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ISSN: 0213-2052 ELLENISMO IMPERIALE  H I SE C.  D.C.)* Imperial hellenism (I-II a.C.) Paolo  DESIDERI Università  di  Firenze BIBLID [0213-2052 (2001)  19,  165-188] SOMMARIO:  Gli  studi  di  storia  del  mondo greco nella prima  età  impériale sono stati particolarmente soltivati  in  Italia negli ultimi decenni.  S i  ripercorrono  le  fasi  di questo fenómeno cultúrale, cercando  di  metterne  in  evidenza  le  origini  e le  motiva- zioni. Parole chiave.  storiografia italiana, impero romano, storia cultúrale, ellenismo impériale. ABSTRACT: Many studies have been devoted  in  Italy  to the  history  of the  Greek world  in the  first period  of the  Roman Empire,  in  these last decades.  I  have intended to investigate  the  phases  of  this cultural phenomenon, trying  to  understand  its  origins and motives. Key words:  Italian historiography, roman empire, cultural history, imperial helle nism. Per la  stesura  del  saggio  ho  avuto  il  privilegio delia preziosa consulenza  del mio  Maestro Emilio Gabba,  che  desidero  qui  ringraziare  per la su a  disponibilité. Maggiore  è  dunque  il  rammarico  per i  vis- tosi limiti  del  risultato finale,  che  sono  di mia  esclusiva responsabilità. © Ediciones Universidad  de  Salamanca Stud, hist.,  H. a  antig.  19 ,  2001,  pp.  165-188

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    ISSN: 0213-2052

    ELLENISMO IMPERIALE HI SEC.D.C.)*Imperial hellenism (I-II a.C.)

    P a o l o D ESID ERIUniversit di Firenze

    BIBLID [0213-2052 (2001) 19, 165-188]SOMMARIO:Glis tudidi storia del mondo greco ne l la pr ima et impr ia le sonostat i part icolarmente sol t ivat i in I tal ia negli ul t imi decenni . Sir i pe r co r rono le fasi diques to fenmeno cul tra le , cercando dime t t e rne in ev idenza leorigini e le mot iva-

    zioni.Parole chiave. storiografia i tal iana, impero romano, s toria cul trale, el lenismoimpr ia le .ABSTRACT: Many studies have been devoted inItalyto thehistoryof the Greekwor ldin the first pe rio dof the Roman Empire ,in these las t decades .Ihave i n t endedto investigate thep h a s e sof this cul tural phenomenon, t ryingtounde r s t and its originsand mot ives .Key words: I tal ian historiography, roman empire, cul tural history, imperial hel lenism.

    Per lastesuradelsaggiohoavutoilprivilegio delia preziosa consulenzadel mioMaestro EmilioGabba,chedesideroquiringraziareper la suadisponibilit. Maggioredunqueilrammaricoper ivis-tosi limitidelrisultato finale,chesonodi mia esclusiva responsabilit. Ed iciones UniversidaddeSalamanca Stud, hist.,H.aantig.19,2001,pp.165-188

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    166 PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (I-II SEC. D.C.)No n si pu dire che 1' et alto-imperiale ro ma na in qu an to tale sia tra gli ogget-ti di intresse che hanno connotato in maniera forte la ricerca storica italiana degli

    ultimi decenni1. Anzi, si potrebbe forse dire il contrario. Non c' naturalmentebisogno di sottolineare che da quando apparve, ormai tre quarti di seclo fa, ilgrande libro del Rostovzev2, gli aspetti sociali ed economici dell' organizzazionepolitica creata da Roma, nel periodo da sempre considrate il pi felice delia suastoria, sono stati al centro dell' attenzione degli studiosi in tutti i paesi di tradizio-ne cultrale europea, e non solo in quelli3. Quel l ibro rappresent per tutt i unostimolo potente a ripensare tanto le condizioni che avevano reso possibile il for-marsi e il lungo fiorire di un cos grande impero multietnico -mediterrneo, centro-europeo e vicino-orientale- quanto le ragioni che ne avevano poi determinatela crisi. In Italia ne usc tempestivam ente (1933), per interessam ento di Ga etano DeSanctis, una traduzione che, in quanto rivista ed aggiornata dall ' autore, fu a lungo pi importante dlia stessa edizione originale4; ma nonostante ci fu proprio 1'Italia il paese nel quale, per motivi che non possono essere approfonditi in ques-ta sede, ma che certo hanno a che vedere con la temperie polit ica di quel periodo, minore fu 1' impatto sul mondo scientifico5.II l ibro rinnovava in maniera sostanziale i l fundamento documentado dell 'approccio storiografico a quel tema; non solo perch metteva a partito in prospet-tiva storica una massa ingente di documenti archeologici nuovi e meno nuovi 6, ma

    1. Le r if lessioni che segu ono pre nd on o in consideraz ione esclusivamente r icerche e studiosi neiquali dominante 1' attenzione per la storia politica e 1' ideologia; ne resteranno dunque esclusi studie indirizzi di ricerca prioritariamente orientati su problematiche di carattere letterario, filosfico, o variame nte tcnico (med icina, dir it to , etc.) , per i quali pure 1' po ca che p rend iam o in considera zione presenta peculiari motivi di intresse. Anche fatta questa precisazione, evidente che la bibliografiasegnalata assai largamente selettiva: non si infatto mirato a un' impossibile completezza, ma all ' indi-cazione delle opere ritenute pi significative in funzione dello specifico discorso che si sviluppato.2. Social and econom ic history of the Roma n E mpire. London 1926.3. Sulle vicissitudini della fortuna dell ' ope ra com plessiva del Rostovzev, e sulle loro caus e, non-ch sulla rinnovata attualit del suo messaggio scientifico (specie per quanto riguarda la sua attenzioneagli aspetti storico-economici della fase ellenistica ed ellenistico-romana della civilt antica), si soffer-mato lt imamente M. Mazza nell ' ampia Introduzione (seguita da una Nota bio-bibliograficd) ad una rac-colta di suoi scritti (alcuni dei quali tradotti per la prima volta dal russo in italiano), curata da T. Gnoli eJ. Thornton: M.I . ROSTOVTZEFF: Per la storia econmica e sociale del mondo ellenistico-romano. Saggi scel-ti .Catania 1995 (vd. poi, dello stesso MAZZA: M. I. Rostovtzeff e 1' economia antica, in A.MARCONE(d.):Rostovtzeff e I'Italia. Napoli 1999, 213-256). Vd. anch e la n. 75 dell 'Introduzione di A.MARCONEalia rac-colta (da lui curata) M. I. ROSTOVTZEFF: Scripta varia. Ellenismo e impero romano. Bari 1995.4. Storia econmica e sociale dell' impero romano. Firenze 1933- Il De Sanctis aveva immediatamente dedicato all ' opera dello studioso russo un ' importante recensione in RFIC 1926, 537-554 (poiripubblicata in Scritti minori vi, 1. Roma 1972, 295-313; su questa recensione vd. L. POLVERINI: GaetanoDe Sanctis recensore,ASNP Ser. in, 3 (1973), 1047-1094, 1059-1062, e ancora Rostovzev e De Sanctis,in A. MARCONE (d.) : Rostovtzeff e I'Italia, cit., 97-113, 99-100).5. Vd. E. GABBA: II secondo cinquantennio della "Rivista di Filologia e di Istruzione Clssica",RFIC 100 (1972), 442-488 (E. Gabba: Bibliografia 1949-1995, a cura di A. Baron i. Com o 1996 [d' ora inavanti citato semplicemente come Bibl.],n. 176; ora in Cultura clssica e storiografia moderna. Bologna1995, 237-286, da cui cito: vd. specialmente 270-271).6. Ha del parad ossa le la tesi di G. SALMERI {Per una lettura dei capitoli v-vudella Storia econmicae sociale dell' impero romano, in A. MARCONE (d.) : Rostovtzeff e V Italia cit., 307-341), secondo il Edicione s Unive rsidad de Salam anca Stud, hist., H. a antig. 19, 2001, pp. 165-188

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    PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (I-II SEC. D.C.) 167anche perch su quella base affrontava e valorizzava testi letterari da gran temponoti, ma fino ad allora utilizzati quasi esclusivamente come materiali per una sto-ria interna di generi e forme espressive, come contenitori di elementi di pensierofilosfico di epoche pi antiche, o al massimo, per personalit di pi forte rilievo,come occasione di una ricostruzione biogrfica 7. In questo m odo veniva resa pos-sibile la ricostruzione non solo degli aspetti materiali dlia realt impriale romana, ma anche del quadro concettuale e ideolgico nel quale tale realt era stataletta e vissuta dai contemporanei: senza di che -mi sia consentito osservare- unavicenda umana quale che sia non pu acquisire gli specifici connotati che ne fan-no una vicenda propriamente storica, cio dotata di individuo significato anche peri posteri. Ed forse proprio su questo secondo terreno, di una rilettura in chiavepi decisamente storica di testi letterari -soprattutto greci, per motivi e con le con-seguenze che verranno subito chiarite- che la ricerca i taliana sull ' alto impero si alla fine mossa, a partir dalla fine degli anni Cinquanta, con pi peculiare sensibilit e attenzione; non senza, si capisce, collegamenti e sintonie con quanto siveniva contemporneamente facendo altrove, ail ' inizio soprattutto in mbito americano e inglese, e poi anche in Francia, Spagna, e Germania.Dopo quell ' inizio, non sono mancati certo in Italia altri tipi di approccio all 'opera del Rostovzev, o pi generalmente a quell ' poca alto-imperiale romana allacui anlisi lo storico russo aveva dedicato una cos larga parte dlie sue nergieintellettuali. Alludo ad indagini di ispirazione marxiana aventi per oggetto propriola struttura socio-economica dell ' impero fino al terzo seclo, come il primo grosso lavoro di Mario Mazza

    8, allievo di Santo Mazzarino; e in particolare al vivace e

    qual e 1' appa rato do cum entarlo di carattere archeologico prese nte nelle note de i capitoli centrali dell 'opera del Rostovzev ha un valore prevalentemente antiquario, e scarsa connessione con i l discorso svi-luppato nel testo (costruito viceversa sui testi letterari); quello che si dovrebbe dire, a mi parre, cheil Rostovzev ha trovato nella documentazione sul terreno la conferma di quanto certi testi (da lui oppor-tunamente r i lett i) dichiaravano o lasciavano intendere.7. Pen so specialmente ai due importanti studi di H. Von ARNIM su Dione di Prusa (Leben undWerke des Dio von Prusa. Berlin 1898), e di A. BOULANGER su Elio Aristide (Aelius Aristide et la sophistique dans la province de VAsie au Ile sicle de notre re. Paris 1923). La voluminosa e costante lettera-tura su Plutarco costi tuisce naturalmente un capitolo a se, nel quale non entreremo; menzioneremo solostudii a carattere spiccatamente storico.8. Lotte sociali e restaurazione autoritaria nel 3- seclo d.C. Catania 1970; del MAZZA vd . ancheSul proletariato urbano in et impriale: problemi del lavoro in Asia Minore, SicGymn 27 (1974), 237-278 (poi in Id.: Lafatica dell' uomo. Schiavi e liberi nel mondo romano. Catania 1986, 75-117). Gli interessi del Mazza, che appaiono legati principalmente alla lunga crisi dell ' alto impero (a differenza di altristorici romanisti italiani del gruppo del Gramsci, come Clemente e Giardina, che sono chiaramenteorientati verso i l tardo antico) , seguono con particolare attenzione le vicissitudini di quello che potreb-be essere definite il laboratorio cultrale dell ' Oriente romano. Ricordo ad esempio Strutture sociali eculture locali nelle provincie sulla frontiera dell' Eufrate Qi-ivsec.d.C). Uno studio sui contatti cultura-li, SicGymn n.s. 45 (1992), 159-235- prin cipa lm ente a questi interessi che si dev e la sua rec ent e fon-dazione (1998) della rivista Mediterrneo antico. Economie societ culture (Istituti editoriali e poligraficiinternazionali, Pisa-Roma), il cui fuoco in realt sullo spazio geopolitico del Mediterrneo orientale (edel Vicino Oriente) , con peculiare attenzione ai problemi della conquista e dell ' organizzazione romana, fino all ' poca tardoantica. Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist. , H.a antig. 19, 2001, pp. 165-188

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    168 PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (MI SEC. D.C.)serrato dibattito, terico ma sostanziato di ricerca storica sul campo, che si svilup-p poi, nello stesso contesto cultrale, attorno ai presupposti ideologici e soprat-tutto di teoria econmica, pi o meno dichiarati, dell ' opera del Rostovzev: unconfronto in cui si imp egn u n n u trit gru pp o d i giovani studiosi, no n solo italia-ni, di ispirazione marxista e di varia estrazione disciplinare (archeologi, giuristi, let-terati, storici), che costituirono, a partir dal 1974, il gruppo di antichistica deliasezione di storia e scienze sociali del' Istituto Gramsci 9. La storia delia composi-zione e del ' attivit di questo gruppo meriterebbe di essere indagata e raccontatadi per s, ma un compito che non pu essere svolto qui, perch richiede com-petenze specifiche in molti campi disciplinari delle scienze del ' antichit, e nonsolo di quelle, nonch una forte dimestichezza con le vicissitudini delia cultura italiana negli anni Settanta e Ottanta; requisiti che vanno ben al di l dell ' impegno edelle conoscenze di cui il sottoscritto pu al momento disporre. Questa rinuncianon implica sottovalutazione, o disinteresse, per le motivazioni ideologiche edepistemologiche degli studiosi del Gramsci, nonch per i risultati scientifici chehanno prodotto: e basti qui ricordare i l contributo che essi hanno dato, anche perquanto riguarda il periodo alto-imperiale, alia costruzione della Storia di Roma(pubblicata negli anni 1988-1993) dell ' editore Einaudi, nella quale sono statecomunque impegnate moite delle forze migliori dell ' antichistica italiana (e stra-niera) dell' poca. Ma in ogni caso della prima vicenda, a mio parre no n m enoimportante, quella che potrebbe definirsi dell ' invenzione dell ' ellenismo impriale, che daremo sommariamente conto nelle note che seguono.Chi volesse indicare una simblica data di inizio di questo indirizzo italianodi ricerca, dovrebbe probabilmente pensare, con quel margine di convenzionalite di approssimazione che indicazioni di questo genere inevitabilmente comporta-no, al 1959, cio 1' anno della prolusione pisana di Emilio Gabba su Storici grecidell' impero romano da Augusto ai Sevenw. In questa prolusione il giovane studioso

    9. All' articolata espo sizion e dei principi ispiratori del gr up po (tra i cui mem bri per cos direanziani comparivano i nomi di Antonio La Penna e Ettore Lepore) sono dedicati i contributi raccolti inL. CAPOGROSSI - A . GIARDINA-A . ScHiAVONE (e dd .) :Anlisi marxista eso ciet antiche. Roma 1978). La prima r icerca sviluppata al suo interno (presentata in un seminario presso la Scuola Normale di Pisa nel1979), che ebbe come tema: -Forma di produzione schiavistica e tendenze della societ romana: n a.C-ii d.C. Un caso di sviluppo precapitalistico, e i cui Atti (in tre volumi) furono poi pubblicati a Bari nel1981 (a cura di A. SCHIAVONE e A. GIARDINA, con il titolo Societ romana eproduzione schiavistica), hann o pi evid ente att inenza con 1' al to impe ro rom ano e con 1' ope ra del Rostovzev su di esso.Successivamente gli interessi del gruppo si orientarono pi decisamente verso la tarda antichit, come testimoniato dall ' opera collettiva Societ romana e impero tardoantico, in quattro volumi, pubblica-to qualche anno pi tardi a cura di A. Giardina, Roma-Bar 1986. In questo contesto pu anche esserericordato il peculiare orientamento di ricerca di Elio Lo Cascio (che per non mi risulta abbia fatto parte del grup po del Gramsci) , all ievo di Santo Mazzarino, buona pa ne dei cui studi sono stati dedicati all 'approfondimento dei problemi economici, finanziari, amministrativi, demografici, dell ' et alto-imperiale;alcuni dei pi importanti, dal 1975 in poi, sono ora raccolti in II princeps e il suo impero. Studi di storia amm inistrativa efinanziaria romana. Bari 2000 (dove anc he una sua ampia bibliografia) .10 . Poi pubb licata con lo stesso titolo inRSI71 (1959), 361-381(Bibl., n. 52). Di questo saggio uscita successivamente una traduzione tedesca, col titolo Griechische Historiker des Imperium Romanumvon Augustus bis zu den Severern, ne l vo lume Gescbichtsbild und Ge schichtsdenken im Altertum dellaWissensch. Buchgesellschaft, curato da J. M. Alonso-Nez (Darmstad 1990, 239-267 = Bibl., n. 474). Ediciones Universid ad de Salamanca Stud, hist., H. a antig. 19, 2001, pp. 165-188

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    PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (I-II SEC. D.C.) 169pav ese raccoglieva alcune idee maturate nello studio gi pluriennale dell ' App ianodelle Guerre Civile1, e in quello pi recente dell ' ideologia impriale di CassioDione12 ; messi a confronto col panegirico di Roma di Elio Aristide, di poco ante-riore alie Storie di Appiano, i testi storiografici (Appiano stesso, Cassio Dione, ealmeno in parte anche Arriano) rivelavano meglio la loro natura di punto di arri-vo di un' onda lunga di tendenza greca ad una sorta di autointegrazione nel dominio romano. Questa tendenza -che aveva avuto i suoi incunaboli in Polibio ePosidonio, e aveva a lungo convissuto con istanze forti e motivate, greche anch' esse,di opposizione e resistenza all ' espansione impriale di Roma- aveva poi conos-ciuto in et augustea, con la teoria dionigiana delP originaria grecit dei romani (econ 1' acquisizione di una definitiva consapevolezza delP impossibilit di opporsia Roma), quel decisivo momento di svolta che avrebbe portato nel giro di due otre generazioni alia rinascita del mondo greco all' ombra di Roma. In effetti un altrogrande intellettuale greco di et impriale qui valorizzato era appunto Dionigi diAlicarnasso, uno storico al quale lo stesso Gabba stava dedicando a quel tempo un'attenzione ben pi che episdica 13 , e sia pure in funzione di un diverso interesse:quello volto a ritrovare nei problemi e nelle vicende dlia storia tardo-repubblica-na romana i presupposti delle coeve ricostruzioni storiografiche dei tempi piremoti dlia vita delia citt.Quello che in ogni caso appariva chiaro da questo sinttico quanto il luminante profilo era ch e se da qua lche parte si vole va trov are, negli scrittori antichi dei p ri-mi due secoli dlia nostra era, un apprezzamento positivo dell ' impero comestruttura polit ico-amministrativa, e pi in genrale come fenmeno storico di

    11 . Mi limito qui a ricordare il volum e Appiano e la storia delle guerre civili. Firenze 1956, e 1' edi-zione (con introduzione, traduzione e comment) del i l ibro dei Bella Civilia per la Biblioteca di StudiSuperiori della Nuova Italia (Firenze 1958 = Bibl., 41; nel 1970 vedr poi la luce a nche i l l ibro V (Bibl.,n. 152), me ntre del 1962 la r iedizione, con correzioni e aggiun te, del i volum e dell ' ed. teubn erianadi Appiano, uscita nel 1939 a cura di P. VIERECK e A. G. Roos (Bibl., n. 86). Ma nel 1957 era apparsoanche uno studio Sui Libro Siriaco di Appiano (RAL, ser. vm, 12, 339-351 =Bibl., n. 32). L' importanzadegli studi appianei di Gabba (che sono direttamente collegati , come lo stesso Gabba ha scrit to in M.PAI (d . ) : Epigrafa e territorio. Poltica esociet. Temi di anticbit romane V Bari 1999, 294, e mi haconfermato a voce, con gli studi graccani sviluppati in un corso del Fraccaro, e poi con la sua tesi dilaurea sulle prowidenze per i veterani) lt imamente sottolineata da G. S. BCHER: The Origins,Program, and Composition of Appian 's Roman History', TAPbA130 (2000), 411-458 (413: the e no rm ou sprestige of Gabba' s work.. . has framed the debate over Appian for nearly half a century).12 . Vd. spe cialm ente Sulla Storia romana di Cassio Dione,RSI67 (1955), 289-333(Bibl., n. 21).Su Cassio Dione vd. poi il saggio Progetti di riforme economiche e fiscali in uno storico dell ' et deiSeveri, in AA.W.: Studi in onore di Amintore Fanfani, i. Mila no 1962, 41-68 (= Bibl, n. 80; ora in Delbuon uso della ricchezza. Saggi di storia econmica e sociale del mondo antico. Milano 1988, 189-212).13- Tra il I96 0 e il 1964 so no usciti su Athenaeum 5tudi su Dionigi da Alicarnass o i. La costitu-zione di Romolo (N.S. 38, I960, 175-225 = Bibl., n. 60); Studi su Dionigi da Alicarnasso ii. Il regno diServio Tullio (N.S. 39, 1961, 98-121 =Bibl., n. 70); Studi su Dionigi da Alicarnasso in. La proposta di leg-ge agraria di Spurio Cassio (N.S. 42, 1964 = Bibl., n. 96). Questi, e numerosi studi successivi, costitui-ranno la base delle Sather Lectures del 1980, poi pubblicate col t i tolo Dionysius and the History ofArchaic Rome (Berkeley-Los Angeles 1991 =Bibl., n. 488; nel 1996 ne uscita a Bari la traduzione italiana, Dionigi e la storia di Roma arcaica). ltimam ente quasi tutt i gli studi dionigiani del Gab ba son ostati compresi nel suo volume Roma arcaica. Storia e storiografia. Roma 2000. Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist., H.a antig. 19, 2001, pp. 165-188

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    170 PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (I-II SEC. D.C.)importanza epocale, era tra i greci che bisognava cercarlo, e non tra i latini (olatinizzati). Anche a non tener conto del fatto che almeno fino alla fine del i seclo rimase all ' ordine del giorno la questione dlia libertas politica, che catalizzavagli interessi del c eto se natorio e de ll' lite intellettuale, i rom ani e le gen u dell' Italiaormai pienamente romanizzata erano in effetti troppo vicini al centro del potere, etroppo esposti ai riflessi dlie personalit dei singoli imperatori, del loro ambientedi palazzo, n el gioco dei rapport incrociati con il sena to e con il ceto qu estre, p erpotersi esprimere con obiettivit e per cos dire dalT esterno. E del resto tutti ques-ti cives Romani -compres i owiamente i due ordines superiori- che, a torto o aragione, dell ' impero si consideravano ancora padroni e titolari, erano di sicuro piinteressati agli assetti di potere interni che alla qualit dell' amministrazione, e aivantaggi o svantaggi che potevano dervam e ai popoli sudditi (non c' bisogn o dirichiamare il sarcasmo tacitiano humanitas-servitus di Agr. 21.2). Quanto ai provincial d' O ccidente, o an che i cittadini rom ani ivi emigrati, questi erano viceversa prioritariamente impegnati nell ' opera di costruzione delle nuove struttureorganizzative dei territori barbari acquisiti pi o meno di recente -il processo chenoi chiamiamo delia romanizzazione; certo si trovavano fra loro quelli che si las-ciavano direttamente coinvolgere nella politica romana- e in tale misura finivanoper ricadere nella categora, e nel sistema di interessi, dei romano-italici; ma per lopi essi non furono in grado, nell ' poca che prendiamo in considerazione, di elaborare punti di vista complessivi e originali sulla realt dell' impero e sulle sueprospettive future14 .Non c ' era dun que da sorprendersi che al quad ro sostanzialmente om ogen eodi sviluppo urbano, econmico e sociale riscontrato dal Rostovzev nelle diverseparti di un impero permeato dal Mediterrneo 15 , e non ostan te 1' egem onia ovun -que saldamente conseguita dal modello cultrale e scolastico greco, non abbia-no fatto riscontro manifestazioni di pensiero politico e storiografico simili nelledue maggiori aree linguistiche e culturali in cui 1' impero stesso si articolava; eche di fatto fossero quasi solo greci gli scrittori -non solo gli storici- che potes-sero consentir di recuperare le coordinate di fondo di una parte importante dellateora politica, oltre che della realt socio-economica del tempo. Naturalmente nonci si potev a aspettare che la rapprese ntazion e pro pos ta da alcuni di questi scrittori,

    14 . Ci no n significa naturalm ente sottovalutare la rilevanza del fen me no clello svilu ppo di unaletteratura latina nelle province dell ' Occidente (basta pensare ai Seneca, a Marziale, a Giovenale; for-se Tcito stesso); n dimenticare, d' altro canto, la celebre riflessione offerta dalT imperatore Claudiosulla costante tendenza all ' integrazione, caratteristica della politica romana, quale la conosciamo dallatavola di Lione (ILS211), e dal parallelo racconto di Tcito (.Ann. 11.24): questa convinzione appartie-ne per al vrtice dell ' istituzione impriale romana, e appare contestata da larghi settori dello stessosenato. Vd. R. SYME: Tre lites coloniali. Roma, la Spagna eleAmeriche (trad. it. di P. La Pen na, c on n uo-va Prefazione dell ' A.). Milano 1989 (V originale inglese del 1958), 20.15 . Que sta gravitazione mediterrnea de ll ' imp ero rom ano , e di Roma all' interno di esso , e il rulo in essa svolto dal mare in quanto via di comunicazione econmica e di civilt, negli ultimi tempioggetto di particolare attenzione, sulla spint a anch e di sollecitazioni poli t iche (e urop ee); ci n on toglieche fosse r iconosciuta come elemento fondamentale dell ' organizzazione impriale romana anchedagli antichi: ricordo solo il passo celebre del discorso A Roma (11-13) di Elio Aristide. Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist., H.a antig. 19, 2001, pp. 165-188

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    PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (HI SEC. D.C.) 171e da alcuni dei loro scritti, delia realt del loro tempo (e qui si fa riferimento in par-ticolare all'A Roma di Elio Aristide, di regola considerato prima del Rostovzev untesto a dominante valenza retorica) fosse obiettiva: cio che potesse essere presa a scatola chiusa come prova dell ' asserita supriorit del modello polit icoromano su altri modelli imperiali , o pi genricamente egemonici, del passatoorientale o greco; o addirit tura come prova di una reale condizione di benesse-re generalizzato di cui i tempi avrebbero goduto, grazie al dominio romano.Questi testi andavano sempre filtrati attraverso un' attenta verifica dei connotatisociali e ideologici dei loro autori; andavano confrontati col resto della docu-mentazione disponibile (specie quella archeologica ed epigrfica); e soprattuttoandavano considerati non isolatamente, ma all ' interno del complesso della pro-duzione di ogni autore: operazione, quest ' ult ima, che avrebbe rivelato come ineffetti le posizioni di questi intellettuali nei confronti di Roma fossero molto piarticlate e varie di qua nto n on farebbe pensa re un a lettura tropp o rpida di qual-che porzione dei loro scritti16. Ma il fatto di per s che si dovesse passar per questi autori per capir che cosa fosse stato 1' impero implicava in ogni caso la necessitche all ' ellenismo di et impriale fosse riconosciuto un rulo specifico all ' internodella vicenda storica complessiva del governo romano del mondo antico.Gli interessi del Gabba si orientarono poi prevalentemente in altre direzioni,per alcune del le qual i -specialmente i problemi del la storia tardo-repubbl icana-gli storici greci dell ' et impriale erano utilizzati per i contenuti delle loro testi-monianze, piuttosto che come testimoni essi stessi della propria epoca. Fa ecce-zione naturalmente Dionigi, alia ricostruzione della cui personalit storiograficaGabba ha continuato a lavorare si pu dire fino ad oggi: ma Dionigi restava e resta sostanzialmente legato alie tematiche culturali dell ' et augustea, e quindi adinteressi storici che sono assai diversi da quelli destinati a diventare dominanti nelprimo e soprattutto nel secondo seclo dell ' Impero. Per quest ' ult imo periodo gliinterventi di Gabba non sono mancati in seguito 17 , ma hanno assunto prevalentemente la forma di recensioni a libri importanti via via apparsi (come la secondaedizione dellaStoriagrecadi H. Bengtson18 , e varie opere diJ.Palm19, Ph. Stadter20 ,

    16 . Notevole la capacita di introspezione c on cui lt imamente affrontato 1 ' A Roma da A.SCHIAVONE:La storia spezzata. Rom a antica e Occidente moderno. Roma-Bari 1996, 5-17 (dell ' opera esis-te ora un ' edizione inglese, The End of the Past. Ancient Rome and the Modern West.Cam bridge M ass.-London 2000): il riconoscimento dell ' unilateralit della rappresentazione aristidea il punto di partenzadi una complessiva ricognizione dei caratteri della cultura e della societ antiche, della quale sono ricos-truit i gli aspett i oscuri a partir dagli interstizi della rappresentazione solare che quel mondo d di s.17. Vd. ad es em pio Storici greci e impero romano, in Storia di Roma 2. L' impero mediterrneom. La cultura e V impero. Torino 1992, 625-630 {Bibl, n. 505); Roma nell' ope ra storiografica d iAppiano, in G. REGGI (d.) : Storici latini e greci d i et impriale. Lugano 1993, 103-115 {Bibl, n. 532).18 . Griechische G eschichte von den Anfangen bis in die rmische Kaiserzeit, Mnchen I9602 ,Athenaeum N.S. 39 (1961), 180-181{Bibl., n. 73); la prima edizione di quest' opera, assai importante dalnostro punto di vista perch seguiva la storia della grecit fin dentro 1' et impriale, era stata del 1950.19 . Rom, Rmertum undLm perium in dergriechischen Literatur der Kaiserzeit, Lund 1959, inRSI73 (1961), 567-570 {Bibl., n. 77).20 . Plutarch's Historical Methods. An Analysis o/"Mulierum Virtutes. Cambridge Mass. 1965, inRFIC95 (1967), 186-187{Bibl., n. 126). Di Philip Stadter, uno studioso che anche in squito ha prevalentementededicate i suoi studi a Plutarco, bisogna qui r icordare almeno Arrian of Nicomedia. Chapell Hil 1980. Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist. , H. a antig. 19, 2001, pp. 165-188

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    172 PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (MI SEC. D.C.)G. W. Bowersock21 , C.P.Jones)22 , o di riflessioni di carattere propriamente storio-grafico, come quella dedicata ad Eduard Schwartz e la storiografia greca di etimpriale (su cui torneremo)23 ; salvo errore, le sole ricerche realmente nuove inquesto mbito sono state quelle dedicate a Giuseppe Flavio24 (e pi in genrale airapporti col mondo ebraico 25 e cristiano)26 , e ad aspetti delT organizzazione militare romana27 . Un posto a s occupa, direi, l'indagine sulla Sicilia romana, dall' ettardo-repubblicana ail ' et impriale, con la quale il Gabba contribu al Convegnopresso la British School di Roma su L' impero romano e le strutture economichee sociali dlie province, i cuiAtti furono poi pubblicati, per interessamento dellostesso Gabba, nella Biblioteca di Athenaeum 28.Alcuni dei suoi allevi di quegli anni furono per sollecitati a lavorare sullastrada apena dalla prolusione pisana: ricordo in particolare, tra coloro che hannopoi proseguito nel campo della ricerca, Mara Antonietta Giua e Sandra Gozzoli29

    21 . Augustus and the GreekWorld,Oxford 1965, inRFIC95 (1967), 215-217 (Bibl., n. 129); GreekSophists in the Roman Empire, Oxford 1969, in mc 99 (1971), 206-208(Bibl., n. 171); Hellenism in LateAntiquity. Cam bridge 1990, in RSI105 (1993), 893-894{Bibl., n. 541).22." Plutarch and Rome. Oxford 1971, inRFICIOI (1973), 246-249{Bibl, n. 190).23. ASNP Ser. m, 9 (1979), 1033-1049 (Bibl., n. 256; ora in Cultura clssica cit., 219-235); e vd.an ch e L et impriale romana nella storiografia italiana dell' Ottocento, in E. GABBA- K. CHRIST(edd.) :L'impero romano tra storia genrale e storia locale.Co mo 1991, 43-56(Bibl., n. 496).24. Le finan ze del re Erode, Clio15 (1979), 5-15(Bibl, n. 258; ora in Del buon usocit., 179-187);L impero romano nel discorso di Agrippa ii (Ioseph., B.I., ii, 345-401), RSA 6-7 (1976-1977), 189-194(Bibl., n. 235; ora in Aspetti culturali dell' imperialismo romano. Firenze 1993, 153-161).25. Rec. a E. SCHRER, History of the Jewish Peop le in the Age of Jesus C hrist (175 B.C . -A.D. 13 5)[A New English Version rev. and ed. by G. Vermes and F. Millar], i, Edinburgh 1973, in Athenaeum N.S.53 (1975), 420 (Bibl, n. 213); La rivolta giudaica del 66 d.C. e Vespasiano, in Atti del CongressoInternazionale di Studi Vespasianei, Rieti 1981, 153-173(Bibl, n. 294); Rec. a E. BICKERMAN, Studies inJewish and Christian History, i, Leiden 1976, in Athenaeum N.S. 59 (1981 ), 244-245 (Bibl, n. 299).26. L'Apologia diMelitone da Sardi, CS 1 (1962), 469-482 (Bibl, n. 79); ltim am ente Gli Attidegli apostoli e la storiografia greca e romana nel i sec. d.C, in A. PITTA(d.) . Gli Atti degliapostoli:storiografia e biografia (Atti dell' vin Convegno di Studi Neotestam entari, Torreglia 8-11 sett. 1999), inRicerche storico-bibliche 2 (2001), 9-13.27. Sulle influenz e rec ipro che deg li ord ina me nti militari dei Parti e dei Romani, in Atti delConvegno sui tema: La Persia e il mondo greco-romano (Accadem ia dei Lincei, Problemi attuali di scien-ze e di cultura, Quaderno n. 76), Roma 1966, 51-73(Bibl, n. 117; po i inPer la storia dell' esercito romano in et impriale. Bologna 1974, 7-42).28. M. H. CRAWFORD (d . ) : L' impero romano e le strutture economiche e sociali dlie province.Como 1986; aile pp. 71-85 il saggio di Gabba (Sicilia romana = Bibl, n. 389, poi r istampato in Delbuon uso cit., 163-177). In quel volume furono compresi altri saggi importanti per il nostro discorso:quelli di E. Lo CASCIO (La struttura fiscale dell ' Impero Romano, poi confluito nella gi citata (n. 9)raccolta II princeps e il suo impero) e di D.FORABOSCHI(L'Egitt), e soprattutto quello di A. GARA(Ilmondo greco-orientale).29. Della prima dev on o essere men zionati specialm ente gli studi su Cassio Dion e: Clemenza delsovrano e monarchia illuminata in Cassio Dione 55, 14-22, Athenaeum N.S. 59 (1981 ), 317-337;Augusto nel libro 56 della Storia Romana di Cassio Dione,Athenaeum N.S. 63 (1983), 441-456. Dellaseconda Polibio e Dionigi di Alicarnasso, SCO 25 (1976), 149-176; Fondamenti ideali e pratica poltica del processo di romanizzazione delle province, Athenaeum N.S. 65 (1987), 81-108 (an che se inte-ressato prevalentemente all ' Occidente). Pur non essendo allievo di Gabba in senso tcnico, ne hacondiviso p resto gli interessi di allora Cesare Letta: vedine La compos izione dell ' opera di Cassio Dione: Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist., H. a antig. 19, 2001, pp. 165-188

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    PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (MI SEC. D.C.) 173(ma anche allievi pavesi furono poi indirizzati in questa direzione: penso special-mente a Eralda No e Rita Scuderi)3o. L a tesi che in particolare a me fu assegnata(1962), relativa all ' opera storiografica di Memnone di Eraclea Pontica, anche seponeva problemi di natura molteplice (e in particolare di tipo storiografico), sicollocava per pi versi nella direzione sopra indicata. Per valutare 1' intresse diquesto testo, bastera qui ricordare che esso contiene (nel riassunto incompleto chene conserva il cdice 224 delia Biblioteca di Fozio) un racconto continuo delia sto-ria di Eraclea, e rappresenta pertanto la pi cospicua testimonianza di storiografialocale a noi pervenuta dal mondo greco: si trattava dunque (e si tratta) di un documento essenziale per una messa a fuoco di questo genere, e in tal senso era state studiato da R. Laqueur31 e daF.Jacoby32 . Ma ci che appariva a Gabba ancor pisignificativo era il fatto che quest' opera era stata scritta secondo ogni verosimi-glianza nei primi decenni del11 seclo d.C.33: essa rientrava dunque nel contestocronolgico nel quale si collocano le opere dei grandi storici greci di Roma diquest' epoca; di questa attivit storiografica costituiva inoltre una peculiare variante , che mrita va di e ssere appro fond ita: po teva in effetti costi tuire u na pro vaimportante delia vitalit non solo econmica, ma anche cultrale, delia citt grecadi et alto-imperiale.Lo state di conservazione dell ' opera, con la perdita dei l ibri che dovevanoportare i l racconto dalT et di Cesare a quella presunta di composizione, maanche la mancanza di notizie certe circa i l suo autore 34, impedisce di rendersiconto in concreto di quale potessero essere 1' ispirazione e i contenuti di una sto-ria cittadina nella prima et impriale; tuttavia il modo in cui sono ricostruite adesempio le vicende delle guerre mitridatiche (in particolare la terza, nella qualeEraclea si schier con Mitridate)35 induce a ritenere che la definitiva vittoria di

    cronologia e sfondo storico-politico, in L. TROIANI - E. N O - C. LETTA: Ricerche di storiografia greca diet romana. Pisa 1979, 117-189; e poi La dinas tia de i Seven, in Storia di Rom a 2. L' impero mediterrneo 11.1 principi e il mondo. Torin o 1991, 639-700.30. Fra le pub blicaz ioni delia prima r iconduc ibil i a questi interessi r icord o specia lm ente i lComm ento storico a Cassio Dione un . Como 1994; tra quelle dlia seconda L'incontro fra Grecia e Romanelle biografi plutarchee di Filopemene e Flaminino, in E. GABBA - P. DESIDERI - S. RODA (edd .) : Italiasui Baetis (cit. infra, n. 75), 65-90.31. Localchronik, REXIU 1 (1926), 1098 sgg.32. FGrHistum, 434. La tesi di laurea fu poi ripresa e approfondita in sede di redazione delia tesidi perfezionamento presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, le cui due prime parti ( r ispett ivamen-te Studi di storiografia eracleota. I Promathidas e Nymphis, e Studi di storiografia eracleota. i i Laguerra con Antioco i l Grande furono pubblicate inSCO16 (1967), 366-416, e 19-20 (1970-71), 487-53 7;la terza e ult ima parte non mai stata pubblicata.33- Que sto almeno si evince dalle annotazioni foziane che introducon o il cdice, second o le qua-li dopo la morte di Cesare (con cui si chiude il sedicesimo libro delT opera, e il riassunto di Fozio) 1'opera memnoniana proseguiva con altr i l ibr i , che i l patr iarca non aveva a disposizione.34 . Se il M em non e cittadino eracleota menz iona to in un ' iscrizione di Che rson eso Turica del ' etdi Anton ino Pi QOSPEi2, 362; cfr. L. ROBERT:Etudes anatoliennes: recherches sur les inscriptions grecquesde l'Asie Mineure. Paris 1937, 248-249) fosse il nos tro auto re, se ne po tre bb ero trarre illazioni interes-santi; ma la cosa non fcilmente dimostrabile.35. FGrHist454F29.2-5. Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist., H.a antig. 19, 2001, pp. 165-188

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    174 PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (MI SEC. D.C.)Roma, e 1' inevitabile sottomissione delia citt al suo dominio, non vi fossero rap-presentati in termini che comportassero 1' accantonamento delle tradizioni storichelocali, e neppure dell ' orgoglio politico cittadino 36 . Da questo punto di vista, nonpare dubbio che si possa pensare ad una sintonia profonda fra lo spirito che animava quest' opera e quello che notoriamente alia base ad esempio degli scritti incui Plutarco propone all ' lite cittadina del mondo greco romanizzato un' etica poli-tica di radicamento e valorizzazione del proprio contesto socio-culturale, pur all 'interno di un' adesione all ' ordinamento romano e del rispetto delle sue esigenze 37 .Gi il siriano Posidonio del resto aveva indicato nelle sue Storie alie classi digoverno delle citt di Grecia e d' Asia, proprio partendo dalT esperienza dramma-tica delle guerre mitridatiche (o almeno della prima), la strada possibile dellasoprawivenza polit ica delP ellenismo nel mondo ormai egemonizzato da Roma; eil pon tico Strabone aveva ribadito qu esto orientam ento nella sua Geografia (e cer-tamente lo aveva fatto gi nelle Storie), non senza qualche eccesso di compiacen-za nei confronti dei Romani: Strabone era un uomo di corte, e non di tradizionepolitica. Ma non possiamo qui offrire una ricognizione esauriente degli studi suquesta preistoria dell' ellenismo impriale 38 .Nella seconda met degli anni sessanta erano intanto apparsi i primi due quadri del grande trittico dell ' americano Glen W. Bowersock sulP ellenismo dell ' etimpriale romana39 . Specialmente i l secondo importante dal nostro punto di vista, in quanto rilanciava decisamente il tema della seconda sofistica come momento centrale della vicenda politica greco-ellenistica tra secondo e terzo seclo. Ilmovimento cultrale (o come lo si voglia chiamare) identificato da Filostrato in etseveriana come caratterizzante tutta un' poca, che con lui si chiudeva, era statooggetto di un vivacissimo dibattito alia fine dell ' Ottocento (con rilevanti implica-zioni storiche sulle quali non il caso di soffermarsi ora), ma in seguito pratica-mente abbandonato 40 . Combinando mtodo prosopografico e storia cultrale, i lBowersock ricostruiva ora le Vite dei sofisti come la storia dell ' integrazione intel-lettuale greca nell' impero: i sofisti di Filostrato, nella cui peculiare configurazione

    36. Vd. anc he il dettaglia to resoc on to del prim o incontro tra le autorit politich e di Eraclea e igenerali romani all ' indomani del passaggio di Scipione in Asia (FGrHist434F18.6-10).37. Sulla posiz ione di Plutarco vd. il mio La vita politica cittadina nell ' Im pe ro: lettura dei"Praecepta ger. reip." e dell ' "An seni resp. ger. sit",AthenaeumN.S. 64 (1986), 371-381; vd. poi ancheLa letteratura politica delle elites provinciali, in G. CAMBIANO - L. CANFORA - D . LANZA (edd .) : Lo spazioletterario della Grecia antica. Rom a, vol. 1, 3, 1994, 11-33; pi in genrale lt imamente Forme dell 'impegno politico di intellettuali greci dell ' Impero,RSI 110 (1998), 60-87.38 . Il libro fonda me ntale su que sto tema resta natura lmen te quello di J.-L. FERRARY (Pbilbellnismeet imprialisme. Aspects idologiques de la conqute romaine du monde hellnistique. Rom e 1988). Masi pu rinviare ora ai saggi di A. Giovannini, E. S. Gruen, J.-L. Ferrary, M. D. Campanile, E. Gabba, M.A. Giua, che costi tuiscono la sezione I Romani sulla scena greca del volume: S. SETTIS (d . ) : I Greci.Storia Cultura Arte Societ 2. Una storia greca ni. Trasformazioni. Torino 1998. Vd. lt ima men te ancheA. PRIMO: Valutazione critiche di Strabone e Posidonio sul dominio di Roma, in B. VIRGILIO(d . ) : Studiellenistici xa. Pisa-Roma 2001, 199-232.39. I du e volumi son o citati supra, alla n. 21.40. Sulle ragioni prof ond e del dibattito tede sco di fine Ottoc ento vd. il mio Dione. Un intellettualegreco nell' impero romano. Firen ze 1978, 524-536. Edicion es Unive rsidad de Salam anca Stud, hist., H. a antig. 19, 2001, pp. 165-188

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    PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (I-II SEC. D.C.) 175cultrale l ' interesse per la vita della polis conviveva con una dimensione per cosdire cosmopolit ica (almeno nel senso di una vigile attenzione per i l sovramondodel governo impriale, che a sua volta tendeva in quest ' epoca ad assumere con-notati umanistici)41, diventavano la prova di come 1' intelligentsia greca avessedefinitivamente metabolizzato la conquista romana, dando alla fine corpo ai timo-ri formulati da Orazio un paio di secoli prima. Almeno nella parte orientale dell 'impero 1' elemento greco riprendeva il soprawento, creando cos insensibilmentele premesse della grande dislocazione politica che si sarebbe verificata nel corsodel iv seclo42 .La reazione pi decisa a questo orientamento di pensiero non tard a mate-rializzarsi in un articolo giustamente famoso di Ewen L. Bowie, apparso nel 1970nella importante rivista inglese Past and Present43. Il Bowie prendeva di petto ilproblema del rapporto che i greci avevano isti tuito col proprio passato nel periodo dell ' alto impero romano, facendo un' accurata ricognizione del complesso dellaproduzione storiografica dell ' epoca, o, per meglio dire, specialmente di quella parte di tale produzione che, per il fatto di non essersi conservata se non tramite sparse citazioni, era stata fino ad allora del tutto trascurata. Emergeva da questaricognizione che gli interessi prevalenti di questa storiografia erano rivolti all ' epoca clssica della storia della Grecia, con nessuna o scarsissima attenzione aglieventi che avevano fatto seguito alia conquista di Alessandro: in altri termini igno-ravan o, oltre 1' epo ca che noi chiam iamo ellenistica, Roma e i l suo imp ero. Qu estape r era solo una parte del lavoro del Bowie: lo studioso inglese prend eva in con-siderazione anche altri aspetti della vita cultrale dell ' epoca, e in particolare,ancora, la seconda sofistica; questa volta, per, per aturare 1' attenzione sui fatto,indubbiamente macroscpico, che nelP opera di rievocazione oratorio-scenografi-ca del passato greco, che aveva costituito 1' elemento pi caratteristico dell ' attivi-t cultrale dei sofisti di Filostrato, non aveva trovato spazio altro che la storia delquin to e del qu arto seclo, fino ad A lessandro. La sua interpretazione di questi con vergent (alme no in parte) fenomeni era che in realt i Greci di quest ' epo ca, be nlungi dal sentirsi pienamente gratificati dalP impero di Roma, e in esso perfectamente integrati, preferivano continuare a vivere nostlgicamente nel mondo fittiziodel loro glorioso passato, che i loro intellettuali, storici o sofisti che fossero, si pre-muravano di riproporre continuamente davanti ai loro occhi 44 .

    41. Facci riferimento alia formula {impero umanistico\> usata da S.M AZZARINO{L 'Impero romano . Roma 1962, 205-217) per definir lo stile di governo impriale da Adriano a Marco Aurelio; vd.anche il mi L' Italia nell ' impero "umanistico", in: AA.W.: Storia delL societ italiana, vol. 3 - La crisi del principato elasociet impriale. Milano 1996, 159-187, 165-168.42. Qu alche ann o pi tardi (1974) lo stesso BOWERSOCK coordiner i l volume Approaches to theSecond Sophistic (University Park), co n con tributi di P. De Lacy, C.P. Jon es , G. Ken ned y, B.P. Reardo n;ho notizia di un suo recente r ipensamento indito sui tema in una conferenza cantabrigense {TheSecond Sophistic Revisited, 1997): vd. S. SWAIN (d . ) . Dio Chrysostom . Politics, Letters, and Philosophy,Oxford 2000, Bibliography.43. Greeks an d their Past in the Seco nd Sophistic, P P46 (1970) 3-41 (poi in M. I. FINLEY (d.) :Studies in Ancient Society. London 1974, 166-209).44. Dei successivi studi del Bowie su questo tema r icordo in particolare The imp ortanc e ofsophists, res27 (1982), 29-59; Greek Sophists and Greek Poetry in the second Sophistic, ANRWI..I Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist. , H. antig. 19, 2001, pp. 165-188

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    176 PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (Ml SEC. D.C.)Al di l del contrasto sull' interpretazione da darsene, il tema delia rinascitadelia cultura greca in et impriale45 , eventualmente da porre in correlazione con

    la rifioritura dlia vita econmica e sociale dlie citt, specialmente d' Asia Minoree del Vicino Oriente, era a questo punto riproposto in maniera forte, e tale da ren-dere in certo senso urgente un riesame storico dlie personalit intellettuali pi significative del periodo, da Plutarco alio stesso Filostrato, passando attraverso Dionedi Prusa, Elio Aristide, Massimo di Tiro, Luciano, per fare qualche nome (e senzaconsiderare gli storici). II primo a mettersi su questa strada fu Cristopher P.Jones,un all ievo del Bowersock, i l quale pubblic nel 1971 un volume, Plutarch andRome, che pu ben essere definito il primo studio nel quale 1' intellettuale diCheronea inserito nel contesto storico del suo tempo, e la sua produzione valu-tata in funzione dei rapporti intrattenuti con 1' lite poltica romana. Anche se ledimensioni colossali delia produzione plutarchea stanno un po' strette nel quadroessenzialmente prosopografico disegnato dal Jones 46 , si tratta di un lavoro importante, ottimamente sintonizzato con le esigenze delia ricerca scientifica del momento. Da Plutarco il Jon es p asso al coev o D ione di Prusa (o C risostomo , giusta ladefinizione, presumibilmente contempornea al personaggio, che ne conserva pernoi i l retore Menandro), pubblicando nel 1978 un altro volume, dal t i tolo TheRoman World of Dio Chrysostom47 . Anche in questo caso 1' obiettivo era quello diestrapolare dall ' opera conservata dell ' autore antico quanto poteva pi immedia-temente servir a definirne la posizione nei confronti del mondo romano; e questa volta i risultati erano pi convincenti (dato anche, bisogna dire, i l minorespessore del personaggio rispetto a Plutarco, tanto per la quantit delia produzione conservata in s, quanto, e soprattutto, per i l peso che quest ' ult imo ha avutonella tradizione cultrale dell ' Occidente). Qualche anno pi tardi usc ancora unlibro del Jones su Luciano48 ; mentre assai pi di recente 1' inglese Michael B.Trapp ha riesaminato accuratamente la produzione di Massimo di Tiro 49 . Ad ElioAristide -il cui pi volte rcordato A Roma ha naturalmente beneficiato di parti-colari attenzioni fin dall ' ormai lontano 1953 (la data del famoso studio di J. H. O.Ol ive r )5 0- hanno ltimamente dedicato le loro cure in particolare i l francese

    (1989), 209-258; Past and Present in Pausania, in AA.W.: Pausanias historien (En treti ens sur 1'Antiquit Classique, t . XLI). Vandoeuvres-Genve 1996, 207-239-45. Su qu es to tem a vd. ora il mi o City and Cou ntry in Dio ' s Thought, in S. SWAIN (d . ) : DioChrysostom cit., 93-107, n. 1.46 . Com e fu osservato dal Ga bba, nella rece nsio ne citata supra, n. 22 (dove anche i r ifer imentibibliografici del libro di C. P. Jo ne s).47. Cam bridge Mass., 1978.48. Culture and Society in Ludan. Cam bridge Ma ss./Londo n 1986.49. In ques to caso si tratta per di una r icognizione a carattere principalmen te f i lolgico; un ' edi-z ione teubner iana dl ie Dissertationes (Stutgardiae Lipsiae, 1994), e una traduzione inglese dlie stes-se, con introduzione e note (Maximus of Tyre: The philosophical orations. Oxford 1997).50. The Ruling Power. A Study of the Roma n Empire in the Second Century after Christ throughthe Roma n Oration of Aelius Aristeides. Philadelphia 1953(TAPhA, n.s. 43.4); vd. poi M. PAVAN:Sul si-gnificato storico dell ' Encomio di Roma di Elio Aristide, PP83 (1962), 81-95; J. BLEICKEN, DerPreis desAelis Aristides auf das romische Weltreich. Gttingen 1966; F.VANNIER: Aelius Aristide et la domination

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    PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (I-II SEC. D.C.) 177Laurent Pernot51 e lo spagnolo Juan Manuel Corts Copete52 , all ievo di FernandoGasc, uno studioso sui quale torneremo pi avanti; e infine la personality e 1' opera di Filostrato, e pi particularmente la sua controversa creatura intellettuale, la giricordata seconda sofistica, sono state oggetto di numerse e approfondite ricercheancora di un inglese, Graham Anderson 53 .Ma per la molteplicit dei possibili approcci e valenze documentarie offerte,nonch per il fatto di essere collocato cronolgicamente all ' inizio del periodo, 1'autore forse pi significativo, dal punto di vista storico, di questa serie resta Dionedi Prusa, sul quale ora pi analiticamente ci soffermeremo. Nel 1978, 1' anno dellibro del Jones, uscirono su di lui anche altri contributi originali, segnando 1'inizio,come ha ltimamente sottolineato in un notevole studio Simon Swain54 , di unariflessione su questo scrittore pi moderna e storicamente awertita, che lo riscat-tava da un oblio di diversi decenni. Oltre al mio volume gi citato, vedeva infattila luce 1' importante saggio di John Moles su The Career and Conversion of DioChrysostom 55 , e qualche anno dopo i l volume La poltica e il potere. Saggio su

    romaine d ' aprs le discours Rome,DHA 2 (1976), 497-506; 1' edizion e, con introduz ione, tradu zion etedesca e o t t imo commento d i R . KLEIN {Die Romr ede des Aelius A ristides. Darmstadt 1993); e ult ima-mente K. BURASELIS: Aelius Aristides als Panegyriker und Matiner. Von Thorie und Praxis des politisch-sozialen Gleichgewichts im griechischen Osten in der Kaiserzeit, in W. SCHULLER (d . ) : PolitischeThorie und Praxis im Altertum. Da rmsta dt 1998, 183-203.51. Ol t re a i l ' ed iz ione (e t raduzion e) de i Discorsi siciliani (1981), e la cura degli loges grecsde Rome . Discours traduits et comm ents. Paris 1997, vd. la voce Aristide (P. Aelius), n e l Dictionnairedes philosophes antiques diretto da R. Gou let , I. Paris 1989, 358-366. I l Pern ot ha com un qu e in teres si prevalentemente retorico-letterari , piuttosto che storici ( la sua opera di maggiore impegno La rhtorique de I' loge dans le monde Grco-Rom ain, t t . i-n. Paris 1993), e ten de a dare un p es o a mioparre eccessivo alla dimensione retorica degli autori dlia nostra poca: vd. in particolare i l saggioLa Rhtorique de 1 ' Empire ou comment la rhtorique grecque a invent 1 ' Empire romain, Rhetorica16 (1998), 131-148.52 . Elio Aristide. Un sofista griego en el Imperio R omano, Ma drid 1995. Il Corts ha poi cur ato ivoll. iv e v dei Discursos di Elio Aristide per la Biblioteca Clsica Gredos ( introduzioni, trad, spagnolee note, Madrid 1997 e 1999, r ispett ivamente) . Benemrito di Elio Aristide naturalmente Charles A.Behr, ch e - a parte 1' ediz ione in corso di tutta 1' op era dell ' auto re, co n F. W. Lenz, presso 1' ed. Brill -ha tra 1' al tro pro do tto una tradu zione inglese in due volumi, corred andola di un r icco co m m ent o(Leiden 1981; 1986).53. Del ia sua vasta p rod uzio ne (che ha preso le mo sse da Luciano) r icordo so lo c i che mipare p i per t inen te a l p resen te con testo : Philostratus. Biography and Belles-Lettres in the T hirdCentury A. D. London 1986; The Pepaideumenos in ac t ion : sophis ts and the i r ou t look in the Ear lyEmpire,ANRW2.33-1 (1989), 79-208; The Second Sophistic: some problems of perspective, in D. A.RUSSELL(d . ) :Antonine Literature. Oxford 1990, 91-100; The Second Sophistic. A Cultural Phenom enonin the Roman Empire, Lo n d o n /New Y o r k 1 9 9 3 ; Sage, Saint and Sophist. Holy men and their as sso-ciates in the Early Roma n Empire. Lon don/N ew Y ork 1994 . Ma sug li aspet ti ideo log ic i de l l ' ope ra d iFilostrato vd. ora anche J.-J. FLINTERMAN: Power, Paideia Pythagoreanism . Greek Identity, Conceptsof the Relationship Between Philosophers and Monarchs and Political Ideas in Philostratus' Life ofApol lon ius . Amsterdam 1995 .54 . S. SWAIN: Reception and Interpretation, in S. SWAIN (d . ) : Dio Chrysostom cit., 13-50, 35 sgg.(questo volume raccoglie i testi delle relazioni presntate al Dio Day organizzato dallo stesso Swainnel giugno del 1998 presso All Souls College ad Oxford).55 . JHS9 8, 1978, 79-100.

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    178 PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (HI SEC. D.C.)Dione di Prusa, di Giovanni Salmeri56. Dal complesso di questi lavori, e di altri cheseguirono 57, la personality dell ' intellettuale bitinico riemergeva sempre pi chia-ramente come momento centrale delia storia dei rapporti fra cultura greca e poli-tica romana in et impriale: risultava in effetti che da lui, in certo senso meglio chedalP enciclopdico Plutarco, poteva essere datato l ' inizio di quel periodo di com-pen etrazione fra i due elem enti che era destinato a segnare profun dam ente, comeabbiamo osservato sopra, gli sviluppi storici successive Gli scritti che di lui si con-servano -che sono per lo pi i testi di discorsi realmente pronunciati in vare occa-sioni pubbliche- consentivano di apprezzare una serie di fenomeni ri levanti dalpunto di vista storico, che vanno al di l dei veri e propri contenuti di pensiero chein essi sono proposti. Essi facevano vedere il conseguimento di posizioni di prestigio sempre pi elevate -certo non esenti da rischi di cadute- presso i palazzi delpotere romano da parte dei maggiorenti delia societ ellenistica; la persistenza e lavitalit, ma anche i limiti (forse prowidenziali, a parre di Plutarco), della vita poli-tica cittadina nella parte orientale dell ' impero; lo sfondo socio-economico, spessodifficile e contrastato, di questi contesti urbani; lo sforzo degli intellettuali greci didare una ragione e una legittimazione, a certe condizioni, al potere personale delprincipe; 1' intento di almeno alcuni di loro di costruire un linguaggio, e unamodalit di presenza e intervento publico, capaci di assicurare la comunicazionefra i ceti sociali delle citt d' Oriente; 1' orgoglio diffuso, in queste stesse aree, diappartenere alia cultura greca e la volont di presrvame i valori, eventualmenteanche contro quelli romani; infine -ma non per ult imo- 1' emerger, accanto alieforme tradizionali di devozione, di esigenze religiose nuove, apparentemente sin-tonizzate sulla dimensione ecumnica della realt politica romana. Su molti diquesti punti appariva evidente una consonanza di fondo con Plutarco, anche se inuna dimensione per cos dire pi militante, e meno intellettualistica; rispetto aDionigi, poi, la prospettiva era per cos dire rovesciata: non si trattava pi di con-vincere i greci che i romani erano pi greci di loro, ma di convincere i romani chenon esisteva alternativa alla cultura greca.Giovanni Salmeri, allievo di Mario Mazza, in seguito trapiantato a Pisa, si spe-cialmente incaricato di mostrare pi puntualmente come tra i Flavi e gli Antoninisi sia awiato e abbia poi assunto caratteri macroscopici il processo di acquisizio-ne della cittadinanza romana da parte degli esponenti delle lite politiche delle citt greche dell ' Oriente ellenizzato, e di successivo loro inserimento nei puntinevralgici dell ' amministrazione e dell ' organizzazione militare romana 58 . Lo stu-dioso ha in questo modo raccordato con indicazioni ricavabili dagli scrit t i dionei

    56 . Catania 1982. Non do vrebb ero per essere dimenticati nepp ure gli studi sui discorsi sullaregalit e i diogenici, 1'O lmpico, ilBoristenitico, e 1'Euboico, pubblicati tra il 1976 e il 1977 sulle rivis-te Eos e Meander, dello studioso polacco Marian Szarmach; essi sono rivelatori del prevalere di un interesse storico, anzich f i lolgico, nelT approccio a Dione, anche se non sono in grado di indicarne i lcontesto cultrale.57 . Vd. in particolare K. BLOMQVIST: Myth and Moral Message in Dio Chrysostom. A study in Dio'smoral thought, with a particular focus on his attitudes tow ards wome n. Lund 1989.58. Vd. Dalle prov ince a Roma: il rinn ova me nto de l senato, in Storia diRoma 2, //cit., 552-575.

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    PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (HI SEC. D.C.) 179(e plutarchei), ma soprattutto con la teorizzazione poltica dell ' A Roma di ElioAristide, la quantit sempre crescente, specie in mbito microasiatico, di materialeepigrfico che consente di toccare con mano il fenmeno 59 . E nella stessa direzio-ne si sono mossi anche altri giovani studiosi italiani, tra i quali voglio ricordare quisoprattutto Domitilla Campanile, che ha studiato il rulo giocato da un' istituzioneprovinciale come 1' asiarchia nel promuovere il lealismo romano della provincia d'Asia60 . Pi specificamente dedicati al tema della persistenza della vita politica cit-tadina nelle citt dell ' Oriente ellenizzato sono viceversa gli studi recenti di ArielLewin, che ne ha seguito le vicende fino all ' poca tardo-antica e proto-bizantina 61 .Naturalmente su un tema come questo, per il quale la testimonianza offerta daDione (specie nei Bitinici)62 e da Plutarco (e una o due generazioni pi tardi daElio Aristide) per nostra fortuna integrata, per cos dire eparte imperii, da quelladel dcimo libro dell ' Epistolario di Plinio il Giovane, governatore straordinariodella Bitinia, non possibile non ricordare, tra gli studi italiani pi significativi,quello pi lontano nel tempo di Leandro Polverini 63 . Ed infine ad una studiosa

    59 . Una r icognizione anali t ica del lavoro che si svolge in que sto m bito, sia per la vera e propriaindagine archeologica che per la pubblicazione dei testi , non possibile in questa sede: mi l imito a r in-viare, per quanto riguarda 1' attivit italiana, al censimento, svolto a cura di Cinzia VISMARA (con la colla-borazione di Rita Sanna) Le ricerche sulla province romane nelle Universit italiane (1990-1994),pubblicato nel 1995 presso 1' Universit di Sassari (per le province orientali, 45 sgg.).60 . Isacerdoti del koinon d' Asia 0 sec. a.C. - m sec. d.C). Contributo alio studio della romaniz-zazione delle litesprovinciali nell' Oriente greco. Pisa 1994. I l volume apparso (come vu) nella serieStudi ellenistici, curata da Biagio Virgilio; si tratta di una collana che mrita di essere qui segnalata inquanto taie, perch ha regularmente lasciato un certo spazio, direi sempre crescente, anche a proble-mi dell ' ellenismo di et romana (ricordo il saggio su L'iscrizione neroniana sulla liberta ai Greci, chela stessa CAMPANILE vi ha pubblicato nel vol. ni, del 1990; pi di recente, nel vol. XII, del 1999, sempredella CAMPANILE, La costruzione del sofista. Note sui io di Polemone, que llo di E. FONTANI, II filelle-nismo di Antonio tra realt storica e propaganda polit ica: le ginnasiarchie ad Atene e ad Alessandria,e quello del Salmeri citato infra, alla n. 62; e infine, nel vol. xm, del 2 001, il saggio d i A. Prim o gi citato alla n. 38, e altri di C. P.Jon es, ancora D. Camp anile, e L. Boffo) .61. Assem blepopolari e lottapolitica nelle citt del impero romano. Firenz e 1995; vd. gi Studisulla citt impriale romana nell' Oriente tardoantico, Co mo 1991, e ora Illusioni e disillusioni di un acitt libera nell ' impero romano, Mediterrneo Antico 2 (1999), 557-574. Fuori d' Italia si devono seg-nalare su questo tema almeno le indagini di F. QUASS{Die Honoratiorenschicht in den Stadten des grie-chischen Os tens: Untersuchunge n zur politischen und sozialen Entwicklung in hellenistischer undrmischer Zeit. Stuttgart 1993), e, limitatamente all ' Asia Minore, di H. W. PLEKET (ltimamente PoliticalCulture and Political Practice in the Cities of Asia minor in the Roman Empire, in W. SCHULLER (d.) :Politische Thorie cit., 204-216), e S.MITCHELL(Anatolia: Land, Men and Gods in Asia Minor, vol. i. TheCelts in Anatolia and the Impact of Rom an Rule. Oxford 1993, specialmente 198-226). Vd. anche, specificamente per Efeso, G. M.ROGERS: The Sacred Identity of Ephesos. Foundation Myths of a Roma n City.London/New York 1991 .62. Per i quali vd. ora il testo (in tradu zion e francese), le single intro duzio ni e i ricchi com me ntidi M. CUVIGNY (Dion deP ruse, Discours bithyniens. Paris 1994). Un r iesame de i Bitinici ha svolto ltimamen te G . SALMERI (Dio, Rome, and the Civic Life of Asia Minor, in S. SWAIN(d.) : Dio Chrysostom cit.,53-92; tradotto in italiano come La vita politica in Asia Minore sotto 1' impero romano nei discorsi diDione di Prusa, in B. VIRGILIO (d . ) : Studi ellenistici xii. Pisa-Roma 1999, 211-268).63. Le citt del l' im pe ro nell' Epistola rio di Plinio, in Contributi dell' Istituto di Filologia Clssica- Sez. di Storia Antica, Vol. prim o. Milano 1963, 137-236. Non certo un caso ch e lo stesso Polveriniabbia negli ult imi anni dedicato particolare attenzione alla personalit scientif ica del ROSTOVZEV (vd. daultimo Rostovzev e De Sanctis, in A. MARCONE (d.) : Rostovtzeffe I' Italia cit., 97-113). Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist ., H. a antig. 19, 2001, pp. 165-188

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    180 PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (I-II SEC. D.C.)italiana di grande versatilit, i cui interessi pi forti sono peraltro legati aile pro-blematiche del tardo-antico, Lellia Cracco Ruggini, che si deve (1987) quella che sideve considerare ancor oggi la presentazione sinttica pi esauriente del fenmeno cit t neu' impero romano 64.L' elaborazione di una teoria monarchica, atta a fornir un supporte ideolgico al potere personale che si era instaurato in Roma, un altro dei campi per iquali 1' opera di Dione costituisce, come si accennato prima, un elementoimportante di ricostruzione storica. In questo caso, si pu anzi dire che i quattrodiscorsi dionei Sulla regalit rappresentano i l documento greco pi ant ico (non il caso di entrare qui in una discussione circa la datazione dei frammenti neo-pitagorici di Stenida, Ecfanto e Diotogene), e comunque il pi ricco per noi dis-ponibile, destinato a costituire un punto di riferimento essenziale per tutta 1' etbizantina. Anche per questo tem a, du nq ue, 1' indagine su Dion e ha offerte aglistudiosi italiani, non meno che a quelli stranieri, elementi preziosi di riflessione:si devono a tal proposito segnalare gli studi analitici condotti dal gi menzionatostudioso inglese John Moles65 , nonch il volume delia spagnola Maria Jos Hidalgode la Vega, direttore di questa Rivista, dedicato ad una ricognizione a tutto campo del rapporte fra intellettuali (greci e romani) e potere autocratico impriale, apartir da Seneca e fino a Giuliano 66 . In verit quello che emerge come un elemento ancora pi significativo da molti testi dionei la rivendicazione di un piampio spazio per una figura di intellettuale (filosofo, per usare il termine originale) che si sente impegnato a svolgere un molo decisivo nella societ, sia comeconsigliere e suggeritore dell ' imperatore, sia come guida ed educatore, ma ancheeventualmente stimolatore, e al l imite sommovitore, delle popolazioni cit tadine(della sua citt o di altre) e non cittadine 67 . In parte questo ruolo ricopre quellotradizionale (specialmente, ma non esclusivamente, platnico) del filosofo impegnato

    64. La citt rom an a del l' et impriale, in P. Rossi (d .):Modelli di citt. Strutture efunzionipolinche. Torino, Einaudi, 1987, 127-152. Di lei vd. anche, fra i molti contributi sulle citt delT impero, quelli pi specificamente dedicati aile citt orientali: La vita associativa nelle citt dell ' Oriente greco: tra-dizioni locali e influenze romane, inAssimilation et rsistance la culture grco-romaine dans le m onde ancien. Travaux du vf Congrs Internationale d' tudes Classiques (Madrid, Septem bre 1974).Bucuresti-Paris 1976,463-491; e in anni successivi Nuclei immigrati e forze indigene in tre grandi centri commerciali dell ' impero, in J. H. D' ARMS - E. C. KOPFF (edd .) . The Seaborne Commerce of AncientRom e: Studies in Archaeology and History. Roma 1990, 55-76.65. The Date and Purp ose of the Fourth Kingsh ip Or ation of Dio Chrysostom, ClAnt 2(1983), 251-278; The Addressee of the Third Kingship Orations of Dio Chrysostom, Prometheus10 (1984), 65-69; The Kingship Orations of Dio Chrysostom, Pap. of the Leeds Intern. Lat. Seminar(1990), 297-375.66. El intelectual, la realeza y el poder poltico en el imperio rom ano. Salam anca 1995; di lei vd.inoltre il pi recente contributo La teoria monarchica e il culto impriale, in S. SETTIS (d.) . / Greci.Storia Cultura Arte Societ 2. Una storia greca m. Trasformazioni, cit., 1015-1058, e l'ine dito Identidadgriega y poder romano en el alto imperio: frontera en los espacios culturales e ideolgicos, relazionepresentata al m Congreso de Historiadores del mu nd o griego antiguo, in stampa nei relativiAtti, che hopotuto leggere per la cortesia dell ' Autrice.67. Vd. J. HAHN: DerPh ilosoph und die Gesellschaft. Selbstverstndnis, ffentliches Auftreten undpopulare Erwartungen in der hohen Kaiserzeit. Stuttgart 1989- Edicione s Unive rsidad de Salama nca Stud, hist., H. a antig. 19, 2001, pp. 165-188

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    PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (I-II SEC. D.C.) 181neu' organizzazione dlia polis68 ; ma ora c' la novit rilevante rappresentata dalfatto che il filosofo ritiene di dover operare anche a livello, per cos dire, di cosmopoli -e questo indubbiamente col legato con le nuove dimensioni del l ' organizzazione polit ica romana. Anche in questo caso 1' indagine su Dione i l puntodi partenza pi ap prop riate 6 9- come sapeva Filostrato, e nonostante che Filostratopo ng a Dio ne, in qu anto fi losofo, al l imitare delia sua espo sizione - p e r affronta-re nel modo migliore un fenmeno di pi larga portata, quello delia gi ricorda-ta seconda sofistica.Quello che ci si pone qui naturalmente il problema delia funzione sociale epolitica (per riprendere il sottotitolo dell ' importante libro recente di ThomasSchmitz)70 di quello che fu storiograficamente identificato proprio da Filostratocorne il fatto socio-culturale pi caratteristico dell' poca che ci interessa. Il dibat-tito attualmente in corso -che peraltro riprende nell ' essenziale quello acceso acavallo tra Otto e Novecento in Germania- circa 1' utilit di questo concetto sto-riografico di seconda sofistica non vale (mi pare) a oscurare il fatto che per granparte del secondo seclo la societ impriale visse in una condizione largamentegeneralizzata di pace esterna e di rdine interno, e che, per quanto riguarda ilsecondo punto, un rulo importante vi gioc il lealismo nei confronti di Roma cheP lite cultrale e politica dlie province voile e seppe istillare nelle popolazionidell ' impero stesso. Mi sembra in effetti poco plausibile P ipotesi secondo la quale il consenso a Roma sarebbe state limitato a queste lites, che sarebbero dunque,in quanto depositarie dell ' arte delia scrittura letteraria, le sole responsabili dliacreazione del mito storiografico dell ' et d' o ro dell ' impero, g iunto attraverso i lorotesti fino a Gibbon, Rostovzev, e ai nostri giorni. Ragionare in questi termini significa esagerare P importanza del prodotto letterario, che del resto non apparesmentito in maniera significativa, ma anzi confermato, da altri tipi di documenta-zione disponibile per quel periodo; significa anche dimenticare che quella stessaletteratura conserva pure tracce di atteggiamenti di riserva, o di aperta critica, neiconfronti di determ inati asp etti del d om inio rom ano ; e significa infine sotte valu tare la dimensione propriamente comunicativa, o addirittura spettacolare, di granparte di quella produzione.Un altro importante l ibro, Hellenism and Empire di Simon Swain71 , uscitopi o meno contemporneamente a quello dello Schmitz, ha posto al centro delPattenzione proprio i l problema del l inguaggio degli scrit tori a noi conservad diquest ' poca, da Plutarco a Cassio Dione: un linguaggio che manifesta indubi-tabi lmente tendenze fort i a l la conservazione, e una ri lut tanza a recepire le

    68 . G. CASERTANO (d.) : I ilosofi e ilpotere nella societ e nella cultura antiche. Napoli 1988 (per1' et clssica e ellenistica); sull ' ampio arco dell ' et impriale P. BROWN - L. CRACCO RUGGINI - M. MAZZA:Governanti e intellettuali, poplo di Roma epoplo di Dio (i-vi seclo). Torino 1982.69- Vd. il mio Dione cit., 469-503; e di seguito Tipologia e variet di funzione comunicativa degliscritti dionei, ANRW2.33.5 (199D, 3903-3959.70 . Bildung und Mach. Zursozialen undpolitischen Funktion derzweiten Sophistik in dergrie-cbiscben Welt der Kaiserzeit. Mnchen 1997.71 . Hellenism a nd Empire. Language, Classicism, and Power in the Greek World, AD 50-250.Oxford 1996; vedi la mia recensione di quest' opera in Mediterrneo Antico 1 (1998), 15-22. Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist., H.a antig. 19, 2001, pp. 165-188

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    182 PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (HI SEC. D.C.)trasformazioni del greco parlato, quali sono a noi note dalla documentazionepapirologica e anche epigrfica. Si vede qui in azione 1' atticismo, la variante let-teraria del classicismo, che potenzialmente in grado di provocare, e che provo-cher in effetti in epoche successive, una sorta di dissociazione fra lingua scritta elingua parlata, con con segu enze rilevanti, in senso negativo, dal pu nto di vista deliacoesione del tessuto sociale delle comunit greche. Sembra tuttavia ragionevolepensare che questa dissociazione non sia un fenmeno che appartiene al nostroseclo; o per lo meno che il mondo della cultura -se mi si passa quest' espressio-ne semplificatoria- non abbia in quest' poca una base talmente ristretta (in sensoqualitativo e quantitativo) da precludere la circolazione dei messaggi in lingua greca (lascio qui da parte la questione dei messaggi extra-linguistici, principalmentefigurativi) nella gran parte del' area geogrfica vicino-orientale dominata da Roma,e nella gran parte della popolazione ivi residente. Non si spiegherebbe altrimentila dimensione oratoria, che abbiamo gi rilevato, degli scritti dionei (ma anche dialcuni di quelli di Elio Aristide); la quantit di allusioni dello stesso Dione ad altrioratori (filosofi, sofisti, o cinici che siano) operanti sulle piazze delle citt greco-orientali; 1' imp ortanza che Plutarco attribuisce nei Precettipolitici alia necessit diuna preparazione oratoria per i politici cittadini; e infine -e soprattutto- 1' attivitstessa degli intellettuali della seconda sofistica, quale la troviamo descritta inFilostrato72 . La dimensione scenica delle loro prestazioni sembra implicare vasti udi-tori, n il bigrafo omette di sottolineare in varie occasioni la grande affluenza dipubblico ai loro spettacoli vocali.Una volta di piu, la documentazione epigrfica, ma in questo caso anche quel-la architettonica e topogrfica, danno inoltre ampia prova della presenza cospi-cua, nelle citt nelle quali si svolge 1' attivit di questi sofisti, di occasioni festive, e di strutture monumentali pubbliche, atte ad ospitare questo tipo di spettacoli(oltre a quelli ginnici, e a quelli propriamente musicali)73 . Resta il fatto che ogget-to (o protagonisti) di queste prestazioni, quando, come quasi sempre, hannoargomento storico, sono momenti ed episodi della grande storia clssica greca; maci deve a mi parre essere interpretato n on nel senso di un nostlgico rimpiantodel passato, quanto come richiamo forte ad un' identit di tipo nazionale, e insie-me come espediente necessario dal punto di vista comunicativo (dal momentoche quelle storie dovevano essere presunte note a tutti o alia gran parte degli spet-tatori). Naturalmente il riferimento a momenti importanti della storia nazionalegreca poteva assumere valenze polit iche, eventualmente anche di contestazionedel dominio romano: in un noto passo deiPrecetti politici (8l4a-c) Plutarco rac-comanda al suo politico idale di scegliere con cura gli esempi storici da usare neidiscorsi pubblici, lasciando gli altri alie scuole dei retori: ci al fine di evitare conseguenze indesiderate, e pericolose per la cit t. Anche Dione (34.48 sgg.; 38.24sg.) denuncia 1 ' uso improprio del grande passato greco, che viene richiamato

    72 . Vd. il mi Filostrato: la con tem por ane it del pass ato greco, in F. GASC-E. FALQUE (eds . ) :ElPasado Renacido. Usoy abuso de la tradicin clasica. Universidad de Sevilla 1992, 55-7073- Vd. specialm ente M. WRRLE: Stadt undFest im kaiserzeitlicben Kleinasien. Studien zu eineragonistischen Stiftung aus Oinoanda. M nche n 1988. Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist. , H.a antig. 19, 2001, pp. 165-188

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    PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (HI SEC. D.C.) 183per alimentare e legittimare sciocche contese intercittaciine. Su questo tema si spec ia lmente soffermato uno s tudioso spagnolo di grande va lore , FernandoGasc 74 , che ha indagato anche altri vitali aspetti delia grecit di et impriale 75,e la cui prematura scomparsa ha costituito un grave danno per lo sviluppo deglistudi in questo settore 76 . In ogni caso questa presenza consistente del passatonella vita quotidiana, per cos dire, del mondo cittadino greco pu essere consi-derata il pi appropriato contesto cultrale di quella fioritura storiografica che,come abbiamo visto all ' inizio, caratterizza quest' poca. In effetti gran parte diquella produzione volta al ripensamento e alia riscrit tura di eventi e personali-t di un passato lontano, s ia greco che romano (non bisogna dimenticare inquesto quadro 1' opera biogrfica di Plutarco, che anzi in certo senso 1' iniziatoredi questo processo, da lui posto sotto 1' egida del parallelismo fra le due culture) 77 ;anche se, come ho avuto modo di sottolineare in altre sedi, questo non significache sia mancata una storiografia del contemporneo 7 8 .Pu sorprender che Dione -come del resto, ancora una vol ta , Plutarco- nonci fornisca i l minimo indizio di conosc enza di quella che p er noi la gra nd e n ovi-t in gestazione dell ' poca: il cristianesimo. A poco a poco cominciano a filtrareal loro tempo le notizie del diffondersi di questa nuova religione -una tra le tante,in verit, che si affiancano al vecchio pantheon ufficiale classico (greco e romano),

    74 . Il pi im po rtan te e pi ricco forse 1' ultim o dei suo i contrib uti: Vita della polis di et r om ana e memoria della polis clssica, in S. SETTIS (d.) : / Greci. Storia Cultura Arte Societ 2. Una storiagreca m. Trasformazioni, cit., 1147-1164; ma vd. gi Maratn, Eu rim edo nte y Platea (Pra ec. ger. rei p.8 l4a-c>, in Estudios sobre Plutarco: obra y tradicin. Mlaga 1990, 211-215; e 1' edizio ne com me ntatade i Precetti, con introduzione e traduzione spagnola (Plutarco, Consejos polticos, Madrid 1991). Bisognaper r icordare anche, in questo contesto, gli studi precedenti di due studiosi francesi , J.-C. CARRIRE(propos de la poli t ique de Plutarque, DHA 3 (1977), 110-121), e M. H. QUET (Rhtorique, culture et polit ique. Le fonctionnement du discours idologique chez Dion de Pruse et dans le Moralia de Plutarque,DHA 4 (1978), 51-117).75 . Della sua prod uzio ne, vasta non osta nte la r istrettezza del tem po che gli stato con ces so, mil imi to a menzionare ancora Casio Dion. Sociedad y poltica en tiempo de los Severos. Madrid 1988;Ciudades griegas en con flicto (s.i-ui d.C), Ma drid 1990; la cura del i (insiem e ad A. Ram rez de Verger)e de l m volume dei Discursos di Elio Aristide per le edizioni Gredos ( introd., trad, spagnola e note) ,Madrid 1987 e 1997, rispettivamente. Una nutrita serie di suoi scritti stata raccolta per cura di J. AlvarEzq uerr a, F. J. Lomas S almo nte, A. Loza no Velilla, D. Plc ido Su rez (F. GASC: Opuscula selecta.Sevilla - Huelva 1996). Forse giusto ricordare qui che a lui un gruppo di amici italiani (oltre ai cura-tori, D. Foraboschi, E. No, R. Scuderi, A. Grilli, D. Magnino, D. Ambaglio, L. Boffo, A. Guida, L. CraccoRuggini) hanno dedicato una raccolta di studi, che vertono per lo pi sugli argomenti toccati in questo saggio : Italia sulBaetis. cit. (n. 30).76 . Alm eno du e dei suoi allievi, il gi citato Jua n Manu el Corts Cop ete e Patr icio Gu inea, ass i-curano per fortunatamente la continuazione del suo indir izzo di r icerca.77 . Vd.u ltimam ente il mi L' im pero biling ue e il parallelism o greco-romano, in S. SETTIS: I Greci.Storia Cultura Arte Societ 2. Una storia greca m. Trasformazioni, cit., 909-938 , 932-93 6.78 . Vd. Passato e pre se nte nella storiografia grec a alto-imperiale, in: Chaire, n Reunin deHistoriadores del mundo griego antiguo (Sevilla, 18-21 de diciembre de 1995). Hom enaje al ProfFernando Gase. Sevilla 1997,365-371; Quale storia per i Greci nelP Impero romano?, in A. BARZAN- C. BEARZOT - F. LANDUCCI e tc . (edd .) : Identita' e valori. Fattori di aggregazione efattori di crisi nell'esperienza poltica antica (Bergamo, 16-18 dicembre 1998). Roma 2001 , 171-181; The meaning ofGreek historiography of the Roman Imperial Age, Relazione al Congresso di Lund, 25-28/vi/98 suGreek Romans Or Roman Greeks? ( in stampa negli AM de l Convegno) . Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist ., H. a antig. 19, 2001, pp. 165-188

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    184 PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (I-II SEC. D.C.)e alia fine lo soppiantano. Ma per gran parte del seconclo seclo le testimonianzache ne abbiamo continuano a provenire in larghissima maggioranza dal contestocultrale del cristianesimo stesso, e configurano un mondo per cos dire separatorispetto a quello a noi noto dalle tradizionali fonti pagane, che anche quando nefanno menzione non gli attribuiscono alcuna posizione di rilievo rispetto ad altremanifestazioni religiose, vecchie e nuove79 . Quello che viceversa queste fonti cipropongono il profondo travaglio delia religione tradizionale, che appare attra-versata da fermenti innovativi, sia in senso razionalistico (penso ad esempio all 'Olmpico di Dione e a molti scritti plutarchei di argomento religioso)80 che in senso intimistico (e in questo caso penso aiDiscorsi saet di Elio Aristide)81 ; talora apertamente screditata, del resto non pi di altre esperienze religiose (Luciano); main ogni caso mantiene costantemente, in concomitanza con la formula politico-reli-giosa d el culto impriale, la sua fun zione di pun to d i riferimento civico e di lealis-mo all ' Impero, pur in mezzo al pullulare di culti e forme religiose nuove, o pisemplicemente trasposte nella societ impriale da sedi originarie le pi vare, spe-cialmente orientali . Si tratta di un quadro certamente contraddittorio, che preparaquella che -a partir dal regno di Marco Aurelio- stata felicemente definitacome an age of anxiety82. Non pretendo, per difetto di competenza, di tentare unarassegna neppure sommaria degli studi italiani o internazionali in questo settore, emi limito a ricordare, in segno di deferenza per questa Rivista, che si tratta di uncampo nel quale gli studiosi spagnoli si sono specialmente distinti83 . Per quantoriguarda 1' Italia, molti degli studi che possono interessar i l nostro tema si

    79- Vd. la pregev ole raccolta (corredata da introduzioni, tarduzioni e note ) che ne ha curato PaoloCarrara per la Biblioteca Patr ist ica dell ' editore Nardini (I pagani di fronte al cristianesimo.Testimoname dei secoli i e ii. Firenze 1984). Un discorso a s va fatto naturalmente per 1' ti9f)Ayo di Celso (vedi 1' ottima racco lta dei relativi frammenti, in traduz ione italiana, con am pia introdu -zione storica e filolgica e commente, curata da G. Lanata, Milano 1987; e ltimamente M. FREDE,Celsus' Attack on the Christians, in J. BARNES-M. GRIFFIN (edd .) : Philosophia Togata n. Plato andAristotle at Rome. Oxford 1997, 218-240), la cui cronologia resta d' altra parte incerta.80. Vd. i miei Religione e politica nell ' Olim pico di Dione, QS15 (1980) , I4 l - l6 l ; Dione uomoreligioso, in stampa negli Atti del Congresso di Huelva (10-13/xn/1998) su Divinas dependencias.Individuos, santuarios y comunidades (GIREA XXV-ARYS vu); Il De defectu oraculorum e la crisi delia religione antica in Plutarco, in E. GABBA, P. DESIDERI, S. RODA (edd .) : Italia sul Baetis cit., 91-102.8 1 . Vd. 1' ott ima traduzion e i taliana, con co mm ent e, che ne ha dato qualch e ann o fa S. Nicosia(ELIO ARISTIDE: Discorsi sacri. Milano 1984); importante anche 1' Introduzione.82. E. R. D O D D S : Pagan and Christian in an Age of Anxiety, some aspects of religious experiencefrom Marcus Aurelius to Constantine. Cam bridge 1965 (trado tto in italiano col titolo Pagani e cristianiin un'epoca di angoscia. Aspetti dell' esperienza religiosa da Marco Aurelio a Costantino. Firenze 1970).Per un pi aggiornato approccio (di t ipo sociolgico) vd. ora R. MACMULLEN: Paganism in the RomanEmpire. New Haven and London 1981 .83 . Tra i molti scritti in pro pos ito di M. J. Hida lgo de la Vega (che ha parti cula rm ente app rofo n-dito 1' indagine su Apuleio), ricordo qualcuno dei pi recenti, relativi alla societ ellenistica impriale:Apolonio de Tiana, mago u hombre divino?, in: il Congreso Peninsular de Historia Antigua. Coimbra1993, 193-216; La nov ela griega co m o veh iculo de pr op ag an da religiosa, in: n Encuentro deARYS:Forma s de difusin de las religiones antiguas, Madrid 1993, 197-215; La funcin de lo s milagro s en lasociedad romana imperial, inM.I . LORING (d.) : Homenaje al Profesor Abilio Barbera Madrid 1997, 329-

    348.Vorrei per r icordare anch e i volumi co llettanei La conversin de Roma. Cristianismo y Paganismo Edicio nes Univ ersidad de Salam anca Stud, hist., H.a antig. 19, 2001, pp. 165-188

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    PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (I-II SEC. D.C.) 185concentrano sugli scritti plutarchei84 ; ma sono naturalmente att ivi anche autonomiindirizzi di ricerca di storia religiosa, tra i quali quello che si richiama al magisterodi Ugo Bianchi appare il pi suscettibile di incrociare alcune delle tematiche storiette pi rilevanti che abbiamo finora evidenziato.La rpida ricognizione sopra delineata serve, spero, ad indicare motivazioni ecaratteri delP indagine, sviluppatasi negli ultimi decenni in Italia (e fuori d' Italia),attorno ad una societ e ad un mondo cultrale - 1 ellenismo di et impriale- chesono venuti sempre pi configurandosi come un soggetto storico specifico, sia neltempo che nel lo spazio, pur ai l ' interno di un contesto pol i t ico - 1 impero roman o - che su entrambi i piani lo travalica85 . E' in certo senso un soggetto che esprime di per s, in quanto indirizzo di ricerca storica, 1' interesse prevalente per ilmomento socio-culturale piuttosto che per quello polit ico-isti tuzionale o econmico; col che non si vuole, beninteso, sminuire 1' importanza di questi altri momen-ti, ma solo affermare di ciascuno 1' autono mia, che n on eselude aspetti an chesignificativi di sovrapponibilit reciproca. E' anche il soggetto -come abbiamo girilevato- che consente di mettere nel modo migliore a parti to una massa di testi-monianze letterarie che incomparabilmente pi ricca di quella contemporneadell ' Occidente, e nella quale comunque incastonata una buona parte delladocumentazione necessria per sostanziare anche ricerche di altro genere relativealla parte orientale dell ' impero di Roma.Senza mettere in discussione il peso delT architettura giuridica e amministrati-va delP impero, e dei suoi fondamenti costituzionali e militari, o per altro versodelle sue strutture materiali (economiche), dunque opportuno rilevare che lasociet greco-orientale si ritagliata entro e fuori questi ambiti un suo spazio e suepeculiari modalit di vita collettiva, tali da poter risultare compatibili con le sue tra-dizioni, e con le sue aspettative di futuro. L' impero non ha ostacolato -n ce nesarebbe stato motivo, nella misura in cui non erano contstate le stratgie delgoverno romano e le sue scel te pol i t iche di fondo- questo processo di autoiden-tificazione del mondo ellenizzato, che ha approfittato talora delle strutture dall 'impero stesso create, e che ha poi finito per fare una realt a s stante di tuttauna porz ione importante de l suo dominio, producendo una divar icaz ione cheda un certo momento in poi non pi stata control labi le . Ma questo esi to

    (a cura di J. M. Candau, F. Gase, A. Ramrez de Verger). Madrid 1990; e Heterodoxos, reformadores ymarginados en la antigedad clsica (a cura di F. Gase e J. Alvar). Salamanca 1991. Segnalo infine larecente (1998) fondazione della r ivista ARYS. Antigedad: Religiones y sociedades, pubblicata dall 'Universit di Huelva.84. Un' ott ima occasione di incontro su temi storico-religiosi caratter istici del nostro perio do frastudiosi di varia estrazione, soprattutto i taliani, stato in effett i rappresentato dal vi Convegno orga-nizzato dalla sezione italiana dell ' International Plutarch Society a Ravello (29-31 maggio 1995), i cui AMsono stati poi pubblicati a cura di I . Gallo (Plutarco e la religione. Napoli 1996).85. La prima tradu zione p er cos dire in termini librari di que sto sogge tto prob abilm ente i l t i to-lo Hellenism and Empire del gi ricordato libro di S. Swain (del 1996); vd. poi la sezione Un impero greco-romano del gi citato S. SETTIS (d.) : / Greci. Storia Cultura Arte Societ 2. Una storia greca ni.Trasformazioni '(del 1998). Ediciones Universida d de Salamanca Stud, hist ., H. a antig. 19, 2001, pp. 165-188

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    186 PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (I-II SEC. D.C.)avrebbe significato anche -o per lo meno in questo modo sarebbe stato vissuto-la salvazione e la soprawivenza poltica di quella sezione territoriale (Vimpe ro d'Oriente), che si sarebbe legittimata come autentica erede de11' impero romano,men tre 1' altra sarebbe andata incontro ad una deca den za senza ri torno. Le pre-messe di questi sviluppi erano state poste da storici greci come Appiano e CassioDione, che rivivendo nella loro lingua e attraverso la loro esperienza la storia dell'impero di Roma si erano per cos dire appropriati della sua memoria per conto delloro mondo cultrale.E con questo siamo tornati al punto di partenza, a quegli storici greci dell 'impero romano dei quali Gabba aveva originariamente intuito la specifica valen-za ideolgica. La ricerca italiana sulP ellenismo nell ' alto impero romano che dal ha preso le mosse, muovendosi in sintonia con le indagini sviluppate in altripaesi europei, o di tradizione cultrale europea, ha in particolare messo a fuocouno , certo tra i pi rilevanti, degli strumenti di cui 1' intelligentsia greca si ser-vita per costruire il senso di un' identit ellenico-romana nelle popolazioni dellaparte orientale dell' impero, dalla Grecia vera e propria fino ail' Egitto e alia Ci-renaica, passando attraverso le regioni anatoliche e del Vicino Oriente: e cio lavalorizzazione del passato, che stata realizzata attraverso media sia linguistici chefigurativi (anche se qui ci siamo occupati esclusivamente dei primi). Questa valorizzazione ha assunto una duplice forma: da una parte una riproposizione, che pusembrare ossessiva, di eventi e momenti sentiti come fondamento irrinunciabile diuna nazionalit, emblemi di un sistema di valori connotanti per sempre la greci-t; dau' altra una ricostruzione pi distaccata, ma ideolgicamente pi impegnati-va, della formazione e del funzionamento di una struttura poltica sentita ormaicome patrimonio comune dei romani e dei greci. Due aspetti complementari di cre-azione e uso di memoria storica (non necessariamente mirati sullo stesso pubbli-co): da una parte un modo per rinforzare i vincoli interni che assicuravano lacoe sion e di u n co ntesto socio-culturale, di fronte ai rischi di estraniazione e di dis-gregazione impliciti in un universo politico di dimensioni gigantesche; dall ' altra,un modo per rivendicare una responsabilit propria in quello stesso universo.Non solo e non tanto classicismo dunque, con quanto in questo concetto implicite di senso di aridit e convenzionalit, nella vita cultrale di questo mondo: il fenmeno certo esisteva, ma aveva caratteri spiccatamente letterari, e nonpu essere considerato i l simbolo dell ' ellenismo impriale; anche lo Schwartzriconosceva, del resto, la presenza in quest' poca di manifestazioni culturali, e per-fino letterarie, nuove e non riconducibili ai canoni classicistici86. Era naturalmenteun mondo diverso, molto diverso, da quello dell ' Atene del V seclo, o anche daquello del primo ellenismo, nei quali si era avuta la fioritura di pensiero, d' arte, diesperienze tecniche e scientifiche, che costituiscono la grandezza pi comune-mente riconosciuta della Grecia clssica. Ma neppure pu essere consideratotrascurabile il contributo che pur in un contesto storico cos diverso 1' ingegno dei

    86. Facci qui r ifer imento princi palm ente alla magis trale r icostr uzion e del pe ns ier o di E.Schwartz, proposta dal Gabba nell ' articolo citato supra (n. 23). Ediciones Universidad de Salamanca Stud, hist., H.a antig. 19, 2001, pp. 165-188

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    PAOLO DESIDERIELLENISMO IMPERIALE (I-II SEC. D.C.) 187Greci ha da to alla costruzione del patrimonio intellettuale dell ' Occid ente. L' imp