Internazionale 1048

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  • OGNI SETTIMANA IL MEGLIO DEI GIORNALI DI TUTTO IL MONDO N. CARTA I74 TABLET SMARTPHONE

    Juan VilloraYu Hua H^adimir Soro][`SZ[d[

    In nome dei soldi

    SPAGNAGfab[SandalusaSCIENZA

    La tdSbbola evolutivaUCRAINA

    Una tregua fragile

    Sempre pi spesso le multinazionali portano in tribunale gli stati. Vogliono leggi che non ostacolino i loro a ari o risarcimenti miliardari. E vincono sempre

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  • Internazionale 1048 | 24 aprile 2014 3

    Sommario

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    La settimana

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    Inverosimile

    G5D3;@314 Un accordo

    precario The Guardian

    38D;537?76;A AD;7@F720 Algeria

    Le Quotidien dOran

    22 Sud Sudan Radio Tamazuj

    3?7D;5:724 Brasile

    Financial Times

    3E;37B35;8;5A26 Corea del Sud Hankyoreh

    H;EF; 639>;3>FD;30 I tentacoli

    della maia in Europa

    The New York Times

    EB39@346 Utopia

    andalusa Libration

    ;D3C50 Prigionieri

    di Baghdad Financial Times

    E5;7@L358 La trappola

    evolutiva New Scientist

    3F>3@F760 Crimini

    ambientali Cartografare

    il presente

    BADF8A>;A62 La citt

    dei campioni Francesco Alesi

    D;FD3FF;68 Michael

    Correia The Washington

    Post

    H;399;70 Una vita

    in vacanza The New York

    Times

    9D3B:;5 ;E?72 Parigi Chantal

    Montellier

    >7FF7D3FGD374 Luminosa

    nostalgia El Espectador

    BAB86 Una

    rivoluzione che non abbatte i monumenti Vladimir Sorokin

    93 Il riparo fragile Jhumpa Lahiri

    E5;7@L394 Il ritorno del

    piccolo mostro Le Monde

    75A@A?;3 7>3HADA100 La donna

    che ha pagato per la crisi inanziaria Financial Times

    5g^fgdS76 Cinema, libri,

    musica, video, arte

    Le opinioni

    21 Amira Hass

    34 Juan Villoro

    36 Yu Hua

    78 Gofredo Foi

    80 Giuliano Milani

    84 Pier Andrea Canei

    86 Christian Caujolle

    91 Tullio De Mauro

    101 Tito Boeri

    ;@5AB7DF;@3In nome dei soldiSempre pi spesso le multinazionali portano in tribunale gli stati. Vogliono leggi che non ostacolino i loro afari o risarcimenti miliardari. E vincono sempre. Larticolo di Die Zeit (p. 38). Illustrazione di Derek Bacon.

    4$. *,,/1/"44$ ,$%*-*1/1/+*.)4-0$$)*1*

    In nome dei soldi

    3/0*$$.%$,42$$31$00/,$&5/,43*5$.$31&(4$'1$(*,&

    El Espectador Fondato nel 1887, il pi antico quotidiano colombiano. Pubblicava gli articoli di Gabriel Garca Mrquez. Larticolo a pagina 74 uscito il 18 aprile 2014 con il titolo La luminosa nostalgia de Garca Mrquez. Slon un sito russo di politica ed economia. Larticolo a pagina 16 uscito il 18 aprile 2014 con il titolo enevskaja deklaratsia i razbitie okna Donetska. Die Zeit un settimanale tedesco. Larticolo a pagina 38 uscito il 27 febbraio 2014 con il titolo In Namen des Geldes. Internazionale pubblica in esclusiva per lItalia gli articoli dellEconomist.

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    Ci sono cose il cui valore dipende dal desiderio>ADAB39;@3

    Articoli in formato mp3 per gli abbonati

    Poco tempo fa, svegliandomi nel mio letto in Messico, lessi su un giornale che avevo tenuto una conferenza di letteratura il giorno prima a Las Palmas di Gran Canaria, dallaltra parte delloceano, e lo zelante corrispondente aveva fatto non solo una cronaca dettagliata della cerimonia, ma pure una sintesi molto suggestiva della mia esposizione. Tuttavia, il fatto per me pi lusinghiero fu che gli argomenti dellintervento erano molto pi intelligenti di quel che mi sarebbe potuto venire in mente, e il modo in cui erano esposti era molto pi brillante di come io ne sarei stato capace. Cera solo un errore: io non mi ero trovato a Las Palmas n il giorno prima n nei ventidue anni precedenti, e non avevo mai tenuto una conferenza su un qualche argomento in qualche parte del mondo. Accade spesso che si annunci la mia presenza in luoghi dove non mi trovo. (...) La colpa non di nessuno, perch esiste un altro io che gira libero per il mondo, senza controllo di alcun genere, facendo tutto quel che uno dovrebbe fare e che non osa. Laltro io non mi incontrer mai, perch non sa dove abito, n come sono, n potrebbe immaginare che siamo tanto diversi. Continuer a godersi la sua esistenza immaginaria, abbagliante ed estranea, col proprio yacht, con laereo privato e i palazzi imperiali dove fa fare il bagno nello champagne alle sue amanti dorate e sconigge a suon di cazzotti i principi suoi rivali. Continuer a nutrirsi della mia leggenda, ricco ino allinverosimile, giovane e bello per sempre e felice anche nelle lacrime, mentre io continuo a invecchiare senza rimorsi davanti alla macchina da scrivere, estraneo ai suoi deliri e ai suoi spropositi, cercando ogni sera gli amici di tutta la vita per farci la solita bevuta e rimpiangere sconsolati lodor di guayaba. Perch la cosa pi ingiusta questa: che laltro quello che si gode la fama, mentre io sono quello che si frega vivendo.

    Gabriel Garca Mrquez, Il mio altro io, da Taccuino di cinque anni (Mondadori 1994).

    Giovanni De Mauro

  • Immagini

    I sopravvissutiCorea del Sud16 aprile 2014

    La guardia costiera sudcoreana soccor-re i passeggeri del traghetto Sewol, af-fondato al largo dellisola di Jindo. Lin-cidente avvenuto probabilmente a causa di una manovra sbagliata mentre al timone non cera il comandante. A bordo del Sewol cerano 476 passeggeri, soprattutto studenti delle scuole supe-riori, e solo 176 sono stati messi in salvo. Limmagine tratta da un video della guardia costiera. (Yonhap/Ap/Lapresse)

  • Immagini

    Boston corre ancoraBoston, Stati Uniti21 aprile 2014

    I partecipanti alla 118a maratona di Bo-ston alla ine della corsa. Il 15 aprile 2013 due bombe artigianali esplosero duran-te la gara uccidendo tre persone e feren-done 264. Nel primo anniversario dellattentato, la citt ha ricordato le vit-time con una cerimonia uiciale e una serie di eventi e mostre. Il processo con-tro Dzhokhar Tsarnaev, 20 anni, presun-to autore dellattentato, comincer a novembre. Su di lui pendono trenta capi daccusa. Foto di Jared Wickerham (Getty Images)

  • Immagini

    Sotto i ferriSumatra, Indonesia16 aprile 2014

    Un orango maschio di quattordici anni viene curato da un veterinario nella sala operatoria del Sumatran orangutan conservation programme center. Lani-male stato ferito da colpi di arma da fuoco, in una foresta del distretto di Langkat. Nel centro sono stati curati pi di duecentottanta oranghi, feriti dai bracconieri, e oltre duecento sono stati reinseriti nel loro habitat naturale. La popolazione di questi primati sta dimi-nuendo rapidamente a causa della di-struzione delle foreste, abbattute per essere trasformate in piantagioni di pal-me da olio. Foto di Sutanta Aditya (Afp/Getty Images)

  • 10 Internazionale 1048 | 24 aprile 2014

    [email protected]

    Incendio a Valparaso X La foto di Valparaso e larti-colo a pagina 21 (Internazionale 1047) sono davvero forti perch, anche se si tratta di uno scenario lontano, fanno capire quanto sia travolgente la forza incontrolla-ta della natura. Dovrebbero far-ci rilettere su quello che suc-cesso nel nostro paese, per esempio allAquila. Bacone di-ceva che alla natura si coman-da solo ubbidendole. La ce-mentiicazione selvaggia e in-controllata dovrebbe lasciar po-sto a unetica nuova, per salva-guardare lambiente e gli esseri umani. Luciano

    La prigione del passato X Gli articoli sul Ruanda sono importantissimi, ma quello che pi mi ha colpito (direi folgora-to) il progetto realizzato da Pieter Hugo (Internazionale 1046): sono stato non so quanto tempo a issare negli occhi Go-defroid ed Evasta a pagina 37 e a leggere e rileggere la didasca-

    lia della foto. Lavori cos diretti e toccanti servono a farci cre-scere come persone e infondo-no iducia. In questi mesi mi sto impegnando in un progetto con il carcere di Bollate e il sistema bibliotecario milanese. Il mio gruppo organizzer una biblio-teca vivente sul tema del carce-re e della detenzione. An-che questo vuole essere un la-voro diretto e toccante: spero che permetta di superare i pre-giudizi e alimenti la iducia nel-le persone, anche in quelle che hanno sbagliato. Cristian

    Nel bene e nel male X da un mesetto che compro Internazionale e ogni settimana apprezzo sempre di pi la scelta degli articoli che traducete. Per esempio Il papa si unisce ai preti antimaia (Internaziona-le 1047). Di sicuro qualcuno non apprezzer la critica stra-niera o lessere associati alla maia in quanto italiani, ma quanto bello come articolo? A proposito, forse sono lunico vostro lettore che non va pazzo per Jhumpa Lahiri: mi dispiace,

    una brava scrittrice, ma... Arcangelo X Sia io (19 anni) che mio fratel-lo (25) non possiamo fare a me-no dei vostri articoli e litighiamo su chi legge per primo Interna-zionale. Grazie perch scegliete articoli su argomenti che pur-troppo sono poco trattati (per esempio il Ruanda) con grande cognizione di causa. Sicuramen-te rinnoveremo labbonamento! Ps: adoro Amira Hass e Jhumpa Lahiri! Susanna

    Errata corrige

    X Nel numero 1046 di Interna-zionale, a pagina 90, il gruppo musicale si chiama Monaci del Surf e non I Monaci del Surf; nel numero 1047, il titolo del libro di Jan Peter Bremer citato a pagina 75 Linvestitore americano e non Linvestigatore americano.

    PER CONTATTARE LA REDAZIONE

    Telefono 06 441 7301 Fax 06 4425 2718Posta viale Regina Margherita 294, 00198 RomaEmail [email protected] internazionale.it

    Mio iglio diventato maggiorenne ma non ha intenzione di votare alle europee. Mi chiedo come convincerlo a cambiare idea.Lele

    prima di tutto un problema det: non avendo conosciuto le glorie sanremesi della for-zista Iva Zanicchi, a tuo iglio non viene la pelle doca ogni volta che lei urla: Prendi questa mano, zingaraaa!. E non ricorda neanche lepoca doro di Ok, il prezzo giusto: i sostenitori della Zanicchi che ai comizi gridano cen-to! cen-to! cen-to! gli sembre-

    ranno pazzi. Stessa cosa per il candidato Fabrizio Bracco-nieri: questo nome non dice-va nulla a nessuno, me com-preso. Ma, a diferenza di tuo iglio, quando ho scoperto che si trattava di Bruno Sac-chi dei Ragazzi della terza C sono stato assalito dallirre-frenabile voglia di correre alle urne. Inoltre presumo che tuo iglio non sia gay, altrimenti non capisco perch non voti Alessandro Cecchi Paone, che si batte da anni per i dirit-ti degli omosessuali portando voti al partito che si batte da ancora pi anni per non rico-noscerli. Se poi tuo iglio non

    tifa n Milan n Fiorentina comprensibile che non voglia mandare a Strasburgo lo sto-rico portiere Giovanni Galli, per non sano che un ragaz-zo della sua generazione non voti lex tronista di Uomini e donne Ylenia Maria Citino. Tuo iglio non ha ancora in-contrato il candidato giusto, ma se lo tieni qualche giorno incollato alla tv forse trover lattore, la valletta o il tronista degno della sua iducia.

    Claudio Rossi Marcelli un giornalista di Internazio-nale. Risponde allindirizzo [email protected]

    Dear Daddy

    Onorevoli vip

    Leggee diritto

    Le correzioni

    X La traduzione in italiano dellespressione inglese inter-national law non legge in-ternazionale (Internazionale 1046, pagina 26), ma diritto internazionale, ci scrive Ce-sare Pitea, che insegna diritto internazionale alluniversit di Parma. Il termine inglese law, infatti, indica quello che nella teoria del diritto si dei-nisce diritto in senso oggetti-vo: linsieme delle norme giu-ridiche che compongono un ordinamento (per esempio il diritto italiano) o un suo setto-re (il diritto civile, il diritto del lavoro, eccetera). Invece il di-ritto in senso soggettivo, cio una posizione giuridica attiva conferita in un ordinamento a un certo soggetto (il diritto di propriet, il diritto alla vita, eccetera), in inglese si chiama right. La legge, intesa come at-to normativo scritto, generale e astratto, emanato dal legi-slatore, in inglese si chiama act o statute. Quindi, spiega ancora il nostro lettore, se traduco con legge internazio-nale linglese international law induco nel lettore lidea che esista un legislatore inter-nazionale, unautorit supe-riore agli stati che ha il potere di vincolarne la condotta. Al contrario, lordinamento in-ternazionale caratterizzato proprio dallassenza di un legi-slatore. Il suo diritto scaturi-sce o dallaccordo tra stati o dalla consuetudine.

    Giulia Zoli una giornalista di Internazionale. Lemail di questa rubrica [email protected]

  • C I N E M A

    A R T E

    F O T O G R A F I A

    L E T T E R A T U R A

    P O E S I A

    C R I T I C A

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  • Internazionale 1048 | 24 aprile 2014 13

    Editoriali

    I quattro giornalisti francesi rapiti in Siria sono stati liberati. una splendida notizia, ma il sollie-vo per la loro liberazione non deve farci dimenti-care il motivo che li ha spinti ad andare in Siria: raccontare, nonostante la doppia minaccia del regime di Bashar al Assad e dei jihadisti dello Sta-to islamico dellIraq e del levante, il pi barbaro conlitto del ventunesimo secolo.

    Oggi lecito parlare di guerra civile, ma non si pu ignorare che tutto cominciato tre anni fa con una rivoluzione paciica, repressa nel sangue. Il regime della famiglia Assad ha preferito colpire la sua popolazione con pallottole e bombe piutto-sto che rinunciare a una minima parte del suo potere. Ai siriani non stato risparmiato nulla: tortura di massa, missili Scud, barili esplosivi, ar-mi chimiche e perino la fame. Secondo le stime pi contenute le vittime sono circa 150mila. Qua-si tre milioni di siriani, su una popolazione di 22 milioni, sono scappati allestero. Ma la comunit internazionale non riuscita a far nulla per fer-mare questo dramma di portata regionale, se non globale. Al sostegno costante degli alleati del re-gime (Hezbollah, lIraq e lIran sciiti, la Russia) ha

    risposto limpegno sempre pi intenso delle mo-narchie del Golfo al ianco dei ribelli sunniti, or-mai molto inluenzati dai jihadisti. I tentenna-menti degli occidentali hanno contribuito a que-sta deriva, che potrebbe diventare un boomerang per lEuropa quando torneranno a casa i tanti gio-vani estremisti andati a combattere in Siria.

    Ormai la tragedia siriana non interessa pi lopinione pubblica occidentale, quasi la infasti-disce. La presenza dei jihadisti ha compromesso limmagine dei ribelli, e nellindiferenza pi to-tale la violenza sale di livello. La settimana scor-sa alcuni attacchi con il cloro nella regione di Hama non hanno provocato nessuna protesta, e questo anche se Damasco si in teoria impegna-ta a smantellare il suo arsenale chimico. Intanto il regime ha annunciato che il 3 giugno si terran-no le elezioni presidenziali, come se la Siria fosse un paese normale e il processo democratico po-tesse legittimare in qualche modo una feroce dittatura.

    Non possiamo pi ignorare questa realt spa-ventosa di cui Bashar al Assad il primo respon-sabile. X as

    Non dimentichiamo la Siria

    Il ritorno dei titoli greci

    Le Monde, Francia

    El Pas, Spagna

    La Grecia ricomparsa sui mercati, con un certo successo. riuscita a collocare tre miliardi di euro in obbligazioni quinquennali a un tasso dinteres-se annuale inferiore al 5 per cento. Si potrebbe pensare, quindi, che la percezione dei mercati i-nanziari sia cambiata. Un paese come la Grecia, con un debito che supera il 150 per cento del pil e un rigido piano dausterit che ha causato sofe-renze sociali e rivolte tra i cittadini, ha ottenuto lapprovazione degli investitori a un prezzo abba-stanza basso. Tutto questo smentisce la tesi che i mercati puniscono senza piet debito e deicit.

    Oggi sembra quindi che chi valuta i rischi eco-nomici pensi pi al rendimento a breve e alle aspettative di crescita che non alla capacit di re-stituire il debito. Non dobbiamo per dimenticare che la solidit delle economie mondiali cambia-ta. La recessione ha trasferito enormi quantit di reddito dai cittadini alle banche e dalla periferia dellEuropa (Spagna, Grecia, Irlanda, Portogallo ecc.) ai paesi del centro (come la Germania). Quindi molte economie sono diventate pi vul-nerabili e una nuova recessione avrebbe conse-

    guenze tragiche. Lequilibrio instabile e non si prevede un miglioramento in tempi brevi.

    I problemi fondamentali della Grecia sono sempre gli stessi: non c crescita, la disoccupa-zione eccessiva, ci sono poche attivit oltre al turismo e il debito troppo alto per permettere risparmi. Prima o poi servir una ristrutturazione del debito, e la situazione simile a quella che ha portato agli interventi di salvataggio. Questo in-dica che il modello della troika (Commissione europea, Bce e Fmi), basato su tagli di bilancio e iniezioni di liquidit a costi troppo alti per le pos-sibilit del paese, fallito. Leconomia greca ave-va bisogno di una drastica razionalizzazione, ma quando un intervento viene imposto a un paese dallesterno, spesso lausterit indiscriminata e si bada solo allobiettivo di contenere il deicit, cosa che spesso non riesce. E gli efetti collaterali sono devastanti: le opportunit di crescita a me-dio termine si riducono drasticamente e il livello minimo di benessere sociale scompare.

    Purtroppo, la primavera greca dei mercati sa-r probabilmente una stagione breve. X bt

    Vi sono pi cose in cielo e in terra, Orazio,di quante se ne sognano nella vostra ilosoiaWilliam Shakespeare, Amleto Direttore Giovanni De MauroVicedirettori Elena Boille, Chiara Nielsen, Alberto Notarbartolo, Jacopo ZanchiniComitato di direzione Giovanna Chioini (copy editor), Stefania Mascetti (Internazionale.it), Martina Recchiuti (Internazionale.it), Pierfrancesco Romano (copy editor)In redazione Giovanni Ansaldo, Annalisa Camilli, Carlo Ciurlo (viaggi, visti dagli altri), Gabriele Crescente, Giovanna DAscenzi, Camilla Desideri (America Latina), Simon Dunaway (attualit), Mlissa Jollivet (photo editor), Alessandro Lubello (economia), Alessio Marchionna (inchieste), Maysa Moroni (photo editor), Andrea Pipino (Europa), Francesca Sibani (Africa e Medio Oriente), Junko Terao (Asia e Paciico), Piero Zardo (cultura), Giulia Zoli (Stati Uniti) Impaginazione Pasquale Cavorsi, Valeria Quadri, Marta Russo Segreteria Teresa Censini, Monica Paolucci Correzione di bozze Sara Esposito, Lulli Bertini Traduzioni I traduttori sono indicati dalla sigla alla ine degli articoli. Giuseppina Cavallo, Andrea De Ritis, Andrea Ferrario, Giacomo Longhi, Giusy Muzzopappa, Floriana Pagano, Francesca Rossetti, Fabrizio Saulini, Andrea Sparacino, Bruna Tortorella Disegni Anna Keen. I ritratti dei columnist sono di Scott Menchin Progetto graico Mark Porter Hanno collaborato Gian Paolo Accardo, Luca Bacchini, Francesco Boille, Sergio Fant, Anna Franchin, Anita Joshi, Andrea Pira, Fabio Pusterla, Alessia Salvitti, Marc Saghi, Andreana Saint Amour, Angelo Sellitto, Francesca Spinelli, Laura Tonon, Pierre Vanrie, Guido VitielloInternazionale a Ferrara Luisa CifolilliEditore Internazionale spa Consiglio di amministrazione Brunetto Tini (presidente), Giuseppe Cornetto Bourlot (vicepresidente), Alessandro Spaventa (amministratore delegato), Antonio Abete, Emanuele Bevilacqua, Giovanni De Mauro, Giovanni Lo StortoSede legale via Prenestina 685, 00155 Roma Produzione e difusione Francisco Vilalta Amministrazione Tommasa Palumbo, Arianna CastelliConcessionaria esclusiva per la pubblicit Agenzia del marketing editorialeTel. 06 6953 9313, 06 6953 9312 [email protected] Download Pubblicit srlConcessionaria esclusiva per la pubblicit moda e lifestyle Milano Fashion Media srlStampa Elcograf spa, via Mondadori 15, 37131 Verona Distribuzione Press Di, Segrate (Mi)Copyright Tutto il materiale scritto dalla redazione disponibile sotto la licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 3.0. Signiica che pu essere riprodotto a patto di citare Internazionale, di non usarlo per ini commerciali e di condividerlo con la stessa licenza. Per questioni di diritti non possiamo applicare questa licenza agli articoli che compriamo dai giornali stranieri. Info: [email protected]

    Registrazione tribunale di Roma n. 433 del 4 ottobre 1993Direttore responsabile Giovanni De MauroChiuso in redazione alle 20 di marted 22 aprile 2014

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  • Ucraina

    14 Internazionale 1048 | 24 aprile 2014

    Un accordoprecarioLuke Harding, The Guardian, Regno Unito

    Laccordo per scongiurare la crisi in Ucraina rag-giunto a Ginevra il 17 aprile stato quasi man-dato a monte il 20 aprile in seguito a uno scontro a

    fuoco nella citt separatista di Sloviansk. Tre giorni dopo che lintesa negoziata tra Stati Uniti, Unione europea, Ucraina e Rus-sia aveva alimentato qualche speranza per una soluzione paciica alla pi grande crisi scoppiata tra Est e Ovest dopo la ine della guerra fredda, lincidente di Sloviansk ha rimesso tutto in gioco. La sparatoria, avve-nuta intorno a mezzanotte a un posto di blocco e in cui sono morte tre persone, ha scatenato un iume di accuse e controaccu-se che non promettono nulla di buono per gli sforzi internazionali di pace.

    La Russia sostiene che nazionalisti ucraini di estrema destra hanno aperto il fuoco contro un checkpoint in mano alle milizie ilorusse appena fuori dalla citt. Il ministero degli esteri di Mosca ha accusato Kiev di non avere disarmato estremisti e terroristi e ha dato la colpa dellaccaduto a Pravij sektor, il gruppo ultranazionalista ucraino che stato tra i protagonisti della rivolta di Maidan.

    Le autorit di Kiev, al contrario, hanno deinito lincidente una rozza provocazio-ne, orchestrata per essere trasmessa alla

    controllo di Kiev era Jenakijeve: una delle rare buone notizie per il governo ilocciden-tale ucraino, che sembra impotente di fron-te alla rapida evoluzione degli eventi.

    Intanto il primo ministro Arsenij Jatsen-juk che il 22 aprile ha ricevuto a Kiev il vi-cepresidente degli Stati Uniti Joe Biden parlando alla tv americana Nbc ha detto che lUcraina ha bisogno di un maggior so-stegno di Washington per rispondere allag-gressione russa. Abbiamo bisogno di uno stato forte e solido, ha dichiarato Jatsen-juk. Abbiamo bisogno di supporto inan-ziario ed economico. Dobbiamo riorganiz-zare lesercito. Dobbiamo ammodernare le nostre forze di sicurezza. Abbiamo bisogno di un supporto reale. Lambasciatore sta-tunitense a Kiev, tuttavia, ha afermato che Washington pu fare poco per modiicare gli equilibri militari a favore dellUcraina. La geograia e lassetto di potere sono tali da rendere impossibile una soluzione mili-tare alla crisi, ha detto Geofrey Pyatt alla

    Lintesa raggiunta il 17 aprile per risolvere la crisi ucraina rischia di fallire. Mosca e Kiev si accusano di non rispettare gli impegni. E sul terreno la situazione rimane molto tesa

    televisione russa, e hanno sottolineato che alcuni dettagli della sparatoria sono cos poco plausibili da apparire ridicoli. Secondo i servizi segreti ucraini, lintelligence mili-tare russa ha messo in scena lo scontro con laiuto di alcuni criminali. Secondo la tv rus-sa, invece, gli attentatori avrebbero la-sciato sul posto un biglietto da visita appar-tenente a Dmytro Jaro, il leader di Pravij sektor. Stando alle stesse fonti, sul luogo della sparatoria sono state trovate anche banconote da cento dollari nuove di zecca, una mappa satellitare dellarea e un fucile tedesco della seconda guerra mondiale.

    Il biglietto da visitaPer ora diicile stabilire con certezza la dinamica dei fatti. Il 20 aprile le milizie ar-mate che organizzano i posti di blocco sotto la bandiera russa intorno a Sloviansk non ci hanno permesso di fare indagini sullacca-duto. Sul ponte che porta in citt un militare armato di pistola ci ha intimato di andare via. Ha dato un pugno sulla nostra automo-bile, lasciando unammaccatura, e ha urla-to: Andatevene da qui.

    I nuovi leader dellUcraina, cos come molti abitanti delle regioni occidentali del paese, temono che questo incidente possa essere usato come pretesto per unopera-zione militare simile a quella che, con gran-de rapidit, ha portato a marzo allannes-sione della Crimea. Secondo gli accordi di Ginevra, i gruppi armati illegali devono la-sciare gli ediici amministrativi occupati e consegnare le armi. Ma la maggior parte delle milizie ilorusse che allinizio di aprile avevano conquistato le amministrazioni locali in una decina di citt dellest del pae-se si riiutata di smobilitare.

    Il 20 aprile lunica citt tornata sotto il

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  • Internazionale 1048 | 24 aprile 2014 15

    Cnn. La realt che sotto il proilo militare lUcraina si trova in una posizione di infe-riorit, come ha dimostrato la Crimea.

    Dal ministero dellinterno ucraino han-no anche fatto sapere che durante il ine settimana nessuna forza legata Kiev ha condotto operazioni intorno a Sloviansk, descritta come il luogo pi pericoloso in Ucraina a causa della presenza di sabotato-ri stranieri e di gruppi armati illegali. Dal ministero hanno poi aggiunto: Inoltre, impossibile non nutrire sospetti di fronte alla rapidit con cui i giornalisti della tv rus-sa sono comparsi sulla scena della sparato-ria e di fronte alle chiare manipolazioni dei loro reportage.

    Le autorit ucraine hanno inine sottoli-neato come il primo a riferire degli eventi sia stato il giornalista russo Dmitrij Kiselv, vicino a Vladimir Putin e noto per il suo na-zionalismo radicale. A marzo gli Stati Uniti e lUnione europea lo avevano inserito nellelenco delle persone colpite dalle san-

    zioni decise dopo lannessione russa della Crimea.

    Completamente diversa la versione del ministero degli esteri di Mosca, secon-do cui dietro allincidente di Sloviansk ci sono gli ultranazionalisti ucraini. La Rus-sia indignata per questa provocazione. la dimostrazione che Kiev non ha nessuna intenzione di fermare e disarmare i nazio-nalisti e gli estremisti, hanno dichiarato dal ministero. Ma Mosca insiste ainch lUcraina mantenga rigorosamente limpe-gno preso per fermare lescalation nellest del paese.

    Da parte sua, Pravij sektor nega ogni coinvolgimento. Il suo portavoce, Artem Skoropadskij, ha detto alla Reuters: Si trat-ta di una provocazione blasfema da parte della Russia: blasfema perch si veriicata in una notte sacra per i cristiani, la notte di Pasqua. Loperazione stata chiaramente condotta dalle forze speciali russe.

    I blogger ucraini, intanto, fanno ironia

    sulla ricostruzione dei mezzi dinformazio-ne russi, secondo cui sul luogo dellinciden-te sarebbe stato trovato un biglietto da visita del leader di Pravij sektor. Su Twitter sono stati postati fotomontaggi con il biglietto da visita di Jaro sulla Luna, nel taschino di Pu-tin o negli afreschi della cappella Sistina. Molti hanno sottolineato limprobabilit del fatto che il biglietto da visita sia soprav-vissuto allincendio in cui sono andate com-pletamente distrutte le macchine dei pre-sunti assalitori.

    Miliziani armatiLaccordo di Ginevra era stato raggiunto anche per aprire la strada a una tregua di Pasqua. Domenica, infatti, si sono svolte cerimonie religiose nella maggior parte delle citt dellUcraina orientale. A Slo-viansk gli abitanti si sono scambiati, come da tradizione, dolci ricoperti di zucchero. Ofrendomene una fetta, Leonid Bikada-nov, che ha 43 anni, mi ha raccontato di fare

    17 aprile 2014 Ucraina, Russia, Stati Uniti e Unione europea irmano a Ginevra un accordo per disinnescare la crisi ucraina. Secondo linte-sa, i gruppi armati illegali devono essere sciolti e gli ediici occupati devono essere sgomberati. Kiev si impegna a concedere maggiore autono-mia alle regioni dellest. A vigilare sullintesa sa-r lOrganizzazione per la sicurezza e la coopera-zione in Europa. 20 aprile Nella notte prima di Pasqua in uno scontro a fuoco a un posto di blocco a Sloviansk muoiono tre persone. Mosca accusa gli estremi-sti di destra ucraini, Kiev parla di un incidente orchestrato dal Cremlino.21 aprile Il ministro degli esteri russo Sergej La-vrov accusa Kiev di aver violato laccordo di Gi-nevra e di non voler disarmare le sue milizie.22 aprile Il vicepresidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in visita a Kiev, annuncia il sostegno di Washington al governo provvisorio. Kiev annun-cia la ripresa delle operazioni militari contro i i-lorussi nellest del paese.

    Da sapere Dopo la tregua

    Fiori in ricordo dei morti nella sparatoria di Sloviansk, 20 aprile 2014

  • 16 Internazionale 1048 | 24 aprile 2014

    Ucraina

    La primavera di Donetsk e la tattica del Cremlino

    Le proteste ilorusse nellest del paese sono spontanee. Ma sono manipolate dalla propaganda di Mosca. Che cerca di alimentare una rivolta popolare opposta a quella di Maidan

    Oleg Kain, Slon, Russia

    evidente che laccordo di Gine-vra per risolvere la crisi ucraina si basa su impegni talmente ge-nerici da renderne difficile la realizzazione. Quali formazioni

    illegali bisogna disarmare? Bisogna co-minciare dal gruppo ucraino di estrema destra Pravij sektor? Le strade, le piazze e i luoghi pubblici devono essere sgomberati, benissimo. Ma come la mettiamo allora con laccampamento che ancora c a Mai-dan, a Kiev? Liberare gli ediici occupati, giusto. Ma considerata lostilit di Mosca nei confronti di Oleksandr Turinov e Ar-senij Jatsenjuk non ci sarebbe da meravi-gliarsi se domani qualcuno al Cremlino dicesse che il presidente e il primo ministro ad interim occupano illegalmente gli edii-ci del governo a Kiev.

    parte delle milizie popolari ilorusse. Non ho un ruolo importante. Lho fatto per di-fendermi, ha detto, sollevando la mimeti-ca per mostrarmi alcuni versi della Bibbia incisi sulla sua cintura.

    Tuttavia, la situazione sul terreno a Slo-viansk e nei dintorni sembra peggiorare di ora in ora. Secondo un esperto ucraino, la maggior parte delle milizie irregolari e dei criminali presenti in citt arrivata nelle ultime quarantottore. Gira voce che alcune famiglie rom siano state obbligate ad ab-bandonare le loro case. Giovani in passa-montagna neri, molti dei quali armati di pistola, sorvegliano i posti di blocco fer-mando tutte le automobili. Fino a pochi giorni fa erano disarmati.

    Vogliamo la paceCirca quindici chilometri a nord della citt c il monastero Sviatogorsk, costruito in una posizione che domina il pittoresco iu-me Severskij Donec e meta di pellegrinag-gio per la gente della zona. Gli anni scorsi a Pasqua era visitato da migliaia di persone. Domenica, invece, cera solo qualche fa-miglia con ceste di vimini piene di uova di Pasqua e dolci. La gente ha paura. Non vuole uscire di casa, ci ha detto Viktor Oneenko, un medico di 53 anni sopravvis-suto al disastro di Cernobyl, in visita al mo-nastero con la moglie e la iglia. Poi ha di-chiarato di essere favorevole allintegrit territoriale dellUcraina e ha accusato i se-paratisti di aver preso Sloviansk con la for-za. Sono opportunisti e maiosi, ha detto. I separatisti in realt non sono molti. Da queste parti la maggior parte della gente sostiene lUcraina.

    Oneenko critico anche verso la cosid-detta Repubblica popolare di Donetsk, lautoproclamato governo locale ilomosco-vita che chiede lorganizzazione di un refe-rendum sullo status della regione. Non ne vogliamo sapere. roba da farabutti. Signi-ica avere paura. E noi vogliamo la pace, ha detto. Poi ha ammesso che alcuni anziani sono favorevoli allidea di ununione con la Russia perch pensano di ottenere pensioni pi alte. Ho viaggiato in tutta la Russia. Ho visto come vive la gente l. Quelle dei pen-sionati ilorussi dellUcraina orientale sono solo illusioni. X af

    Luke Harding un giornalista del Guar-dian. stato il corrispondente da Mosca dal 2007 al 2011. Sulla Russia ha scritto Maia state (Guardian Books 2011).

    Inoltre il documento non stato irma-to dai rappresentanti della Repubblica po-polare di Donetsk n dalle altre organizza-zioni ilorusse di tipo simile.

    La Russia, intanto, ripete la stessa solfa: Noi non centriamo nulla, hanno fatto tutto da soli. Al riguardo vale la pena di ricordare lormai quasi dimenticato accor-do irmato il 21 febbraio tra lex presidente ucraino Viktor Janukovi e gli allora leader dellopposizione. In quelloccasione, appe-na unora dopo la irma dellintesa, un atti-vista di Maidan era salito sul palco dicendo che cera stato un cambio della guardia e che Janukovi era fuori gioco.

    Il trucco dellattivistaPutin, a quanto sembra, crede veramente che gli avvenimenti di Maidan siano stati solo uno spettacolo abilmente inscenato dalloccidente. Ora che il capo del Cremli-no sta cercando di ripetere gli eventi di Kiev nellest del paese, potrebbe replicare anche il trucco dellattivista: a Luhansk o a Donetsk qualcuno prende la parola in piaz-za pronunciando una dichiarazione solen-ne di fedelt a Mosca e qualche ora dopo su tutti gli ediici delle amministrazioni regio-

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    Una manifestazione iloucraina a Donetsk, il 17 aprile 2014

  • Internazionale 1048 | 24 aprile 2014 17

    nali e comunali della regione sventolano le bandiere russe. Dopotutto, laccordo tatti-co di Ginevra non fa altro che dare pi tem-po alla Russia. Prima che gli osservatori dellOrganizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) arrivino sul posto, gli insorti avranno ancora alcune settimane per rimanere negli ediici con-quistati. A quel punto sar arrivato il mo-mento delle presidenziali ucraine, in pro-gramma il 25 maggio. E sar possibile, per esempio, far coincidere il voto con il refe-rendum sul futuro dellUcraina sudorien-tale. Magari il referendum non sar orga-nizzato con tutti i crismi, ma sar comun-que un punto fermo a cui i ilorussi potran-no appellarsi nei successivi incontri con i ministri degli esteri occidentali e allOnu. In altre parole, i sostenitori della prima-vera russa non sono certo diminuiti dopo i negoziati di Ginevra, mentre sono au-mentati gli argomenti a favore dellipotesi che la crisi politica nei territori sudorienta-li dellUcraina si concluder con una vitto-ria dei federalisti.

    Un leader molto autorevoleSarebbe stupido ignorare gli ediici occu-pati, i poliziotti ucraini che hanno paura perino della propria ombra o limpotenza dei ministri e dei governatori fedeli a Kiev, oppure dimenticare i militari che sono pas-sati dalla parte degli insorti. Sono tutti fatti reali. Solo una minima parte stata insce-nata dal Cremlino, a diferenza di quanto credono gli ambienti vicini alle attuali au-torit di Kiev. sbagliato pensare che nel sudest del paese sia stato tutto orchestrato in anticipo. In realt molti eventi sono spontanei. Ma di una spontaneit che ri-corda quella dinamica che gli urbanisti deiniscono delle inestre rotte. Secondo questa teoria, se in una casa c una ine-stra rotta, dopo un po di tempo qualcuno ne romper unaltra. Alla ine saranno tutte ridotte in frantumi, perch chi passa di l sa di poterle rompere senza rischiare conse-guenze.

    In ogni citt ucraina c un numero suf-iciente di persone che non hanno fretta di andare da nessuna parte, che non hanno chi le aspetti a casa, che non hanno un la-voro e hanno invece labitudine di parteci-pare a ogni manifestazione possibile per-ch la vita noiosa e ogni cambiamento benvenuto. Non sono stato a Luhansk, ma i separatisti che ho visto a Donetsk danno proprio questimpressione. Non hanno un

    sostegno reale n sono comandati o mani-polati da qualcuno: hanno semplicemente visto che allimprovviso diventato possi-bile trasferirsi negli ediici amministrativi o starsene allombra di un tiglio in un gior-no di primavera travestiti da guerriglieri latinoamericani. Lespressione primavera russa suscita associazioni con quella ara-ba, ma non ha nulla a che vedere con quello che successo in Egitto o in Tunisia. Qui ci troviamo di fronte a un movimento pas-seggero che non coinvolge assolutamente il resto della popolazione e che esiste solo nella misura necessaria per alimentare lindispensabile marea mediatica.

    A Donetsk, dopo lunghi e infruttuosi tentativi, alla ine mi hanno indicato qual-cuno che potevo intervistare come leader della Repubblica popolare di Donetsk, un certo Nikolaj Solntsev. Si tratta di un im-prenditore che, gi prima delle proteste di Maidan, aveva fondato il movimento Fron-te orientale. Mi venuto incontro con il giubbotto antiproiettile tra le mani, un uo-mo solido. Appena ha aperto bocca mi sono reso conto che non mi trovavo di fronte a un leader popolare o a un brillante stratega, ma a un esperto di industria alimentare che, dopo la rivoluzione arancione del 2004, si improvvisato politico e oggi, tra le altre co-se, aferma di essere favorevole al ritorno dellUcraina al suo vecchio status di poten-za nucleare. Un tipo alquanto strambo, in-somma, dipinto dai mezzi dinformazione russi come molto autore vole.

    Limmagine trasmessa dai mezzi din-formazione di quello che succede nel su-dest del paese si sta rivelando pi impor-tante della realt, almeno finora. Ma questimmagine molto facile da cancel-lare. Ora, non ritengo che a riuscirci sar laccordo di Ginevra. Forse le trattative (come quella sul riconoscimento del nuovo status della Crimea) si trascineranno an-cora per un po. Ma niente lascia pensare che ci siano passioni popolari pi forti delle decisioni prese dai politici lontano da Do-netsk. E se esistono, non sono di certo le passioni su cui i sostenitori della primave-ra russa fondano le loro speranze. X af

    Oleg Kain un giornalista russo. Nel 2010, mentre lavorava a Kommersant, stato vittima di un pestaggio ed rimasto in coma alcuni giorni. Laggressione era proba-bilmente legata alle sue inchieste giornalisti-che. Oggi collabora, tra gli altri, con Slon, Lenta e Colta.

    Argument, Ucraina

    Lopinione

    Aproposito dello scontro a fuoco di Pasqua a Sloviansk, le autorit di Kiev parlano di

    una provocazione pianiicata in an-ticipo. In efetti si tratta chiaramen-te di una provocazione. Lunico pun-to interrogativo chi ne sia stato lispiratore e lideatore. Secondo lautoproclamato sindaco della citt, Vjaeslav Ponomarv, i colpevoli dellaggressione sono i nazionalisti radicali ucraini. In una delle auto degli aggressori, distrutte dalle iamme dopo la sparatoria, stato addirittura trovato un biglietto da visita del leader di Pravij sektor, Dmytro Jaro. C solo da meravi-gliarsi che allincendio non siano miracolosamente sopravvissute an-che le istruzioni dettagliate dellat-tacco irmate dallo stesso Jaro.

    Il risultato che ora c in teoria un pretesto per linvio di un contin-gente limitato di truppe da parte di Mosca, visto che le vittime erano persone favorevoli alla federalizza-zione dellUcraina. Stiamo quindi andando verso la guerra? Diicile dirlo. In ogni caso Vladimir Putin non ha molto tempo per prendere una decisione. Se aspetter troppo, c il rischio che il conlitto a Slo-viansk passi in secondo piano e le forze armate ucraine riprendano il controllo della regione. In tal caso, tutto sar stato inutile. E Putin non pu permettersi di perdere la repu-tazione di leader in grado di proteg-gere i russi dai nazionalisti ucraini e capace di riuniicare tutte le terre russe. In poche parole, ci sono moti-vi per ritenere che presto ci saranno altri sviluppi drammatici nel sudest del paese. Lunica speranza che Putin decida di non lanciare una guerra a tutto campo, le cui conse-guenze sarebbero terribili. X af

    Il conlittopossibile

  • 18 Internazionale 1048 | 24 aprile 2014

    repubblica ceca

    Niente da festeggiare A Praga il decimo anniversario dellingresso nellUnione euro-pea non occasione di celebra-zioni. Come racconta lagenzia Ctk, solo il 34 per cento dei ce-

    chi ha iducia nelle istituzioni europee, il rating pi basso dal 1994. Critiche a Bruxelles sono arrivate anche dallex presiden-te Vaclav Klaus (nella foto), con-vinto euroscettico. Klaus, in ca-rica ino al 2013, ha dichiarato che il paese non ha nulla da fe-steggiare, spiegando che le po-litiche europeiste dellattuale governo, guidato da Bohuslav Sobotka, sono una sconitta per i cittadini cechi e accusando lEuropa di essere dominata da Parigi e Berlino. il solito Klaus, commenta Pravo. Sof-fre di eurofobia da anni, ma i-nora non aveva mai detto chia-ramente da che parte dovesse stare la Repubblica Ceca. Schie-randosi con Putin nella crisi ucraina, uscito allo scoperto.

    Arrivano da parti diverse dellAfrica, a volte percorrendo migliaia di chilometri a piedi, con un unico obiettivo: superare le barriere che separano il Marocco dalle enclave spagnole di Ceuta e Melilla e mettere piede in Europa, alla ricerca di una vita migliore. Come Maria, che scrive Revista partita dal Camerun e ha

    attraversato a piedi il Mali e lAlgeria prima di arrivare in Marocco. Quattromila chilometri di calvario, tra il caldo, la fame e il freddo di notte, per inire bloccata a Castillejos, alle porte di Ceuta, dove hanno trovato rifugio centinaia di migranti africani. E dove spesso la polizia fa irruzione. Chi viene preso trasferito in altre citt del paese. Gli altri aspettano il momento giusto per entrare in Spagna. Con grandi rischi: il 6 febbraio, 15 persone sono annegate cercando di arrivare a nuoto a Ceuta. Chi invece rimane in Marocco, vive di elemosina e fatica a integrarsi. Per questo il re Mohammed VI ha deciso a gennaio di regolarizzare 20mila dei 40mila immigrati irregolari del paese. Il Marocco cos il primo paese africano ad avviare un processo di regolarizzazione di massa. Per la quale, per, servono requisiti che mancano alla maggior parte dei subsahariani: aver vissuto in Marocco per cinque anni o avere un coniuge marocchino. X

    immigrazione

    il miraggio del benessere

    Revista, Portogallo

    regNo uNito

    che europavogliamo Con lavvicinarsi della scadenza del 25 maggio, la stampa euro-pea comincia a occuparsi delle elezioni per il parlamento di Strasburgo (nella foto). In Gran Bretagna il Guardian critica limpostazione stessa del dibat-tito sul voto: Oggi non si do-vrebbe discutere solo dellop-portunit o meno di rimanere in Europa. Dovremmo anche par-lare di che tipo di Europa voglia-mo costruire. Leconomia, la go-vernance, i conini, il welfare, lambiente, la Russia: questi so-no i temi che deiniranno i pros-simi cinque anni in questa parte del mondo. Il resto sono solo chiacchiere.

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    paesi bassi

    i sussidi in olandese Al parlamento dellAja stato presentato un progetto di legge che prevede la sospensione dei sussidi agli immigrati che, dopo un anno nel paese, non parlano ancora lolandese. Secondo De Volkskrant, se approvata, la legge si trasformer in una farsa: Le autorit locali hanno gi il diicile compito di controllare che chi incassa il sussidio non trui il sistema riiutando even-tuali oferte di lavoro. Ora avranno anche lonere di valuta-re i progressi linguistici degli immigrati. La legge porter a unulteriore crescita della buro-crazia e a inevitabili arbitri. Se-condo il quotidiano, il provvedi-mento stato preso dal governo solo per cercare di tenere buoni i populisti del Partito della liber-t di Geert Wilders.

    iN breve

    Regno Unito Il 20 aprile un enorme incendio si sviluppato in una centrale elettrica nellen-clave di Gibilterra. Le iamme hanno costretto il gruppo di te-lecomunicazioni Gibtelecom a interrompere le attivit, paraliz-zando alcuni giganti mondiali delle scommesse come William Hill e Ladbrokes.Georgia Il 17 aprile il parlamen-to ha approvato, con 117 voti a favore e nessuno contrario, una legge antidiscriminazione che estende alcune garanzie agli omosessuali. Secondo gli attivi-sti per i diritti umani, la legge per del tutto insuiciente.

    macedoNia

    schiaielettorali Alla vigilia dellappuntamento del 27 aprile, quando si voter per il ballottaggio delle presi-denziali e per le politiche, la si-tuazione tesa. Il 15 aprile due gruppi di simpatizzanti dei par-titi principali (i nazionalisti di Vmro-Dpmne, al governo, e i socialdemocratici, Sdms) si so-no afrontati a pugni a Skopje dopo un comizio di Stevo Pen-darovski (Sdms), lavversario di Gjorge Ivanov nella sida per la presidenza. Secondo Utrinski Vesnik, la campagna elettora-le entrata nella fase pi accesa e gi circolano voci sul rischio di incidenti alle urne. (VL

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    )Gibilterra, 20 aprile 2014

    europa

  • 20 Internazionale 1048 | 24 aprile 2014

    Africa e Medio OrienteA lezionedi brogli

    Salsabil Chellali, El Watan, Algeria

    Le presidenziali del 17 aprile hanno fatto registrare laluenza alle ur-ne pi bassa dal 1995. Il partito degli astensionisti il vincitore

    dello scrutinio, perch una partecipazione al voto del 51,70 per cento una cifra gon-iata, secondo gli oppositori del governo relativizza la vittoria di Abdelaziz Bouteli-ka (che, con l81,53 per cento dei voti, ha ot-tenuto un quarto mandato).

    Il principale avversario di Boutelika, il candidato indipendente Ali Benlis (12,18 per cento dei voti), ha denunciato brogli, ma dovrebbe fare accuse pi precise. Agli occhi di quelli che si sono riiutati di parte-cipare alle elezioni, i brogli sono innanzi-tutto il frutto di un regime che per anni ha chiuso lo spazio pubblico e dellinformazio-ne, e lo ha aperto solo poche settimane pri-ma del voto.

    Una politica inta non pu portare a vere elezioni. Benlis lo sapeva, ma sperava di poter approittare della crisi del regime e dellindignazione provocata dalla candida-tura di un uomo malato come Boutelika. Lunica possibilit di cambiare qualcosa era spingere gli algerini a votare. Benlis dove-va convincere gli astensionisti che ne valeva la pena, ma non ci riuscito. Lappello alla partecipazione stato lunico punto in co-

    mune tra Benlis, Boutelika e gli altri can-didati. Ma i loro appelli declinati in vari modi, anche evocando la paura o una minaccia esterna sono rimasti inascol-tati. Gli algerini non danno credito ai politi-ci e pensano che le elezioni non servano a sanzionare e a cambiare i governi che agi-scono male. Hanno capito che sono una formalit inutile.

    Un peso sul futuroI dati uiciali non permettono pi di ignora-re questa tendenza. Ma gli uomini del regi-me sono disposti a interpretare corretta-mente la situazione? E sono in grado di far-lo? Il 17 aprile non stata una festa della democrazia. Non ci credeva nessuno. Questelezione non modiica i problemi di fondo dellAlgeria: il suo dinamismo e la sua creativit sono ostacolati da un governo im-mobile, fondato su una redistribuzione del reddito iniqua e, quando serve, sulla repres-sione. I problemi del paese continuano a non essere afrontati e pesano sul suo futu-ro. Lastensionismo strutturale non fa che confermare limpressione generale di un voto che serve solo a rafforzare lo status quo. Questo il messaggio principale delle ultime elezioni, anche se i sostenitori dello status quo fanno inta di non capire. X adr

    Gli algerini disertano le urne e Boutelika torna a vincere

    K. Selim, Le Quotidien dOran, Algeria

    Abdelaziz Boutelika, 77 anni, al potere dal 1999, reduce da un ictus, assente durante la cam-pagna elettorale, ha vinto le

    presidenziali con l81,53 per cento dei voti. Come si manipolano i risultati elettorali? Con registri poco trasparenti I registri elettorali raggruppano per comune il nome di ogni iscritto con il suo numero didentii-cazione. Ma queste liste non sono sempre chiare. un problema per gli osservatori elettorali: le autorit algerine gli permetto-no di visionare i registri locali, ma non di confrontarli con quello nazionale. Con le minacce Sono stati denunciati casi di pressioni sugli elettori e sugli agenti che sorvegliano i seggi.Creando seggi fasulli I brogli sono fre-quenti nei seggi itineranti, che spesso apro-no in anticipo e in zone poco accessibili agli osservatori.Facendo votare i morti Non raro che i nomi dei defunti siano ancora presenti sul-le liste elettorali.Votando pi volte Con una delega con-trafatta, un elettore pu votare al posto di un altro.Comprando i voti Secondo un collabora-tore di Moussa Touati (un candidato che ha ottenuto lo 0,56 per cento dei voti) nel 2009 alcuni cittadini erano andati a votare dopo aver ricevuto tra i 2 e i 10 euro.Inilando schede false nelle urne Pu succedere prima, durante o dopo il voto, ed uno dei brogli pi difusi.Con il sostegno dei governatori Il mini-stro dellinterno ha chiesto ai governatori regionali di comunicargli in anticipo i risul-tati dei loro distretti. Nel periodo di tempo che precede lannuncio uiciale, possibile manipolare i risultati.Sfruttando il voto delle forze di sicu-rezza I circa 930mila appartenenti alleser-cito e alle altre forze armate possono votare in quattro comuni diversi ed diicile con-trollare che non votino pi volte. Proclamando risultati manipolati Al momento dei calcoli informatici al mini-stero dellinterno, si possono ritoccare i dati, soprattutto quello sullaluenza. X

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    In un seggio di Algeri, il 17 aprile 2014

  • Internazionale 1048 | 24 aprile 2014 21

    Torneranno in Grecia. Lasce-ranno il loro afascinante ap-partamento a Manhattan per vivere in un paese dove non avranno bisogno di tre mesi di preavviso per issare un incon-tro con un amico. Stanno solo aspettando di andare in pen-sione. I miei due amici sono professori universitari, non certo il mestiere pi comune tra gli immigrati a New York. In un giorno di pioggia ci se-diamo in un caf e pensiamo ai milioni di individui che arri-vano in questa citt con grandi speranze, spesso deluse.

    Ho capito a pieno la realt degli immigrati grazie a uno scrittore e giornalista indiano, Suketu Mehta. Un amico co-mune ci ha presentati a una fe-sta, e quando ho scoperto che ha passato linfanzia nel Queens gli ho chiesto di indi-carmi i luoghi pi interessanti. Sono stata fortunata, perch si oferto di accompagnarmi a fare un giro a Jackson Heights, il quartiere dov cresciuto. Mehta sta scrivendo un libro sugli immigrati a New York e si documentato frequentando bar, cantieri e punti dincontro

    delle varie comunit. Per lui gli immigranti sono veri eroi. Non vengono per arricchirsi, ma per ofrire una vita miglio-re alle famiglie rimaste in pa-tria. Molti vivono in apparta-menti illegali senza inestre, con la paura di essere scoperti.

    Lunica consolazione sono i video spediti dalla famiglia. Le immagini mostrano i lavori per la nuova casa, pagata gra-zie al loro lavoro. Sui telefoni tengono le foto dei familiari ri-masti a casa, che vorrebbero rivederli ma vivono grazie alla loro assenza. X as

    Da New York Amira Hass

    Il sacriicio degli immigrati

    Quattro giornalisti francesi (nella foto, insieme al presidente Franois Hollande a Evreux il 20 aprile) sono stati liberati il 19 aprile vicino alla frontiera turca. Didier Franois ed Edouard Elias erano stati rapiti ad Aleppo, Nicolas Hnin e Pierre Torrs a Raqqa. Erano ostaggi dello Stato islamico dellIraq e del levante, lo stesso gruppo che si ritiene tenga prigioniero il prete italiano Paolo DallOglio, rapito nel luglio del 2013. Secondo fonti dellopposizione siriana citate dalla stampa italiana, DallOglio ancora vivo. Nei tre anni di guerra in Siria sono morti almeno 29 giornalisti e almeno altri trenta sono ancora tenuti in ostaggio. X

    Siria

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    La stampaimbavagliata stata sospesa per due settima-ne la pubblicazione di due quo-tidiani, Al Watan e Alam al Youm, che hanno infranto il di-vieto di parlare dei video della cospirazione. Secondo Al Ja-zeera, si tratta di video che do-cumenterebbero il tentativo di rovesciare il governo da parte di alcuni ex alti funzionari. Le au-torit avevano ordinato il black out informativo per non pre-giudicare le indagini in corso.

    IN breve

    Egitto Il 20 aprile Hamdin Sa-bahi, leader della sinistra, si candidato alle presidenziali. Si-der Abdel Fattah al Sisi.Guinea Bissau Saranno Jos Mario Vaz e Nuno Gomes Na-biam ad afrontarsi il 18 maggio nel ballottaggio delle elezioni presidenziali.Somalia Il 21 aprile un deputato morto a Mogadiscio in un at-tentato rivendicato dal gruppo Al Shabaab. Il giorno dopo sta-to ucciso un altro parlamentare.

    NIgerIa

    Lo statoha fallito Il governo ha dimostrato una spaventosa incompetenza nella protezione dei cittadini, scrive Leadership dopo il rapimento, il 14 aprile, di pi di un centinaio di studentesse da una scuola di Chibok. Nella settimana dopo il sequestro decine di giovani so-no riuscite a scappare, ma se-condo il preside ancora 190 ra-gazze (un bilancio molto pi alto di quello fornito dal governo) si trovano nelle mani dei rapitori, che si presume appartengano a Boko haram. Il gruppo ha riven-dicato gli attentati di Abuja del 14 aprile che, secondo The Punch, sarebbero stati compiu-ti in collaborazione con i terrori-sti somali di Al Shabaab.

    YemeN

    attacchi aereicontro al Qaeda Tra il 19 e il 21 aprile una serie di attacchi aerei nello Yemen cen-trale e meridionale ha causato la morte di 55 miliziani di diverse nazionalit, che si presume ap-partengano ad Al Qaeda nella penisola araba (Aqap). Durante le operazioni sono morti almeno tre civili, precisa lagenzia Saba. Il governo di Sanaa ha dichiara-to che loperazione stata con-dotta in collaborazione con gli Stati Uniti, ma non ha speciica-to se siano stati usati droni, an-che se gli abitanti del luogo ne hanno avvistati alcuni prima che si svolgessero i raid.

  • 22 Internazionale 1048 | 24 aprile 2014

    Africa e Medio Oriente

    A quattro mesi dallinizio del con-litto in Sud Sudan, dopo alcu-ne settimane di tregua, verso la met di aprile sono scoppiati

    nuovi scontri tra i soldati ribelli e lesercito sudsudanese (i ribelli sono riusciti a otte-nere il controllo della citt di Bentiu, un importante centro petrolifero). La ripresa dei combattimenti fa temere una carestia, causata dallinterruzione delle attivit eco-nomiche e dalla migrazione di circa un de-cimo della popolazione. Le ragioni per le quali in Sud Sudan si continua a combatte-re sono almeno cinque.Il processo per tradimento Il motivo principale con cui lopposizione giustiica la continuazione della guerra il processo, tuttora in corso, a quattro prigionieri politi-ci accusati di aver cercato di rovesciare il governo del presidente Salva Kiir nel di-

    cembre del 2013. Tra loro c anche Pagan Amum, lex segretario generale del Movi-mento popolare per la liberazione del Su-dan (Splm, al governo). Secondo i ribelli che fanno capo allex vicepresidente Riek Machar, di etnia nuer il rilascio dei prigio-nieri era una delle condizioni a cui era vin-colato il rispetto dellaccordo sul cessate il fuoco irmato il 23 gennaio. I quattro dete-nuti sono tutti originari degli stati pi colpi-ti dalle violenze.Le scelte dei politici La continuazione della guerra soprattutto il frutto delle scelte di Kiir e di Machar. Lex vicepresi-dente ha rivelato di non aver mai ordinato la smobilitazione dei comandanti ribelli, neanche dopo laccordo sul cessate il fuo-co. Anzi, dice di averli incoraggiati ad at-taccare Malakal e i pozzi petroliferi del go-verno. Sullaltro fronte, il governo accusa-to dai mediatori dellAutorit intergover-nativa per lo sviluppo (Igad) di lagranti violazioni del cessate il fuoco e di aver continuato a reclutare nuove leve da invia-re al fronte.Caratterizzazione etnica del conlitto Anche se sostengono che il conlitto non si basa sulle divisioni etniche, gli uiciali sud-sudanesi criticano Machar per gli slogan di

    stampo razziale con cui ha mobilitato i nuer. Secondo i sostenitori di Machar, ve-ro il contrario: il governo avrebbe tenuto comportamenti genocidari, reclutando uomini soprattutto tra i dinka, letnia del presidente Kiir. Entrambi gli schieramenti hanno armato i giovani e le milizie tribali nei territori sotto il loro controllo. Impunit per i crimini di guerra Mesi di spargimenti di sangue non hanno fatto al-tro che rendere ancora pi spietati i com-battenti e i comandanti, responsabili di crimini di guerra come massacri di civili, esecuzioni, stupri, torture, saccheggi e in-cendi di villaggi. Fin dagli eventi avvenuti a Juba tra il 15 e il 18 dicembre quando cen-tinaia di persone sono state massacrate e seppellite in fosse comuni hanno conti-nuato a circolare notizie di atrocit com-messe nelle citt di Malakal, Bor e Bentiu. Nella maggior parte dei casi le vittime o le loro famiglie non avranno nessuna possibi-lit di fare appello alla giustizia.Mancanza di soluzioni In Sud Sudan gli sforzi di costruzione dello stato sostenuti dalle Nazioni Unite e dai donatori interna-zionali non sono stati sostenuti dalla classe politica n dalla popolazione, che non ha iducia nelle istituzioni. Il partito di gover-no Splm nel caos. La societ civile disor-ganizzata e in gran parte inattiva. Non c alcuna forma di discorso politico, neanche nei luoghi dove ci si aspetterebbe di trovar-lo, come le assemblee legislative regionali e nazionali o i mezzi dinformazione. C un clima di paralisi e paura. Mentre la crisi si aggrava, non sintravedono soluzioni po-litiche. X gim

    Perch in Sud Sudansi continua a combattere

    A met aprile sono scoppiati nuovi scontri tra governo e ribelli a Bentiu e a Bor. Nessuna delle due parti si sforzata di rispettare il cessate il fuoco che era stato raggiunto il 23 gennaio

    Daniel Van Oudenaren, Radio Tamazuj, Sud Sudan

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    Nel campo profughi di Minkaman, il 24 marzo 2014

    Da sapere Ultime notizie

    15-16 aprile 2014 Esercito e ribelli si scontrano a Bentiu. I ribelli ottengono il controllo della citt, ma sono accusati di aver commesso atrocit, tra cui il massacro di duecento persone in una moschea.17 aprile A Bor un gruppo di giovani armati attacca una base dellonu (che accoglie migliaia di sfollati) causando 58 morti.

  • WU MING

    LARMATA

    DEI SONNAMBULI

    EINAUDI

    STILE LIBERO BIG

    Parigi, 1793.

    Te lo si conta noi, com che and.

  • 24 Internazionale 1048 | 24 aprile 2014

    Americhe

    Mancano meno di due mesi allinizio dei Mondiali: la partita inaugurale si gioche-r il prossimo 12 giugno a

    So Paulo, se lo stadio sar completato (og-gi ancora in costruzione). A questo punto evidente che il torneo non elegger solo la migliore squadra di calcio del mondo, ma inluenzer le elezioni presidenziali del 5 ottobre. Negli ultimi tre mesi la presidente Dilma Roussef ha perso punti nei sondaggi e ogni giorno i quotidiani gettano benzina sul fuoco. Lultimo episodio stato un du-plice attacco lanciato dallopposizione con-tro Petrobras, la pi grande azienda del pa-ese. Petrobras, parzialmente controllata dallo stato, accusata di aver valutato male un investimento in una raineria del Texas. Lamministratrice delegata dellazienda Maria das Graas Foster, chiamata a testi-

    moniare davanti al senato, ha ammesso che stato un cattivo afare, smentendo per che per la raineria siano state pagate le ci-fre insinuate dai critici. Unindagine parla-mentare non ha evidenziato illeciti com-messi dai dipendenti dellazienda. Al mo-mento della irma dellaccordo, nel 2006, Roussef era nel consiglio damministrazio-ne dellazienda. Lazienda petrolifera stata coinvolta anche in uno scandalo di riciclag-gio di denaro che ha travolto Andr Vargas, del Partito dei lavoratori (al governo). Var-gas ha respinto le accuse contro di lui, ma si dimesso da viceportavoce della camera, mentre Petrobras ha collaborato con le in-dagini della polizia.

    Buona reputazioneRoussef ha due avversari principali nella corsa alla presidenza. Il primo Acio Ne-ves, che grazie alla forza del Partito social-democratico pu conquistare lo stato di So Paulo (il pi grande e importante del pae-se), ma con una vita privata ricca di eccessi che potrebbe rivelarsi controproducente. Laltro avversario Eduardo Campos, gio-vane ex governatore dello stato di Pernam-buco e capo del Partito socialista brasiliano. La carta vincente di Campos potrebbe esse-

    re la candidatura a vicepresidente di Mari-na Silva, diventata popolare come ministra dellambiente durante il governo di Luiz Incio Lula da Silva e sostenuta dai giovani e dagli abitanti delle grandi citt.

    In ogni caso Roussef ancora in van-taggio, ma allorizzonte si avvicina unaltra possibile tempesta: i Mondiali. La preoccu-pazione forte in modo particolare a Rio de Janeiro, dove alcuni incidenti di percorso hanno messo in discussione la capacit del Brasile di organizzare un evento sportivo cos complesso. Durante la Confederations cup del giugno 2013, la classe politica del paese rimasta sconvolta dalla vista di cen-tinaia di migliaia di persone che sono scese in piazza per protestare contro la corruzio-ne nelle istituzioni. Nei giorni degli scontri tra i manifestanti e la polizia lindice di gra-dimento di Roussef sceso sotto il 30 per cento. Le proteste sono state imponenti so-prattutto a Rio de Janeiro, dove lo stato di abbandono delle infrastrutture ha alimen-tato la rabbia verso il governo. A questo bi-sogna aggiungere i risultati discutibili della politica di paciicazione delle favelas, una fantasiosa strategia per combattere la vio-lenza legata al traico di droga. Nella citt le rapine e gli omicidi sono in aumento, e gli scontri a fuoco tra la polizia e i narcotrai-canti sono allordine del giorno. Le manife-stazioni del 2013 sono state animate dai giovani della classe media, mentre i resi-denti delle favelas sono rimasti (e lo sono ancora) fedeli al Partito dei lavoratori di Roussef. Ma probabile che tutti si uniran-no alle critiche contro la presidente appena si veriicheranno i primi incidenti tra i turi-sti e le bande di Rio. Il 30 marzo i militari hanno occupato il Complexo da Mar, un insieme di favelas che si trova sulla strada per laeroporto. Inoltre, il governo ha stabi-lito che durante i Mondiali negli stadi ci sa-ranno pi agenti antisommossa.

    Se qualcosa andr storto, Roussef do-vr fare i conti con le sue responsabilit. Negli ultimi quattro anni, infatti, il paese ha rovinato la buona reputazione guadagnata durante i governi di Lula. Il messaggio delle manifestazioni chiaro: il Brasile deve combattere la corruzione e concentrarsi sulla sanit, sullistruzione e sui trasporti. Altrimenti, il governo ne pagher le conse-guenze. X as

    Misha Glenny un giornalista britannico. Il suo ultimo libro pubblicato in Italia Mc-Maia (Mondadori 2008).

    I Mondiali si avvicinanoe Roussef in diicolt

    Il 12 giugno ci sar lincontro inaugurale del torneo. Se qualcosa andr storto, la presidente brasiliana potrebbe avere brutte sorprese alle elezioni presidenziali di ottobre

    Misha Glenny, Financial Times, Regno Unito

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    Durante uno sgombero a Rio de Janeiro, 10 aprile 2014

  • Internazionale 1048 | 24 aprile 2014 25

    Cinquantacinque anni, iglia di un ex vicescerifo di El Paso, eletta governatrice del New Mexico nel 2010 dopo una carriera nella magistratura dello stato: Susana Martnez potrebbe essere la nuova speranza del partito repubblicano, scrive Mother Jones. Giornali e tv lhanno battezzata la nuova Sarah

    Palin, ma forse il paragone pi indovinato quello con il governatore del New Jersey Chris Christie, anche lui un repubblicano che guida uno stato democratico. Martnez si scaglia contro le tasse e il governo federale, i matrimoni gay, laborto e la legalizzazione della marijuana. Con il suo stile perentorio e i suoi modi vendicativi, non si conquistata le simpatie dei politici locali, ma tra gli elettori del New Mexico ha un indice di gradimento tra il 50 e il 60 per cento. E i repubblicani hanno un disperato bisogno di recuperare terreno: La guerra civile tra il Tea party e la dirigenza, insieme ai cambiamenti demograici in atto nel paese, rischiano di portare il partito allestinzione. I repubblicani continuano a perdere i voti delle donne non sposate e degli ispanici, le fasce di popolazione in pi rapida crescita. X

    Stati Uniti

    La stella del New Mexico

    Mother Jones, Stati Uniti

    VENEZUELA

    In piazza perla democrazia Il 20 aprile centinaia di studen-ti sono scesi in piazza nella zona orientale di Caracas contro il governo di Nicols Maduro per chiedere la resurrezione della democrazia e la liberazione de-gli universitari arrestati dallini-zio delle proteste a febbraio, scrive La Nacin. Resteremo per strada inch non riavremo indietro il nostro paese, ha di-chiarato alla Reuters Djamil Jassir, un leader studentesco di 22 anni. Anche se il paese divi-so, la posizione di Maduro non sembra in discussione: Dopo un anno al governo continuo a rispettare il patto di iducia con i cittadini, ha dichiarato il suc-cessore di Hugo Chvez.

    AMERICA LATINA

    Il continentepi violento Secondo lultimo rapporto dellagenzia delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (Unodc), lAmerica Latina ha il tasso di violenza pi alto del mondo, scrive The Wall Stre-et Journal. In America Centra-le la situazione particolarmen-te grave, a causa della lotta tra cartelli per il controllo delle rot-te della droga e degli scontri tra gang rivali. LHonduras il pae-se pi pericoloso tra quelli non in guerra, con un tasso di 90,4 omicidi ogni centomila abitanti.

    ARGENTINA

    Rosarionel caos A met aprile il governo argenti-no ha inviato duemila agenti della polizia federale a sorve-gliare i quartieri pi umili di Ro-sario, nella provincia di Santa Fe, che negli ultimi mesi di-ventata la citt pi violenta del paese. Nella citt, che si trova a trecento chilometri da Buenos Aires, il tasso di omicidi quat-tro volte quello del resto dellAr-gentina: 22 morti violente ogni centomila abitanti, scrive Igna-cio de los Reyes in un reportage per Bbc mundo. Secondo unindagine dellUniversidad de Rosario, pi dell80 per cento degli omicidi dovuto a dispute tra componenti delle bande gio-

    vanili e non dipende dal narco-traico, comunque presente in citt. Della violenza a Rosario parla anche il settimanale Pro-ceso, che si concentra sul feno-meno dei linciaggi. Secondo uninchiesta pubblicata dal quo-tidiano La Nacin, le cause dellondata di linciaggi sono so-prattutto due: la gente stufa di essere derubata e i delinquenti non sono puniti.

    STATI UNITI

    Spari e mortia Chicago Chicago impotente?, si chie-de il Chicago Tribune nelledi-toriale. Nel ine settimana di Pa-squa sono state uccise nove per-sone e almeno 36 sono rimaste ferite in una serie di sparatorie in diverse parti della citt. Tra i feriti ci sono cinque bambini tra gli 11 e i 14 anni. Dallinizio del 2013 a Chicago sono state uccise 90 persone nellambito di guer-re e regolamenti di conti tra gang rivali. Il numero di omicidi sceso di quasi la met rispetto al 1992, quando il bilancio rag-giunse il record di 943 morti, ma gli omicidi legati alle gang sono molto pi numerosi di allora. Nel 2013 lo stato dellIllinois ha approvato una legge che per-mette ai cittadini di circolare con armi non in vista.

    IN BREVE

    Canada Il 18 aprile Rob Ford ha lanciato la sua candidatura per la rielezione a sindaco di Toron-to. Ford ancora formalmente sindaco, ma stato privato dei poteri dopo alcuni scandali lega-ti al consumo di droga e alcol.Bolivia Il 15 aprile il presidente Evo Morales ha presentato ri-corso alla Corte internazionale di giustizia dellAja per ottenere un accesso alloceano Paciico, perso dopo una guerra con il Ci-le alla ine dellottocento.Stati Uniti Il 18 aprile il governo ha rinviato una decisione deini-tiva sul nuovo percorso dellole-odotto Keystone Xl che collega il Canada al golfo del Messico.

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    Rob Ford

    Omicidi ogni centomila persone, dati 2012, primi dieci paesi

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  • 26 Internazionale 1048 | 24 aprile 2014

    Asia e Paciico

    passata pi di una settimana dal naufragio del Sewol, il traghetto coreano salpato da Incheon, vicino a Seoul, per lisola di Jeju e afon-dato nelle acque al largo dellisola di Jindo il 16 aprile. Ogni giorno il bilancio delle vit-time sale e si riduce la speranza di salvare i dispersi, che sono pi di duecento. Leven-to ha rivelato inoltre limpreparazione del governo, che cambia costantemente le sue valutazioni sulla portata del disastro e gli annunci sulle attivit di ricerca e di soccor-so. Le famiglie delle vittime stanno assi-stendo con rabbia e tristezza allineicien-za del sistema. I sudcoreani sono profon-damente afranti e sembrano sullorlo di una depressione collettiva.

    Appena entrato in carica, nel febbraio del 2013, il governo della presidente Park Geun-hye aveva dichiarato che la sicurezza

    Seoul impreparata di fronte allemergenza

    Il governo sudcoreano ha risposto in modo inadeguato al naufragio del traghetto Sewol. E ha scatenato la rabbia dei familiari delle vittime, che si teme siano pi di trecento

    Hankyoreh, Corea del Sud

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    Familiari dei dispersi sullisola di Jindo, Corea del Sud, 18 aprile 2014

    nazionale era una delle sue priorit. nel febbraio scorso ha perino modiicato la legge per migliorare il sistema di risposta alle catastroi. Secondo la nuova norma, in caso di disastro nazionale il ministero della sicurezza e della pubblica amministrazio-ne avrebbe dovuto istituire immediata-mente una centrale per il controllo delle operazioni. E lamministrazione ha tenuto a sottolineare che avrebbe assunto le fun-zioni prima distribuite tra diverse agenzie e le avrebbe integrate in un unico sistema. ma dopo lafondamento del Sewol questa funzione di controllo completamente mancata. La centrale si limitata a riporta-re i dati raccolti da altre agenzie e, nono-stante questo, le informazioni erano spesso imprecise e hanno alimentato ulterior-mente la siducia e la rabbia popolari. A un certo punto sono stati perino scambiati gli elenchi dei passeggeri scomparsi e di quel-li soccorsi.

    La stessa approssimazione emersa nella reazione del governo subito dopo lin-cidente. La confusione su chi doveva dare ordini a terra stato il motivo principale per cui i soccorritori hanno sprecato la cosid-detta ora doro, il breve lasso di tempo dopo il naufragio di una nave decisivo per la

    sorte dei passeggeri. Le riunioni per fare il punto della situazione sono state inutil-mente divise tra il ministero degli oceani e della pesca e la guardia costiera, e la discus-sione su chi dovesse assumere il comando ha impedito un intervento tempestivo.

    Condotta imbarazzanteI mezzi dinformazione stranieri stanno fornendo tutti i dettagli imbarazzanti di una condotta da paese arretrato, dimo-strando al mondo intero quanto sono inef-icienti il sistema di risposta alle emergen-ze della Corea del Sud e il suo modo di ge-stire le crisi. I familiari delle vittime ce lhanno con la Casa blu (la presidenza). So-no infuriati per gli annunci inaidabili del governo e per la lentezza delle ricerche e dei soccorsi.

    Il capitano del Sewol stato il primo a lasciare la nave al momento del naufragio, mentre i passeggeri, che avevano ricevuto lordine di rimanere al loro posto, aspetta-vano di essere salvati quando la nave ha cominciato a scivolare tra le onde gelide. Fino a quel punto, la tragedia era il naufra-gio del traghetto. ma subito dopo se n sco-perta unaltra: quella dellassoluta inade-guatezza della risposta del governo. X bt

    Da sapere Lequipaggio sotto accusa

    X A bordo del traghetto Sewol, afondato il 16 aprile 2014 al largo dellisola di Jindo, cerano 476 passeggeri, per la maggior parte studenti in gita. I sopravvissuti sono 176. A quanto pare il naufragio sarebbe stato causato da una ma-novra sbagliata compiuta mentre era ai co-mandi una persona poco esperta che non ave-va mai navigato in quel tratto di mare. Il capita-no, inquisito insieme ad altri componenti dellequipaggio, ha abbandonato la nave dopo aver ordinato ai passeggeri di rimanere ai loro posti. Il 21 aprile la presidente Park Geun-hye ha deinito il comportamento incomprensibi-le, inaccettabile ed equivalente a un omicidio.

  • 28 Internazionale 1048 | 24 aprile 2014

    Cina

    Un paesecontaminato Secondo un rapporto pubblicato dal ministero dellambiente ci-nese, un quinto dei terreni colti-vati in Cina inquinato, scrive il South China Morning Post. Il 16 per cento del suolo del paese contiene quantit eccessive di agenti inquinanti e la percentua-le sale al 20 per quanto riguarda le terre coltivate. La maggior parte dei terreni contaminati si trova sulla costa orientale, dove c unalta concentrazione di fabbriche. Le sostanze inqui-nanti presenti in maggior quan-tit sono il cadmio, il nickel e larsenico. Il rapporto frutto di uno studio, cominciato nel 2005 e inito nel dicembre del 2013, che ha analizzato centomila campioni di terra. Ma queste sono solo le prime considerazio-ni, la situazione potrebbe essere anche peggiore, avverte Chen Shibao, del ministero dellagri-coltura, esperto del trattamento dei metalli pesanti nel suolo.

    Chi vuole zittire Hamid Mir

    In molti vorrebbero mettere a tacere una voce come quella di Hamid Mir, il giornalista di Geo Tv ferito in un at-tentato il 19 aprile a Karachi. Mir stes-

    so, ha rivelato suo fratello, era convinto che lIsi (lintelligence militare) stesse traman-do per eliminarlo e aveva detto che se gli fosse successo qualcosa sicuramente ne sa-rebbe stata responsabile lagenzia. Diversi loschi personaggi che si aggirano nei corri-doi del potere avrebbero buoni motivi per nutrire rancore nei suoi confronti. Pi di qualunque altro giornalista Mir ha denun-ciato il dramma dei beluci scomparsi, accu-

    sando esplicitamente i servizi segreti di aver rapito e detenuto centinaia di persone. Spetta ora allo stato dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio di non avere niente a che fare con il tentato omicidio di Mir. Lul-tima volta che lIsi stato accusato di aver preso di mira un giornalista, Syed Saleem Shahzad, linchiesta che ne risultata sta-ta unoperazione di facciata che non ha chiarito nulla. Non possiamo tollerare che succeda di nuovo. Se ci sar uninchiesta, dovr essere condotta da persone total-mente estranee ai servizi segreti. Anche le indagini su altri attacchi contro giornalisti, tra cui il recente tentativo di uccidere Raza Rumi, non hanno portato a nulla. Non ci si pu idare del governo. Non si sa se si trat-tato di semplice incompetenza o di qualco-sa di pi grave, ma una risposta deinitiva ormai il minimo dovuto alla comunit dei giornalisti. Anche il portavoce dellesercito, pur criticando le accuse allIsi, ha chiesto uninchiesta indipendente sul caso di Mir.

    Le circostanze dellattentato fanno pen-sare al coinvolgimento di persone molto

    potenti. Chi gli ha sparato conosceva i mo-vimenti di Mir. Il fatto che a Karachi fosse atteso Pervez Musharraf rende la mancan-za di sicurezza ancora pi sorprendente. E non la prima volta che Mir scampa a un attentato. Nel 2012 si salvato per miracolo da una bomba piazzata sotto la sua auto dai taliban. Ma la vera responsabilit di uno stato che prende di mira i giornalisti o non li protegge. nostro dovere non accettare pi il suo silenzio e mostrare lo stesso coraggio di Hamid Mir. X bt

    The News, Pakistan

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    lutto sul tetto del mondo

    Il 22 aprile, in segno di rispetto per i 16 colleghi rimasti uccisi quattro giorni prima da una va-langa sullEverest, gli sherpa ne-palesi hanno deciso di rinuncia-re alla stagione di lavoro. Gli uo-mini che accompagnano gli al-pinisti sulla cima pi alta del mondo hanno anche chiesto al governo di Kathmandu di au-mentare il risarcimento di 400 dollari oferto alle famiglie delle vittime, scrive India Today.

    in breve

    Birmania Il 21 aprile Win Tin, leader storico dellopposizione birmana e confondatore con Aung San Suu Kyi della Lega na-zionale per la democrazia (Lnd), morto a Rangoon a 84 anni.Cina Il 18 aprile quattro attivisti anticorruzione sono stati con-dannati a Pechino a pene com-prese fra i due e i tre anni e mez-zo di prigione.

    Il 19 aprile il ministro della difesa giapponese Itsunori onodera ha inaugurato linizio dei lavori di costruzione di una stazione radar sullisola di yonaguni, vicino alle isole Senkaku, reclamate dalla Cina (che le chiama Diaoyu). Si tratta della prima postazione militare giapponese a ovest dellarcipelago in pi di quarantanni e servir a difendere le isole che sono parte del territorio giapponese. La mossa rischia di provocare lira di Pechino, che l nel 2013 aveva stabilito una zona di identiicazione per la difesa aerea. X

    Giappone

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    Il ministro Itsunori Onodera a Yonaguni, 19 aprile 2014

    asia e Paciico

  • 30 Internazionale 1048 | 24 aprile 2014

    Le attivit commerciali erano spar-se in ogni angolo di Roma. Un ri-storante a pochi passi dal senato, un bar ai confini dellelegante

    quartiere diplomatico, una gelateria vici-nissima al Pantheon. Perino un hotel non lontano dalla statua di Giuseppe Garibaldi, leroe dellunit dItalia. Nella capitale, una citt dove le istituzioni e il turismo sono il motore delleconomia locale, queste picco-le aziende sembravano innocue, fino a quando unoperazione della polizia ha sve-

    lato un giro di riciclaggio di denaro per con-to di organizzazioni maiose. Solo nei mesi di gennaio e febbraio del 2014 le autorit italiane hanno sequestrato nella capitale 51 milioni di euro tra propriet e altri beni le-gati alla mafia, e probabilmente si tratta solo della punta delliceberg delle attivit lecite controllate dai clan maiosi a Roma.

    Loperazione di polizia ha svelato una piccola parte di quella che le autorit de-scrivono come uneconomia criminale in rapida espansione anche nel resto dEuro-pa. In unepoca segnata dallausterit e con lItalia sprofondata nei debiti, il crimine or-ganizzato continua a gestire montagne di denaro. I clan hanno approittato della crisi economica per accelerare la loro iniltrazio-ne in attivit legali fuori delle loro roccafor-

    ti, e ora sono presenti nel settore commer-ciale a Roma e Milano ma anche in Spagna, Scozia, Germania, Francia e Paesi Bassi. Negli ultimi ventanni hanno avuto a di-sposizione grandi liquidit, spiega Michele Prestipino, procuratore antimaia che ha guidato il maxisequestro. Per loro il pro-blema che hanno troppo denaro e non possono investirlo tutto. Praticamente lop-posto di quel che accade agli altri imprendi-tori.

    Un tempo in Europa si pensava che i clan maiosi fossero un problema esclusivamen-te italiano, e molti italiani erano convinti che la piaga esistesse solo nel meridione, ma la scoperta di attivit maiose in tutto il continente mostra una realt diversa. A febbraio, per rispondere al fenomeno dellaccumulo di propriet e aziende in Eu-ropa nelle mani dei clan, il parlamento eu-ropeo ha approvato una direttiva che sem-pliica la conisca dei beni maiosi. Secondo gli esperti dellantimaia, lUnione europea dovrebbe introdurre leggi pi restrittive, simili a quelle gi in vigore in Italia, e au-mentare limpegno della polizia per contra-stare il fenomeno. Oltre alle maie italiane, spiegano, anche altre organizzazioni crimi-

    Leconomia criminale alla conquista dellEuropa

    LItalia ha leggi antimaia molto severe, ma il resto del continente impreparato e pi vulnerabile

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    Uno dei locali della catena Pizza Ciro messi sotto sequestro a Roma, 6 aprile 2014

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  • Internazionale 1048 | 24 aprile 2014 31

    nali provenienti dalla Cina, dalla Russia e dallAlbania si stanno iniltrando nellambi-to delle attivit lecite in Europa. Le demo-crazie sottovalutano la lotta alla mafia, spiega Giuseppe Lumia, senatore e mem-bro della commissione antimaia italiana. La criminalit organizzata diventata glo-bale. Fa afari e ricicla denaro oltrepassando le frontiere tra diversi paesi, mentre le auto-rit antimaia restano limitate allambito nazionale e locale.

    molto diicile determinare la quantit di denaro contante di provenienza illecita investito dalle organizzazioni criminali ita-liane in un anno, e le stime variano dai dieci ai 220 miliardi. Secondo la Confesercenti il crimine organizzato investe 130 miliardi allanno, ovvero il 7 per cento del pil italia-no. Lassociazione ha inoltre stimato che le riserve di contanti delle maie ammontano a 65 miliardi di euro. Dispongono di som-me incredibili, spiega David Ellero, spe-cialista delle maie italiane dellEuropol, lagenzia europea per la lotta al crimine. Alcune indagini hanno evidenziato lussi di denaro cos ingenti che anzich contare le banconote era pi semplice pesarle.

    Stando alle ultime valutazioni la pi ric-ca organizzazione criminale italiana la ndrangheta, che ormai controllerebbe la maggior parte del traico di cocaina in Eu-ropa. Gli esperti afermano che le cosche calabresi sono attive in Spagna, Germania, Francia, Svizzera e Regno Unito. La camor-ra molto presente nella Spagna meridio-nale, e la mafia siciliana attiva in tutta Europa. Nelle loro regioni di origine le ma-ie italiane funzionano spesso come stati ombra, iniltrandosi nella politica e control-lando il territorio attraverso la violenza e lintimidazione. Secondo gli analisti questo tipo di dominio locale il motivo per cui le maie sono pesantemente coinvolte in set-tori come ledilizia, le miniere, la gestione dei rifiuti e i trasporti, mentre la loro in-luenza politica utile per garantire ogni genere di appalti alle loro aziende.

    NellItalia del nord e in altri paesi euro-pei i clan maiosi hanno un impatto inferio-re, soprattutto perch non possono contare sulla stessa inluenza politica e territoriale. Tuttavia un rapporto presentato in aprile ad alcuni funzionari europei ha concluso che i tentacoli della maia afondano in ogni set-tore: alberghi, locali notturni, propriet im-mobiliari, scommesse, edilizia, distribuzio-ne di benzina, abbigliamento, gioielleria, settore alimentare, salute, energie rinnova-

    bili. Mostrano una preferenza per alcuni settori speciici, spiega Michele Riccardi, ricercatore di Transcrime, listituto di ricer-ca milanese che ha compilato il rapporto. Questi settori sembrano pi vulnerabili e caratterizzati da una regolamentazione pi blanda.

    Le leggi antimaia italiane sono tra le pi dure in Europa, e anche per questo i clan hanno deciso di iniltrarsi in altri paesi eu-ropei. La Germania si dimostrata un terre-no particolarmente fertile per le attivit maiose. Gli immigrati italiani, di cui molti provenienti dalla Calabria, hanno comin-ciato a trasferirsi in Germania negli anni cinquanta. Dopo la caduta del muro di Ber-lino, nel 1989, un boss italiano stato inter-cettato mentre ordinava ai suoi luogote-nenti di partire immediatamente per la Germania orientale e comprare tutto.

    In aprile il settimanale tedesco Der Spie-gel si occupato di un processo in corso a

    Colonia in cui gli inquirenti hanno accusato alcuni criminali legati alla maia siciliana di aver rubato milioni allo stato presentando fatture false di aziende edili di facciata. Se-condo le autorit tedesche la presenza del crimine organizzato una minaccia reale per ledilizia del paese.

    Lo Spiegel ha citato un rapporto coni-denziale delluicio criminale della polizia federale che accusa lo stato tedesco di inca-pacit nellindividuare gli interessi maiosi. Secondo il rapporto, nellultimo decennio le organizzazioni criminali maiose avreb-bero guadagnato circa 123 milioni in Ger-mania, e solo otto milioni sarebbero stati coniscati. La polizia tedesca ha scoperto che la maia siciliana si iniltrata nelledi-lizia, la camorra vende prodotti contrafatti e la ndrangheta commercia in prodotti ali-mentari adulterati come lolio doliva. In Germania i clan controllano almeno 300 pizzerie, e usano queste attivit per inserir-si nelleconomia legale.

    Un tempo la Germania e altri paesi eu-ropei negavano lesistenza del problema, ma adesso la loro consapevolezza mag-giore. A febbraio le autorit italiane e tede-sche hanno messo in atto unoperazione

    congiunta contro la maia arrestando una decina di sospetti nei due paesi, accusati di appropriazione di fondi europei per lagri-coltura. Due anni fa lUnione europea ha creato una commissione antimaia, e nel 2011 lEuropol ha ammesso di avere infor-mazioni insuicienti sulle attivit della ma-ia. Nel 2013 uscita unanalisi commissio-nata dallEuropol secondo cui i clan minac-ciano i settori legali perch possono per-mettersi di operare in perdita e creare nel lungo periodo una situazione di semi-mo-nopolio contraria ai princpi basilari del li-bero mercato. Eppure perfino in Italia molte persone continuano a considerare la maia un problema legato esclusivamente al sud. Quando nel 2010 lo scrittore Rober-to Saviano ha denunciato in tv le iniltrazio-ni maiose nel nord, il quotidiano milanese il Giornale ha risposto con una petizione online intitolata Caro Saviano, il nord non maioso.

    Vantaggi per tuttiLe organizzazioni criminali operano tutte a Roma e nel nord, ha spiegato Saviano in una recente intervista. Al sud la loro pre-senza di tipo militare, mentre a Roma e nel nord economica. I clan maiosi sono da tempo una presenza discreta a Roma, e i negozianti hanno spesso denunciato tenta-tivi di estorsione e richieste di pizzo. Tutta-via la recente operazione delle forze dellor-dine ha mostrato che oggi le bande crimina-li investono direttamente nelle attivit commerciali. Tra i 23 ristoranti messi sotto sequestro a gennaio c anche Pizza Ciro, una famosa catena di pizzerie romane. Non importa quanto contante c in cassa alla ine della giornata, spiega Enrico Fon-tana, direttore dellassociazione antimaia Libera. Lobiettivo riciclare denaro.

    Il procuratore antimaia Prestipino con-corda sul fatto che il riciclaggio di denaro molto importante, e aggiunge che i boss stanno cercando nuovi canali per avvicina-re i leader politici. Prestipino spiega che nessun politico pu incontrare direttamen-te un boss mafioso, ma investend