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Spedizione in abbonamento postale Art.2 comma 20/C Legge 622/96, Filiale di Padova ARCHIVIO CUAMM NUMERO 3 | LUGLIO 2010 BIMESTRALE DI INFORMAZIONE CUAMM SOLIDARIETÀ DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM E AFRICA Lunghe distese di terra rossa. Strade difficili. Mancanza di mezzi di trasporto. Arrivare in ospedale non sempre è possibile, quasi mai è facile. ULTIMO CHILOMETRO

E'Africa luglio 2010 n. 3

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Bimestrale di informazione Cuamm solidarietà di Medici con l'Africa Cuamm

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ARCHIVIO

CUAMM

NUMERO 3 | LUGLIO 2010

BIMESTRALEDI INFORMAZIONECUAMMSOLIDARIETÀDIMEDICICON L’AFRICACUAMMEAFRICA

Lunghe distese di terra rossa.Strade difficili. Mancanzadi mezzi di trasporto.Arrivare in ospedalenon sempre è possibile,quasi mai è facile.

ULTIMOCHILOMETRO

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ÈAFRICAPROPRIETARIOMedici con l’Africa Cuamm

DIRETTORE RESPONSABILEAnna Talami

SEGRETARIA DI REDAZIONEElisa Bissacco

REDAZIONEAndrea Borgato, Dante Carraro,Serena Foresi, Fabio Manenti,Luigi Mazzucato, Linda Previato,Bettina Simoncini, JacopoSoranzo

FOTOGRAFIEEnrico BossanMagnum PhotosArchivio Cuamm

PROGETTO GRAFICOFrancesco Camagna

REGISTRAZIONEpresso il Tribunale di PadovaRegistro stampe n.1633del 19 gennaio 1999

REDAZIONEvia San Francesco, 12635121 Padova

IMPAGINAZIONE E STAMPAPublistampa,via Dolomiti, 1238057 Pergine (Trento)

via San Francesco, 12635121 Padova Italytel. 049.8751279049.8751649fax [email protected]

AVVISO AI LETTORIQuesto periodico viene inviatoa quanti ci sostengono,perché possano verificare ladestinazione delle lorodonazioni.Medici con l’Africa Cuammè onlus ong. Le offerte inviatesono quindi deducibili nelladichiarazione dei redditi,allegando la ricevutadell’offerta eseguita.

Sostieni e partecipa al nostroimpegno in Africa, attraversouna di queste modalità:C/C POSTALEn.17101353 intestato aMedici con l’Africa CuammBONIFICO BANCARIOIBAN IT 91 H 05018 12101000000107890presso Banca Popolare EticaPadovaCARTA DI CREDITOtelefona allo 049.8751279ON LINEwww.mediciconlafrica.org

MEDICICON L’AFRICACUAMM

Angola.Archivio Cuamm.

IN QUESTO NUMEROFOTONOTIZIA ALLE PAGINE 4 E 6

IN PRIMO PIANO PERIFERIE AL CENTRO A PAGINA 8

FLASH A PAGINA 11

FOCUS CINA E AFRICAPIETRO VERONESE A PAGINA 12

SEGNA IN AGENDAEMANUELA CITTERIO A PAGINA 14

IN CANTIERE A PAGINA 16

VISTO DA QUIFABRIZIO TONELLO A PAGINA 18

BISOGNI IN PRIMO PIANO A PAGINA 19

5 DICEMBRE 2007MARINA TRIVELLI VOLONTARIA DELL’ANNOIn occasione della Giornata Mondiale del Volontariato e della lotta all’Aids, Volontari nelmondo - Focsiv conferisce il Premio del Volontariato Internazionale 2007 a Marina Trivelli,medico chirurgo impegnata in un progetto sanitario in Angola, con Medici con l’AfricaCuamm. «Decidere di lavorare in Africa vuol dire accettare tutto un nuovo stile di vita.Non è solo lavorare a un progetto. Vuol dire sapersi adattare, saper condividere, sapersiarrangiare con poco. Qui concetti come quello di strada, cammino, partenza, spiritualità,umiltà, fratellanza, natura e vita all’aria aperta, essenzialità, assumono un valoreprofondo e diventano reali», spiega Marina Trivelli. Oggi Marina continua il suo camminocon Medici con l’Africa Cuamm a Beira, in Mozambico.

DALL’ALBUM DEL CUAMM60 ANNI

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NA GIOVANE, UNA DONNA SENZA FRONZOLI. Ha tirato fuori quell’insieme micidiale di con-centrazione,determinazionee forza che l’hanno fatta vincere, omeglio, trionfare. Fran-cescaSchiavonehavinto ilRolandGarros, aParigi.Maiuna tennista italianaavevavin-to suun suolo considerato sacroda chi lavora con la racchetta. In FrancescaSchiavoneabbiamo vissuto virtù che il nostro Paese sembra aver smarrite: la grinta, la tenacia,il coraggio. Una bellezza semplice e lineare e per questo interessante, fatta solo dibraccia, gambe, potenza, concentrazione e il sorriso gioioso di chi ha lottato e vinto.Quasi il rovescio della nostra Italia: narcisa, fragile, piena di paure. Francesca è il volto di tanti no-

stri volontari che partono, lavorano e si sacrificano in silenzio per anni nelle aree più povere dell’Afri-ca, in Mozambico e in Sudan, in Etiopia e in Angola. Sono tornato l’altro ieri da una missione e pen-so a Gaetano con la moglie Zama e la figlia Angela, di 2 anni; ho in mente Corrado, che lascia il suoposto da primario di pediatria, va in pensione, parte e adesso è a Wolisso (Etiopia) con i suoi 10.103bambini visitati e curati nel corso del 2009; e poi Massimo, Claudio, Lucia e tanti altri. È l’Italia che

non si arrende, che continua, con tenacia e umiltà, a sfidare conl’esempio, l’indifferenza e il disinteresse del mondo e dei media.E poi quel bacio appassionato e avvolgente alla terra rossa del

rettangolo parigino. Francesca ha baciato e abbracciato la terra, si èsporcata e immersa in quella polvere. È stato in realtà un bacio a sestessa, a quello che ama, che la fa vivere, per il quale lotta e vince.È la sua vita! Penso alla nostra terra rossa, quella dell’Africa, dellearee rurali e lontane che raggiungi dopo cinque, sei ore di macchi-na, assetato, con la polvere rossa attaccata al sudore della fronte,

dentro al naso e alla bocca: Yirol in Sud Sudan, Chiulo in Angola, Geto in Etiopia. Quella polvere an-che se ti sporca, è tua, è la tua vita, la baci e la abbracci perché ormai sei parte di quella gente, delleloro storie, del loro futuro. Dei 20 miliardi di dollari stanziati durante il G8 dell’Aquila dai paesi ricchia favore di quelli poveri non c’è traccia. E pensare che si trattava di 13 millesimi di quanto era statoimpegnato per salvare le banche dopo l’esplosione della crisi! L’Italia nel 2009 anziché aumentarei fondi a favore dell’Africa li ha tagliati di 238 milioni di euro e alla fine del 2010 gli aiuti italianisaranno ridotti del 6% rispetto ai livelli del 2004. Bob Geldof e il cantante degli U2 Bono hanno chie-sto l’espulsione dell’Italia dal G8 accusandoci di essere stati gli unici in assoluto, tra i paesi ricchi (col-piti tutti dalla crisi, non solo noi), a tagliare gli aiuti; «è del tutto inutile che a questi vertici parte-cipi qualcuno che si fa vedere, che stringe mani, che mangia ai banchetti, che firma il comunicatoma che poi non fa assolutamente nulla per rispettare gli impegni presi».La società italiana ha conquistato un benessere diffuso; ha appreso i piaceri del vivere bene; si è un

po’ impigrita, ingrassata e invecchiata. Sembra non avere più il fisico e la rabbia (quella buona) di untempo. Ha smarrito quello spirito che le permetteva di reagire, di lottare e costruire storia e futuro.Il 3 dicembre di quest’anno Medici con l’Africa Cuamm compie e celebra i suoi 60 anni di vita e

di lavoro in Africa. In quella data vi aspettiamo tutti a Padova; insieme vogliamo continuare il no-stro impegno, la nostra determinazione, la nostra passione per e con l’Africa.

DON DANTE CARRARODIRETTORE DI MEDICI CON L’AFRICA CUAMM

VINCERE L’INDIFFERENZAC’È UN’ITALIA CHE NON SI ARRENDE

EDITORIALE

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Penso alla terra rossa dell’Africa, delle areerurali e lontane che raggiungi dopo cinque,sei ore di macchina, con la polvere rossaattaccata al sudore della fronte. Quellapolvere è tua, è la tua vita, ormai sei parte diquella gente, delle loro storie, del loro futuro.

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REUTERS/DANIELMUNOZ

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FOTONOTIZIA

«Come vittima delrazzismo e appassionatadi sport, chiedo conurgenza a tutti quelli chegiocheranno o anche sologuarderanno i mondialidi utilizzare la Coppa delMondo di calcio come uncatalizzatore per chiedereazioni contro intolleranzae razzismo […]. La Coppadel Mondo è forse la piùalta espressione dellacapacità del calciodi riunire milioni dipersone da ogni angolodel pianeta in un unico,intenso e gioioso seguito.Molti di noi hannodi certo una squadrapreferita, ma nondimentichiamo chela Coppa del Mondoci permette di entrarein contatto con altrepersone, intrecciandostorie differenti, culturee tradizioni, alle qualialtrimenti saremmo statidifficilmente esposti.E il risultato di questiincontri non può chearricchire tutti.»[Dall’editoriale “Razzismoe Coppa del Mondo”pubblicato da moltiquotidiani africani,firmato da Navanethem“Navi” Pillay, magistratosudafricano, dal1° settembre 2008Alto Commissario Onuper i Diritti Umani;sudafricana di originetamil, la Pillay è stata laprima donna non-biancapresso l’Alta Corte delSudafrica] [CO].(misna)

MONDIALIDI CALCIOALLA RIBALTA

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REUTERS/MOHAMEDNURELD

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FOTONOTIZIA

“Meno parole e piùazioni”: è questo, secondoil segretario generaledelle Nazioni Unite Ban KiMoon, quello che serve perrealizzare entro il 2015 gliObiettivi del Millennio(Millennium developmentgoals, Mdg) fissati perridurre la povertà.Intervenendo di fronteal Parlamento delCamerun, Ban Ki Moonha invitato l’Africa a«sostituire il principio dinon ingerenza con quellodi non indifferenza».«Dopo il verticedi settembre sugli Obiettividel Millennio (duranteil quale le Nazioni Unitehanno intenzione di tirareun primo bilancio parzialea cinque anni dallascadenza, ndr) inviteròi governi a elaborare pianid’azione dettagliati suirisultati. L’Africa ha bisognodi una solidarietà reale»ha aggiunto il segretariodell’Onu invitando i paesidonatori ad «ascoltarei beneficiari» e ad adattarei loro aiuti ai bisogni delcontinente. Di fronte aideputati camerunesi, BanKi Moon ha poi evidenziatocome la sanità maternae infantile (i due obiettividel Millennio che sarannoal centro del prossimoVertice dell’UnioneAfricana, previsto a fineluglio a Kampala) debbanoessere consideratistrategici: «Se riusciamo aottenere i risultati previstiin questi aspetti, si creeràun’onda d’urto virtuosa ingrado di estendersi a tuttigli Obiettivi».Lo sviluppo sostenibile, edeco-sostenibile, dell’Africaresta comunque, secondoBan Ki Moon, la condizionesenza la quale non saràpossibile raggiungerei traguardi fissatiper il 2015. [MZ](misna)

OBIETTIVIDEL MILLENNIO

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N VIAGGIO ATTRAVERSO LA VOCE e i rac-conti dei nostri volontari, nei luo-ghi più remoti dell’Africa, ci aiuta acapire il valore dell’accesso alle cu-

re, dell’assistenza durante il parto, delle vi-site neonatali.

Domande sconcertanti«Si trova in mezzo alla savana, a tre ore dijeep dal centro abitato più vicino. L’ospe-dale di Chiulo, nel Cunene a sud dell’An-gola, ha 200 posti letto e, data l’assenza distrade e di mezzi di trasporto, i malati ar-rivano a qualsiasi ora del giorno e dellanotte, a piedi o con mezzi di fortuna.Ricordo una povera donna della savana

Fare sanità, portare cure e servizi in Africa signi-fica attraversare immense distanze, romperel’isolamento e l’esclusione, avvicinare le popola-zioni più sperdute e spesso più miserabili. Un in-contro che cambia insieme chi dà e chi riceve.Uno scambio che permette di guardare la realtàcon occhi diversi.

che arrivava, dopo più di tre giorni di viag-gio, da una località a più di 40 chilometri didistanza – racconta Alessandra Cattani, vo-lontaria –. Era adagiata su una specie diamaca fatta di pelli di vacca, attaccata condue stanghe di legno a una coppia di asinellisfiniti. Era in travaglio e appena entrata ol-tre le mura dell’ospedale, ha partorito inmezzo alla sabbia del cortile, senza riuscirea raggiungere il Reparto di maternità.Siamo accorsi giusto in tempo per accer-

tare la nascita di una bimba, coperta di sab-bia e terra, ancora legata alla madre dal cor-done ombelicale, ma sana, forte e urlante didisappunto e di vita. Ogni volta che succe-dono fatti come questi o che le cose non van-no come vorremmo, mi interrogo sconcerta-ta su come nel mondo “sviluppato” si dianoper scontati la facile accessibilità ai servizi disalute, l’assistenza di qualità, la disponibili-tà di mezzi, attrezzature, farmaci… cose chequi sono tutt’altro che scontate e anzi, spes-so, la loro mancanza rappresenta un realepericolo per la vita dei più poveri».

IN PRIMO PIANO

DI ELISA BISSACCO

Yirol, Sud Sudan.«Non sono riuscita a raggiungere l’ospedaleperché pioveva e non avevo mezzi di trasporto».«Ho altri figli a casa e ho aspettato all’ultimomomento per partire perché non avevo a chilasciarli». In Africa le distanze sono immensee le strade sono difficili. Lunghe linee rosse,di terra e sassi, piene di buche. Se piove tanto,si allagano e scompaiono. Raggiungerel’ospedale non è sempre possibile, perchéi trasporti sono rari e la maggior parte deipercorsi si fa a piedi.

Luanda - Chiulo (Angola): circa 400 chilometri,22 ore di auto. Juba - Yirol (Sud Sudan): 525chilometri, 7 ore di percorso. Cosa significaprendersi a cuore la salute delle mamme e deibambini nelle zone più periferiche dell’interventodi Medici con l’Africa Cuamm? Lo abbiamo chiestoai nostri volontari da Yirol a Chiulo, per raccontarei “margini” al centro del nostro impegno.

PERIFERIEALCE

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MEDICIINTERREDICONFINE

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Nelle mani di un mzungu«Amina aveva 22 anni, era musulmana,sposata da circa due anni. Aveva già avutotre gravidanze: la prima conclusasi con unaborto; la seconda era arrivata a termine,ma non era andata all’ospedale perché abi-tava lontano e, dopo un travaglio di 24 ore,la bambina era nata, ma non respirava. Conla terza gravidanza era riuscita ad arrivarein ospedale, a Tosamaganga in Tanzania eaveva avuto un travaglio piuttosto lungo.

Nell’ospedale c’erano le infermiere e an-che unmedico bianco, un “mzungu”. Si sen-tiva seguita. Temeva di non farcela, che fi-nisse come le altre volte. I dolori eranofortissimi. Alla fine, è nato un maschio, ditre chili e mezzo. Ricordo bene le parole concui ha accolto suo figlio: “il mio bambino!Il contatto fra cielo e terra, fra passato e fu-turo, fra antenati e discendenti: è il flusso del-la vita che, oggi, predilige proprio me!”»,diceMarco Natali, volontario in Tanzania.

Una piccola clinica nel Guraghe«Burat è un piccolo villaggio, nella zona delGuraghe, in Etiopia. Qui gli uomini parto-no giovani e vanno in città a cercare lavo-ro, lasciando le donne e i bambini, soli congli anziani.Tutto ruota attorno alla figura della

donna, alla sua forza e determinazione nel-la gestione dei più piccoli e dei più vecchi– afferma Massimo Maroli –. Nel paeserimangono le fasce più deboli della popo-

NTRO

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cure di primo livello, la possibilità di avereun parto sicuro e un trasporto alle struttu-re ospedaliere vicine per le emergenze».

Un premio Nobel alle donne africane«Una mattina, all’alba vengo chiamato – di-ce Fabio De Simone volontario in Sud Su-dan –. È arrivata in ospedale una donna, instato di shock, proviene da un villaggio ed èin travaglio di parto dalla mattina prece-dente. Il bambino è morto e lei ha una rot-tura di utero. Opero subito. Riesco a con-servare l’utero e trovo qualcuno dellafamiglia che dona del sangue.Se tutto andrà bene se la caverà, potrà

di nuovo avere dei figli, ma la prossima vol-ta dovrà venire in ospedale in tempo.Nonostante il rango sociale alquanto

“particolare”, le donne sono il motore del-la società in Africa. Si dovrebbe dare a loroil premio Nobel per la pace! Non fosse altroper quello che, nel quotidiano, sono co-strette a sopportare.Forse tentare di diminuire la mortalità

materna e infantile significa educare a di-minuire le gravidanze a ripetizione, con tut-ti i rischi connessi per la donna, costretta afare almeno 5 o 6 figli per vederne viverela metà.In Sud Sudan i bisogni sono enormi, so-

prattutto c’è un’assoluta mancanza di con-sapevolezza dell’importanza di rivolgersialle poche strutture sanitarie.Come in tutto il resto, anche la medici-

na e la chirurgia sono totalmente lontanedai deliri della medicina per ricchi, eppu-re, nonostante tutto, con mezzi semplici eappropriati, si riesce a fare qualche mira-colo».

IN PRIMO PIANO

lazione, quelle che sono al centro dell’in-tervento di Medici con l’Africa Cuamm,presente da dieci anni.Sono spesso esposte a vari rischi, spe-

cialmente durante il parto. La povertà, lamancanza d’istruzione, la vita in area ru-rale, il predominio dell’uomo, tipico dellasocietà africana, fanno da contorno a que-

sta situazione già difficile. A complicare ilquadro c’è infine la scarsità di strutture sa-nitarie e la difficoltà ad accedere a quellepoche disponibili, per mancanza di stradee mezzi di trasporto.La clinica di Burat è una piccola rispo-

sta: l’unica che cerca di garantire un servi-zio equo e accessibile. Si garantiscono le

ONO ENORMI LE DISTANZE che si devono coprire per raggiungere l’ulti-mo miglio, le persone più povere, che vivono nelle aree più margi-nali del nostro intervento.Da Luanda, capitale dell’Angola, a Chiulo ci sono circa 400 chilo-metri, che si percorrono in circa 22 ore di automobile, se non pio-ve. Tosamaganga, in Tanzania, dista 6 ore di macchina da Dar esSaalam, la capitale. Kampala - Moroto (Uganda) si percorre in ol-tre 8 ore, perché sono circa 460 chilometri. Burat - Addis Abeba,in Etiopia: 200 chilometri, in 4 ore. Infine tra Juba e Yirol, in Sud

Sudan, ci sono oltre 525 chilometri per 7 ore di auto. Strade dis-sestate, mancanza di mezzi di trasporto, difficoltà di comunicazio-ne complicano ancor di più il quadro e rendono più arduo l’inter-vento e il portare servizi alle persone più lontane, spesso le piùpovere. Un trasporto in ambulanza, in Uganda, per esempio, costa15 euro; un parto sicuro 20 euro e un cesareo 60 euro. Medici conl’Africa Cuamm ci prova, ogni giorno, in questi e in altri posti sper-duti dell’Africa sub-Sahariana, con il solo obiettivo del diritto allasalute, per tutti.

GRANDI DISTANZESERVIZI PER TUTTI

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ARCHIVIO

CUAMM

Ospedale di Chiulo, Angola.

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FLASH DALL’AFRICA

ANGOLACONGRESSO DELL’ASSOCIAZIONE INFERMIERI

Dal 10 al 12 maggio la provincia di Uige ha ospitato il IVcongresso dell’Associazione nazionale infermieri dell’Angola.L’evento ha richiamato in Provincia il Ministero della Salute che

ha lanciato un progetto pilota che prevedeservizi sanitari su base comunitaria per ilcontrollo delle principali patologie, perl’immunizzazione e per la somministrazionedi vitamina A. Il municipio scelto a livellonazionale per questo esperimento è statoDamba. Medici con l’Africa Cuamm, cheinterviene in quest’area, è stata l’unica Ongstraniera invitata a partecipare a tutte le

fasi della visita e a tutti gli incontri con il Ministero. Una confermache il lavoro che Medici con l’Africa Cuamm svolge nella provincianon solo è riconosciuto e apprezzato, ma è anche condotto in lineacon le politiche locali. Il Ministero della Salute ha, infatti, sottoli-neato con grande entusiasmo che l’Organizzazione, in strettacollaborazione con le autorità locali, è riuscita ad avviare un vero eproprio processo di rivitalizzazione della zona.

MOZAMBICOMENO AIUTI INTERNAZIONALI

I governi e le agenzie internazionali stanno programmando unariduzione degli aiuti destinati a sostenere i servizi sanitari in diversi

paesi dell’Africa. In particolare i paesi dell’UnioneEuropea nel biennio 2011-2012 ridurranno com-plessivamente del 30% i finanziamenti al settoresanitario del continente. Questa tendenza può avereconseguenze drammatiche per un paese come ilMozambico che conta sull’aiuto internazionale peril funzionamento del proprio sistema sanitario.

È evidente che gli effetti del lavoro che i nostri volontari svolgonofianco a fianco con i medici mozambicani nelle strutture localiverranno sicuramente compromessi. Saranno probabilmenteridotte le forniture di farmaci antiretrovirali, indispensabili per lacura dell’Aids, pandemia che in Mozambico è una delle principalicause di morte nei bambini. Ci auguriamo, quindi, che i donatoriinternazionali rivedano la decisione di ridurre gli aiuti necessari pergarantire il diritto universale alla salute.

UGANDASALUTE MATERNA E INFANTILE

In occasione della Giornata internazionale dell’Ostetrica la FirstLady dell’Uganda, nonché il ministro degli Affari dello Stato della

Karamoja, Janet Museveni, ha lanciato Carmma, la“Campagna per accelerare la riduzione della mortalitàmaterna in Africa” con il tema “Madri sane, bambinisani. Tutti sono responsabili”. In Uganda la situazionedella salute materna è ancora drammatica: migliaia didonne muoiono ogni anno di parto anche se le causesono prevenibili. Medici con l’Africa Cuamm lavora già

da anni sul campo per migliorare la salute materna e infantile, con-tribuendo, soprattutto nel nord del paese, Oyam e Karamoja, allariduzione della mortalità neonatale e materna, attraverso il poten-ziamento dei servizi sanitari. L’organizzazione interviene a diversilivelli rafforzando il sistema sanitario, rinnovando le strutture e pro-muovendo attività di informazione e sensibilizzazione dellapopolazione. È infatti fondamentale rendere partecipi tutti gli attoricoinvolti in quanto “tutti sono responsabili”.

TANZANIAAPPREZZAMENTOPERMEDICICONL’AFRICACUAMM

Medici con l’Africa Cuamm è citato come esempio di “buonepratiche” per il modo in cui opera nella Regione di Iringa, nelrapporto finale redatto da Amref per il Fondo Globale (Round 3),

sugli interventi realizzati delle organizzazioni dellasocietà civile. Dal documento emerge che l’approc-cio collaborativo e intergrato con le realtà locali èmolto apprezzato in quanto ha permesso di rispon-dere concretamente e tempestivamente alle carenzeche mano a mano venivano riscontrate nellestrutture sanitarie distrettuali. Come sottolinea,

in una sua recente intervista, Firma Kisika, la responsabile delleattività di salute materno-infantile del distretto di Iringa Rural:«…tra tutte le organizzazioni non governative che hanno collabora-to e operano nel nostro distretto per migliorare i servizi sanitari,Medici con l’Africa Cuamm è stata tra le poche che abbia lasciatospazio a un vero confronto e scambio di idee sui reali bisogni delterritorio e della sua popolazione».

SUD SUDANLAVORI INCORSONELL’OSPEDALEDIYIROL

Nel mese di maggio, nell’ospedale della contea di Yirol, hanno presoavvio i lavori per la riabilitazione di un edificio da adibire a farmaciae a laboratorio per l’analisi dei pazienti interni. Questo intervento

permetterà di conservare correttamentei farmaci proteggendoli da polvere, insettie animali di vario genere che attualmentesi insediano all’interno dell’edificio. Inoltre,la riabilitazione dell’edificio consentiràdi attivare il monitoraggio dell’utilizzo deifarmaci per migliorare l’amministrazione

di medicinali ed evitare impreviste interruzioni nel loro rifornimento.La corretta gestione e conservazione di farmaci è un elementofondamentale per assicurare servizi sanitari adeguati ai pazienti.Infatti, come spiega Stefano Santini, volontario di Medici conl’Africa Cuamm che lavora sul campo da più di vent’anni, il lavorodel medico che visita i malati e prescrivere i farmaci diviene total-mente inutile quando i farmaci sono esauriti o scaduti.

ETIOPIAUNOSTUDIOPERMIGLIORAREL’EQUITÀ INSALUTE

Medici con l’Africa Cuamm, in collaborazione con il Dipartimentodi Statistica dell’Università di Padova, ha deciso di sviluppare uninnovativo strumento per la valutazione dello stato di ricchezza

delle donne che accedono ai servizi ostetricidi emergenza. Fino ad oggi si sono fattinumerosi sforzi per valutare la qualità delservizio, ma non ci sono dati sul livellosocio-economico delle donne che ne usu-fruiscono. Questo dato è però fondamentalese si vogliono programmare degli interventi

che intendono diminuire le disuguaglianze che tuttora sussistononell’accesso a questo tipo di assistenza. Medici con l’AfricaCuamm opera in diversi paesi per diminuire la mortalità materna,cercando di assicurare a tutte le madri questo tipo di assistenza.Il nuovo strumento verrà applicato in Etiopia nell’ospedale diSt. Luke a Wolisso. Una volta stabilita la sua efficacia, esso con-sentirà il continuo monitoraggio dell’equa accessibilità del servizio.I risultati di questo studio permetteranno di migliorare la strategiadi intervento e facilitare l’accesso delle madri ai servizi sanitari.

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CINAEAFRICAPARTNERNELLOSVILUPPO?

FOCUS

Nessuno ignora che l’interesse origina-rio e tutt’ora dominante della Cina in Afri-ca sono le sue materie prime, a cominciaredal petrolio. Ma questo interesse è eviden-temente presentato in maniera convincentecome opportunità di scambio, anziché di ra-pina. La Cina non offre aiuti allo sviluppo,ma contratti attraenti per entrambi i con-traenti. Un «baratto di infrastrutture controriserve energetiche», nelle parole dell’eco-nomista zambiana Dambisa Moyo. Unoscambio, aggiunge la Moyo, che tanto i ci-nesi quanto gli africani capiscono perfetta-mente: «nel brevissimo termine, ognuno ot-tiene ciò che desidera».C’è, in questo epocale successo della Ci-

na in Africa, un aspetto oscuro e inquie-tante. A differenza dei dona-tori occidentali, dei grandiistituti di credito globali comela Banca Mondiale e il FondoMonetario, i cinesi non pongo-no condizioni politiche, nonchiedono trasparenza demo-cratica (che essi per primi nonsarebbero in grado di offrire),non fanno dipendere accordi efinanziamenti da clausole suidiritti umani. Fanno affari ebasta. Non sono «paternali-

sti», dicono i loro fan africani; ma sono an-che ciechi agli orrori dei regimi più effera-ti, ribattono i benpensanti d’Occidente. Etuttavia dalla loro cooperazione economi-ca sta lentamente percolando attraversol’Africa una ricchezza ancora tenue masempre più diffusa. I soldi dei cinesi apronocantieri, pagano salari, migliorano i tra-sporti e le comunicazioni, attivano i piùclassici processi economici fatti di domandae di offerta, di produzione e di consumo. Inuna parola, sviluppo. E

NRICOBOSSAN/èA

FRICA

DI PIETRO VERONESE GIORNALISTA DI REPUBBLICA

ENRICOBOSSAN/èA

FRICA

tieri delle nuove infrastrutture che i cinesivanno costruendo un po’ ovunque, stradeponti ospedali scuole stadi alberghi centricommerciali – è benvenuta e salutata posi-tivamente tanto dai governanti quanto dal-la gente comune. La Cina è vista come unpartner nella crescita, un Paese in via di svi-luppo che è certo più avanti degli altri, mache ne condivide intenti, finalità, problemie speranze. Non una potenza che schiacciai più piccoli, ma un fratello maggiore che liaiuta a venir su.

BOLLETTINI DELL’AVANZATA CINESE IN AFRICA– un’avanzata tanto economica quantopolitico-diplomatica, che configura un’in-fluenza globale sull’intero continente –

continuano a riportare notizie di inarresta-bili vittorie. La grande crisi economico-finanziaria del 2008-2009 non ha fermatoquesta marcia: gli investimenti complessivihanno continuato a crescere, il numero deicontratti, degli accordi-quadro, dei proto-colli di cooperazione bilaterale si è sensibil-mente accresciuto (da ultimo con Paesi dienorme interesse geo-economico come laNigeria e la Repubblica democratica delCongo). Oggi la Cina è di gran lunga il prin-cipale attore sulla scena della crescita e del-lo sviluppo dell’Africa. I rapporti commer-ciali sono cresciuti a dismisura, più chedecuplicando tra il 2000 e il 2008 da menodi dieci ad oltre cento miliardi di dollari.A questa intensità delle relazioni economi-che si accompagna un’innegabile egemonianei rapporti di forza internazionali. Lo si èvisto l’anno scorso alla Conferenza di Cope-naghen sul clima e lo si vede ormai regolar-mente al Consiglio di Sicurezza o all’As-semblea Generale delle Nazioni Unite: è laCina a guidare il consenso dei Paesi più po-veri, non più potenze “tradizionali” come gliStati Uniti, la Gran Bretagna o la Francia, equesto è uno dei tanti indicatori del declinodell’Occidente.Ma l’aspetto più straordinario di questo

rapporto ormai dominante è che i suoipartner africani non vivono la straripanteegemonia cinese come un’ennesima formadi neocolonialismo, come un predominioche semplicemente si sostituisce a un altro.Al contrario: la presenza della Cina ai quat-tro angoli del continente, che si manifestanelle forme più svariate e invasive – merci,imprenditori, forza lavoro nei grandi can-

I La Cina non offre aiuti allosviluppo, ma contratti attraentiper entrambi i contraenti.Un «baratto di infrastrutturecontro riserve energetiche»,nelle parole dell’economistazambiana Dambisa Moyo.Uno scambio, aggiungela Moyo, che tanto i cinesiquanto gli africani capisconoperfettamente: «nel brevissimotermine, ognuno ottieneciò che desidera».

Dodoma, Tanzania.

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FOCUS

L’ultimo recorddell’impegno economicocinese in Africa riguardail Sudafrica, di cui il giganteasiatico è diventato il primopartner commerciale:il volume degli scambibilaterali ha raggiunto nel2009 i 16 miliardi di dollari,a dispetto della crisieconomica mondiale.E la tendenza continua:nel gennaio 2010 il volumedegli scambi ha superatoil miliardo e mezzo di dollari,registrando un incrementodel 47,2 per cento rispettoall’anno precedente.In maggio, la Cina haannunciato un investimentodi 200 milioni di dollari perla realizzazione in Sudafricadi un grande cementificio.Questo non significa chele imprese cinesi restinoinattive altrove nelcontinente. Sempre inmaggio è stato sottoscrittoun impegno per lacostruzione di una raffineriain Nigeria, il cui contoè di 23 miliardi di dollari.L’accordo fa parte del lungocorteggiamento della Cinaal petrolio nigeriano:si parla di un’offertadi 50 miliardi di dollariin cambio di sei miliardidi barili di greggio.E il volume degli scambinon fa che crescereovunque: su scalacontinentale, nel primotrimestre 2010,l’incremento è stato del24,6 per cento rispetto al2009. La cifra assolutaè un vertiginoso 12 miliardie 636 milioni di dollari.

Fabbrica di calzature,Kenya.

SCHEDAPER CAPIRE

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UEST’ESTATE UNO DEI PIÙ IMPORTANTI MUSEIin Europa, la Nationalgalerie di Berlino,ospiterà le istallazioni di artisti africanidel calibro di El Anatsui, PascaleMarthine Tayou e Yinka Shonibare,le cui opere sono sempre più conosciutee apprezzate. Gli ampi spazi del museotedesco accoglieranno così gli enormitessuti fatti con tappi di bottiglia che

hanno reso celebre Anatsui,o il villaggio africano dai moltisignificati che Marthine Tayouha creato per la Biennale diVenezia. Opere d’arte costruitein altri ambienti e che laNationalgalerie renderà fruibili

in un percorso unico a beneficio deivisitatori. Un’occasione imperdibile,fanno notare gli esperti di arte africana.Il filo conduttore dell’esibizioneè l’incertezza riguardo al futuro, a frontedei profondi cambiamenti economici,sociali e politici che stanno attraversandoil nostro tempo. Il titolo della mostra,“Who Knows Tomorrow” (“Chi puòsapere cosa accadrà domani”) si ispiraa una frase scritta su un piccolo autobusin Africa fotografata per caso. Questamassima diffusa in Africa è diventatail tema che accomuna le opere esposte,all’interno di un progetto artistico chepunta a rilevare i legami e le connessionifra l’Africa e l’Europa. I confini internidella mappa politica dell’Africa sonostati tracciati a tavolino durante laconferenza di Berlino nel 1884sigillando una divisione dell’Africaprodotta dal colonialismo. I curatoridella mostra sottolineano il fatto chela storia della colonizzazione dell’Africaè profondamente legata alla situazionedi Berlino nel diciannovesimo secoloe all’inizio del ventesimo. Cinquant’annifa, nel 1960, diciassette Stati delcontinente ottennero l’indipendenza.Questi due eventi, la spartizionedell’Africa e i movimenti che lottaronoper liberare i propri popoli dallasottomissione coloniale, segnanoun percorso di ricerca di appartenenzae identità che l’arte contemporaneaafricana ha ben presente. Il futuroè invece un’incognita ancora dadisegnare.

DOVE E QUANDOBerlino, dal 4 giugno al 26 settembreINFOwww.whoknowstomorrow.de

I SONO RIUNITE PER COMBATTERE la trattadi esseri umani in occasione di grandieventi sportivi internazionali, comei mondiali di calcio che si svolgonoin Sudafrica. Sono religiose di tuttoil mondo e hanno dato vita al network“Talitha Kum”, che cerca di prevenire

questo fenomeno.Durante i mondiali del 2006in Germania ha avuto unboom il traffico di esseriumani finalizzato allaprostituzione forzata gestitodalle multinazionali delcrimine organizzato. Varieorganizzazioni criminali hannotrafficato 40 mila ragazze

soprattutto dai paesi dell’Est europeo,tra le quali molte minorenni, chein gran parte sono state costrettea prostituirsi. Anche per i mondialidi calcio 2010 le previsioni non sonodelle più rosee, come ha dimostratol’ultima Africa Confederation Cup,durante la quale sono stati trafficatidonne e bambini da diversi paesidell’Africa.«A febbraio ci siamo incontrate aJohannesburg» spiega suor BernadetteSangma, coordinatrice per l’Italia dellacampagna “Talitha Kum”. «Eravamoreligiose provenienti dall’Africa, dall’Asiae dall’Europa e abbiamo concordatoil lancio di una campagna disensibilizzazione che si è basata sulladivulgazione di quattro lettere aperte,indirizzate rispettivamente ai tifosi,alle potenziali vittime, agli aiutantiinconsapevoli di questo trafficoe ai leader religiosi». Le lettere sonostate diffuse prima e durante i mondiali,e nei paesi confinanti con il Sudafricale religiose hanno organizzato con lechiese locali campagne di sensibilizza-zione nelle scuole e nelle comunità permettere in guardia le famiglie. «In molticasi le persone sono rapite o convintecon l’inganno» spiega suor Bernadette.«I criminali adescano le vittimeventilando la prospettiva di un lavoroben pagato, in occasione di eventiimportanti come i Mondiali di calcio, mala realtà è che donne e minori finiscononella rete della prostituzione».

SU INTERNETwww.catholicnews.com

SCE IN VERSIONE ITALIANA un libro cheha fatto molto discutere, scritto da unagiovane economista originaria delloZambia, Dambisa Moyo. Il titolooriginario è “Dead aid”, la “fine degliaiuti”, ma anche “gli aiuti che uccidono”.La tesi è che se l’Africa non riesce adaffrancarsi da certe situazioni di povertàe di sottomissione la colpa è proprio degliaiuti, che hanno alimentato la corruzionee un senso di perenne dipendenzadall’esterno. Il libro della Moyo non sioccupa di «aiuti per le emergenze o di fondiraccolti da organizzazioni non governative»scrive la stessa autrice, ma dei «miliarditrasferiti direttamente ogni anno ai

governi dei paesi poveri».«Sono questi miliardi chehanno ostacolato, soffocato eritardato lo sviluppo dell’Africa»sostiene Moyo. A causa degliaiuti – sostiene l’autrice –i governi africani sono demotivati

dall’assumere iniziative di vero sviluppoe di vera crescita del tessuto industriale,agricolo e dei servizi, perché sanno checomunque verranno rifinanziati presto dalgeneroso Occidente. Pensano piuttostoa creare intanto degli eserciti forti e dellestrutture burocratiche che hanno il soloscopo di conservare lo status quo.I governanti perdono tutto il loro tempoa corteggiare i potenziali donatori,disinteressandosi delle vicende interne.Il fatto che possano fare a meno diriscuotere le tasse dai propri cittadini,perché ci sono gli aiuti, limita l’autonomiadi questi paesi, non sono più i cittadinia chiedere conto delle scelte fatte, mai donatori. Nel libro la Moyo elencauna serie di alternative: migliorarele infrastrutture approfittando dell’aiutodella Cina, favorire l’afflusso dellerimesse abbassando i costi, puntaresu commercio, mercati di capitale,microfinanza e risparmi. L’India e altripaesi asiatici hanno imboccato la viadello sviluppo, dice, quando hannocominciato a rifiutare gli aiuti, e anchel’Africa dovrebbe fare lo stesso. Èun’analisi quella della Moyo che a trattidà l’impressione di essere fin troppoassertiva e semplificatoria, ma che offresenza dubbio molti spunti di riflessione.

AUTORE E TITOLODambisa Moyo, La carità che uccideINFORizzoli, Milano 2010, pp. 280, 18,50 euro

SEQ

SEGNA IN AGENDA

ARTEGLI ARTISTI AFRICANIALCENTRODELLA SCENA IN EUROPA

CAMPAGNEDONNE CONTRO LA TRATTA

LIBRIQUANDO GLI AIUTIUCCIDONO L’AFRICA

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ARÀ LA PRIMA TELEVISIONE PANAFRICANA,anche se a sostenerla sarà l’Europa,la Commissione europea per l’esattezza,che ha dato il via libera al progetto.Si chiamerà Africanews24 la nuova retetelevisiva per il continente africanorealizzata sul modello di Euronews24.Avrà sede in Africa, sarà multilinguee satellitare e presenterà una selezionedi news dai media africani, ripetuta piùvolte al giorno, e programmi prodottiappositamente, come documentarie approfondimenti su temi importantie talk show sulla realtà socioculturaleafricana. I pubblici a cui si indirizzasono quello africano quello europeo e ingenerale quello mondiale, con unaparticolare attenzione alla diasporaafricana. Sarà chiesta la partecipazionedi agenzie dell’Onu, Banca mondiale eBanca africana di sviluppo, cooperazionebilaterale e multilaterale. «Ogni paeseha i suoi media locali ma manca unatelevisione che offra una visionepanafricana trasmettendo da una sedeinterna al continente» ha spiegato PierLuigi Malesani di Euronews. «La primaTV africana che ha aderito è quelladella Costa d’Avorio, e ne stiamocontattando altre, per creare un networkdi televisioni sorelle. Nella fase inizialesaranno 8-10». «Il modello è Euronews»afferma Philippe Cayla, manager delcanale paneuropeo con sede a Lione«che è internazionale (dà informazioni suEuropa e resto del mondo) e multilingue(trasmette in nove lingue, in Africasi potrebbero utilizzare le tre lingueeuropee usate e tre lingue africanead ampia diffusione)!».Sarà realizzato anche un sito interattivocon archivio delle notizie, diffondibilianche via telefono cellulare. Per la sededella redazione, si è parlato finora diDakar, in Senegal, e Accra, in Ghana.

SU INTERNETwww.euronews.net

TVLA PRIMA TV PANAFRICANA

DI EMANUELA CITTERIO GIORNALISTA

UN LUCIDO EXCURSUS SULLA STORIA RECENTE

della Somalia e le cause di una crisiinestricabile. “La Somalia non è un’isoladei Caraibi” è il racconto degli ultimi50 anni di storia somala filtratidall’esperienza personale dell’autore,Mohamed Aden Sheikh, medico, chevive in condizioni di «bigamia», comelui stesso definisce la propria doppiaidentità, somala e italiana.Dall’uscita di scena degli italianidopo la breve e fallimentare esperienzacoloniale, alla prima guerra conl’Etiopia, alla presa del potere da partedi Siad Barre, che per un ventennioha tenuto sotto scacco la vita politicasomala, alla guerra civile, all’anarchiafunestata dagli scontri tra i “signoridella guerra” fino alla recente ascesadel leader islamico moderato SheikhSherif Sheikh Ahmed, gli eventi cheriguardano la Somalia sono l’oggettodi un’appassionata testimonianza e di

un’analisi condotta congrande rigore intellettuale.L’autore, esule politico,non manca di presentarele sue riflessioni sull’Italiacontemporanea, «chenon è più quella di ieribonaria e amichevole»,e i cambiamenti subìtidal nostro paese in pochi

decenni in relazione alla vita politica,alla condizione dei migranti e ai rapporticon l’Islam. Mohamed Aden Sheikh,nato nel 1936 in Somalia, chirurgolaureato e specializzato in Italia, è statouno dei principali dirigenti politicisomali nel corso degli anni Settanta, piùvolte ministro quando il regime di SiadBarre tentò una trasformazione radicaledella società pastorale somala in nomedel “socialismo scientifico”.

AUTORE E TITOLOMohamed Aden Sheikh, La Somalianon è un’isola dei CaraibiINFODiabasis, Reggio Emilia 2010, pp. 250,19,00 euro

LETTERATURA MIGRANTELA SOMALIANON ÈUN’ISOLA DEI CARAIBI

A CORSO PER LA PALMA D’ORO al Festivaldi Cannes e alla fine ha ricevuto il GranPremio della Giuria il film di XavierBeauvois “Des hommes et des dieux”,liberamente ispirato al sequestro e poiall’uccisione dei sette monaci trappistidi Notre-Dame de l’Atlas a Tibhirine,

in Algeria. Questi i fatti:nella notte fra il 26e il 27 marzo del 1996frère Christian, il priore,e i suoi confratelli Luc,Christophe, Michel,

Bruno, Célestin e Paul furono rapiti aTibhirine da un gruppo islamico e furonopoi uccisi in circostanze mai chiarite.I sette monaci furono gli ultimi di 18religiosi e religiose vittime di una violenzacieca; dopo di loro cadde ancora ilvescovo di Orano, il domenicano padrePierre Claverie, assassinato assiemeal suo giovane autista musulmanoal ritorno da una celebrazionein memoria dei sette monaci dell’Atlas.Nella sua opera, il regista ha volutolasciar da parte la strage, per dedicarsialla contemplazione della vita quotidianadei monaci con le loro preghiere, il loroimpegno sociale, i loro pasti, i loro silenzi.A Cannes il film ha vinto anche il premiodella Giuria ecumenica che, per tradi-zione, segnala opere di grande qualitàartistica, tese a testimoniare, attraversoil cinema, le profondità dell’animoumano e la complessità del mondo.«Se un giorno mi capitasse, e potrebbeessere oggi, di essere vittima delterrorismo che sembra voler coinvolgereattualmente tutti gli stranieri che vivonoin Algeria, vorrei che la mia comunità,la mia Chiesa, la mia famiglia,si ricordassero che la mia vita è statadonata a Dio e a questo Paese» avevascritto frère Christian, qualche annoprima della morte, nel suo testamentospirituale. Oggi la Chiesa di Algeriaè ancora in prima linea nel dialogo.«È troppo facile mettersi a posto lacoscienza identificando questa viareligiosa con gli integralismi dei suoiestremisti» ha detto l’arcivescovodi Algeri, monsignor Henri Teissie.«L’Algeria e l’Islam, per me, sonoun’altra cosa: sono un corpo eun’anima».

IL FILM DA NON PERDERE“Des hommes et des dieux”di Xavier Beauvois

HCINEMAIL FILM SUI TRAPPISTID’ALGERIA CONQUISTA CANNES

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CANTIERE CUAMMEBILANCIO2009L’AFRICAALCENTRO

LA STRUTTURA di Medici con l’AfricaCuamm è giuridicamente integrata al-l’interno della Fondazione “Opera SanFrancesco Saverio”. Il bilancio, pur es-

sendo unico, si compone dei risultati delle treattività svolte: Fondazione, Ong-Onlus e Col-legio Universitario.Gli indici e i grafici di seguito riportati

rappresentano esclusivamente le attività del-la Ong-Onlus per l’anno 2009.Nel 2009 gli interventi di Medici con

l’Africa Cuamm nei paesi in cui opera sonocostati 11.923.550 euro. Di questi l’80,7%(9.614.927 euro) è stato investito diretta-mente nei progetti di cooperazione princi-pali realizzati e nel centinaio di micro rea-lizzazioni di supporto attuate. Il restante19,3% è stato impiegato per sostenere costidi struttura (11,6%), di comunicazione,fund raising e gruppi (5,9%) e di selezione,formazione e gestione delle risorse umanein Italia (1,8%).

Crediamo che pubblicareil bilancio sia un modocorretto per dar conto diquanto facciamo con ledonazioni che raccogliamo.È la garanzia che vanno adestinazione e servono amigliorare la situazionedella salute in Africa.

I costi dei Progetti comprendono: costi per la realizzazione dei progetti inloco, costi per servizi progetti, altri oneri collegati ai progetti, costi personaleprogetti.I costi di Comunicazione, Raccolta Fondi e Gruppi comprendono: costi perservizi settore comunicazione e settore gruppi, costi per pubblicazioni,per media relation, per gestione e comunicazione eventi, per educazioneallo sviluppo, per fidelizzazione, per nuove campagne, costi per personalecomunicazione raccolta fondi e gruppi.I costi di Risorse Umane (selezione, formazione e gestione in Italia)comprendono: costi per servizi di selezione, reclutamento, formazionee gestione delle risorse umane in Italia destinate ai Progetti, costi per corsidi perfezionamento, costi per personale gestione risorse umane.I costi di Struttura comprendono: costi del personale gestione generaledella struttura, costi per acquisti di materie prime, costi per servizi gestionestruttura, ammortamenti, oneri diversi gestione struttura, oneri finanziari,oneri straordinari, imposte e tasse.

ENTRATE ONLUSdati in euro

DA PRIVATI

26%3.094.055

DA GRUPPI

4,8%575.790

5 PER MILLE

4,6%550.000

DA FONDAZIONI

3,9%470.089

ANGOLA15,4%1.483.019

CORPORATE

2,8%333.869

ISTITUZIONALI

57,9%6.894.361

FINANZIAMENTI ISTITUZIONALIdati in euro

USCITE ONLUSdati in euro

COOP ITA

22,2%1.529.573

CEI

7,5%518.676

ALTREISTITUZIONI

21,5%1.480.020

UE

12,6%868.531

AGENZIEINTERNAZIONALI

32%2.209.336

ENTI LOCALI

4,2%288.225

INVESTIMENTI IN PROGETTIdati in euro

UGANDA

27,1%2.608.988

PROGETTI

80,7%9.614.927

STRUTTURA

11,6%1.385.508

COM., F. RAISING,P.A.

5,9%705.452

RISORSE UMANE

1,8%217.663

COSTI E ONERICOLLEGATI

4,4%423.717

MOZAMBICO

20,5%1.968.111

ITALIA

3,7%354.323

TANZANIA

9%861.688

SUD SUDAN

8,7%837.301

KENYA

1,9%186.610

ETIOPIA

9,3%891.170

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PIAZZE COINVOLTE da Cagliari aPordenone passando per Tor-re Santa Susanna, Roma, Sie-na, Torino, Milano e molte al-

tre. Circa 200 volontari attivi, oltre 1.200 fotoscattate (le stiamo ancora caricando), circa500 magliette consegnate!Questi alcuni numeri dell’African Day, la

mobilitazione di piazza cheMedici con l’Afri-ca Cuamm ha promosso in occasione dellaGiornatamondiale per l’Africa per raccoglie-re adesioni alla campagna «Mio Fratello èAfricano». L’invito è di andare a visitare il si-to www.miofratelloafricano.it per vedere ilfoto book con tutte le adesioni e dove trove-rete tra le molte facce anche quella di Nic-colò Ammaniti, di Niccolò Fabi, di RenataPolverini, presidente della Regione Lazio, diFlavio Zanonato, sindaco di Padova, e dellaconsole ugandesemrs. Juliet che aMilano hapartecipato al «Mani in Africa».Un ringraziamento particolare va a tutti

i volontari e la associazioni (Sism e Insiemesi può) che con il loro impegno hanno resopossibile questo African Day. Grazie per ilvostro coraggio, per la voglia che avete di-mostrato di portare in piazza questo valoredi fratellanza e solidarietà tra i popoli. È laprima volta che in 60 anni ci mobilitiamotutti insieme, Gruppi, Membri effettivi, vo-lontari e studenti per un evento di piazza intutta Italia. Non potevamo farci un migliorregalo e farne uno più giusto all’Africa in oc-casione della giornata a lei dedicata. Ma ilnostro sguardo non si deve fermare qui, dob-biamo considerare questa iniziativa come unpunto di partenza per gli anni a venire, peruna nuova presenza di Medici con l’AfricaCuammnel territorio, per un nuovomodo dicoinvolgere persone, media e istituzioni. Giàda oggi vogliamo lanciarvi una nuova sfida.25 maggio 2011: 100 piazze mobilitate peril prossimo African Day. Iniziate a pensarci.Iniziate a coinvolgere amici e associazioni esoprattutto se credete di avere una buonaidea da portare in piazza segnalatecela, sen-za paura di metterci la vostra faccia.

MILANOOLTRE IL CALCIOIl 14 giugno scorso, in occasione della prima partita della nazionale italiana ai mondiali di calcio,Inter campus e Medici con l’Africa Cuamm hanno presentato “Oltre il calcio”, un progetto di pro-mozione sanitaria, sociale e sportiva, realizzato a Naggalama in Uganda. Nella cornice del parcoSempione, dove per tutta la durata dei mondiali di calcio il Comune di Milano ha allestito un“villaggio mondiale” dedicato allo sport, al divertimento, alle associazioni, è stato dato spazioa questa interessante iniziativa che coinvolge circa 200 bambini ugandesi, tra quelli più poverie ai margini e che, attraverso il calcio, propone buone pratiche dal punto di vista educativo,sanitario e sociale. Uno sguardo all’Africa da parte di chi opera da tanti anni per il riscattodelle popolazioni più povere del Continente nero.

CARPIOPERATORE SANITARIO E SALUTE GLOBALESabato 22 maggio si è svolto a Carpi il seminario di formazione continua in medicina “L’operatoresanitario quale promotore della Salute Globale”. Il seminario, organizzato dall’Azienda unità sani-taria locale di Modena in collaborazione con Medici con l’Africa Cuamm, ha avuto la partecipazionedi 40 operatori sanitari suddivisi tra medici e infermieri, oltre che assistenti sociali e psicologi.La prima parte ha visto la trattazione di argomenti quali il diritto alla salute, le diseguaglianze,la cooperazione sanitaria internazionale e il rapporto tra globalizzazione, immigrazione e salute.Nella seconda parte si è voluto approfondire la realtà specifica dell’assistenza sanitaria e delprofilo di salute degli stranieri presenti nella Provincia di Modena. Momenti formativi come questodiventano importanti, quindi, per aiutare il personale sanitario a fronteggiare le sfide di un mondoglobalizzato come quello attuale.

CAMPAGNEBORN HIV FREEÈ stata lanciata lo scorso 19 maggio, ma si protrae fino a ottobre, la nuova campagna del FondoGlobale, per contrastare la trasmissione madre-figlio del virus Hiv. “Born Hiv Free”, questo il nomedell'iniziativa, ha come obiettivo che tutte le madri possano accedere al trattamento per prevenirela trasmissione dell’Aids da madre a figlio, per far sì che dal 2015 nessun bambino nasca con l’Hiv.La campagna viaggerà principalmente attraverso internet e i social network, in particolare Facebook eTwitter, e proseguirà fino ad ottobre, quando si terrà la terza conferenza di rifinanziamento del FondoGlobale, in cui i paesi donatori esprimeranno i propri impegni finanziari per il triennio 2011-2013.Medici con l’Africa Cuamm, che da sempre pone al centro della sua attività la salute materno-infantile, sostiene la campagna “Born Hiv Free”, insieme all’Osservatorio Aids. www.bornhivfree.org

AFRICAN DAYOBIETTIVO RAGGIUNTO

MEDICI CON L’AFRICA CUAMM NEL TERRITORIO

E RETE CUAMM

African Day, Milano30 maggio 2010.

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ARCHIVIO

CUAMM

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VISTO DA QUI

AFRICA SI MUOVE. QUEST’ANNO HA OSPITATO I MONDIALI DI CALCIO e la crescita econo-mica potrebbe raggiungere il 6%, molto di più della stagnante Europa e il dop-pio degli Stati Uniti, dietro soltanto a Cina e India che sfiorano il 10% annuo. Ilcontinente rimane povero, infestato dalla corruzione e da governi autoritari madispone di risorse materiali e umane che aspettano solo di essere mobilitate. Sealcuni problemi endemici, come la sanità, fossero risolti, l’Africa decollerebbeper uno sviluppo impetuoso quanto quello della Cina.Il continente possiede il 10% delle riserve mondiali di petrolio, forse di più. Il 40% dell’oro che

esiste sulla Terra sta in Sudafrica. Diamanti, rame, cobalto sono presenti in abbondanza nonostanteil saccheggio effettuato nei decenni passati e quello che ancora continua in paesi come il Congo.Permolti anni questematerie prime hanno reso poco o nulla agli africani, sia perché venivano sfrut-

tate da multinazionali europee o americane, sia perché i prezzi sul mercato mondiale continuavano ascendere. Oggi, accordi più equi tra i governi e gli investitori stra-nieri fanno rimanere in Africa parte dei profitti. Soprattutto, l’asce-sa della domanda di Cina e India ha trainato i prezzi delle materieprime, che presumibilmente rimarranno elevati anche nei prossi-mi anni. Uno degli sviluppi più promettenti riguarda la rapida dif-fusione dei telefoni cellulari, che tra qualche anno potrebbero di-ventare 900 milioni. I cellulari non solo permettono ai governi dirisparmiare sulla costruzione di costose reti terrestri ma offrono aivillaggi più isolati la possibilità di entrare in contatto col mondo.Non solo: dal punto di vista economico, i piccoli produttori

agricoli, o i pescatori, possono informarsi sui prezzi migliori neivari mercati e sfuggire allo strangolamento degli intermediari.

I cellulari possono essere usati anche per accedere a servizi bancari, o di microcredito, o creare coope-rative di produzione e di consumo che migliorano fortemente il tenore di vita dei loro soci. La carenzadi infrastrutture di stoccaggio per i prodotti agricoli, o della pesca, può essere aggirata entrando in con-tatto con mercati più ampi, o con investitori interessati. I cellulari sono ovviamente anche uno stru-mento di mobilitazione politica e di controllo dei governi: i molti regimi repressivi del continente, dal-la Nigeria al Sudan, dal Congo allo Zimbabwe, non vedono affatto di buon occhio la possibilità pergli oppositori di comunicare rapidamente tra loro e di contattare le organizzazioni internazionali, imedia stranieri, o le organizzazioni non governative. Ma il processo di diffusione sembra ormai av-viato e ben difficile da arrestare. La corruzione rimane uno dei problemi principali dei 48 Stati del-l’Africa sub-Sahariana ma internet e i telefonini rendono più facile controllare l’operato dei governie la destinazione degli aiuti dei paesi industrializzati. Nei paesi dove il governo ha operato le rifor-me necessarie, come in Mozambico, il successo dei sistemi scolastici è stato spettacolare: gli studen-ti delle scuole secondarie sono aumentati di cinque volte tra il 1998 e il 2008.Restano i problemi di sempre: le vecchie malattie endemiche, come la malaria e la tubercolosi, e

quelle nuove, come l’Aids. Nell’Africa sub-Sahariana la percentuale media di sieropositivi è il 6%, main Ciad e in Mozambico si supera il 15%, in Sudafrica e in Namibia si supera il 20%, in Zimbabwe il30%. Oggi le cure sono migliorate ma, in alcuni paesi, un’intera generazione è andata perduta. Lasanità rimane la priorità per il continente.

UN CONTINENTE IN MOVIMENTOIL PROBLEMARIMANE LA SANITÀ

L’

Se alcuni problemi endemici, come la sanità,fossero risolti, l’Africa decollerebbe per unosviluppo impetuoso quanto quello della Cina.Nei paesi dove il governo ha operatole riforme necessarie, come in Mozambico,il successo dei sistemi scolastici è statospettacolare: gli studenti delle scuolesecondarie sono aumentati di cinque voltetra il 1998 e il 2008.

DI FABRIZIO TONELLO UNIVERSITÀ DI PADOVA

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ANGOLAVOLONTARI IN SERVIZIO: 13Luanda: lotta alla tubercolosi su 11 province.Uige: le attività vanno dalla formazionedel personale al sostegno alle attività di salutepubblica nell’ospedale di Damba.Chiulo: la presenza nell’ospedaleoffre assistenza continuativa ai malati.Si sta potenziando l’interventonel territorio con le vaccinazionie il controllo dell’Hiv/Aids.CON 75 € GARANTISCIUN TRATTAMENTO COMPLETO CONTRO LA TBCON 50 € CURI UN BAMBINO RICOVERATOPER MALARIA

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MOZAMBICOVOLONTARI IN SERVIZIO: 15Beira: formazione in Università e presenza in ospedale, supporto alleattività di screening e trattamento dei bambini malnutriti e sieropositivi.Moma: supporto alle attività di screening e trattamento dei bambinimalnutriti e sieropositivi, formazione e controllo della Tb.CON 100 € FORNISCI UN TRATTAMENTO PER UN BAMBINO MALNUTRITO

KENYANyahururu:sostegno alle personedisabili e laboratoriodi analisi per l’Hiv.CON 15 € COPRI LE SPESEPER 15 TEST PER L’HIV

TANZANIAVOLONTARI IN SERVIZIO: 13Regioni di Iringa e Morogoro: attività clinica e gestione ospedalieradiagnosi e cura della Tb e dell’Aids.CON 150 € PUOI ASSICURARE LA TERAPIA CONTRO L’AIDS,PER UN ANNO, A UN MALATO

SUDANVOLONTARI IN SERVIZIO: 10Yirol: dopo la riapertura dell’ospedale, comincia la fase di mantenimento deiservizi sanitari offerti.Lui: riabilitazione delle strutturedell’ospedale e supportoalle attività cliniche.CON 80 € FORNISCICURE PER UN BAMBINOMALATO DI POLMONITE

UGANDAVOLONTARIIN SERVIZIO: 20West-Nile: assistenzatecnica ai servizi sanitaridiocesani; trattamentodei malati di Tb;supporto alle personecon disabilità.Karamoja: assistenzatecnica ai 5 distrettie alla direzione sanitariadell’ospedale di Matany;supporto alla scuolainfermieri e all’ospedaledi Moroto.Regione Centrale:nell’ospedaledi Naggalama garantiamoun sostegno amministra-tivo e gestionale;l’appoggio alla clinicadell’Hiv/Aids.Oyam: lotta della mortalitàneo-natale e maternae miglioramentodell’accesso ai servizidi salute riproduttivadegli adolescenti.Nkozi: continual’appoggio all’UgandaMartyrs University.CON 60 € ASSICURIUN PARTO CESAREO;CON 20 € COPRI LESPESE PER UN PARTO;CON 15 € GARANTISCIUN TRASPORTOIN AMBULANZA

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* dato aggiornato al 11.05.2010

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AFRICAN DAY 2010

grazie a tutti!www.miofratelloafricano.it