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ALLA DERIVA AFRICA Spedizione in abbonamento postale Art.2 comma 20/C Legge 622/96, Filiale di Padova E AFRICA NUMERO 1 | APRILE 2009 BIMESTRALE DI INFORMAZIONE CUAMM SOLIDARIETÀ DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM Sempre meno aiuti, rimesse più difficili, economie sull’orlo del baratro. Come la crisi economica ha messo in ginocchio il continente che amiamo. REUTERS / DARRIN ZAMMIT LUPI

E'Africa n. 1 - aprile 2009

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Bimestrale di informazione Cuamm Solidarietà di Medici con l'Africa Cuamm

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ALLADERIVAAFRICA

Spedizioneinabbonam

entopostaleArt.2comma20/C

Legge622/96,FilialediPadova

EAFRICANUMERO 1 | APRILE 2009

BIMESTRALEDI INFORMAZIONECUAMMSOLIDARIETÀDIMEDICICON L’AFRICACUAMM

Sempre meno aiuti,rimesse più difficili,economie sull’orlo del baratro.Come la crisi economicaha messo in ginocchioil continente che amiamo.

REUTERS/DARRIN

ZAMMITLU

PI

ÈAFRICADIRETTORELuigi MazzucatoDIRETTORE RESPONSABILEAnna TalamiSEGRETARIE DI REDAZIONEElisa BissaccoMariangela ZanniREDAZIONEAndrea BorgatoDante CarraroMarcello EnioSerena ForesiFabio ManentiLinda PreviatoBettina SimonciniDaniela VerlicchiFOTOGRAFIEEnrico BossanMagnum PhotosArchivio CuammPROGETTO GRAFICOFrancesco CamagnaREGISTRAZIONEpresso il Tribunale di PadovaRegistro stampe n.1633del 19 gennaio 1999REDAZIONEvia San Francesco, 12635121 PadovaIMPAGINAZIONE E STAMPAPublistampa,via Dolomiti, 1238057 Pergine (Trento)Chiuso in tipografiavenerdì 24 aprile

via San Francesco, 12635121 Padova Italytel. 049.8751279049.8751649fax [email protected]

AVVISO AI LETTORIQuesto periodico viene inviatoa quanti ci sostengono,perché possano verificare ladestinazione delle lorodonazioni.Medici con l’Africa Cuamm èonlus. Le offerte inviate sonoquindi deducibili nelladichiarazione dei redditi,allegando la ricevutadell’offerta eseguita.Sostieni e partecipa al nostroimpegno in Africa, attraversouna di queste modalità:C/C POSTALEn.17101353 intestato aMedici con l’Africa CuammBONIFICO BANCARIOIBAN IT 91 H 05018 12101000000107890presso Banca Popolare EticaPadovaCARTA DI CREDITOtelefona allo 049.8751279ON LINEwww.mediciconlafrica.org

DALL’ALBUM DEL CUAMM

Maria Bonino riceve il Crocifisso dalle mani del Vescovo di Padova, Monsignor Bortignon,e per la prima volta parte per l’Africa il 6 luglio 1981. Sceglie di fare la pediatra al serviziodelle popolazioni più povere del terzo mondo, non solo come espressione di solidarietàumana, ma anche come testimonianza di fede e condivisione più concreta dei bisognialtrui. Scrive dall’ospedale missionario di Ikunda in Tanzania nel maggio del 1983:«Sono veramente contenta. Mi piace molto questo tipo di vita e di lavoro e sento chequi le mie giornate hanno un senso». Muore di Marburg in Angola il 24 marzo 2005.

MEDICICON L’AFRICACUAMM

IN QUESTO NUMEROFOTONOTIZIA ALLE PAGINE 4 E 6

IN PRIMO PIANO AFRICA E CRISI A PAGINA 8

FLASH A PAGINA 11

FOCUS UN ALTRO G8?PIETRO VERONESE A PAGINA 12

SEGNA IN AGENDAEMANUELA CITTERIO A PAGINA 14

CANTIERE CUAMM A PAGINA 16

VISTO DA QUIFABRIZIO TONELLO A PAGINA 18

BISOGNI IN PRIMO PIANO A PAGINA 19

GIUGNO1981,MARIABONINORICEVE IL CROCIFISSO

Immigrati africanial largo di Lampedusa.

1981

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NA VITA PER L’AFRICA»: è la frase che ha ripetuto papa Benedetto XVI nell’incon-tro che abbiamo avuto con lui a Luanda, nel suo primo viaggio pastorale inAfrica. Si riferiva a Maria Bonino, la nostra pediatra morta in Angola per Mar-burg quattro anni fa (l’anniversario è caduto proprio il 24 marzo). A fianco ame c’era sua madre, Gabriella che, assieme alla nipote, era venuta in Africa pervisitare la sua tomba. Era la prima volta dopo quattro anni.Una vita spesa per l’Africa quella di Maria, per la sua gente, per i suoi bambini.Noi di Medici con l’Africa Cuamm lo sapevamo: sua madre, la signora Gabriella, lo ha ri-scoperto

durante il viaggio. Me lo ha rivelato lei stessa, al ritorno dal nostro lungo volo: «Sono un po’ stanca»,ha detto, «ma solo fisicamente. Credevo che in Angola avrei trovato solo dolore e invece ho scopertomia figlia, quella vera. Ho intuito cosa voleva dire quando mi spiegava che solo là era possibile fareveramente il medico, curare la persona e non solo la malattia. Ho compreso perché mi dicesse sem-pre che se moriva in Africa avrebbe voluto essere seppellita là». In quel grande cimitero di terra ros-

sa, alle porte di Luanda, la signora Gabriella ha scoperto sua figlia,e le «ragioni» del suo sacrificio. Da donna intelligente qual è ne hatratto un insegnamento per la vita e l’ha voluto concretizzare in ungesto: un po’ di quella terra rossa incartata in un fazzoletto che siè portata via. «Per piantarci un po’ di fiori», ha detto. Nasceranno.

L’incontro con il Papa è stato una vera sorpresa. Quel sabato(21 marzo) nemmeno volevano farci entrare alla chiesa di SanPaulo dove era programmato l’incontro con i religiosi: eravamoin ritardo, ci eravamo intrattenuti con dei giornalisti che dove-vano intervistare la signora Gabriella. Poi è uscito Domenico, il re-sponsabile della sicurezza del Papa e mio amico personale (avevo

chiesto a lui il colloquio) e ci ha fatti entrare in chiesa. Al termine della Messa, l’incontro: solo qual-che minuto. E quelle parole, nitide, ripetute più volte stringendoci le mani.

Una vita per l’Africa: sono le donne a dare la vita, soprattutto in Africa. Donne occidentali, co-me la nostra Maria, ma anche donne africane come Teresa Gomes. Tra i tanti esempi, proprio que-ste due donne ha voluto ricordare il papa Benedetto XVI, il giorno successivo, nel suo secondo ap-puntamento angolano con i movimenti per la promozione della donna. «La storia registra quasiesclusivamente le conquiste dei maschi – ha detto – ma una parte importantissima si deve ad azio-ni determinanti, perseveranti e benefiche poste da donne. Sono quasi sempre le donne che man-tengono la dignità umana». Non è questione di parità di diritti: il Papa ha sottolineato il loro ruolopubblico, nella società. Nell’Africa sub-Sahariana la metà della popolazione ha meno di 15 anni edè quindi affidata alla cura delle donne. Esse rappresentano più del 50% dei nostri volontari. Il fu-turo del continente africano sta nelle mani delle donne. Di quelle come Teresa Gomes e della no-stra Maria Bonino.

DON LUIGI MAZZUCATO

LA SUA VITA PER L’AFRICALA SIGNORA BONINO INCONTRA IL PAPA

EDITORIALE

«U

Una vita spesa per l’Africa, per la sua gente,per i suoi bambini, quella di Maria Bonino,la nostra pediatra morta in Angola perMarburg quattro anni fa (l’anniversarioè caduto proprio il 24 marzo). Noi di Medicicon l’Africa Cuamm lo sapevamo:sua madre, la signora Gabriella,lo ha ri-scoperto durante il viaggio.

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REUTERS/SIPHIWESIBEKO

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Sarà Jacob Zuma il quartopresidente del Sud Africadel dopo apartheid.Lo hanno scelto milionidi sudafricani costrettia fare lunghe file nei19.700 seggi elettoraliallestiti in tutto il paeselo scorso 22 aprile.L’African NationalCongress, il partitofondato da Mandeladi cui ora è presidente,ha ottenuto il 66% dei voticontro il 17% dell’alleanzademocratica del sindacodi Cape Town Hellen Zillee l’8% del Cope, Congressof the people. Già Vicepre-sidente con Tabo Mbeki,Jacob Zuma, 67 anni, èstato licenziato nel giugnodel 2005 in seguito a pe-santi accuse di corruzioneriguardanti un acquistodi armi per il governo nel1999. Nonostante questo,la mancanza di istruzioneformale, le accusedi stupro e corruzione,la ostentata poligamiae le poco velate minacceall’indipendenza dellamagistratura ha ottenutola fiducia di quasi 2 terzidegli elettori africani.Come? Zuma ha costruitoquasi tre milioni di casepopolari per circa10 milioni di persone; haportato elettricità e acquapulita all’80% delleabitazioni; ha aumentatol’accesso a servizisanitari ed educativigratuiti; ha assicurato iltrattamento antiretroviraleal 60% dei circa5.700.000 malati di Aidsdel paese. C’è peròancora molto da fare:il 34% della popolazionevive con meno di undollaro al giorno, i tassidi criminalità sono frai più alti del mondo,quello di disoccupazione èattorno al 25%. Il timoneora passa a Jacob Zuma.(Maurizio Murru)

IL SUD AFRICASCEGLIE ZUMA

FOTONOTIZIA

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OSSERVATOREROMANO

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FOTONOTIZIA

Primo viaggio africanoper Papa Benedetto XVI.Il Pontefice è partito daFiumicino il 17 marzo perla sua visita pastorale inCamerun e poi in Angola.Il 20 marzo è atterratoa Luanda dove, a marginedi una celebrazione coni religiosi, ha incontratodon Luigi Mazzucato eGabriella, madre di MariaBonino, la pediatradi Medici con l’AfricaCuamm morta in Angolail 24 marzo 2005 a causadel Marburg. «È statoun incontro intensoe rasserenante», cosìl’ha raccontato GabriellaBonino. Il Papa haricordato la figura di Mariaanche il giorno successivonel discorso che ha tenutonella parrocchia di SantoAntónio di Luanda durantel’incontro con i movimenticattolici di promozionedella donna. Due giornidopo ricorreva il quartoanniversario della mortedi Maria.(Daniela Verlicchi)

GABRIELLA,DON LUIGIE IL PAPA

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A CRISI FA MALE. Non soltanto alle ta-sche della gente. Secondo alcunistudi1 la crisi economica che stiamovivendo potrebbe avere effetti deva-

stanti sulla salute umana. Nei paesi svi-luppati si morirà meno per incidenti stra-dali e per l’abuso di alcool e tabacco, madi più per suicidi e per l’incidenza di ma-lattie psichiatriche e somatiche. L’aumen-to della povertà condurrà alla perdita di

PADOVA. Negli ospedali di Medici con l’AfricaCuamm 30.000 visite ambulatoriali, 9.000ricoveri e 1.500 parti in meno. Se arriverannoanche solo il 10% inmeno di risorse, a rischio5.000 vite. Fabio Manenti, responsabile delsettore progetti, ci spiega la situazione.

coperture assicurative e al collasso dellereti di protezione sociale con ripercussio-ni immediate sulla salute.

La crisi e l’AfricaSe questi sono i danni nel Nord del mondo,in Africa c’è da tremare. Foschissime le pre-visioni della Task Force of innovative interna-tional financing for Health System, un orga-nismo internazionale, presieduto da GordonBrown, che vigila sui fondi destinati ai si-stemi di cura nel mondo: la crisi mieterà200.000 morti in più all’anno, soprattuttotra i bambini, e condurrà alla povertà oltre100 milioni di persone.

Il meccanismoCome è possibile? All’indomani del crollodelle prime borse (settembre 2008) gli otti-misti pensavano che l’arretratezza economi-ca dell’Africa e il suo scarso coinvolgimentonei meccanismi finanziari internazionali

IN PRIMO PIANO

DI DANIELA VERLICCHI

Punto di vendita del granoturco,Kibaigwa, Tanzania.

Materie prime: erano la ricchezzadell’Africa. A causa della crisi finanziariarischiano di perdere il loro valore.La quotazione di grano è già diminuitadel 38%, quella del petrolio del 69%.

ENRICOBOSSAN

Contrazione dei commerci, perdita di potered’acquisto delle monete locali, meno reddito e menocibo, aumento del costo dei prodotti farmaceutici,minori possibilità di accedere ai servizi sanitaria pagamento, riacutizzarsi delle tensioni politichecome conseguenza della povertà e delle disugua-glianze: sono alcuni indicatori dell’impatto dellacrisi economica sull’Africa e sui suoi sistemi sanitari.

AFRICAECRISIWALLSTREETESALUTEGLOBALE

1Riassunti in I sistemi sanitari al tempo della crisi di Gavi-noMaciocco su www.saluteinternazionale.it e Crisi econo-mica e sicurezza in Africa di Maurizio Murru, sullo stessoblog.

L

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potessero proteggerla dagli effetti peggioridella crisi. Illusioni. L’economia è globalee in breve se ne sono accorti tutti: la dimi-nuzione dei consumi dei paesi ricchi si ètrasformata in un calo delle importazionidal Sud del mondo e in una riduzione delprezzo delle materie prime di cui vivel’Africa. Nel 2008 (e la crisi ha influito so-lo negli ultimi mesi) il costo dei prodottiafricani più esportati è diminuito del 38%,quello del petrolio del 69%.

Tanto per fare un esempio, dalle im-portazioni dell’oro nero dipende più della

metà delle entrate di Congo, Guinea equa-toriale, Gabon e Nigeria.

Ma il problema, ovviamente, non è so-lo della contrazione dei commerci. La per-dita di potere d’acquisto delle monete lo-cali fa aumentare il costo dei prodottifarmaceutici (che arrivano dall’estero).Meno reddito significa meno cibo e mino-ri possibilità di accedere ai servizi sanitaria pagamento. C’è poi da fare i conti con laprevedibile riduzione del volume delle ri-messe che nel 2007 ha toccato quota 19miliardi di dollari. Un ultimo aspetto: l’au-

mento della povertà e delle disuguaglian-ze potrebbe avere l’effetto di un detonato-re sulle tante situazioni di guerre (concla-mate o meno) che affliggono il continenteafricano. E questo produrrebbe altri mortie altri danni alla salute pubblica.

Crisi finanziaria e Medici con l’AfricaCuamm

Sono sempre di più le persone che si rivol-gono alla nostra ong. Nel 2008, negli ospe-dali che gestiamo in sette paesi dell’Africasub-Sahariana, gli accessi ai servizi ospe-

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nenti: «Per il singolo paziente potrebberappresentare un peggioramento anche fa-tale delle condizioni di salute».

L’esempio di Chiulo è quello più grave,ma si prevedono ripercussioni su tutti gliospedali e i progetti di Medici con l’AfricaCuamm.

Per i circa 2 milioni di abitanti dell’Afri-ca sub-Sahariana che accedono alle cure neinostri ospedali, questo si tradurrà in una ri-duzione di circa 30.000 visite ambulatoria-li, 9.000 ricoveri, 1.500 parti. «Basta il 10%nei fondi in meno a nostra disposizione» av-verte Manenti, «per causare gravi danni: imorti potrebbero essere 5.000. Morti che sipossono, che dobbiamo evitare».

ARCHIVIO

CUAMM

IN PRIMO PIANO

Donne in attesa nell’ospedale di Chiulo, Angola.

dalieri sono aumentati del 6% rispetto al-l’anno precedente. La stima tiene conto deiricoveri, dei servizi ambulatoriali, del nu-mero dei parti, del numero di vaccinazionie del numero di visite prenatali. La richie-sta di cure aumenta ma ora bisogna fare iconti con la crisi.

«La riduzione dei finanziamenti allacooperazione allo sviluppo avrà effetti im-portanti sulle attività di Medici con l’AfricaCuamm, in particolare sui servizi ospeda-lieri e quindi sulla quantità e sulla qualitàdelle cure» spiega Fabio Manenti, respon-sabile del settore progetti della nostra ong.«L’ospedale più colpito sarà quello di Chiu-lo in Angola, dove saremo in grado di so-

stenere nel 2009 la presenza di un solo me-dico contro una media di tre nel 2008». Sa-rà l’unico medico per un ospedale di 200letti che fino ad ora ha garantito tra i 6 e i7.000 ricoveri l’anno. L’ospedale della Chie-sa cattolica angolana si trova in una zonaremota e molto povera del sud del paese:«Lì, nonostante gli sforzi, non si è riuscitiad attrarre medici locali» si rammarica Ma-nenti. Verranno perciò garantite le sole ur-genze chirurgiche (mediche e pediatriche)e quelle di ostetricia in particolare. La mag-gior parte delle diagnosi e delle terapie re-sterà affidata agli infermieri dell’ospedale.«E questo probabilmente comprometteràla qualità delle cure offerte», aggiunge Ma-

ENTO MILIONI DI POVERI IN PIÙ, tra i 200.000 e i 400.000 morti in piùogni anno tra i bambini, che corrispondono a 2,8 milioni di decessiin più da qui al 2015. Sono solo alcune delle stime dell’impatto del-la crisi economica sulla salute globale calcolate dal Taskforce on In-novative International Financing for Health, un gruppo di lavoro com-posto da rappresentanti delle massime istituzioni internazionali. Lacrisi globale da finanziaria si è trasformata in economica e, senza in-terventi urgenti, rischia di diventare una drammatica crisi umanita-ria. Le economie si costruiscono su persone sane e non su soggettiindeboliti e morenti, i più vulnerabili devono essere assistiti per met-

terli in grado di prendersi cura delle loro nazioni. Se non verranno isti-tuiti rapidamente solidi sistemi sanitari e non verrà garantito il lorofinanziamento (sono necessari subito 30 miliardi di dollari), la po-vertà crescerà e le richieste nei confronti delle nazioni più ricche di-venteranno estreme. Tutti siamo chiamati in causa. La crisi può es-sere superata e trasformata in un’opportunità solo con la responsabilitàe la partecipazione di tutti, istituzioni e singoli cittadini. Non possia-mo più sopportare l'indifferenza verso chi soffre al di fuori dei nostriconfini. Buon lavoro a tutti, insieme, a difesa del diritto alla salute: undiritto inviolabile, non un privilegio, per pochi.

SCHEDACOMMENTO DEL DIRETTORE

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FLASH DALL’AFRICA

ANGOLAALLOGGI PER GLI INFERMIERI DI CHIULO

Nuovi alloggi per il personale infermieristico dell’ospedaledi Chiulo. La cerimonia d’inaugurazione si è svolta venerdì6 marzo alla presenza della Direzione provinciale della Salute

del Kunene, del governatore del Municipiodi Ombadja e del Comune di Mukope.È intervenuta anche l’intera comunitàlocale a dimostrazione del riconoscimentodel ruolo svolto da Medici con l’AfricaCuamm e dal suo ospedale.Le abitazioni sono state costruite nell’ambitodi un progetto finanziato dalla Conferenza

Episcopale Italiana. Ma la cerimonia è stata anche un’occasioneper fare il punto sul lavoro di Medici con l’Africa Cuamm a Chiulo.All’ordine del giorno la partnership con le autorità religiosee governative per migliorare l’operatività dell’ospedale. Duranteil dibattito è emersa la necessità di coinvolgere personale medicolocale (o di altre nazionalità) che potrebbe trovare alloggio nelleabitazioni costruite nel progetto Cei. In questa prospettivasi sta lavorando alla stesura di un regolamento per l’assegnazionedelle abitazioni che cercherà di incidere sulla sostenibilitàdell’ospedale stesso.

ETIOPIANUOVA UNITÀ PER MALNUTRITI

A Wolisso iniziano i lavori per la costruzione dell’Unità per malnu-triti. A sostegno delle attività di riabilitazione nutrizionale dei casi

più gravi, che vengono trattati nel reparto di pediatria,si affiancherà una struttura articolata in due parti, unaper ciascuna delle fasi di recupero previste dal proto-collo Unicef in uso nell’ospedale di Medici con l’AfricaCuamm. La costruzione, che dovrebbe essere comple-tata entro la fine dell’anno, contribuirà a migliorarela gestione dei malnutriti gravi (in aumento nei prossimianni come conseguenza della crisi finanziaria interna-

zionale). Come è noto l’Etiopia è uno dei paesi più colpitida carenza alimentare cronica: gravissime crisi di fame, anchenel recente passato, hanno colpito milioni di persone. Un migliora-mento della gestione dei casi più critici all’ospedale di Wolissoè essenziale per salvare da morte certa centinaia di bambini.

MOZAMBICONUOVO PROGETTO ANTI-TUBERCOLOSI

Nel mese di febbraio 2009 la presenza di Medici con l’AfricaCuamm nella Provincia di Nampula si è ulteriormente rafforzatacon l’avvio di un nuovo progetto finanziato da Family Health

International. L’obiettivo dell’interventoè sostenere il programma di lotta alla tuber-colosi nel distretto di Moma ove si riescea diagnosticare e avviare alla cura soltanto il30% dei malati. Sono 330.000 gli abitantidella provincia. Il progetto si svilupperànelle comunità, nei singoli villaggi, dove

alcuni volontari debitamente formati si occuperanno di individua-re le persone con segni di malattia, convincendoli a rivolgersi alleunità sanitarie. Lì potranno ottenere una corretta diagnosi e unadeguato trattamento. Si tratta di un nuovo approccio per Medicicon l’Africa Cuamm che, oltre a sostenere i servizi sanitari neldistretto, dovrà attivare meccanismi di selezione, formazionee sostegno delle decine di volontari nelle comunità del distretto.

TANZANIAIRINGA RURAL E GLI OBIETTIVI DEL MILLENNIO

È partito il primo febbraio il nuovo progetto di Medici con l’AfricaCuamm nel distretto di Iringa Rural. L’obiettivo è quello di raffor-zare i servizi sanitari della regione per avvicinarli ai traguarditracciati negli Obiettivi del Millennio. A questo scopo Medici conl’Africa Cuamm supporterà le autorità distrettuali nella razionaliz-zazione del sistema sanitario e nell’attuazione del piano nazionaledi riduzione della povertà. Verrà realizzato un intervento a vari

livelli: nell’ospedale, nei centri di salute, nei dispensarie nelle comunità. Si cercherà di ridurre la mortalitàdelle fasce più deboli della popolazione (donne in etàfertile e bambini) e la loro vulnerabilità verso le tregrandi epidemie della zona: Aids, tubercolosi e malaria.Come? Migliorando la disponibilità, l’accessibilitàe la qualità dei servizi per la salute riproduttiva;promuovendo i comportamenti preventivi a livello

comunitario e migliorando la raccolta e l’utilizzo dei dati sanitaria livello ospedaliero. Oltre alle attività di assistenza tecnica, for-mazione e supervisione si prevede di avviare anche l’inserimentodi tutor presso la scuola per infermieri di Tosamaganga. A IringaRural vivono 262.000 persone: tra le quali 58.000 donne,40.000 bambini, e quasi 9.000 neonati.

UGANDAFORMAZIONE AGLI INFERMIERI

Grazie anche al contributo del ministero degli Affari Esteri e adalcuni gruppi di supporto, Medici con l’Africa Cuamm assicureràun significativo supporto all’Ospedale St. Kizito di Matanye alla scuola infermieri collegata. Per un periodo di tre anni infatti,grazie ad un progetto che intende contribuire al miglioramento

delle condizioni di salute e di vita dellapopolazione del Karamoja, la formazioneagli infermieri verrà potenziata e strutturata.Il progetto è coerente con il Piano SanitarioNazionale e con la sua componenteoperativa, il Piano Strategico SanitarioNazionale. Si impegna a formare le risorse

umane necessarie all’erogazione dei servizi previsti dal Pacchettominimo di cure sanitarie. Obiettivo indispensabile per ridurrela mortalità nel paese. Soprattutto in Karamoja, la regionecon i peggiori indicatori sanitari e di sviluppo ugandesi chepresenta anche le maggiori carenze di personale sanitario.

SUD SUDANFIRMATA LA CONVENZIONE CON IL MINISTERO

In attesa che si svolgano le prime elezioni politiche, dopo20 anni di conflitto civile, Medici con l’Africa Cuamm rilancial’impegno a favore dell’ospedale della contea di Yirol, nelloStato dei Laghi, con la firma di una convenzione triennalecon il ministro della Sanità. Tanti gli ostacoli sin dall’inizio

del progetto. La complessità del contesto,la pesante eredità di frammentazionedel paese e la debolezza istituzionalehanno reso tutto più difficile. Eppure,proprio per questo contesto, Medici conl’Africa Cuamm ritiene urgente continuaread assistere il processo di consolidamento

del sistema sanitario della contea di Yirol e migliorare la qualitàdei servizi offerti dall’ospedale di contea che rimane una dellepochissime strutture sanitarie funzionanti nello Stato dei Laghi.

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UN ALTRO G8?ECCOCOSA DOBBIAMOCHIEDERE

FOCUS

mentale libro L’ultimo miliardo (Laterza2008), prodotto da «rockstar, personaggifamosi e ong». Brusio che ha il merito diattirare l’attenzione del mondo sui più po-veri della Terra, ma che deve «inevitabil-mente trasmettere messaggi semplici, ani-mati dal bisogno di slogan, di immagini»,provocando risposte politiche anch’esse fat-te di slogan e di immagini. Buone per con-quistare minuti di tg e titoli di giornale, piùche per sconfiggere i problemi che preten-dono di affrontare.

La prima cosa che dovremmo chiedereal G8, a questo G8 impoverito del 2009, pri-ma ancora di mantenere le promesse ed

onorare gli impegni passati, èdi cambiare mentalità. Secon-do il criterio proposto dallostesso Collier, il cui libro vuolessere peraltro proprio unaagenda operativa per gli ottoGrandi: «Restringere il campo,ampliare gli strumenti». Rifug-gire dunque dagli annunci ro-boanti, precisando invece gliobiettivi ed affinando i mezziper raggiungerli. Così come sidice che la recessione globalepuò aiutarci a compiere sceltedi vita più sobrie, più eque, più

solidali, lo stesso potrebbe accadere per lapolitica degli aiuti allo sviluppo: meno de-nari, più consapevolezza, attenzione, cri-terio. È una speranza legittima, ancorchétenue, perché i governanti dell’Occidente re-stano avidi di immagine e di successo me-diatico, il loro orizzonte la prossima elezio-ne anziché gli indicatori di sviluppo, le cuicurve si disegnano nell’arco di lustri e de-cenni. Quanto a noi – in questo simili al-l’Africa più povera – possiamo solo chiedere,e chiedere non costa nulla. R

EUTERS/HOWARDBURDITT

DI PIETRO VERONESE GIORNALISTA DI REPUBBLICA

Cartellone pubblicitarioMaputo, Mozambico.

ENRICOBOSSAN

Venne poi, quattro anni dopo, il G8 diGleaneagles e la decisione di raddoppiare ilvolume degli aiuti. Svolta benemerita, pe-rò ispirata a criteri di quantità anziché diqualità, alla ricerca della notizia più chedell’efficacia, e peraltro causa di nuove ag-gravate inadempienze. Il capitolo “aiuti al-l’Africa” di questi vertici non sfugge infattialla logica della politica-spettacolo globaledi cui essi sono succubi. Politica-spettaco-lo, aiuti-spettacolo. Il «brusio» di cui parlal’economista Paul Collier nel suo fonda-

AL PROSSIMO VERTICE DEL G8, in pro-gramma per luglio all’isola dellaMaddalena, i Grandi della Terradovranno tornare a rivolgere la loro

attenzione all’Africa e ai suoi problemi.Questo almeno è l’intento, ampiamente an-nunciato. Gli auspici non sono buoni. Lecasse pubbliche dei paesi più ricchi sonostate svuotate dalla crisi globale tutt’ora incorso e dai tentativi di arginare le perdite erilanciare le economie nazionali. Le risorseancora disponibili sono assai poche e i go-vernanti preferiscono disporne per affron-tare le difficoltà interne, quelle patite dailoro elettori, anziché per provvedere al be-ne di un’umanità che comunque non votaper loro. È sempre stato così, in tempi divacche grasse come di vacche magre, e que-sto vertice non farà eccezione.

La prima volta che un summit degli ot-to Grandi intese lanciare un programma diaiuti per l’Africa fu in occasione del fami-gerato appuntamento di Genova, nel 2001.C’era una grande aspettativa. Sappiamocome andò: un potere determinato ad af-fermare il proprio dominio e un’opposi-zione di piazza altrettanto ansiosa di resi-stergli congiurarono per trasformare queigiorni in una battaglia sanguinosa e mor-tale, i cui strascichi giudiziari e politici du-rano, in Italia, ancor oggi. Dell’Africa nonimportava nulla a nessuno dei due campi,e infatti la posta in gioco era un’altra el’Africa, che qualche illuso s’aspettava pro-tagonista, fu completamente ignorata, ac-cantonata, e invano la cerchereste sui tito-li dei giornali di allora. Dei programmi diaiuti furono comunque varati, con impegnifinanziari variamente disattesi negli annisuccessivi dai paesi contraenti, e dall’Ita-lia (sia berlusconiana che prodiana) piùche da ogni altro.

La prima cosa che dovremmochiedere al G8, a questoG8 impoverito del 2009,prima ancora di mantenerele promesse ed onoraregli impegni passati,è di cambiare mentalità.Meno denaro,più consapevolezza,attenzione, criterio.

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FOCUS

La recessione economicaglobale dà luogo a un circolovizioso nella politica degliaiuti pubblici allo sviluppo(Aps). La crisi colpisce tutti,e accresce dunquela quantità e l’urgenzadel bisogno dei paesipiù poveri; ma per gli stessimotivi, diminuisconole risorse messea disposizione dai piùricchi. Aumenta insommala domanda, cala l’offerta.L’inadempienza dei paesiche hanno sottoscrittoimpegni pluriennaliper gli Aps è una costanteda molti anni a questaparte. Secondo i datipiù recenti forniti a finemarzo da Concord,confederazione di 1.600ong europee, questatendenza si confermavistosamente nel 2009.C’è stato un lieve incrementol’anno passato, dallo 0,39allo 0,42 del Pil dei paesiOcse, ma molti governieuropei stanno riducendodrasticamente gli Apsa causa della recessione.Tra questi l’Italia (meno50 per cento). I taglicoinvolgono membridella Ue sia storici (comeappunto l’Italia o l’Irlanda)che recenti (comela Lettonia, che nel 2009ha cancellato dal propriobilancio tutti i suoi Aps).In termini assoluti, secondoConcord, nel prossimobiennio i paesi Ocse nonmanterranno gli impegnipresi per un totale di 27miliardi di dollari. Si trattadi Aps destinati ai paesi piùpoveri del pianeta.

La Borsa di Harare,Zimbabwe.

SCHEDAPER CAPIRE

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LA PRIMA GRANDE MOSTRA che l’Italia dedi-ca all’arte più che millenaria dell’Etiopia.Icone antiche, oggetti liturgici, stampe,disegni e manoscritti dell’arte religiosaetiopica sono l’occasione per esplorareun intero universo culturale e religiosoin gran parte sconosciuto in Italia.Il titolo dell’esposizione rinvia al celebreversetto del Cantico dei Cantici, interpre-

tato in relazione alla reginadi Saba e scelto per ricordarel’antichità dell’esperienza reli-giosa biblica e cristiana in ter-ra etiopica. «Il messaggio dellamostra» ha detto monsignorSilvano Tomasi «è che dal-

l’Africa non vengono soltanto la fame,i conflitti e le guerre etniche ma c’è an-che un’antichissima e bellissima tradi-zione di un esempio di un Cristianesimototalmente incarnato nell’Africa, total-mente africano e totalmente cristiano».«La bellezza che viene espressa attraver-so le icone, i manoscritti illuminati e lecroci, che sono un po’ il simbolo di cia-scuna delle province dell’Etiopia che havoluto sviluppare la sua identità attraver-so un modello di croce particolare, sonouna testimonianza che ha valore oggi econtinua a parlare al mondo di oggi» haaggiunto monsignor Tomasi, che è statonunzio vaticano in Etiopia per più didieci anni. Al piano terreno, le suggestio-ni della civiltà artistica etiopica sono rap-presentate da una serie di fotografie, fil-mati e musiche. Scorci e decorazionidelle chiese rupestri fatte erigere dal reLalibala (XII-XIII secolo) sono proiettatesulle pareti delle sale adiacenti al saloned’ingresso. Nella sala di collegamento alpiano superiore, una processione circon-da vetrine con croci astili e invita lo spet-tatore a salire al secondo salone dove loattende il Mappamondo di Fra Mauro,capolavoro cartografico della BibliotecaMarciana. Questo secondo salone è tuttogiocato sul simbolo del libro: codici mi-niati e rotoli magici, giustapposti alle pri-me testimonianze dei viaggiatori europeiin Etiopia. Quattro sale contigue allinea-no diverse decine di preziose icone, perla più parte inedite, dal XV al XIX secolo.

DOVEVenezia - Università Ca’ FoscariQUANDOFino al 10 maggioAperta tutti i giorni tranne il martedìINFOtel. 041.2346947

N LIBRO E UN DVD PER RACCONTARE

ai ragazzi la varietà delle tradizionie delle culture musicali di uno deipaesi più creativi dell’Africa, il Ghana.Sullo sfondo la sua gente, i lororapporti con la vita, i riti di purificazione,i funerali, le feste, il vissuto del qualemusiche e danze sono sempre lagrande coreografia. Si chiama Kotinko,il libro edito dall’Emi completo di dvdche permette di entrare nel mondodelle percussioni ghanesi attraversofilmati, suoni, musiche raccolte sulposto. Un lavoro che è frutto dellacollaborazione di Luciano Bosi,

percussionista,organologo, etno-musicologoe insegnante eAntonio Carlucci,appassionato diarte, storia e culturaafricana, in SierraLeone dal 1986al 1990 e trasferi-

tosi poi in Ghana dove risiede tuttora.Il libro è interessante non solo dalpunto di vista folklorico, ma anchee principalmente dal punto di vistaantropologico. I dati sono raccoltie catalogati con competenza per fornireampia ed esauriente documentazioneal dvd che ne completa l’edizionee permettono di stabilire anche paralle-lismi con altre espressioni di altre partidel mondo, con le quali in epocherecenti o passate il Ghana ha avutocontatti diretti. Per completare l’opera,gli autori offrono, nella seconda partedel libro, numerose informazioni com-plementari sulla realtà del paese, siadal punto di vista economico e politicocome da quello storico, geografico,culturale e religioso. Il lavoro è partedel progetto Quale percussione?sostenuto dal comune di Vignola (MO).

TITOLOKotinkoPercussioni, danze e ritmi del GhanaAUTORILuciano Bosi e Antonio CarlucciINFOEmi, pp. 64, 12 euroTARGETAmbiente scolastico

HE LEGAMI CI SONO tra Picasso e l’arteafricana? E tra Cézanne e quella ocea-nica? Ad esplorare le affinità elettivetra questi linguaggi è la mostraLa magia delle immagini. L’Africa,l’Oceania e l’arte moderna in esposizio-ne alla Fondazione Beyeler di Basileafino al 24 maggio. Sono sei i nucleiespositivi dedicati all’influenza del-l’Africa, con le opere del continentenero messe a confronto con dipintie sculture dell’arte moderna europeadella prima metà del Novecentoappartenenti alla fondazione Beyeler.Le figure rituali Dogon, tra cui è pre-sentata anche una delle più antichesculture africane conosciute, sonoesposte accanto a Mirò, mentreper la varietà di soluzioni stilisticheche distingue l’arte dei Mumuye dellaNigeria sono state scelte le associa-zioni di forme poetiche e sensualidi Léger e Arp. E ancora Monet, VanGogh, Braque, Klee, Matisse, Léger,Giacometti e Arp, dialogano conle sculture dei Mumuye della Nigeria,della regione del Congo, nonché altreopere originarie dell’Oceania prove-nienti dal fiume Korewori nella NuovaGuinea, dalla Repubblica di Vanuatue dal mondo insulare della Polinesia.La mostra, a cura di Oliver Wick,ha come obiettivo quello di rendereevidenti legami e influenza assai notialla storia dell’arte, ma non cosìpresenti al grande pubblico.

TITOLOLa magia delle immagini. L’Africa,l’Oceania e l’arte modernaDOVE & QUANDOBasilea, fino al 24 maggioINFOFondazione Beyeler, www.beyeler.com

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SEGNA IN AGENDA

MOSTRE“NIGRA SUM SED FORMOSA”:UN’OCCASIONE UNICA

MUSICAPERCUSSIONI, DANZE E RITMIDEL GHANA

ARTEL’EREDITÀ AFRICANADI PICASSO E MIRÒ

| NUMERO 1 | APRILE 2009 | ÈAFRICA | 15

IL 20 MAGGIO SI TERRÀ IN ITALIA l’Africapartner forum, un incontro in vistadel prossimo G8 nel quale «verrannocanalizzate le istanze e le posizioniafricane, che poi saranno discussealla Maddalena». Ad annunciarloè stato il rappresentante speciale perl’Africa del presidente del Consiglio,Luca Riccardi. Il vertice degli “ottoPaesi più industrializzati del mondo”,che si terrà dall’8 al 10 luglioin Sardegna, dedicherà una giornatadi lavori al continente africano.Insieme ai leader del G8, ci sarannoi presidenti dell’Unione africanae della Commissione africanae i capi di stato dei Paesi fondatoridel Nepad (Nuovo partenariatoper lo sviluppo dell’Africa): Algeria,Egitto, Nigeria, Senegal e Sudafrica.

Il governo italianoha annunciatoche sta lavorandoa «un’alleanza trail G8 e l’Africaper affrontare lequestioni relativealla disponibilitàe alla sicurezzadell’acqua nelmondo».

E il premier Silvio Berlusconi haannunciato che «Il G8 a guida italianaproporrà la Detax, un meccanismofiscale che destina ai Paesi in viadi sviluppo una percentuale dell’Iva».La proposta era già stata fatta nel2002: la Detax era stata addiritturainserita nel disegno di legge delegadella riforma fiscale e Altero Matteoli,allora ministro per l’Ambiente, l’avevapresentata al summit per lo svilupposostenibile di Johannesburg come«via italiana alla tassazione etica».Poi però non se n’è saputo più nulla.L’ex premier italiano Romano Prodi,nella sua veste di presidente delComitato Onu-Unione Africana sulpeacekeeping in Africa, si è auguratoche al G8 di luglio alla Maddalena cisia «un salto di qualità». «Non abbiamomai mantenuto le promesse, è unrimorso che ho», ha detto ricordandodi aver partecipato a dieci riunionidei Grandi.

DOVEItaliaQUANDO20 maggio

E STOFFE IN AFRICA PARLANO. Il mododi vestirsi, in molti paesi, è un veroe proprio mezzo di comunicazione.Ai diversi tessuti vengono attribuitidei nomi, e portare un abito intessutoin certi materiali significa trasmettereun messaggio agli uomini, alle altredonne e alla società. Un corposo

volume appena uscito,Costumi e tessutidell’Africa. Dai berberiagli zulu, presentauna notevole raccoltadi costumi, tessutie accessori usati peril vestiario quotidiano

e per le cerimonie rituali, provenientidalle diverse regioni dell’Africa. I saggie le fotografie permettono di svelarnetutte le particolarità descrivendo lastoria delle tecniche e del simbolismodi questa vera e propria formadi eredità culturale. I motivi figurativistilizzati, che illustrano episodi storicio mitologici, e i disegni geometricie astratti sono influenzati, infatti, daisignificati più reconditi che l’artigianoha voluto rappresentare. La sceltastessa del materiale utilizzato, comelana, cotone, rafia o corteccia,è una parte importante nel lavorodi creazione di queste coloratissimeopere d’arte. Dagli splendidi tessutia strisce degli ashanti e degli ewealle stoffe traforate degli yorubae i bogolanfini; dai panni “disegnatidal fango” del Mali alle tessitureberbere di Algeria, Marocco e Tunisia,in Africa settentrionale; dalleguarnizioni di perline e di piume deimasai in Africa orientale, agli elaboratiindumenti in rafia delle tribù kubain Africa centrale; dalle stoffedi corteccia dei pigmei del Congo alleantiche tradizioni tessili etiopi; dalleguarnizioni di perline delle tribù zulu,xhosa e ndebele in Africa meridionale,alle lavorazioni di seta e rafia di chiaraispirazione asiatica, tipiche delMadagascar: l’abilità e la creatività delcontinente non finiscono di stupire.

TITOLOCostumi e tessuti dell’Africa.Dai berberi agli zuluAUTORIAnne-Marie Bouttiaux,Anne Van Cutsem, Frieda SorberINFO5 Continents Editions, pp. 318, 80 euro

APPUNTAMENTIIL G8 E L’AFRICA:ANCORA VANE PROMESSE?

LIBRITESSUTI D’AFRICADAI BERBERI AGLI ZULU

DI EMANUELA CITTERIO GIORNALISTA

IN AFRICA, DOVE L’ESTETICA si caricadi elementi simbolici, le perle sono unmezzo per comunicare lo status socialee civile, per proteggere dalle malattieo dalla sfortuna, per attirare i benefici.Fra la seconda metà dell’800 e laprima metà del ’900, le perle in vetroprodotte a Venezia sono diventatemerce di scambio fra i mercantieuropei e le popolazioni del continenteafricano: modelli che vanno dalle perle“rosetta”, un tempo riservate ai ree ai capi tradizionali, alle perle“fantasia” e “millefiori”, fabbricatein un’infinita varietà dalle “perlare”veneziane. Nei prossimi mesi duemostre in Lombardia racconterannoquesto universo affascinante. Fino allafine di maggio il Centro Studi Archeo-logia Africana in collaborazione coni Soci della Compagnia delle perleallestirà l’esposizione Perle d’Africa daVenezia al mondo ad Arcore (Mi) pressole Scuderie di Villa Borromeo d’Adda.La mostra incentrerà l’attenzione anchesulle tipologie e tecniche di fabbrica-zione, sull’organizzazione del lavoroa Murano e a Venezia, sul raffrontotra estetiche occidentali ed orientali,attraverso l’esposizione di variopintiesemplari. Il Museo degli Sguardidi Rimini, il Centro Studi ArcheologiaAfricana e la Compagnia delle Perlestanno lavorando al progetto di unamostra che si terrà in autunno dal titoloNel nome di Mami Wata, che avrà peroggetto le tradizionali manifestazioni“vodou” dei Guin-Mina del Togo e delBenin, con una particolare attenzionealle collane che gli adepti indossanoin occasione delle cerimonie.

DOVE E QUANDOArcore (Mi), Scuderie di Villa Borromeod’Adda, fino al 31 maggioINFOCentro Studi Archeologia Africana,www.csamilano.it

INCROCILE PERLE FRA VENEZIAE L’AFRICA

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16 | ÈAFRICA | NUMERO 1 | APRILE 2009 |

MIO FRATELLOÈAFRICANO

MIO FRATELLO È AFRICANO, ma anchemio padre, mio zio e mia nonna.La familiarità con l’Africa, i suoiproblemi e la sua gente è il tratto

caratterizzante delle tante opere (video,immagini, spot, elaborati scritti) caricatesul sito di Medici con l’Africa Cuamm nel-l’ambito del concorso di ideeMio fratello èafricano.

L’iniziativa è stata lanciata a febbraiocon l’obiettivo di mettere in rete (e a con-fronto) le espressioni creative dei nostri so-stenitori sul tema delle somiglianze e del-le differenze con i popoli africani. E si èscatenata la fantasia.

C’è chi ha lavorato sulle immagini, ac-costando volti di fratelli (bianchi e neri),chi sugli slogan (sul sito ce ne sono di ef-ficacissimi che raccontano la vicinanza,non solo ideale, all’Africa e ai suoi abitan-ti) e chi, infine, si è cimentato in veri e pro-pri cortometraggi e cartoni animati cheesplorano il grande tema delle frontiere.Alla base di ogni lavoro una conoscenzadiretta dell’Africa. Poca ideologia e moltaconcretezza, per tutti.

Sono 85 le performance finora giuntein redazione ma sul sito è un vero work inprogress: la pagina dedicata al concorsocambia volto in continuazione.

Grazie alla collaborazione con il sitoZooppa, alcune agenzie di pubblicità han-no notato e apprezzato vari lavori pubbli-cati. Materiale per future collaborazioni:chissà.

Intanto la “gara” prosegue.L’autore dell’opera più votata sul sito di

Medici con l’Africa Cuamm visiterà in Afri-ca uno dei nostri progetti sul campo. Vincail migliore.www.mediciconlafrica.org

HEADSCOLLECTIVE

Sono già 85 le opere in garasu sito di Medici con l’AfricaCuamm. In comune hannofantasia e concretezza.

SALUTE E SVILUPPOSI RINNOVAVent’anni portati bene. Salute e Sviluppo, il quadrimestrale dicooperazione e politica sanitaria di Medici con l’Africa Cuammsi rinnova a vent’anni esatti dalla prima edizione (1989). A marzola rivista è uscita interamente rivisitata dal punto di vista grafico.

Nuovo il logo (una esse bi-color che richiama le inizialidella testata), l’impaginazione e i colori. Medesimo,invece, l’impegno nell’informare e analizzare le politichesanitarie mondiali e quelle di cooperazione. L’obiettivo diquesto restyling è rendere maggiormente fruibili i contenuti:abbiamo cercato di farlo con una nuova indicizzazionee con un uso strategico dei colori. La cura nella sceltadelle immagini e nella grafica è quella che caratterizza tuttele pubblicazioni di Medici con l’Africa Cuamm.Ogni numero di Salute e Sviluppo avrà al centro unargomento d’attualità, richiamato anche nell’immagine dicopertina. A marzo, ad esempio, abbiamo voluto riproporrecon forza la necessità di garantire l’assistenza sanitaria atutti i migranti. Perché fare cooperazione in Africa significaprendersi cura degli africani. Anche in Italia.

Sopra: immaginedi “Mio fratello èAfricano”, laproposta culturaledi Medici conl’Africa Cuamm.Sotto: copertinadel “nuovo”Salute e Sviluppo.

CANTIERE CUAMME

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ARCHIVIO

CUAMM

L’OBIETTIVO è quello di sensibilizzaree formare il personale sanitario del-le Aziende ospedaliere e sanitarieitaliane sul temi della salute globa-

le e dell’equità nell’accesso alle cure. A que-sto scopo Medici con l’Africa Cuamm pro-muove un seminario formativo (accreditatoEcm) che si terrà il prossimo 7 maggio nel-l’Azienda ospedaliera di Pieve di Soligo e siinserisce nell’ambito del progetto Equal op-portunities for health: action for development,realizzato daMedici con l’Africa Cuamm as-sieme a 29 partner e associati della comuni-tà sanitaria italiana e europea.

Il seminario, organizzato coinvolgendodirettamente l’ufficio che si occupa di for-mazione nell’azienda, si propone di forma-re promotori del diritto alla salute che ope-rino nelle comunità di riferimento con unapproccio nuovo al lavoro di tutti i giorni,anche in previsione di un possibile coin-volgimento attivo nella cooperazione sani-taria internazionale. Si rivolge a tutto il per-sonale sanitario interessato a conoscere eapprofondire i temi della salute globale edella cooperazione. Il programma prevedeapprofondimenti su vari temi: il diritto allasalute e le disuguaglianze nell’assistenza sa-nitaria (fra stati diversi e al loro interno), ilruolo della comunità sanitaria globale, l’ef-fetto della globalizzazione sulle migrazionie sulla salute, le nuove sfide per gli operato-ri e infine la cooperazione sanitaria comestrategia per combattere le disuguaglianze.Al termine della giornata è in programmauna tavola rotonda in cui vari testimoni rac-conteranno la loro esperienza di coinvolgi-mento sul campo in attività di cooperazionesanitaria. Si tratta di alcuni operatori localiche hanno lavorato in collaborazione conAfrica Chiama, l’associazione Amici di Me-dici con l’Africa Cuamm di Conegliano, pro-motrice dell’iniziativa con l’azienda.www.mediciconlafrica.org/globalhealth permaggiori informazioni.

Elisabetta Bertotti

BASSANO, MODENA E PIEMONTETEMPO DI ASSEMBLEECome ogni anno, a marzo molti Gruppi di Medici con l’Africa Cuamm hanno tenuto la loro assem-blea annuale: un momento importante di riflessione e convivialità per “rimotivarsi” alla luce dellenuove proposte di impegno. I Gruppi di Bassano, Modena e Piemonte hanno presentato il bilanciosociale ed economico delle attività 2008, proponendo anche i preventivi per il 2009. Ai tre Gruppisono state consegnate le relazioni sulle attività svolte nell’ambito dei progetti sostenuti conla raccolta fondi sul territorio. Tutti hanno accolto favorevolmente le proposte di impegnopresentate da Medici con l’Africa Cuamm; in particolare il Gruppo Cuamm con Sara per l’Africadi Bassano ha deciso di continuare a sostenere l’Università di Nkozi in Uganda, l’Ospedaledi Chiulo in Angola e quello di Wolisso in Etiopia; mentre i Gruppi del Piemonte e di Modenafinanzieranno rispettivamente il progetto in corso a Yirol (Sud Sudan) e quello di Mikumi (Tanzania).

VICENZADUEVILLE OSPITA “ANIMALE SARAI TU”Dal 2 al 24 maggio in provincia di Vicenza si terrà Eticamente 2009, un’iniziativa del Comunedi Dueville sui temi della cooperazione internazionale e dei diritti dell’uomo e dei bambini in par-ticolare. Il Comune di Dueville sostiene da tre anni i nostri progetti in Tanzania e ora ha decisodi ospitare la campagna Animale sarai tu. Medici con l’Africa Cuamm sarà coinvolta nella tavolarotonda che si terrà il 5 maggio sul tema “Immigrazione tra accoglienza e legalità”. Domenica24 maggio saremo presenti alla Festa dei Popoli con un banchetto e i totem mobili di Animalesarai tu. Eticamente 2009 rappresenta un importante momento di visibilità e la prima uscita dellacampagna Animale sarai tu dopo il suo lancio a Padova l’anno scorso. Maggiori informazioni sulnostro sito o su www.comune.dueville.vi.it.

PADOVAUN CONVEGNO SULLA FORMAZIONE DI ALTO LIVELLOEsiste un dono che resta e si rinforza nel tempo: la conoscenza. Questo dono consente all’Africadi fare passi avanti verso lo sviluppo. La formazione di alto livello delle risorse umane localiè uno dei settori nei quali Medici con l’Africa Cuamm si è speso di più. Ecco perché, insieme allafondazione Monte dei Paschi di Siena e alla Regione Toscana, la nostra ong proporrà una giornatadi studio e riflessione sui risultati della formazione per lo sviluppo (Investire in risorse umane =sviluppo: questo il titolo dell’incontro). Si terrà a Padova all’auditorium di Banca Antonveneta l’11maggio dalle 15 alle 18. Sarà l’occasione per presentare le ragioni e i risultati della collaborazionetra Regione Toscana, fondazione Monte Paschi di Siena e Medici con l’Africa Cuamm nelle attivitàdi formazione dei manager sanitari nell’Università dei Martiri Ugandesi di Nkozi.

TARGETOPERATORI SANITARI

MEDICI CON L’AFRICA CUAMM NEL TERRITORIO

L’Università diNkozi (Uganda).

E DAI GRUPPI CUAMM

VISTO DA QUI

INO A CHE IL SISTEMA ECONOMICO MONDIALE NON SARÀ STATO RISANATO il flusso di inve-stimenti e di prestiti continuerà a restringersi in modo drammatico perché tut-ti gli investitori temono di affidare denaro a chiunque non sia lo Stato (anzi, al-cuni Stati, come Germania e Stati Uniti) e le banche letteralmente non hannosoldi da prestare a chi vuole costruire nuove fabbriche o nuove infrastrutture.Di questa situazione soffre indirettamente anche l’Africa e le istituzioni inter-nazionali come il Fondo Monetario e la Banca Mondiale possono fare ben pocodi fronte alle dimensioni della crisi. Il presidente etiopico Meles Zenawi ha suggerito che il FondoMonetario venda parte delle sue riserve auree, almeno per l’equivalente di 4 miliardi di euro, per so-stenere l’Africa. Il danno deriva dal fatto che, almeno per ora, i capitali del mondo industrializzato “tor-nano a casa”: entriamo in quella che Il Sole24Ore ha definito «L’era glaciale dei flussi di capitali». Così,se l’Africa aveva ricevuto 28,3 miliardi di dollari di investimenti stranieri diretti nel 2006, cifra che erasalita a 37,4 miliardi nel 2007, le stime per il 2008 sono di una brusca frenata: solo 26,4 miliardi. Que-

st’anno non si sa come andrà, ma c’è da temere il peggio. La Cina,un grandissimo investitore in Africa, deve ora pensare a stimolarela propria economia, oltre che continuare a comprare buoni del Te-soro americani per sostenere il dollaro (nel 2008 è diventata il pri-mo possessoremondiale di T-bonds, di cui possiede l’equivalente di

696 miliardi di dollari). Il dramma è che i governi africani erano stati costretti fin dagli anni Ottanta aliberalizzare i mercati, a sostenere la monocoltura di prodotti esportabili e a metter fine agli aiuti versoi piccoli agricoltori. In questi 30 anni le colture per il mercato mondiale (caffè, cacao, soia, riso, colza)hanno arricchito le élite urbane e gli intermediari ma hanno strangolato la piccola agricoltura dei vil-laggi, quelle colture di sussistenza che permettevano alla maggioranza degli contadini di essere quasiautosufficienti. Il risultato è stato che per parecchi anni (fino a che i prezzi dei cereali primari rimane-vano bassi sul mercato mondiale) la sussistenza è stata più o meno garantita ma, non appena i cattiviraccolti, l’aumento della domanda e la speculazione finanziaria hanno raddoppiato o triplicato il prez-zo del riso e del grano, come nell’estate 2008, la situazione è diventata catastrofica. A tutto questo oggisi aggiunge la mancanza del credito: le piantagioni non possono funzionare senza istituzioni che anti-cipino i proventi dei raccolti perché sono inserite in un circuito finanziariomondiale in cui le oscillazionidei prezzi delle materie prime sono violente e improvvise. Se l’anno scorso alla borsa di Chicago il prez-zo del grano aveva sfiorato gli 8 dollari per bushel (circa 32 kg), oggi è sceso a circa 3,50 (il che è beneper l’Africa), ma sono scese anche le quotazioni delle materie prime che l’Africa esporta, come il caffè.

La crisi degli investimenti avrà ripercussioni negative per anni: se oggi i problemi strutturali nonvengono affrontati, e si sommano all’inefficienza delle organizzazioni internazionali e alla corruzionedei governi, le speranze di sviluppo del continente svaniscono. Per di più, i governi africani sono so-stanzialmente esclusi dal mercato internazionale dei capitali in un momento di incertezza comequesto: se nel 2007 avevano collocato obbligazioni per 6,5 miliardi di dollari, nel 2008 non sono riu-sciti a raccogliere neppure un dollaro.

Anche se le prime pagine non se ne occupano, l’Africa rimane un continente a rischio di care-stie e istituzioni come il Fondo Monetario e la Banca Mondiale non devono dimenticarlo, né devo-no ignorarlo i donatori europei, che possono fare molto per mettere al riparo gli africani dal rischiodi una chiusura dei rubinetti del credito.

AIUTIL’AFRICA A SECCO

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Crisi degli investimenti e del credito:gli africani, esclusi dal mercato internazionaledei capitali, rischiano di rimanere senza pane.

DI FABRIZIO TONELLO UNIVERSITÀ DI PADOVA

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ANGOLAVOLONTARI IN SERVIZIO: 11Luanda: lotta alla tubercolosi.Uige: le attività vanno dalla formazionedel personale, alla riabilitazionedegli ospedali di Damba e Maquela.Chiulo: la presenza nell’ospedaleoffre assistenza continuativa ai malati.Si sta potenziando l’interventonel territorio con le vaccinazionie il controllo dell’Hiv/Aids.CON 75 € GARANTISCIUN TRATTAMENTO COMPLETOCONTRO LA TB

ETIOPIAVOLONTARI IN SERVIZIO: 7Wolisso: l’ospedale di Wolisso garantisce la salute pubblica nel territorio.CON 50€ PUOI OFFRIRE UN VACCINO A 50 BAMBINI

MOZAMBICOVOLONTARI IN SERVIZIO: 16Beira: formazione in Università e presenza in ospedale.Moma: il progetto prevede la riabilitazione dell’ospedale e di alcuni centridi salute; il miglioramento delle cure offerte; la prevenzione nel territorio.Alua: ogni anno ad Alua vengono formate 30 ostetriche di livello base.CON 1.500 € GARANTISCI UNA BORSA DI STUDIO, PER UN ANNO,A UNO STUDENTE DI MEDICINA

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TANZANIAVOLONTARI IN SERVIZIO: 13Regioni di Iringa e Morogoro: attività clinica e gestione ospedalieradiagnosi e cura della Tb e dell’Aids.CON 150 € PUOI ASSICURARE LA TERAPIA CONTRO L’AIDS,PER UN ANNO, A UN MALATO

SUDANVOLONTARI IN SERVIZIO: 4Yirol: dopo la riapertura dell’ospedale, comincia la fase di mantenimentodei servizi sanitari offerti.CON 100 € FORNISCIMATERIALE SANITARIO,PER UNA SETTIMANA,A UN OSPEDALE

UGANDAVOLONTARIIN SERVIZIO: 20West-Nile: assistenzatecnica ai servizi sanitaridiocesani; trattamentodei malati di Tb; curadelle persone con disabi-lità; costruzione di unaclinica per l’Hiv/Aidsa Nebbi: sono questi alcunidegli ambiti d’intervento.Karamoja: oltreall’assistenza tecnicaalla direzione sanitariae ai servizi diocesani,si stanno riabilitandoalcuni centri di salute.Regione Centrale:nell’ospedaledi Naggalama garantiamoun sostegno amministra-tivo e gestionale;l’appoggio alla clinicadell’Hiv/Aids; la riabilita-zione di alcuni reparti.Oyam: lotta della mortalitàneo-natale e maternae miglioramentodell’accesso ai servizidi salute riproduttivadegli adolescenti.Nkozi: continual’appoggio all’UgandaMartyrs University.CON 68 € ASSICURIUN PARTO CESAREOA DUE MAMME

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