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Greimas, A.J.-elementi Per Una a Narrativa

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ELEMENTI PER UNA GRAMMATICANARRATIVAI

1. La narrativita e la teoria semiotida

111 La situazi .• situazione storica

L'interesse sempre pili vasto che da alcuni anni e devoIutoagli studi sulla narrativita va di pari pas so con le speranze eiprogetti circa una semiotica generale, progetti che si preci-sana lentamente giorno per giorno.Inizialmente, la possibilita di comparare tra Ioro risultati

di ricerche indipendenti - quali quelle. di V. Propp sul folklo-

re, di C. Levi-Strauss sulla struttura del mito, di E. Souriausul teatrof - ha reso possibile l'affermarsi di un campo auto-noma distudi. In seguito, nuovi, ulteriori approfondimentimetodologici - come quellidi Claude Bremond, 3 voIti ad in-terpretare la narrazione entre la prospettiva d'una logica deci-sionale, 0 diAlan Dundes," iquali mirano a dare al l'organiz-

1 Apparso in L'Homme, 1969, IX, J (N.d.A.).2 Per V. PROPP, cfr . soprattut to Morlologi;a skazki, Leningrad 1928

(seconda ediz., Leningrad 1969). Trad. franc., Morphologie du cos te,Paris,. Seuil, 1965;trad. it., Mor/ologia della /iaba (can un interventoeli Q. Levi-Strauss e una replica dell'autore) , Tor ino, Einaueli, 1966.Per CL. LEVI-STRAUSS, efr . soprat tutto Anthropologie structurale,cit., e la serie eli Mythologiques: Le cru et l e cui t, Paris, PIon, 1964(traduz, it., Il crude e il cotto, Milano, II Saggiatore, 1966).; Du mielaux cendres, Paris , Plan, 1966 (trad, it., Dal miele aile cener i, Milano,II Saggiatore, 1960); L'origine des manieres de table, Paris, PIon, 1968;sino all'ultimo L'Homme nu, Paris, PIon, 1971. Per E. SOURIAU, efr .Les Deux Cent Mil le Situations dramatiques, Paris, Flammarion, 1950.

3 Cfr. CL. BREMOND, "Le message narra tif", in Communications,4, 1964, pp. 4-32; "La logique des possibles narrati fs", in Communi-cations, 8, 1966, pp, 60-71. Il prime saggio figura ora in Logiqae aurecit, Paris, Seuil, 1972.

4 Cfr. A LA N D UN D ES , The Morphology of Nor th American IndianFolktales, Helsinki 1964.

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168DEL SENSO

zazione del racconto la forma d'una grammatica narrativa -hanno permesso di diversificare gli approcci teorici. Quant;o anoi, ci siamo impegnati da un lato a estendere al massimo

il campo di applicazioni dell'analisi narrativa; dall'altro, aformalizzare sempre di pili i modell i parziali emersi nel corsodelle ricerche; ci e sembrato di primaria importanza insisteresoprattutto sul carattere semio-linguistico delle categor~e u~-

zate nell 'elaborazione di tal i modelli , carattere che SI offrivacome una garanzia della loro universalita e come U ? mez~o ,per l'integrazione delle strutture narrative illuna teoria semio-

tica generalizzata.

1.2. Narratioiti: e manifestazione

L'arricchimento metodologico dell'analisi narrativa e la pos-sibilita di applicare la stessa ad altri campi che non fosseroquell i del folklore 0 della mitologia, hanno provocato comeconseguenza l'apparizione di problemi notevoli, che ~~ttevanoin discussione le concezioni pili universalmente acquisite della

linguistica.Anzitut to, s i era costretti ad ammettere che le strutture nar-

rat ive potevano incontrarsi anche al di fuori del le manifesta-zioni del senso proprie delle l ingue naturali : p~tevano il; t~on-trarsi cioe anche nel linguaggio cinematograficc e onmco,

nella' pittu;a figurativa ecc. II che comportava il riconosci-mento e la necessita d'una distinzione fondamentale fra duelivelli di rappresentazione e d'analisi: un livello apparentedella narrazione, ove le differenti manifestazioni ill quest'ul-tima sono :lQtJQme~sealle esigenze specifiche delle sostanzelinguistiche attraverso Ie quali la narrazione s.i esprime; e unliuello immanente, costitutivo ill una -sorta ill tronco strutru-rale comune ove la narrativita si trova situata e organizzataanteriormen;e alIa propria manifestazione. Si da quindi unlivel lo semiotico comune, distinto dal livello l inguistico e 1 0 -gicamente anteriore ad esso, qualunque sia i l l inguaggio scel-

to per la manifestazione.D'altra parte, se le strutture narrative sono anteri?ri all~

loro manifestazione quest'ultima per peter effettuarsl dovrautilizzare unita lin~stiche Ie cui dimensioni sono pili vastedi quelle degli enunciat i: tal i unita cost ituirebbero una "gran-de sintagmatica", per adoperare un' espress~one di Ch. Metz 5 a

5 Cfr. CR. METZ, Essais sur la signification au cinema, Paris, Klinck-

sieck, 1968.

rI

GRAMMATICA NARRATIVA ~69

proposito della semiotica del cinema. AIle strutture narrativecorrispondono dunque, sul piano della manifestazione, Ie strut-ture linguistiche del racconto; l'analisi narrativa ha come co-rollario l'analisi del discorso.

1.3. La narratioita e la semiotica

E chiaro dunque: se si ammette che la significazione e in-differente ai modi della propria manifestazione, si e costrettia riconoscere I'esistenza di una falda strutturale autonoma,

, luogo d'organizzazione di vasti campi di significazione, faldache dovra venir integrata in ogni teoria semiotica generale,nella misura appunto in cui quest' ultima mira a dar contodell' articolazione e della manifestazione dell'universo seman-t ico come totalita del senso, sia d 'ordine culturale sia d'ordineindividuale. A motivo ill cia, l 'economia generale della teoria==. a essere di colpo sconvolta da cima a fondo: se, pri-ma, SI poteva pensare che ilprogetto linguistico consistesse nelmettere in atto un meccanismo di carattere combinatorio 0

generativo suscettibile di dar conto, a partite da elementi sem-plici 0 da nuclei originari, del la produzione di un numeroilli -mitato di enunciati, i quall a loro volta, in base a trasforma-zioni e a combinazioni, istituivano Ie sequenze di enunciaticostituenti il discorso, ora si e costretti invece a fermare1 :att~ione .sul le istanze ab quo della generazione della signi-ficazione, di modo che, a partite da agglomerati di senso ele-mentari, sia possibile ottenere percorrendo stadi successivi

"artic5'lazioni _signific~tiv~ sempre pili complesse, al fine illraggmngere contemporaneamente i due scopi cui mira ilsenso quando si manifesta: configurarsi come sensa articol~i.o,vale a dire come significazione, e come discorso sur sensavale a dire come una grande parafrasi che sviluppi a suo fuod~tutte Ie articolazioni anteriori del senso. In altre parole: lagenerazione della signijicazione non passa alfatto, inizialmen-

te , attraverso la produzlone degli enunciat i e la loro combina-zione in discorsi; essa e retta, nel proprio percorso, dalle strut-ture narratzoe e sono queste cbe producono il discorso artico-lato in enunciati.

A questa punto, e chiaro cheTelahorazione d'una teoriadella narrativita che giustifichi e fondi di diritto l' anallsinarrativa in quanto campo metodologicamente autosufficientedi ricerche non consistera soltanto nel perfezionamento e nel-la formalizzazione dei mode1li narrativi ottenuti tramite de-

;-:

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170 DEL SENSO

scrizioni sempre pru numerose e variate, ne ill una tipologiadi questi modelli medesimi la quale sia in grado di sussumerlitutti, ma anche, e soprattutto, nella collocazione all'internodell' economia generale della semiotica, concepita come scienzadella significazione, delle strutture narrative intese come istanzaautonoma.

1.4. Le istanze di una semiotics generale

Per portare a termine un progetto del genere, si dovra con-cepire la teoria semiotica in modo tale che fra le istanze fon-damentali ab quo, ove la sostanza semantica riceve le sue pri-me articolazioni e si costituisce in forma significante, e Ieistanze ultime, ad quem, ove la signif icazione si manifesta at-traverso i'molteplici l inguaggi , venga organizzato un vastospazio per l 'installazione d'una is tanza di mediazione nellaquale verrebbero situate determinate strutture semiotiche dota-te di uno statuto autonomo - e tra queste Ie strutture narra-tive -; tali strutture semiotiche non sarebbero altro che iluoghi ove verrebbero elaborate Ie art icolazioni complemen-tari dei contenuti nonche una sorta di grammatica, generale

e fondamentale a un tempo, suscettibile di presiedereall'In-

staurazione dei discorsi ar ticolat i. II progetto strutturale rela-t ivo a tale istanza di mediazione e dunque duplice: da un htto,si traded di abbozzare la costruzione dei modelli d'articola-zione dei contenuti, quali e possibile concepirli a questa stadiodel percorso del senso; dali'altro lato, si trattera di metterein opera modelli formali suscettibili di manipolare tali conte-nuti e di sistemarli in modo tale che essi siano in grado diregolare la produzione e la segmentazione dei discorsi, e, indefini tiva, di organizzare, in base a determinate condizioni , lamanifestazione della narrativita, Detto altrimenti: la teoriasemiotica potra considerarsi soddisfacente solo se sapra orga-nizzare all' interno di se 10 spazio per una semantica e per unagrammatica [ondamentali.

1.5. Per una semantica fondamentale

II progetto di una semantica fondamentale - diversa dallasemantica della manifestazione linguistica - puo appoggiarsisoltanto a una teoria del senso. E dunque direttamente con-nesso all' esplicitazione delle condizioni dell'individuazione delsenso e alia struttura elementare della signijicazione che puo

GRAMMATICA NARRATIVA 171

esserne dedotta, e che si presenters, in un secondo tempo,come una assiomatica. Tale strut tura elementare, precedente-mente descritta e analizzata, deve essere concepita come 10sviluppo logico eli una categoria semica binaria , del t ipo biancovs nero, i cui termini stanno, tra loro, in relazione di contra-.rieta, mentre ciascuno di essi, contemporaneamente, e suscet-tibile di proiettare un nuovo termine quale proprio centrad-dittorio; itermini contraddittori possono, a loro volta, stipu-

lare una relazione di presupposizione nei r iguardi del terminecontrario opposto:+ - - - - - - - - - - - ~ - - - - - - - - - - - - -

S1s2

r52 51

r(ove ~ i n d i c a 13 presupposizione e ~ 13 contraddizione).

Tale struttura elementare di signiflcazione fornisce un mo-

dello semiotico pertinente, atto a dar conto delle prime arti-colazioni del senso ali 'interno d'un 'micro-snioerso semantico,S'impone qui una precisazione relat ivamente alla nostra con-

cezione dell'universo semantico. In un primo tempo (cfr. lanostra Semantica strutturale), avevamo proposto di conside-rarlo come la totalita della "sostanza semantica" impegnataa significare attraverso ilreticolo di art icolazioni che la rico-pre, e soltanto at traverso eli esse: il senso non e afferrabilese non articolato. Pensavamo anche che tali articolazioni delsenso si potessero spiegare come il risul tato di una combina-toria, ' real izzata a parti te da un inventario limitato di catego-rie semiche. Oggi si potrebbe fare un passo in la, e suggerireuna rappresentazioneun po' pi li elaborata di questa coperturadi art icolazioni. Si puo immaginare infat ti. che ogni categoria

cost itut iva della combinatoria - la quale, come si e visto, esempre suscettibile di svilupparsi in struttura elementare -sia in grado di trasformarsi in un modello semiotico costitu-

zionale, e, per il fatto di subordinare a se altre categorie delmedesimo inventario che le serviranno da sotto-art icolazionidi sussumere in tal modo un vasto campo di significazione: es-sa potra cosi servire di copertura a un micro-universe seman-t ico. Di conseguenza, l 'inventario fondamentale delle catego-

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1 72 DEL SENSa

rie semiche necessario per l'articolazione dell'universo se-mantico nella sua totalita "- sara altresi l'inventario virtualedi tutti i micro-universi possibili,dato che ogni cultura ed

ogni personalita possono favorire, t ramiteart icolazioni privi-legiate, questo micro-universo particolare piuttosto che que-st'altro (Ia coltura del vino in Francia, 1 0 sfruttamento delIefalde acquifere in Turchia).

II modello costituzionale, a questo punto, non e altro chela struttura elementare della signif icazione, adibi ta, come for-ma, all 'articolazione della sostanza semantica di -un micro-uni-verso dato. L'isotopia dei termini della struttura elementaregarantisce e fonda, in qualche modo, i l micro-universe in quan-to unita di senso, e permette di considerare - ail'interno deliaprocedura di assiomatizzazione - i l modelIo costi tuzionale inquanto forma- canonica, come istanza preliminare per unasemantica fondamentale.Esaminare Ie condizioni el i una semantica del genere non

rientra nel progetto attuale qui delineato. Bastera, per ora,dist inguere nettamente i due piani, semantico e grammaticale,dell' indagine intrapresa. Sarebbe anzi preferibile sottolinearetale distinzione mediante una disgiunzione terminologica: eparlare ad esempio di oalori di contenuto ogni volta che si

avra a che fare con units semiche individuate ail'interno d'unmicro-universe (individuazione effettuata grazie aile articola-zioni del modelIo costituzionale), riservando l'espressione ditermine strutturale alIe sole unita formali del modello se-miotico.

1.6. Per una grammatica fondamentale

Ora, se la struttura elementare serve come modelIo per l'ar-t icolazione di quei contenuti che sono Ie sostanze semantiche,e se essa e in grade di far sl che il senso sia messo in condi-zione di significare, essa resta pur sempre una forma semioticapassibile di venit considerata al di fuori di qualsiasi investi-

mento. Essa non e altro che quel "principio semiotico" il quale,secondo HjeImslev,6 ist ituisce e organizza qualsiasi l inguag-gio, nel senso pill generale del termine. Questo spiega cometale struttura elementare, pur essendo sotto forma di mo-dello costituzionale alIa base dell'organizzazione dei contenu-

• I I concetto ill "principio semiotico" e sviluppato da HJELMSLEVsoprattut to nel cap. 21, Lingua e non lingua, dei Fondamenti, cit., pp.108 sgg. -

GRA~ATICA NARRATIVA 17 3

ti, sia altresl quel modello formale che, grazie aile propriecategorie costitutive, manipola icontenuti organizzati senzaper questo identificarsi. con essi. Abbiamo gia fatto notare,del resto, come Ie categorie necessarie aila formalizzazionedella strut tura elementare della signif icazione siano Ie stessecategorie epistemologiche utilizzate nelIa costruzione di qual-siasi teoria semiotica. Proprio mediante questi "universali dell inguaggio" cost itui ti in modelIo semiotico - istanza origina-ria per ogni manipolazione del senso -, sara possibile proget-tare l'elaborazione delle prime premesse per una grammaticafondamentale.

2. Elementi per una grammatica fondamentale

2.1. 11 nucleo tassonomico

Non e semplice, per ora, elaborare una assiomatica che ser-va da SUPPO!toaile strutture narrative; hisognerebbe, prima,essere in possesso e li una teoria semiotica compiuta. Per cu i-

non si potra fare altro che abbozzare, in riferimento alIa con-cezione globale d'unasemiotica del genere, Ie principal i istan-ze articolatorie e Ie concatenazioni operative prevedibili di unagrammatica narrat iva alIo stato di progetto.

Ogni grammatica, in modo piu 0 meno esplicito, presentadue componenti: una morfologia e una sintassi. La morfolo-gia ha il carattere el i una tassonomia, i termini della qualesono interdefiniti ; la sintassi invece consiste in un insieme e li

regole operative, 0 el i maniere di manipolare i termini dellamorfologia. - -

Per i llustrare quello che puo essere un modello tassonomicodi questa t ipo, bastera rifer irsi al l'anal isi s trutturale del mitedi Edipo effettuata, sin dal 1955, da Claude Levi-Strauss;analisi che e sfociata nella costruzione d'un modello acronicoelementare, a partite dal quale, secondo l'autore tutti i miti

di Edipo, compreso quello freudiano, possono venir generat i.Tale modello, che e il r isul tato d 'una lettura paradigmaticadel discorso mitico, puo essere definito come la messa in cor-relazione di termini contraddit tori accoppiati.?

E agevole constatare come tale modelIo sia paragonabile in

7 qt. CL. LEVI-STRAUSS, Cap. XI illAnthropologie structurale, cit.E qui a p. 207.

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17 4 DEL SENsa

tutto aI modeIIo cost ituzionale di cui abbiamo parlato, e comepossa essere interpretato utilizzando Ie medesime categoriere1azionali. COS!, denominando schema la struttura compren-siva di due termini riuniti dalla relazione di contraddizione

(S1~ 7 r oppure S2~ ;;), e correlazione la relazione fra dueschemi i cui termini , presi isolatamente, sono in relazione illcontrarieta con i termini corrispondenti dell'altro schema(efr. 1.5.), possiamodire che ilmodello tassonomico e una

struttura a quattro termini, i quali sono reciprocamente inter-definiti da un reticolo di relazioni precise, definibili come lacorrelazione Ira due schemi.Nell'intenzione di Levi-Strauss, come abbiamo notato, un

modeIIo del genere da conto dell' individuazione acronica dellasignif icazione di tut te Ie narrazioni possibil l dipendenti da undeterminate- micro-universo semantico. Tale modello eunmodello formale: esso non fa che articolare i contenuti inve-stiti. Inoltre, e indipendente dalle proprie modal i ta di manife-stazione: il discorso che 10manifests puo esseresia.unraccon-to mitico, sia ildiscorso didattico di Freud; essopuoessereinoltre presente, in forma diffusa, in un numero infinite didiscorsi antropologici 0 psicanalitici.

In altre parole, i l modello e quell'istanza tassonomicapri-maria a partire dalla quale possono essere articolati e manife-stati, in una prospettiva statica, i sistemi di valori, 0 assiolo-gie, e i processi r icorrenti di creazione di valori, 0 ideologic.Per quanto sia suscettibile di generare forme discorsive nonnarrat ive, l 'istanza tassonomica e altresi una base necessariaper ogni processo dinamico, generatore della sintassi narratiua.

2.2. La narratiuizzazione della tassonomia

E evidente che ilmodello tassonomico, a motivo della sta-bi llta delle relazioni che ne definiscono i termini strutturali,puc venir considerato come ilprimo nucleo di una morfologiaelementare. Tuttavia, l 'esame delle condizioni dell' individua-zione del senso rivela benissimo che, se la significazione, nella .misura in cui ci sforziamo di reperirla nell'oggetto, si configuracome una articolazione di relazioni fondamental i stabill , essae ne1 medesimo tempo suscettibile el i una rappresentazionedinamica non appena la consideriamo come un'inelividuazione

o come la prod~ione _gd.s,~so..",~~l?Ete~.S~l S?~~~tto. Tenendoconto a1 questa aspetto dllamlCO, e possibile stat>il 'ire un re-t icolo el i equivalenze fra Ie relazioni fondamentali costitutive

GRAMMATICA NARRATIVA

del modello tassonomico, e Ie proiezioni el i queste medesimer~!azlOru.' ~ operazioni, Ie quali vertono stavolta su terminigla. st~bili tl ~ questa medesima morfologia elementare; ope-razionr I~. cui ~egolamentazione cost ituirebbe la sintassi. Lacontrad~lone, inq?anto relazione, serve COS!a livel lo della

tas~onolD1~alla cos~~one eli ~ch~. binari; in quanto ope-r~.Zlone di contraddizlone, consistera mvece, a livello sintat-nco, nel negare uno de i termini dello schema e nell'affermarec?ntemporaneamente, i l termine contradelit tor io. Una op~a:.zione del gener.e, quando si e££ettui su termini gia .investi ti

quanto a va;Iorl, comporta come risultato 1 a trasformazionedel c~ntenutl: essa, in£~tti, nega i contenuti posti e fa emer-gere m Ioro vece nUOVIcontenuti asseriti. . ~~.,,,,,.~....

Po~siat:l.Oquindi fissare un primo accertamento,· comunqu~-pro":,"IS0!1.0,,relattvamente alla sintassi fondamentale: essacons.lste cioe nel sovvertimento del madello tassonomico, sov-ver~ento effettuato mediante la trasformazione di quei con-tenuti che sono investit i nei termini tassonomici sui qualiessa opera.

Nota: Come si e visto, l'inelividuazione acronica del mi-

to. e ;m'istanza instabile: la struttura "dogmatica" delmito ~ sem~re sus~et~biIe di svilupparsi in racconto. An-

~e~1i studi complu.tl su .generi minori (proverbi, uielle-. r tsmr, manchett~s eli .fattl di cronaca ecc.}, generi che

sembrano~ a pnma VIsta, pure manifestazioni assiologi-che, ne rivelano, al contrario, la pronunciata Instabilitae la tendenza spiccata alla narrativizzazione.

2.3. L'orientamento delle operazioni sintattiche

~a :appresentazio~e della .sinta~s~~o~e successione di ope-razt~ru e££ettuate sui termini definiti di una strnttura tasso-

nO?ll~~' permette. cli. c~g1ierr:e piil agevolmente un'altra pro-prieta: le operaziom smtattzche sono orientate.

CoS!, nel quadro d'un unico schema tassonomico, si possonoprev;~e;e .due operazioni sintattiche, e due trasformazionipossibili eli contenuto:

sia :1 ==>- ~

sia S1==>- s~

IYaltra par:te~ siccome ilmodelIo tassonomico e costitui to dadue scheml, il problema della priorira logica delle operazioni

175

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17 6DEL SENSO

sintattiche non pub mancare di porsi: Ie operazioni orientate

possono cominciare .

s ia dal primo schema: Sl ===? ~1oppure ~ ~ Sl

sia dal secondo schema: s2.===? S2oppure S2===9- S2

il che da subito luogo, come si vede, a una prima combinatoria

di operazioni sintattiche. .,. .

In defini tive, la conoscenza delle propneta relazionali del lastruttura elementare - proprieta che contemporaneamentesono quelle delle operazioni sintattiche - prescrive quantasegue: l 'operazione di contraddizione che, negando ad ~sem-

pic iltermine S1, pone contemporaneamente il.termine S1,. ~o-vra essere seguita da una nuova operazione di presupposmo-

ne la quale -fa emergere, e congiunge al termine S1, ilnuovotennine S2. Le operazioni sintattiche sono percio non sol-tanto orientate, ma anche organizzate in serie logiche.

2.4. Le caratteristiche di una grammatica fondamentale

Le caratter is tiche qui sopra esplici tate, e che sono susce~ti~

bili di servir di base per l'elaborazione di una grammancafondamentale , si possono riassumere cosi :

1. La grammatica narrat iva si compone di una morjologiaelementare, la quale viene fornita dal modello .tasson?~co,e di una sintassi fondamentale, la quale opera sut termini tas-

sonomici previamente ~inter~definiti.

2. La sintassi narrativaconsiste in operazioni-dfettuate-sutermini suscettibili di venit investiti da valori di contenuto;

di conseguenza, essa, li trasforma e li m_anipola, .t;tegan~<?~eaffermandoli, 0, ilche e lostesso, congzungendolt e dzsgzun"gendoli. ' ,

3. Le operazioni sintattiche, situate nel quadrotassonomicostabilito, sono orientate e, per cio stesso, prevedibili e calco-

labili.

4. Tali operazioni sono, per di pill, ordinate' in serie e siconfigurano come processi segmentabil i. in unita sintattiche

operazlonali.

Queste determinazioni minimali - condizioni di una w :am-matica fondamentale - anche se incomplete , permettono di af-

GRAMMATICA NARRATIVA 177

frontare i problemi relativi alia costruzione di una gramma-tica narrativa di superficie.

3. Elementi di una grammatica narrativa di superficie

3.1. It problema dei livelli grammaticali

Se fossimo in possesso di una grammatica fondamentale,saremmo in grade di immaginare certi livell i grammatical i pi ll"bassi» iquali, speci£icando ulter iormente le categorie uti-lizzate, 0 trascrivendole in maniera pill complessa, ci farebbe-ro avvicinare progressivamente al ia grammatica quale essa sitrova manifestata a esempio nelle lingue natutali. Per cuisemplificando molto si puo dire che la grammatica fonda-mentale, la quale e d'ordine concettuale, per poter produrreracconti manifestati in forma figurativa (nei quali at tori uma-ni 0 personificati svolgono determinati ruoli, subiscono deter-minate prove, raggiungono determinati scopi), deve dapprimaricevere, a uno stadio semiotico intermedio, una rappresenta-

zione antropomorfica ma non figurativa. E proprio questal ivel lo antropomorfico che verra designate col nome digram-matica narratioa superficiale, ove ilqualificativo "superficiale"non ha nulla di peggiorat ivo, ma indica semplicemente che sitratta di un livel lo semiotico, le cui definizloni e regole gram-maticali sono suscettibili di passare - mediante un:'ultima tran-scodificazione - direttamente nei discorsi e negli enunciati-linguistici. - - -, '.

II termine di lioello grammaticale esige di venit subito .defi-nito. Se diciamo che una grammatica puo essere costruita adue livelli diversi, cia vuol dire che e possibile costruire duemetalinguaggi diversi suscettibili di render conto di un solo'e identico fenomeno linguistico presente a un terzo livello,

che nella fattispecie e quello della manifestazione. Analoga-mente si dira che questi due metalinguaggi sono equivalenti,perche sono isotopi ma non isomorfi, intendendo con cia cheun determinato . segmento ill- un metalinguaggio puo venirtranscodificato in un segmento isotopo di un altro linguaggiosenza che gli elementi costitutivi dei due segmenti siano, perquesto, formalmente identici.Le categorie costi tutive di una siffat ta grammatica di su-

perficie si distinguono, come dicevamo, a motivo del loro

 

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178DEL SENSO

carattere antropomorfico, dar carattere logico che e propriodelle categorie della grammatic a fondamentale.

3.2. Gli enunciati narrativi

3.2.1. Il fare antropomorfico

Di conseguenza, se uno dei concetti di base della gramma-tica [ondamentale e il concetto di operazione sintattica, essocorrispondera, a livello superficiale, al fare sintattico.

L'ist ituzione del l'equivalenza fra l 'operazione e i l fare, rap-

presenta appunto l 'introduzione, en~ro I : t .grammatica, .dell.adimensione antropomorf ica. 11 che Sl puo IDterpretare ill di -

versi modi:a) Mentre un'operazione logica e concepita come un proces-

so metalinguistico autonomo, il quale permette I'accantona-mento del soggetto dell 'operazione (0 l 'util izzazione di unoperatore '''qua lsiasi''), un fare, sia pratico sia mitico, impli-ca, in quanto att ivita, un soggetto umano (0 per 10 meno : m tro-pomorfizzato: "la mat ita scrive bene"). Inaltre parole, il faree un' operazione specif icata dall 'annessione del classema "u"

mano".

b) Quando parliamo del fare, e evidente che non ci rife-riamo al fare "reale" situato sul piano della semiotica delmondo naturale, ma al fare linguistico (qualunque sia il lin-guaggio, naturale 0 meno, in cu i si trovi manifestato), a unfare transcodificato in messaggio. Che si tratti, relativamenteal s istema semiotico di referenza, di un fare.agito 0 di un fare

parlato, il suo statuto di fare meta-semiotico (in quanta d~scritto) 10 costituisce quale messaggio-oggetto, situatoall'Inter-no del processo comunicat ivo, i l quale implica un destinatore

e un destinatario. .n fare e dunque un'operazione doppiamente antropomorfi-

ca: in quanto attiv ita, essa presume un soggetto; in quantamessaggio, essa risul ta oggett ivata e implica l'asse di trasmis-

sione fra destinatore e destinatario.

3.2.2. Enunciate narratiuo semplice

La conversione - il passaggio da un livello grammaticalead un altro - puo essere definitacome una equivalenzafra l'operaz ione e il fare ; le implicazioni inerenti al concettodi fare si ridurranno alla forma di 'un enunciate narratiuo

elementare:EN = F(4)

GRAMMATICA NARRATrvA 179

ove il fare, in quanta processo di attual izzazione, e deno-minato. f~nzione (F) e ove il soggetto del. fare, in quantopotenzialita del processo, viene designato come attante (A).Si did percio che ogni operazione del la grammatica fondamen-tale puc essere convertita in un enunciato narrativo la cu i for-ma canonica minima1e e F (A). Resta inteso comunque che glienunciati narrativi sono enunciati s intattic i, vale a dire indi-pendenti da l contenuto che puo essere investito in un fare 0

in un altro, e che gli e lementi cos titutivi dell'enunciato, F e Asono isotopi , nel senso me qualsiasi restrizione semantica di P 'si r ipercuotera necessar iamente su A, e viceversa. Per fare unesempio: l'attante e i sotopo alia propria funzione nel la stessamaniera che il nome d'agente 10 e rispetto al proprio verbo(efr. pescatore-pescare).

3.2.3. Enunciati modal i e enunciati descrit tivi

Si puo COS1 costruire, t ramite l 'introduzione progressiva dide ter~ate restrizioni semantiche , una tipologia di enunciatinarratrvi, e paralielamente e li attanti, A esempio: se unacerta classe di funzioni viene a essere speci£icata mediante

l'annessione del classema "volere", gli attanti isotopi a que-ste furizioni costituiranno una classe restrittiva, che potravenit designata come classe degli attanti-soggetto, Infattiuolere e un classema antropomorfico (rna non necessariamentefigurative : efr. "questo verbo vuole I'accusativo") me ins tau-ra l'attante come soggetto, vale a dire come operatore even-tuale del fare. A questa punto e possibile costituire, accantoagli enunciati descrittivi (ED), un nuovo tipo di enunciatinarrativi: gli enunciati modali (EM).

Infatti, da l punto di v ista linguistico, uolere e un predica-to modale che regge enunciati propriamente descrittivi. Aesempio:

{1) Giovanni vuole che Pietro parta(2) Pietrcvuole par tite

Quest i enunciati l inguistici, una volta t radott i in enunciatisemantici, si presentano in questo modo:

(1) F : volere/S : Giovanni; 0 (F : partenza; A : Pietto)/(2) F : volere/S : Pietro; 0 (F : partenza; A : Pietro)/

E chiaro che, l inguisticamente, I 'introduzione del classema"volere" e tutt'altta cosa che una surdetermlnazione del

 

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1 8 0 DEL SENSO

(3) Pietro vuole una mela(4) Pietro vuole essere buono

Questi enunciati Iinguistici si possono rappresentare seman-ticamente cosi:

G~~TICA NARRATIVA 1 8 1

predicato, e che essa postula la costruzione di due. enunciatidis tinti , di cui il primo e un enunciato modale e ilsecondoun enunciato descrittivo, il quale, ipotassico 8 in rapporto alprimo, gl i serve da Attante-Oggetto. Non tenendo conto, perilmomento, del fatto che nel primo esempio i soggetti seman-tici dei due enunciati sono diversi, mentre nel secondo casosono identici , possiamo interpretare l 'enunciato modale comec e i l desiderio di realizzazione" di un programma che e presente

in forma di enunciato descrittivo e partecipa, nello stessotempo, in quanta oggetto, dell 'enunciato modale.

II che ci permette gia di specificare formalmente enunciati

modali del t ipo:

(3) F : volere/S : Pietro; 0 (F : acquisizione; A : Pietro; 0 :mela)/

(4) F : volere/S : Pietro; 0 (F : acquisizione; A : Pietro; 0 :

bonta)/

Come si vede, I 'esplicitazione semantic a permette di stabi-lire, accanto a enunciati gia menzionati la cui funzione e del-

EM = F: volere IS; 0/ l'ordine del fare, l'esistenza di altri due tipi di enunciatidescrittivi caratterizzati dalle loro funzioni, i quali sono sia del-

Si tratta di enunciazioni di programmi virtuali esplicitati l'ordine dell'aoere sia dell'ordine dell'essere. Possiamo desi-nel quadro di attanti-oggetto, fermo restando che l'attante- gnarli - in quanto sottoclassi di enunciati descrittivi - comeoggetto dell'enunciato modale puc sempre convertirsi in qual-enunciati attributivi (EA). Cia che distingue sul piano dellasiasi altro enunciato descrittivo. descrizione semantica questi due tipi di enunciati.inon 'sono

Se introduciamo ora una restrizione supplement are , postu- tanto Ie speci£icazioni delle loro funzioni - in entrambi icasilando che ilsoggetto semantico dell'enunciato descrittivo deb- si tratta infatti di una relazione d'attribuzione fra ilsoggettoba essere 10 stesso dell'enunciato modale, possiamo dire, in e l'oggetto semantici -, quanto la natura esterna 0 interna de-

certo modo, che ilfare sintattico consiste nella trasformazio- gli oggetti attribuibili. Nella misura in cui possiamo dire -ne di un programma virtuale in un programmaattualizzato~ dopo aver riunito per, poterle interpretare Ie fimzionidel-

Siccome l'enunciato descrittivo econcepito come un pro" l'enunciato modale e dell'enunciato descrittivo - che ildesi-gramma che resta invariato, la trasformazione potra venit-in- derio di possesso istituisce l'oggetto di un possesso virtualeterpretata come la sostituzione dell'enunciato modale con fun- come un ualore, possiamo facilmente constatare come Ia melazione di "volere", con un enunciato modale d'esistenza, JJ qua- sia un valore esterno rispetto al soggetto del desiderio, e comeIe e, com'e noto, uno dei presupposti impliciti di qualsiasi la bonta sia invece un valore interno al soggetto. Questa diffe-enunciato descrittivo. - -----'---------'----~~--"----"-'~---c=;::,F----'ren siesprimera in termini sintattici, e cioe: la relazione frailsoggetto e I'oggetto dell'enunciato attributivo e , nelprimo

caso, ipotassica, nel secondo, iponimica.Riassumendo:a) L'introduzione, nel lagrammatica superficiale , del la mo-

dalita del volere, permette la costruzione d i. enunciati moda-

li a due attanti: ilsoggetto e l'oggetto. L'asse del desiderioche Ii riunisce autorizza, a sua volta, a interpretarIi, semanti-camente, come un virtuale soggetto performatore e come unoggetto istituito come oalore.b) Se la modalita del volere valorizza l 'oggetto, esso in quan-

to attante dell'enunciato modale, puo essere convert ito sia in unenunciato descrittioo del fare (esempi 1 e 2) - e ilfare, inquanto tale, viene ad essere valorizzato -, sia in enunciatiattributivi (esempi 3 e4) - e in talcaso l'attualizzazione del

3.2.4. Enunciati attnibutiui

II fatto di constatare che l'Oggetto del desiderio, presentecome Attante-Oggetto, e in realta run enunciate-programma

comporta qualche approfondimento ulteriore. Alt;r i . esempipermetteranno intanto di introdurre nuove caratteristiche de-

gli enunciati descrittivi:

8 Ipotassico, relazione ifotassica: la. r?azione ~e ~ten:or:e i ra semiappartenenti a categorie diverse. Iponimico, relazione tpontmtca: la rela-zione gerarchica che si st;ab~sce ~a i s~ al l'~terno di una.n ;e:de: im~categoria semica. Per un articolazione PlU specifica delle de£inizioru ditali concetti, cfr, A.J. GREIMAS, Semantica strutturale, cit ., pp. 334.

 

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182DEL SENSa

volere s i espr ime attraverso il possesso di oggetti-valore, indi-

cad negli enunciati attributivi. .....c) Si dovra conservare la distinz ione ~e1 due. tipr di attn-

buzione - ipotassica e iponimica :- ~eg_li?ggettl"valore: d~~~offre infatti un criterio formale di distmZlon~ fra due or .di valori - oggettivi e soggettivi -, il che e d'u;oportanza capi-

tale per la comprensione della struttura narranva.

3.2.5.Enunciati modali in funzione di enunciati attributivi

Completeremo la nostra lis. ta di ese~plif icazioni di enuncia-

ti narrativi, con i due esempi seguentl:

-(5) Pietro vuole sapere (qualche cosa)(6) Pietro vuole potere (qualche cosa)

. . ti iv~de subitoSenza ricorrere alia trasCtlZlone seman ~a,. s .. d el f

che la particolarita di questo tipo di enunClatl nsie e n at-

to che un enunciato modale puc avere come ogg~tto n':J.~enunciato descrit tivo semplice, ma un alt ro enunciate m. . e,il quale funziona come enunciato ~escrit tivoed e suscettlbile,

percio di venire a sua volta valotlzzato. . .Si ;ossono fare, a questa proposito, diverse constatazIOm:

1 Alio stadio attuale delle nostre conoscenze , sembra che

soltanto le modali ta del sapere e del potere debbano .essere. iderazi ell truzio e della grammatlca su-prese In consi erazione n a cos ruzi n ...

perficiale. .,..2. Fra Ie proprieta d i queste modalita, tlcorderemo: .

a) Ia posslbllita- di formare enunciati modali can~mCl:". .EM (s oppure p) = F : sap ere 0potere/S: ~ (f .f~e,. 0)1b) la possibilita di costituirs i come oggettl dlenunClatI mo-

dali del volere: . 1EM (v) = F : volere/S;,Q (F : sapere 0~ot:re; A;.O~ .c) la possibi lid. di costi tuirsi come ogget tl di enunClatl. attri-

butivi: .EA =F : attribuzione/S; 0 : un sap ere 0 un poterel

3.3. Le unita narrative

3.3.1. La performanza e il suo caratterepolemico . . ,

Non possiamo concludere questa sistemazione delle.unita~rmentar i della grammatica superficiale , corrisp?ndentl a q,: edel la grammatica fondamentale, per passar pol alla costruzlone

GRAMMATICA NARRATIVA 183

di units piii larghe, senza indugiare prima sulla rappresentazio-ne polemica che, proprio a livello di superficie , assume la rela-zione di contraddizione. L'asse di contraddizione che abbiamodesigna.to col nome di schema, e , come sappiamo, il luogo del-l'asserzione e della negazione di termini contraddittor i. Se siammette che la rappresentazione antropomorfica della contrad-~one e di natura polemica, la sequenza sintagmat ica - che cor-risponde alia t rasformazione dei valori di contenuto quale risul -ta, sul plano del la grammatica fondamentale, dalle operazioni dinegazione e di asserzione - dovra configurarsi a ' questo puntocome una sequenza di enunciati narra tivi Ie cui res tr iz ioni se-mantiche avranno 1 0 scopo di conferire ad essa un carattere

d ! - s~on.~o e di lot ta. Tale sequenza sintagmatica, per costi tuir-si, r ichiede:

a) l 'esi,stenz~ di due soggetti SI e S2 (odi un Soggetto e diunAnti-Soggetto), iquali corrispondono ai due fare contraddit-tori, dato che la relazione di contraddizione e , come si sa, unarelazione non orientata;b) la restrizione semantica del fare sintattico attraverso l 'isti-

tuzione dell'equivalenza tra l'operazione di. negazione e la fun-zione di dominazione, quale risultato del l' antagonismo pole-

mico;c) il riconoscimento del principio di orientazione, valido per

i due livelli del la grammatica: a una determinata orientazionedelle operazioni logiche corrisponde una determinata scelta ar-bitraria del soggetto negatore e della dominazione di uno deisoggetti sulI'altro;

d) l'ammissione che la procedura dialett ica, secondo la quale-la negazione di untermine e contemporaneamente l' asserzionedel termine contraddi ttorio, viene ad essere rappresentata, sul .piano della sintassi di superfic ie,dadue enunciati narra tivi in-d ipendenti, il pr imo dei quali, unitamente alia sua funzione didominazione, corrisponde all 'istanza di negazione, e il secondo,unitamente a lIa funzione di attribuzione , all'is tanza d'asser-

zione.La sequenza sintagmatica denominata perjormanza puc allo-ra essere rappresentata cosl:

ENI = F : confronto (SI ~ S2)

Nota: Questo enunciato narrativo, il quale esprime an-tropomorficamente la relazione di contraddizione fradue termini, e in realta il sincretismo di due enunciatimoclali propri a ciascuno dei due ·soggetti. .

 

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184 DEL SENSO

EN2 = F : dominic (Sl ~ S2)

Nota: L'enunciato corrisponde alia messa in atto dell'o-perazione di negazione orientata, ove Sl nega S2, 0 vice-versa; la negazione, come si e visto, consiste nella tra-sformazione del virtu ale nell'attualizzato, oppure, i l chee 10 stesso, nella sostituzione dell'EM del volere 'conl'EM dell'esistenza, 0 del desiderio di dominare, con Iadominazione.

EN3 = F : attribuzione {Sl ~ 0)

Nota: L'ultimo enunciato corrisponde ali'istanza di as-serzione: questa e espressa antropomorficamente dal-l'attribuzione di un Oggetto-valore.

3.3.2. Gli elementi costitutivi della perjormanza

In questa abbozzo di grammatica superficiale, abbiamo m:s-so l'accento - prendendo, a titolo d'esempio, un solo sin-tagma - sulle corrispondenze che si stabilivano punto per pun-to fra i due livelli grammatic ali, e anche sull'emersione delle

categorie antropomorfiche sostitutive dei ter:ruru e.delle o}?e:razioni logiche. II risultato di ci o e la costruzione di una umtanarrativa particolare, la performanza: per il fatto che essa co-stituisce 10 schema operativo della trasformazione dei conte-nuti, essa e probabilmente l 'unita pitt caratterlstica della sin-tassi narrativa.

La performanza e dunque un'unita sintattica, uno schemaformale atto a ricevere i contenuti piir diversi. D'altraparte,i due soggetti della performanza sono intercambiabili, datoche l'uno 0 l 'altro possono essere 0 dominante 0 dominato;analogamente la c1asse d'oggetto e sottoposta a variazione se-condo i modi distinti dell' attribuzione sintattica.Dal punto di vista dello statuto sintattico,la performanza

si presenta come una successione di enunciati narrativi co-struiti secondo la formula canonica: l'enunciato narrativo euna relazione fra attanti. Tale relazione, designata col nomedi funzione, e suscettibile di ricevere determinate speci£ica-zioni semantiche le quali, a motivo dell'isotopia dell'enunciato,sono trasmesse agli attanti, determinandone addirittura il nu-mero.

Se funzioni e attanti sono gli elementi costitutivi di questagrammatic a narrativa, e se gli enunciati narratiui ne rappresen-

G~~TICA NARRATIVA 185

tano Ie forme sintattiche elementari , Ie unita narratiue - il cuispecimine e costituito dalla perjormanza - sono sequenze sin-tagmatiche di enuneiati narrativi.

3.3.3. Le relazioni costitutiue della perjormanza

II problema che ora inevitabilmente si pone e quello dellerelazioni fra enunciati che si costituiscono in unita narrative.

La performanza, come abbiamo visto, in quanto unita narrati-va corrisponde allo schema ·tassonomico, per cui gli enunciatiche la costituiscono non sono altro che gli equivalenti delleoperazioni logiche situate all 'interno dello schema. Abbiamovisto anche che Ie operazioni logiche costitutive dello schemaerano orientate.

Ora, si dovra constatare che a tale orientazione - la qualee una regola della grammatica fondamentale - corrisponde, sulpiano della grammatica superficiale, la relazione di implica-zione, con questa differenza pero: se l 'orientazione segue l 'or-dine degli enunciati:

l'implicazione, invece, e orientata in senso inverso:

EN3=>EN2=>EN l

Tale conversione, la quale permette di definite l'unita nar-rativa come una successione di implicazioni fra enunciati, hauna certa importanza pratica al momento dell'analisi narrati-va condotta sul piano della manifestazione, in quanto essafonda le regole dell'ellissi e della catalisi: gli enunciati narra-tivi logicamente implicati nel quadro di una performanza pos-sono essere ellittici sul piano della manifestazione; mentre lapresenza dell'ult imo anello della catena di implicazioni (EN3)

e sufficiente per dar luogo - in vista della ricostruzione del-

I'unita narrativa - a una catalisi che la riconfermi nella suaintegrita. .

3.3.4. La modalizzazione delle per/ormanze

Una riflessione ulteriore su quanto abbiamo detto circa Ieproprieta degli enunciati modali, ci permettera di stabilire ladistinzione fra due tipi possibili di per formanze , Come abbia-mo g i a sottolineato, gli enunciati modali la cui funzione e

 

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186 DEL SENSO

rappresentata dal volere, instaurano il soggetto in quanta vir-tuali ta del fare, mentre due altri enunciati modali, carat ter iz-zati dalle modalita -del sapere e del potere, determinano que-sto fare eventuale in due modi diversi:e cioe come un farenato dalsapere, oppure come un fare che si fonda unicamen-

te sul potere.Queste due modalizzazioni diverse del fare sono successi-

vamente reperibi li nel le performanze. Distingueremo quindi

Ie performanze modalizzate tramite i l saper fare (Ps) - a se-conda di come agira, per astuzia 0 Inganno, il soggetto perfor-matore sul piano della manifestazione - dalle performanzecompiute grazie al poter fare (Pp), ove il soggetto performs-tore utilizzera semplicemente Ia propria energia e la propria

potenza, reale 0magica.

3.4 Le sequenze perjormanziali

3.4.1. Una sintassi della comunicazione

Sino a questo memento, abbiamo considerato I'enunciatonarrativo terminale della performanza (EN3) -- il quale e I'equi-valente sul piano superficiale della asserzione Iogica dellagrammatica fondamentale - come un enunciato attributivo(EA); Ci possiamo chiedere, comunque, se tale formulazione

e soddisfacente.L'attribuzione - 0 I'acquisizione dell'oggetto da parte del

soggetto - sembra presentarsi come un fare ri£lesso: il sog-getto performatore, in quanta soggetto dell'enunciato descrit-t ivo, at tr ibuisce a se stesso un oggetto-valore. Se _cosl~, all~ra l'at tr ibuzione rif lessa non - e altro cile-uncaso-particoIaredi una struttura .d'attribuzione molto pill generale, nota inlinguistic a come schema della comunicazione, a, pi ll general-mente ancora, come struttura dello scambio: tale strutturae rappresentata , nel la sua forma' canonica e ormai acquisi ta,come un enunciato a tre attanti - il destinatore, il destinata-:

rio e l'oggetto della comunicazione: -

ET =F : trasferimento (Dr"~ 0 -?D2) 9

La possibilita di utilizzare uno schemadi grande generalitarappresenta uno dei primi vantaggi di questa nuova formula-

9 ET: si legga: "enunciate traslativo".

GRAMMATICA NARRATIVA 187

zione. La quale permette inoltre di stabilire una netta dis tin-zione fra due diversi livelli sintattici: a) il Iivello ave viene atrovarsi I'operatore- sintattico dell'asserzione, tradotto, in gram-matica di superficie come il soggetto performatore dell'at tri -buzione (in real ta , e un meta-soggetto ed e Ia causa dei tra-sferimenti realizzati) e b) il livello in cui avvengono i trasfe-rimenti stessi. Itermini di destinatore e di destinatario nonfanno altro, in real ta , che mascherare la distinzione.

II secondo livello - e il livel lo descri ttivo, non operazio-nale - puo or~ ricevere una rappresentazione topologica antro-pomorfizzata: gli attanti sono concepiti non pill come ope-ratori , ma come Iuoghi ave possono situarsi gli oggetti-valore,Iuoghi ove possono essere introdotti a da dove possono esse-re sottratti. Il trasferimento in tal caso e suscet tibile di ve-nir interpretato, a un tempo, sia come privazione (a Iivellosuperficiale) a come disgiunzione (a l ivel lo fondamentale), siacomeattribuzione (a livello super£iciale) 0 come congiunzione(a livello fondamentale). _

L'interpretazione proposta, Ia quale sostituisce gli enunciatiat tr ibutivi con enunciati traslativi (ET), fornisce, a quantasembra, una rappresentazione pill corretta della performanza:

Ia conseguenza di quest'ul tima (EN3) non e pill una sempliceacquisizione di valore, ma ne rappresenta un trasferimento:se I'oggetro-valore e attribuito al soggetto dominante, cia si-gnifica che il soggetto dominato ne e , contemporaneamente,priuato; Ie due operazioni Iogiche vengono ad essere COSl rias-sunte in un medesimo enunciato.

3.4.2., La sintassi topologica dei ualori oggettivi

Questa rappresentazione topologica della circolazione deglioggetti -valore, implica, prat icamente, l 'identificazione delledeixis dei trasferimenti con i termini del modello tassonomi-co, considerati come unita morfologiche suscettibili di investi-menti di contenuto. Abbiamo visto pil l indietro come gli inve-stimenti dei valori di contenuto si distr ibuissero secondo dues~emi correlati. Diremo ora che, a livello antropomorfico,gl i schemi corrispondono agli spazi isotopi - che sono i Iuoghiove si elaborano Ie performanze - e che ogni spazio e costi-tuito da due deixis, congiunte ( in quanta corr ispondono al me-desimo. asse di contraddizione) ma non conformi: esse equi-valgono, a livello fondamentale, ai termini contraddittori:

 

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188 DEL SENSa

Viceversa, gl i assi ipotassici d2~ dt e dl ~ ~ costituisconodegli spazi eterotopi Ie cu i deixis appaiono disgiunte (in quan-ta non appartengono al medesimo schema) ma conjormi (inquanta collegate dalla relazione di presupposizione).

A questa punta, e chiaro che la circolazione dei valori, in-terpretata come successione di trasferimenti di oggetti-valore,

puc seguire due percorsi:

che, nel caso specif ieo delle f iabe russe di Propp, si puo inter-pretare COS!: la societa {dd subisce una mancanza, il tradito-

re (ch) rapisce la figlia del re (0) e la porta lantana per na -

sconderla (dr). .

il che signif ichera: l 'eroe (ch) trova in qualche posto (~) la

figl ia del re (0) e la resti tuisce ai suoi genitori (dl)... .II racconto russo manifesterebbe COS! una trasmtsstone ctr-

colare dei valori utilizzando successivamente due soggetti per-formatori e valorizzando uno degli spazi 'conformi(quello del-l 'eroe) a spese dell'al tro (quello del traditore). E evidente ~ c :non si trattadi un semplice sdoppiamento del racconto. T mrnd'origine considerana generalmente l'assenza dell'uno iordel-

l'al tro oggetto di valore, come una situazione originaria , men-tre l'acquisizione dei valori si compie seguendo un solo per-

corso (2). II che e perfettamente comprensibi le del testa: ciache per la dews dl e acquisizione di·yalore, per la dews ~ enecessariamente e simultaneamente privazione di valore; eviceversa. Nell'ambito della prospettiva adottata, il medesimopercorso dei trasferimenti di valori e suscettibile di. dt;e u : ter-pretazioni: il racconto e a un tempo un racconto di vltt~na edi sconfitta. Cia che determina la scelta di una delle due mter-pretazioni non dipende dalla sintassi narrativa, rna dall'artica-lazione assiologica dei valori di contenuto: l'investimento di uno

GRAMMATICA NARRATIVA 189

dei due spazi conjormi e data inizialmente come euforico, quel-10 dell'altro, come dis/orico.

Limitandoci perdl momenta ai soli valori obbiet tivi, pos-siamo dire che la sintassi topologiea dei trasferimenti , sovrap-ponendosi ai percorsi del l'individuazione del senso descrit ti. s otto forma di operazioni logiche effettuate a livello dellagrammatica fondamentale , organizza la narrazione in quantaprocesso creatore di valori, Di conseguenza, e 'proprio essa che

e responsabile di procurare un senso al racconto e che ne rap-presenta l 'armatura principale. Dal punto di vista formale, s ic-come gli enunciat i t raslat ivi sono gli enunciat i terminali del leperformanze, che essi implicano dal rispetto logico, i percorsis intatt ici espressi sotto forma di trasferimenti cost ituisconoCOS!, di fatto, delle sequenze sintagmatiche di perjormanze:vale a dire, cost ituiscono delle unita sintat tiche di livello su-periore.

3.4.3. L'istituzione degli operatori sintattici

Una sintassi topologica del genere e tuttavia puramente de-scrittiva: abbiamo insistito su questa punto, destituendo ill

qualsiasi carat tere operazionale gli at tant i degli enunciati t ra-slativi, che abbiamo designato, al fine di evitare ogni equivoco,come deixis e non come destinatori 0 destinatari, II fat to eche una sintassi degli operatori dovra essere costruita indipen-dentemente dalla sintassi delle operazioni: per giust if icare iltrasferimento dei valori si dovra allestire un livello meta-se-miotico.

A questa l ivel lo meta-semiotico, gl i operatori s intat tici sa-ranno concepiti come soggetti dotati di una part icolare virtua-lita del fare, che li porra in grade di compiere I'operazione dit rasferimento prevista. Questa vir tual ita del fare non e ' altroche una modalita: il sapere 0 il potere; come abbiamo detto,essa puo venit formulata in due maniere diverse: e doe sia

come un enunciato modale che rappresenti il saper fare0

11pater fare del soggetto; sia come un enunciato attributivo,che denoti l'acquisizione,' da parte del soggetto, di un valoremodale.

Se i soggetti si trasformano in opera tori in seguito all'attri-buzione di un valore modale (at tribuzione che abbiamo sosti-tuito con la funzione di trasferimento), questo vuol dire chel'istituzione degli opera tori puo avvenire in base al medesimomodello della sintassi topologica dei trasferimenti , con questa

 

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190 DEL SENSa

avvertenza: che i luoghi di trasferimento non sana pili, a que-sta punta, le deixis, rna gli attanti-soggetto. L 'operatore cost

istituito, e dotato di un saper fare a di un pater fare, solo in

un secondo tempo diventa idoneo a mettere inatto la perfor-manza in vista della quale e stato creato.

Possiamo distinguere ora due serie di performanze: a) leperformanze dest inate all 'acquisizione e alla trasmissione deivalori modali e b) le performanze carat terizzate dall'acquisi-

zione e dal trasferimento dei valori obbiettivi. Le prime isti-tuiscono i soggetti come operatori, le seconde effettuano sue-cessivamente le operazioni; le prime creano delle vir tual ita, leseconde attualizzano le virtualita stesse,

Cosl, accanto a un percorso topologico, previsto per il tra-sfer imento dei valori modali, percorso che isti tuisce come si evista una prima sequenza sintagmatica delle performanze; epossibile prevedere un secondo percorso del medesimo genereper il rrasferimento dei valori modali.

Non possiamo diffonderci qui sull'origine del primo attan-te-operatore che da il via al percorso sintatt ico: questo ci por-terebbe a esaminare pil i davvicino quella particolare unita nar-rativa che e il contratto, concepito come ist ituzione del sog-getto del desiderio a partire dall' attribuzione della modalitadel volere, probabile attual izzazione di un "fare volere" del de-st inatore originale. Basted osservare per ora. che e proprio ilvolere del soggetto che rende quest'ultimo idoneo a portarea compimento la prima performanza, contrassegnata dall'attri-buzione del valore modale del sapere 0 del potere.

Possiamo indicare una prima gerarchia dei valori modali;essa orienta il percorso sintattico in questa modo:

volere - sapere- potere ===> fare

e serve di base all 'organizzazione della sequenza sintagmaticadelle performanze. Alcune implicazioni di tale orientazione sa-

na immediatamente visibili: /a) solo l'acquisizione del valare modale del potere rende ilsoggetto opera tore idoneo a portare a compimento quella per-formanza che gli attribuisce il valore obbiettivo;

b) ne consegue che l' acquisizione del valore modale del sa-pere ha come conseguenza l'attribuzionedel pater fare (la me-diazione del quale e necessaria per giungere all'attualizzazione

del fare);c) invece, la mediazione del sapere non sembra necessaria

GRAMMATICA NARRATIVA 191

per l' acquisizione del peter fare. Quest'ultima caratterisnca

permette di distinguere due specie di soggetti: i soggetti "chesanno ", Ia cui attitudine a portare a compimento le perfor-manze deriva da un saper fare acquisito inizialmente; e i sog-getti "che possono" per natura propria.

Nota: L'acquisizione da parte del soggetto (0 dell'anti-soggetto ) di un valore modale, acquisizione che si mani-

festa a esempio tramite il conseguimento di un agentemagico 0 di un messaggio-oggetto del sapere, istituisce ilsoggetto quale aiutante (0 quale oppositore), atto a pas-sare alla performanza successiva.

Una simile successione sintagmatica, ~tabilita al di fuori delquadro formale degli enunclati traslativi, vale a dire senzaconsiderare gli attanti implicati, permette gia di precisare lanatura delle relazioni fra due diversi tipi di performanze;una successione di performanze e orientata, in quanto la per-formanza che ist ituisce l 'operatore sintat tico e seguita dallaperformanza che effet tua I 'operazione sintatt ica; nel medesi-mo tempo, Ia performanza obbiettiva implica la performanzamodale. -

3.4.4. La sintassi topologica dei oalori modali

Data 1 a natura polemica della narrativita, per stabilire unasintassi narrat iva sono necessari due operatori s intat tici: di

. fatto, per Ia costruzione della performanza, abbiamo gia pre-visto due soggetti (51 e S2).Infatti, e proprio l'asse dello scam-bio fra questi due soggetti che costituisce il luogo dei trasfe-rimenti dei valori modali; l'attribuzione a SI di un valore mo-dale qualsiasi presuppone che S2 sia privato contemporanea-mente di quel valore.Due percorsi saranno allora previsti per il trasferimento dei

valori modali, a seconda che si tratti del soggetto "che sa" 0

del soggetto "che puo ", vale a dire, a seconda della prioritaconferita all'acquisizione dell'una 0 dell 'al tra delle due moda-lita in questione. .

. a) Nel primo caso la sequenza sintagmatica sara orientatacosi:

ETI (SI ~ 0 : sapere ~ S2) ~ ET2 (SI ~ 0 : potere ~ S2)

Essa puo essere interpretata come l'acquisizione, da parte diSz,

 

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192DEL·SENSO

di un potere grazie a un sapere anteriormente ottenuto; e, ad untempo, come la perdita , per S1,di qualsiasi potere a motivodel

sapere perduto. .b) Nel secondo caso, l 'orientazione sara invertita:

ET1 ( S2~ 0 : potere -+ Si) ~ ET2 (S2~ 0 : sapere -+ Sl) .

La sequenza puo essere interpretata come ~'acquis~ione, ~aparte di Si, di un sapere grazie a un potere riconosciuto: e m-

versamente, come la perdita , per S2,di ogni sapere, perdita chee conseguente a quella del potere.Una delle due sequenze, combinandosi con la serie dei tra-

sferimenti di valori oggettivi, e in grado di costi tuire un rae-conto concluso. Se abbiamo scelto come destinatari dei valorimodali due soggett i diversi per ognuno dei percorsi {S z eS1) -la scelta e ovviamente arbitrar ia - , 1 0 abbiamo fatto al fine dirender conto anche dell'organizzazione particolare del raccontosdoppiato, quale si presenta, ad esempio, sot to le specie di rae-conto popolare russo (e il racconto studiato da V. Propp). Inquesto genere di racconto, infat ti, vediamo, dapprima, il sog-getto $2, assiologicamente denominato traditore, fare l'acquisi-

zione dei valori modali a spese di Sl

S2= 01 : sapere ~ O2: potere

e cedere successivamente il posto al soggetto S1, denominatoeroe, il quale 1 0 priva progressivamente - appropriandosene -

dei valori anteriormente acquisiti.

Sl = 01 : potere ~ O2 : sapere

3.4.5. La forma generale della grammatica narratioa

Abbiamo tracciatole grandi linee di una sintassi narrativa su-perficiale, 0 meglio, di quella parte di tale sintassi che tocca ilcorpo stesso del racconto. Quello che in questo abbozzo manca,e che qui possiamo soltanto indicare velocemente, e l'esame el'istituzione delle units sintattiche dell' inquadramento del rae-conto, le quali corr ispondono alia sequenza iniziale e finale di

un racconto manifestato.A questa proposito, si tratterebbedi render conto di ~ta

sintattiche corrispondenti a cio che, sul piano della grammaticaprofonda, sono le relazioni ipotassiche del modello tasson?~-co; corrispondenti doe alie relazioni che si possono stabili re ,

in questo modello, fra itermini sr e ;;, da un lato, e fra iermi-

GRA~ATICA NARRATIVA 193

ni S2 e si dall'altro ..L'avvio della narrazione si configurerebbecome l'istituzione di una relazione contrattuale congiuntiva fraun destinatore e un destinatario-soggetto, seguita da una di-sgiunzione spaziale fra i due attanti. La conclusione del raccon-to sarebbe contrassegnata, invece, da una congiunzione spazialee da un ult imo trasferimento dei valori , i quali isti tuirebbero unnuovo contratto at traverso una nuova distribuzione dei valorisia oggettivi sia modali. '

Per quanta incomplete, il nostro tentativo fornira almenoun'idea di quella che puo essere un'organizzazione sintattica del-la narrativi ta. Vi abbiamo individuato due tipi di sequenze sin-tagmatiche orientate, che organizzano il trasferimento dei valori- sia modali sia oggettivi - nel quadro di una sintassi di carat-tere topologico. Gli oggetti-valore sono situati nel quadro dienunciati narrativi terminali, iquali rappresentano le conse-guenze delle performanze, che implicano logicamente; questesequenze sintagmatiche sono percio in realta delle prescrizionidi performanze, le quali, in quanta unita sintattiche, sono ricor-renti e formalmente identiche. Abb iamo individuato anche unaltro principic di organizzazione sintagmatica: Ie performanzesono disposte in maniera tale che la prima, carat ter izzata dal-l'attribuzione di un valore modale il quale istituisce il sogget-to-operatore, deve essere seguita da una seconda che attualizzal' operazione.

Quanto a quell 'unita sintatt ica t ipica che e la performanza,essa puo essere concepita come una sequenza di tre enunciatinarrativi reciprocamente collegati dalie implicazioni. Esaminan-do gli enunciati narrativi, abbiamo potuto abbozzarne una som-maria tipologia; mediante l'introduzione delle determinazionisemantiche supplementari delle loro funzioni, e facendo variareilnumero e Ie speci£icazioni dei loro attanti, abbiamo distintotre tipi principali di enunciati narrativi: gli enunciati descrittivi,gl i enunciat i modali e gli enunciat i t raslativi ; ogni enunciatorappresenta, sul piano della grammatica narrativa superficiale,sia una relazione, sia un 'operazione della grammatica fonda-

mentale.Una grammatica narrativa del genere, una volta compiuta,

avrebbe, ad untempo, una forma deduttiva e analitica. Essatraccerebbe un insieme di percorsi alia manifestazione del senso:a partire dalie operazioni elementari del la grammatica fonda-mentale, le quail seguono le vie del processo d'attualizzazionedella significazione, e attraverso le combinazioni delle sequenzesintagmatiche della grammatica super£iciale, le quali non. sono

 

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194DEL SENSe

altro che Ie rappresentazioni antropomorfiche eli tali operazioni,i contenuti - grazie alia meeliazione delle performanze - s'in-vestono in enunciati narrativi, organizzati in serie lineari d'enun-ciati canonici, collegati tra loro - come anellid'una sola catena- da un insieme eli implicazioni logiche. Quando saremo in pos-sesso eli tali sequenze eli enunciati narrativi, potremo concepire- con l'aiutoeli una retorica, eli una stilistica, rna anche eli unagrarnmatica linguistica -la manifestazione linguistica della signi-ficazione narrativizzata.

PER UNA TEORIA DELL'INTERPRETAZIONEDEL RACCONTO MITICO 1

In omaggioa Claude Levi-Strauss

1. La teoria semantica e la mitologia

I progressi recentemente compiuti nelle ricerche mitologiche- grazie soprattutto ai lavori eli Claude Levi-Strauss - arricchi-scono d i materiali nuovi e di nuovi elementi di riflessione lateoria semantica, la quale, come si sa,si pone ilproblema gene-rale della leggibilita dei testi e cerca eli stabilire un inventario'delle procedure relative alia descrizione degli stessi .

Ora, pare che la metodologia dell'interpretazione dei miti _e proprio a motivo della loro complessira - si collochi.al elifuo-ri dei confini attualmente assegnati alia semantica dalle teoriepin in auge negl i Stati Uniti, quelle soprattutto eli J.J. KatzeI.A. Fodor. 2 '

1. La teoria semantica che intenda dar conto della lettura deimiti , dovra operare non pin limitatamente all 'interpretazionedegli enunciati quanto nell'ambitodi sequenze eli enunciati arti-colati in racconti.

'2. Anziche escludere ogni referenza al contesto, la descrizio-

1 Apparso in Communications, 8, 1966; destinato ongmariamente auna raccolta di testi sulla mitologia e ilracconto, per un'edizione ingle-se curata da P.Maranda (N.d.A.).

2 Cfr. J.J. KATZ e JA. FODOR, "The structure of a semantictheory", in Language, X X X I X , 1963, PP. 17~21O. Per Ie successive for-mulazioni di questa teoria, cfr. soprattutto J.J. KATZ e P. POSTAL,An integrated theory of linguistic descriptions, Cambridge, Mass. , 1964;J.J. KATZ, "Recent issues in semantic theory", in Foundations of langua-ge, vol . 3, pp. 124-94, 1967.