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INDICE PARTE I. INTRODUZIONE GENERALE Quesiti-chiave della media education Le origini della media education Le tappe fondamentali della ME in Europa Definizioni della media education: ambiti, approcci, paradigmi Media education e culture partecipative PARTE II. IL NUOVO UTENTE NEL NUOVO SISTEMA MEDIALE New media e processi formativi. I rischi di una nuova retorica MEDIA EDUCATION. PRINCIPI GENERALI, ASPETTI TEORICI E STRATEGIE PEDAGOGICHE New media e processi formativi. I rischi di una nuova retorica Media education tra tensione difensiva e tensione democratizzante L’infanzia e i media. tra determinismo tecnologico e teoria euristica Il nuovo spettatore/utente nel nuovo sistema mediale Chi sono e come apprendono i “nativi digitali” Giovani e nuovi media PARTE III. MEDIA LITERACY: COMPETENZE E STRATEGIE DIDATTICHE Il concetto di Media Literacy Strategie didattiche Conclusioni. Verso una digital literacy BIBLIOGRAFIA

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INDICE

PARTE I. INTRODUZIONE GENERALEQuesiti-chiave della media educationLe origini della media educationLe tappe fondamentali della ME in EuropaDefinizioni della media education: ambiti, approcci, paradigmiMedia education e culture partecipative

PARTE II. IL NUOVO UTENTE NEL NUOVO SISTEMA MEDIALENew media e processi formativi. I rischi di una nuova retorica

MEDIA EDUCATION. PRINCIPI GENERALI, ASPETTI TEORICI E STRATEGIE PEDAGOGICHE

New media e processi formativi. I rischi di una nuova retoricaMedia education tra tensione difensiva e tensione democratizzanteL’infanzia e i media. tra determinismo tecnologico e teoria euristicaIl nuovo spettatore/utente nel nuovo sistema medialeChi sono e come apprendono i “nativi digitali”Giovani e nuovi media

PARTE III. MEDIA LITERACY: COMPETENZE E STRATEGIE DIDATTICHEIl concetto di Media LiteracyStrategie didatticheConclusioni. Verso una digital literacy

BIBLIOGRAFIA

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PARTE I. INTRODUZIONE GENERALE

Quesiti-chiave della media educationLe origini della media educationLe origini della media educationLe tappe fondamentali della ME in EuropaDefinizioni della media education: ambiti, approcci, paradigmiMedia education e culture partecipative

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QUESITI-CHIAVEL’importanza dei quesiti-chiave nella metodologia didattica risiede nel fatto di crearedei punti di ancoraggio nel percorso di acquisizione di conoscenza, di dare conto di unordine di priorità nel percorso di studio

• Come si può identificare quello che i ragazzi conoscono già dei media?• Di cosa ha bisogno una persona per comprendere e decodificare adeguatamente i

messaggi dei media?• Come possono acquisire una comprensione critica e concettuale?• Come imparano a usare i media per esprimere se stessi e comunicare con gli altri?• Come possono legare l’approfondimento della materia alla propria esperienza

come fruitori dei media?

QUESITI-CHIAVE DELLA MEDIA EDUCATION (Buckingham 12, 42)

come fruitori dei media?• Come si può valutare il livello di apprendimento?• In che modo le tecnologie influenzano i comportamenti delle persone?• Quali sono le circostanze storiche e materiali all’interno delle quali i prodotti

mediali sono creati, organizzati, messi in circolazione e consumati? Dimensionecontestuale)

• Quali forme di identità e relazioni sociali i prodotti mediali rappresentano e/orendono possibile e quali invece vengono sottaciute o distorte? (dimensioneideologica)

• A quali interessi i prodotti mediali sono funzionali e come li si può rintracciare esottoporre a critica? (dimensione istituzionale)

• Quali obiettivi sociali, politici e culturali alternativi si possono perseguire conquesti prodotti e com’è possibile intrecciarli con il vissuto quotidiano degli individui(dimensione pubblica)

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LE ORIGINI DELLA MEDIA EDUCATION (Rivoltella, 13)

RIVOLUZIONE ELETTRICA

Gli effetti dei media sul pubblico: la teoria dell’ago ipodermico (Lasswell 1920-30)Tra le due Guerre gli stati cercano nuove strategie per garantire coesione sociale a formedi società più complesse e allargate. I media vengono individuati come strumentiprivilegiati e la propaganda ne diviene modalità di interazione con le masse

Il problema degli effettidei media sul pubblico

La genesi della cultura dimassa

La messa in crisi degliattori tradizionalidell’educazione

Questi assunti sono stati confutati perché non tengono conto del ruolo attivo deldestinatario, perché sottendono un’idea semplificata dell’audience come una massa cheignora le differenze singolari e perché ignora le variabili culturali e di contesto

privilegiati e la propaganda ne diviene modalità di interazione con le masse

“L’interpretazione del processo di comunicazione risente delle teorie comportamentiste”

“Il rapporto tra il messaggio e il suo destinatario è pensato in termini di stimolo cheproduce una reazione”

“La società è un agglomerato di individui omologati e incapaci di determinazione nellescelte degli orientamenti”

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La cultura di massa (Scuola di Francoforte)Accezione tendenzialmente negativa assegnata a questo concetto:

Concettualizzazione della massa come realtà di conformismo e come negazione delvalore dell’individuo – dicotomia tra artefatti della cultura alta e quelli della cultura dimassa (Horkheimer, Adorno, 1966)

Attualmente, la tendenza che si afferma è a superare la contraddizione tra cultura alta ecultura bassa nella direzione di una valorizzazione della cultura dei media come forma

LE ORIGINI DELLA MEDIA EDUCATION (Rivoltella, 13)

cultura bassa nella direzione di una valorizzazione della cultura dei media come formaspecifica di sistema culturale. Promossa dai cultural studies anglosassoni e dall’opera disemiologi come Roland Barthes e Umberto Eco, questa nuova prospettiva emancipa iltermine “massa” dalla sua tradizionale accezione negativa.

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La crisi dell’educatoreLa crisi delle agenzie formative classiche

LE ORIGINI DELLA MEDIA EDUCATION (Rivoltella, 13)

In virtù della loro presenza precoce e pervasiva nel tempo individuale del bambino edella loro modalità di comunicazione non impegnativa ed emotivamente coinvolgente, imedia si propongono come alternativa valida di socializzazione alla famiglia e allascuola.

Sono le stesse idee di infanzia e di età adulta ad essere modificate dalla presenza deimedia. A un’epoca premediale in cui nulla del retroscena dell’adulto era mostrato alminore, succede un’epoca mediale in cui il minore viene introdotto a quel retroscena(Meyrowitz, 1993). Il risultato è un’ “adultizzazione precoce” del bambino (Postman 1985)

I media, e ancor più i media digitali, attivano il protagonismo didattico del bambinorendendolo da terminale passivo di informazioni creativo ricercatore di conoscenze.Questo comporta uno spostamento dalla centralità dell’insegnamento alla centralitàdell’apprendimento e impone all’adulto di ripensare il proprio ruolo in funzione di unaasimmetria che ha ormai perduto.

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LE TAPPE FONDAMENTALI DELLA ME IN EUROPA

1982: Congresso Internazionale sulla Media Education, UNESCO, 1982Dichiarazione di Grünwald sulla media education

1983: Nascita in Francia del CLEMI (Centre de Liason de l’Ensegneiment et des Moyensd’Information), un’agenzia specifica del Ministero dell’Educazione nazionale francese il cuimandato è quello di promuovere, attraverso azioni di formazione,l’uso pluralistico deimezzi di informazione nell’insegnamento, al fine di favorire da parte degli allievi unamigliore comprensione del mondo intorno a loro sviluppando il loro senso critico.

1985: pubblicazione di “Teaching the media” di Len Masterman

1990: Conferenza “Nuove direzioni per la Media Education” (Toulouse, Francia)

1992: Nascita dell’Association for Media Literacy (Canada)

2000: Summit 2000 on Media Education (Toronto, Canada)2000: UNESCO Media education summit (Sidney, Vienna)2004: Media education in Europe (Belfast, Irlanda del Nord)

2010: “Media Literacy for All”, conferenza organizzata dall’High Council for MediaEducation e svoltasi a Bruxelles sotto l’egida della presidenza belga del Consigliodell’Unione Europea

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DEFINIZIONI DELLA MEDIA EDUCATION: AMBITI, APPROCCI, PARADIGMI (Rivoltella, 13)

I CONTENUTI DEL CURRICOLO MEDIALE

3 LIVELLO: capacità di usare questi linguaggi in una funzione espressiva

1 LIVELLO: Competenze tecniche e competenze di linguaggio

2 LIVELLO: capacità di sviluppare consapevolezza e riflessione rispetto ai messaggitrasmessi dai media. Autonomia di giudizio, capacità di non farsi condizionare

DEFINIZIONE DI MEDIA LITERACY

“The ability to access, analyse and evaluate the power of images, sounds and messages“The ability to access, analyse and evaluate the power of images, sounds and messageswhich we are now being confronted with on a daily basis and are an important part ofour contemporary culture, as well as to communicate competently in media availableon a personal basis. Media literacy relates to all media, including television and film,radio and recorded music, print media, the Internet and other new digitalcommunication technologies.The aim of media literacy is to increase awareness of the many forms of mediamessages encountered in our everyday lives. It should help citizens recognise how themedia filter their perceptions and beliefs, shape popular culture and influence personalchoices. It should empower them with critical thinking and creative problem-solvingskills to make them judicious consumers and producers of information. Mediaeducation is part of the basic entitlement of every citizen, in every country in the world,to freedom of expression and the right to information and it is instrumental in buildingand sustaining democracy.‟ (Jenkins)

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«alla Media Education spetta un intervento di difesa nei confronti dei messaggimassmediali e compito dell’educatore è allertare i destinatari del suo intervento perchéattivino le opportune mediazioni nei confronti dei media».

1. I media come agenti di declino culturale (approccio inoculatorio) – anni ’40/’50

I PARADIGMI (Masterman)

DEFINIZIONI DELLA MEDIA EDUCATION: AMBITI, APPROCCI, PARADIGMI (Rivoltella, 13)

considera i media come una malattia infettiva e ritiene che «i giovani hanno bisogno diessere protetti dall’influenza dei media, che viene considerata particolarmente nociva epotente»

attivino le opportune mediazioni nei confronti dei media».

2. I media come arti popolari – la “cultura alta” e il superamento dell’approccioinoculatorio – anni ‘60

non sono il divieto e la censura a proteggere i giovani dai pericoli e dal potere illimitatodei mass media, bensì l’educazione a un uso critico e consapevole dei mezzi dicomunicazione

Compito della Media Education è aiutare gli utenti a riconoscere le opere di qualità daquelli scadenti, e fornire agli studenti strumenti di analisi e di valutazione dei contenuti,delle strutture di senso e in generale del linguaggio cinematografico con l’obiettivoimmediato di promuovere una “alfabetizzazione attiva”».

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DEFINIZIONI DELLA MEDIA EDUCATION: AMBITI, APPROCCI, PARADIGMI (Rivoltella, 13)

in quanto linguaggi, i media vanno attentamente decodificati e interpretati: ciò richiedecompetenza sul linguaggio specifico utilizzato dai mezzi di comunicazione di massa, suiprocessi di costruzione del significato, sugli apparati stessi di produzione

3. I media come sistemi simbolici o di rappresentazione – anni ‘70

Questa fase si è potuta sviluppare grazie agli approfondimenti in tre campi di studi: lasemiotica, le teorie sull’ideologia e l’analisi dei contesti sociali legati alla produzione e alconsumo di prodotti mediali

processi di costruzione del significato, sugli apparati stessi di produzione

Il concetto di ”egemonia”: «la leadership della classe dominante viene ad essereaccettata dalle classi subordinate sia attraverso l’esercizio della forza che per consenso».Questo concetto porta a riscattare i media e i sistemi educativi dal ruolo di meriapparati di stato, conferendo loro l’importante funzione di costituire un terreno discontro tra idee egemoniche e anti-egemoniche (Gramsci)

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DEFINIZIONI DELLA MEDIA EDUCATION: AMBITI, APPROCCI, PARADIGMI (Rivoltella, 13)

LE AREE DI RICERCA

IL RAPPORTO TRA I MEDIA E L’ORGANIZZAZIONE DELLE CONOSCENZE• Media come dispositivi utili a produrre apprendimento da parte dell’utente(comportamentismo)• Sistemi simbolici nella cui interazione la mente sviluppa e modifica quadri dicomprensione (cognitivismo)• Strumenti di mediazione all’interno dei quali si svolgono processi di produzionemediata di significati (costruttivismo socio-culturale)

I MEDIA E LA SOCIALIZZAZIONE (Morcellini)Approccio che si preoccupa di comprendere le “culture vissute” nel quotidiano all’internodi gruppi sociali specifici.

La centralità dell’educazione informale: la teorizzazione dei media come “scuolaparallela” che ha fornito conferme nell’ipotesi della “descolarizzazione” (Illich)

SISTEMI DI RAPPRESENTAZIONE (Silverstone)I media sono della massima importanza per l’esperienza, dandole forma. Media non solocome una serie di istituzioni/prodotti/tecnologie ma come processi di mediazione.

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Non è più sostenibile la prassi di tenere lontani i media dalla scuola, finendocon il demonizzarli e, alternativamente, subendone la fascinazione

MEDIA EDUCATION E CULTURE PARTECIPATIVE (Jenkins, intro)

Alla smisurata messe di materiali a cui si accede in rete non corrisponde differenziazione

Le ICT, pur se così presenti, non consentono all’individuo di fare a meno delle istituzioniformative: non si può pensare che i “nativi digitali” possano autoeducarsi

L’apprendimento, attività complessa in un mondo complesso, non può più essereconfinato, nella società della conoscenza, ai tempi e le modalità della scuola

Cultura partecipativarisposta all’esplosione delle tecnologiedigitali e alla diffusione pervasiva dellaconnettività di rete. Si caratterizza perattivazione della capacità di rintracciare,editare, creare, scambiare contenuti mediali

Cultura convergentevecchi e nuovi media si scontrano,forme mediali generate basso edall’alto si incrociano dove il poteredella produzione mediale e quello delconsumo interagiscono in modiimprevedibili

Alla smisurata messe di materiali a cui si accede in rete non corrisponde differenziazionedegli approcci, ricchezza delle ipotesi interpretative, capacità di riconoscere bias rispetto aopinioni prevalenti che indichino un mutamento reale di paradigma

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Parte integrante di una cultura partecipativa, che Jenkins pone a fondamento della suariflessione, è avere un grado di alfabetizzazione che ci permette di padroneggiare lecompetenze tecniche, espressive e cooperative necessarie

Avere coscienza del linguaggio e del funzionamento dei media e delle nuove tecnologie ècondizione di base per l’esercizio del diritto di cittadinanza nel mondo in cui viviamo

Le politiche pubbliche non possono orientarsi solo nella direzione di garantire l’accesso alleICT: al centro devono restare le pratiche educative che hanno l’obiettivo di garantire unapartecipazione a pieno titolo ai processi sociali, politici e culturali del mondo

MEDIA EDUCATION E CULTURE PARTECIPATIVE (Jenkins, intro)

partecipazione a pieno titolo ai processi sociali, politici e culturali del mondo

Domesticazione (Silverstone, 1994): similmente a animali selvaggi, i media vanno“addomesticati”, acquisendo le competenze per renderli organici alla vita quotidiana percontrollarne pienamente i linguaggi

La risposta alla sfida della fluidità del sapere non si gioca sui contenuti ma sui metodi e glistili di apprendimento, valorizzando l’esperienza “spontanea” di contatto e manipolazionedei media da parte dei “nativi digitali” in rete includendole in un percorso educativo

Superamento di una doppia frattura: tra saperi e stili di apprendimento che non riesconoa intercettarli nella loro fluidità: tra generazioni, che sono separate dal diverso grado dipercezione dei media dovuto alle differenze anagrafiche

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PROCESSO DI DOMESTICAZIONE – COMPETENZE-CHIAVE

Competenze di base o dinavigazione:Conoscenza dellemodalità d’uso minime diogni strumento elinguaggio mediale (sms,whatsapp, browsers perinternet, ecc.)

Competenze diregolazione delletecnologieCapacità di proteggere egestire la propria privacy equella degli altri, di filtrarecontenuti falsi oinappropriati

Competenze di controlloAttività avanzate (gestireuna ricerca su un motoredi ricerca, chiudere unatransazione economica)

MEDIA EDUCATION E CULTURE PARTECIPATIVE (Jenkins, intro)

Non sembra più all’ordine del giorno, come in passato, puntare sulla funzione disupplenza della scuola nel colmare il divario digitale, quanto invece sulla qualitàdell’esperienza e delle competenze critiche

Competenze critiche: rispetto ai media lineari, come il cinema o la tv, la capacità didecodifica dei testi e di competenza dei linguaggi, anche all’attribuzione di senso allarealtà, si sviluppano in relazione alla più ampia capacità di sviluppo cognitivo e sociale

La riflessione è su come creare un processo di domesticazione relativo anche aimedia interattivi

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Classic literacyCompetenze relative allalettura e alla scrittura,rispetto al quale ilprocesso dialfabetizzazione èdetenuto in manierapressochè esclusivadall’istituzione scolastica

Genealogia delle competenze specifiche

Audiovisual literacyFa riferimento alla primagenerazione dei mediaanalogici ed elettronicicentrati sull’immagine inmovimento

Digital literacyEmersa con l’avvento deldigitale, indical’acquisizione di abilitàindispensabili per lamanipolazione delsoftware che dà accessoall’interazione con lerisorse

MEDIA EDUCATION E CULTURE PARTECIPATIVE (Jenkins, intro)

dall’istituzione scolastica

eXplorationLa capacità di ricercareselettivamente leinformazioni e acquisirecontrollo del propriopercorso diapprendimento

Le 3 X (Harel 2002)

eXpressionLa capacità di usare imedia digitali peresprimersi, rappresentaree comunicare conoscenzee idee

eXchangeLa capacità di porredomande, scambiare ideee lavorare con gli altri

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Nuovo ruolo del docente:I docenti sono sempre meno le “antenne trasmittenti” del sapere ma debbonoimparare a trasformarsi in architetti e interpreti degli ambienti e delle occasioni diformazione, operando un lavoro di:•raccordo tra le esperienze•Valutazione critica del loro contributo al progetto di crescita delle competenze•Sostegno e indirizzo al lavoro individuale e di gruppo•Inquadramento entro ambiti metodologicamente appropriati degli stimoli (eccentrici edisarticolati) apportati dai singoli

MEDIA EDUCATION E CULTURE PARTECIPATIVE (Jenkins, intro)

Discontinuità tra contesti di educazione formale e di educazione non formale

EDUCAZIONE FORMALE EDUCAZIONE NON FORMALE

istituzione Cultura popolare

conservazione sperimentazione

statico dinamico

provvisorietà radicazione

Astratte, standardizzate Localizzate, customizzate

“Hard” skills “Soft” skills

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MEDIA EDUCATION E CULTURE PARTECIPATIVE (Jenkins, intro)

Nella ricerca dell’equilibrio tra educazione formale e educazione non formale devonotrovare spazio tutte quelle abilità trasversali che devono essere incorporate nel flussodell’attività scolastica e rese complementari e funzionali all’apprendimento curricolare

• Gioco• Simulazione• Performance• Appropriazione(produsage)• Multitasking

New media literacycompito di garantire il pieno dispiegamento di quelprocesso di empowerment che consente a tutti igiovani l’esercizio di una cittadinanza attiva econsapevole nella società dell’informazione che sonochiamati ad abitare• Verifica delle fonti (problema della trasparenza)• Impatto del brand e dell’istituzione sulla raccoltadi queste informazioni• Coscienza delle conseguenze delle proprie sceltecomunicative (sfida etica)

• Multitasking• Conoscenza distribuita• Intelligenza collettiva• Giudizio critico• Navigazione• Transmedia• Networking• negoziazione

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PARTE II. IL NUOVO UTENTE NEL NUOVOSISTEMA MEDIALE

New media e processi formativi. I rischi di una nuova retoricaMedia education tra tensione difensiva e tensione democratizzanteMedia education tra tensione difensiva e tensione democratizzanteL’infanzia e i media. tra determinismo tecnologico e teoria euristicaIl nuovo spettatore/utente nel nuovo sistema medialeChi sono e come apprendono i nativi digitaliGiovani e nuovi media

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PASSIVITA’ DI RITORNO E L’ILLUSIONE DELL’UTENTE ATTIVO

Idealizzare l’uso dei media come necessariamente destabilizzante e “piacevole”significa rinunciare a capire come in esso si possano ugualmente annidare momenti dipassività, manipolazione, pregiudizio

Pur riconoscendo l’importanza della dimensione ludico-affettiva del consumo deimedia e pur postulando un pubblico “attivo”, si corre il rischio di elidere la relazionetra piacere e ideologia

NEW MEDIA E PROCESSI FORMATIVI: I RISCHI DI UNA NUOVA RETORICA (Buckingham 12)

I RISCHI DELLA DERIVA TECNOFILA (Postman 1993)

La scuola non deve prepararsi non solo a livello di abilità tecniche ma anche dalpunto di vista culturale poiché non è sufficiente favorire l’adattamento degli individuia questo paesaggio, occorre far si che essi vi interagiscano in maniera riflessiva eresponsabile (Rivoltella 2001)

L’introduzione dei media digitali sarebbe destinata a produrre, ipso facto, unapalingenesi della scuola. L’apporto del discorso critico della media education potrebbecontribuire a ridurre la “febbre tecnologica” che ha portato policy makers, educatori eaziende a credere che la semplice adozione di nuove tecnologie sia condizionenecessaria e sufficiente al cambiamento.

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APPROCCIO METACOGNITIVO E “CRITICAMENTE CREATIVO” VS PROTEZIONISMO

Si tratta piuttosto di dare ai minori gli strumenti e la preparazione necessari affinchèessi possano, autonomamente e attivamente, partecipare alla cultura mediale che licirconda e da cui essi traggono orientamento per la costruzione della propria

I media digitali richiedono un’attenzione critica, ma non perché bisogna proteggere iminori dai pericoli dei media digitali. Ricadremmo in un atteggiamento difensivistico emoralizzatore i cui limiti sono stati ampiamente dimostrati.

NEW MEDIA E PROCESSI FORMATIVI: I RISCHI DI UNA NUOVA RETORICA (Buckingham 12)

circonda e da cui essi traggono orientamento per la costruzione della propriasoggettività individuale e sociale.

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MEDIA EDUCATION TRA TENSIONE DIFENSIVA E TENSIONE DEMOCRATIZZANTE (Buckingham 27)

APPROCCIO DIFENSIVO

protezione

teoria ipodermica/approccio positivista-normativo

educazione ai media come “vaccino” (anni50)

APPROCCIO DEMOCRATIZZANTE

preparazione/acquisizione di competenze

post-strutturalismo/approcciosemiotico/riflessivo (anni 70)

educazione ai media come educazione allaconoscenza - acquisizione di competenze

idea di cultura alta ed esclusiva/censura

difendere dal pervasivo

accento sul ruolo del docente cometrasmettitore di conoscenze (approcciofrontale)

apprendimento passivo

idea di cultura alta insieme alla culturapopolare

educare al bello

accento sul ruolo della classe comeinsieme di oggetti pensanti/docente comefacilitatore (approccio non frontale)

apprendimento “critico-creativo”

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Tapcott: vede questa evoluzione, che genera confusione tra infanzia e età adulta, intermini positivi come una possibile liberazione dei giovani attraverso la rete e inopposizione alla tv. Approccio caratterizzato da ingenuità e innatismo, che vuole legiovani generazioni “naturalmente predisposte” a interagire con la rete e quindi menoa rischio di manipolazione.

Postman: la tv è un mezzo di rivelazione totale che sta “uccidendo l’infanzia”.Approccio caratterizzato da determinismo tecnologico (la tecnologia producecambiamento sociale indipendentemente da come la si usa) e essenzialismopedagogico (ritorno a una pretesa età dell’oro che deve essere assicurata dalla scuolacome ultimo baluardo contro la pervasività della tecnologia)

L’INFANZIA E I MEDIA. TRA DETERMINISMO TECNOLOGICO E TEORIA EURISTICA (Buckingham 38)

Questa dialettica si staglia sullo sfondo di un grande cambiamento culturaleglobale che, tendenzialmente, vede un modificarsi dei rapporti di autorità trabambini e adulti.

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TRASFORMAZIONE TRANS-GENERAZIONALE NEL RAPPORTO CON I MEDIA

Eterogeneità radicale nel rapporto con i media tra la generazionedei padri (e degli insegnanti) e la generazione dei figli

IL NUOVO SPETTATORE/UTENTE NEL NUOVO SISTEMA MEDIALE (Buckingham 171)

Al posto della accessibile “cultura comune” della televisione tradizionale, i giovani siconfrontano oggi con una vasta proliferazione di scelte tra i media molte delle quali anoi incomprensibili, se non inaccessibili

Condivisione: non possiamo dare per scontato che queste esperienze vengano condivise,Condivisione: non possiamo dare per scontato che queste esperienze vengano condivise,e in quale modo, tra i giovani, figurarsi immaginarle di condividere con noi

Impossibile contare su un semplicistico rapporto di “politica dell’identità” come accadevanelle teorie classiche dei media secondo cui le immagini dei media hanno conseguenzeprecise e prevedibili sulla percezione che i ragazzi hanno del loro posto del mondo

Nonostante gli insegnanti che lavorano sui media debbano e vogliano tenere il passocon gli entusiasmi dei loro studenti, non possono sperare di arrivare a sapere più diquanto già non sappiano. Le logiche del mercato, che contribuiscono a educarel’utente alla fruizione, hanno costruito un meccanismo così rigido di segmentazione etargettizzazione del pubblico tale che oggi non è affatto detto che gli uni conoscanoanche solo minimamente ciò che guardano gli altri

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Crescente mobilità edeterogeneità dellesocietà postmoderne

IL NUOVO SPETTATORE/UTENTE NEL NUOVO SISTEMA MEDIALE (Buckingham 171)

Cambiamento deimodelli tradizionali dilavoro e vita domestica

Frammentazione deigruppi sociali

Perdita di fiducianell’autoritàistituzionalizzata

Spazio pubblicosaturato dai media diogni genere

Nuovi modi dicostruzione dell’identitàculturale

L’identità non è più una specie di “diritto di nascita”, qualcosa di determinato dallaposizione sociale o dalle condizioni di vita; l’identità è diventato qualcosa di più fluido(Bauman). L’attuale cultura di consumo fornisce una serie diversificata di “risorsesimboliche” che possono essere usate dagli individui per costruire la propria identità eper definire il proprio stile di vita. La formazione dell’identità, dunque, non è più vistacome un inesorabile processo di socializzazione ma come un processo in cui gli individuisono attivi e consapevoli.

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IL NUOVO SPETTATORE/UTENTE NEL NUOVO SISTEMA MEDIALE (Buckingham 171)

Il docente che lavora oggi con i media deve confrontarsi con le esperienze che i giovanihanno dei media ma soprattutto devono riconoscere quanto tali esperienze sianodiverse dalle loro e che queste esperienze possono avere implicazioni teoriche tantoampie quanto le esperienze che ne fanno gli adulti

ESEMPIO: TRADIZIONE FEMMINISTA E CORPO DELLE DONNEL’analisi degli stereotipi e della “mercificazione oppressiva” del corpo della donna, unodei capisaldi delle teorie femministe, non riesce a legare con l’attuale concezioneproposta dai media e non aiuta a capire il fascino esercitato sui giovani da modellifemminili basati sulla rottura di questi stereotipi e sull’esibizione del corpo e che nontrova legame con l’ “insistente espressione del corpo” di alcune studentesse (Funge)

Non sono solo i media ad essere cambiati, sono le modalità nelle quali i più giovani sirelazionano con i media ad essere cambiate (interpretazione, impegno, investimento)

Sarebbe ingenuo non credere che tutti gli spostamenti e le trasformazioni nelleesperienze delle donne degli ultimi decenni non si riflettessero nei rapporti che hanno iragazzi con i media

Nuova fase in cui le interpretazioni multiple, le contraddizioni, il disinteresse verso ogniforma di dogma sono diventate la norma

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CHI SONO E COME APPRENDONO I NATIVI DIGITALI (Jenkins, 31)

LE AREE DI IMPATTO DELLA RIVOLUZIONE DIGITALE SUGLI STILI DI APPRENDIMENTO

Forte crescita dei comportamenti di esplorazione nell’apprendimento (anche sequesta ricerca, in virtù della simultanea presenza su più media e piattaforme rischia dischiacciare sulla superficialità) rispetto ai comportamenti acquisitivi e passivi diricezione dei contenuti

Naturale fluency che porta a vedere Internet e il web come il medium fondamentaleper ricercare, acquisire e condividere i contenuti del sapere

Rilevante aumento dei comportamenti di collaborazione e partecipazione tramite glistrumenti della rete

Forte tendenza a privilegiare l’espressione della propria identità e delle proprie ideeattraverso strumenti quali i social network o il micro-blogging

Sono gli stessi nuovi stili cognitivi che stanno emergendo dalla configurazione tecno-sociale del “capitalismo internazionale” e dalla “cultura della convergenza” a renderepiù urgenti e attuali le istanze del costruttivismo pedagogico e la necessità di unanuova e più capillare “personalizzazione degli stili di apprendimento”

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CHI SONO E COME APPRENDONO I NATIVI DIGITALI (Jenkins, 31)

Il percorso di appropriazione mediale dei “nativi digitali” è, spesso, lontano e distonicodagli stili di insegnamento della scuola: “Questa generazione mostra comportamenti diapprendimento differenti dalla generazione precedente, in particolare, apprendereattraverso schemi, icone, suoni, giochi, navigazioni virtuali e in costante contatto con ilgruppo dei pari significa sviluppare comportamenti di apprendimento non lineari”(Veen)

LE CARATTERISTICHE DEL NUOVO AMBIENTE DI APPRENDIMENTO-Pluralità di strumenti e piattaforme di conoscenza e comunicazione- multitasking come comportamento di appropriazione mediale- risoluzione del sovraccarico cognitivo attraverso uno “zappingconsapevole” tra un medium e l’altroconsapevole” tra un medium e l’altro- apprendimento per esperienza e per approssimazione- approccio personale, empirico e non dogmatico all’apprendimento- pedagogia dell’errore vs approccio storico/sistematico/sequenziale- la simbiosi con i media partecipativi rende l’apprendimento unprocesso attivo e sociale

Gli effetti combinati della rivoluzione del digitale e del web 2.0 sui sistemi educativi siconcretano in una loro radicale trasformazione che tende a riorientarli verso unastruttura formativa che privilegia un approccio centrato sullo studente.

CAMBIO DI PARADIGMA CONOSCITIVOParadigma “abduttivo” di Pierce che sostituisce il paradigma “induttivo” di Galileo o ilparadigma “deduttivo” di Aristotele

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RAGIONAMENTO DEDUTTIVOSi tratta sicuramente del ragionamento più famoso della logica, reso celebre dapersonaggi letterari e televisivi memorabili, come Sherlock Holmes, il tenente Colombofino al più recente dottor House.

REGOLA: Tutte le palline provenienti da quel cesto sono bianche.CASO: Queste palline provengono da quel cesto.RISULTATO: (certamente) Queste palline sono bianche.

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RISULTATO: (certamente) Queste palline sono bianche.

Come si può vedere dalle due premesse segue una conclusione logica, per cui se Aimplica B, ed è dato A, allora ne consegue che B.

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RAGIONAMENTO INDUTTIVOIl ragionamento induttivo è il tipo di ragionamento a cui ci affidiamo più spesso e chel’uomo utilizza per la creazione di modelli fisico-matematici atti a spiegare la realtà.

RISULTATO: Queste palline sono bianche.CASO: Queste palline provengono da quel cesto.REGOLA: (evidentemente) Tutte le palline di quel cesto sono bianche.

Come si può notare il ragionamento induttivo tenta di prescrivere una regola alla

CHI SONO E COME APPRENDONO I NATIVI DIGITALI (Jenkins, 31)

Come si può notare il ragionamento induttivo tenta di prescrivere una regola allarealtà. Da un punto di vista logico il ragionamento induttivo afferma che se A implica Ballora dato B ne consegue A. È un ragionamento scorretto formalmente, perché nonanalizza alcune possibilità lampanti. Ciò che rende impreciso il ragionamento induttivoè che parte dal caso particolare per raggiungere una regola generale laddove questaregola non sia data. Si tratta però di un ragionamento affascinante perché permette difare delle scoperte interessanti, al contrario di quello deduttivo. Il mondo della scienzaè arrivato dove è arrivato grazie a ragionamenti induttivi e questo prova anche la lorofalsificabilità (cioè è sempre possibile scoprire un giorno un caso che falsifica la regola).

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RAGIONAMENTO ABDUTTIVO

RISULTATO: Queste palline sono bianche.REGOLA: Tutte le palline in quel cesto sono bianche.CASO: (probabilmente) Queste palline provengono da quel cesto.

Come si può vedere siamo di fronte ad un ragionamento diverso da quello induttivo,perché non prescriviamo nessuna regola alla natura, ma semplicemente, basandoci suun caso e su una regola, raggiungiamo conclusioni su un caso particolare.Nell’induzione sappiamo, almeno per certo, che almeno un caso si confà alla regola.Nell’abduzione non è affatto detto, perché le palline possono provenire da qualsiasi

CHI SONO E COME APPRENDONO I NATIVI DIGITALI (Jenkins, 31)

Nell’abduzione non è affatto detto, perché le palline possono provenire da qualsiasialtra parte che non siano proprio il cesto in questione.Mi viene in mente qui lo schema di un ragionamento effettuato da House in unapuntata della serie e che può essere riassunto come segue. Un paziente manifesta isintomi A e B. Se avesse una certa malattia avrebbe i sintomi A, B e C. Il paziente haquella malattia. In questo caso, come si può vedere, House è disposto a inventarsi, disana pianta, un sintomo in più nella possibilità di creare un modello che rendaplausibile i sintomi del paziente. Ma il sintomo C non c’è nel paziente, è unacongettura di House. In pratica, nel ragionamento abduttivo si inventano dei dati,affinché il quadro torni. In un certo senso il ragionamento abduttivo è la ricerca di unmodello che spieghi i casi singoli, ma non è la prescrizione di una regola alla natura(perché la regola dice che ci dev’essere anche il sintomo C).

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LA MEDIA EDUCATION AL TEMPO DI INTERNET 2.0Sostenitori: rete – universo acefalo e “libero” – ampia circolazione – accessoimmediato – democratizzazione del sapereCritici: rete – universo manipolabile – potere – omologazione/standardizzazione -carattere illusorio della libertà di espressione (offrire alle persone una crescentepossibilità di vedere sempre le stesse cose) - manipolazione (non è casuale che leprincipali teorie complottiste siano nate proprio con la rete: la percezione stessa di unmedium aperto, libero, che può svelare qualsiasi verità influisce sulla natura deimessaggi)Chimera del narrowcasting e della televisione multicanale: il mainstream non è mai

GIOVANI E NUOVI MEDIA

Chimera del narrowcasting e della televisione multicanale: il mainstream non è maistato così forte!

• La rete universo decentralizzato, acefalo• Frammentazione e individualismo negli utenti – lettura postmoderna (Bauman)• Carattere illusorio dell’interattività: se non sei coinvolto sei escluso, ma se partecipientri in una spirale illusoria: credi di aver voce in capitolo ma in realtà non è così• Protagonismo e smarrimento, nuove frontiere dell’EsserCi• confini incerti tra dimensione privata e dimensione pubblica• non sussiste più la suddivisione tra universo dei media e universo reale, i mediasono parte dell’universo reale e “producono realtà”

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GIOVANI E NUOVI MEDIA

I media stanno probabilmente cambiando la nostra antropologia. Si tratta diuna percezione sempre più chiara già a partire dall’età della televisione, masoprattutto dopo l’avvento di Internet e delle sue applicazioni,in modo particolare i Social Network, e la diffusione della telefonia mobilecon i mille servizi che essa è in grado di offrire.Quali sarebbero i tratti caratterizzanti di questa nuova antropologia? Siraccolgono attorno ad almeno tre coppie di elementi:

REALE / VIRTUALE

IDENTITA’ / SPERSONALIZZAZIONE

SUPERFICIE / PROFONDITA’

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REALE / VIRTUALEil “mondo della rete” finirebbe per contrapporsi a quello reale, comportando una fratturatra la vita come essa è e il suo surrogato schermico. Educativamente si possonoricondurre a questo tema la preoccupazione per il troppo tempo passato dai ragazzi con letecnologie, il sospetto che il loro mondo finisca per diventare quello dei videogiochi e dellechat, la perdita di realtà che deriva da una situazione in cui i soggetti tendenzialmentepossono sapere tutto quello che accade nel mondo ma poi non riescono più ad avere

GIOVANI E NUOVI MEDIA

possono sapere tutto quello che accade nel mondo ma poi non riescono più ad avereesperienza diretta della vita “offline”.

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IDENTITA’ / SPERSONALIZZAZIONELa scena attuale della comunicazione è fatta di una pluricollocazione e di unascomposizione dell’io: il cellulare ci consente di trovarci in un luogo e di continuare agestire processi che avvengono invece in un altro, come se fossimo in entrambe; il SocialNetwork ci offre la possibilità di moltiplicare le rappresentazioni del nostro io, con ilrisultato che possiamo essere persone diverse in spazi di comunicazione diversi.

GIOVANI E NUOVI MEDIA

risultato che possiamo essere persone diverse in spazi di comunicazione diversi.Educativamente la preoccupazione è per un io sempre più estroflesso, che comunica contutti anche le sue questioni più intime, ma che poi rischia di non sapersi più relazionare inpresenza.

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SUPERFICIE / PROFONDITA’Il “nativo digitale” conosce le tecnologie, le domina, le usa con una velocità che l’adultonon riesce a riprodurre. Non solo. Le usa “in parallelo”: ascolta musica, con il cellulareacceso, mentre legge un libro e chatta con gli amici in MSN. Si chiama multitasking econfigura una competenza specifica che consiste nel prendere e lasciare con una grandevelocità di esecuzione compiti cognitivi che si stanno portando avanti allo stesso tempo.

GIOVANI E NUOVI MEDIA

velocità di esecuzione compiti cognitivi che si stanno portando avanti allo stesso tempo.L’educatore si chiede dove sia finito il tempo della riflessione, la lentezza che serve aponderare le cose, ad andare in profondità riguardo ai fenomeni. E teme che l’uomonuovo sia rapido ma superficiale.

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PARTE III. MEDIA LITERACY: COMPETENZE ESTRATEGIE DIDATTICHE

Il concetto di Media LiteracyIl concetto di Media LiteracyStrategie didatticheConclusioni. Verso una digital literacy

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IL CONCETTO DI MEDIA LITERACY (Buckingham 73)

Qualcosa che esula dalla mera comprensione micro-testuale (riconoscimento di unostilema linguistico) o da un approccio funzionale (es. meccanismi di utilizzo tecnico),ma che si proietta come una meta-competenza di analisi macro-testuale

È inserita nel contesto sociale della vita degli individui, dipende dagli immaginariculturali, dall’accessibilità ai media, dal rapporto instaurato con i media nella societàdi riferimento, dalle altre forme di alfabetizzazione che ad essa si abbinano(multiliteracies)

Ruolo del contesto nella media education: la sfera sociale delle persone, degliamici e conoscenti, ci permette di acquisire competenze su un medium. Inoltre, ilmedium stesso attraverso l’atto stesso di produrre discorso esercita un movimentoalfabetizzante su chi guarda

Alfabetizzazione non come un che di definitivo, un bagaglio di competenzedefinitivo, ma come un qualcosa di fluido, che si evolve quotidianamente conl’evolversi dell’universo mediatico – partire dalla consapevolezza che non sussistepiù la suddivisione tra universo dei media e universo reale, ma che i media sonoparte dell’universo reale e producono realtà.

(multiliteracies)

UNA DEFINIZIONE DI MEDIA LITERACYLa media literacy è una forma di alfabetizzazione critica. Implica capacità di analisi, divalutazione e di riflessione critica. Comporta l’acquisizione di un metalinguaggio comemezzo di descrizione di forme e strutture di diverse modalità di comunicazione; e prevedeun’ampia comprensione dei contesti sociali, economici e istituzionali della comunicazione, ecome tutto ciò incide sull’esperienza e sulla vita delle persone (Luke)

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SCHEMA DI COMPETENZE-CHIAVE PER LA MEDIA EDUCATION

IL CONCETTO DI MEDIA LITERACY (Buckingham 73)

PRODUZIONE LINGUAGGIO RAPPRESENTAZIONE PUBBLICO

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PRODUZIONE

IL CONCETTO DI MEDIA LITERACY (Buckingham 73)

• tecnologiaquali tecnologie vengono usate per produrre i contenuti?E per distribuirli?• Pratica professionalechi realizza questi contenuti?In cosa consiste il suo lavoro?Come avviene il lavoro in équipe?• Industriachi è il proprietario dei contenuti?Qual è la filiera che segue la produzione di un contenuto?Qual è la filiera che segue la produzione di un contenuto?In che modo queste aziende creano profitto attraverso la produzione diquel contenuto?• Collegamenti tra mediain che modo le aziende usano i contenuti su media diversi?• Regolamentazionechi controlla la produzione e la distribuzione dei contenuti sui media?C'è una legislazione in merito?• Circolazione e distribuzionein che modo questi contenuti giungono al pubblico?In che misura i pubblico può scegliere di quali contenuti fruire e come?• Accesso e partecipazionequali sono le voci a cui i media danno spazio? E perchè?Quali sono le voci che ne sono escluse? E perché?

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IL CONCETTO DI MEDIA LITERACY (Buckingham 73)

LINGUAGGIO

• significatiin che modo ogni medium declina il proprio linguaggio per produrre senso,comunicare idee?• Convenzioniin quale modo l'uso che si fa di un linguaggio genera forme e stilemi che entranoa far parte dell'immaginario collettivo e diventano familiari, comprensibili econdivisi a livello collettivo?• Codiciin che modo vengono stabiliti i codici che regolamentano l'espressione dei media?Possono essere infranti? In quali circostanze?Possono essere infranti? In quali circostanze?• Generiin che modo queste convenzioni operano nei vari generi dei media audiovisivi (es. igeneri televisivi come il telegiornale, il talent show ecc. o i sotto-generi di unlinguaggio, come ad esempio l'horror, il western ei generi cinematografici)?• Sceltein cosa consiste il principio della scelta autoriale nella produzione di un contenuto?In che modo tale scelta influisce sul contenuto?• Combinazioniin che modo la combinazione di più livelli di rappresentazione (immagine, suono,parole) agisce sulla forma del contenuto?• tecnologiaIn che modo la scelta e il gradiente tecnologico influiscono sul contenuto?

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IL CONCETTO DI MEDIA LITERACY (Buckingham 73)

RAPPRESENTAZIONE

• Realismoquesto testo intende essere realistico?Perchè questo testo mi appare più realistico di altri?In che modo i testi costruiscono il proprio realismo?• Veritàin che modo i media dichiarano di dire la verità?Come costruiscono la propria autenticità?• Presenza/assenza (agenda setting)cosa viene incluso e cosa viene escluso dall'agenda dei media?Con quali criteri viene fatta questa scelta?• Parzialità/obiettivitài media sostengono delle visioni del mondo?i media sostengono delle visioni del mondo?I contenuti intendono trasmettere dei valori?In che modo?• Stereotipiin che modo i media rappresentano certi gruppi sociali?Con che criteri si sceglie il modo in cui vengono descritti?È una rappresentazione accurata o trasandata?• Interpretazionii media producono un'interpretazione nel raccontare ciò che raccontano?I media propongono alcune interpretazioni come vere e altre come false?In che modo vengono proposte queste interpretazioni?Con quali criteri si sceglie di proporre alcune interpretazioni come vere altre come false?• Influenzele interpretazioni date dai media influiscono sulla nostra visione rispetto ai temi discussi?

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IL CONCETTO DI MEDIA LITERACY (Buckingham 73)

PUBBLICO

• targetin che modo i media si rivolgono ai vari target differenti di pubblico?In che modo viene stabilito e definito questo target?• Indirizzoin che modo i media si rivolgono al pubblico?Quale considerazione hanno i media del proprio pubblico?• Circolazionein quale modo i media raggiungono il pubblico?Come fa il pubblico a conoscere la proposta dei media?• Fruizione• Fruizionein quale modo i media vengono fruiti nella vita quotidiana?Attraverso quali mezzi?Con quali modalità d'uso?• Interpretazionein che modo i media interpretano il pubblico?Come viene recepito dal pubblico il messaggio dei media?• Gradimentoche tipo di piacere ottiene il pubblico da un contenuto?In che modo si definisce cosa può piacere al pubblico o parte di esso e cosa no?• Differenze socialiin che modo influisce l'appartenenza a una fascia sociale sulla definizione di una fascia dipubblico come target di un determinato contenuto?

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COMPETENZE DI BASE

Use (Technical skills related to the relationship between the individual and the media as a platform) Understanding simple technical functions Decoding interfaces Understanding complex technical functions Adapting and personalizing interfaces Searching and choosing technical information, devices and configurations Converting informal procedural knowledge into deductive, formal and declarative knowledge (tutorials, guides, etc.) Critical awareness of technical issues Critical understanding (Cognitive skills related to the relationship between the individual and themedia content or message)

Understanding media content and functioning Coding and decoding Critically evaluating, comparing and contrasting information and media text Exploring and searching information actively Summarising Synthesising Remixing and recycling media content

Knowledge of media and media regulationKnowledge of media and media regulation Critically evaluating opportunities and restrictions, pluralism conditions, regulations, laws, rules and rights of media production Appreciating conceptual frameworks provided by media studiesUser behaviour Developing strategies of information use Communicate (Communicative and participative skills related to the relationship between theindividual and other individuals established through personal use of the media)

Social relations Making and maintaining contact through media and social media Following trends relayed by the media (mimesis) and peer groupsParticipation in the public sphere Maintaining participation with group that shares common models Using social media to manage strategically contacts with others through pragmatic acts Adopting appropriate presentations of identity (avatars and profiles) Interacting with multiple institutions appropriately

Content creation Sharing commonly created devices Fostering active collaborative work and cooperation Solving problems through active cooperation and collaboration Conceptualising, creating and producing new media texts

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Competenze specifiche (Jenkins, cap 5)Competenze specifiche (Jenkins, cap 5)

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STRATEGIE DIDATTICHE (Buckingham 90)

analisi del testo: descrizione del testo, analisi del significato, espressione di ungiudizio

analisi del contesto: analisi degli elementi paratestuali (titoli di testa e di coda),ricerca di informazioni in merito al contesto produttivo, ricerca sulla ricezione di queltesto da parte del pubblico

casi di studio: analisi sulla produzione, il marketing e il consumo di un testo; studiocrossmediale (come vari media utilizzano lo stesso evento in diversi modi); studiodel pubblico (ricerche in scala su certi segmenti di pubblico); studio specifico sudel pubblico (ricerche in scala su certi segmenti di pubblico); studio specifico suun'azienda e sulle sue politiche editoriali.

Trasposizione: casi di contenuti trattati su due o più diversi media e/o rivolti adifferenti segmenti di pubblico. L'approccio può essere analitico, cioè basatosull'analisi dei contenuti, per arrivare a dedurre modalità in cui vengono trattati Icontenuti originali (ad esempio, come si modificano le trame originali a seconda cheda un libro venga tratta una serie o un film) o ricorrenze e stereotipi (larappresentazione di determinati gruppi umani come I migranti o ad esempiol'omosessualità) oppure l'approccio può essere pratico, basato sull'adattamento diun contenuto diversi media.

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STRATEGIE DIDATTICHE (Buckingham 90)

Simulazione: una forma del gioco di ruolo nella quale i ragazzi sono chiamati asimulare uno o più passaggi della filiera (ad esempio simulare il lavoro di produttori,simulare la composizione di un palinsesto televisivo, simulare la scaletta di untelegiornale e la sua realizzazione)

produzione: la traduzione di competenze teoriche in competenze pratiche è parteintegrante di un processo organico di media education. Tuttavia, alcuni mediaintegrante di un processo organico di media education. Tuttavia, alcuni mediaeducators hanno avanzato l'ipotesi che i percorsi pratici siano meno educativi deipercorsi alfabetizzanti perchè risultano essere solo delle imitazioni o scimmiottamentidei modelli e degli immaginari. Invece, è emerso che anche per imitare uno stilebisogna comunque porsi delle questioni di ordine teorico e linguistico ed è possibileassumere un atteggiamento critico. L'avvento della tecnologia digitale ha reso piùsemplice e accessibile la produzione di contenuti in contesti educativi. Integrazione trapercorsi di analisi del film, analisi critica compiuta nelle altre materie e percorsicreativi, che devono poggiarsi sui percorsi di alfabetizzazione.

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VERSO UNA DIGITAL LITERACY

I nuovi media devono, in qualche modo, insegnare le abilità che servono ad utilizzarli einterpretarli. L’uso quotidiano implica una serie di processi di apprendimento informaliin cui i partecipanti sono simultaneamente insegnanti e allievi. I bambini imparano ausare questi media perlopiù per tentativi ed errori attraverso l’esplorazione, lasperimentazione e il gioco

Anche il videogame ad esempio, è una forma di attività multialfabetizzante: implical’interpretazione di vasti ambienti visivi tridimensionali, la lettura di testi sullo schermoe al di fuori e l’elaborazione di informazioni visive e uditive. Nel mondo deivideogiochi il successo deriva dall’acquisizione disciplinata e impegnata di abilità econoscenze

Allo stesso modo, la partecipazione alle chat richiede abilità specifiche nel linguaggio enella comunicazione interpersonale. I ragazzi devono imparare a interpretare sfumaturesulla base di indizi minimi. Devono imparare le regole e l’etichetta della comunicazioneonline e sapersi spostare tra generi e registri di linguaggio. Anche in questo caso moltodell’apprendimento è portato avanti senza un insegnamento esplicito: implical’esplorazione attiva, l’imparare facendo, l’apprendistato piuttosto che l’istruzione diretta

Paragonato a queste impegnative esperienze che i ragazzi fanno con i media al di fuoridella scuola, molto del lavoro fatto in classe diventa necessariamente poco stimolante.Anche in questo caso si nota un divario tra gli stili di apprendimento coltivatinell’istruzione formale e quelli che caratterizzano le esperienze extra-scolastiche

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VERSO UNA DIGITAL LITERACY

Sarebbe, tuttavia, falso fingere che i ragazzi siano utenti competenti dei nuovi media. Iragazzi hanno il vantaggio di una “fiducia naturale” nel rapporto con la tecnologia

Ad esempio, l’anonimato e il facile accesso permesso dal web consentono ladisseminazione di una serie di informazioni false e inaffidabili. Il web dà la possibilitàsenza precedenti di diffondere voci e bugie, con conseguenze potenzialmente moltopericolose

Come con i vecchi media, i ragazzi devono essere messi nelle condizioni di fare dellescelte consapevoli per conto proprio e di proteggere sé stessi e darsi una disciplina. Ecosì, come l’alfabetizzazione tradizionale implica il leggere e lo scrivere, l’alfabetizzazionedigitale deve prevedere la produzione creativa nel linguaggio dei nuovi media così comeun consumo critico.

pericolose

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VERSO UNA DIGITAL LITERACY

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