DISTRETTO DI REGGIO EMILIA • REGGIO EMILIA DISTRICT • DISTRETTO DI REGGIO

di Barbara Mengozzi

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REGGIO EMILIA: CAPITAL OF THE WORLD OF MECHANICS

by Barbara Mengozzi

AAfabric of dynamic industriesstrongly oriented towardsexports woven into the solid

farming tradition describes thecharacteristic feature of the Reg-giana economy. The Officine Reg-giane (Reggiane Works) was an un-challenged leader here in the pastand this name comes up repeat-edly in stories of the protagonistplayed out in the tumultuous indus-trial growth of the 1970s. The Reg-giane Works built materials for rail-roads and turned out weapons andaircraft during the war with a work-force which grew to 10,000 work-ers, thanks mainly to war contracts.At the end of the war, a failed con-version program sparked a final cri-sis played out in bitter conflicts.And yet, paradoxically, it was pre-cisely the dismantlement of whathad been Reggio’s very industrialheart which cleared the way forthe entrepreneurial adventurewhich, stage after stage, trans-formed the agricultural Reggio intothe world capital of agriculturalmechanization and mechatronics.In fact, thanks to the exit of a highlyqualified workforce from the Reg-giane Works, then in a state of col-lapse, a large number of small andmedium size enterprises arosewhich, as niche producers driven byextraordinary inventive capabilities,were able to break records in pro-gressively taking over the domesticmarket and then those abroad.

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REGGIO EMILIA: LA CAPITALE DELLA MECCANICA

UUn tessuto industrialedinamico e fortemen-te orientato all’ex-

port, innestato su salde tra-dizioni contadine, costitui-sce l’elemento caratteriz-zante dell’economia reggia-na. Nel suo passato un indi-scusso protagonista, le Offi-cine Reggiane, il cui nome ri-corre con frequenza nei rac-conti degli artefici della tu-multuosa crescita industrialedegli anni Sessanta. Le Reg-giane costruivano materiale

ferroviario e durante la guer-ra anche armi ed aeroplani,arrivando ad impiegare circadiecimila operai, grazie so-prattutto alle commesse bel-liche. A guerra terminata,una riconversione non riusci-ta ha innescato la crisi defini-tiva,con aspri conflitti.Eppu-re paradossalmente propriolo smantellamento di quelloche era il “cuore” industrialedi Reggio, ha segnato l’iniziodi un’avventura imprendito-riale che, per tappe successi-

Meccanica e meccatronicacostituiscono il “corebusiness” dell’economiareggiana, ancorafortemente legata alleproprie radici agricole,nonostante il sensibileridimensionamentodel settore primario.Una realtà imprenditorialeinternazionale, con una nettapropensione all’export,ed una consistentepresenza dell’artigianato

Mechanics andmechatronics form the corebusiness of the ReggioEmilia economy which is stillstrongly bound toagricultural roots in spite ofthe considerable downsizingof the primary sector. Thisinternational entrepreneurialreality discloses a clear-cuttendency towards exportsand a substantial presenceof trades and crafts

ve, ha trasformato la Reggiocontadina nella capitale mon-diale della meccanica agricolae della meccatronica. Grazie,infatti, alla fuoriuscita dalleReggiane, ormai in collasso,di maestranze qualificatissi-me sono nate moltissime im-prese, di dimensioni medio-piccole, che sulle nicchie diprodotto, sorrette da unastraordinaria capacità inven-tiva, hanno saputo costruiredei record, conquistandoprogressivamente prima ilmercato domestico e poiquelli esteri.

Nel cuore della pianuraPadana il distretto Hi-Mech

Nell’area di pianura, lungol’asse Correggio-Fabbrico-Reggiolo, tre centri cresciu-ti con la cultura degli ingra-naggi, generazioni di im-prenditori, artigiani ed ope-rai hanno costruito un di-stretto di rilievo internazio-nale, recentemente battez-zato “Distretto per l’altatecnologia meccanica (Hi-Mech)”, all’interno del pro-gramma per la creazione di“distretti hi-tech” avviatodal ministero dell’Istruzio-ne, dell’Università e dellaRicerca, che prevede la crea-zione di distretti ad alta tec-nologia organizzati su base

regionale. In particolare, ildistretto Hi-Mech vuole es-sere un polo di ricerca e in-novazione specializzato nelsettore dell’alta tecnologiameccanica, concepito perattrarre risorse economichee scientifiche ed accrescerela competitività, lo sviluppoe le capacità tecnico-indu-striali ed economiche delterritorio.Un’unica vocazione ma tantisegmenti specializzati che,nonostante l’elevato costodel lavoro, il tasso di inflazio-ne superiore a quelli dei Pae-si maggiormente industria-lizzati e l’inadeguatezza dialcuni servizi essenziali chehanno minato la competiti-vità del sistema industriale

italiano nel suo complesso,sono riusciti in qualche mo-do a fronteggiare e superarebrillantemente la crisi deiprimi anni Duemila. Tant’èvero che, stando al Rapportocurato dalla Camera di com-mercio reggiana e presenta-to in occasione della 5ª Gior-nata dell’economia (10 mag-gio 2007), nel 2006 produ-zione, fatturato e ordini delmanifatturiero hanno fattoregistrare per la provincia diReggio Emilia incrementidel 3,5%- 4% rispetto all’an-no precedente.

L’agricoltura segna il passo

Il contributo alla formazionedel valore aggiunto naziona-

The Hi-Mech district in the heartof the Po Valley

In the Po Valley area, along theCorreggio Fabbrico-Reggiolo ax-is (three centers grew up with anuts-and-bolts mentality) genera-tions of businessmen, craftsmenand workers built a district of inter-national importance which was re-cently given the name “District forHigh Mechanical Technology” (Hi-Mech) in the framework of a pro-gram for the formation of hi-techdistricts launched by the Ministryfor Education, Universities and Re-search for the creation and organi-zation of these high technologydistricts on a regional basis. In de-tail, the Hi-Mech district is intendedto become a pole for specializedresearch and innovation in the sec-tor of high mechanical technology.The idea is to attract financial andscientific capital and to heightenthe competitiveness, developmentand techno-industrial and eco-nomic capabilities of the area. This district, with a single pur-pose but many specialized seg-ments, has, in one way or anoth-er, been able to brilliantly over-come the crisis of the openingyears of the century in spite ofthe high cost of labor, a rate of in-flation beyond those in the otherheavily industrialized countriesand the inadequacies in essentialservices which have underminedthe Italian industrial system in itsentirety. The fact is that produc-tion, sales and factory orders inthe province of Reggio Emiliarose 3.5%-4% in 2006 over theprevious year, according to a re-port drafted by the ReggianaChamber of Commerce and de-livered for the Fifth Day of theEconomy on May 10, 2007.

Farming marking time

The portion of national added val-ue accounted for by the Reggianaeconomy comes close to 1%,which translates into 26,500 euro

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le da parte dell’economiareggiana sfiora l’1%, in ter-mini pro capite 26.500 euro,valore sensibilmente supe-riore alla media nazionale. Ilnumero delle imprese iscrittealla Camera di commercioha raggiunto, a fine 2006, le58.545 unità contro le 57.740del 2005, con un incrementodello 1,4%: il doppio di quel-lo regionale e superiore dimezzo punto percentuale aldato nazionale.Una tendenziale crescitadelle imprese insediate sulterritorio caratterizza anchel’intero periodo 2000-2006,ma con andamenti forte-mente differenziati all’inter-no dei vari settori. In nettaflessione l’agricoltura che,con 8.312 imprese registratenel 2006, denuncia nei con-fronti dell’anno 2000 un calopercentuale del 20%, men-tre il suo contributo in ter-mini di valore aggiunto alreddito provinciale è scesodal 7,3% del 1991 al 2,6%del 2005 (elaborazioni Uffi-cio Studi CCIAA di ReggioEmilia su dati dell’IstitutoG.Tagliacarne). Nonostantela flessione in atto, la pro-pensione alla produzioneagricola in ambito provin-ciale resta elevata, soprattut-to per quel che riguarda la

zootecnia. Basti dire chel’anno scorso nei 122 caseifi-ci reggiani sono state pro-dotte poco meno di 960 milaforme di Parmigiano Reg-giano. Decisamente consi-stente anche la presenza del-la suinicoltura, con un patri-monio di 828 mila capi.

L’industria terza in Italia per valore aggiunto

L’industria in senso strettocontava lo scorso anno 9.830imprese registrate (erano9.758 nel 2005),pari al 16,9%del totale, ed oltre 80 milaaddetti; nel 1991 producevail 36,2% del reddito provin-

ciale, ne produce ora il33,2% (dato 2005), a fronteperò di un 25,8% regionalee di un 20,8% nazionale.La quota di reddito prodottadal settore costruzioni, no-nostante il numero delle sueunità locali abbia superatoquello dell’industria manifat-turiera (13.581 a fine 2006,pari al 23,2% del totale), pereffetto delle micro-dimensio-ni delle imprese si attesta so-lo all’8,8%, due punti in piùrispetto al 1991. Consideran-do l’industria nel suo insie-me (manifatturiero + costru-zioni) si arriva ad un contri-buto alla formazione del Pilpari al 42%, una quota che

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per capita, a figure considerablyover the national average. By theend of 2006, the number of enter-prises enrolled with the Chamberof Commerce came to 58,545,compared to 57,740 in 2005, fora gain of 1.4%; this increase isdouble the one for the region andgreater than the one in nationaldata by half a percentage point. The trend of growth in businessesestablished in the area was also afeature for the entire 2000-2006period but the trend was highly dif-ferentiated within the various sec-tors. Farming was in net decline,with 8,312 agricultural enterprisesreported in 2006 for a 20% dropunder the year 2000 while the por-tion of value added to provincialincome declined from 7.3% in1991 to 2.6% in 2005 (elaboratedby the CCIAA Study Office on G.Tagliacarne Institute data). In spiteof the decline under way, the farmproduction drive in the province isstill strong, especially as regardsthe livestock sector. It would besufficient to point out that last year,Reggiana dairy producers turnedout just under 960,000 wheels ofParmigiano Reggiano cheese. There are also substantial num-bers of hog raisers with holdingsof 828,000 hogs.

Third industry in Italyfor value added

There were 9,830 industrial enter-prises, in the strict sense, registeredlast year (and 9,758 in 2005) tocome to 16.9% of the total andmore than 80,000 workers; in1991, they accounted for 36.2% ofprovincial income and now pro-duce 33.2% (2005 data) com-pared, however, to 25.8% regional-ly and 20.8% nationally. The shareproduced by the construction sec-tor, though their number of units lo-cally has exceeded the one for themanufacturing industries (13,581 atthe end of 2006 or 23.2% of the to-tal), settled a mere 8.8%, only twopoints over 1991, because of thesmall scale of these enterprises.Considering industry in its entirety,manufacturing plus construction,the overall contribution to GDPcomes to 42%, a share whichplaces Reggiana industry in thirdplace in national rankings. Though the tertiary sector ac-counts for more in the formation of

proietta l’industria reggianaal terzo posto della gradua-toria nazionale.Il terziario, pur essendo ilsettore che più contribuiscealla formazione del Pil(55,4%, contro il 49,7% del1991), ha un impatto decisa-mente minore rispetto ad al-tre province. Da segnalare,accanto ad un ridimensiona-mento del commercio, che

resta comunque il compartopreponderante (11.572 im-prese registrate nel 2006,pari al 43,1%), una crescitaveloce dei servizi alle im-prese, quali ad esempioquelli che includono “atti-vità immobiliari, noleggio,informatica, ricerca”, passa-ti da 3.588 unità locali del1991 a 6.139 del 2006. Inascesa, tra i servizi innova-

tivi, l’intermediazione mo-netaria e finanziaria (+10,7tra il 2000 e il 2006), con 860imprese registrate nel 2006.La componente artigiana afine 2006 rappresentava il38,6% delle attività iscritteal Registro delle imprese, lapercentuale più alta fra le103 province italiane. AReggio Emilia quattro im-prese su dieci sono artigia-

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GDP (55.4% compared to 49.7%in 1991), the impact of this sector ismarkedly less than in otherprovinces. It must be reported thatin spite of the scaling back of busi-nesses, this sector still dominateswith 11,572 enterprises registeredin 2006, equal to 43.1%, and thespeedy growth of services for en-terprise like, for example, thoseranging from “real estate activitiesand leasing to information technol-ogy and research” in climbing from3.588 local businesses in 1991 to6,139 in 2006. Among the serviceinnovators, currency and financialmediators are on the rise, up 10.7%between 2000 and 2006 with 860businesses registered last year. The crafts sector represented38.6% of business activities listedon the enterprise registry at theend of 2006, the highest percent-age among Italy’s 103 provinces.Four businesses out of ten inReggio Emilia are crafts opera-tions compared to no more thantwo and a half for all of Italy. The progressive strengthening ofcompany structure must also bementioned. During the past year,the number of enterprises listedas share holding companies roseto 18.1%. The average size ofcompanies, on the other hand,

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ne, mentre in Italia non siva oltre le due e mezzo.Da segnalare anche il pro-gressivo irrobustirsi dellastruttura aziendale (nel cor-so del 2006 la quota di so-cietà di capitali sul totaledelle imprese ha raggiunto il18,1%); la dimensione mediaaziendale vede però scende-re da 4,3 a 4 il numero mediodi addetti per unità locale,con comportamenti differen-ziati fra i settori: l’industria

sale da 8,9 a 10 addetti inmedia; le costruzioni scendo-no da 2,8 a 2,2. Rilevante lapresenza di imprenditoristranieri (6,9%). In partico-lare la provincia di ReggioEmilia si pone al primo po-sto in ambito regionale e alsesto a livello nazionale, do-po Prato,Trieste,Gorizia,Te-ramo e Firenze, per inciden-za di imprenditori extraco-munitari sul totale (5,9%).Per quanto riguarda il merca-

to del lavoro, fra gli obiettividi Lisbona sono stati già rag-giunti e superati quelli che siriferiscono al tasso di occupa-zione totale (70,6% rispettoal 70% fissato) e a quellofemminile (60,8% a frontedel 60% indicato). Ma moltiproblemi restano ancora sultappeto: dal basso tasso discolarizzazione sia della po-polazione sia degli occupati,alla difficoltà da parte delleimprese di reperire le figureprofessionali di cui necessita-no. A causa della mancanzadella necessaria qualificazio-ne,quasi un terzo delle assun-zioni previste è considerato didifficile reperimento. Secon-do Excelsior, il sistema infor-mativo per l’occupazione e laformazione promosso daUnioncamere con il ministerodel Lavoro, sono richiestesempre più figure con conte-nuto di conoscenze e profes-sionale elevato al fine di ri-spondere, prima ancora chealle esigenze delle imprese, aquelle del mercato.L’innova-zione delle aziende reggianeparrebbe dunque passare at-traverso l’innovazione di pro-cesso ed organizzativa, ancorpiù che attraverso quella diprodotto, puntando in modosignificativo sull’investimen-to nelle risorse umane.

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declined from 4.3 workers per lo-cal unit to 4 with differencesamong the sectors: in industry,employees rose from 8.9 to 10 onaverage and in construction therewas a decline from 2.8 to 2.2.There are also significant numbersof foreign businessmen (6.9%). Indetail, the Reggio Emilia provinceranks first in the regional pictureand sixth at the national level fornumber of non European Unionnationals in business out of the to-tal (5.9%), after Prato, Trieste, Go-rizia, Teramo and Florence.For the labor market, the EU goalsset in Lisbon have already beenreached and exceeded with refer-ence to rate of total employment(70.6% against 70% set) and jobsfor women (60.8% against 60%indicated). But there are still manyproblems on the carpet: these in-clude low levels of educationamong the general population aswell as jobholders and the difficul-ty of enterprise to hire the profes-sionals needed. Because of theshortage of qualified personnel,nearly one-third of the jobs ex-pected to open up is considereddifficult to fill. According to Excel-sior, the information and employ-ment system for training spon-sored by the Chambers of Com-merce Union for the Ministry forLabor, there is an increasing de-mand for people with high levelsof education and professionism tomeet market demands evenahead of the needs of enterprises.Innovation in the Reggiana com-panies would thus seem to devel-op through innovation in process-es and organization, more than inthe product, by strongly aiming atinvestments in human resources.

Strong export drive confirmed

After flat years, orders on the do-mestic market are showing agrowth trend while those arrivingfrom abroad once again testify tothe ability of the Reggio Emilia busi-nesses to compete in internationalmarketplaces. Sales abroad, which

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Confermata la fortepropensione all’export

In tendenziale crescita, dopoanni di riflessione, gli ordinidal mercato interno, mentrequelli provenienti dall’este-ro testimoniano, ancora unavolta, la capacità delle im-prese reggiane di competeresui mercati internazionali.Le vendite oltre frontiera,che continuano a rappresen-tare circa la metà del fattura-to, sono aumentate lo scorsoanno,rispetto a quello prece-dente, del 4,1% collocandoReggio Emilia all’undicesi-mo posto in Italia.Complessivamente,nel 2006,le 1.510 imprese locali cheintrattengono rapporti com-merciali con l’estero hannovenduto oltre confine pro-dotti per un valore di 7.385milioni di euro, a fronte diacquisti per 3.100 milioni.Labilancia commerciale reggia-na, come si rileva dai datielaborati dall’Istat,ha chiusol’anno con un saldo positivodi 4,3 miliardi di euro. In cre-

continue to account for about halfof all sales, rose 4.1% over theprevious year to put Reggio Emil-ia in eleventh place in Italy. Overall, 1,510 local enterpriseswhich maintain foreign commer-cial relations sold productsabroad valued at 7,385 millioneuros in 2006 against purchasesat 3,100 million. The provincialbalance of trade, as reported indata compiled by the Nationalstatistics institute (Istat) came to4.3 million euros in the black.Sales to traditional Europeancustomers rose 16%, and con-tinued to account for 72.5% ofall exports, and also climbed inAsia (up 30.7% for China and16.8% for India). These areas,however, provided imports overthe year which increased by66% (up 79% from China and67.4% from India). The lion’sshare of exports is held by ma-chinery and mechanical equip-ment, tiles and ceramics.The ability to introduce innovationto production, along with qualityand design, has thus far allowedthese Reggiana enterprises tomaintain a good competitiveedge. With 596 national patentsfiled in 2005 with the Chamber ofCommerce trademark and patentoffice, the Reggio Emilia provinceranks eighteenth in the nationalstandings and third in the EmiliaRomagna region.

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scita del 16% le venditeverso i tradizionali clientieuropei che continuano adassorbire il 72,5% delleesportazioni globali, ma an-che verso l’Asia (+30,7%Cina, +16,8% India), areadalla quale, però, le impor-tazioni in corso d’anno so-no aumentate del 66%(+79% dalla Cina, +67,4%dall’India). La parte del leo-ne nelle esportazioni è so-stenuta da macchine ed ap-parecchi meccanici, pia-strelle e ceramiche.L’abilità nell’introdurre in-novazione nelle produzioni,oltre alla qualità ed al desi-gn,ha consentito fino ad oggiagli imprenditori reggiani dimantenere elevata la compe-titività. La provincia di Reg-gio Emilia, con 596 doman-de di brevetto nazionale de-positate nel 2005 all’Ufficiomarchi e brevetti della Ca-mera di commercio, si posi-ziona al 18° posto nella gra-duatoria nazionale e al 3° inEmilia Romagna.

La ripresa degli investimenti

L’indagine realizzata annual-mente dall’Ufficio studi del-l’Associazione industriali diReggio Emilia evidenzia unbuon grado di ottimismo e difiducia relativo ai primi mesidel 2007,generato da un’eco-

nomia che sembra essersi tol-ta dalle secche degli anni pas-sati. Le aspettative per il se-condo semestre dell’anno incorso sono positive, con saldipercentuali, tra risposte posi-tive e negative, del 52% perla produzione, del 58,7% per

gli ordini, del 46,5% per ladomanda estera e del 24,8%per l’occupazione. Rispettoalle aspettative dell’indagine

precedente si rafforza il cli-ma di fiducia delle imprese.I risultati dell’indagine lascia-no inoltre intravedere unanuova fase di ripresa degli in-vestimenti, che costituisconola componente della doman-da interna più idonea a soste-nere nel medio e lungo pe-riodo la crescita reale dell’e-conomia.Il 90% delle impre-se ha dichiarato di avere ef-fettuato investimenti nel cor-so del 2006 e la stessa percen-tuale di imprese intervistateprevede di effettuare investi-menti nell’anno in corso.Le aree di investimento versole quali gli imprenditori in-tendono indirizzare gli sforzimaggiori per il 2007 sono,nell’ordine, l’informatica etelematica (90%), la ricerca esviluppo (84,5%) e le nuovelinee di produzione (84,3%).Il clima di ritrovata fiduciasulla ripresa dell’economia

da parte delle imprese reggia-ne trova conferma negli sce-nari al 2010 elaborati daUnionCamere-Prometeia.

The recovery of investments

A survey conducted annually bythe Reggio Emilia IndustrialistsAssociation’s study office dis-closed a sound degree of opti-mism and confidence for theopening months of 2007, generat-ed by an economy which appearsto be moving off the shoals of thepast years. Expectations for thesecond half of this year are posi-tive with differences in percent-ages between positive and nega-tive responses of 52% for produc-tion, 58.7% for orders, 46.5% forforeign demand and 24.8% foremployment. The climate of confi-dence of enterprises is strength-ened compared to expectationsshown by the previous survey. The findings of the investigationsalso make it possible to foreseea new phase of recovery for in-vestments which make up themost ideal domestic demandfactor for sustaining real eco-nomic growth over the mediumand long term. 90% of the busi-nesses said they made invest-ments during 2006 and the samepercentage of interviewees ex-pected to make investments inthe present year. The areas for investments to-wards which entrepreneurs in-tend to direct their greatest ef-forts in 2007 are, in this order, in-formation technology and telem-atics (90%), research and devel-opment (84.5%) and new lines ofproduction (84.3%). The climate of renewed confi-dence in economic recoveryshown by businessmen in theprovince is confirmed in the sce-narios up to 2010 developed bythe Chambers Union and Prome-teia. According to this source, thevalue added in the province

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Esportazioni ed importazioni della provincia di Reggio Emilia, confrontate con i dati di Emilia Ro-magna e Italia - Anno 2006 (valori in euro)/Reggio Emilia province’s imports and exports, compa-red with data of Emilia Romagna and Italy - 2006 (value in euros)

Aree territoriali 2006 provvisorio Variazione % ‘06 su ‘05Area Provisional 2006 ‘05 to ‘06 variation %

Export Import Export Import

Europa/Europe 5.359.873.260 2.248.102.485 15,9 5,7- Uem/Euro area 3.388.179.711 1.461.912.502 12,1 7,3- UE 25/EU 25 4.496.382.037 1.939.075.229 13,0 7,5America/America 848.357.825 122.001.639 4,9 8,5Asia/Asia 782.689.823 640.430.249 15,9 66,0- Cina/China 106.950.934 388.826.819 30,7 79,5- India/India 47.966.394 53.823.263 16,8 67,4Africa/Africa 2373.110.738 77.886.459 39,0 16,2Oceania e altri territoriOceania and other territories 121.005.520 11.430.879 -1,1 58,6REGGIO EMILIA 7.385.037.166 3.099.851.711 14,9 14,9EMILIA ROMAGNA 41.262.226.545 25.257.134.251 10,5 12,3ITALIA/ITALY 326.992.357.791 348.348.484.019 9,0 12,6

Fonte: elaborazione Ufficio Studi CCIAA Reggio Emilia su dati Istat/Source: elaborated by CCIAA Study Office Reggio Emilia on Istat data

Secondo questa fonte, il valo-re aggiunto nella provinciadovrebbe crescere, per il2007, dell’1,7%, poco al disotto dell’1,9% previsto perla Regione. Le esportazionidovrebbero attestarsi al 53%del valore aggiunto a frontedel 35,8% della Regione edel 24,9% previsto per l’Ita-lia,mentre il tasso di disoccu-pazione dovrebbe scendereall’1,3%.

Infrastrutture insoddisfacenti

Qualche carenza si rilevanella dotazione di infrastrut-ture: infatti, fatta pari a 100la media nazionale, ReggioEmilia ottiene dall’IstitutoG. Tagliacarne l’indice di61,8 che la colloca all’84° po-sto in Italia. Ciò nonostante,la provincia reggiana si con-ferma ancora una volta nella

fascia alta per qualità dellavita in Italia. Nella classificadi “Italia Oggi” Reggio Emi-lia figura addirittura al pri-mo posto scalando 10 posi-zioni rispetto al 2005, men-tre in quella del “Sole 24Ore” si piazza al decimo po-

sto, guadagnando quattordi-ci posizioni rispetto all’annoprecedente. Fra i punti diforza i servizi di qualità, unforte associazionismo socialee sportivo ed un uso qualifi-cato del tempo libero.

Barbara Mengozzi

should grow 1.7% in 2007, justunder the 1.9% expected for theregion. Exports should come to53% of the value added, com-pared to 35.8% for the region and24.9% expected for Italy, whilethe rate of unemployment shouldfall to 1.3%.

Unsatisfactory infrastructure

There are shortcomings in infra-structure disclosed: in fact, taking100 as the national average, Reg-gio Emilia reaches 61.8% andcomes in eighty-fourth nationallyon the G. Tagliacarne Institutescale. In spite of this, the provincehas once again confirmed itsstanding in the upper band forquality of life in Italy. In the ItaliaOggi classification, Reggio Emiliais placed right up at the top, leapingten places over the 2005 standing,whereas for the Il Sole 24 Orescale, the province comes in tenth,moving up fourteen slots from lastyear’s classification. Among theprovince’s strong points are qualityof services, strong social andsports associations and the qualityuse of leisure time.

Barbara Mengozzi

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