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Game of Death: storia di un'opera ineditaluciusetruscus.altervista.org/epub/zinefilo4.pdfArpe e il Trattato dei Tre Impostori. Storie da non credere 3 Ireland, il ragazzo che fu Shakespeare

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Lucius EtruscusGame of Death

Storia di un’opera inedita~

Il capolavoro incompiuto di Bruce Leecome nessuno l’ha mai raccontato

IndiceCreditiTramaL'autoreDello stesso autoreGame of Death Storia di un’opera inedita

PremessaIntroduzione1. La morte di Bruce2. La morte di Brandon3. La scoperta di John4. La ricerca5. Il “Gioco” in Italia6. Il “Gioco” di Li7. Una pista italiana8. Il mistero dei piani9. Le false biografie10. Arriva Sammo Hung11. Preparativi al “Gioco”12. Vita e morte di Billy Lo13. I trucchi del mestiere14. Distribuzione italiana

15. TV ed home video16. Il Gioco dell’AstaConclusione

Altre opere di Lucius Etruscus

CreditiCollana: I Libri del Zinefilo n. 4Prima edizione digitale gratuita: febbraio 2017

~Il testo di questo saggio è tratto dal post del 5

marzo 2016 del blog Il Zinefilo.~

In copertina: elaborazione grafica dell’autore~

Scrivetemi o venitemi a trovare su google+,twitter, instagram, tumblr e pinterest.

TramaIl 20 luglio 1973 muore Bruce Lee, lasciando

incompiuto un progetto a cui lavorava da tempocon energia e vigore ai limiti della resistenzaumana: malgrado il suo entusiasmo, purtroppo ciòche lascia ai posteri è solamente un insiemesconclusionato di sequenze di combattimentogirate più e più volte, alla ricerca dellaperfezione. Con la nascita del mito di Lee si perdedi vista la reale entità del suo lavoro masoprattutto i vari modi (non sempre palesi, nonsempre onesti) in cui il suo Game of Death è statorimaneggiato.

Chi di solito racconta l’ultimo lavoro di Lee silascia prendere dal mito dell’atleta e dimentica ilmondo che lo circondava: per la prima volta quiviene raccontata la nascita e la vita dell’opera cheLee sognò e non realizzò mai. Per la prima volta,con particolari inediti e aspetti di solito non trattatidai biografi, viene raccontato il “Gioco dellaMorte” di Bruce Lee.

L'autoreLucius Etruscus è vice-curatore di

ThrillerMagazine e redattore diSherlockMagazine, gestore del database “GliArchivi di Uruk” e di vari altri blog, come“Fumetti Etruschi” (recensioni di fumetti di ognigenere), “Il Zinefilo” (dedicato al cinema di serieZ), “30 anni di ALIENS” (dedicato all’universodegli alieni FOX), il “CitaScacchi” (citazioniscacchistiche da ogni forma di comunicazione) edaltri ancora. Scrive saggi su riviste on line, hapartecipato (sia come giuria che come autore) alromanzo corale “Chi ha ucciso Carlo Lucarelli?”(Bacchilega Editore) e su ThrillerMagazine haraccontato le indagini del detective bibliofiloMarlowe... non “quel” Marlowe, i cui retroscena(ed altro ancora) sono narrati nel blog“NonQuelMarlowe”.

Dello stesso autoreLe indagini di Marlowe (non “quel”

Marlowe):Chiamatemi Marlowe. Le prime

indagini in formato cartaceoLe mani di Madian. Il romanzo di

MarloweMalanotte. Un’indagine di MarloweLa variante di Marlowe.

Un’indagine scacchisticaTrue Marlowe e il Re in Giallo.

Un’indagine di MarloweDe Marlowe Mysteriis. Mistero

Marlowe 1La caduta degli Uscieri. Mistero

Marlowe 2~

Racconti horror “Risorgimento di Tenebra”(ordine di lettura):

La notte dei risorti viventi. GionaSei-Colpi 1

Fratelli di fuoco. Giona Sei-Colpi2

Fuoco e fango. Giona Sei-Colpi 2 emezzo!

Anita Nera. Giona Sei-Colpi 3Voglio la testa di Garibaldi . Anita

Nera 2Chi muore per primo, muore due

volte. Giona Sei-Colpi 4~

Racconti vari:Platone, lo schiavo filosofo.

Commedia breve in quattro atti diquando i libri non si leggevano

~Saggistica:

Ninja. Storia di un mito cine-letterario

Gynoid: a forma di donna.Duecento anni di donne artificiali

Alla conquista del Monte Athos.Quattrocento anni di caccia al libro

Notovitch e la vita segreta di Gesù.

Storie da non credere 1Petronio e la Cena di Trimalchione.

Storie da non credere 2Arpe e il Trattato dei Tre

Impostori. Storie da non credere 3Ireland, il ragazzo che fu

Shakespeare. Storie da non credere 4~

Saggi scaricabili gratuitamente:Mistero Shakespeare. Analisi

inedita di un mistero inestricabileDieci contro mille. Il grande

cinema di assedioLa Falsa Novella. Viaggio tra i

falsi vangeli inventati dai romanzieriTradurre l’incubo. Da Shakespeare

a GoetheLupin contro Holmes. Scontro fra

titani del pulp21 grammi. L’insostenibile (e

fumosa) leggerezza dell’animaDa Samarra a Samarcanda. La

storia della Morte inevitabile

Mangiare libri. La più antica formadi lettura

L’apprendista stregone. La ParolaCreatrice orale

Geremia, il Golem e Ruby Sparks.La Parola Creatrice scritta

Spaghetti Marziali. Quando gliitaliani inventarono il kung fu western

Left Behind. Il mito dei “rimastiindietro”. Una guida per non rimanereindietro

Vergine, Violenza, vedetta (I Libridel Zinefilo). Una violenza, una ballata,cinque film

La partita della morte (I Libri delZinefilo). Tre sfide a calcio contro inazisti

Per un pugno di piombo e sangue (ILibri del Zinefilo). Un romanzo, unfilm, un plagio, un remake e copie varie

~Fan fiction gratuita:

Aliens vs Boyka. Lo scontro fra i

due personaggi più pericolosidell’universo

Game of DeathStoria di un’opera

inedita

PremessaIn occasione della recensione zinefila del 30

settembre 2015 del "Game of Death" di WesleySnipes, il film con cui l’attore chiude la propriacarriera prima di entrare in prigione, promisi ailettori che commentarono il pezzo unapprofondimento su un altro celebre “Game ofDeath”: ci ho messo un po’, perché c’era tanto dadire e da cercare, ma alla fine ho mantenuto lapromessa...

IntroduzioneEsistono miti creati ad arte ed altri che si

guadagnano ogni grammo della propria fama:Game of Death non è nessuno di questi.Semplicemente perché è un’opera che non esiste senon nella mente del suo autore, morto prima dipoterla completare.

Tutto ciò che Bruce Lee ha creato è niente inconfronto a ciò che non ha creato: quest’ultimodiventa un mito e ancora oggi la tuta gialla a fascenere laterali è un simbolo universale di marzialità.Peccato sia il simbolo di ciò che Lee non èriuscito a fare... mentre ciò che ha fatto – come peresempio la sua filosofia espressa in diversi saggi –viene troppo spesso dimenticato, o ignorato.

Questa è la storia di un mito mancato... comenessuno ve l’ha mai raccontata.

1. La morte di BruceDall’agosto all’ottobre del 1972 Bruce Lee

gira instancabilmente delle sequenze dicombattimento per un film che, nella sua mente,sarà la summa del proprio pensiero filosofico-marziale. Un film che chiama Game of Death, ilgioco della morte. E la morte si è davverodivertita a giocare, prima con Bruce poi con il suoprogetto.

Le riprese vengono interrotte perché il colossoamericano Warner Bros vuole il celebre attore nelcast de I 3 dell’Operazione Drago (Enter theDragon), il primo film dichiaratamente marzialeprodotto da una major statunitense, ma ovviamenteLee sarà solo un comprimario: il mondooccidentale non è ancora pronto ad un asiaticoprotagonista assoluto di un film prodotto da questaparte di mondo. (In realtà non lo è ancora oggi!)Finite le riprese, nella metà del luglio 1973 Brucepuò tornare a dedicarsi anima e corpo al suoprogetto. La giornata del 20 di quel mese la passa

a casa della discussa attricetta Betty Ting Pei a...discutere della sceneggiatura di Game of Death.Quando arriva Raymond Chow – amico,collaboratore fedele nonché produttore – trovaBruce steso sul letto. Non si muove e non sisveglia. Non si sveglierà mai più.

La confusione che segue dura anni. Brucenell’ultimo periodo della sua vita è diventatostrafottente e litigioso, si è fatto un mare di nemicisia nella comunità marziale che in quellacinematografica, e in una città dove il cinema e lacriminalità organizzata non sempre riescono adistinguersi non è stata una buona idea. Iniziano asollevarsi mille ipotesi e leggende sulle “vere”cause della morte del divo, che però esulano daquesto contesto: mi limito alla perizia ufficiale.

Alex Ben Block, autore di una delle primebiografie di Lee – Bruce Lee, il suo mito, la sualeggenda (The Legend of Bruce Lee, marzo 1974)– ci informa che il patologo clinico dottor R.R.Lycette del Queen Elizabeth Hospital di HongKong, dove Bruce era arrivato privo di sensi, doveera morto e dove era stata eseguita l’autopsia da

parte dello stesso Lycette, afferma che in mancanzadi qualsiasi altra prova l’unica causa di morteproponibile è l’ipersensibilità ad uno deglielementi dell’Equagesic, medicinale che Bruceaveva assunto per la prima volta a casa di BettyTing Pei. Lamentando un forte mal di testa,l’attrice gli aveva passato una delle sue pasticche,un farmaco per il mal di testa che ancora oggi èampiamente usato: uno degli elementi di quelfarmaco – impossibile ormai da identificare, adetta di Lycette – ha scatenato una reazionenell’organismo di Bruce che ha portato il suocervello a gonfiarsi come una spugna,provocandone la morte.

Non mi esprimerò oltre sulle mille ipotesi eleggende che ricoprono la fine di Bruce Lee,perché qui non voglio parlare della sua morte... madel suo Gioco della Morte.

2. La morte di BrandonAnno 1994. Linda Lee Cadwell, moglie di

Bruce Lee nonché detentrice dei suoi diritti, haappena passato un anno terribile.

Il 31 marzo 1993 è morto suo figlio BrandonLee mentre girava il film The Crow. Durantel’autopsia è stato trovato un bossolo nel suoaddome, e le indagini successive riterranno esserelo stesso bossolo che non era stato trovato duranteuna negligente sessione di riprese precedente allamorte di Lee: quando cioè per dei primi pianierano stati sparati dei colpi senza accertarsi chetutti i bossoli fossero espulsi dalla pistola. Quandola stessa pistola, caricata a salve, venne puntatacontro Lee, il bossolo rimasto in canna venneespulso penetrando l’addome dell’attore einfilandosi nella sua spina dorsale, come riporta ilchirurgo Warren W. McMurry del New HanoverRegional Medical Center, che l’ha operato subitodopo. Nell’ottobre 1993 il procuratore distrettualeJerry Spivey di New Hanover (dove stavano

girando il film) esclude qualsiasi atto volontario: èstato un incidente... misadventure, la stessa parolausata per Bruce.

I giornali impazziscono sin da subito e inizianoa strombazzare ovunque parlando di “Maledizionedei Lee”, e la beffa spietata è che nel maggio del1993 esce nei cinema americani Dragon. Lastoria di Bruce Lee realizzato dalla Universal,casa a cui Linda ha venduto la propria biografiadel marito scritta nel 1975: nel film il Bruceinterpretato da Jason Scott Lee salva il figlio dallamaledizione che lo perseguita. Il Brandon Leedello schermo è salvo... a due mesi dalla mortedel vero Brandon.

Il mondo mediatico si avventa sullacoincidenza della morte di padre e figlio: si diceinfatti che è sorprendente la coincidenza col fattoche anche Bruce sia morto sul set con una pistolacaricata con veri proiettili: ovviamente non è vero,ma i giornalisti non lo sanno. C’è poi lasorprendente corrispondenza delle date di morte:1973 e 1993. Per fortuna i giornalisti nonindagano, perché altrimenti scoprirebbero che nel

1983, decennio “di mezzo”, un grande attoremarziale di nome Fu Sheng è morto per unincidente... dopo aver comprato la casa che fu diBruce Lee! (E sì che lo avevano avvertito chequella casa portava male.) 1973, 1983, 1993: a chitoccherà nel 2003? In quell’anno muoiono RichardCr enna , Charles Bronson e Alberto Sordi:scegliete voi chi è legato alla “Maledizione deiLee”. Se invece preferite ignorare Fu Sheng eaffidarvi alla “Maledizione dei Vent’anni”, allorasiete fortunati (si fa per dire): 1973 Bruce Lee,1993 Brandon Lee... 2013 Jim Kelly, celebreattore marziale di colore co-protagonista de I 3dell’Operazione Drago al fianco di Lee.

In mezzo a questo teatrino di cattivo gusto,Linda Lee continua a gestire il patrimonio difamiglia e visto che il film Dragon della Universalha rilanciato la moda di Bruce, decide che è ora diaffrontare l’ingente numero di documenti edappunti del marito che giacciono in statoconfusionario in un ripostiglio nella sua casa aBoise, Idaho. Per questo si rivolge a John Little.

3. La scoperta di JohnNel campo della saggistica di arti marziali

John Little, ex bodybuilder, è un nome di spicconella saggistica marziale, esperto di Bruce edinoltre dal 1993 ha un qualità che molti gliinvidiano: è l’unico a ricevere l’autorizzazione adanalizzare le carte di Bruce Lee. Linda gli affida ilcompito di riordinare il materiale con l’obiettivodi trovare degli inediti da pubblicare nella collana“Bruce Lee Library Series”, che vede poi la luceper la Charles E. Tuttle Publishing Company diBoston. Intanto Little dal 1995 usa le sue ampliateconoscenze sulla vita e il pensiero di Lee per unacolonna mensile sulla rivista “Black Belt”.

Sistemando il mare di carte manoscritte, Littlesi imbatte per caso in qualcosa che lo colpiscesubito: «le bozze degli script e le coreografieoriginali di Lee per Game of Deathperfettamente intatti». A raccontarcelo è Littlestesso in un articolo che appare nel settembre 2000sulla testata italiana “Bruce Lee Kung Fu

Magazine”: purtroppo non è specificata la dataoriginale del pezzo o da quale rivista americanasia tratto, ma dai dati riportati è facile che si trattisempre di un articolo risalente al Duemila.

Nell’ottobre successivo Little presenta a SanFrancisco – la città natale di Bruce – ilsorprendente documentario Bruce Lee: AWarrior’s Journey, che viene poi distribuito inhome video nel 2001 grazie alla Warner Bros.Arriva anche in Italia lo stesso 2001 in unapregiata edizione in DVD, e poi viene inseritocome “contenuto speciale” nel secondo discodell’Edizione Speciale de I 3 dell’OperazioneDrago (2004).

Nel documentario John Little spiega la tramache Bruce Lee aveva appuntato per il suo Game ofDeath:

«Stando al suo soggetto di 12 pagine,

interpreta un campione di arti marzialiritiratosi imbattuto di nome Hai Tien che vieneavvicinato da alcuni membri della malavitacoreana affinché partecipi a un’incursione in

una pagoda a cinque piani che contiene, alpiano più alto, un tesoro di inestimabilevalore. Quando rifiuta di partecipare, suasorella e suo fratello minore vengono rapiti,costringendolo a partecipare al colpo.

«Durante una riunione, Hai Tien vienepresentato agli altri membri della banda: tuttigrandi esperti di arti marziali. Il boss mostraloro un filmino del tempio, spiega come in quelvillaggio le armi siano bandite e che a guardiadella pagoda vi sono dei mercenari esperti diarti marziali: uno per ogni piano. L’obiettivodei malviventi è quello di riuscire ad arrivareal piano più alto e prendersi il tesoro.»

Non è proprio una trama da far impazzire, così

come la parte del filmino proiettato e del divietodi armi da fuoco è palesemente presa da I 3dell’Operazione Drago: non a caso Little, mentreracconta la trama, fa passare le immagini di quelfilm.

4. La ricercaTrovati dunque gli appunti di Bruce per la

lavorazione di Game of Death, John Little in quel1994 parte per Hong Kong con una missioneimpossibile: trovare nei magazzini della GoldenHarvest tutto ciò che resta del girato originale.

«Volai ad Hong Kong nel 1994 – racconta

Little nel citato articolo della rivista italiana,che riporto fedelmente pur se in un italiano nonimpeccabile (frutto probabilmente di unatraduzione sommaria) – per incontrarmi con iloro dirigenti per discutere il progetto. Fuiniziata una ricerca delle riprese indicate dalcopione manoscritto di Lee ma che non sierano mai viste pubblicamente. In un giocod’investigazione durato sei anni accaddel’impossibile: più di 95 minuti di ripresetagliate vennero alfine scoperte nei sotterraneidegl i studios Golden Harvest. Il nome delsignore che rimosse fisicamente i nastri dagli

scaffali e che condivideva con me la stessapassione per il progetto era Bey Logan, ungiornalista di Martial Arts Illustrated nelRegno Unito che lavora anche full-time perMedia Asia. Adesso, dopo 28 anni, il copionee le riprese di Bruce Lee sono state finalmenteriunite.» Possibile che nel 1973 nessuno alla Golden

Harvest abbia pensato a riutilizzare in qualchemodo quei 95 minuti di girato che Little troveràvent’anni dopo? Pare proprio che nessuno ci abbiapensato... finché Taiwan non fece l’impensabile.

5. Il “Gioco” in ItaliaTorino, Italia. Sabato 23 agosto 1975. Cinema

Capitol, via San Dalmazzo. Gli spettatori pagano1.500 lire ed entrano per assistere al nuovo filmcon Bruce Lee. Qualcuno dev’essersi per forzadomandato come sia possibile un nuovo film,quando l’attore è morto da due anni, ma si sa che ilcinema sopravvive sempre ai propri interpreti.Finita la messa in onda di Good Bye Bruce Lee!,gli spettatori escono infuriati ed aggrediscono lacassa del cinema: «Rivogliamo i soldi, è unimbroglio. Non c’è Bruce Lee».

Il quotidiano “La Stampa” segue la vicenda,ma è importante ricordare che all’epoca e permolti anni a seguire il cinema marziale è schifatodagli intellettuali e disprezzato dai giornalisti:solo il pubblico lo ama e ne decreta il successo insala. Malgrado infatti chiunque abbia voce inquegli anni la usi per insultare i film marziali etutti quei dementi che li vanno a vedere, questi filmrimangono in sala per anni ed anni, tra prime

visioni, seconde, terze, cinema parrocchiali, areneestive e quant’altro. Lo stesso insultato Good ByeBruce Lee! sarà proiettato in sala per più di dueanni.

Il quotidiano torinese ci informa che perevitare altre “rivolte”, il cinema Capitol haesposto un cartello: «Nel film “Good Bye BruceLee”, Bruce Lee non c’è». Al che il distributoreitaliano del film, Subalpina cinematografica,interviene piccato a spiegare la situazione con uncomunicato illuminante: «In realtà questo è ancheun po’ il film di un film. Come è noto, Bruce Leemorì durante le riprese. E si dovette sostituirlo:tutto ciò è spiegato chiaramente all’inizio del film,in una sequenza che riprende i teatri di posa, nellapalestra dove queste pellicole vengono girate».

È tutto falso, ma non importa: ciò che conta èche né i distributori, né i disinformatissimigiornalisti né il pubblico si rese conto, quel 23agosto 1975, di aver assistito alla proiezione delGame of Death di Bruce Lee.

6. Il “Gioco” di LiGià nel 1973 girano su riviste le foto e le

informazioni relative al progetto di Game of Deathe ci sono foto dove Bruce presenta i celebrinunchaku gialli che usa nelle sequenze dicombattimento. L’arrivo ad Hong Kong nel 1972del star gigante del basket Kareem Abdul-Jabbarnon è certo passato inosservato, e insomma tuttisanno che Bruce sta girando un film doveaffronterà vari tipi di lottatori, di varie etnie,salendo i piani di una pagoda.

Nel numero di novembre 1973 della rivistaamericana “Black Belt” Johnson Chan, del ChineseMovies Theater, avverte i lettori che sonofinalmente disponibili le versioni doppiate deifilm Dalla Cina con furore e Il furore della Cinacolpisce ancora: curiosamente quei film sono giàusciti nelle sale italiane da diversi mesi. Il “colpodi scena” arriva quando Chan avverte i lettori cheha notizia dell’imminente arrivo in lingua inglesedi altri due film con Bruce Lee: «Sono L’urlo di

Chen terrorizza anche l’Occidente (con lapartecipazione speciale di Chuck Norris) e TheGame of Death (dove Lee si scontra con KareemAbdul-Jabbar).» Forse che questo Chan fosse statomale informato? Forse che la Golden Harvestall’epoca avesse sparso la voce che stava perpresentare l’ultimo lavoro di Lee? E nel caso,perché poi ha aspettato cinque anni per farlo?

In questo periodo burrascoso, il produttoretaiwanese Robert Chow – da non confondersi conRaymond Chow, produttore e amico di Bruce –gira in fretta e furia un film che ricalchi tutto ciòche si sa del Game of Death, sfruttando l’ecomediatica della morte di Bruce e facendo inpratica quello che la Golden Harvest non sembraintenzionata a fare, o che sta ritardando troppo afare: portare sullo schermo l’ultimo lavoro di Lee.Con una distribuzione capillare, grazie alla AtlasInternational attiva ancora oggi, gira per il mondoGoodbye, Bruce Lee: His Last Game of Death,diretto da Lin Bing. (Nelle edizioni europee èaffiancato dal nome Harold B. Swartz.)

Come protagonista la scelta ricade sul

venticinquenne taiwanese Ho Chung Tao – chegià aveva recitato nel biografico A Dragon Story oSuper Dragon: The Bruce Lee Story (1974) –bravissimo atleta dalla vaga somiglianza fisica conBruce: versato in molte discipline agonistiche,purtroppo l’attore che verrà conosciuto inOccidente come Bruce Li... non ha la minima ideadi cosa siano le arti marziali! Infatti le primesequenze del film ce lo mostrano impegnato in saltiacrobatici, piegamenti, capriole, salti alla sbarra etutto ciò che non c’entra assolutamente nulla con learti marziali. Quando nel parco gli fanno eseguireun kata del karate che si insegna alle prime lezionidi questa disciplina, si capisce subito da come simuove che è tutta roba imparata al volo per leriprese.

Ribattezzato immotivatamente Lee Roy Lungper il mercato europeo, Ho Chung Tao interpretaHai Siung, giovane atleta adocchiato da una casacinematografica. «Bruce Lee ha lasciatoincompiuto il suo ultimo film – spiega ilresponsabile della casa – che ha un titoloparticolarmente significativo: il Gioco della

Morte. Noi vogliamo presentare ai suoi ammiratoriquesto lavoro che il destino ha troncato, e perciòdopo una lunga ricerca pensiamo che lei sia il piùadatto per completarlo.»

Questo delizioso sipariettometacinematografico dura poco. Hai Siung finiscevittima del gioco sporco di alcuni criminali, che loincolpano di aver fatto perdere un’ingente quantitàdi denaro. I soldi sporchi appartengono al corrottodirettore della Farmaceutica Sin Tin: spero viricordiate che la causa ufficiale della morte diBruce Lee è dovuta ad un farmaco...

Dopo vari attentati infruttuosi, i criminalirapiscono la fidanzata del protagonista e laportano in cima alla Torre delle Sette Stelle: qui,salendo piano per piano, Hai Siung affronteràlottatori di ogni razza e stile marziale, ovviamentesbaragliandoli tutti. Finirà affrontando il big bosscriminale, interpretato dal celebre caratteristabaffuto Fei Lung, interprete di una quantitàinimmaginabile di film marziali anni Settanta.

Molte cose sono cambiate, ma anche se inunchaku sono bianchi... è palesemente il Game of

Death di Bruce. C’è la tuta gialla a bande nere ec’è pure il lottatore afroamericano... che però èalto quanto il protagonista: possibile non avesseroun atleta di colore più alto sotto mano?

A giudicare dalle immagini, la Torre delleSette Stelle sembra la Pagoda Ci En su lago Riyue,a Taiwan, pagoda costruita nel 1971 dalpresidente Chiang Kai-shek in memoria dellapropria madre. Invece Bruce voleva ambientare ilsuo film in Corea del Sud, e come location avevascelto il tempio buddhista di Popchusa, con il suoBuddha di trenta metri e la sua pagoda.

Sebbene sia un film dalla rara bruttezza, giratomale e recitato peggio, con una trama ridicola ecombattimenti indecorosi, Good Bye Bruce Lee! èun vero e proprio smacco alla Golden Harvest,celebre casa di Hong Kong che si è fatta soffiaresotto il naso la sua carta migliore. O forse non havoluto giocare quella carta?

7. Una pista italianaUn curioso articolo (senza firma) del

quotidiano “La Stampa” del 19 luglio 1975 apre unintrigante scenario. «Il film incompiuto di BruceLee, il Rodolfo Valentino del cinema cinese diHong Kong, verrà completato con un definitivorigetto delle molte pressioni affinché la pellicolagià girata venisse distrutta perché “maledetta”.»

È più che noto l’alto livello di scaramanzia esuperstizione che pervade completamente ogniabitante di Hong Kong, quindi risulta plausibileche l’immobilismo della Golden Harvest, di frontead altre case che sfruttano l’ultimo progetto di Lee,possa essere spiegato con una ritrosia a mettere lemani in una torta avvelenata. L’articolo italianoquindi testimonia che anche in un distrattissimoPaese come il nostro arriva l’eco di una decisioneepocale: sfidando la cattiva sorte – come avevafatto l’attore Fu Sheng comprando la casa“sfortunata” di Bruce Lee... e morendo poco dopo!– la Golden Harvest già nel 1975 ha dato notizia di

voler completare l’opera che da due anni giace neiloro magazzini. «La casa cinematografica –prosegue il citato articolo italiano, – è arrivataalla conclusione che i miliardi che sperano diguadagnare con il film sono più che idonei a fugarela paura della “maledizione”.»

Come pensa però la casa di tappare le moltefalle del progetto Game of Death? «La GoldenHarvest sta considerando due progetti. Il primoconsiste nel modificare il soggetto, facendo morireassassinato il protagonista Bruce Lee e quindicontinuando la pellicola con l’intervento di unallievo del “maestro” che si batte contro gliassassini finché non riesce a vendicarlo. Ilsecondo progetto consisterebbe invece nel trovareun attore che possa continuare la parte di BruceLee in modo che il film possa essere completatosecondo il copione originale. È più probabile chesi opti per la prima soluzione.»

Sarà invece la seconda soluzione ad esserescelta, ma rimane un mistero: perché dopo questenotizie del 1975... la Golden Harvest ha aspettatoaltri tre anni per presentare il film?

Purtroppo non sembra esserci risposta, maintanto pochi mesi dopo l’articolo de “La Stampa”esce nei cinema italiani il citato Good Bye BruceLee!, rimaneggiamento apocrifo del Game ofDeath con il protagonista che affronta i varinemici in una pagoda a tre piani... No, unmomento: i piani sono sette!

8. Il mistero dei pianiPerché il combattimento finale di Good Bye

Bruce Lee! si svolge in una pagoda a sette pianiquando il progetto di Lee ne prevedeva cinquementre il Game of Death che abbiamo visto tutti inTV e in DVD ne ha solo tre?

Il protagonista del film apocrifo scala settepiani perché affronta sette avversari: lottatore dikung fu, samurai con la katana, karateka con il bo,bianco occidentale bruto e rozzo, indiano daipoteri soprannaturali, pugile afroamericano e bigboss con la frusta. Gli artefici della pellicolastanno cercando di ricopiare in tutto e per tutto ilcopione di Game of Death noto all’epoca, e si sache Bruce ha previsto sette combattimenti per ilsuo personaggio - solo nel '94 Little troverà gliappunti di Lee con il disegno di una pagoda acinque piani, non sette - con lottatori di varienazionalità e colore... compreso il biancooccidentale, cioè il suo amico Bob Wall.

Robert Alan “Bob” Wall, con un passato da

campione del mondo dei pesi massimi di kickboxe,conosce Bruce nel ’63 e fa due ben note particinenei suoi L’urlo di Chen terrorizza l’Occidente e I3 dell’Operazione Drago: già che c’è, viene anchescritturato per Game of Death.

«Lo spunto era quello di Ercole e le sette porte– racconta Bob Wall in un’intervista pubblicatanel 2011 su Cityonfire.com (ma probabilmenteanteriore) – ma qui c’era un edificio con settepiani, ad ognuno dei quali si trovava un lottatoresempre più forte e sempre più pericoloso. Io ero alquinto piano, Kareem Abdul-Jabbar era alsettimo.»

Wall lancia uno spunto intrigante, suggerendoche l’idea di Bruce per il film non era originalebensì l’adattamento “marziale” di un mito greco:forse però non c’è bisogno di scomodare questafumosa storia di sette fantomatiche porte (di cuinon ho trovato traccia nella mitologia legata adErcole), basta guardare molto più vicino.

Nello scontro finale contro la spietata bandadelle Tigri Volanti, Yi e Siang – interpretati dadue mostri sacri come David Chiang e Ti Lung –

salgono i piani di una pagoda affrontando frotte dinemici fino al big boss in cima: il mercenariocinico Yi e l’inaffidabile Siang affrontano unpercorso interiore che li rende migliori, siafisicamente che moralmente.

Non è un mito greco, è molto di più: è uno deitanti film in cui il maestro Chang Cheh riversa lasua epica immortale, cioè Bao biao (1969). Ladistribuzione internazionale lo battezza HaveSword, Will Travel (strizzando l’occhio alla seriewestern di successo Have Gun, Will Travel )mentre la nostrana AVO Film lo porta in DVD nel2009 – non esistono tracce di distribuzione italianaprecedente – intitolandolo Le invincibili spadedelle Tigri Volanti.

Mentre ad Hong Kong nel 1972 Bruce scrive eriscrive la sceneggiatura di Game of Death, puònon conoscere un film del ’69 prodotto nella stessacittà da uno dei suoi più grandi maestri edinterpretato da due dei più luminosi divi delperiodo? Va bene, è un film della Shaw Brosmentre Bruce lavora per la concorrente GoldenHarvest, ma è davvero difficile non pensare ad

un’ispirazione molto più “vicina” rispetto allamitologia greca.

9. Le false biografieAlla morte di Bruce Lee tutto il mondo sa del

suo ultimo progetto, ha visto le foto di scena, havisto la tuta e i nunchaku gialli e sa per larghesomme la trama. Quando due anni dopo iltaiwanese Good Bye Bruce Lee! si presenta suglischermi affermando di presentare l’ultimo progettodi Lee, altre case come la Eternal Film colgono albalzo l’occasione.

«All’inizio mi devo arrampicare in cima a unatorre, e quando sono a metà cinque uominitenteranno di fermarmi. Io li faccio fuori e poinella scena successiva riprendo ad arrampicarmi eraggiungo la cima. È alta come un palazzo di settepiani.» A parlare è di nuovo l’attore Bruce Li che,un anno dopo Good Bye Bruce Lee!, vienechiamato ad interpretare il biografico Bruce LeeSupercampione.

Il film racconta la vita dell’attore in modopressoché identico a come lo farà, circa vent’annidopo, l’americano Dragon ma con una sostanziale

differenza: qui la moglie americana non contaassolutamente nulla, è una comparsa sullo sfondoche non ha alcuna rilevanza. Bruce va in giropicchiando chiunque e ghignando in camera,perché evidentemente è questo che corrisponde algusto dell’epoca di Hong Kong.

Ciò che conta è che anche nel 1976 vieneraccontato agli spettatori il Game of Death rimastoinedito, con la sua torre di sette piani - ma stavoltacon soli cinque "cattivi" - e a farlo è Bruce Leecomodamente seduto nel letto di Betty Ting Pei: ladonna nella cui casa l’attore è stato ritrovatomorto.

Lo spunto intriga addirittura la Shaw Bros, cheingaggia la vera Betty e le fa girare lo stesso annoIo... Bruce Lee, un melodramma smielato in cuipersonaggio e attrice si fondono: Betty Ting Peistessa si rivolge ai suoi concittadini spiegandocome non sia colpa sua la morte di Lee, visto chelei l’amava e anzi la fatale sera della morte Brucele aveva appena procurato un ingaggio proprio inGame of Death, che le avrebbe procurato grandefama.

È curioso notare come nelle ricostruzionioccidentali, filtrate dalla moglie Linda Lee, siataciuto l’ingaggio dell’attricetta Betty Ting Pei inGame of Death: è vero o è un’invenzione del filmdella Shaw Bros? Non si sa, ma va notato comenel novembre del 1977 il film Io... Bruce Leeviene presentato in Italia con una incredibilescritta sulle locandine: «Per concessione deglieredi e della sua donna Betty Ting Pei»... Chissàse la Linda Lee ha mai saputo di questa frase dilancio.

10. Arriva Sammo HungRimane il fatto che tutte le case di Hong Kong

nella metà degli anni Settanta stanno sfruttando inogni modo l’ultimo lavoro di Lee: l’unica a nonfarlo è paradossalmente l’unica che ne detiene idiritti. Finalmente però la Golden Harvest sirisveglia dal torpore e decide di controbattere. Lacasa ha in mano una carta eccezionale: il girato diBruce, le sequenze già pronte da utilizzare con ilvero attore, materiale che ancora nessuno ha maivisto al di fuori degli studi cinematografici. C’èperò un problema: Lee credeva così tanto nelprogetto da essere diventato un maniaco delcontrollo. Il che vuol dire che ha ripetuto lesequenze di combattimento fino a renderle perfettema anche fino a rendere la stragrande maggioranzadel girato del tutto inutile: si tratta per lo più disemplici ciak sbagliati, sequenze doppie, triple,riprese da tagliare. Insomma, è impossibile fare unfilm con quel girato senza integrarlo pesantemente.

La Golden Harvest non va per il sottile, non sta

omaggiando il suo miglior attore: stasemplicemente sfornando un prodotto che riesca aguadagnare il massimo dagli ultimi scarti rimastidi un personaggio molto noto.

Visto il successo de I 3 dell’OperazioneDrago, la casa chiama Robert Clouse a fare daregista “ufficiale”: lui girerà la parte occidentaledel film così da assicurarsi l’attenzione deidistributori internazionali come la ColumbiaPictures e la Fox... ma il cuore del progetto finiscein tutt’altre mani. Quelle di Sammo Hung.

Sconosciuto in Occidente fino a tempi recenti,Sammo è una delle colonne portanti del cinema diHong Kong: è molto difficile trovare qualcuno chein quell’ambiente abbia la sua esperienza ecapacità.

Dagli anni Sessanta compare in piccoli ruoli eprincipalmente la sua specialità è “farsi menare”dal protagonista di turno. Attore e stuntman,diventa ben presto action director per un grannumero di film, e già nel 1972 è così apprezzatoche Raymond Chow lo rende co-protagonista delsuccesso dell’epoca Lady Kung Fu (o Hapkido),

mentre i suoi due inseparabili amici dell’Opera diPechino – Yuen Biao e Jackie Chan – devonolimitarsi a semplici comparse, in compagnia diCorey Yuen e di altri grandi professionisti che siaffermeranno in seguito. Quel film – che sette mesidopo Dalla Cina con furore ricrea identica lascena del dojo giapponese, con tanto di scrittaoffensiva! – dimostra che Sammo ha il carismagiusto per Hong Kong.

Dovrà però aspettare fino al 1977 per averedalla Golden Harvest di Chow l’occasione disvoltare: finalmente ha un film tutto suo, distribuitoin seguito come The Iron-Fisted Monk. Sammoricopre tutti i ruoli possibili, sia tecnici che artisti:regista, sceneggiatore, action director, attore,stuntman e via dicendo, dimostrando alla casaproduttrice che puntando su di lui risparmieràparecchio sulle figure professionali!

Non va dimenticato che nel ’73 un Sammocapellone “si fa menare” da Bruce Lee nelle sceneiniziali de I 3 dell’Operazione Drago, e queiminuti dimostrano quanto sia un nome di spiccodell’epoca: nessun’altra comparsa cinese nel film

ha lo stesso minutaggio di inquadrature, neanche isuoi amici Yuen Biao e Jackie Chan. Insomma,Sammo è l’uomo giusto per “sporcarsi le mani”creando un film al volo partendo da pochi minutiutili di girato.

Malgrado Sammo si ritaglierà giustoun’apparizione, per “farsi menare” da Bob Wall, èlui il reale unico artefice del Game of Death del1978, sebbene non abbia certo la libertà di fare ilfilm come vorrebbe. Per sfogarsi, Sammo finite leriprese va da un’altra casa, la Fong Ming, e girauna parodia dei film di Bruce Lee: la storia di uncampagnolo ingenuo che va nella rutilante città epassa un mare di guai, non ultimo finire sul set diun film “finto-Bruce Lee” e prendere a calci sulserio gli attori e il sosia-Lee di turno. Enter theFat Dragon è un capolavoro che conquista l’Asia:da quel momento è Sammo a comandare nelcinema di Hong Kong.

11. Preparativi al “Gioco”Autunno 1977, è il momento di tirare le

somme.Del materiale originale girato da Bruce Lee in

vita rimangono circa undici minuti buoni da poterutilizzare nel film, tolti i ciak sbagliati e leripetizioni. Robert Clouse è il regista ufficiale chein realtà, come vedremo, farà più danni che altro.Sammo Hung è il vero artefice, organizza tutto echiama i vari attori.

Chiama il suo amico fraterno Yuen Biao ainterpretare le scene in cui il finto Bruce Leedovrà combattere, ma la somiglianza dell’attorecon Lee è davvero poca: serve qualcuno con latuta gialla nel finale, nelle sequenze dainframmezzare con il girato originale. Chiama ilcor eano Kim Tae-jeong o Kim Tai Jung(scomparso nel 2011), esordiente che non faràaltro che imitare Bruce Lee al cinema: ancora nel1985 interpreterà il fantasma di Lee inKickboxers: vendetta personale di Corey Yuen,

prima di dare l’addio ad una carriera non proprioluminosa.

Contatta Bob Wall, l’unico attore del filmoriginario che viene chiamato ad interpretarequesta operazione pasticciata. Appena ricevuta lachiamata di Sammo che gli spiega il progetto, Bobesclama: «Oh no, non Bob Clouse! È il peggioreregista del mondo!» C’è molta ruggine tra l’attoree il regista che l’ha diretto ne I 3 dell’OperazioneDrago, e nella citata intervista Bob Wall nonlesina parole durissime e spietate per Clouse.Avverte Sammo che l’incompetenza del registarovinerà la scene di combattimento e che toccheràrigirarle. Dietro forti rassicurazioni, Bob Wallaccetta di partecipare: «Me ne andai nell’ottobredel ’77, e a dicembre mi chiamarono dicendo chetoccava girare di nuovo la sequenza dicombattimento. Io risposi che sarei tornato solo seavessero messo nel contratto, nero su bianco, “BobClouse deve rimanere fuori”. [...] La verità è cheBob Clouse è un idiota ed è una fortuna per ilmondo che non possa più fare film.»

Non pago di avere un così stimato ruolo di

regista, Robert Clouse pensa bene di scrivereanche la sceneggiatura del film, firmandosi peròcon lo pseudonimo Jan Spears: già c’è Bob Wallche lo vuole picchiare come regista, non servefarsi altri nemici!

Clouse chiama un attore-stuntman che ha giàdiretto in Johnny lo svelto (Black Balt Jones,1974) e ne Gli avventurieri del pianeta Terra(The Ultimate Warrior, 1975): Mel Novak,“cattivo” d’eccezione dell’epoca nonchécuriosamente allievo marziale di Bob Wall. A luiClouse affida la sequenza più controversa e piùforiera di devastanti conseguenze.

12. Vita e morte di Billy LoBilly Lo, il personaggio posticcio inventato da

Clouse nel ’78, è un attore marziale di grande famapreso di mira dalla mafia: attenzione, però, nonuna mafia qualsiasi. La mafia degli attori! In unacittà come Hong Kong, nota per la sua brulicantecriminalità organizzata, agiscono tre brutti ceffioccidentali che girano il mondo uccidendo gliattori famosi che non vogliono pagare il pizzo.Forse la pessima opinione di Bob Wall per ilClouse regista può essere estesa anche alla suaqualifica di sceneggiatore...

Billy Lo, insomma, firma la sua condanna amorte quando decide di non cedere alla mafia eaddirittura di denunciarne l’operato, e per sfuggireai tentativi di omicidio ha una gran bella pensata:finge di morire così da poter indagare su chi lovoglia morto. Non fa una piega.

Visto che in questa folle realtàmetacinematografica Billy Lo sta girando spezzonidi film già noti di Bruce Lee, Clouse organizza una

scena in cui Billy deve eseguire il celebre salto inalto davanti al plotone d’esecuzione del finale diDalla Cina con furore . Nel film originale del1972 nessuna comparsa del plotone spara, non cen’è bisogno perché la sequenza finisce con Bruceche vola e gli spari sono solo un rumore disottofondo, ma Clouse decide che quella sarà lascena topica del film: Billy Lo corre, salta... e MelNovak, vestito da mafioso in mezzo a comparsecinesi, spara con una pistola vera uccidendo (oalmeno così crede) l’attore marziale.

Questa infelice sequenza verrà ricordatavent’anni dopo, alla morte di Brandon Lee, quandoi giornalisti fantasiosi inizieranno a parlare dipistole caricate con pallottole vere sul set.

13. I trucchi del mestiereRimaneggiando i pochi minuti utili di girato

originale, utilizzando trucchetti di pessimo gusto –sagome di Bruce appiccicate sulla faccia dellacontrofigura – chiamando addirittura dei sosia diKareem Abdul-Jabbar e Dan Inosanto da mostraredi sfuggita per giustificare il loro apparire a finefilm, Game of Death esce ad Hong Kong il 23marzo 1978. Viene presentato come quello che nonè: l’ultimo lavoro di Bruce Lee terminato dalregista Robert Clouse. In realtà è tutta farina delsacco di Sammo Hung.

La Golden Harvest è così entusiasta del lavorodi Hung e dell’evidente successo di questoguazzabuglio filmico che poco dopo vuole ripetereidentica l’operazione.

Prende dalla Shaw Bros le sequenze scartated a I 3 dell’Operazione Drago e le usa percostruirci intorno un altro film: L’ultima sfida diBruce Lee. Il regista ufficiale è l’artigiano Ng SeeYuen, autore di molti film marziali degli anni

Settanta compresi gli pseudo-biografici comeBruce Lee Supercampione, ma in realtà dietro dilui c’è di nuovo Sammo Hung.

Stessi identici trucchi di Game of Death,stesso sosia Kim Tae-jeong, stesso ruolo distuntman per l’amico Yuen Biao, stessa tecnica dirubacchiare scene dei vecchi film spacciandoleper nuove, e stessa scelta di richiamare un attoreoriginale: in questo caso, il celebre Roy Chiao, ilmonaco de I 3 dell’Operazione Drago cheinterpreta lo stesso identico ruolo così che lospettatore non capisca che le scene in cui parla conBruce sono state girate quasi dieci anni prima. (Lesequenze citate sono state reinserite nel filmoriginale in occasione dell’uscita del DVD Warnerdel 2003.)

Questo è insomma il modo di fare film conBruce Lee sul finire degli anni Settanta, e la totaledabbenaggine del lavoro... corrisponde ad unsuccesso internazionale senza limiti: con filmraffazzonati rubacchiando scene in giro, la GoldenHarvest si impone sul mercato e conquista ilmondo. Sammo Hung è ormai il re incontrastato di

quel cinema e comincia a fare film dove affronta ire che l’hanno preceduto, cercando una specie di“passaggio del testimone”. Ora può dare spazioanche ai suoi amici Yuen Biao e Jackie Chan, cheiniziano la loro carriera in solitaria.

Tutto grazie a filmacci raffazzonati conspezzoni di Bruce Lee...

14. Distribuzione italianaCinque mesi dopo l’uscita originale, seguendo

la tradizione italiana di far uscire d’estate i“filmacci”, il 25 agosto 1978 arriva nei cinema diRoma L’ultimo combattimento di Chen.

Discutibile scelta italiana è quella di spacciareper identico il personaggio di Bruce nei suoiquattro film: Fists of Fury, The Big Boss, The Wayof the Dragon e Game of Death sono tutti intitolatiper far credere agli italiani che il personaggio siasempre Chen Zhen, anche quando il nomepronunciato nel film è diverso. Sono anni di totaleed estrema libertà dei distributori, che se davanti aprodotti “di marca” come l’Enter the Dragondella Warner devono rigare dritto – e infatti dopoil 1974 l’edizione italiana I 3 dell’OperazioneDrago è totalmente ignota ai più fino al finiredegli anni Ottanta, quando finalmente la Warner larilascia in home video – con i “filmacci” marzialidi piccole case asiatiche hanno potere assoluto.

I distributori italiani possono rimaneggiarli

senza remore, possono prendere tre film acasaccio, fonderli senza alcuna logica e tirarefuori una pellicola con una voce narrante che sispaccia per Bruce Lee – nello specifico, miriferisco all’incredibile Il braccio violento delThay-Pan, tuttora trasmesso dalle reti Mediaset.Possono prendere un qualsiasi film di Hong Konge far credere che il protagonista si chiami Chen,nome che nella metà degli anni Settanta è ilsimbolo stesso delle arti marziali al cinema:Chen: la furia scatenata, Chen: il flagello delkung-fu, Chen... e continuò a massacrare a colpidi kung fu: sono alcuni veri titoli di film distribuitinelle sale italiane dal 1973, rendendo i titoli diBruce Lee solo alcuni tra tanti.

Solo dopo la morte e relativa fama dell’attoreinizia la tradizione italiana di usare il suo nomeall’interno del titolo di un film, soprattutto nelmondo dell’home video. Qualche esempio? BruceLee: Chen l’immortale, Bruce Lee: il colpo chefrantuma, Il colpo maestro di Bruce Lee o ilchilometrico I 12 colpi segreti del Kung Fu diBruce Lee l’invincibile: se non altro si è persa

l’abitudine di chiamare Chen qualunqueprotagonista marziale con gli occhi a mandorla.

«Finalmente possiamo presentare al pubblicol’ultimo film di Bruce Lee» riporta la locandinaitaliana del 27 agosto 1978, aggiungendo: «1)Contro il campione americano 2) Contro ilcampione asiatico 3) contro il gigante nero. Persostenere questi tre combattimenti Bruce Lee sisottopose ad uno sforzo sovrumano che forse causòla sua fine. Solo oggi la magistratura inglese hapermesso la presentazione del film al pubblico.»

Risulta difficile immaginare quanto pocodovesse importare alla magistratura inglese di unaco-produzione sino-americana, ma bisogna tenerepresente che è lo stile dell’epoca: i lanci italianidi film controversi in questi anni spesso riportanonelle pubblicità sui quotidiani infiniti (e fasulli)problemi con censure e tribunali vari.

Il film rimane in sala per più di due anni, traprime visioni, seconde, terze, piccoli cinema diprovincia e via dicendo (dubito sia arrivato nellesale parrocchiali): per gli standard di oggi puòrisultare un successo incredibile, in realtà è

praticamente ignorato. Ormai cinque anni dimartellamento massacrante, di una distribuzioneselvaggia e irresponsabile, che ha riversato nellesale italiane fiumi di filmacci a basso costorimaneggiandoli senza vergogna, promesse di“ultimi film” di Lee e via dicendo, noiosissimiwuxiapian (film di spadaccini volanti) spacciatiper gongfupian (film dove ci si mena), tutto questoha evidentemente saturato il pubblico. Per il“vero” Bruce Lee non ci sono pubblicità suigiornali e discussioni: un paio di locandineimprovvisate – rimaneggiando in realtà quelle diDalla Cina con furore – e basta.

15. TV ed home videoIl 12 aprile 1985 la giovanissima rete

televisiva Italia1 inizia la trasmissione di quelloche per almeno un decennio sarà un ciclodall’ordine immutabile: Dalla Cina con furore , Ilfurore della Cina colpisce ancora (in ordine inrealtà invertito, visto che sono rispettivamente ilsecondo e il primo film di Bruce), L’urlo di Chenterrorizza anche l’Occidente e L’ultimocombattimento di Chen. Il ciclo è stato ripetuto daItalia1 solamente altre tre volte – nel gennaio1987, settembre 1988 e maggio 1990 – ma halasciato un segno indelebile nella cultura popolare,prima che la metà degli anni Novanta decretasse lafine completa del cinema marziale in Italia.

Da questa data il pubblico italiano non vuolepiù vedere nulla che assomigli ad un prodotto diqualità marziale media: gli eroi marziali ora sonoKeanu Reeves in Matrix e Uma Thurman in KillBill. Cioè i prodotti più lontani possibili dalcinema marziale. Tutti a parole dicono di amare

Bruce Lee ma l’ultima volta che hanno visto un suofilm era appunto in un ciclo di Italia1 degli anniOttanta.

I distributori italiani invece seguono altrestrade: quelle del risparmio. I film di Bruce Lee ei titoli marziali in generale costano pochissimo,così da ammortizzare le vendite praticamentenulle, e l’avvento del formato DVD è il momentoper invadere un nuovo mercato. Apre le danze laLegocart, che nel 2000 presenta in edicola la notatetralogia di Bruce in un pessimo riversamentodalla versione VHS della E.P.I. a DVD: unaqualità generale davvero biasimevole ma ad unprezzo bassissimo, in un’epoca in cui il digitale èancora limitato a pochi portafogli. (La stessaLegocart anni dopo presenterà una versionedecisamente migliore, aggiungendo un«Remastered» in copertina.)

Negli anni Ottanta le versioni in VHS dei filmdi Bruce Lee riportano “Giappone” come paesed’origine: l’avvento del DVD riporta invece“Cina”. Gli errori e le generalizzazioni fanno partedella cultura popolare, e nel 2000 italiano Hong

Kong è ancora nota solo agli appassionati e aglispecialisti, e ancora meno sanno che non è Cina.Così come pochi ormai sanno che Bruce è nato inAmerica o qualsiasi altro aspetto della sua vita:Bruce è diventato un nome, niente più.

In quest’èra digitale L’ultimo combattimentodi Chen conosce almeno quattro distinte edizioniin DVD, dovute probabilmente all’economicità delfilm più che a un reale interesse del pubblico.

16. Il Gioco dell’AstaNel 2013, nel quarantennale della morte di

Lee, un collezionista rimasto anonimo ha affidatoalla blasonata casa d’aste britannica Spink & Sonalcuni preziosi oggetti originali appartenuti aBruce: stando a quanto dichiarato dalla casa,questo misterioso collezionista li avrebbecomprati all’epoca da Taky Kimura, allievo diLee, che a sua volta li aveva ricevuti in custodiadal maestro: difficile stabilire quanto ci sia divero in questa storia.

Il 2 dicembre 2013 Anna Lee, dirigente dellaSpink di Hong Kong, espone al pubblicoquattordici oggetti originali appartenuti a BruceLee, tra cui la celebre tuta gialla in poliestereindossata da Lee in Game of Death (valutata tra i32 e i 38 mila dollari americani), i nunchaku gialli(tra i 26 e i 38 mila dollari) e il frustino dibamboo che l’attore usa all’inizio delcombattimento con Dan Inosanto (tra i 9 e i 10mila dollari). Il 5 dicembre l’asta si svolge in

un’esplosione di offerte: i nunchaku vengonovenduti a 69 mila dollari, mentre la tuta stracciaogni record e viene venduta a 100 mila dollari. (Letransazioni sono avvenute in dollari di Hong Kong,ma per comodità le ho convertite in dollariamericani anche per la loro valuta simile all’euro.)

Questo è il simbolo di Bruce Lee: la vuotasuperficialità. Nessuno sa perché egli scelsequella particolare tutta, fatta fare su misura dal suosarto per Game of Death: la moglie Linda pensache sia per simboleggiare la non appartenenza adalcuna disciplina marziale codificata, e possiamoanche essere d'accordo. Ma quella tuta è anche ilsimbolo del mito di Bruce Lee: chi lo venera, inrealtà non ne sa molto, perché quella tuta gialla faparte di un progetto nebuloso, non propriooriginalissimo pur se lodevole e totalmente traditodalla casa produttrice, che ne ha fatto una porcatainguardabile.

La tuta rossa con cui Bruce è apparso l'ultimavolta su un set occidentale non è affatto nota comequella gialla, e il telefilm in cui appare(Longstreet) continua ad essere sconosciuto nel

nostro Paese. Eppure è proprio mentre indossavaquella tuta rossa che Bruce recitò la battuta -scritta da altri ma fedele al suo pensiero - chesempre viene citata da chi non conosce altro di lui:«Libera la tua mente, sii informe, senza limiticome l'acqua. Se metti l'acqua in una tazza, leidiventa una tazza. Se la metti in una bottiglia, leidiventa una bottiglia. Se la metti in una teiera, leidiventa la teiera. L'acqua può fluire, o puòdistruggere. Sii acqua, amico mio.»

Be water, my friend . Recitando con la cadenzaesagerata dei cinesi stupidi che tanto piaccionoagli americani, Lee nell'episodio 1x10 diLongstreet (18 novembre 1971) recita il testoscritto da Sandor Stern ma che comunquecorrisponde alla sua filosofia. (Non a caso unodegli episodi si chiama The Way of theIntercepting Fist, come il Jeet Kune Do che Bruceinsegnava ai suoi studenti.)

Proprio imitando l'acqua, il mito di Game ofDeath si è adattato ad ogni realtà in cui è apparso:è stato portato più volte su schermo e sempretradito, ma non fa niente. L'acqua continuerà

sempre ad adattarsi.

ConclusioneChiudo con un aforisma di Lee raccolto da

John Little nel 2000 per l'antologia StrikingThoughts: è simile al precedente ma meno noto.

Devo lasciarti ora, amico mio. Hai un lungoviaggio davanti a te, e devi viaggiare leggero.Da questo momento in poi, lasciati dietrotutto il fardello di conclusioni preconcepite e"apriti" a tutto e a tutti coloro che troverailungo il cammino. Ricorda, amico mio, unacoppa è utile quando è vuota.

( d a Pensieri che colpiscono,traduzione di Andrea Tranquilli)

FINE

Altre opere di LuciusEtruscus

~True Marlowe e il Re in Giallo

Un’indagine di Marloweseguendo il re dei libri senza valore

~La realtà nasce sempre dalla fantasia, e quando

l’investigatore bibliofilo Marlowe è testimone diun delitto troppo “citazionista”, decide di battersiperché la verità venga a galla: un innocente è statoaccusato di omicidio semplicemente perché... unacitazione non è stata capita! Inizia un’indagine cheporterà Marlowe a visitare le stelle nere delcollezionismo librario, dove per completare unacollezione si può anche uccidere, seguendo la sciadi un libro che solo lui considera la chiave persciogliere l’enigma: Il Re in Giallo di Robert W.Chambers.

~

Le mani di MadianIl romanzo di Marlowe(non “quel” Marlowe)

~Il misterioso scrittore di successo che si firma

solo Madian organizza un’intervista esclusiva conl’indagatore dell’occulto Daniele Arena, durantela quale gli mostra la propria mano destra erivela... che quella non è la sua mano.

Inizia una storia oscura in cui ci sono mani checreano, come quelle di uno scrittore, e mani chedistruggono, come quelle dell’assassino che(forse) sta colpendo delle donne che hanno un solopunto in comune: hanno tutte partecipato ad unatraduzione misteriosa.

Ci sono mani che traducono e mani chesfogliano libri alla ricerca della finzione piùgrande di tutte: la verità. Sono le manidell’investigatore bibliofilo Marlowe (no, non“quel” Marlowe), che viene ingaggiato perchésolo chi studia la finzione letteraria potrà capirerealtà.

Per la prima volta il personaggio nato sulle

pagine di ThrillerMagazine appare in un romanzo,alla ricerca di una verità che giace sanguinante...nelle mani di Madian.

~La notte dei risorti viventi

(Giona Sei-Colpi 1)L’assedio di Roma

secondo il Risorgimento di Tenebra~

Roma, 1849. La neonata Repubblica Romanadi Mazzini ha le ore contate: dal suo esilio a Gaetapapa Pio IX ha chiesto aiuto alla Francia el’esercito del generale Oudinot sta per iniziare unassedio per espugnare il colle Gianicolo. Perchéchi controlla il Gianicolo, controlla Roma. Questoè quanto ci dicono i libri di storia, ma quello chenessuno sa è che gli insorti romani non hannodovuto affrontare solamente i soldati francesi...Questa è la storia, mai raccontata, dell’ultima nottedella Repubblica Romana: quando gli insortiaffrontarono... i “risorti”.

Questo racconto rientra nel progetto discrittura collettiva “Risorgimento di Tenebra”,

ideato dal gruppo Moon Base.~

Fratelli di fuoco(Giona Sei-Colpi 2)

La seconda missione di Giona Sei-Colpinel Risorgimento di Tenebra

~Dopo l’assedio raccontato ne La notte dei

risorti viventi, Roma è in mano ai francesi delgenerale Oudinot. Per dimostrare la gratitudinenell’aiuto a debellare la Repubblica Romana degliinsorti e a liberare la città dai seguaci di Mazzini eGaribaldi, lo Stato Pontificio organizza perdomenica 15 luglio 1849 una messa solenne nellaBasilica di San Pietro in onore di Oudinot, a cui ilgenerale parteciperà di persona: chi vogliaorganizzare un attentato per colpire al cuore tantola Chiesa quanto la Francia non avrà occasionemigliore. Giona Sei-Colpi e la sua nuova amica, laSfregiata che durante l’assedio di Roma ha saputotener testa a orde di morti viventi, dovrannoassicurare l’incolumità dell’odiato generale, in unacittà ostile e con il costante pericolo di invasioni

di morti viventi: è il momento per Giona Hex direclutare altro personale, è il momento di farsiaiutare da altri... fratelli di fuoco.

Questo racconto rientra nel progetto discrittura collettiva “Risorgimento di Tenebra”,ideato dal gruppo Moon Base.

~Fuoco e Fnago

(Giona Sei-Colpi 2½)Il braccio sinistro della vendetta

per Giona Sei-Colpi~

Dopo lo scontro a piazza San Pietro, visto inFratelli di fuoco, Giona Sei-Copi e i suoi uominitornano alla base per organizzare la prossimamissione: nel frattempo un brigante locale ha lamalaugurata idea di rapire La Sfregiata e CarloPisacane. La furia di Giona sarà di quelle chelasciano molti cadaveri in giro, anche perché oraha trovato un validissimo alleato: il suo nuovo...braccio sinistro!

Questo racconto rientra nel progetto discrittura collettiva “Risorgimento di Tenebra”,

ideato dal gruppo Moon Base.~

Anita Nera(Giona Sei-Colpi 3)

Non c’è furia all’infernocome una donna “risorta”

~Primi di agosto del 1849. Dopo La notte dei

risorti viventi e Fratelli di fuoco, è ormai chiaroche nell’Italia del Risorgimento di Tenebra nonsolamente il cardinale Lambruschini ha trovato ilsistema di riportare in vita i defunti: qualcunodella Repubblica Romana ha deciso di utilizzare laterribile arma dei morti viventi contro la Francia eil Papato. Ma chi? Giona Sei-Colpi, detto GionaHex, e i suoi “fratelli di fuoco” devonoassolutamente fermare chi vuole distruggerel’Italia.

Intanto il 4 agosto 1849 muore AnitaGaribaldi, la giovane brasiliana che ha seguito pertutta la sua vita il generale nizzardo da unabattaglia all’altra. Malgrado i libri di storia non loriportino, la sua non è stata una morte

“tranquilla”... e quando torna sulla terra, portal’inferno con sé...

~Voglio la testa di Garibaldi (Anita Nera 2)

La vendetta più pulp dell’800~

«Voglio la testa di Garibaldi»: così sichiudeva Anita Nera, terza avventura del cicloGiona Sei-Colpi ambientato in un’Italiaottocentesca dove gli insorti incontrano i risorti.Nel Risorgimento di Tenebra i morti difficilmenterimangono sotto terra, e questo accade ad AnitaGaribaldi: morta ufficialmente il 4 agosto 1849 aMandriole ma in realtà cavia di un terribileesperimento. Ora è tornata con la furia dell’infernodentro di sé, pronta a scatenare la propria vendettacontro il generale Garibaldi in persona. Come segià tutti gli eserciti d’Italia non lo volessero morto.

Preparatevi ad un breve viaggio che abbracciatutti i dettami dell’Italian Pulp inseriti nellacornice Italian Weird Western del Risorgimentodi Tenebra, progetto di scrittura collettiva ideatodal gruppo Moon Base.

Questo è uno spin-off del ciclo di Giona Sei-Colpi, in quanto protagonista della vicenda è lasola Anita Nera, la moglie di Garibaldi tornata invita con poteri misteriosi e pronta ad una“discussione accesa” con l’ex marito.

~Chi muore per primo, muore due volte

(Giona Sei-Colpi 4)La quarta missione di Giona Sei-Colpi

nel Risorgimento di Tenebra~

Il segreto per riportare in vita i morti non è piùun segreto: qualcuno ha approfittato degli scontrifra lo Stato Pontificio e la Repubblica Romana percarpirlo e farlo suo. Ma chi? Giona Sei-Colpi e laSfregiata hanno seguito le orme della fuga diGaribaldi per scoprirlo, ed ora sono arrivatiall’antico e misterioso monastero di Pietrarubbia,dove forse tutto è iniziato... e dove sicuramentetutto finirà.

Le rivoltelle di Giona e la picca dellaSfregiata stavolta forse non serviranno contro leforze antiche e misteriose che dormono sotto il

monastero, mentre dovranno vedersela anche con imonaci di un Ordine antico, capeggiati da fra’Girola. Lo scontro finale è arrivato, e il problemanon sarà morire... ma morire una volta sola!

Questo racconto rientra nel progetto discrittura collettiva “Risorgimento di Tenebra”,ideato dal gruppo Moon Base.

~Malanotte

Un’indagine di Marlowedove la letteratura diventa realtà

~Malanotte è un paese misterioso, e ancor più

misteriose sono le riunioni che la medium notacome Madame Blavaschi tiene fra le mura del suocastello: tutto ciò che si sa... è che riguarda deilibri. L’indagatore dell’occulto Daniele Arena sitroverà quindi costretto ad un gesto arduo ecoraggioso: chiedere aiuto all’investigatorebibliofilo Marlowe. No... non quel Marlowe.Inizia un viaggio nel mistero di Malanotte... dovela letteratura diventa realtà.

~

La variante di MarloweUn’indagine di Marlowe:

quando gli scacchi uccidono~

Alcuni strani omicidi a Roma sembrano essereaccomunati dal mondo degli scacchi, ma visto chel’unico elemento certo è che tutte le vittimeavevano la stessa copia di un libro sull’argomento,la polizia è costretta a consultare l’investigatorebibliofilo Cristoforo Marlowe. Per venire a capodel mistero e per fermare l’assassino, Marlowestavolta dovrà impegnarsi in qualcosa diincredibile... spacciarsi cioè per Maestro discacchi.

~De Marlowe Mysteriis(Mistero Marlowe 1)Un libro impossibile

per il TG Mistero~

La squadra del “TG Mistero” si imbatte in unanotizia sensazionale: un collezionista harecuperato una copia del De Vermis Mysteriis , un

libro misterioso che semplicemente non dovrebbeesistere. Per organizzare un buon reportageservirebbe il parere di un esperto di libri, magariun investigatore bibliofilo: e in questa professionec’è solo un uomo disponibile... per sfortuna del“TG Mistero”.

Inizia una joint venture fra i personaggi de Iltreno di Moebius di Alessandro Girola el’investigatore bibliofilo Marlowe (non quelMarlowe) di Lucius Etruscus per storie ai confinidella realtà libraria: ecco il primo numero dellaserie “Mistero Marlowe”.

~La caduta degli Uscieri(Mistero Marlowe 2)Un palazzo stregatoper il TG Mistero

~Torna il “TG Mistero” nato dal libro Il treno

di Moebius di Alessandro Girola: stavolta con unservizio esplosivo su un antico palazzo chefinalmente viene aperto al pubblico. L’edificio,appartenente alla antica famiglia degli Uscieri, ha

fama di essere una vera e propria “casamaledetta”: sarà vero? Di sicuro il giornodell’inaugurazione avvengono strani fenomeni...come per esempio la presenza fra i visitatoridell’investigatore bibliofilo Cristoforo Marlowe.Non è che l’inizio dei problemi.

~Alla conquista del Monte Athos

L’incredibile ma vera storiadi 400 anni di caccia al libro

~Sin dal Quattrocento l’Europa è stata

attraversata da un mito senza fondamento, che cioègli antichi monasteri del Monte Athos in Greciasiano pieni di libri preziosissimi e manoscrittirari, dimenticati e a rischio di distruzione a causadell’ignoranza dei monaci. È un’ideaassolutamente campata in aria, ma per quattrosecoli ardimentosi esploratori di tutta Europa sonopartiti entusiasti e fiduciosi... alla conquista delMonte Athos. Dopo secoli di fallimenti nel trovareun qualsiasi testo di valore sul Monte Tracio(come lo chiamava Omero), nel 1837 giunge il

turno di un tipo diverso di esploratore edavventuriero: quella misteriosa figura che sin dalQuattrocento tutta Europa chiama conun’espressione italiana, «Cacciatore di libri».

Questa è la storia vera e documentatadell’incredibile avventura del britannico RobertCurzon, cacciatore di libri per passione, che partìalla conquista del Monte Athos per salvaredall’oblio dei suoi monasteri e riportare inInghilterra preziosi manoscritti greci e latini,scoprendo che nulla era come l’Europa credeva.

Per la prima volta un saggio tira le fila diquattrocento anni di “caccia al libro” con l’Athosprotagonista, per la prima volta è raccontata initaliano l’avventura di Robert Curzon e per laprima volta vengono presentati i molti “strani”ritrovamenti fatti dopo di lui, alcuni in odore difalso e di truffa: quando Curzon mette piede sulMonte Sacro, non sa di essere l’ultimo “innocente”che prova a conquistarlo.

~Notovitch e la vita segreta di Gesù

(Storie da non credere 1)

La nascita del mitodi Gesù in India

~Da esattamente 120 anni molti sono convinti

che Gesù Cristo passò l’infanzia in India, o checomunque i suoi insegnamenti arrivarono subito inquesta terra grazie ai mercanti che “sparsero lavoce”. Chi crede questo, in buona o cattiva fede,di solito non si rende conto che l’idea circolaappunto da soli 120 anni: nei secoli precedentialla data del 1894 non si pensava affatto a questa“ipotesi indiana”. Cosa è successo in quella data?Perché da quel momento la tesi di Gesù in India èargomento di discussione, visto che è totalmentecampata in aria? Semplicemente nel 1894 apparvel’opera di un fantomatico giornalista russo cheraccontava una storia incredibile... nel senso che èda non credere.

La collana “Storie da non credere” si occupadi truffe librarie o comunque di vicende legate afenomenali ritrovamenti accompagnati da storiepiù attinenti alla sfera della fiction che alla realtà.Da secoli libri incredibili sono accompagnati da

storie incredibili... che spesso sono appunto danon credere.

~Petronio e la Cena di Trimalchione

(Storie da non credere 2)La nascita del mito

del Satyricon completo~

Uno dei più apprezzati e basilari autori latini èin realtà noto all’Occidente da poco tempo,ritrovato per caso e rimasto frammentario fino adoggi. E se esistesse una copia completa delSatyricon di Petronio? Guarda caso, esiste... omeglio, ne esistono diverse: bisogna però capirequale sia vera. Nel Seicento sono avvenuti diversiritrovamenti “misteriosi” dell’opera di Petronio,tutti inerenti la celebre Cena di Trimalchione, edogni ritrovamento si è presentato con la sua storiaincredibile... cioè da non credere: ecco le piùsorprendenti di queste storie.

La collana “Storie da non credere” si occupadi truffe librarie o comunque di vicende legate afenomenali ritrovamenti accompagnati da storie

più attinenti alla sfera della fiction che alla realtà.Da secoli libri incredibili sono accompagnati dastorie incredibili... che spesso sono appunto danon credere.

~Arpe e il Trattato dei Tre Impostori

(Storie da non credere 3)Il mito del “vero” esemplaretrovato in Europa nel ’700

~Dalla fine del Cinquecento fino ai nostri giorni

l’Europa è attraversata da un mito irresistibile:l’esistenza di un Trattato sovversivo che osascagliarsi contro i tre profeti delle principalireligioni monoteistiche (Mosè, Gesù e Maometto)accusandoli di essere tre “impostori”. Dopo più diun secolo di bisbigli e sotterfugi, di avvistamenti efraintendimenti, finalmente agli inizi del Settecentoqualcuno afferma a gran voce di averlo trovato, maprima di presentarlo al giudizio degli espertiracconta l’immancabile roboante storia del suoritrovamento, una storia incredibile... una storiacioè da non credere.

La collana “Storie da non credere” si occupadi truffe librarie o comunque di vicende legate afenomenali ritrovamenti accompagnati da storiepiù attinenti alla sfera della fiction che alla realtà.Da secoli libri incredibili sono accompagnati dastorie incredibili... che spesso sono appunto danon credere.

~Ireland, il ragazzo che fu Shakespeare

(Storie da non credere 4)Il mito delle carte legali

e di un’opera inedita~

Il 1° aprile del 1796 il dramma “Vortigernand Rowena” viene programmato al Drury LaneTheatre, il celebre teatro londinese da pocorestaurato ed ampliato: visto che alcuni autorevolicritici hanno sollevato un polverone gridando alfalso, sottolineando cioè che quel dramma diWilliam Shakespeare miracolosamente ritrovatonella soffitta di un gentiluomo misterioso sollevapiù dubbi che certezze, si preferisce spostare laprima al successivo 2 aprile. Mettere in scena

un’opera dal forte odore di falso proprio il giornosimbolo dello scherzo e della burla sarebbe statol'apoteosi della beffa: il risultato però non cambia.Per circa due anni, alla fine del Settecento, Londraha creduto ciecamente a William Henry Ireland: ilragazzo di 17 anni che fu Shakespeare. Questa è lasua incredibile storia.

La collana “Storie da non credere” si occupadi truffe librarie o comunque di vicende legate afenomenali ritrovamenti accompagnati da storiepiù attinenti alla sfera della fiction che alla realtà.Da secoli libri incredibili sono accompagnati dastorie incredibili... che spesso sono appunto danon credere.

~Platone, lo schiavo filosofo

Commedia breve in quattro attidi quando i libri non si leggevano

~Un aneddoto riportato da alcuni storici

dell'antichità ci racconta di un incidente occorso alcelebre filosofo Platone, che avendo fatto infuriareil tiranno Dionigi come punizione venne venduto

come schiavo. La storia (semmai sia vera) siconclude velocemente con la liberazione delpensatore ma... e se invece chi doveva salvarlonon l'avesse riconosciuto? Cosa sarebbe successose Platone fosse rimasto uno schiavo?

Questo breve testo teatrale si diverte aprendere elementi storici rigorosamente reali –personaggi, libri, eventi, idee – e a giocare conessi immaginando di quali eventi sarebbe statoprotagonista Platone, lo schiavo filosofo.

In appendice una nota al testo che spiega i fattisalienti riportati e indica le fonti storiche.

~Ninja

Storia di un mitocine-letterario

~Gli eventi “caldi” degli anni Cinquanta

giapponesi spingono alcuni autori a rispolverareuna figura storica poco apprezzata, e anche pocostudiata, per trasformarla e distorcerla fino acreare un personaggio immaginario totalmenteslegato da quello storico. Il successo

dell’operazione, dichiaratamente faziosa, esplodee in pochissimo tempo il fenomeno sfugge di manoagli stessi autori: nasce così quello che noi ancoraoggi chiamiamo ninja, del tutto alieno a ciò chenei più di mille anni precedenti è stato per lecronache storiche. Contagiando i media di USA,Cina e sud-est asiatico, e quindi anche l’Europa, ilfenomeno in pochi anni ha conquistato il mondo eancora oggi la parola “ninja” ha acquisitosignificato internazionale.

Questo saggio, assolutamente unico nel suogenere, ripercorre dati alla mano il contagiodell’idea nata fra un ristretto gruppo di scrittori edesplosa in ogni forma di comunicazione – dalla TVai fumetti, dai libri ai videogiochi, masoffermandosi in maniera particolareggiata sulcinema, grande veicolo di contagio in questo caso– sottolineando ovviamente le differenze che haassunto in ogni Paese in cui è arrivata. Per portareluce su un fenomeno ancora oggi pressoché ignotoper cui una spia ed assassino del Giapponemedievale è diventato un eroe moderno emondiale.

Il saggio è completato da una Guida al cinemaninja internazionale, una luce nell’ombra chericopre un genere pluridecennale.

~Gynoid: a forma di donna

Duecento annidi donne artificiali

~Nel 1815 E.T.A. Hoffmann scrive di getto la

bozza di un racconto destinato a fama imperitura,in cui dà vita alla più inquietante delle donneartificiali: Olympia, la bambola di legno che irridechi ancora non ha capito che il Romanticismo èfinito e siamo tutti nell’Era della Macchina. Dopocento anni Thea Von Harbou crea la sua Mariameccanica proprio mentre l’invenzione dellacatena di montaggio sta trasformando gli uomini inrobot, e da allora le Donne Artificiali sono statepiegate ad ogni tipo di preconcetto maschile, neltentativo di neutralizzare la loro potenza.

Bambole, manichini, ballerine, robot, mogli,amanti, assassine... Molti i ruoli assunti dalleginoidi, esseri “a forma di donna” creati dagli

uomini per dare sfogo alla propria contortacreatività: ecco un breve viaggio... che duraduecento anni.

~21 grammi

L’insostenibile (e fumosa)leggerezza dell’anima

~21 grammi è una famosa misura dell’“anima”

umana: leggenda vuole che quando una personamuore il suo corpo, subito dopo l’ultimo respiro,si alleggerisce di 21 grammi. Il peso dell’animache abbandona il corpo. Ecco la storia delnebuloso esperimento che ha portato a questorisultato e dei vari millenni di cultura umana in cuiè esistita un’idea di “pesatura spirituale”: peccatoche a seconda delle culture... il peso cambia.L’unica costante è una operazione matematica:togliete ciò che resta a quel che era ed avrete ciòche manca. Peccato però che i risultati sianosempre diversi...

~Da Samarra a Samarcanda

La storia della Morte inevitabilenella sua versione corretta e ampliata

~La storia la conosciamo tutti. Un uomo si

accorge che la Morte lo sta fissando con occhicattivi e chiede un cavallo veloce per sfuggirle;cavalca tutta la notte per arrivare in un luogolontano, solo per scoprire che la Nera Signora eraproprio lì che lo aspettava. È una storia molto notae tutti hanno la convinzione sia di origine persianao araba, comunque mediorientale: la verità è chetutti hanno sentito questo racconto citato da unoccidentale, non da un mediorientale. E se la storiadella Morte inevitabile fosse molto più europea emoderna di quanto pensiamo?

~Mangiare libri

La più antica forma di lettura~

Dopo aver dato un rotolo scritto ad Ezechiele,l’ordine di Dio è inequivocabile: mangialo! Sindall’antichità è esistito un rapporto strettissimo traleggere un testo e divorarlo (non solo

metaforicamente), e tracce di quest’idea siritrovano nei punti più disparati e impensabili:ecco un piccolo viaggio biblo-gastronomico allaricerca di uno dei personaggi più influenti e menostudiati del mondo letterario: il mangialibri.

~L’apprendista stregone

(La Parola Creatrice parlata)Viaggio fra le varie versioni

di una storia antica~

Siamo noi che creiamo le parole o sonopiuttosto le parole a creare il mondo che cicirconda? La nostra cultura è nata dalle parole che,pronunciate a voce alta, hanno creato oggetti econcetti che sopravvivono tutt’oggi, come peresempio la celebre storia dell’ApprendistaStregone: nata duemila anni fa e più viva che mai.

Ecco un viaggio nelle varie versioni di unastessa storia, sul sentiero tracciato dalla parolacreatrice.

~Geremia, il Golem e Ruby Sparks

(La Parola Creatrice scritta)Un viaggio dal dito di Dio

al Word Processor degli Dei~

N e L’apprendista stregione abbiamoconosciuto la Parola Creatrice nella sua accezioneorale, ma nella storia occidentale un grande pesoha avuto ad un certo punto anche quella scritta.Sebbene i grandi profeti e maestri di pensiero nonl’abbiano amata, la parola scritta ha in brevetempo conquistato l’immaginario collettivoandando a scalzare il predominio di quella orale.Partiamo dunque per un viaggio dal dito di Dio...fino al Word Processor degli dei.

~Dieci contro mille

Il grande cinema di assedio~

Esiste un genere particolare di film, nato quasicento anni fa, che si potrebbe chiamare tanto“d’assedio” quanto “di barricate”, ed indica unastoria che veda alcuni personaggi costretti in unsingolo luogo da un nemico che li circonda: le

storie di questo genere non si focalizzano sulnemico esterno bensì sui problemi interni algruppo di protagonisti. Questi infatti si ritrovanoimpegnati non già a resistere agli attacchi delnemico esterno, bensì a fronteggiare il nemicointerno: problemi di razza, religione, politica,estrazione sociale e mille altre questioni, unite allapaura e alla convivenza forzata, creano unasituazione esplosiva.

Ecco un viaggio fra i migliori film cheaffrontano l’argomento.

~La Falsa Novella

Viaggio tra i falsi vangeliinventati dai romanzieri

~Falsi profeti dotati di falsi vangeli sono esistiti

da sempre, in ogni dove, ma nella metà delNovecento la riscoperta di antichissimi vangeliritenuti apocrifi (nonché persi per sempre) hainfiammato la fantasia degli scrittori più disparati,che hanno cominciato ad inventare storie daromanzo con protagonisti vangeli inventati. È uno

stratagemma che ha permesso agli autori distuzzicare tanto la curiosità dei lettori quanto lapazienza della Chiesa, magari togliendosi anchequalche soddisfazione personale.

Ecco un viaggio fra questi vangeli palesementeinventati che fanno il verso a quelli verissimi masemplicemente non riconosciuti dalla Chiesa. Nonsempre le intenzioni sono meramente letterarie, equesto renderà il viaggio più interessante.

~Tradurre l’incubo

Da Shakespeare a Goethe~

C’è stato un momento ben preciso, a metàOttocento, in cui gli italiani si ritrovarono a dovertradurre il termine “nightmare”, scoprendo chequel termine antico era poco chiaro anche agliinglesi. Inizia dunque un viaggio alle radicidell’incubo per scoprire cosa esso sia veramente...e come si possa tradurlo nella nostra lingua.

~Lupin contro Holmes

Le origini del personaggio

che osò farsi beffe di Sherlock Holmes,facendo infuriare Conan Doyle ma dando vita al

noir francese~

«Perché non provi a scrivere un racconto sulgenere di Sherlock Holmes?» Questa propostaindecente dell'editore Pierre Lafitte al giovaneMaurice Leblanc dà vita al personaggio di ArsèneLupin, nato sulle pagine della rivista “Je sais tout”il 15 luglio 1905.

Quello che all'inizio è una divertita parodia diHolmes, si attira ben presto le ire di Arthur ConanDoyle quando il suo segugio si ritrova nelle storiedi Leblanc e nasce così una doppia sfida: ConanDoyle diffida Leblanc ad utilizzare ancoraSherlock Holmes nelle sue storie... e Lupin inpersona sfida il segugio inglese a batterlo.

Ecco la storia di uno scontro letterario epico.~

Spaghetti MarzialiQuando gli italiani inventarono

il kung fu western~

In un breve lasso di tempo, agli inizi degli anniSettanta, registi e produttori italiani decisero dimettere in atto qualcosa di completamente inedito:utilizzare attori e tematiche cinesi, un argomentomolto “caldo” dell’epoca, e fonderli con i piùclassici schemi del genere western, anch’esso digrande attualità.

Qualcuno chiama il genere “soja western”, mavisto che si parla di un prodotto completamenteitaliano che fondeva l’autorevole spaghettiwestern con la passione per i film marziali asiatici(dai samurai giapponesi al kung fu di Hong Kong),ho ribattezzato il genere spaghetti marziali.

Ecco un viaggio inedito in un genere troppopoco noto al grande pubblico.

~Vergine, Violenza, Vendetta

(I Libri del Zinefilo 1)Una storia di vendetta

dal Medioevo al Duemila~

Le figlie di Pehr Tyrsson si svegliarono tardi,quella domenica lontana nel tempo, e si sbrigarono

ad andare a messa: purtroppo non arrivarono mai.Dei briganti le aggredirono e le uccisero, per poivendere i loro vestiti ad una famiglia... senzasapere che era proprio quella di Pehr Tyrsson. Lavendetta del padre fu spietata e nel punto dove èstato versato il sangue delle fanciulle è sorta unachiesa attiva ancora oggi.

Nel corso dei secoli questa leggenda svedeseha mutato forma ed è servita di ispirazione aballate, poemi ma soprattutto come base per uncelebre film di Ingmar Bergman: La fontana dellavergine. Ricopiando la sceneggiatura da Bergman,altri quattro film racconteranno la stessa storia diorigine medievale: una storia di Vergine, Violenzae Vendetta.

~La partita della morte(I Libri del Zinefilo 2)

Tre sfide di calcio contro i nazistiin fuga per il plagio

~Kiev, domenica 9 agosto 1942: nel cuore della

Seconda guerra mondiale. La squadra di calcio

Flakelf (composta da tedeschi ed ungheresi) deverifarsi della cocente sconfitta di tre giorni primacon la squadra locale Start (composta in gran parteda giocatori provenienti dall’associazione DynamoKiev). Lo stadio è aperto anche al pubblicoucraino in occasione dell’anniversario della sua“liberazione dai bolscevichi”. Davanti a loro, ipropri giocatori si battono da paladini dell’UnioneSovietica e sconfiggono i nazisti invasori per 5 a3, malgrado le molte minacce di cui sono stati fattioggetto. Pochi giorni dopo i giocatori della Start siritrovano accusati di vari reati e, in breve tempo,sono tutti fucilati: il 6 dicembre 1942 il quotidiano“Izvestiia” chiama quella partita «La partita dellamorte».

Questa storia infiamma tutta l’Unione Sovieticaper i successivi cinquant’anni, pompata edampliata a dovere, fino a diventare un filmsovietico, un film ungherese e un plagioamericano. Nel 1992 un’indagine giornalisticaridimensionerà drasticamente le vicende,scoprendo che i giocatori del 1942 non sonoaffatto morti come vuole la storia, ma ormai i film

sono molto più importanti della verità: rimarràimmortale la leggenda della Partita della Morte,che qui viene raccontata in modo completo per laprima volta in italiano.

~Per un pugno di piombo e sangue

(I Libri del Zinefilo 3)Un romanzo, un film, un plagio

un remake e copie varie~

Nel novembre 1927 inizia la lunga vita di unastoria d’effetto e destinata a grande scalpore: lacelebre rivista “Black Mask” inizia a presentareun romanzo di Dashiell Hammett che sarà dacontesa ispirazione di più opere future. Una storiacomplessa di criminalità con protagonista ilcelebre eroe senza nome dell’autore, che se neinventa uno ogni volta che qualcuno gli chiede diqualificarsi. Sarà lui ad operare una variopinta econtorta giustizia in città e, tra i vari sistemi cheadopererà, ce n’è uno che ha riscosso grandeinteresse: usare l’odio di due famiglie rivali perfarle scannare a vicenda.

Un elemento secondario del romanzo diHammett diventa protagonista assoluto di film chesolo in seguito hanno dichiarato una fantomaticaparentela con Piombo e sangue, per mascherareinvece un semplicissimo scopiazzamento. La storiainfatti ha visto plagi e remake, strizzate d’occhio econtaminazioni: ecco un viaggio in questo contortomondo.

~Mistero Shakespeare

Analisi ineditadi un mistero inestricabile

~William Shakespeare è probabilmente il più

noto autore di lingua inglese mai esistito, quindinessuno biografo serio si azzarderebbe a fare unadomanda all’apparenza semplice: quali proveconcrete abbiamo che un drammaturgo di nomeShakespeare sia realmente esistito? La rispostanon è rassicurante: a dispetto della grande famadel personaggio, le prove della sua reale esistenzasono pochissime e molto nebulose.

Questo saggio non darà risposte su questioni su

cui è impossibile darne: si prefigge solamente dioffrire una panoramica quanto più “inedita” dellaquestione shakespeariana, cioè studiandolaattraverso quello specchio deformante che spessodice il vero, percorrendo quel territorio cheraramente viene preso in considerazione: laletteratura, la più vera delle menzogne.

In appendice, un’intervista con JohnUnderwood – pseudonimo di Gene Ayres edautore del controverso Il libro segreto diShakespeare – e l’imperdibile saggio L’uomo chefu Shakespeare di Chiara Prezzavento, bloggerintrigante oltre che grande appassionata dellanarrativa che circonda il Mistero Shakespeare, chenon solo ci fornisce delle indispensabilicoordinate per capire il mondo elisabettianodell’epoca, ma ci guida anche in una panoramicafrizzante e precisa sulla narrativa che si occupadell’argomento: visto che si tratta di romanziinediti in Italia, è un’occasione imperdibile.

~ALIENS vs BOYKA

Una fan fiction

sui personaggi più forti dell’universo~

Per una missione fuori dal normale serve unuomo fuori dal normale. Quando il generale Rykovsi ritrova costretto a cercare un lottatoreeccezionale per una missione assurda, rivolgersi alcarcere di massima sicurezza Gorgon è lasoluzione migliore: qui vive e combatte il piùgrande lottatore del mondo. Anzi, come lui stessospecifica, il migliore dell’universo. Yurj Boyka,nato per combattere. Inizia così un’avventuraaliena... a suon di mazzate!