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 La Val(s)torta. J’accuse su Maria Valtorta… Meglio leggere Dan Brown! apr 28, 2012 LA VAL(S)TORTA Maria Valtorta e la sua opera… Quando l’ispirazione letteraria è scambiata per ispirazione divina. E un romanzo su Gesù per “quinto evangelio”. “Pericoloso” per giunta, a detta di Ratzinger. Meglio Dan Brown… J’ACCUSE di un equivoco letterario-religioso pour la défense de Maria Valtorta Si parte subito, fin dal titolo dell'articolo ( purtroppo ), con un “J'accuse” contro Maria Valtorta al quale non possiamo sottrarci visto che l'attacco è rivolto verso una persona che non è più in grado di potersi difendere. Opporremo dunque la nostra Défense de Maria Valtorta personalmente convinti che per un cattolico, al quale il Signore chiede addirittura di amare e perdonare i propri nemici, si addica maggiormente la professione dell'avvocato piuttosto che quella del pubblico ministero.  Sul fatto invece che sia meglio leggere gli scritti di Dan Brown ( nelle cui intenzioni certamente c'era anche quella di nuocere alla Chiesa ) piuttosto che Maria Valtorta che invece della Chiesa Cattolica ha sempre voluto far parte in ubbidienza alla stessa come Terziaria dell'Ordine dei Servi di Maria lasciamo il giudizio al buonsenso di chi ci legge. Difficile però non sentire nelle orecchie l'eco di quella famosa domanda: “chi volete che vi liberi ? Ma soprattutto l'eco della risposta della folla: “ Bar-abbàs “ Ma il J'accuse non inizia con considerazioni o con argomentazioni, si preferisce scegliere di partire con una brutta storpiatura del co gnome di Maria Valtorta, si sceglie quindi di usare un mezzo assai efficace ( ma meschino ! ) per cercare d'instradare subito il lettore dell'articolo a considerare come storpiatura del Vangelo la lettura dell'Opera. Vedremo poi che non è affatto così. Per equità di comportamento agiremo alla stessa maniera e storpieremo a nostro  piacimento il cognome dell'autrice del presente articolo.

J'accuse e in dèfence de Maria Valtorta

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La Val(s)torta. J’accuse su Maria Valtorta…

Meglio leggere Dan Brown!

apr 28, 2012

LA VAL(S)TORTA 

Maria Valtorta e la sua opera…

Quando l’ispirazione letteraria è scambiata per ispirazionedivina. E un romanzo su Gesù per “quinto evangelio”.

“Pericoloso” per giunta, a detta di Ratzinger.Meglio Dan Brown…

J’ACCUSE

di un equivoco letterario-religioso

pour la défense de Maria Valtorta 

Si parte subito, fin dal titolo dell'articolo ( purtroppo ), con un “J'accuse” contro Maria

Valtorta al quale non possiamo sottrarci visto che l'attacco è rivolto verso una personache non è più in grado di potersi difendere.

Opporremo dunque la nostra Défense de Maria Valtorta personalmente convinti che per 

un cattolico, al quale il Signore chiede addirittura di amare e perdonare i propri nemici, siaddica maggiormente la professione dell'avvocato piuttosto che quella del pubblico

ministero.

 

Sul fatto invece che sia meglio leggere gli scritti di Dan Brown ( nelle cui intenzionicertamente c'era anche quella di nuocere alla Chiesa ) piuttosto che Maria Valtorta che

invece della Chiesa Cattolica ha sempre voluto far parte in ubbidienza alla stessa come

Terziaria dell'Ordine dei Servi di Maria lasciamo il giudizio al buonsenso di chi ci legge.Difficile però non sentire nelle orecchie l'eco di quella famosa domanda: “chi volete che

vi liberi ? Ma soprattutto l'eco della risposta della folla: “ Bar-abbàs “

Ma il J'accuse non inizia con considerazioni o con argomentazioni, si preferisce scegliere

di partire con una brutta storpiatura del cognome di Maria Valtorta, si sceglie quindi diusare un mezzo assai efficace ( ma meschino ! ) per cercare d'instradare subito il lettore

dell'articolo a considerare come storpiatura del Vangelo la lettura dell'Opera.

Vedremo poi che non è affatto così.Per equità di comportamento agiremo alla stessa maniera e storpieremo a nostro

 piacimento il cognome dell'autrice del presente articolo.

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Piuttosto che confrontarci onestamente sull'Opera stessa, sui contenuti, su quello che

viene detto e quello che troviamo scritto, come personalmente avrei preferito fare, si

cerca subito di allontanare il potenziale lettore dell'Opera valtortiana utilizzando questomisero stratagemma che, per quanto mi riguarda, è davvero sinonimo di piccolezza.

Si prosegue affermando che il lettore di quest'Opera scambia per un quinto Vangelo

l'Opera stessa mentre invece il lettore di Maria Valtorta sa benissimo che la mistica nonha scritto un quinto Vangelo e soprattutto non ha mai inteso scriverlo. I Vangeli sono e

rimangono i 4 degli evangelisti del canone della Chiesa Cattolica. Il lettore lo sa per il

semplice fatto che è la stessa Maria Valtorta che scrive che la sua Opera non è un quintoVangelo. Se mi si permette poi, il Vangelo, inteso nel suo significato etimologico di

“Buona Notizia” o “Buona Novella” è uno e uso solo, ed è quello che insegna la dottrina

del nostro Signore Gesù Cristo.

Guardiamo al Catechismo della Chiesa Cattolica, al capitolo 66 titolato “Non ci sarà altrarivelazione” troviamo scritto:

“L’economia cristiana, in quanto è Alleanza nuova e definitiva, non passerà mai e nonc’è da aspettarsi alcuna nuova rivelazione pubblica   prima della manifestazione gloriosa

del Signore nostro Gesù Cristo.Tuttavia, anche se la Rivelazione è compiuta, non è però completamente esplicitata

 

;toccherà alla fede cristiana coglierne gradualmente tutta la portata nel corso dei secoli”.

E ancora il capitolo immediatamente successivo, il 67, che è espressamente rivolto alle

così dette rivelazioni private in cui il caso di Maria Valtorta rientra a pieno titolo:“Lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate « private », alcune delle quali sono state riconosciute dall’autorità della Chiesa. Esse non appartengono tuttavia al deposito della fede. Il loro ruolo non è quello di « migliorare » o di « completare » la Rivelazione definitiva

di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica.Guidato dal Magistero della Chiesa, il senso dei fedeli sa discernere e accogliere ciò chein queste rivelazioni costituisce un appello autentico di Cristo o dei suoi santi allaChiesa. La fede cristiana non può accettare « rivelazioni » che pretendono di superare ocorreggere la Rivelazione di cui Cristo è il compimento. È il caso di alcune religioni noncristiane ed anche di alcune recenti sette che si fondano su tali «rivelazioni»”. Nonostante le immotivate accuse e i gratuiti rimproveri che troviamo scritti nell'articolo

di Tea Lance(l)lotta, il lettore dell'Opera di Maria Valtorta è pienamente conscio di non

leggere il quinto Vangelo ma piuttosto di leggere una esplicitazione dello stesso che loaiuta a vivere più pienamente, in questa specifica epoca storica, gli insegnamenti e l'unica

Rivelazione che il Signore Gesù ha dato agli uomini per la loro salvezza.

Ma comprensibilmente, per avvallare le proprie ipotesi, l'accusa chiama a suo sostegnonientemeno che l'attuale Santo Pontefice Benedetto XVI. Dispiace però vedere che

l'aggettivo 'pericoloso' inserito tra virgolette proprio per certificare che è veramente stato

così definito dall'allora cardinale Ratzinger non corrisponde affatto alla realtà storica deidocumenti. Occorre sottolinearlo fin da subito.

Sembrerebbe cosa di poco conto, magari una imprecisione, ma leggendo l'articolo, più e

 più volte si ribatte su questo punto, esattamente come un chiodo, come una fissa; se tale

aggettivo si è volutamente proposto ai lettori in modo così ossessivo, sarebbe stato molto

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meglio farlo nel rispetto della verità storica della documentazione.

Riporto quindi il link al documento che era privato e che tale sarebbe dovuto rimanere ( è

giusto infatti precisarlo visto che viene preso per esibirlo in pubblica piazza proprio da parte dell'accusa ) ed inerente la corrispondenza privata tra l'allora prefetto della Sacra

Congregazione della Dottrina della Fede che rispose con lettera privata all'allora

Arcivescovo di Genova Card. Giuseppe Siri. http://www.maria-valtorta.net/images/doc_ratzinger1985.pdf 

così si può tranquillamente confrontare il testo e verificare la veridicità dell'accusa che

scrive le testuali parole:“Pericoloso” per giunta, a detta di Ratzinger.

Tale attribuzione è totalmente falsa e non corrisponde alla documentazione conosciuta.

Se si dispongono di altre fonti o documentazioni che possono giustificare l'aggettivo'pericoloso' si prega di darne riferimento. In caso contrario, si continua nelle storpiature a

 proprio libero piacimento coinvolgendo addirittura il Santo Padre.Il 'pericolo' per la fede presuppone infatti errori dottrinali oppure affermazioni contro lamorale cattolica. Mentre in realtà, ancora oggi, le reali motivazioni che hanno portato ad

inserire l'Opera di Maria Valtorta nell'indice dei libri proibiti non sono conosciute perché

è la stessa Chiesa Cattolica che non le ha rivelate.

 Nella lettera dell'allora cardinale Ratzinger, del 31 Gennaio 1985, si dice infatti che lemotivazioni furono ben ponderate al fine di neutralizzare i danni che tale pubblicazione

 può arrecare ai fedeli più sprovveduti.

 Non si dice quindi quali sono state le motivazioni e sopratutto si precisa che i potenzialidanni possono evidenziarsi nei fedeli più sprovveduti. Come sempre, la Madre Chiesa si

 preoccupa, a suo insindacabile giudizio, di salvaguardare i suoi figli, ma non è corretto

 però andare oltre quelli che sono stati i pronunciamenti ufficiali per far dire a chicchessia( addirittura al papa ) parole che non ha mai scritto o pronunciato.

E' certamente vero che fino ad adesso la Chiesa Cattolica si è pronunciata in modo

negativo nei confronti dell'Opera di Maria Valtorta ma, come riconosce la stessa accusa,non è affatto certo che nel futuro non ci possano essere ripensamenti in merito.

Occorre quindi continuare, da parte di tutti e per il bene di tutti, a rimanere nell'ambito

della virtù cristiana della prudenza che deve essere esercitata da parte di tutti e sopratuttoin ogni direzione.

Tale prudenza suggerisce quindi di verificare quello che si dice e si scrive allo scopo, se

si è in buonafede, di non travisare la realtà delle cose.Visto che poi si parla di un tema assai delicato che coinvolge in prima istanza la

sensibilità delle persone occorrerebbe parlare creando un clima di rispetto e di dialogo

senza prima proporsi come concilianti e poi invece 'sparando' ad alzo-zero sull'argomentosenza tenere conto delle diverse sensibilità.

Si dichiara infatti di non voler fare un processo a Maria Valtorta mentre a me invece pare

 proprio il contrario.

Oppure non si vuole fare il processo per non dar modo alla difesa di poter controbattere ?

Mettiamo quindi subito in luce che le 'denunce' come le chiama l'accusa non sono affatto

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firmate dal cardinale Ottaviani. Trattasi infatti di una notifica del Sant'Uffizio pubblicata

il 6 Gennaio 1960 sull'Osservatore Romano e di un articolo scritto da un articolista che

 però ha preferito rimanere anonimo.In questo articolo, “Una vita di Gesù malamente romanzata” non si può certo parlare di

motivazioni della messa all'indice, ribadisco infatti che si tratta di un articolo anonimo e

che anche nella notifica non si rendono pubbliche le motivazioni che hanno portato allamessa all'indice.

Posto il relativo link a tale documentazione in modo che tutti possano verificare.

http://www.maria-valtorta.net/images/losservatore_1960.pdf 

Per la precisione il cardinale Ottaviani ha firmato, nel 1966, la notifica relativa alledisposizioni morali inerenti il comportamento dei cattolici dopo l'abolizione dell'Indice

dei libri proibiti, ma tali precisazioni sono da intendere come a carattere generale e non

certo particolari per l'Opera di Maria Valtorta.Anche in questo caso posto il link del documento:

http://www.maria-valtorta.net/images/losservetore_1966.pdf 

Precisiamo inoltre che i pronunciamenti della Chiesa Cattolica, dopo la messa all'Indicedel 1960 e la lettera del card. Ratzinger del 1985, si sono rinnovati nel 1992 con la lettera

dell'allora segretario della CEI, il card. Dionigi Tettamanzi che scrisse all'editore del

CEV ( centro editoriale valtortiano ).In tale lettera si ribadiscono i pronunciamenti precedenti e si chiede per il bene dei fedeli

di specificare che gli scritti di Maria Valtorta non possono essere ritenuti di origine

soprannaturale.Questo ulteriore pronunciamento ufficiale può essere letto in molti modi, ovvero nella

maniera con la quale lo ha inteso l'articolista Lance(l)lotta oppure come l'ha intesa

l'editore del CEV, che peraltro ne era il destinatario.

Per quello che mi riguarda io valuto con attenzione la seguente frase:

non possono essere ritenuti di origine soprannaturalee la mia personale opinione è che anche in questo caso la Chiesa non si discosta dalla

linea della proverbiale prudenza.Il segretario della CEI infatti avrebbe più semplicemente potuto scrivere che gli scritti:

non sono di origine soprannaturalein questo modo il 'caso' Valtorta sarebbe stato chiuso una volta per sempre.Ma il cardinale Tettamanzi non scrive così, usa ancora la prudenza e scrive non possonoessere, inoltre non vengono anche in questa lettera, resi pubblici le motivazioni di questi

 pronunciamenti negativi a riguardo dell'Opera.Se guardiamo all'articolo anonimo dell'Osservatore Romano potremmo pensare che le

motivazioni siano riguardanti la disubbidienza alla Suprema Sacra Congregazione che

aveva reclamato a se, una decina di anni prima, tutta l'Opera prima che la stessa fosse pubblicata e la mancanza di un Imprimatur avesse comportato motivo di condanna.Ma se leggiamo la lettera privata del card. Ratzinger ( qualcuno però dovrà pur rendere

conto un giorno di aver reso pubblico un documento privato del prefetto della fede

cattolica e che tale doveva rimanere ) capiamo che invece le motivazioni possono essereindividuate nella volontà ponderata e sofferta di neutralizzare i danni che la diffusione di

tale Opera poteva arrecare nei fedeli più sprovveduti.

Tutto ciò poi ( giustamente ) sparisce nella lettera del segretario della CEI che chiede

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all'editore di dire con chiarezza che l'Opera deve essere intesa e considerata

semplicemente come una forma letteraria di cui si è servita l’Autrice per narrare, a suo

modo, la vita di Gesù.

Anche io, come cattolico, mi rimetto al giudizio della Chiesa ma domando:

 posso leggere oppure no l'Opera di Maria Valtorta ?

Perché alla fine di tutto è proprio questa la domanda che ci interessa.

La Lance(l)lotta ci rivela che lei stessa ha letto tutta l'Opera ( che tra l'altro non gli è piaciuta ).

Ma allora si può leggere ?

Il giudizio della Chiesa è vincolante o no ? Lo è per tutti ?

Ci possono essere deroghe?E se la risposta è 'no', perché lei stessa l'ha letta ?

Forse perché già prima di leggere l'Opera sapeva che non sarebbe stata di suo gradimento

?

Oppure anche a lei sarebbe potuto capitare di leggerla e di innamorarsi dell'Opera stessa (come invece è accaduto a me ) e diventare una 'valtortiana' ?

Siamo entrambe due persone che deliberatamente hanno voluto trasgredire alle

disposizioni impartite dalla Chiesa ?

Che cosa ci contraddistingue allora ?

Solamente il nostro personale giudizio sull'Opera stessa ?Ma sopratutto, che cosa ci unisce ?

All'ultima domanda provo a rispondere io...

siamo entrambi fratelli/sorella nell'unica fede in Cristo Gesù.

Anche io come la Lance(l)lotta vorrei desidererei comprendere:

“Desideriamo, inoltre, tentare di comprendere perché, pur essendoci stato parere negativo

riguardo agli scritti della Valtorta, i fedeli, invece di obbedire, continuano ad andarecontro le disposizioni ecclesiali”.

E' una bella domanda davvero, i motivi ci sono, sono scritti nella coscienza e nei cuoi di

ciascuno di noi, ma passiamo a 'criticare' punto per punto ciascuno dei 'capitoli' che

compongono il J'accuse. Spero che la replica possa servire a tentare di comprenderequeste ragioni.

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Perciò, quando i valtortiani dicono: “Maria

 Valtorta, chiamata ‘piccolo Giovanni’, non ha

scritto un quinto Vangelo, ma ha sviluppato e

illustrato, per divina ispirazione, i quattro

 Vangeli canonici”, occorre rispondere: “no”. La

verità è che la Chiesa ha rigettato questa

conclusione. Da 50 anni la Chiesa sostiene che la

 Valtorta non ha scritto sotto ispirazione divina

 ma a modo suo: ha semplicemente composto una “vitaromanzata” di e su Gesù… Insomma, potremmo

continuare e non essere lontani da ciò che disse

l’allora Ratzinger per mezzo del Sant’Uffizio:

“Una vita di Gesù malamente romanzata“… E anche se

volessimo togliere il termine “malamente” , che

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esprime il giudizio della Chiesa, l’opera è

davvero una vita di Gesù “romanzata”.

di Tea Lancellotti

  Allontanando da noi la presunzione o la superbia di sostituirci algiudizio della Madre Chiesa, vogliamo semplicemente trattare

l’argomento partendo da ciò che la Santa Sede ha già detto a riguardo.Desideriamo, inoltre, tentare di comprendere perché, pur essendoci

stato parere negativo riguardo agli scritti della Valtorta, i fedeli, invece diobbedire, continuano ad andare contro le disposizioni ecclesiali.

Va sottolineato che la Chiesa non si è pronunciata sulla persona, masolo sui suoi scritti. Pur non ritenendoli eretici, li ha però “sconsigliati 

 perché pericolosi ” alla fede “dei piccoli”.

Le denunce della Madre Chiesa su questi scritti sono due. La prima èdel 1959 a cura del Sant’Uffizio con la firma dell’allora Prefetto cardinaleOttaviani; la seconda è del 1985 a firma dell’ex Sant’Uffizio. Il Prefettoera all’epoca Joseph Ratzinger, il quale era impegnatocontemporaneamente nell’analisi dei testi e della biografia di un’altramistica, Anna Katharina Emmerich, di cui abbiamo parlato già inprecedenti articoli e la cui beatificazione giunse nel 2004 con la firma aldecreto di approvazione del beato Giovanni Paolo II.

Va ripetuto che non intendiamo fare processi. In aggiunta, diciamoanche che in futuro le decisioni prese finora potrebbero cambiare. E’sempre saggio e prudente attendere il parere della Chiesa. Pertanto,noi ci accingiamo a sviscerare l’argomento fermandoci a ciò che è statodetto fino ad ora: per il domani Dio vede e provvede.

 

PER VIE SEGRETE… E RADIO MARIA.

Le vie segrete del cuore...

Peccato che anche i Vangeli, fin dalle origini si propagarono con gli stessi metodi, un

 parlare diretto ai cuori delle persone !Inoltre occorrerebbe far notare che dopo le condanna, la messa all'indice, la volontà di

neutralizzare la diffusione dell'Opera quali altri mezzi poteva disporre l'editore per far 

conoscere la stessa ?

Stiamo forse chiedendo alla controparte, che non la pensa come noi ma che rispetta ledecisioni della Chiesa, di abbandonare volontariamente la sua missione e di deporre le

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armi ? Che cosa viene proposto ?

L'onore delle stesse ?

Un valoroso e prode cavaliere non deve lasciarsi inquietare per così poco...Ad ogni modo sarebbe meglio far capire che i 'valtortiani' non esistono se non nella

mente di detto cavaliere.

 Non esiste infatti una Chiesa valtortiana, una congregazione valtortiana o una settavaltortiana.

Esistono solamente delle persone, laiche e consacrate che sono parte della Chiesa

Cattolica e che leggono l'Opera di Maria Valtorta. Non esiste una lobby che coordina le 'uscite' su Radio Maria circuendo Padre Livio

magari con generose elargizioni.

Mi dispiace ma non ha nemmeno la possibilità di dichiararci eretici perché non esiste un

'credo' valtortiano, tutte le domeniche, esattamente come lei, recitiamo il simbolo niceno-costantinopolitano oppure, nella forma breve quello apostolico.

Nel Bollettino valtortiano del luglio 2010 leggiamo questa inquietantepresentazione:

“L’Opera è restia a farsi trasportare sui veicoli di una propagandaaperta, ma preferisce dirigersi ai cuori, che se la comunicano l’un l’altro.Per tali vie segrete l’Opera ha raggiunto e continua a raggiungere ogniangolo della terra, fino ad aver suscitato spontaneamente traduzioni inpiù di 20 lingue, che tendono ad aumentare… Ogni volta, dunque, cheabbiamo preteso di “lanciarla” con un servizio giornalistico, una

pubblicità sulla stampa, uno stand alle fiere del libro, una conferenza oun convegno, a volte per iniziativa di altri con il nostro appoggio, masempre nella convinzione di rendere un buon servizio all’Opera,abbiamo fallito il colpo e siamo stati dirottati a servire tornando al solitoposto di lavoro. Insomma, non dovevamo condurla, ma essernecondotti”

Inquieta quelle “vie segrete” giustificate dal quel dirigersi direttamente“ai cuori” comunicando l’un con l’altro: ci suona tanto di adepti,”per glieletti”, settario, soprattutto se guardiamo al fatto che la condanna

espressa dalla Chiesa è nata proprio a riguardo della difesa deisemplici.

 Ad ogni modo usano anche Radio Maria, con la compiacenza di PadreLivio, per rendere pubblici questi scritti sconsigliati dalla Chiesa,definendoli “ispirati” quando la Congregazione per la Dottrina della Fedeha deciso, per ora, che non lo sono.

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SE GESÙ PARLA “STRANO” E SI DISSOCIA DALLA CHIESA

I pensieri 'strani' di Gesù, per poter essere capiti e compresi dovrebbero essere inseriti nel

loro contesto, anche alla Bibbia si può far dire tutto e il suo esatto contrario se siestrapolano i testi a proprio piacimento come fanno i TdG.Vediamo questi brani da dove sono stati tratti e approfondiamo insieme.

Gli scritti di Maria Valtorta sono così ampi che occorre dare dei riferimenti.

Magari il dubbio in merito a un particolare passo può essere facilmente fugato con dellesemplici spiegazioni.

 Non è infatti strano che nella stessa Bibbia certi passi sono di difficile comprensione e

quando ci si imbatte in essi sorgono spontaneamente dei dubbi e delle perplessità.Il Magistero della Chiesa serve proprio a questo, ad interpretare nel modo corretto la

Sacra Bibbia. Attenzione, prevengo e chiarisco che certamente non intendo dire che

l'Opera di Maria Valtorta abbia bisogno dell'insegnamento del Magistero, ma più

semplicemente che ci sono persone che hanno fatto studi approfonditi e che conosconomeglio gli scritti di Maria Valtorta e della sua vasta Opera che possono aiutarci a dare

una chiave di lettura capace di chiarire le ambiguità.

La piccola Valtorta in braccio alla nonna, con i genitori

L’ambiguità di queste parole è palese. Questo “Gesù” si esprime conpensieri strani, e comprendiamo perché per ben due volte la Chiesadefinisce questi diari o quaderni come “pericolosi”. Sfogliando tutte leprofezie dei mistici, riconosciuti tali, mai un Gesù Signore si dissociadalla Chiesa che “vediamo”. Certo, Gesù mette in guardia sempre dainostri peccati e dalle ombre che gettiamo sulla Sua Sposa, ma non hamai avanzato il dubbio che “Sarebbe meglio allora che molte volte nonla conoscesse. Dico che non conosce la Chiesa così come Io l’hofondata“; al contrario, Gesù, nel suo rapporto con mistici e veggenti,solitamente cerca discepoli per riaffermare la credibilità dell’unicaChiesa da Lui fondata e guidata (più che animata), non semplicementedal “suo” spirito, ma dallo Spirito Santo, Terza Persona della Trinità, cheè Uno col Padre e il Figlio. La beata Emmerick, per esempio, parlacertamente di ministri corrotti, perversi e pervertitori che guidano una

“chiesa parallela”, ma non mette mai in dubbio la Chiesa in quanto tale.Qui, invece, la Valtorta dice ben altro, avanzando il dubbio che laChiesa guidata da Pietro (intende questo quando viene detto “suoiministri”) non sia la stessa di quella fondata da Cristo. E’ come se Cristoparlasse di un’altra Chiesa che la maggior parte dei fedeli nonconoscerebbe o che “ Sarebbe meglio allora che molte volte non laconoscesse“. Il dubbio è palese e ci spinge a quella dottrina protestante

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secondo la quale la vera Chiesa di Cristo sarebbe quella “spirituale”,fatta dalla fede dei fedeli, e non quella retta dai ministri che sono sìsempre passibili di tentazione – e in alcuni casi anche corruttori dianime – ma anche “santi e santificatori”.

 

RATZINGER: UNA CONDANNA CHE NON È PRESA ALLALEGGERA

Prendo quanto di buono viene detto in questo capitolo sottolineando anche io ( di questoringrazio l'autrice perché spesso si leggono delle vere e proprie falsità in merito a questo

aspetto ) che la condanna della Chiesa è relativa alla pubblicazione del “Il poema

dell'Uomo-Dio” e che la persona di Maria Valtorta non è mai stata condannata dalla

Chiesa. Purtroppo, spesso, si trovano precise accuse contro Maria Valtorta che non

corrispondono alla verità storica. Come dicevo precedentemente occorre porre lamassima attenzione quando si trattano di temi così delicati. Inoltre pare davvero ingiusto

condannare gratuitamente delle persone che di fatto non sono state condannate. Non ècosì in questo caso e pertanto ringrazio l'autrice pubblicamente.

Occorre chiarire però un altra imprecisione che troviamo scritta, Michele Pisani infatti, il

 primo editore dell'Opera, è morto nel 1961 e quindi non può aver 'addolcito nessuna pillola' in merito alla lettera del 1985 dell'allora card. Ratzinger.

Piuttosto è suo figlio, il dott. Emilio Pisani che correttamente fa notare che questo parere

negativo implicitamente scagiona l'opera dalle accuse di eresia che ingiustamente erano

 piovute addosso. Ribadisco infatti che le motivazioni della Chiesa non sono state rese di pubblico dominio e questo valeva tanto più in quegli anni dove il non-sapere portava a

conclusioni assai variegate e non mancava certo chi accusava di eresia e di erroridottrinali gli scritti di Maria Valtorta.La precisazione del card. Ratzinger quindi deve essere collocata in quell'ambito storico,

così come il commento del dott.Emilio Pisani, che in quella lettera, che anche se

rimaneva negativa nei confronti dell'Opera, riesce a trovare degli importanti aspetti positivi in quanto scagiona la stessa dalle accuse infondate che avevano colpito il Poema

dell'Uomo-Dio e che avevano potuto prosperare in mancanza di una motivazione ufficiale

della condanna.Un altra precisazione che ritengo di dover apportare, della quale ho già accennato, è

relativa alla pubblica diffusione della lettera privata che l'allora prefetto della Sacra

Congregazione della Dottrina della Fede invia all'arcivescovo di Genova Giuseppe Siri.

 Nella lettera si precisa che un sacerdote della diocesi genovese scrive alla Congregazione per avere un parere in merito alla posizione ufficiale della Chiesa Cattolica sul Poema

dell'Uomo-Dio. Il prefetto della Congregazione invece che rispondere direttamente al

sacerdote preferisce rivolgersi direttamente al suo Vescovo che appunto è l'ArcivescovoSiri e a lui rimanda in allegato tutta la documentazione consistente nella notifica e

nell'articolo dell'Osservatore Romano del 6 Gennaio 1960, nella ripubblicazione sullo

stesso quotidiano del 1 dicembre 1961 ( se qualcuno avesse i riferimenti per dettadocumentazione sarei interessato a poterli avere ) e sulle chiarificazioni inerenti

l'abrogazione dell'Index del 1966.

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Ma mentre tutto questo è cosa conosciuta e nota agli addetti quanto viene scritto poi

invece è vera e propria novità: la condanna non fu presa alla leggera, le ponderate e non

 precisate motivazioni, la neutralizzazione dell'Opera, i danni ai fedeli sprovveduti.Ma tutte queste cose sono in palese violazione della riservatezza del documento. Era e

rimane corrispondenza privata tra il prefetto e l'arcivescovo, tra due eminenze della

Chiesa Cattolica.Era corretto renderle di dominio pubblico ?

Più volte mi sono fatto questa domanda. La mia personale conclusione rimane per me.

Ritengo però doveroso che ognuno si faccia la stessa domanda e non prenda questodocumento alla leggera e sopratutto lo usi in modo corretto.

Nel 1985, il cardinale Joseph Ratzinger, nella sua qualità di Prefetto dellaCdF, risponde personalmente al quesito di un sacerdote genovese,interessato a conoscere la posizione dell’autorità ecclesiastica circal’Opera della Valtorta; la risposta, come abbiamo detto, richiama ildecreto del 1959 e un articolo dell’Osservatore Romano, aggiungendoche la condanna «non fu presa [rectius: decisa] alla leggera»,sostenendo che l’Opera su Gesù è: “Una vita di Gesù malamenteromanzata“. La condanna non è rivolta alla persona, ma deve esserefatta al fine di evitare i danni che tale pubblicazione avrebbe potuto«arrecare ai fedeli più sprovveduti». Michele Pisani, il laico che siprodigò alla prima stesura degli scritti, senza attendere il parere dellaChiesa e continuando la divulgazione anche dopo l’esito negativo,addolcisce la pillola sostenendo che parlando di “fedeli più sprovveduti”,si potrebbe sottintendere che nell’Opera non si trovano errori

propriamente eretici, giacché, in tal caso, essa sarebbe stata proibita atutti quanti i fedeli; analogo discorso può farsi per un ipotetico dannoalla moralità. Piuttosto la decisione presa dal futuro Papa riguardapropriamente quelle censure di “opportunità”, proprio per evitare che ifedeli “più sprovveduti” possano far sorgere in loro quegli stessi dubbipalesemente presenti nell’Opera.

 

IL MISTERO DELL’APPROVAZIONE DI PIO XII E LA LETTERA DIPAOLO VI

Purtoppo la cosa non è poi così semplice...magari poi siamo giunti proprio nel centro del problema che ha poi creato il caso

valtortiano.

Sappiamo infatti che in merito all'udienza privata ci sono delle documentazioni ben precise.

 Non possiamo ignorarle e 'saltare' al 1985 alla lettera del card. Ratzinger.

Prima c'è molto altro da dire e approfondire in quei 5 lustri di secolo.

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Per prima cosa, giusto per rendere onore alla verità storica, le fonti non sono affatto

'valtortiane' come le definisce l'autrice dell'articolo... e qui a mio avviso si 'toppa' di

 brutto, ma sorvoliamo visto che non dispongo del link al documento storico.Esiste però un documento, che è per l'appunto proprio il quotidiano L'Osservatore

Romano che il 27 febbraio 1948 attesta l'avvenuta udienza privata tra il pontefice Papa

Pio XII e i religiosi dell'Ordine dei Servi di Maria tenuta il giorno prima. Non erano però 'tre serviti' qualunque... erano invece guidati proprio dal loro superiore, il

 priore del Collegio internazionale dei Servi di Maria in Roma, Padre Andrea Maria

Cecchin del quale posto un link che ne caratterizza il profilo e che non è certo proveniente da un sito che può essere definito valtortiano:

http://www.santiebeati.it/dettaglio/95293 )

 poi c'era Padre Corrado Berti, professore di dogmatica e di teologia sacramentale al

“Marianum” di Roma, assieme a Padre Romualdo Maria Migliorini che fu il direttorespirituale di Maria Valtorta ma che nel sito ufficiale dell'Ordine dei Servi di Maria viene

così ricordato;

http://servidimaria.net/sitoosm/it/storia/uomini_illustri/migliorini/index.htm

In merito a Padre Cecchin e Padre Berti ho trovato il seguente documento:

http://www.slideshare.net/deniskulandaisamy/chiamati-ad-essere-santi-e-immacolati

assieme ad un loro più famoso confratello, Padre Gabriele Maria Roschini ( chesuccessivamente, suo malgrado, diventerà un estimatore dell'Opera valtortiana ) e che

 proprio in quegli anni fondò l'Università pontificia di teologia “Marianum”, ( era inoltre professore all'Università Pontificia del Laterano nonché consulente proprio del Santo

Uffizio ).Al capitolo 5 di questo interessante documento che tratta della storia del dogma della

Immacolata Concezione di Maria Ss.ma che fu proclamato 8 Dicembre 1854 da papa Pio

IX troviamo proprio i nomi di questi tre illustri teologi dell'Ordine dei Servi di Maria e

viene sottolineato il loro prezioso lavoro svolto nel periodo storico dal 1954 ad oggi. Non si tratta quindi di tre poveri serviti ma di eminenti studiosi dell'epoca che si recano

dal papa per parlare di un tema particolare e delicato.

Ma tornando a quell'udienza privata e a quanto il pontefice Pio XII disse in merito,occorre precisare che precedentemente, nel 1947, dietro consiglio dell'arcivescovo

Alfonso Carinci ( che era il Segretario della Congregazione dei Riti, conosciuta oggi

come Congregazione delle Cause dei Santi ) e di Padre Augustin Bea ( che addirittura eraal tempo il confessore privato del papa Pio XII http://it.wikipedia.org/wiki/Augustin_Bea 

) vengono consegnati a Papa Pio XII dodici volumi dattiloscritti di Maria Valtorta, il

Papa quindi ebbe modo di poter prendere personale conoscenza dell'Opera e infine

concesse udienza ai tre serviti probabilmente perchè convinto della particolarità

dell'Opera.Le precise parole del papa Pio XII furono:

“Pubblicate quest'opera così come sta; chi legge capirà".E aggiunse:

"Si sente parlare di tante visioni e rivelazioni. Io non dico che tutte siano vere; ma

qualcuna vera ci può essere".Vorrei far notare la profonda saggezza di questo Papa troppo a lungo accusato

ingiustamente. Non è certo un riconoscimento ufficiale dell'Opera, però credo che avesse

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subito inquadrato nel modo corretto la problematica che inevitabilmente porta uno scritto

del genere.

P. Berti chiese al Papa se si dovessero togliere le diciture: "visione" e "dettato". Ed eglirispose di non togliere nulla. I tre sacerdoti, appena usciti dall'udienza papale, si

fermarono per le scale e scrissero su un biglietto le parole testuali del Papa, per non

dimenticarle mai.Di tali fatti esistono presso la Basilica della Santissima Annunziata a Firenze ( dove

riposano anche le spoglie mortali di Maria Valtorta ) i documenti relativi alla

testimonianza di Padre Corrado Berti. Nei successivi link riporto tre pagine degli stessi contro-firmate dallo stesso Padre Berti:

http://www.exdeo.com/img/brC/berti/pg01all.gif 

http://www.exdeo.com/img/brC/berti/pg02all.gif 

http://www.exdeo.com/img/brC/berti/pg14all.gif 

esiste anche la testimonianza di Padre Andrea Maria Cecchin, il superiore dell'Ordine che

accompagnò Padre Berti e Padre Migliorini che riferì ad un suo confratello che i fatti

erano come sopra descritti e aggiunse inoltre che il Papa stesso aveva chiesto ai religiosidi mettersi in ricerca di un Vescovo per l’imprimatur d'uso.

Padre Migliorini invece morì nel 1953.Insomma, le testimonianze firmate e documentate sono disponibili, non sono neppure

tutte riconducibili a fonti considerate valtortiane.

 Nell'articolo si dice che il Sant'Uffizio sostiene il contrario, ponendo un dubbio in merito:

“ Il Sant’Uffizio naturalmente sostiene che ciò non è vero, a chi credere ?”

si hanno precisi riscontri ?

Si possono avere le indicazioni in merito a quanto affermato ?Oppure sono pareri personali ?

Come mio personale parere suggerisco che a mio avviso le date cronologiche degli eventidanno delle ulteriori precise indicazioni...

Il 9 Ottobre 1958 infatti muore il Papa Pio XII che aveva preso posizione in merito a

Maria Valtorta dicendo di pubblicare l'Opera.Dopo poco più di un anno, sotto il pontificato di Giovanni XXIII, che notoriamente

lasciava, a differenza del predecessore, campo libero alle istituzioni vaticane, il

Sant'Uffizio firma il decreto di messa all'indice della prima edizione del Poema

dell'Uomo-Dio, siamo al 16 Dicembre del 1959.Ma attenzione, tale decreto non viene reso pubblico fino al 6 Gennaio 1960.

Interessante notare che il 5 Gennaio 1960, ovvero il giorno prima, cessa le sue funzioni di

Segretario della Congregazione dei Riti proprio Monsignor Alfonso Carinci che era unodei principali sostenitori in Vaticano dell'Opera.

Per chi sa leggere tra le righe degli eventi si vede come le mosse di chi osteggiava l'Opera

sono state cronologicamente studiate.Resta da capire anche un altro aspetto, molto importante e che riguarda proprio l'autorità

del Papa in quegli anni.

Sotto un certo punto di vista, l'assenso del Santo Padre alla pubblicazione dell'Opera by-

 passava di fatto proprio l'Organo che era competente ad emettere un parere in merito.

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Il sant'Uffizio infatti, ormai da secoli, presiedeva alla dottrina della fede con pugno di

ferro e in tali materie il suo parere non poteva non essere preso in considerazione neppure

dal Santo Padre. Siamo però alla fine di un epoca storica.Il mondo è cambiato e il Concilio Vaticano II da lì a poco riformerà la Chiesa Cattolica.

In tale riforma cadrà anche l'istituto stesso e la pratica di mettere all'Indice i libri che

venivano considerati proibiti dallo stesso.In ogni caso si può anche pensare che il pontefice Pio XII abbia commesso un

involontario errore ad emettere quel giudizio, probabilmente se non avesse espresso il

 proprio parere il conflitto di competenza con il Sant'Uffizio non si sarebbe creato e forsetutto l'iter di approvazione sarebbe andato diversamente. Chissà.

Rimane il fatto che nel non considerare il parere favore di Pio XII si commette una

omissione storica degli eventi inerenti il caso Maria Valtorta.

Concludo il commento a questo capitolo dell'articolo postando il link al documentorelativo a Padre Gabriele Maria Roschini al quale si fa riferimento:

http://www.maria-valtorta.net/images/doc_paulvi.pdf 

certo è che il modo con il quale l'autrice dell'articolo sorvola sullo stesso è davvero

emblematico del modo con il quale approccia a tutti i documenti che non si confanno allasua tesi.

Certamente non si tratta di una approvazione dell'Opera però io, al contrario, penso che il

dono di un libro titolato proprio: “La Madonna negli scritti di Maria Valtorta” avrebbedovuto far saltare dalla sedia papale il pontefice Paolo VI se egli stesso avesse

considerato la mistica 'pericolosa' come viene più volte definita nell'articolo.

Se invece il suo segretario ha commesso tale superficialità mi domando davvero comevengono vengono gestiti in Vaticano tali doni.

Le fonti valtortiane sostengono che tutta l’Opera fu data all’allorapontefice Pio XII, il quale, dicono, dopo averla letta, in una udienzaprivata a tre serviti diede l’ordine di farla pubblicare “così come era” e divietare ai chierici la strumentalizzazione dei testi, e il divieto dicensurare alcune parti. Il Sant’Uffizio naturalmente sostiene che ciò nonè vero, a chi credere?

Semplice: se la risposta si fosse fermata al 1959, forse si potevasospettare di un’eventuale disobbedienza al Papa e di un’azionemalevola del Sant’Uffizio, ma il fatto che nel 1985 la Congregazione per la Fede, guidata da Ratzinger, si espresse nel modo in cui abbiamoletto, appare ragionevole credere che Pio XII non approvò mai l’Opera eforse non ebbe modo neppure di leggerla. Per il fatto stesso che si parladi “udienza privata” (e guarda caso a tre serviti che seguivano MariaValtorta) non possiamo certo dire che la fonte sia più attendibile diquella del pronunciamento della CdF stessa. I valtortiani esibiscono unalettera della Segreteria di Stato nella quale c’è scritto che l’Operadonata a Paolo VI, nel 1974, ha ricevuto il “grazie del Pontefice”.Questa, però, non è un’approvazione: il Papa riceve centinaia di doni.

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 Anche io conservo ben due di queste lettere-ricevute, dopo aver fattopervenire al Papa Giovanni Paolo II le foto della mia famiglia,chiedendo la benedizione, e la sua segreteria ci rispose mandandocianche la corona del rosario, ma non mi sono mai illusa che il Papal’abbia davvero letta o che abbia visto le nostre foto.

 

COLOMBE E SERPENTI. MAGISTERO E VANGELO PIEGATI ALLAVALTORTA

Ma è necessario anche ricordare che “sprovveduto” si dice di colui chenon ha dimestichezza o conoscenza di come funzionano le cose in undeterminato contesto; che non è in grado di capire un fenomeno, unasituazione che si trova ad affrontare. Talora, nell’accezione comune, si

sottintende che chi è sprovveduto è anche esposto a determinati rischiderivanti dalla sua ingenuità o scarsa avvedutezza. Ci pare, allora, che,in un tal contesto, l’opportuna “censura” sia stata provvidenziale:sprovveduti sono in generale un pó tutti i cristiani, proprio perché, comebattezzati, laddove si vive da veri cristiani, si è resi “docili comecolombi”. Anche per questo, tuttavia, siamo invitati ad agire con l’astuziadei serpenti.

Del resto, che certa “astuzia” venga usata anche da chi cura le Operevaltortiane è da loro detto: “Alcuni libri-estratti li abbiamo corredati di

passi del Vangelo, ed anche di documenti del magistero pontificio, cheavallano e rafforzano il valore della trattazione valtortiana.”

Il sistema è, dunque, quello di piegare il Magistero e il Vangelo all’operavaltortiana, una sorta di interpretazione che, evidentemente, all’alloracardinale Ratzinger non è bastata per definirla “edificante e di aiuto aifedeli”. Al contrario, dichiarata “pericolosa” nonostante gli accostamentifatti al magistero e al Vangelo…

I valtortiani che curano i suoi scritti ammettono: “L’opera di Maria

Valtorta ha dato prova, per decenni, di essere uno strumento dievangelizzazione nel mondo intero. La Chiesa potrebbe ora servirsidelle nostre pubblicazioni per intraprendere un suo esame, troppo alungo rimandato, che faccia approdare ad un riconoscimento”.

Dunque non c’è un riconoscimento: la Chiesa fino ad oggi non si èservita di questa Opera. A questo punto appare evidente che Pio XII

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non la approvò ordinando la sua diffusione. Poiché ci preme l’unità dellaChiesa, noi ci auguriamo di cuore che riconoscimento arrivi, magari inun futuro: ci preoccupa tuttavia che molti sacerdoti, per esempio, nonleggono e non conoscono i santi, non conoscono il Magistero Pontificio,non conosco neppure il catechismo, ma si dilettano nell’operavaltortiana perseguendo una ostinata disobbedienza alle decisioni presedalla Chiesa.

In questo capitolo si dicono molte cose, in modo anche abbastanza confuso a mio avviso.

Il succo del discorso alla fine è quello di arrivare ad affermare che i valtortiani ‘piegano’a loro piacimento i Vangeli e l’insegnamento del Magistero.

Per quello che invece credo sia la realtà delle cose è la Chiesa che ‘spiega’ Maria Valtorta

così come tutte le altre rivelazioni private che si sono succedute nel corso dei secoli.Maria Valtorta infatti voleva essere nella Chiesa Cattolica.

Maria Valtorta arrivò perfino a diffidare l'Ordine dei Servi di Maria, di cui faceva parte,

dall'usare i suoi scritti in modo non conforme alla volontà della Chiesa Cattolica.Di queste lettere ci sono precisi e documentati riscontri che sono a disposizione di coloro

che sono interessati ( vedi ad esempio la corrispondenza con Monsignor Carinci ).

I suoi testi quindi devono essere sempre letti all'interno della Chiesa Cattolica.

 Negli scritti del Concilio Vaticano II, nel Catechismo della Chiesa Cattolica precedentemente ricordati ( capitoli 65 e 66 ), nella Esortazione Apostolica postsinodale

"Verbum Domini" si ribadisce come il Vangelo è chiuso e non ci possono essere nuove

rivelazioni.Maria Valtorta stessa ribadisce che non si tratta del 5° Vangelo ma solo di una

esplicitazione di quanto nei Vangeli è scritto.

E' molto importante chiarire questo punto perchè Maria Valtorta 'non completa' il

Vangelo, il Vangelo infatti è già completo.Ed è il Vangelo che giudica Maria Valtorta e non viceversa.

E' la Chiesa che giudica Maria Valtorta e non viceversa.

Maria Valtorta dentro la Chiesa Cattolica. Chiunque, per uno scopo o per il suo opposto,viene meno a questa volontà ferma della persona di Maria Valtorta commette un abuso su

di essa e credo che come cristiano dovrà un giorno renderne conto.

 

SEMINARE DUBBI SUL SANT’UFFIZIOL'allora Prefetto dell'ex Sant'Uffizio, Ratzinger 

Questo punto del capitolo in effetti è controverso. Per precisione storica occorre ribadire

che il prefetto Ratzinger niente ha avuto a che fare con il Sant’Uffizio, la sua nomina è

avvenuta nel 1981 quando questo istituto già si chiamava Sacra Congregazione per laDottrina della Fede ed era stato profondamente riformato. Quando si parla del

Sant’Uffizio parliamo invece di un precedente periodo storico nel quale l’attuale

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 pontefice non ha fatto parte.

Precisato questo aspetto ritengo anche io che da parte dei padri serviti che seguivano da

vicino la pubblicazione dell’Opera ci siano stati comportamenti che non sono stati di piena collaborazione con l’autorità ecclesiale. Personalmente non credo che si possa

 parlare addirittura di disubbidienza in quanto Padre Berti e Padre Migliorini si

sottomisero alle disposizioni impartite ( consegna dei dattiloscritti e spostamento didiocesi ). Certamente il caso di coscienza personale in merito al modo di agire di fronte

alle difficoltà che sono state poste ai religiosi serviti è da valutare con estrema prudenza.

Troppo facile adesso parlare di disubbidienza e di agire con intenzioni di malafede.Personalmente anche io ritengo che se Padre Berti avesse consegnato, come richiestoli

dal Sant’Uffizio, l’Opera originale nei quaderni manoscritti, oggi noi non sapremmo

assolutamente nulla di tale Opera che prenderebbe polvere in qualche scaffale del

Vaticano.Questa cosa potrebbe essere, per alcuni, un piacevole auspicio ma ciò non è stato.

Io per questo mi sento di ringraziare Padre Berti.

Occorre considerare anche che la proprietà dell’Opera stessa non era certo dei padri

serviti che ne curavano solamente la pubblicazione, la proprietà letteraria era e rimaneva (finchè in vita ) di Maria Valtorta che come detto arrivò a diffidare il superiore

dell’Ordine dei Servi di Maria da agire in modo contrario alle disposizioni impartite dellaChiesa. La richiesta di consegnare i manoscritti originali fu tutto sommato una richiesta

della quale Padre Berti, in tutta onestà non poteva disporre visto che la proprietà dei

Quaderni non era sua.

 Nell’articolo poi si insiste ancora sul ruolo del card. Ratzinger, occorrerebbe precisareche l’attuale Santo Padre degli eventi intercorsi durante la vicenda di Maria Valtorta non

ha fatto assolutamente parte. Il suo ruolo, una volta diventato prefetto della

Congregazione, o se si preferisce chiamarlo così ex-Sant’Uffizio, è stato quello di renderenoto, in forma privata all’Arcivescovo Siri, le disposizioni che erano state intraprese a

suo tempo e dando in aggiunta, sempre in forma confidenziale, alcuni dettagli dei qualiera venuto a conoscenza. Se la Lance(l)lotta ha a disposizione altri documenti dell’alloracard. Ratzinger che corroborano il suo pensiero sarei interessato di poterne prendere

visione. In caso contrario sarebbe meglio limitarsi ad esporre la vicenda storica per quella

che è stata e postare magari la documentazione relativa. Ognuno poi sarà capace di trarrele proprie conclusioni. Non confondiamo la realtà storica con i pareri personali e men che

mai con gli auspici personali.

Nel Bollettino del luglio 2007, i valtortiani ammettono di agire indisobbedienza alla Chiesa:

“Quando, oltre sessant’anni fa, l’opera di Maria Valtorta veniva fattacircolare in copie dattiloscritte, il Sant’Uffizio intimò ai Religiosi che sene facevano promotori di non pubblicarla prima che la competente

 Autorità ecclesiastica ne avesse compiuto un accurato esame. Benpresto, però, si capì che l’accurato esame non sarebbe mai iniziato, siaper la mole dell’opera, sia per la poca predisposizione dei Revisori. Lapubblicazione che uscì nonostante il divieto, pur essendo dovuta

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all’iniziativa di un editore laico, fu ritenuta dal Sant’Uffizio un atto di disobbedienza dei suddetti Religiosi, con le ben note conseguenze.”.Non ci sembra un modo corretto di procedere: tanto più che è falso egrave gettare il dubbio che “la competente Autorità non avrebbeapportato un accurato esame…”. Conoscendo la pignoleria delSant’Uffizio nel 1950 e quella di Ratzinger nel 1985, poiché sappiamo dicome si sono occupati di altre questioni e, per esempio, degli scrittidella Emmerick, tutto ci fa credere piuttosto che i testi vennero letti enon giudicati idonei e persino pericolosi. Si legge che la decisione “nonfu presa alla leggera”: se la conseguenza dei fatti è agire sapendo didisobbedire, ciò ci fa pensare che questi testi non sono propriamente“celesti” e che la Valtorta – noi pensiamo – non avrebbe mai accettatouna situazione del genere, ma avrebbe atteso il parere della Chiesa!

 

PROCESSO DI BEATIFICAZIONE PER LA VALTORTA: I VESCOVIDICONO NO

La giovane Maria Valtorta. La tentazione di pose da santino e donna dei tempi apostolici,l'aveva sempre avuta

Questo capitolo prende in esame la questione inerente la causa di beatificazione di Maria

Valtorta. Anche in questo caso si rilevano delle inesattezze, ad esempio c’è da domandarea quali regole calpestate si fa riferimento, a quali ‘venerabili’ senza autorizzazione ci si

richiama. Mah… mistero !

Vorrei anche sottolineare che anche quando ci si trova di fronte a documenti cheindiscutibilmente premiano la parte a me contraria ( il J'accuse ) non ci si limita ad esporlied a ‘vincere’, si vuole addirittura ‘stravincere’ in una ossessiva e sintomatica corsa a chi

si mostra più ‘grande’ e più ‘grosso’ mentre invece basterebbe semplicemente riportare la

realtà dei fatti e la documentazione storica.

 Nel caso della lettera del 2002 ( non proprio recente quindi, visto che si parla di diecianni fa ) dell’allora Arcivescovo di Firenze Ennio Antonelli, nella quale si risponde alla

richiesta dell’Ordine dei Servi di Maria che intentarono, nel pieno rispetto delle regole, la

causa di beatificazione si legge testualmente: Reverendissimo Padre,

rispondo alla Sua istanza a favore dell’introduzione della Causa di Beatificazione di Maria Valtorta. I Vescovi toscani, da me consultati secondo le norme vigenti in materia, hanno dato,quasi all’unanimità, parere negativo. Pertanto, almeno per il momento, ritengo che si debba rinunciare a fare ulteriori passi. La saluto con stima ed affetto nel Signore.+ Ennio Antonelli 

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Questa cristallina lettera viene comunque ‘storpiata’ nell’articolo che invece recita:

questa richiesta è stata rigettata da tutti vescovi della Toscana. 

Possono sembrare piccolezze ma tali non sono quando si affrontano temi di così delicata

importanza che coinvolgono i sentimenti delle persone. Sopratutto si calpesta ( e non se

ne vede neppure il motivo ) il parere di quell'unico vescovo che ha espresso il proprio parere positivo.

Quindi per chiunque fosse interessato ad approfondire questa tematica della causa di

 beatificazione di Maria Valtorta in pieno spirito di verità storica inserisco il link del sitodell’editore dott. Emilio Pisani che pur essendo un valtortiano storico in onestà e piena

responsabilità spiega con tanto di relativa documentazione lo svolgersi di una vicenda che

fino ad ora non ha visto, anche per lui, il riconoscimento auspicato:

http://www.mariavaltorta.com/Maria-Valtorta/Causa-di-beatificazione

Proseguiamo notando che anche in questo capitolo si continua con il tam-tam inerente la

‘pericolosità’ dell’Opera. A questo punto inizio davvero a pensare che sia una fissazione

 psicologica da far studiare a qualche bravo analista, di fronte a tanta insistenza ci sichiede di portare almeno un chiaro e lampante esempio di ciò senza continuamentemettere in bocca al Santo Padre parole che non ha mai scritto. Se è tale questa

‘pericolosità’ non dovrebbe poi essere così difficile trovare un concetto che ci mostri tale

 portata. Il problema, in realtà, consiste proprio nel fatto che di errori dottrinali oinsegnamenti contro la morale cattolica non ce ne sono, e si parla non di qualche pagina

di scritti, ma di oltre 500 pagine per ciascuno dei dieci volumi che compongono l’Opera

del Poema dell’Uomo-Dio o dell’Evangelo come mi è stato rivelato che dir si voglia.L’ultimo pronunciamento del cardinale Tettamanzi, in qualità di segretario della CEI

ribadisce che l’Opera stessa non può essere considerata di origine soprannaturale.

In obbedienza a questa disposizione credo che ogni cattolico possa, in coscienza, decidere

se leggere o meno quest’Opera.Di questa ‘disubbidienza’ come viene definita dalla ‘lancia in resta’ Lance(l)lotta o di

questo libero esercizio che responsabilmente il lettore cattolico si assume ognuno renderà

conto.Se è vero che tale lettura è portatrice di idee malsane e pericolosi costumi immaginiamo

che cosa dovrà essere il giudizio delle centinaia di migliaia di letture che ogni giorno

 passano sotto i nostri occhi, se Maria Valtorta è ‘pericolosa’ figurarsi Dan Brown con lesue invenzioni che attaccano diretto al cuore la sensibilità dei cattolici… non c’è

 problema comunque ! Ognuno si presenterà davanti al Signore con in mano il libro che

ha scelto di supportare. Lei, Lance(l)lotta, con il suo amato “Codice da Vinci”, in perfettasintonia con le sue romanze francesi ed io con il “Poema dell’Uomo-Dio”.

Le ricordo che il buon Dante, che di Opere se ne intendeva, non si fece ammaliare dallafama e dalle gesta dell’indomito cavaliere e lo spedì dritto dritto nel secondo cerchio a

causa dell’illecito e tragico amore per Ginevra.Ocio perciò, prima di partire lancia in resta ci rifletta bene!

Tornando al capitolo in questione e al processo di beatificazione è chiaro che quasinessun vescovo attualmente si permette di istituire una causa. Le ragioni sono così chiare

che mi sembra addirittura scontato doverlo spiegare. Come per tutte le mistiche

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cattoliche, come per esempio la stessa Anna Katerina Emmerick o la Maria Agreda, sono

 passati anni, se non secoli prima che fossero portate agli onori degli altari.

Diamo tempo al tempo, se Maria Valtorta è viva non mancherà di far conoscere, in unmodo o nell’altro la sua presenza. In vita ha tanto amato gli uomini, i peccatori, da

offrirsi come anima vittima al loro posto.

Sarei curioso di sapere se tale tentazione di offrire la propria vita alla giustizia divina passa per la mente della temeraria Lance(l)lotta oppure se preferisce limitarsi ad

osservare le pose da ‘santina’ della mistica quando era in buona salute fisica.

Se è vero, poi, che l’unica Opera passata al vaglio dal Sant’Uffizio èproprio quella più imponente, più letta e più importante, denominata“L’Evangelio come mi è stato rivelato” – che nella prima edizioneportava un’altro titolo: il Poema dell’Uomo Dio, e che è stata definita“pericolosa per i più semplici” – e che quest’opera è stata esaminata per ben due volte, appare evidente che tutta l’Opera valtortiana non èaffidabile riguardo al campo apologetico, dottrinale e teologico. Almenofino a quando la Chiesa non si pronuncerà nuovamente e diversamente.E anche importante sottolineare che l’Ordine dei Serviti, ai quali Mariaera legata, ha chiesto di recente l’apertura del processo dibeatificazione: questa richiesta è stata rigettata da tutti vescovi dellaToscana. Tutti hanno dato parere negativo. Quindi, Maria Valtorta, inquesto momento, non è neppure dichiarata “venerabile”, sebbene ilcorpo fu traslato dal cimitero ove venne sepolta nel 1961 alla Basilica diSanta Maria Annunziata nel 1973.

Qui non si discute la sua personale santità, ma di regole calpestate, divenerabili senza autorizzazione, di testi divulgati non soltanto senzal’imprimatur, ma, proprio contravvenendo a ben due divieti della CdF,definiti “ispirati” quando per la Chiesa non lo sono.

E’ bene ripetere e ricordare che tutti i sacerdoti e i laici che usano gliscritti valtortiani per l’evangelizzazione, lo fanno in disobbedienza allaChiesa, servendosi di materiale “pericoloso e non idoneo” che la Chiesanon ha approvato e che ha vietato di divulgare come “ispirato”.

Qui non è in discussione la persona di Maria Valtorta, sia ben chiaro,ma ancora una volta è in discussione la sua Opera scritta che la Chiesanon ha riconosciuto! Non rischiamo di essere mai ripetitivi abbastanzaquando ancora nel 2007 leggiamo dal loro Bollettino: “Tutta questastoria, detta qui in brevi cenni, è ben sviluppata nel libro intitolato Pro econtro Maria Valtorta, che riproponiamo soprattutto a coloro che lo

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rifiutano perché ritengono, a torto, che esso accolga per buone lemaldicenze”.

Ma come è possibile approvare chi dice male di Maria Valtorta?”.

L’ennesimo errore, speriamo in buona fede: non si parla affatto “male”di Maria Valtorta, ma si dice, con la Chiesa, che i suoi scritti non sonoapprovati come materiale ecclesiale, teologico e dottrinale, e come“ispirazione divina”.

Il fatto che ci possano essere, o ci siano, pareri favorevoli a questiscritti, provenissero anche da cardinali o professori, non significa nulla:ciò che conta è il parere della Chiesa; è la Chiesa che deve deciderequali siano i testi da adottare per l’evangelizzazione; è la Chiesa chedecide quali siano i testi validi per la dottrina e per le catechesi. Il parere

degli altri, per quanto autorevoli, non può mai sostituirsi adun’approvazione ufficiale!

Naturalmente questo discorso vale per tutti e per tutto ciò che riguardala Chiesa. Noi stessi, per quanto fallibili con le nostre opinioni, stiamocercando di analizzare i fatti alla luce della disapprovazione dellaChiesa e non alimentando opinioni personali che ognuno potràmaturare per conto proprio, ma mai in nome della Catholica.

 

QUEL NOME CHE ANCORA NON VIENE FATTO…

Il primo titolo della sua controversa opera, era più onesto. Poi il "poema" divenna una"rivelazione", una "vita", un "quinto evangelo" nelle successive edizioni

In questo capitolo la  poca conoscenza delle vicende valtortiane viene giocoforza fuori.

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 Non voglio certo mettermi a polemizzare su aspetti che alla fin fine possono essere

ritenuti secondari rispetto a quanto stiamo discutendo. In questo passo riportato ‘la Voce’

si preoccupa di difendere e di tutelare il suo ‘portavoce’ dai tanti attacchi che anche invita dovette subire. Certamente l’interpretazione che qui viene data non è quella corretta

del senso e degli scopi della frase riportata; occorrerebbe studiare bene tutti gli scritti, io

stesso sono ancora lontano da giungere a questo obbiettivo perciò lascio eventualmente le precisazioni a chi è più ferrato di me su questi aspetti. Anche in merito alla vicenda del

titolo dell’Opera principale ci sarebbero molte cose da dire e approfondire, nell’articolo si

lascia passare l’idea che sia stato scelto apposta per avvallare gli scritti stessi, ma non èaffatto così, anche in questo caso coloro che sono veramente interessati ad approfondire

hanno la possibilità di poter ricercare la realtà storica dei passaggi che hanno portato

all’attuale titolo, sono argomentazioni che soprattutto tengono conto di motivazioni di

carattere editoriale e di copyright, nonché di rispetto della volontà del proprietariodell’Opera. Io credo che in futuro sia possibile e non da escludere, che l’Opera possa

tornare ad essere titolata come un tempo, ovvero il Poema dell’Uomo-Dio. Se questo

 potrà servire a chiarire meglio ed a sopperire a certe legittime richieste credo che sia

 possibile trovare una soluzione che appiana certe incomprensioni.

Un’altra volta “la voce” le avrebbe detto: “Quando la tua mano saràferma nella pace in attesa di risorgere nella gloria, allora, solo alloraverrà fatto il tuo nome”. Dovremmo pensare che Maria Valtorta non èancora nella gloria? Ovvio che no, ma non è stata riconosciuta ancora,e i valtortiani sostengono che se il suo nome non viene ancora“glorificato-beatificato” dipende dal fatto che ella non voleva il culto allasua persona. Questo, però, nessun santo lo vuole! Nessun santodesidera che la propria fama oscuri il nome del suo Signore. E’ Dio a

decidere ed è la Chiesa docente ad interpretare le decisioni di Dio. Se ilsuo nome non è ancora stato fatto, ossia, beatificato, di conseguenza ciè lecito pensare che è Dio stesso a non volere questa divulgazione,stando proprio a ciò che leggiamo. Attualmente il suo nome appare sì,ma come atto di disobbedienza dei suoi seguaci, per loro stessaammissione, come è scritto sopra.

 

QUALE SANTO HA MAI DETTO “MI OPPONGO”?

Nel novembre del 1944 Maria Valtorta scrive al suo sacerdote: “…mi oppongo formalmente che della opera santa, data per gioia dei buoni eguida dei sacerdoti, sia fatto uno studio umano… trattando il portavoce

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come “il caso clinico Valtorta”, volendo tutto spiegare, e perciò ridurread un fenomeno psichico, tutto spiegare, anche quello che altro non èche suprema, adorabile, paterna opera di Dio, del Pastore e Padre alsuo gregge. (…) Circa, poi, l’opera dettata da Gesù, mi oppongo, e nellamaniera più recisa, che vengano fatti studi di una scienza che spogliatada non vere vesti appare quale è: razionalismo del più schietto. No.Siate sacerdoti e non scienziati. Siate sacerdoti e non politicanti. Siatesacerdoti, ossia umili e retti, e non superbi e spinti sempre adimenticare lo scopo: le anime, per il fronzolo: la soddisfazione di fareun’opera scientifica lodata, citata, e commentata da altri della stessatempra.”

Parole in sé sacrosante: siate sacerdoti e non politicanti…Attenzione,però: l’Opera di cui parla è stata passata al vaglio dall’Autorità dellaChiesa. Quale santo o mistico ha mai detto all’Autorità della Chiesa cheindagava “mi oppongo”? La Chiesa ha il compito di “provare al crogiolo”soprattutto i mistici. San Pio ci rammenta benissimo come occorredisporsi davanti all’autorità ecclesiastica: con un “obbedisco” senza se esenza ma. E questa obbedienza ha rivelato la sua vera grandezza equella di altri come lui.Alla domanda che titola questo capitolo c’è una precisa, scontata, risposta ma vedo che

l’autrice la conosce già quindi mi pare perfino superfluo doverla ricordare. E’ pur veroche lei stessa ne anticipa il nome anche se cerca di neutralizzare e instradare per altra via

la vicenda storica. In ogni caso, in merito a Padre Pio, mi sembra davvero un artificio

letterario quello di parlare di “provare al crogiolo” i mistici. Chiunque conosce la vicenda

storica di Padre Pio sa bene che si trattò di vere e proprie persecuzioni all’interno dellaChiesa stessa intesa come autorità gerarchica. E’ fin troppo nota infatti la vicenda di

Padre Agostino Gemelli che il 18 Aprile del 1920 si recò a San Giovanni Rotondo

 pretendendo di visitare con l’autorità conferita dal Sant’Uffizio il frate di Pietrelcina ilquale gli oppose un netto rifiuto a tale visita medica. Sappiamo poi anche delle false

accuse che furono create a seguito di questa triste vicenda e delle sofferenze spirituali alle

quali fu sottoposto il Santo frate. Per buona pace della Lance(l)lotta il santo in questionee la stessa Maria Valtorta ( in merito alla quale si narrano interessanti storie e

sorprendenti punti di contatto… ma lasciamo stare ) erano caratteri forti che non si

lasciavano certo intimorire o sopraffare. L’idea di una prezzolata signorina dedita alcucito e ad a pii interessi religiosi è assai lontana dalla realtà e dalle testimonianze di

coloro che, ancora in vita oggi, hanno avuto la possibilità di conoscere Maria Valtorta edi renderci conto del suo carattere.

Ma tornando al capitolo in questione è evidente che si cerca di estrapolare un passo degliscritti di Maria Valtorta per supportare le proprie tesi.

Certi passi, soprattutto se delicati, andrebbero letti nel loro contesto, conoscendo i fatti

 precedenti che hanno portato a questo tipo di ragionamento. Sfido quanti di coloro chehanno letto questo articolo, a sapere con precisione a quale tipo di opposizione faceva

riferimento Maria Valtorta. Per rispondere bisogna conoscere la vita di questa mistica,

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 bisogna approfondire, capire, anche studiare. E’ troppo facile ritagliare un pezzettino e

 poi stracciarsi le vesti gridando: “ha peccato !”. Mi ricorda davvero il modo di agire dei

TdG e le loro astuzie per non parlare di quelle della più famosa casta ebraica dei tempi diGesù. Malgrado tutto ciò, per me, anche così procedendo, se si legge bene il testo

estrapolato, si riesce comunque ad interpretarlo nella maniera corretta, nelle vere

intenzioni che Maria Valtorta esterna. Ci troviamo di fronte infatti non ad un atto didisubbidienza ma piuttosto ci viene svelato il cuore di questa mistica e il suo amore per le

Opere di Dio. A me viene subito in mente un passo del Vangelo quando Gesù….

 beh, ognuno potrà vederci e richiamare episodi a seconda della propria sensibilità. 

DISOBBEDISCE AL SIGNORE E GUIDA IL SUO CONFESSORE,INVECE DI FARSI GUIDARE

Il padre Raschini

In questo capitolo non si capisce perché si apre menzionando il suo confessore che era

Padre Migliorini e poi si mostra la foto di Padre Gabriele Maria Roschini ( e nonRaschini ). Che c’azzecca ?

La contraddizione anche in questo caso è tale perché è fin troppo evidente che non si

conosce a sufficienza la vita e le vicissitudini della mistica in questione.

Diventa davvero impossibile poter controbattere a certe affermazioni quando risultaevidente l’intento non certo genuino della Lance(l)lotta che continua ad estrapolare a

 proprio piacimento dagli scritti di Maria Valtorta senza il benché minimo accenno al

contesto degli eventi. Vorrei far notare però che una mistica o santa o veggente, non per questo cessa di essere una creatura umana. Conserva infatti il proprio libero arbitrio. Il

Signore Iddio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza e tra le caratteristiche divine

dell’uomo c’è appunto quella della libertà. Sembra quasi che da Maria Valtorta si pretenda, già su questa terra, la perfezione assoluta oppure l’abdicazione delle sue umane

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qualità. Come insegnano le vite di tutti i santi, il cammino verso il Signore è appunto un

cammino e quasi mai una folgorazione. E’il Signore stesso che rispetta la sua creatura e

gli concede i tempi e la possibilità maturare nella sua conversione.Anche l’assioma finale Sant’Uffizio = Chiesa mi sembra come l’avventurarsi su un

terreno pericoloso senza le adeguate attrezzature. E’ certamente vero che tale istituzione

ecclesiastica ha agito e tuttora, con diversa denominazione, agisce per il bene dellaChiesa, ma la Chiesa stessa, le membra vive di questo edificio siamo tutti noi battezzati

che partecipiamo all’unico piano di redenzione voluto dal Signore.

Dalle lettere dell’aprile 1946 al suo sacerdote, appare una chiaracontraddizione:

“Le faccio presente che, anche dopo il permesso avuto da NostroSignore di dare a leggere pagine a chi sento bisognosi di questo fra imiei testimoni, io non me ne sono valsa perché sempre più mi convincoche non c’è ubbidienza, correttezza, prudenza, nella gente anchemigliore. Non per colpa mia deve venire il castigo. Io ubbidisco e houbbidito. Sempre…”.

Queste affermazioni, teologicamente parlando, sono davvero ambiguese non persino gravi: un santo, che riceve un permesso dal Signore,opera e basta, agisce, non decide diversamente perché ritiene il genereumano scorretto e disobbediente. E se il “castigo” doveva avvenire per causa (non colpa) sua? Chi è lei per decidere diversamente dalpermesso voluto da Cristo? Obbedisce o no? E a chi obbedisce?

 Appare piuttosto evidente che Maria Valtorta agisce molto liberamente,indipendentemente da tutti e da tutto; agisce secondo le sue decisioni, èlei a decidere. Tutte le lettere indirizzate al suo confessore sonochiarissime in questo senso: è lei che guida il suo confessore, non ilcontrario come dovrebbe avvenire, e questo è davvero contrario a tuttele regole della vera mistica (chi volesse capire cosa è la mistica sirilegga sul sito la prima tappa sulla beata Katharina Emmerich). Unavolta dice al suo sacerdote: “Ma non ha ancora capito che è unmomento in cui tutto il Male è contro l’Opera? Sia coraggioso, prudente

e paziente. Quando, e se, capisce che il Generale ha verointeressamento e fede nell’opera, col suo aiuto cerchi di ottenerel’approvazione.”. L’approvazione, però, non è arrivata. Contro l’Operadella Valtorta c’era il Sant’Uffizio, cioè la Chiesa!

 

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CRISTO PUÒ CONTRADDIRSI? TUTTO È SEMPRE AL CONTRARIONELLA VALTORTA

Lievemente grafomane. I quattro evangelisti in una ventina di pagine ciascuno

raccontarono la storia della salvezza. Questo "quinto evangelio" della Valtorta, per raccontare apparentemente le stesse cose, abbisogna di 20 volumi

Ed anche in questo capitolo dell’articolo ci tocca leggere imprecisioni ma soprattutto

gratuite offese alla persona di Maria Valtorta che viene definita in modo sardonico e amio avviso assai infelice come ‘lievemente grafomane’.

Occorrerebbe conoscere le gravi malattie che hanno afflitto questa mistica e magari

sperimentare sulla propria pelle che cosa vuol dire offrirsi come anima vittima alla

giustizia divina. Magari allora le sofferenze patite nello scrivere le migliaia di pagine conlo spirito di dare ai propri fratelli un ‘dono’ del Signore potrebbero far trasformare il

sorriso ironico in silenzioso pianto. Bisognerebbe anche conoscere altri aspetti cheriguardano proprio la morte di Maria Valtorta, visto che non ci si fa scrupolo di mostrarele foto che la ritraggono senza vita sarebbe davvero interessante. Personalmente però non

ho nessuna intenzione di condividere tali aspetti riservati con persone che si comportano

in modo così lontano da quella che dovrebbe essere la virtù, non solo cristiana, dellaumana pietà.

Al di là delle gratuite ed inesatte affermazioni che vertono nell’iperbole che tutto è al

contrario in Maria Valtorta ci si domanda perché non si affrontano altri problemi.

Anzi, si eludono in pieno. Sarebbe infatti interessante capire come può aver fatto una persona inferma a descrivere in modo così dettagliato paesaggi, usanze, costumi, nomi di

 persone e luoghi dei quali vi sono precisi riscontri archeologici e storici senza essersi maimossa di casa e senza disporre di adeguate conoscenze. Ecco… forse questi aspetti,affrontati senza pregiudizi, potrebbero far capire che ci si trova di fronte ad un caso unico

non solo per la religione cattolica, ma un caso unico anche per altre religioni.

Ma proseguiamo e facciamo notare altre palesi inesattezze. Non è affatto vero che il

romanzo giovanile di Maria Valtorta non è stato completato, al contrario è stato finito.E l’idea che fin dall’adolescenza voleva approfondire la fede cristiana è anch’essa

oriinale, si deve parlare infatti della più tenera età. Ma sinceramente ci si stanca davvero

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 presto di ribattere a tali fantasie create ad arte per sviscerare le proprie personali tesi.

Il 28 gennaio del 1947 “Gesù” avrebbe dato a Maria Valtorta un nomemaschile, con il quale presentare la “sua” Opera, che molti discepoli

valtortiani definirono erroneamente il Quinto Vangelo. Cristo, a talproposito avrebbe appunto detto: “Non è un libro canonico. Ma èsempre un libro ispirato, che Io dono per aiutarvi a comprendere ciò chefu il mio tempo di Maestro e a conoscermi ”. Perché, però, chiamareMaria Valtorta “piccolo Giovanni”, alludendo così ad una continuazionecon il Suo Vangelo? E’ altrettanto ambiguo che nel fare citazionidall’Opera come fonte si scriva “l’Evangelio n….” e, tuttavia, nellostesso tempo, si precisa che non è un quinto Vangelo. Al di la di questoparticolare, resta palese che per “conoscere” Gesù dovremmo averebisogno di leggere i quaderni della Valtorta la quale, ha scritto di suo

pugno, di non essersi mai interessata ad altri testi teologici. Inoltre, setale opera è “per i semplici”, suona strano che la CdF abbia per ben duevolte sottolineato che tale Opera è “pericolosa” proprio per i semplici,sottolineato da chi è diventato Papa: abbiamo due Cristi diversi – unoche ha ispirato la Valtorta e uno che guida la Sua Chiesa attraverso ilsuo vicario – che si contraddicono?

In verità la Valtorta era certamente un’anima pia e aveva letto librispirituali come Storia di un anima di santa Teresa di Lisieux ed eraattiva nell’Azione Cattolica. Fin dall’adolescenza aveva in cuore l’idea diapprofondire la fede cristiana: ciò che c’era a sua disposizionesembrava non bastarle mai e voleva di più. Già da tempo le frullava per la mente di scrivere, e scrivere tanto: aveva pure iniziato un romanzofemminile, ma non lo completò mai.

Forse è proprio questo “volere” a trarla in qualche inganno nellaconvinzione che il Signore l’avesse prescelta proprio in ciò che elladesiderava di più al mondo: conoscere la fede cristiana e scrivere.Solitamente, nei mistici, accade proprio il contrario: è vero che fin dabambini sono “privilegiati”, ossia preparati spesse volte da delle “visite”speciali di angeli custodi, di alcuni santi, ecc., ma solitamente non sonoi loro desideri che si avverano, se non quello di un atto di consacrazionedi se stessi a Dio nella verginità totale. Riguardo ai “progetti”, è la“visione” che disvela lentamente il progetto di Dio. Con la Valtorta ciòche colpisce è che tutto avviene sempre al contrario: è la Valtorta chedisvela il Cristo!

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QUEL TITOLO – EVANGELIO  – CHE NESSUN’OPERA DI MISTICIHA MAI RIVENDICATO PER SÉ

Per chi ha un minimo di dimestichezza con la mistica si può adoperare il termine dilocuzioni interiori per descrivere fenomeni che oltrepassano i normali sensi a

disposizione dell’uomo. Tra l’altro questi fenomeni si presentano in forme differenti a

seconda dei casi e non c’è uniformità di esperienze.Come si è già detto precedentemente, alla domanda del perché di una così vasta Opera si

 può rispondere che non è altro che una esplicitazione di quanto troviamo nei quattro

Vangeli canonici. Nessuno ci chiede di credere all’Evangelo di Maria Valtorta o peggiodi sostituire con questo gli altri Vangeli canonici. La Chiesa ha operato per svariati secoli

 prima della nascita di Maria Valtorta facendo a meno di questa Opera e svolgendo

egregiamente il suo compito di evangelizzatrice e salvatrice delle anime.Anche l'Opera valtortiana quindi soggiace al tempo storico nel quale è stata composta.

La sua funzione quindi è quella di aiutare in questa epoca, la comprensione del Vangelo.Ribadiamo infatti che c’è un solo Vangelo, una sola ‘buona notizia’ o ‘buona novella’alla quale siamo tutti chiamati, sul titolo proprio dell’Opera credo che ci siano dei

margini per venire incontro ed eliminare l’equivoco che si voglia far riferimento ad un

quinto vangelo, questo non è e lo ri-diciamo nuovamente.

.

C’è, poi, un altro particolare. In molti casi, la donna non vede – non ha,pertanto, delle visioni – ma scrive sotto dettatura, sostenendo che adettare a volte è Gesù, altre volte lo Spirito Santo, altre volte ancoral’angelo custode, ecc. Maria Valtorta non vede, ma dice di “riconoscere

le voce come proveniente da Gesù… dallo Spirito Santo, ecc…”

E se è Gesù stesso che dice che nulla può essere aggiunto e nulla puòessere tolto dalla Scrittura, perché chiamare l’opera maggiore dellaValtorta l’Evangelio come mi  è stato rivelato? Un opera voluminosa: 10volumi ed oltre 600 capitoli per raccontare, senza dubbio, ciò che è giànei Vangeli, ma aggiungendo anche molto di ciò che nei Vangeli nonc’è. Anche la Beata Emmerich, attraverso le sue visioni, fece trascrivereal Brentano ciò che vedeva sulla vita di Gesù e Maria (la beata,sofferente come era, ed essendo in estasi, non poteva scrivere, ma

raccontava e poi spiegava), ma gli scritti tratti dalle sue visioni non sonomai stati chiamati Evangelio. Più semplicemente, infatti, sono statiintitolati La Passione di Cristo e la Vita di Maria.

 

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STRANI EPISODI E NUOVI PERSONAGGI

Inoltre, non ci sono episodi aggiunti ai racconticanonici, al contrario di quello che accade spesso nell’Evangelio dellaValtorta, come nel proemio V, dove, nei racconti che precedono laPassione di Gesù, spunta una discepola velata col nome di Anastatica.Tanto per rendere l’idea: “Gesù ha lasciato Betania insieme a quelli cheerano con lui, ossia Simone Zelote e Marziam. Ma ad essi si èaggiunta Anastatica che, tutta velata, cammina di fianco a Marziam,mentre Gesù è un passo indietro con Simone. Le due coppiecamminano parlando. Ognuna per conto proprio, e di ciò che più gli staa cuore. Dice Anastatica a Marziam, continuando un discorso giàavviato: “Non vedo l’ora di conoscerla”. Forse la donna parla di Elisadei Betsur . “Credi, che non ero così commossa quando andai allenozze o fui dichiarata lebbrosa. Come la saluterò?” E Marziam con unsorriso dolce e serio nello stesso tempo: ” Oh! Col suo vero nome!Mamma!” – “Ma io non la conosco! Non è troppa confidenza? Chi sonoio, infine, rispetto a lei?” – “Ciò che ero io lo scorso anno. Anzi, tu moltopiù di me sei! Io ero un povero orfanello, eppure lei mi ha semprechiamato figlio, dal primo momento, e una vera madre mi è stata.L’anno passato ero io che tremavo d’orgasmo in attesa di vederla! Mapoi solo a vederla non ho tremato più…”.

Poi il racconto prosegue ancora con storie incomprensibili di questepersone. Giungono alla casetta dove sta in attesa Maria, la Madre diGesù, con tutti gli altri discepoli: Gesù saluta la Madre da lontano eprende per mano Anastatica per condurla a lei. Poi Gesù si avvia versoil Getsemani e si legge ancora: “E dopo, Gesù invita sua Madre e Maria

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di Alfeo ad andare con Lui e con i Discepoli per l’uliveto silenzioso”. QuiGesù si mette a leggere una Lettera da Antiochia a Pietro, desideroso diudirla per poterla raccontare subito alla moglie appena rientrerà.

Insomma, potremmo continuare e non essere lontani da ciò che disse

l’allora Ratzinger per mezzo del Sant’Uffizio: “Una vita di Gesùmalamente romanzata“… E anche se volessimo togliere il termine“malamente” , che esprime il giudizio della Chiesa, l’opera è davverouna vita di Gesù “romanzata”.

Nuovo capitolo vecchi concetti… si continua ad asserire sempre le stesse cose e in

aggiunta non corrette. Ratzinger non ha niente a che vedere con l’articolo apparso

sull’Osservatore Romano del 6 Gennaio 1960. Tale articolo si presentò in formaanonima. Tradotto in italiano, l’autore di quell’articolo si è ben guardato dal firmarlo !

Oggi come oggi poi, quello che dovrebbe venire tolto non è limitato al termine

‘malamente’, occorrerebbe tagliare anche molto altro.Dispiace vedere l’insistenza nell’asserire cose che non sono affatto vere.

Perché continuare a far passare il messaggio che l’attuale Santo Padre ha scritto tali

giudizi ?

Che cosa si vuole ottenere se non una falsificazione storica ?Che cosa si intende scrivendo :

 Insomma, potremmo continuare e non essere lontani da ciò che disse l’allora Ratzinger  per mezzo del Sant’Uffizioci si rende conto che anche la lingua italiana, pur nella sua complessità, ha delle regole

 ben precise quando si deve fare un resoconto corretto dei fatti che si raccontano ?

Sugli strani personaggi davvero non si sa come controbattere. Sembra che laLance(l)lotta non conosca neppure l’apostolo Simone Zelote o Maria d’Alfeo che sono

 ben conosciuti anche nei Vangeli canonici, l'uno come apostolo e l'altra come una delle

donne al seguito di Gesù e presente sotto la Croce.Di Marziam possiamo dire che era un orfanello che viene poi cresciuto dallo stesso San

Pietro, alcune teorie identificano questo personaggio con San Marziale venerato

soprattutto in Francia dove fu mandato dallo stesso Pietro.Per il resto, il capitolo in questione, è il 366 del VI volume, tanto per fare un esempio è

come si entrasse al cinema a vedere un film un quarto d'ora dopo la pausa tra primo e

secondo tempo e ci si lamentasse con il vicino di poltrona di non capire nulla !Se si inizia dal principio gli episodi non sembrano strani e gli attori non sono sconosciuti.

Personalmente poi non mi da affatto fastidio definire come romanzo l’intero Evangelo diMaria Valtorta. Il romanzo infatti può essere di fantasia oppure può essere di una storiavera. Nell’Evangelo valtortiano inoltre non si deve cadere nell’errore di credere che siano

riportati tutti gli eventi della vita di Gesù, così non è. Tutto sommato quindi tale termine è

e rimane funzionale alla logica del chiaroscuro nella quale Nostro Signore concede

sufficiente luce per chi vuole vedere e sufficiente tenebra per chi non vuole vedere.

GESÙ IL VERO AUTORE DELL’OPERA VALTORTIANA?

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Altro capitolo altra incerta affermazione della realtà delle cose.

I volumi che oggi sono pubblicati sotto il titolo de “I Quaderni” ( del ’43, del ’44, del

’45-’50 ) non sono affatto separati, nella loro stesura originale dall’Opera dell’Evangelo. Non si capisce perché si afferma che “tali scritti sono da ricondurre esclusivamente allamano di Maria Valtorta” . Tutti gli scritti di Maria Valtorta sono quaderni autografi,

eccetto alcuni scritti eseguiti su fogli sparsi o ‘volanti’. E su tutti vi sono locuzioniinteriori e ‘visioni’ mistiche di Maria Valtorta. Era Maria Valtorta, di suo pungo, che

descriveva con le proprie parole le ‘visioni’ alle quali assisteva, mentre i ‘dettati’ gli

scriveva sempre di proprio pugno ma provenivano dalla sua particolare forma di mistica.Dal Gennaio del 1933 non poté più uscire di casa e dal giorno di Pasqua del 1934 rimase

immobilizzata nel proprio letto fino alla morte sopraggiunta il 12 Ottobre del 1961.

Il problema relativo alla ricomposizione dell’Opera si potrebbe in realtà descrive meglio.Maria Valtorta, senza avere la possibilità di poter uscire, raccogliere informazioni o

documenti, scrive in pochi anni in ordine non cronologico e senza preventive stesure una

vita di Gesù in ordine sparso, contemporaneamente riceve visioni e dettati che andranno a

formare altri tre copiosi volumi di scritti valtortiani. Il tutto, viene ricomposto con preciseindicazioni cronologiche. E quando si parla del ‘tutto’ si parla di migliaia di pagine

manoscritte ricomposte in ordine pressoché perfetto. Su tutte queste cose ci sarebbedavvero da approfondire e studiare per capire come ciò possa essere stato possibile a viste

umane. E' un enigma ma è anche un dato di fatto concreto e reale.

Immaginiamo ad esempio un Dante che scrive in ordine sparso i suoi tre volumi della

Divina Commedia e poi riesce a ricomporli perfettamente come adesso dopo averli pensati, redatti e scritti in ordine sparso… e si parla di tre volumi e non di 10 + 3 come

nel caso di Maria Valtorta.

Diverso è un giudizio che si potrebbe dare ai cosiddetti “Quaderni”. Si

tratta di scritti da ricondurre esclusivamente alla mano della Valtorta,composti dal 1947 al 1953, nel corso dei 27 anni, in cui la donna rimaseimmobilizzata a letto per una paralisi. Riportano quanto Maria ritiene“dettato” e quanto Maria ritiene “visione”: 90 quaderni e circa 12milapagine. Da questi scritti sono state estrapolate quelle “visioni o dettati”sulla vita di Gesù e Maria e riportate poi a parte in quell’Evangelio,cestinato dalla CdF. Mi viene il sospetto che probabilmente sarebbestato meglio lasciare i quaderni così com’erano, senza estrapolare per farne ciò che viene definita l’Opera voluta da Gesù. Secondo quantorivelato in uno di questi quaderni – a quanto sostengono anche i

valtortiani definiscono – sarebbe stato Gesù stesso ad ordinare i capitolidel libro e dei quaderni. Egli così avrebbe ordinato alla Valtorta: “E ora,fà attenzione. Ti risparmio la descrizione della deposizione nel sepolcro,che è stata ben descritta l’anno scorso, il 19 febbraio 1944. Così useraiquella, e (Padre Migliorini) alla fine metterà il lamento di Maria, che hodato il 4 ottobre 1944. Poi tu inserirai le tue nuove visioni. Sono nuove

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parti della Passione e devono essere messe con molta attenzione ailoro posti per evitare confusione e lacune.”

 

MEGLIO DAN BROWN… ALMENO SPINGE A CERCARE LAVERITÀ PER DIFENDERE LA PROPRIA FEDE

Pagine autografe del poema valtortiano

Sono tutte personali opinioni per altro rispettabilissime.

Stando alle sue precedenti affermazioni mi verrebbe da controbattere che lei hacommesso una grave disobbedienza alla Chiesa scegliendo di leggere un libro che è stato,

a suo tempo, posto all'Indice dei Libri proibiti.

Esattamente come se domani decidesse di leggersi il “Dialogo sopra i due massimisistemi del mondo”.

Diciamo pure che l'Opera è un romanzo sulla vita di Gesù.

Lei lo trova noioso, incomprensibile, addirittura inutile per la propria crescita spirituale.Io invece non la penso così, che devo fare ?

E' come se lei mi proponesse di ascoltare musica Heavy Metal mentre io prediligo i

cantautori italiani. Questioni di gusti ? Di sensibilità diverse ?

Viva Iddio che la “Sua” Chiesa è Cattolica !In Chiesa ci sono le chitarre e i canti gregoriani.

Ci sono gli applausi e le danze tribali africane.

Ci sono carismi diversi e distanti ma tutto concorre a rendere lode al Signore.Per lei che considera l'Opera un 'prurito' che devo dire ? Non lo legga, ma rispetti gli altri

che trovano in essa giovamento spirituale. Questo è il mio suggerimento.

Per lei che considera tutto sommato utile la lettura di Dan Brown perché la stimola nellaricerca della verità non dovrebbe poi essere così difficile accettare un Opera nella quale

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non si trovano errori dottrinali o contro la morale cattolica come stessa cosa non è per il

“Codice da Vinci”.

Opinioni, gusti, sensibilità personali.Ben più grave se lei avesse trovato errori teologici, anzi se li trovasse è suo dovere

 pronunciarsi e rendercene partecipi, anche se, come conviene lei stessa, non è suo

compito e probabilmente non ha le competenze necessarie per andare oltre a quella che èstata la ferrea e severa lettura del Sant'Uffizio che non ha riscontrato nell'Opera questi

errori contrari al Magistero della Chiesa.

Personalmente ho letto l’Evangelio e non posso che definire il tutto “unavita romanzata di Gesù”. Quanto agli errori teologici non mi sbilancio enon mi pronuncio più di tanto: non è compito mio. Quel che penso è chenulla in quest’opera può tornare “utile” alla fede: certo, questa è una mia

impressione, un mio giudizio, ma certi giudizi entusiastici che ladescrivono come l’opera letteraria più grande di questi tempi misembrano davvero eccessivi. In alcuni punti – lo confesso – lo scritto miappare persino noioso ed incomprensibile.

Se, però, in un commento che la sostiene leggo testualmente:“Trattandosi di una “Vita di Gesù”, quest’opera non lascia indifferenti esuscita sempre appassionate reazioni. L’opera è così eccezionale chemerita di essere annoverata tra i capolavori della letteratura universale.Offre la materia per un’inesauribile enciclopedia della vita di Gesù.

Infatti quest’opera non solo integra la totalità dei quattro evangeli, ma nericostruisce tutto il contesto socioculturale (…)”, mi si conceda didissentire e non solo perché la Chiesa si è espressa diversamentesull’Evangelio, ma proprio perché è un errore definirla una sorta dienciclopedia su Gesù. Inoltre, non è affatto un opera eccezionale, ma èsemmai un bel romanzo. Tanto per rendere l’idea, è un romanzo chepuò appassionare e suscitare “reazioni diverse” come avvenne per ilromanzo di Dan Brown: non me ne vogliano i valtortiani per il paragone,ma perché non impegnarsi allora sulla Salita al Carmelo di sanGiovanni della Croce? Perché non attenersi molto più semplicemente

ai Vangeli? Perchè non impegnarsi sul Dialogo della Divina Provvidenzadi Santa Caterina da Siena, che è Dottore della Chiesa? Cosa è questavoglia, o questo prurito, di curiosare il dietro le quinte dei Vangelicanonici?

Dan Brown mi ha stimolato molto di più sulla difesa della mia fede; miha spinto a cercare la verità ancora di più, a tentare di trovare delle

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risposte valide e concrete alle assurde accuse che riportava, enaturalmente le ho trovate, perché la Verità alla fine si fa scoprire.L’Opera della Valtorta, invece, non mi ha dato gli stessi stimoli. Finita lalettura, l’ho vista per quello che era: un romanzo, molto fantasioso indiversi punti, con un Gesù a volte talmente sdolcinato da far temere ildiabete che, d’un tratto, diventava un Gesù severo che “non perdona”;con una Madre intenta a tenere viva la piccola comunità di “fortunati”perché accolti dal Figlio che li porta a Lei, quando, nei Vangeli canonici,è invece la Madre che segue il Figlio.

 

SE PILATO SI ANNOIA…

… e non solo lui, glielo assicuro !

Nell’Evangelio valtortiano si legge: “«Sia flagellato» ordina Pilato a uncenturione.«Quanto?» «Quanto ti pare… Tanto è affare finito. E io sono annoiato.Va’» “. Questo brevissimo esempio aiuta a capire cosa intendiamo per “romanzato”. Pilato non era affatto “annoiato”; il racconto canonico cimostra che egli era “preoccupato”, ansioso di farla finita, sì, ma in unmodo tale da mettere a tacere i contendenti: i cristiani che difendevanoGesù e gli accusatori che erano sempre “la sua gente”. Pilato si lava le

mani non perché è annoiato, ma perché, riconoscendo per ben tre voltel’innocenza di Gesù, non vuole macchiarsi di sangue innocente e, altempo stesso, non vuole mettersi “contro Cesare”, contro i Rabbini chelo accusavano di offendere Cesare se non avesse condannato Gesù.Piccole sfumature – d’accordo – ma, appunto, per questo si tratta di “unromanzo” e non della “vita di Gesù”! Un Pilato “annoiato” falsifica il ruolostesso avuto da Pilato nella vicenda!

Qualcuno dice della Valtorta: “Alcuni dotti l’hanno paragonata al genio diuno Shakespeare”. Anche se fosse vero, a cosa mi serve uno

Shakespeare per la dottrina? Interessante il fatto che abbia riprodotto,nei racconti, angoli nascosti nella Sacra Scrittura ma esistenti: va bene,ma a cosa mi serve? Per provare che i racconti sono veri? Se la veritàsi fondasse solo su questo perché le visioni della beata Emmerich sonostate dichiarate autenticamente ispirate e questi no? Un motivo ci sarà!

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Mi sembra più saggio parlare di complessità e di enigma. Unacomplessità al momento risolta dal pronunciamento della CdFsull’Opera e di un enigma, che riguarda la personalità della Valtorta, eche, a Dio piacendo, magari si risolverà in futuro.

NÉ “GESÙ DICE…”, NÉ “MARIA DICE…”

Le molte facce di Maria

La faccia di Maria Valtorta preminente è stata quella della sofferenza.

 Nel 1985 Ratzinger non riporta quelle parole che invece fanno parte dell'anonimoarticolista del 1960. Inutile associarle all'attuale Papa, si commette solo un abuso della

realtà dei fatti storici. L'attuale Papa, quando era prefetto, ha riportato i riferimenti delcaso Valtorta così come glieli hanno forniti i suoi predecessori. Le parole dell'anonimo

articolista lasciamoli all'anonimo articolista, grazie.

Come abbiamo accennato sopra, la Valtorta attribuisce a Gesù stessol’Opera. Così, però, si espresse il Sant’Uffizio e così fu riportato daRatzinger nel 1985:

“L’Opera, dunque, avrebbe meritato una condanna anche se si fossetrattato soltanto di un romanzo, se non altro per motivi di irriverenza. Main realtà l’intenzione dell’autore pretende di più. Scorrendo i volumi, quae là si leggono le parole ‘Gesù dice…’, ‘Maria dice…’; oppure: ‘Iovedo…’ e simili. Anzi, verso la fine del IV volume (pag. 839) l’autore si rivela… un’autrice, e scrive di essere testimone di tutto il tempomessianico e di chiamarsi Maria (Valtorta)”.

Queste parole fanno ricordare che, circa dieci anni fa, giravano alcunivoluminosi dattiloscritti, che contenevano pretese visioni e rivelazioni.

Consta che allora la competente Autorità Ecclesiastica aveva proibito lastampa di questi dattiloscritti ed aveva ordinato che fossero ritirati dallacircolazione. Ora li vediamo riprodotti quasi del tutto nella presenteOpera. Perciò questa pubblica condanna della Suprema S.Congregazione è tanto più opportuna, a motivo della gravedisobbedienza…“

 

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MARIA SECONDA A PIETRO. LA DISOBBEDIENZA DI UNCONSULTORE DELL’EX SANT’UFFIZIO

 Nel letto della malattia, anni '40

La disubbidienza di Padre Gabriele Maria Roschini ?Vogliamo arrivare anche a giudicare la coscienza personale di un eminente religioso ?

Guardi, dia retta a me, lasci stare. Se una cosa posso dire di aver imparato nella lettura

dell'Opera di Maria Valtorta, di essere riuscito a comprendere meglio di quanto giàsapevo, è proprio quella di lasciare al giudizio di Dio le opere degli uomini.

Rimanga nel suo ruolo di accusatrice e lasci al Signore quello di Giudice.Faccia pure il suo J'accuse ma poi si fermi lì.

E' un prezioso suggerimento che le porgo.

L’irriverenza a cosa è dovuta? A questo passo che riporto sempre dalDecreto ufficiale:

Nel II vol. a pag. 772 si legge: “Il Paradiso è Luce, profumo e armonia.Ma se in esso non si beasse il Padre, nel contemplare la Tutta Bella chefa della Terra un paradiso, ma se il Paradiso dovesse in futuro non

avere il Giglio vivo nel cui seno sono i Tre pistilli di fuoco della divinaTrinità, luce, profumo, armonia, letizia del Paradiso sarebbero menomatidella metà”. Qui si esprime un concetto ermetico e quanto mai confuso,per fortuna; perché se si dovesse prendere alla lettera, non sisalverebbe da severa censura. Per finire, accenno ad un’altraaffermazione strana ed imprecisa, in cui si dice della Madonna: “Tu, nel

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tempo che resterai sulla Terra, seconda a Pietro ”come gerarchiaecclesiastica…”.

La Vergine Maria, come ben sappiamo dalla dottrina non è nella“gerarchia” ma è dentro la Chiesa quale Madre della Chiesa e non

Ministro, neppure paragonabile al ruolo di Pietro, e ciò dimostra chel’autorità ecclesiale aveva ben letto l’Opera.

Qui si apre un aspetto inquietante, che è tipico del tempo della grandeconfusione degli anni ’70. Riporto dal Documento di difesa valtortiano,l’unica “difesa” più autorevole che hanno avuto:

“Padre Roschini, dei Servi di Maria, aveva letto l’Opera della Valtortadopo molti anni di diffidenza e ne era rimasto conquistato, fino a farnemateria d’insegnamento in un corso di lezioni alla Pontificia Facoltà

teologica Marianum di Roma. Da quelle lezioni nacque il suo libro,uscito nel 1973 e presto esauritosi, nel quale egli ripercorreva lateologia di Maria sui testi di una delle più grandi mistichecontemporanee”.

L’Autore, deceduto nel 1977, insegnava anche nella PontificiaUniversità Lateranense. Era Consultore della Congregazione per laDottrina della Fede e della Congregazione per le Cause dei Santi.Insomma, un nome che era una garanzia per l’epoca.

Ecco, di fronte a questi fatti uno davvero si ferma e si arrende, ma nonper aver trovato le prove che cercava, ma si arrende di fronte alladisobbedienza fatta passare per virtù.

Questo sacerdote, contravvenendo ad una condanna del Sant’Uffizio, econsultore egli stesso della medesima Congregazione – e qui stal’aggravante non certo il merito – non solo si fa promotore di un’operacondannata dalla Chiesa, ma la impone come argomento diinsegnamento. Ne ricava persino un libro, ci guadagna pure e,probabilmente – anche se su questo non siamo certi – senza dire aglistudenti che tale opera era stata vietata dalla Santa Sede. Si sa,purtroppo: eravamo negli anni della contestazione, gli anni delCatechismo Olandese, della contestazione alla morale cattolica, controla Humanae Vitae, gli anni in cui il Papa denunciava che il fumo diSatana era entrato nei Sacri Palazzi, gli anni della fede fai da te… a chiimportava cosa diceva il Sant’Uffizio?

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Non è da sottovalutare che, anni dopo, l’allora card. Ratzinger abbiasorvolato sul comportamento del Roschini e, soprattutto, sulla suaposizione in favore dello stesso all’Opera valtortiana, e nel 1985, ottoanni dopo la morte del consultore del Dicastero di cui egli è il Prefetto,nega ancora una volta l’ispirazione divina dell’Opera, usando il testo del1959 del Sant’Uffizio.

LA MARIOLOGIA SECONDO LA VALTORTA: CI SONO LACUNENEI VANGELI. LA RISPOSTA INDIRETTA DI RATZINGER

L'opera dell'apologo (controverso egli stesso) della Valtorta: padre Roschini

Trovo davvero fastidioso leggere opinioni del genere mosse contro uno dei più esperti

mariologi del secolo scorso. Un eminente religioso che ha fondato addirittura l'Università pontificia “Marianum”, che ha dedicato la sua intera vita militando nell'Ordine Religioso

dei Servi di Maria. Riporto una fonte non-valtortiana quindi non sospetta:

http://www.servidimaria.org/it/storia/uomini_illustri/roschini/index.htm

Mi scusi prode Lance(l)lotta, non volevo giungere a questa domanda, ma lei a che titolo

si permette di dire certe cose ? Che titoli ha per poter confutare un così illustre professore

di teologia ? E' brutto fare certe domande ( concordo con lei ), non rientra poi nemmeno

nel mio carattere, però quando si passa il limite della decenza certi pensieri scappano.Perché vuole trovare il modo di mettere in conflitto gli scritti di due religiosi che nei

rispettivi ruoli hanno espresso concetti che non sono in antitesi tra loro ?

Trovo piuttosto indicativo che nel suo testo del 1997, Maria Chiesanascente, il card. Ratzinger, fra le mille citazioni che fa, non usa mai néla mariologia della Valtorta, né il libro così tanto venduto sullamariologia di un suo “collega” che a quell’Opera si rifaceva! Anzi, il

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futuro Papa sembra riportare in questo testo la vera mariologia dellaChiesa ripulita da tante altre pretese “mariologiche” di quegli anni.

Facciamo un esempio concreto di questa “mariologia valtortiana”.Innanzi tutto essa, dice padre Roschini, “è nuova” e come esempio fa

questa citazione : “Restituire nella loro verità le figure del Figliodell’Uomo e di Maria, veri figli di Adamo per la carne e il sangue, ma diun Adamo innocente” (l’Evangelio vol. X, p. 362). Una frase davveroambigua. Cosa intende per nuovo? Lo spiega il Roschini in questomodo inaccettabile: “Si tratta perciò di restaurare, oltreché la figura diCristo, la figura di Maria. Il motivo di questo restauro della figura diMaria va ricercato nelle evidenti lacune che riscontriamo, nei libri canonici, riguardo a Maria SS. «Io, detta Gesù alla Valtorta, ero neiVangeli già sufficientemente descritto, in un minimo capace di bastarealla salvezza dei cuori. Maria SS. era poco nota; la sua figura eraappena disegnata con linee incomplete che troppo di Lei lasciano inombra. Ecco: lo l’ho svelata. Ed Io te l’ho data questa perfetta storia dimia Madre, o Ordine che ti fregi del nome di Maria… E’ gloriadell’Ordine, questa…» (Dettato del 6 gennaio 1949)”.

I Vangeli Canonici hanno delle lacune? Stiamo forse pazziando?

Riguardo a Maria Santissima, non ci sono delle lacune, ma “assenzevolute”. Nella Scrittura nulla è scritto a caso, nulla può esservi aggiunto,nulla può essere tolto, Gesù ora si contraddice e parla di lacune, di“linee incomplete”? La Sacra Scrittura contiene tutto: semmai deveesserne svelato ancora pienamente il contenuto, come succede, per esempio, con l’Apocalisse, avvolta nel mistero, e non ancorapienamente rivelata nella sua comprensione, nell’interpretazione. LaScrittura, però, non contiene lacune, né è incompleta! A pag. 63 diMaria Chiesa nascente, Ratzinger dice:

“Maria ha vissuto così profondamente nella parola dell’Antica Alleanza,che questa è divenuta in modo del tutto spontaneo la sua propria

parola. La Bibbia era così pregata e vissuta da Lei, era così ruminatanel Suo cuore, che Ella vedeva nella Parola Divina la sua stessa vita…e la Sua parola si era unita a quella di Dio…”. Non ci sono, dunque,lacune: ci sono piuttosto possibilità per approfondire ciò che, contenutonella Bibbia, è ancora per noi velato, ma non incompleto o assente.

 

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IL PARALLELISMO EVA-MARIA: SE LA VALTORTA INSEGNAANCHE AI PADRI DELLA CHIESA…

La camera di Maria Valtorta. Su quel letto passò gli ultimi decenni della sua vita

Io invece mi domando che cosa avrebbe scritto la Lance(l)lotta se avesse effettivamente

trovato un errore dottrinale, magari non lo avrebbe riconosciuto ? ( battutaccia ).

Dice Roschini: “Cosi, tanto per fare un esempio, il celebre e classicoparallelismo Eva-Maria in nessuno dei Padri e degli ScrittoriEcclesiastici, e neppure nei Padri e Scrittori presi complessivamente, hauno sviluppo così seducente, ampio e completo come negli scritti diMaria Valtorta”.

Confesso che sono scandalizzata e senza parole. Il parallelismo “Eva-Maria” è proprio sviscerato in modo completo, dai Padri, specialmenteorientali. Questi Padri insegnano: “Questo contrasto tra la Madonna edEva la Chiesa lo vede espresso nel fatto che la parola Ave è l’inversionedella parola Eva, come cantiamo nell’Inno Ave Maris Stella: Sumens

illud ave (…) Mutans Evae nomen/ Accogliendo quell’ Ave (…)trasformando il nome di Eva… E la Chiesa considera che come Ave èl’inversione di Eva, la Madonna converte in benedizione tutte lemaledizioni di Eva”.

Questo contrasto tra la Madonna ed Eva, la Patristica lo espone, inoltre,come contrasto tra una vergine sciocca ed una vergine prudente, unadonna superba ed una donna umile: la prima che fa assaporare

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dell’albero della morte, la seconda che fa assaporare dell’albero dellavita; la prima l’amarezza di un cibo velenoso, la seconda la dolcezza diun Frutto Eterno. Se sviluppo viene fatto dalla Valtorta, questo non puòche partire da queste fondamenta. Se non partisse da queste, e dunquenon unendosi alla ricchezza della Patristica, sarebbe piuttosto la provadi una ambigua mariologia.

 Altro campanello d’allarme è il completo silenzio di Giovanni Paolo IIsull’Opera valtortiana. E’ vero, egli non la condanna se non approvandola decisione presa da Ratzinger Prefetto della CdF. Tuttavia, èsignificativo che, in ben 25 anni di Pontificato, il Papa “di Maria”, delTotus Tuus, non cita mai, neppure una volta, “la Maria” dell’Operavaltortiana.

 

QUEGLI APPIGLI DEI VALTORTIANI SU FATTI IRRILEVANTI. LARIPOSTA CHIARA DELLA CHIESA

Morte di Maria.1961

Sono stanco... abbia almeno la compiacenza di citare le fonti alle quali fa riferimento.

Gli appigli dei valtortiani, come le chiama lei, dove stanno ?

Un link per favore.

Fa discutere il fatto che i valtortiani si appellino all’abolizione dellasoppressione del Decreto in base a quanto da essi riportato:

“Nei confronti del diritto: L’Indice è stato una misura disciplinare dellaChiesa, soppresso inizialmente in diritto nel 1966 poi in conseguenzadel suo decreto d’applicazione”. E’ vero: la soppressione dell’Indice(Index) c’è stata, ma loro dimenticano che c’è stata una ricondanna nel

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1985 e non già la messa all’Indice, ma proprio una ri-valutazionenegativa.

 Altra scusa che mettono avanti è questa: “Essa (la condanna) provenivada una congregazione della Chiesa, il Sant’Uffizio, ma non dal suo

magistero infallibile riservato esclusivamente al Papa (ciò che avrebbereso impossibile la sua abolizione)”.

Questa scusa è davvero inaccettabile. In primo luogo, perché ilpronunciamento del Sant’Uffizio era legittimo. Quando poi il Sant’Uffiziodivenne Congregazione per la Dottrina della Fede, ai sensi del decreto“Integræ Servandæ” di Papa Paolo VI, il 7 Dicembre 1965, questa si ri-espresse sull’argomento nel 1985, nella persona del suo Prefetto. Insecondo luogo, perché le disposizioni del Sant’Uffizio o della CdF sonovalutazioni in materia dottrinale che appartengono all’infallibilità dellaChiesa perché sono pronunciamenti ufficiali che vengono sottoposti al Papa prima di essere firmati definitivamente…

Un testimonial di origine francese usato dai valtortiani per dimostrare laveridicità delle loro indagini, dice:

“Certi detrattori dell’Opera di Maria Valtorta utilizzano, come argomentoper sconsigliarne la lettura, la messa all’Indice del 1959 da parte delSant’Uffizio, senza valutarne la prevalente motivazione disciplinare,provocata dal comportamento imprudente di alcuni religiosi, e senzariferire sugli attestati che ecclesiastici di alto rango hanno rilasciato inmerito a quest’Opera, che per lo meno non contiene nulla contro la fedee la morale”.

Ma il 1959 fu solo l’inizio della negazione da parte della Chiesa. Inrisposta a questo e ad ogni tentativo di sminuire quella data, c’è proprioil testo dell’allora cardinale Ratzinger che toglie ogni dubbio. Egliscrivendo al cardinale Sir i, di Genova, a riguardo di un fratecappuccino, che chiedeva chiarimenti in merito a tale condanna e ariguardo proprio dell’abolizione dell’Index, così rispondeva:

“…dopo l’avvenuta abrogazione dell’Indice, sempre sull’OsservatoreRomano, 15 Giugno 1966, si fece presente quanto pubblicato su A.A.S.(1966) che, benché abolito, l’Index conserva tutto il suo valore moraleper cui non si ritiene opportuna la diffusione e raccomandazione diun’Opera la cui condanna non fu presa alla leggera ma dopo ponderate

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motivazioni al fine di neutralizzare i danni che tale pubblicazione puòarrecare ai fedeli più sprovveduti”.

Bisogna essere davvero in malafede per spacciare ancora l’Operacome approvata e innocua!

 

PURE TETTAMANZI DICE NO ALLA SOPRANNATURALITÀDELL’OPERA…

Dionigi Tettamanzi, allora arcivescovo ambrosiano

 Ne ho già ampiamente parlato sopra.

Sono interpretazioni di una lettera nella quale il Card. Tettamanzi usa la proverbiale

saggezza della Chiesa. Nessuno dice che Maria Valtorta è stata approvata dalla Chiesa.

 Nessun cavillo o peggio ragionamento pervertitore.

La Chiesa indica chiaramente il modo nel quale devono essere accolti questi scritti da parte dei cattolici:

Sono forme letterarie usate dalla scrittrice per narrare la vita di Gesù.

 Nessuno afferma o contrasta questo pronunciamento della Chiesa, nessuno dice che non è

vero e che l'Opera è di origine soprannaturale.

In quel “non possono” si possono leggere tante cose.Può darsi che abbia ragione lei e debba essere interpretato come “non sono”.

Oppure, prudentemente, il Card. Tettamanzi si è riservato dallo scrivere “non sono” ed ha preferito saggiamente scrivere “non possono” perché come lei stessa ha detto all'inizio

dell'articolo la vicenda di Maria Valtorta non può dirsi ancora conclusa.

La stessa Maria Valtorta non ha mai preteso che la competente Autorità Ecclesiasticariconoscesse l'origine soprannaturale della sua Opera, si limitava semplicemente a

chiedere che l'Opera potesse "andare alle anime" con l' Imprimatur ecclesiastico, che

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veniva concesso ai libri di natura religiosa che non contenevano nulla contro la fede e la

morale.

La posizione della Chiesa sulle rivelazioni private si precisaulteriormente quando il cardinale Ratzinger, davanti all’aumento

d’interesse per l’opera di Maria Valtorta, chiede al Segretario dellaConferenza Episcopale Italiana di prendere contatto con l’Editore delleOpere valtortiane per chiarire per l’ennesima volta la posizione dellaChiesa. Ecco la lettera inviata:

Conferenza Episcopale Italiana Prato N. 324/92 Roma, 6 maggio 1992

Stimatissimo Editore,

In seguito a frequenti richieste, che giungono anche a questa

Segreteria, di un parere circa l’atteggiamento dell’Autorità Ecclesiasticasugli scritti di Maria Valtorta, attualmente pubblicati dal “CentroEditoriale Valtortiano”, rispondo rimandando al chiarimento offerto dalle“Note” pubblicate da “L’Osservatore Romano” il 6 gennaio 1960 e il 15giugno 1966.

Proprio per il vero bene dei lettori e nello spirito di un autentico servizioalla fede della Chiesa, sono a chiederLe che, in un’ eventuale ristampadei volumi, si dica con chiarezza fin dalle prime pagine che le “visioni” ei “dettati” in essi riferiti non possono essere ritenuti di origine

soprannaturale, ma devono essere considerati semplicemente formeletterarie di cui si è servita l’Autrice per narrare, a suo modo, la vita di Gesù.

Grato per questa collaborazione, Le esprimo la mia stima e Le porgo imiei rispettosi e cordiali

saluti. + Dionigi Tettamanzi – Segretario Generale CEI

L’Opera valtortiana traduce questo ultimo Documento come una sorta di

“imprimatur con la condizionale”, poiché non si nega più lapubblicazione ma si impone solo un chiarimento e, dunque, lapubblicazione è consentita.

Essi dicono: “Si noti che il testo non dice che le visioni di Maria Valtorta“non sono” di origine soprannaturale (il che costituirebbe unadichiarazione ufficiale di non soprannaturalità), ma “non possono …

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devono”. La Chiesa non si pronuncia (non constat), sulla loro origine,ma indica come bisogna accogliere queste rivelazioni private”.

Ma questo ragionamento è perverso e pervertitore!

Si ripete eccome la negazione circa la soprannaturalità dell’Opera “non possono essere ritenuti di origine soprannaturale … ma devono essereconsiderati semplicemente forme letterarie “. Essa non èsoprannaturale: punto e basta. E’ inutile cercare cavilli. Inoltre, vienesottolineato di avvisare i lettori che tale opera è privata e che in essa èscritta “a modo suo la vita di Gesù“: non mi sembra affatto una

 promozione. In tempi come quelli in cui viviamo, la Chiesa non ha piùalcun ascendente sulle case editrici e chiunque è libero di pubblicare ciòche vuole: solo che, anche nel 1992, è chiaro che si ripete la negazioneall’approvazione dell’Opera di Maria Valtorta. La perversione di questotiramolla sta nel fatto che il Centro Valtortiano, fatto naturalmente da chipretende di dirsi cattolico, sente il bisogno di ottenere in qualche modol’ufficialità per l’Opera che pubblica e magari anche la beatificazionedella sua autrice, ma non ci riesce e, di conseguenza, da una partechiede i permessi, dall’altra continua ad agire come le pare, spacciandoun romanzo per una rivelazione soprannaturale e continuando adingannare i fedeli sprovveduti. Perciò, quando i valtortiani dicono: “MariaValtorta, chiamata ‘piccolo Giovanni’, non ha scritto un quinto Vangelo,ma ha sviluppato e illustrato, per divina ispirazione, i quattro Vangeli

canonici”, occorre rispondere: “no”. La verità è che la Chiesa harigettato questa conclusione. Da 50 anni la Chiesa sostiene che laValtorta non ha scritto sotto ispirazione divina ma a modo suo: hasemplicemente composto una “vita romanzata” di e su Gesù.

LA POSIZIONE DELLA CHIESA: PIÙ CHIARA DI COSÌ…

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Tomba della Valtorta

Probabilmente alcuni cattolici, al contrario di lei, pensano che sia molto meglio

diffondere un Opera come quella di Maria Valtorta piuttosto che Dan Brown...Stia tranquilla, rimanga con la sua lancia da cavaliere in equilibrio e non si scomponga,

magari rischia di cadere da cavallo dicendo cose che non corrispondono alla realtà dei

fatti. Ad esempio quando scrive che i valtortiani ( questa misteriosa setta ! Saranno micaalieni ? Come i rettiliani ? ) hanno dato origine ad un centro editoriale apposito prende

una vera e propria cantonata. Michele Pisani era tipografo-editore dell'epoca, conosciuto

e stimato proprio in ambienti vaticani visto che lavorava prevalentemente per essi.

E' lui che stampa la prima edizione dell'Opera che viene pubblicata con il titolo:“Il poema di Gesù” tipografia-editrice Michele Pisani dell'Isola del Liri.

E' solo successivamente che il figlio dott. Emilio Pisani rileva l'attività del padre e cambia

il nome alla casa editrice aggiungendo l'indicazione valtortiana.Voleva forse che il dott. Pisani cambiasse professione dopo il pronunciamento

ecclesiale ?

 Nell’atto costitutivo si legge che il CEV ha “lo scopo specifico e prioritario di sviluppare,documentare e diffondere la conoscenza di Maria Valtorta nella persona, negli scritti e

negli ideali: nella persona, mediante la ricerca storico-documentaria, la raccolta di

testimonianze, la conservazione di cose a Lei appartenute, la tutela del Suo nome e dellaSua memoria, le iniziative per imporLa nel campo civile, culturale ed ecclesiale; negli

scritti, mediante la stampa e la vendita delle opere letterarie e di ogni documentazione diLei e su di Lei, sia nella lingua italiana che nelle traduzioni; negli ideali, mediante ladivulgazione dell’istruzione religiosa, specialmente biblica, in senso cattolico”.

E' comunque vero che il dott. Emilio Pisani ha dedicato l'intera sua vita alla diffusione di

quest'Opera. Teniamo per noi il giudizio in merito. Sarà il Signore a premiare o a punire

questa persona per il lavoro che ha svolto. Io punto sulla medaglia. Anche perché il dott.Pisani è una persona veramente in buona fede e qualora avesse anche sbagliato in qualche

aspetto del suo lavoro è certamente persona degna e stimata, lui e Signora.

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Diciamo che sull’argomento la Chiesa è stata chiarissima fin dal 1959.Si è espressa “papale, papale”, come si diceva una volta per affermarela chiarezza delle disposizioni della Santa Sede. Notiamo piuttosto chesono i discepoli, seguaci della Valtorta che agiscono da 53 anni confrode, grave disobbedienza, insolenza, insubordinazione… Agiscono da53 anni come vogliono; hanno diffuso in tutte le lingue l’Opera contro leprime decisioni della Chiesa: per fare ciò hanno dato origine ad uncentro editoriale apposito; hanno ingannato centinaia di fedelisprovveduti, presentando l’Opera come approvata dalla Chiesa esostenendo che Pio XII l’aveva approvata, idem Paolo VI, salvo poiammettere loro stessi che l’Opera attende ancora il riconoscimento.Riconoscendo, dunque, di agire in disobbedienza alle richieste dellaChiesa, hanno incantato centinaia di sacerdoti e laici parlando di “divinaispirazione” contro il parere della Chiesa che, interpellata ancora

ufficialmente fino al 1992, ha continuato a dire che questa opera “non èispirata”. Eppure essi pretendono ancora l’approvazione ufficialecercando di ottenerla, arrampicandosi sugli specchi di giustificazioniinaccettabili… da ben 53 anni.

La Chiesa ha, dunque, parlato: se certi cattolici sono sordi e ciechi nonsi dia colpa alla Santa Sede e non si dica che questa alla fine haapprovato, magari perché stanca di questo tira e molla di mezzosecolo…

Ma chi l’ascolta più la Chiesa, oggi? Chi obbedisce più alle sue regole?alla sua disciplina? Che fine ha fatto la virtù dell’obbedienza?

 

IL COMPITO DEL MAGISTERO: DIFENDERE LA FEDE

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Tomba della Valtorta. Se fu arbitraria la sua traslazione in una Basilica, ancora più

avventata appare la scritta sulla lapide. L'una e l'altra cosa prescindono completamente

dal giudizio della Chiesa

“E’ compito del Magistero ufficiale della Chiesa difendere

autoritativamente l’integrità cattolica e l’unità della fede e dei costumi.Da ciò derivano alcune funzioni peculiari, le quali, anche se a primavista sembrano presentare un carattere piuttosto negativo, costituisconotuttavia un ministero positivo per la vita della Chiesa , e cioè: ” l’ufficio diinterpretare autenticamente la Parola di Dio scritta o trasmessa”(DV.10); la condanna di opinioni pericolose alla fede e ai costumi propridella Chiesa; l’insegnamento di verità più attuali nel presente tempo (..)”(C.T.I 1975).

E’ la Chiesa che stabilisce quali siano i libri “edificanti” e di aiuto alla

fede per i singoli fedeli; non spetta ai discepoli di un presunto mistico omistica disattendere alle decisioni prese dalla Santa Sede e di agirecontrariamente a quanto da Essa è stato decretato. Ricordare sempreche le decisioni prese della Chiesa: “anche se a prima vista sembranopresentare un carattere piuttosto negativo, costituiscono tuttavia unministero positivo per la vita della Chiesa!”

Chi vuole davvero bene alla Chiesa e, nello stesso tempo, è devota dipersone indicate come mistiche, lo dimostri obbedendole, attenendosifilialmente alle sue disposizioni. E se questo procurerà dolori per certi

aspetti, per altri, invece, l’obbedienza sofferta sarà origine di graziedivine e di unità.

Accolgo l'ultimo capitolo nel quale vedo finalmente un po' di luce e di speranza.Se per disubbidienza alla Chiesa si intende la lettura di quest'Opera credo che i

 pronunciamenti debbano essere estesi all'enorme mole di scritti, opere, trasmissioni alle

quali quotidianamente assistiamo e che apertamente attaccano le nostre più care

convinzioni.Quello che davvero non si capisce è perché si pretende proprio da quest'Opera la non

lettura quando ormai l'epoca storica dell'Index è ormai conclusa e altri sono i modi per 

vagliare la moralità e l'ubbidienza dei fedeli.

Di fronte all'oceano di mala-stampa, pubblicazioni blasfeme e quant'altro, si chiede ad uncattolico di leggere l'Opera di Maria Valtorta che non contiene errori dottrinali o

insegnamenti conto la morale cattolica.Che ognuno si prenda le proprie responsabilità, di cristiani e di cattolici, in coscienza di

fronte alla Chiesa e di fronte al Signore.

Sia da parte di coloro che scelgono di leggere come Opera di edificazione e di

ammaestramento gli scritti di Maria Valtorta, ma sia da parte di coloro che apertamente laosteggiano portando prove e affermazioni che non sempre corrispondano alla realtà

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storica degli eventi. Se un giorno tali scritti fossero riconosciuti dalla Chiesa sarebbe

 brutto dover cambiare 'casacca' e pretendere poi di dire di essersi comportati

correttamente.

Terminata la mia Dèfence di Maria Valtorta mi rimetto alla Misericordia del divin

Giudice e chiedo perdono per alcuni eccessi che mi sono scappati sulla tastiera, confesso pubblicamente che nei confronti della sorella Tea Lancellotti alias Caterina63 non nutro

nessun sentimento malevole o peggio di odio. Sono convinto che se ci sarà la possibilità

di instaurare un dialogo sereno e privo di pregiudizi non mancheranno occasioni per  poterci confrontare in ambito non “processuale”.

Quando si vuol cercare la verità su una questione bisogna cominciare col dubitare molto

Tenuto conto di questa saggia affermazione di S. Tommaso d’Aquino ritengo che la

sorella Tea Lancellotti ha ottime chance per diventare in futuro un'ottima valtortiana...

e se così non sarà, spero per entrambi, di avere un'eternità a disposizione per chiarirci le

rispettive idee.