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Disturbi dello spettro autistico Tecnologie e metodologie inclusive sulla comunicazione Dott.sa Francesca Franciosi Psicologa – Psicoterapeuta Consulente Clinico ABA MIPIA - IESCUM Supervisore ABA – progetto NOAH (New Organization for Autism Helthcare) presso «La Nostra Famiglia» sede di Castiglione Olona

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Disturbi dello spettro autistico

Tecnologie e metodologie inclusive

sulla comunicazione

Dott.sa Francesca Franciosi

Psicologa – Psicoterapeuta

Consulente Clinico ABA MIPIA - IESCUM

Supervisore ABA – progetto NOAH (New Organization for Autism Helthcare) presso «La Nostra Famiglia» sede di Castiglione Olona

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L’analisi del comportamento

L'analisi del comportamento è la scienza che ha come oggetto

lo studio delle interazioni psicologiche tra individuo e ambiente

e come metodo quello scientifico proprio

delle scienze naturali.

La sua funzione è quella di descrivere

queste interazioni, spiegare come avvengono, e su queste basi

prevederne le caratteristiche e la probabilità di comparsa

nel futuro.

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L'analisi del comportamento (BA)

non è sinonimo di

comportamentismo.

Il comportamentismo non è un sistema

psicologico, né una collezione di procedure applicative,

è una filosofia della scienza

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Analisi comportamentale applicata

L'analisi comportamentale applicata è la

scienza applicata che deriva dalla scienza

di base conosciuta come Analisi del

Comportamento (Skinner, 1953).

L’analisi comportamentale applicata è

l’area di ricerca finalizzata ad applicare i

dati che derivano dall’analisi del

comportamento per comprendere e

migliorare le relazioni che intercorrono fra

determinati comportamenti e le condizioni

esterne.

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Che

cos’è ?

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DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO

Costituiscono un ampio gruppo di sindromi, concaratteristiche comuni ma con sintomatologiamolto eterogenea sia all’interno dei singolisottotipi che tra un sottotipo e l’altro

Sono causati da un disordine dello sviluppobiologicamente determinato, con esordio neiprimi anni di vita

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DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO

Aree prevalentemente interessate:

Interazione sociale reciproca

Abilità di comunicare idee e sentimenti

Capacità di stabilire relazioni con gli altri

Interessi limitati, rigidi, ripetitivi stereotipati

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DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO

Disturbo Autistico

Sindrome di Rett

Disturbo Disintegrativo dell’Infanzia

Sindrome di Asperger

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Secondo la prospettiva

comportamentale l’autismo è

una sindrome caratterizzata da

carenze ed eccessi

comportamentali che hanno

una base neurologica, ma che

possono cambiare a seguito di

specifiche interazioni

programmate con l’ambiente.

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- ha esordio nello sviluppo

- si presenta in vario modo (spettro)

- può presentarsi con (più o meno) ritardo mentale

Si definisce Disturbo dello Spettro Autistico

perché?

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• un disturbo dello sviluppo su base biologica a carico del Sistema Nervoso

• mediato da geni & ambiente

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Prevalenza dell’autismo

4:1

• 1 caso su 88 bambini … “1/54”..

• Esordio entro i 3 anni

• Nessuna differenza socio-culturale

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Deficit nella comunicazione sociale

• Difficoltà nella comprensione e produzione del linguaggio

• Difficoltà nella comunicazione non verbale

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Deficit nell’interazione sociale• Difficoltà nella reciprocità socio-emotiva

• Difficoltà nello sviluppo e nel mantenimento

di relazioni

• Non riescono ad immaginare ciò che gli altri

pensano

• Conversazioni ristrette

• Nessun interesse a comprendere se all’altro

piace il proprio discorso

• Non si comprendono le emozioni degli altri

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Comportamenti e interessi ripetitivi

• Linguaggio, movimenti motori e

uso di oggetti stereotipati

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Comportamenti e interessi ristretti

• Eccessiva aderenza alla routine• Limitati interessi

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•Iporeattività o risposta ridotta alla voce umana•Ipersensibilità a rumori poco rilevanti•Reazioni di forte fastidio a rumori “ambientali”•Fenomeno del “rumore bianco” (percezione

disturbata da un’interferenza sensorialeinterna)

•Variabilità nelle reazioni a seconda deimomenti

Iper-reattività e/o Ipo-reattività aglistimoli sensoriali

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•Anomalie sensoriali visive•Anomalie tattili e dolorifiche•Anomalie olfattive•Anomalie di sensibilità della mucosa orale

(tattile e gustativa)

=> Difficoltà nella filtrazione e nellamodulazione sensoriale

Iper-reattività e/o Ipo-reattività aglistimoli sensoriali

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Disturbi dell’alimentazione

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DISTURBI DEL SONNO

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DEFICIT DI PIANIFICAZIONE MOTORIAIMPACCIO MOTORIODISPRASSIA

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Prassia

Capacità di organizzare azioni finalizzate ad uno scopo, in assenza di lesioni neuro-motorie e R.M. È una funzione corticale superiore, si valuta richiedendo esplicitamente ad un soggetto di eseguire un compito. È proprio la richiesta che definisce la funzione prassica.

Disprassia

Difficoltà, in situazione di richiesta, di ordinare in serie e coordinare i relativi movimenti elementari in vista di uno scopo (programmazione), di avviare relativi programmi, di prevedere un certo risultato, di controllare ciascuna sequenza e l’intera attività nel corso dell’azione, di verificare il risultato ottenuto come corrispondente a quello previsto e atteso.

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Requisiti generali che concorrono all’organizzazione cerebrale delle funzioni esecutive (in situazioni volontaria, automatica, su richiesta):

• Sufficiente integrità neurologica (sistemi percettivo-motori)

• Competenze cognitive (comprensione, memoria, attenzione al compito, comprensione e rappresentazione del progetto)

• Competenze esecutive (correlata ai lobi fronto-parietali permette di selezionare, attivare e pianificare il programma)

• Integrità dei sistemi metacognitivi (auto-consapevolezza, controllo della verifica del progetto e del programma)

• Coinvolgimento dei sistemi motivazionali (funzione simbolica e di scambio)

• Componente interattivo-emozionale (controllo dell’ansia)

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Come si presenta l’autismo

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Non apprendere naturalmente l’abilitàimitativa impedisce l’apprendimento diqualsiasi altra abilità

La comunicazione va sviluppata in ogni suaparte

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….A VOLTE USANO FRASI

INAPPROPRIATE PER POTER INIZIARE UNA CONVERSAZIONE SU ARGOMENTI CHE LORO CONOSCONO BENE, MA DEL TUTTO FUORI CONTESTO…

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…IN ALTRI CASI, LA VOCE NON SI SVILUPPAE BISOGNA FORNIRE STRUMENTI DI COMUNICAZIONE ALTERNATIVA…“INSISTERE PUÒ PORTAREFRUSTRAZIONE”…

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…POSSIAMO SOLO IMMAGINARE CIÒCHE PROVANOLEGGENDO LE LOROPAROLE SCRITTE NEILIBRI, OPPUREOSSERVANDO I LOROCOMPORTAMENTI…

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…FASTIDIOQUANDO SIABBRACCIANO, QUANDO GLI SITOCCANO I CAPELLI, QUANDO GLI SITAGLIANO ICAPELLI…

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…POSSONO ESSERELEGATI A DISTURBIGASTRO-INTESTINALIOPPUREA RICORDI PASSATI...

(SE SI PRESENTANO CON TOPOGRAFIE SIMILI NELLEDIVERSE PRESENTAZIONI)

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Si guarisce?...no!

ma un corretto intervento può rendere

l’autismo “DIVERSO”

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I sintomi devono essere presenti nella

prima infanzia e devono compromettere il

funzionamento quotidiano

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ALTO

MEDIO

BASSO

-+

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1. Ritardo cognitivo associato

2. Altre patologie in comorbilità

3. Collaborazione nei diversi contesti sociali del bambino

4. Trattamento intensivo e precoce

5. Trattamento corretto nella programmazione e nell’implementazione

…dipende dal:

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ABC

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ANALISI FUNZIONALE - ABC

Ogni comportamento può essere analizzato in base a tre

serie di eventi (ABC):

• Antecedent: gli stimoli che esistono immediatamente prima del comportamento

• Behavior: comportamento

• Consequence: conseguenze del comportamento

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ANTECEDENTI

Gli antecedenti ci permettono di sapere quando e quale

tipo di comportamento verrà emesso, quindi cambiando

l’antecedente possiamo cambiare il comportamento.

Esempio

A-la maestra dice “siediti sulla sedia”

B-il bambino si siede sulla sedia

C-la maestra dice bravo e gli fa un sorriso

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COMPORTAMENTO

E’ la risposta dello studente in seguito all’antecedente.

Per esempio fare i compiti, alzare la mano…

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CONSEGUENZE

Qualsiasi cosa che viene dato subito dopo

l’emissione di un comportamento:

• Oggetti o attività: ad esempio un giocattolo, una caramella, andare al parco o smettere di fare i compiti.

• Attenzione: ad esempio qualcuno viene a giocare con te o ti lascia giocare da solo

• Input sensoriali: ad esempio chiudere gli occhi per evitare una luce troppo forte.

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Cambiando gli eventi che si manifestano immediatamente

dopo un comportamento possiamo modificare la frequenza di

tale comportamento.

Esempio:

A - la maestra dice “siediti sulla sedia”

B - il bambino si siede sulla sedia

C - la maestra non dice niente e va via

A - il bambino vuole un giocattolo che si trova su una mensola in alto

B - il bambino si mette a urlare pestando i piedi

C - la maestra aspetta che si calmi e che gli chieda adeguatamente il giocattolo

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A B C

Antecedente Comportamento Conseguenza

SD Stimolo discriminativo:

segnala l’occasione

Risposta: produce il

rinforzatore

Stimolo rinforzante:

rafforza la classe di risposte

antecedenti

ESEMPI

La mamma dice “dammi la

bottiglia sul tavolo, per favore”

Il bambino dà la bottiglia alla

mamma

Grazie, sei molto gentile!!

Rinforzo

Piatto di verdura sul tavolo Il bambino piange perché non

vuole mangiare

La mamma toglie la verdura e gli

dà la pasta

Rinforzo

Strada con ghiaccio Guidare ad alta velocità Macchina fuori strada

Penalizzazione

Piatto di verdura sul tavolo

TV accesa

Il bambino piange perché non

vuole mangiare

La mamma spegne la tv

Penalizzazione

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CONTINGENZA A 4 TERMINI

STORIA APPRENDI

MENTO

SD

FATTORE SITUAZIONAL

E

EO RISPOSTAR RINFORZATORESRMO

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“OH NO! DEVO LAVORARE!”

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VOGLIAMO CHE IL BAMBINO APPRENDA

IN UN AMBIENTE RILASSATO!

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PAIRING

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COS‘E’ IL PAIRING?

Il termine “pairing”, (dall'inglese to pair, che significa appaiare,accoppiare) è un processo basato su condizionamento classico orispondente, attraverso il quale stimoli diversi vengono appaiati(stimulus-stimulus pairing) al fine di realizzare un condizionamento,cioè un trasferimento di funzione.

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IL PAIRING E' UN ASPETTO

MOLTO IMPORTANTE...

...per ogni intervento basato sull'Analisi Comportamentale Applicata…

…è fondamentale che il bambino impari ad associare l'operatore a qualcosa di positivo…

…la motivazione del bambino è indispensabile per un intervento efficace...

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...E A VOLTE INDISPENSABILE,

Infatti, se per alcuni bambini questo processo si sviluppa naturalmente e in tempi brevi, per altri tutto ciò non è automatico e richiede tempo ed energie.

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Il vostro obiettivo è fare in modo che il bimbo

voglia stare con voi (=pairing) e motivarlo

affinché lo stare insieme sia più divertente che

stare da soli, perché con voi può fare cose che

da solo non può fare (correre, fare il

solletico….). Dovrete coinvolgerlo in tante

attività e situazioni divertenti così che lui stesso

vi venga a cercare perché si diverte.

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LE BASI DEL PAIRING:

CONDIZIONAMENTO CLASSICO O RISPONDENTE:

SI_________________________RI

SN----SI____________________RI

SC---------------------------------------RC

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IPOTESI DI INTERVENTO:

OPERATORE

PAIRING

ATTIVITA'

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Incremento del controllo educativo

Ampliamento dei possibili SR+

OBIETTIVI

A BREVE

TERMINE

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ASSESSMENT DELLE PREFERENZE

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ASSESSMENT DELLE

PREFERENZE

PAIRING

CON

L'OPERATORE

PAIRING

CON LE

ATTIVITA'

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PAIRING

1) Venire quando chiamato;

2) Venire spontaneamente;

3) Sedersi su richiesta;

4) Consegna di SR+

5) Transizioni

CONTROLLO

EDUCATIVO

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RINFORZO

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Il rinforzo, o rinforzamento (reinforcement) è il

processo per il quale e mediante il quale le

conseguenze di un'azione hanno effetto sul

comportamento.

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RINFORZATOREEvento che incrementa la frequenza di un comportamento

Qualsiasi evento che segue un comportamento e

che ha la proprietà di modificare la probabilità di

comparsa di quel comportamento al verificarsi delle

medesime condizioni ambientali

Rinforzatori primari o naturali

soddisfano un bisogno biologico primario

Rinforzatori secondari

rinforzatori condizionati (legati ai bisogni secondari)

eventi che acquisiscono le loro proprietà

attraverso l’associazione con rinforzatori primari

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Tale effetto può verificarsi in due diversi modi: il primo in

positivo, il secondo in negativo.

Quando un comportamento ottiene o produce come

conseguenza la comparsa di uno stimolo con funzioni di

rinforzatore positivo si parla di rinforzo positivo.

Il termine positivo non ha alcuna valenza etica né di

piacevolezza, indica solamente che l'effetto di

rafforzamento deriva dalla "posizione", cioè dal fatto che

uno stimolo si aggiunge alla situazione.

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Quando un comportamento ottiene o produce come

conseguenza la scomparsa o l'allontanamento di uno stimolo

con funzioni di rinforzatore negativo si parla di rinforzo

negativo.

Anche in questo caso il termine negativo non ha valenza etica

né di piacevolezza, indica solamente che l'effetto di

rafforzamento deriva dal fatto che uno stimolo viene a

mancare dalla situazione.

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DA DOVE PROVIENE IL

RINFORZO

Ogni comportamento produce un effetto

L’effetto determina l’esistenza delle cose del nostro

mondo

Il comportamento produce le conseguenze

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RINFORZI E PENALIZZAZIONI

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EFFICACIA DELLE PROCEDURE IN TERMINI

DI INSEGNAMENTO DI UN NUOVO COMPORTAMENTO

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MODELLI DI RINFORZO

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MODELLI DI RINFORZO FISSO VARIABILE

CONTINUO Il rinforzo segue l’emissione di ogni risposta corretta

A RAPPORTO Il rinforzo segue l’emissione di un numero fisso di risposte

Il numero di risposte per produrre la comparsa del rinforzo cambia in modo imprevedibile

A INTERVALLO SEMPLICE Viene rinforzata la prima risposta che si presenta dopo un periodo fisso di tempo che segue il rinforzo precedente

La durata dell’intervallo tra un rinforzo e il successivo cambia in maniera imprevedibile

A INTERVALLO CON VALIDITA’ LIMITATA

Consiste in una scadenza fissa per produrre la risposta in un programma di rinforzo

Consiste in una scadenza imprevedibile per produrre la risposta in un programma di rinforzo

A DURATA Il rinforzo compare dopo che il comportamento è stato attivato per un periodo di tempo fisso continuato

L’intervallo di tempo in cui il comportamento deve manifestarsi in modo continuo cambia imprevidibilmente

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TOKEN ECONOMY

Sistema in cui l’alunno ottiene un generalized

conditioned reinforcer (token, chips, punti) come

immediata conseguenza di uno specifico

comportamento; gli alunni accumulano token e li

scambiano con giochi e attività.

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Sistema di modificazione comportamentale costituito da 3 componenti:

Una lista di comportamenti target

Token o punti che i partecipanti ricevono per l’emissione di comportamenti target

Una lista di item e attività rinforzanti ai cui i partecipanti possono accedere scambiando i token che hanno guadagnato

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COSTRUIRE UNA TOKEN

ECONOMY

1) Selezionare il token, che:

• dovrebbe essere sicuro

• il soggetto non dovrebbe essere in grado di

contraffarlo

• dovrebbe essere durevole

• dovrebbe essere facilmente a disposizione, per

essere erogato immediatamente

• dovrebbe essere economico

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SUGGERIMENTI

Usare le lettere dello Scarabeo o lettere magnetiche

per comporre il nome del bambino. Quando il

bambino ha guadagnato tutte le lettere che

compongono il suo nome (o il nome del premio), può

scambiarle con il rinforzo potente.

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SUGGERIMENTI

Fare una foto del rinforzo finale. Plastificate la

foto e tagliatela in pezzi di puzzle. Dare un pezzo

di puzzle per ogni risposta corretta; quando il

puzzle è completo, lo studente ha l’accesso

all’immagine della foto.

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SUGGERIMENTI

Fare una copia di una pagina da un libro da

colorare. Su una copia, colorare lo sfondo ma non

i personaggi principali; plastificare questa pagina.

Colorare i personaggi dell’altra pagina e tagliare,

plastificare e mettere il velcro. Per rinforzare il

comportamento appropriato, dare un personaggio

colorato da posizionare sulla rispettiva ombra in

bianco e nero. Quando l’intera scena è stata

completata, lo studente può avere accesso al

rinforzatore finale.

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SUGGERIMENTI

Usate uno dei suoi puzzle preferito, dando allo

studente un pezzo di puzzle per ogni risposta

corretta. Quando il puzzle viene completato, lo

studente può avere accesso al rinforzo finale.

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SUGGERIMENTI

Usate tappeti quadrati come pietre su cui

camminare. Posizionateli in linea tra lo studente

ed il rinforzo finale. Permettete allo studente di

andare sul successivo quadrato per ogni risposta

corretta, conducendolo sempre più vicino al

rinforzo finale per poi raggiungerlo.

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Corso in: Applied Behavior Analysis

Modelli d’intervento intensivi e precoci95

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Corso in: Applied Behavior Analysis

Modelli d’intervento intensivi e precoci96

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2) identificare il comportamento target

• osservabile e misurabile

• identificare il criterio di successo del compito

• iniziare da un piccolo numero di comportamenti facili

da raggiungere

• accertarsi che il soggetto sia in possesso dei

prerequisiti per i comportamenti target (Myles, Moran,

Ormsbee, & Downing, 1992)

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3) selezionare i rinforzatori, preferendo quelli meno intrusivi

e più naturali (eticamente e legalmente permessi)

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4) stabilire una proporzione di scambio: inizialmente la

proporzione tra punti acquisiti e “prezzo” del premio

dovrebbe essere piccola per fornire al soggetto

un’immediata occasione di successo; successivamente

questa proporzione va modificata per mantenere la

responsività del soggetto.

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5) Specificare cosa avviene se non si raggiunge il numero

di token necessario e l’eventuale applicazione di un

costo della risposta per l’emissione di comportamenti

inadeguati

• maggiore è la gravità del comportamento, maggiore è

la perdita di punti

• ma non è possibile perdere punti che non si sono

accumulati (per non ridurre il valore rinforzante dei

token).

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6) svolgere 3-5 giorni di prova per valutare l’applicabilità

della token economy

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METODI E PROCEDURE

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• Discrete Trial Training (DTT)

• Apprendimento senza errori

• Prompt (aiuto)

• Shaping, Fading e Chaining

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DISCRETE TRIAL TEACHING

(DTT)

PROVE DISCRETE

Il DTT è una metodologia d’insegnamento che viene

utilizzata per massimizzare l’apprendimento di diverse

abilità: cognitive, di comunicazione, di gioco e abilità sociali

e di autonomia.

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Il DTT è direttamente correlato alle componenti

del condizionamento operante (ABC):

A…………………B……………….C

SD………………..R……………..SR

SD (stimolo discriminativo)= Antecedente

R (risposta)= Comportamento

SR (stimolo rinforzante)= Conseguenza

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CI SONO 5 PARTI CHE COMPONGONO

UNA PROVA DISCRETA:

1. Lo stimolo discriminativo (Sd): l’elemento che precede il

comportamento. Consiste in una richiesta da parte dell’operatore o in

un elemento dell’ambiente che mette in evidenza.

2. L’aiuto (prompt): un aiuto o un suggerimento che l’operatore fornisce

al bambino per facilitare le risposte.

3. La risposta: il comportamento che il bambino deve emettere in

seguito ad uno stimolo discriminativo.

4. Lo stimolo rinforzante (Sr): ciò che segue il comportamento.

5. Pausa tra le prove (inter-trial interval): una breve pausa tra le prove

consecutive.

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UNA PROVA DISCRETA È COSÌ

COMPOSTA:

Sd………………..R……………..Sr

Esempio

operatore: “Dammi il quaderno” alla presenza di

una immagine o di un oggetto (Sd o

antecedente)

bambino: consegna il quaderno (R o

comportamento)

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STIMOLO DISCRIMINATIVO

Stimolo in presenza del quale una risposta è stata

rinforzata e in assenza del quale lo stesso tipo di rinforza

non è stata rinforzata.

La storia del rinforzo differenziale è il motivo per cui uno

SD aumenta la momentanea frequenza del

comportamento

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SD (STIMOLO DISCRIMINATIVO)

• L’istruzione/il materiale/la persona

• Segnala al bambino che deve fornire una risposta e che il rinforzo è a sua disposizione;

• Deve essere dato con un tono di voce chiaro e leggermente più alto della norma;

• Non devono essere aggiunte altre parole;

• Non bisogna dire il nome del bambino prima dell’SD;

• Non deve essere ripetuto prima di aver terminato la prova discreta;

• Inizialmente tutti gli operatori devo usare lo stesso SD.

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LA RISPOSTA (R)

• Quello che il bambino fa dopo l’SD;

• Il criterio di risposta è concordato prima e deve essere

chiaro a tutti quale livello di risposta è accettabile;

• Il bambino ENTRO 3-5 secondi deve rispondere,

altrimenti è da considerarsi una non risposta;

• Nessun altro comportamento deve essere emesso

durante la risposta (es. autostimolazioni)

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STIMOLO RINFORZANTE (SR)

• Conseguenza in seguito a una risposta corretta;

• Deve essere immediatamente successivo al comportamento (entro circa 1 sec);

• La consegna di un rinforzatore dopo l’emissione di un comportamento ne aumenta la frequenza;

• Il rinforzatore deve essere contingente alla risposta corretta e non deve essere a disposizione in altri momenti;

• Il tipo di rinforzatore varia da bambino a bambino ed è molto personale.

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APPRENDIMENTO SENZA ERRORI

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L’apprendimento senza errori (errorless learning) è una

tecnica d’insegnamento che consiste nell’inserire nella

situazione didattica uno stimolo con funzione d’aiuto

(prompt) che serve in un primo tempo ad impedire al

soggetto di sbagliare.

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APPRENDIMENTO SENZA ERRORI

Tecnica d’insegnamento e di riabilitazione cognitiva

che consiste nell’inserire nella situazione didattica

uno stimolo con funzione d’aiuto. Questo stimolo di

aiuto (prompt) serve in un primo tempo ad impedire al

soggetto di sbagliare. In un secondo tempo, quando il

soggetto comincia a padroneggiare la nuova abilità, il

prompt viene eliminato in modo graduale (fading)

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PROMPT (AIUTO)

Stimoli supplementari che controllano il comportamento desiderato ma che non fanno parte dello stimolo finale

(Touchette e Howard, 1984).

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P. IMITATIVO

l’insegnante dà dimostrazionedel comportamento corretto

P. DI POSIZIONE

l’insegnante mette l’oggetto

o la carta in una posizione

che faciliti l’emissione

della risposta corretta

P. GESTUALE

indicare la risposta corretta

P. FISICI

l’insegnante guida fisicamente il soggetto

P. DI TRACCIA

una risposta correttache precede un’altra

risposta lascia una traccia

P. AMBIENTALE

modifica dell’ambiente per

suscitare la risposta corretta.

P. RITARDATO

Ritardare il prompt

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CARATTERISTICHE DEL PROMPT

• Usare sempre il prompt più intrusivo;

• Stabilire una gerarchia di prompt efficace per il bambino;

• Diminuire il livello di prompt prima possibile;

• Utilizzare prompt durante la correzione dell’errore;

• Fare sempre una prova indipendente dopo la correzione;

• Se un abilità è acquisita ma ha avuto bisogno di promptritestatela durante la sessione;

• Rinforzare sempre le risposte “promptate” in acquisizione;

• Attenzione ai prompt inavvertiti;

• Dare sempre una tipologia di prompt alla volta

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LO SVILUPPO DI NUOVI

COMPORTAMENTI

SHAPING- FADING- CHAINING

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SHAPING (MODELLAGGIO)

Lo shaping è una procedura che viene utilizzata per sviluppare un comportamento che non fa parte del repertorio dell’individuo.

Poiché il comportamento è assente, non è possibile aumentarne la frequenza aspettando che si manifesti per poi rinforzarlo.

Quindi, si inizia rinforzando una risposta che compare seppur raramente e che assomiglia, almeno lontanamente, alla risposta finale desiderata

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Lo shaping può essere definito come lo sviluppo di

un nuovo comportamento attraverso il rinforzo di

piccole approssimazioni progressive e l’estinzione di

quelle precedenti (Martin e Pear, 2000).

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FATTORI CHE INFLUENZANO

L’EFFICACIA DELLO SHAPING

• Scegliere un comportamento di partenza

• Specificare il comportamento finale

desiderato

• Scegliere le fasi dello shaping

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SUGGERIMENTI

• Non procedere troppo velocemente da una

approssimazione a quella successiva

• Procedere a passi sufficientemente piccoli

• Se si perde un comportamento a causa di un

procedimento troppo veloce tornare all’approssimazione

più vicina dalla quale si possa recuperare il

comportamento

• Tuttavia, è altrettanto importante non procedere troppo

velocemente

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Cambiamento graduale di uno stimolo (prompt) che controlla una risposta (stimulus control), in modo tale che alla fine, la risposta

compaia in seguito ad uno stimolo parzialmente cambiato o completamente nuovo senza prompt.

FADING

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:

.

.

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Alcune abilità sono strutturate in catene di azioni e non possono essere insegnate tutte insieme (sarebbe troppo complesso), quindi le scomponiamo in sub-unità e le affrontiamo una alla volta diminuendo i promptsistematicamente.

Es: lavarsi le mani

CHAINING (CONCATENAMENTO)

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CATENA STIMOLO-RISPOSTA

Una catena stimolo-risposta è una sequenza di

stimoli discriminativi (SD) e di risposte in cui

ciascuna risposta, tranne l’ultima fornisce l’SD per

la risposta successiva e l’ultima risposta è seguita

da un rinforzatore.

SD1 R1 SD2 R2 SD3 R3

SR+

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CONCATENAMENTO

RETROGRADO

Costruisce gradualmente la catena in senso inverso

rispetto al modo in cui viene normalmente eseguita.

Per primo viene insegnato l’ultimo passo, poi viene

insegnato il penultimo e concatenato con l’ultimo.

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CONCATENAMENTO

ANTEROGRADO

Viene insegnato per primo il passo iniziale

della catena, poi vengono insegnati il primo + il

secondo, poi il primo+secondo+terzo

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SD3…..R3

SD2…..R2 SD3…..R3

SD3…..R3SD2…..R2SD1…..R1

SR

SR

SR

SD1…..R1

SD1…..R1 SD2…..R2

SD1…..R1 SD2…..R2 SD3…..R3

SR

SR

SR

Concatenamento…….

Concatenamento…….

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SUGGERIMENTI

Non usare SD verbali (es. prendi lo spazzolino)

Dare rinforzo sociale per ogni azione anche se c’è il FP

Il rinforzo sociale verrà sfumato gradualmente

Se il bambino è già in grado di fare una delle azioni

all’interno della catena non usiamo il FP per quella

azione.

Fare una precisa analisi del compito (task analysis)

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ANALISI DEL COMPITO (TASK

ANALYSIS)

Quando un compito è troppo complesso per

essere insegnato tutto in una volta, può

essere scomposto nelle sue parti più

semplici.

Offre il VANTAGGIO di ottenere subito

risultati positivi e questo aumenta la

possibilità di usare il rinforzamento e di

aumentare così la MOTIVAZIONE

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COME INSEGNO A PETTINARSI?

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COME INSEGNO A VESTIRSI?

1 2 3

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1

22

1

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TRAINING

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SESSIONE D’INSEGNAMENTO

• Usare un linguaggio semplice e chiaro

• Usare stimoli “puri”, con un’unica interpretazione

• Usare materiali interessanti per il bambino

• Usare strategie comportamentali

• Essere coinvolgenti e divertenti

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COME MANTENERE IL CONTROLLO

EDUCATIVO IN AMBIENTE

STRUTTURATO

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VERBAL BEHAVIOR TEACHING

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VOCALE NON VOCALE

VERBALE

Parlare: emettere suoni attraverso l’apparato vocale la cui probabilità di emissione futura dipende da come gli altri rispondono

Scrivere, fare gesti, indicare, fare segni, usare figure e foto comportamenti non vocali la cui probabilità di emissione futura dipende da come gli altri rispondono

NON VERBALE

Tossire, sbadigliare, emettere suoni con l’apparato vocale come il masticare

Camminare, bere, andare al lavoro, fare una torta

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OPERANTI VERBALI

LE FUNZIONI INDIPENDENTI

MAND TACT ECOICO INTRAVERBALE ASCOLTATORE

OM

“acqua”

Riceve acqua

Il mare in un libro

“acqua”

Bravo, è il mare!

La mamma dice acqua

“acqua”

Riceve il solletico

In chimica H2O

Sta per…

“acqua”

Bravissimo!

“ho sete mi passi l’acqua per favore?”

F. va prendere l’acqua

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RITARDO NELLO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO

E COMPORTAMENTI INADEGUATI

Ancora oggi non è chiaro perchè molti dei bambini con disturbi pervasivi dello sviluppo non riescono ad acquisire capacità linguistiche.

Molti bambini non verbali o con ritardo del linguaggio presentano varie problematiche di tipo comportamentale:

• Bizze

• Stereotipie

• Aggressività

• Abbandono sociale

• Attività autostimolatorie

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RITARDO NELLO SVILUPPO DEL LINGUAGGIO

E COMPORTAMENTI INADEGUATI

Spesso è facile osservare come questi comportamenti

siano diventati uno strumento comunicativo per questi

bambini:

Se un bambino con disturbo pervasivo dello sviluppo non

verbale vuole andare fuori e comincia a piangere e urlare

nei pressi della porta ed è lasciato uscire, probabilmente la

volta successiva che vuole uscire ripeterà questo tipo di

comportamento.

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ATTENZIONE

A volte vengono sviluppati programmi educativi rivolti a ridurre un determinato comportamento (aggressività), senza che sia preso in considerazione il suo possibile legame con problema del linguaggio.

Per esempio un bambino può spingere a terra un compagno con l’obiettivo di avere accesso ad un determinato gioco; se questo comportamento si ripete “spingere a terra” per il bambino può assumere lo stesso significato comunicativo di “voglio quel gioco”. Una procedura di correzione può ridurre il comportamento aggressivo, ma non risolverà il problema del bambino nell’esprimere il desiderio di un determinato gioco.

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Molti bambini diventeranno vocali, altri no, ma

ciò non significa che non possano diventare

verbali, cioè in grado di sviluppare un

repertorio “listener, speaker, imitativo,

comunicativo e intraverbale” in assenza di

vocalizzazione

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COMPORTAMENTO VERBALE

Skinner (1957) ha descritto il comportamento verbale in termini di relazione funzionale tra i 3 termini della contingenza (ABC):

Mand

Tact

Intraverbale

Ecoico

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IN QUESTA PROSPETTIVA

QUINDI …

• L’unità di analisi non è la risposta verbale (parola, fonema, o frase), ma la relazione tra ABC.

• Gli operanti verbali sono unità funzionali del linguaggio.

• Training per ogni operante verbale.

• Gli operanti verbali sono definiti dai loro effetti sugli ascoltatori che determina il loro accesso al rinforzo.

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ECOICO

Skinner (1957) definì l’echoic operants come

“comportamento verbale e vocale che ha

corrispondenza con un modello verbale e

vocale”.

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ECOICO

ANTECEDENTEComportamento verbale di altri

COMPORTAMENTOEcoico

CONSEGUENZARinforzatore sociale/simbolico

ESEMPIO A: papà dice “cane”

B: bambino ripete “cane”

C: papà: “bene!”

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MAND

“Operante verbale la cui risposta è rinforzata da

una conseguenza caratteristica che è sotto il

controllo funzionale delle condizioni di

deprivazione o stimolazione avversiva” (Skinner,

1957, p.36)

La condizione antecedente indispensabile è la

presenza di un ascoltatore e la privazione.

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MAND

Le due componenti necessarie

OPERAZIONE MOTIVAZIONALE

ASCOLTATORE

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COME INIZIARE AD INSEGNARE LE

RICHIESTE

Fare una lista di tutti i potenziali rinforzatori (oggetti, edibili, giochi, attività)

Fare in modo di controllare l’accesso ai rinforzatori

Aspettare che il soggetto si avvicini (post-pairing)

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L’IMPORTANZA DELLE RICHIESTE

• L’unico operante che beneficia direttamente il parlante.

• La prima forma di comportamento verbale acquisita negli

umani Individui con ritardi evolutivi tendono a sviluppare

richieste problematiche.

• I tacts o gli ecoici non si trasformano automaticamente in

richieste

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Nel 2003 Laraway, Snycerski, Michael e Poling hanno

introdotto il termine Motivational Operations (MO)

come un termine omnicomprensivo che comprende sia

EO che AO.

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La più completa definizione di EO che ora chiameremo MO

è la seguente:

“ogni operazione, evento o condizione stimolo che altera il

valore rinforzante di qualche stimolo, oggetto o evento e

inoltre altera la frequenza o qualche dimensione del

comportamento che è stato rinforzato dallo stesso stimolo,

oggetto o evento” (Michael, 1988).

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COME MANIPOLARE LE OPERAZIONI

MOTIVAZIONALI PER INSEGNARE RICHIESTE

FUNZIONALI osservare e registrare le iniziative di Il bambino che potrebbero anche essere non

vocali (guardare, avvicinarsi, indicare, afferrare, prendere per mano…);

tenere in mano l’oggetto preferito del bambino;

mettere gli oggetti preferiti fuori dalla sua portata;

dare piccole dosi di cibo o parti di un oggetto;

togliere dall’ambiente oggetti familiare che il bambino si aspetta di trovare in una

determinata posizione;

chiudere la porta o un contenitore in modo che il bambino non lo riesca ad aprire;

coinvolgere il bambino in giochi socio-sensoriali e poi fermarsi;

trattenere il materiale necessario per finire un compito;

interrompere una catena di azioni

fare qualcosa di inaspettato;

consegnare a Il bambino un oggetto che non riesce a far funzionare senza un

aiuto.

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MAND

ANTECEDENTEMOs (variabili motivazionali)

COMPORTAMENTOmand

CONSEGUENZACiò che è stato chiesto col mand

ESEMPIO A: la scatola di biscotti è stata chiusa in un armadio, la mamma è presente.

B: bambino dice “biscotto”

C: mamma consegna il biscotto

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SVILUPPARE LA SPONTANEITÀ

Quando i bambini emettono naturalmente mands o altre forme di comportamento verbale (es commento) senza domande o suggerimenti da altri, il loro discorso è caratterizzato come spontaneo. Quello che è definito come spontaneo nel discorso sembra emergere senza alcune fonti ambientali (Pinker, 2000)