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didascalie PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO Rivista della scuola in Trentino 08/02/2006 AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006 n.6 giugno 2011 n. 6 giugno 2011 Inserto a cura di: Mario Caroli e Norma Borgogno Interventi di: Beatrice de Gerloni, Eddy Caliari, Paola Carlucci, Mario Caroli, Silvana Castelli, Simo- na Cesari, Annamaria Cesaro, Giovanni Dalfovo, Maria De Maria, Carla Ferraresi, Mariarosaria Fio- rella, Costantino Pellegrini, Stefania Ravagni, Elena Viola studenti: Carlotta, Chiara, Elena, Evanna, Francois Tronche, Gioele Casagranda, Giovanni Grazioli, Marco Calliari, Anna Grigolli, Marta, Michela, Tomaso. Progetti, percorsi e prodotti finali delle scuole del Trentino 150° UNITÀ D’ITALIA il doier DENTRO LA RICORRENZA il doier il contto Istituto delle Arti Trento e Rover?o Scuola media Bonporti – I. C. Trento 5 Istituto Comprensivo Giudicarie teriori Istituto Comprensivo Revò Liceo Ruell Cl Istituto don Milani Rover?o Liceo Rosmini Rover?o Istituto Comprensivo Cl

Didascalie Informa - n. 6 giugno 2011

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DOSSIER: "150° unità d'Italia: progetti percorsi e prodotti finali"

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In. 5 giugno 2011

didascalie

PROVINCIA AUTONOMADI TRENTO

Rivista del la scuola in Trentino

08/02/2006AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006

n. 6 giugno 2011

n. 6 giugno 2011

Inserto a cura di: Mario Caroli e Norma Borgogno

Interventi di: Beatrice de Gerloni, Eddy Caliari, Paola Carlucci, Mario Caroli, Silvana Castelli, Simo-

na Cesari, Annamaria Cesaro, Giovanni Dalfovo, Maria De Maria, Carla Ferraresi, Mariarosaria Fio-

rella, Costantino Pellegrini, Stefania Ravagni, Elena Viola

studenti: Carlotta, Chiara, Elena, Evanna, Francois Tronche, Gioele Casagranda, Giovanni Grazioli,

Marco Calliari, Anna Grigolli, Marta, Michela, Tomaso.

Progetti, percorsi e prodotti finali delle scuole del Trentino150° UNITÀ D’ITALIA

il dossier

dentro la ricorrenza

il dossieril contestoistituto delle arti trento e rovereto

Scuola media Bonporti – i. c. trento 5

istituto comprensivo Giudicarie esteriori

istituto comprensivo revò

liceo russell cles

istituto don Milani rovereto

liceo rosmini rovereto

istituto comprensivo cles

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II n. 6 giugno 2011

DIDASCALIE Rivista della scuola in TrentinoPeriodico mensileAnno XX, numero 6 giugno 2011

Rivista promossa dallaProvincia Autonoma di Trento(L. P. 3 maggio 1990, n.15, art. 22)Autorizzazione del Tribunale di Trento n. 745dell’11.1.1992

Direttore responsabile:Giampaolo Pedrotti

Coordinatore:Mario CaroliE-mail: [email protected]

In redazione:Norma BorgognoAdriana GiacomoniManuela Saltori (segreteria)

In questo numero:Ada Aguglia, Arianna Bazzanella, Maria Annita Baffa, Norma Borgogno, Emanuele Bonapace, Eddy Caliari, Paola Carlucci, Sonia Carli, Mario Caroli, Silvana Castelli, Simona Cesari, Annamaria Cesaro, Alberto Conci, Adriana Cristoforetti, Giovanni Dalfovo, Beatrice de Gerloni, Maria De Maria, Luca Di Marco, Maria Cristina Eccheli, Carla Ferraresi, Mariarosaria Fiorella, Adriana Giacomoni, Fabiano Lorandi, Patrizia Lucca, Lucia Mazzocchi, P.P., Mario Peghini, Costantino Pellegrini, Fabrizio Rasera, Stefania Ravagni, Elena Viola,Studenti: Carlotta, Chiara, Elena, Evanna, Francois Tronche, Gioele Casagranda, Giovanni Grazioli, Marco Calliari, Anna Grigolli, Marta, Michela, Tomaso.

Redazione: Via Gilli 3,38121 Trentotel. 0461/497268 - 69fax 0461/497267

Realizzazione e StampaLitografia Effe e Erre - Trento

Per richiedere la rivista Didascalietelefonare o mandare un fax o scrivere a:Redazione Didascalie,Palazzo Istruzione via Gilli, 3 – 38121 TrentoE-mail: [email protected]

Le foto di questo numero sono di:archivio Didascalie e fornite dai diretti interessati, archivio Ufficio stampa Pat

In copertina in alto: alunni dell’Istituto comprensivo di Avio impegnati nell’attività in montagna (vedi servizio alle pagine 35-41); sempre in alto, a destra, la copertina del libro curato da Fabrizio Rasera sull’Istituto “F.lli Fontana” di Rovereto presen-tato nel Segnaliamo (vedi pagine 46-47); in basso, la copertina e un’immagine del dossier interno dedicato alle esperienze sul 150° dell’Unità d’Italia (vedi pp. 15-34)

SOMMARIO

la notizia: La sfida 1 Il torneo a suon di parole 2-4consulta provinciale studenti/Incontro con Tomasi e Dalmaso /Le regole /Il bilancio 5-8iprase/Piani studio primo ciclo: Terzo biennio 9-11verso educa 2011-2012/La scuola /Partecipazioni /L’incertezza 12-14

il dossierdentro la ricorrenza

il dossieril contestoIstituto delle Arti Trento e Rovereto

Scuoloa media Bonporti - I.C. Trento 5Istituto Comprensivo Giudicarie EsterioriIstituto Comprensivo RevòLiceo Russell ClesIstituto don Milani RoveretoLiceo Rosmini RoveretoIstituto Comprensivo Cles

150° Unità d’ItaliaProgetti, percorsi e prodotti finali delle scuole del Trentino

Inserto a cura di: Mario Caroli e Norma BorgognoInterventi: Beatrice de Gerloni, Eddy Caliari, Paola Carlucci, Mario Caroli, Silvana Castelli, Simona Cesari, Annamaria Cesaro, Giovanni Dalfovo, Maria De Maria, Carla Ferraresi, Mariarosaria Fiorella, Co-stantino Pellegrini, Stefania Ravagni, Elena ViolaStudenti: Carlotta, Chiara, Elena, Evanna, Francois Tronche, Gioele Ca-sagranda, Giovanni Grazioli, Marco Calliari, Marta, Michela, Tomaso

Inserto 15-34

dalle scuole /I.C. Avio: la dirigente 35 /primaria Avio e Sabbionara: “Siachepo” 36-37 /la biblioteca: Sentieri 38-39 /secondaria I grado Avio: Montagna 40-41 /secondaria I grado Bresadola TN5: Concorso 42 /Istituto delle Arti Tn Rovereto: Caputo 43 /Liceo Filzi Rovereto: Frammenti di storia 44-45segnaliamo /il libro - Ist. F.lli Fontana Rovereto: La ricerca 46-47 /le schede: La grande guerra: Avio e Alto Garda 48offerta varia /Celebrazione a Gardolo terza di copertina verso educa 2011/2012/Le mappe quarta di copertina

In. 5 giugno 2011

didascalie

PROVINCIA AUTONOMADI TRENTO

Rivista del la scuola in Trentino

08/02/2006AUT DR/CB Centrale/PTMagazine EDITORI/213/2006

n. 6 giugno 2011

n. 6 giugno 2011

Inserto a cura di: Mario Caroli e Norma Borgogno

Interventi di: Beatrice de Gerloni, Eddy Caliari, Paola Carlucci, Mario Caroli, Silvana Castelli, Simo-

na Cesari, Annamaria Cesaro, Giovanni Dalfovo, Maria De Maria, Carla Ferraresi, Mariarosaria Fio-

rella, Costantino Pellegrini, Stefania Ravagni, Elena Viola

studenti: Carlotta, Chiara, Elena, Evanna, Francois Tronche, Gioele Casagranda, Giovanni Grazioli,

Marco Calliari, Anna Grigolli, Marta, Michela, Tomaso.

Progetti, percorsi e prodotti finali delle scuole del Trentino150° UNITÀ D’ITALIA

il dossier

dentro la ricorrenza

il dossieril contestoistituto delle arti trento e rovereto

Scuola media Bonporti – i. c. trento 5

istituto comprensivo Giudicarie esteriori

istituto comprensivo revò

liceo russell cles

istituto don Milani rovereto

liceo rosmini rovereto

istituto comprensivo cles

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1n. 6 giugno 2011

LA NOTIZIA

LA SFIDADietro le parole, il cervello

A suon di parole…

Un intero pomeriggio “a suon di parole”, per la sfida tra gli studenti del Liceo scientifico “G. Ga-lilei” e Liceo scientifico e linguistico “L. da Vinci” di Trento, su chi riusciva ad argomentare meglio su un tema di valenza civica e sociale, come quel-lo delle quote rosa, ai fini di una vera pari oppor-tunità tra generi. Un torneo vero, con gli studen-ti protagonisti assoluti, assieme a docenti e esperti esterni, vinto ai punti da quelli del “Da Vinci”, ma con l’elogio esplicito della giuria ai due istitu-ti, alle classi ed ai singoli oratori del pomeriggio.Gli studenti del liceo scientifico e linguistico “Da Vinci” hanno convinto meglio dei coetanei dello scientifico “Galilei”, sempre di Trento e, per que-sto, si sono aggiudicata la vittoria, ma i vincitori sono stati davvero tutti gli studenti delle classi terze e quarte dei due licei scientifici della città, che nel corso dell’anno scolastico 2010/2011 hanno parte-cipato al torneo del tutto particolare su una pratica della quale, è stato ribadito da tutti gli intervenuti, se ne sente proprio bisogno: saper argomentare le ragioni del tema in discussione, saper controbatte-re, saper ascoltare e, alla fine, saper convincere l’in-terlocutore o – può succedere anche questo – am-mettere che “l’altro” è stato davvero tanto bravo da farci cambiare idea. Insomma: il contrario di quan-to viene propinato ogni giorno dalle trasmissioni televisive d’intrattenimento e anche da quelle che passerebbero per culturalmente serie e impegnate.

Le metafore sul discorso

Il discorso – finalmente – non come parlarsi ad-dosso, parlare “a vanvera”, insultare chi non la pen-sa come te e ripetere fino alla nausea solo e soltan-to con assiomi i propri slogan; ma il discorso come percorso, il discorso come edificio, metafore per far

capire che un’idea, un tema, un discorso bisogna saperlo costruire ed argomentarlo bene, così come bisogna saperlo controargomentare dopo aver sen-tito la tesi presentata dall’interlocutore.Nella finale, gli studenti si sono affrontati “a muso duro”, ma solo ed eslcusivamente “a suon di parole”, come recitava il titolo del torneo: re-gole rigide, timer che parte appena lo studente o la studentessa avvia la sua argomentazione ed al-trettanto per chi poi prova a controargomentare. E sulla valenza o meno delle “quote di genere” - l’argomento scelto per la sfida finale - gli studen-ti hanno messo sul tappeto argomenti a volontà, dati, citazioni, metafore, parafrasi: quelli del Ga-lilei a sostegno delle quote rosa e quelli del Da Vinci non genericamente “contro”, ma con le loro “controargomentazioni”. Tutto questo, con citazioni e riferimenti molto dotti e pregnanti, da Cicerone ad Alcide Dega-speri, da Platone ad Oriana Fallaci, da voci rac-colte durante il festival dell’economia di Trento a Wittgenstein ed altri ancora.Tutto dal vivo, tanto che tra il primo round e il se-condo – come previsto da regolamento della gara - gli studenti hanno avuto una ventina di minuti per rimediare nuove argomentazioni convincenti, senza lesinare apprezzamenti nei confronti di chi aveva sostenuto la testi opposta. E gli altri argo-menti scelti riguardavano il piercing ai minorenni anche senza il permesso dei genitori, scaricare da internet gratis, l’amicizia virtuale vera o fasulla, le adozioni anche per i single.Ed il pensiero di chi ha assistito a questa sfida non poteva non andare ai vari “Annozero”, “Ballarò”, “Porta a porta”, per non tirare in ballo anche la par-te più fonda della palude “Grande fratello” ecc. ecc..

Mario Caroli

Una gara davvero speciale, quella tra gli studenti dei due licei cittadini, che si è conclusa venerdì 9 giugno 2011 dalle dalle 15,30 alle 19,00 nell’Aula B della Facoltà di Giurisprudenza su chi riesce ad argomentare meglio un tema di carattere civile e sociale, solo “a suon di parole”. Un tor-neo del tutto particolare, che ci piacerebbe diventasse prassi quotidiana nelle scuole. Sappiamo che in molte altre realtà scolastiche ci si cimenta a gruppi di studenti su come “presentare e spiegare meglio un argomento”, ma questo ci è sembrato un progetto organico, coinvolgente e con un for-te profilo civile ed etico. Proprio per questo abbiamo scelto questa sfida come “notizia” d’apertura della rivista, spiegandola nei dettagli nelle pagine seguenti.

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2 n. 6 giugno 2011

IPRASE – UNIVERSITÀ – COMUNE TN

Liceo “G. Galilei” - Liceo “L. da Vinci” Trento

Nel numero di maggio di didascalie avevamo anticipato l’evento fina-le del Torneo “A suon di parole”, progetto inizialmente partito all’in-terno di un Progetto dell’IPRASE legato al del Fondo Sociale Europeo sull’“attivazione di un sistema organico e strutturato di azioni destina-te alla formazione permanente dei formatori”, uno dei quali, in par-ticolare, riguarda “la competenza argomentativa degli studenti del-la scuola superiore di Trento”. Un progetto che è diventato qualcosa di più esteso, coinvolgendo direttamente innanzitutto le due scuole interessate e poi altre istituzioni. In un agile libretto, curato da Chia-ra Tamanini, distribuito nel pomeriggio della sfida finale e riportato integralmente sul sito dell’Iprase, viene descritto ampiamente il pro-getto, le squadre, i protagonisti ed alcuni commenti. Riprendiamo in sintesi i passaggi principali del Torneo.

IL TORNEOA suon di parole…

I promotori

IPRASE:progetto coordinato da Chiara Tamanini, ricercatrice Iprase, e seguito direttamente dal diretto-re dell’Istituto, Arduino Salatin, che ha partecipato alla sfida finale, componente della giuria ed ha pre-miato i vincitori.UNIVERSITÀ:Coinvolgimento del Dipartimento di Scienze Giuridiche dell’Universi-tà degli Studi di Trento, seguito an-che nel pomeriggio della sfida fina-le da Gianni Santucci, direttore del Dipartimento, Paolo Sommaggio, docente di filosofia del diritto, Di-partimento di Scienze Giuridiche, Letizia Mingardo, borsista presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche SCUOLE:Liceo Scientifico e Linguisto “DA VINCI” di TrentoLiceo Scientifico “GALILEI” di Trento ISTITUZIONI:al pomeriggio della sfida finale han-no partecipato l’assessore provincia-le all’istruzione e allo sport, Marta Dalmaso, e l’assessore alla cultura ed alle politiche giovanili del Co-mune di Trento, Lucia Maistri.

Il progetto

Il progetto nasce da molteplici considerazioni, ma la prin cipale fa riferimento alla constatazione di una debolezza og gettiva del di-battito pubblico nella nostra so-cietà e all’inva denza dei mezzi di comunicazione di massa. Da que-sto dato di fatto nasce, per conver-so, l’esigenza di educare i giovani a formulare ragionamenti in manie-ra autonoma e sorvegliata. Lo svi-luppo di competenze chiave socia-li e civiche e di spirito di iniziativa e intraprendenza, da perseguire in tutti gli ambi ti disciplinari, è ri-chiamato, peraltro, dai documen-ti europei (Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consi-glio relativa a competenze chiave, 2006), dai Regolamenti nazio nali per il riordino del secondo ciclo di istruzione e dai Piani Provinciali di Studio del Trentino. L’attività è stata realizzata all’in-terno di un percorso spe rimentale promosso dall’IPRASE assieme al Dipartimento di Scienze Giuri-diche, alla Facoltà di Giurispru-denza e ai due Li cei sopra cita-ti, con l’intenzione di realizzare e mettere a pun to un prototipo

di gara dibattimentale che possa in seguito coinvolgere un nume-ro maggiore di studenti e Istitu-ti scola stici del ciclo secondario di secondo grado.

La gara e gli argomenti

Nel corso dell’anno scolastico 2010/2011 è stato realiz zato il tor-neo tra alcune classi terze e quarte del Liceo scientifico “G. Galilei” e del Liceo scientifico e linguistico “L. da Vinci” di Trento, che ripor-tiamo di seguito. Gli studenti si sono affrontati, cercando di vincere del-le gare basate non su una disciplina sportiva di carattere fisico, ma sulla capacità di argomentare e contro ar-gomentare su tematiche di carattere civico e sociale. Gli studenti si sono sfidati, dunque, “a suon di parole”.

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3n. 6 giugno 2011

Liceo “G. Galilei” - Liceo “L. da Vinci” Trento

GARE ELIMINATORIE Presso il Liceo “G. Galilei”9/2/2011, mercoledì, ore 14.00: gara tra le classi IVF e IVH:Argomento del dibattito: Vietare o consentire il piercing ai minorenni senza il permesso dei genitoriHa vinto la gara la classe IVH10/2/2011, giovedì, ore 14.00: gara tra le classi IIIC e IIIG:Argomento del dibattito: Scarica-re da internet a pagamento o gratis.Ha vinto la gara la classe III Gpresso Liceo “L. da Vinci”10/2/2011, giovedì, ore 14.00-16.30: gara tra le classi IVLC e IVSF:Argomento del dibattito: Scaricare da internet gratis o solo a pagamentoHa vinto la gara la classe IVLC12/2/2011, ore 7.55 -10.25: gara tra le classi IVSA e IIISHArgomento del dibattito: Vietare o consentire il piercing ai minorenni senza il permesso dei genitoriHa vinto la gara la classe IVSA

GARE PER LE FINALI D’ISTITUTOPresso Liceo “G. Galilei”12/4/2011, martedì, ore 14.00 finale di istituto tra le classi III G e la classe IVH Argomento del dibattito: L’ami-cizia virtuale è o non è amicizia au-tentica.Ha vinto la gara La classe IVH e si aggiudica la finale del torneo.Presso Liceo “L. da Vinci”2/4/2011, ore 7.55 -10.25: finale di istituto tra le classi IVLC e clas-se IVSAArgomento del dibattito: L’ami-cizia virtuale è o non è amicizia au-tentica.Ha vinto la gara la classe IVSA e si aggiudica la finale del torneo.12/4/2011, martedì, ore 7.55-10.25: gara tra le classi IIISH e II-ISF per il terzo e quarto postoArgomento del dibattito: Adozio-ni possibili solo per le coppie o anche per i single.Ha vinto la gara la classe IVSF che si qualifica al terzo posto nel tor-

neo di Istituto

GARA FINALE DEL TORNEOPresso Aula B della Facoltà di Giurisprudenza Trento via Verdivenerdì 10 giugno 2011 dalle 15,30 alle 18,30 finale di torneo tra le classi IVH del Liceo “G. Galilei” e la IVA del Liceo “L. da Vinci”.Argomento del dibattito: Riservare quote di gene re favorisce o non favori-sce le pari opportunità.

Le classi a confronto nella finale

CLASSE QUARTA H – Liceo scientifico “G. Galilei” Trentodocenti: Cristina Conci (Italiano e latino) – Laura Simeon (Filoso-fia e storia)studenti: Monica Bazzanella, Vivia-na Bertuzzi, Sara Carli, Camilla En-drizzi, Sebastiano Fanti, Lara Lona, Andrea Maines, Loorenzo Marchet-ti, Nicolò Marchi, Tobias Maschera, Stefano Merlo, Alex Ridi, Tommaso Santini, Francesca Scalet, Emmanuel Tronche-Macaire, Milo Zanghellini

CLASSE CLASSE IV S A - Li-ceo scientifico e linguistico “L. Da Vinci” Trentodocente: Michele Dossi (Storia e Filosofia)studenti: Luca Antonioni, Eliana Borzaga, Chiara Bottura, Federica D’adamo, Alvin Dadula Hernandez, Chiara Dalponte, Debora Enderle, Elena Foradori, Irene Frantoi, Jenny Koyate, Giovanni Levighi, Elena Maz-zolai, Martina Mottes, Mattia Orem-puller, Matteo Pontati, Francesca Pra-ti, Gabriele Tonelli, Fabrizio Zanella

Gli oratori del pomeriggio, nell’ordine di intervento

Si sono sempre alternati: uno stu-dente del “Galilei” con uno del”Da Vinci”, nella prima fase argomen-tativi e viceversa in quella contro-argomentativa, così nella ripresa

dopo la pausa per “riargomenta-re”: Nicolò Marchi/Elena Mazzo-lai, Emmanuel Tronche-Macaire/Martina Mottes, Tommaso Santi-ni/Chiara Dalponte, Elena Forado-ri/Francesca Scalet, Luca Antonioni/ Milo Zanghellini, Fabrizio Zanella/ Stefano Merlo

Il verdetto della giuria

Per bocca di Paolo Sommaggio, docente di Filosofia del diritto del Dipartimento di Scienze Giuridi-che dell’Università di Trento, “la giuria ha registrato un livello mol-to alto nella qualità delle argomen-tazioni e controargomentazioni nella sfida; per cui lode ai ragazzi per la preparazione in poco tempo e, principalmente, utilizzando sia le ore a scuola sia sacrificando un po’ dello svago. Molto ricca e qua-lificata la documentazione, quin-di primo premio al Torneo, che la giuria spera possa continuare an-che nel prossimo anno scolastico”.Quanto agli oratori del pome-riggio pari merito perElena Foradori - Chiara Dalponte (per la fase argomentativa)Luca Antonioni - Milo Zanghellini (per la fase controargomentativa)Per le singole scuole, invece:fase argomentativa: punti 61 liceo “Galilei” - punti 73 liceo “Da Vinci”fase controargomentativa: punti 65 liceo “Galilei” - punti 65 liceo “Da Vinci”Risultato finale: la sfida è vinta con 138 punti da liceo “da vinci”

Le altre classi che hanno partecipato al Torneo 2010/2011

LICEO SCIENTIFICO “G. GA-LILEI” TRENTOClasse terza Cdocente: Laura Simeon (Filoso-fia e storia)studenti: Biotti Andrea, Bozzoli Michele, Cima Francesco, Costan-

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4 n. 6 giugno 2011

zi Isabel, Dorna Iacopo, Dalla Pal-ma Stefano, Ferrari Andrea, Ferra-ri Davide, Ferri Fabio, Franceschini Niccolò, Giacomoni Pietro, Marche-si Raffaele, Meroni Cesare, Ortolani Andrea, Pallaoro Ermanno, Pederi-va Giovanni, Purin Marco, Rizzoli Aluna, Santini Marco, Stefani Mir-ko, Zaffi Filippo, Zorzi CeciliaClasse terza Gdocenti: Laura Bonvicini (Filo-sofia e storia) – Daniela Buratti (Italiano e latino)studenti: Angeli Silvia, Baroni Christian, Bonvecchio Fabiola, Dellai Fabiana, Dhudra Muneeba Zaman, Donini Sara, Fiamozzi Sebastia-no, Franceschini Manuel, Franchini Carlotta, Ghezzer Nicola, Notermans Claudia, Paganini Mauro, Palmie-ri Andrea, Passerini Beatrice, Rita Chiara Michela, Scandolari Damia-no, Vaccari Francesca, Vuolo Giovan-ni, Webber Serena, Zancanella EricClasse IV Fdocente: Francesca Paternolli (Filosofia e storia)studenti: Andraghetti Giulia, An-toniolli Matteo, Banal Anna, Bere-goi Elena, Biasiolli Francesca, Del-pero Mamani Nathayel, Di Tullio

Luciana, Ferrari Alessio, Giacomoz-zi Michela, Guerra Filippo, Lanzin-ger Sofia, Marin Alessandro, Martin Valeria, Martorano Luca, Oss Elena, Resenterra Davide, Ropelato Chiara, Sadler Mattia, Salvatori Tommaso, Scherer Lukas, Segata Steven, Serafi-ni Alice, Strikchani Liridona, Tom-masi Rodolfo, Travaglia Francesco, Visintainer Davide, Zambra Matteo

LICEO “DA VINCI” TRENTOClasse III Scientifico Hdocente: Claudia Dinale (Lettere)studenti: Avancini Martina, Calì Cristina, Colombini Linda, Condini Manfredi, Copa Edisnajda, Corbelli-ni Jacopo, Cozzio Margherita, Curzel Serena, Driouache Youssef, Dusmet Benedetta, Giovannini Arianna, Marzari Delia, Olivieri Andrea, Peng Ji Jian, Pezzato Letizia, Pisoni Martina, Rigetti Serena, Rosa Fran-cesco, Soini Davide, Toldo Kevin, To-nazzolli Arianna, Tumaliuan John Paul, Volpini Andrea, Zuccotti AlteaClasse IV linguistico C DOCENTE: Stefano Brusciati (Storia e Filosofia)studenti: Agosti Elisa, Basso Gior-gia, Bazzanella Jessica, Bernar-

di Chiara, Bortolotti Sabrina, Cle-menti Leonardo, Gennara Sara, Molinari Federica, Nonaj Angjeli-na, Pacher Debora, Paissan Mad-dalena, Paolazzi Manuela, Pedrot-ti Roberto, Salteri Nicola, Stecchetti Francesca, Tezzon Victoria, Zanoni FrancescaClasse IV Scientifico Fdocenti: Bertolini Elena (Lette-re), Bertoni Sandro (Storia e Fi-losofia)studenti: Amante Leonardo, Biso-gnin Alessandro, Boldrer Manuel, Cianfaro Fiorentino Mattia, Don Iryna, Faccini Federica, France-schini Carla, Fruet Tommaso, Gia-comelli Saverio, Grossmann Valen-tina, Martinelli Marco, Mattivi Cristina, Moser Emily, Noldin Sara, Pasquale Federica, Pederiva Nadia, Pozza Giulia, pozzetti Gianluca, Zoccatelli Francesca

I lavori della gara finale sono sta-ti trasmessi in diretta video a cura dell’università di Trento(http://www.unitn.it/dsg/even-to/17117/suon-di-parole)

sintesi a cura di Mario Caroli

Nicolò Marchi Elena Mazzalai Elena Foradori Emmanuel Tronche Macaire Tommaso Santini Chiara Dalponte

Martina Mottes Francesca Scalet Luca Antonioni Milo Zanghellini Fabrizio Zanella Stefano Merlo

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5n. 6 giugno 2011

CONSULTA PROVINCIALE DEGLI STUDENTI il rilancio

SI CAMBIASostegno da assessore e dirigente

L’occasione era data dalla fine dell’anno scolastico, dall’uscita di sce-na del presidente Emanuele Bonapace e di altri studenti/membri che concludono il percorso delle superiori, ma anche dalla presentazio-ne del bilancio di un anno e delle questioni aperte al nuovo dirigente del Dipartimento Istruzione Università e Ricerca, Marco Tomasi, ed all’assessore Marta Dalmaso. Così, lunedì 6 giugno 2011, al mat-tino, la Consulta degli studenti, nell’ultima convocazione prima del-la chiusura dell’anno scolastico ha fatto il punto nell’aula magna del Palazzo Istruzione di via Gilli a Trento, alla presenza anche di chi li segue da sempre, a vario titolo: Alberto Conci, Clara Casagrande e Cristina Simonetti.

Marta Dalmaso: bene statuto e Consiglio provinciale giovani

L’assessore, nel suo intervento d’a-pertura, ha valorizzato molto il la-voro che è stato fatto dalla Con-sulta per la modifica dello statuto, che ha portato all’allungamento del tempo in carica della Consul-ta stessa, che diventerà biennale, adeguandosi in questo modo alla cadenza nazionale. “La biennalità – ha detto l’assessore – rappresen-ta un vero e proprio cambiamento qualitativo”.Inoltre, l’assessore ha sottoli-neato l’importanza della stesu-ra del Regolamento per l’elezio-ne del Consiglio provinciale dei

giovani, approvato d’intesa con la quarta commissione, “destina-to ad essere un organismo parti-colarmente significativo, perché sarà espressione della Consulta provinciale degli studenti e dovrà lavorare con il Consiglio Provin-ciale stesso”.Infine, Dalmaso ha voluto an-che ringraziare i ragazzi non solo delle attività svolte nelle singo-le commissioni, ma anche di al-cuni momenti particolarmente si-gnificativi, come l’incontro del 16 marzo 2011 sul tema della scuola dopo la riforma del secondo ciclo, al quale l’assessore è stata invitata per un confronto aperto allargato anche agli studenti rappresentanti dei consigli dell’istituzione.

Marco Tomasi: certezza di risorse e forte apertura oltre i confini provinciali

Si è subito complimentato con la Consulta per le tante attività rea-lizzate, ma ha subito rilanciato sul-la partecipazione a scadenze nazio-nali significative: “Non possiamo più permetterci che dal Trentino partecipino solo due persone alla Nave della legalità sbarcata in Si-cilia; il prossimo anno dobbiamo esserci con un bel gruppo, ovvia-mente dopo un percorso prepara-torio nelle scuole. Conosco bene l’iniziativa contro le mafie, che ho contribuito a costruire dall’univer-sità, mi spiacerebbe che il Trentino perdesse questo scenario”.Agli studenti che si accingono a la-sciare le superiori e scegliere una facoltà universitaria, “spero che possiate farlo in libertà -ha det-to Tomasi – e senza pensare solo all’università sotto casa, e avete fat-to bene a unire la festa Horror Va-cui, alla dimensione culturale, al rigore e allo studio, che poi è la di-mensione della vita.” Infine, sugli aspetti organizzativi, il dirigente generale s’è impegna-to coi ragazzi a dare certezza sul-le risorse loro assegnate per pro-gettare per tempo le attività ed ha concluso invitandoli ad una rifles-sione anche sul termine burocra-zia: “provate a declinarlo anche con responsabilità, alla quale sare-te chiamati anche voi presto nella vita.” (m.c.)

Chiara Dalponte

Stefano Merlo

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6 n. 6 giugno 2011

LE REGOLEConsulta in carica due anni

Il lavoro della Consulta provinciale degli studenti (CPS) è stato caratte-rizzato quest’anno, accanto alla progettazione e alla gestione delle attivi-tà più consuete, da un duplice impegno, che ha assunto un grande valore per gli studenti e che è destinato a modificare l’operato e la struttura stes-sa della CPS per i prossimi anni: la revisione dello Statuto e la stesura del Regolamento per l’elezione del Consiglio provinciale dei giovani.

La revisione dello Statuto

La revisione dello Statuto si è resa necessaria per adeguare la perma-nenza in carica dei membri del-la Consulta, fino ad oggi annuale per la nostra Provincia, adeguan-dola alla normativa nazionale, dove è prevista una durata biennale. Se l’allungamento – con la proro-ga, per il prossimo anno scolastico, della presente Consulta e la surroga dei membri in scadenza – compor-ta una serie di aggiustamenti tecnici di carattere statutario, si deve tutta-via tenere conto del fatto che il vero cambiamento si registrerà già nei prossimi anni sul piano della pro-grammazione e su quello dell’as-sunzione di responsabilità. Il poter disporre di un tempo di permanen-za più lungo contribuirà infatti non solo a valorizzare progettualità di maggiore respiro, ma anche a far crescere il grado di consapevolezza dei ragazzi rispetto al proprio ruolo e a quello della Consulta all’interno della scuola trentina.

Consiglio Provinciale dei Giovani

Allo stesso tempo, gli studenti sono stati impegnati nella stesura del Regolamento per l’elezione del Consiglio Provinciale dei Giova-ni (CPG), un organismo di nuo-va costituzione previsto dalla legge n° 7 del 28 maggio 2009 istituito per “promuovere e rafforzare la cit-tadinanza attiva dei giovani quale elemento fondamentale della socie-

tà democratica, favorendo in parti-colare la conoscenze delle istituzio-ni del Trentino e del loro ruolo nella vita pubblica e sociale” (Art. 1) con funzioni di “consultazione e rappre-sentanza dei giovani”, e inteso qua-le “luogo di confronto e di dibattito sulle tematiche di interesse dei gio-vani” (Art. 2). I membri del CPG dovranno essere eletti fra i mem-bri della Consulta degli studenti e avranno una pari durata in carica. Il Presidente del CPG e il Presidente del Consiglio provinciale dovranno promuovere “d’intesa, a cadenza an-nuale, la convocazione di una seduta congiunta del Consiglio provinciale dei giovani e del Consiglio provin-ciale; in tale occasione il presidente del Consiglio provinciale dei giova-ni presenta una relazione sull’attivi-tà svolta e sulle iniziative proposte” (Art. 4). Oltre a ciò si riserva al Pre-sidente del Consiglio provinciale la possibilità di richiedere al CPG pa-reri da rendere in tempo utile alla competente Commissione perma-nente del Consiglio provinciale in merito a tematiche che risultino di particolare interesse per il mon-do giovanile. Contemporaneamen-te, spetta al Presidente del CPG co-municare decisioni o pareri assunti dal CPG e ritenuti di particolare ri-levanza per il Consiglio provinciale.

Consultazione e rappresentanza

La finalità di questo organismo, del quale faranno parte 25 studenti,

non può essere ridotta a un sempli-ce ruolo di raccordo fra la Consul-ta degli studenti e il Consiglio pro-vinciale. Più ampiamente il CPG avrà una funzione di “consultazio-ne e rappresentanza” molto più va-sta, comprendendo fra i suoi obiet-tivi la possibilità di esprimere pareri su tutti quei campi di azione che possono direttamente o indiretta-mente coinvolgere l’universo giova-nile e in ordine alla partecipazione dei giovani all’interno delle istitu-zioni. Alla Consulta è spettato dun-que il compito, piuttosto laborioso, di stilare il regolamento per l’elezio-ne del CPG, che il 31 marzo scor-so è stato poi firmato d’intesa con la Quarta commissione permanente dal presidente della Consulta degli studenti, Emanuele Bonapace, e dal presidente della Quarta commissio-ne, Mattia Civico. Un compito che ha costretto i ragazzi a lavorare sul-la struttura della legge, a immagi-nare le modalità migliori e più effi-caci per l’elezione, a interrogarsi sul senso e sulle funzioni di un organi-smo che potrebbe assumere un ruo-lo non secondario nell’ambito della partecipazione giovanile.Tutto questo cambierà non poco il volto della Consulta, richieden-do agli studenti diversi livelli di responsabilità. E sarà per questo un’opportunità di crescita da non trascurare non solo per gli studen-ti, ma più ampiamente per tutta la scuola trentina.

Alberto Conci

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7n. 6 giugno 2011

IL BILANCIOBonapace, presidente uscente

Emanuele Bonapace ha presentato al dirigente generale Marco Toma-si ed all’assessore Marta Dalmaso questa sintesi delle iniziative e dei vari progetti realizzati dalla Consulta durante l’a. s. 2010/2011.

Le attività

16 marzo 2011: Incontro con l’As-sessore Marta DalmasoCi siamo confrontati con l’Asses-sore sul tema della nuova riforma scolastica che ha risposto a tutte le domande poste e che sono state re-gistrate in un video che sarà diffu-so prossimamente in tutti gli Isti-tuti del Trentino. 21 -24 marzo 2011, napoli: Con-siglio Nazionale dei Presidenti delle Consulte (CNPC)Ci siamo ritrovati a Napoli per ri-unire il CNPC; erano presenti cir-ca 85 studenti con i quali ho col-laborato per realizzare dei progetti nazionali molto interessanti. I do-cumenti si possono visionare sul portale di IO-Studio: www.iostu-dio.itgennaio – maggio 2011, tren-to: lo statutoIn questo periodo si è istituita la commissione Statuto, formata da un gruppo di ragazzi della Con-sulta e dal professor Conci. Essa si è riunita periodicamente per parlare della struttura e del fun-zionamento del Consiglio Pro-vinciale dei Giovani, che verrà istituito il prossimo anno scola-stico. La Commissione ha firma-to il regolamento per l’elezione del CPG d’intesa con la quarta commissione permanente. Si è lavorato alla revisione dello sta-tuto della CPS, approvato suc-cessivamente dall’assemblea Ple-naria.

5 aprile 2011, sala della coope-razione: Incontro Don Luigi CiottiAlcuni ragazzi della CPS hanno in-contrato Don Luigi Ciotti, fondato-re del Gruppo Abele e di LIBERA. 13 aprile 2011, palazzo dell’i-struzione: Incontro informativo sul tema del nucleareIl 13 aprile c’ è stato un incontro informativo sul tema del nucleare, organizzato dalla Consulta ed este-so agli studenti delle scuole supe-riori. Mirco Elena, fisico e docente universitario ha parlato dei proble-mi legati al nucleare civile e mili-tare e degli aspetti più attuali del dibattito sulle energie rinnovabili. 11 – 15 aprile 2011, istituti del trentino: Colletta alimentareDurante questa settimana la CPS ha promosso negli Istituti del Trentino una colletta alimenta-re, da donare alla mensa dei pove-ri gestita dai Frati Cappuccini di Trento15 – 16 aprile 2011, monte or-tone: Seminario di formazione sul-la Peer EducationA Monte Ortone (Veneto) il pre-sidente e la vicepresidente della consulta, Gaia Pedron, hanno as-sistito, assieme ai membri del Co-ordinamento Regionale del Veneto (CRV), alla presentazione del pro-getto di Peer Education realizzato all’interno delle scuole del Veneto. 21 maggio 2011, tribunale di trento: Incontro con Giancarlo CaselliUna rappresentanza degli studenti

della Consulta ha partecipato, as-sieme ad altri studenti della scuola media e delle scuole superiori, a un incontro con il magistrato torinese Gian Carlo Caselli, uno dei prota-gonisti della lotta contro il terrori-smo e contro la mafia. 22 –24 maggio 2011, napoli/pa-lermo: Nave della LegalitàDal 22 al 24 maggio presiden-te e vicepresidente della consul-ta hanno partecipato all’espe-rienza della “Nave della Legalità” in onore e in ricordo di Giovan-ni Falcone e Paolo Borsellino. A Palermo molte le manifestazioni antimafia che hanno coinvolto le migliaia di studenti presenti, pro-venienti da tutta Italia. Partico-larmente forte è stato il silenzio ascoltato da tutti sotto l’albero di Falcone. Un’iniziativa da ripetere, estendendola a un numero mag-giore di studenti.

Horror Vacui 2011

Horror vacui 2011 è il nome del concerto di fine anno che si è te-nuto nei giardini di Piazza Vene-zia a Trento il 21 maggio scorso. L’iniziativa aveva come principa-le obiettivo quello di riunire tutti i giovani delle scuole trentine in una giornata da trascorrere in compa-gnia e divertimento. Il titolo vuole richiamare alla necessità di riempi-re, con questo evento animato da-gli studenti, alcuni degli spazi del-la città. Hanno partecipato circa 500 persone, che hanno assistito all’esibizione di alcuni gruppi mu-sicali, di danza artistica e di bal-lo moderno, composti da studen-ti, mentre chi lo desiderava poteva dipingere su dei pannelli preparati appositamente per l’evento. Nella pagina seguente, alcune immagi-ni che ho ripreso durante la fe-sta.

Emanuele Bonapace

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8 n. 6 giugno 2011

Consulta provinciale degli studenti

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9n. 6 giugno 2011

Piani di studio provinciali primo ciclo

Martedì 7 giugno 2011, aula magna nord del Palazzo istruzione di via Gilli a Trento, un nutrito gruppo di insegnanti del primo ci-clo, appartenenti ai tre diversi istituti comprensivi di Ala, Rovere-to Nord e Cembra, assieme ai propri dirigenti scolastici ed alle due esperte dell’Iprase, Elvira Zuin e Antonia Romano, si ritrovano per l’ultimo incontro di un percorso di sperimentazione sul Terzo Bien-nio (classe quinta primaria e prima secondaria) relativamente all’inse-gnamento/apprendimento di Italiano e Matematica in base ad indi-cazioni e stimoli legati ai nuovi Piani di Studio Provinciali del primo ciclo. Presente l’assessore Marta Dalmaso.

TERZO BIENNIOTre istituti comprensivi in rete

ALA, ROVERETO NORD, CEMBRAItaliano e Matematica

Un incontro davvero stimolan-te, carico di partecipazione vera da parte degli insegnanti dei tre Istituti comprensivi interessati, dei rispetti-vi dirigenti scolastici (Alessandra Sighele, Sandra Sandri, Roberto Trolli), ma anche delle due esper-te dell’Iprase, Elvira Zuin e Anto-nia Romano. Un clima motivante, che coinvolge anche l’assessore all’i-struzione, Marta Dalmaso, che se-gue gran parte dell’incontro ed in

chiusura risponde alle domande di-rette che le vengono rivolte e che, in buona sostanza, dicono: insom-ma, assessore, la sperimentazione ha dato frutti lusinghieri, noi ci sentia-mo di impegnarci anche per il prossi-mo anno o, più in generale, per una prosecuzione in futuro: che garanzie ci date di poter continuare?

L’assessore Dalmaso: la passione dell’insegnante

“Ho dato da subito il mio assenso su questo progetto, che coinvolge una comunità di lavoro: idea im-

portante sulla quale confermo la mia adesione. Come insegnante, ho visto in questo breve incontro riaffiorare molte sensazioni e guizzi sulla passione che ho sempre avu-to per il lavoro di insegnante, che, per me, resta un lavoro stupendo. Ho avvertito un cuore che pulsa, da insegnante. Qui ho colto que-sta atmosfera nelle vostre parole, ma anche nella parole delle vostre esperte. Ho colto la dimensione della sfida che voi avete accettato. Talvolta il problema è proprio che questa dimensione non arriva sot-to i riflettori della cronaca, non ar-riva il lavoro umile, ma tutt’altro che modesto che qui voi avete de-scritto. Un lavoro, che, invece, va documentato come tante esperien-ze che vedo in giro per le scuole: c’è un patrimonio impressionante nelle scuole che riusciamo a valo-rizzare poco, però stiamo lavoran-do bene e voi state lavorando bene, ma c’è anche lo sforzo delle Istitu-zioni e dell’amministrazione pro-vinciale di sostenere questo lavoro che voi fate. Su questo, confermo il mio impegno”.Quanto alla prospettiva della speri-mentazione, l’assessore ha detto agli insegnanti: “Qui non so dirvi chi e

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che cosa, con quali risorse e con qua-li tempi certi. Ci ragioniamo su in-sieme, a partire dalla convinzione che queste esperienze che danno risultati e che voi coltivate, vanno sostenute.”

La sfida vera del terzo biennio

Di cosa si tratta? A quale sfida si riferisce l’assessore così come le esperte e i dirigenti scolastici, ri-volti agli insegnanti?La sfida della continuità vera, del curricolo verticale intrecciato tra scuola prima e scuola secondaria (quinta primaria e prima classe se-condaria di primo grado), la sfida dei bienni nel primo ciclo, che rendono anche unica la realtà della scuola trentina, ma anche la sfida della interdisciplinarietà concre-ta, in questo caso fra due discipli-ne dello zoccolo duro, come ita-liano e matematica, sulle quali gli insegnanti hanno “rischiato” di la-vorare con gli stessi obiettivi e la stessa metodologia, con ambiti tra-sversali, con “due aree d’apprendi-mento, due luoghi in cui oltre ad essere occasione d’apprendere c’è dell’altro, c’è all’orizzonte la valu-tazione delle competenze e la ca-

pacità di far evolvere la didattica delle discipline con autonomia e responsabilità”, come indicato su-bito da Elvira Zuin.Ma c’è anche l’altra sfida, quella del-la “Rete” tra scuole, tra istituti com-prensivi, come hanno ribadito i di-rigenti scolastici: il lavoro messo a disposizione di tutti, nel quale tutti si possono poi riconoscere. Un avvio “con tante incertezze, ma poi con prodotti e risultati tangibili e ancora tanti interrogativi, tante piste nuo-ve da sondare, tra cui anche la sfida di partecipare ad un concorso indet-to dall’INDIRE per area Gold sulle migliori prassi didattiche, proposto ai docenti da Antonia Romano.

Su questa sperimentazione di-dascalie ritornerà cercando di riassumere gli stimoli emer-si in quell’incontro conclusivo e, possibilmente, con interven-ti dei diretti interessati che sa-pranno farlo meglio di noi. Per ora, riportiamo qui accanto una scheda sul percorso di Alessan-dra Sighele, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo di Ala e capofila della rete dei tre isti-tuti comprensivi : Ala, Rovereto Nord e Cembra. (m.c.)

Anno scolastico 2009/2010 : l’avvio del progetto

•I docenti delle tre scuole hanno steso i Piani di Studio di lette-re e matematica per i loro istitu-ti: nei piani di studio il currico-lo ha rispettato la biennalità oltre che la verticalità prevista dalla leg-ge 5/’06 e sorge l’esigenza di “spe-rimentare” soprattutto il terzo biennio, quello più significativo là dove i due ordini di scuola sono chiamati al confronto e a garanti-re la continuità nella discontinui-tà della specificità dei due ordini.

•I collegi dei tre Istituti hanno approvato la successiva sperimen-tazione e dunque chiesto l’oppor-tunità all’amministrazione cen-trale di porla in essere nell’anno scolastico seguente 2010/2011, a cura delle due esperte IPRASE (Elvira Zuin e Antonia. Romano) che avevano seguito i docenti nel-la stesura dei Piani di studio l’an-no precedente, garantendo loro confronto e scientificità a quanto veniva elaborato.

•L’amministrazione ha dato il via all’opportunità di sperimentazio-ne e con i docenti interessati delle future classi quinte della primaria e future prime classi della secon-daria di primo grado, nel mese di giugno 2010 si è avviato un inizio di programmazione.

Anno scolastico 2010/2011: la sperimentazione

Viene organizzata la sperimenta-zione: i docenti aderiscono con interesse. Nonostante il lavoro già strutturato nelle classi decido-no di attivare un processo di ricer-ca/azione e quindi di attivazione e controllo continuo di ciò che si va a condividere nei gruppi di lavoro.I gruppi di lavoro sono sempre

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misti e dunque partecipano i do-centi dei due ordini di scuola orga-nizzati in base alle singole discipli-ne: un gruppo misto per le lettere un altro gruppo misto per la ma-tematica.I docenti sono circa 8 in ogni gruppo in tutti i tre gli istituti comprensivi

La programmazione specificaper italiano e matematica

Nel planning dell’ anno scolasti-co sono previsti per i docenti dei tre istituti, momenti di lavoro in gruppo e momenti di lavoro nel-le classi in cui sperimentare quan-to elaborato nei gruppi. Una formazione specifica ad ini-zio anno sulla specificità delle due singole discipline: italiano e ma-tematica. I docenti lavorano sulla epistemologia delle discipline, sul-le metodologie adeguate per la for-mazione di competenze specifiche e sulla strutturazione dello specifi-co programma in unità di appren-dimento.gli incontri• ottobre2010: un incontro per

la stesura di una programmazio-na annuale stesa a partire dalle unità di apprendimento scelte

• dicembre 2010: un incontro per iniziare una riflessione sulla valutazione per competenze di quanto precedentemente pro-grammato

• gennaio2011: un incontro per la determinazione di prove di verifica per competenze

• febbraio 2011: un incontro per un confronto sull’esperienza fino a quel punto svolta: quanto si è riusciti a fare ricadere nella propria attività didattica, quale il beneficio, la positività, come migliorare eventuali difficoltà

• marzo2011:un incontro per la programmazione di altre unità

di apprendimento• aprile 2011: un incontro per

proseguire nella programmazio-ne

A Barbiana, nella terre di don Milani

Nel corso dell’anno, vista la situa-zione di grande positività, la par-tecipazione costante ed interessata dei docenti, l’efficacia di uno scam-bio continuo ed arricchente con le esperte IPRASE, Elvira Zuin ed Antonia Romano, e visto come il lavorare per competenze significhi anche la capacità di personalizzare gli interventi stessi, così da cogliere con pertinenza i bisogni formativi degli studenti, i Dirigenti dei tre istituti hanno programmato per i docenti coinvolti nella sperimen-tazione un viaggio a Barbiana nella terre di don Lorenzo Milani. Tale viaggio si è articolato in tre giornate, con incontri con esper-ti che insieme ai docenti hanno ripercorso la specificità della pro-posta educativa di don Milani, il valore etico, valoriale ed educativo della sua proposta anche alla luce dell’impegno nei confronti degli studenti a lui affidati. Impegno che

lo vedeva personalizzare i propri in-terventi, seguendo uno ad uno gli studenti nei loro bisogni di cresci-ta e di formazione, che lo vedeva costruire strumenti scientifici per “provare” quanto intuito dai ragazzi nelle lezioni all’aria aperta che spes-so teneva a Barbiana. La partecipazione a questo viaggio ha coinvolto molto i docenti.

Restituzione nell’ultimo incontro

Martedì 7 giugno 2011: ultimo incontro, con un desiderio for-te di proseguire anche per il pros-simo anno scolastico. La presen-za dell’Assessore Marta Dalmaso è stata molto apprezzata da diri-genti e docenti che l’hanno senti-ta vicina e coinvolta nel loro sforzo di attuare innovazione e positività nell’attivazione della riforma della scuola del Trentino.La sperimentazione e l’innovazio-ne passa da queste forme raccolte e personalizzanti del fare rete.

Alessandra Sighele,capofila della piccola rete

dei tre istituti comprensivi : Ala, Rovereto Nord, Cembra

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12 n. 6 giugno 2011

PARTECIPAZIONIIprase, Centro formazione, Scuole

IPRASE: due ricerche

L’IPRASE nell’occasione presen-terà i risultati di due ricerche estre-mamente interessanti.La prima dal titolo Capitale sociale e cultura degli insegnanti nel sistema scolastico trentino, in collaborazio-ne con Ivo Colozzi e Paolo Do-nati del Dipartimento di Socio-logia dell’Università di Bologna e Fabio Folgheraiter dell’Univer-sità Cattolica di Milano, ha avuto come oggetto d’indagine quanto la scuola aiuti a costruire e a valoriz-zare il capitale personale e sociale che costituisce la ricchezza genera-le degli individui e della collettivi-tà a cui essi appartengono.E’ stata misurata la dotazione di capitale sociale a livello familiare, comunitario, associativo e gene-ralizzato degli studenti delle scuo-le superiori della nostra provincia, verificando se tale dotazione sia da correlare esclusivamente allo sta-tus socio – economico - culturale delle famiglie di provenienza e dei ragazzi stessi, oppure se la scuola abbia la capacità di crearlo e incre-mentarlo ulteriormente. Attraver-so l’analisi di buone prassi, si sono approfonditi alcuni aspetti meto-dologici relativi a come gli inse-gnanti nella gestione delle classi e nei rapporti con le famiglie va-lorizzino le ricchezze di cui i loro studenti sono portatori.La seconda dal titolo Comunità d’insegnanti e pratiche riflessive. Casi di successo nella gestione dei gruppi classe, condotta da Luigina Mor-

Anche quest’anno la collaborazione e la presenza del mondo della scuola alla manifestazione Educa che si terrà a Rovereto nei giorni 23, 24 e 25 settembre 2011, e che ha acquisito la nuova programmazione biennale, risulterà certamente significativa.

tari del Dipartimento di Scienze dell’Educazione dell’Università di Verona, è partita dalla considera-zione che negli ultimi anni l’atten-zione sulla scuola si è concentrata su situazioni conclamate di disagio e fenomeni di violenza che hanno coinvolto docenti e studenti della scuola primaria e di quella secon-daria di primo e di secondo grado. Come si legge nel documento pro-grammatico dell’IPRASE, riferito alla ricerca “Buona parte degli stu-di sul tema risentono tuttavia della mancanza di conoscenza delle realtà concretamente vissute dai docenti. È risultato allora interessante prendere in esame le pratiche pensate ed agite nella scuola, al fine di individuare e comprendere il loro grado di validità, in una prospettiva non di semplice ri-levazione di casi, ma allo scopo di in-dividuare concrete situazioni di suc-cesso, buone pratiche potenzialmente trasferibili in altri contesti. L’inda-gine ha investito per il Trentino di-versi livelli: singoli docenti in relazio-ne al loro contesto scolastico, gruppi di docenti di diversa provenienza che si configurano come comunità di pen-siero, e gruppi di ricerca azione co-stituiti da insegnanti all’interno di alcuni plessi scolastici di riferimen-to. L’obiettivo principale del progetto è stato quello di approfondire queste dinamiche con particolare riferimen-to alla dimensione riflessiva degli in-segnanti stessi sulle proprie pratiche.”La ricerca è stata realizzata attra-verso l’analisi e l’approfondimento delle biografie professionali di cir-ca 50 docenti trentini.

Centro formazione di Rovereto: le proposte

Il Centro allestirà in settembre, a Palazzo Todeschi, una mostra in collaborazione con un’importante istituzione educativa extraprovin-ciale sul tema “La documentazione come veicolo per la visibilità dell’ap-prendimento”.La scelta di questo argomento è particolarmente in sintonia con il filo conduttore delle giorna-te di Educa “Educare nel tempo dell’incertezza” in quanto creare documentazione, fare memoria, costituisce un passaggio fonda-mentale per consolidare i pro-cessi educativi, per condividere e per confrontare prassi e strumen-ti didattici sia in termini trasver-sali di sistema, sia longitudinali nel tempo. Ci sarà anche una conferenza sul tema “Le nuove frontiere dell’ap-prendimento: la Pedagogia dell’Ap-prendimento-servizio”. Uno degli ambiti emergenti dell’educazione riguarda certamente l’interdipen-denza cognitività-affettività, in cui riveste fondamentale impor-tanza il tema dell’apprendimento di abilità etico-sociali, soprattut-to oggi in un’ottica di crescen-te globalizzazione e incertezza. In questo filone, a pieno titolo rien-trano quelle ricerche e proposte operative che fanno riferimento al paradigma dell’“Apprendimen-to-Servizio”, che riprendendo, ri-lanciando e innovando studi e ri-flessioni di John Dewey, Paulo

VERSO EDUCA 2011-2012

la scuola

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13n. 6 giugno 2011

la scuola

Freire e Howard Gardner, posso-no contribuire a rispondere alle sfide per garantire, nella contem-poraneità odierna, un’educazione di qualità.In sintesi l’Apprendimento – servi-zio può essere definito come un’at-tività di servizio solidale condotta in prima persona dagli studenti, destinata a rispondere ai bisogni reali e ritenuti prioritari da una co-munità e pianificata in modo da integrarsi con i saperi e i contenuti disciplinari.L’Aps si configura quindi come un’attività educativa che mette in-sieme l’applicazione delle materie di studio e dei valori riconosciu-ti dalla comunità in cui la scuola è inserita. L’apprendimento espe-rienziale risulta essere un meto-do efficace per fare in modo che i contenuti e le conoscenze si arric-chiscano di significato grazie alla

propria funzionalità e nello stes-so tempo si acquisiscono abilità e competenze sociali.A questo proposito, è stato pubbli-cato dalla casa editrice Città Nuo-va un saggio della pedagogista ar-gentina Maria Tapia Nieves dal titolo “Educazione e solidarietà. La pedagogia dell’apprendimento – ser-vizio”.

Scuole: le azioni

Le ricerche condotte dall’IPRA-SE e le proposte del Centro del-la formazione degli insegnanti si propongono come l’inizio di una riflessione che le scuole interes-sate potranno svolgere nel corso dell’anno scolastico prossimo, con il supporto di esperti negli ambiti della formazione dei docenti e del-la ricerca educativa.A titolo esemplificativo il Centro

di Rovereto ha intenzione di avvia-re un percorso in collaborazione con le scuole sul tema dell’Appren-dimento - servizio che si conclude-rà nell’autunno del 2012. Altre azioni accompagnamento sa-ranno messe in campo qualora ci sia la disponibilità di classi o di gruppi di insegnanti a mettersi in gioco.Ciò si inserisce nella nuova pro-grammazione di Educa che, con-figurando l’evento di Rovereto lungo una biennalità, consenti-rà di lavorare pedagogicamente in un arco temporale più disteso sul tema dell’Educare nell’incertezza e, nel settembre del 2012, rappre-sentare un quadro significativo di buone prassi in atto nel nostro ter-ritorio ma anche di analoghe espe-rienze extraprovinciali.

Fabiano Lorandi

GIOVANIGruppo, non somma di individui

Dopo i casi registrati nelle periferie di alcune metropoli - europee ma non solo - anche nel nostro Paese il tema della violenza attuata e subita da adolescenti e giovani ha acquisito notevole visibilità. Questo soprattutto in virtù delle trasformazioni del fenomeno: si pensi, ba-nalmente, a tutte le modalità di molestia e violenza tra-mite dispositivi tecnologici (cyberbullismo, per citarne una) non pensabili solo un decennio fa. Un fenomeno non nuovo nella sua esistenza, ma che propone que-stioni inedite nelle sue manifestazioni.In particolare, una novità risiede nel ruolo gioca-to nella vita sociale dei giovani dal ‘gruppo’ che di-venta un attore fondamentale nel sostegno ai com-piti evolutivi, molto più presente e incisivo che non nel passato. Mentre la compresenza tra generazioni si fa meno frequente (in famiglia, nell’associazioni-smo, etc.), infatti, cresce quella tra pari gestita in to-tale autonomia dai ragazzi che trovano così nel grup-po possibilità di confronto, protagonismo, sostegno alla costruzione della propria identità, supporto nel superamento della noia. Il gruppo, in ultima analisi, come sostituto educativo.

Tale contesto assume connotazioni di per sé non ne-gative ma che diventano preoccupanti dal momen-to in cui avviene il passaggio cruciale – e per lo più estemporaneo – dal gruppo alla banda, entità con una propria struttura organizzativa ben definita che assume obiettivi determinati e condivisi dopo aver identificato in modo altrettanto netto il nemico e la vittima verso cui dirigersi. Ma come si formano i gruppi? E quando avviene il passaggio da gruppo a “banda”? Quali fattori favori-scono tale trasformazione? E quali invece la frenano? Per rispondere a questi quesiti l’«OGI - Osservatorio permanente sulla condizione dell’infanzia e dei gio-vani» ha attivato un percorso di ricerca ad hoc con la supervisione del Prof. Gustavo Pietropolli Char-met. Il progetto – che avrà la durata di circa 18 mesi – coinvolgerà tutti i protagonisti della scuola tren-tina: dirigenti, docenti, osservatori privilegiati, stu-denti, genitori saranno infatti interpellati nei diversi moduli previsti dal disegno di ricerca.

Arianna Bazzanella

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14 n. 6 giugno 2011

20112012

fragilità

desiderio

crisi

progetto

paura identità

creatività legami

Educare nell’incertezza.

Un argomento articolato e com-plesso che rispecchia la società con-temporanea dove sembrano domi-nare fragilità, assenza di certezze e precarietà che si manifestano quo-tidianamente nella scuola, nella fa-miglia e nelle relazioni. Il Comita-to promotore di Educa ha lavorato per declinare il tema nei suoi mol-teplici aspetti, un’esigenza nata dal confronto con le istituzioni part-ner e amiche di Educa per permet-tere un coinvolgimento partecipato e proattivo di tutti i soggetti edu-cativi coinvolti. Il palinsesto della manifestazione, che si svolgerà dal 23 al 25 settembre 2011, sarà reso pubblico a fine agosto, ma sono già molti i relatori che hanno accettato l’invito. Tra questi:•PietroBarcellona, docente di Fi-

losofia del Diritto dell’università di Catania

•RobertoMancini, docente di Fi-losofia Teoretica dell’università di Macerata

L’INCERTEZZAPercorsi di riflessione in Educa

Educa conferma la sua vocazione a rimettere al centro dell’attenzione sociale e politica la riflessione sui temi educativi in termini propositivi e di confronto. E per l’edizione 2011/2012 lo fa accettando la sfida a pro-porre un tema sentito da molti come urgente: Educare nell’incertezza. la scuola sperimentare risposte che

sostengano i ragazzi a vivere in un contesto sempre più mobile? Cosa significa oggi lavorare non solo sul fare, sull’avere, ma anche sull’es-sere? E’ possibile vivere il proprio progetto personale come opportu-nità per esprimersi e non come li-mite da subire? Doverosa è la ri-scoperta di un legame tra fragilità umana e capacità personali, affin-ché sia possibile fare scelte innova-tive trovando nuovi spazi per l’af-fermazione del Sé, facendo leva sulla creatività come motore di cambiamento anche attraverso l’u-so di linguaggi universali a volte dimenticati come sport, arte, mu-sica.

Tempo e relazioni

L’incertezza genera inoltre proble-mi nel rapporto tra tempo e re-lazioni: i legami sono sempre più frammentati, messi a dura prova dalla fragilità del quotidiano e dal mutamento rapido e incontrollabi-le dei valori. Di qui il rischio di una chiusura dell’individuo nella solitu-dine, in una sfera privata ed isola-ta. Come si possono proporre oc-casioni per sostare nelle relazioni e scambiarsi esperienze pur in ritmi di vita meno concilianti? E’ possi-bile sostenere la famiglia nella ricer-ca di rimedi a questa solitudine? I temi emersi troveranno molteplici declinazioni attraverso i tradizionali linguaggi di Educa: PAROLE (dia-loghi, seminari, incontri con gli au-tori), AZIONI, (laboratori forma-tivi e animativi) ed EMOZIONI, (spettacoli, film e concerti).

(P. P.)

•PierLuigiCelli, direttore dell’uni-versità Luiss, imprenditore e saggista.

Piste di approfondimento

Nel programma sarà possibile leg-gere in filigrana alcune piste di ap-profondimento che concorreranno alla riflessione sul tema generale: suggerite per rispondere alla ne-cessità di un maggiore esaustività consentiranno a ciascuno di indi-viduare un proprio iter riflessivo all’interno della programmazione.Le declinazioni possibili del tema toccano trasversalmente la comu-nità intera e nello specifico i sog-getti principali del contesto edu-cativo come scuola e famiglia, interpellate affinché trovino ed of-frano strumenti e soluzioni educa-tive buone per tutti. La conoscen-za e la consapevolezza di sé sono indispensabili per attraversare la mancanza di certezze e scoprire la dimensione della partecipazione attiva e della progettualità.

Le domande

Come scuola e famiglia possono promuovere e sostenere il cam-mino di conoscenza che rafforza e definisce l’identità fin dalla pri-ma infanzia? È necessario mettere al centro il pensiero dei bambini: la loro interpretazione della realtà può suggerire agli adulti strumen-ti e strategie da tessere insieme alle nuove generazioni. Collegati all’i-dentità i temi della progettazio-ne e della creatività. Come può

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n. 6 giugno 2011

Inserto a cura di: Mario Caroli e Norma BorgognoInterventi di: Beatrice de Gerloni, Eddy Caliari, Paola Carlucci, Mario Caroli, Silvana Castelli, Simo-na Cesari, Annamaria Cesaro, Giovanni Dalfovo, Maria De Maria, Carla Ferraresi, Mariarosaria Fio-rella, Costantino Pellegrini, Stefania Ravagni, Elena Viola studenti: Carlotta, Chiara, Elena, Evanna, Francois Tronche, Gioele Casagranda, Giovanni Grazioli, Marco Calliari, Anna Grigolli, Marta, Michela, Tomaso.

Progetti, percorsi e prodotti finali delle scuole del Trentino

150° UNITÀ D’ITALIA

il dossier

denTro La riCorrenzail dossieril contestoistituto delle arti Trento e roveretoScuola media Bonporti – i. C. Trento 5istituto Comprensivo Giudicarie esteriori istituto Comprensivo revòLiceo russell Clesistituto don Milani roveretoLiceo rosmini roveretoistituto Comprensivo Cles

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didascalie dedica il dossier interno di questo nu-mero ad alcuni progetti realizzati dalle scuole del Trentino sull’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Ripetiamo ad “alcuni” dei progetti realiz-zati dalle scuole, perché – questo va chiarito subito – non sono tutti i progetti né il resoconto di tutte le iniziative legate a questa ricorrenza.

150°La scuola non resta a guardare

Voglia di confronto, incontro, dialogo…

Beatrice de Gerloni traccia in apertura al dossier il “con-testo” in cui si collocano le iniziaitive delle singole scuo-le di cui riportiamo dei resoconti in queste pagine. È lei, che segue in Dipartimento istruzione tutto ciò che s’intreccia coi temi della storia regionale, della storia in generale sia nel primo che nel secondo ciclo; ed a lei abbiamo chiesto di indicarci una “mappa” dei proget-ti principali legati alle celebrazioni del 150° anniversa-rio dell’Unità d’Italia e che, nella nostra provincia, sono stati raggruppati sotto il titolo della proposta inviata dall’Assessorato provinciale all’istruzione alle scuole “Il Trentino e l’Italia, il Trentino in Italia: la nostra storia”.Nel “contesto” tracciato a pagina 18, de Gerloni ricor-da che “il coordinamento delle iniziative sul territorio provinciale è stato affidato al Comitato per le Celebrazio-ni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia istituito pres-so il Commissariato del Governo di Trento”. Indica nu-merosi enti e le diverse istituzioni pubbliche e private chiamate a partecipare alla programmazione del vasto e variegato panorama di eventi avviati nell’anno in cor-so 2011 e che proseguiranno anche nei prossimi mesi i tanti soggetti che a vario titolo hanno aderito con inizia-tive in proprio sul territorio provinciale, dall’Università di Trento alla Fondazione Museo storico in Trento ed il Museo della Guerra di Rovereto, dalla Biblioteca comu-

il dossier

nale all’Archivio storico del Comune di Trento ed altre numerose associazioni e istituzioni.

Il “racconto” dei percorsi

In questo dossier della rivista non ci sono tutti i progetti realizzati né ci sono tante della altre numerose iniziative messe in atto sul territorio, anche con la partecipazione di singole scuole (per esempio, quella di cui riferiamo in breve in terza di copertina sulla banda di Gardolo).I progetti che qui riportiamo sono “raccontati” dai di-retti interessati, scuole e insegnanti contattati con la mediazione ed il coordinamento di Beatrice de Gerlo-ni e riguardano:•l’Istituto delle arti di Trento e Rovereto•laScuolasecondariadi1°grado“Bonporti”dell’Istitu-

to comprensivo Trento 5•laScuolasecondariadi1°gradodell’IstitutoCompren-

sivo “G. Prati” – Giudicarie Esteriori•laScuolasecondariadi1°gradodell’IstitutoCompren-

sivo “C. A. Martini” di Revò•il Liceo “B. Rus-

sell” di Cles•l’IstitutodiIstru-

zione Superiore “Don Milani” di Rovereto

•il Liceo Rosminidi Rovereto

• l’Istituto Com-prensivo“Bernardo Clesio” di Cles

Mario Caroli

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gli studenti

Il coordinamento delle iniziative sul territorio pro-vinciale è stato affidato al Comitato per le Cele-brazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Ita-lia istituito presso il Commissariato del Governo di Trento. Numerosi gli enti e le istituzioni pub-bliche e private che sono stati chiamati a parte-cipare alla programmazione del vasto e variegato panorama di eventi che, a partire dai primi mesi dell’anno 2011, hanno interessato la provincia e che continueranno nel corso dell’anno.

IL CONTESTOProgetti e iniziative per il 150°

“Il Trentino e l’Italia, il Trentino in Italia: la nostra storia”

Nel 1861, quando venne proclamato il nuovo Regno d’Italia, all’“unità d’Italia” mancavano ancora i territo-ri del Lazio, del Veneto, della Venezia Giulia, del Tren-tino. Solo dopo alcuni decenni si compì quel processo di unificazione nazionale, che vide tutte le popolazio-ni di lingua italiana sotto la sovranità di un unico Sta-to, e il “Risorgimento” poté dirsi compiuto.Le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, promosse dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, rappresentano quindi l’occasione di ricordare quel cam-mino e quel patrimonio di idealità e di storia nel quale gli italiani oggi si riconoscono. In questa ampia e diacro-nica dimensione va inteso il significato dell’anniversario e sarebbe miope non riconoscersi in tale appartenenza, solo perché una data e un anniversario non coincidono.

Tanti soggetti protagonisti

Ricordiamo, tra i tanti soggetti: l’Università di Trento con un progetto di ricerca sulla “costruzione dell’unifi-cazione nazionale vista da tre diverse prospettive: volon-tà popolare, tradizione e amministrazione, l’unificazione vista dalle capitali europee”, e con un ciclo di lezioni e conferenze su tematiche legate all’Unità d’Italia (marzo-aprile 2011); la Fondazione Museo storico in Trento con una serie di attività dedicate ai grandi avvenimen-ti della storia d’Italia dalla prima metà del XIX secolo al 1945 e agli sviluppi nella realtà trentina, e con proposte formative per gli insegnanti; il Museo della Guerra di Rovereto con attività didattiche “mirate” per gli studen-ti e con due cicli di conferenze, sulle “Costituzioni euro-pee”, e su “I 150 anni dell’Unità d’Italia. Trentino, Au-stria, Italia”; la Biblioteca comunale e Archivio storico del Comune di Trento con conferenze e l’esposizione di documenti storici; l’Archivio di Stato con un’edizione della Settimana della Cultura dedicata agli eventi risorgi-mentali, al pensiero e ai personaggi emblematici dell’U-nità. Cicli di conferenze, pubblicazioni, incontri e visi-te guidate sui luoghi della memoria hanno caratterizzato la partecipazione di numerose associazioni locali e isti-tuzioni: la Società di Studi trentini di scienze storiche, il FAI di Trento, la Fondazione FBK, l’Associazione Archivio Garbari, il Touring Club Italiano, l’Associazione cultura-le “Antonio Rosmini”, l’Associazione Mazziniana Italiana. Due mostre sono state allestite presso gli spazi espositivi di Torre Vanga, a cura della Soprintendenza ai Beni sto-rico-artistici, l’una sui “Pionieri dell’immagine in Tren-tino. Basilio Armani e Giovanni Battista Unterveger” e l’altra, in collaborazione con il MART, sulla produzione artistica di epoca risorgimentale in Trentino.

Il monumento simbolo: piazza Dante

Individuato dal Comitato nazionale per le celebrazio-ni quale “monumento simbolo dell’unità nazionale” sul territorio provinciale, il monumento a Dante Ali-ghieri in Piazza Dante a Trento è stato sottoposto a un lavoro di restauro conservativo ed è stato restitui-to alla comunità nel corso della Cerimonia del 2 giu-gno, festa della Repubblica italiana. E infine, sempre in sintonia con quanto programmato a livello nazio-nale, anche Trento insieme ad altri Comuni ha aderito alla “Notte tricolore” il 16 marzo 2011, con l’apertura di musei, con conferenze, mostre e spettacoli musicali.

Le scuole trentine, proposta, formazione

La scuola trentina non poteva mancare a questo ap-puntamento. Alcune istituzioni scolastiche, sin dal-lo scorso anno, avevano scelto di aderire a concorsi

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e iniziative promosse a livello nazionale dal Ministe-ro dell’Istruzione. Attualmente, un gruppo di filmati e Dvd, che documentano alcuni dei progetti presenta-ti in questo numero di Didascalie, partecipano a una selezione nazionale di elaborati scolastici, che saran-no inseriti nell’ambito della Cerimonia inaugurale del prossimo anno scolastico 2011-2012 a Roma. In considerazione delle numerose iniziative promos-se a livello nazionale e dell’ampio panorama di mani-festazioni programmate a livello provinciale – molte delle quali rivolte anche a docenti e studenti – l’As-sessorato all’Istruzione ha invitato le istituzioni scola-stiche trentine a partecipare a questo evento in modo attivo e originale, in coerenza con le loro finalità for-mative e educative: l’educazione alla cittadinanza atti-va, la costruzione di un’identità che radica nel territorio ma sancisce anche l’appartenenza all’Italia, all’Europa, al mondo, la comprensione dei processi storici, dei valo-ri, dei sistemi simbolici e culturali della nostra società.

La proposta per le scuole

La proposta rivolta dall’Assessorato alle scuole – che aveva quale tema “Il Trentino e l’Italia, il Tren-tino in Italia: la nostra storia” – era articolata in due possibili percorsi:•unpercorsonell’ambitodelcurricolodisciplinaredi

Storia, entro il quale considerare o dare particolare risalto – per il periodo storico affrontato (l’età anti-ca, il Medioevo, l’età moderna e contemporanea) – ai processi, agli eventi, ai fenomeni culturali che col-legano, disgiungono o saldano la storia del territorio trentino alla penisola italica o all’Italia;

•unprogettodiricercapiùfocalizzatosultemadell’u-nificazione nazionale, e finalizzato alla produzione di un elaborato (un testo storico o letterario, video o Dvd, un recital o uno spettacolo teatrale ecc.), de-stinato a trovare spazio e visibilità anche nell’ambito delle Celebrazioni provinciali e/o nazionali.

A supporto del percorso curricolare, ma aperto a chiun-que desiderasse parteciparvi, è stato organizzato dal Centro per la formazione degli insegnanti di Rove-reto in collaborazione con la Fondazione Museo storico in Trento un corso di formazione per docenti sulle “in-terpretazioni della specificità della storia locale dall’età medievale alla contemporaneità”. Seguito da circa 50 insegnanti, il corso si è articolato sui seguenti temi:•L’invenzionediunterritorio:ilTrentinonelXIXseco-

lo, relatore prof. Giuseppe Ferrandi;•Ilmutamentodeiconfini,delleidentitàedeiterrito-

ri nel tempo: il caso del “Trentino” medievale, relatore prof. Giuseppe Albertoni;

•La questione dell’Autonomia trentina: presupposti,protagonisti intellettuali e politici, percezioni interna-zionali, relatore prof. Paolo Pombeni;

•IlTrentinonell’etàmoderna:dalXVIIsecoloagliinizidelXIX, relatore prof. Marco Bellabarba.

In piena autonomia

Nell’invitare le scuole a partecipare alle celebrazioni dell’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia, in pie-na autonomia e in coerenza con il loro progetto educa-tivo, l’Assessore Dalmaso ha rimarcato l’importanza dei momenti “celebrativi” per la comunità e per le gio-vani generazioni, ma soprattutto in quanto momenti e occasioni di riflessione, di approfondimento, di cono-scenza critica e non agiografica del passato. E in piena autonomia le istituzioni scolastiche e i do-centi hanno valutato le proposte, hanno partecipato alle varie iniziative, hanno sviluppato percorsi curri-colari in cui la storia di una terra di confine variamen-te si intrecciava con altri territori, geografici e politi-co-istituzionali, hanno elaborato progetti e prodotti originali e creativi. Questi prodotti sono documentati e illustrati nelle pagine che seguono. Quello che ci raccontano non è una storia declina-ta nel localistico e nel particolare, ma la storia cora-le di una nazione, che si riconosce e si salda attorno a principi condivisi, a simboli e valori unitari, pur nelle diverse identità e storie che la compongono e che ne rappresentano la ricchezza.

Beatrice de GerloniDirigente scolastico

presso Dipartimento Istruzione, Università e Ricerca

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150 studenti per i 150 anni

Collaborazione, sinergie, valorizzazione delle differen-ze, ascolto e conoscenza del passato sono stati i temi portanti del lavoro che hanno dato vita allo spettacolo 150 in Movimento, presentato giovedì 26 maggio alle ore 20.30 presso l’Auditorium Santa Chiara di Trento. 150 e più studenti sul palco in uno spettacolo varie-gato e coinvolgente che ha ripercorso in maniera ori-ginale le memorie e le suggestioni dei 150 anni dell’u-nione d’Italia. L’evento è stato anche una festa per il primo anno di questa nuova scuola che aggrega le spe-cifiche esperienze didattiche del Liceo Musicale e Co-reutico di Trento e dei Licei Artistici di Trento e Ro-vereto nella prospettiva di un’integrazione sempre più dinamica e interattiva tra le varie forme e ricerche ar-tistiche.

Nel vivo dello spettacolo

Lo spettacolo ha coinvolto tutte le classi della sezio-ne Musicale e le cinque classi della sezione coreuti-ca del Liceo Bonporti ed alcuni studenti dell’Istitu-to Depero di Rovereto che si sono trovati a riflettere sul significato di questo importante anniversario. I ragazzi sono stati dunque chiamati a coinvolgersi in-terpretando questi pensieri attraverso le diverse for-me della danza, della musica e della grafica stimolati e guidati dall’attenta professionalità di 10 insegnan-ti e dal regista Alessio Kogoj. Lo spettacolo è inizia-to con il sipario chiuso, le luci di sala accese e le voci

istituto delle arti di Trento e rovereto

150 inMovimento ha rappresentato un percorso li-bero tra le arti che ha riunito le memorie storiche legate all’anniversario dell’Italia unita su un sentie-ro contemporaneo di immagini, musica e danza. Gli insegnanti e i ragazzi dell’Istituto delle Arti di Trento e Rovereto si sono impegnati nell’intento comune di creare sinergie significative in un proget-to unitario teso a fondere studio, ricerca e passione. “Una contaminazione” come ha scritto nell’invito il dirigente scolastico Silvio Cattani “tra danza, mu-sica e immagini frutto dell’impegno e della capaci-tà inventiva degli studenti e dei docenti dell’Istitu-to delle Arti di Trento e Rovereto”. Le foto sono di Lucio Tonina, docente del Depero.

MOVIMENTO150 in… danza, musica, immagini

lontane di un coro che mano a mano si avvicinava ed entrava in platea muovendosi fra improvvisazioni e divagazioni polifoniche. Il coro del Liceo Musicale, diretto da Lorenzo Donati e Simonetta Bungaro ha poi intonato le note e le parole di Va pensiero di Giu-seppe Verdi regalando al pubblico un momento dav-vero emozionante. E’ iniziato così lo spettacolo con l’intento di raccontare il pensiero dei giovani nutri-to di speranze e di sogni che vola leggero su ali dora-te alla ricerca della libertà e dell’indipendenza della propria più pura espressione.

Sentirsi italiani

Ma quante sono le espressioni per sentirsi italiani?E’ questa la domanda a cui si è riferita l’insegnan-te Wally Holzhauser che attraverso il linguaggio del-la danza contemporanea ha esplorato le diverse iden-tità della nostra terra, le contraddizioni, le illusioni della nostra società. Sulla scena musicisti e danzatori insieme nel comune intento di sostenere e completa-re gli uni la creazione degli altri osando momenti di improvvisazione dove l’ascolto reciproco è stato indi-

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spensabile per la realizzazione comune dell’opera. 150 in Movimento ha visto musicisti e danzatori lavorare fianco a fianco per creare, in un susseguirsi, momen-ti che hanno saputo miscelare sperimentazione con contributi più fedeli alla classicità. In un’atmosfera di complicità e reciproca comprensione dei diversi mez-zi creativi gli studenti, futuri musicisti e futuri danza-tori, si sono trovati a sperimentare e a vivere le diverse possibilità di questa relazione. Nella storia il rapporto tra danza e musica ha seguito strade talvolta intrica-te assumendo tonalità espressive assai diverse. In mol-te occasioni coreografo e compositore si sono insegui-ti nel reciproco territorio creativo, alla ricerca di echi e risonanze espressive, di corrispondenze nella scrittura, di sintonie nel “colore” emotivo di un pezzo. E sono proprio i colori della nostra bandiera uniti dall’amo-re e dalla passione di questi giovani artisti che hanno dato luce alle diverse dimensioni creative sulla scena.

Il verde della bandiera, Paolo Conte, le opere grafiche…

Fra i colori della nostra bandiera l’insegnante Fran-cesca Debelli ha scelto il verde, come nelle eleganti parole della canzone di Paolo Conte che narra di un musicista alla ricerca dell’ispirazione per comporre la sua opera musicale. In scena le ragazze della classe II del Liceo Coreutico e la voce della studentessa Mo-nica Avancini, tutti insieme “Alle prese con una verde milonga”.Le parole e le note del maestro Giuseppe Verdi sono state naturalmente protagoniste della serata. Di Verdi si sono però volute esplorate anche opere meno cele-bri quali “Quartetto d’archi in Mi minore” unica ope-ra cameristica del compositore sulle cui note hanno danzato alcune coreografie classiche curate da Silvia Bellotto. A conclusione del primo atto è stato invitato un ospi-te d’eccezione nell’ottica dello stimolo e del confron-to degli studenti con il mondo professionistico. Il pre-stigioso chitarrista tedesco Walter Abt ha presentato, in prima nazionale, un brano tratto da uno dei più ce-lebri concerti per pianoforte di Mozart reinterpretato in maniera magistrale per chitarra e pianoforte.Durante l’intervallo il pubblico ha potuto osservare 8 opere grafiche allestite nel foyer del teatro realizzate dagli studenti del Depero di Rovereto e curate dal-la docente Maria Eletta Baroni (la quale si è occupa-ta anche della grafica per la comunicazione dello spet-tacolo). Questi artisti si sono ispirati al tema dei 150 anni dell’unità d’Italia cogliendo in modo molto ori-ginale lo spirito di questa festa nazionale.

150 cellulari accesi, i testi del Presi-dente Napolitano…

Come lucciole nella notte si sono accesi 150 telefonini nel buio della sala dando così inizio al secondo tempo dello spettacolo con un’improvvisazione vocale e stru-mentale basata sulla composizione di C di Terry Riley. Questo momento curato da Lorenzo Donati e Simo-netta Bungaro, ha giocato sull’accumulazione di ma-teriali sonori: all’interno della partitura non sono stati definiti i momenti per l’esecuzione di ciascuna cellula, ma tutto è stato lasciato alla capacità improvvisativa e creativa degli esecutori. L’ascolto reciproco e la consa-pevolezza di far parte di un insieme pur agendo in au-tonomia era alla base di questo interessante lavoro che ha avvolto il pubblico in un’esperienza acustica e visi-va molto particolare. I colori della bandiera italiana hanno poi irradiato il palcoscenico durante la lettura di alcuni passi tratti dal libro “Per l’Unità d’Italia” del Presidente della Re-pubblica Giorgio Napolitano, passi che hanno ricor-dato la forza e la validità dell’esperienza storica dell’I-talia unita.

Coreografie: le classi protagoniste

La coreografia proposta da Laura Zago e dalla classe II del Liceo Coreutico ha lavorato proprio sulla forza e sull’energia che può creare un gruppo quando riesce a superare le difficoltà generate dalla differenza, per unirsi insieme in un urlo di energia vitale.Antonio Vivaldi e nuovamente Giuseppe Verdi han-no cadenzato il ritmo delle classi II e III in due bel-le coreografie, ironiche e leggere, create dalla docente

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Chiara Tanesini.“Amniakò”, firmata dall’insegnante Donatella Zam-piero, può essere letta come una metafora della nasci-ta dell’Italia, nata ufficialmente nel 1861, cresciuta nel XX secolo tra innumerevoli traversie, insidie ma an-che traguardi. Questa coreografia danzata dalle clas-si III, IV e V racconta, attraverso il linguaggio della danza, delle tappe di ogni essere umano - la nascita, crescita ed esperienze della vita - così simili a quelle di una Nazione che ha dovuto attraversare diversi mo-menti difficili i quali l’hanno messa a dura prova ren-dendola però più forte e consapevole. A concludere la serata un gruppo spontaneo del Liceo Artistico Vittoria di Trento, accompagnato dalla do-cente Manuela Dorigatti, ha presentato un’ultima co-reografia creata interamente dai ragazzi che raccontava, con una fresca e spontanea espressività creativa in chia-ve hip hop, i diversi stili di vita presenti nella scuola. La danza, la musica e l’arte visiva hanno una moltitu-dine infinita di linguaggi e di possibilità espressive, ed è proprio grazie alle contaminazione delle differenze che

si trovano le soluzioni artistiche più interessanti proprio come nell’esperienza della nostra nazione che ha saputo unirsi valorizzando le proprie specificità regionali.

Una didattica moderna

Un pubblico partecipe e caloroso ha seguito le diver-se proposte artistiche della serata che si sono snodate lungo un percorso che ha visto momenti di sperimen-tazione alternarsi a contributi più fedeli alla classici-tà, sempre nel segno delle celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia. L’Istituto delle Arti di Trento e Rovereto ha dimo-strato in tal modo l’alto profilo tecnico ed artistico raggiunto dagli studenti in uno spettacolo che, come ha detto l’assessore provinciale alla Cultura, Franco Panizza nel suo saluto alla fine dello spettacolo, “non ha nulla da invidiare alle esibizioni di compagnie in-ternazionali che hanno dato prova di sé su questo stes-so palco”. Il dirigente scolastico Silvio Cattani, che ha sostenuto e coordinato il percorso, ha sottolineato l’al-to livello dell’operato del nuovo Istituto delle Arti che si colloca nell’ottica della moderna didattica metten-do al centro l’inventiva e la partecipazione attiva degli studenti. Un’operazione culturale, che ha visto coin-volte le specifiche esperienze didattiche del Liceo Mu-sicale e Coreutico Bonporti e dei Licei Artistici di Trento e Rovereto. Lo spettacolo è stato realizzato grazie al sostegno e al patrocinio del Comune di Trento e dell’Assessorato all’Istruzione e l’Assessorato alla Cultura della Pro-vincia Autonoma di Trento e grazie alla preziosa col-laborazione del Conservatorio Bonporti di Trento.

Paola CarlucciDocente di Storia della Danza

Coordinatrice del Progetto

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Gli studenti delle classi 3A e 3B della Scuola Se-condaria di I grado “Bonporti” dell’Istituto com-prensivo Trento 5, sabato 16 aprile 2011, hanno realizzato un originale recital sul Risorgimento nell’aula magna della scuola “Sanzio” alla presenza del Dirigente Agostino Toffoli, dei genitori e de-gli studenti.

RECITALUn tuffo nel Risorgimento

Per ripercorrere la storia dell’unità

Celebrare i 150 anni dell’ Unità d’Italia può essere un esercizio che scade nella retorica. Non è stato così per le classi terze della scuola Bonporti che, coordina-te dalla docente di lettere Mariarosaria Fiorella, han-no messo in scena uno spettacolo sul Risorgimento molto apprezzato dal pubblico presente in sala. Film, canzoni, poesie, immagini, disegni, brani eseguiti al pianoforte con orchestra e coro, sono stati curati dal-le insegnanti Maria Largaiolli (tecnologia e informa-tica), Paola Marchetti (educazione musicale) Maria Rosa Corbolini (docente di pianoforte). Le docenti insieme ai ragazzi hanno scelto un repertorio mul-tidisciplinare che ripercorresse alcuni momenti della storia dell’unità del Paese.

Lo spettacolo

In apertura il dirigente Agostino Toffoli ha ricordato come il Risorgimento fu un periodo di grandi ideali e, citando le parole del Presidente Giorgio Napolitano, ha commentato che, senza l’unità d’Italia, non si sa-rebbero potute affrontare le difficoltà odierne.Dopo un indimenticabile pezzo tratto dal film “Senso” di L. Visconti, largo alla musica con brani eseguiti dal-le alunne Sara Cainelli, Chiara Skhurtaj, Costanza Tor-chio e alcune delle più celebri canzoni dell’Ottocento, dall’“Inno di Garibaldi” a “La bandiera dei tre colori”, da “Va’pensiero” all’“Inno” di Mameli eseguiti dall’orchestra e dal coro. Tra un brano musicale e l’altro sono state re-citate alcune delle più belle poesie italiane dalla “Spigola-trice di Sapri”di L. Mercantini all’“Ode a Venezia” di A. Fusinato, da “Marzo 1821” di A. Manzoni a “All’armi” di G. Berchet, “All’Italia” di G. Leopardi e alcuni brani tratti dal libro “Cuore” di E. De Amicis. Suggestive e evocative le immagini proiettate tra cui la nota pittura risorgimen-tale “Il bacio” di Hayez e altri disegni originali. Per tutti la grande soddisfazione di un evento vissuto intensamente.

Mariarosaria FiorellaDocente di materie letterarie

Secondaria primo grado Bonporti – Tn5

I PROTAGONISTI

“Il recital è stata un’esperienza positiva sotto moltepli-ci aspetti, in ambito didattico ed educativo. La professo-ressa di lettere ha fatto scattare la scintilla di un progetto che avrebbe impegnato la classe su vari fronti; infatti un gruppo è stato impegnato nella recitazione delle poesie, altri nella parte strumentale/corale e nella presentazione in PowerPoint. Questo progetto ha contribuito ad appro-fondire la conoscenza del nostro vasto patrimonio lette-rario, artistico e musicale e ci ha aiutato a ricordare che facciamo parte di una grande e meravigliosa nazione”.

Giovanni Grazioli 3A

“Il nostro lavoro è cominciato con la raccolta e la se-lezione di immagini e testi inerenti il Risorgimento, utilizzando libri e supporti informatici. Abbiamo poi imparato a recitare poesie dal carattere patriottico e al-cuni brani significativi sul concetto di “Patria”. Note-vole è stato il progresso per quanto riguarda le nostre

capacità di lettura della musica”. Marco Calliari 3A

“Organizzare lo spettacolo non è stato semplice perché avevamo poco tempo e poco spazio per le prove. Espri-mere poi una riflessione su un sentimento che avevo dato sempre per scontato - l’essere italiano - non è stato semplice. Volevo fosse spontanea, sincera, che non aves-se una posizione politica (di parte) e che non fosse in-fluenzata dalle polemiche riportate dai mass media. Sono contento che siamo riusciti a dimostrare di essere una piccola ma bella squadra italiana”.

Gioele Casagranda 3A

“Questo è stato un percorso che ci ha molto arricchito e che ci ha permesso, riflettendo sugli ideali di quel pe-riodo, di capire quanto quella storia possa aver inciso sulla vita di oggi”.

Francois Tronche 3A

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scuola secondaria primo grado - “G. Prati” Ponte arche - i.C. Giudicarie esteriori

L’attività progettata e pensata per le classi 3A e 3B della Scuola secondaria di I grado “G. Prati” di Ponte Arche - I. C. Giudicarie Esteriori voleva es-sere un contributo nell’ambito delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. La pro-posta scelta è stata quella di un progetto di ricer-ca focalizzato sul tema dell’Unità nazionale che è culminato nella produzione di un DVD, realizzato grazie alla preziosa guida del regista Brunetto Bi-nelli.

DVDIdeologia, realtà, speranza

Le fasi del progetto

Il progetto si è articolato in diverse fasi: una prima cono-scenza teorica dei contenuti relativa al periodo storico in oggetto, anche attraverso la ricerca di fonti scritte e visive; il risultato di tale ricerca è stato utilizzato per la prepara-zione di un canovaccio per la stesura (in collaborazione con un regista) di un copione; la produzione in via spe-rimentale di un DVD con la rappresentazione del testo da parte dei ragazzi, e la proiezione di immagini storiche (personaggi, luoghi e soggetti artistici); l’uscita didattica sul territorio nei luoghi considerati e fondamentali per la memoria storica, con particolare riferimento a Torino, prima capitale d’Italia. Gli alunni si sono cimentati in at-tività teatrale, canora, di interpretazione espressiva di te-sti poetici, e nella preparazione scenografica ricercando costumi e oggetti propri del periodo storico considerato.

Una metodologia laboratoriale

Con questo lavoro si è inteso proporre ai ragazzi un

approccio diverso e più coinvolgente alla storia nazio-nale e locale. La conoscenza di quest’ultima è fonda-mentale, così come si evince anche dalle nuove linee educative provinciali, per costruire e radicare il senso di appartenenza ad un territorio. Si è deciso di lavorare con una metodologia labora-toriale, con l’obiettivo di rendere più incisivo l’inter-vento, a livello di conoscenza dei contenuti e, nel con-tempo, di far maturare nei ragazzi delle competenze trasversali a livello comunicativo-espressivo. Il DVD sarà fruibile dalle altre realtà scolastiche del territo-rio, in un’ottica formativa di condivisione del mate-riale multimediale, considerato oggi risorsa didattica fondamentale nelle nuove strategie di insegnamento- apprendimento della storia. Le tappe storiche fondamentali

Il laboratorio teatrale ripercorre le tappe fondamentali che hanno portato l’Italia e il Trentino all’Unità nazio-nale. La rappresentazione focalizza l’attenzione su alcu-ni personaggi locali che si sono impegnati in modo at-tivo nel perseguire l’ideale dell’indipendenza nazionale. I due piani, nazionale e locale, presenti in tutta l’ope-ra, sono stati sempre presenti. Nodi storici considerati sono stati: il Risorgimento, l’Unità d’Italia, l’Irredenti-smo, la Prima guerra mondiale e il Trentino in Italia. I personaggi storici nominati: Nepomuceno Bolognini, Garibaldi, Cesare Battisti, a rappresentanza tra i tenenti Degli Albizi- Hecht, a rappresentanza delle donne Bice Rizzi e l’imperatore e l’imperatrice d’Austria.

Elena Viola, Eddy Caliari Insegnanti di Lettere

Simona CesariInsegnante di Arte e Immagine

Responsabili del Progetto

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I COMMENTI DEI RAGAZZI

Gli alunni coinvolti

Classe 3A: Andreolli Sara, Brocchetti Leonardo, Bronzini Eliana, Calliari Luca, Calliari Oscar, Cornella Tomaso, Donu Daniel, Farina Giorgia, Kisil Sofiya, Litterini Mattia, Maksimov Denys, Nazzani Sara, Riccadonna Alessio, Riccadonna Gaia, Rigotti Daniela, Rizzi Elena, Rizzo Davide, Salizzoni Alberto, Santoro Luca, Singh Sara-nijt, Stafa Valdet, Tonini Davide.

Classe 3B:Berasi Simone, Bottamedi Genny, Brunelli Enrico, Cor-nella Shiny, Diurno Antonio, Draghici Ramona Geor-giana, Flaim Costanza, Fusari Nicholas, Masserdoni Claudia, Nazzani Matteo, Paoli Carlotta, Pedone Nico-la, Riccadonna Carlotta, Rocca Anna, Rocca Alessandro, Salizzoni Nicole, Tasin Genny, Trentini Paola, Zambot-ti Noemi.

Il filmato storico: che esperienza!

“La ricorrenza del 150° anniversario dell’unità d’Italia, quest’anno, è stato un avvenimento del quale molto spesso abbiamo sentito parlare. Attorno ad esso si sono costruite molte strumentalizzazioni ed in pochi ne hanno colto il vero significato. E’ comunque stata una festa e come ogni festa che si rispetti va festeggiata. Questa in particolar

modo ci tocca tutti: atei e religiosi, ricchi e poveri, indi-stintamente. Ci invita a ricordare, e spesso, a rimpiange-re. Rimpiangere perché ora non c’è più nulla di cui an-dare fieri, solo quello che è rimasto, che ci è stato lasciato. Noi, nel nostro piccolo abbiamo provato a ricordare, ma anche a rivivere gli usi e i costumi, le situazioni e le bat-taglie del Risorgimento, e qual modo migliore di farlo di un filmato storico rappresentativo da noi interpretato? Eh già, perché è proprio di questo che si tratta. La pelli-cola è stata curata interamente da noi con un’altra classe della nostra scuola, con l’aiuto prezioso del regista Bru-netto Binelli. Abbiamo impersonato i protagonisti dell’e-poca, con un occhio di riguardo a coloro che si mossero principalmente nel nostro territorio. Naturalmente parlo di Nepomuceno Bolognini e Cesare Battisti, ma anche di Bice Rizzi, donna attiva per la sua causa, che rischiò la vita per gridare i suoi ideali. Per rendere il filmato cre-dibile abbiamo ricercato gli scorci caratteristici della no-stra valle, specialmente Rango, ma soprattutto abbiamo potuto girare anche al castello di Stenico scene di vitale importanza come quella dell’impiccagione oppure quella del ballo, per la quale è stata necessaria una preparazione con l’insegnante di danza. La colonna sonora è compo-sta principalmente da pezzi originali del Maestro Mor-ricone come “Califfa” e “Here’s to you”, ma anche noi ab-biamo fatto qualcosa col flauto dolce, intendo La Guerra di Piero e Va Pensiero. Sono sicuro che se tutto ciò che ho imparato avessi dovuto studiarlo sarebbe stato più lungo e faticoso. Le professoresse che ci hanno supportato sono la prof. Cesari, che ha curato le riprese insegnandoci la meticolosa arte della regia, e le insegnanti Caliari e Vio-

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la che sono le “ideatrici” del tutto. E’ stata una esperienza irripetibile della quale rimarrà sempre un ricordo indele-bile. Quando uscirò dalle medie ricorderò con nostalgia i problemi con la telecamera, le marce garibaldine e tutte le volte che siamo stati “rimbeccati” perché guardavamo nell’obbiettivo. Durante le prove qualche risata scappa-va sempre, perché la vita e i costumi di un tempo erano molto diversi da oggi, ci pareva a volte di essere ridicoli”

Tomaso

Capire la storia

“È stato un modo più divertente di studiare la storia e con questo metodo ci si può calare nella vita quotidiana e nella cultura delle nostre valli del secolo scorso. Da questo percorso credo che molte persone abbiano capito qualcosa in più su questo tratto di storia che hanno vissuto i nostri nonni e i nostri bisnonni. Si può capire meglio quanta povertà c’era, i vestiti di quel tempo e molte altre cose che studiando solo teoricamente non si riescono a compren-dere totalmente. Per realizzare questo film ci sono volute molte ore di la-voro, tra uscite, riprese in classe, costruzione dei vestiti … ma secondo me ne è valsa la pena perché come ho det-to prima è un metodo più facile di capire la storia. Tutti, chi qualcosa in più, chi qualcosa in meno, hanno contri-buito alla buona riuscita di questo percorso e infatti con un grande lavoro di gruppo siamo riusciti a concludere con successo il DVD. Siamo riusciti a migliorare i nostri rapporti interpersonali con gli altri compagni e a supera-re la timidezza”

Elena

per concludere… A Torino

“Come già sappiamo quest’anno si festeggiano i 150 anni dell’Unità d’Italia. La questione ci interessa direttamen-te; non solo riguarda, in piccola parte, gli argomenti stu-

diati, ma soprattutto è parte di noi, della nostra patria e della nostra storia. Già all’inizio dell’anno, con la pro-fessoressa d’italiano, abbiamo approfondito il periodo del Risorgimento, con i suoi principali esponenti. In storia, invece, abbiamo studiato la prima Guerra Mondiale e abbiamo dedicato del tempo al periodo in cui l’Italia di-venta unita. Per farci partecipare direttamente al 150° anno dell’Unità nazionale, la professoressa Caliari e la professoressa Viola ci hanno fatto realizzare un DVD, riguardante proprio questo avvenimento. Le due prof. hanno steso un copione, nel quale venivano presentati alcuni personaggi locali come Nepomuceno Bolognini e Gian Battista Sicheri. Poi, grazie ad un regista, Brunet-to Binelli, abbiamo studiato le parti e ci siamo messi al lavoro. Abbiamo fatto prove di ballo e di recitazione, ab-biamo realizzato sceneggiature e abbiamo cercato costu-mi e poi, girando per le Giudicarie, abbiamo registrato le scene grazie alla professoressa Cesari. Dopo tutto questo lavoro abbiamo realizzato un DVD. Devo dire che rea-lizzarlo non solo è stato divertente ma mi ha anche fatto conoscere avvenimenti e fatti storici dei quali non ero a conoscenza. Per concludere questo percorso le professores-se sono riuscite a realizzare una bellissima gita a Torino, prima capitale d’Italia. Dopo aver lavorato e sudato mol-to per avere dei contributi per il viaggio, siamo partiti. Torino è una città meravigliosa! Abbiamo visitato Palaz-zo Madama, che era la sede del senato del Regno, rima-sta lì fino a quando la capitale non è stata spostata a Fi-renze, poi la guida ci ha fatto conoscere un po’ la città. Il secondo giorno siamo andati alla Reggia di Venaria e al Museo dell’Automobile. La Reggia ha veramente un fa-scino tutto suo, ma il Museo dell’Automobile è fantastico! Vedere come i mezzi di trasporto si sono trasformati con il passare degli anni… dalle carrozze, alle prime auto-mobili e infine addirittura alla Ferrari, è stato veramen-te bello e interessante”

Carlotta

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L’occasione della celebrazione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia ha fornito, alla Scuola seconda-ria di 1° grado dell’Istituto Comprensivo “C. A. Martini” di Revò, l’occasione di realizzare una serie di attività didattiche. Un percorso svolto nell’anno scolastico precedente “Viaggio nell’unità d’Italia” con la produzione di diversi manufatti e uno realizzato, sempre in stretta relazione con il territorio di riferi-mento della scuola, dal titolo “Vèn i Taliàni”: come la gente comune ha vissuto l’annessione all’Italia.

VÈN I TALIÀNIAspettative della gente comune

Lavoro intellettuale e manuale

Il lavoro di celebrazione dei 150 anni d’Unità è ini-ziato già durante l’anno scolastico 2009 – 2010: un gruppo di alunni provenienti dalle classi terze, seguito dalle docenti Maffei Giuliana e Atzei Mariella, è sta-to coinvolto in un lavoro della durata annuale all’in-terno di uno dei laboratori attivati durante le attivi-tà opzionali. Il progetto, dal titolo “Viaggio nell’unità d’Italia”, ha permesso di sviluppare attitudini sia al la-voro intellettuale che manuale: partendo da un ap-profondimento storico-linguistico di temi e personag-gi che abbracciano la storia d’Italia dal 1861 al 2011 gli alunni hanno realizzato libri d’autore con pagine a tema e pannelli di ceramica con tecnica Cuerda ri-prendendo argomenti approfonditi nel libro.

La segnalazione al Ministero

Sono stati realizzati anche 12 pannelli sui temi, sul-le infrastrutture, sulle manifestazioni e le istituzioni che hanno contribuito alla formazione della nazione. Il prodotto finale, fotografato ridotto in forma digi-tale, è stato presentato in occasione della celebrazio-ne ufficiale dell’Unità. Il valore assoluto del risultato di questa attività ha valso alla scuola la segnalazione al Ministero dell’Istruzione, in modo che, il 17 marzo 2011, data della celebrazione ufficiale dell’Unità pres-so la Camera dei Deputati alla presenza del Presiden-te Giorgio Napolitano e di tutte le massime cariche dello Stato, era presente, a rappresentare la Provincia di Trento, una piccola delegazione del nostro Istituto.

Il Trentino in Italia

Nel presente anno scolastico si è deciso di continuare l’at-tività, con un progetto particolare: cercare di capire cosa

secondaria primo grado i. C. “C. a. Martini” revò

abbia rappresentato per il Trentino l’annessione all’Italia.Il progetto, dal titolo “Vèn i Taliàni”, voleva capire come la gente comune avesse vissuto questo rilevante avveni-mento storico. Le classi coinvolte sono state le tre terze, seguite da un gruppo di docenti. Il progetto non ci ha permesso di ottenere molte informazioni, in quanto or-mai la memoria di quanto accaduto quasi cento anni fa è andata perduta. Da tutte le voci raccolte si sono po-tuti tuttavia cogliere alcuni aspetti: l’arrivo degli Italiani (i “Taliàni”) ha trovato una popolazione che, stremata dalla fame e da lunghi anni di guerra, aveva perso molta della iniziale fiducia e stima verso il governo austriaco. Tuttavia solo una minima parte auspicava l’annessione all’Italia, al punto che, per descrivere quanto era succes-so, si coniò il termine “rebaltón”, precorrendo un termi-ne tanto caro ai nostri politici di oggi.

Il confronto con il territorio

Altro aspetto particolare è oggi il ricordo dello stupo-re provato da parte dei soldati italiani nel trovarsi di fronte ad un popolo capace di gestirsi autonomamen-te, di progettare e dirige-re il proprio futuro con realizzazioni di infra-strutture notevoli realiz-zate con i propri mezzi. Soprattutto destò gran-de ammirazione il vedere l’alto tasso di istruzione posseduto dalla popola-zione. Anche l’esame di alcuni archivi comuna-li ha permesso di avere la conferma di alcuni di questi punti. Ci si aspet-tava di più, in modo da poter produrre un lavo-ro più completo e armo-nico. Il confronto con il territorio tuttavia ci ha permesso di iniziare una collaborazione che continuerà anche l’anno prossimo con altre real-tà, in modo che il lega-me scuola /territorio sia sempre più stretto.

Costantino PellegriniDocente di

matematica e scienze Scuola secondaria di I grado

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Liceo “B. russell” Cles

Nell’ambito dell’iniziativa Anniversario 150 Uni-tà d’Italia, promossa dall’Assessorato all’Istruzione “Il Trentino e l’Italia, il Trentino in Italia: la no-stra storia”, i docenti e gli studenti del Liceo “B. Russell” di Cles hanno focalizzato l’attenzione sui modi attraverso cui l’identità regionale e nazionale sono state costruite e formate. Il titolo del proget-to: “Il linguaggio dell’identità” sottolinea un parti-colare aspetto del processo di unificazione legato alla comunicazione e alla costruzione di un lin-guaggio ufficiale, politico e simbolico.

IDENTITÀI suoi diversi linguaggi

Tante domande

Le classi coinvolte sono state due quarte di Liceo Scientifico seguite dagli insegnanti: di storia Silvana Castelli, di lettere Carla Ferraresi e Stefania Ravagni, di storia dell’arte Ciro Plomitallo. Ci si è inoltre avvalsi della collaborazione dell’inse-gnante Annely Zeni per l’approfondimento di Storia della Musica e di Tommaso Baldo, esperto del Museo Storico di Trento, che ha guidato le attività storiche la-boratoriali. Si è proposto agli studenti di riflettere sul-la propria identità in relazione al proprio vissuto. La domanda che ha dato inizio al dibattito è stata: Cosa significa essere cittadini oggi? Essere trentini? Essere italiani? Si è considerata la differenza tra diventare ed essere trentini/italiani.

La struttura del progetto

Il progetto è stato strutturato in una parte di anali-si (contestualizzazione storica, indagine della cultura popolare nelle sue espressioni musicali, letterarie, me-morialistiche, iconografiche, individuazione del rap-porto tra intellettuali e società con accenni al teatro politico, a Giuseppe Verdi e alla Letteratura), una di riflessione specificamente storica (concetto e significa-to di nazione, territorio e autonomia) ed infine ne è seguita una di riflessione sul senso e la valenza che as-sume lo studio dell’età risorgimentale oggi. Gli stu-denti hanno preso confidenza con fonti diverse: docu-mentarie, bibliografiche, cartografiche, iconografiche; alcune sono state fornite dagli insegnanti, altre repe-rite autonomamente dagli studenti stessi che hanno potuto intraprendere una piccola attività di ricerca e

analisi delle fonti. Hanno provato ad interrogare i do-cumenti, hanno acquisito la consapevolezza che le co-noscenze storiche sono elaborate sulla base di fonti di natura diversa che lo storico vaglia, seleziona, ordina e interpreta secondo modelli e riferimenti ideologici. Hanno infatti confrontato le diverse interpretazioni di Risorgimento elaborate nel corso degli anni.

Sul territorio

Le uscite didattiche sul territorio (a Trento prima e a Torino e Roma per due gruppi diversi in occasione del viaggio d’istruzione) sono state realizzate allo scopo d’insegnare agli studenti a rapportarsi con la propria re-altà territoriale sapendola contestualizzare all’interno di macroeventi.Significativo, a questo proposito, il viaggio degli alunni di IV C a Roma accompagnati dal collega di storia Ales-sandro Paris, che come trentini, sono stati applauditi al loro ingresso nell’aula del Senato: per i ragazzi un’inten-sa esperienza di italianità. È stata inoltre effettuata una raccolta di immagini per riconoscere sul campo i segni del passato, della memoria e della sua costruzione: vie, toponimi, monumenti, strutture architettoniche sono state confrontate con le iconografie storiche.

Il ruolo della musica

Per gli studenti si è rivelato interessante il modulo sul-la musica in relazione alla Storia, alla Letteratura e alla Storia dell’Arte: la musica ebbe infatti nell’Italia dell’Ottocento un ruolo fondamentale nella creazione di una mitologia, di una simbologia, di una ricostruzio-ne storica della nazione italiana, costruendo l’idea stes-

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sa di nazione in una prospettiva di immaginario col-lettivo culturale, ben prima che politicamente fattivo. Un ruolo sottolineato dallo stesso Mazzini quando in-dividuava proprio sui palcoscenici del teatro lirico - al tempo la forma dominante di spettacolo musicale - il luogo per veicolare sentimenti patriottici e incitamen-ti rivoluzionari: il luogo del riscatto popolare. Le classi hanno ripercorso, dunque, tale stagione musicale non senza averne prima indagato la provenienza attraverso la matrice della canzone rivoluzionaria francese, espor-tata quindi nella musica colta di Beethoven (apprezza-ta l’esecuzione di sequenze tratte dall’Eroica, da parte dell’orchestra Haydn nell’auditorium del Liceo, com-mentata e spiegata dalla stessa Zeny e dall’alunno Enri-co Flor). Come contrappunto agli elementi risorgimen-tali dell’opera di Verdi è stato considerato il repertorio innodico di provenienza più popolare, con qualche considerazione relativa anche ai percorsi dell’identità trentina con riferimento al fenomeno irredentista. Le fonti dirette

Altrettanto stimolante è stato il lavoro sulle fonti di-rette, ovvero su lettere o scritti di personaggi che han-no in qualche modo partecipato al processo di costru-zione dell’Italia: per il punto di vista trentino sono stati scelti scritti dei garibaldini fratelli Bronzetti e l’a-zione di Giovanni a Prato, per quello “italiano”, in-vece, è stato presentato un ventaglio di liriche o can-zoni di propaganda dell’impresa unitaria. Per quanto riguarda la difficoltà del “fare gli italiani”, la lettura di alcune sequenze significative delle lettere inedite del militare toscano Luigi Vivoli, che all’indomani dell’u-nità descrive la difficile convivenza tra militari prove-

nienti da regioni diverse. La giovane età e l’estrazio-ne sociale estremamente variegata dei protagonisti del percorso risorgimentale è stata una scoperta che ha de-cisamente colpito gli studenti, abituati a immaginare una storia e una politica fatta da “vecchi”.

Le competenze acquisite

Al di là degli scopi meramente didattici e della ricadu-ta in termini di conoscenze sul programma scolastico, il progetto si è rivelato decisamente gradito a tutti gli studenti per via dell’operatività richiesta e per il sin-cero interesse per gli argomenti trattati. Lavorare au-tonomamente su fonti dirette o cercare tracce del no-stro passato per le vie delle città sono stati momenti di aggregazione, ma anche di acquisizione di un meto-do di lavoro spendibile in altre discipline. Senza con-siderare, d’altra parte, che il lavorare attivamente alla costruzione di un progetto, vederlo prendere forma e crescere insieme alle conoscenze e alle competen-ze nelle varie materie è un lavoro sicuramente impe-gnativo per studenti e insegnanti, ma altamente for-mativo. L’argomento trattato, inoltre, ha contribuito ad alimentare la coscienza civile dei “futuri” cittadini: trentini prima di tutto, ma italiani al di là dei partico-larismi e dei campanilismi, uniti attraverso un percor-so fatto di dolorosi sacrifici, rinunce ma anche di gio-vanile entusiasmo: una “patria” che si fonda su patres non solo seniores ma anche adulescens.Il lavoro non è finito qui, per mantenere memoria dell’esperienza e per darle visibilità e possibilità di pic-cola divulgazione, le classi sono attualmente impegna-te nella progettazione e realizzazione di una presen-tazione multimediale, che sintetizzi alcuni passaggi essenziali del percorso compiuto.

Stefania Ravagni, Carla Ferraresi, Silvana Castelli Insegnanti del Liceo “B. Russell” di Cles

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istituto di istruzione “don Milani” rovereto

Lo spettacolo “Fratelli d’Italia. Una lunga storia insieme” è stato realizzato da un gruppo di docenti e studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “Don Milani” di Rovereto e inserito nell’ambito della Ras-segna Teatroscuola patrocinata dall’Assessorato alla Formazione del Comune di Rovereto, dedicata quest’anno al 150° anniversario dell’Unità d’Italia.Lo spettacolo è stato presentato il 13 maggio 2011 al teatro Rosmini di Rovereto, alle ore 11.00 agli studenti dell’Istituto e alle ore 20.30 alla cittadi-nanza.

IN SCENADocenti e studenti assieme

Ripercorrere il processo di unificazione

Quest’anno per la terza volta il nostro Paese festeggia la sua nascita.Il primo cinquantenario, nel 1911, vedeva uno stato giovane, ma soddisfatto dei grandi successi fin lì realiz-zati, e il centenario, festeggiato nel 1961, cadeva nel pe-riodo di massima espansione economica italiana. Oggi le celebrazioni coincidono con una delle più grandi cri-si economiche del mondo occidentale, una crisi che in Italia colpisce soprattutto i giovani, mette in evidenza i tanti problemi irrisolti e aggrava lo storico divario tra Nord e Sud del Paese. Il sentimento di sfiducia e di scet-ticismo è forte e la sensazione che ci sia poco o niente da festeggiare è diffusa e condivisa da molti.Eppure, nonostante i dubbi e i risentimenti, o forse proprio per le riserve che suscita l’argomento, già pri-ma che arrivassero a scuola le circolari ministeriali, ave-vamo avvertito il bisogno di affrontare con gli studenti il tema dell’unità nazionale e di ripercorrere con loro il processo di unificazione del nostro paese, un processo faticoso e forse non ancora del tutto concluso.

La Costituzione e i suoi principi

Volevamo farlo non solo per mettere in evidenza ciò che ci unisce rispetto a ciò che ci divide, ma soprattutto per riflettere sul presente, perché oggi, come 150 anni fa, c’è bisogno di un nuovo Risorgimento e di giovani, che, come i Mille, siano disposti a lottare contro il ne-mico. Un nemico, che non è naturalmente lo stesso di allora, lo straniero, come qualcuno vorrebbe farci cre-dere, ma è forse anche più insidioso e difficile da vin-cere, ed è costituito dalla crisi generale e di valori che

affligge i giovani, e non solo, dal loro senso di apatia e disillusione, dalla mancanza di desiderio e voglia di cre-dere nella possibilità di cambiare le cose. Ci sembrava un’occasione da non perdere per poter riaffermare l’im-portanza di quei principi di libertà, uguaglianza e unità che la Costituzione pone alla base della nostra casa co-mune. E poiché la scuola è il luogo dove più che altrove questi principi devono essere praticati, oltre che dichia-rati, il nostro primo pensiero è andato ai ragazzi stranie-ri che vivono e studiano in Italia, ai Fratelli d’Italia di domani, che nella nostra scuola sono numerosi.

Lo spettacolo come riflessione

Lo strumento che abbiamo utilizzato per questa rifles-sione è quello di uno spettacolo, sintesi di un’attività didattica di ricerca. Il laboratorio si è svolto durante tutto l’anno scolastico, al di fuori dell’orario curricola-re, una volta a settimana per la durata di due ore e ha visto coinvolti un gruppo di studenti di classi diverse. Il numero dei partecipanti, come spesso avviene per le attività non obbligatorie, ha subito variazioni nel tem-po. Più esiguo inizialmente, è cresciuto nella fase di al-lestimento e messa in scena del lavoro. Hanno parte-cipato 12 studenti: tre della V, due di IV, uno di III, quattro di II, tre di I. I docenti coinvolti sono sta-ti: Maria De Maria, Francesca Marcomini, Gianpie-ro Colangelo, Marinella Moreschi, Gianluigi Carul-lo, Giancarlo Caroli. Le materie coinvolte sono state: storia, diritto, educazione musicale.

Storia a teatro: emozionare e insegnare

L’argomento prescelto per la ricerca, un secolo e mez-zo di storia, si presentava sicuramente vasto e impegna-tivo, e naturalmente non era possibile raccontare tutto, per cui è stato necessario operare delle scelte. Se il for-

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mat doveva essere quello di uno spettacolo, il tema non poteva essere trattato in tutti i suoi aspetti principali. Sa-rebbe risultato comunque didascalico. E così, con gran-de rammarico, abbiamo dovuto rinunciare a molti ar-gomenti che pure avevamo inizialmente approfondito. La scelta dei contenuti proposti è stata operata anche nell’ottica di valorizzare le risorse e le doti degli stu-denti coinvolti. La regia del lavoro, pertanto, è stata di fatto una “regia aperta”, in quanto lo spettacolo ha preso forma anche seguendo le proposte e i suggeri-menti dei partecipanti. La gratificazione maggiore di questa proposta, che ab-biamo utilizzato in passato sempre in relazione a temi di carattere storico o di attualità, deriva dalla consape-volezza di presentare un lavoro teatrale che vuole na-turalmente coinvolgere ed emozionare il pubblico, ma allo stesso tempo offrire uno strumento didattico di conoscenza e di riflessione.

Provare più ruoli

Gli studenti che hanno frequentato l’intero percorso hanno avuto la possibilità di cimentarsi in più ruoli:•il ruolo di studente vero e proprio, poiché il mo-

mento più impegnativo, e purtroppo anche quello meno affollato, è stato sicuramente l’attività didatti-ca di ricerca e rielaborazione del tema da proporre;

•il ruolo di attore-protagonista, in quanto il materia-

le raccolto e rielaborato attraverso un ampio ricor-so ad immagini, suggestioni musicali e momenti di danza, canto e recitazione, è stato presentato dagli stessi studenti nella forma di uno spettacolo;

•il ruolo di “docente”, in quanto la rappresentazione è una lezione che gli studenti hanno presentato ai pro-pri pari, i quali, pur non avendo partecipato in prima persona al laboratorio, ne hanno potuto comunque co-noscere e condividere il prodotto finale.

La performance

E finalmente è arrivato il momento del debutto, tanto temuto, davanti agli studenti della scuola. E quando questi ragazzi, con percorsi e provenienze diverse, sen-za essere attori, cantanti, ballerini o modelli, si sono esibiti sul palco insieme ai loro insegnanti, con sem-plicità e gioia, superando le tante insicurezze, il livello di partecipazione e di entusiasmo dei compagni è an-dato al di là di ogni aspettativa e speranza. Ma l’emozione più grande è stata vedere, alla fine del-lo spettacolo, gli studenti che riempivano il teatro al-zarsi in piedi per cantare con noi, che eravamo sul pal-co, l’Inno nazionale. Tutti insieme, in piedi, a cantare l’Inno. E non era una partita di calcio.

Maria De MariaDocente referente del Progetto

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Liceo “a. rosmini” di rovereto

Il Liceo Rosmini di Rovereto non ha voluto man-care all’appuntamento con la storia ed ha organizza-to un viaggio per fissare nella memoria i luoghi del Risorgimento. La ricorrenza del 150°anniversario dell’Unità d’Italia è stata occasione per riscoprire, attraverso un’ offerta didattica nuova, documenti e testimonianze di avvenimenti caratterizzanti la no-stra storia nazionale. Per questo si è voluto propor-re un viaggio nei centri storici del nostro Risorgi-mento attraverso luoghi e protagonisti della nostra storia ottocentesca. Il progetto ha voluto educare all’ascolto, all’analisi e alla contestualizzazione per favorire la partecipazione di ciascun studente alla dimensione della comunità nazionale.

LUOGHIAlla scoperta delle città

Bergamo, Torino...

Le classi coinvolte in questo progetto sono state la IV B, la V B linguistico e la V C scientifico. Anna-maria Cesaro, insegnante organizzatore, grazie alla consulenza di Tommaso Baldo, operatore del Mu-seo storico di Trento, e agli insegnanti accompagna-tori Bruna Larentis e Lucia Debiasi hanno realizza-to un viaggio nei principali luoghi del Risorgimento. La prima tappa del viaggio è stata la città di Berga-mo, dove la Rocca, nel centro della città alta, ospita un ricco museo del Risorgimento, in cui ci ha guida-ti Silvana Agazzi, responsabile dei servizi didattici del-la fondazione “Bergamo nella storia”. Qui, attraverso l’analisi di documenti di diversa tipologia, gli studen-ti hanno incontrato alcuni protagonisti del Risorgi-mento bergamasco ricostruito attraverso un lavoro di gruppo intelligentemente guidato dall’operatore.

Palazzo Madama e il Museo Nazionale del Risorgimento

Il percorso ci ha portati in seguito a Torino, dove la visi-ta guidata a Palazzo Madama ci ha permesso di visitare la sede del primo Senato sabaudo, opportunamente ri-costruito, in cui gli studenti, comodamente seduti negli scranni dell’aula subalpina, hanno assistito alla proie-zione di un filmato che riproponeva un dibattito tra de-putati relativamente al riconoscimento dei diritti poli-tici agli esuli in Piemonte dagli altri stati della penisola.Altrettanto istruttiva la visita a Palazzo Carignano, sede del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, che si presenta ai visitatori con allestimenti e servizi

all’avanguardia, che narrano il periodo risorgimenta-le in chiave europea oltre che torinese e italiana. Par-ticolarmente apprezzata dai ragazzi la visione dell’aula parlamentare in cui il 17 marzo 1861 è stata procla-mata l’Unità d’Italia.Inevitabile, all’uscita dal Palazzo, la visita alla sala da pranzo del ristorante storico, “Del Cambio”, apprez-zato in particolar modo da Camillo Benso, conte di Cavour.

Le Officine Grandi Riparazioni

Le Officine Grandi Riparazioni, edificate tra il 1885 e il 1895, sono uno dei simboli dello sviluppo indu-striale di Torino, iniziato a pochi anni dall’unficazione nazionale e subito diventato faro dello sviluppo indu-striale della città. Esse costituirono un centro d’avan-guardia FIAT nella revisione e riparazione di locomo-tive e carrozze ferroviarie, così da potenziare gli scambi di prodotti industriali da e per Torino. Generazione dopo generazione hanno testimoniato il lavoro di mi-gliaia e migliaia di operai, e ora ospitano la mostra, cu-rata da Walter Barberis e Giovanni De Luna, “Fare gli italiani”. Non si è voluta perdere l’occasione di visitare questo luogo della memoria: il contesto architettonico, infatti, inevitabilmente invita a pensare all’unità nazio-nale, non come un concetto astratto, banalmente reto-rico, bensì un prodotto uscito da un laboratorio, in cui si sono condivisi strumenti e intenti di lavoro.

Reggia di Venaria

Non poteva mancare una tappa alla dimora di caccia della dinastia sabauda, la stupenda reggia di Venaria, dove, negli spettacolari spazi delle scuderie Juvarria-ne, è allestita la mostra “La bella Italia”, una passeg-giata emozionante attraverso i grandi maestri dell’arte italiana (Giotto, Leonardo, Botticelli, Donatello, Mi-chelangelo, Tiziano....) quasi a volerci raccontare che l’unità politica ha dato voce e compimento ad una na-zione culturalmente già identificata. “Quando la ve-drete vi accorgerete che si tratta di una mostra asso-lutamente unica, non si era mai vista prima una tale concentrazione di esempi di capolavori dell’arte italia-na, che dà il senso di una crescita di una nazione pri-ma ancora che si unificasse in un solo stato” G. Na-politano. Un altro linguaggio per parlare del nodo

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storico dell’unità nazionale è sicuramente quello ci-nematografico, presentato in quel tempio del cinema che è la Mole Antonelliana, dove una interessante le-zione sulla storia del cinema ha evidenziato la creativi-tà della produzione e del genio italiani.Le riflessioni degli studenti rinforzano il valore dell’i-niziativa e incoraggiano a proseguire in questa direzio-ne. Certo non aspetteremo altri 150 anni per pensare ad alcuni nuclei tematici del programma di storia se-guendo l’insegnamento di questo primo esperimento.

Annamaria CesaroDocente di Storia e Filosofia

TESTIMONIANZELe impressioni di alcuni ragazzi

“La mostra più significativa è stata per me “La bella Ita-lia” alla Venaria Reale. L’allestimento è stato realizzato con estrema cura e ha ripercorso la storia dell’Italia attra-verso le opere d’arte delle principali città della penisola. È stato suggestivo vedere l’originale del testo di Galilei “Dia-logo sopra i due massimi sistemi” e il dipinto di Hayez “Il bacio”, non quello ai più conosciuto in cui la donna indos-sa un abito azzurro, bensì quello in versione “patriottica”, dove gli indumenti dei due protagonisti formano la ban-diera italiana. Anche la mostra “Fare gli italiani” non è stata da meno, innanzitutto per la sua collocazione all’in-terno dell’Officina Grandi Riparazioni, che ha contribui-to a rendere meglio l’idea di un’Italia in costruzione.”

Evanna, VB L

“L’esperienza vissuta a Bergamo e a Torino ha reso evi-dente l’attualità del Risorgimento italiano. Due docu-menti in particolare sostengono questa convinione: il primo è un libro che ci è stato proposto al Laboratorio

Storico presso la Rocca di Bergamo, scritto dal cittadino Antoine nel 1829 su libertà ed uguaglianza. La seconda occasione di riflessione su questo tema è stata la simula-zione di un dibattito parlamentare a Palazzo Madama, svoltosi il 20 ottobre del 1849, relativamente all’esten-sione dei diritti civili a immigrati ed esuli politici.”

Chiara, VB L

“Abbiamo avuto la possibilità di vedere la storia, men-tre solitamente dobbiamo accontentarci di immaginar-la: le camicie rosse indossate dai garibaldini, i loro fu-cili, il berretto frigio, al museo di Bergamo.”

Michela, IVB L

“La mostra “La bella Italia” è stata uno dei momenti più emozionanti e carichi di significato del nostro viaggio at-traverso luoghi dell’Unità d’Italia. Il percorso segue ideal-mente lo sviluppo culturale e artistico italiano con un al-lestimento molto particolare e suggestivo, in cui i quadri si possono ammirare appesi a pareti altissime apparente-mente incompiute, a simboleggiare l’Italia in costruzione.”

Marta, VB L

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scuola primaria “B. Clesio” - i.C. Cles

In occasione dei “150 anni dell’Unità d’Italia”, l’I-stituto Comprensivo “Bernardo Clesio” di Cles in collaborazione con la Scuola musicale “C. Ec-cher - Val di Non e di Sole” ha organizzato un percorso musicale che ha visto protagoniste alcu-ne canzoni significative del momento storico cele-brato. Tra i titoli: Garibaldi fu ferito, Il cifolo del vapore, Mamma mia dammi 100 lire, Vuoi tu ve-nire in Merica, Ciuri Ciuri, Funicolì Funicolà, Fi-des, Va pensiero, Inno d’Italia.

MUSICAPinocchio e l’Italia unita

Canto e orchestra

Canto corale dunque, ma anche musica d’insieme. Si è costituita infatti una piccola orchestra d’archi sco-lastica grazie al contributo dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani): il progetto è stato finan-ziato per l’anno 2011, in base al bando nazionale per la promozione della pratica della musica d’insieme “Dal pizzico alla big band”. Inoltre, nelle classi quinte, è stato organizzato un ensemble di flauti, archi, chi-tarre. Il percorso ha avuto come esito finale la realiz-zazione di uno spettacolo dal titolo: “Pinocchio e l’Ita-lia unita” Viaggio in musica e parole nell’Italia Unita.Si è pensato alla fiaba “Le avventure di Pinocchio”, capo-lavoro letterario dell’Ottocento di Carlo Collodi, come filo conduttore per raccontare non solo in musica, ma anche in parole, l’Italia di quegli anni. “Pinocchio è stato raccontato, nel 1881, da Carlo Collodi.” dice il Grillo Par-lante, ad inizio spettacolo. “L’Italia unita, nel 1881, ave-va vent’anni. Collodi ha respirato l’aria, la lingua, le abitu-dini di quel tempo e anch’io che sono un suo personaggio le ho respirate con lui.” Il Grillo giustifica così la sua tempo-ranea fuga dalla fiaba, dopo aver saputo che nel paese di Cles si stava celebrando il 150° compleanno dell’Italia.

La “lezione-volante”

Ma Pinocchio l’ha seguito pretendendo di presentare le canzoni, mentre il Grillo Parlante si è esibito in una “le-zione-volante”. La lezione ha fatto riferimento, con lin-guaggio adeguato al pubblico di riferimento, ad alcuni aspetti salienti del Risorgimento Italiano: ‘padri del-la Patria’, guerra, emigrazione, lingua. Slides esplicati-ve hanno fatto da significativo supporto. Anche il Gat-to e la Volpe hanno fatto la loro comparsata, occasione questa per parlare di zecchini e dunque della moneta di quel tempo, nel Granducato di Toscana. Il momento finale ha visto protagonista la Fata: lei ha richiamato i personaggi al ritorno nella fiaba, ma si è anche rivolta ai bambini presenti: “So che state festeggiando un pezzo di storia dell’Italia. Anche voi farete un ‘pezzo di storia’. Con le vostre idee, lo studio, il lavoro che farete, l’im-pegno che in tutto questo metterete.”

Lo spettacolo e la riflessione

La presenza, nello spettacolo, della fiaba voleva anche essere un invito alla lettura come divertimento, cultura, veicolo privilegiato di ‘ingresso’ in un tempo passato. In riferimento poi, al numeroso pubblico degli adulti pre-senti, l’invito poteva estendersi alla letteratura del Risor-gimento in generale. Sono stati coinvolti tutti gli alunni della Scuola Primaria, dalle classi prime alle classi quin-te, in due turni da 180 alunni circa alla volta. Nel corso dello spettacolo, alcuni bambini hanno appeso le regio-ni ad un plastico in legno che è stato realizzato duran-te l’anno in un gruppo di attività opzionali. Ha fatto da sigla introduttiva una coreografia di body-percussion, metodologia d’avanguardia di valorizzazione del corpo come costruttore di performance ritmico-musicali.L’esperienza, nel complesso, è stata coinvolgente e socia-lizzante per tutti, alunni ed insegnanti. Lingua italiana, canto corale, musica orchestrale, educazione all’imma-gine, educazione motoria sono le discipline che hanno contribuito a questo lavoro. È stata un’occasione per la scuola di ‘uscire’ dalle pareti dell’aula e proporre alla citta-dinanza un momento di divertimento, quale è uno spet-tacolo, ma anche di riflessione su un periodo storico im-portante, della cui memoria siamo tutti noi responsabili.

Dalfovo GiovanniDocente scuola primaria I. C. Cles

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DALLE SCUOLE

istituto comprensivo avio

Due importanti progetti realizzati: “Sentieri letterari: uno sguardo plurimo sulla montagna”, con le classi prime della secondaria di I gra-do, in cui le escursioni in montagna si sono susseguite nelle varie sta-gioni e si è imparato a fermarsi, a guardare, ad ascoltare, a fotografare, ad annotare a scrivere da soli ed insieme, a confrontarsi, ad aiutarsi e “Siachepo. Il nostro castello ed il piacere di leggere e scrivere”, che ha coinvolto tutte le classi e i plessi delle primarie dell’istituto comprensivo e creato un legame speciale con il Castello di Sabbionara.

LA DIRIGENTEIl valore aggiunto dei progetti

Un percorso di un intero anno

Credo che il valore aggiunto del progetto “Sentieri letterari: uno sguardo plurimo sulla montagna” stia nell’essere durato un anno: una specie di diario dove compa-iono emozioni, sensazioni, appren-dimenti; in pratica il racconto del-le esperienze di questo primo anno nella scuola dei “grandi” dove non ci sono più le maestre ed i maestri, ma professori e professoresse con le loro discipline e le metodologie di studio ad esse collegate. Esso non è stato uno dei tanti, magari estem-poranei, progetti che contraddi-stinguono la scuola dell’autonomia, come scuola non più del program-ma ma dei progetti. Il progetto che ha connotato questo anno scola-stico ha visto coinvolte tutte e tre le classi prime. Ha visto i profes-

sori progettare insieme lungo tut-to il corso dell’anno, tra loro e con gli esperti, a volte divisi per mate-ria, a volte insieme, spesso al di fuo-ri dell’orario di servizio, anche in incontri informali, perché l’impor-tante era procedere insieme, deci-dere insieme il percorso, mettere in comune idee, ipotesi, obiettivi, ri-flessioni e valutazioni; docenti di materie letterarie a fianco di docen-ti di musica, arte e motoria; colla-borazione stretta e continua tra Co-mune, Biblioteca e Scuola, a fianco nella progettazione, come nelle se-rate informative ai genitori e nella stesura dei diversi depliant che se-gnavano le tappe del percorso.

Condivisione e collabora-zione

Anche la scuola primaria non è stata da meno, con “Siachepo. Il

nostro castello ed il piacere di leggere e scrivere”. Anche questo è stato un progetto lungo un anno e anche qui la condivisione è sta-ta il valore aggiunto. Non progetto di una sola classe o di un solo ples-so di scuola primaria, ma di tutti i plessi e di tutte le classi. Le scuo-le primarie di Avio e Sabbiona-ra si sono riconosciute e ritrovate nel castello che domina la zona. “Il nostro gigante di pietra” lo chia-mano i bambini. Un castello che viene visto tutti i giorni, magari senza farci caso, che è diventato il pretesto per unire le due scuole e soprattutto per rafforzare lo spirito di osservazione, la scoperta, il pia-cere di leggere, scrivere, inventare, disegnare, costruire,… Tanti infat-ti sono stati i prodotti realizzati dai giovanissimi studenti che hanno fatto bella mostra di sé a Palazzo Bresavola al termine dell’anno sco-lastico. Una condivisione che ha permesso al bel progetto realizzato lo scorso anno da una classe della scuola primaria di Sabbionara, ba-sato sull’utilizzo della libreria digi-tale Anobi, di diventare strumento di apprendimento per entrambi i plessi. Ad un certo punto la condi-visione è andata oltre le mura del-la scuola primaria per estendersi all’ultimo anno di scuola dell’in-fanzia. Uscite insieme al castello, lettura di fiabe che avevano come elemento comune un castello e, infine, i bei castelli di cartone che i bambini dell’asilo hanno costru-ito e che saranno qui ad aspettar-li a settembre, testimonianza di un percorso condiviso, di una espe-rienza divertente vissuta insieme ai loro futuri compagni di scuola.

Patrizia Lucca

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Scuola primaria avio e Sabbionara

“Siachepo” è la scritta misteriosa che campeggia sullo scudo di uno dei numerosi guerrieri affrescati nella Casa delle Guardie del Castel-lo di Avio. La scritta, da sempre oggetto di diverse interpretazioni da parte degli storici, potrebbe significare “vada come vada” “sia quel che sia”. L’enigmatico “Siachepo” incuriosisce tutti quanti, pertanto lo ab-biamo ritenuto una perfetta suggestione per diventare il titolo del no-stro progetto. È, infatti, facendo leva sulla curiosità che è possibile far emergere il piacere per la ricerca e quindi per la lettura e la scrittura.

SIACHEPOAl Castello bambini e scolari

Attività creative con sfondo integratore il “nostro Castello”

Nato dall’esigenza di promuove-re nei bambini la curiosità, l’amo-re per la lettura e la scrittura, per diventare soggetti attivi nella co-struzione del proprio sapere, il pro-getto laboratoriale si è prefisso il superamento della lettura e della scrittura inserita nell’ambito speci-fico dell’educazione linguistica per connotarsi come obiettivo più am-pio di formazione della persona sot-to l’aspetto cognitivo, affettivo -re-lazionale e sociale, in sinergia con gli attuali sistemi multimediali.Il gigante di pietra dal cuore ar-tistico che domina i nostri paesi, non passa inosservato, è qualcosa di tangibile che i bambini vedono tutti i giorni, che li incuriosisce, ma che non conoscono. Pertanto abbiamo ritenuto potesse essere la fonte da cui far scaturire l’interes-se, l’amore per la ricerca e quindi per la lettura e la scrittura.I bambini sono stati coinvolti quin-di in attività creative con sfondo in-tegratore il “nostro Castello”.

Medioevo nella scuola primaria: il percorso

Il percorso programmato ci ha con-sentito di cogliere nel suo spessore artistico un bene culturale del no-stro territorio, che da alcuni anni abbiamo tralasciato, in quanto il programma di storia per la scuola primaria non prevede la trattazione del Medioevo. Attraverso il castello, i bambini hanno conosciuto tracce e reperti della storia passata ed han-no compreso che la storia generale studiata sui libri di testo è riscontra-bile anche nel territorio in cui si vive sotto forma di fonti di vario tipo: il castello di Avio e i suoi affreschi.Il percorso si è articolato sostan-zialmente in tre fasi:Visita al castello Scopo della visita era innanzi tut-to quello di favorire l’esplorazione e la scoperta, al fine di promuove-re il piacere per la ricerca di nuo-ve conoscenze. I bambini sono stati invitati a scoprire i sistemi difensivi del castello, simulando un attacco al maniero. Dopo aver superato le sette porte di difesa, si sono soffer-mati ad osservare gli affreschi del-la Casa delle Guardie e del mastio. In questa fase i bambini sono stati sollecitati a individuare particolari, somiglianze e differenze, scritte sui gonnellini dei fanti o sugli scudi… La strategia di problematizzare ciò che si osservava ha permesso ai bambini di sollevare ipotesi, ricer-

care soluzioni anche originali at-traverso il pensiero divergente. Il piacere per la lettura e del-la scritturaPer stimolare la curiosità per la let-tura, con i bambini di classe pri-ma e della scuola dell’infanzia (Progetto Continuità) si è viaggia-to attraverso le fiabe classiche am-bientate nel castello. Con le classi seconda e terza si è affrontata invece la lettura di testi narrativi fantastici ambientati nel castello.Ai ragazzi di classe quarta e quin-ta è stata proposta, da parte del nostro bibliotecario, una biblio-grafia di testi narrativi e informa-tivi sulla vita nel castello. Gli alunni delle due scuole han-no collaborato quindi alla creazio-ne di una loro biblioteca virtua-le, scrivendo delle recensioni sui libri proposti, pubblicate in rete attraverso la comunità di lettura “aNobii” (social network di nuova generazione che permette di con-

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dividere la passione per i libri con lettori con gusti simili e scoprire nuovi autori e nuovi libri attraver-so Web 2.0. L’indirizzo della no-stra libreria virtuale: http://www.anobii.com/biblscolavio/books)

Progetto continuità

Gruppo grandi scuole dell’infanzia di Avio e Sabbionara e Classi pri-me scuola primaria.Il piacere per la lettura inizia pri-ma dell’ingresso del bambino nel-la scuola primaria, se sostenuto da un ambiente ricco di stimoli.Che cosa abbiamo proposto ai bambini di questa età per stimolare il piacere della lettura? Innanzi tut-to la visita al castello e tante fiabe classiche ambientate nello stesso.La fiaba, come strumento che per-mette ai bambini di trovare insieme risposte agli interrogativi che via via si pongono e promuove il confron-to con le loro emozioni e paure. Pertanto, il progetto non ha coin-volto solo il versante educativo di-dattico, ma anche quello affettivo-relazionale, entrambi fortemente coinvolti nel processo di crescita. Nella fase di compartecipazione all’attività didattica i bambini si sono divertiti a condividere con i compagni delle classi prime le sto-rie raccontate dalle insegnanti, i racconti inventati e quindi hanno imparato a lavorare insieme, divisi in gruppi misti per:•costruire castelli con materiale di

riciclo; •illustrare i personaggi che vivevano

nel castello;•inventare dei brevi racconti. •Il libro illustrato con Walter G. Codato

classi prime e seconda: Raccon-tare le immagini, ovvero dalle immagini ai racconti; due incon-tri per classe con l’illustratore e scrittore Walter G. Codato per visionare le tavole di un racconto

ambientato nel castello. Sulla base degli input forniti dalle immagini, individuati i protagonisti e gli an-tagonisti, i bambini sono stati in-vitati a produrre brevi racconti. classi terze e quarte: Dalla let-tura degli affreschi del castello alla produzione di racconti e rie-laborare storie, imparando alcune tecniche per pubblicare un libro; quattro incontri per classe con l’esperto Codato. I libri realizza-ti sono stati pubblicati in formato cartaceo e digitale: e-book.classi quinte: Racconti a ping-pong tra alunni delle classi quinte.In ciascuna classe è stato intrapre-so un percorso per conoscere il Medioevo, attraverso la lettura di testi narrativi e l’analisi di testi in-formativi. Le recensioni sono pub-blicate su aNobii. Gli insegnanti hanno elaborato l’incipit di quat-tro racconti e i ragazzi, a picco-li gruppi, hanno inventato le se-quenze per completarli. Gli alunni di Sabbionara hanno scritto la pri-ma sequenza, quelli di Avio han-no aggiunto la seconda e così via, fino alla conclusione delle storie. I ragazzi aspettavano con impazien-za il ritorno dei racconti proseguiti dall’altra classe. Infine, utilizzando le diverse tipologie testuali affron-tate nel corso dell’anno e in parti-colare il genere narrativo di paura, fantasy e realistico, i ragazzi si sono impegnati a realizzare con tecniche diverse (acquerelli, colori a matita e ad olio) il castello della paura, re-alistico e fantasy.

I tempi, la mostra, le rica-dute

Il percorso è iniziato in novembre con la visita al Castello e si è con-cluso in maggio con la Mostra dei lavori presso l’auditorium di palaz-zo Bresavola. In dicembre e gennaio i bambi-ni hanno letto racconti fantastici e testi informativi sulla vita nel Me-dioevo, quindi i ragazzi del secon-do e terzo biennio hanno prodot-to delle recensioni pubblicate sulla comunità di lettura aNobii. In febbraio hanno inventato i rac-conti prendendo spunto dagli af-freschi del castello o dalle letture proposte, infine in marzo li han-no illustrati. La mostra, assai apprezzata dalle famiglie, è stata allestita in modo che fosse visibile il percorso comu-ne seguito da tutte le classi, a parti-re dal gruppo “grandi” della scuola dell’infanzia. Quanto alle ricadute didattiche:i bambini possiedono più cono-scenze in merito al nostro castello e sicuramente i più grandi hanno compreso che la storia studiata sui libri di testo ha lasciato delle trac-ce anche nel nostro territorio sotto forma di fonti di vario tipo;con modalità diverse a seconda del gruppo e della classe di apparte-nenza, si sono rafforzati in merito al piacere di leggere e scrivere;hanno rafforzato l’apprendimento collaborativo, lavorando in grup-po per imparare ad ascoltarsi, con-dividere materiali e idee, inco-raggiarsi, chiedere e dare aiuto e soprattutto per imparare a lavo-rare per un obiettivo comune: la produzione di racconti da espor-re al pubblico, tramite la divisione dei compiti (redattore, controllore del tempo, controllore del tono di voce, coordinatore interventi…).

Adriana Cristoforetti Maria Cristina EccheliDocenti scuola primaria I. C. Avio

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la biblioteca

Quando parliamo di “paesaggio” sappiamo di utilizzare un termine sul quale si è molto discusso nel tentativo di elaborare un concetto convin-cente com’è quello espresso da Raffaele Milani quando lo definisce “un prodotto della natura, del fare, del percepire, del rappresentare”. Pur con tutti i limiti di una sintesi così estrema ci è parso questo un buon punto di partenza teorico a cui ispirare l’iniziativa realizzata durante l’anno scolastico appena concluso; un progetto interdisciplinare deno-minato “Sentieri Letterari” promosso dalla locale Biblioteca comunale in collaborazione con l’Istituto comprensivo, patrocinato dall’Assessora-to comunale all’Istruzione, Cultura e Turismo del Comune.

SENTIERILettura e scrittura… in montagna

Pluridisciplinarietà e spazio alpino Limitando il tema al solo paesaggio di montagna, gli insegnanti di lette-re, arte, religione, educazione mu-sicale e motoria, affiancati da alcu-ni esperti, hanno cercato, durante il normale svolgimento dei program-mi e attraverso appuntamenti orga-nizzati anche fuori dall’orario scola-stico, di offrire ai ragazzi spunti di riflessione pluridisciplinari per aiu-tarli a capire come l’ambiente na-turale montano sia cambiato nel corso dei secoli in seguito allo sfrut-tamento delle sue risorse e come, nel contempo, si sia modificato lo “sguardo” dell’uomo che ha via via elaborato approcci culturali diver-si; da Petrarca a Rigoni Stern, da Vittorio Sella ad Ansel Adams, da Brahms a Strass, da Michelangelo ai romantici, nella letteratura come nella fotografia, nella musica, nel-la pittura, nel cinema, sono mutati nelle diverse epoche i modi di rap-presentare lo spazio alpino e più in generale la montagna.

Sentiero 652

Per questa esperienza si è scelto di “adottare” il sentiero n. 652, che col-lega il fondovalle al Monte Baldo, un percorso che, prima della cesu-ra determinata dalla Grande Guer-

ra, evento che ha alterato definiti-vamente le gerarchie di accesso alla montagna, era stato utilizzato per il trasporto della legna da ardere de-stinata al mercato veronese, per ali-mentare le “calchere” e le carbonaie, per il rifornimento di fieno e il tran-sito delle mandrie verso i pascoli e le malghe, per il contrabbando, per la fuga dei disertori austro-ungarici nel Regno Italico, determinando un portato di tradizioni, testimonia-to dalla presenza di numerosi sim-boli religiosi e dalla sedimentazione di alcune leggende tramandate oral-mente per generazioni.

Con le ciaspole a Madonna della Neve

Durante questo lungo “cammino” i ragazzi hanno avuto l’opportu-nità d’incontrarsi con esperti che hanno offerto diversi “punti di vi-sta” per comprendere l’ambiente che circonda il sentiero.In particolare le guide alpine An-drea Bruni e Lorenzo Inzigneri, affiancate dal personale della Sta-zione forestale di Ala-Avio Tom-maso Borghetti e Diego Fracchetti i quali, a partire da una profonda conoscenza dei luoghi, hanno ac-compagnato in lunghe escursio-ni con le ciaspole le classi ospita-te per due giorni presso il Rifugio

Monte Baldo in località Madon-na della Neve nel mese di dicem-bre. Qui, durante il soggiorno, si è svolto anche l’incontro con la regista Micole Cossali, la qua-le ha presentato un suo docu-mentario sull’alpeggio, una delle attività più significative dell’eco-nomia rurale di Avio e, nel corso di un autentico filò serale, gli an-ziani del luogo hanno portato le loro testimonianze di vita e le loro esperienze giovanili sulla monta-gna di casa, evidenziando i cam-biamenti del paesaggio e l’esisten-za di una cultura materiale oggi scomparsa, mettendo in rilievo i profondi mutamenti intervenu-ti dopo la costruzione della stra-da militare, la realizzazione della diga di Prà da Stua e l’abbandono delle miniere delle terre verdi che, fin dal Rinascimento, rifornivano i pigmenti per gli affreschi.

E ancora sul Baldo a maggio

Le escursioni sulla neve sono state anche l’occasione per realizzare una sorta di “schedatura” dell’ambiente naturale sia attraverso appunti scrit-ti sia mediante l’utilizzo dell’occhio fotografico, sotto la supervisione del fotografo Giulio Malfer che ha cercato di educare i giovani appren-disti fotografi a cogliere gli elemen-

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ti costitutivi del paesaggio baldense.Dopo l’esplorazione dell’ambien-te invernale, con i suoi silenzi e le sue atmosfere rarefatte, le clas-si sono state accompagnate, nel mese di maggio, a scoprire i suo-ni del bosco che si risveglia, la flo-ra e la fauna che riprendono il loro ciclo di vita; in questa occasione l’occhio fotografico di un’esperta, la fotografa Mara Gallo, ha aiuta-to i ragazzi ad isolare i dettagli che costituiscono l’insieme armonico dell’ambiente naturale; elementi del paesaggio che sono stati cono-sciuti attraverso l’utilizzo dei sen-si e, divenuti esperienza concreta, sono diventati i “mattoni” sui qua-li ognuno ha costruito la propria narrazione.

Esprimersi con la scrittura

Il progetto “Sentieri letterari”, pro-posto anche per divulgare i testi più significativi della letteratura di montagna e per migliorare le com-petenze linguistiche dei ragazzi at-traverso la lettura e la scrittura, si è poi articolato, nel secondo quadri-

mestre, in tre laboratori di scrittura condotti da esperti di diversa for-mazione culturale: lo scrittore Da-vide Longo, l’animatrice di scrittu-ra creativa Maria Cristina Toffalori e la pedagogista Cristina Balzaret-ti. E’ stato questo il momento di sintesi dell’intera iniziativa, dove si è potuto verificare come tutte le sollecitazioni, compresa la visita al Museo della Montagna di Messner allestito presso Castel Firmiano, abbiano sedimentato nei ragaz-zi conoscenze ed emozioni che si sono potute esprimere attraverso la scrittura.

Il prodotto finale

Nel corso dei laboratori gli alunni hanno prodotto racconti colletti-vi e poesie individuali utilizzando tecniche diverse sperimentate con i loro insegnanti e l’allestimento di una mostra finale ha messo in evi-denza la ricchezza di questa pro-duzione frutto di un lavoro pensa-to e articolato in maniera rigorosa. All’inaugurazione della mostra, avvenuta il 5 maggio, mentre sa-

lutava le numerose famiglie pre-senti l’assessore all’Istruzione del Comune di Avio, Federico Secchi, ha voluto sottolineare “l’attenzio-ne dell’Amministrazione comunale verso la scuola e verso la formazione delle nuove generazioni”; “un impe-gno - ha proseguito l’assessore - che è stato particolarmente importante nel corso dell’anno scolastico appena concluso che ci ha visti sostenere due progetti didattici di grande signifi-cato”.Il progetto didattico ripropone, in termini ovviamente diversi, un’a-naloga iniziativa realizzata nel cor-so dell’anno scolastico 2004-2005 che ha visto la collaborazione del-la scrittrice Chiara Carminati; ora i materiali sono davvero tanti e, in prospettiva, non è escluso che si possa arrivare a realizzare un vero e proprio sentiero letterario, sul mo-dello dei cosiddetti parchi lettera-ri, trasformando in tal modo una interessante esperienza didattica in una proposta turistico-culturale.

Mario PeghiniBiblioteca comunale Avio

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scuola secondaria primo grado “alighieri” - i.C. avio

Iniziato nell’a. s. 2004/2005, il Progetto “Sentieri Letterari” ha svilup-pato il tema della rappresentazione della montagna ed è stato finalizza-to alla costruzione di un sentiero letterario sulla mulattiera 652 arrivan-do all’istallazione, lungo il percorso, di una stele con la riproduzione della leggenda del Sass de la Vecia. Per vari motivi il sentiero letterario non è sta-to realizzato. La Biblioteca pubblica con il patrocinio del Comune all’ini-zio di quest’anno scolastico ha proposto una riedizione del progetto, coin-volgendo le classi prime della scuola secondaria di primo grado.

MONTAGNA“Nel territorio” e scrivere testi

L’inizio del progetto

Nell’anno scolastico in corso, si è cercato di sviluppare il tema della rappresentazione della montagna, puntando su un percorso interdi-sciplinare. Allestire un “sentiero let-terario” è un progetto ambizioso, ma s’inserisce pienamente nella va-lorizzazione del patrimonio natura-listico del territorio e nella scoper-ta della cultura della montagna. Il progetto è stato inaugurato con la ciaspolada per tutti i ragazzi, fi-nanziata dall’Amministrazione Co-munale, i giorni 20 e 21 dicembre 2010. Si è trattato di coordinare 61 studenti di prima media (tre classi), due docenti di lettere e i docenti di educazione motoria, arte, musi-ca che operano tutti sulle classi. Ci

sono stati alcuni momenti prepa-ratori fondamentali: la brava guida alpina Lorenzo Inzigneri è venuta a scuola a spiegare come si prepa-ra uno zaino e come si affronta la montagna in inverno; il fotografo Malfer, in collaborazione con l’in-segnante di arte, ha organizzato un breve corso di fotografia, dando in-dicazioni sull’uso delle macchine digitali e parlando di inquadrature, primi piani, panoramiche, ecc.

Natura e amicizia

L’avventura sulle ciaspole è stata si-curamente un’esperienza forte per dei ragazzini di prima: qualcuno non aveva mai dormito lontano dal-la famiglia, non aveva forse mai pro-vato il senso della fatica e non sapeva

gestirsi zaino ed altri oggetti perso-nali. Inoltre, l’esperienza ha avuto una ricaduta positiva sulle dinami-che relazionali e sulla socializzazio-ne: i nostri studenti hanno costitu-ito un gruppo coeso, dimostrando sempre disponibilità ad aiutarsi a vicenda. Le impegnative cammina-te sotto la neve sono state alterna-te da momenti di immersione nella natura con i sensi, per apprezzare il silenzio, i rumori ovattati, il freddo invernale, il candore del paesaggio avvolto nella nebbia e da momen-ti di scrittura delle proprie emozioni e sensazioni, riordinati in seguito in testi poetici individuali e collettivi. I ragazzi hanno imparato ad osservare l’impronta di un capriolo, un ramo-scello spezzato, un albero imbianca-to dalla neve… insomma, l’impor-tanza e la bellezza delle piccole cose.

In classe

L’attività è proseguita nelle classi con la lettura e l’analisi di racconti sul-la montagna di grandi autori come Francesco Petrarca, Emilio Salga-ri, Primo Levi, Mauro Corona, Ma-rio Rigoni Stern, Dino Buzzati, ecc. Gli studenti si sono cimentati an-che nella produzione scritta di fiabe, partendo da uno stesso incipit, acro-stici con parole chiave e poesie. Infine, è arrivato il momento dei laboratori di scrittura creativa con gli esperti animatori Cristina Bal-zaretti, Davide Longo e Maria Cri-stina Toffalori. I percorsi sono sta-ti concordati con noi docenti di lettere che abbiamo accompagna-to tutto il percorso, senza mai de-legare o metterci in disparte. E loro, i protagonisti, sono venu-ti tutti, anche al di fuori dell’ora-rio scolastico, con i loro panini e le loro merendine, ma anche con penna e taccuino. Ci hanno segui-to con entusiasmo, curiosità e vo-glia d’imparare, stando sempre alle regole del gioco.

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Ascoltare, descrivere, osservare

I laboratori di scrittura sono sta-ti preceduti da una ricognizione sul luogo: ciascuna classe, i primi di maggio, ha percorso un tratto del sentiero 652 accompagnata da do-centi, guardie forestali e soccorso al-pino. Gli animatori hanno proposto modalità diverse di lavoro, ma sem-pre in situazione, facendo annotare su un taccuino emozioni e osserva-zioni: ascoltare la natura con gli oc-chi chiusi, per poi trascrivere im-pressioni e sensazioni da trasferire in un testo narrativo (Longo); descrive-re e concentrarsi su elementi appa-rentemente poco significativi come un sassolino, delle foglie, un inset-to (Toffalori); osservare i colori, i suoni, i profumi e gli odori dell’am-biente, tanto da diventare un tutt’u-no con la natura stessa (Balzaretti). Si è trattato di un tipo di scrittura che come risultato atteso si colloca fuori dalla logica scolastica (assen-za di valutazione, la bontà dei testi prodotti non rappresenta l’obietti-vo primario) e in cui viene favorita l’espressione emotiva, istintiva e cre-ativa piuttosto che logica, attraver-so opportune proposte di giochi e scrittura per motivare e coinvolgere. Inoltre, durante le passeggiate non sono mancate informazioni scienti-fiche e naturalistiche da parte delle guardie forestali aviensi, per impa-rare a riconoscere un albero, il nido di un picchio, una pianta officina-le, un fiore. E i ragazzi hanno fatto tesoro delle spiegazioni trasferendo-le nei laboratori proseguiti il giorno successivo nelle classi.

LABORATORICon la musica

Dopo aver suonato con la sua chi-tarra e cantato con i ragazzi “Il pe-scatore” di De André, Davide Lon-go ne ha analizzato il testo, facendo capire le caratteristiche del racconto con la sua trama, l’intreccio e i col-pi di scena, i personaggi, l’ambien-tazione temporale. Così gli studenti di 1B sono stati in grado di uni-re elementi fantastici, naturalistici, narrativi e descrittivi per creare una sorta di leggenda locale, “Lo gno-mo Bo della calchera”, in cui si ri-trovano uno gnomo che assomiglia alla radice di un albero, delle piante che si spostano con le proprie radici e l’uomo, da sempre poco rispetto-so dell’ambiente. E Bo il protagoni-sta, nel momento in cui gli uomini si riappacificano con la natura, in-segna loro i segreti delle piante e a cucinare con l’aglio orsino. In palestra

Cristina Toffalori ha proposto un momento di attività creativa in pa-lestra, invitando i ragazzi a realiz-zare su cartelloni la loro montagna ideale e a lavorare su parole chiave. E nei loro “Se fossi una montagna” e “Busso alla porta della montagna” gli studenti di 1C hanno messo in evidenza i danni arrecati dall’uomo alla natura stessa, tanto che Alessio conclude così la sua poesia:Busso alla porta della montagna: - Ho bellissime cose da offrirti./Ok – mi risponde - ma solo per cinque minuti./Da quel momento la mon-tagna è inquinata.Il laboratorio di scrittura di Toffa-

lori ha spaziato anche su temi non strettamente legati alla montagna, arrivando alla produzione di testi narrativi simili al nonsense. Un’espe-rienza che ha assai divertito la classe.

Sul sentiero

Interessante anche l’attività propo-sta in 1A da Balzaretti, che ha in-vitato i ragazzi a raccogliere lungo il sentiero foglie, sassi, bastonci-ni, fiori, erbe, fonti d’ispirazione di un’ampia produzione di poesie, come ad esempio “autoritratti”, “se fossi”, “ho scelto”, in cui gli auto-ri si sono identificati con aspetti ed elementi della natura, descriven-done suoni, odori e colori, anche attraverso onomatopee, similitudi-ni e metafore. Scrive Federica C. nel suo “Ho scelto”:Ho scelto il muschio/perché è este-so come la mia amicizia./Ho scelto una foglia d’edera/perché è gran-de come la mia sincerità./Ho scel-to un filo d’erba/perché è leggero come la mia timidezza./Ho scelto un bastoncino/perché è duro come la mia testardaggine.

L’escursione con le famiglie

Il progetto si è concluso con l’escur-sione del 5 maggio, assieme a tut-te le famiglie, lungo il sentiero 652, che forse potremo già chiamare “il sentiero letterario 652”, fino a Ma-donna della Neve, per visitare tutti assieme la mostra del lavoro svolto, comprendente testi scritti e foto di questa coinvolgente avventura vis-suta durante tutto l’anno scolastico. Così i ragazzi hanno potuto rivive-re e condividere con le famiglie la ciaspolada del dicembre scorso, ri-leggere i loro acrostici, le poesie sul-la montagna in inverno e rivedere le foto più belle scattate durante il labo-ratorio fotografico con Malfer. Gran parte dei pannelli è stata comunque dedicata ai laboratori di scrittura cre-ativa guidati dai tre sopraccitati ani-matori, un’ampia e variegata produ-zione che verrà utilizzata per allestire il nostro “sentiero letterario”.

Lucia Mazzocchi e Luca Di Marco docenti scuola secondaria I grado

I.C. Avio

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scuola secondaria i grado “G.Bresadola’ – i.C. Tn 5

L’Orchestra del corso ad indirizzo musicale SMIM della scuola se-condaria di primo grado “G. Bresadola” di Trento domenica 1° maggio ha vinto il Primo Premio al Concorso Nazionale di Jesolo. Il Concorso, si è svolto a Jesolo (VE) nei giorni 29-30 aprile-1° maggio 2011 presso tre sedi. Sono stati preparati 46 studenti musicisti da 4 docenti: Francesca Bastanzetti - pianoforte, Sonia Carli - chitarra, Ornella Gottardi - flauto, Pietro Antonio Strosio - violino.

CONCORSOPrimo premio all’indirizzo musicale

Premi a orchestra e solisti

Domenica 1° maggio 2011 nella sala del Teatro Vivaldi di Jesolo sono pre-senti circa 500 ragazzi provenienti da tutt’Italia con i propri strumen-ti musicali. È la giornata finale del II Concorso Nazionale “Musica In-sieme” organizzato dall’Associazio-ne Culturale “Musica Viva” e dalle Scuole di Musica “C. Monteverdi” in collaborazione con le Ammini-strazioni Comunali di Musile di Pia-ve e Jesolo (VE) e riservato a tutti i giovani musicisti delle scuole secon-darie di I grado ad indirizzo musi-cale, di II grado ed ai licei musicali.Si sono distinti gli allievi del corso ad indirizzo musicale (SMIM) del-la scuola secondaria di primo gra-do “G. Bresadola” di Trento che hanno conquistato il Primo Pre-mio nella sezione orchestre con in-vito ed esecuzione nel Concer-to d’onore riservato ai vincitori e due terzi premi nella sezione soli-sti-pianoforte (Massimo Clemen-ti e Francesco Biasioni). I ragazzi hanno vissuto questi momenti con grande intensità e siamo convinti che creare modelli positivi e lavora-re in questi contesti abbia una note-vole valenza educativa e formativa.

L’indirizzo musicale SMIM

Il corso ad indirizzo musica-le SMIM è stato attivato presso la scuola secondaria di primo grado “G.Bresadola” nel 1991. Da allo-ra si è registrato un costante incre-

mento di interesse e apprezzamento, confermato dal numero di richieste sempre superiori alla disponibilità di posti. Purtroppo, a differenza delle altre Regioni, nel Trentino è rima-sta l’unico. Le specialità strumentali presenti sono: chitarra classica, flau-to traverso, pianoforte e violino. La caratteristica principale che contrad-distingue questa realtà è la possibili-tà, offerta agli alunni, di potenziare il loro percorso educativo e forma-tivo attraverso un’esperienza musi-cale resa più incisiva dalla pratica strumentale. I docenti di strumen-to partecipano all’attività collegiale della scuola e condividono gli obiet-tivi trasversali del consiglio di classe.

Il Convegno Nazionale

Il corso ad indirizzo musicale du-rante i suoi venti anni di attività ha partecipato a numerose mani-festazioni musicali culturali sia in ambito locale che nazionale, inter-venendo a concerti, concorsi, con-vegni, spettacoli interdisciplina-ri ed iniziative organizzate da enti,

istituti e associazioni presenti sul territorio, anche in collaborazione con il Conservatorio Bonporti. In questo contesto si innesta la pro-posta di un Convegno Nazionale che si svolgerà a Trento martedì 25 ot-tobre 2011 dal titolo “Dalla scuo-la primaria agli studi accademici: curricolo verticale delle Discipline Musicali Modello organizzativo e attuativo a livello nazionale”. L’evento è organizzato da SMIM Bresadola dell’Istituto comprensi-vo Trento 5, Liceo “A.Rosmini” di Trento, Liceo Musicale Coreuti-co “F.A.Bonporti”, Area Pedagogica Dipartimento Istruzione Formazio-ne dell’Intendenza scolastica italiana della provincia di Bolzano, in colla-borazione con l’Istituto per la ricer-ca IPRASE di Trento e la partecipa-zione di enti culturali provinciali e regionali (Università e Conservato-ri di Trento e di Bolzano). Nel corso dell’incontro, che prevede interventi di relatori di alto valore professiona-le e di rilevanza nazionale, verranno approfondite le tematiche sintetizzate nel titolo del convegno, affrontate da differenti prospettive. Il meeting in-tende essere un momento di riflessio-ne e confronto sul percorso musicale nell’istruzione pubblica, dall’organiz-zazione del curricolo musicale-stru-mentale alla formazione dei docenti, alla luce della normativa e delle linee programmatiche nazionali.

Sonia Carlidocente di chitarra

SMIM Bresadola Trento

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istituto delle arti di Trento e rovereto

Martedì 31 maggio 2011 ore 17, aula magna dell’Istituto delle Arti “Vittoria” di Trento, ognuno al suo posto: studenti, insegnan-ti, amici, dirigente scolastico, qualche ospite e sullo schermo dietro la cattedra l’immagine di lei, insegnante Antonia Caputo, scompar-sa ma ancora molto presente nell’istituto dove ha insegnato per anni con competenza e passione. In prima fila, un altro docente, di filoso-fia, Claudio Tugnoli, il marito che ha voluto con forza ricordare la do-cente Caputo con un catalogo completo delle opere, prima, e poi con le Borse di studio Antonia Caputo 2011 assegnate a studenti “bravi in tutte le materie ed eccellenti in Disegno dal vero (la materia inse-gnata da Antonia)”. Questo il motivo dell’incontro.

CAPUTOAncora assieme per ricordare

Borse di studio Antonia Caputo 2011

Non ci si può sbagliare, nell’au-la magna del “Vittoria” l’atmosfe-ra è quella giusta: il catalogo del-le opere, alle pareti alcuni quadri di Antonia, anche disegni dei ra-gazzi premiati, ed altre realizzazio-ni recenti su un tavolo, l’immagine “della nostra insegnante Antonel-la” non scompare quasi mai, il col-lega ed amico Pietro Marsilli con-duce con delicatezza ed ironia l’incontro, assieme agli insegnanti del “Vittoria” ci sono anche alcuni del “Depero” (perché “non pote-va questa nostra iniziativa ignora-re il fatto istituzionale che da que-sto anno siamo fusi con il Depero, con esso costituiamo una unica

istituzione scolastica”). Non solo, c’è anche, almeno sim-bolicamente, anche l’altro (il Liceo musicale coreutico “Bonporti”) con un ottimo trio di fiati (Giorgia Telch, Mauro Telch e Alessandro Ve-neri) che ha eseguito alcuni brani sia in apertura che per intervallare la consegna delle borse di studio.

Arte, disegno, musica, apertura internazionale…

Il dirigente scolastico, Silvio Cat-tani, ha voluto aprire l’incontro ad un momento di apertura in-ternazionale, approfittando della presenza in Trentino di Noel Co-rea, docente referente del gemel-laggio dell’Istituto delle Arti con Oakland School of Art/San Fran-

cisco (a marzo a San Francisco e ad aprile a New York), del quale è sta-to proiettato anche un video con i momenti più significativi. Poi, solo un momento di richia-mo esplicito alla persona cui è in-testata la borsa di studio, fatto da Gloria Zeni, ex allieva di Caputo, oggi docente anche lei “dell’ami-ca Antonella, una persona che ave-va capito che insegnante è chi che forma uomini e donne pronti ad affrontare la vita. Fortunati i suoi allievi, in primis!”.

Gli studenti classi terze e quarte premiati con quattro borse da 750 euro cadauna:Luca Marignoni - 3E VittoriaGennaro Bisogno - 3B VittoriaValentina Postal - 3A VittoriaMonia Sighel e Stefania Mazzola, ex aequo - 5A Depero

(m.c.)

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Liceo “F. Filzi” rovereto

Sabato 28 maggio al Liceo “Fabio Filzi” di Rovereto è stato presenta-to un video dal titolo “Filzi: frammenti di storia”, realizzato dal re-gista Lorenzo Pevarello e interpretato da alcuni studenti del Liceo di Scienze Sociali a compimento del percorso finanziato dal Fondo So-ciale Europeo sul tema della conservazione e valorizzazione dei beni culturali. Il video comprende anche la mostra, dedicata all’Istituto Magistrale, e inaugurata in dicembre, di strumenti, materiali didattici di vario tipo e fotografie dei più di cento anni di attività della scuola che i ragazzi hanno recuperato, raccolto e catalogato.

FRAMMENTIOggetti e immagini di storia

Il senso del percorso

I ragazzi si sono sentiti protago-nisti nella realizzazione di questo video, realizzato in collaborazio-ne con il Museo Storico con cui è stato fatto un protocollo di inte-sa per i laboratori della scuola. La dirigente Marta Ober ha spiegato che il progetto, nato nel contesto dell’insegnamento della storia cur-ricolare ma con l’apertura sul ter-ritorio in maniera guidata, grazie anche alla dedizione dell’insegnan-te Ada Aguglia. È partito tutto dal corso per la conservazione dei beni culturali del Fondo Sociale Euro-peo a cui hanno aderito un gruppo di alunni, che oggi frequentano la quinta, per cercare di recuperare il materiale della scuola dalla soffitta e poi farne una mostra. Guido Marzadro, Anna Grigolato, Giulia Maranelli, Federico Pedrot-ti, Giorgia Fabbris con la loro pro-fessoressa, e guidati dal regista Lo-renzo Pevarello, hanno recuperato oggetti di uso didattico in disuso, album dei ricordi, uno scheletro, e molti altri oggetti.

Il video: mostra e testimo-nianze

Il video è suddiviso in due parti: la prima in cui è presentata la mostra che è stata realizzata in dicembre: frammenti di storia trovati in sof-

fitta in un secolo di memoria. La se-conda parte è strutturata con inter-viste a ex studenti: la signora Clara Rizzi Dell’Eva, il signor Vincen-zo Bazzoli, il signor Mariano Plo-tegher. Molti i ricordi che li acco-munavano, l’aula di disegno con le numerose lavagnette su cui do-vevano riprodurre il disegno fat-to dall’insegnante sulla lavagna più grande, o le classi numerosissime e che da otto o dieci prime classi ar-rivavano a quattro quarte. Vivo il ricordo del preside Chiocchetti coltissimo e signorile anche nel ri-prendere i cattivi comportamenti. Simpatici alcuni aneddoti come le foto con lo scheletro, chiamato da alcuni “la Bepina” e la realizzazio-ne dell’orto. Una scuola che era in grado di caratterizzare l’ambito pro-fessionale, come dimostra quando si entrava nelle classi dei bambini e

si raccontavano delle storie, “quelle che adesso non si possono raccon-tare perché sono troppo cattive” ha raccontato la signora Clara.

I ragazzi protagonisti

Il video è originale e originali sono state le idee dei ragazzi. A questo si aggiunge la grande professionalità del regista Lorenzo Pevarello che ha instaurato notevole feeling con i ra-gazzi che, sono stati lasciati liberi di esprimersi. Molte le ore e i pomerig-gi che sono stati dedicati alla realiz-zazione di questo video ma soprat-tutto gratificante l’ aver recuperato alcune fasi della storia della scuola recuperando oggetti in disuso, sche-de didattiche e filmati scientifici. Queste cose hanno contribuito a ri-percorrere momenti non molto lon-tani in ordine di tempo ma ha di-mostrato anche come sono diversi dalla scuola di oggi.“L’esperienza è stata bellissima an-che per la formazione che ne è con-seguita, ma non finisce qui” hanno detto sia Marta Ober che Ada Agu-glia. Anche la dirigente ha detto di aver trovato moltissime foto in pre-sidenza e visto l’interesse riscontrato ci sarà anche per l’anno prossimo un progetto, che riguarderà l’archivio storico della scuola alla ricerca di do-cumenti e immagini che testimonia-no quanto fatto dal “Filzi” negli oltre cento anni di presenza sul territorio e poi ci sarà la biblioteca. (N.B.)

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Le motivazioni

Sono ormai diversi anni che in que-sta scuola cerchiamo di declinare il sapere con il saper fare, per offrire ai nostri studenti la possibilità di veri-ficare sul campo quello che appren-dono quotidianamente, in quanto siamo convinti che niente moti-vi di più gli studenti che proporre loro delle sfide. Riteniamo infatti veramente orientante far conoscere agli studenti professioni, opportu-nità ed ambienti di lavoro che pos-sano aiutarli a scegliere un percor-so dopo la scuola e, d’altro canto, siamo fautori di esperienze che af-feriscono contemporaneamente allo studio teorico, alla ricerca sul cam-po e all’azione concreta.

Il progetto originario

Il progetto originario prevedeva tre obiettivi: far conoscere, capire e ap-prezzare il valore storico, cultura-le ed economico della conservazio-ne dei beni culturali, archivistici e librari; far conoscere le professioni connesse e i percorsi per raggiunger-le; raccogliere, catalogare, scegliere ed esporre alcuni materiali didatti-ci storici dell’Istituto Magistrale in una Mostra nei locali della scuola.Il progetto è diventato un corso FSE di 80 ore, liberamente aperto nell’iscrizione a studenti delle clas-si quarte di ambedue gli indirizzi, per un massimo di 12/15 studenti. All’affollamento dello stage prope-

deutico di giugno e delle prime le-zioni è seguito un calo di frequenza, per cui hanno completato il corso con zelante assiduità solo 5 studenti del Liceo delle Scienze Sociali.Partner dell’iniziativa sono stati la Federazione delle Cooperative, la Biblioteca civica di Rovereto, l’Uni-versità di Trento, il MART, ognuno con l’obiettivo di esercitare nella co-munità il ruolo di agenzie che for-niscono servizi secondo il proprio compito istituzionale e, insieme, promuovono cultura e formazione alle nuove generazioni di cittadini.In due fasi: teorica e ope-rativa

La fase teorica, ben nutrita, è stata svolta da esperti in Archivistica, Ca-talogazione e Conservazione muse-ale; in storia della Cooperazione; in Legislazione cooperativa; in Sicurez-za; in Comunicazione, promozione e valorizzazione dei Beni Culturali.La fase operativa si è divisa fra la ricerca e la catalogazione dei beni presenti nella scuola, l’allestimento della mostra con la relativa promo-zione, la ricerca storica delle fonti. Gli strumenti utilizzati sono stati macchine fotografiche digitali, ca-valletti, computer, scanner, proiet-tori, nonché vari oggetti e utensili per il bricolage utile all’allestimen-to. Un’esperienza originale è sta-ta la visita guidata al Museo della scuola di Bolzano molto ben alle-stito, che è una piccola realtà, ma

quasi unica in regione. La qualità e la preparazione degli esperti ha reso meno faticoso l’impegno de-gli studenti, davvero gravoso negli ultimi due mesi del corso.

Ada AgugliaInsegnante presso il Liceo Filzi

STUDENTESSAIl recupero della memoria

Questo progetto nasce dall’esigen-za della nostra scuola di recuperare e catalogare vecchi oggetti accan-tonati nella soffitta e nelle cantine dell’Istituto.Si è sviluppata così l’idea di inizia-re un corso FSE, della durata di 80 ore suddivise in 2 anni, denomina-to “Conservazione e valorizzazione dei Beni Culturali”. All’inizio del corso le lezioni sono state per lo più teoriche, finalizzate alla cata-logazione degli oggetti “ritrovati”.Terminato il corso, abbiamo deci-so di allestire una mostra con gli oggetti meglio conservati. Dopo l’allestimento di questa mostra, organizzata e suddivisa come una “settimana tipo” di uno studente, si è pensato di non perdere tutto il lavoro. Ecco allora l’idea di mon-tare un filmato, arricchito poi con interviste di ex alunni. La realizza-zione sarebbe stata molto diversa, se non fosse intervenuto Giuseppe Ferrandi della “Fondazione Museo Storico di Trento”, a darci i mezzi per girare un breve documentario. Il risultato è stato il montaggio di un filmato elaborato da noi 5 ra-gazzi con l’aiuto del regista Loren-zo Pevarello.

Anna GrigolliStudentessa classe quinta Liceo Filzi

Abbiamo iniziato con la “Piccola scuola di neuroscienze” e con il pro-getto “Pear leader” in partenariato con soggetti come l’Università, confortati in queste scelte dal patrocinio dalle agenzie del territorio. Ma è con il progetto per una “Piccola scuola di conservazione dei beni culturali”, che risale al giugno 2009, e che è stato svolto nell’an-no scolastico 2009/10, che sono stati maggiormente ottenuti dei ri-sultati che hanno portato i ragazzi non solo a imparare ma soprattutto a imparare a fare, i cui esiti tangibili sono la mostra e il video.

INSEGNANTEDeclinare il sapere nel saper fare

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SEGNALIAMO

il libro

LA RICERCAEsperienze e protagonisti

La complessità

La dirigente scolastica Flavia Andreatta si è così espressa sul vo-lume presentato nella sede del “Fontana” in via Teatro: “La cifra distintiva di questo testo è la complessità: di intenti, di soluzio-ni, interrelazioni, di genesi, di impalcatura costruttiva. Prevede un lettore curioso, capace di ritorni sulle pagine, appassionato e coinvolto. Chi vi cercasse una comoda linearità di via mae-stra troverebbe invece incidenti di percorso e interessanti stra-de che deviano. La lunga genesi del progetto – ambizioso sotto ogni profilo – testimonia questa complessità che trova una com-posizione all’altezza delle intenzioni in un testo quadripartito e articolato in varie sezioni: Album, Antologia, Dizionario e Cro-nologia. Chi l’ha curato, e cioè Fabrizio Rasera principalmente, e molti altri, non ha proceduto per addizione, ma per selezio-ne proponendo testimonianze peregrine e documenti inediti.”

La struttura del testo

Trecento le foto e più di quattrocento sono le pagine dedicate a questo istituto che è stato, dall’anno della sua nascita nel 1855, la prima scuola tecnica della regione. Suddiviso in quattro parti: Album contenente molte e preziose foto, Antologia di documenti che si snoda dalle origini alla fine della seconda guerra mondiale. Si inseriscono poi due parti più brevi “Il Mulo” e altri giornalini studenteschi e “Numero Zero”, dalla scrittura pubblica a quel-la privata e viceversa, Dizionario Biografico sia di insegnanti che di studenti, in cui ci sono due pagine dedicate alle professoresse e infine Cronologia che parte dal 1849 e si conclude con il 2009-2010. “Il merito di questo libro - ha sottolineato la dirigente - è anche nella scelta, eccentrica e coraggiosa, di non avere incentrato la ricostruzione delle vicende della scuola soltanto intorno a nomi celebri ed ineludibili per dare voce ad allievi meno conosciuti che pure hanno fatto la storia della scuola”. La ricerca appassionata di fotografie, informazioni e documenti ha coinvolto non solo gli abili curatori, ma moltissime persone e ha reso questo testo frutto di un’elaborazione collettiva.

Scheda

Studenti e professori dell’Istituto Tecni-co di Rovereto (1855-2005). Esperienze e protagonisti di una scuola europea. In questo volume è stata raccontata la storia del “Fontana” di Rovereto, la prima scuola tec-nica della regione. Una ricerca che si snoda dalla fondazione della scuola, il 1855, vo-luta soprattutto dal mondo economico e poli-tico roveretano fino alla Repubblica. Il pro-getto editoriale del volume, realizzato con il sostegno della Provincia Autonoma di Trento, fa parte delle iniziative promosse dall’Istitu-to Tecnico Fontana per il 150° anniversario (1855-2005) ed è stato “coltivato” da Pietro Buccellato, dirigente dell’Istituto fino al 2007 e terminato con l’attuale dirigente Flavia An-dreatta. Un’elaborazione collettiva che ha coinvolto, insieme ai curatori, Michele Ange-lo Spagnoli per la sua competenza in materia.

Fabrizio Rasera (a cura di) con Cristina Andreolli e Quinto Antonelli. Fabrizio Rasera, storico e presidente dell’Accademia degli Agiati, ha curato assieme a Crisitina Andreolli e Quinto Antonelli le oltre quat-trocento pagine e le trecento preziose foto-grafie del volume che è suddiviso in quattro sezioni. Molti i contributi per lo svolgimen-to della ricerca storica da chi ha fornito le foto a chi ha messo a disposizione le infor-mazioni. Nel punto di vista non istituzio-nale la novità di questa ricerca che pone l’attenzione sulle esperienze e sulle perso-ne, facendo degli insegnanti e degli alun-ni i protagonisti veri della storia dell’istitu-to, che nel 2005 ha compiuto 150 anni, ma che da sempre ha avuto una vocazione eu-ropea, come emerge dal sottotitolo.

“Studenti e professori dell’Istituto Tec-nico di Rovereto (1855-2005). Espe-rienze e protagonisti di una scuola euro-pea”, edizioni Osiride 2011, 40 €

È stata presentata la storia del “Fontana” di Rovereto nel vo-lume dal titolo significativo “Studenti e professori dell’Isti-tuto Tecnico di Rovereto (1855-2005). Esperienze e prota-gonisti di una scuola europea”, curato dallo storico Fabrizio Rasera, con Cristina Andreolli e Quinto Antonelli. Lo stesso Rasera ha spiegato essere “un tentativo di scrivere e far vede-re la storia di una scuola attraverso i suoi protagonisti concre-ti, più che dal punto di vista istituzionale. Quindi mettendo in scena la dialettica studenti-professori e facendola interagi-re con la storia più larga, come si legge infatti dal sottotitolo, alludendo ad una scuola europea”.

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SEGNALIAMO

il libro

LA RICERCAEsperienze e protagonisti

Non sintesi ma percorsi

Ancora Maroni esprimeva ruvidamente la convinzio-ne che la continuità tra Scuola Reale di ordinamen-to austriaco e Istituto Tecnico di ordinamento italia-no fosse appena materiale, nel senso che il secondo si era insediato nello spazio fisico della prima. Indubbia-mente si tratta di due vicende profondamente diverse, ma ci è sembrata una scelta produttiva quella di tener-le connesse in un unico quadro. In questa sede abbiamo scelto di rinunciare a una sin-tesi che ci sembrava destinata ad essere ripetitiva op-pure prematura. Abbiamo tracciato invece quattro percorsi di lettura paralleli e diversi.

Immagini e documenti scritti

Il primo è costruito con le immagini, lavorando sull’archivio fotografico della scuola e sui materiali spesso straordinari emersi presso le istituzioni locali negli archivi personali. Nella parte cronologicamente più vicina a noi la scelta si è fatta sempre più diffici-le e arbitraria: le fotografie sono moltissime, ma anche seriali e occasionali. A una memoria visiva della scuo-la negli ultimi decenni dovranno essere dedicate altre e diverse iniziative: il nostro album può rappresentare in questo senso niente più che una suggestione. Il secondo percorso si svolge attraverso i documenti scritti. L’archivio dell’Istituto, frammentario e residuale fino al 1919, completo e ordinato poi, costituisce solo una delle fonti della nostra antologia. Memorie auto-

LO STORICOStudenti e professori: i protagonisti

Scrivendo della Scuola Reale di Rovereto e del suo prestigio, un suo discepolo innamorato si chiede-va: “Quella fama fu virtù d’insegnanti? di scolari? O di entrambi? O fu un fortunato periodo di quel-la scuola, scomparsa nel 1915?”. Questo libro prova a rispondere a quella domanda di Riccardo Maroni, l’ingegnere ed editore rivano che dedicò tante ener-gie a valorizzare condiscepoli e maestri. Cerca cioè di scavare nella storia della scuola come campo di relazioni, di scambi, di conflitti tra studenti e pro-fessori, e anche come luogo di intersezioni di una storia più vasta. Non vuol essere limitativo il tito-lo scelto, nell’anteporre “studenti e professori”, ma ambizioso: offrire ai lettori documenti e prospetti-ve per una ricostruzione che privilegi il punto di vi-sta dei protagonisti concreti della relazione educati-va non è compito scontato né facile.

biografiche, lettere, cronache giornalistiche, documen-ti rintracciati in molte altre sedi ci restituiscono lo spes-sore conoscitivo e la ricchezza umana di una storia solo apparentemente circoscritta a un ambito regionale. Ci siamo arrestati al 1945, affidando la rivisitazione dei de-cenni successivi a un inventario ragionato dei giornalini studenteschi roveretani fino al 1968.

Dizionario biografico

A una dilatazione di orizzonti perfino spaesante obbliga il dizionario biografico che costituisce il terzo percorso, quasi un libro nel libro. Quaranta voci dedicate a do-centi e dirigenti, cinquanta a studenti, curate da auto-ri molto competenti: per poche scuole o forse nessuna è stata tentata un’impresa simile, del cui interesse com-plessivo siamo convinti. Un difetto dell’esito lo si vede subito a occhio nudo: con tre sole eccezioni mancano biografie femminili. I criteri scelti giustificano alme-no parzialmente questa distorsione, ma potranno rime-diarvi lavori futuri. Il quadro che esce è quello di una scuola davvero europea, per l’ampiezza degli scenari sui quali si svolge l’attività dei protagonisti che abbiamo se-lezionato a rappresentarne il ruolo storico. Rilievo han-no le biografie degli artisti della generazione del primo ‘900, di per sé un caso di geografia culturale di parti-colare interesse. Ma si è cercato anche di delineare una mappa di altre avventure professionali e umane.

Cronologia

Quarto e ultimo percorso, la cronologia: elementare per i primi decenni, sempre più fitta per gli ultimi, a surrogare in qualche modo le carenze segnalate. È uno strumento di consultazione, come del resto tutto il li-bro che, nonostante la mole, non si configura come una storia istituzionale compiuta. Abbiamo cercato di sfuggire al conformismo celebra-tivo: i lettori coglieranno l’impegno a mettere in evi-denza linee di conflitto, contraddizioni, tormenti e derive ideali. Se il nostro lavoro servirà ad alimentare una riflessione critica su come fare storia della scuola, avremo raggiunto uno dei nostri obiettivi.

Fabrizio Rasera

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le schede

Domenico Fava, Mauro Gra-zioli e Gianfranco Ligasacchi (a cura di), La grande guerra nell’Alto Garda - Diario storico militare del Battaglione Val Chiese tra il 16 maggio 1915 30 e l’apri-le 1918 – ed. il Sommolago n. ½ gennaio 2011 Arco, pp 463

ALTO GARDALa grande guerra 1915-1918

“Il Sommolago” Associazione Storico Archeologica della Riviera del Garda che ha sede ad Arco, con il III volume della collana dedicata alla Grande Guerra sul Garda ha pubblicato in occasione dell’uscita del suo quadrimestrale d’arte, storia e cultura curato dalla redazione, “La gran-de guerra nell’Alto Garda; Diario storico militare del Battaglione Val Chiese tra il 16 maggio 1915 30 e l’aprile 1918”. A cura di Domenico Fava, Mauro Grazioli e Gianfranco Ligasacchi e grazie alle ricerche d’ar-chivio dell’Associazione, il sostegno della Comunità Montana, le inelu-dibili tracce ancora reperibili a più di novant’anni di distanza, le date e i movimenti, dettagli che il volume raccoglie, ci parlano dello schieramen-to al fronte del Battaglione Val Chiese e a noi raccontano i loro giorni e le notti; la costruzione dei ripari e il giungervi da strade e mulattiere ricavate dai fianchi della montagna, i trasferimenti di uomini e il trasporto di can-noni lungo i versanti verso le cime. Tutto è annotato scrupolosamente. L’abbattimento di alberi per la stesura di reticolati, il trasporto del cemento per la costruzione delle fortificazioni e dei posti avanzati, i ripari per le mi-tragliatrici, il trasporto del legname per i baraccamenti e poi la dislocazione dei reparti. Lettighe rotabili e ambulanze, sgombero di feriti e cimiteri mi-litari. Prima della grande mobilitazione e più tardi, durante fasi cruciali del primo conflitto mondiale, le postazioni occupate dal Val Chiese, l’estenuan-te lavoro di un battaglione di alpini sui monti del Garda e di Ledro che abitò montagne scavate in ogni dove dalle caverne e dalle trincee. I contributi essen-ziali dei curatori ne presentano con intensità il diario storico militare. (a.g.)

AVIO 1914 - 1918

Frutto di attenta elaborazione della tesi di laurea di Mario Peghini, “Un Paese tra due frontiere” - Da periferia dell’Impero austro ungarico a “terra redenta” fa parte della collana i quaderni della biblioteca che l’auto-re cura dal 1995. Progetto editoriale del Comune di Avio e della Biblioteca comunale, pubblicato dal Centro stampa della Regione Autonoma Trenti-no-Alto Adige, è suddiviso in quattro capitoli corredati ciascuno da altret-tanti repertori iconografici che riferiscono, con immagini eloquenti, ciò che nel testo è descritto lucidamente; sottocapitoli e paragrafi del corposo volu-me curato dal bibliotecario di Avio, raccontano grandi eventi e assilli stra-ordinari destinati dalla storia a gente di campagna. Eroi di una quotidianità stravolta dai disegni strategici e dalle tattiche determinazioni di grandi della storia che trascinarono nel loro declino intere famiglie di contadini e le col-ture cui avrebbero continuato a dedicarsi. Le note che chiudono i capitoli sono sostegno di carattere tecnico che appaga il ricercatore, lo studioso che si accosta al testo. Documento che narra, in forma ricca di partecipazione, gli aspetti più significativi delle molte vicende inanellate dal destino per una comunità di frontiera, ed entra nelle pieghe della storia incontrando uomi-ni e donne allo scoppio del primo grande conflitto mondiale. Rivolge at-tenzione ai contesti che la realtà toccata a chi visse sul confine, conteso fra Impero asburgico e Regno d’Italia, sul fronte meridionale, costrinse a cono-scere durante il conflitto che vide centinaia di giovani sud-tirolesi, ex italia-ni d’Austria impegnati in Galizia, sopravvivere o morire sul fronte orientale. Tempi e luoghi cui l’autore della paziente ricerca ha dedicato anni di lavoro, raccogliendo preziose testimonianze storiche, ricchissime di umanità. (a.g.)

Mario Peghini, Avio 1914-1918: Un Paese tra due fron-tiere - Da periferia dell’Impero austro ungarico a “terra redenta” - Biblioteca comunale “A. Sega-rizzi” Avio- Avio 2009, pp 407

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Da Calatafimi a Gardolo

Da Calatafimi a Gardolo: una ori-ginale celebrazione dei 150 anni dell’unita’ d’Italia.“I garibaldini sa-livano un colle, dove Garibaldi li at-tendeva. Arrivati sul colle si misero in posizione d’assalto (…). Poi in-cominciò il vero e proprio combat-timento. I proiettili dei borbonici e le pallottole dei garibaldini facevano un rumore assordante… I borboni-ci si arresero e gettarono la loro ban-diera. La battaglia fu vinta dai ga-ribaldini”.Piccoli brani tratti dal tema di una bambina di 10 anni (oggi docen-te Paola Giacomoni), che racconta, nel giornalino scolastico, edizione speciale, n.4, 1961, una battaglia si-mulata dai compagni maschi di due classi elementari di Gardolo (scuo-la S. Anna) alla guida del maestro Franco Bertoldi, una giornata di primavera del 1961 sul monte Cro-ce, per insegnare, in modo del tut-

CELEBRAZIONEDai temi delle elementari

La battaglia di Calatafimi combattuta dai garibaldini con il fazzolet-to e il cappello rossi e i borbonici vestiti di azzurro, con una fascia bian-ca incrociata sul petto e un grande cappello azzurro, è stata filmata da Giorgio Rossi, all’epoca fotografo a Gardolo, e oggi ritrovata e resa disponibile dal Museo Storico. Un filmato di 13 minuti, molto emo-zionante, specialmente per la presenza di alcuni degli allora bambini che oggi festeggiano i 150 anni dell’Unità. Il filmato è stato proietta-to il giorno 27 maggio 2011, di sera, presso l’oratorio di Gardolo, su iniziativa della Commissione Cultura della Circoscrizione del paese.

to originale e coinvolgente la storia d’Italia. Non sapeva, il maestro, che anche lui, con la sua didattica, sa-rebbe passato alla storia.

L’ incontro intergenerazio-nale

Un incontro intergenerazionale con i bambini, ragazzi e adulti di ieri e di oggi attorno a un valo-re comune: l’Unità raggiunta per il coraggio e il valore di Garibaldi ma anche frutto di una collabora-zione interetnica che accomunava italiani di più regioni (dal Tren-tino alla Sicilia), stranieri venu-ti da tante parti del mondo (Cor-sica, Corfù, Gibilterra, Turchia, Angola, Repubblica Ceca, Svizze-ra, Ungheria), ma anche stranie-ri in patria: gli albanesi delle mi-noranze storiche (gli arbëreshë). Tra questi ultimi il mio bisnon-no, con la qualifica di tenente, a dimostrazione che le appartenen-

ze identitarie multiple non impe-discono la condivisione del luogo in cui si vive. Anzi… incredibile coincidenza, per me, di legami tra persone, fatti e luoghi! Ma l’emo-zione più grande quando la Ban-da Musicale di Gardolo, diretta dal maestro Mauro Barbera, ha intonato l’ “Inno di Mameli”: alla tromba l’onore d’inizio (con Fa-brizio Robol) e poi la melodia di tutti gli strumenti musicali. “Fra-telli d’Italia”: perché questo sia-mo, accomunati dal destino del viaggio di sola andata.

Coincidenze

Oggi più che mai, in una società multiculturale è importante creare coesione attorno a valori comuni, anche di difesa di un luogo che si abita assieme. Un luogo, quando si vive, è inteso come suolo che deve proteggerci, farci vivere bene, farci crescere riconoscendo a tutti dirit-ti di cittadinanza attiva e allora il le-game si crea. Da questa terra Tren-tina, laboratorio sperimentale della buona convivenza noi, figli di più terre, ma “pronti a morire”, speria-mo, come sperava Ungaretti: fratel-li, parola tremante nella notte (per-ché vissuta accanto al compagno massacrato). E pur in tale situa-zione aggiunge: non sono mai sta-to tanto attaccato alla vita. Fratelli e esuli come Ungaretti (esule come tanti che furono, che sono e che saran-no, nel Taccuino del Vecchio).Intanto la Banda suonava: “Italia chiamò”. E mai come ora l’Italia chiama a un impegno etico in tut-te le nostre funzioni. Un intreccio di coincidenze, di generazioni, di luoghi che ci accolgono (Calabria, Trento, Gardolo) come un grem-bo materno. Il nuovo video, con i musicisti di oggi e le loro note, completeranno la nuova memoria da tramandare per il Museo Stori-co e per chi vivrà i prossimi festeg-giamenti. Intanto noi bambini e adulti di oggi possiamo dire che ci siamo a testimoniare e a tramanda-re: a insegnare in una parola.

Maria Annita Baffa

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n. 6 giugno 2011