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1 Disseminati passi SALVATORE PINTORE DISSEMINATI PASSI P O E S I E RHEGIUM JULII 2002

DISSEMINATI PASSI

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5 silloge poetica

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1Disseminati passi

SALVATORE PINTORE

DISSEMINATI PASSIP O E S I E

RHEGIUM JULII2002

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© Copyright 2002, by

Salvatore Pintore

s.v. Montalè,18 - 07100 Sassari Sardegna - Italy

e-mail: [email protected]

IN COPERTINAELABORAZIONE FOTOGRAFICA DELL'AUTORE

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Ai miei figliLaura Luca e Andrea.

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Presentazione

Se è vero, come ha scritto un poeta contemporaneo, che i fiumi sono l’immagine del tempo, crudele e impersonale, le ventitré liriche di ‘DISSEMINATI PASSI’ sembrano riprodurre nel loro procedere lento, e poi trapunto da improvvise turbolenze, il percorso fluviale dell’acqua, assorto e rapinoso, tra accelerazioni e ristagni. Ne scaturiscono liriche di grande suggestione meditativa, che evocano le cadenze ed i silenzi dell’interminato flusso del tempo e si adergono in doloranti interrogazioni sull’enigma di quella vana presenza che è la vita individuale, smarrita nello stupore degli spazi. L’epigrafe di Heidegger è preziosa cifra interpretativa: solo percorrendo a ritroso i sentieri del pensiero è possibile l’avanzamento, raccogliere «l’oro del tempo» nella «clessidra del corpo», «tagliare un filo d’infinito». In ritmi rallentati ed essenzializzati, in un ripullulare coltissimo di echi e di suggestioni, la silloge intesse l’eterna avventura ulisseide della parola che tenta di penetrare dentro l’astratta spirale dell’universo, di captare il sentimento totale dell’infinità, che inevitabilmente le sfugge; e diviene alta metafora sulla sofferenza dell’uomo nella storia, in un registro tonale che mai nulla concede all’enfasi: dizione riscattata di parole, ad esorcizzare rilkianamente nell’ordine della forma il dolore del sogno annichilito.

Aldo Maria Morace

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« Quel che rimane costante nel pensare è il cammino. E i sentieri del pensiero

nascondono in sé un aspetto di mistero: noi li possiamo percorrere in un senso e nell’altro;

anzi, proprio solo il percorrerli a ritroso consente di avanzare.

L’«avanzare» è andare «avanti» verso quel massimamente Vicino

di fronte a cui continuamente passiamo frettolosi e distratti;

e che sempre di nuovo ci «spaura»ogni qualvolta lo scorgiamo.

Da cui perciò di nuovo distraiamo lo sguardo per attenerci al quotidiano e all’utile ».

Martin Heidegger:Unterwegs zur Sprache, Pfullingen, 1959;

In cammino verso il linguaggio, Mursia, Milano, 1973.

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IL CAMMINO

Camminando si svela quel che in noi ama nascondersi.Il muoversi lo cattura e lo evolve e se nel percorso amano gli occhi un fremito nasce una scintilla che vibrando si fa parolagrido e sussurro sgomentosilenzio della mente e del cuore.Nella clessidra del corposi raccoglie l’oro del tempopassa ogni voceil più sottile dolorel’eterno.

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VIANDANTI

Viandanti sempre in bilicotra l’essere e l’averea pesare il tempo avaroche s’insinua nella carne.

Tu ed Iofiamma e cenereche tra il nascere e il morireindugiamo a negare o a credere.Insieme tesi nell’arco del cielotra due mondi e più preziosi disciolti nel crogiuolo della terra.

Da sempreuno sguardo infinito ci sostenta ci avvolge più dentropiù in fondo nel recondito albergoin mezzo a moltitudinio fatalmente solitarianche se inimicati dall’egoma originariamente uguali sedotti da una vertigine nascosta che scandisce le domandequando arriva la nostra ora.

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DEDICATA

Ti vivosul valico degli anni come il più bel dono.

Ti tengonel cerchio di una instabile lenteche tutto accoglie.

Ti guardoancora alle pendici del monteappesantito dagli errorima trascinato in alto dal fiume della tua allegriapiù esposto alle offese del tempoma segnato da esperienze singolarinel giorno più maturoche la notte spietatasotto le palpebre richiude.

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NELL’ALVEO DELLA NOTTE

Anche la notte a San Lorenzo regala fuoco agli audacicon squilli di silenzio.Nell’alveo della nottedue occhi accesero il desideriotra gli svincoli delle ombreferite di calcare.Mi liberai da uno sguardo lunare calando il poker delle mie ragionisul mare ristrettodella mia tranquillità.Sempre i sensi s’annodanoalla metamorfosi del segnoin un rivolo di emozioni si disperdonofino all’archivio di ieri.E l’acqua che scorre umilesul letto degli eventi tra alberi insonni porta alla foce l’oro dei nostri nomi.

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SALUTO

Decanta la voce nell’orma del passaggiocome foglia autunnale.Frammenti di un tempo trascorsoinsieme al tuo viso negli occhi s’arrendonoe tutte le sequenze impresse nelle parole e nei cantinelle tue rare carezze. Fugaci riappaiono nelle mani della tua resadopo l’ultimo respiro liberato da ogni contesa.E noi qui turbaticon avanzi di sogni interrottia difesa del riposo travolti da un corteo di lacrime.Il silenzio ha bussato. È entrato nel tuo corpo disabitato. Impreparati ancora ci ferisce la voce della tua assenzache come vapore s’addensa nelle bocche affamate del tuo nome.Prossimo a un’irriducibile distanzail discorso riprende a balbettare sul foglio a cesellare con la sgorbia del ricordola poesia della vita.

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INSIEME E PERDUTI

Movimento della quieterisacca della memoriasulla riva dello sguardosulle ferite aperteal bacio del doloreal balsamo del piacere.Insiemelegati stretti ai nervi e alle venesull’osso di un fragile steloche come fiamma s’innalzanostalgico al cielo.Altrimenti perduti nei giri di danzapoi adunati nell’ansia del fiumecome sabbia di luce vagliatiper conoscere le correnti del profondoi pensieri dell’Oceano.

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IL RESPIRO DELLE MAREE

Le onde parlanocon la bocca del vento ogni voce e spasimo nascondononelle reliquie del pensiero.

Le onde sorprendono i piedi incallitia metà del guado.

Le onde vanno e vengono nelle anse della mente scavanoe il meglio di noi si prendonomentre il respiro delle maree mai sazio ingoia l’inerzia della sabbia.

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SPECCHIO PROFONDO

Mare vivo sopra un letto insonneovunque struggente orizzontespecchio di nuvole e di stellevia di migratoricampo accogliente di vele e di bandiere nei porti degli addii stravoltoal largo possente sepolcrodi uomini in transito. Acquario di civiltà e di tesori dispersi nel bazar degli abissi dormono gli occhi dei naufraghi e le loro ultime parole......nell’ora in cui il silenzio è più altodal buio delle profondità come vapore risalgonoe anche i pesci fossili in ascolto si risvegliano ansiosi verso l’ultimo Sole.

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MEDITERRANEO

Mediterraneoprimitivo e nuovo creato nell’ora in cui più chiara è stata la Voce.Confini d’acque e di rocce rigurgiti dal fondo e sulle isolesangue fai ribollire nel vento padrone delle foglie.

Mediterraneocercato trovato scovato nel verso libero e ampioche alla foce s’indirizzaoltre vortici di fango.Calmo e furente assottiglitra mare e cielomessaggi chiusi in bottiglie.

Mediterraneoamato vissuto comprato alla fiera delle passioni.Oro sommerso nei volti di corallo abbarbicato dolore nelle alture dello sguardo.Occhi persi nascondi nei passaggi del modernoe sabbia di parole caratteri di piomboe l’àncora del silenzio.

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Mediterraneopensato e sognato su lampare a pescare luce di stelle e ricordi sbiaditi nella mentemessaggi nella rete dell’animapalpiti della materia esiliata.Soffi di vitaonde invisibili tra le ditapulsioni dall’interno... baci di misteroricevuti sgranando rosari d’occhi vissuti nel segno.

Mediterraneopassato e presentecon una risacca di conflitti qui e a orientebagni sponde di dolorele rotative del cambiamentobronzi marmi e Atlantide a occidenteche dorme sepolta oltre le colonne.

Mediterraneoculla di civiltà e crocevia di alta poesiain fibre di luce transita l’ansia del nuovo il dubbio e la certezzala speranza di un mondol’Evento della croce inchiodatosulla vetta dell’Amore.

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Mediterraneo consumato travagliato e spogliatoquasi un lago inquinato subisci l’affronto di un disordine remoto.Sul porto di casa rinnovatocon l’esclamativo sulle labbrae la parola pronta all’assaltonella quotidiana conquista dell’altro.

Mediterraneosardo fenicio greco latinoebreo arabo africanomiscuglio e varianti del casosui ponti della storia e sui continui ritorni.Catino di popoli in viaggioper scoprire con linguaggi indifesil’originario Stupore.

Ma nella tensione di un sotterraneo scontroaltri poeti e figli erranticambieranno ancora il tuo volto.

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VIE SENZA NOME

La carezza dell’ondaconforta lo scoglio prepara la sabbia alle doglie del partoal passaggio del dolore.Lungo è il sentieroche schiude presagi e in bozzoli di galassieancora voli di farfalle...

Wall Street Avenue on RoadHaupt e LandstraßseBulvard e Montparnassevia Lunga e via Roma...il desertole vie del cielo e del vento senza nomi fanno grande la rete per pescare ogni giorno.

È una ricerca senza scontoche di rado regala pagliuzze d’oroqualche confuso richiamo un segnale ad infiammare il silenzio del panela voce avvolta alla radice dell’inconsciola sete inestinguibile del nuovo.

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IL DOMINIO DELLA PAROLA

Segno d’ali e d’altre maniun taglio profondoporte insicure anche le labbra cercano il nuovo.

Il fare diventa gesto e parola verbo che lotta e che conquistavoce che pure nel sonno allarga il suo dominio.Apre sentieri e costruisce pontitra la terra e il cielotravalica gli abissi e le ondedel tempo le vette inviolatecittà rumorose devastate e valli silenziose sconosciuteparadiso e infernofiori di loto.

Oh quanto mi disseta la poesiala passione della mia croceil sangue dell’ignoto!

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L’INCIPIT

L’incipit della cena inizia col TG della seraapre il festival dell’apparire il file delle notiziela luminosa maestrache innamorata dell’indice di ascoltopulsa dalle antenne e sulle parabole attentenell’arena dell’abbandono.

Amico del parto il dolore si agita caldo sugli sguardi di vetrocarico di urgenze e di sentenzecol fiato di un tempo ormai disperato.

E noi sconfitti sulle sedieo naufraghi sulle poltroneaggrappati a frammenti di coscienzaalle cime di un annichilito orgogliocon la sete di giustizia dispersa nella mensa imbandita di un infinito perdono.

Lo stillicidio statistico delle morti s’inoltra in una foiba della mentecolpevoli e innocenti accomunati cancellati dall’hard disk del cuorecon la memoria amica sentinellaincerta sull’abissoscavato dal nostro rumore.

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SCHERMO VIVO

Evoca e annodachiama e slega i silenzi del siliciocuore pulsante di atomisuono e canto nuovo centrodestino e dono bit cpu rampiccolo cervello.Sequenza d’impulsischeda verde da dove sgorgano le seduzioni del modernole nuove frontieresconfitta e successo.Luogo eletto ed eccelsovia percorsa da codici e segnialfabeto di lacrime e di tormenti che non cambianogli stagionali ruscelli dell’umore.È un sentiero di sangue quello che conduce alla casadove fiammeggia e volae ancora nomina e consacrala parola.

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SOFFIO DI VITA

Magma e fiammafiumi di lava tremore e dolore di terrafolgore e tuonodiluvio e neve di una calma senza fine.

Oltremareoltre ogni attesail brivido sottilee il tempo rallentanoquando affiora l’indicibile...

Figlio del fangoplasmato amorecostola d’incantocol soffio della vita alitato...r u a h...fin nel più intimo carnale.Sottile fitta trama esistenzialedi sai logorati dai salmi e interminabili silenzi.

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RINCHIUSO È NEL SILENZIO

Rinchiuso è nel silenzio il suonoil moto tutta l’arte e la vocenel solco artificiale il segnola mano che libera gli accordil’armonia del diversoil codice del comandoil Nascosto che muove all’ascoltoe vincelo spazio in cui vibra l’eventogli eserciti dei numeri nel tempola luce emanatache concentrata legge il respiroil dolore l’amore e il canto.Con pixel di colore ricama immagini e parolenei versi muti impressisu questa trama d’albero.

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I VOLI DELLE STAGIONI

Volano le stagioninella sinfonia dei secolinidificando gli annifra le gronde del tempo.

Sotto i portici dell’agoràs’incardina il ventovibra lento il freddo del marmoe il caldo dolore del passo.

Piedi scalzi avanzano sfidando le spine del desideriol’abisso dell’altro.

Occhi gagliardispinge il monaco del montenel più sottile orizzontenello spazio rigonfio di sognidel peso e del metro che ci divide.

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STAGIONI SPEZZATE

Il pensiero camminacol passo dell’ondasulla sabbia dei limiti.Asfalto e polvere si contendono le ruote del nuovo millennio.Raggi laser trafiggono le fragili attesedei novelli martiri del piacere.Attrito di pelle baci liquidi fumo di parole e di notechiudono le porte.Le notti del sabato ballano spensieratein poco macerato sudore nell’estasi che apre alla morte.Coi colori impazziti della menteimpasticcati di bianca folliaconfusi e lacerati nel freddo di lamiere contortepiù rosse di sangue che annega inappagato a ogni tramonto e all’alba altri fari spentifanno scorrere lacrime vive.

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RIFUGI

Stormi di pensieri come uccelli nelle grotte di Altamira sulle onde prosciugate del Sahara sulle alture oranti del Tibetnel guscio di ogni stanzanegli alveari di vetro e cementonel buio felice della campagna di meridiano in meridiano vanno.Sui solchi si fanno acqua fioriscono sui divieti e nei pericolinel sonno degli ulivi e sui versi già spesi per viaassediando paesi e cittàin orbite di lotta e di armonia.Semafori impazziti liberano i clacsontorme di voci raggiungono i piani alti della stupidità.Altre si spengono nei vicoli più solitarinei bassifondi del dolore. Altre cercano un foglio tabloidun occhiello o un video per apparire i cassonetti dei rifiuti o un angolo per morire a trecentosessanta gradi d’amore.‘Tutto è vanità’ dice Qoèlet. Quale patria per vivere in questo spazio curvoche tutti amorosamente accoglie?

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L’AUDACIA DELLA PREGHIERA

Smarrito sul confine del cambiamentocerco in me la forzaper rivoltare la coscienzaper liberare un nuovo fareche col sudore vecchio scorre verso il mare a insaporire il vento.

Ritrovato sui passi dell’attesa libero la paura e ogni tormento la fatica di vivere l’audacia della preghierail grido a falce di luna cometa nella notte più oscura.

Provatocolgo emozioni fiorite nel bosco che mi ha visto cadere e il respiro rialzarsi ringraziare con altre fogliefarsi salvezza unico sentiero.

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IL PASSO DEL RICORDO

Andare avanti col passo del ricordocamminando a ritrosocon gli occhi della memoria...

Incrociare volando i luoghii paesi del destino il mare il nidol’isolato del proprio mondo.

Ritrovare via del Grembovia dell’Accoglienza via della Giovinezza indimenticabile palestrae lastricata di eventi via Adultache porta sinuosa alla festa.

Girato l’angolo dell’avventurariappare la via del Presenteche nella piazza dell’Incontrounisce le periferie e il centro.

Il conosciuto è lì silenzio e parola donato e sofferto sintesi preziosain noi rimane a dimoraframmento di Verità incastonata luce ai nostri passiper sempre.

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LA CORSA

Dai risvolti del cielo un’altra luce si promanacome una candela si consumainsegue il soffio che sempre chiama.L’ansia di arrivare mette le aliai piedi provvisori del momento.Qui lo spazio è limitato dalla sferala corsa è troppo brevelento il mutamentoper tagliare un filo d’infinito.

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SOLO ED ASSORTO

Disseminati passinel vuoto dell’orafanno germogliare il pensierol'Io solo ed assortoin timido ascoltosulle tracce di Sé.

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PELLEGRINO SCALZO

Movimento dell’ordinenella risacca del Cháossullo spartito vibrante della materianel vuoto musicale che attrae tra gli opposti e l’accordonell’andante maestoso.

Parola che mendichi dal silenziopensiero svestitonella nudità della formapellegrino scalzodove andrai feritoquando nel buco nero della memoria annegherà lo sguardo?

Bellezza dell’Idearinascerai come un solein un altro orizzontein qualche anfratto di universoo ancora prigioniera dentroun piccolo cuore...

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« Un moto senza posa ci sospinge.Pure, sappiate che il corso del tempo

non è che un passo minimonel cerchio del Perenne.Tutto ciò che s’affrettapresto sarà trascorso;solo ciò che persisteci inizia all’essere »

Rainer Maria Rilke

I Sonetti a Orfeo I,XXIIEinaudi-Gallimard, Torino 1995.

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Indice

Il cammino pag. 9Viandanti ” 10Dedicata ” 11Nell’alveo della notte ” 12Saluto ” 13Insieme e perduti ” 14Il respiro delle maree ” 15Specchio profondo ” 16Mediterraneo ” 17Vie senza nome ” 20Il dominio della parola ” 21L’incipit ” 22Schermo vivo ” 23Soffio di vita ” 24Rinchiuso è nel silenzio ” 25I voli delle stagioni ” 26Stagioni spezzate ” 27Rifugi ” 28L’audacia della preghiera ” 29Il passo del ricordo ” 30La corsa ” 31Solo ed assorto ” 32Pellegrino scalzo ” 33