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Questo catalogo è stato pubblicato in occasione
della mostra
This catalogue was published on the occasion
of the exhibition
Hans Jörg Glattfelder | Un’idea concreta
Menhir Arte Contemporanea, Milano
8 giugno - 1 settembre 2017
Hans Jörg Glattfelder | A concrete idea
Menhir Arte Contemporanea, Milan
June 8th - 1st September 2017
20129 MILANO - VIA MARIO GIURIATI, 9 19121 LA SPEZIA - VIA ALESSANDRO MANZONI, [email protected] - WWW.MENHIRARTE.COM
SPONSOR
TESTO DI
TEXT BY
PROGETTO GRAFICO
GRAPHIC DESIGN
TRADUZIONI
TRANSLATIONS
CREDITI FOTOGRAFICI
PHOTO CREDITS
RINGRAZIAMENTI
ACKNOWLEDGEMENTS
Clara Festorazzi
Clara Festorazzi
Michael Haggerty
Bruno Bani
Antonio Addamiano | Dep Art
Michael Biasi | Maab Gallery
Roberto Rizzo
Carolina Cozzi Mazzucchelli
SOMMARIOContents
Un’idea concreta
A concrete idea
Clara Festorazzi
Opere d’arte
Artworks
Biografia
Biography
Esposizioni personali
Solo exhibitions
Esposizioni collettive
Group exhibitions
Opere in collezioni pubbliche
Public collections artworks
__________________ 10
__________________ 15
__________________ 48
__________________ 54
__________________ 54
__________________ 57
10 11
Un tempo era relativamente semplice comprendere l’importanza e la bellezza di un’opera, oggi
il passaggio dall’osservazione alla comprensione dell’arte sembra essere destinato ad un’élite.
Questo perché, per secoli, si è pensato bastasse la propria esperienza visiva, emozionale o ana-
litica per esprimere un giudizio: approccio non più efficace quando lo strumento del “fare arte”
è passato dalla tecnica all’idea.
Se fino ai primi anni del Novecento la tecnica era fondamentale -la tecnica era il “mestiere”- l’in-
troduzione dell’idea, esigendo più attenzione e informazione, ha rivoluzionato il nostro modo di
percepire le nuove espressioni artistiche che, da quel momento in poi, hanno avuto bisogno di
una spiegazione.
Questa è una di quelle mostre che non ammette il solo utilizzo della percezione sensibile ed
emotiva dello spettatore, ma necessita della conoscenza dell’idea alla base di queste opere. Ed
è per questo che Hans Jörg Glattfelder, fra i più noti pittori concreti e costruttivisti, ci mette a
disposizione uno dei più comuni strumenti per apprendere: un glossario, un vocabolario finaliz-
zato alla comprensione del linguaggio utilizzato dall’artista per creare le sue opere. La volontà
di Glattfelder di spiegare, di discutere e di condividere il suo pensiero è probabilmente ciò che lo
caratterizza maggiormente. Artista, filosofo e storico dell’arte uniti in un’unica persona in grado
di rimanere saldo ai principi originali dell’Art Concret di Theo Van Doesburg, sviluppando un me-
talinguaggio necessario allo scorrere del tempo: fare arte concreta riflettendo sui presupposti
dell’arte concreta.
Dalla maggior parte dei suoi scritti emerge un attento e minuzioso studio della storia dell’arte e
in particolare della corrente artistica sotto cui viene identificato. Data l’origine dell’arte concreta
negli anni Trenta, l’artista-storico sostiene vivamente che, per non cadere in etichette postmo-
derne, è necessario «riattivare nella riflessione la forza originaria di quest’arte. Chi decide di ope-
rare in questo campo deve misurarsi con le sue idee fondatrici, idee forti, che hanno una decisa
carica utopica». La matematica e la geometria erano solo un aspetto molto parziale per Van
Doesburg, la sua idea rivoluzionaria fu lo spostamento nel processo artistico dal “significato” al
“significante”, dal contenuto raccontato al segno puro, del quale egli esigeva «non significasse
altro che se stesso».
«In questo modo -afferma Glattfelder- Van Doesburg portò a termine il ribaltamento iniziato da
UN’IDEA CONCRETA
Clara Festorazzi
Duchamp e Malevich, razionalizzando e consolidandone le conquiste, portando le arti visive in
quell’autonomia che la musica aveva conquistato già molte generazioni prima. Questo spazio di
ricerca è tuttora aperto».
Ed è proprio in questo spazio che Glattfelder-filosofo si muove quando crea le sue opere e
scrive saggi e riflessioni teoriche: non si fossilizza su ciò che è stato ma ricerca continuamente,
da più di quarant’anni, una nuova interpretazione, assumendo, negando o elaborando i principi
dell’arte concreta.
Fin dagli inizi della sua produzione negli anni ’60 con i suoi Approcci, Primi Rilievi e i più famosi
Rilievi Piramidali nega la dottrina “dell’angolo retto” e introduce il tema della geometria “non-eu-
clidea” nell’arte costruttiva con la serie delle Metafore Non-Euclidee (NEM). Con i Reticolati e Metri Cromatici degli anni ’70, la percezione visiva viene studiata all’interno di spazialità più
complesse e immaginative: rilievi cromatici della tela che diventa vera e propria “struttura” e
piano d’indagine. I NEM Come Permutazioni degli anni ’80, usando le parole dell’artista, sono:
«riflessioni sulla correlazione epistemologica fra cultura scientifica e linguaggio plastico» e con
i Rilievi Sintetici degli anni ’90 nega le campiture uniformi e crea le superficie bicromatiche, nega
le rette e le sostituisce con linee oscillatorie.
In molti articoli, interviste e interventi congressuali Hans J. Glattfelder si batte per un esercizio
razionale dell’arte che teorizza, nel manifesto Elogio del raziocinio del 1982, come “meta-ra-
zionalismo”: un discorso non solo razionale, ma anche sulla razionalità che possa essere alla
base per un dialogo fra cultura scientifica e arti plastiche (“costruttivismo metodico”). Con il
suo “meta-razionalismo” intende proporre l’elaborazione di un linguaggio per cui, attraverso
la sovrapposizione di sistemi e rapporti contrapposti (ad esempio la geometria euclidea con-
tro quella non-euclidea), la razionalità sia l’argomento tematico e nello stesso tempo l’oggetto
in discussione.
Secondo Glattfelder è necessaria una base razionale dell’attività artistica che possa rendere
durevole nel tempo la costruzione dell’opera che ne segue: un’idea concreta da cui partire quin-
di, per poi coinvolgere quelle qualità considerate specifiche dell’arte come l’intuito, la sensibilità.
Un’idea concreta è forse alla base della longevità delle opere in mostra che nascono da un bi-
sogno di razionalità: «un bene comune che resta accessibile a tutti attraverso le generazioni».
12 13
A CONCRETE IDEA
Clara Festorazzi
visual arts towards the autonomy that music had gained many generations before. This area
of research is still open».
It is in this very area that Glattfelder the philosopher acts when he creates his works and wri-
tes essays and theoretical ideas: he does not fossilise what has been but has continuously
searched, for more than forty years, for a new interpretation by accepting, rejecting or elabo-
rating the principles of Concrete Art.
From the beginning of his art production in the 1960s, with his Approaches, Early reliefs, and his
famous Pyramid-reliefs, he has rejected the doctrine of “right angles” and has introduced the
idea of “non-Euclidean” geometry into Constructive art with his series of Non-Euclidean Me-taphors (NEMs). With his Nets and Colour-Rulers from the 1970s, he studied visual perception
within a more complex and imaginative spatiality: these works were colour reliefs made from
canvas that became a genuine “structure” and plane of inquiry. Such NEMs as the Permuta-tions of the 1980s, to use the artist’s words, are «thoughts about the epistemological correla-
tion between scientific culture and plastic language». With the Synthetic Reliefs of the 1990s
he rejected straight lines and substituted them with oscillating ones.
In many articles, interviews, and conferences, Hans J. Glattfelder fought for a rational approach
to art which he theorised, in his manifesto In Praise of Reason, 1982, as a “meta-rationality”:
a discourse that is both rational and also about a rationality that could be the basis for a dia-
logue between scientific culture and the plastic arts (“methodical constructivism”). With his
“meta-rationality” he meant to suggest a redevelopment of language, as a result of which,
through the superimposition of contrasted systems and relationships (for example, Euclidean
geometry contrasted with non-Euclidean geometry), rationality would be both a thematic ar-
gument and, at the same time, the object of the discussion.
According to Glattfelder, a rational basis is necessary for an art activity that can make the re-
sulting work durable in time: a concrete idea, then, for starting from and for then involving such
qualities considered specific to art as intuition and sensitivity. A concrete idea is perhaps at the
heart of the longevity of the works on show, ones which were born from a need for rationality:
«a common heritage that remains accessible to everybody over the generations».
Once it was relatively easy to understand the importance and beauty of a work of art, today
the path from observation to an understanding of art seems reserved for an élite. This is be-
cause for centuries it has been thought that one’s own visual, emotional or analytical expe-
rience was enough to express a judgement: an approach that was no longer efficient when the
tools for “making art” passed from techniques to ideas.
If until the early twentieth century technique was fundamental –the technique was the “craft”–
the introduction of ideas, ones needing more attention and information, has revolutionised our
way of perceiving new art expressions which, from then onwards, have had the need for an
explanation.
And so this is not a show that needs just the involvement of the sensitive and emotive percep-
tion of the viewers, but also knowledge of the idea at the heart of these works. It is due to this
that Hans Jörg Glattfelder, one of the best known Concrete and Constructivist painters, has
made available to us one of the most common tools for learning: a glossary, a dictionary for un-
derstanding the language utilised by the artist for the creation of his works. Glattfelder’s wil-
lingness to explain, discuss, and share his thoughts is probably what characterises him most.
An artist, philosopher, and art historian, and all united in a single person capable of faithfully
following the Art concret of Theo Van Doesburg by developing a meta-language necessary for
the passing of time: to make Concrete Art by rethinking the prerequisites of Concrete Art.
There emerges from most of his writings a close and attentive study of art history and, in par-
ticular, of this art movement. Given the origins of Concrete Art in the 1930s, this artist-historian
fervently holds that, in order not to be subject to postmodern labels, it is necessary «to reacti-
vate the original strength of this art through thought. Those who decide to operate in this field
must measure themselves against its basic ideas, strong ideas that have a marked utopian
character». Mathematics and geometry were only a very small aspect for Van Doesburg; his
revolutionary idea was to shift the art process from the “signified” to the “signifier”, from the
content recounted to pure marks, which he demanded «should not mean anything other than
themselves».
As Glattfelder has stated, «In this way Van Doesburg completed the upheaval begun by Du-
champ and Malevich, by rationalising and consolidating their conquests, and by bringing the
15
OPERE D’ARTEArtworks
Arte«Stabilire in breve cos’ è arte porterebbe inevitabilmente ad una conclusio-
ne paradossale; si può però stabilire che almeno quattro condizioni devono
essere rispettate per definirla:
1. Una creazione spontanea, un’invenzione costruttiva.
2. Una qualsiasi forma di materializzazione (realizzazione spazio-tem-
porale, dunque percettibile).
3. Integrazione e inserimento nell’ambito del mondo dell’arte.
4. Riattivazione nella coscienza di un osservatore esterno.
Qualora venisse a mancare anche una sola di queste premesse l’opera
(d’arte) sarebbe incompleta, amputata o semplicemente non potrebbe
più essere considerata arte. Dire che l’attività artistica trasforma “non
arte” in “arte” può sembrere una formula tautologica ma questa definizio-
ne permette di lasciare aperto il coinvolgimento a futuri sviluppi.»
Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016
16 17
Colore«Nel 1930 Theo van Doesburg scriveva «Il colore è la sola cosa vera nella
pittura. Il colore è un’energia costante determinata dal confronto con un
altro colore. Il colore è la materia base della pittura e non ha altro significato
che sé stessa. La pittura è un mezzo per rendere visibile il pensiero. Ogni
dipinto è un pensiero di colore».
Nella pittura concreta il colore trova la massima libertà di movimento e
nessun obbligo figurativo o simbolico tranne le leggi strutturali della sua
propria natura. Accanto alla superficie materiale colorata si è aggiunta la
luce colorata e il colore dello spazio e lo spazio-colore si sono aggiunti all’e-
sperienza concreta.»
Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016
PYR 123/67
1969, rilievo vernice su pvc, 70x70 cm
(Collezione privata)
18 19
Astrazione«È Il processo che estrae da un oggetto una o più proprietà per paragonar-
le a quelle di altri oggetti e renderle disponibili a manipolazioni intellettuali,
che formula regole e regolarità, mette in rilievo ciò che accomuna un insie-
me di oggetti e rende possibile l’enunciazione di concetti scientifici.
L’astrazione può essere: “idealizzante” se crea modelli ideali; “isolante” se
mette in rilievo gli aspetti particolari di un concettto dato; “generalizzante”
se prende in considerazione delle affinità nell’essenza dei singoli oggetti
di un insieme.
La parola astrazione si riferisce sia alla procedura che al risultato. In questo
senso tutta la pittura e tutta la scultura figurativa vanno considerate
come astratte; la superficie piana della pittura astrae la terza dimensione
degli spazi e degli oggetti raffigurati mentre la scultura astrae il movimen-
to e la materia particolare dei corpi rappresentati.
Tramite un‘operazione soggettiva si sottraggono alla natura le forme vi-
sibili. Opere d’arte di questo genere non possono esistere per sé, in sé e
mediante sé stesse.»
Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016
PYR 147
1970, rilievo vernice su pvc, 70x70 cm
(Collezione privata)
20 21
PYR 273
1970, rilievo vernice su pvc, 70x70 cm
Concreto«La parola concreto significa cosa o fatto spontaneamente presente nel-
la nostra coscienza e immediatamente identificabile.
La percezione e conoscenza di una cosa -un questo presente qui e ora- è
la cognizione più completa e sicura poichè nessuna proprietà del concreto
è sottratta con l’astrazione, ma è anche la più povera perché la percezione
immediata ci dà solamente la certezza: il concreto è là, presente, esiste.
Solamente la riflessione concettuale funziona da mediatrice tra queste
due posizioni estreme e apre la via alla conoscenza. In questo senso Hegel
parla di “concreto-universale” concreto è contemporaneamente la sor-
gente e la nozione opposta di astratto.»
Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016
22 23
PYR-401
1974, rilievo vernice su pvc, 50x50 cm
Concrezione«La concrezione è l’opposto speculare dell’astrazione, l’idea che inizial-
mente esisteva soltanto nell’immaginazione viene mutata, materializza-
ta in oggetto visibile, concreto, come, ad esempio, un’invenzione si concre-
tizza in un oggetto pratico. Un’opera d’arte veramente concreta non deve
fare alcun riferimento ad alcuna cosa concreta esistente e le decisioni
soggettive dovrebbero essere ristrette al minimo. Nella sua struttura l’o-
pera deve mostrare il concetto base della sua costruzione. Nella discussio-
ne sui modi come le idee generali (universalia) si manifestano nella realtà
materiale riappare la disputa scolastica medievale sugli universali.»
Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016
24 25
MIR-230
1975/1983, rilievo vernice su pvc, 25x25 cm
(Collezione privata)
Corpo«L’arte concreta ha prestato in passato poca attenzione al corpo inteso
come «questo mio proprio corpo» l’effettivo interprete di ogni forma di per-
cezione; perciò è indispensabile includerlo nelle riflessioni sull’arte perché
non solo è il punto di contatto tra esterno e interno ma anche il luogo dove
si amalgamano idealità mentale e l’impatto sui sensi. In tutte le culture il
ruolo del corpo non è solo evidente nella rappresentazione dei numeri ma è
anche onnipresente nella percezione dell’opera d’arte materiale, concreta.
Prima di essere definita verbalmente i sensi generano un’emozione che,
seppure incompleta, è indispensabile per iniziare un discorso artistico.»
Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016
26 27
MIR-231
1975/1983, rilievo vernice su pvc, 25x25 cm
(Collezione privata)
Costruzione«Si definisce costruzione la creazione di un oggetto materiale o ideale
realizzato seguendo esclusivamente delle regole razionali e intuitive, vi-
sibili e dimostrabili nell’oggetto stesso. Le regole costruttive poggiano su
una base razionale e sistematica (a differenza dei procedimenti magici o
esorcistici). Molte opere d‘arte concreta, ma non tutte, hanno un’origine
costruttiva e non tutte le costruzioni plastiche e pittoriche sono opere
d’arte concreta come ad esempio le costruzioni che servono per rappre-
sentazioni figurative (es. la prospettiva).»
Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016
28 29
Immagine«Un diffuso luogo comune afferma che un`opera d’arte concreta “rappre-
senta sé stessa”. Questo è il proposito di molti artisti ed è ovvio in quanto
ogni oggetto reale nella coscienza dell’osservatore diventa immagine, ma
è anche un’affermazione ingannevole perchè si riferisce ad un oggetto
inserito nel mondo dell’arte dove per convenzione è rimandato al suo au-
tore ed eo ipso diventa immagine nel senso tradizionale, messaggera di
un significato. Si è pure tentato di definire l’arte concreta come “esempli-
ficazione” e di attribuirle la funzione di “campione”, ma anche questo ten-
tativo allontana dall’idea di un ‘arte totalmente non-figurativa poiché un
campione si riferisce ad un insieme per il quale fa da esempio.»
Glossario: Parole e concetti dell’arte concreta
Hans Glattfelder, 2016NICHT-EUKLIDISCHE METAPHER-SINGULARITÄT II
1984, acrilico su tela su tavola, 70x179 cm
30 31
FUNFER-PERMUTATION UNTER SCHWARZ
1992, acrilico su tela su tavola, 83x101 cm
Luce«Nella pittura figurativa la luce ha una funzione importante come metafo-
ra delle forze immmateriali e spirituali. L’orchestrazione o la modulazione
della luce assumono una forma di illusionismo che può compromettere
l’assolutezza dell’opera concreta in cui hanno un ruolo legittimo soltan-
to le differenze di luminosità dei colori e il loro rapporto di contrasto. Nella
fotografia concreta, invece, la luce non è soltanto il tema centrale ma an-
che fonte di energia indispensabile.»
Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016
32 33
Materia«A volte sono reputate arte concreta quelle pitture che volutamente
ostentano la massa di materia che le compongono. Ma la particolarità che
determina l’appartenenza di un’opera all’arte concreta non è il materiale in
sé, ma la concezione che è intesa come idea e il modo della sua organiz-
zazione.»
Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016
DOPPELRAUM MIT 25 AKZENTEN
1999, acrilico su tela su tavola, 40x50,4 cm
34 35
Metodo««......il metodo presenta sé stesso, è l’immagine» scriveva Richard Paul
Lohse in Linee di sviluppo. Queste sue parole indicano lo stretto rapporto
tra concrezione, costruzione metodica e trasparenza razionale. Soltanto
in questo insieme si può creare un’ opera d’arte concreta autentica che si
distingue dagli altri procedimenti artistici mostrando palesemente il meto-
do, tema principale.»
Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016
IMBRICATO IN BLAU
2007, acrilico su tela su tavola, 70x125 cm
36 37
TENSION CHROMATIQUE
2008, acrilico su tela su tavola, 90x126 cm
Oggettività«I Costruttivisti russi prima, poi anche i fondatori dell’arte concreta vedeva-
no nell’oggettività una particolarità distintiva e innovatrice della loro arte.
Formati nell’accettazione incondizionata del culto positivista delle Scienze
naturali dell’ottocento essi affidarono a questo credo la base sicura del
loro lavoro futuro e non si resero conto che questa concezione sarebbe
divenuta ambigua con la scoperta della teoria dei quanti e dall’indetermi-
nismo della fisica delle particelle. Per ridurre al minimo le tracce soggettive
nell’opera d’ arte, il ricorso a forme universali - geometriche o numeriche - si
presentava come il più idoneo perché queste oggettività ideali si riprodu-
cono inalterate attraverso il tempo e lo spazio. La presenza o assenza di
tali forme è un criterio valido per distinguere opere oggettive e concrete da
quelle soggettive e astratte.»
Glossario: Parole e concetti dell’arte concreta
Hans Glattfelder, 2016
38 39
Percezione«Un punto molto importante distingue la percezione di un dipinto figura-
tivo - n cui lo sguardo si focalizza sugli oggetti rappresentati, penetra e
attraversa il piano dipinto e ricostruisce uno spazio illusorio- da uno non
rappresentativo dove lo sguardo non riceve alcuna indicazione di profondi-
tà ma rimane fisso sulla superficie concreta dipinta: la pura visibilità dell’o-
pera. Le ricerche sulla psicologia della percezione affermano che il vedere
è composto da una serie di formule contestuali, come delle scorciatoie
che assistono e abbreviano la percezione mentre il soggetto ricostruisce
l’immagine. Il dipinto concreto impedisce allo sguardo di immaginare una
profondità, l’osservatore è spinto a riflettere su quel che vede: “cosa e
come vedo mentre guardo”.»
Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016
GRÜN-ROTE VERSCHRÄNKUNG 0910
2009, acrilico su tela su tavola, 44x57 cm
40 41
VEKTORIELLE POSITIONEN
2011, acrilico su tela su tavola, 73,5x106,5 cm
Riduzione«Nell’uso corrente riduzione vuol dire diminuzione: si riduce la velocità, il
peso... Nell’ambito dell’arte non ha questo significato. In alcuni movimenti
artistici nati nella seconda metà del secolo scorso e particolarmente nella
“minimal art” la riduzione è un obbiettivo di qualità necessario e la parola
riacquista il significato latino di reductio cioè riportare qualcosa allo sta-
to originale, di renderlo essenziale mediante omissioni. Sia il detto di Ad
Reinhardt «nell’ arte, meno non è di meno» che il «less is more» di Mies van
der Rohe, confermano questo concetto. La riduzione avviene con astra-
zioni ed eliminando gli elementi superflui nella ricerca di una forma pura, da
sempre uno tra gli aspetti più importanti nel lavoro artistico.»
Glossario: Parole e concetti dell’arte concreta
Hans Glattfelder, 2016
42 43
Razionalità«Per i suoi principi di metodo e di costruzione l’arte concreta è essenzial-
mente razionale. La generazione dei pionieri faceva parte del movimento
modernista nell’architettura e nella progettazione industriale e al polo op-
posto sia del surrealismo che del “realismo” nazista e socialista. Nel mon-
do artistico contemporaneo il culto antiromantico di numeri e proporzioni
è considerato con un certo scetticismo e non pochi avvenimenti del XX°
secolo hanno fatto sorgere dei dubbi sulla fiducia incondizionata nel pro-
gresso e nel razionalismo ingenuo. L’arte concreta deve tener conto di
questi cambiamenti e riconsiderare la sua posizione nella piena coscien-
za del contesto attuale escogitando nuove strategie e creando sinergie
senza rinunciare a opporsi al culto dell’irrazionalità, della mistificazione e
dell’oscurantismo. Con il suo meta-razionalismo Hans J. Glattfelder intende
proporre l’elaborazione di un linguaggio con cui, per mezzo della sovrappo-
sizione di sistemi e rapporti contrapposti (es. geometria euclidea contro
non-euclidea), la razionalità sia l’argomento tematico e nello stesso tem-
po messa in questione.»
Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016
FELD AUS 4 DUNKLEN 4 HELLEN PASSAGEN
2012, acrilico su tela su tavola, 115x150 cm
44 45
GEGENLÄUFIGE GRADUIERUNG ROT 1218
2012, acrilico su tela su tavola, 45x57 cm
Sistema«Un sistema definisce un insieme di elementi interattivi opportunamen-
te determinati in modo che niente possa essere aggiunto o tolto senza
turbare l’ordinamento proposto; può essere chiuso e generare reazioni in-
terne, o aperto e creare dei rapporti anche con l’ambiente che lo circonda.
Accanto ai grandi sistemi filosofici che aspiravano all’universalità, i micro-
sistemi cercano di comprendere con esauriente precisione un particolare
dominio. Negli anni `60 apparve, come continuazione dell’arte costruttiva,
l’arte «sistematica o seriale» che, avvalendosi di un programma predefinito
con esattezza ( quindi un microsistema), permetteva la realizzazione di
serie di opere a cui venne attribuita la funzione di modello. La limitazione
formale di questi sistemi chiusi che li rendeva presto assai ridondanti, ne
fece diminuire l’ interesse. Al contrario, i sistemi aperti - come l’opera di Ri-
chard Paul Lohse - sono ancora oggi adatti ad allargare l’orizzonte delle
invenzioni dell’arte concreta.»
Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016
46 47
GRAND ONDOYANT BLEU 1223
2012, acrilico su tela su tavola, 115x150 cm
Spazio«Nell’opera d’arte concreta lo spazio è l’attore e l’oggetto essenziale del
processo pittorico insieme al colore e alla struttura che nasce delle divisio-
ni e dai contrasti, a differenza dalla pittura tradizionale figurativa e rappre-
sentativa (che è, come detto, astratta), lo spazio è presente, reale non
rappresenta altro che sé stesso in quanto è ciò che è e come è: spazio
concreto.»
Glossario: Parole e concetti dell’arte concreta
Hans Glattfelder, 2016
48 49
Struttura«Descrivere una struttura vuol dire comprendere il modo particolare in cui
una sostanza o un insieme sono articolati e composti. Dai dati concreti,
materiali si ricavano vari tipi di connessioni che hanno un’esistenza dura-
tura nel tempo e rimangono invariati col cambiare del contesto. Vi sono
strutture ideali come le strutture geometriche, algebriche, logiche, oppure
materiali come strutture fisiche, chimiche e biologiche. Nell’era tecnologica
l’uso di strutture ha un’importanza crescente come nell’edilizia, nelle reti
di trasporto e di comunicazione. Nell’arte costruttiva le strutture visive
rendono comprensibili e le regole degli ordinamenti mettono in evidenza il
modo di dividere e comporre e si può osservare la loro doppia funzione dei
dati materiali e delle forme dove si si realizza l’atto percettivo.»
Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016
FÜNFMAL HELLE U FÜNFMAL DUNKLE
2015, acrilico su tela su tavola, 44x57 cm
50 51
ABSCHATTUNG AUF SCHWARZ, GELBE SPITZE
2015, acrilico su tela su tavola, 48x59 cm
Visibilià««... dai tempi di Lascaux ai nostri giorni la pittura figurativa e non-figura-
tiva, pura o applicata, non ha celebrato altro enigma che quello della visi-
bilità», con queste parole Maurice Merleau-Ponty definisce un obbiettivo
che è anche l’intimo desiderio dell’arte concreta ossia di creare delle opere
che servono esclusivamente all’atto del vedere. Soltanto quando un’idea
plastica viene materializzata interamente e in maniera innovativa si può
parlare di riuscita dell’arte concreta. Merleau-Ponty parla di un’enigma: ri-
nunciando ad elementi figurativi e di illusione, obbligando lo spettatore a
concentrarsi sulla propria visione, l’arte concreta celebra a suo modo il mi-
stero della visibilità.»
Glossario: Parole e concetti dell’arte concretaHans Glattfelder, 2016
54 55
Hans Jörg Glattfelder è nato nel 1939. A Zurigo. Agli inizi la pittura di Glat-
tfelder é influenzata dal geometrismo rigoroso dei “concretisti di Zurigo”, al
quale però, nella luce del Rinnascimento Fiorentino, da un’interpretazione
del tutto personale. Nel 1966 fa una prima mostra personale nella galleria
‘Numero’ di Fiamma Vigo a Milano. Col poeta Claudio Popovic pubblica a Fi-
renze la rivista d’arte “comunicazione”. Nel 1970 trasferisce il suo domicilio
a Milano dove intrattiene legami amichevoli con Mario Ballocco, Antonio Cal-
derara, Gianni Colombo, Mario Nigro e Luigi Veronesi. Segue l’insegnamento
di Ludovico Geymonat e Silvio Ceccato. Inizia così nel 1977 la serie delle “me-
tafore non-euclidee”.
Nel 1977 il pittore R. P. Lohse lo presenta al filosofo tedesco Hans Heinz
Holz che da molti anni si interessa particolarmente alle implicazioni sociali
dell’arte costruttiva. Nasce un dialogo che si protrae nei decenni successivi.
H. H. Holz ha dedicato al lavoro di Glattfelder una serie di studi approfonditi.
Nel 1982 pubblica un manifesto contro il culto dilagante dell’irrazionalismo
nell’arte e vi contrappone la propria posizione del ‘meta-razionalismo’.
Nel 1987 per iniziativa del poeta Eugen Gomringer e del critico Willy Rotzler a
Zurigo gli viene attribuito il “Premio Camille Graeser”. Nel 1990 passa un’an-
no sabatico a New York grazie ad una borsa di studio della città di Zurigo.
Come ricordo più vivo di questo soggiorno restano le visite frequenti nello
studio di Leon Polk Smith.
Nel 1992 una grande mostra retrospettiva è organizzata dal Museo Albers
di Bottrop, nel 1997 alla Fondazione Saner in Svizzera e nel 1999 nel museo
per l’arte concreta a Ingolstadt in Germania.
Nel 1998 si trasferisce a Parigi dove viveva fino al 2014. Continua a esporre
regolarmente in Germania, Francia, Svizzera e Austria.
2012 nel ambito della ‘Sommerakademie Plauen’ tiene un seminario sul
tema « ars inveniendi - strategie d’inventività » .
2013, in occasione della mostra personale “Tutto ciò che accade“ il museo
haus konstruktiv di Zurigo pubblica una grande monografia che contiene
anche numerosi scritti teoretici di Glattfelder. L’anno dopo la mostra fu
ripresa dal Vasarély Muszeum di Budapest dove la Pinacoteca Nazionale
acquistò due grandi opere. Nello stesso anno la mostra fu allestita nel Le-
opold Hoesch – Museum di Düren e nel 2015 nel Museum der Wahrnehmung
in Graz.
Nel Novembre 2016 la città di Würzburg gli conferisce il Premio Peter C. Rup-
pert dedicata all’arte concreta in Europa.
Dal 2014 Glattfelder vive e lavora a Basilea.
Hans Jörg Glattfelder was born in 1939 in Zurich. Initially GlattfelHans Hans
Jörg Glattfelder was born in 1939 in Zurich. Initially Glattfelder’s painting
was influenced by “Zurich concretist’” rigorous geometric abstraction of
which, however, in the light of the Florentine Renaissance, he made a
wholly personal interpretation. In 1966 he held his first solo show in Fiamma
Vigo’s “Numero” gallery in Milan. In Florence, together with the poet Claudio
Popovic, he published the art magazine “Comunicazione”. In 1970 he mo-
ved to Milan where he made friends with Mario Ballocco, Antonio Calderara,
Gianni Colombo, Mario Nigro, and Luigi Veronesi. He followed the teaching of
Ludovico Geymonat and Silvio Ceccato and, in 1977, he began his series of
“non-Euclidean metaphors”.
In 1977 the painter R. P. Lohse introduced him to the German philosopher
Hans Heinz Holz who had for many years been particularly interested in the
social implications of Constructive Art. There began a dialogue that was to
last into the following decades. H. H. Holz devoted a series of in-depth stu-
dies to the work of Glattfelder. In 1982 Glattfelder published a manifesto
against the wide-spread cult of irrationality in art, and he opposed it with
his own “meta-rationalist” position.
In Zurich in 1987, on the endorsement of the poet Augen Gomringer and
the critic Willy Rotzler, he was awarded the Camille Graeser prize. In 1990 he
spent a sabbatical year in New York having benefitted from a study bur-
sary awarded by the city of Zurich. His most lively memories of this time
were of his frequent visits to the studio of Leon Polk Smith.
In 1992 a large retrospective show of his work was organized by the Albers
museum in Bottorp; other exhibitions followed at the Saner Foundation in
Switzerland in 1997, and then at the Concrete Art museum in Ingolstadt,
Germany, in 1999.
In 1998 he moved to France where he lived until 2014. He continued to exhi-
bit regularly in Germany, France, Switzerland, and Austria.
In 2012, as part of the “Sommerakademie Plauen”, he held a seminar de-
voted to “ars inveniendi – inventive strategies”. In 2013, on the occasion
of the solo show “This is the case too”, the Haus Konstruktiv museum in
Zurich published an in-depth monograph that also contains numerous the-
oretical writings by Glattfelder. In the following year the show was tran-
sferred to the Vasarély Museum in Budapest; the Budapest national gal-
lery then bought two large-scale works by him. In the same year the show
was installed in the Leopold Hoesch – Museum, Düren, and in 2015 in the
Museum der Wahrnehmung in Graz. In November 2016 the city of Würzburg
awarded him the Peter C. Ruppert prize for Concrete Art in Europe. Since
2014 Glattfelder has lived and worked in Basel.
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Mostre personaliSolo exhibitions
1966
Galleria Numero, Milano
1967
Galeria Dom Omladine,
Beograd (con Lia Drei und Francesco Guerrieri)
Galerie Friedrich Tschanz, Solothurn
(con Jakob Bill)
1968
Goethe Institut, Torino
Galleria la Polena, Genova
Galleria il Parametro, Milano
1969
Galleria Sincron, Brescia
Galerie Aurora, Genève
Galerie 58, Rapperswil
Galerie Fürneisen - Dröscher, Hamburg
1970
Galerie Mutzenbach, Dortmund
Galerie Bischofberger, Zürich
Galerie Daedalus, Berlin
White Gallery, Lutry
CIPS Palazzo Strozzi, Firenze
1971
Galleria la Polena, Genova
Galleria dei Mille, Bergamo
Visual studio - Biffi in Galleria, Milano
1972
Galleria Adelphi, Padova
Studio t-zero, Torino
Galerie Gimpel & Hanover, Zürich
Galerie Sybille Schmidt, Detmold
1973
Galleria Vismara, Milano
Studio F22, Palazzolo sull’Oglio
1974
Galleria la Piramide, Firenze
Galleria Adelphi, Padova
Galleria Sincron, Brescia
Studio A, Parma
1975
Galerie Gimpel & Hanover, Zürich
Galerie Seestrasse, Rapperswil
1976
Galeria Litoarte, Bergamo
1977
Galerie Seestrasse, Rapperswi
Galerie Latzer, Kreuzlingen
1979
Galleria Sincron, Brescia
1980
Galleria Adelphi, Padova
Galleria Arte Struktura, Milano
1982
Studio 8 + 1, Venezia – Mestre
Galerie konstruktiv tendens, Stockholm
Studio F22, Palazzolo sull’Oglio
Galerie am Schlosswall, Osnabrück
1983
Galerie Wengihof, Zürich
Galerie Quartett, Hannover
1984
Galerie Schoeller, Düsseldorf
(mit Imre Koscis)
1985
Galerie konstruktiv tendens, Stockholm
1986
Galleria il Salotto, Como
Studio Dabbeni, Lugano
Studio F22, Palazzolo sull’Oglio
1987
Galerie Teufel, Köln
Stiftung für konkrete und konstruktive Kunst,
Zürich
Galerie Iynedjian, Lausanne
1988
Galerie Hoffmann, Friedberg
1989
Galerie Schoeller, Düsseldorf (mit Torsten
Ridell)
1990
Galerie im Trudelhaus, Baden CH (mit Leon
Polk Smith)
Galerie Teufel, Köln
1991
Galerie am See, Zug
Orangerie Draenert, Immenstaad a/ Bod.
1992
Josef Albers-Museum, Bottrop
1993
Museum moderner Kunst, Otterndorf
Galerie am See, Zug
Symposium „Raum-Klang-Bild“, Gmunden
1994
Galerie Schoeller, Düsseldorf
Galerie Schlégl, Zürich
1995
Iynedjian art, Lausanne
Galerie Schlégl, Zürich
1996
Galerie am See, Zug
1997
Galerie Schlégl, Zürich
(mit Hans Hinterreiter)
1998
Fondation Saner, Studen
Villa Turque, La Chaux-de-Fonds
1999
Museum für konkrete Kunst, Ingolstadt
Galerie am See, Zug
2000
Galerie Schoeller, Düsseldorf
Atelier Fanal, Basel
Galerie St. Johann, Saarbrücken
Galerie Eva Mack, Stiuttgart
2001
Galerie Schlégl, Zürich
2002
Galerie am See, Zug
2003
Galerie Latzer, Kreuzlingen
2004
Galerie Hoffmann, Friedberg
2006
Galerie Nicole Schlegl, Zürich (mit Klaus Staudt)
2007
Galerie Carmen Weber, Zug
2008
Galerie Lahumière, Paris
Galerie ARTOPOI, Freiburg i. Br.
Galleria l’Incontro, Chiari (Brescia)
Projektraum 4, Mannheim
2009
Atelier Fanal, Basel
Galerie am Lindenplatz, Vaduz
Galerie Leonhard, Graz
Galerie ARTOPOI, Freiburg
Galerie Hoffmann, Friedberg
2010
Sommerakademie im Weisbachschen Haus,
Plauen
2011
Galerie Leonhard, Graz
Galerie Geiger, Konstanz
2012
Galerie Anna Wenger, Zürich
Galerie B55, Budapest
Galerie Lindner, Wien
Galerie Geiger, Konstanz
Galerie ARTOPOI, Freiburg i. Br.
2013
Museum haus konstruktiv, Zürich
2014
Galerie Geiger, Konstanz
Galerie la Vitrine“, Fribourg CH
Vasarely Museum, Budapest
Museum Chasa Jaura, Valchava, CH
Leopold Hoesch Museum, Düren
2015
Museum der Wahrnehmung, Graz
Galerie Wenger, Zürich
2016
Jan Kubicek-Hans Glattfelder,
Galerie Zaloudek,
Galerie Geiger, Konstanz
RossovermiglioArte, Padova
2017
Galerie Wenger, Zürich
Menhir arte contemporanea, Milano
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Mostre tematiche e collettiveGroup exhibitions
1965
“strutture significanti”, Casa della Cultura,
Livorno
“Zürcher Künstler im Helmhaus”, Zürich
1966
“operazione confronto”, Gal. Numero,
Firenze
“strutture organizzate”, Studio di musica
elettronica, Firenze
“strutture significanti 2”, gal. La Carabaga,
Genova
“Premio Castello Svevo”, Termoli
1967
“Museo sperimentale d’arte
contemporanea”, Galleria Civica, Torino
“ipotesi linguistiche intersoggettive”, Firenze
“Panorama due“, Gal. La Polena, Genova
“Jakob Bill,Christen, Glattfelder, Müller-
Brittnau“,
Studio d’informazione estetica, Torino,
Gal. Cenobio, Milano
Gal. Bruno Bischofberger, Zürich
1968
“Wege und Experimente”, Kunsthaus Zürich
1969
“tendencije IV”, gal. Umjetnosti, Zagreb
“konstrukltive kunst:elemente und prinzipien“,
II. Biennale Nürnberg
“Recherche visuelle en Suisse“, Musée de la
Majorie, Sion
“konkrete und phantastische Richtungen“,
Helmhaus Zürich
1970
“konkrete Kunst“, Strauhof Zürich
“Arte e Critica“, Modena
“II Triennale“, New Delhi
“ART 1“, Kunstmesse Basel (Gal. Hoffmann)
“multiples“, Art Council of Great Britain,
London
1971
“The Swiss Avantgarde“, the New York
Cultural Center, New York
“arte concreta“, westfälischer
Kunstverein,Münster
1972
“graphic biennial: Grafika Swajcarska“,
Krakau
1973
“Schweizer Konkrete“, Kunstverein Biel
“Tendences del’art concret en Suisse“, Gal.
Média, Neuchâtel
“XXI. Premio del Fiorino“, Firenze
1974
“1. Biennale de l’image multiplié“, Musée
Rath, Genève
“Sviluppo del Segno“, studio F22,
Palazzolo sull’Oglio
“Per un Museo Progressivo“, Pinacoteca
Civica, Livorno
1975
“L’esplorazione percettiva“, Palazzo della
Ragione, Bergamo
“La scuola di Zurigo“, Gal. A, Parma
1977
“sul concetto di serie“, Symposium des
IAFKG, Varese
“Oggetto e Processo“, Studio Marconi,
Milano
“Rationale Konzepte“, Kunstcentrum
Badhuis, Gorinchem (NL)
1979
“Aspekte konstruktiver Kunst – die Slg. Mc
Crory“, Kunsthaus Zürich
V Biennale di S. Martino di Lupari
“L’occhio del collezionista d’oltralpe“,
Gal. Narcioso, Torino
1980
“Arte in Italia negli ann ’60: oltre
l’informale“, Museo Progressivo, Livorno
“Reliefs“, Kunsthaus Zürich
1981
“Arte ed Architettura“, S. Martino di Lupari
“Nel Luogo di Palladio“, Basilica
Palladiana, Vicenza
1982
“Schaffhauser Sammlungen“,
Museum Allerheiligen, Schaffhausen
1983
“arte concreta“, Cesena
“Jüngere Schweizer Künstler“, Gimpel
Hanover & Emmerich Galerien, Zürich
1984
“Die Sprache der Geometrie“, Kunstmuseum
Bern
1985
“1930 - 1980: Astrattismo in Italia“, Slg.
Cernuschi-Ghiringelli, Villa Croce, Genova
“20 Jahre Gal. Seestrasse: konkret-
konstruktiv“, Gal. Seestrasse, Rapperswil
1986
“Arte e Scienza - Colore“, Biennale di
Venezia
“konkret schweiz heute”, Wanderausstellung
in Helsinki, Tampere,Ulm,Bonn, Münster,
und Freiburg i. Br.
“Konstruktivisme“, Museum Louisiana,
Humlebaek/Dänemark
1987
“Mathematik in der Kunst der letzten
30 Jahre“, Wilhelm Hack-Museum,
Ludwigshafen
1988
“Helvet-Art “ VI Schweiz. Biennale, St Gallen
89
“Neuere Schweizer Konkrete“,
Gal. Fischer Luzern
1989
“zwischen malerei und objekt: böhm,
glattfeldert, rompza, staudt“ Schloss
Philippsruhe, Hanau
1990
“konkrete und konstruktive Kunst“,
Gal. am See, Zug
1994
“Stankowski, Glattfelder, Morandini“,
Orangerie Draenert, Immenstaad a/B.
1995
“Schweizer Konkrete“, Fondation Saner,
Studen
1996
“Hypothese, Experiment, Erfindung“,
Gal. Hoffmann, Friedberg
“Open Door“, Akademie Budapest
1997
“Von der Fläche in den Raum“, Forum
1998
“Der Grund zum Druck“, Wanderausstellung
druckgrafisches Schaffen in der Schweiz, u.
a. Mexico, Caracas, Australien
1999
“positionen der konkreten und konstruktiven
kunst“, Bauhaus, Dessau
“Hommage an Vordemberge-Gildewart“,
Kunsthalle Osnabrück.
2000
“art concret“, Espace de l’art concret,
Château de Mouans-Sartoux
2001
“das entgrenzte bild“, Wanderausstellung
der Gal. St. Johann, Saabrücken, in
Salzgitter, Bonn und W. Hack-Museum
Ludwigshafen
“20 Jahre Quadrat Bottrop“, Bottrop
2002
“Die Sammlung Peter C. Ruppert“, Museum
im Kulturspeicher, Würzburg
2003
“konkrete kunst: die Sammlung Holze“,von
der Heydt - Museum, Wuppertal
“einheit und vielfalt“, Villa Kobe, Halle
2004
“pour un art concret“, la donation Albers-
Honegger, Espace de l’art concret, Mouans-
Sartoux
“stets konkret“, die Schenkung Hubertus
Schoeller,Leopold-Hoesch-Museum, Düren
“into the room“, Gal. Nicole Schlégl, Zürich
2005
“experiment konkret“, Museum f. konkrete
Kunst, Ingolstadt
“Square“, die Sammlung Marli Hoppe -
60 61
Museum Ritter, Waldenbuch
“Dialog über Grenzen - Die Sammlung
Riese“, L. Hoesch -Museum, Düren
2012
“Multiples“, Galerie Geiger, Konstanz
“Pariszji Koka“, Galerie Tretjakof, Moskau
“arte cinetica e programmata“, Galleria
d’Arte Moderna, Roma
2013
“vice-versa”, Gal. Linder zu Gast bei
Dr. Julius App, Berlin
“Sammlung Grauwinkel“, Vasarély
Muszeum, Budapest
“young collectors choice“, Galerie Geiger,
Konstanz
“zeitlos gut”, Galerie Geiger, Konstanz
“Dialog über Grenzen - die Sammlung
Riese”, Ostdeutsche Galerie, Regensburg
2014
“hauptsache grau“, Mies van der Rohe -
Haus, Berlin
“8 evropskych konkretistu“, Galerie Petr
Zaloudek, Prag
“eckig rund und bunt”, MKK Ingolstadt
“internationale Buchkunst“, Galerie und
Edition Hoffmann, Friedberg
2015
“our artists, our friends“, Galerie Geiger,
Konstanz
“a square is a square is a square“, Museum
Ritter, Waldenbuch
“Rendezvous der Länder”, Museum im
Kulturspeicher, Würzburg
“schwarz auf weiss“, Museum für konkrete
Kunst, Ingolstadt
“Kinesis“, Viennafair, Wien
2016
« perpetuum mobile –art cinétique »,
galerie la Vitrine, Fribourg
« Glattfelder, special guest », Stand Wenger,
drawing now, Paris
“für sehen gemacht“,
galerie konkret, Sulzburg
Ritter, Museum Ritter, Waldenbuch
“visionäre Sammlung1“, haus konstruktiv,
Zürich
2006
“Die neuen Tendenzen“ Museum für konkrete
Kunst, Ingolstadt
“stets konkret“, Galerie Lausberg, Düsseldorf
2007
“ausgerechnet... Mathematik und konkrete
Kunst“, Museum im Kulturspeicher,
Würzburg
“8 X konret“, Beardsmore Gallery, London
“Exemplifizieren wird Kunst“, W. Hack –
Museum, Ludwigshafen, Vasarely Muzeum,
Budapest, Museum Ludwig, Koblenz
“surprises concretes“, Espace Art Concret,
Mouans-Sartou
2008
“Bildertausch 3”, Museum Ritter,
Waldenbuch
2009
“l’oblique“, Musée du Château des Ducs de
Wurtemberg, Montbéliard
“reconnaître“, Paksi Keptar
“Schweiz Konkret“, collection Vass,
Vészprém
“konkrete Zeichnung“, Galerie Artopoi,
Freiburg i. Br.
2010
“100 jahre konkrete kunst“, Kunsthalle
Rehau-Art, Rehau
“ganz konkret, Folge 1“, (kur. Dorthea
Strauss), haus konstruktiv, Zürich
“summer special“, Galerie Nicole Schlegl,
Zürich
“konkrete Konzepte“, Galerie Ruhnke,
Potsdam
2011
“Linien und Flächen“,Galerie Artopoi,
Freiburg i./Br.
“quadratisch... Werke aus der Sammlung
Marli Hoppe-Ritter“,
“im Fokus der 1950er -1970er Jahre“,
Opere in collezioni pubblichePublic collections artworks
Aargauer Kunsthaus, Aarau
Espace de l’art concret, Mouans Sartoux
Kunstsammlung der Schweizerischen Eidgenossen-
schaft, Bern
Fondation Saner, Studen
Galleria civica d’arte moderna e contemporanea, Torino
Joseph Albers Museum, Bottrop
IKKP Kunsthaus , Rehau
Kunsthaus Zürich
Kunstmuseum Bern
Kunstmuseum Luzern
Kunstmuseum Olten
Kunstmuseum Stuttgart
Kunstsammlung Stadt Zürich
Kunstsammlung Kanton Zürich
Lehmbruck-Museum, Duisburg
Leopold-Hoesch-Museum, Düren
Louisiana Museum of Modern Art, Humlebaek
Märkisches Museum, Witten
Musée d’Art et d’Histoire, Genève
Musée d’Art et d’Histoire, Neuchâtel
Musée de Grenoble
Musée des Beaux Arts, La Chaux-de-Fonds
Musée de la Rumine, Lausanne
Museo Civico d’Arte Contemporanea Umbro Apollonio, S.
Martino di Lupari
Museo d’Arte Moderna, Parma
Museo de Arte Contemporaneo, Buones Aires
Museo Progressivo d’Arte Contemporanea, Livorno
Museum im Kulturspeicher, Sammlung Ruppert, Würz-
burg
Museum für konkrete Kunst, Ingolstadt
Museum gegenstandsfreier Kunst, Otterndorf
Museum Ritter, Waldenbuch
Museum haus konstruktiv, Zürich
Neue Galerie im Johanneum, Graz
Palais Rumine, Lausanne
Pinacoteca Comunale di Rimini
Staatsgalerie Stuttgart
Staatsgalerie Budapest
Vasarély Muszeum, Budapest
Von der Heydt-Museum, Wuppertal
Vass Collection, Veszprém