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DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO Dssa M. Celeste Pierantoni Neuropsichiatra Infantile [email protected] Montefiascone, Aprile 2017 IPU Istituto Progetto Uomo

DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO … · disturbi dello spettro autistico. la prevalenza arriva a . 40-50. casi per 10.000”. “Vanno comunque condotti ulteriori studi in relazione

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DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO

Dssa M. Celeste Pierantoni

Neuropsichiatra Infantile

[email protected]

Montefiascone, Aprile 2017

IPU

Istituto Progetto Uomo

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Disturbo dello Spettro Autistico

Autism Spectrum DisorderASD

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DISTURBI del NEUROSVILUPPO

(Neurodevelopmental Disorders)

Disabilità IntellettivaDisturbi della ComunicazioneDisturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività Disturbo dello Spettro AutisticoDisturbo Specifico di Apprendimento Disturbi Motori

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1) Le multinazionali dei vaccini non hanno interesse che vengano diffuse notizie sulle reali cause dell’autismo

2) Negli ultimi anni vi è stata un’epidemia di autismo

3) L’autismo è un meccanismo di difesa legato alla difficoltà di interazione nei primi mesi di vita con la principale figura di attaccamento

4) I sintomi autistici sono spesso dovuti alle intolleranze alimentari

5) I disturbi dello spettro autistico sono un

6) Le persone con autismo non provano né emozioni né sentimenti

7) La psicoterapia è uno degli interventi più indicati

8) La Comunicazione Facilitata è uno strumento importante per migliorare la comunicazione e quindi la vita di relazione nei soggetti autistici

9) Dentro ogni autistico è nascosto un genio

10) L’intossicazione da metalli pesanti è da considerarsi la principale causa e la loro eliminazione costituisce una cura efficace

11) L’autismo è una malattia da cui si può guarire

12) Non migliorano e se lo fanno non sono autistici

13) Noi insegnanti abbiamo scarse possibilità di intervento

Individuare le affermazioni scorrette

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1) Le multinazionali dei vaccini non hanno interesse che vengano diffuse notizie sulle reali cause dell’autismo

2) Negli ultimi anni vi è stata un’epidemia di autismo

3) L’autismo è un meccanismo di difesa legato alla difficoltà di interazione nei primi mesi di vita con la principale figura di attaccamento

4) I sintomi autistici sono spesso dovuti alle intolleranze alimentari

5) I disturbi dello spettro autistico sono piuttosto rari

6) Le persone con autismo non provano né emozioni né sentimenti

7) La psicoterapia è uno degli interventi più indicati

8) La Comunicazione Facilitata è uno strumento importante per migliorare la comunicazione e quindi la vita di relazione nei soggetti autistici

9) Dentro ogni autistico è nascosto un genio

10) L’intossicazione da metalli pesanti è da considerarsi la principale causa e la loro eliminazione costituisce una cura efficace

11) L’autismo è una malattia da cui si può guarire

12) Non migliorano e se lo fanno non sono autistici

13) Noi insegnanti abbiamo scarse possibilità di intervento

Miti e false credenze sull’autismo

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DEFINIZIONE DEL DISTURBO

L’autismo è una sindrome comportamentale

causata da un disordine dello sviluppo

biologicamente determinato, con esordio nei

primi 3 anni di vita. [linea guida 21 ISS]

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ASD

A tutt’oggi non esiste un marker

biologico che permetta la diagnosi

La diagnosi di autismo è basata

esclusivamente sulla valutazione del

comportamento

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Alcune considerazioni generali sulla

salute mentale in E.E.

a) Modifiche delle categorie diagnostiche e metodologia della nosografia (il “come se” della diagnosi)

b) Dalla diagnosi categoriale alla diagnosi dimensionale

c) Variazione nella epidemiologia

d) Sensibilità diagnostica

e) Comorbidità

f) Traiettorie evolutive (e le responsabilità dei professionisti)

g) Politiche

h) Gestione delle risorse

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LA STORIA

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Autismo

Il termine autismo fu

utilizzato per la prima

volta nella letturatura

scientifica dallo

psichiatra svizzero

Eugen Bleuler nel

1911 per indicare un

sintomo della

schizofrenia.

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Leo Kanner (1894-1981)

Medico austriaco emigrato negli USA nel 1924, lavorò dal 1928 alla Johns Hopkins University

È considerato uno dei fondatori della psichiatria infantile americana per la sua opera principale: “Childpsychiatry” (1935).

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1943

Leo Kanner scrive l’articolo “Autistic disturbances of affective contact”, sulla rivista Nervous Child in cui per la prima volta vengono descritte le caratteristiche dei bambini affetti da autismo.

Kanner definisce tale condizione “autismo infantile precoce” e ipotizza alla base del disturbo una innata incapacità a comunicare

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Hans Asperger (1906 – 1980)

Pediatra austriaco, Hans Aspergernacque vicino Vienna.

Asperger studiò medicina a Vienna.

Nel 1932 diviene Direttore del Reparto di “Pedagogia Curativa” della Clinica Pediatrica dell‘Università di Vienna.

Nel ’62, dopo un periodo all’Università di Innsbruk, torna a Vienna per dirigere la Clinica Pediatrica dell‘Università.

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1944

Hans Asperger scrive l’articolo “Die autistichenPsychopaten im Kindesalter“ Archiv fur Psichiatrie und Nervenkrankheiten.Senza conoscere l’articolo di Kanner, descrive dei casi simili e usa lo stesso termine: “psicopatia autistica”. Tra i bambini descritti da Asperger alcuni hanno una compromissione cognitiva minore o assente, per cui col termine “Sindrome di Asperger” si indica, dal 1992 (ICD-10), una condizione di autismo non associata a ritardo mentale.

Asperger evidenzia precocità della sindrome e la presenza, nel gentilizio, di persone che presentano vari gradi di stravaganza sociale. Ipotizza una base genetica.

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Disturbi Generalizzati dello Sviluppo

➢ Disturbo Autistico

➢ Disturbo Generalizzati dello Sviluppo Non Altrimenti Specificato

DSM III, Diagnostic

Statistical Manual IV,

American Psychiatric

Association (APA)

1980

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Disturbi Generalizzati dello Sviluppo

➢ Disturbo Autistico

➢ Disturbo di Rett

➢ Disturbo Disintergrativo della Fanciullezza

➢ Disturbo di Asperger

➢ Disturbo Generalizzato dello Sviluppo Non Altrimenti Specificato

DSM IV, Diagnostic

Statistical Manual IV,

American Psychiatric

Association (APA)

1994

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2011

LG 21

Linee Guida dell’Istituto

Superiore di Sanità (ISS)

“Il trattamento dei disturbi

dello spettro autistico

nei bambini

e negli adolescenti”

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LEGGE 18 agosto 2015, n. 134

“Disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie”. (15G00139)

(GU n.199 del 28-8-2015)

Vigente al: 12-9-2015

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LA DIAGNOSI

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I sintomi nelle forme di Autismo classico possono essere

riconoscibili nel secondo anno di vita

In più del 50% dei casi i genitori si preoccupano entro il

primo anno di vita

In quasi il 90% dei casi i genitori si preoccupano entro il 2°

anno di vita.

Spesso viene osservato un ritardo di linguaggio, il disturbo

dell’interazione e/o si sospetta che il bambino sia

ipoacusico .

ESORDIO ED EVIDENZIAZIONE

DEI SINTOMI

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CRITERI DIAGNOSTICI DEL DISTURBO AUTISTICO NEL

DSM IV

Un totale di 6 (o più) voci da (1), (2), e (3), con almeno 2 da (1), e uno ciascuno da (2) e (3):

1) compromissione qualitativa dell’interazione sociale

2) compromissione qualitativa della comunicazione

3) modalità di comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati

B. Ritardi o funzionamento anomalo in almeno una delle seguenti aree, con esordio prima dei 3 anni di età:(1) interazione sociale, (2) linguaggio usato nella comunicazione sociale, o (3) gioco simbolico o di immaginazione.

C. L’anomalia non è meglio attribuibile alDisturbo di Rett o al Disturbo disintegrativo dell’infanzia.

CRITERI DIAGNOSTICI DEL DISTURBO DELLO

SPETTRO AUTISTICO NEL DSM 5

Deve soddisfare i criteri A, B, C, e D:

A. persistenti deficit di comunicazione

sociale e di interazione sociale

B. Pattern ristretti e ripetitivi di

comportamento, interessi, e attività

C. I sintomi devono essere presenti

nella prima infanzia

D. L’insieme dei sintomi limitano e

compromettono il funzionamento

quotidiano.

E. I sintomi non sono meglio spiegati

dalla disabilità intellettiva o da

ritardo globale dello sviluppo

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CRITERI DIAGNOSTICI DEL DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO NEL DSM 5

Deve soddisfare i criteri A, B, C, e D:

A. deficit persistenti di comunicazione sociale e di interazione sociale in contesti diversi, non

determinata da un generale ritardo nello sviluppo, manifestato per tutti e tre le seguenti

caratteristiche:

1. deficit di reciprocità socio-emotiva

2. deficit nell’uso di comportamenti comunicativi non verbali nell'interazione sociale

3. Deficit nello sviluppare , mantenere e comprendere relazioni, adeguate al livello di

sviluppo

B. pattern ristretti e ripetitivi di comportamento, interessi, e attività come manifestato da

almeno due delle seguenti caratteristiche:

1. uso di un linguaggio stereotipato e ripetitivo, manierismi motori, o uso di oggetti

2. Aderenza eccessiva alle routine, pattern ritualizzati di comportamento verbale o non

verbale,

3. dedizione assorbente ad uno o più tipi di interessi ristretti e stereotipati anomali o per

intensità o per focalizzazione

4. Iper o ipo-reattività agli stimoli sensoriali o insolito interesse per gli aspetti sensoriali

dell'ambiente

C. I sintomi devono essere presenti nella prima infanzia (ma possono evidenziarsi

successivamente quando sono richieste abilità sociali a cui il soggetto non è in grado di far

fronte)

D. L’insieme dei sintomi limitano o compromettono il funzionamento nella vita quotidiana

E. I sintomi non sono meglio spiegati dalla disabilità intellettiva o da ritardo globale dello

sviluppo

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DSM 5 - Severity Level for ASD

Severity Level for ASD Social CommunicationRestricted interests &

repetitive behaviors

Level 3

‘Requiring very substantial

support’

Severe deficits in verbal and

nonverbal social communication skills

cause severe impairments in

functioning; very limited initiation of

social interactions and minimal

response to social overtures from

others.

Preoccupations, fixated rituals and/or

repetitive behaviors markedly

interfere with functioning in all

spheres. Marked distress when rituals

or routines are interrupted; very difficult

to redirect from fixated interest or

returns to it quickly.

Level 2

‘Requiring substantial

support’

Marked deficits in verbal and

nonverbal social communication skills;

social impairments apparent even with

supports in place; limited initiation of

social interactions and reduced or

abnormal response to social overtures

from others.

RRBs and/or preoccupations or fixated

interests appear frequently enough to

be obvious to the casual observer and

interfere with functioning in a

variety of contexts. Distress or

frustration is apparent when RRB’s are

interrupted; difficult to redirect from

fixated interest.

Level 1

‘Requiring support’

Without supports in place, deficits

in social communication cause

noticeable impairments. Has

difficulty initiating social interactions

and demonstrates clear examples of

atypical or unsuccessful responses to

social overtures of others. May appear

to have decreased interest in social

interactions.

Rituals and repetitive behaviors

(RRB’s) cause significant

interference with functioning in one

or more contexts. Resists attempts

by others to interrupt RRB’s or to be

redirected from fixated interest.

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La presenza o l'assenza di disabilità intellettiva e compromissione del

linguaggio associati (per es., linguaggio funzionale a 5 anni è un fattore

prognostico positivo)

La presenza di epilessia, come diagnosi di comorbilità, è associata a una

maggiore disabilità intellettiva e ad una capacità verbale inferiore.

Fattori ambientali. Una varietà di fattori di rischio aspecifici, quali l'età

avanzata dei ?enitori, il basso peso alla nascita o l'esposizione del feto a

valproato, può contribuire al rischio di sviluppare un disturbo dello spettro

dell'autismo.

FATTORI PROGNOSTICI

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FATTORI AMBIENTALI

Fattori di rischio aspecifici:

• l'età avanzata dei genitori

• il basso peso alla nascita

• l'esposizione del feto a valproato

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Le stime di ereditarietà del disturbo dello spettro autistico

variano tra il 37 e il 90%, sulla base del tasso di

concordanza tra gemelli

Attualmente il 15 % dei casi di ASD sembrerebbe essere

associato a una mutazione genetica.

Per il resto dei casi il rischio sembra essere legato a

trasmissione poligenica, con centinaia di loci genetici che

contribuiscono in maniera relativamente ridotta.

Fattori genetici e fisiologici

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EPIDEMIOLOGIA

degli

ASD

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“Una prevalenza di 10-13 casi per 10.000 sembra la stima più attendibile per le forme classiche di autismo, mentre se si considerano tutti i disturbi dello spettro autistico la prevalenza arriva a 40-50 casi per 10.000”.

“Vanno comunque condotti ulteriori studi in relazione agli aumenti di prevalenza delle patologie autistiche che in questi ultimi tempi sono stati segnalati soprattutto dai paesi anglofoni e che porterebbero la prevalenza dei disturbi dello spettro autistico a 90/10.000”.

.

TASSI DI PREVALENZA

NELLA LG 21

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CONSIDERAZIONI SULLE

CARATTERISTICHE EPIDEMIOLOGICHE

L’autismo non presenta differenze di prevalenza geografiche e/o etniche.

Rapporto maschi-femmine: maschi 4 volte superiore rispetto alle femmine

Prevalenza di circa 1/100 per lo Spettro Autistico;

Attualmente il Disturbo Autistico è ameno 4 volte più frequente rispetto alle stime degli anni ‘90.

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L’incremento delle stime di prevalenza è dovuto più che ad un reale incremento dei casi di autismo ad una serie di fattori:

• migliore definizione dei criteri diagnostici, con inclusione delle forme più lievi;

• diffusione di procedure diagnostiche standardizzate;

• maggiore sensibilizzazione degli operatori e della popolazione in generale;

• aumento dei Servizi dedicati (anche se ancora decisamente inadeguati alla richiesta, sia quantitativamente che qualitativamente).

IPOTESI

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Autism Spectrum Disorders (ASD)

AUTISM HFA ASPERGER

Autism Spectrum Disorders HF

(8/1000?)

PDD NOS (con QI>70)

CONTINUUM

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Dati ASD rilevati sulla popolazione (fascia età 8 – 17)

di un distretto sanitario di Viterbo (popolazione 5605)

Dati fascia d’età 8 -

17 a.a.

Attualmente

residenti

Valore

assoluto

Rapporto x

1000

Stima sulla

popolazione in età

evolutiva di

Orvieto

Autismo LF 8 1,4 5

Autismo HF 3 0,5 2

Disturbo di Asperger 9 1,6 6

DPS NAS 7 1,2 4

Totale

Totale ASD HF

27

19

4,7

3,4

17

12

Stima del numero di adulti ASD HF su una popolazione di 20735 ab = circa 80-

90 (stimati secondo il tasso della LG 21)

Con i tassi di prevalenza USA circa 175 (di cui circa 35 in età evolutiva)

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SINDROME DI ASPERGER

alcune caratteristiche diagnosticheEvoluzione

La Sindrome d'Asperger è, in genere, riconosciuta più tardi del disturbo Autistico.

Prima dell'ingresso nella scuola primaria, si può osservare un ritardo motorio, una goffaggine motoria. Si evidenziano le difficoltà nelle interazioni sociali.

E' nel periodo scolastico che gli interessi particolari e circoscritti possono apparire o essere riconosciuti come tali.

Nell'età adulta, i soggetti hanno difficoltà in ciò che concerne l'empatia e la modulazione delle interazioni sociali. La sindrome segue apparentemente un'evoluzione continua e, nella grande maggioranza dei casi, persiste per tutta la vita.

Aspetti familiari

Si evidenzia una maggiore frequenza della Sindrome d'Asperger nei

parenti dei soggetti colpiti.

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CARATTERISTICHE PIU’ FREQUENTI NEI

BAMBINI/RAGAZZI CON SINDROME DI ASPERGER

Ritardo nella maturità sociale e nel ragionamento sociale

immaturità nell’empatia

difficoltà nel fare amicizia e sono spesso presi in giro dagli altri bambini

difficoltà di comunicazione e nel controllo delle emozioni

abilità linguistiche inusuali che possono includere un livello avanzato di

vocabolario e di sintassi, ma sviluppo ritardato nella capacità di conversazione,

prosodia inusuale e tendenza ad essere pedanti

interesse particolare per un argomento che risulta insolito per intensità o

focalizzazione

difficoltà a mantenere l'attenzione in classe

un profilo insolito di capacità di apprendimento

necessità di facilitazione e assistenza per l’ autonomia e l’organizzazione

goffaggine sia nella deambulazione sia nella coordinazione motoria

sensibilità [particolare] a suoni specifici, aromi, fibre o al tatto.

[T. Attwood 2007]

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Disturbo d’Ansia

ADHD

Depressione

Disturbo Post Traumatico da Stress

Rifiuto scolastico

Sindrome di Tourette

COMORBIDITÀ (principali)

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PRESENZA DI SINTOMI DI ALTRI DISTURBI

Sintomi ossessivo-compulsivi

Sintomi psicotici (abbozzi di delirio,

allucinazioni, ideazioni paranoidi)

NB:

Gli ASD HF rappresentano una

condizione di globale vulnerabilità

psicopatologica

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PRINCIPALI FATTORI AMBIENTALI

NEGATIVI

✓ Scarsa comprensione dei bisogni e delle

caratteristiche di funzionamento (adulti che si

dimostrano non in grado di comprendere le

peculiarità)

✓ Bullismo

✓ Fallimenti scolastici

✓ Esclusione

✓ Adulti che si dimostrano non in grado di

comprendere le peculiarità

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Principali fattori che sono di ostacolo nella vita di una persona con ASD HF:

La condizione biologica del suo cervello che lo rendono meno adatto all’apprendimento sociale

Le barriere legate all’ignoranzae alle false credenze che tuttora permangono sui Disturbi dello Spettro Autistico.

Spesso mancata attivazione di facilitatori specifici.

ICF-CY

Classificazione

Internazionale del

Funzionamento, della

Disabilità e della Salute

Versione per Bambini e

adolescenti.

MODELLO BIO-PSICO-SOCIALE

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MODELLI INTERPRETATIVI

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MODELLI INTERPRETATIVI

Teoria della Mente

Funzioni Esecutive

Coerenza Centrale

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Teoria della mente (ToM)

Con il termine “Teoria della Mente”, coniato dagli studiosiche si interessavano ai primati, David Premack e GuyWoodruuf nel 1978, si intende la capacità di riflettere sulleemozioni, desideri e sulle credenze proprie ed altrui e dicomprendere e prevedere il comportamento degli altri.

Varie ricerche hanno dimostrato sperimentalmente[Baron-Cohen, Leslie, Frith] che i bambini autistici hannocapacità simili ai loro coetanei normali nell’attribuire unacausalità fisica ad un evento, ma sarebbero incapaci dirappresentare lo stato mentale di se stessi e degli altri.

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Teoria della mente (ToM)

Dai 18-30 mesi, il bambino attraverso lo

sguardo referenziale, l’attenzione condivisa e

il gioco di finzione si appropria delle capacità di

leggere le emozioni, i desideri e le credenze e di

sistematizzarli in un sistema di conoscenze e

giunge ad effettuare delle rappresentazioni delle

rappresentazioni mentali degli altri, ovvero delle

meta-rappresentazioni.

A 4-5 anni il bambino già possiede una Teoria

della Mente pienamente competente.

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Prova di falsa credenza

(Sally- Anne Task)

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DEFICIT DELLE FUNZIONI ESECUTIVE

Le funzioni esecutive sono un complesso di abilità che risultano essere determinanti nell’organizzazione e nella pianificazione dei comportamenti di risoluzione dei problemi, come:

l’organizzazione delle azioni in sequenze gerarchiche, lo spostamento flessibile dell’attenzione, l’attivazione di strategie appropriate l’inibizione di risposte inappropriate.

I lobi frontali svolgano la funzione di dirigere il comportamento attivando selettivamente schemi che si trovano nella memoria di lavoro o nella memoria a lungo termine.

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FUNZIONI ESECUTIVE

PIANIFICAZIONE

E

ORGANIZZAZIONE

FLESSIBILITÀ

COGNITIVA

MEMORIA DI

LAVORO

I

INIBIZIONE DELLE

RISPOSTE

“AUTOMATICHE”

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In particolare, nei Disturbi dello Spettro Autistico,

risulta essere maggiormente compromessa la

capacità di flessibilità, piuttosto che l’inibizione o

la memoria di lavoro, e nella pianificazione e

controllo.

Hanno maggiori difficoltà nello spostare la propria

attenzione e nel modificare i propri programmi e

obiettivi in base alle circostanze che si presentano.

DEFICIT DELLE FUNZIONI ESECUTIVE

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LA COERENZA CENTRALE

La Coerenza Centrale intesa come capacità diorganizzare in insiemi coerenti, o in un sistemadi conoscenza, le molteplici esperienzeparcellari che investono i nostri sensi (deficitnella integrazione e categorizzazione delleinformazioni sensoriali).

Il sistema cognitivo possiede una naturalepropensione ad una coerenza interna, graziealla quale si rende possibile l’integrazione dipercezioni e rappresentazioni di base.

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Percepiscono i dettagli in maniera migliore dei soggettinormotipici, ma sono meno capaci di comprendere o dipercepire una visione d’insieme del contesto (quadro generale,nocciolo del discorso)

Secondo tale teoria i soggetti affetti da un ASD sono in grado dipercepire in concetti, di riconoscere le relazioni di causa-effetto,di percepire le varie relazioni che sussistono tra diversi oggetti,parole, situazioni ecc.Si concentrano maggiormente sui dettagli, pensando così inmaniera molto concreta e ciò può portare questi soggetti adessere inflessibili ed a rifiutare dei cambiamenti nei loro modellidi comportamento, nel loro ambiente e nella loro routine.Aumento delle difficoltà nelle relazioni interpersonali, nellacomunicazione e nell’immaginazione.

LA COERENZA CENTRALE

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Uta Frith

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ASD come disturbo dell’ apprendimento sociale

in particolare dell’apprendimento mediato dall’interazione

I bb. tipici vengono al mondo non sapendo fare le cose ma le apprendono successivamente. I fattori

che facilitano l’apprendimento sono l’interesse per la novità e l’interesse per le persone.

La maggior parte degli apprendimenti avviene in un contesto sociale

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Punti di debolezza

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Nei Servizi ASL

ancora insufficiente attenzione diagnostica e terapeutica nei confronti di tali disturbi;

scomparsa/migrazione di tali diagnosi in età adulta;

notevole disomogeneità, tra vari ambiti territoriali, nell’accesso e nell’offerta di servizi specifici;

carenza nella formazione specifica degli operatori;

rischio, da parte dei professionisti, di sottovalutarne le difficoltà adattive;

quasi totale assenza di tali diagnosi nei servizi psichiatrici per adulti e mancanza di integrazione/comunicazione tra servizi;

carenza di modelli condivisi e di indicazioni evidence based per gli interventi.

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Nella Scuola

• interventi non sempre appropriati in ambito scolastico (minimizzazione o accentuazione delle difficoltà adattive)

• assenza di formazione sulle caratteristiche e sugli specifici Bisogni Educativi Speciali dei soggetti con ASD HF, in genere seguiti con scarsa attenzione soprattutto se non “certificati ai fini del sostegno”

• scuola come inviante debole

• preadolescenza e adolescenza come periodo critico per il rischio di esposizione ad atti di bullismo e/o di fallimento scolastico

• la difficoltà nel definire interventi di orientamento scolastico e percorsi di studio appropriati

• scarsa inclusione/partecipazione alla vita sociale in ambito scolastico

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Caratteristiche comportamentali e di apprendimento delle persone con

ASD HF

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Deficit qualitativo nell'interazione

sociale

Le persone con S.A. possono essere motivati arelazionarsi con gli altri, ma non ne hanno le abilità, epossono approcciare gli altri in maniera peculiare nonfunzionale.

Sono presenti difficoltà nella comprensione dellemodalità di comportamento sociale e appaionosocialmente goffi. Non apprendono in modo intuitivo edempatico le competenze sociali ma necessitano diistruzioni esplicite.

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Gli alunni con SA hanno una intelligenza nella media o anchesuperiore alla media(Molti sono relativamente esperti nella conoscenza di specifici argomenti diloro interesse e possono raccogliere su di essi informazioni particolarmentedettagliate).

Dimostrano in genere difficoltà nel problem solving di situazionidella vita quotidiana e nel pensiero astratto(In ambito scolastico possono presentare problemi nella comprensione deltesto, nella organizzazione delle attività, nelle deduzioni e nelle capacità digiudizio, nella flessibilità del pensiero e vi sono, in particolare difficoltà adadattarsi ai cambiamenti)

Sono presenti spesso problemi della coordinazione motoria(Le principali aree implicate possono comprendere coordinazione nellalocomozione, abilità con la palla, equilibrio, motricità fine, abilità grafiche edi scrittura, ritmo e imitazione dei movimenti).

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Possono essere ipersensibili ad alcuni stimoli

sensoriali

Alcuni possono presentare problemi di

attenzione e molti di essi possono essere

diagnosticati ADHD

Livelli elevati di ansia possono essere una

caratteristica associata con la SA soprattutto per

gli aspetti attinenti le richieste sociali.

(Istruzioni appropriate e il supporto dell’adulto e/o dei

compagni possono essere di notevole aiuto ed alleviare le

tensioni).

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Possibili interventi:

a) “compensativi” (bisogni educativi speciali )

b) “orientativi” (individuazione e valorizzazione di

“talenti” ed interessi)

c) sui contesti (bambino, famiglia, scuola, comunità,

politiche …)

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I bambini con S. A. presentano un linguaggio fluente mapossono presentare spesso problemi con la pragmatica (ilsignificato in rapporto alle convenzioni culturali e sociali cheregolano la comunicazione linguistica, o, anche, alle intenzioni ealle credenze dei parlanti), semantica (non essere capaci dicomprendere significati multipli) e la prosodia (lagradazione, l'accento ed il ritmo del linguaggio).

– Gli studenti con SA possono avere buone competenze lessicali ma possono parlare senza curarsi minimamente del livello di interesse degli interlocutori sugli argomenti attinenti al loro interesse principale.

– Possono avere difficoltà con le regole e dei ritmi della conversazione.

– Il linguaggio può apparire prevalentemente monotono e formale.

– La mimica e la gestualità sono carenti.

Il linguaggio

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DIFFICOLTÀ SPECIFICHE E

INDICAZIONI DI CARATTERE GENERALE PER GLI INTERVENTI

IN AMBITO SCOLASTICO

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Difficoltà nella conversazione

• Tendenza a fare commenti irrilevanti;

• Non sempre appropriata scelta dei tempi negliinterventi

• Tendenza a parlare su un argomento settoriale ed aparlare sui discorsi degli altri

• Difficoltà a comprendere il linguaggio complesso ecomprendere il senso di parole con significatimultipli

• Tendenza ad avere comprensione letterale e a noncomprendere metafore e doppi sensi

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Interventi e strategie• insegnare appropriati commenti e regole di apertura della conversazione

• insegnare le regole e i ritmi che riguardano il parlare a turno in una

conversazione e quando rispondere, interrompere o cambiare

argomento

• spiegare le metafore e le parole con doppio significato

• Utilizzare conversazioni con le strisce dei fumetti e le storie sociali per

facilitare le abilità di conversazione

• mostrare video per identificare le espressioni non verbali e spiegare i

loro significati

• usare il linguaggio letteralmente, evitando (o eventualmente spiegando): modi di dire, doppi sensi, sarcasmo e comunicazioni con discordanze tra contenuti e mimica

• Incoraggiare a chiedere di ripetere le istruzioni, esempi o appunti se non ha capito

• insegnare al bambino a chiedere assistenza quando è confuso

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Deficit dell'interazione sociale

difficoltà a comprendere regole non formalizzate

e tendenza, quando sono state apprese, alla

loro applicazione rigida

ingenuità

interpretazione letterale delle informazioni

difficoltà a leggere le emozioni degli altri

poco tatto

problemi con la distanza fisica nelle interazioni

sociali (prossemica)

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Interventi e strategie

• fornire chiare ed esplicite indicazioni e regole di comportamento• insegnare allo studente come interagire attraverso trame sociali, modelli e

giochi di ruolo• educare i coetanei su come rispondere alle difficoltà dello studente

nell'interazione sociale• usare i compagni come modelli • può essere necessario provvedere a una supervisione ed un supporto allo

studente negli intervalli e nei momenti delle attività non strutturate• usare un sistema organizzato di compagni tutor per assistere lo studente

durante il tempo non-strutturato• fornire istruzioni allo studente come iniziare, continuare e finire il giochi o

altri tipi di attività • fornire istruzioni e spiegazioni sulla flessibilità, la cooperazione e la

condivisione• fornire feed-back frequenti• gruppi specifici di lavoro sulle abilità sociali strutturati possono fornire

l'opportunità per istruzioni dirette su specifiche abilità e per esercitarsi su situazioni concrete attuali

• in alcuni casi può essere utile sviluppare tecniche di rilassamento (allestire eventualmente uno spazio dedicato).

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Ristretto campo di interessi

Interventi e strategie

• Contenere le discussioni e le domande di tipo perseverante

• chiarire quali sono le richieste, ma fornire anche opportunità allo studente di perseguire i suoi interessi

• incorporare ed espandere sugli interessi le attività e i compiti e gli obiettivi educativi e didattici

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Strumento di relax

Conoscere per superare le paure

Bloccare i pensieri “disturbanti”

Gestione dell’ansia

Energizzante quando tristi o stanchi

Funzioni degli interessi speciali

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Gli interessi speciali possono rappresentare una fonte importante di motivazione.

Collegate quando possibile le attività svolte con l’interesse particolare del bambino.

Dimostrategli che ciò che sta imparando lo aiuterà a trovare più informazioni sul suo argomento preferito.

Usate le sue abilità speciali per dargli un ruolo positivo all’interno della classe.

Utilizzo degli interessi speciali

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Scarsa concentrazione

Spesso fuori tema, distratto, con difficoltà di organizzazione.

Interventi e strategie

• Ribadire concetti e richiamare l’attenzione con sollecitazioni non rimproveranti

• segmentare i compiti

• sessioni di lavoro a tempo

• contenere se possibile la quantità di compiti a casa

• Assegnare una posizione nella classe tale da mantenere l’alunno la vicinanza e il contatto

• uso di segnali verbali e non verbali per catturare l'attenzione

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Scarsa abilità organizzativa

Interventi e strategie

uso di agende, tabelle, diagrammi di flusso

e checklist (tablet computer)

tenere un elenco dei compiti

aiutare il bambino all'uso di una lista di

"cose da fare" e di liste di controllo

segnaletica visiva

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Difficoltà nella coordinazione

motoria

Interventi e strategie

✓ coinvolgere in attività sportive rispettando lecaratteristiche individuali

✓ considerare la minore velocità di scrittura quando sidanno i compiti fornire maggior tempo per leverifiche

✓ considerare l'uso di un computer per i compitiscritti, dato che alcuni studenti possono essere piùabili nell'uso di una tastiera rispetto alla scrittura

✓ Evitare di esporre a situazioni competitive frustranti

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La lentezza nell’esecuzione di un attività

può essere in alcuni casi una modalità di

gestione dell’ansia

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Caratteristiche nelle abilità

scolastiche

• Quoziente Intellettivo (QI) medio o superiorealla media con buona capacità nell’acquisizionee nel richiamo di informazioni

• scarsa capacità di problem-solving, dicomprensione e difficoltà con i concetti astratti

• Generalmente buone competenze lessicali

• acquisizione in genere rapida della lettura macon difficoltà di comprensione del testo

• In genere abilità nei calcoli matematici ma avolte difficoltà nella risoluzione dei problemi

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Prevenire gli errori e quindi la frustrazione utilizzando gli opportuni

facilitatori

• essere più concreti possibile presentando nuovi concetti

• utilizzare prevalentemente frasi semplici

• utilizzare esempi per spiegare concetti astratti

• utilizzare, quando possibile, l’apprendimento basato su esperienza

diretta

• usare schemi, grafici e mappe concettuali

• un’istruzione alla volta

• suddividere i lavori in sequenze di step progressivi e presentarli in modo

motivante sfruttando collegamenti con gli interessi specifici dello

studente

• fornire esempi del compito richiesto

• Consentire tempi di elaborazione più ampi

Interventi e strategie (1)

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• non dare per scontato che lo studente abbia capito

semplicemente perché è in grado di ripetere l'informazione

• usare sottolineature per aiutarlo a prendere note ed organizzare e

categorizzare le informazioni

• fare domande in modo chiaro e se possibile facendo riferimento al

concreto

• evitare il sovraccarico verbale

• sfruttare i punti di forza (per es..la memoria e gli ineressi)

• Verificare che sia stato compreso quello che è stato letto

• Compensare, quando necessario, la comprensione con istruzioni

supplementari ed uso di supporti visivi

• utilizzare il computer e software specifici come strumento di

supporto per la didattica e alla organizzazione del lavoro

Interventi e strategie (2)

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Vulnerabilità emozionale

• può avere difficoltà a conformarsi alla richieste sociali ed emozionali del contesto della classe

• facilmente è stressato anche per la scarsa flessibilità negli adattamenti

• In genere basso livello di autostima

• difficoltà nel tollerare gli errori compiuti

• può essere incline alla depressione

• può avere reazioni di rabbia

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Fattori che possono determinare stress

• Cambiamenti imprevisti

• Interruzioni della routine

• Esposizione a situazioni sociali

• Contesti sociali non strutturati

• Paura del fallimento

• Esperienze sensoriali intense vissute come spiacevoli

• Situazioni di difficoltà decisionale

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Possibili strategie personali per gestire lo stress

• Rifugiarsi negli interessi speciali

• Blocco del pensiero

• Videogiochi

• Stereotipie

• Ricerca della solitudine

• Fuga nella fantasia (amici immaginari)

• La lentezza nell’esecuzione di un attività (può essere in alcuni casi una modalità di gestione dell’ansia)

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• lodare e dire allo studente quello che ha fatto correttamente e bene

• insegnare a chiedere aiuto

• fornire uno spazio regolare di ascolto

• insegnare e dare suggerimenti sulle modalità per affrontare le situazioni difficili e per reagire allo stress

• usare simulazioni per insegnare la gestione di situazioni vissute come critiche

• preparare lo studente per i cambiamenti nella routine

• usare anche schemi visivi oltre all’informazione verbale per prepararlo al cambiamento

• Insegnare la tecnica del problem solving per la gestione delle scelte

• aiutare lo studente a capire i suoi comportamenti le conseguenze e le reazioni degli altri

• educare i compagni

• usare il supporto dei compagni, come tutor e facilitatori sociali

• tenere frequenti e accurate comunicazioni con i genitori

• Far diventare gli interessi speciali veicolo per il successo personale

• Allenare al rilassamento

• Favorire quando possibile la strutturazione e le routine

Interventi e strategie

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Disturbi di tipo sensoriale

• Coinvolgono soprattutto la percezione dei suoni e la percezionetattile, ma possono comprendere anche il gusto, l'intensità dellaluce, i colori e gli aromi.

• Alcuni tipi di suoni possono essere percepiti come troppo forti otroppo deboli

I tipi di rumori che possono essere percepiti come estremamenteintensi sono:

rumori inaspettati e improvvisi, rumori continui ad alta frequenza,confusione, suoni contemporanei provenienti da più fonti

• Possono essere presenti problemi nella soglia del dolore onella percezione del caldo e del freddo.

• Possono essere presenti comportamenti “bizzarri” del b., come aricercare stimolazioni sensoriali (anche di tipo propriocettivo) chepossono essere interpretati come la ricerca di un incrementodell’input sensoriale.

Tali problemi non risultano collegati a deficit degli apparatisensoriali

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• essere consapevoli che i livelli normali di input uditivo evisivo possono essere percepiti dallo studente cometroppo alti o troppo bassi

• mantenere il livello di stimolazione nei livelli appropriatialle capacità di gestione dello studente

• può essere necessario evitare alcuni suoni o stimolivisivi (luci, immagini)

• far ascoltare al bambino musica può camuffare alcunisuoni quando non è possibile intervenire altrimenti.

• contenere possibilmente i rumori di sottofondo

• insegnare e/o adattare al bambino strategie di gestionedelle situazioni problema collegate alle anomaliesensoriali

• Aiutare il contesto ad accettare come caratteristica diuno specifico funzionamento personale eventualicomportamenti bizzarri.

Interventi e strategie

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Strategie generali per la classe

Ambiente di apprendimento appropriato

Rendere “visiva” l’informazione

Fornire informazioni in anticipo sui cambiamenti.

Creare un elenco delle attività da svolgere, definendone

anche i tempi nei quali saranno svolte.

Definire regole chiare, formali e possibilmente scritte.

Per la costituzione dei gruppi di lavoro fare una selezione

ad hoc.

Assegnare in modo strategico i posti a sedere.

Accertarsi che le istruzioni siano state comprese

Assicuratevi che non sappia solo cosa fare ma anche

come farlo).

Quando valutate che sia opportuno consentite dei “time

out”.