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Collegamento Bergson/Pirandello Alla base della visione del mondo pirandelliana vi è una concezione vitalistica, idea ripresa dalla filosofia di Bergson : la realtà tutta è vita, perpetuo movimento vitale, flusso continuo, incandescente, indistinto. La vita è un flusso continuo che noi cerchiamo d’arrestare, di fissare in forme stabili e determinate, dentro e fuori di noi, perché noi già siamo forme fissate. Le forme, in cui cerchiamo d’arrestare, sono i concetti, sono gli ideali a cui vorremo serbarci coerenti, tutte le finzioni che ci creiamo, le condizioni, lo stato in cui tendiamo a stabilirci. Ma dentro noi stessi, in ciò che noi chiamiamo anima, il flusso continua, indistinto, sotto gli argini, oltre i limiti che noi imponiamo, componendoci una coscienza, costruendoci una personalità. Il flusso si concretizza in tutte le forme esistenziali. La vita, pur essendo mobile e fluida, per un “destino burlone” tende a calarsi in una forma in cui resta prigioniera e dalla quale cerca di uscire, per assumere nuove forme, senza mai trovare pace. In questo modo si ha il cosiddetto rapporto dialettico vita-forma. L’uomo, partecipe di questo flusso vitale, vorrebbe comprenderlo, allora cerca di staccarsene per poterlo meglio analizzare. “La vita e’ invenzione” per Bergson, cioè è creazione di forme sempre diverse. Non possiamo conoscere il futuro attraverso il passato, perché ogni istante contiene tutti i precedenti momenti più l’ultimo. Secondo Pirandello, gli uomini non sono liberi,ma sono come tanti “pupi” nelle mani di un burattinaio che è il caso. Infatti quando nasciamo, ci troviamo inseriti in una società regolata da leggi e abitudini già fissate in precedenza. Inseriti in questa società ci fissiamo in una forma, obbligandoci a muoverci secondo schemi ben definiti che accettiamo senza avere mai il coraggio di rifiutarli. Però sotto l’apparenza della forma il nostro spirito freme per la sua continua mutabilità, perché avverte sentimenti ed impulsi che spesso sono in contrasto con la maschera che noi (o gli altri) ci siamo imposti. A volte capita che l’anima istintiva che è in noi esploda violentemente,in contrasto con l’anima morale, lasciando via libera al desiderio a lungo represso,spezzando la maschera.

Collegamento Bergson Pirandello

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Collegamento Bergson/Pirandello

Alla base della visione del mondo pirandelliana vi è una concezione vitalistica, idea ripresa dalla filosofia di Bergson : la realtà tutta è vita, perpetuo movimento vitale, flusso continuo, incandescente, indistinto. La vita è un flusso continuo che noi cerchiamo d’arrestare, di fissare in forme stabili e determinate, dentro e fuori di noi, perché noi già siamo forme fissate. Le forme, in cui cerchiamo d’arrestare, sono i concetti, sono gli ideali a cui vorremo serbarci coerenti, tutte le finzioni che ci creiamo, le condizioni, lo stato in cui tendiamo a stabilirci. Ma dentro noi stessi, in ciò che noi chiamiamo anima, il flusso continua, indistinto, sotto gli argini, oltre i limiti che noi imponiamo, componendoci una coscienza, costruendoci una personalità.

Il flusso si concretizza in tutte le forme esistenziali. La vita, pur essendo mobile e fluida, per un “destino burlone” tende a calarsi in una forma in cui resta prigioniera e dalla quale cerca di uscire, per assumere nuove forme, senza mai trovare pace. In questo modo si ha il cosiddetto rapporto dialettico vita-forma. L’uomo, partecipe di questo flusso vitale, vorrebbe comprenderlo, allora cerca di staccarsene per poterlo meglio analizzare. “La vita e’ invenzione” per Bergson, cioè è creazione di forme sempre diverse. Non possiamo conoscere il futuro attraverso il passato, perché ogni istante contiene tutti i precedenti momenti più l’ultimo.

Secondo Pirandello, gli uomini non sono liberi,ma sono come tanti “pupi” nelle mani di un burattinaio che è il caso. Infatti quando nasciamo, ci troviamo inseriti in una società regolata da leggi e abitudini già fissate in precedenza. Inseriti in questa società ci fissiamo in una forma, obbligandoci a muoverci secondo schemi ben definiti che accettiamo senza avere mai il coraggio di rifiutarli. Però sotto l’apparenza della forma il nostro spirito freme per la sua continua mutabilità, perché avverte sentimenti ed impulsi che spesso sono in contrasto con la maschera che noi (o gli altri) ci siamo imposti. A volte capita che l’anima istintiva che è in noi esploda violentemente,in contrasto con l’anima morale, lasciando via libera al desiderio a lungo represso,spezzando la maschera.