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ra mile idanza U F F Organo Ufficiale dei Gruppi di Preghiera Anno 2012 - n. 1 Partecipate sempre alla Santa Messa e fatevi una bella Comunione! (Fra Umile) Cari AMICI, oggi gli strumenti di comunicazione sono necessari per l’annuncio del Vangelo. Essi ci propongono nuove vie da percorrere, per rendere più efficace l’annuncio della Parola e la sua conoscenza. Così lo è per la figura di Fra Umile! Più noi lo faremo conoscere, più le anime attratte dalla sua testimonianza si avvicineranno al Signore. Per questo prossimamente oltre alla nostra rivista, sarà aperto un sito Internet e una pagina Facebook. Abbiamo bisogno del sostegno di tutti! GRAZIE! Ecco come puoi sostenerci: Associazione Gruppi di Preghiera Fra Umile Fidanza c.c. postale n. 1006338337 c.c. bancario Deutsche Bank IBAN IT32Y0310439841000000821753

Fra Umile Fidanza anno 2012 - n.1

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ra mile idanzaU FFOrgano Ufficiale dei Gruppi di Preghiera Anno 2012 - n. 1

Partecipate sempre alla Santa Messa

e fatevi una bella Comunione!

(Fra Umile)

Cari AMICI, oggi gli strumenti di comunicazionesono necessari per l’annuncio del Vangelo.

Essi ci propongono nuove vie da percorrere,per rendere più efficace l’annuncio della Parola e la sua conoscenza.

Così lo è per la figura di Fra Umile!Più noi lo faremo conoscere, più le anime attratte

dalla sua testimonianza si avvicineranno al Signore.Per questo prossimamente oltre alla nostra rivista,sarà aperto un sito Internet e una pagina Facebook.

Abbiamo bisogno del sostegno di tutti!GRAZIE!

Ecco come puoi sostenerci:Associazione Gruppi di Preghiera Fra Umile Fidanza

c.c. postale n. 1006338337c.c. bancario Deutsche Bank IBAN IT32Y0310439841000000821753

Som

mar

io

Anno 2012 - n. 1

Fra Umile FidanzaORGANO UFFICIALE

DEI GRUPPI DI PREGHIERA

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE

Via Chiesa 32,81030 Casapesenna (CE)

Tel. e fax 081.8163781Tel. 393.5733547

Email: [email protected]: [email protected]

La rivista intende far conoscereil Carisma e la Spiritualità

del Frate Minore OblatoFRA UMILE FIDANZA

(14 giugno 1910 - 3 marzo 1990).In piena fedeltà al Magistero del Papa,

della Chiesa e in comunionecon lo Spirito Francescano.

DIRETTORE RESPONSABILE

Don Michele Barone

SEGRETARIO GENERALE

Prof.ssa Raffaella Crispino

SEGRETERIA REDAZIONE

Sig.ra Marianna Martino

REDAZIONE

Carmen Iovine, Cinzia Diana,Emanuela Ianniello, Eva Fontana,

Flavia Ianniello, Luigi Salviati,Maria Flavia Lo Regio, Pasquale Casoria.

HANNO COLLABORATO

Don Vittorio Cumerlato,Don Carlo Candido, Carolina Casoria,

Suor Pia di Gesù Misericordioso.

PROGETTO E REALIZZAZIONE GRAFICA

Don Michele Barone

STAMPA

VECA PrintCasoria (NA)

REGISTRAZIONE PRESSO IL TRIBUNALE DI

S. MARIA C.V. N. 797 DEL 10/05/2012

La collaborazione avviene a titolo gratuito.La Redazione si riserva il diritto

di tagliare o modificare il materiale fornito.

SEDE LEGALE, DIREZIONE,

Apertura

ra mile idanza 3UF F

ra mile idanzaUF FOrgano Ufficiale dei Gruppi di Preghiera Anno 2012 - n. 1

Partecipate sempre alla Santa Messa

e fatevi una bella Comunione

(Fra Umile)

Primo piano

Secondo piano

Carissimi fedeli e devoti tutti,

questo “primo numero ufficiale” della nostra rivista, a differenza di quello precedente che

era a titolo informativo, e grazie anche ai suggerimenti pervenutici dal nostro pastore Mons.

Valentino Di Cerbo, seguirà un sommario ben delineato.

L'intera pubblicazione sarà sempre dominata dalla Vita di Fra Umile che sarà raccontata a

“frammenti”, dalle Testimonianze di intercessioni, dalle attività di gruppo che svolgeremo

nelle nostre realtà comunitarie, ma avrà anche un ampio respiro ecclesiale; questo per

delineare che i Gruppi di Preghiera camminano “con la Chiesa, nella Chiesa e per la Chiesa”,

secondo anche i pii desideri, sui quali ha edificato l'intera sua vita, il nostro amato

francescano.

Fra Umile ci ha indicato attraverso il suo nome, la strada sulla quale dobbiamo poggiare le

nostre orme, se davvero vogliamo incamminarci in un autentico cammino di santità... e

questa strada, è l'umiltà. Essa all'interno della Sacre Scritture, viene focalizzata in modo del

tutto singolare, sia da Maria Santissima che da nostro Signore Gesù.

La Vergine del silenzio e dell'ascolto nel momento in cui ringrazia il Signore attraverso il

meraviglioso Cantico del Magnificat, innalza la sua anima affermando che il suo spirito

esulta nel Signore “perché ha guardato l'umiltà della sua serva” (Lc. 1,48). Sulla stessa scia

osserviamo anche l'invito accorato di Gesù Maestro, che soltanto una volta, “quasi ci

obbliga” a mettere in pratica quanto Egli annunzia asserendo: “Imparate da me, che sono

mite e umile di cuore” (Mt. 11,29).

Cari amici, questa è la strada che hanno sempre privilegiato i santi, quella dell'umiltà. Anche

il nostro amato Papa Benedetto XVI, dopo essere stato scelto dal Signore per diventare il

Successore di Pietro, si presentò al mondo con una simile espressione: “Io sono un umile

operaio della vigna del Signore” (19 aprile 2005). Lo stesso possiamo dire, senza frasi di

opportunità, anche del nostro pastore Mons. Valentino Di Cerbo, il quale continua a

sostenerci e a incoraggiarci, attraverso la sua umile persona. Ci invita ad andare avanti senza

scoraggiamenti e tentennamenti, ma deponendo soltanto la nostra fiducia nel Signore, e in

Maria Sua umile Madre.

In questi santi propositi ci aiuti e ci accompagni

Fra Umile, affinché possiamo anche noi come

lui, seguire il nostro Maestro: Via, Verità e Vita.

Casapesenna, 14 giugno 2012.92° Anniversario della nascita di Fra Umile.

Il Direttore Generale

Don Michele Barone

Saluto del Direttore

3 Saluto del Direttore

4 Frammenti di Vita

8 Attraversare la Porta: l’Anno della Fede

10 Rispondere all’Amore si può

12 Ero in carcere e siete venuti a trovarmi

14 Conoscere e amare la Divina Misericordia

16 Cascate di Grazie

18 3 Marzo 2012 Commemorazione di Fra Umile

Eventi

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Cari fedeli nei numeri della nostra rivista, ripercorreremo a «frammenti» la vita di Fra Umile, attraverso la lettura riveduta e corretta della prima biografia redatta da Guido Greco Fiorentini, affinché possiamo meglio conoscere la figura di colui che amiamo e seguiamo, come modello della nostra vita cristiana.

__________________________

el mese di maggio del 1910, allorché le prime rose germogliano al sole ed il cielo Noffre alla terra, fragranze dai mille aromi, le

quattro case di Calvisi - piccola frazione di Gioia Sannitica (CE) ai piedi del monte Matese - si vestono di un incendio d’oro e sembrano trepidare alla primavera. In un meriggio ovattato, una donna sulla quarantina, dall'aspetto sano e fiorente si attardava nei pressi di una bottega di sarto posta alla ombra della chiesa di S. Maria del Carmine, al centro della Pertanto il sacerdote avvicinatosi alla donna, e borgata. La rustica botteguccia senza pretese, rivolgendo per un istante gli occhi al cielo, pose una serviva ad Alfonso Fidanza perché procacciasse il mano sul ventre scosso esclamando: “Sta fermo! Io ti pane per le sette persone a carico. La donna, Rosaria do l'ubbidienza”. Nel pronunziare queste parole i d'Amato, era sua moglie ed in quel tempo era incinta dolori cessarono per incanto. Donna Rosaria gli di sette mesi. Frequentemente le accadeva, nel bagnò la mano di lacrime dense di commozione pomeriggio, dopo di avere sbrigate le faccende mentre i presenti avevano il volto segnato da uno domestiche di attardarsi in compagnia del marito per stupore indicibile. “In questo sacchetto - spiegò il discutere interessi di casa e fare progetti per Frate increspando le labbra ad un sorriso – vi è un l'avvenire dei figli che crescevano intelligenti e figlio di San Francesco d'Assisi: egli sarà grande, vigorosi. Del pargolo che portava nel seno (il farà molto onore all'ordine Francescano - e tomando settimo), sentiva già i palpiti giocondi e ne era felice. ad indicare col dito il seno di quella madre gioiosa,

Quella mattina venne sorpresa da improvvisi concluse - lo spirito di questo biricchino aveva visto dolori al ventre: gli spasimi avevano le me venire da lontano ed ardeva dal desiderio di caratteristiche delle doglie del parto. Crollò ad un venirmi incontro... Ecco la causa delle sofferenze di tratto a terra tra lo stupore dei presenti, in preda a questa donna! […] violente convulsioni. Le comari e gli amici le si Rosaria d'Amato aveva quarantadue anni e partorì attorniarono tentando di darle conforto, ma la povera un bel maschietto, era l'alba del 14 giugno dell'anno donna sembrava che stesse per morire. Giungeva 1910. Gli imposero il nome di Giuseppe. […] All'età frattanto da lontano, dal bivio che da Piedimonte di sei anni iniziarono ad affiorare i primi segni conduce a Calvisi, un vecchio francescano premonitori di una superiorità misteriosa e solenne. aggrappato ad una canna di bambù. Lento e Per nulla allettato dalle comuni attrattive meditativo s'avvicinava al gruppo di persone. Lo dell'infanzia, egli prese la via solinga dei campi, riconobbero subito. Era Padre Berardo Adonna, laddove poteva immaginare e scrutare l'0rizzonte anima sapiente e ricca di virtù. Molti motivi avevano nello spettacolo crepuscolare, quando la terra par che i fedeli per considerarlo qualcosa di più di un dia la buona notte al cielo col bacio infuocato del semplice e comune sacerdote. Uno dei presenti disse tramonto. Rivelò da piccino vocazioni ardite nel al sacerdote. “Padre, questa donna muore. Sta forse campo della religione: le preghiere erano il suo pasto per abortirsi e qui non abbiamo neanche la levatrice”. preferito, e la innocente sorellina Elisa dovette ben

presto docilmente piegarsi al suo volere di pregare scrutando le fosse umidi e le croci nere. Da un tumulo con lui. Egli desiderava sempre pregare in ginocchio mal custodito, trasse un teschio. le sue membra non sui ciottoli, ma solo che alla sorellina dolevano le provarono un tremito! […] Lo rigirò tra le mani con ginocchia nel genuflettersi sull'acciottolato, ma evidente riguardo, poi lo nascose in un foglio di Giuseppe sapeva trovare la via della persuasione e la giornale, e saltando il muro di cinta, fece ritorno a faceva rimanere ore interminabili nella incomoda casa. […] Giuntovi, mise il teschio in un angolo della posizione; entrambi assorti ad innalzare lodi al stanzetta e si assopì sul pagliericcio. I genitori e i Signore. fratelli erano nella stanza superiore alla quale si

Rientrati in casa, le abrasioni alle ginocchia della accedeva per una scaletta di legno. A quell'ora tutti sorellina venivano scoperte, ed Alfonso Fidanza, che erano rapiti dal sonno, ma Giuseppe cominciò ad era uomo di carattere, si accorgeva del sacrifico essere assalito da incubi. Pensò alla profanazione imposto da Giuseppe e gli mollava qualche ceffone compiuta. Si sentiva nervoso; e ad un tratto tra veglia per distoglierlo da questa penitenza. […] Il piccino e sonno, gli parve davanti un vecchio prete con un sentiva sempre di più il richiamo eccelso del volto conosciuto… aveva una strana somiglianza col sacrificio e della preghiera. […] Ai parenti pareva teschio. Con voce forte, chiese subito al ragazzo enorme il comportamento di quel bimbo austero e smarrito: “Io sono il prete Vastano e quella testa di indocile, dall'aria più circospetta che confidente, che morto m'appartiene. Perché te ne sei appropriato?... per molte ore si rendeva uccel di bosco per donarsi Torna, figliuolo, a darmi sepoltura. Ciò detto alla preghiera, talvolta assiso con fare composto su scomparve come inghiottito da una nuvola grigia. pietre dirute che guardavano a fondo valle. Giuseppe balzò in piedi. Aveva segnato? Un fremito

Il suo eroismo a sette anni, gli fece compiere un nervoso lo pervadeva dalla testa ai piedi. Attese un gesto che a molti apparve incredibile. Il fratello poco e appena sopraggiunse un po' di luce, primogenito, di lui più grande di tredici anni, fece un s'incamminò verso il cimitero, giunto non se la sentì giorno notare alla madre come sulla cappa che si di valicare il muretto: il pio luogo aveva qualcosa di stagliava al di sopra della tettoia rossa della casupola, spettrale. Aveva paura di ritornare tra le gelidi tombe si andassero ammassando involti dai vari colori e quell'involucro sembrava incominciasse a fargli le contenenti qualcosa di indefinibile. Donna Rosaria mani di fuoco. Allora si mise a correre un pò smarrito pensò che poteva trattarsi di uno dei soliti passatempi e impaurito, e si trovò senza volerlo nei pressi della dello scapestrato Giuseppe, e non diede peso a ciò cappella che si trovò verso il bivio che conduce a che gli aveva fatto notare il primogenito, ma questi incuriositosi, si portò sulla grondaia e vide che vi era un cartoccio, aprendolo emanò un forte grido. Quei piccoli involti accuratamente confezionati contenevano nientemeno che... teschi umani! Interrogato Giuseppe a sera, in presenza di tutta la famiglia, per niente impressionato e con tono di sufficienza, disse: “Debbo mettervi in mezzo alle teste di morto, perché possiate sempre ricordare quello che siamo e sfuggire ai peccati!”. Il ricavato di questa agghiacciante impresa fu una dose rincarata di botte con l'aggiunta di un castigo di gola, al quale per altro Giuseppe restò impassibile, votato com'era al sacrificio di tutto se stesso per pervenire alla perfezione dello spirito. Da allora prese 1'abitudine di stringersi alla vita una cinghia tutta cosparsa di

Piedimonte. Allorché si infilò nell'inferriata e ripose chiodi, e questo cilicio sarebbe durato chissà quanto il teschio del parroco in una fessura del muro e andò tempo, se la madre non si fosse accorta di questo, via.grazie alle macchie di sangue che trovava sulle

____________________________camicie, e quindi gli impose di toglierlo. […]La mente del piccolo Giuseppe vagava sempre e

segni della vocazione nella vita di Giuseppe, si un giorno si fece rinchiudere nel recinto del cimitero, iniziarono ad avvertire sempre di più. Egli proponendosi una distrazione inedita e banale. Ichiedeva al cielo un segno per i suoi cari. Un Vedeva in ciò un mezzo straordinario per

giorno dopo essere stato molte ore assorto a scrutare comprendere il vero valore della vita e come nel vuoto, prese alacremente a lavorare un pezzo di bisognava spenderla soltanto per il Signore, visto che legno, e dopo paziente cura ne ricavò un crocifisso. poi tutti siamo votati alla morte. […] Appena sentì il Questo crocifisso divenne possiamo dire, parte cancello chiudersi, s'incammino guardingo

Frammenti di Vita

Fra Umile con mamma Rosaria

integrante di se stesso e della propria anima. Di sera mezzo della strada. Era fuori di se: la gente accorse e riuniva i ragazzi della borgata e col crocifisso proteso non si rendeva conto di ciò che fosse accaduto. Ma verso l'alto, girava le vie del paese cantando ad alta non demorse e con caparbietà, cercò di entrare in voce le canzoncine che il Parroco De Lillo gli Chiesa, ma una forza magnetica che era lì, lo tenne insegnava con paternità. Egli era un prete metodico e inchiodato ad un metro dalla porta d'accesso della sereno, vigilante e scrupoloso sulle vicende morali di Chiesa. Giuseppe spasimava. Ma non si ritenne per Calvisi, da subito iniziò a coltivare il piccolo vinto. Si fece legare una solida corda attorno alla vita Giuseppe. Il quale presto divenne un fidato ed affidandone il capo nelle robuste mani dei compagno del parroco, il quale gli affidò la compaesani, un pò esterefatti, si fece trascinare in conversione dei bambini dissoluti del paese. Chiesa. Attraversò di corsa tutta la navata centrale,

Per dieci anni il Parroco De Lillo trasmise a evitando a mala pena le panche, e cadde ai piedi Giuseppe i tesori di una esperienza esemplare, dell'Altare maggiore. […] Qui comprese che qualche formandone il carattere e aiutandolo a scoprire avversità non voleva e cercava di opporsi al suo meglio il volere del Signore. Giuseppe cercò anche di cammino. […]prendere parte agli interessi familiari, ma sentì che il Qualche sera dopo, Giuseppe ebbe la percezione suo labbro ed il suo cuore non erano per le asperse che la “sua” Madonnina, gli parlasse e gli dicesse che avventure della terra: scoprì irriducibile nell'animo, presto sarebbero state esaudite le sue preghiere, alle l'ansia di appartarsi nell'arcano quali credeva anche la sua Mamma. silenzio di una celletta per potere La quale decise di sostenere la volgere a Dio tutta la sua preghiera. vocazione del figlio. Fu così che in un Ad una Madonnina da lui effigiata mattino di luglio del 1933, sotto il nella sua casetta, egli rivolgeva sole matesino, Giuseppe Fidanza sempre i suoi sguardi pieni di venne accompagnato dal sacerdote speranza, ed elevava a quel volto Don Raffaele Particci al Convento di creato dalla sua passione, affinché si S. Pasquale a Piedimonte d'Alife. Il muovesse dall'intonaco e lo Superiore lo accolse con letizia, già portasse su ali leggere e profumate conoscendo il cammino che aveva per condurlo nel cammino alla vita proteso. Da allora, un nuovo consacrata. Con questo sogno orizzonte cominciò a spiegarsi incommutabile egli modellava le dinanzi ai suoi occhi stupiti, gli parve chiavi per aprire le sorgenti dei la vita sotto una nuova e incantevole misteri eccelsi, e nella Chiesa dove luce, e sul telaio dello Spirito Santo s i por tava f requentemente , incominciò a tessere la sua ritrovava le cause della sua infinita vocazione.dedizione. Nel tempietto di S. Maria Era sempre il primo agli esercizi del Carmine, edificato nel 1636, si spirituali, e l'ultimo a staccarsi dalla sentiva come a casa sua. Il suo posto croce. La sua anima candida si preferito era alla sinistra dell'altare, librava lieta e felice in quel mondo di quello dedicato alla Madonna virtù eccelse, vigoroso cresceva Addolorata, e lì si riempiva gli occhi con lo splendore avviandosi sicuro per la scorciatoia della sapienza della Madre del Redentore. A questo altare, quante divina. Aveva chiara la visione di Dio, che illuminava Messe egli ha servito… Lì era la sua abitazione: […] tutto il suo intelletto. Man mano che i giorni Lui puliva le Statue, le riverniciava, strofinava i passavano cresceva sempre più il suo amore alla vita candelabri d'argento, e con le proprie mani costruì un Francescana, raccoglieva come in una fiamma le bellissimo pavimento con larghi giochi di fiori che cognizioni sul Creatore e si riuniva a Lui con amore. attualmente si mantiene quasi intatto, ed è un Quando si portava in Chiesa, sentiva nell'anima patrimonio caro della Chiesa, che tra l'altro ha il beata, l'infinita amabilità del Signore.vanto di custodire, oltre alle reliquie del guerriero Come novizio era dedito alla spesa giornaliera, e Cartaginese, medico e martire S. Liberato, anche una pur lavorando intensamente non si lamentava mai e preziosissima scheggia della croce sulla quale venne ringraziava il Signore per avergli concesso il dono di inchiodato Gesù. Fra queste mura, Giuseppe modo di essere utile alla comunità. Il suco guadagno era di 8 coltivare la sua anima, non sentiva altro richiamo, se lire al giorno e, conoscendo le ristrettezze della sua non la voce di Gesù che parlava al suo cuore. […] famiglia, le rimetteva nelle mani della sua mamma, la

Si racconta che un giorno mentre si apprestava ad quale andava fiera del suo pargolo e a quanti gli entrare nel tempio, si sentì spingere dietro e ruzzolò domandavano di suo figlio diceva: “E' una perla sui tre scalini d'ingresso. Ci provo ancora, ma venne prediletta del Signore”. Ma anche le rose di Giuseppe risospinto con grande vigore, e andò a cadere nel avevano le spine.

Alfonso Fidanza si era messo Questa eroica parentesi fu intensa in testa di dissuadere il figlio dal di profonda carità, e arricchì ancor p e r s e g u i r e i l c a m m i n o più, la figura del soldato Fidanza. intrapreso. Gli cresceva forte il In lui, ogni infermo vedeva il suo Giuseppe, generoso e con un fratello ed il medico dell'anima. cuore aperto e due braccia Serviva la S. Messa nella cappella robuste: il suo terreno aveva con una cura commovente e bisogno di quelle braccia più del gioviale al tempo stesso, e alla Signore. Cosi nelle visite sera si coricava dopo avere speso frequenti che compiva a t u t t e l e s u e e n e rg i e p e r Piedimonte, non mai mancava di l'apostolato. […]inculcare nel figlio, la passione Attraverso il sacramento per i campi e l'interesse per il dell'Eucaristia, egli considerava il frumento e le vigne. Giuseppe Signore infinitamente buono, pur non apparendo ostile, perché nonostante i sacrilegi, le implorava perché lo si lasciasse profanazioni dei cattivi cristiani, in quel luogo santo. La versava su di noi attraverso questo giovinezza risplendeva in tutto il tutte le infinite ricchezze del suo fulgore dei vent'anni, allorché amore, rendendo perpetuo ciò che una mattina fredda di gennaio, aveva compiuto per noi. Cosi, non Alfonso Fidanza si presentò al contento d'essere nato una volta Superiore accompagnato dal per noi, d'essere vissuto, morto e maresciallo della stazione dei sacrificato per noi, aveva stabilito carabinieri di S. Gregorio, suo un sacramento per cui ogni giorno amico, chiedendo che il figlio conversava con noi e rinnovava andasse a fare il militare. Il Superiore cercò di continuamente la Sua morte e il Suo sacrificio, persuaderlo dicendo: “Caro Alfonso, voi fate un perpetuandosi in ogni momento nelle mani del danno alla chiesa. Vostro figlio non posso mandarlo sacerdote. […] Nell'Ostia Santa, Frate Umile vedeva via, è votato all'abito di S. Francesco!”. Allora resa alla SS. Trinità, tutta quella gloria che merita. chiamò Giuseppe, e gli chiese se volesse seguire il Attraverso di Lei, vedeva cancellati con padre. Il giovane aveva le lacrime agli occhi, tuttavia sovrabbondanza di pietà, tutti i peccati del mondo. rispose con grande fermezza: “No!”. Questa risposta Pertanto ogni giorno si offriva come il Signore con anziché desistere Alfonso a lasciare Giuseppe nel suo gioia. […]cammino, lo fece diventare brusco tanto da imporgli Terminati i diciotto mesi di leva, il soldato di seguirlo, avvertendo che non avrebbe mai Giuseppe rientrò subito nelle fila dell'esercito del acconsentito che il figlio fosse esentato dal prestare il Signore. Ormai maggiorenne, padrone assoluto della servizio militare. A testa bassa e con l'anima sua volontà e delle sue azioni, il giovane ritrovò il suo devastata, il giovane mezz'ora dopo senti universo e il telaio magico sul quale riprese il ricamo rinchiudersi alle spalle quella porta che tante della sua palpitante sete d'amore. San Potito, invocazioni gli erano costate, e con la coroncina del Sant'Angelo d'Alife, Gioia Sannitica, Casella, rosario nascosta tra le dite contratte, miseramente Carattano, l'Auduni, furono le prime tappe gloriose chiese a Dio la forza di sorreggerlo nel cammino che della sua rinascita. Andava questuando ed il popolo il destino gli decretava. Venne assegnato al cominciò a conoscerlo e ad apprezzarlo e attenderlo Reggimento di Artiglieria di Cesena. ansiosamente in qualsiasi tempo e in tutte le ore,

Il suo calvario durò quattro mesi. Giuseppe perché la sua figura ascetica sprigionava miriadi di pregava fervidamente ogni sera nelle ore della libera scintille di fede che egli offriva gratuitamente a tutti.uscita, la Vergine perché sentiva la mancanza del Giuseppe che aveva tramutato il nome di convento: il tempo per dedicarsi alle contemplazioni battesimo in quello religioso di Umile - in omaggio al della natura, forse la linfa divina che gli proveniva Beato Laico Professore di Bivigliano (Cosenza) che dall'atmosfera conventuale che egli conservava in ebbe vita eroica dal 26 agosto 1582 al 26 novembre seno con un sentimento nostalgico. Dopo venne 1637 - un giorno gli fu chiesto di andare a trasferito a Bologna presso l'Ospedale Militare, dove raggiungere stabilmente la sede di Portici (Napoli). conobbe il Cappellano pieno di comprensione e di Consapevole della missione chiestagli dai superiori affetto. Giuseppe gli faceva da “chierichetto”, e il ed entusiasta del sacrificio, in una sera d'autunno capitano tralasciava nel dargli ordini, per avvolse le sue cose in un sacco e lasciò la sua terra di permettergli di dedicarsi alla cura degli ammalati origine, per la nuova missione che lo avrebbe segnato ricoverati nel reparto più delicato, quello infettivo. per tutta la vita.

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di Don Carlo Candido

n Anno della Fede (che si celebrerà dall'11 tratta di cercare una nuova ideologia, ma semplicemente ottobre 2012 al 24 novembre 2013) per riflettere di indicare nell'incontro con Dio la luce che guida i nostri sul grande dono del Concilio ecumenico passi. In Gesù Cristo, scrive Benedetto XVI “trova U

Vaticano II; per dare “rinnovato impulso alla missione di compimento ogni travaglio ed anelito del cuore umano. tutta la chiesa di condurre gli uomini fuori dal deserto in La gioia dell'amore, la risposta al dramma della cui spesso si trovano verso il luogo della vita, l'amicizia sofferenza e del dolore, la forza del perdono davanti con Cristo che ci dona la vita in pienezza”. all'offesa ricevuta e la vittoria della vita dinanzi al vuoto

della morte”. Benedetto XVI invita poi a compiere un Momento “di grazia e di impegno” lo ha definito percorso che aiuti a comprendere in modo più profondo Papa Benedetto lo scorso ottobre, annunciando la “i contenuti della fede”, affidandosi “totalmente a Dio, Lettera apostolica Porta fidei, con la quale dava le in piena libertà”. indicazioni pastorali per la celebrazione.

«Il cristiano non può mai pensare che credere sia un Ma intanto qualche ulteriore lettura proviamo a farla, fatto privato», perché «la fede implica una partendo innanzitutto dalla data: 11 ottobre 2012. testimonianza e un impegno pubblico. La fede, proprio Inizierà quel giorno l'Anno della fede, a 50 anni perché è atto della libertà – prosegue Benedetto XVI dall'apertura del Concilio, 11 ottobre 1962. A venti anni – esige anche la responsabilità sociale di ciò che si dalla promulgazione del Catechismo della Chiesa crede. La Chiesa nel giorno della Pentecoste Cattolica, 11 ottobre 1992. Qui abbiamo subito una mostra con tutta evidenza questa dimensione prima indicazione, e cioè che il Catechismo della Chiesa pubblica del credere e dell'annunciare senza cattolica, “sussidio prezioso e indispensabile”, è lo timore la propria fede ad ogni persona. Ciò di strumento giusto per comprendere il Concilio. Per cui il mondo oggi ha particolarmente bisogno questo l'Anno della Fede, afferma ancora Benedetto – continua il Papa – è la testimonianza credibile XVI nella Porta fidei, dovrà esprimere “un corale di quanti, illuminati nella mente e nel cuore impegno per la riscoperta e lo studio dei contenuti dalla Parola del Signore, sono capaci di fondamentali della fede che trovano nel Catechismo aprire il cuore e la mente di tanti al della Chiesa cattolica la loro sintesi sistematica e desiderio di Dio e della vita vera, quella organica”. È nel Catechismo che si trova “la ricchezza che non ha mai fine». Di qui la di insegnamento che la Chiesa ha accolto, custodito e centralità del Catechismo, «vero offerto nei suoi duemila anni di storia”.strumento a sostegno della fede,

Sempre nell'ottobre prossimo, Benedetto XVI ha soprattutto per quanti hanno a voluto si celebrasse un Sinodo dei vescovi sul tema “La cuore la formazione dei nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiani, così determinante nel cristiana”; occasione per accompagnare, è il Papa stesso nostro contesto culturale», in a sottolinearlo, “l'intera compagine ecclesiale a un cui la fede «si trova ad essere tempo di particolare riflessione e riscoperta della fede”. sottoposta più che nel passato a

una serie di interrogativi che Paolo VI, che aveva partecipato, guidato e concluso il provengono da una mutata mentalità Vaticano II, convocò l'Anno della Fede per dire che se il che riduce l'ambito delle certezze razionali a quello Concilio “non tratta espressamente della fede, ne parla delle conquiste scientifiche e tecnologiche». Ma la ad ogni pagina, ne riconosce il carattere vitale e Chiesa, ricorda Benedetto XVI, «non ha mai avuto soprannaturale, la suppone integra e forte, e costruisce timore di mostrare come tra fede e autentica scienza non su di essa le sue dottrine”. Un’occasione, l'Anno della vi possa essere alcun conflitto perché ambedue, anche se Fede per Papa Montini, per “rendersi conto per vie diverse, tendono alla verità». dell'essenziale importanza che il Concilio, coerente con

la tradizione dottrinale della Chiesa, attribuisce alla «Capita ormai non di rado – prosegue il Santo Padre fede, alla vera fede, quella che ha per sorgente Cristo e – che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le per canale il magistero della Chiesa”. Se vogliamo, è la conseguenze sociali, culturali e politiche del loro stessa attenzione di Paolo VI a guidare la scelta di impegno, continuando a pensare alla fede come Benedetto XVI – anche lui ha partecipato al Vaticano II – presupposto ovvio del vivere comune», mentre «questo nell'indire l'anno, e cioè indicare con il Concilio presupposto non solo non è più tale, ma spesso viene “l'essenziale importanza” attribuita alla fede. Non si perfino negato». Se nel passato, infatti, «era possibile

riconoscere un tessuto culturale unitario, largamente L'umiltà fu per lui virtù di predilezione nella quale accolto nel suo richiamo ai contenuti della fede e ai progredì alla scuola del suo padre Serafico e di S. valori da essa ispirati, oggi non sembra più essere così Pasquale Baylon, del quale istituisce la festa il 17 di ogni in grandi settori della società, a motivo di una profonda mese, dopo la guarigione da una grave malattia. La crisi di fede che ha toccato molte persone». fiducia in Dio fece il paio con il suo ardimento: a guisa di

una linfa spirituale, la fiducia in Dio è stata virtù che lo «Attraversare» la “porta della fede”, dice il sostenne nelle difficoltà, nelle incomprensioni, nella Papa citando il libro degli Atti (14,27), povertà dei mezzi. Grazie alla stessa, ringraziava la «comporta immettersi in un cammino che Provvidenza che mai gli venne meno, certo che Dio il dura tutta la vita»: di qui l'esigenza di quale ha creato il mondo, non può dimenticare quelli che «riscoprire il cammino della si sono a lui consacrati. Ma dette virtù, benché doni fede per mettere in luce con gratuiti di Dio, aumentarono non senza l'impegno da sempre maggiore evidenza parte del “Servo di Dio”; impegno che fu costante e la gioia e il rinnovato avvalorato, in modo particolare, dalla preghiera.entusiasmo dell'incontro con Cristo».

«Non possiamo accettare che il sale Fra Umile sorta tutti ad essere devoti dell'Eucarestia e diventi insipido e la luce sia tenuta della Madonna. Se le caratteristiche della sua spiritualità nascosta», ammonisce Benedetto sono mariane, tuttavia nutriva un grande amore per Gesù XVI a proposito del ruolo dei Eucaristia. Era un frate che non si intendeva di problemi credenti, chiamati a «ritrovare il metafisici. Aveva però spiccate capacità naturali e il

gusto di nutrirci della Parola di Dio» e senso di Dio. Tutta la sua vita fu spesa a servizio degli la consapevolezza che «credere in Gesù altri: vita come dono. Ascoltava tutti! Aiutava tutti!

è la via per poter giungere in modo definitivo Sulla sua tomba il 3 di ogni mese accorrono pellegrini alla salvezza». Per il Papa «il rinnovamento da varie parti a pregare. Parafrasando gli interrogativi di

della Chiesa passa attraverso la Frate Masseo a S. Francesco "…Tu non sei bello nel testimonianza offerta dalla vita dei corpo, tu non sei di grande scienza, tu non sei nobile:

credenti»: in questa prospettiva, l'Anno della perché, dunque, tutto il mondo ti viene dietro?", fede è «un invito ad un'autentica e rinnovata chiediamoci, per fra Umile: perché tanta gente, a conversione del Signore, unico Salvatore del distanza di ventidue anni dalla morte, lo ricorda con

mondo». Per questo anche oggi «è necessario tanta devozione, e asserisce di aver ottenuto una grazia un più convinto impegno ecclesiale a favore di per sua intercessione o di essere tornata al Signore per una nuova evangelizzazione per riscoprire la merito di lui? La risposta è semplice: era umile di nome e

gioia di credere e ritrovare l'entusiasmo nel di fatto, era un uomo di Dio che, nella via della sua comunicare la fede». provvidenza, amava i piccoli per confondere la nobiltà e

Il Papa ricorda un episodio della vita della la grandezza, la fortezza, la bellezza e la sapienza del beata Madre Teresa di Calcutta, alla quale un mondo. interlocutore un giorno chiese “quale fosse, Anch'io ho potuto ascoltare interessanti secondo lei, la prima cosa da cambiare nella testimonianze di fedeli circa fatti straordinari da lui Chiesa. La sua risposta fu: io e lei”. La compiuti, e sue profezie puntualmente avveratesi, questione della fede non riguarda dunque la vedere estendersi la devozione a S. Pasquale e conoscere

Chiesa in astratto, ma riguarda in concreto le “Gruppi di preghiera” obbedienti alle sue esortazioni, persone e le comunità che la formano. La alla riconciliazione e ad operare il bene. Chiesa e il mondo hanno bisogno di educatori

Auguriamoci la beatificazione di Fra Umile, che e religiosi santi, efficaci santificatori con nell'attuale riscoperta della religiosità popolare, sarebbe spirito di fede.di certo un incremento di devozione e di fede nel popolo

Al riguardo, vorrei tratteggiare brevemente il dono di Dio. La sua figura ci addita, insieme il valore religioso della fede nella vita di Fra Umile: un testimone della dell'oculus simplex, e l'attualità della sua lezione di fede; non solo credente, ma credibile! La fede, dono umiltà e di amore del prossimo. Pertanto spetta a noi soprannaturale, in lui luminosa e indomita, gli fu cristiani di ridare al mondo, quella fede di cui tutti sostegno e guida nella vita, e non gli venne mai meno. abbiamo bisogno, come Gesù stesso ci invita a fare Seppe conservare ed accrescere il dono della fede chiamandoci “sale e luce del mondo” (Mt. 5,13-16). ricevuto dal battesimo nutrendosi di preghiera. Se fu Il teologo Mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-docile agli insegnamenti che gli furono impartiti, fu Vasto dice: “Secondo una suggestiva medievale anche altrettanto solerte a farne beneficiare gli altri. Il “credere” significa “COR DARE”, dare il cuore, suo stile di consacrazione al servizio nella Chiesa, cioè rimetterlo incondizionatamente nelle mani di un disperso in essa come "operatore ausiliare", lo indusse a Altro….” e ancora, ricordando un grande filosofo S. privilegiare ciò che era meno appariscente: incaricato Kierkegaard dice che lo stesso sosteneva che “Credere della questua presso il Convento di Portici, svolse il suo significa stare sull'orlo dell'abisso oscuro, e udire una apostolato peregrinando per vari paesi. Voce che grida: Gettati, ti prenderò tra le mie braccia!”.

Attraversare la Porta:l’Anno della Fede

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di giovani coppie e al suo geniale estro di filosofo... questo lo slogan che i vescovi italiani hanno autodidatta! La sua intenzione era di proporre ai giovani proposto per la XLIX giornata mondiale di del suo tempo – ma, in realtà, ai giovani di sempre! Non preghiera per le vocazioni, che abbiamo vissuto Èsono forse attuali queste riflessioni oggi, in una società lo scorso 29 aprile: giornata in cui la preghiera ci ha malata nell'amore? –un itinerario di riscoperta della condotto a riflettere sul fatto che, se la vita si realizza verità dell'amore, alla luce degli insegnamenti del soltanto nella risposta ad una vocazione, è perché essa vangelo e del magistero della Chiesa. Niente di più è dono, non possesso. Certo, perché se le vocazioni avvincente, espresso con un linguaggio profondo, non sono dono della carità di Dio, come ha detto il Papa sempre semplice ma mai scontato! Se è vero, dunque, Benedetto XVI nel suo messaggio per l'occasione (cf. che l'amore non è una cosa che si può insegnare – Deus caritas est, 17) e se Dio non tradisce mai l'amore nonostante sia la cosa più importante da imparare, donato – egli che è amore fedele, ecco che la fiducia in dovremmo aggiungere che, da qualche parte, qualche lui richiede da noi necessariamente anche la fiducia buon maestro dell'amore c'è stato. E Giovanni Paolo II, nell'amore. Credere all'amore si può, dunque, perché lui sì che è stato uno di questi!l'amore è la vocazione di tutti noi! È su questo aspetto,

In seguito alla sua elezione al pontificato, il Papa ora, che desidero soffermarmi, proponendo alcune polacco volle ritornare su queste tematiche a lui tanto riflessioni sull'amore di cui Giovanni Paolo II si è fatto care, componendo quelle che sono state chiamate le intrepido apostolo.catechesi sull'amore umano (come se di amore, almeno Nel 1960 veniva dato alle stampe un meraviglioso per noi, ce ne potesse essere anche uno … disu-umano), testo nel quale l'attenzione dell'autore si concentrava tenute a Roma tra il 1979 e il 1984. In verità, pur nella sulla verità dell'amore: Amore e responsabilità. Testo stranezza del titolo, le parole mi sembrano a dir poco audace, forse per qualcuno anche di scandalo; al azzeccate: l'amore dell'uomo e della donna, infatti, non contempo, profondamente incarnato in problematiche può che essere umano, incarnato. Quando è vissuto concrete. Ma come – diremmo noi –, un amore può all'ombra della verità della creazione; quando anche non essere vero? Come si fa ad amare nella

falsità? Non è forse dato per scontato che, nella nostra vita, gli affetti sono sempre veri nella misura in cui sono emotivamente coinvolgenti? Potrebbe esisterebbe, allora, un amore falso? Non è contraddittorio? La risposta che nel testo veniva data con forti argomentazioni, la si potrebbe riassumere in queste poche parole: c'è amore soltanto dove c'è verità, e c'è verità soltanto quando si ama veramente! Non esiste, allora, un amore vero ed uno falso; esiste, invece, una relazione che è vero amore e un'al tra che, pur mascherandosi di benevolenza, non è altro che inganno. L'autore del libro era il giovane vescovo ausiliare di Cracovia – Karol Wojtyła, il quale si cimentava in una tematica che egli conosceva a fondo, grazie alla sua appassionata esperienza di accompagnatore

Rispondere

si puòall’Amorecostruisce una comunità di dono reciproco che si apre Cari giovani, non permettere che vi sia tolta questa al fiorire della vita, allora l'amore è pienamente umano ricchezza! Non inscrivete nel progetto della vostra vita e veramente autentico. È dis-umano, invece, ogni qual un contenuto deformato, impoverito, falsato: l'amore si volta corrompe la sua natura genuina e si perverte nel compiace della verità. Cercatela questa verità là dove desiderio di possesso. Allo stesso modo, anche l'amore essa si trova realmente. Se c'è bisogno, siate decisi ad evangelico per il Regno e la castità perfetta ricalcano andare contro la corrente delle opinioni che circolano e questa fondamentale esigenza di umanità. In questi degli slogans propagandati! Non abbiate paura meravigliosi discorsi, sui quali magari potremo dell'amore, che pone precise esigenze all'uomo. Queste intrattenerci inseguito, Karol Wojtyła, da esperto esigenze (…) son appunto capaci di rendere il vostro innamorato dell'amore, scendeva così nel cuore stesso amore un vero amore (Giovanni Paolo II, Lettera dell'esperienza dell'amore: la reciprocità maschile e apostolica “Dilecti amici” per l'anno internazionale femminile, vissuta alla luce della verità di Dio. della gioventù, 31 marzo 1985). Credere all'amore, quindi, si può; anzi, si deve, perché Al tema dell'amore, dunque, ci soffermeremo nelle Dio è amore!

Ai giovani, in particolare, egli rivolgeva le sue attenzioni. Non ci sono persone più fragili nell'amore dei giovani; non c'è chi possa essere più ingannevolmente seducibile di un giovane. Per questo motivo, in maniera instancabile, le attenzioni di Giovanni Paolo II andavano all'amore, soprattutto quando parlava alle giovani generazioni. Sono parole che non si possono dimenticare. Nel messaggio per la XVIII Giornata mondiale della Pace, il Papa scriveva: Non abbiate paura di essere giovani! Non abbiate paura della vostra giovinezza e di quei profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di durevole amore! Si dice qualche volta che la società ha paura di questi potenti desideri dei giovani e che voi stessi ne avete prossime riflessioni, prendendo spunto dagli scritti del paura. Non abbiate paura! Quando io guardo a voi, Beato Giovanni Paolo II. Con lui ripercorreremo le giovani, sento una grande gratitudine e speranza. Il strade che dall'incontro con Dio vanno verso il cuore futuro a lungo termine nel prossimo secolo sta nelle dell'uomo; e che dalla verità del cuore dell'uomo vostre mani. Il futuro di pace sta nei vostri cuori. [...] giungono fino a Dio. Nella cattedrale di Plovdiv in Dovete essere persone con una profonda fiducia Bulgaria, infine, lo stesso Papa, parlando della necessità nell'uomo ed una profonda fiducia nella grandezza di fondare l'amore in Dio, affermava: Abbattete le della vocazione umana (Giovanni Paolo II, barriere della superficialità e della paura! Conversate Messaggio per la XVIII Giornata Mondiale della con Gesù nella preghiera e nell'ascolto della sua pace – 1 gennaio 1985). Parola. Gustate la gioia della riconciliazione nel

In un'altra esortazione, il Papa aggiungeva: Oggi i sacramento della Penitenza. Ricevete il suo Corpo e il principi della morale cristiana matrimoniale in molti suo Sangue nell'Eucaristia, per saperlo poi accogliere ambienti vengono presentati secondo un'immagine e servire nei fratelli. Non cedete alle lusinghe e alle distorta. Si cerca di imporre ad ambienti, e perfino a facili illusioni del mondo, che si trasformano assai intere società, un modello che si autoproclama spesso in tragiche delusioni (26 maggio 2002).progressista e moderno. (…) La civiltà materialistica È sempre vero, dunque, che la sfida tra il bene e il e consumistica penetra in tutto questo meraviglioso male si combatte sul terreno dell'amore: qui si decide, insieme dell'amore coniugale e paterno e materno, e lo infatti, la qualità del nostro essere uomini.spoglia di quel contenuto profondamente umano. (…)

di Don Vittorio Cumerlato

detenzione ruota intorno a due capisaldi, entrambi questo stato pietoso, perché il provvedimento importanti: da un lato tutelare la società da restrittivo viene confermato di sei mesi in sei mesi, eventuali minacce, dall'altro reintegrare chi ha sulle basi di motivazioni precedenti alla sbagliato senza calpestarne la dignità e senza detenzione senza avere la possibilità che possano escluderlo dalla vita sociale. Entrambi questi essere ridiscussi aspetti hanno la loro rilevanza e sono protesi a non Riallacciandoci alle parole di Gesù, qualsiasi creare quell'«abisso» tra la realtà carceraria reale condanna anche quella emanata per il crimine più e quella pensata dalla legge, che prevede come efferato, deve concedere al detenuto la possibilità elemento fondamentale la funzione rieducatrice di recuperarsi attraverso una conversione della pena e il rispetto dei diritti e della dignità interiore. Questo è il motivo per cui, molti paesi delle persone. La vita umana appartiene a Dio civili hanno abolito la pena di morte e persino solo, che ce l'ha donata, e non è abbandonata alla l 'ergastolo, i l quale viene considerato mercé di nessuno, nemmeno al nostro libero contraddittorio perché non offre la possibilità di arbitrio! Noi siamo chiamati a custodire la perla riscattarsi, secondo gli insegnamenti di Colui che è preziosa della vita nostra e di quella degli altri”. venuto su questa terra a morire per i nostri peccati,

Molti credenti oggi sentono il bisogno di donandoci la sua misericordia. mettere in pratica quest'opera di misericordia, ma Noi credenti possiamo compiere un azione talvolta anche attraverso una richiesta di molto importante, quella di infondere nel cuore di volontariato, non gli si viene data l'opportunità di tutti, il perdono cristiano. Ripeteva sempre adempierla, infatti soltanto ai familiari e non tutti, Giovanni Paolo II: “viene concesso il permesso per far visita ai propri cari, fatta eccezione invece, previa domandina al penitenziario, ai soli sacerdoti.

Oggi le carceri sono troppo affollate e i detenuti sono costretti a vivere talvolta in condizioni disumane, ristretti in piccolissime celle, trattati peggio degli animali; mi riferisco in particolar modo a quelli detenuti in regime 41 bis, i quali vivono molto ristretti. Il loro grido d'aiuto come quello degli altri detenuti, non viene sentito da nessuno, essi sono strappati dall'affetto dei loro cari, i quali possono fargli visita una sola volta al mese, per un'ora sola di colloquio. Tutto avviene sotto gli occhi intrepidi di poliziotti penitenziari e di telecamere puntate in varie direzioni, senza parlare del gelido vetro che li separa, interrompendo qualsiasi rapporto umano. Anche i loro bambini fin quando non hanno compiuto il Il Signore dodicesimo anno di età, gli viene permesso di quando è venuto sulla terra ha detto: "Amate i abbracciarli negli ultimi dieci minuti, altrimenti vostri nemici, benedite coloro che vi maledicono, come tutti i familiari bisogna accontentarsi, ed fate del bene a quelli che vi odiano, e pregate per immaginare di toccare le mani e i volti dei propri coloro che con disprezzo vi usano, e vi cari attraverso il gelido vetro, talvolta con gli occhi perseguitano, così che possiate essere figli del pieni di lacrime e la sofferenza sul volto, mista ala Padre vostro che è nei cieli, perché egli fa sorgere gioia per aver visto un proprio congiunto dopo un il suo sole sui malvagi e sui buoni, e manda lungo mese. pioggia sui giusti e sugli ingiusti" (Mt. 5, 44-45).

Molti di loro vivono ormai da tanti anni in

La Chiesa invita gli uomini a comprendere il vostro desiderio di una vita migliore e proclama l'urgente necessità di una

parola o di un gesto di carità, che permetta a ogni uomo di uscire da tutti quei condizionamenti che lo hanno indotto a delle scelte sfortunate”.

attraverso i mass media.Il carcere per molti è un mondo s c o n o s c i u t o , t a n t i n o n conoscono la quotidianità nella quale si trovano ogni giorno a vivere i detenuti, talvolta senza trovare nessun sentimento di pietà e di compassione verso coloro ai quali è già stata tolta la libertà.Spesso ci ergiamo a giudici che senza nessun timore, siamo pronti a condannare coloro che talvolta non sono stati ancora g i u d i c a t i d a l l e a u t o r i t à competenti, commettendo così a n c h e l ' e r r o r e , c o m e ultimamente stiamo guardando, che tanti che erano stati reputati assassini e criminali, difatti ro carcerato e siete venuti a trovarmi….

sono stati assolti in formula piena. In un suo Signore, quando ti abbiamo visto in carcere discorso presso il penitenziario di Buoncammino a e siamo venuti a trovarti?... In verità vi ECagliari nell'anno 1985, il Beato Giovanni Paolo II dico: ogni volta che avete fatto queste cose ad uno rivolgendosi ai detenuti diceva: “Non vi solo dei miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a dimenticheremo mai! Nessuno può comprendere me”. (Mt. 25,36-40)

Una delle sette opere di misericordia corporale è proprio questa, fare visita ai detenuti. Talvolta ci si può anche chiedere, specialmente chi non ha un proprio caro detenuto, come posso io compiere

Questo per indicare questa opera di pietà richiestami da Gesù se non ho che non bisogna subito puntare il dito verso coloro nessun parente detenuto?che presumibilmente hanno commesso un'azione A volte pensiamo che questa non sia delittuosa, così da creare un radicale cambiamento attualizabile, ma ciò non è vero! Difatti se di vita sia per l'imputato che per le loro famiglie.facciamo sentire a questi nostri fratelli la nostra

Spesso carcerati e famiglie trovano difficoltà ad vicinanza attraverso principalmente la preghiera e inserirsi nella società civile e pertanto vengono il sostegno morale - anche Fra Umile era solito discriminati, umiliati ed emarginati in molti rivolgersi ai suoi fedeli affinché pregassero per i campi, come quello del lavoro, della scuola e in carcerati - e poi attraverso il nostro supporto e alcuni casi anche negli ambienti religiosi, dove impegno che deve essere quello di impegnarci invece proprio li, dovrebbero trovare maggiore affinché tutti possano espiare la propria pena in accoglienza e amore facendo leva sulle parole di modo dignitoso e umano, senza che nessuno Gesù. Anche papa Benedetto XVI rivolgendosi il subisca nei luoghi di reclusione nessuna forma di 18 dicembre 2011 ai detenuti del carcere romano di abuso o violenza. Questo è oggi più che mai al Rebibbia diceva: “Cari amici, il sistema di centro di varie discussioni che sentiamo e vediamo

la profonda tristezza di chi è carcerato: la solitudine, l' angosciosa paura per il giudizio degli uomini e per quanto ad esso potrà seguire, la logorante attesa di un processo, che non di rado è dilazionato troppo nel tempo".

Ero in carcer e siete venuti a trovarmi

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di Marianna Martino

elle imancabili prove e nelle difficoltà vita di suor Faustina fu normale, anzi per alcuni tratti, dell'esistenza, come nei momenti di gioia e di poté sembrare monotona e grigia, ma in realtà, fu entusiasmo, affidarsi al Signore infonde pace straordinariamente ricca, grazie ad un intensa vita N

nell'animo, induce a riconoscere il primato interiore, piena di esperienze mistiche e di continui dell'iniziativa divina e apre i nostri cuori all'umiltà e alla verità. Questo semplice e profondo atto di fiducia e di abbandono all'amore di Dio, costituisce un fondamentale punto di forza per l'uomo, perché è capace di trasformare la propria vita. Migliaia e migliaia di devoti in ogni parte della terra ripetono questa semplice e suggestiva invocazione.

La testimonianza di vita e la missione di Santa Faustina Kowalska ci indicano come deve essere realizzato il compito di proclamare e di introdurre nella vita di ciascuno di noi, il mistero della Misericordia di Dio.

Nel 1905, in un paesino della Polonia centrale, terzogenita in una povera famiglia contadina di dieci figli, nacque Helena Kowalska. Alla tenera età di sette anni sentì per la prima volta la voce di Dio nella sua anima. A 18 anni questa giovinetta chiese ai suoi genitori il permesso di entrare in un convento, ma il rifiuto fu categorico. Lei stessa ci racconta: “Dopo tale rifiuto mi diedi alla vanità della vita non trovando però soddisfazione in nulla. Il richiamo della grazia era per me un grande tormento, però io cercavo di soffocarlo con i passatempi. Una volta andando a ballare con una delle mie sorelle, al momento in cui cominciai a ballare, scorsi Gesù accanto a me, Gesù flagellato, spogliato delle vesti, tutto coperto di ferite che mi disse queste parole: “Quanto tempo ancora ti dovrò sopportare? Fino a quando mi ingannerai?”. All'istante si spense la musica intorno a me scomparve dalla mia vista la compagnia, rimanemmo

colloqui con il Signore, il quale manifestò la presenza soli io e Gesù. Poco dopo abbandonerai la compagnia

attraverso doni straordinari: visioni, apparizioni, senza farmi scorgere, e andai nella cattedrale di S.

stimmate nascoste, partecipazione alla passione di Stanislao Kostka, era buio e c'erano poche persone mi

Cristo, unione mistica, e le fece conoscere il mistero prostrai con le braccia stese davanti al Santissimo

della Sua Misericordia. Le parole sorprendenti che il Sacramento e chiesi al Signore che si degnasse di

Signore rivolse alla Santa furono: “Nell'Antico farmi conoscere ciò che dovevo fare. Udii allora

Testamento mandai al mio popolo i profeti con queste parole: “Parti immediatamente per Varsavia,

fulmini. Oggi mando te a tutta l'umanità con la mia là entrerai in convento”.

Misericordia. Non voglio punire l'umanità sofferente, All'età di 20 anni entrò nella Congregazione della

ma desidero guarirla e stringerla al mio cuore Beata Vergine Maria della Misericordia, dove visse

Misericordioso”. Tutto cominciò il 22 febbraio del gli ultimi 13 anni della sua vita con il nome di Maria

1931 nel convento di Plock in Polonia. “La sera Faustina, morendo il 5 ottobre 1938. Esteriormente la

stando nella mia cella vidi il Signore vestito di una

veste bianca”. Dopo un istante, Gesù mi disse: nella Chiesa e nel mondo”. Poi aggiunse: “Rendo “Dipingi un immagine secondo il modello che vedi, grazie alla Divina Provvidenza perché mi è stato dato sotto scrivi: Gesù confido in Te! Desidero che questa di contribuire personalmente al compito della immagine venga venerata prima nella vostra cappella, volontà di Cristo mediante l'istituzione della Festa e poi nel mondo intero. Prometto che l'anima, che della Divina Misericordia” (7 giugno 1997).venererà questa immagine non perirà. Prometto pure Il Beato Giovanni Paolo II, a motivo della sua già su questa terra, ma in particolare nell'ora della devozione alla Divina Misericordia, sarà ricordato nei morte, la vittoria sui nemici. Io stesso la difenderò secoli come il Papa della Misericordia. Non a caso, come mia propria gloria! Voglio che l'immagine che egli terminò il suo cammino terreno proprio nel dipingerai con il pennello venga solennemente giorno dedicato alla Divina Misericordia (2 aprile benedetta nella seconda domenica di Pasqua: questa 2005).domenica deve essere la Festa della Divina Misericordia. Desidero che i sacerdoti annuncino la La Devozione alla Divina Misericordiamia grande Misericordia. Le fiamme della mia Ecco qui elencate alcune formule per il culto alla Misericordia mi divorano, voglio sulle anime degli uomini”.

Nel corso degli anni il Signore continuò a ripetere queste parole alla Santa. Il 28 aprile 1935, Domenica in Albis, ci fu la prima festa della Divina Misericordia celebrata solennemente grazie anche a don Michele Sepocko scelto dal Signore stesso come direttore spirituale di Suor Faustina, e che dopo la sua morte, avrebbe avuto un ruolo di grande importanza per la diffusione del culto. Il 29 aprile 1937, ci furono diverse discussioni in Vaticano su questa festa. Il dignitario Pacelli, se n'è occupò molto. Lo stesso Pacelli diventerà poi Papa Pio XII, autore di Haurietis aquas (1956), splendida enciclica sul culto del Sacro Cuore, ancora oggi attualissima per una fondazione sicura del culto della Divina Misericordia. Sembrò proprio che Pio XII, fosse

Divina Misericordia: La venerazione dell'immagine; stato scelto da Dio per uno sviluppo storico. Verso la La Festa della Divina Misericordia; La Novena alla fine del 1937, circolavano in Polonia i primi opuscoli Divina Misericordia; La Coroncina alla Divina con la Coroncina, le litanie e la novena alla Divina Misericordia.Misericordia. Mentre suor Faustina ne sfogliava uno,

Ha detto Gesù a Suor Faustina: “Con la recita della Gesù parlò al suo cuore: “Già molto anime sono state coroncina, avvicini a me il genere umano, mi piace attirate al mio amore da questa immagine. La mia concedere a chiunque la reciterà, tutto ciò che mi Misericordia agisce nelle anime tramite quest'opera”. chiederanno”. Gesù Cristo ha raccomandato ai Nel 1938, anno della morte di suor Faustina, già si sacerdoti di consigliare la Coroncina ai peccatori notarono i primi sviluppi nella conoscenza del culto. come ultima tavola di salvezza; promettendo che: Il 15 aprile 1978, dopo attenti esami della “Anche il peccatore più incallito, se recita questa Congregazione per la Dottrina della Fede, si diede il coroncina una volta sola, otterrà la grazia della mia parere favorevole per il libero culto alla Divina infinita misericordia”.Misericordia nelle nuove forme proposte da suor

Come recitare la coroncina. Usare la Corona del Faustina Kowalska. Santo Rosario. Nel Nome del Padre e del Figlio e Il 16 ottobre 1978, venne eletto Papa, il Cardinale dello Spirito Santo. Amen. Padre nostro, Ave Maria, di Cracovia, Karol Wojtyla, che fu il più grande Credo. Sui grani del Padre Nostro si recita la esaminatore e interprete delle volontà di Gesù preghiera: “Eterno Padre, ti offro il corpo e il sangue, espressa a suor Faustina. Il progetto della Divina l'anima e la divinità del Tuo dilettissimo Figlio e Misericordia, incominciò ad affermarsi, proprio Signore nostro Gesù Cristo. In espiazione dei nostri grazie a Giovanni Paolo II, il quale non esitò ad peccati e quelli del mondo intero. Sui grani dell'Ave accostare il suo ministero petrino a un preciso Maria si recita la preghiera: “Per la Sua dolorosa compito: “Fin dall'inizio del mio ministero nella sede passione, abbi misericordia di noi e del mondo di Pietro a Roma, ritenevo questo messaggio come intero!”. Al termine si ripete: “Santo Dio, Santo Forte, mio particolare compito. La provvidenza me l'ha Santo Immortale, abbi misericordia di noi e del assegnato nella situazione contemporanea dell'uomo mondo intero”. Buona pregheria a tutti!

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di Eva Fontana

persone che avevano bisogno di aiuto, sia spirituale che materiale. Tramite il suo intervento semplice e costante, notavo che le grazie piovevano dal cielo sulle persone, anche io senza alcun merito, sperimentai l'efficacia delle sue preghiere.

Portavo il busto ortopedico da più di 20 anni, non ero in grado di lavarmi al mattino senza prima di arissimi fratelli e sorelle, desidero farvi averlo indossato a causa della scoliosi discopatia dono della mia umile esperienza di vita alla 1ª, 2ª e 6ª vertebra e all'artrosi deformante. accanto a Fra Umile, per rendervi partecipi CFrequentando Fra Umile, non riuscivo più a stare di quanto lui ha operato per il mio bene e per il bene bene ne con il busto, e ne senza. Allora un giorno mi di tante anime. Pertanto vi chiedo di usare molta rivolsi supplicandolo di pregare per me San pazienza con me. Pasquale, affinchè mi guarisse, con la promessa che Mi chiamo Minutillo Giovannina, ma il mio gli avrei portato il busto. Lui subito mi rispose: “A nome di consacrazione è Pia. Sono una suora laica chi aspiett, ca nun ciò puort? (A chi aspetti, che non missionaria di Gesù Misericordioso, che per glielo porti?)”. Rientrata a casa, preparai il busto ragione di salute e per volere divino, dopo 30 anni con una dedica a San Pasquale e glielo portai. Da trascorsi in comunità, sono dovuta ritornare presso quel giorno, sono ormai passati più di trent'anni e il la mia famiglia a causa della mia precaria salute, mio busto si trova presso la Chiesa di San Pasquale anche se ero molto legata al mio convento.Baylon a Portici, insieme agli altri ex voti. Da allora Per un periodo di tempo trascorrevo un mese a non ne ho avuto più bisogno.casa e un mese in comunità. Fu proprio durante

Nel 1980 subii un'operazione molto delicata, mi questo lasso di tempo che conobbi una signora, la fu fatto un taglio nell'addome e subii otto interventi quale mi parlò di Fra Umile, che fino ad allora mi contemporaneamente. I punti di sutura che mi era sconosciuto. Andai dunque a conoscerlo, e con misero col passare del tempo, iniziarono a marcire, mio stupore, appena mi vide, mi disse in dialetto tanto che venivano fuori dall'addome come dei napoletano: “Aiccan aii! Santa Gemma Galgani chiodi arrugginiti, che da sola toglievo. I reni erano (Eccola qui, Santa Gemma Galgani)”. Ed io subito pieni di pus, avevo la sensazione di avere dentro di risposi: “No! Padre Umile, Santa Gemma Galgani me una bottiglia d'acqua, tanto che quando fu cacciata dalla comunità, perché era una Santa, io camminavo, sentivo il flusso del liquido. I medici invece sono in convalescenza, ma presto ritornerò che mi avevano operato, tra cui il dott. Enzo in comunità!”. Al che mi rispose: “E te fai sant pur Barletta, mi sollecitava nel rioperarmi perché tu (E pure tu ti fai santa)” – e aggiunse: “A comunità altrimenti avrei preso la setticemia. Nel frattempo nu fa cchiù pe tè, adda sta for, adda fa a for, chell mi consigliavo con Fra Umile sul da farsi, e lui mi che fai rint (La comunità non fa più per te, devi fare diceva: “Te lo dico io quando ti devi operare”. Così fuori, ciò che fai dentro)”. Non vi nascondo che nel trascorsero alcuni anni, e le mie condizioni di salute mio intimo pensai: “Che vò stu monaco (Cosa vuole erano sempre precarie. Ma durante un giorno come questo monaco)”, e lui leggendo nell'intimo mi gli altri, Fra Umile mi disse: “Ora ti puoi operare”. ribadì: “Ovvuò capì che addà sta for? (Lo vuoi Contattai subito il dottor Barletta, il quale mi operò, capire che devi stare fuori?)”. Questa espressione. e meravigliato trovò dentro di me tantissimo pus. mi veniva ripetuta ogni qualvolta mi recavo da lui. Non riusciva a spiegarsi come ancora ero viva. Difatti mi accorsi, che quando stavo fuori dalla mia Ringrazio il buon Dio, se per sua misericordia, mi comunità, stavo bene, e appena rientravo in essa mi trovo ancora sulla terra.sentivo male, tanto che i superiori mi obbligarono

Un'altra grazia ebbi dal Signore per ad una lunga convalescenza, malgrado la mia intercessione di Fra Umile. Un giorno mentre mi resistenza nel voler rimanere. Ma fui costretta trovavo da lui, mi chiese ridendo: “Domani vieni?” all'ubbidienza.ed io risposi: “Se Dio vuole, certo che vengo, anche Dopo sei mesi trascorsi a casa di mia sorella, se ho la febbre a quaranta”. Tornata a casa, mi chiesi a Fra Umile che se era questa la volontà del rimasero impresse le sue parole, e lo telofonai, Signore mi doveva far trovare una casa, al che mi subito mi disse: “Fatti ricoverare”. Così chiamai rispose: “Nù tè preoccupà, a truov! (Non mia sorella e gli dissi di venire subito da me, ma preoccuparti, la troverai)”. Difatti trovai un quando ella sopraggiunge mi trovò in una pozza di appartamentino in affitto, e fu questa la mia prima sangue nell'anticamera del bagno, c'era una ferita esperienza da sola in casa. Da allora le visite a Fra profonda dietro l'orecchio vicino al cervelletto, Umile, incominciarono ad essere sempre più dalla quale usciva sangue. Prontamente mi portò in frequenti. Così iniziai a portare con me tante

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ospedale, dove mi diedero due punti di sutura, ma passo con il bambino, e rischiava di schiacciarlo. subito dopo i medici rimproverarono mia sorella Ad ogni controllo ginecologico, mi venivano date per non avermi portato prima, perché dicevano che poche speranze sul proseguimento della avevo perso molto sangue, e sarei potuta morire gravidanza. Al seguito di ulteriori accertamenti, mi dissanguata. veniva inoltre detto che si sospettava che il bambino

Un giorno mi recai a Telese insieme a mia sorella potesse avere dei seri problemi di salute, e quindi mi per le cure termali. Al terzo giorno mi accorsi che fu prospettata l'eventualità di un aborto terapeutico. urinavo sangue, al che rivolgendomi al Signore All'udire questa notizia, caddi nello sconforto più esclamai: “Mio Dio cos'altro vuoi da me?”. Così totale, perché mi trovavo di fronte a un bivio, e decisi di ricoverarmi di nuovo all'insaputa della mia dunque ad una scelta. L'aborto andava contro i miei famiglia. In quel momento sopraggiunse la mia principi religiosi e morali, quei principi che si erano amica (quella che mi aveva fatto conoscere Fra maggiormente rafforzati dopo aver conosciuto la Umile), la quale mi vide che piangevo e mi chiese il figura di Fra Umile . Il suo esempio però, mi ispirò motivo. Io gli raccontai tutto e lei subito mi disse: una grande fede e una forza d'animo tali, da “Andiamo da Fra Umile”.ci mettemmo in macchina abbandonarmi completamente alla volontà del insieme a suo marito, e andammo da lui. Appena mi Signore, e con l'amore verso il prossimo che mi vide disse: “L'acqua nun è bona, ta fatt mal, vivt aveva insegnato, decisi di portare avanti la chesta cà (L'acqua non è buona, ti ha fatto male, gravidanza, e di far nascere comunque il mio beviti questa)”, e mi porse il suo bicchiere, al quale bambino, e accettando la Croce, qualora Dio avesse bevvi. Subito incuriositami di questo gesto, andai in voluto darmela.bagno; e con mio stupore, mi accorsi che non Dopo quasi nove mesi di ansia e di timori, la mia perdevo più sangue. Rientrai subito nella sua piccola Francesca nacque il giorno 3 del mese di stanza, e dalla gioia lo baciai sulla fronte giugno 2006, giorno durante il quale si commemora ringraziandolo, ma lui senza proferire nessuna la figura di Fra Umile. Questo per farmi parola, mi rispose con un sorriso. comprendere come veramente avevo avvertito la

Quanti altri favori celesti ancora ho ricevuto dal sua costante presenza al mio fianco.Signore che potrei raccontare. Ho vissuto per otto Oggi la mia bambina è uno splendido angioletto, anni accanto a Fra Umile, e la mia vita è stata sanissimo e vivace, che riempie di gioia ogni istante inondata dalla sua santa presenza. Egli sapeva della mia vita familiare. Pertanto non posso fare anche leggere nei cuori, aveva il dono dell'ubiquità. altro che elevare al Signore per intercessione di Fra Quanti ricordi… ma desidero fermarmi. Lui ha Umile un ringraziamento profondo di amore, che da operato tanto bene sulla terra, e lo sta facendo anche quando é entrato nella mia vita, è stato capace di dal cielo. rivoluzionarla. Insegnandomi ad apprezzarla e a

Assicuro davanti a Dio di non aver aggiunto viverla, nel totale abbandono a Dio, nonostante i niente di mio, anzi forse dovrei rimproverarmi per il tanti dolori subiti, i quali senza una forte fede, poco che ho scritto. sicuramente mi avrebbero indotto alla disperazione

Suor Pia di Gesù Misericordioso più totale._______________________________________ G r a z i e a F r a

Umile, ho compreso esidero farvi dono della mia testimonianza. la serenità di un Mi chiamo Carolina Casoria, sono di piccolo gesto di DCrispano (NA), felicemente sposata, carità, il sacrificio e

mamma di una bellissima bambina di nome la straordinaria Francesca, e attualmente lavoro presso una filiale di g r a n d e z z a banca a Caivano (NA). dell'umiltà.

Sono ormai trascorsi alcuni anni da quando mi Carolina sono sposata, e precisamente a giugno dell'anno Casoria2005. Durante una delle visite ginecologiche di routine, i medici mi informarono che a causa di un mioma all'istmo dell'utero, difficilmente sarei potuta rimanere incinta. Con grande stupore alcuni mesi dopo, nel mese di ottobre, appresi la notizia di essere in dolce attesa.

Sin dall'inizio la gravidanza presentò molte complicazioni. Infatti il mioma cresceva di pari

3 MARZO 2012COMMEMORAZIONE

DI

FRA UMILE