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2013 Rapporto provinciale Luglio 2013 INFRASTRUTTURE A BANDA LARGA E ULTRA LARGA SUL TERRITORIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

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2013

Rapporto provinciale

Luglio 2013

INFRASTRUTTURE A BANDA LARGA E ULTRA LARGA SUL TERRITORIO DELLA

CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

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INFRASTRUTTURE A BANDA LARGA E ULTRA LARGA SUL TERRITORIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

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Il presente rapporto è stato redatto da Uniontrasporti, con la collaborazione di Between,

nell’ambito del progetto “Banda larga nelle aree terremotate”, su incarico della Camera di

Commercio di Reggio Emilia.

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Sommario

PREMESSA .......................................................................................................................................... 5

1. LE INFRASTRUTTURE BROADBAND NELLA PROVINCIA DI REGGIO EMILIA .............................. 7

1.1. Metodologia ........................................................................................................................ 8

1.2. Le coperture a banda larga e ultra larga in Emilia-Romagna .............................................. 9

1.2.1. Le coperture a banda larga ............................................................................................. 9

1.2.2. Le coperture a banda ultra larga .................................................................................. 12

1.3. La situazione infrastrutturale in provincia di Reggio Emilia ............................................. 14

1.3.1. Quadro sinottico delle infrastrutture di rete fissa in provincia di Reggio Emilia .......... 14

1.3.2. Quadro sinottico delle infrastrutture di rete mobile in provincia di Reggio Emilia ...... 17

1.3.3. La disponibilità dei servizi ADSL .................................................................................... 19

1.3.4. La disponibilità dei servizi ADSL2+ ................................................................................ 22

1.3.5. La disponibilità dei servizi wireless e mobili ................................................................. 24

1.3.6. La copertura broadband totale ..................................................................................... 25

1.3.7. Le prestazioni effettive ................................................................................................. 28

1.4. I servizi broadband nei distretti industriali e nelle aree di specializzazione produttiva ... 29

1.5. I servizi broadband nelle aree industriali .......................................................................... 33

1.5.1. Le aree industriali del capoluogo di provincia .............................................................. 33

1.5.2. Le aree industriali nelle zone dei comuni terremotati ................................................. 35

2. LE POLITICHE LOCALI PER LO SVILUPPO DELLE INFRASTRUTTURE DI RETE ........................... 38

2.1. Il PITER 2011-2013 ............................................................................................................ 39

2.2. Gli stakeholder locali e le infrastrutture di rete ............................................................... 42

2.2.1. Lepida SpA ..................................................................................................................... 42

2.2.2. BT Enìa .......................................................................................................................... 45

2.3. Le strategie regionali per la banda larga .......................................................................... 47

2.3.1. Le azioni realizzate per la riduzione del digital divide .................................................. 48

2.3.2. La strategia per la chiusura del digital divide ............................................................... 52

2.3.3. Gli Accordi con gli operatori ......................................................................................... 54

2.4. Le strategie regionali per le reti di nuova generazione .................................................... 56

2.4.1. UltraNet ........................................................................................................................ 57

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2.4.2. Il catasto delle infrastrutture ........................................................................................ 59

2.5. I piani degli operatori di telecomunicazioni ..................................................................... 60

3. LINEE GUIDA PER LA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA ....................................... 63

3.1. Il contesto della provincia di Reggio Emilia ...................................................................... 63

3.1.1. Stato del digital divide .................................................................................................. 63

3.1.2. Referenti per lo sviluppo di progetti di infrastrutturazione ......................................... 64

3.2. Le opzioni di azione per la Camera di Commercio ............................................................ 66

3.2.1. Diventare interlocutore sulle reti di nuova generazione .............................................. 67

3.2.2. Sensibilizzare le imprese ai vantaggi dell’economia digitale ........................................ 68

3.2.3. Stimolare gli investimenti degli operatori di telecomunicazioni .................................. 69

3.2.4. Indirizzare gli investimenti pubblici locali nelle aree produttive .................................. 72

3.2.5. Intervenire direttamente nell’infrastrutturazione del territorio .................................. 74

3.3. Il processo di infrastrutturazione a banda larga e ultra larga del territorio ..................... 75

3.3.1. I modelli di intervento pubblico per l’infrastrutturazione a banda larga e ultra larga . 78

3.3.2. L’architettura di riferimento ......................................................................................... 81

3.3.3. Il riutilizzo delle infrastrutture ...................................................................................... 84

3.3.4. Il coinvolgimento della domanda ................................................................................. 84

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PREMESSA

Il presente rapporto, realizzato da Uniontrasporti con la collaborazione di Between

nell’ambito del progetto “Banda larga nelle aree terremotate”, intende analizzare il

contesto infrastrutturale nelle specifiche aree territoriali di interesse della Camera di

Commercio, al fine di contestualizzare la tematica delle infrastrutture di

telecomunicazione e delle politiche per il loro sviluppo, per poter poi delineare le possibili

azioni e strategie di intervento della Camera di Commercio.

Il rapporto integra il documento di analisi dello scenario nazionale “Infrastrutture a banda

larga e ultra larga nei territori delle Camere di Commercio - Rapporto generale 2013”,

realizzato da Uniontrasporti, in cui sono descritti in dettaglio:

Lo scenario di riferimento, in termini di evoluzione dei processi di

infrastrutturazione a banda larga e ultra larga, impatto atteso sull’economia e

modalità di intervento per l’innesco di un circolo virtuoso di sviluppo;

La situazione in materia di infrastrutturazione, della possibile evoluzione di breve

e medio periodo, delle criticità e delle condizioni per uno sviluppo accelerato;

Le opportunità per le imprese e per il territorio legate all’innesco di un processo

di innovazione infrastrutturale e di adozione dei servizi basati sulle reti di

comunicazione a banda larga e ultra larga, sia in termini di effetti diretti che

indiretti.

Le analisi qui presentate vanno intese come uno strumento di contestualizzazione sulla

tematica delle infrastrutture a banda larga e ultra larga negli specifici territori di interesse

della Camera, a livello provinciale, e di descrizione delle opportunità connesse allo

sviluppo di tali infrastrutture.

Obiettivo del documento è condividere un patrimonio comune di conoscenze in materia

di reti di comunicazione a banda larga e ultra larga (le c.d. reti di nuova generazione),

nonché delle determinanti che guidano i processi di trasformazione digitale, con

particolare riguardo al potenziale impatto sulle attività delle imprese e sullo sviluppo

economico.

Le analisi oggetto del presente rapporto sono infatti finalizzate alla predisposizione degli

elementi informativi necessari per consentire alla Camera di Commercio di indirizzare lo

sviluppo di nuove infrastrutture di comunicazione sul territorio, sia in termini di

promozione della loro realizzazione che di massimizzazione dell’impatto positivo in

termini di sviluppo del sistema economico locale.

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In questo modo sarà possibile delineare le possibili linee di azione della Camera di

Commercio, in funzione delle specificità locali, sulla base delle evidenze derivanti dalle più

significative esperienze nazionali e internazionali in materia di progetti di intervento per

l’infrastrutturazione a banda larga e ultra larga dei territori, anche attraverso la modalità

delle partnership pubblico-privato (PPP) e nel rispetto degli orientamenti normativi in

materia, sia nazionali che europei.

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1. LE INFRASTRUTTURE BROADBAND NELLA PROVINCIA DI REGGIO EMILIA

Il presente capitolo intende dare una vista analitica sulla situazione attuale delle

coperture a banda larga e ultra larga disponibili sul territorio provinciale, presentando

una serie di dati che sintetizzano lo stato dell’arte delle infrastrutture sia di rete fissa che

di rete wireless/mobile.

Prima di procedere con l’analisi dei dati è opportuno richiamare i concetti di digital divide

e di banda larga: esistono varie accezioni di digital divide, in particolare nel documento si

fa riferimento al “digital divide infrastrutturale” ovvero all’impossibilità per il cittadino di

accedere alla banda larga per ragioni legate all’assenza e/o all’inadeguatezza delle

infrastrutture tecnologiche della rete. Le cause di tale inadeguatezza sono legate a diversi

e molteplici aspetti che variano a seconda della tecnologia e dell’architettura di rete

esistente: la tipologia di backhauling disponibile (cioè la rete di trasporto/raccolta), la

distanza dalla centrale o dall’antenna trasmittente, la concentrazione degli utenti.

Nella nomenclatura comune e condivisa anche a livello europeo, con il termine “banda

larga” si intende un accesso alla rete con velocità di banda, almeno in download, non

inferiore ai 2 Mbps. Nel caso di “banda ultra larga” si fa invece riferimento a velocità di

accesso almeno superiori a 30 Mbps (in download).

I dati presentati sono più analitici per quanto riguarda le tecnologie di rete fissa, non solo

perché storicamente c’è maggior disponibilità di informazioni sulla rete fissa, ma

soprattutto perché i fenomeni di propagazione su rete fissa sono molto più deterministici

di quella su rete wireless/mobile.

Le analisi che verranno presentate nel seguito del documento sono relative a:

Per la banda larga:

o Tecnologie di rete fissa ADSL, il cui mezzo di trasmissione è il doppino in

rame;

o Tecnologie di rete mobile UMTS/HSPA;

o Tecnologie di rete wireless HiperLAN/Wi-Fi utilizzate dagli Internet Service

Provider e tecnologie WiMAX;

Per la banda ultra larga:

o Tecnologie di rete fissa VDSL, il cui mezzo di trasmissione è la fibra ottica,

ad eccezione dell’ultimo tratto in rame (FTTC);

o Tecnologie di rete fissa FTTH, il cui mezzo di trasmissione è la fibra ottica;

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o Tecnologie di rete mobile LTE.

Tutti i dati elaborati sono di proprietà dell’Osservatorio Ultra Broadband di Between e

fanno riferimento, salvo ove diversamente specificato, alla situazione rilevata a dicembre

2012.

1.1. Metodologia

Between nell’ambito del progetto Osservatorio Ultra Broadband ha messo a punto un

algoritmo per il calcolo delle coperture di rete fissa e rete mobile. Le fonti informative di

infrastruttura vengono incrociate a livello di sezione censuaria con i database ISTAT delle

imprese e della popolazione per avere un legame diretto con il territorio.

Il modello si basa sulla ripartizione dell’Italia in sezioni censuarie, per un totale di circa

382.000 zone censuarie ripartite sugli 8.092 comuni italiani: le zone censuarie risultano di

dimensioni più ridotte nelle aree più densamente popolate mentre sono più estese nelle

aree a bassa densità di popolazione. In figura viene riportato una esemplificazione del

concetto di sezione censuaria a livello provinciale.

Figura 1 – Zone censuarie della provincia di Reggio Emilia

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

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Mediante l’algoritmo considerato viene valutata la disponibilità di banda larga e ultra

larga per ciascuna sezione censuaria.

Per quanto riguarda la rete fissa ogni zona censuaria viene associata alla propria centrale

fissa di riferimento (Area di Centrale) o all’eventuale concentratore (UCR). L’associazione

sezione censuaria – apparato di rete viene fatta sulla base di un algoritmo di prossimità

che garantisce un’elevata affidabilità del dato. Mediante la conoscenza della tipologia di

allestimento della centrale/UCR di riferimento (ADSL light, ADSL full, ADSL2+), è possibile

valorizzare in modo puntuale la sezione censuaria con la corrispettiva disponibilità di

banda nominale. Le analisi si estendono anche a valutare le effettive prestazioni erogabili

nella sezione censuaria (grazie alla distanza baricentrica dalla centrale di riferimento)

tenendo in conto delle problematiche relative a linee lunghe.

L’algoritmo per valutare il livello di copertura della rete mobile e le sue prestazioni è più

semplificato rispetto a quello di rete fissa e si basa sulle informazioni che gli operatori

mobili mettono a disposizione sui loro siti web. L’informazione viene sempre elaborata a

livello comunale. I valori di copertura mobile sono integrati considerando anche i dati di

copertura HiperLAN/Wi-Fi/WiMAX che l’Osservatorio Ultra Broadband raccoglie con

cadenza trimestrale da un panel di circa 160 Wireless Internet Service Provider (WISP).

1.2. Le coperture a banda larga e ultra larga in Emilia-Romagna

1.2.1. Le coperture a banda larga

A fine 2012 in Italia, la copertura del servizio ADSL ha raggiunto il 91% delle unità locali

delle imprese, che risultano quindi attestate su una centrale telefonica in cui è stato

attivato il servizio ADSL (con banda almeno pari a 2 Mbps) e non ci sono vincoli tecnici che

impediscano la fruizione, da parte del cliente, del servizio. L’Emilia-Romagna si posiziona

al decimo posto in termini di copertura tra le regioni italiane, con il 91% delle unità locali

delle imprese raggiunte dal servizio ADSL.

La seconda generazione ADSL, basata sulla tecnologia ADSL2+, permette di fornire servizi

a banda larga fino a 20 Mbps, particolarmente indicati per il contesto industriale e

produttivo in genere. Tale tecnologia non è però ancora disponibile per molte imprese: a

dicembre 2012, questo tipo di servizio era disponibile per circa il 71% del totale delle

unità locali delle imprese in Italia. Tale valore sale al 76% se si considera la sola regione

Emilia-Romagna.

La dinamica regionale della copertura delle tecnologie di rete fissa evidenzia come, negli

ultimi cinque anni, gli investimenti per l’allestimento delle centrali telefoniche con

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tecnologia ADSL2+ abbiano incrementato la copertura nazionale di poco più di 15 punti

percentuali, con l’Emilia-Romagna che ha mantenuto negli anni un livello di copertura

delle unità locali delle imprese quasi sempre ben superiore alla media italiana.

Tabella 1 - Dinamica coperture ADSL/ADSL2+ in Emilia-Romagna (% Unità locali imprese)

Coperture (% Unità locali)

2008 2009 2010 2011 2012

ADSL

Emilia-Romagna 90% 91% 91% 91% 91%

ITALIA 88% 89% 89% 90% 91%

ADSL2+

Emilia-Romagna 55% 60% 70% 72% 76%

ITALIA 55% 60% 63% 65% 71%

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

Al fine di determinare la reale disponibilità dei servizi a banda larga nelle aree di

interesse, l’analisi è stata approfondita sulla situazione della provincia di Reggio Emilia

rispetto alle altre province dell’Emilia-Romagna.

Figura 2 - Copertura ADSL in Emilia-Romagna (% Unità locali imprese)

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

Sia per quanto riguarda le coperture ADSL, che per quelle evolute ADSL2+, la provincia di

Reggio Emilia appare in ritardo rispetto a gran parte delle province della regione, con la

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copertura ADSL pari al 90% delle unità locali delle imprese e la copertura ADSL2+ che si

ferma al 68%, al di sotto della media regionale.

Figura 3 - Copertura ADSL2+ in Emilia-Romagna (% Unità locali imprese)

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

Le tecnologie radio, comprendenti sia i collegamenti wireless (HiperLAN/Wi-FI/WiMAX)

che quelli mobili (UMTS/HSPA), possono essere considerate in certi casi una valida

alternativa a quelle fisse, anche per il mercato business.

Poiché solamente negli ultimi anni i collegamenti wireless/mobili sono diventati una reale

alternativa a quelli fissi, non è possibile valutare la dinamica storica del contributo

wireless all’aumento della copertura.

Al fine di valutare l’effettiva disponibilità dei servizi broadband per le aziende, si può

quindi determinare la copertura broadband ottenuta dall’unione delle unità locali che

possono usufruire del servizio tramite rete fissa con quelle che possono usufruire

solamente di collegamenti wireless/mobili.

La copertura broadband così calcolata, a dicembre 2012, era pari a circa il 95% delle unità

locali delle imprese provinciali (in linea con la media regionale). Il contributo delle

tecnologie wireless all’aumento del livello di copertura del territorio provinciale è quindi

pari a circa il 5%.

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Figura 4 - Coperture broadband (wired/wireless/mobile) in Emilia-Romagna (% Unità locali imprese)

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

Dal confronto delle coperture broadband nelle province dell’Emilia-Romagna si evidenzia

come le differenze fra le province in generale si riducano rispetto alla situazione

dell’ADSL.

In definitiva, il 5% delle unità locali delle imprese della provincia di Reggio Emilia non può

accedere ad alcuna tipologia di servizio a banda larga.

1.2.2. Le coperture a banda ultra larga

La disponibilità di servizi a banda ultra larga, abilitati dalle nuove tecnologie basate su

collegamenti prevalentemente in fibra ottica (VDSL e FTTH), che danno la possibilità a

popolazione e imprese di poter usufruire di collegamenti con banda superiore a 30 Mbps,

fino ad arrivare ai 100 Mbps e oltre, è ancora molto limitata sia a livello nazionale che sul

territorio provinciale.

La tecnologia VDSL rende disponibili servizi attualmente commercializzati a 30/3 Mbps in

download/upload, sfruttando la stesura di fibra ottica fino all'armadio di zona (FTTC), con

il rame limitato alla sola tratta finale di utente.

Dato il lancio recente di questa tipologia di servizi, la media nazionale di copertura VDSL a

dicembre 2012 era ancora limitata al 4% delle unità locali delle imprese, mentre in Emilia-

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Romagna tale valore era pari al 2% delle unità locali, con la provincia di Reggio Emilia

priva al momento di tale tipologia di collegamenti.

Figura 5 - Copertura VDSL in Emilia-Romagna (% Unità locali imprese)

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

Se si considerano invece i collegamenti in fibra ottica in rete di accesso (FTTH), si

raggiungono velocità di trasmissione sensibilmente più elevate per l'utente finale, fino a

100 Mbps e oltre.

La diffusione dei collegamenti in fibra ottica presenta attualmente a livello nazionale

livelli leggermente superiori rispetto a quelli VDSL, con la copertura media nazionale pari

al 9% delle unità locali delle imprese.

In questo caso la provincia di Reggio Emilia è l’unica, insieme alla provincia di Bologna,

con un livello di copertura seppur minino (10%), percentuale in linea con la media

regionale, pari al 9% delle unità locali delle imprese.

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Figura 6 - Copertura Fibra Ottica in Emilia-Romagna (% Unità locali imprese)

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

Infine, occorre citare i più recenti servizi mobili di quarta generazione LTE, disponibili sul

mercato solo dalla fine del 2012, che in prospettiva permetteranno di raggiungere

velocità fino a 100 Mbps su rete mobile. La copertura di questi servizi a fine 2012 era

limitata a poche città italiane, tutte al di fuori dell’Emilia-Romagna.

1.3. La situazione infrastrutturale in provincia di Reggio Emilia

Nella presente sezione viene approfondita la situazione infrastrutturale e delle coperture

broadband per ciascuna delle tecnologie disponibili nei comuni della provincia di Reggio

Emilia, secondo la metodologia precedentemente descritta.

1.3.1. Quadro sinottico delle infrastrutture di rete fissa in provincia di Reggio Emilia

Le figure e le tabelle sottostanti sintetizzano lo stato dell’arte della rete di

telecomunicazione in rame per la provincia di Reggio Emilia.

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Figura 7 – Allestimento centrali telefoniche per tecnologia ADSL in provincia di Reggio Emilia

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

Nella provincia di Reggio Emilia sono presenti 127 centrali telefoniche (divise tra stadi di

linea e UCR – Unità di Concentrazione Remota), delle quali circa il 74% risultano di

medie/grandi dimensioni, mentre la restante parte, concentratori UCR, ha tipicamente

una dimensione inferiore alle 200 linee.

Tabella 2 – Dati sinottici: tecnologia DSL

Centrali telefoniche Prov. RE

Numero di centrali telefoniche 127

di cui stadi di linea (SL) 94

di cui concentratori (UCR) 33

Numero di apparati (MD, MPX, etc.) 106

Allestimento centrali telefoniche

Numero di centrali con ADSL (% su totale centrali) 59%

Numero di centrali con ADSL2+ (% su totale centrali) 42%

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

Centrali non coperteCentrali ADSL FullCentrali ADSL 2+

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Alle 127 centrali telefoniche sono collegati 106 apparati di multiplazione introdotti in

diverse zone del territorio per collegare alla rete telefonica nuovi quartieri, nuove aree o

nuovi insediamenti che si sono sviluppati nel tempo. Questi apparati (MPX-1, MD48, etc.)

determinano, a meno che non siano effettuati interventi strutturali mirati (allestimento di

DSLAM “zainetto” e intervento sul backhauling), l’impossibilità di usufruire dei servizi DSL

alle utenze telefoniche connesse a valle di questi dispositivi.

Quasi il 60% delle centrali telefoniche presenti sul territorio provinciale sono allestite per

offrire servizi ADSL (ADLS Full)1 alla popolazione e alle imprese del territorio, mentre solo

il 42% sono dotate di DSLAM di ultima generazione in grado offrire anche servizi fino a 20

Mbps nominali (servizi ADSL2+).

Figura 8 – Competizione tecnologica centrali telefoniche in provincia di Reggio Emilia

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

1 Coerentemente con quanto definito dal Piano Nazionale Banda Larga, che fissa come obiettivo la fornitura di servizi

minimi con disponibilità di banda pari ad almeno 2Mbps, le centrali abilitate ad offrire solo servizi ADSL 640 Kbps sono considerate non coperte.

Centrali con 1-2 operatori Centrali con 3-4 operatoriCentrali con oltre 4 operatori

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Per quanto riguarda la competizione infrastrutturale, solo il 7% delle centrali sono

raggiunte da almeno 3 operatori di telecomunicazioni. Oltre il 90% delle centrali, invece,

ha attestati 2 o meno operatori.

Tabella 3 – Dati sinottici: competizione DSL

Centrali telefoniche (Competizione) (% su totale

centrali)

Numero di centrali raggiunte da più di 4 Operatori 3%

Numero di centrali raggiunte da 3-4 Operatori 4%

Numero di centrali raggiunte da 2 o meno Operatori 93%

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

1.3.2. Quadro sinottico delle infrastrutture di rete mobile in provincia di Reggio Emilia

Le figure e le tabelle sottostanti sintetizzano lo stato dell’arte della rete di

telecomunicazione mobile (UMTS/HSPA).

Figura 9 – Mappa dei siti radiomobili - cositing

Fonte: Elaborazione Osservatorio Ultra Broadband su dati ARPA, 2012

BTS non in Cosite

BTS in Cosite

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Le antenne radiomobili presenti sul territorio della provincia di Reggio Emilia sono più di

300, circa un quinto delle quali sono condivise tra più di un operatore. Il cositing (cioè

l’utilizzo del medesimo sito da parte di più operatori mobili) minimizza e razionalizza il

numero di BTS presenti nel comune e di conseguenza riduce l’impatto ambientale sul

territorio.

Tabella 4 – Dati sinottici: BTS e cositing

Siti radiomobili

Numero di siti radiomobili 309

di cui in co-locazione 16%

Fonte: Elaborazione Osservatorio Ultra Broadband su dati ARPA, 2012

Alcuni comuni, infatti, individuano delle aree di proprietà pubblica che vengono destinate

all’installazione delle antenne radiomobili. Queste aree vengono, quindi, affittate ai

diversi operatori mobili che ne fanno richiesta. Tale politica permette di pianificare in

modo organico l’installazione delle BTS sul territorio e di aver un maggior controllo da

parte delle amministrazioni comunali sulle tematiche di inquinamento elettromagnetico e

di impatto ambientale.

Figura 10 – Tecnologia siti radiomobili

Fonte: Elaborazione Osservatorio Ultra Broadband su dati ARPA, 2012

UMTS/HSDPA

Solo GSM

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Luglio 2013

INFRASTRUTTURE A BANDA LARGA E ULTRA LARGA SUL TERRITORIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

19

Per quanto riguarda le tecnologie disponibili, circa un quarto delle BTS installate nella

provincia sono allestite solamente con tecnologia di seconda generazione (GSM) e quindi

con prestazioni per le connessioni dati non superiori alle decine/centinaia di Kbit/s; le

rimanenti, invece, dispongono di antenne di terza generazione con prestazioni che

raggiungono nominalmente i 14,4-28,8 Mbps e in alcune aree metropolitane anche i 43,2

Mbps (banda condivisa tra gli utenti temporaneamente connessi).

Tabella 5 – Dati sinottici: BTS per tecnologia radio

Siti radiomobili - Allestimento

UMTS/HSDPA/GSM 249

Solo GSM 60

Fonte: Elaborazione Osservatorio Ultra Broadband su dati ARPA, 2012

1.3.3. La disponibilità dei servizi ADSL

L’analisi delle coperture a banda larga è stata effettuata a partire dai servizi ADSL, che ad

oggi sono quelli più diffusi tra la popolazione e le imprese italiane. Sulla base

dell’algoritmo di calcolo sviluppato da Between nell’ambito dell’Osservatorio Ultra

Broadband, si è individuato come indicatore del digital divide la percentuale di unità locali

delle imprese che non risultano coperte da servizi a banda larga ADSL, o per

indisponibilità alla centrale del servizio ADSL, o per disponibilità di velocità di accesso

inferiori ai 2 Mbps (per la presenza di apparati Light-MiniDSLAM in grado di offrire

velocità fino a 640 Kbps), o per problematiche in rete d’accesso come la presenza di

apparati concentratori/multiplatori (UCR, MUX, etc.), o infine per il degrado del segnale

legato all’eccessiva distanza tra utente e centrale (linee lunghe).

Nella figura seguente sono riportate in azzurro le zone censuarie in cui il servizio ADSL

(con velocità nominale almeno pari a 2 Mbps) è disponibile per le sedi di imprese presenti

in quella data area di territorio.

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20

Figura 11 - Copertura ADSL per sezione censuaria in provincia di Parma

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

La tabella seguente riporta la situazione di copertura ADSL per tutti i comuni della

provincia. I valori si riferiscono, per ciascun comune, alla disponibilità di servizi ADSL per

le unità locali delle imprese.

Tabella 6 – Copertura ADSL comunale (% Unità locali imprese)

Copertura ADSL 2012

(% Unità locali)

Albinea 81-90%

Bagnolo in Piano 91-100%

Baiso 71-80%

Bibbiano 91-100%

Boretto 91-100%

Brescello 91-100%

Busana 61-70%

Cadelbosco di Sopra 91-100%

Campagnola Emilia 71-80%

Campegine 91-100%

Carpineti 61-70%

Casalgrande 91-100%

Zone non coperte

Zone coperte

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Luglio 2013

INFRASTRUTTURE A BANDA LARGA E ULTRA LARGA SUL TERRITORIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

21

Casina 81-90%

Castellarano 81-90%

Castelnovo di Sotto 91-100%

Castelnovo ne' Monti 81-90%

Cavriago 91-100%

Canossa 61-70%

Collagna 51-60%

Correggio 81-90%

Fabbrico 91-100%

Gattatico 71-80%

Gualtieri 91-100%

Guastalla 91-100%

Ligonchio 0-10%

Luzzara 71-80%

Montecchio Emilia 91-100%

Novellara 91-100%

Poviglio 91-100%

Quattro Castella 91-100%

Ramiseto 0-10%

Reggiolo 81-90%

Reggio nell'Emilia 91-100%

Rio Saliceto 91-100%

Rolo 91-100%

Rubiera 91-100%

San Martino in Rio 91-100%

San Polo d'Enza 81-90%

Sant'Ilario d'Enza 81-90%

Scandiano 91-100%

Toano 51-60%

Vetto 71-80%

Vezzano sul Crostolo 81-90%

Viano 61-70%

Villa Minozzo 51-60%

Provincia di Reggio Emilia 90%

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

Dalla tabella emerge che circa il 47% dei comuni si trovano in una situazione di copertura

ADSL pressoché totale (con copertura superiore al 90%), mentre ci sono ancora 2 comuni

che non dispongono dei servizi base ADSL (copertura inferiore al 10%). La restante parte

dei comuni, invece, sconta una situazione eterogenea con una copertura parziale per i

servizi ADSL (tra l’11% e il 90%).

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Luglio 2013

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22

1.3.4. La disponibilità dei servizi ADSL2+

Le tecnologie ADSL2+ permettono di fruire di servizi con una capacità nominale superiore

ai 20 Mbps. Analogamente ai servizi ADSL analizzati nel precedente paragrafo, anche per

l’ADSL2+ si è individuato come indicatore del digital divide la percentuale di unità locali

delle imprese che non risultano coperte da servizi a banda larga ADSL2+ o per

indisponibilità del servizio in centrale o per problematiche in rete d’accesso

(concentratori, linee lunghe, etc.).

Nella figura seguente sono evidenziate in viola le zone censuarie in cui il servizio ADSL2+ è

disponibile per le sedi di imprese presenti in quella data area di territorio.

Figura 12 - Copertura ADSL2+ per sezione censuaria in provincia di Reggio Emilia

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

A dicembre 2012 la copertura ADSL2+ della provincia di Reggio Emilia risultava essere pari

al 68% delle unità locali delle imprese, al di sopra del dato medio nazionale.

La tabella seguente riporta la situazione di copertura ADSL2+ per tutti i comuni della

provincia. I valori indicano la disponibilità dei servizi ADSL2+ per le unità locali delle

imprese per ciascun comune.

Zone non coperte

Zone coperte

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23

Tabella 7 – Copertura ADSL2+ comunale (% Unità locali imprese)

Copertura ADSL2+ 2012

(% Unità locali)

Albinea 81-90%

Bagnolo in Piano 81-90%

Baiso 71-80%

Bibbiano 0-10%

Boretto 91-100%

Brescello 0-10%

Busana 11-20%

Cadelbosco di Sopra 21-30%

Campagnola Emilia 0-10%

Campegine 0-10%

Carpineti 0-10%

Casalgrande 61-70%

Casina 0-10%

Castellarano 81-90%

Castelnovo di Sotto 91-100%

Castelnovo ne' Monti 0-10%

Cavriago 81-90%

Canossa 51-60%

Collagna 31-40%

Correggio 81-90%

Fabbrico 11-20%

Gattatico 31-40%

Gualtieri 0-10%

Guastalla 81-90%

Ligonchio 0-10%

Luzzara 11-20%

Montecchio Emilia 91-100%

Novellara 11-20%

Poviglio 91-100%

Quattro Castella 61-70%

Ramiseto 0-10%

Reggiolo 31-40%

Reggio nell'Emilia 81-90%

Rio Saliceto 91-100%

Rolo 0-10%

Rubiera 91-100%

San Martino in Rio 91-100%

San Polo d'Enza 11-20%

Sant'Ilario d'Enza 71-80%

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Scandiano 81-90%

Toano 51-60%

Vetto 21-30%

Vezzano sul Crostolo 61-70%

Viano 61-70%

Villa Minozzo 51-60%

Provincia di Reggio Emilia 68%

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

Nella provincia di Reggio Emilia ci sono solo 7 comuni che hanno una copertura ADSL2+

superiore al 90%, mentre ancora oltre il 24% dei comuni non dispongono dei servizi a 20

Mbps. Un rimanente 58% di comuni, invece, presenta una situazione di copertura

parziale.

1.3.5. La disponibilità dei servizi wireless e mobili

Per approfondire l’analisi occorre tenere conto delle diverse tecnologie radio e della loro

diffusione che in particolare per le reti wireless e mobili ha subito negli ultimi anni una

rapida evoluzione sul territorio.

In dettaglio, in provincia di Reggio Emilia la copertura dei servizi UMTS/HSPA delle unità

locali delle imprese interessa circa il 95% dei comuni, in misura variabile da comune a

comune, con prestazioni nominali che grazie alle più recenti evoluzioni delle tecnologie

HSPA arrivano fino a 14,4-28,8-43,2 Mbps2, mentre i servizi HiperLAN/Wi-Fi/WiMAX sono

disponibili, anche solo parzialmente, in tutti i comuni della provincia.

2 La tecnologia HSPA viene comunemente annoverata fra le tecnologie a banda larga (anzichè a banda ultra

larga), pur essendo recentemente evoluta e avendo raggiunto in alcuni casi un valore nominale di velocità in download pari a 43,2 Mbps.

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25

Figura 13 – Copertura UMTS/HSPA e HiperLAN/Wi-Fi/WiMAX in provincia di Reggio Emilia

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

1.3.6. La copertura broadband totale

Al fine di determinare l’effettiva disponibilità dei servizi a banda larga per le imprese è

opportuno determinare la copertura broadband totale, calcolata sommando alle unità

locali che possono usufruire del servizio tramite rete fissa (servizi Wired – ADSL, ADSL2+),

quelle che possono usufruire solamente di collegamenti wireless (UMTS/HSPA o

HiperLAN/Wi-Fi/WiMAX). L’insieme di questi due dati di copertura fornisce un valore

univoco di digital divide infrastrutturale complessivo.

Nella figura seguente è indicata la miglior tecnologia broadband disponibile per ciascuna

zona censuaria dei comuni della provincia.

Copertura UMTS/HSPA Copertura HiperLAN/Wi-Fi/WiMAX

Zone non coperte

Zone coperte

Zone non coperte

Zone coperte

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26

Figura 14 – Copertura broadband (wired/wireless/mobile) per sezione censuaria in provincia di Reggio Emilia

(*) Copertura comunale dichiarata dagli operatori sui propri siti web

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

La tabella successiva riporta puntualmente la situazione di copertura broadband totale

nei comuni della provincia di Reggio Emilia, indicando la disponibilità del servizio per le

unità locali delle imprese.

Tabella 8 – Copertura broadband (wired/wireless/mobile) comunale (% Unità locali imprese)

Copertura Broadband (wired/wireless/mobile)

2012

(% Unità locali)

Albinea 91-100%

Bagnolo in Piano 91-100%

Baiso 81-90%

Bibbiano 91-100%

Boretto 91-100%

Brescello 91-100%

Busana 81-90%

Cadelbosco di Sopra 91-100%

Campagnola Emilia 91-100%

Solo Wireless*ADSLADSL2+

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Campegine 91-100%

Carpineti 71-80%

Casalgrande 91-100%

Casina 91-100%

Castellarano 91-100%

Castelnovo di Sotto 91-100%

Castelnovo ne' Monti 91-100%

Cavriago 91-100%

Canossa 81-90%

Collagna 61-70%

Correggio 91-100%

Fabbrico 91-100%

Gattatico 81-90%

Gualtieri 91-100%

Guastalla 91-100%

Ligonchio 61-70%

Luzzara 91-100%

Montecchio Emilia 91-100%

Novellara 91-100%

Poviglio 91-100%

Quattro Castella 91-100%

Ramiseto 11-20%

Reggiolo 91-100%

Reggio nell'Emilia 91-100%

Rio Saliceto 91-100%

Rolo 91-100%

Rubiera 91-100%

San Martino in Rio 91-100%

San Polo d'Enza 91-100%

Sant'Ilario d'Enza 91-100%

Scandiano 91-100%

Toano 71-80%

Vetto 81-90%

Vezzano sul Crostolo 91-100%

Viano 81-90%

Villa Minozzo 71-80%

Provincia di Reggio Emilia 95%

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

L’incremento che le coperture wireless/mobili forniscono a quelle wired è stimato intorno

al 5%, con la copertura delle unità locali delle imprese che si attesta intorno al 95% per la

provincia di Reggio Emilia. L’incidenza di queste tecnologie è però molto variabile tra i

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INFRASTRUTTURE A BANDA LARGA E ULTRA LARGA SUL TERRITORIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

28

diversi comuni della provincia. In alcuni casi l’assenza o la limitata copertura di rete fissa è

compensata da una buona copertura wireless/mobile che innalza il livello generale di

copertura del comune: alcuni comuni incrementano la propria copertura anche di oltre 50

punti percentuali grazie al contributo delle coperture UMTS/HSPA e di quelle

HiperLAN/Wi-Fi/WiMAX.

1.3.7. Le prestazioni effettive

Oltre all’analisi dei livelli di copertura broadband secondo le diverse tecnologie

disponibili, occorre valutare le effettive prestazioni erogabili nelle singole sezioni

censuarie: a causa ad esempio dell’elevata distanza dell’utente dalla centrale telefonica

(linee lunghe), il segnale può degradarsi di molto per cui le prestazioni reali che

sperimentano gli utenti possono essere anche molto inferiori alle coperture nominali

dichiarate dagli operatori; per le coperture radio il calo delle prestazioni è dovuto alla

distanza dell’utente dall’antenna radiobase e dalla presenza di ostacoli lungo il percorso

delle onde elettromagnetiche3.

Nella figura seguente sono state analizzate le prestazioni effettive per i comuni della

provincia di Reggio Emilia. Nello specifico sono riportate le prestazioni effettive per ogni

zona censuaria, e per ogni livello prestazionale indicato (fino a 1 Mbps, fino a 2 Mbps, fino

a 7 Mbps, fino a 20 Mbps), la percentuale di unità locali delle imprese che possono

utilizzare i servizi broadband con quelle prestazioni.

3 Per le tecnologie ultra broadband, basate sulla fibra ottica, invece, le prestazioni reali non si discostano

significativamente da quelle nominali.

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29

Figura 15 – Prestazioni effettive per sezione censuaria in provincia di Reggio Emilia

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

L’andamento delle prestazioni effettive segue quello delle coperture fino ai 2 Mbps: al

crescere delle velocità, però, emerge il decadimento delle prestazioni effettivamente

disponibili con circa il 45% delle unità locali delle imprese che possono avere a

disposizione prestazioni effettive fino a 7 Mbps. La velocità effettiva di 20 Mbps, invece, è

disponibile a circa il 15% delle unità locali.

1.4. I servizi broadband nei distretti industriali e nelle aree di specializzazione produttiva

L’analisi infrastrutturale non può prescindere da un approfondimento sulle aree di

specializzazione produttiva presenti nella provincia. Tali aree, e più in generale i distretti

industriali, rappresentano dei luoghi di aggregazione industriale di notevole importanza

per il nostro Paese, anche se in continuo mutamento, sia per il quadro macro-economico,

sia per le inevitabili trasformazioni che negli ultimi 20 anni hanno coinvolto

l’imprenditoria nazionale e quindi a maggior ragione le aree produttive.

Come emerge dalla figura seguente nella provincia di Reggio nell’Emilia sono presenti 3

distretti/specializzazioni produttive:

Area produttiva della meccanica (apparecchi domestici e macchine agricole) di

Gualtieri (Comuni di Gualtieri, Guastalla, Fabbrico, Novellara, Luzzara);

Mbps<1

>20

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Fino a 20Mbps

Fino a 7Mbps

Fino a 2Mbps

Fino a 1Mbps

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Area produttiva dell’abbigliamento di Reggio Emilia (Comuni di Reggio Emilia,

Scandiano, Cavriago, Bibbiano, Poviglio, Gattatico, Bagnolo in Piano, Cadelbosco di

Sopra);

Area produttiva della meccanica di Rubiera (Comuni di Rubiera, Reggio Emilia,

Cavriago, Quattro Castella, Bibbiano, Montecchio Emilia, Albinea, Vezzano sul

Crostolo, Poviglio, Castelnovo di Sotto, Cadelbosco di Sopra, Bagnolo in Piano).

Figura 16 – Distretti industriali/specializzazioni produttive

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

La situazione delle coperture dei tre distretti è al di sopra della media provinciale per

quanto riguarda la copertura ADSL e broadband totale (wired/wireless/mobile).

Quanto alla copertura ADSL2+, mentre i distretti dell’Abbigliamento di Reggio Emilia e

della Meccanica di Rubiera hanno una copertura di più di 10 punti percentuali superiore

alla media provinciale, il distretto della Meccanica di Gualtieri presenta una situazione

particolarmente critica, con una copertura ADSL2+ molto al di sotto della media

provinciale, inferiore al 40% delle unità locali delle imprese.

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Tabella 9 – Copertura Distretti Industriali/specializzazioni produttive (% Unità locali imprese)

Distretti Industriali/ specializzazioni produttive

ADSL ADSL2+ Broadband

(wired/wireless/ mobile)

(% Unità locali)

1 – Meccanica di Gualtieri 92% 38% 96%

2 – Abbigliamento di Reggio Emilia 93% 80% 97%

3 – Meccanica di Rubiera 93% 82% 97%

Media copertura provincia 90% 68% 95%

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

Concentrandosi sulle tecnologie di rete fissa, maggiormente significative per la tipologia

di utenza considerata, nella figura seguente sono riportate le prestazioni effettive

erogabili nei comuni dei tre distretti industriali, per ogni zona censuaria, con la

percentuale di unità locali delle imprese che possono utilizzare i servizi DSL secondo i

diversi livelli prestazionali indicati (fino a 2 Mbps, fino a 7 Mbps, fino a 20 Mbps).

Figura 17 – Distretto Industriale della meccanica di Gualtieri: prestazioni effettive

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

Per il Distretto Industriale della meccanica di Gualtieri, poco più del 15% delle unità locali

delle imprese può effettivamente usufruire di connessioni con velocità almeno pari a 20

Mbps. Tali valori aumentano fino a circa il 45% se si fa riferimento, invece, a prestazioni

effettive fino ad almeno 7 Mbps.

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Fino a 20Mbps

Fino a 7Mbps

Fino a 2Mbps

Mbps<1

>20

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32

Figura 18 – Distretto Industriale dell’abbigliamento di Reggio Emilia: prestazioni effettive

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

Figura 19 – Distretto Industriale della meccanica di Rubiera: prestazioni effettive

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

Situazione leggermente migliore per i distretti dell’abbigliamento di Reggio Emilia e della

meccanica di Rubiera, con poco meno del 20% delle unità locali delle imprese che

possono effettivamente usufruire di connessioni con velocità fino a 20 Mbps, e quasi il

50% che hanno a disposizione prestazioni effettive fino ad almeno 7 Mbps.

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Fino a 20Mbps

Fino a 7Mbps

Fino a 2Mbps

Mbps<1

>20

0% 20% 40% 60% 80% 100%

Fino a 20Mbps

Fino a 7Mbps

Fino a 2Mbps

Mbps<1

>20

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33

1.5. I servizi broadband nelle aree industriali

Nell’ottica di analizzare in profondità il tessuto produttivo del territorio, è stata effettuata

un’analisi micro-territoriale per evidenziare la situazione delle principali aree e zone

industriali della provincia.

1.5.1. Le aree industriali del capoluogo di provincia

Nell’area del capoluogo di Reggio Emilia sono state individuate 31 aree industriali. Le aree

industriali più grandi sono quelle di Pieve Modolena, Betonica e Rubiera e limitrofe. La

figura seguente mostra l’insieme delle zone individuate nell’area di Reggio Emilia

(poligoni verdi).

Figura 20 – Principali aree industriali di Reggio Emilia

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

La tabella seguente riporta l’elenco delle principali aree industriali individuate nell’area di

Reggio Emilia e nelle immediate vicinanze, indicandone dimensione, tecnologia di rete

fissa prevalente e fascia di prestazione effettiva.

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34

Tabella 10 – Principali aree industriali di Reggio Emilia

ID Area industriale Dimensione

Area* Tecnologia

Fascia prestazione

effettiva

1 ZI Mancasale Grande ADSL2+ <3 Mbps

2 ZI di Sesso Media ADSL2+ >7 Mbps

3 ZI Pieve Modolena Grande ADSL2+ >7 Mbps

4 ZA le Betonica Grande ADSL2+ >7 Mbps

5 ZA Rivalta Media ADSL2+ <3 Mbps

6 ZI Buco del Signore Media ADSL2+ <3 Mbps

7 ZI Via Marino Mazzacurati Media ADSL2+ >7 Mbps

8 ZI San Maurizio Media ADSL2+ >7 Mbps

9 ZI Via Eduardo Jenner Media ADSL2+ <3 Mbps

10 ZI Gravassa Piccola ADSL2+ <3 Mbps

11 ZI Prato Piccola ADSL2+ >7 Mbps

12 ZI Bagnolo in Piano Media ADSL2+ >7 Mbps

13 ZI Caldebosco di Sopra Media ADSL Full/ADSL2+ 3-7 Mbps

14 ZI Caprara Piccola ADSL Full 3-7 Mbps

15 ZI Cadè Piccola ADSL Full/ADSL2+ <3 Mbps

16 ZI Calerno Piccola ADSL Full 3-7 Mbps

17 ZI Corte Tegge Grande ADSL Full/ADSL2+ <3 Mbps

18 ZI Quaresimo Media ADSL2+ >7 Mbps

19 ZI Via della Chiesa Media ADSL2+ >7 Mbps

20 ZI Ghiardo Media ADSL Full <3 Mbps

21 ZA Orologia Media ADSL2+ >7 Mbps

22 ZI Puianello Forche Piccola ADSL2+ <3 Mbps

23 ZI Via Roncosano Piccola ADSL2+ 3-7 Mbps

24 ZI Gavassetto Piccola ADSL2+ 3-7 Mbps

25 ZA Bosco Pratissolo Media ADSL2+ <3 Mbps

26 ZI Arceto Piccola ADSL2+ >7 Mbps

27 ZI Via Pietro Nenni Media ADSL Full/ADSL2+ 3-7 Mbps

28 ZI Rubiera e limitrofe Grande ADSL2+ >7 Mbps

29 ZA Rubiera Media ADSL2+ >7 Mbps

30 ZI Villa Argine Piccola ADSL Full/ADSL2+ <3 Mbps

31 ZI Bellerosa Media ADSL Full/ADSL2+ <3 Mbps

*Dimensione aree industriali: Piccola (<100 imprese), Media (100-300 imprese), Grande (>300 imprese)

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

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INFRASTRUTTURE A BANDA LARGA E ULTRA LARGA SUL TERRITORIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

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Tenendo conto delle tecnologie di rete fissa, la situazione infrastrutturale appare critica in

particolare per le seguenti aree industriali del capoluogo, in cui risultano disponibili

prestazioni effettive inferiori ai 3 Mbps pur essendo nominalmente coperte anche con

tecnologie ADSL2+:

ZI Mancasale;

ZA Rivalta;

ZI Buco del Signore;

ZI Via Eduardo Jenner;

ZI Gravassa;

ZI Cadè;

ZI Corte Tegge;

ZI Ghiardo;

ZI Puianello Forche;

ZA Bosco Pratissolo;

ZI Villa Argine;

ZI Bellerosa.

1.5.2. Le aree industriali nelle zone dei comuni terremotati

A seguito degli eventi sismici del maggio 2012 che hanno interessato alcune province

dell’Emilia Romagna, parte delle reti di telecomunicazioni presenti sul territorio è stata

danneggiata al pari delle infrastrutture civili e degli edifici. Emerge quindi l’esigenza, da

parte delle Camere di Commercio i cui territori sono stati interessati dal sisma, di

intervenire affinché nel processo di ricostruzione siano considerate anche le opere per il

ripristino delle infrastrutture di telecomunicazione e/o per procedere con il loro

potenziamento ed estensione (banda ultra larga).

Il processo di ricostruzione può infatti essere un’importante occasione per far sì che il

sistema economico locale effettui quel salto di qualità che solo un’adeguata disponibilità

di servizi a banda larga può garantire, associando alla ricostruzione di edifici, capannoni e

vie di comunicazione la realizzazione delle infrastrutture di telecomunicazione più

avanzate.

È opportuno ricordare infatti che la realizzazione delle infrastrutture di

telecomunicazione, come cavidotti per infrastrutture in fibra ottica, se effettuata in

occasione delle opere civili (rifacimento strade, fognature, impianti di illuminazione

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INFRASTRUTTURE A BANDA LARGA E ULTRA LARGA SUL TERRITORIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

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pubblica, etc.), ha un impatto marginale sui costi totali di realizzazione dell’opera, ma di

fondamentale importanza ai fini dello sviluppo economico del territorio.

A tal fine, nella presente sezione si approfondisce la situazione delle infrastrutture nelle

aree produttive/industriali dei comuni colpiti dal sisma relativi al territorio di riferimento

della Camera di Commercio di Reggio Emilia, nello specifico Campagnola Emilia,

Correggio, Fabbrico, Novellara, Reggiolo, Rio Saliceto e Rolo.

Nell’area relativa a questi comuni sono state individuate 11 aree industriali principali,

riportate nella figura e nella tabella seguenti, in cui è riportata dimensione, tecnologia di

rete fissa prevalente e fascia di prestazione effettiva.

Figura 21 – Principali aree industriali nei comuni terremotati

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

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INFRASTRUTTURE A BANDA LARGA E ULTRA LARGA SUL TERRITORIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

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Tabella 11 – Principali aree industriali nei comuni terremotati

ID Area industriale Comune Dimensione

Area* Tecnologia

Fascia prestazione

effettiva

1 ZI Campagnola Emilia Campagnola Emilia

Piccola ADSL Full 3-7 Mbps

2 ZI Santa Giulia-Ponte Vettigano

Campagnola Emilia

Media ADSL Full <3 Mbps

3 ZI Correggio Sud Correggio Media ADSL2+ 3-7 Mbps

4 ZI Villaggio Industriale Correggio Media ADSL2+ <3 Mbps

5 ZI Fabbrico Rolo Fabbrico Piccola ADSL Full <3 Mbps

6 ZI Novellara Nord Novellara Media ADSL Full 3-7 Mbps

7 ZI Motta Novellara Piccola ADSL Full <3 Mbps

8 ZI Gorna Reggiolo Piccola ADSL2+ > 7 Mbps

9 ZI Ranaro Reggiolo Piccola ADSL Full <3 Mbps

10 ZI Rame Reggiolo Piccola ADSL Full <3 Mbps

11 ZA Rio Saliceto Rio Saliceto Media ADSL2+ > 7 Mbps

*Dimensione aree industriali: Piccola (<100 imprese), Media (100-300 imprese), Grande (>300 imprese)

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

Tenendo conto delle tecnologie di rete fissa, la situazione infrastrutturale appare critica in

particolare per le seguenti aree industriali, in cui risultano disponibili prestazioni effettive

inferiori ai 3 Mbps pur essendo nominalmente coperta con tecnologie ADSL o ADSL2+:

ZI Santa Giulia-Ponte Vettigano nel comune di Campagnola Emilia;

ZI Villaggio Industriale nel comune di Correggio;

ZI Fabbrico Rolo nel comune di Fabbrico;

ZI Motta nel comune di Novellara;

ZI Ranaro e ZI Rame nel comune di Reggiolo.

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2. LE POLITICHE LOCALI PER LO SVILUPPO DELLE INFRASTRUTTURE DI RETE

Le azioni in materia di società dell’informazione in Emilia-Romagna prendono avvio dalla

Legge 11/2004, emanata dalla Regione per promuovere le potenzialità delle nuove

tecnologie e fissare il sistema di regole per lo sviluppo delle strutture tecnologiche,

definendo le modalità di collaborazione fra tutte le Pubbliche Amministrazioni, gli Enti e le

organizzazioni di diritto pubblico regionali e locali.

La legge definisce ruoli formali e strumenti istituzionali di programmazione, in particolare

formalizzando la predisposizione di linee guida in materia di ICT che dovranno essere

attuate attraverso programmi annuali, definendo ogni tre anni la programmazione del

Piano Telematico dell’Emilia-Romagna.

Il primo Piano Telematico regionale, che aveva lo scopo di favorire l’adozione e uso delle

tecnologie dell’informazione e comunicazione nelle PA e nei territori della Regione,

faceva riferimento al periodo di programmazione 1999-2001. La formula utilizzata per

realizzare tali obiettivi era quella del finanziamento diretto di progetti presentati dalle

Amministrazioni del territorio (Comuni e Province), attraverso cui sono state attivate 138

iniziative.

Successivamente è stato definito il Piano Telematico regionale per il triennio 2002‐2005

che ha sviluppato i progetti legati all’azione ed ai finanziamenti nazionali del primo Piano

di eGovernment. Contemporaneamente questa programmazione dà l’avvio ai lavori di

progettazione e costruzione della rete Lepida (rete privata a banda larga per la PA

regionale) e della rete per le emergenze R3. Il Piano Telematico dell’Emilia-Romagna

2007‐2009 ha messo in campo anche iniziative volte a migliorare la governance di queste

politiche e degli strumenti operativi: nascono la Community Network dell’Emilia-Romagna

e Lepida SpA, società strumentale della Regione che gestisce la rete Lepida ed i servizi

infrastrutturali che su di essa sono realizzati.

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Figura 22 – Programmazione e interventi normativi in Emilia-Romagna

Fonte: Regione Emilia-Romagna, 2013

2.1. Il PITER 2011-2013

Il Piano Telematico dell’Emilia‐Romagna 2011‐2013 (PiTER) è lo strumento di

programmazione della Regione e degli Enti locali in corso per favorire lo sviluppo

territoriale della società dell'informazione. Il PiTER 2011-2013 segue i suoi predecessori

nella struttura e nella gestione ma, per rispecchiare i tempi attuali, tra gli obiettivi

principali che si pone vi è l’esigenza di promuovere e incentivare le partnership pubblico-

private per il reperimento delle risorse necessarie alla realizzazione dei progetti. Il Piano

2011-2013 si configura inoltre come:

Un Piano orientato ad un nuovo paradigma di Innovazione, più aperto al confronto

e al dialogo con i diversi stakeholders e con un sistema di governance distribuita;

Un Piano più concreto, sostenibile e centrato sull’utente.

Le ultime Linee Guida, approvate dall'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna nel luglio

2011, fanno riferimento al triennio 2011-2013 e sono state declinate in quattro diritti di

cittadinanza digitale e una iniziativa trasversale abilitante:

1. Linea Guida 1 - Diritto di accesso alle reti tecnologiche, inteso come lotta al

digital divide nelle PA, nelle imprese e nelle scuole e per i cittadini in generale

anche attraverso la realizzazione di reti di nuova generazione;

201120092007 2008200420021999

Rete LepidaLepida S.p.A.

Community Network ER

PO07 PO08 PO09

LINEE GUIDA 2007-2009

LINEE GUIDA 2011-2013

L.R. 11/2004

Piano Telematico Regionale 1999-2001

Piano Telematico Regionale 2002-2005

20132012

Programma Operativo 2011

Programma Operativo 2012

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Luglio 2013

INFRASTRUTTURE A BANDA LARGA E ULTRA LARGA SUL TERRITORIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

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2. Linea Guida 2 - Diritto di accesso all’informazione e alla conoscenza, inteso come

contrasto al knowledge divide attraverso la promozione di misure per facilitare

l'adozione delle tecnologie digitali da parte di coloro che hanno un livello di

alfabetizzazione basso;

3. Linea Guida 3 - Diritto di accesso ai servizi alla persona e alle imprese, inteso

come fornitura di servizi on line per il cittadino e le imprese attraverso i quali sia

possibile usufruire di servizi che rispondono a bisogni di tipo sanitario, sociale e

socio‐sanitario, come pure servizi pubblici legati all’interazione con le

Amministrazioni locali;

4. Linea guida 4 - Diritto di accesso ai dati, inteso come affermazione del principio

della trasparenza e degli open-data e attivazione di iniziative in ambito open data

da parte della Regione e degli enti locali regionali;

5. Linea Guida 5 - Intelligenza diffusa nel territorio urbano come modello di

riferimento basato sull’integrazione tra infrastrutture e servizi per migliorare la

qualità della vita.

La tabella seguente riporta, per ognuna delle 5 linee guida definite dal Piano Telematico

dell’Emilia-Romagna, l’insieme dei progetti previsti nel Programma Operativo 2011. Per la

natura evolutiva di questa programmazione, ogni Programma Operativo potrà aggiornarsi

con nuovi servizi, in risposta a fabbisogni collettivi della Community Network Emilia-

Romagna e a ulteriori risorse che si rendano disponibili.

Tabella 12 – Progetti PITER/Programma Operativo 2012

Linea Guida 1 - Diritto di accesso alle reti tecnologiche

Net4All Contrasto al Digital Divide per cittadini e imprese, con estensione della banda larga in alcuni distretti industriali con accordi di partnership pubblico-privati

UltraNet Diffusione nel territorio regionale delle reti di comunicazione a banda ultra-larga

SchoolNet Connessione a banda larga nelle scuole del territorio regionale

Wi-Fed Diffusione dei sistemi Wi-Fi per permettere la connettività gratuita ai cittadini

Linea Guida 2 - Diritto di accesso all’informazione e alla conoscenza

Agende Digitali Regionali Supporto e guida per gli enti locali del territorio regionale all’adozione delle Agende Digitali Locali

CloudNet Progettazione e fornitura agli Enti locali di servizi di cloud computing

AIA-IPPC Gestione online dei rapporti tra imprese e amministrazioni, relativi al rilascio delle Autorizzazioni Integrate Ambientali (AIA)

OpenSourcER Creazione di un raggruppamento di organizzazioni per iniziative di divulgazione di software e soluzioni open source rivolte agli Enti locali

Evoluzione web 2.0 Osservatorio Partecipazione

Dotazione di nuove funzionalità web 2.0 per l’Osservatorio della Partecipazione

Pane e Internet 2011-2013 Sensibilizzazione degli Enti locali per contrastare il Knowledge divide

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Scuola@Appennino Costituzione di un network di collaborazione tra scuole, istituzioni, associazioni e famiglie a sostegno delle scuole di montagna

TeatroNet Connessione in banda larga dei teatri municipali dell’Emilia-Romagna

Linea Guida 3 - Diritto di accesso ai servizi alla persona e alle imprese Amministrazione Digitale Dematerializzazione dei documenti e degli atti amministrativi

Anagrafe immobiliare e tributaria integrate e fruibili

nella PA

Realizzazione di strumenti e soluzioni per permettere ai Comuni di gestire la fiscalità immobiliare

Diffusione servizi online demografici e tributari

Diffusione di soluzioni per la fornitura di servizi on line tributari e demografici ai cittadini e alle imprese

Fascicolo Sanitario Elettronico

Fruizione in rete dei dati clinici e amministrativi dei pazienti in cura presso le strutture sanitarie emiliano-romagnole

Fascicolo unico del cittadino Semplificazione delle modalità di accesso ai servizi forniti dal Comune di Bologna e dal sistema sanitario locale

Fatturazione elettronica Gestione digitale e online dell’intero processo di fatturazione in tutti gli enti dell’Emilia-Romagna

S.I.ED.ER Semplificazione dei processi necessari per ottenere le autorizzazioni edilizie

REPAC Registrazione delle presenze autorizzate nei cantieri

Circolarità regionale degli utenti delle biblioteche

Creazione di un account federato ai servizi online di differenti biblioteche

Informa la città Creazione di un canale che permetta di inviare informazioni personalizzate ai cittadini del Comune di Ferrara

Linea Guida 4 - Diritto di accesso ai dati Aggiornamento cooperativo

del Database Topografico Diffusione di una infrastruttura software per l’aggiornamento e l’uniformazione dei dati geografici

Geoportale Divulgazione e fruizione di dati di tipo geografico per cittadini, imprese e PA

Dati.Emilia-Romagna Diffusione dei dati pubblici prodotti dalla Regione e dagli Enti locali

Consultazione dei dati anagrafici

Diffusione dei dati anagrafici tra gli Enti locali dell’Emilia-Romagna

Linea Guida 5 - Intelligenza diffusa nel territorio urbano GiM-ER Gestione informata della mobilità dell'Emilia-Romagna

Mi Muovo Sistema di bigliettazione integrata della mobilità in Emilia-Romagna

GreenNet Realizzazione di reti per il risparmio energetico

Sistema di monitoraggio video

Utilizzo di sistemi integrati di monitoraggio video per tenere sotto controllo i punti del territorio a rischio idraulico e idrogeologico

VideoNet Network di videosorveglianza e telecontrollo territoriale

SensorERNet Monitoraggio dei dati ambientali

SONO IO Creazione di un'identità digitali per i cittadini emiliani

TappER Top apps per l'Emilia-Romagna per erogare servizi e soluzioni delle PA

Fonte: Piano Telematico dell’Emilia-Romagna 2011-2013

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2.2. Gli stakeholder locali e le infrastrutture di rete

2.2.1. Lepida SpA

Lepida SpA è la società regionale dell’Emilia-Romagna che si occupa di pianificazione,

sviluppo e gestione delle infrastrutture di telecomunicazione degli Enti collegati alla rete

regionale. Per realizzare ed ottimizzare il sistema infrastrutturale, Lepida Spa agisce

nell’ambito della Community Network dell’Emilia-Romagna, attraverso lo sviluppo di reti

e servizi, in coerenza con le Linee Guida del Piano Telematico dell’Emilia‐Romagna. Ad

oggi Lepida SpA conta 412 Soci tra cui tutti i 348 Comuni della Regione e tutte le 9

Province.

Istituita dalla legge regionale 11/2004, la rete Lepida è la rete delle Pubbliche

Amministrazioni dell’Emilia-Romagna principalmente costituita da collegamenti in fibra

ottica ed estesa nel territorio appenninico attraverso dorsali radio in tecnologia HiperLAN.

Lepida SpA, su mandato degli Enti Soci, favorisce e promuove interventi per la riduzione

del digital divide lavorando, in logica di coordinamento e sussidiarietà al mercato, per

mettere a disposizione la banda larga laddove questa non sia presente, cercando di

realizzare il maggior numero possibile di accordi e protocolli di intesa con gli operatori che

agiscono sul territorio, anche mettendo a disposizione infrastrutture tecnologiche per

facilitare l’insediamento degli operatori stessi. Lepida SpA ha inoltre il compito di

mantenere una fotografia costantemente aggiornata della situazione del digital divide

regionale, mediante un continuo confronto con gli Enti del territorio.

Inoltre essendo stata creata con lo scopo di gestire le suddette infrastrutture telematiche

e di sovraintendere al dispiegamento dei servizi, si coordina con tutti i soggetti interessati

presenti sul territorio, attraverso il Club degli Stakeholder. Si tratta di una iniziativa grazie

alla quale le imprese e il mondo della ricerca che operano nell’ICT sul territorio sono

coinvolte per poter sperimentare, sulle infrastrutture Lepida, soluzioni avanzate ed

innovative, valutandone prestazioni e benefici. I membri che fanno parte del Club degli

Stakeholder sono riportati nella tabella seguente.

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Tabella 13 – Club degli Stakeholder di Lepida SpA

Membri Club degli Stakeholder

1. 3D Informatica 33. Eurocom Telecomunicazioni 65. Radio SNJ

2. Acantho 34. Eutelsat 66. Rai Way

3. Adrien srl 35. Fastmedia 67.RedTurtle Tecnology Srl

4. ADS 36. FASTWEB Spa 68. Reverberi Enetec Srl

5.Aethra Telecomunications 37. GFM.Net Srl 69. Selex Communications

6. Aicod srl 38. GMPR (Area Web) 70. SELTATEL Spa

7. Aizoon Consulting 39. Harimann 71. Sinegy Spa

8. Alcatel-Lucent 40. HP 72. Sirti Spa

9. Alpitel 41. IBM Italia Spa 73. SITE Spa

10. Altavia srl 42. Icarus net srl 74. Skylogic

11. Antares Elettronica Srl 43. ICONSULTING srl 75. Solgenia Apa

12. ALTCONSULTING srl 44. IDOQ MANAGEMENT 76. Strhold Spa

13.Automated Data System Spa 45. Ifm Infomaster 77. Studo Cenni

14. Avaya 46. Imavis Srl 78. Tecnograph Srl

15. Bridge 129 spa 47. Italdata SpA 79. Tekmedia srl

16. BT Enia telecomunicazioni Spa 48. Italtel 80. Teko Telecom

17. Business Solutions 49. Laboratori Guglielmo Marconi 81. Telecom Italia Spa

18. Business-e 50. Lantech 82. Telemedicina Rizzoli

19. BV TECH Spa 51. Lizard Srl 83. TI Telecomunicazioni & Informatica

20. Calzavara Spa 52. Maggioli 84. Umpi Elettronica srl

21. Cadacri Spa 53. Make it 85. Unindustria Bologna

22. Cediss Srl 54. Mavigex srl 86. Università degli studi di Bologna

23. CINECA 55. MEEO srl 87. Università degli studi di Ferrara

24. Cisco 56. Microsoft 88. Università degli studi di Parma

25. CommScope Italy srl 57. Mlda Solutions Srl 89. Università Modena e Reggio-Emilia

26. Confindustria Emilia-Romagna 58. Modena Network 90. VEM

27. Data Management 59. NETRIBE srl 91. VITROCISET

28. Data Storage Securitysrl 60. NOKIA SIEMENS NETWORK 92. WEGO

29. Dedanexr srl 61. NSI-NIER Soluzioni Informatiche Srl 93. Wind

30. Energee3 62. ORACLE 94. Xech Srl

31. Engineering Sanità Enti Locali 63. O.T.R. srl 95. Yacme srl

32 Ericcson Telecomunicazioni SpA 64. Poste Italiane Spa

Fonte: Lepida SpA, 2013

Negli anni Lepida SpA ha realizzato un’importante opera di infrastrutturazione del

territorio, attraverso la realizzazione di 2.500 km di dorsali geografiche in fibra ottica e la

connessione a queste di almeno un punto di presenza in ogni territorio comunale. Le

dorsali geografiche che costituiscono la rete Lepida e le tratte che da queste collegano i

Comuni, sono di proprietà della Regione e delle altre Pubbliche Amministrazioni.

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Successivamente, a partire dalla fine del 2005, si è avviata la seconda fase di realizzazione

della rete Lepida che prevedeva il rinfittimento della rete geografica in territorio urbano,

attraverso reti MAN che collegano le diverse sedi della Pubblica Amministrazione presenti

in ciascuna area cittadina, per un totale di oltre 2.500 punti di accesso collegati in fibra

ottica.

In questa fase ciascun Ente ha finanziato direttamente la realizzazione della sottorete

necessaria per il collegamento cittadino delle proprie sedi. Per evitare sovrapposizioni e

ridurre i costi di realizzazione, tutti gli Enti hanno stipulato un accordo istituzionale che

approva il progetto di massima, indicando le sedi da collegare e il modello di rete.

Infine le aziende multiservizi hanno posato fibra ottica negli stessi cavidotti utilizzati da

Lepida, realizzando una rete complementare che resta di loro proprietà e che sarà

utilizzata per fornire servizi ai cittadini e alle imprese.

Nella figura seguente si riporta l’estensione della rete geografica Lepida nella provincia di

Reggio Emilia.

Figura 23 - La Rete geografica di Reggio Emilia

Fonte: Lepida SpA, 2013

Inoltre, l’iniziativa Lepida Wireless ha esteso la rete in fibra ottica realizzando delle dorsali

con tecnologie radio per il collegamento delle sedi della Pubblica Amministrazione. Tali

servizi, nati per la PA, intendono essere resi disponibili anche a cittadini e imprese

mediante gli operatori di telecomunicazioni. Parallelamente a Lepida Wireless per le

Fibra ottica

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INFRASTRUTTURE A BANDA LARGA E ULTRA LARGA SUL TERRITORIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

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Pubbliche Amministrazioni, è stata infatti realizzata un'infrastruttura di rete finanziata e

gestita da operatori di telecomunicazioni privati che poi vendono il servizio di accesso ad

Internet in modalità wireless ai cittadini ed alle imprese. I progetti hanno interessato

principalmente il territorio appenninico e alcune zone della bassa pianura dove è più

sentito il problema del digital divide.

2.2.2. BT Enìa

BT Enìa offre servizi ICT alle imprese nelle città di Parma, Piacenza e Reggio Emilia, dove

ha realizzato in totale circa 1.400 Km di infrastrutture di rete in fibra ottica.

La società, nata nel 1999 con il nome di Albacom.AMPS come joint-venture tra AMPS, la

società municipalizzata per i servizi pubblici a Parma (oggi Iren) e Albacom, ha operato

fino al 2008 sulla sola provincia di Parma. Dal dicembre dello stesso anno, come

conseguenza della fusione di AMPS con le Aziende di Servizi Pubblici Locali di Piacenza

(Tesa) e Reggio Emilia (AGAC), e delle relative Aziende TLC (Mipiace.com e AGACTEL),

l’azienda ha esteso il suo ambito territoriale di azione anche alle province di Piacenza e

Reggio Emilia, cambiando il proprio nome in BT Enìa. A partire dall’agosto 2011 Iren ha

ceduto la sua partecipazione in BT Enìa a BT Italia, che ne ha assunto quindi il controllo

esclusivo.

L'infrastruttura in fibra ottica di BT Enìa si estende in oltre 90 territori comunali, con

un’estensione che per la sola provincia di Reggio Emilia è pari a circa 450 km di cavi in

fibra ottica.

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Figura 24 – Rete in fibra ottica BT Enìa

Fonte: BT Enìa, 2012

Inoltre, per la provincia di Reggio Emilia, sono stati realizzati interventi di copertura

wireless nell’Appennino Reggiano attraverso un progetto co-finanziato dalla Regione,

dalla Provincia, dalla Comunità Montana e da BT Enìa, per l’estensione di Lepida Wireless

alle sedi della PA e per la copertura di diverse frazioni comunali in digital divide, in

collaborazione con operatori di telecomunicazioni privati che operano a livello locale

fornendo il servizio di accesso ai cittadini e ad imprese.

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Figura 25 – Rete fibra ottica e wireless BT Enìa in provincia di Reggio Emilia

Fonte: BT Enìa, 2012

2.3. Le strategie regionali per la banda larga

Le strategie della Regione per lo sviluppo della banda larga prendono avvio dalle

infrastrutture in fibra ottica realizzate per la PA (sedi dei Municipi, ospedali, Università,

etc.) attraverso la costituzione della rete Lepida per le Pubbliche Amministrazioni, si

arricchiscono di azioni specifiche finalizzate a contrastare il divario digitale per i cittadini e

le imprese nel 2007 con l’inserimento del progetto “Riduzione del Digital Divide” nel

Piano Telematico dell’Emilia-Romagna 2007-2009, per giungere poi con il Piano

Telematico dell’Emilia-Romagna 2011-2013 a definire una strategia in linea con le

politiche Europee e nazionali.

L’obiettivo generale è infatti quello di rendere uniforme il territorio regionale rispetto al

livello minimo di comunicazione fissato dall'Agenda Digitale Europea, garantendo accessi

a banda larga a 2 Mbps entro il 2013 per tutta la popolazione dell'Emilia-Romagna.

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2.3.1. Le azioni realizzate per la riduzione del digital divide

Le azioni per la riduzione del digital divide hanno preso avvio dall'Accordo di Programma

per lo Sviluppo della Banda Larga stipulato nel novembre 2007 tra la Regione Emilia-

Romagna ed il Ministero dello Sviluppo Economico ed attuato per il tramite di Infratel

Italia in sinergia con Lepida SpA. Sulla cifra totale investita negli ultimi quattro anni, 20

milioni sono stati destinati alle fibre ottiche, finanziate dalla Regione (5 milioni di Euro) e

dal MISE (15 milioni di Euro). I rimanenti 7 milioni di Euro sono stati impiegati per

infrastrutture radio in banda non licenziata finanziata da Regione, enti locali e

multiservizi.

Il principale obiettivo del progetto Regione-MISE/Infratel, partito operativamente nel

2009 e concluso a novembre 2012, è stato quello di realizzare delle tratte in fibra ottica

per raggiungere circa 120 centrali telefoniche che non erogavano servizi di accesso ad

Internet ad alta velocità. Come obiettivo ulteriore, ma non secondario, questo progetto

aveva l’intenzione di estendere la rete Lepida in fibra ottica per la PA grazie alle nuove

tratte realizzate, sia con finanziamento dello Stato che della Regione.

Va evidenziato che nel territorio regionale sono anche state messe a disposizione degli

operatori di telecomunicazione, oltre alle fibre ottiche realizzate con il progetto Regione-

MISE/Infratel, anche le fibre ottiche della rete Lepida esistente non utilizzate per gli scopi

propri della pubblica amministrazione, utilizzabili o per il collegamento di centrali o per

abilitare l’accesso alla rete con tecnologie differenti.

In particolare, sono stati realizzati interventi che hanno portato tra il 2010 e il 2012 alla

connessione a banda larga di 109 centrali. Inoltre sono in corso valutazioni per definire il

nuovo Piano Lavori che prevede la realizzazione di 34 centrali entro il 2014.

Il Comune di Reggio Emilia, inoltre, ha dato seguito alle azioni regionali contro il digital

divide attraverso la stipula nell’ottobre 2010 di un accordo con Telecom Italia, Lepida ed

Iren per estendere la copertura ADSL del proprio territorio, basandosi anche sulla raccolta

di segnalazioni da parte dei residenti delle zone non servite a banda larga.

La figura seguente riporta il quadro delle infrastrutture in fibra ottica realizzate

nell’ambito della programmazione congiunta Regione-Ministero per la provincia di

Reggio-Emilia. Le tratte sono differenziate per fonte di finanziamento:

MISE, attraverso Delibere CIPE e Leggi Finanziarie;

Regione, tramite fondi a bilancio regionale, Fondo Europeo di Sviluppo Regionale

(FESR) e Fondo Europeo Agricolo di Sviluppo Rurale (FEASR).

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Luglio 2013

INFRASTRUTTURE A BANDA LARGA E ULTRA LARGA SUL TERRITORIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

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Figura 26 – Infrastrutture in fibra ottica MISE-Regione in provincia di Reggio-Emilia

Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico, 2012

L’elenco delle località con le aree di centrale già collegate in fibra ottica per la provincia di

Reggio-Emilia è riportata nella tabella seguente, evidenziando per ogni intervento la fonte

di finanziamento.

MISE

Regione

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Luglio 2013

INFRASTRUTTURE A BANDA LARGA E ULTRA LARGA SUL TERRITORIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

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Tabella 14 – Aree oggetto degli Accordi Regione-MISE in provincia di Reggio-Emilia

Comune Località Stato di

attuazione Fonte di

Finanziamento

Baiso Baiso Disponibile Fondi MISE

Baiso Debbia Disponibile Fondi MISE

Busana Busana Disponibile Fondi MISE

Busana Ca' Ferrari Disponibile Fondi MISE

Collagna Acquabona Disponibile Fondi MISE

Correggio Campisio Disponibile Fondi MISE

Gualtieri Argine Vecchio Disponibile Fondi MISE

Reggio nell'Emilia Sabbione Disponibile Fondi MISE

Scandiano San Donnino Di Liguria Disponibile Fondi MISE

Toano Ca' Bagnoli Disponibile Fondi MISE

Toano Cavola Disponibile Fondi MISE

Toano Pugnago Disponibile Fondi MISE

Toano Venano Disponibile Fondi MISE

Vetto Ca' Di Regnola Disponibile Fondi MISE

Vetto Vetto Disponibile Fondi MISE

Villa Minozzo Braglia Disponibile Fondi MISE

Villa Minozzo Febbio Disponibile Fondi MISE

Villa Minozzo La Teggia Disponibile Fondi MISE

Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico, 2012

In definitiva, le risorse destinate alla riduzione del digital divide ammontavano ad oltre 27

milioni di Euro, comprensive di quelle statali (MISE: 15 milioni di Euro) e di quelle investite

dagli enti locali e dalle aziende multiservizi per lo sviluppo delle reti di telecomunicazioni

wireless, ripartite a livello provinciale come riportato nella tabella seguente.

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Luglio 2013

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Tabella 15 – Programmazione risorse per la riduzione del digital divide 2007-2009

Provincia Accordo RER-

MISE (€)

Reti Wireless (RER, EE.LL. e multiservizi)

(€)

Totale Risorse (€)

Bologna 4.054.276 323.300 4.377.576

Ferrara 2.039.583 1.403.000 3.442.583

Forlì-Cesena 1.550.083 0 1.550.083

Modena 3.585.863 1.633.000 5.218.863

Parma 3.816.232 1.175.000 4.991.232

Piacenza 1.149.080 1.125.000 2.274.080

Ravenna 1.359.952 0 1.359.952

Reggio Emilia 1.697.348 1.680.000 3.377.348

Rimini 512.594 270.000 782.594

TOTALE 19.765.011 7.609.300 27.374.311

Fonte: Lepida SpA, 2012

Inoltre Lepida SpA, relativamente all’infrastrutturazione territoriale in fibra ottica,

nell'ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, è stata incaricata dalla Regione

di attuare un progetto finalizzato allo sviluppo di reti per la banda larga nelle aree rurali

dell'Emilia-Romagna in coerenza con il progetto nazionale Banda larga nelle aree rurali

d'Italia, da finanziare con fondi FEASR.

Il progetto prevede la realizzazione di infrastrutture in fibra ottica in aree rurali bianche,

ovvero prive di servizi a banda larga, in comuni classificati “D” che saranno messe a

disposizione degli operatori di telecomunicazioni per la distribuzione di servizi a banda

larga sia ai cittadini che alle imprese. Complessivamente le aree rurali in digital divide in

Emilia-Romagna che verranno raggiunte in fibra ottica sono 29 distribuite in 13 comuni

per un investimento complessivo di 6,5 milioni di Euro. La popolazione residente nelle 29

aree rurali in digital divide è stimata in circa 11.000 abitanti.

In particolare nella provincia di Reggio-Emilia è prevista la realizzazione di due interventi

lungo la dorsale che verrà realizzata nel territorio del comune di Ramiseto per

raggiungere la località La Costa. Il costo stimato degli interventi nel reggiano è pari a circa

250.000 Euro.

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Luglio 2013

INFRASTRUTTURE A BANDA LARGA E ULTRA LARGA SUL TERRITORIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

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Tabella 16 – Progetto FEASR in provincia di Reggio-Emilia

Comune Località

Ramiseto La Costa

Ramiseto Ramiseto

Fonte: Lepida SpA, 2013

2.3.2. La strategia per la chiusura del digital divide

La Linea Guida 1 del PiTER 2011-2013 fa riferimento all’impegno della Regione di dare

connettività a tutto il territorio attraverso infrastrutture capaci di evolvere nel tempo. In

particolare, con il progetto Net4All, la Regione intende raggiungere i seguenti obiettivi:

Consentire l’accesso a banda larga con tecnologie neutrali a tutti entro il 2013,

fissando a 2 Mbps il livello minimo di comunicazione;

Attuare sinergie fra pubblico e privato per lo sviluppo della banda larga in alcuni

distretti industriali;

Realizzare accordi con gli operatori di telecomunicazioni capaci di portare la banda

larga con varie tecnologie, in ottica neutrale, su tutto il territorio.

Tali obiettivi mirano dunque a rendere uniforme il territorio rispetto al livello minimo di

comunicazione misurando il grado di copertura raggiunto nel tempo; contestualmente

intendono implementare un modello di cofinanziamento pubblico-privato per i distretti

industriali con esigenza di banda larga, e individuare il più ampio numero di operatori con

cui stipulare accordi, in completa neutralità rispetto alle tecnologie.

I soggetti coinvolti nel progetto sono oltre alla Regione e a Lepida SpA, anche gli Enti

locali, le associazioni di categoria e gli operatori di telecomunicazioni. I beneficiari finali

del progetto sono potenzialmente tutti i cittadini e le imprese residenti nelle zone dove

sono localizzati gli interventi infrastrutturali previsti, che potranno rivolgersi ad un

operatore privato di telecomunicazioni o ad operatori terzi per l’acquisto dei servizi a

banda larga o, per le imprese, partecipare all’investimento per la realizzazione dell’opera.

Gli operatori di telecomunicazioni interessati ad acquisire le infrastrutture pubbliche per

distribuire i servizi alle utenze finali, vengono considerati beneficiari diretti. Le ricadute su

questi ultimi sono rappresentate dalla disponibilità di infrastrutture passive o attive in

aree in digital divide che potranno essere messe a loro disposizione tramite accordi di

partnership.

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In parallelo al progetto Net4All, con il Progetto Dorsale Sud Radio, Lepida SpA sta

realizzando un’ulteriore infrastruttura pubblica, che correrà lungo la dorsale appenninica

a sud attraverso una sequenza di pali/tralicci distanti tra loro al massimo 15/20 km, e che

consentirà di sfruttare la presenza delle infrastrutture esistenti come la rete Lepida

geografica in fibra ottica.

Il progetto prevede un'architettura ad anelli interprovinciali: i siti di ogni tratto di dorsale

saranno interconnessi in doppia via con la rete Lepida geografica, che farà da "sorgente"

della banda che verrà trasportata sui link radio che opereranno su bande di frequenze

licenziate, e che verrà poi distribuita alle utenze finali per il tramite di operatori di

telecomunicazioni.

La Regione ha stanziato 2,6 milioni di Euro per il progetto, la maggior parte dei quali (1,4

milioni di Euro) sarà spesa per i 40 ponti radio che dovranno essere istallati lungo tutto il

crinale dell'Appennino emiliano-romagnolo, da Piacenza a Rimini (compresa la Val

Marecchia). Il termine del progetto è previsto entro la fine del 2013.

Figura 27 – Dorsale Sud Radio

Fonte: Lepida SpA, 2013

Ai fini dell’attuazione delle strategie regionali per la chiusura del digital divide, nel marzo

2013 Regione e Ministero dello Sviluppo Economico hanno firmato un nuovo Accordo che

prevede ulteriori investimenti per abilitare i territori con infrastrutture adeguate.

Complessivamente per il territorio dell’Emilia-Romagna è previsto un investimento da 46

milioni di Euro, di cui 25 milioni di Euro dal MISE, con soggetto attuatore Infratel, e 21

milioni di Euro dalla Regione, con soggetto attuatore Lepida SpA.

Tali risorse consentiranno l’attuazione di due differenti tipologie di intervento:

Tipologia d’intervento “Modello A”, per la realizzazione di infrastrutture di

backhauling, di proprietà pubblica, per il collegamento delle aree in digital divide,

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Luglio 2013

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e successiva messa a disposizione delle infrastrutture realizzate agli operatori di

telecomunicazioni a condizioni di mercato, che prevede:

o Realizzazione di infrastrutture in fibra ottica per 83 aree di centrale con

87.000 utenti, per l’ammontare di 16 milioni di Euro a valere sui fondi

assegnati al MISE;

o Creazione di infrastrutture in fibra ottica per 8 milioni di Euro (40 aree di

centrale con 15.000 utenti) e di infrastrutture radio su frequenze licenziate

attraverso una dorsale a banda larga collocata nell’area più a sud del

territorio regionale (“Dorsale Sud Radio”) per circa 3 milioni di Euro (pari a

120 aree di centrali equivalenti con 100.000 utenti) a valere sui fondi

regionali;

Tipologia d’intervento “Modello B”, per investimenti, presentati da operatori di

telecomunicazioni, per la diffusione dei servizi a banda larga nelle aree in digital

divide con particolare riferimento alla rete di accesso, che prevede:

o Erogazione di contributi a progetti di operatori pubblici di

telecomunicazioni per abilitare la diffusione di servizi a banda larga per 9

milioni di Euro a valere sui fondi Ministeriali;

o Realizzazione di progetti di operatori pubblici di telecomunicazioni per

abilitare la diffusione di servizi a banda larga per 10 milioni di Euro a valere

sulla programmazione dei fondi comunitari e nazionali per la politica di

coesione 2014‐2020.

In definitiva, si stima che gli interventi previsti da MISE e Regione possano arrivare a

coinvolgere quasi 350.000 utenti emiliano-romagnoli.

2.3.3. Gli Accordi con gli operatori

Alle attività di sviluppo delle reti in fibra ottica e wireless realizzate e in corso per ridurre il

digital divide, si aggiungono quelle che prevedono la formalizzazione di Accordi con

operatori di telecomunicazioni sia nazionali che locali per favorire la messa a

disposizione dell'accesso ad internet ai cittadini del territorio dell’Emilia-Romagna. Di

seguito sono sintetizzati gli accordi attivi:

Accordo tra Regione Emilia-Romagna, Lepida SpA e Telecom Italia: nell’aprile

2010 è stato siglato un accordo tra i tre soggetti che hanno costituito un Comitato

Tecnico-Paritetico con il compito di analizzare e valutare la situazione delle centrali

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di telecomunicazione esistenti sul territorio regionale al fine di superare il digital

divide. L’accordo ha inoltre il compito di individuare, secondo standard di

previsione della domanda e di calcolo della redditività, modelli di sostenibilità

tecnico/economica degli interventi di sviluppo del servizio ADSL, utilizzando le

infrastrutture e i collegamenti in fibra ottica resi disponibili da Lepida SpA.

L’accordo è stato rinnovato nel 2012 con durata triennale ed ampliato ad altri temi

d’interesse comune oltre al digital divide, quali i temi afferenti l’Agenda Digitale,

gli ambiti di collaborazione rivolti a favorire l’introduzione in Emilia-Romagna delle

nuove tecnologie di rete mobile, quali l’LTE (Long Term Evolution), e dell’Ultra

Broadband, con particolare attenzione rivolta alle aree d’interesse economico-

produttivo. Attraverso il nuovo Accordo, Telecom Italia si impegna ad

equipaggiare progressivamente circa 70 centrali connesse in fibra ottica,

conseguendo una riduzione del digital divide che interessa una popolazione

potenziale di circa 120.000 cittadini;

Accordi per servizi su tecnologia HiperLAN: gli accordi stipulati a giugno 2010 tra

Regione Emilia-Romagna, Lepida SpA, NGI e BT Enìa prevedono che Lepida SpA,

insieme ai comuni interessati forniscano a NGI una lista di almeno 30 cittadini e/o

imprese che dichiarano di essere interessati a disporre di un accesso a banda larga

in modalità wireless, a fronte dell’impegno di NGI a coprire l'area. Inoltre Lepida

SpA o il Comune interessato si impegnano a mettere a disposizione dell'operatore

asset infrastrutturali (cavidotti, fibre ottiche spente, tralicci, pali su torri civiche,

etc.) di proprietà pubblica, se disponibili. L'accordo prevede inoltre la

collaborazione con BT Enìa per gli interventi sul territorio delle province di Parma,

Piacenza e Reggio Emilia;

Accordi per servizi su tecnologia WiMAX: l’accordo firmato ad ottobre 2011 con

l’operatore ARIA si pone l’obiettivo di favorire la diffusione dell'accesso a banda

larga in 80 comuni del territorio regionale con zone in digital divide, in cui ARIA si è

dichiarato disponibile a portare il servizio a banda larga con tecnologia WiMAX

entro il 2013. L’accordo prevede inoltre che, a fronte degli impegni dell’operatore,

le Pubbliche Amministrazioni locali interessate allo sviluppo dei servizi sul loro

territorio favoriscano le installazioni mettendo a disposizione della società le

infrastrutture utili alla realizzazione degli impianti;

Accordi per servizi a banda larga su reti mobili: la Regione e Lepida SpA hanno

sottoscritto a settembre 2011 un accordo con Vodafone per individuare sinergie ai

fini della riduzione del digital divide facendo ricorso a reti mobili HSPDA e in

prospettiva LTE;

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Accordo per servizi su tecnologia satellitare: nel luglio 2011 Lepida SpA ha firmato

un protocollo d’intesa con Open Sky, distributore di servizi di connettività a banda

larga in tecnologia satellitare, e Skylogic, società controllata al 100% da Eutelsat.

L’accordo, valido per i soli cittadini e imprese residenti in Emilia-Romagna,

prevede forti agevolazioni per l’installazione sul territorio regionale di parabole

per connettività internet in tecnologia satellitare.

A questi accordi se ne stanno aggiungendo numerosi altri (all’aprile 2013 ne sono 17) che

Lepida SpA sta firmando con operatori per interventi da realizzare a fronte di una

domanda espressa dagli Enti territoriali propri soci, ai quali viene chiesta una fattiva

collaborazione per la messa a disposizione di asset (ad esempio torri civiche) e facility (ad

esempio l'energia elettrica), con l'obiettivo di riduzione del digital divide in aree specifiche

individuando sinergie infrastrutturali per la diffusione di servizi a banda larga con

l'impiego di tecnologie per l'accesso di tipo wireless (WiMAX o HiperLAN). Lepida SpA

offre agli operatori la possibilità di acquisire banda Internet o servizi di trasporto

sfruttando la presenza capillare della propria rete.

2.4. Le strategie regionali per le reti di nuova generazione

Il passaggio alle reti di nuova generazione NGN è operazione complessa che coinvolge

molti attori, sia a livello regionale che nazionale. Per questo motivo la Regione Emilia-

Romagna intende rivestire un ruolo importante nel processo di costruzione delle reti

NGN, attraverso cui raggiungere i quartieri o i distretti industriali rimasti isolati utilizzando

soluzioni architetturali che tengano conto degli asset a disposizione.

È importante sottolineare come, nella strategia della Regione Emilia-Romagna e di Lepida

SpA, lotta al digital divide e percorso verso le NGN siano azioni complementari da portare

avanti simultaneamente, in forte sinergia con gli operatori di TLC.

Su questo tema, Lepida SpA ha partecipato a tavoli nazionali, quali ad esempio il Comitato

NGN Italia (istituito dall'AGCOM) e intende collaborare con soggetti di altre regioni e in

generale con tutti gli attori coinvolti in questa operazione.

A tal fine, con la Delibera regionale n.1342 del 19 settembre 2011 la Regione ha

dichiarato che intende operare affinché il territorio sia abilitato in modo uniforme ed

omogeneo, nel pieno rispetto del mercato. In particolare negli Articoli 8 e 9 della delibera

si richiamano alcune caratteristiche generali, ossia:

Art. 8: “Nell’ottica di realizzare un censimento di tutte le infrastrutture esistenti e

in programmazione di tipo 1 e di tipo 2 presenti sul territorio, Regione Emilia-

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Romagna, di concerto con le altre iniziative nazionali e secondo le modalità di

concertazione e collaborazione definite ed attive nella Community Network

dell’Emilia-Romagna, mette a punto un formato standard di rappresentazione

delle informazioni infrastrutturali ed un database unico e integrato, per quanto

attiene alla sua parte geometrica, nel Database Topografico regionale- all’interno

della quale possono essere rappresentati tutti i dati disponibili e quelli che lo

saranno in futuro. La fruizione di tale database è gratuita e consentita, previo

registrazione, a tutti gli operatori del settore, senza alcuna discriminazione. Tale

database deve contenere anche indicazioni sulla proprietà di ogni infrastruttura,

sui relativi vincoli e sulle disponibilità attuali. [...]”;

Art. 9: “Il database delle infrastrutture viene integrato con un cruscotto

territoriale, che riporta le informazioni geometriche georeferenziate, capace di

rappresentare l’insieme dei vincoli territoriali previsti dalle varie norme,

regolamenti e deliberazioni. Tale cruscotto viene realizzato all’interno del Piano

Telematico dell’Emilia-Romagna uniformando le informazioni provenienti da tutti i

servizi coinvolti nella gestione territoriale, a tutti i livelli degli enti territoriali. Tale

integrazione terrà conto di tutte le iniziative realizzate ed in sviluppo, riguardanti

la gestione anche geografica di tali vincoli. Il cruscotto rappresenta il punto

di accesso per cittadini ed imprese allo stato di ogni territorio. Il cruscotto

rappresenta anche uno strumento per la verifica ex-post del rispetto dei vincoli

territoriali, rispetto alle infrastrutture ed opere che lo popolano”.

La definizione di modelli e strategie sulle NGN necessita di un’ampia concertazione

territoriale, per cui la Delibera regionale prevede la costituzione di un Tavolo permanente

regionale sulle NGN tra Regione, Lepida SpA, Enti Locali, operatori e potenziali investitori.

In prospettiva, l’obiettivo è di arrivare ad una Legge regionale sulle telecomunicazioni

che inquadri le possibilità di azioni pubblico-privato, ruoli e compiti di Regione, Enti Locali

e Lepida SpA, semplificando e accelerando l’introduzione delle reti ultrabroadband.

2.4.1. UltraNet

Anche il progetto UltraNet riguarda la Linea Guida 1 del PITER 2011-2013, e si pone

l’obiettivo di creare i presupposti e le condizioni necessarie alla diffusione nel territorio

regionale delle reti di comunicazione a banda ultra larga per allinearsi alle disposizioni

dell’Agenda Digitale Europea, che vorrebbe il 100% dei cittadini connessi ad almeno 30

Mbps e il 50% a 100 Mbps entro il 2020.

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Il progetto rappresenta un proseguimento delle azioni e delle iniziative già intraprese

dalla Regione, che mirano alla creazione delle condizioni infrastrutturali regionali

abilitanti per i servizi alla PA, ai cittadini e alle imprese. In particolare, e con riferimento

alla rete Lepida, si tratta di valorizzare le infrastrutture già realizzate da parte della

Regione e di evolvere verso un modello pubblico-privato che possa garantire

l’ottimizzazione degli investimenti e la disponibilità delle reti NGAN in ottica unitaria sul

territorio regionale.

In questo contesto è importante anche la partecipazione di Lepida SpA ai tavoli di lavoro a

livello nazionale, quali il già citato tavolo AGCOM su NGN (Comitato NGN Italia) e il tavolo

ANFoV (Associazione per la convergenza nei servizi di comunicazione) relativo alla

definizione di criteri e strategie di mappatura degli asset infrastrutturali in grado di

ospitare le reti di nuova generazione.

Il primo obiettivo concreto del progetto è la realizzazione di uno studio di fattibilità, che

coinvolga gli Enti locali, relativo alle architetture tecnologiche, alle infrastrutture

disponibili, ai modelli di coinvolgimento pubblico-privato, alle fonti di finanziamento e alle

modifiche di regolamenti e normative locali necessari per favorire l’introduzione delle reti

di accesso di nuova generazione.

Tale studio sarà realizzato con la partecipazione degli attori interessati e tenendo conto

dei ruoli e delle diverse valutazioni necessarie. Lo studio dovrà individuare modelli per la

sostenibilità dell’iniziativa considerando anche le strategie per lo switch-off dalla rete in

rame ad una rete a banda ultra larga.

Per raggiungere questi obiettivi sarà necessario valorizzare gli asset esistenti, favorire una

concertazione con gli operatori di telecomunicazioni e con potenziali investitori

istituzionali per valutare la sostenibilità dei modelli di diffusione della banda ultra larga

che emergeranno dallo studio di fattibilità, e di mettere in pratica proposte di variazioni

normative a livello regionale per semplificare e accelerare l’introduzione della banda ultra

larga.

I risultati attesi da UltraNet mirano alla realizzazione di un modello che dimostri

l’interesse degli operatori che agiscono sul territorio, che risulti neutrale rispetto agli

operatori consentendo l’utilizzo delle infrastrutture a tutti gli interessati, che acceleri

l’introduzione della banda ultra larga creando una situazione competitiva che coinvolga

negli investimenti la Regione, gli Enti, gli operatori e i fruitori, qualora si tratti di imprese,

sia negli investimenti che nella proprietà delle infrastrutture. Altro risultato atteso del

progetto riguarda la sperimentazione di un Catasto regionale delle infrastrutture di rete,

per visualizzare la situazione delle infrastrutture già esistenti sul territorio.

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2.4.2. Il catasto delle infrastrutture

La predisposizione di un Catasto delle infrastrutture civili e di telecomunicazioni con

relativi strumenti georeferenziati di rappresentazione, è stata una delle iniziative indicate

dalla Delibera 1342 del 19 settembre 2011 ai fini dello sviluppo delle infrastrutture a

banda larga e ultra larga. Obiettivo del Catasto è la condivisione e razionalizzazione delle

infrastrutture civili e passive già esistenti, che permette ai Comuni e agli Enti Locali di

ottimizzare l’utilizzo di tali infrastrutture e di pianificare interventi e azioni sulla base di

una conoscenza puntuale e aggiornata delle infrastrutture del proprio territorio.

Tra i punti cardine della strategia realizzativa del Catasto ci sono l’uniformità territoriale,

la messa a disposizione da parte degli Enti delle infrastrutture verso gli operatori di

telecomunicazioni e il relativo obbligo di utilizzo delle infrastrutture stesse.

Nell’ottica di realizzare un censimento di tutte le infrastrutture esistenti, la Regione

Emilia-Romagna, attraverso il progetto PiPER, ha messo a punto un sistema che consente

la federazione delle informazioni infrastrutturali e la definizione di uno standard comune

di rappresentazione di tutti i dati disponibili attualmente, e di quelli che lo saranno in

futuro. Tutto ciò anche grazie all'uso delle applicazioni cloud computing che garantiranno

un incremento graduale dei dati con modalità in grado di gestire la loro complessità ed

eterogeneità.

Alla base del progetto ci sono i principi e le logiche del riuso, dell'interoperabilità

applicativa e della massima condivisione e omogeneizzazione d'accesso e di trattamento

dei dati forniti. Pertanto con il Catasto federato è possibile ottenere una riduzione dei

costi di realizzazione di opere civili per lo sviluppo delle nuove infrastrutture tecnologiche,

in particolar modo delle reti a banda ultra larga.

La piattaforma del Catasto federato è attualmente in funzione per i due Comuni pilota di

Reggio-Emilia e Cervia.

Il database delle infrastrutture sarà successivamente integrato con un Cruscotto

Territoriale contenente informazioni geometriche georeferenziate che rappresenterà il

punto di accesso per cittadini ed imprese sullo stato di ogni territorio, relativamente a

vincoli previsti da varie norme, regolamenti e deliberazioni, rispetto alle infrastrutture che

lo popolano.

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2.5. I piani degli operatori di telecomunicazioni

Con lo scopo di individuare e definire correttamente le aree di intervento del Piano

Nazionale Banda Larga, Infratel Italia collabora con gli operatori di telecomunicazione e

con le Amministrazioni locali per integrare le iniziative autonome degli operatori con

quelle a regia pubblica.

A tal fine, a partire dal 2010, Infratel Italia ha avviato delle procedure di consultazione

pubblica degli operatori di telecomunicazioni, allo scopo di realizzare una mappatura

delle aree in digital divide del territorio nazionale, verificando se nelle aree candidate ad

essere incluse nel proprio piano di intervento non siano già offerti, dagli operatori di

telecomunicazioni, servizi di connettività con velocità minima di almeno 2 Mbps.

In particolare, tali indagini hanno l’obiettivo di individuare le aree del territorio in cui le

infrastrutture a banda larga sono inesistenti e non si prevede verranno sviluppate nel

medio termine, per cui si rende necessario un intervento pubblico al fine di raggiungere

con servizi di connettività a banda larga la popolazione e le imprese lì residenti. Inoltre le

indagini si pongono l’obiettivo di verificare l’eventuale interesse degli operatori a

prendere in affitto le infrastrutture di telecomunicazioni pubbliche realizzate (fibra ottica,

cavidotti o spazi per apparati wireless e antenne) al fine di sviluppare un’offerta di servizi

a larga banda ai propri utenti (attuali e potenziali).

L’ultima consultazione pubblica realizzata da Infratel Italia per conto del Ministero dello

Sviluppo Economico, conclusa a fine 2012, ha riguardato oltre 5.000 comuni italiani che,

secondo i dati del MISE, a giugno 2012 presentavano località prive di copertura

broadband ad almeno 2 Mbps. Nella sola provincia di Reggio Emilia sono state consultate

186 località.

La tabella seguente riporta il numero di località (112) della provincia di Reggio Emilia,

raggruppate per comune, sulle quali gli operatori non hanno manifestato intenzione o

interesse ad intervenire con piani autonomi. Su tali aree, Infratel prevede di intervenire

attraverso strumenti di incentivazione finanziaria agli operatori per la copertura con

servizi a banda larga (modalità di intervento B del Piano Nazionale Banda Larga).

Tra le rimanenti aree (74), se si escludono quelle per le quali gli operatori hanno

dichiarato la presenza nei propri piani di copertura, rimangono quelle con caratteristiche

geomorfologiche difficili e con bassa densità di popolazione, che potranno essere

raggiunte con interventi di sostegno diretto agli utenti per l’acquisto di terminali (ad

esempio parabole e ricevitori satellitari).

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Luglio 2013

INFRASTRUTTURE A BANDA LARGA E ULTRA LARGA SUL TERRITORIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

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Tabella 17 – Risultati consultazione 2012 MISE in provincia di Reggio-Emilia

Comune Località oggetto di

interventi “Tipologia B”

Campagnola Emilia 1

Canossa 16

Carpineti 13

Casalgrande 3

Casina 2

Castellarano 3

Castelnovo di Sotto 1

Castelnovo ne' Monti 6

Collagna 1

Correggio 6

Gattatico 1

Guastalla 1

Ligonchio 7

Luzzara 1

Quattro Castella 1

Ramiseto 16

Reggio Emilia 5

Reggiolo 2

Rubiera 1

San Polo d'Enza 1

Sant'Ilario d'Enza 2

Scandiano 4

Toano 1

Viano 11

Villa Minozzo 6

TOTALE 112

Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico, 2012

Per quanto riguarda i piani degli operatori per lo sviluppo delle reti di nuova generazione,

analogamente ai piani per la copertura a banda larga di base, secondo la consultazione

pubblica realizzata dal Dipartimento per le Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo

Economico sulla copertura attuale e prevista con reti di nuova generazione, relativamente

al triennio 2013-2015, in Italia risultano 378 comuni classificati come neri/grigi4 in base al

numero di operatori che hanno realizzato o pianificato interventi nel periodo 2012-2015.

4 In coerenza con gli “Orientamenti comunitari relativi all’applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato in

relazione allo sviluppo rapido di reti a banda larga” sono definite:

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In particolare, i comuni classificati come neri/grigi, ovvero per i quali almeno un

operatore ha dichiarato interesse a intervenire, presenti in Emilia-Romagna sono 20. Tra

questi, in provincia di Reggio Emilia, due risultano oggetto dei piani ultra broadband di

almeno un operatore, come riportato nella tabella seguente.

Tabella 18 – Risultati consultazione NGN 2012 MISE in provincia di Reggio Emilia

Provincia Comune

Reggio nell'Emilia Reggio nell'Emilia

Reggio nell'Emilia Rubiera

Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico, 2013

In definitiva, al 2015 si prevede che circa 839.000 unità immobiliari in Emilia-Romagna

saranno collegate in fibra ottica dagli operatori di telecomunicazione, pari al 40% del

totale delle unità immobiliari della regione.

Aree bianche NGN: aree ove i servizi a banda larga (con velocità di almeno 30 Mbps) non sono presenti e non

ne è prevista l’introduzione da parte di investitori privati nei successivi tre anni. In tali aree è auspicabile

l’intervento pubblico che ne incentivi la realizzazione.

Aree grigie NGN: aree ove i servizi a banda larga (con velocità di almeno 30 Mbps) sono offerti da un solo

operatore. In tali aree non vi sarà l’intervento pubblico in Italia, sebbene sia possibile ai sensi degli

orientamenti comunitari, prevederne in futuro l’eventuale attuazione.

Aree nere NGN: aree ove i servizi a banda larga (con velocità di almeno 30 Mbps) sono offerti da almeno due

operatori. In queste aree l’intervento pubblico non è necessario e non è ammesso.

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INFRASTRUTTURE A BANDA LARGA E ULTRA LARGA SUL TERRITORIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

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3. LINEE GUIDA PER LA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

Il presente capitolo sintetizza innanzi tutto le evidenze relative al contesto della provincia

di Reggio Emilia dal punto di vista:

Dello stato del digital divide sul territorio provinciale;

Dei soggetti di riferimento per lo sviluppo di progetti di infrastrutturazione.

Dato questo quadro di riferimento, nei successivi paragrafi vengono quindi sviluppate le

possibili ipotesi di intervento a disposizione della Camera di Commercio e le tipologie di

intervento infrastrutturale per la realizzazione delle reti a banda ultra larga.

3.1. Il contesto della provincia di Reggio Emilia

3.1.1. Stato del digital divide

Il territorio della provincia di Reggio Emilia presenta una copertura a banda larga (almeno

2 Mbps) pari al 95% delle unità locali, poco al di sotto della media regionale e nazionale

(96%). Rimangono quindi completamente escluse dalla banda larga il 5% delle unità locali.

Approfondendo rispetto alle diverse tecnologie, la copertura ADSL è pari al 90% delle

unità locali delle imprese, mentre la copertura solo mobile/wireless è stimata pari al 5%.

La copertura a velocità più elevate (20 Mbps, ADSL2+) è pari invece al 68% delle unità

locali, contro una media regionale del 76% e nazionale del 71%, rimanendo così escluso

dalle più elevate prestazioni il 32% delle unità locali.

Tabella 19 – Livelli di copertura broadband (% Unità locali)

Livelli di copertura broadband % Unità locali

Copertura 2 Mbps 95%

Copertura ADSL (inclusa ADSL2+) 90%

di cui ADSL2+ 68%

Copertura solo Wireless 5%

Non coperto 5%

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

Le prestazioni effettive, riferite sia al fisso che al wireless, mostrano peraltro una

situazione ancora peggiore: solo il 45% delle unità locali ha a disposizione 7 Mbps

effettivi, e solo il 16% i 20 Mbps effettivi.

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Tabella 20 – Prestazioni effettive (% Unità locali)

Prestazioni effettive % Unità locali

Fino a 1 Mbps 95%

Fino a 2 Mbps 90%

Fino a 7 Mbps 45%

Fino a 20 Mbps 16%

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

Le situazioni maggiormente critiche nelle aree produttive sono quelle relative al distretto

della Meccanica di Gualtieri (che ha una copertura ADSL2+ assai inferiore alla media) e,

nel capoluogo, le Zone Industriali di Rivalta, Cadè, Mancasale, Buco del Signore, via

Eduardo Jenner, Ghiardo, Gravassa, Orologia, Puianello Forche, Bosco Pratissolo, Villa

Argine e Corte Tegge che, pur risultando coperte da ADSL2+, hanno prestazioni effettive

inferiori ai 3 Mbps.

Nei comuni del terremoto del maggio 2012, invece, la situazione è più critica per le ZI

Santa Giulia-Ponte Vettigano a Campagnola Emilia, la ZI Villaggio Industriale a Correggio,

la ZI Fabbrico-Rolo a Fabbrico, la ZI Motta a Novellara e le ZI Ranaro e ZI Rame a Reggiolo.

3.1.2. Referenti per lo sviluppo di progetti di infrastrutturazione

Il quadro degli interlocutori, pubblici e privati, per lo sviluppo di una strategia di sviluppo

della banda larga e ultra larga sul territorio della provincia di Reggio Emilia è molto

articolato, ed è stato presentato nel dettaglio nel capitolo 2.

In estrema sintesi, i referenti principali riportano a:

La Regione Emilia-Romagna, che è da tempo molto attiva sul tema

informatizzazione, infrastrutturazione e sviluppo della banda larga. Il riferimento

principale è il “PiTER”, ovvero il Piano Telematico dell’Emilia-Romagna, lanciato

nel 1999 e che ha portato alla costituzione di Lepida nel 2003. Per il triennio 2011-

2013, il PiTER prevede a livello infrastrutturale:

o L’iniziativa Net4All, il cui obiettivo è l’abbattimento del Digital Divide per

cittadini e imprese, con estensione della banda larga in alcuni distretti

industriali con accordi di partnership pubblico-privati che coinvolgono

(oltre alla Regione Emilia-Romagna e Lepida) enti locali, associazioni di

categoria e operatori di telecomunicazioni interessati ad acquisire

infrastrutture pubbliche di rete;

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o L’iniziativa UltraNet, il cui obiettivo è la diffusione sul territorio

regionale delle reti di comunicazione a banda ultra-larga.

Lepida, che è la società regionale dell’Emilia-Romagna che si occupa di

pianificazione, sviluppo e gestione delle infrastrutture di telecomunicazione degli

Enti collegati alla rete regionale. Lepida dispone di un’infrastruttura in fibra ottica

che comprende 2.500 km di dorsali geografiche in fibra ottica, per un totale di

oltre 2.500 punti di accesso a livello metropolitano (MAN);

Operatori di telecomunicazioni emanazione delle (o collegate alle) aziende

municipalizzate e/o a enti pubblici locali: nella provincia di Reggio Emilia si tratta

in particolare di BT Enìa;

Gli operatori di telecomunicazioni nazionali: Telecom Italia, Fastweb, Vodafone,

BT Italia, Wind/Infostrada etc.;

Infratel, l’operatore del Ministero dello Sviluppo Economico, che è il soggetto

attuatore dei piani governativi di stesura della fibra ottica;

Operatori specializzati in servizi wireless, tra cui:

o ARIA;

o Skylogic/Open Sky.

Tra questi soggetti sono stati siglati numerosi accordi, o sono state avviate consultazioni,

per lo sviluppo delle infrastrutture a banda larga e ultra larga:

L’accordo tra Regione Emilia-Romagna, Lepida SpA e Telecom Italia;

L’accordo tra Regione Emilia-Romagna, Lepida SpA, NGI e BT Enìa per servizi su

tecnologia HiperLAN;

L’accordo con ARIA per servizi su tecnologia WiMAX;

L’accordo tra Regione, Lepida e Vodafone, per servizi a banda larga su reti mobili;

Il protocollo d’intesa di Lepida con Skylogic/Open Sky per servizi su tecnologia

satellitare;

Altri accordi che Lepida SpA sta firmando con diversi operatori per la diffusione di

servizi a banda larga con l'impiego di tecnologie per l'accesso di tipo wireless

(WiMAX o HiperLAN).

Inoltre le iniziative per lo sviluppo di Agende Digitali cittadine (o progetti di “Smart City”)

rappresentano un’opportunità molto importante di collaborazione tra la Camera di

Commercio e gli enti promotori di tali iniziative (solitamente il Comune).

Questi progetti, infatti, comportano sempre ricadute sulle infrastrutture di rete a banda

larga e ultra larga disponibili sul territorio, come conseguenza dello sviluppo di un

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bouquet più o meno ampio di servizi telematici innovativi da parte di un ventaglio

articolato di soggetti in ambiti quali infomobilità, sanità elettronica, turismo online, servizi

al cittadino e alle imprese, evoluzione verso piattaforme di cloud computing per

l’efficientamento delle risorse informatiche degli stakeholder, progetti di open data etc.

Essere parte del processo di definizione dell’Agenda Digitale (o almeno essere a

conoscenza di tali progetti) è quindi un passo indispensabile per la Camera di Commercio

per sfruttare importanti sinergie nello sviluppo infrastrutturale a banda larga e ultra larga

del territorio.

3.2. Le opzioni di azione per la Camera di Commercio

Le possibili azioni che la Camera di Commercio può mettere in campo per lo sviluppo della

banda larga e ultra larga variano in funzione del livello di coinvolgimento che la Camera

intende avere all’interno del processo che deve portare alla realizzazione delle opere di

infrastrutturazione.

In linea generale, si possono identificare una linea di azione propedeutica e quattro

opzioni di linee di azione strategica, che prevedono interventi dal lato della domanda o

dell’offerta. Tali opzioni possono essere alternative o anche sinergiche a seconda dei casi,

rispetto al conseguimento dell’obiettivo strategico di innesco di un circolo virtuoso nel

processo di infrastrutturazione avanzata, nonché di sviluppo dell’imprenditorialità digitale

e incentivazione della domanda di servizi innovativi in rete.

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Tabella 21 – Opzioni di azione per la Camera di Commercio

Azione propedeutica

1. Diventare interlocutore dei vari attori sul proprio territorio anche sul tema delle reti di nuova generazione

Opzioni di azione strategica

Azioni sulla domanda Azioni sull’offerta

2. Sensibilizzare le imprese ai vantaggi dell’economia digitale

3. Stimolare gli investimenti degli operatori di telecomunicazioni nelle aree produttive del proprio territorio

4. Indirizzare gli investimenti pubblici locali nelle aree produttive del proprio territorio

5. Intervenire direttamente nell’infrastrutturazione del territorio, valutandone attentamente la fattibilità

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

Nel prosieguo sono descritte nel dettaglio le possibili azioni, contestualizzandole rispetto

alla situazione del territorio di Reggio Emilia.

3.2.1. Diventare interlocutore sulle reti di nuova generazione

Lo sviluppo delle reti di nuova generazione verrà indirizzato da alcuni soggetti guida:

Da un lato il sistema degli operatori di telecomunicazione;

Dall’altro, le istituzioni di governo territoriale responsabili della programmazione e

in particolare le Regioni. Anche soggetti nazionali (come il Governo, la Cassa

Depositi e Prestiti, gli investitori finanziari) e gli altri enti locali saranno coinvolti in

diversa misura, a seconda delle strategie in atto e dei diversi contesti territoriali.

Si tratta quindi di avviare un percorso di sensibilizzazione e di condivisione, all’interno dei

vertici camerali locali, di un know-how comune di conoscenze in materia di reti di

comunicazione a banda larga e ultra larga, nonché riguardo alle determinanti che guidano

i processi di cambiamento, con particolare attenzione al potenziale impatto sulle attività

delle imprese e lo sviluppo economico.

La prima linea d’azione della Camera di Commercio si pone l’obiettivo di avere la

disponibilità, la volontà e gli strumenti per dialogare con i principali attori del processo

di infrastrutturazione e di intervenire in modo proattivo nel processo di concertazione

sotteso alla realizzazione di infrastrutture innovative sul territorio.

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Il presente rapporto di analisi delle infrastrutture a banda larga e ultra larga sulla

provincia di Reggio Emilia, messo a punto nell’ambito delle attività del progetto, è la base

su cui costruire questi strumenti conoscitivi-operativi.

3.2.2. Sensibilizzare le imprese ai vantaggi dell’economia digitale

Il primo ruolo che la Camera di Commercio può svolgere è rivolto alla domanda, e cioè ad

incrementare l’inclusione digitale delle imprese, diffondendo la cultura delle opportunità

derivanti dall’applicazione delle tecnologie digitali.

Siccome gli operatori concentreranno inevitabilmente la loro offerta nelle aree a

maggiore densità e potenziale di mercato, l’attrattività dei diversi territori dipenderà

anche (e soprattutto) dalla natura della domanda, sia pubblica che privata, in termini di

interesse per l’utilizzo dei servizi che verranno progressivamente abilitati dalle diverse

generazioni di banda larga.

Il ruolo che il sistema camerale può svolgere sulle imprese, nel diffondere la cultura delle

opportunità derivanti dall’applicazione delle tecnologie digitali, è di particolare rilevanza.

La seconda linea di azione ha di conseguenza come obiettivo strategico quello di

stimolare nelle imprese l’utilizzo della banda larga, valorizzandone le diverse funzioni

d’uso in termini di abilitazione di diverse possibili tipologie di servizi.

Lo stimolo all’utilizzo dei servizi in rete abilitati dalla banda larga e ultra larga potrà essere

agevolato dalla messa a punto ed erogazione nelle Camere di Commercio di moduli

informativi specifici sulle tematiche in oggetto e destinato agli imprenditori della

provincia. Nell’ultimo paragrafo verranno dettagliati i possibili contenuti di questa attività

informativa che la Camera di Commercio di Reggio Emilia potrà sviluppare.

Qui basta ricordare che i moduli informativi devono essere incentrati sull’effetto

abilitante della banda larga e ultra larga per lo sviluppo delle comunicazioni in rete e la

diffusione di nuove modalità di promozione e sviluppo delle vendite.

I moduli informativi devono avere un taglio prevalentemente divulgativo e orientato alla

presentazione di esperienze concrete di avvio di un processo di innovazione basato sulle

nuove tecnologie e non tanto sulle specifiche tecnologiche dei diversi possibili servizi.

I destinatari dell’attività di sensibilizzazione dovrebbero essere in primo luogo

l’imprenditore, ed in aggiunta gli intermediari qualificati che interagiscono per lui con il

mondo esterno. Per questo motivo, l’accento deve essere posto non sulla tecnologia, ma

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sul concreto utilizzo di determinati servizi, con un forte accento sulla facilità d’uso e la

gestione dell’impatto sul modello organizzativo prevalente in azienda.

3.2.3. Stimolare gli investimenti degli operatori di telecomunicazioni

Gli investimenti nelle reti di nuova generazione seguono una logica “market-driven”,

privilegiando le aree a maggiore potenziale di mercato. I piani degli operatori di

telecomunicazioni prevedono al momento la concentrazione degli investimenti nelle città

di maggiore dimensione, in termini di popolazione residente, a partire dalle aree a più alta

densità abitativa, dove a parità di investimento viene raggiunto un più elevato numero di

clienti potenziali.

Le imprese peraltro rappresentano un mercato di grande interesse potenziale per gli

operatori di telecomunicazioni, ma le PMI sono anche un mercato molto difficile da

raggiungere per la sua frammentazione e articolazione (per dimensione, per settore, per

tipologia di ragione sociale, etc.). Gli operatori tendono pertanto a concentrarsi sulle

imprese di maggiore dimensione.

Un altro ambito di potenziale interesse per gli operatori di telecomunicazioni sono i

distretti industriali e le aree produttive, dove sono concentrate le imprese. Gli

investimenti infrastrutturali nei confronti delle aree produttive vengono però effettuati

solo in presenza di condizioni favorevoli, come un elevato numero di imprese, la presenza

di aziende leader che esprimono una domanda innovativa e “impongono” l’adozione delle

tecnologie digitali all’indotto presente sul territorio, o semplicemente la vicinanza alle

proprie reti di backbone, limitando così l’investimento necessario per raggiungere le aree

in oggetto.

Molto spesso gli operatori però non hanno una conoscenza approfondita di tutte le aree

produttive e delle loro caratteristiche.

La Camera di Commercio di Reggio Emilia, per la sua conoscenza del territorio e delle

esigenze delle imprese, ed il suo naturale ruolo di protagonista dello sviluppo territoriale,

può portare in evidenza le situazioni favorevoli, stimolando l’emergere di una domanda

potenziale e valorizzandola agli occhi degli operatori.

La terza linea di azione è quindi quella di analizzare il proprio territorio e condividere

con gli operatori queste analisi, evidenziando le aree produttive maggiormente dense di

imprese, sensibilizzandole circa i vantaggi del digitale, facendo leva sulla presenza di

imprese leader che siano in grado di trainare la domanda.

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In questo caso, la Camera di Commercio può svolgere il ruolo di facilitatore, ad esempio in

sinergia con la precedente linea di azione strategica, vale a dire la sensibilizzazione delle

imprese ai vantaggi dell’economia digitale.

Per quanto riguarda le modalità di interazione con gli operatori, si sottolinea che le analisi

contenute in questo Rapporto provinciale possono rappresentare una solida base di

partenza per la discussione. Un’analisi così puntuale del territorio della provincia di

Reggio Emilia è infatti difficilmente già a disposizione degli operatori, che in genere non

hanno né la conoscenza “granulare” del territorio, né le risorse ed il tempo di effettuare

analisi approfondite per colmare tale gap di conoscenza. Di conseguenza proporre tali

analisi agli operatori potrebbe fornire loro motivazioni per avviare degli investimenti nelle

aree proposte, o comunque supportarne le decisioni.

Allo stato attuale, per quanto riguarda la banda ultra larga, solo le città di Reggio Emilia e

Rubiera possono essere considerate oggetto di interesse da parte degli operatori di

telecomunicazioni, secondo i risultati della consultazione del Ministero dello Sviluppo

Economico sui piani privati di sviluppo NGN.

Se questa è la situazione, l’upgrade o la realizzazione delle infrastrutture a banda ultra

larga delle aree industriali può essere oggetto di discussione con gli operatori di

telecomunicazioni, al fine di comprendere se e quando tali aree saranno infrastrutturate.

Lo stesso tipo di interazione con gli operatori può essere svolta per risolvere i problemi

residuali di copertura a banda larga ancora esistenti nelle aree produttive, come

evidenziato in precedenza.

Oltre a Telecom Italia e F2i-Metroweb, che hanno definito piani autonomi NGN, tra gli

altri interlocutori di riferimento figurano i seguenti operatori, in riferimento al territorio

provinciale:

Acantho, operatore locale presente nel territorio provinciale che offre anche

servizi in fibra ottica alle aziende e che ha avviato, in alcuni contesti, dei progetti di

cablaggio di aree industriali, a volte parziali, e che quindi potrebbe essere un

interlocutore per le azioni della Camera di Commercio;

Fastweb, che ha già realizzato in Emilia-Romagna interventi mirati sul territorio

per il cablaggio di aree industriali (ad esempio a Castel Maggiore nel bolognese);

Per quanto riguarda il completamento delle coperture a banda larga, vanno

considerati anche i fornitori di servizi wireless a banda larga (WISP), come

Skylogic/Open Sky per servizi satellitari e ARIA per servizi WiMAX.

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INFRASTRUTTURE A BANDA LARGA E ULTRA LARGA SUL TERRITORIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

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Per quanto riguarda in particolare il satellite, va ricordato il Protocollo d’intesa che

Unioncamere e Eutelsat hanno siglato a inizio 2013, rivolto in particolare alle piccole e

micro aziende italiane ubicate in zone remote ed ancora in digital divide.

Occorre inoltre tenere in considerazione i piani di sviluppo della rete mobile di nuova

generazione LTE, che nei prossimi anni coprirà progressivamente gran parte del territorio

nazionale, secondo i piani presentati dagli operatori licenziatari (Telecom Italia, Vodafone,

Wind e H3G). Anche tali operatori sono ovviamente interessati alle aree produttive, e

quindi potrebbero essere coinvolti nelle azioni di attrazione degli operatori sul territorio

esercitate dalle Camere di Commercio.

Il contatto deve essere avviato dalla Camera di Commercio al fine di verificare l’interesse

degli operatori ad investire nelle aree industriali più critiche dal punto di vista della

copertura dei servizi broadband e ultra broadband. In questa interazione la Camera di

Commercio dovrebbe essere affiancata da competenze specifiche in grado di dialogare

con gli operatori di telecomunicazioni e recepirne le osservazioni, le proposte e le

richieste di chiarimenti.

Questo ruolo di sensibilizzazione degli operatori può essere svolto anche in sinergia con i

Comuni interessati allo sviluppo del proprio territorio, che devono facilitare le attività di

scavo semplificandone gli adempimenti burocratici.

Fastweb ha stipulato delle convenzioni con i Comuni di Castel Maggiore (Bologna)

e di Limena (Padova) che prevedono la cablatura delle aree industriali del comune

per offrire servizi a banda ultra larga (oltre 100 Mbps) alle aziende. Il Comune ha

facilitato le attività di scavo e promosso l’accordo, in modo che le aziende locali

conoscessero questa opportunità.

Il ruolo della Camera di Commercio non si esaurisce però con l’interlocuzione con gli

operatori di telecomunicazioni. Per aumentare le probabilità che le richieste di intervento

sul territorio si traducano in progetti concreti e stimolare gli investimento degli operatori

di telecomunicazioni, è necessario che la Camera di Commercio promuova anche

iniziative che favoriscano:

Da un lato, l’infrastrutturazione, sensibilizzando i Comuni e gli altri Enti Locali, per

ridurre al minimo oneri di scavo e di ripristino, che si traducono in minori costi di

realizzazione (e quindi, maggiore disponibilità ad investire), e per ridurre anche i

tempi di realizzazione delle opere, velocizzando al massimo gli adempimenti

burocratici;

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INFRASTRUTTURE A BANDA LARGA E ULTRA LARGA SUL TERRITORIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

72

Dall’altro, l’aggregazione della domanda (raccolta di pre-adesioni, etc.), in

particolare quando c’è una forte spinta da parte delle imprese.

Inoltre, occorre ricordare che nel caso di nuovi insediamenti produttivi la fibra ottica deve

essere considerata come una infrastruttura necessaria, tanto più che l’investimento

richiesto può essere considerato marginale rispetto alla realizzazione ex-novo di tutte le

infrastrutture a rete (acqua, fognature, gas, elettricità, etc.).

Analoga attenzione andrà riposta nel caso di rifacimenti o interventi sulle altre

infrastrutture di rete (strade, illuminazione pubblica, elettricità, fognature, gas).

Operando in sinergia con altri operatori del sottosuolo, si producono risparmi nei costi di

scavo, abbassando gli investimenti necessari e rendendo l’area maggiormente attrattiva

per gli operatori di telecomunicazioni.

Ad esempio, in occasione del rifacimento degli impianti idrici degli stabilimenti

balneari di Cervia da parte di Hera, l’operatore Acantho ha posato la fibra ottica,

attivando poi collegamenti in fibra a un centinaio di stabilimenti, anche per

l’erogazione del servizio wireless ai clienti. Il progetto è stato condotto in accordo

con l’associazione di categoria, la Cooperativa Bagnini di Cervia, con funzioni di

stimolo e aggregazione della domanda.

3.2.4. Indirizzare gli investimenti pubblici locali nelle aree produttive

Negli ultimi anni il tema delle reti a banda larga e del digital divide è stato affrontato

anche attraverso l’attivazione di politiche pubbliche in grado di stimolare gli operatori a

coprire anche aree non redditizie (dette appunto aree “a fallimento di mercato”, dove i

finanziamenti pubblici alle imprese sono compatibili con la normativa sugli aiuti di Stato).

Sono state soprattutto le Regioni, spesso sotto la regia del Governo nazionale, ad attivare

gli interventi più rilevanti. In qualche caso tali interventi hanno riguardato distretti

industriali e aree produttive.

La necessità di politiche pubbliche si sta ponendo anche per le reti di nuova generazione,

anche se in modo più focalizzato, riguardando ad oggi principalmente il Sud e qualche

Regione del Centro-Nord che ha messo la banda ultra larga tra le proprie priorità di

governo.

Molto spesso le istanze nascono dal territorio, che lamenta assenza di copertura o

insufficienza del livello di banda fornito.

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INFRASTRUTTURE A BANDA LARGA E ULTRA LARGA SUL TERRITORIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

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La quarta linea di azione riguarda la possibilità per le Camere di Commercio di

indirizzare gli investimenti pubblici verso le aree produttive.

Questa azione richiede innanzitutto un ruolo proattivo nel processo di concertazione (in

quanto non sempre le Camere di Commercio sono tra gli interlocutori di questo

processo). Il sistema camerale deve proporsi ai diversi attori (Regione ed enti locali

soprattutto) attraverso una propria visione e delle chiare priorità, in modo da indirizzare

le scelte.

Indirizzare le scelte non significa peraltro intervenire nella scelta di un meccanismo di

finanziamento o addirittura di una tecnologia di realizzazione delle reti (tali scelte vanno

lasciate al mercato o alla concertazione tra gli attori reali – cioè chi finanzia, chi realizza le

reti e chi eroga il servizio), bensì influire sulle priorità in termini di:

Aree territoriali su cui intervenire;

Tempi di realizzazione (e quindi priorità temporali nei piani realizzativi).

Si tratta di evitare innanzitutto che le zone industriali passino in secondo piano o vengano

addirittura dimenticate dal processo di infrastrutturazione, ma che vengano anzi

adeguatamente considerate nei piani di sviluppo infrastrutturale.

A tal fine occorre che le singole Camere di Commercio abbiano tutte le informazioni

necessarie per esercitare questo ruolo di indirizzamento, a partire dalle informazioni

contenute nel rapporto di analisi provinciale.

Nello specifico del territorio di Reggio Emilia, assume particolare rilevanza il Piano

regionale, che prevede specifiche azioni progettuali per la banda larga (Net4All) e ultra

larga (UltraNet), portate avanti dalla società regionale Lepida.

In particolare il progetto UltraNet prevede interventi anche nei distretti industriali, di cui

però non sono ancora definiti i dettagli (cioè quali sono i distretti su cui ha intenzione di

intervenire ed in quali tempi).

È auspicabile quindi aprire una interlocuzione con la Regione (o con Lepida) per conoscere

nei dettagli i piani di intervento e sostenere le ragioni di infrastrutturazione dei distretti e

delle aree industriali, anche sulla base delle analisi qui fornite.

L’interlocuzione può essere aperta anche in virtù del Protocollo di Intesa stipulato il 10

maggio 2012 tra Unioncamere Emilia-Romagna e Lepida, con l’obiettivo di condividere

dati sulle infrastrutture TLC, individuare le priorità di intervento e i modelli percorribili.

anche in ottica di partnership pubblico privato.

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INFRASTRUTTURE A BANDA LARGA E ULTRA LARGA SUL TERRITORIO DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI REGGIO EMILIA

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In particolare, per quello che riguarda le aree ancora non coperte dalla banda larga, con

particolare riferimento alle aree produttive della provincia di Reggio Emilia, occorre che la

Camera di Commercio faccia presente i problemi di copertura che ancora sussistono, e si

preoccupi che vi si ponga rimedio attraverso il piano programmato degli interventi.

Per quanto riguarda la banda ultra larga, la Camera di Commercio deve evidenziare la

situazione relativa alle aree produttive ritenute prioritarie, chiedere che esse vengano

ricomprese nei piani, e che in fase esecutiva venga data la massima priorità temporale,

evitando che le esigenze delle imprese vengano messe in coda rispetto a quelle dei

cittadini.

La Regione Emilia-Romagna ha costituito alcuni meccanismi di coinvolgimento dei

soggetti locali interessati allo sviluppo della banda larga e ultra larga:

Il Club degli stakeholders di Lepida: è un organismo consultivo regionale

permanente, gestito da Lepida, con l’obiettivo di coordinare le aziende che

intendono sperimentare servizi innovativi sulla rete Lepida;

Il Tavolo NGN, con l’obiettivo di concertare strategie e modelli di intervento.

La Camera di Commercio di Reggio Emilia deve prendere in considerazione di partecipare

in particolare al Tavolo NGN, in proprio o attraverso Unioncamere regionale, e portare le

istanze in termini di esigenze di banda ultra larga da parte delle imprese, oltre che la

propria eventuale disponibilità ad avviare azioni di infrastrutturazione diretta (si veda il

paragrafo seguente).

3.2.5. Intervenire direttamente nell’infrastrutturazione del territorio

Il ruolo maggiormente attivo che il sistema camerale può giocare è nell’intervenire

direttamente a favore dell’infrastrutturazione a banda ultra larga del territorio. Ciò può

avvenire, in particolare, nelle aree dove gli operatori di telecomunicazione non risultano

interessati a realizzare nuove infrastrutture (o perlomeno non ritengono tali aree

prioritarie nel breve e medio periodo), ma dove le condizioni della domanda da un lato, e

dell’infrastrutturazione di base dall’altro, possono consentire di attivare meccanismi

virtuosi di intervento, che possono garantire una più rapida infrastrutturazione del

territorio, da parte di soggetti privati e/o istituzioni, nella logica della partnership

pubblico-privata.

Tali interventi possono riguardare più facilmente specifiche località a forte vocazione

produttiva (ad esempio zone industriali), ma anche aree più ampie.

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Al fine di garantire il rispetto dei principi regolatori del settore delle comunicazioni

elettroniche tali interventi dovranno comunque garantire la piena neutralità tecnologica

delle soluzioni utilizzabili, nonché l’accesso equo e non discriminatorio alle infrastrutture,

per garantire un contesto di mercato pienamente concorrenziale.

La quinta linea di azione ha di conseguenza come obiettivo quello di avviare un

processo di verifica delle condizioni per l’eventuale realizzazione di progetti in logica ad

esempio di partnership pubblico-privata, in grado di accelerare la realizzazione delle

opere infrastrutturali, garantendo comunque un’adeguata remunerazione degli

investimenti privati.

Si tratterà, per la Camera di Commercio, di effettuare in particolare tutte quelle verifiche

tecniche (costi dell’infrastruttura), di mercato (interesse degli operatori a prendere in

affitto l’infrastruttura per erogare i servizi), di area geografica (individuazione delle aree

territoriali specifiche di intervento), ed anche di condizioni legali, regolamentari e

finanziarie, utili per definire la cornice di attuazione dei progetti.

Solo sulla base di una fattibilità concreta, sarà possibile per la Camera di Commercio

sviluppare iniziative in tal senso.

3.3. Il processo di infrastrutturazione a banda larga e ultra larga del territorio

Quale che sia il ruolo che la Camera di Commercio intende svolgere, l’attività di

infrastrutturazione deve essere condotta seguendo un processo che se da una parte

consente di colmare il gap infrastrutturale che ancora penalizza alcune aree industriali

della provincia, dall’altra garantisca la sostenibilità economica dell’iniziativa e quindi la

fattibilità della stessa.

Nello svolgimento di questa attività, la Camera di Commercio può avere da

Uniontrasporti/Unioncamere il supporto che ritenga necessario, a completamento delle

competenze necessarie e/o per la gestione dei rapporti con gli stakeholder/operatori di

telecomunicazioni.

In generale, il processo da seguire per la definizione e la realizzazione dell’attività di

infrastrutturazione può essere sintetizzato nei seguenti passi:

1. Individuazione delle aree industriali sulle quali far convergere le attività di

infrastrutturazione;

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2. Individuazione e sensibilizzazione degli stakeholder locali da coinvolgere nel

progetto e primo contatto con gli operatori di telecomunicazioni;

3. Valutazione dell’esistenza o meno di piani pubblici e/o degli operatori privati per

l’infrastrutturazione del territorio;

4. Analisi delle caratteristiche insediative delle aree selezionate;

5. Redazione del progetto tecnologico di massima;

6. Redazione del business plan di massima dell’iniziativa;

7. Individuazione del modello di intervento più consono per il progetto che si vuole

realizzare;

8. Azioni di informazione rivolte alle aziende presenti nel territorio, anche al fine di

sensibilizzare la domanda potenziale e rilevare la disponibilità ad acquistare i

servizi broadband che saranno disponibili nel caso di realizzazione del progetto;

9. Definizione dell’impegno che la Camera di Commercio vuole assumere

nell’iniziativa;

10. Definizione tecnico-amministrativa del modello (creazione società, definizione

bandi, etc.).

Il punto di partenza del processo consiste in una prima ricognizione delle aree industriali

potenzialmente interessate dal progetto di cablaggio, selezionate a partire dalle

indicazioni contenute in questo studio, al fine di restringere il campo delle opzioni da

sottoporre a stakeholder ed operatori per ottenere il loro coinvolgimento nell’iniziativa.

La prima selezione delle aree industriali “cablabili” verrà successivamente affinata e

integrata attraverso il proseguimento del processo di sviluppo del progetto, al fine di

giungere a un numero limitato di zone industriali sulle quali sviluppare i progetti di

fattibilità e i relativi business plan.

Contestualmente alle prime ipotesi sulle aree potenzialmente oggetto di

infrastrutturazione la Camera di Commercio deve individuare gli stakeholder locali da

sensibilizzare per un loro coinvolgimento (diretto o indiretto) nel progetto di

infrastrutturazione: gli enti locali (Comune, Provincia, Regione), le municipalizzate, le

associazioni di categoria etc. In questa fase si tratta di sensibilizzare questi interlocutori

sulla necessità di intervenire sulle aree industriali che presentano un deficit di copertura

broadband e/o ultra broadband come risulta dal presente studio.

Vanno inoltre attivati i primi contatti con gli operatori di telecomunicazioni al fine di

rilevare da una parte il loro interesse a valutare la possibilità di intervenire sul territorio

provinciale con opere di infrastrutturazione e dall’altra le condizioni alle quali tali

intervento può essere possibile (il numero minimo di aziende che devono aderire

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all’offerta di servizi a banda larga e ultra larga dell’operatore, eventuali facilitazioni nel

rapporto con gli enti locali che gestiscono il territorio, partecipazione agli investimenti,

etc.).

Il dialogo con questi interlocutori inoltre permette di affinare il processo di individuazione

puntuale delle aree industriali su cui intervenire. In parallelo può essere effettuata

un’indagine sul campo, coinvolgendo le imprese presenti sul territorio, al fine di

raccogliere ulteriori indicazioni sulle esigenze non soddisfatte per quanto riguarda la

disponibilità di servizi a banda larga, e quindi individuare puntualmente eventuali nicchie

di “scopertura” delle reti broadband che non siano state altrimenti evidenziate.

Una volta individuate l’area o le aree di interesse per il potenziale intervento, deve essere

svolta un’analisi puntuale delle caratteristiche insediative dal punto di vista della

numerosità/densità delle imprese presenti, le dimensioni medie di tali aziende, il settore

di attività. Vanno inoltre raccolte le informazioni relative alle infrastrutture riutilizzabili

nel progetto di cablaggio (ad esempio illuminazione pubblica), al fine di ridurre al

massimo l’investimento necessario.

Tali informazioni sono necessarie per passare alla fase operativa del progetto, ovvero alla

definizione del business plan, delle soluzioni tecnologiche più adeguate e degli

investimenti necessari per la copertura del territorio selezionato.

Una volta completato il progetto tecnologico e il relativo business plan, si dispone di tutti

gli elementi per definire la fattibilità dell’iniziativa, data dal combinato congiunto

dell’investimento richiesto, della domanda potenziale e delle verifiche effettuate sulla

presenza degli operatori (e sugli sviluppi previsti a medio termine) e sulla “willingness to

pay” delle aziende più interessanti presenti nell’area, dall’impegno che gli stakeholder

locali sono disponibili ad assumersi, a cominciare dalla Camera di Commercio.

Ciò permette inoltre di individuare il modello di intervento più adatto, in funzione delle

caratteristiche insediative, della presenza degli operatori di telecomunicazioni e della

domanda attesa delle aziende.

Una volta selezionata la forma migliore, verranno messe in atto tutte le attività tecnico-

amministrativo per la realizzazione concreta del progetto.

Al fine di aumentare le probabilità di successo del progetto (e quindi la sua fattibilità) è

necessario stimolare la domanda dei servizi ultra broadband che si renderanno disponibili

nelle aree selezionate per il progetto di infrastrutturazione: è infatti l’esistenza di una

domanda potenziale per tali servizi che giustifica l’impegno nelle opere infrastrutturali.

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A tal fine è molto importante che la Camera di Commercio metta in atto azioni di

sensibilizzazione della domanda sui benefici dell’utilizzo dei servizi a banda ultra larga.

Questa attività, oltre a creare conoscenza sul tema, rappresenta il presupposto per la

successiva commercializzazione del servizio ad opera degli operatori di telecomunicazioni

che parteciperanno in partnership all’iniziativa o che acquisteranno il diritto di utilizzo

delle infrastrutture passive realizzate dalla Camera di Commercio (e dai suoi eventuali

partner).

Di seguito sono descritte le modalità possibili per un intervento “pubblico” nella

realizzazione di un progetto di cablaggio a banda larga e ultra larga e i principali aspetti da

considerare per la “riuscita” di tale progetto.

3.3.1. I modelli di intervento pubblico per l’infrastrutturazione a banda larga e ultra larga

Le aree di intervento pubblico sono quelle dove gli operatori di telecomunicazione non

sono intenzionati a investire autonomamente, ma dove possono avere un potenziale

interesse e disponibilità ad acquisire la fibra ottica realizzata per erogare i propri servizi

NGN. Tali aree possono essere caratterizzate dai seguenti elementi:

Una dimensione minima di 300-400 aziende presenti (il numero varia anche in

funzione della concentrazione/dispersione territoriale);

La presenza di aziende leader di settore, che possano svolgere un ruolo di volano

nell’utilizzo della banda ultra larga, sia nell’indotto sia in termini di esempi da

imitare (success case per gli operatori);

La possibilità di ampliamento delle aree, in caso di nuove lottizzazioni; in questo

caso gli operatori sono maggiormente disponibili all’investimento, in quanto

possono prevedere un ampliamento del proprio mercato nel medio termine.

Per evidenziare i possibili modelli di infrastrutturazione, si farà riferimento a quelli definiti

dal Ministero dello Sviluppo Economico nell’ambito del Progetto Strategico per la Banda

Ultra Larga, in avvio sul territorio nazionale. Il Progetto evidenzia tre possibili modelli di

intervento pubblico per l’infrastrutturazione di reti di comunicazione a banda ultra larga:

A. Modalità diretta. Con questa modalità il “Pubblico” si fa carico totalmente degli

oneri per la realizzazione delle opere primarie di accesso (cavidotti e posa di cavi

in rete di accesso primaria e secondaria) e della connessione delle sedi della

Pubblica Amministrazione (scuole, strutture sanitarie, tribunali, etc.). La rete

rimarrà di proprietà pubblica e la sua gestione verrà demandata a un soggetto

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concessionario che si occuperà di cedere i diritti d’uso delle infrastrutture

realizzate agli operatori di telecomunicazioni che collegheranno i clienti finali

offrendo i servizi di connettività;

B. Partnership Pubblico Privata. Con la partnership diretta tra soggetto pubblico e

operatori è possibile ampliare il volume totale degli investimenti, attraverso

l’apporto dei privati, selezionati tramite gara pubblica, che co-investano per la

realizzazione delle infrastrutture di accesso, che restano comunque di proprietà

pubblica. Il ritorno economico per gli investitori privati, a cui il “Pubblico” assegna

la realizzazione e la gestione delle infrastrutture, consisterà nella possibilità di

utilizzare fin da subito le reti realizzate, senza il passaggio intermedio del

concessionario, evitando comunque posizioni monopolistiche che rallentino lo

sfruttamento competitivo delle infrastrutture da parte degli altri operatori;

C. Incentivo. Un ulteriore modello è costituito da incentivi per spingere gli operatori

ad investire nelle aree inizialmente ritenute dagli stessi operatori poco interessanti

sotto il profilo del ritorno economico. Il modello prevede contributi pubblici alla

realizzazione di collegamenti NGAN a uno o più operatori individuati mediante

gare pubbliche, per completare le infrastrutture di accesso mancanti nelle aree

individuate. Sono previsti meccanismi di claw-back: gli operatori saranno tenuti a

restituire il contributo pubblico ricevuto in eccesso qualora il mercato dovesse

rispondere in maniera particolarmente positiva. In questo caso la proprietà rimane

dell’operatore beneficiario che, in cambio, si impegnerà a rispettare le condizioni

di apertura agli altri operatori sulle infrastrutture realizzate.

Verrà pertanto presa in esame e descritta nel prosieguo in particolare l’applicazione dei

modelli A e B, che appaiono coerenti con la natura e le caratteristiche degli interventi

realizzabili da parte di una Camera di Commercio.

A. Realizzazione di una infrastruttura passiva

Il modello di intervento prevede la sola realizzazione dell’infrastruttura di rete detta

“passiva” (ovvero cavidotti e fibra ottica spenta) che verrà successivamente affittata agli

operatori di telecomunicazioni perché gestiscano il servizio di connettività a banda ultra

larga da offrire agli utenti finali (principalmente le aziende delle aree e dei distretti

industriali).

Tale infrastruttura potrà essere di proprietà del “Pubblico” e quindi anche della Camera di

Commercio qualora decida di investire nella realizzazione della rete. La fibra ottica posata

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sarà rivenduta a tutti gli operatori che ne fanno richiesta (wholesale), nel rispetto del

principio di non discriminazione ed equità delle condizioni, previste dalla normativa

europea ed italiana per le reti di comunicazione finanziate con fondi pubblici.

Come detto in precedenza, al fine di ridurre al minimo i costi ed i tempi di realizzazione

dell’infrastruttura, possono essere utilizzate apposite tecniche di installazione della rete

(impiego di minitrincee, no-dig, soffiaggio della fibra etc.) che consentono di ridurre il più

possibile gli oneri di scavo e di ripristino.

Un esempio di intervento di realizzazione di sola infrastruttura passiva, realizzato

da un soggetto diverso da un operatore di telecomunicazioni, è rappresentato dal

nuovo insediamento realizzato nel Parco Scientifico e Tecnologico di Genova, sulla

collina degli Erzelli. In questo caso le infrastrutture passive broadband sono state

realizzate dal Consorzio che ha realizzato il Parco, che ha predisposto un cablaggio

in fibra ottica per dare servizi avanzati di telecomunicazioni alle aziende ed agli

enti ospitati nel Parco.

In particolare è stata realizzata una rete di cavidotti per telecomunicazioni ed è

stata posata la fibra ottica con un’architettura FTTH (Fiber To The Home). Tali

infrastrutture sono state quindi collegate alle centrali di due operatori di

telecomunicazioni presenti nelle vicinanze dell’insediamento, tramite le quali le

comunicazioni voce e Internet a banda larga sono “prese in consegna” e

instradate sulle loro reti.

Il Consorzio che gestisce il Parco gestisce questa rete in modalità wholesale,

dandola in affitto agli operatori che vogliono collegare enti e aziende.

Altro esempio, su scala più ampia, è rappresentato dalla Regione Lazio che alcuni

anni fa ha realizzato delle reti in fibra ottica negli agglomerati industriali di

Frosinone, Anagni, Sora e Isola del Liri. Queste infrastrutture (che

complessivamente superano i 90 km di estensione) sono state successivamente

affidate al Consorzio ASI affinché, tramite una gara a evidenza pubblica, fossero

date in concessione a un operatore che garantisse di offrire connettività a Internet

da 10 a 100 Mbps a tutte le aziende del Consorzio che ne facessero richiesta.

In questo caso, il corrispettivo per la concessione delle infrastrutture di rete a

banda ultra larga consiste in un canone annuo pagato dall’operatore che si è

aggiudicato la gara, al quale si aggiunge un accordo di revenue sharing tra

l’operatore e il Consorzio riferito ai ricavi derivanti dall’erogazione dei servizi di

connettività alle aziende servite dalla rete.

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B. Attivazione di una partnership pubblico-privata (co-investimento)

Un altro modello di investimento diretto nelle infrastrutture di rete a banda larga consiste

nell’attivare una partnership di tipo pubblico-privato tra enti pubblici, e quindi anche la

Camera di Commercio, e operatori privati.

Ciò permette di ridurre l’impegno richiesto a ciascuna delle parti che concorrono

all’iniziativa, sia attraverso la condivisione degli investimenti nelle infrastrutture di rete,

sia con il conferimento (e/o la concessione all’utilizzo a titolo gratuito) di infrastrutture da

parte dei soggetti pubblici locali (ad esempio il Comune ove vengono realizzate le

infrastrutture e/o le società che gestiscono i servizi pubblici locali) che partecipano alla

partnership, come ad esempio pali, illuminazione pubblica, semafori, cunicoli sotterranei

(acquedotti, fognature), etc. Tali infrastrutture vengono poi messe a disposizione a

condizioni favorevoli agli operatori di telecomunicazioni selezionati con gara pubblica.

Un esempio di questo tipo di intervento è rappresentato dal modello scelto dalla

Provincia Autonoma di Trento, che ha visto la costituzione di Trentino NGN,

Società a capitale misto pubblico-privato a cui partecipano la Provincia con quota

maggioritaria, Telecom Italia, Mc Link e La Finanziaria Trentina, per raggiungere

circa il 60% delle utenze della provincia, nelle aree in cui gli operatori hanno

dichiarato l’interesse al coinvestimento (aree a media profittabilità).

L’obiettivo di Trentino NGN è quello di connettere con fibra ottica oltre 150.000

unità immobiliari, pari a circa il 60% di quelle dell’intera provincia, attraverso la

progettazione, realizzazione con relativa manutenzione, e la fornitura di una rete

ottica di accesso (rete passiva) agli operatori.

Un altro esempio di questo tipo di intervento è rappresentato dal modello previsto

per lo sviluppo dell’iniziativa Net4all all’interno del Piano Telematico della Regione

Emilia-Romagna 2011-2013 che intende attuare sinergie fra pubblico e privato per

lo sviluppo della banda larga in alcuni distretti industriali e realizzare accordi con

gli operatori di telecomunicazioni capaci di portare la banda larga con varie

tecnologie, in ottica neutrale, su tutto il territorio.

3.3.2. L’architettura di riferimento

L’architettura di riferimento dell’infrastruttura a banda ultra larga nel caso di utenza

business è quella nota con l’acronimo FTTO (Fiber To The Office) e consiste nel collegare

in fibra ottica le unità locali delle imprese alla centrale locale di riferimento.

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Figura 28 – Architettura di riferimento

Fonte: Osservatorio Ultra Broadband - Between, 2013

La rete ottica è suddivisa in una rete primaria e in una rete secondaria come mostrato

nell’immagine ed è costituita da anelli di rete primaria (attestati in un locale dove sono

terminate le fibre) che raccolgono tutti i nodi ottici che coprono il territorio di

competenza dell’anello stesso. Dai nodi ottici sugli anelli primari si diparte la rete

secondaria che collega le utenze business.

La rete primaria è stata ipotizzata con una topologia ad anello perché ha il vantaggio di

consentire la realizzazione sia di configurazioni ad anello sia di configurazioni ad albero,

utilizzando quindi un solo arco dell’infrastruttura. La rete secondaria ha invece una

topologia ad albero in quanto, data la sua complessità e ramificazione, non è

praticamente possibile garantire una seconda via a tutti, ma solamente alle utenze che ne

faranno esplicita richiesta. La fibra ottica della rete secondaria è terminata all’interno

dell’edificio sede dell’impresa.

Tale approccio si applica principalmente nelle aree industriali di medio-grandi dimensioni

nelle quali è previsto un intervento di infrastrutturazione “estesa”, ovvero che riguarda

un numero potenzialmente elevato di aziende da connettere con la banda ultra larga.

Un esempio di questo modello è il Progetto Pilota promosso e finanziato dalla

Regione Lombardia che verrà realizzato su una porzione di territorio compreso

principalmente nel Comune di Concorezzo (MB) ed in misura residuale (12% circa

delle imprese) in un’area periferica del Comune di Monza per un totale di circa

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17,6 km di fibra posata. Tale porzione di territorio è composta da 4 aree, per

complessive 485 aziende.

Un modello alternativo consiste in interventi infrastrutturali “mirati”, realizzati in aree più

circoscritte e/o che coinvolgono un numero limitato di aziende interessate alla banda

ultra larga: in tal caso la rete è tendenzialmente punto-a-punto tra il locale di

terminazione della fibra e le sole aziende interessate al progetto.

Un esempio di questo modello è il progetto realizzato nel comune di Tredozio. Il

modello prevede che il Comune di Tredozio (FC) metta a disposizione le tubazioni

di proprietà pubblica, siano esse per la pubblica illuminazione o per altri servizi a

rete. In tali tubazioni vengono posate fibre ottiche che vanno dalla sede del

Comune verso le sedi delle aziende stesse. Le fibre ottiche posate sono di proprietà

del Comune di Tredozio, il quale concede, alle imprese interessate, il diritto d’uso

per quindici anni, rinnovabile, di un numero di coppie di fibre idoneo a fornire la

banda ultra larga richiesta.

Un terzo modello, intermedio tra i due sopra citati, consiste nella cablatura completa di

aree industriali di superficie limitata dove sono però comunque presenti tra le 50 e le 100

imprese. In questo caso la rete primaria e secondaria tendono a “collassare” in un’unica

struttura.

Un esempio di questo modello è il progetto di infrastrutturazione in corso nella

Zona Industriale di Udine, promosso dal Consorzio che gestisce l’area a favore

delle aziende appartenenti al Consorzio. Il progetto è realizzato e finanziato da un

Internet Service Provider (ISP) della zona con l’obiettivo di portare connettività in

fibra ottica alle grandi aziende che sono già sui clienti nell’area del consorzio, di

estendere l’offerta in fibra ad altra aziende non ancora clienti, e di offrire servizi a

valore aggiunto (ad esempio servizi di hosting) grazie al collegamento in fibra di

queste aziende al datacenter di una società terza collegata all’ISP.

Quanto alle tecniche di realizzazione, si ipotizza l’impiego quanto più ampio possibile di

quelle più moderne, in particolare le mini-trincee e il no-dig, con gli obiettivi di

minimizzare i costi e i disagi alla cittadinanza. Il soggetto realizzatore dovrà concordare

con gli Enti Locali, per esempio attraverso la stipula di opportune convenzioni, le misure

atte ad ottimizzare l’esecuzione del progetto sul territorio e a riutilizzare infrastrutture di

posa esistenti così da contenere il più possibile gli investimenti necessari.

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3.3.3. Il riutilizzo delle infrastrutture

Al fine di ridurre gli investimenti necessari alla realizzazione delle infrastrutture di rete è

necessario avere accesso alle infrastrutture preesistenti riutilizzabili ai fini del cablaggio

dell’area (ad esempio i cavidotti per l’illuminazione pubblica). È quindi fondamentale:

Richiedere ai Comuni, ai Consorzi e a tutti i soggetti pubblici titolari delle

infrastrutture posate nelle aree interessate dagli interventi di cablaggio,

informazioni relativamente alle infrastrutture riutilizzabili nel progetto: tipologie

delle infrastrutture, caratteristiche (ad esempio diametro dei cavidotti etc.),

estensione, ubicazione, etc;

Ottenere da questi soggetti la possibilità di utilizzare tali infrastrutture

(ovviamente se il loro uso permette di razionalizzare e ottimizzare le opere civili di

infrastrutturazione) a titolo gratuito o minimizzando il costo ad esse associato,

riducendo nel contempo i tempi e gli oneri burocratici necessari per ottenere la

concessione al loro utilizzo;

Coinvolgere nella realizzazione delle opere infrastrutturali operatori locali (ad

esempio installatori di reti di telecomunicazioni) che permettano di individuare

altre infrastrutture presenti, di cui siano a conoscenza grazie ad altre opere che

abbiano realizzato negli stessi territori;

Che gli stessi Comuni incentivino la realizzazione delle infrastrutture di

telecomunicazione nelle aree di nuova urbanizzazione come pure nell’ambito della

realizzazione e rifacimento di opere civili, attraverso l’inserimento di apposite

norme nei regolamenti comunali.

3.3.4. Il coinvolgimento della domanda

Perché i progetti di cablaggio delle aree industriali abbiano maggiori probabilità di essere

realizzati, è necessario che le aziende delle zone interessate da tali progetti dichiarino il

loro interesse ad aderire ai servizi a banda ultra larga che saranno resi disponibili.

Per aumentare l’interesse delle aziende ad utilizzare tali servizi, le attività di

comunicazione dell’iniziativa e di informazione alle aziende sui benefici derivanti dall’uso

della banda larga e ultra larga sono quindi due passaggi fondamentali.

Il digital divide in Italia non è solo infrastrutturale, ma anche culturale e manageriale. Una

percentuale molto significativa di aziende italiane ha infatti nei confronti dell’ICT un

approccio tattico e non strategico, utilizzandolo come una commodity a supporto della

produttività individuale più che come una risorsa a supporto della competitività e quindi

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del business aziendale. E ciò riduce il loro interesse ad utilizzare tecnologie e servizi

evoluti, come quelli legati alla banda ultra larga.

Evidenze di questo approccio “minimale” emergono immediatamente considerando sia il

numero elevato di microimprese non informatizzate (a livello nazionale, 1/3 delle aziende

con 1-2 addetti) che la scarsa diffusione di applicativi specializzati (a cominciare dai

gestionali), troppo spesso sostituiti dall’uso degli applicativi base di office automation

(fogli di calcolo etc.).

Nelle aree territoriali meno favorite questo “divide culturale-manageriale” rafforza il

“divide infrastrutturale” innescando un pericoloso circolo vizioso: una domanda debole

da parte delle aziende allontana ancora di più gli operatori già poco attratti da

caratteristiche insediative-territoriali non favorevoli (per orografia e densità della

clientela potenziale), consolidando la discriminazione digitale di queste aree.

Per interrompere questo circolo vizioso, oltre che stimolare e incentivare gli operatori di

telecomunicazione, è necessario agire sulla domanda (aziende, enti locali) di servizi ICT:

per fare ciò le leve sono sia finanziarie (incentivi all’acquisto) che di sensibilizzazione

(motivazione all’acquisto).

Nel caso degli incentivi finanziari vi è una casistica molto ampia di finanziamenti erogati

per stimolare l’accesso delle micro e piccole imprese ai servizi e alle soluzioni ICT. Tuttavia

questi incentivi economici se non sono supportati da un’adeguata attività di formazione

all’utilizzo dell’ICT in azienda rischiano di portare soltanto al rinnovo del parco IT

esistente (personal computer essenzialmente) e non raggiungono l’obiettivo di stimolare

un utilizzo “a valore aggiunto” dell’ICT in azienda, ovvero realmente integrato nella sua

operatività e nel suo business.

L’attività di sensibilizzazione “strategica” agli imprenditori e ai manager preposti alla

gestione dell’ICT in azienda è quindi di fondamentale importanza e si affianca

all’informazione solitamente erogata su specifiche tematiche tecniche; l’obiettivo è di

valorizzare il contributo che l’ICT può dare all’azienda in termini sia di efficienza che di

innovazione.

La sensibilizzazione cui si fa riferimento deve essere impostata su un doppio livello, in

funzione dello stato di confidenza e di utilizzo attuale dell’ICT da parte del singolo

imprenditore:

Per le aziende non ancora informatizzate come molte micro realtà imprenditoriali,

la sensibilizzazione deve abbassare le barriere all’utilizzo dell’ICT, diffondendo le

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cognizioni di base per l’uso dell’IT e della banda larga con riferimento alle esigenze

e alla struttura (entrambe estremamente semplificate) delle imprese;

Per tutte le altre aziende (ma in particolare per le piccole aziende, che possono

non disporre al loro interno delle risorse e delle competenze necessarie per

utilizzare al meglio l’ICT) vanno condivisi gli elementi necessari per cogliere le

opportunità che l’ICT mette loro a disposizione sotto forma di un ventaglio sempre

più ampio e articolato di soluzioni (“approfondimenti mirati”).

Per quanto riguarda gli interventi volti a stimolare la “conoscenza di base” dell’ICT da

parte delle aziende non informatizzate o ancora sotto informatizzate (tendenzialmente

micro e piccole imprese), negli incontri informativi è necessario trasferire ai partecipanti,

tramite esempi concreti, l’evidenza che l’uso dell’ICT è alla loro portata (anche per quanto

riguarda i costi connessi) e non può essere in ogni caso rimandato o, peggio, ignorato.

Concentrandosi sulla seconda tipologia di intervento di sensibilizzazione, l’obiettivo è di

guidare sia gli “operativi” che i “decisori” aziendali nella comprensione di come possono

utilizzare a proprio vantaggio le principali soluzioni ICT (soprattutto quelle più innovative),

puntando più sugli elementi di business che sulle caratteristiche tecniche delle

piattaforme considerate.

Tenuto conto delle opportunità offerte dall’ICT alle aziende, gli obiettivi dell’attività di

sensibilizzazione “strategica” possono essere sintetizzati come segue:

Consentire la crescita di imprenditori e manager attraverso l’utilizzo di nuovi

strumenti ICT realmente integrati nel loro business;

Consentire l’acquisizione delle competenze necessarie per incentivare innovazione

e ottimizzazione dei processi e delle strategie di sviluppo aziendali;

Fornire gli elementi per conoscere e valorizzare gli effetti dei servizi innovativi resi

disponibili dalla banda larga e ultra larga;

Favorire modalità di lavoro maggiormente produttive atte a rappresentare una

nuova leva competitiva e diventare la fonte di innovazione strategica.

Si suggerisce alla Camera di Commercio di mettere a punto un piano annuale di

sensibilizzazione delle imprese all’economia digitale, composto da 4 incontri (moduli)

articolati in due giornate, in cui viene da un lato fornita un’informativa di carattere

generale, dall’altro affrontati alcuni temi specifici (per esempio Cloud Computing, Digital

Marketing, etc.) con maggiore dettaglio.

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Questi incontri possono diventare un’iniziativa periodica annuale di riferimento in ambito

locale, conosciuta dalle aziende, facilitando così la promozione degli incontri e la

partecipazione delle aziende.

La Camera di Commercio può mettere a punto dei “moduli” che, nel caso di successo

dell’iniziativa, possano essere replicati per settore, per aree territoriali, per fasce

dimensionali delle aziende, etc.