del Figlio dell’uomo. L’angelo è consapevole di essere di fronte alla Donna che sarà la sua Regina, la regina di tutti gli angeli e dei santi. La cromia è impostata sul rosso vivo con vibrazioni e sfumature di-verse in armonia e in contrasto con il chiarore del volto e delle mani.Le ali, alquanto oscure, evidenziano la cromia del corpo.

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Studio preparatorio per L’AnnunciazioneLo studio del comparto dell’Annunciazione della Predella degli Oddi è di piccole dimen-sioni (cm 28,4x42,1). È stato composto a penna e pennello sfumato con inchiostro bruno. Attualmente si tro-va a Parigi presso il Musée du Louvre nel Département des Arts graphiques.

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Studio preparatorio per la Presentazione al tempioLo studio del comparto della Presentazione al tempio della Predella degli Oddi è di dimensioni molto limitate (cm 20x20). È stato realizzato a penna da Raffaello. Attualmente si trova a Oxford presso il Museo Ashmolean.

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Studio preparatorio per l’Adorazione dei Magi

Lo studio del comparto dell’Ado-razione dei Magi (cm 27,2x42) della Predella degli Oddi è stato realizzato a penna da Raffaello. Si nota gran sicurezza nel tratto.Attualmente lo studio preparato-rio si trova presso il Museo Na-zionale di Stoccolma.

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L’Adorazione dei Magi L’Adorazione dei Magi, è una primavera di colori, espressa in un armonioso movimento di personaggi e di masse che rivelano si-curezza, capacità descrittiva e ariosità non comuni. È presente una luminosità che definirei trasparente, gioiosa nella cromia e nell’e-spressività narrativa. Davanti a un cascinale semidiroccato sostenuto da una trabea-zione fatiscente, la Vergine Maria seduta su un panchetto mostra ai presenti Remagi il figlio suo, il Figlio di Dio.- Dov’è il re dei giudei?- avevano chiesto i pellerini agli abitanti di Gerusalemme che li stavano ammirando meravigliati per quella strana invasione della città. Erode, venuto a sapere della loro pre-senza, indica ad essi la strada per Betlemme. Quindi dietro indicazione di Erode, guidati da una stella, ritro-vano il nato re dei Giudei e, dopo averlo adorato, gli offrono doni. Cerchiamo di cogliere il messaggio che l’artista ha voluto dare alla tavola dipinta. Ciò che subito meraviglia è la distribuzione del-le masse: all’estrema destra sono presenti i pastori che offrono un agnello al nato Re dei Giudei; al centro vediamo la santa famiglia formata dalla giovane Vergine Maria, dal Bimbo Gesù sulle ginoc-chia della madre e da san Giuseppe proposto come una persona anziana e ricurva. Le vesti dei pastori sono essenziali e la cromia non è evidenzia-ta. La Vergine Maria si presenta con la tunica rossa ornata accu-ratamente a tondo collo, mentre un manto celeste la ricopre quasi totalmente; le vesti di san Giuseppe sono dozzinali. I Remagi. Con essi ha inizio il vero gioco della cromia: colori vivi per alcuni personaggi, per altri stemperati; predomina il rosso nelle varie tonalità: dal rosso vivo dell’abito del re giovanissimo, allo stemperato del sovrano inginocchiato che ha deposto ai piedi del Re dei giudei la sua corona. Il re anziano ha sul capo un turban-te policromo che va dal rosso stemperato al giallo sfumato, forse a causa della luce che proviene da sinistra.

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Il secondo colore presente è il verde che va dalla calzamaglia del giovane, al copricapo di uno dei palafrenieri e al mantello di uno dei Remagi. Ma ciò che si presenta come massa protagonista e che richia-ma l’attenzione del visitatore è il retroscena, il secondario: sono gli uomini e gli animali al seguito dei Remagi; quel gruppo di insoliti cavalli e cavalieri che hanno meravigliato la stessa Gerusalemme. I cavalli sono proposti in primo piano insieme a due palafrenie-ri. Un cavallo bianchissimo, preso di scorcio e munito di sella ros-sa, crea un primo piano sfacciato ma interessante, insieme ai due giovanissimi palafrenieri che si appoggiano a due aste in attesa del ritorno dei loro capi; il primo è interessato alla scena del presepio, l’altro è assorto nei propri pensieri. Sono quattro i colori messi ad arte da Raffaello per evidenziare l’episodio narrato dall’evangelista Matteo: il bianco del cavallo, il rosso della sella, il verde della casacca del palafreniere e il nero- nero del cane, bellissimo. Questi colori hanno un linguaggio e dialogano tra loro. Il nero e il bianco creano contrasto, ma nel contempo si richia-mano coinvolgendo contemporaneamente il rosso e il verde quasi appaiati. È presente una cromia studiata, di forte contrasto, ma nel con-tempo ricca ed armoniosa, che evidenzia tutto il comparto. Degno di nota è il paesaggio composto da dolci colline, da al-berelli, gioielli naturali di diversa grandezza, e da fogliame sparso qua e là.