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ROBERTO COCIANCICH PASSI DI VENTO VERSO LA PARTENZA

Passi di vento

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Partire è un viaggio, un incontro, un progetto. Un tempo di riflessione e di esperienza. Passi di vento è un’ottima guida per il viaggio verso la vita. La nuova dizione tralascia i punti più operativi e meno essenziali, ma rende più coerenti e arricchisce passaggi di contenuto e di attualità.

Citation preview

C’è un’espressione famosa in Francia (“Hommes aux semelles de vent”) che

è stata riferita via via a poeti come Rimbaud, a zingari e a persone che si pongono a cavallo di diverse storie e

culture. Uomini e donne che avanzano a Passi di Vento, tra i problemi, le

sfide e gli interrogativi che ci pone il grande gioco della vita. Talvolta

cadono, talvolta combattono come Angeli ribelli contro le meschinità

della vita, sempre si rialzano e si rimettono in cammino. Per chi è scout questo cammino ha un nome: quello

della Partenza. A questo itinerario, ai suoi protagonisti, ai suoi luoghi, ai

viaggiatori dell’esistenza che sono i rover e le scolte che si preparano

a diventare persone adulte sono dedicate le pagine di questo libro.

Questa collana intende offrire a tutti i rover e le scolte manuali tecnici e aggiornati strumenti di riflessione, utili per trovare la propria strada verso la felicità

€ 16,00

Resta fedeleai sogni della tua giovinezza

Hermann Melville

Ro

berto

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ciancich

Passi di ven

to

RobeRto CoCianCiCh

Passidi

ventoveRso la PaRtenza

Incaricato delComitato editoriale:Laura Galimberti

Prima edizione:Nuova Fiordaliso, 2004

Prima ristampa:Fiordaliso, 2006

Seconda ristampa:Fiordaliso, 2010

Nuova edizione:Fiordaliso, 2014

Grafica:Agenzia Image

Progetto e impaginazione:Andrea Lancellotti

Immagine di copertina:Bruegel, Pieter il Vecchio (1528-1569): Caduta degli angeli ribelli, la. Bruxelles, Musei Reali di Belle Arti. © 2014. Foto Scala, Firenze

Illustrazioni:Roberta BecchiLucio Lazzara

Coordinamento editoriale:Maria Sole Migliari

Stampato sucarta ecologica

© Fiordaliso Società CooperativaCorso Vittorio Emanuele II, 33700186 Romawww.fiordaliso.it

ISBN 978-88-8054-917-8

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Roberto Cociancich

Passi di ventoverso la Partenza

edizioni scout agesci /fiordaliso

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PresentazionePrima di partire

Prima tracciaIl cammino dell’uomoIl filo del discorso – Mozart assassina-to – Il punto di vista del giardiniere –Cosa fa nascere l’uomo? – Polvere distelle – Uomini e lucertole – Cosa cimanca? – Ecce homo! Quale meta-morfosi? – Disumano è banale – No,non siamo tutti Balilla – Uomini Nuo-vi per un Mondo Nuovo? – Due stra-de per costruire il futuro – Gli uominidei boschi

Seconda tracciaIl viaggio e i viaggiatoriIl filo del discorso – L’arte di viaggiare– Scautismo è partire – Ulisse: (se)questo è un uomo – Elogio della fuga– Geografi dell’esistenza – Vado allacaccia del cervo dorato – La strada –Il luogo di una conquista – La metasono gli uomini – Il deserto – La tribù– Il silenzio – Incamminarsi – Viaggia-tori di terza classe – Alla ricerca di uncentro di gravità permanente – Unviaggio interiore – Uno zaino leggero– Suggerimenti per chi si mette incammino – Gente di stile – L’Hike –L’avventura fa nascere l’uomo Vivere la traccia / I viaggiatoriUn sano senso di irrequietezza – Ilprimo rover: Paolo di Tarso – Nelghiaccio: Amundsen, Scott, Shackle-ton e Nansen – Deserto: terra di uo-mini, di lotta e di libertà – Lawrenced’Arabia – Michel Menu – Nel cielo:Amelia Earhart e Lindberg, i pilotidell’Aeropostale – “Perché c’è”. La sfi-da di George Mallory – Walter Bo-natti, una vita più grande delle mon-tagne – Joe Simpson, l’amicizia comeuna cordatesa tra la morte e le mon-tagne – Per il mare: Thor Heyerdal eil Kon Tiki – Eric Tabarly e il PenDuick – Moby Dick e il CapitanoAchab – Nelle Terre selvagge – Ilviaggio di Ulisse continua: 2001 Odis-sea nello spazio

Terza tracciaIl mondo che vogliamo incontrare,comprendere, cambiare, abitare

Il filo del discorso – Le città invisibili ele terre di mezzo – La Torre di Babe-le – Metropolis – Berlino e Betlemme,le città del muro – Lampedusa un mu-ro largo quanto il mare – Flatlandia, lacittà della ragione – Piccadilly Circus,il mondo come un grande schermo –New York, New York: posto di confi-ne fra molteplici frontiere – Calcutta,ovvero dell’intreccio ha identità e cul-tura – L’isola della Martinica: mesco-larsi alla maniera creola – Sarajevo,metafora dei conflitti del nostro tem-po –L’agorà di Atene, ecosistema fra-gile della democrazia – Costruire lacittà ai Tempi di Facebook - Le stradedi periferia – Strada, servizio, comu-nità – Il labirinto di Chartres e le fognedi Bucarest – Uomini e cattedrali -Strade verso una città più giustaVivere la traccia / I costruttoriBeckett a Canterbury: assassinio nellacattedrale – Idee assassine e costrutto-ri di una città per l’uomo – Persone ecomunità: alla ricerca di un nuovoumanesimo integrale – Strasburgo eBruxelles: una nuova casa chiamataEuropa – Protagonisti di una nuovacittadinanza – Testimoni della Fede –Combattenti per la Legalità – L’avv.Giorgio Ambrosoli – I costruttori diPace – Nkosi Johnson; “non abbiatepaura di noi, siamo uguali” – IqbalNasih, contro la schiavitù dei bambini– Giorgio Perlasca: un magnifico im-postore – Marcello Candia – Moha-med Bouazizi, Thich Qang Duc, JanPalach e Jan Zajic, l’esempio di unosprigiona il coraggio di tutti - Annale-na Tonelli - Gabriella Locatelli

Quarta tracciaIl coraggio e le qualità dell’uomoIl filo del discorso – Ciò che solo miimporta – germogli – uguaglianze –cambiamenti – a come coraggio – lamia bestia d'ombra – figlio di una stel-la minore – Il coraggio di Antigone:con il cuore oltre la legge – Il fonda-mento dei diritti dell’uomo – Trasgres-sione e consapevolezza – Amore, lot-ta, libertà – L’arte di scegliere – Li-bertà: esercizi – Serendipity: l’arte discoprire delle cose cercandone altre –Coerenza, virtù degli antipatici – La

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Indice

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bellezza che salva Vivere la traccia / Cercatori di bellezzaPère Duval: un bambino vagabondoche giocava con la luna – Padre Davi-de Turoldo – Romilda Del Pra – Lapartenza per l’ultima, grande avventu-ra: Vittorio Ghetti – Chiara Biscaretti:di che colore è la mia speranza – donfrancesco Cassol, nomade con occhiverso il cielo

Quinta tracciaAngeli ribelli: il mestiere di diventare grandiIl filo del discorso – Il bastone dei Ba-sutu – La grande corsa di primavera –Non si diventa grandi dicendo sem-pre: sì – Il bambino che non volevacrescere – Era volato via dalla culla –Le mamme sono ingannatrici – Spu-gna – Peter nel Ghetto – Vivere la traccia / Angeli ribelliLettera di Anima Irrequieta – Le ri-sposte ad Anima Irrequieta

Sesta tracciaLa proposta dello scautismo Il filo del discorso – Non c’è altra ric-chezza che gli uomini – Ask the boy –Osservare la Legge scout – Porre ilproprio onore nel meritare fiducia –Giocare la vita in modo leale – Sem-pre pronti a servire il prossimo – Esse-re capaci di amicizia e fraternità –Contraddistinti da uno stile cortese –Amare e proteggere l’ambiente e lanatura – Saper obbedire – Il buonumore anche nei momenti difficili –Amare il lavoro, consumare in modoconsapevole – Parole, pensieri e azio-ni chiari, puri e trasparenti – Il prota-gonismo e il coinvolgimento dei gio-vani nel processo decisionaleVivere la traccia / Scout di classe Innamorati della Val Codera – LeAquile Randagie: Kelly e Baden – Guyde Larigaudie: stella in alto mare –Don Tarcisio Beltrame, Aquila azzurra– La Freccia Rossa – I compagni dioggi – Michele Pignatelli – EugenioBanzi, l’impegno per una nuova citta-dinanza – Chiara Biscaretti: di che co-lore è la mia speranza

Settima traccia

Arte e tecnica della PartenzaIl filo del discorso – Premessa – LaPartenza come “il tempo delle nuovefrontiere” – La Partenza come un tem-po di mutamenti – La Partenza comeinizio di un nuovo cammino – La Par-tenza come distacco – La Partenza co-me segno di una vita cristiana – Il ri-schio delle pantofole – La Partenzacome mandato – Osare il futuro: laPartenza come tempo delle scelte –Un’età difficile per scelte difficili – Lescelte a vent’anni – I valori della Par-tenza – E per chi non se la sente? Usci-re dal Clan senza prendere la Partenza– Come arrivare alla Partenza? – Glistrumenti per preparare la Partenza –La Partenza e l’itinerario della Pro-gressione Personale Unitaria – La scel-ta di Fede nella Partenza – Il ruolo del-la Comunità Capi – La lettera dellaPartenza – La cerimonia e i simbolidella PartenzaVivere la traccia/Lettere di Partenza

Ottava tracciaIl cammino dopo la PartenzaIl filo del discorso – La crescita perso-nale finisce con la Partenza? – Uno sti-le di formazione permanente – Entra-re in Comunità Capi – Esperienze si-gnificative – La strada nel Masci – Ilcammino di Santiago – Il camminodei Goum nel deserto

AppendiceDocumenti associativi sulla Partenza

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Presentazione

*Ci sono libri che non si dimenticano e che diventanoun pezzo della nostra storia. Perché raccontano conparole chiare e appassionate questioni complesse. Per-ché ci aiutano ad orientarci e sono pieni di buone idee.Perché narrano storie di uomini e donne di coraggio eci spronano a fare un passo in più. Perché sentiamo cheparlano della nostra vita con parole che stavamo cer-cando e non trovavamo.

Sono passati più di dieci anni dalla prima edizione diPassi di vento. Ormai un classico. Quanti rover e scol-te hanno preso la partenza? Quanti gruppi hanno co-struito una veglia su questi temi? Quanti capi hannoletto una frase a tutto il Clan? Molti hanno scoperto unpersonaggio, un autore, un episodio o una parola chenon conoscevano. Serendipity… stavamo cercandoforse qualcosa, ma nella ricerca abbiamo scoperto mol-to di più, qualcosa di diverso e rivoluzionario.

Cristoforo Colombo, cercando le Indie scopre l'Ameri-ca, anche l'avventura scout è la scoperta dell'impreve-

…di fronte al bivio

tra bene e male

che tu sappia

scegliere sempre,

con l’aiuto di Dio,

la strada del bene…

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dibile. Sul mondo e su noi stessi. Possiamo scoprire lanostra America se percorriamo il cammino fino in fon-do. La strada passa dai piedi, presuppone la stanchez-za, la pioggia, la provvisorietà, l'incontro. Il servizio èfedeltà, impegno, responsabilità, coinvolgimento. Lacomunità è attenzione, valorizzazione, crescita. La fe-de è preghiera, conoscenza, amore. È mettersi con fi-ducia nelle mani di Dio.

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P R E S E N TA Z I O N E

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Lo scautismo è un gioco, che comincia da piccoli, co-sì serio che diventa tutta la nostra vita. Al momentodella partenza sappiamo che tipo di uomini e donnevogliamo diventare? Una guida può essere un amico,un capo, un sacerdote o un libro.Passi di vento è un'ottima guida per il viaggio verso lavita. La nuova edizione tralascia punti più operativi emeno essenziali, ma rende più coerenti e arricchiscepassaggi di contenuto e di attualità.

Roma, 2014

Laura GalimbertiIncaricata nazionale alla stampa non periodica

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Questo libro tratta di una questione che mi appassionaprofondamente. Come diventare uomini e donne capacidi non sprecare i giorni della nostra esistenza, di fare scel-te utili a noi e agli altri? Come diventare persone che tro-vano gioia nel grande gioco della vita e che per questosono continuamente curiose di cosa essa può riservareloro, di coloro che incontreranno, delle idee che agitanoil nostro tempo?Per chi è scout questo tema ha un nome: quello della Par-tenza. La Partenza, infatti, è il momento conclusivo del-la proposta educativa scout, quel momento dei nostrivent’anni verso il quale ci si incammina sin dal primogiorno in cui entriamo, timidi e disorientati, nella grandefamiglia dello scautismo. Eppure la Partenza non è unafine: è un inizio, il momento in cui cominciamo il nostroviaggio completamente sulle nostre gambe, senza più re-ti di sicurezza. Grandi orizzonti stanno davanti a noi e spesso nuovefrontiere. La frontiera è sinonimo di cambiamento, il luo-go dove incontriamo qualcosa di diverso. A volte ancheil luogo di una sfida che io penso sempre come una op-10

Prima di partire

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portunità, non come una minaccia. Gli scout sono sem-pre stati esploratori, uomini di frontiera e proprio sullafrontiera (non a casa loro, nel cortile della scuola o dellaparrocchia) trovano tutti gli ingredienti e gli elementi percrescere, per comprendere il mondo, per interagire posi-tivamente con gli altri, con il nuovo e anche l’inatteso.Muovendo i propri passi verso queste frontiere da sco-prire, questo territorio del nuovo, questo tempo dellaPartenza non bisogna essere esitanti, timorosi, distratti: èbello avanzare come se stessimo cantando, come sospin-ti dal vento, dalla voglia di sapere come va a finire. C’èun’espressione famosa in Francia, “Hommes aux semel-les de vent”, che è stata riferita via via a poeti come Rim-baud, zingari, uomini a cavallo di due storie e due cultu-re (per esempio nell’Algeria coloniale e in quella indipen-dente). Non è facilmente traducibile. Si potrebbe forse di-re: Uomini con le suole di vento. A me è piaciuta moltoe ad essa mi sono ispirato per il titolo del libro.Esso è diviso sostanzialmente in due parti. La prima cerca di mettere in evidenza le questioni di fon-do, di evocare diversi aspetti del medesimo problema. 11

“L’avventura scout sviluppa lo spirito del non prevedibile e del non definibile. Ci rende disponibile all’incontro. La bellezza, ancora una volta, sta nell’adattarsi al nuovo.”Vittorio Ghetti

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È una sorta di itinerario che si snoda sul filo di alcune do-mande, di qualche idea, dell’incontro con alcuni perso-naggi (alcuni letterari, altri realmente esistiti). È un viag-gio nel viaggio: il tentativo di spiegare perché è necessa-rio partire, allontanarci dalla nostra quotidianità se vo-gliamo arricchirci di nuove esperienze ed incontri, anda-re lontano per ritrovare il filo della nostra storia e dellanostra identità. È un viaggio attraverso alcune città che,nelle loro complessità e contraddizioni, ci consentono diidentificare alcuni dei grandi problemi del nostro tempo.È un viaggio nell’età affascinante e incerta di chi non haancora vent’anni la quale porta in sé, ancora intrecciate,tutte le ansie e le promesse del mondo futuro.La seconda parte è dedicata ad alcuni aspetti della vitae del metodo scout più strettamente legati al tema del-la Partenza. In realtà ogni momento della vita scout po-trebbe essere interpretato come un tempo di prepara-zione alla Partenza. Le idee, le osservazioni e i com-menti che mi sono sentito di fare sono solo semplicitracce che altro scopo non hanno se non quello di su-scitare a loro volta osservazioni, note, riflessioni. Questa12

P R E FA Z I O N E

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è la parte che tocca a voi, gentili lettori.Esprimo un desiderio che è anche un augurio: che que-ste pagine possano far venire voglia di discutere, di con-frontarsi, di non accontentarsi di verità troppo semplicio troppo pigre. In quanto uomini abbiamo bisogno dicapire, di avanzare su terreni ancora sconosciuti, di sce-gliere al bivio, di attraversare pacificamente nuove fron-tiere, di incontrare uomini e donne con i quali condivi-dere un tratto di strada. Da percorrere a testa alta e a passi di vento.

R.C.

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V I V E R E L A T R A C C I AT E R Z A T R A C C I A

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In ciascuno di noi è celato qualcosa di potenzialmente unico eirripetibile. Come riuscire a farlo emergere? L’educazione (so-prattutto quella scout) mira a far nascere e a sviluppare nel-l’uomo le migliori qualità. Quali condizioni rendono fertile econsentono questa nascita? Noi partecipiamo della natura edel mistero dell’universo. L’uomo è molto di più di un anima-le. Purtroppo alcuni uomini sembrano rinunciare alla dignitàche è loro propria. L’umanità ha il suo api-ce più alto in Gesù. Essere uomini significacoltivare la propria coscienza e riconoscereil male. Lo scautismo italiano si è forgiatonella clandestinità opponendosi al totalita-rismo. Le nuove minacce che un certo tipodi progresso pone all’umanità. Ci sono duestrade: quella che porta ad un’esistenza ar-tificiale e quella verso il reale. Lo scautismoè una strada verso il reale.

1Il cammino dell’uomo

P R I M A T R A C C I A

I L F I L O D E L D I S C O R S O

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“Conosciamo come sarà il motore del 2000 (silenzioso,senza inquinamento...) ma non sappiamo ancora come sarà il ragazzo del 2000”.Lucio Dalla

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P R I M A T R A C C I A

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Mozart assassinatoNell’ultima pagina del libro che più ho amato, Terra degliuomini, Antoine de Saint-Exupéry percorre i vagoni di unlungo treno che riporta in Polonia famiglie di operai li-cenziati dalla Francia. È notte fonda, le carrozze sono diterza classe. Saint Ex si fa largo a fatica tra la gente pigia-ta e si sente confuso ed inquieto. I corpi, massicci e gre-vi, sono ammassati sui sedili, sballottati dai sussulti deltreno, in cerca di un sonno che li ripari, almeno per qual-che momento, dagli incubi e dalla stanchezza di chi è tra-sportato verso un futuro in cui tutto è incerto tranne lamiseria. Si sofferma a guardare una coppia. L’uomo ha ilcranio rasato, nudo, avvolto in abiti che ne nascondonocave e gibbosità. La donna è così stanca da apparire ad-dormentata. Quanto tempo è passato da quando lui, for-se timido e impacciato, l’aspettava fremente, con un maz-zo di fiori, in attesa di un sorriso? Lei, sicura della propriagrazia, forse si compiaceva a farlo stare in pena ed egliprovava in cuore l’angoscia deliziosa di chi è innamorato.Cosa è successo loro, quale terribile mondo hanno attra-versato per restarne così segnati? “Un animale invecchiatoconserva la propria grazia. Perché questa bella argilla umanaè sciupata, come segnata da una stozzatrice?”.Fra di loro ha trovato posto e si è rannicchiato un picco-lo bambino. Che creatura deliziosa! Da quei corpi sgra-ziati era nato una sorte di frutto dorato, capolavoro di in-canto e di grazia. Saint Ex si china sulla sua fronte liscia,sul dolce broncio delle labbra e pensa “Ecco Mozart fan-ciullo, ecco una bella promessa della vita. I principini delle leg-gende non erano in nulla diversi da lui: protetto circondato di

“Mi tormenta che in ognuno di questiuomini c’è un po’Mozart assassinato”.

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cure, che cosa non potrebbe diventare! Quando nei giardini na-sce, per mutazione, una rosa nuova, tutti i giardinieri sono pre-si da emozione. Si isola la rosa, si coltiva la rosa, si fa in mo-do di favorirla. Ma non c’è un giardiniere per gli uomini. Mo-zart fanciullo verrà segnato, come gli altri, dalla stozzatrice.Mozart riceverà i suoi piaceri più alti da musica putrida, nelfetore dei caffè concerto. Mozart è condannato”. Saint Ex ri-prende a girare i vagoni. Osserva i volti segnati di quel-l’umanità senza pace e conclude quasi sorprendente-mente: “Non è uno spirito di carità a tormentarmi. Qui c’èpiuttosto una specie di ferita, di offesa al genere umano. (…)La cosa che mi tormenta non può essere sanata dalle mense po-polari. A tormentarmi non sono né quelle cavità, né quelle gib-bosità, né quella bruttezza. Mi tormenta il punto di vista delgiardiniere. Mi tormenta che in ognuno di questi uomini c’è unpo’ Mozart, assassinato”1.

Il punto di vista del giardiniereIn un punto Saint Ex sbagliava. In realtà esistono giardi-nieri per gli uomini. Uno dei più geniali e fantasiosi fu unufficiale dell’esercito di Sua Maestà, tale Robert Baden-Powell. Costui, girovagando all’inizio del secolo per leperiferie fumose e sporche di Londra, sentì la necessità difare qualcosa per quelle bande di monelli e piccoli teppi-sti che ne popolavano le strade. Anche B.-P. era tormen-tato dallo stesso pensiero, dallo stesso tarlo di SaintExupéry. Quale fu la ricetta? Voglia di ridere e scherzare,gusto per il gioco e l’avventura, un pizzico di tecnica e di

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1 A. de Saint-Exupéry, Terra degli uomini, recentemente ripubblicato in edizione tas-cabile ed economica nella collana GUM dell’editore Mursia.

B.-P.: un giardiniere di uomini.

I L C A M M I N O D E L L’ U O M O

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manualità, rispetto per il proprio corpo e per alcuni va-lori essenziali: così, come dal niente, è nato lo scautismo.Fu un successo clamoroso che in pochissimi anni rag-giunse e coinvolse milioni di ragazzi in tutto il mondo.Altri giardinieri di uomini stavano in Francia e a buon di-ritto possono essere considerati gli inventori dello scau-tismo cattolico. Tra gli altri il Padre Jacques Sevin, Pa-dre Doncoeur, Michel Menu, il Padre Forestier. Que-st’ultimo, autore di “Scoutisme, Route de Liberté”, haprofondamente influenzato lo scautismo cattolico italia-no. È grazie a loro che lo scautismo non è stato soltan-to una scuola di carattere e di ideali ma un universo spi-rituale complesso che sa parlare, con il linguaggio dei ra-gazzi, del destino dell’uomo. In questo, peraltro, cercan-do di realizzare sino in fondo l’ispirazione più profondadel fondatore2. L’idea di una “Partenza” al termine delcammino scout è nata in quell’ambiente e ha profonda-mente arricchito e reso fertile l’idea originaria di B.-P. Oggi migliaia di Capi scout sentono l’importanza, il fa-scino e la bellezza di essere giardinieri di uomini e moltigiovani si preparano a diventarlo. Le sfide che si trovanodavanti non sono semplici e per certi aspetti il compitoche li attende è ancora più arduo e pieno di insidie diquanto non fosse cento anni fa. Mozart bambino non hacessato di essere minacciato, irriso, abbandonato. Lo èancora di più, e in forme nuove, quando è preda di mer-canti di illusioni fatte di fumo e di sostanze allucinogene.

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P R I M A T R A C C I A

2 È diventata celebre la frase di Pio XI all’abate Cornette, assistente generale de-gli Scouts de France: “Gli scout mirando ad essere i più fedeli allo spirito originale (diB.-P.) non solo siano migliori cattolici perché esploratori ma anche migliori esploratori per-ché cattolici”.

Padre Jacques Sevin

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Preda di propaganda commerciale ripetuta a tambur bat-tente su tutti i muri e gli schermi ad opera di chi già in-travede in lui un potenziale consumatore di nuovi pro-dotti. Preda di chi vuole ottenere un facile controllo mi-stificando per trasgressione ciò che altro non è se nonuna nuova forma di conformismo. Tutti parlano dei gio-vani ma i veri giardinieri sono rari e abbondano i gattie le volpi e talvolta persino i mangiafuoco.

Cosa fa nascere l’uomo?Esistono milioni, anzi miliardi di esseri umani sulla terra.Ogni giorno nascono nuovi individui e il loro numero èpiù grande di quello delle stelle. Al pari di tante altre spe-cie animali essi respirano, mangiano, si riproducono, co-municano con gesti e suoni che nel loro linguaggio assu-mono un certo significato. In cosa un uomo è diversodall’animale? È sufficiente che egli nasca da una donna?Sono, evidentemente, possibili molte definizioni di uo-mo. Alcune fondate sulle scienze biologiche, altre di na-tura sociologica, altre ancora di tipo filosofico. Dal mio punto di vista (quello del giardiniere) la doman-da di fondo dalla quale è necessario partire è la seguente:

cosa fa nascere l’uomo? Quali sono le condizioni, i pre-supposti, il terreno favorevole che consentono all’uomodi germogliare, di uscire dal sonno di una vita mediocre,di manifestarsi a se stesso e agli altri nella grandezza del-la sua vocazione?

Perché, di due fratelli nati e cresciuti nelle stesse condi- 19

1I L C A M M I N O D E L L’ U O M O

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zioni e con le stesse possibilità, uno diviene viaggiatore,cercatore di infinito e l’altro non metterà mai il naso ol-tre il suo piccolo cortile? In tutti noi dorme un piccoloMozart imbronciato. Quale esigente cammino gli con-sentirà di manifestarsi nell’essenziale? Non esiste altra ric-chezza che gli uomini. Ma perché questa ricchezza ri-splenda quanto lavoro e che lungo percorso! Sono tal-mente tante le cose che ci inducono a rinunciare, a la-sciar perdere, a farci cadere le braccia, a farci fare solo ifatti nostri, piccoli bruchi in una vita senza ali… A girar-ci dall’altra parte e continuare a dormire. Eppure, talvol-ta all’improvviso, in una notte di tempesta, un semplicebottegaio di un paese in riva al mare, trova il coraggio diuscire dalla sua casa e di correre in soccorso dei naufra-ghi di una nave finita sugli scogli. Quella notte lo rivela ase stesso più di mille trattati di psicologia o di antropolo-gia. L’uomo si rivela nell’azione. Ma quali sono le espe-rienze, i silenzi, le attese, i sogni che poco a poco fannosì che il piccolo bruco si tramuti in una farfalla?

Polvere di stelleSecondo un illustre astrofisico contemporaneo3 ci sonovolute tre generazioni di stelle per produrre la quantitàdi sostanza bio-fisica necessaria a dare origine a quelle

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P R I M A T R A C C I A

3 È un’annotazione di George V. Coyne effettuata nel corso della decima cattedradei non credenti organizzata dal Cardinale C.M. Martini nell’autunno del 1998. Il testo completo della relazione dal titolo “Riciclati dalle stelle” è pubblicato sul vo-lume ”Orizzonti e limiti della scienza”, ed. Raffaello Cortina, 1999 in una collana a cu-ra di G. Giorello. Alcune osservazioni dello scienziato appaiono davvero notevoli eci interpellano sul significato ultimo del nostro esistere: “(…) Ma noi ci siamo e la no-stra esistenza è intimamente legata all’energia dell’Universo di cui siamo parte. I nostri ato-mi si scambiano continuamente con quelli dell’Universo al punto che ogni anno il 98% del

Non esiste altra ricchezza che gli uomini.

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aggregazioni macromolecolari che hanno consentito ilgermogliare della vita sulla Terra. È dunque possibile af-fermare che anche l’uomo, che è composto della me-desima sostanza stellare, è figlio delle stelle. Noi siamoparte dell’Universo e ne condividiamo il mistero. “Co-me punti di un ologramma portiamo in seno alla nostrasingolarità non solo tutta l’umanità, tutta la vita, ma an-che quasi tutto il cosmo, ivi compreso il suo misteroche giace senza dubbio al fondo dellanatura umana. Ma non siamo esseriche si possono comprendere unica-mente dalla cosmologia, dalla fisica,dalla biologia, dalla psicologia”4. Ladomanda “da cosa nasce l’uomo?” puòtrovare risposte convincenti solo apartire da questo mistero insondabileche giace in noi.

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nostro corpo si rinnova. Ogni nostro respiro mette in circolo miliardi e miliardi di atomi giàriciclati nelle ultime settimane dal respiro di altri viventi. Nulla di ciò che ora forma i mieigeni esisteva un anno fa. Tutto viene rinnovato, rigenerato ogni momento, attingendo a quel-la fonte di energia che è l’universo. La mia pelle si rinnova ogni mese e il mio fegato ognisei settimane. Possiamo dire che, tra tutti gli esseri dell’Universo noi siamo tra i più ricicla-ti! Siamo così ricondotti alle interrogazioni di fondo: Primo: la vita, nel quadro dell’evolu-zione dell’universo fisico, doveva necessariamente apparire? O apparve per caso? Tale com-parsa può essere spiegata? Secondo: la vita esiste solo sul nostro pianeta? Terzo: la vita a li-vello dell’intelligenza e dell’autocoscienza, rappresenta un fattore importante per la futuraevoluzione dell’Universo? Sono domande forse che ci portano fuori del campo delle scienzee della natura. Preferisco tuttavia correre questo rischio riassumendole in un’unica questio-ne tendenziosa: esistiamo solo per riciclare l’energia nella forma in cui ci viene fornita dal-l’Universo oppure siamo esseri speciali, nei quali l’Universo trova la possibilità di passaredalla materia allo spirito?”.4 Edgar Morin, I sette saperi necessari all’educazione del futuro, ed. Raffaello Cortina.,2001. Una domanda analoga è alla base del bellissimo libro-intervista al grandescienziato francese Jean Guitton il quale si chiede” È proprio vero che teniamo tuttil’infinito nel palmo della mano?”. Jean Guitton “Dio e la scienza”, ed.Bompiani, 1993 unlibro da leggere e discutere in Clan.

Da cosa nasce l’uomo?

I L C A M M I N O D E L L’ U O M O

01. STAMPA CAPITOLO 1 - 2014 16-07-2014 7:36 Pagina 21