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Pag. 1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL’INSUBRIA - VARESE Facoltà di Scienze MM. FF. NN. CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN SCIENZE E TECNICHE DELLA COMUNICAZIONE Impronte digitali. Indagine di campo sul rapporto tra tecnologie digitali e mutazioni identitarie. Relatore: Prof. Claudio BONVECCHIO Correlatore: Prof. Graziano MARTIGNONI Tesi di Laurea di: Cristina BRALIA Matricola n. 616665 Sessione Straordinaria Anno Accademico 2010/2011

I Pionieri Digitali

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ricerca di Cristina Bralia

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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELL’INSUBRIA - VARESE

Facoltà di Scienze MM. FF. NN.

CORSO DI LAUREA SPECIALISTICA IN

SCIENZE E TECNICHE DELLA COMUNICAZIONE

Impronte digitali.

Indagine di campo sul rapporto tra tecnologie

digitali e mutazioni identitarie.

Relatore: Prof. Claudio BONVECCHIO

Correlatore: Prof. Graziano MARTIGNONI

Tesi di Laurea di:

Cristina BRALIA

Matricola n. 616665

Sessione Straordinaria

Anno Accademico 2010/2011

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I ragazzi delle superiori frequentano prevalentemente le scuole di

Varese, Busto Arsizio, Luino, Sesto Calende, Tradate, Gallarate,

Gazzada, Castellanza. Numerose presenze segnano il superamento

della provincia di Varese: Arconate, Arese, Bergamo, Brescia, Cantù,

Cernusco sul Naviglio, Cinisello B., Como, Corsico, Milano. Il tam

tam digitale, l’esposizione in bacheca da parte dei ragazzi del link

all’indagine, ha condotto l’esplorazione al di fuori dei confini della

stessa regione Lombardia, infatti hanno risposto: Ascoli Piceno, Bari,

Cagliari, Chieti, Firenze, Francavilla Fontana, Padova, Suzzara,

Teramo, Udine e Venezia.

‘85 ‘86 ‘87 ‘88 ‘89 ‘90 ‘91 ‘92 ‘93 ‘94 ‘95 ‘96 ‘97 ‘98 ‘99

8 3 3 13 18 25 30 48 114 90 93 35 24 2 1

Grafico 1

6.2 – Indagine adulti

L’indagine destinata agli adulti è intitolata “Migranti o Pionieri

digitali?”. L'indagine è composta da una presentazione iniziale,

seguita da quattro sessioni di domande comuni ed un ultimo gruppo

destinato solo agli insegnanti e i formatori. Nel dettaglio:

Presentazione dell'intervistato

Web e tecnologie della comunicazione (6 gruppi di domande)

Questione di abitudini (6 gruppi di domande)

Tecniche di vita (6 gruppi di domande)

Pag. 119

Come pensi? (5 gruppi di domande)

Speciale per insegnanti e formatori (4 gruppi di domande).

All’indagine hanno aderito 248 persone rappresentate dal 25% di

uomini e 75% di donne. Il 98% degli intervistati ha cittadinanza

italiana. Dal punto di vista del livello culturale il campione è

eterogeneo ed abbraccia tutte le casistiche. Nel dettaglio:

Titolo di studio Intervistati Percentuale

Specializzazione post laurea 2 1%

Master 2 1%

Dottorato 4 2%

Laurea 124 50%

Laurea breve 12 5%

Diploma scuola superiore 82 33%

Licenza media 4 2%

Non danno indicazioni 18 7%

Totale 248 1%

Tabella A

Come riportato nel grafico 9, l’oscillazione delle età degli intervistati

va dai nati nel 1944 al 1984.

43-50 51-55 56-60 61-65 66-70 71-75 76-80 81-84

9 31 51 51 38 41 12 12 Grafico 1

Pag. 120

Dato che i nativi sono cresciuti con il computer nelle proprie case e

scuole, è sembrato significativo indagare sul campione degli adulti

onde comprendere la familiarità nel tempo relativamente all’uso del

computer e della connessione ad Internet. I due grafici di seguito

riportati sintetizzano la situazione.

Grafico 2

Grafico 3

Ben il 50% degli intervistati utilizza i computer da almeno 15 anni,

solo il 13% non raggiunge i 10 anni. Per quanto concerne l’uso di

Internet e del Web, il 30% li utilizza da almeno 15 anni così come il

22% non raggiunge i 10 anni. Significativo, in questa lettura, il

tassello corposo al 34% di fruitori intermedi e cioè tra 10 e 15 anni;

anche in un lasso di tempo decennale ci si aspetta che le

competenze acquisite siano almeno buone.

In tabella G viene riepilogato il quadro professionale espresso dal

campione. Sono state indicate solo delle macro aree in modo da non

entrare in dettagli non pertinenti rispetto alla ricerca, reputando

sufficiente inquadrare un’appartenenze di massima alle aree offerte

durante la compilazione del questionario.

Pag. 121

Professione intervistati percentuale

Insegnante 166 75%

Impiegato informatico 9 4%

Impiegato commerciale 8 4%

Imprenditore in altro settore 4 2%

Imprenditore settore informatico 1 0%

Altro 32 15%

Tabella B

I tre quarti degli adulti intervistati sono degli insegnanti. Questo

aspetto, voluto, ha consentito di verificare, con un’apposita scheda

suppletiva nel questionario destinata a docenti e formatori, quali

sono oggettivamente gli ambienti in cui si incontrano nativi e

immigrati/pionieri digitali, verificare la natura del profilo dei docenti

con i quali i nativi crescono e lavorano.

Indicando il proprio sesso e l’ordine di scuola presso la quale

esercitano, i docenti si sono così rappresentati:

Ordine di scuola maschi femmine totale

Scuola dell'infanzia - 4 4

Scuola primaria 3 47 50

Scuola secondaria di primo grado 4 28 32

Scuola secondaria di secondo grado 13 41 54

Università e progetti speciali 1 1 2

Non specificano 5 19 24

Totale docenti 26 140 166

Tabella C

Il target di riferimento per i docenti cambia, ovviamente, in base

all’ordine di scuola.

Ritornando alla distinzione in nativi digitali spuri, millennials e nativi

digitali puri, dal grafico 12 si evince che oltre la metà degli

insegnanti, che ha precisato l’ordine di scuole di appartenenza,

lavora con i nativi digitali puri.

Pag. 122

target docenti percentuale

nativi digitali puri 86 51,81%

millenials e digitali spuri 56 33,73%

non specificato 24 14,46%

Grafico 4

Nel questionario è stata proposta una sintetica definizione, riportata

di seguito, dei profili di nativo digitale, migrante o immigrante

digitale e l’idea di un pioniere digitale.

Figura 11- Spiegazione nel questionario per gli adulti

Pag. 123

La percezione degli intervistati porta al delinearsi del quadro

rappresentato in grafico 13, dove risponde l’88% degli intervistati:

Grafico 5

Si può affermare, in tal senso, che oltre il 70% non si percepisce

come un semplice migrante ma, di essi, il 50% si vede come una via

di mezzo o come un vero e proprio pioniere del mondo digitale

(rispettivamente 50% e 50%).

6.3 – Profili a confronto

Come verrà ripreso dettagliatamente nel capitolo 6 che sintetizza i

risultati delle indagini condotte, il campione ha registrato 507

presenza per quanto concerne i giovani e 248 per gli adulti.

In uno dei primi passaggi dell’indagine ha cercato di delineare quelle

che sono le reali competenze informatiche, il livello di

alfabetizzazione auto percepito da parte degli intervistati. Le

risposte possibili, rispetto all’utilizzo di una certa tecnologia erano:

per nulla, saltuariamente, molto e moltissimo. Il quadro che ne

emerge non segnala evidenti competenze superiori da parte dei

nativi digitali; più spesso sono gli adulti a dichiarare di saper fare,

verosimilmente perché molte delle competenze indicate nel

questionario rappresentano momenti di interazione tra l’informatica

e l’ufficio. Ad esempio rispondono “lo so fare benissimo” ai seguenti

quesiti:

Pag. 124

Situazione Adulti Nativi

Spedire un file via e-mail 96% 90%

Spedire una cartella di file via e-mail 77% 55%

Zippare e unzippare 67% 40%

Tabella D

E’ evidente che i requisiti illustrati in Tabella D, possono essere

considerati come imprescindibili in merito alle dinamiche lavorative.

Contemporaneamente va sottolineato che l’uso della posta

elettronica non è il canale preferito dai ragazzi, che prediligono

social network e chat da un lato, sms dall’altro.

L’unico momento in cui è percepibile una maggior disinvoltura da

parte dei nativi è relativamente allo scaricare dalla rete sia musica

che film.

Situazione Adulti Nativi

Scaricare musica 52% 80%

Scaricare film 43% 59%

Tabella E

Questo fattore è chiaramente associabile ad un campo di interesse

dei ragazzi. Trattandosi, per altro, di operazioni tecnicamente molto

semplici, esse non possono sottolineare una maggior dimestichezza

o livello di informatizzazione, ma semplicemente un uso comune, un

mutamento di costume appunto, ma non un divario dal profilo

informatico.

L’utilizzo degli strumenti tecnologici legati alla comunicazione

ha consentito di evidenziare quali siano gli strumenti prediletti

dall’uno o dall’altro profilo.

Dal profilo più strettamente informatico-relazionale, emerge

che l’uso della posta elettronica è molto più diffuso nelle

generazioni adulte dove ben il 91% dichiara di utilizzare molto

(25%) o moltissimo (66%) tale canale. Viceversa i nativi

usano la posta digitale molto (30%) o moltissimo (17%) solo

per 48% del campione.

Pag. 125

La comunicazione sincrona attraverso chat viene utilizzata dal 32%

degli adulti molto (19%) o moltissimo (13%), a questi si accodano il

26% dei saltuariamente. Nel mondo dei nativi è ben maggiore la

percentuale dei fruitori abituali (45%) ed occasionali (37%).

Sempre nell’ambito della comunicazione sincrona, la video chat (o

video conferenza) viene praticata molto e moltissimo da ben l’82%

dei nativi, contro un uso più moderato, da parte degli adulti, che si

attesta al 22%. Anche accorpando quanti usano saltuariamente la

video chat, gli adulti non raggiungono neppure il 60% mentre i

ragazzi superano il 90%. A prescindere dal fatto che probabilmente

un adulto in ambiente lavorativo non può trascorrere il tempo in

video chat, va precisato che ben il 26% del campione adulto non ha

mai avuto tale esperienza (contro un 1% tra i nativi). Oggigiorno,

tutti i computer portatili sono dotati di camera incorporata e di

uscite audio per cuffie e microfono, inoltre il costo di una modesta

webcam non raggiunge i € 20. E’ evidente che il 26% in oggetto

potrebbe avere tale esperienza ma è disorientato, ne ignora le

potenzialità o non è interessato ad essa.

Strumentazione Adulti Ragazzi

musica da TV o radio 33% 11%

Televisione 21% 22%

Chat 15% 15%

Social Network 33% 43%

Cellulare 76% 85%

Ipod 7% 21%

Nulla 8% 10% Grafico 6

Pag. 126

Anche in fase di svolgimento dei compiti ed assolvimento del proprio

lavoro, entrambe le categorie di campione sono abituate alla

convivenza con strumentazioni tecnologiche.

Potendo indicare le tecnologie attive durante lo svolgimento delle

proprie attività, in cui dovrebbe essere richiesta concentrazione,

emerge il quadro riportato di seguito.

Mentre le scelte sull’ascolto delle musica modificano le

strumentazioni ma non la tipologia di attività, altre caratteristiche

accomunano i due ambienti. Innanzitutto, la presenza massiccia del

telefono cellulare indica una chiara abitudine ad essere sempre

rintracciabili ed in contatto col mondo esterno. Leggermente più alta

la percentuale indicata dai ragazzi che, verosimilmente, hanno

minori restrizioni rispetto ad un lavoratore. Molto vicina, con una

tendenza del 10% più alta tra i nativi rispetto agli adulti, è la

presenza dei social network; anche in questo caso, se si considerano

le opportunità di tenere aperta una finestra sul social network da

parte di un lavoratore, si può dire che la percentuale è

sbalorditivamente alta, addirittura si può ipotizzare che, in situazioni

di totale libertà, supererebbe quella dei ragazzi. Sorprendente ed in

linea con una analogia fortissima sulle scelte di comunicazione e

delle preferenze, è da notare la percentuale identica relativamente

alla presenza e all’uso della chat.

Dal punto di vista della sovrapposizione delle strumentazioni, cioè

alla domanda sul numero di oggetti tecnologici utilizzati

contemporaneamente (cellulare, iphone, ipad, ipod, PC, playstation,

xbox, TV, radio … ), i due campioni si esprimono come ricostruito nel

grafico 2.

Pag. 127

0%

10%

20%

30%

40%

50%

1 2 3 4 5

Adulti

Ragazzi

StrumentazioniStrumentazioni

Numero strumentazioni

Adulti Ragazzi

1 10% 2%

2 38% 25%

3 37% 48%

4 8% 17%

5 5% 9% Grafico 7

La vera grande differenza, emersa dall’indagine, è rappresentata

dall’uso dei social Network.

Fenomeno mondiale, i social network hanno invaso le case e le

amicizie, soprattutto hanno coinvolto, a tutto tondo, le generazioni

degli adolescenti. Ecco la sintesi delle risposte alla domanda “hai un

profilo (un account) su un social network?”.

Grafico 8

Pag. 128

Il 99% dei ragazzi è inserito in un social network, così come il 70%

degli adulti.

Relativamente all’uso dei social network, come si evince in tabella C,

solo il 3% del campione dei nativi non usa o usa poco i un social

network, l’89% lo utilizza

molto o moltissimo. Anche

tra gli adulti è molto

diffuso, ma le cifre sono

decisamente più basse:

solo il 52% appartiene ad

una rete sociale che visita

frequentemente, ben il

23% non ha un profilo su un social network. Indubbiamente le

dinamiche relazionali e soprattutto i tempi ad esse destinabili

divergono sensibilmente a seconda dell’età e delle conseguenti

responsabilità ed impegni. E tuttavia evidente che i ragazzi vivono in

una misura completamente opposta la propria e l’altrui presenza on

line.

Il social network più diffuso risulta essere Facebook. Il 99% dei

ragazzi intervistati ha un profilo sul faccialibro, così come il 97%

degli adulti (le percentuali sono da intendersi sul solo gruppo che ha

detto di avere un account su una rete sociale).

Anche Twitter è molto quotato, ma raggiunge solo il 40% tra gli

adulti e il 27 tra i ragazzi. LinkedIn rappresenta tipicamente una

rete professionale, è quindi normale che solo il 3% dei ragazzi vi sia

registrato contro un più abbondante 37% tra gli adulti.

Incrociando i dati, si è detto che il 99% dei ragazzi è inserito in un

social network, così come il 70% degli adulti; di questi 99% e 70%

rispettivamente il 99% e il 97% sono su Facebook. Resta difficile

non dire che tutti, in particolare i ragazzi, sono su Facebook.

Utilizzo dei Social Network

Adulti Nativi

per nulla 23% 1%

Poco 11% 2%

saltuariamente 12% 7%

Molto 21% 26%

moltissimo 31% 63%

Tabella F

Pag. 129

Grafico 9

Proseguendo nella lettura delle varie abitudini all’uso delle

strumentazioni delle comunicazione, l’analisi relativa all’uso del

cellulare evidenzia come per l’adulto il telefono rappresenti

indistintamente uno strumento per telefonare ed inviare e ricevere

messaggi.

Dal grafico 5, è evidente che la ricorrenza di chiamate e messaggi è

circa la medesima per gli utenti adulti (evidenziati nel grafico nei

toni del marrone). Decisamente differente il quadro per i nativi (nel

tono dell’azzurro), per i quali le chiamate assumono un importanza

relativa e i messaggi vengono invece privilegiati, nei termini di molto

e moltissimo, dal 93% del campione.

Grafico 10

Pag. 130

Sia il 71% degli adulti che l’80% dei ragazzi non utilizzano le video

chiamate, che sembrano essere in generale non molto gettonate. E’

evidente che una videochiamata cosa rispetto ad una video chat.

Solo il 25% degli adulti intervistati utilizza il proprio telefono per la

navigazione, contro un 46% tra i nativi; il 48% degli adulti non lo ha

mai fatto, contro un più basso 25% dei ragazzi.

La telefonia fissa è utilizzata leggermente di più dagli adulti,

presumibilmente per comunicazioni di lavoro, contesto che non

grava sui ragazzi che, viceversa, utilizzano altri canali con costi e

tariffe ad hoc per le loro esigenze.

Analizzando l’ascolto di radio (anche via web), televisione ed

eventuali altre apparecchiature per la riproduzione audio (iphone,

ipod, ipad, tablet, lettori CD …) emerge che il 72% degli adulti

ascolta la radio, con picchi di molto e moltissimo rispettivamente al

31% e 20%; solamente il 10% non l’ascolta per nulla, il 16% poco.

Per le nuove generazioni le abitudini cambiano ed è solo il 57% ad

ascoltare la radio, con picchi più modesti di molto e moltissimo al

19% e 9%; il 23% dichiara di ascoltare poco la radio e il 20% non la

sceglie mai.

Come evidenziato da grafico 11, per adulti e ragazzi il rapporto con

la televisione diverge solo minimamente.

Grafico 11

Sensibile invece il divario nell’utilizzo di altre fonti per l’ascolto della

musica, rispetto a quelle appena trattate.

Pag. 131

Spicca l’utilizzo da parte dell’80% dei giovani, più dettagliatamente

molto 35% e moltissimo 45%, di altre situazioni di riproduzione ed

ascolto, contro un più fievole 50% degli adulti, molto 31% e

moltissimo 19%.

Grafico 12

Il rapporto con Internet, e quindi con l’accesso al web, è molto

intenso in entrambi i contesti.

Gli adulti si connettono dal proprio computer più volte al giorno nel

36% dei casi, si dichiarano sostanzialmente sempre connessi il 48%

raggiungendo così l’84%. Di poco più bassa la percentuale dei

sempre connessi tra i nativi che arriva al 44%, seguita dal 37% che

si connette più volte al giorno.

In entrambi i campioni, solo l’1% dice di non connettersi mai dal

proprio computer.

Analogamente, ma dal computer dell’ufficio o da quello della scuola,

è praticamente sempre connesso il 27% degli adulti con l’aggiunta

del 17% che si connette più volte al giorno, per un totale pari al

44%; fra i ragazzi il rapporto precipita rispettivamente al 6% e 4%,

risultato ovvio dato che durante le ore a scuola non dovrebbero

avere l’accesso al web ma seguire la lezione.

Solo il 18% degli adulti non si connette mai dal proprio posto di

lavoro, contro il 33% dei ragazzi.

Pag. 132

In ultima analisi, si connettono dal proprio cellulare:

Adulti Nativi

Mai 48% 29%

1 volta al mese 12% 14%

1 volta al giorno 11% 14%

più volte al giorno 15% 21%

Sempre 11% 19%

Tabella G

Come da tabella E, l’87% del campione degli adulti ha una

connessione illimitata ad internet mentre i ragazzi raggiungono, in

tal senso, il 93%:

Adulti Nativi

a tempo o a consumo 8% 5%

Illimitato 87% 93%

non ho il collegamento ad internet 3% 0%

altre soluzioni 3% 1%

Tabella H

Dopo aver riassunto per i due profili gli aspetti più pragmatici

relativi all’immersione tecnologica, alla convivenza con essa,

agli usi e costumi dal profilo quantitativo, l’esplorazione

prosegue, nel par. 6.4 Formae mentis a confronto, nel

tentativo di delineare le modificazioni accorse a livello di

formae mentis nell’uno e nell’altro ambito.

6.4 – Formae mentis a confronto

Tre serie di domande sono state somministrate ad entrambi i

campioni con l’obiettivo di verificare le abitudini, le dinamiche di

problem solving, l’immersione multimediale, il modo di pensare in

certe tipologie di situazione.

Il gruppo intitolato “Questione di abitudini” sottopone una serie di

problematiche che appartengono al quotidiano. Adattate ai due

possibili diversi contesti, scolastico e lavorativo, presentano ai due

target quesiti in stretta analogia, a volte identici. Questo gruppo di

quesiti è finalizzato a determinare come e quanto sono presenti le

tecnologie nel modo di affrontare il problem solving, quanto sono

Pag. 133

state metabolizzate metamorfosi del pensiero attraverso la

tecnologia stessa.

Davanti al problema della condivisione di materiali con colleghi o

compagni, entrambi i profili individuano le soluzioni digitali come le

più congeniali. Per gli adulti la condivisione avviene principalmente

attraverso lo scambio di e-mail, mentre i ragazzi prediligono i social

network.

Soluzioni Adulti Ragazzi

Faccio le 10 fotocopie 10% 18%

Uso lo scanner e condivido (mail) 23% 25%

Uso lo scanner e condivido (gruppo on line) 6% 29%

Cerco l'articolo on line e mando il link 49% **

Domani porto i fogli e ognuno si arrangerà 1% 15%

** soluzione non presente nel questionario dei nativi Tabella I

In entrambe le situazioni la digitalizzazione dei documenti, la ricerca

on line dell’originale e la relativa condivisione, rappresentano le

scelte più gettonate. Incredibilmente, rispetto ad ipotesi delle

letteratura, è più alta la percentuale dei ragazzi che si limiterebbero

a fare delle fotocopie, senza arrivare a soluzioni digitali; ancor più

incredibilmente ben il 15% dei ragazzi non sceglie un passaggio di

condivisione, collaborazione partecipativa, ma opta per un egoistico

“ognuno si arrangerà”.

Davanti alla necessità di coordinare gruppi, le strategie che seguono

sottolineano come i nativi siano avvezzi all’uso della messaggistica

telefonico a tal punto da prediligerela, grazie anche alle tariffe

agevolate di cui dispongono, ad altre modalità di relazione.

Strategie Adulti Ragazzi

Telefono a tutti una volta al giorno 2% 6%

Mando messaggi a tutti più volte al giorno 6% 34%

Uso la mail scrivendo a tutti e chiedendo loro di rispondere sempre a tutti, così ognuno vede gli aggiornamenti degli altri

62% **

Ci diamo appuntamento su Facebook (o altro gruppo on line), così tutti vedono gli aggiornamenti di tutti

19% 37%

Ci diamo appuntamento, in un luogo comodo a tutti, per metterci d’accordo bene

6% 13%

** soluzione non presente nel questionario dei nativi Tabella J

Pag. 134

L’uso della posta elettronica rimane un ambito destinato agli

studenti che, per modalità di comunicazione adottate dalla scuola,

sono tenuti al controllo della posta stessa178. Sommando le

percentuali che indicano la condivisione on line, e-mail e social

network, gli adulti raggiungono l’81% contro il 37% dei nativi;

verosimilmente anche gli adulti sono abituati o comunque pronti a

condividere aspetti organizzativi on line, molto più di quanto non lo

siano i ragazzi.

Spesso si dice che i nativi digitali sono molto più pronti di fronte

alle novità che tecnologie in continua evoluzione rappresentano.

Questa capacità di affrontare senza timore, ma non

necessariamente con le sufficienti competenze, la richiesta di una

nuova performance è largamente dimostrata dalle risposte alla

domanda posta relativamente al modo in cui ci si approccia ad un

nuovo software ludico, didattico o professionale che sia. All’ipotesi

“leggo il libretto delle istruzioni o la pagina web che spiega tutto il

funzionamento” le risposte sono state:

Atteggiamento Adulti Ragazzi

Non lo faccio 21% 50%

Difficilmente lo faccio 39% 27%

E' probabile che lo faccia 26% 17%

Lo faccio sicuramente 9% 5% Tabella K

Il 50% degli adulti, contro il 77% dei ragazzi intervistati con

buona probabilità non ricorrerà alle istruzioni. Il 77% degli

adulti, contro il 54% dei nativi, denunciano un approccio di

tipo ipertestuale, cioè andranno miratamente a cercare

qualcosa solo all’occorrenza, solo davanti ad una difficoltà,

appoggiandosi a titoli, evidenziazioni e immagini.

Esprimono la massima sicurezza, dichiarando che proveranno

l’applicazione software o molto probabilmente lo faranno,

senza prima eseguire ricerche o chiedere soccorso, optando

178 Si noti che oltre 200 studenti intervistati sono dell’ITC Tosi, dove il

canale della posta elettronica è quello predominante tra l’istituzione e i discenti.

Pag. 135

cioè per un “lo provo direttamente” l’80% degli adulti contro il

90% dei ragazzi.

Questo scarto di 10 punti percentuali è in parte compensato,

agli antipodi, da quanti assolutamente non si sentono di

provare l’applicazione o difficilmente potrebbero provarci;

rispondono in tal senso il 13% degli adulti contro l’8% dei

ragazzi riducendo cioè lo scarto a 5 punti percentuali.

Atteggiamento Adulti Ragazzi

Non lo faccio 7% 3%

Difficilmente lo faccio 6% 5%

E' probabile che lo faccia 24% 19%

Lo faccio sicuramente 56% 71% Tabella L

Risultano solo leggermente più disinibiti i nativi dal punto di vista

dello scaricare ed installare applicazioni (di vario genere).

Atteggiamento Adulti Ragazzi

Ho paura dei virus e non la scarico 7% 3%

Ho paura di fare dei pasticci e preferisco non scaricarla 7% 5%

La scarico al più presto e la provo senza paura di sbagliare 66% 70%

La voglio ma mi faccio aiutare, a scaricarla e installarla 18% 22% Tabella M

Il web viene avvertito e vissuto come risorsa da entrambi i

campioni. Ad esempio davanti alla necessità di tradurre un brano

dall’inglese (o altra lingua) solo il 17% degli adulti e il 27% dei

ragazzi optano per l’uso del classico vocabolario cartaceo. L’80%

degli adulti ed il 53% dei ragazzi preferiscono appoggiarsi a

traduttori on line, vocabolari digitali on e off line.

Per il Web 2.0, la condivisione e la personalizzazione di un semplice

documento word diventa una sorta di regola di comunicazione.

In uno dei quesiti proposti era evidente l’esigenza di aiutare

qualcuno a comprendere meglio un certo contesto.

Ecco come si sono espressi gli intervistati a cui veniva chiesto di

produrre un riassunto o una mappa concettuale.

Pag. 136

Strategia Adulti Ragazzi

Scrivo a mano, tanto la mia calligrafia si capisce … 0% 31%

Uso Word perché così scrivo più liberamente e poi sposto e sistemo le frasi

28% 31%

Uso Word perché sicuramente mi serviranno elenchi puntati, grassetto e sottolineature per aiutare …

38% 19%

Uso Word così invio il file e chi riceve può aggiungere … 63% 33% Tabella N

Dalle risposte date circa il 30% di entrambe le categoria intuisce in

un editor di testi la possibilità di organizzare meglio il pensiero, di

rivedere e correggere, di ristrutturare i concetti. Ben il 38% degli

adulti ravvede, sempre nell’uso di un editor, una serie di strategie di

comunicazione valide a condurre con maggior efficacia il lettore.

Elenchi puntati, l’uso del colore, evidenziazioni, raggruppamenti in

tabella veicolano in modo più rapido e sicuro le informazioni ben

organizzate. Per i ragazzi questa stessa lettura è percepita solo dal

19%. Probabilmente la forma mentis dei ragazzi è abituata a

ricevere le informazione attraverso la tipologia di organizzazione

descritta, ma non è ancora maturata in loro l’idea di organizzare e

strutturare la comunicazione anche attraverso queste metodologie

che, tuttavia, essi vivono, accettano, comprendono e spesso

prediligono.

Anche dal punto di vista della condivisione, del poter riciclare o far

riciclare il proprio lavoro, sono gli adulti a surclassare con un 63%

contro il 33% i ragazzi. Se alla base del Web 2.0 vi sono i principi di

condivisione, comunione, cooperazione visti nei precedenti capitoli,

da questa indagine emerge che forse i veri portatori di tale

metamorfosi non sono i nativi ma gli adulti che gli stanno intorno.

Con buona probabilità i nativi sono consumatori di tali strategie,

sono il target a cui esse sono destinate. Tuttavia, sono gli adulti

immigranti svezzati e i pionieri che, nei fatti, praticano questa

filosofia e davvero hanno percepito strategicamente le dinamiche

collaboratoriali del web.

Una ricchezza a disposizione di tutti che, almeno nell’ambito di

questo campione, è realmente sfruttata dagli adulti.

Pag. 137

Anche il secondo gruppo di domande, intitolato “Tecniche ... di vita”,

mira a verificare come la tecnica e la tecnologia sono entrate nel

nostro quotidiano, quanto esse compenetrino il nostro modo di

condurre attività ordinarie.

E’ stato sottoposto il problema sia di dover prendere in prestito un

libro in una biblioteca che di volerlo compre. Il campione si è

pronunciato, attraverso la possibilità di esprimere più scelte, come

segue in tabella O.

Strategia Adulti Ragazzi Adulti Ragazzi

Telefono in biblioteca … 5% 9% 3% 5%

Passo in biblioteca … 19% 52% 35% 77%

Cerco sul sito della biblioteca … 30% 22% -- --

Delego qualcun altro 1% 14% 1% 14%

Chiedo ai miei amici su social network … 4% 15%

Chiedo ai miei amici e colleghi via e-mail … 7% ** 12% 7%

Verifico se c’è l’e-book on line … 27% 16%

Cerco sul sito di qualche libreria … -- -- 14% 16%

Cerco su un sito di acquisto libri on line .. -- -- 32% 13%

** soluzione non presente nel questionario dei nativi Tabella O

Appare evidente che è ancora molto alta, specie nei ragazzi,

l’abitudine di verificare di persona o telefonicamente. Gli adulti,

ancora una volta, esprimo un maggior pragmatismo confidando nei

servizi di ricerca on line e di servizio telematico, oltre che per una

soluzione digitale, strategie che garantisco enormi risparmi di

tempo.

Dal punto di vista di servizi minori, come ad esempio l’andare al

cinema con prenotazione via web, i due profili sono praticamente

identici.

Strategia Adulti Ragazzi

Andiamo e speriamo ci sia posto 31% 28%

Prenoto on line, sono sicuro e scelgo i posti 66% 67%

Tabella P

Pag. 138

Ecco invece, in tabella Q179, come cambia l’approccio

all’informazione ludica, genericamente sul tempo libero.

Davanti al desiderio di vedere un film al cinema solo il 7% dei due

campioni opta per una lettura della sola recensione, della sola trama

o di entrambe, su giornale o rivista di settore. Si documenta on line

ben il 70% degli adulti contro il 41% dei ragazzi. La preferenza dei

più giovani va alla visione di un trailer che può essere sicuramente

più immersivo ed accattivante, e, va detto, evita la fatica della

lettura.

Strategia Adulti Ragazzi

Leggi trama o recensione su giornale o rivista 7% 7%

Leggi la trama o recensione on line 70% 41%

Guardi il trailer on line 21% 49%

Tabella Q

Molto simili sono i comportamenti denunciati nell’ipotesi di una

situazioni di ricerca del numero di telefono di un certo negozio. Dai

dati esaminati sembra che il più scaltro dal punto di vista dell’utilizzo

di internet come servizio sia l’adulto, di poco ma è così. Con buona

probabilità c’è un’abitudine maggiore da parte degli adulti al

problem solving e soprattutto al reiterare strategie di successo.

Strategia Adulti Ragazzi

Consulto l’elenco telefonico (cartaceo) 5% 16%

Consulto il sito www.paginegialle.it 32% 22%

Cerco on line il nome del negozio e città, troverò anche il numero 60% 59%

Chiamo un servizio telefonici che rintracciano i numeri 1% 1%

Altro 2% 1% Tabella R

Contemporaneamente, va detto che il campione degli adulti in

esame non rappresenta l’intera popolazione in termini di

alfabetizzazione informatica, ma è sicuramente un campione che ha

metabolizzato e fatto proprie buona parte delle metamorfosi che

vengono imputate ai nativi digitali.

Attraverso un’ultima batteria di domande, si è tentato di verificare

l’effettiva immersione multimediale dei due profili, oltre che la

179 In Tabella Q manca il 3% del campione che si è espresso con indicazioni poco rilevanti ai fini dell’analisi.

Pag. 139

percezione sulle incredibili opportunità che Internet può

rappresentare.

Un primo quesito chiedeva “Pensa a Leonardo da Vinci (concediti

almeno 2-3 secondi) … e ora rispondi (in modo naturale e

immediato), come lo hai immaginato?”, eccone gli esiti in Tabella S.

Situazione Adulti Ragazzi

Come in un dipinto 52% 57%

Come in una fiction storica 4% 3%

Come in un video games (playstation, xbox …) 0% 5%

All’opera mentre dipinge o costruisce 38% 24%

Altro 5% 4%

Non l’ho immaginato, è solo un nome 2% 7%

Tabella S

Analogamente, spostando il soggetto ad uno di carattere

ambientale, è stato chiesto agli intervistati “Pensa ad una spiaggia di

un’isola della Hawaii (concediti almeno 2-3 secondi) … e ora rispondi

(in modo naturale e immediato), come l’hai immaginata?”.

Come in una fotografia 52% 56%

Come in un film … 41% 40%

Come in un video games … 2% 2%

Non l’ho immaginato, è solo un luogo su una cartina 2% 1%

Altro 3% 2%

Tabella T

Alla voce altro180, sia in tabella S che in tabella T, tanto gli adulti,

quanto i ragazzi, hanno indicato altre situazioni che comunque

testimoniano una capacità immersiva, quindi anche quelle

percentuali rientrano nella stessa gamma delle precedenti.

Al di là delle sfumature sulle percentuali, quello che è evidente è che

l’immersione, la capacità di rappresentare un’immagine evocando il

nome di Leonardo appartiene al 98% degli adulti contro il 93% dei

ragazzi. Il quadro si riequilibra nell’evocare le Hawaii.

Riflettendo sull’uso di Internet e il modo in cui si trasformano le

distanze dagli amici, dai parenti, pensando a come mutano le

percezioni di lontananza e vicinanza, è stato chiesto al campione di

180 Dall’Uomo vitruviano, al volo degli uccelli, alla Gioconda .. i ragazzi hanno espresso tutte immagini pertinenti e coerenti.

Pag. 140

selezionare quali tra le considerazioni proposte avvertono come

vere?

Considerazioni Adulti Ragazzi

Se ci si accontenta del virtuale, le distanze sono azzerate 31% 21%

Meglio una vicinanza virtuale che una concreta 2% 2%

Il vedersi in video chat mi fa sentire vicino agli altri 24% 16%

Anche in chat si percepiscono i toni e ci si sente vicini 17% 22%

Nulla può sostituirsi al contatto diretto 61% 77%

Altro 2% 3%

Tabella U

Dai risultati esposti, in tabella U, sembra che gli adulti avvertano

maggiormente come concreta, avvicinante, coinvolgente ed

appagante una conversazione digitale.

Per tutti nulla può sostituirsi al contatto diretto: più sensibili a tale

contatto si dichiarano, con uno scarto del 16% i ragazzi.

Anche da queste ultime comparazioni sembrerebbe essere l’adulto il

soggetto che ha maggiormente indossato i panni del cibernauta, che

ha fatto proprie a pieno dinamiche e forma mentis attribuite ai nativi

digitali.

Un ultimo passaggio d’inchiesta è stato orientato all’uso degli

emoticon168168

e delle abbreviazioni tipiche del web. Imperversano

nei forum, nelle chat, sui social network sigle, acronimi, slang ed

emoticon.

Come anticipato181, la comunicazione del web è arrivata a

digitalizzare buona parte la comunicazione non verbale.

Emoticon e netiquette169

consento di ricostruire le espressioni del

viso, di produrre modalità quali gridare o sussurrare, di raffigurare

emozioni e stati d’animo (sorpresa, vergogna, cattiveria, bontà,

noia).

Ecco, in tabella V, cosa pensano, ed implicitamente che uso ne

fanno, gli intervistati dei due profili.

181 Par. 4.4.5 – La maschera e l’empatia.

Pag. 141

Impressione Adulti Ragazzi

Simpatici, mi sforzo di usarli perché sono di moda 2% 3%

Simpatici e normali, mi appartengono … 24% 25%

Rendono più immediata la comunicazione … 21% 37%

Trasmettono emozioni anche se non si vedono le espressioni … 23% 38%

Non li uso, lasciamo che li usino i ragazzi 12% **

Non li uso, sono ridicoli 2% **

Non li uso, non mi servono 3% **

Non li conosco o ne conosco solo qualcuno 9% **

Non conosco il significato di questo neologismo 2% **

Altro 2% 37%

** risposte non presenti nel questionario dei nativi Tabella V

Esaminando l’abbondante percentuale alla voce altro, per i ragazzi,

è emerso che ben il 20% di quegli intervistati ha precisato di

utilizzare più o meno spesso gli emoticon ma ci ha tenuto a

sottolineare un assoluto disprezzo delle abbreviazioni. I giudizi

emersi fanno riferimento ad un impoverimento della lingua italiana,

molto più raramente emerge una difficoltà nell’orientarsi tra le

abbreviazioni, a volte ancora compaiono sentimenti di odio.

Tuttavia, la maggior parte dei loro giudizi può essere fatta confluire

in un assenso generico, a vote con l’esplicitazione di apprezzamenti,

all’uso degli emoticon a patto che vengano escluse abbreviazioni ed

acronimi.

La comunicazione che si sta affrontando è molto più vissuta dai

nativi digitali, tuttavia le percentuali indicano che, in proporzione, la

voce “mi appartengono” è stata scelta ugualmente dall’uno e

dall’altro profilo (tabella V). Soggettivamente parlando, gli emoticon,

se interpretati e soprattutto se visti iconizzati182, vengono a breve

assorbiti e finiscono col rappresentare davvero la protesi di un

discorso face to face, che porta con sé l’ammiccamento, la smorfia o

l’accentuazione di una battuta. Se ormai tutti i gestori di posta

elettronica on line, per leggi di mercato e di marketing, li hanno

inclusi nelle proprie applicazioni è perché il gradimento e l’uso sono

182 Ad esempio le generazioni più vecchie di telefoni cellulari non convertono i famosi “:)” o “:(“ nei rispettivi e , l’impatto e diverso,

specie se poi sono proposti a colori e vivaci.

Pag. 142

intensi da parte dei cybernauti e la loro diffusione è presvista in

crescendo. Praticamente tutte le piattaforme per chat consentono

l’inclusione delle simpatiche faccine oppure la conversione in icona

della sequenza di caratteri necessaria a riprodurla.

6.4 – Speciale insegnanti

Il 75% del campione degli adulti è composto da insegnanti, per un

totale 166 intervistati. Quella che segue è doverosa sintesi su

metodologie e strategie, mirata a delineare uno dei profili più

importanti nella formazione dei nostri ragazzi, il docente.

Innanzitutto si è cercato di delineare qual è il quadro delle attività

tecnologiche e multimediali utilizzate per la tua didattica dai docenti

e con quale frequenza ciò accade. Alcuni chiarimenti prima di

procedere alla lettura del grafico di sintesi:

alla voce “Immagini, mappe concettuali” erano associati anche

schemi ed integrazioni del testo con immagini

alla voce “blended learning” la dicitura esatta comprendeva

“giochini e programmi di simulazione”, in riferimento ai

programmi ludico didattici scaricabili dal web

alla voce “piattaforme” erano specificate alcune modalità di

condivisione on line: e-learning, blog, wiki, social network.

Si ricorda inoltre, che le risposte sono state rielaborate sul campione

dei soli docenti, escludendo le altre professioni. In tutte le situazioni

le domande non erano obbligatorie.

Osservando le percentuali alle colonne frequentemente e molto

spesso del riepilogo dati del grafico 13, il 53% dei docenti fa uso di

slide per accompagnare la spiegazione oltre che per vivacizzare

l’attività, sicuramente con contestualizzare meglio.

Pag. 143

per nulla

saltuariam. frequentem. molto spesso

Slide 14% 33% 30% 23%

Immagini, mappe concettuali 6% 18% 42% 35%

Siti pertinenti 7% 18% 43% 32%

Filmati 19% 32% 27% 22%

Podcast o Vodcast 65% 24% 9% 2%

Blended learning 32% 36% 27% 5%

Piattaforme 34% 22% 25% 19%

Grafico 13

Il 77% adopera mappe concettuali o immagini esplicative, a

sostegno dell’efficacia della multimedialità semplice, vale a dire

interazione testo immagine, nella didattica; solo il 6% non attiva

questa pratica. Il 75% naviga alla ricerca si supporti ed integrazioni,

il 33% utilizza tra i propri supporti le attività digitali ludico didattiche

(con un’impennata ovviamente per quanto concerne gli insegnanti

della scuola primaria). Il 49% ricorre a filmati, mentre solo l’11% si

esprime sul podcasting e videocasting. Il 44% utilizza piattaforme

specifiche per e-learming o per la condivisione. Questo dato è

particolarmente incoraggiante poiché difficilmente si può chiedere a

dei bambini, minorenni, di accedere in autonomia al web, quindi

Pag. 144

questi ambiti sono destinati ai ragazzi più grandi; ciò nonostante i

docenti ne fanno uso autonomamente.

E’ stato chiesto quali attività, e con quale frequenza, i docenti

conducono per arricchire il proprio intervento didattico.

per nulla saltuariam. frequentem.

molto spesso

Ricerca materiali on line 2% 10% 34% 54%

Testo e immagini, link, mappe concettuali

5% 14% 36% 45%

Slide 12% 27% 29% 32%

Filmati 43% 38% 10% 9%

Produrre programmi didattici 54% 24% 12% 10%

Grafico 14

Il 22% dei docenti è in grado di produrre programmi ed applicazioni.

Verosimilmente solo certi ambiti consentono tale esercizio e solo gli

informatici e gli amanti del settore lo fanno. Il 54% non lo fa e

probabilmente non sarebbe in grado di farlo.

Solo il 19% utilizza i filmati, in contrapposizione con una ricca

gamma materiale didattico a disposizione e relative di folksonomie.

Circa il 61% usa frequentemente o molto spesso le slide, l’81%

mappe concettuali, accostamenti di testi oggetti multimediali.

L’88%% ricorre alla ricerca di materiali didattici on line,

rispettivamente il 34% frequentemente e il 54% molto spesso.

Pag. 145

E’ stato inoltre chiesto loro quali sono le attività incluse nella propria

didattica, ovvero sviluppate con i ragazzi, all’interno della classe o

del laboratorio, e con quale frequenza.

per

nulla saltuariam. frequentem.

molto spesso

Ricerca on line 10% 40% 23% 27%

Testo e immagini, link, mappe concettuali

11% 30% 34% 24%

Slide 17% 38% 28% 17%

Filmati 49% 40% 7% 4%

Produrre programmi didattici 56% 25% 8% 11%

Grafico 15

Il 60% dei docenti fa eseguire frequentemente o molto spesso

ricerche on line ai propri discenti; solo il 10% non lo fa mai. La

produzione di documenti di testo multimediali (testi, ipertesti, siti..)

è usuale per il 58% dei casi mentre solo l’11% non lo fa mai.

La creazione di slide accompagna frequentemente o molto spesso il

45% degli intervistati, contro un 17% che non le fa mai produrre.

Solo l’11% ricorre alla produzione di filmati con le classe, molto alta,

49%, la percentuale dei docenti che non lo fa mai.

Un ultimo aspetto ha consentito di verificare se e quali forme di

condivisione vengono attivate dei docenti studiati. La domanda

chiedeva attraverso quali modalità vengono condivisi i documenti, le

Pag. 146

sintesi, i filmati, i giochi, le mappe e i siti di cui si è autori o dei quali

si è venuti a conoscenza.

per nulla saltuariam. frequentem.

molto spesso

Tra colleghi 6% 37% 34% 24%

Con altre classi 22% 44% 22% 12%

Con altre scuole 46% 34% 11% 9%

Sulla rete Internet 38% 21% 18% 23%

Grafico 16

La condivisione tra colleghi rimane una delle attività più

significative; se si vanno a sommare le situazioni frequentemente o

molto spesso, si raggiunge un 58% contro un 6% di chi, di prassi,

non condivide nemmeno con i colleghi della stessa scuola o ambito

disciplinare.

Lo scambio con classi non proprie riguarda, frequentemente o molto

spesso, il 34%, mentre il 22% non lo fa mai. Questo aspetto però

andrebbe vagliato di situazione in situazione: un insegnante di

educazione fisica non ha di queste esigenze, chi insegna solo inglese

alle elementari spesso non ha partner con cui condividere o

sperimentare. Inoltre, a prescindere dal target e dalla disciplina, non

è detto che fra i colleghi sia possibile aprire canali di condivisione.

Se si punta ad una scuola più evoluta e tecnologizzata, mortificano

le percentuali legate ai rapporti con altre scuole. Solo il 20% si

Pag. 147

presta a condivisioni che superino la scuola di appartenenza, mentre

ne il 46%, quasi un docente su due, non lo fai mai.

Leggermente migliore, ma ancora non all’altezza delle opportunità

offerte dalle tecnologie e dallo spirito del Web 2.0, lo scambio verso

la rete. Mentre molti sono pronti a prendere dalla rete, solo il 41%

offre, frequentemente o molto spesso, un proprio contributo on line;

quasi parimenti il 38% non lo fa mai.

Tentando una sintesi, la scuola che è stata fotografata non è una

scuola ferma e i docenti che l’animano si danno spesso molto da fare

nel tentativo di produrre una didattica al passo con i tempi, efficace

e dinamica. Non è possibile entrare nel merito dal punto di vista

qualitativo, ma da quello quantitativo si denota una certa attività.

Si tenga presente che, per rispondere frequentemente o molto

spesso, i docenti avevano come unico strumento di misurazione il

proprio arbitrio, l’autoanalisi critica di cui sono capaci. Il fatto che il

questionario fosse anonimo ha sicuramente favorito la sincerità,

senza imbarazzi o borie, da parte degli intervistati.

Le percentuali, l’andamento, il quadro d’insieme, denotano un copro

docenti che risponde, che ci prova. Non sempre, non ovunque ma le

dinamiche sono attive ed i tempi decisamente maturi.

I docenti interpellati devono ancora far crescere i propri interventi

mediati dalla tecnologia e soprattutto coinvolgere maggiormente i

ragazzi dal punto di vista della produzione di materiali, o meglio

stimolare il loro apprendimento con l’uso delle tecnologie.

Ancora, rimane molta strada da fare nell’ambito dell’apertura e della

condivisione, predicate da anni da vari Ministri e dirigenti addetti ai

lavori, ma ancora non metabolizzate a pieno.