48
Istituto Yoga Universale Giordano Novielli Asana, miti e archetipi psicologici WWW.ISTITUTOYOGA.IT 1

Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

Istituto Yoga Universale

Giordano Novielli

Asana, miti e

archetipi psicologici

WWW.ISTITUTOYOGA.IT

1

Page 2: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

I simboli nella pratica dello Yoga

Nella pratica delle Asana risulta molto evidente l’importanza del loro

contenuto sul piano simbolico, a partire dalla loro denominazione

per proseguire nella loro esecuzione in termini di forma

rappresentata e agita fisicamente ed energeticamente.

La postura fisica ed energetica, infatti, agisce sul simbolo e

attraverso di esso, e ci consente di far esperienza delle infinite

sfaccettature del nostro essere.

La denominazione che è stata attribuita, non solo alle asana ma

anche ai pranayama e alle altre tecniche dello yoga, non è mai

casuale, ma tende a rievocare le caratteristiche della divinità o della

forma cui sono collegati.

La comprensione del linguaggio dello yoga, non sempre immediato,

richiede, ovviamente, una preparazione, come qualsiasi percorso

iniziatico; tale conoscenza implicava una ricerca di elevazione

spirituale attraverso pratiche morali e fisiche; inoltre la trasmissione

avveniva, prima di essere messa per iscritto in epoche più tarde,

per via orale. Per garantire l’accuratezza ma anche la snellezza

dell’informazione, il linguaggio simbolico presenta al meglio le

caratteristiche di sintesi e carattere iniziatico.

Ogni tecnica dello yoga, infatti, attraverso la propria denominazione

e quindi connessione ad un determinato aspetto della realtà

2

Page 3: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

espresso tramite una divinità, un animale, pianta o altro, riesce ad

esprimere le proprie motivazioni e le regole di esecuzione, anche in

assenza di spiegazioni dettagliate (che non compaiono, del resto, in

nessun testo antico).

Si tratta di vere e proprie regole simboliche, che consentono di

comprendere l’inserimento di ogni elemento nell’armonia generale

del cosmo.

Associare pertanto ogni Asana ad una particolare figura od

elemento ci consente di diventare maggiormente consapevoli del

messaggio e delle potenzialità che essa contiene, donandoci un

“raggio di luce” in più nel nostro percorso.

Mircea Eliade ci dice che la comprensione di un simbolo riesce non

solo ad aprirci al mondo oggettivo, ma anche a farci emergere dalla

nostra contingenza ed aprirci ad una comprensione più universale,

risvegliando la nostra energia personale e trasformandola in un atto

spirituale.

Secondo la tradizione orientale, ogni individuo è uno scopritore, il

laboratorio di se stesso. Chi si avvicina allo yoga avrà sempre la

gioia di fare le proprie scoperte, attraverso l’esperienza personale e

diretta.

La conoscenza che ci arriva dalle Asana parte dall’esperienza

fisica, poiché è fisica all’inizio la conoscenza umana, per arrivare ad

una più ampia.

3

Page 4: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

Nella pratica delle Asana bisogna sempre tener conto

dell’interdipendenza tra corpo, emozioni e mente.

Il continuo interscambio tra corpo e mente è particolarmente

evidente quando, praticando le Asana, incontriamo delle difficoltà,

richiedendoci una maggiore consapevolezza.

Proprio il superamento della dimensione strettamente personale

attraverso la pratica simbolica insita in ogni Asana, ci avvicina al

concetto occidentale di archetipo, così come è inteso nelle

discipline che si occupano di mitologia e psicoanalisi.

L’archetipo

La parola archetipo deriva dal greco antico ὰρχέτῦπος col

significato di immagine: tipos ("modello", "marchio", "esemplare") e

arché ("originale").

In psicoanalisi viene usato da Jung ed altri autori per indicare le

idee innate e predeterminate dell'inconscio umano, definendosi

meglio come una forma universale del pensiero dotato di contenuto

affettivo.

Carl Gustav Jung ha teorizzato che l'inconscio, già al momento

della nascita, contenga delle impostazioni psichiche innate, quasi

sicuramente dovute al tipo di sistema nervoso caratteristico del 4

Page 5: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni e

immagini mentali sono quindi collettive, cioè appartenenti a tutti;

Jung chiama questo sistema psichico inconscio collettivo,

distinguendolo dall'inconscio personale che deriva direttamente

dall'esperienza personale dell'individuo. La formulazione

dell'archetipo è stata più volte ridefinita, precisata, approfondita da

Jung.

L'inconscio collettivo, per Jung, è costituito sostanzialmente da

schemi di base universali, impersonali, innati, ereditari che lui

chiama archetipi. Di questi i più importanti sono: il «Sé» (il risultato

del processo di formazione dell'individuo), l'«ombra» (la parte

istintiva e irrazionale contenente anche i pensieri repressi dalla

coscienza), l'«anima» (la personalità femminile così come l'uomo se

la rappresenta nel suo inconscio) e l'«animus» (la controparte

maschile dell'anima nella donna). Particolarmente rilevante è l'

archetipo femminile che chiama anima o animus (nella sua

controparte maschile).

Da un punto di vista psicodinamico Jung postula, poi, quattro

funzioni fondamentali: pensiero, sentimento, sensazione e

intuizione. Ciascuna di queste funzioni è variamente dominante in

ogni individuo e ogni individuo si rapporta con l'archetipo femminile

o maschile che risiede nel suo inconscio. Questa relazione ha, per

Jung, un ruolo nell'equilibrio delle funzioni psicodinamiche. Le

funzioni meno dominanti in un individuo vengono sommerse

5

Page 6: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

nell'attività dell'inconscio e assumono la forma di funzioni

psicodinamiche della sua anima come se questa fosse in qualche

misura separata e in grado di intrattenere una certa forma di

dialogo interiore.

L'archetipo, conseguentemente, viene a essere una sorta di

prototipo universale per le idee attraverso il quale l'individuo

interpreta ciò che osserva e esperimenta. È, per Jung, l'immagine

primaria (urtümliches Bild) dell'inconscio collettivo.

Gli archetipi, integrandosi con la coscienza, vengono rielaborati

continuamente dalle società umane.

L'archetipo è un concetto che contribuisce a dipingere l'individuo

come una entità non già isolata e razionale, ma implica un

inconscio irrazionale, sviluppatosi nella vita collettiva nel corso dei

millenni.

Gli esponenti dell'Umanesimo Normativo in sociologia attinsero al

lavoro di Jung l'idea che gli archetipi mitici possano essere

rintracciabili al di là dei confini tra le culture, facendo leva

sull'aspetto universale inteso come aspetto umano di un concetto.

Erich Fromm utilizzò questo strumento per dimostrare l'esistenza di

bisogni umani fondamentali che è possibile definire positivamente e

che tramite gli archetipi dimostrano di travalicare ogni differenza

culturale, ragione per cui ha senso anche per noi occidentali

6

Page 7: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

avvicinarsi al contenuto simbolico delle pratiche yoga, anche se non

derivano direttamente dalle nostre radici culturali.

Gli archetipi formulati da Jung sono stati comparati da diversi autori,

in particolare Joseph Campbell, con le strutture dei miti e delle

religioni umane, della cultura orale e delle fiabe popolari,

riscontrando una certa convergenza di significato fra le espressioni

mitico - religiose delle varie società umane verso alcuni motivi

fondamentali che sono, a loro volta, considerabili come degli

archetipi.

Proprio il mondo della mitologia si riconnette, attraverso il concetto

di archetipo, alla psicologia.

Ovviamente gli studiosi occidentali si sono basati maggiormente sui

miti che formano la base del pensiero occidentale, di cui l'esempio

classico è il mito di Edipo, ma altri se ne possono fare: il mito viene

considerato rappresentazione di archetipi di personalità e di

comportamento.

Carl Gustav Jung e Jean S. Bolen, insieme ad altri studiosi, hanno

notevolmente contribuito ad una psicologia diversa del maschile e

del femminile, prendendo come esempi le divinità greche.

J. Bolen ha tracciato le figure archetipiche delle dee e degli dei

nelle persone; tali archetipi sono dei modelli innati, che plasmano

gran parte del carattere di una persona. Conoscerli significa

conoscere la propria persona e le altre, permette di intuire i modelli

7

Page 8: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

comportamentali che un individuo realizza, consapevolmente o

meno.

Per la mitopsicologia, in un uomo possono essere presenti vari

archetipi, in modo ora maggiore ora minore, sia maschili che

femminili. L'analisi non deve però concludersi nella presa visione

del proprio archetipo, poiché la vita è varia, mutevole, e attaccarsi

solo al proprio archetipo condanna l'individuo alla staticità. È bene

sviluppare altri archetipi, a seconda delle situazioni che la vita offre.

Anche attraverso la conoscenza della mitologia alla base dello yoga

possiamo esplorare dimensioni di noi stessi ancora poco

conosciute.

La mitologia alla base dello Yoga

Alle origine della mitologia che forma l’aspetto devozionale e

simbolico dello yoga, e che è anche la base su cui si fonda la

religione induista, vi è il sincretismo avvenuto all’incirca nel 1500

a.C. tra i culti non vedici e pre-ariani delle popolazioni della valle

dell’Indo (ben più antiche, presenti nella regione dal 4500 a.C., che

corrispondono alla stirpe etnica che oggi è definita dravidica) e il

brahmanesimo dei testi mitologici dei quattro Veda.

La civiltà pre-ariana, che ha gettato le basi del tantrismo e dello

yoga tantrico, era una civiltà sostanzialmente pacifica, con

8

Page 9: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

un’economia basata sull’agricoltura e sull’allevamento, con una

struttura sociale basata sul matriarcato e priva di rigide divisioni in

classi. La religione era basata sul culto femminile della Dea Madre,

che incarnava le forze della natura legate alla fecondità.

I popoli ariani erano invece nomadi, dediti alla caccia, con una

struttura sociale di tipo patriarcale e, di conseguenza, una

religiosità legata al culto della forza, ed invasero i territori della valle

dell’Indo, cercando di sopprimere il culto della terra e della Dea

Madre.

Nel II secolo a.C. questo fenomeno interessò altre regioni, ad

esempio nel Mar Egeo la civiltà matriarcale minoico - cretese venne

sostituita da quella patriarcale micenea.

Le scritture dei Veda rappresentano quindi l’espressione della

religiosità dei popoli ariani, il cui concetto di capo tribale veniva

espresso al meglio, ad esempio, nella figura di Indra il guerriero

distruttore.

La religione bramanica, figlia delle concezioni patriarcali dei popoli

guerrieri, sanciva, con effetti anche nel nostro presente, il sistema

delle caste e il concetto di eredità karmica.

Naturalmente le tradizioni dei popoli dravidici non furono azzerate,

ma diedero luogo a fenomeni di sincretismo; ragione per cui anche

nell’universo indiano moderno, si ritrovano elementi che non

derivano dalla tradizione ario-bhramanica. Uno di essi, almeno in

9

Page 10: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

alcuni suoi aspetti, è lo Yoga, anche se in India generalmente viene

attribuito alla tradizione dominante.

La mitologia indù si fonda su una trinità, forma triplice dell'Essere

supremo: Trimurti.

La Trimūrti (aggettivo sanscrito; devanāgarī ितमूित, lett. che

possiede "tre forme" o "tre aspetti") è una nozione presente nelle

religioni e nelle filosofie religiose dell'India che indica i "tre aspetti"

di una singola divinità (deva) o della divinità suprema.

Questa visione dell'induismo come un'unica religione presieduta da

una Trimurti rappresenta, in realtà, un quadro interpretativo

formatosi solo nel XIX secolo, quando intellettuali europei e indiani

cercarono di descrivere un insieme estremamente sincretico e

variegato di religioni , attribuendole caratteristiche simili a quelle

delle religioni monoteistiche (ebraismo, cristianesimo e islamismo).

Dato che l'azione dei brahmani non era guidata da un'autorità

religiosa centrale, il loro sforzo d'integrazione delle varie tradizioni

locali nel brahmanesimo ha dato luogo a fenomeni religiosi diversi

da regione a regione.

10

Page 11: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

La Trimūrti si manifesta nelle forma di tre importanti Deva archetipi:

• Brahma è il Creatore

• Vishnu è il Conservatore

• Shiva è il Distruttore

La stessa Trimurti è spesso concepita come un'unica divinità e

rappresentata artisticamente con tre teste in un solo corpo

(sanscrito: trishiras, "triplice testa").

Queste figure Divine possono essere considerati aspetti differenti

riconducibili allo stesso e unico Dio (detto anche Īśvara o Saguna

Brahman), aspetto simile alla Trinità della religione cristiana o alle

triadi di molte divinità indoeuropee (Odino, Thor e Freyr; Giove,

Nettuno e Plutone, etc.)

In alcune forme narrative locali minori, ma non considerate dalla

maggioranza degli indù, essi sono nati dall'uovo primordiale

deposto da Ammavaru all'inizio dei tempi. Dal punto di vista storico,

la Trimurti è successiva alla trinità di dei vedici Agni, Vâyu et Sûrya,

tre aspetti del fuoco del sacrificio.

11

Page 12: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

La Trimurti può anche associata, anche con differenti interpretazioni

tra tradizione e tradizione, ad altri concetti ed aspetti filosofici

induisti.

Per quel che riguarda i guna (le tre qualità costitutive della Natura),

ad esempio, Brahma è associato a quello dinamico-creativo (Rajas

Guna), Vishnu al sattvico (Sattva Guna) e Shiva allo statico-

distruttivo (Tamas Guna). La Terra, creatrice della vita, è

rappresentata da Brahma; l'acqua, che mantiene la vita, è Vishnu,

ed il fuoco che trasforma e distrugge è Shiva.

Nell'India del sud, dove sono maggiormente diffusi gli shiivaiti,

adoratori di Shiva quale divinità suprema, si crede che Shiva incarni

in sé il triplice principio dell'intera trimurti ed artisticamente ciò viene

reso mostrando Shiva in preminenza e Vishnu e Brahma che

escono rispettivamente dal suo fianco sinistro e destro.

Il culto di Shiva è associato al culto del sole e al principio maschile

(lingam), e quindi può essere associato al analoghe divinità di altri

pantheon, come Osiride. Al dio che rappresenta il

maschile/sole/cielo viene spesso associata una divinità

femminile/luna/terra: così abbiamo Parvati-Shakti.

Questa unione di due principi si ritrova addirittura nella parola

Hatha, che indica l’unione tra Ha (sole) e Tha (luna), e in senso più

ampio il superamento di ogni dicotomia.

12

Page 13: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

La particolarità della mitologia indù risiede nel pragmatismo di

questa trinità.

Questi tre aspetti dell'eternità influiscono direttamente sul destino

dell'uomo, manifestandosi nella dimensione temporale.

I principali racconti epici sono il Ramayana, il Mahabharata e i

Purana. Questi testi hanno una grande influenza sulla cultura

indiana, raccontano la storia degli dei, servendo da parabola e da

fonte di devozione per gli induisti.

Shiva

In molti dei tesi classici, come la Bhagavadgita, è Vishnu, o Krishna,

o soprattutto Shiva che impartisce gli insegnamenti dello Yoga.

Il dio Shiva può anche essere visto come una sintesi di elementi

pre-ariani nell’ambito della sfera religiosa indù.

Le ipotesi di un'origine pre-aria delle tecniche e delle dottrine che

vanno sotto il nome di yoga ruotano attorno a un discusso reperto

archeologico: si tratta di un "sigillo" rinvenuto negli scavi di Mohenjo

Darò (oggi in Pakistan), uno dei siti principali della Civiltà della valle

dell'Indo (III millennio a.C.), da John Henry Mackay.

13

Page 14: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

Tale sigillo, che, nella numerazione data dallo stesso Mackay, reca

il numero 420, rappresenta una figura umana forse tricefala in

posizione assisa su uno sgabello "né troppo alto né troppo basso"

(Bhagavadgita 6,11c), la testa ornata da un copricapo con due

corna; la figura è circondata da animali, e precisamente un elefante,

una tigre, un bufalo, un rinoceronte e un'antilope, ed è assisa in una

postura yoga che è stata diversamente definita e che mi sembra

simile a quella "classica" di bhadrasana, una posizione non a caso

collegata all’energia della fecondità.

Sir John Marshall, che fu uno dei primi a studiare questo reperto,

ravvisò nella figura un prototipo preistorico di Shiva, fondando la

sua ipotesi su due epiteti di questo Dio che lo descrivono come

"signore degli yogi" (Yogindra, Yogishvara) e "signore degli animali"

(Pashupati).

14

Page 15: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

L'identificazione della figura con una sorta di proto - Shiva, tuttavia,

non è del tutto sicura.

Il mito più diffuso sull’origine dello yoga vede comunque Shiva

come protagonista.

Il dio Shiva, vicino alla riva del mare, insegnava alla moglie, la dea

Parvati, i misteri e le pratiche dello yoga. Ma c’è qualcuno che di

nascosto continua a seguire la spiegazione con grande interesse: è

un pesce, che, concentrato e immobile, impara lo yoga direttamente

dalle labbra di Shiva. Più tardi esploreremo il mito di matsyendra.

Shiva è il Signore di tutti gli yogi, l'asceta perfetto, simbolo del

dominio sui sensi e sulla mente, eternamente immerso nella

beatitudine (Ananda) e nel Samadhi. È il signore dell'elevazione

che dona ai devoti la forza necessaria per perseverare nella propria

disciplina spirituale (sadhana), e nel proprio percorso ascetico; è il

protettore degli eremiti, degli asceti, degli yogi solitari, dei Sadhu, di

tutti quegli aspiranti spirituali che – con lo scopo di indagare sulla

Verità e conseguire così la liberazione, o Moksha – hanno scelto

come stile di vita la rinuncia all'individualità, al mondo, alla sua

ricchezza e ai suoi piaceri.

In questa forma prende i nomi di Yogishvara ("Signore degli Yogi"),

Sadashiva ("Shiva l'eterno") e Parashiva ("Shiva supremo"), poiché

15

Page 16: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

essa è da molti considerata la sua forma ultima. Numerose

raffigurazioni lo ritraggono in questo particolare aspetto:

perfettamente calmo e concentrato, raccolto in sé stesso e immerso

nella meditazione (Dhyana), gli occhi socchiusi, con la schiena

eretta, seduto nella posizione del loto, in eterna estasi e

contemplazione della Realtà ultima.

Shiva Yogishivara è dunque per eccellenza il Deva della

meditazione e dell'ascesi mistica, perfetto, eternamente immobile,

eternamente beato, eternamente cosciente di sé, il simbolo stesso

della trascendenza e dell'Assoluto. Questo è sicuramente uno degli

aspetti che hanno reso Shiva una delle icone più popolari, diffuse e

adorate all'interno dell'Induismo.

Ma Shiva è anche chiamato Nataraja, il Signore della Danza, la cui

danza cosmica, detta Tandava, è ciò tramite cui l'universo viene

manifestato, preservato e infine riassorbito. Essa è simbolo

dell'eterno mutamento della natura, dell'universo manifesto, che

attraverso una danza scatenata Shiva equilibra con armonia,

determinando la nascita, il moto e la morte di un numero infinito di

corpi celesti.

Il luogo in cui questa danza si compie viene chiamato

Chidambaram: contemplando macrocosmo e microcosmo come

un'unica realtà, il centro della danza universale di Shiva viene

definito essere il cuore (fisico e spirituale) dell'uomo. In questo

senso il suono dei tamburi (simbolo dell'OM, quindi della

16

Page 17: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

creazione), che Shiva produce ballando, viene identificato con il

battito del cuore, che determina la vita. In questa visione,

l'identificazione tra macrocosmo e microcosmo evidenzia la

medesima natura dell'individuale e dell'Universale.

Una delle forma in cui incontriamo Shiva nella pratica delle Asana è

quindi Shiva Nataraja, Signore della danza.

Qui il dio, dopo la distruzione dell’Universo, si risveglia e danza per

trasmettere onde di energia cosmica alla materia inerte. La danza

di Shiva rappresenta la continua creazione e distruzione, indicando

che la morte è in perfetto equilibrio con la vita, e non antitetica ad

essa.

In piedi, inspirando, sollevare contemporaneamente il braccio

destro in avanti ed il sinistro e la gamba sinistra all’indietro; afferrare

il collo del piede ed espirando inclinare il busto in avanti inarcando

leggermente la schiena, sfruttando la spinta del ginocchio sinistro 17

Page 18: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

che sale verso l’alto. Equilibrare la forza tra le due braccia per

mantenere l’arco della schiena. Sciogliere e ripetere sull’altro lato.

Data la sua forza ed apertura, è adatta alle persone introverse e

che non riescono ad avere un buon rapporto con gli altri.

La danza è qui anche una forma di meditazione, che amplifica la

personalità del danzatore conducendolo verso l’esperienza del

divino e la realizzazione della propria natura. La danza è anche un

atto creativo, che risveglia le energie latenti, radunando e liberando

le forze che sono in grado di plasmare il mondo.

Shiva e la sua consorte

Si narra nei Purana che Shakti fosse figlia di Daksha, signore

dell'arte rituale, e che desiderasse sposarsi con Shiva. Il padre non

era favorevole al matrimonio di sua figlia con Shiva, che

considerava un personaggio bizzarro, ma alla fine acconsentì.

Un giorno Daksha decise di offrire una cerimonia sacrificale (Yajña),

alla quale furono invitati tutti gli dèi tranne Shiva stesso. Solo Shakti

ebbe il coraggio di recarsi presso Daksha a protestare, e

quest'ultimo come risposta iniziò ad insultare sia lei che il marito.

Sconvolta e disonorata dalle parole del padre, Shakti decise di 18

Page 19: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

commettere il suicidio sedendo in posizione yogica e dandosi fuoco

con la sua stessa energia interiore. Shiva, appresa la notizia della

morte di Shakti, si infuriò. Si staccò una treccia di capelli e

gettandola a terra generò Virabhadra, il guerriero invincibile.

Virabhadra irruppe sulla scena del sacrificio e decapitò Daksha,

gettando poi la sua testa nel fuoco sacrificale. Gli altri Deva presenti

al sacrificio pregarono Shiva di avere pietà, e di restituire la vita a

Daksha. Egli acconsentì e lo resuscitò; però, essendo la sua testa

distrutta nel fuoco, Shiva la sostituì con quella della capra

sacrificale.

Secondo altri miti (Shiva Purana, Ramcharitmana, e altri), Shakti

rinacque in seguito come Parvati da Himavan, signore

dell'Himalaya.

Parvata è una delle parole sanscrite per "montagna"; "Parvati" si

può tradurre quindi come "Figlia della montagna" e si riferisce alla

sua nascita da Himavan, per l'appunto il Signore/Sovrano delle

Montagne. I genitori di Parvati sono infatti Himavat, la

personificazione delle cime dell'Himalaya, e l'apsara (uno spirito

femminile delle nubi e delle acque) Menā.

Parvati, inoltre è considerata come la madre del dio dalla testa

d'elefante: Ganesh o Ganesha.

Nello Shaktismo si adora la dea shakti che è un'emanazione della

forza infinita del dio Shiva; una delle sue forme più importanti è

Kundalini che in oriente prende il nome di Kundalini-Shakti. 19

Page 20: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

Shakti e Shiva sono un tutt' uno e per questo motivo gli yogi

cercano di attivare Kundalini che risiede nel primo Chakra per

portarla fino al settimo Chakra dove risiede Shiva. Quando la forza

di Kundalini-Shakti si unisce con lui nel Chakra della corona ci si

trova in uno stato dove il tutto viene percepito come uno e come

un'emanazione di Dio, si è in beatitudine eterna, si sviluppano

poteri spirituali (siddhi) e si è in perfetta unione e comunione con

l’Assoluto trascendendo il cosmo, la mente, lo spazio e il tempo.

Nello Shaktismo quindi viene adorata la parte della forza di Shiva

che è di natura femminile. La Shakti è energia femminile che crea,

conserva e distrugge l' universo materiale e con la sua forza crea il

velo di Maya, invece Shiva è il Divino Nulla la cui forma è OM.

Anche nella forma di Parvati l'aspetto femminile e materno di Dio si

manifesta in aspetti differenti. In pratica, se Shiva rappresenta

l'aspetto personale di Dio (Ishvara), immanifesto e trascendentale,

Parvati è l'energia divina (Shakti) che da lui scaturisce, generando

gli universi materiali e determinandone la trasformazione.

In termini metafisici, Shiva può considerarsi la causa materiale ed

efficiente della creazione, la quale è strettamente correlata a prakrti

(la natura materiale, che è la stessa Shakti) che è la causa

efficiente secondaria. Ciò può essere paragonato alla relazione che

esiste tra un vasaio e la sua argilla: è l’azione del vasaio, la sua

energia, che modella la creta. Spirito e Natura, Shiva e Shakti,

20

Page 21: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

maschile e femminile, sono inseparabili poiché entrambi sono

necessari al gioco duale della manifestazione.

Tuttavia, Shiva non è visto soltanto come l'uomo cosmico

contrapposto alla sua parte femminile; una visione più universale e

metafisica vuole che la natura di Shiva sia così profonda e

ancestrale da racchiudere in sé al tempo stesso l'aspetto divino

maschile e quello divino femminile. Quando questo concetto viene

rappresentato nell'arte sacra, Shiva assume le sembianze di un

essere ermafrodita, per metà Shiva e per metà Shakti, e viene

chiamato Ardhanarishvara. Il significato simbolico è quello della

complementarità (e, quindi, della sostanziale unità) dei due opposti,

un concetto molto simile a quello di Yin e Yang della filosofia

taoista: spirito e materia, intelligenza ed energia, conoscenza ed

azione, staticità e dinamismo, sono due metà perfette e

complementari di un Tutto cosmico, la Creazione stessa,

rappresentato appunto da Shiva nella sua forma androgina.

Una riprova di questa complementarità consiste nel paragonare il

modo in cui Shiva e Parvati sono raffigurati: il primo è un eremita,

trasandato, con i capelli arruffati ed il corpo cosparso di cenere,

vestito con pelli di animali; la consorte invece indossa abiti raffinati,

è delicata e adornata con gioielli di ogni tipo. Essi si fanno simboli

rispettivamente della rinuncia e dell'abbondanza, dell'abbandono

del mondo e della prosperità, della povertà e della ricchezza: gli

opposti rappresentano l'onnipervadenza divina, che proprio in virtù

21

Page 22: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

della sua immanenza può manifestarsi in qualunque forma,

maschile, femminile o androgina. Shiva rappresenta l'immanifesto,

Shakti il manifesto; Shiva il sole e la sua nadi, Shakti la luna e la

sua nadi; Shiva il senza forma, Shakti la forma; Shiva la coscienza,

Shakti l'energia.

La radice di Shakti è in Shiva: l'uno è il principio dell'immutabilità,

l'altra del cambiamento; Shakti è cambiamento interno

all'immutabilità, mentre Shiva è il substrato immutabile che

costituisce la base del cambiamento, la sua radice.

L'esperienza di unità integrale tra l'immutabile e il mutevole

rappresenta la dissoluzione della dualità. In questo senso si può

affermare che Shiva e Shakti concorrano alla medesima realtà, che

siano la medesima realtà, e che quindi la forma ultima di Shiva

(nonostante egli sia usualmente ritratto con sembianze maschili) sia

di tipo femminile e maschile al tempo stesso, ovvero li comprenda

trascendendoli entrambi.

Possiamo considerare Trikonasana come la posizione dedicata alla

coppia divina, Shiva e Shakti.

In piedi, da Tadasana, espirando divaricare le gambe tenendo i

piedi paralleli. Inspirando, estendere le braccia all’altezza delle

spalle e ruotare la gamba destra fino ad avere il piede con la punta

rivolta verso il lato. Espirando, allungarsi con il busto verso la

22

Page 23: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

gamba ruotata, fino ad toccare con la mano destra la caviglia od il

piede. Nella variante classica, il braccio sinistro è esteso verso il

cielo ed il capo ruotato a guardarne il palmo della mano. Ripetere la

posizione sull’altro lato.

I due triangoli sovrapposti rappresentano, nella tradizione induista,

l’equilibrio tra l’energia maschile e quella femminile. Il triangolo con

la punta verso l’alto è il simbolo di Shiva, del maschile, del fuoco

che sale verso il cielo, e indica il cammino dal molteplice verso

l’uno.

Il triangolo con la punta verso il basso è il simbolo di Shakti, della

potenza femminile, e indica il percorso all’uno al molteplice. E’un

Asana propizio per le persone fragili, di corpo e di mente, e a chi

deve abbracciare la propria parte maschile o femminile rimasta in

ombra.

Il triangolo rappresenta anche l’unione di corpo, mente e spirito. La

posizione del triangolo mette inoltre l’accento sull’interconnessione

tra corpo ed ambiente, attraverso dipendenza, interdipendenza ed

23

Page 24: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

interazione. Il triangolo è una figura capace di resistere alla

pressione; consente quindi di chiederci in quale misura anche noi

riusciamo a resistervi.

Dee del femminile.

Il principio femminile presente in tutto l’esistente si manifesta a noi

attraverso diverse Dee. La femminilità è tradizionalmente associata

alla fecondità, alla natura e alla terra, e quindi, in termini di fisiologia

yoga, al primo e secondo chakra. Le Asana relative alla dee si

concentrano quindi, generalmente, sulla zona del bacino e sul

radicamento con la terra, come elemento ma anche come Bhumi,

mondo terrestre. E’ importante ricordare, soprattutto nei loro

attributi, che in realtà tutte le divinità del pantheon induista sono

manifestazioni di un unico Assoluto, che però può essere da noi

percepito non nella sua interezza, ma appunto nelle sue molteplici

forme. Per questo, molte delle Dee sono strettamente collegate tra

loro, attraverso gli attributi ed epiteti.

Durga è "colei che difficilmente si può avvicinare". È una forma di

Devi, la Madre Divina, che assume appunto anche molte altre

forme, tra cui Sarasvati, Parvati, Lakshmi, Kali. È raffigurata come

una donna che cavalca una tigre, con numerose braccia mani che

impugnano diversi tipi di armi ed eseguono dei mudra. Questa

forma della Dea è anch’essa l'incarnazione dell'energia creativa

24

Page 25: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

femminile (Shakti). Di carattere ambivalente, ha in sé entrambi i

poteri di creazione e distruzione.

La forma di Durga fu creata come dea guerriera per combattere e

distruggere il demone Mahishasura.

Mahishashura sconfisse tutti gli dèi compresa la Trimurti stessa.

Scatenò un regno di terrore sulla terra, in cielo e negli inferi. Infine,

dal momento che solo una donna avrebbe potuto ucciderlo, gli dèi e

la triade crearono un abbagliante raggio di energia dal quale

nacque Durga.

L’associazione, anche qui, alla parola Shakti nel significato di

"forza" riflette l'aspetto guerriero della dea, incarnando un ruolo

altrimenti tradizionalmente maschile. Ma è anche notevolmente

bella e inizialmente Mahishasura tentò di sposarla. In altre sue

incarnazioni come Annapurna o Parvati appare più materna, e

come Karunamayi (karuna, "gentilezza") è più dolce.

Per praticare Durga Asana, In piedi, a gambe divaricate come la

misura della spalle. Inspirando, sollevare le braccia lateralmente

stringendo i pugni, espirando, piegare i gomiti portando il sinistro

vicino alla spalla destra e il destro davanti a questo;

contemporaneamente flettere le ginocchia e, scaricando il peso a

destra, portare il ginocchio sinistro dietro al destro. Sollevare la

gamba sinistra, che va in fuori verso destra. Questa forma ci mette

in contatto con la forza di questa grande Dea. Aumenta il nostro

25

Page 26: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

equilibrio psicofisico risultando propizio per persone depresse,

paurose, senza fiducia in se stesse.

Esiste anche una Asana relativa a Durga come Bhadra. Bhadra

significa di buon auspicio, propizio, gentile.

Bhadra è un epiteto riferito a Durga, la dea della fertilità e della

natura, ma anche l'inaccessibile e la terrificante. La natura può

manifestarsi infatti tanto in forma benevola quanto in aspetto

malefico.

Seduti a terra piegando le ginocchia,

unire le piante dei piedi. Afferrando i piedi

con le mani, portare i talloni vicini al

perineo e far scendere le ginocchia verso

il suolo. Mantenere il busto ben diritto, le

braccia distese, il respiro calmo e

regolare.Va bene per persone con mentalità un po' rigida, che non

riescono a vivere bene la sessualità.

Sarasvati (dal sanscrito "colei che scorre") è una delle tre grandi

dee dell'induismo, insieme a Lakshmi e Durga, ed è la consorte di

Brahma, il Creatore.

Sarasvatī è venerata sin dall'epoca vedica come dea della 26

Page 27: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

conoscenza e delle arti, come letteratura, musica, pittura e poesia,

ma anche della verità, del perdono, delle guarigioni e delle nascite;

è spesso menzionata nel RigVeda e nei Purana come divinità

fluviale.

Nei Vedānta viene invece citata come energia femminile e aspetto

di Brahman (L’Assoluto), in particolare come personificazione della

sua conoscenza. I fedeli che seguono l'insegnamento dei Vedānta

credono che solo attraverso l'acquisizione della conoscenza è

possibile intraprendere il cammino che porta al moksha, liberazione

dal Samsara, e quindi solo pregando Sarasvati concedere la vera

conoscenza è possibile raggiungere l'illuminazione necessaria per il

moksha.

Per al sua Asana, ci sediamo a terra, con le gambe distese in

avanti. Incliniamo il busto all’indietro, sostenendoci sui gomiti ed

avambracci. Pieghiamo la gamba destra, portandone il piede su

quello sinistro. Espirando, solleviamo entrambe le gambe.

E’ una posizione adatta a alle persone che sentono la necessità di

riempirsi, ad esempio di cibo e di parole.

Nell'induismo, Lakshmi è la devi dell'abbondanza, della luce, della

saggezza e del destino, ma anche (secondariamente) fortuna,

bellezza e fertilità. È comunemente considerata consorte (Shakti) di

Vishnu, e madre con lui di Kama, deva dell'amore.

27

Page 28: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

Come divinità della ricchezza è venerata da coloro che vogliono

guadagnare o mantenere i propri guadagni; si crede che Lakshmi (e

quindi la ricchezza) visiti solo case pulite e abitate da gente che

lavora, mentre si tiene lontana dalla sporcizia e dai pigri.

La dea Lakshmi è incorrettamente identificata col denaro, in

conseguenza del suo attributo principale, la prosperità o

abbondanza. È inoltre dea anche della purezza e della santità, oltre

che del Brahma-vidya (conoscenza divina); è a lei che ci si rivolge

per chiedere felicità in famiglia, amici, matrimonio, bambini, cibo e

ricchezza, bellezza e salute. Fisicamente, la dea Lakshmi è

generalmente rappresentata come una bella donna, con quattro

braccia, seduta su un loto, vestita con vesti preziose e gioielli; ha un

atteggiamento benevolo, è giovane ed ha un aspetto materno.

Il particolare più evidente dell'iconografia di Lakshmi è la sua

costante associazione al fiore di loto; questo perché tale pianta, che

nasce dal fango ma fiorisce sulla superficie dell'acqua, senza che il

fiore porti traccia alcune del fango, è simbolo di purezza, forza

spirituale, perfezione e autorità. Inoltre, la posizione seduta su un

loto è un elemento ricorrente dell'iconografia di molte altre divinità

dell'induismo e buddhiste, ed indica che l'essere in questione

trascende le limitazioni del mondo (il "fango" dell'esistenza) per

muoversi liberamente in una sfera di purezza e spiritualità (come il

loto sulla superficie dell'acqua).

Il veicolo di Lakshmi è il gufo (ulooka in sanscrito).

28

Page 29: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

Per la sua Asana, dalla posizione eretta, con i piedi e le ginocchia

uniti, inspirando alziamo le braccia ed espirando flettiamo le

ginocchia, scendendo con il bacino a terra, senza sollevare i talloni

dal suolo.

E’ un’Asana adatta alle persone insicure.

Anche Kali rappresenta l'aspetto guerriero di Parvati. È conosciuta

anche come Devi (la dea) e Mahadevi (la grande dea) e assume

aspetti diversi: Sati (la donna virtuosa), Jaganmata (la madre del

mondo), ed è anch'essa Durga (l'inaccessibile).Nonostante sia

grossolanamente identificata come simbolo di oscurità e violenza, si

tratta di una deità benefica e terrifica al tempo stesso, dotata di

numerosi attributi dal profondo significato simbolico:

la carnagione scura rimanda alla dissoluzione di ogni individualità;

la nudità della dea rappresenta la caduta di ogni illusione;

il laccio con cui prende le teste per mozzarle rappresenta la

caducità di tutto ciò che esiste;

le quattro braccia reggono strumenti di distruzione e purificazione.

29

Page 30: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

Un’associazione simbolica che nelle mie ricerche ho trovato

particolarmente interessante, proprio nella sua potenza attuativa, è

quella della posizione Salamba Sarvangasana con la dea Sakini.

Sakini è la dea tutelare del chakra della gola, Vishuddha, e viene

rappresentata seduta su di un mucchietto di ossa, ad indicare che

ha il controllo del corpo intero e della sua parte più profonda.

L’osso appunto. Il chakra Vishuddha è infatti collegato alle funzioni

della ghiandola tiroide, influenza la crescita del cervello e del corpo

favorendo la forza delle ossa, nonché a quelle delle paratiroidi che

regolano la distribuzione del calcio e del fosforo. La posizione,

proprio per la sua azione sulla tiroide, è adatta alla persone

apatiche e lente.

30

Page 31: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

La natura guerriera e le sue armi.

Virahbhadra, potente eroe guerriero, nato da un capello di Shiva,

guidò il suo esercito per vendicare la morte di Shakti, sposa di

Shiva. Le sue gesta sono raccontate ne “La nascita del Dio della

Guerra”. A lui è dedicata questa potente asana, di natura maschile.

Manifestazione della forza virile e dell’ira di Shiva, la sua effige è

spesso utilizzata in funzione di guardiano all’ingresso dei templi.

In piedi, da Tadasana, inspirare e portare le braccia parallele

all’altezza delle spalle. Espirando compiere un salto, divaricando le

gambe di circa un metro, piedi paralleli. Espirando, girare di 90

gradi la gamba destra verso l’esterno, piegando il ginocchio destro

ad angolo retto, in modo che la coscia sia parallela al suolo ed il

ginocchio non superi la punta del piede. Il capo e lo sguardo sono

31

Page 32: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

rivolti verso destra, la tensione del corpo distribuita equamente sia

verso destra che sinistra, peso nel centro della gambe. Ripetere sul

lato sinistro.

Adatto a chi ha bisogno di forza e potere, ha anche un importante

significato simbolico, rappresentando la tensione tra passato e

futuro.

In un'altra variante, da Tadasana, inspirare e compiere un salto

aprendo le gambe di circa un metro, tenendo i piedi paralleli.

Ruotare la gamba destra di 90 gradi all’esterno,espirando ruotare

tutto il busto verso la gamba, girando un poco la gamba sinistra

all’interno. Inspirando, allungare il busto e le braccia verso l’alto ed

irrigidire la gamba sinistra. Espirando, piegare il ginocchio destro ad

angolo retto, in modo che il ginocchio non superi la punta del piede.

32

Page 33: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

Il capo è rivolto verso l’alto, gli occhi verso i palmi delle mani unite.

Ripetere sul lato sinistro.

Dona forza ed equilibrio a chi si sente debole e privo di potere.

Dhanus è l’arco, arma degli dei, dei re e dei nobili guerrieri.

Sempre associato ai grandi eroi, l’arco è segno di potere e di forza.

Analogamente alla mitologia occidentale, la posizione è anche

dedicata a Kama, colui che lancia le frecce d’amore, e alla sua

sposa Rati, dea della passione.

In questa Asana sono infatti ben presenti entrambi gli elementi,

fuoco ed acqua, legati rispettivamente al potere ed alle emozioni.

Nell’Induismo la sillaba mistica OM è l’arco, la mente la freccia, l’Io

Superiore (Brahman) il bersaglio.

E’ un simbolo collegato ad Arjuna, che si trovò innanzi tutti i suoi

amici e parenti, raffigurazione dei diversi aspetti della propria

personalità, che andavano superati affinché egli potesse progredire

spiritualmente.

In posizione prona, pieghiamo le ginocchia ed afferiamo con le mani

le caviglie. Solleviamo capo, spalle e petto e, aiutandoci con le

braccia, le gambe, in modo da tendere il corpo come un arco.33

Page 34: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

La posizione può essere eseguita anche con delle fasi preparatorie,

prima flettendo e poi inarcando una gamba e quindi un lato del

corpo alla volta.

La posizione ci ricorda che non è importante darsi continuamente

da fare, disperdersi, ma piuttosto avere un chiaro bersaglio. L’arco

è anche collegato all’arcobaleno, simbolo di ottimismo e del

collegamento tra cielo e terra. L’arciere è simbolo di intelligenza

attiva. E’ una posizione che ci fa confrontare con i nostri limiti, di

flessibilità e di forza, a partire dalla nostra spina dorsale sino ad

abbracciare tutto il nostro Essere. L’avvicinare i piedi alla testa nel

senso opposto a quello cui siamo abituati, ci pone anche in

relazione con la sensazione di vulnerabilità.

E' un'Asana particolarmente adatta alle persone che devono

eliminare impurità dal corpo e dalla mente.

34

Page 35: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

Vajra è il fulmine, arma di Indra, re dei cieli. Indica anche il

diamante, che si riteneva essere della stessa materia. Tutto ciò

rende la posizione, oltre che forte, anche carica di una energia

adamantina che possiamo sentire durante l'esecuzione.

Personalmente, quando la eseguo avverto una diminuzione della

sensazione di fragilità emotiva.

In alcune scuole viene chiamata Virasana che deriva dal sanscrito

"vira" che significa "eroe, uomo, capo".

Inginocchiati a terra, teniamo le ginocchia vicine ed apriamo i piedi

quel che basta affinché il bacino posi a terra, talloni accanto al

bacino. Le mani possono restare poggiate sulle cosce, oppure in

grembo una dentro l'altra, oppure stendiamo le braccia in alto con le

dita intrecciate e i palmi rivolti verso l'alto. Se la posizione completa

riuscisse difficile, spesso a causa di problemi alle ginocchia,

possiamo tenere il bacino poggiato sui piedi sovrapposti, ed

allontanarli man mano che ci sentiamo più comodi (maggiore

elasticità alle ginocchia ed allungamento dei quadricipiti), magari 35

Page 36: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

sostenendoci con le mani accanto alla gambe, così da togliere un

po' del peso del corpo dalle gambe.

E’ un’Asana adatta alle persone agitate ed insicure.

Matsyendra e la saggezza.

Quando Shiva, mentre insegnava i segreti dello Yoga a Parvati, si

accorge della presenza di un pesce, lo spruzza d’acqua e, in una

versione del mito, il pesce assume sembianza divina, diventando

Matsyendra, il Signore dei Pesci (matsya = «pesce», Indra =

«signore»).

Con questa trasformazione da pesce a yogi, Matsyendra diventa il

depositario e il messaggero della disciplina, il guru dei guru, il

maestro da cui parte l’ininterrotta catena di maestri che avrà il

compito di trasmettere lo hatha-yoga nei secoli a venire.

I miti e le leggende che raccontano di Matsyendra sono

innumerevoli, ampiamente distribuiti nel tempo e nello spazio, ma è

proprio attraverso la leggenda dello yoga che la tradizione antica

conferisce un’importanza particolare alla figura di questo maestro.

36

Page 37: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

Matsyendra è colui che ha ricevuto gli insegnamenti sullo yoga

direttamente dalla bocca della divinità, il primo yogi che sia mai

esistito e che ha iniziato la diffusione dello yoga nel mondo.

Matsyendra è il maestro che ha saputo trasmettere fedelmente un

cammino di salvezza spirituale, che offre all’uomo la possibilità di

spezzare le catene dell’inesorabile ciclo di nascite e di rinascite, e

di liberarsi dalla sofferenza. Matsyendra è il guru dei guru che

attraverso la sua esperienza di trasformazione ha potuto

trascendere la condizione umana e diventare tutt’uno con il divino.

Nella tradizione indiana mito e storia si fondono continuamente e

tentare di distinguerli è spesso impossibile. La figura di Matsyendra

è in parte leggendaria e le notizie storiche veramente attendibili

sono scarse e spesso contrastanti fra di loro. Autorevoli studiosi

ritengono comunque che un maestro di nome Matsyendra, o

Matsyendranâtha, sia effettivamente esistito nel lontano passato

dell’India e lo collocano intorno all’XI secolo d.C. nella parte nord-

occidentale del continente.

Matsyendra non è solo il primo yogi che sia mai esistito, colui che

ha imparato la dottrina direttamente da Shiva, ma è anche il primo

guru, che, come racconta un’altra leggenda, ha avuto per discepolo

Goraksha, uno dei fondatori dell’Hatha yoga. E tra le 8400000

posizioni esposte da Shiva, Matsyendra ne sceglie una e la lega al

suo nome, segno dell’importanza di questa Asana.

37

Page 38: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

Ci sediamo con le gambe distese davanti al corpo. Pieghiamo la

gamba destra e poniamo la pianta del piede destro sul pavimento

sul lato esterno del ginocchio sinistro. Pieghiamo la gamba sinistra

e portiamo il piede vicino al fianco destro. Il bordo esterno del piede

deve essere in contatto con il pavimento. Giriamo tutto il tronco e la

testa verso destra, mentre passiamo il braccio sinistro oltre il

ginocchio destro, fino ad afferrare la caviglia destra. Guardiamo

oltre la spalla destra. Possiamo poggiare la mano destra sul

pavimento vicino al bacino, o piegare il gomito destro e passare il

braccio intorno alla vita. Ripetiamo dall’altro lato. Per preparare la

posizione completa, si può praticare lasciando estesa una gamba,

accavallando o no quella piegata, e abbracciando il ginocchio

piegato.

La posizione è impegnativa, e ci pone innanzi a domande relative

alla flessibilità e alla forza, a partire dalla spina dorsale sino a tutto il

nostro essere. Una persona troppo rigida o contorta può sentirsi

38

Page 39: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

immobilizzata nei confronti degli eventi dell’esistenza, mentre una

eccessiva flessibilità può indurre ad essere manipolati. La torsione

può essere concepita come una spirale, diretta tanto verso l’alto

quanto verso il basso, con tutti i significati che la discesa verso la

materia o l’ascesa verso lo spirito comporta.

Tradizionalmente, l’energia in questa Asana viene liberata verso

l’alto, per dirigerla verso fini spirituali (negli antichi testi è scritto che

conduce verso moksha, la liberazione)

E’ un’Asana adatta alle persone volubili ed emotive.

Nello yoga le torsioni spinali portano spesso il nome di uno Sri,

venerabile saggio, poiché indicano, a livello simbolico, la capacità di

muoversi in ogni direzione, pur rimanendo in un punto centrato.

Altre posizioni di torsione ci ricordano simbolicamente uno dei

grandi saggi, in particolare Bharadvaja e Marici, ognuno con le

rispettive Asana.

39

Page 40: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

Ganesha, la testa di elefante. Dalle divinità agli animali.

Ganesha ,figlio primogenito di Shiva e Parvati, viene raffigurato

con una testa di elefante provvista di una sola zanna, ventre

pronunciato e quattro braccia, mentre cavalca o viene servito da un

topo. Spesso è rappresentato seduto, con una gamba sollevata da

terra e ripiegata sull'altra, in una posizione di asana . Tipicamente, il

suo nome è preceduto dal titolo di rispetto induista, Shri. E'una delle

divinità più venerate, e apre questo capitolo, in seguito dedicato

solo agli animali, a causa dei suoi attributi divini in forma di elefante.

Ga sta per Intelligenza (Buddhi), Na per Saggezza (Vijtlana), Pathi

per Maestro. Ganapathi, pertanto, è il Maestro della Conoscenza,

dell'Intelligenza e della Saggezza. Un altro nome a Lui attribuito è

Vighneswara, poiché egli rimuove tutti gli ostacoli che potrebbero

intralciare l'azione dei devoti che lo pregano con sincerità. È anche

chiamato Ganapathi per indicare che egli è il Condottiero (Pathi)

degli Esseri Celesti (Gana).È raffigurato con la testa di elefante

perché un animale dotato di profonda intelligenza. Esso ha, inoltre,

grandi orecchie che gli permettono di sentire ogni minimo rumore.

Ascoltare è il primo passo da intraprendere nel sentiero della

pratica spirituale e, per fare ciò, bisogna tenere le orecchie ben

40

Page 41: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

aperte. Il topolino è il suo veicolo. Il topolino è simbolo del buio

dell'ignoranza, mentre Ganesha rappresenta il fulgore della

Saggezza che dissipa le tenebre dell'ignoranza.

E’ il protettore dei villaggi, dei viandanti, degli studenti, ed è colui a

cui ci si rivolge quando si intraprende un’iniziativa od un viaggio.

La sua è un’Asana di equilibrio, con una gamba a terra mentre il

corpo forma una linea dritta, parallela al suolo, dalla testa all’altra

gamba sollevata. Le braccia sono conserte dietro la schiena.

Simbolicamente, è un’Asana benefica per le persone con la

memoria fragile e difficoltà di apprendimento.

Spostandoci verso le Asana più direttamente connesse con il

mondo animale, è importante ricordare che esse furono praticate

dai primi yogi perché essi avevano osservato la perfetta salute e

vitalità degli animali e, imitandone simbolicamente la forma, potersi

connettere a tale energia. Le Asana rappresentano qui uno dei

Loka, cioè quello animale, mentre ad esempio, l’Asana di Ganesha

rappresenta il loka divino.

Un animale mitico che ha dato il nome ad un asana è Garuda,

un’aquila o avvoltoio dalle possenti ali, cavalcatura di Vishnu.

Strettamente collegato al sole, che con i suoi raggi consuma ogni

cosa, è anche tradizionalmente l’uccisore dei serpenti , e nella 41

Page 42: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

tradizione popolare neutralizza il veleno. Raffigura quindi il conflitto

tra intelletto e materia, ovvero l’aquila che si libra al di sopra della

terra e delle tentazioni del serpente. E’ un grande simbolo di forza,

equilibrio e concentrazione. La sua è, infatti, un’Asana di equilibrio

fortemente radicata.

Una gamba è a terra, l’altra accavallata sull’altra in modo che il

piedi passi dietro al polpaccio. Le braccia sono incrociate, con i

gomiti sovrapposti ed anche i polsi incrociati, sino a giungere anche

i palmi delle mani.

Quando eseguiamo l’Asana, possiamo ricorrere al simbolismo

mitologico per espandere la nostra visuale e la nostra conoscenza.

E’ una posizione in cui è difficile mantenere l’equilibrio, trovandosi

un po’ annodati. Quando si riesce a mantenere, però, si ottiene una

concentrazione paragonabile alla visuale dell’aquila.

E’ un’Asana adatta alle persone indifese, con carattere debole.

42

Page 43: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

Collegandoci a Shiva, ci ricorderemo il mito del pesce che

osservava il Dio mentre impartiva gli insegnamenti dello Yoga a

Parvati.

Matsya è il pesce, simbolo di crescita e riproduzione. E’ la prima

delle dieci reincarnazioni (avatara) del dio Vishnu. Sotto forma di

pesce, Vishnu salvò Manu Satyavrata (un equivalente del Noè

biblico) dal grande diluvio, ordinandogli di mettere in salvo su una

barca una coppia di ogni specie vivente ed i semi di ogni pianta.

Il pesce è anche legato a Shiva, poiché uno di essi uscì dall’acqua

per osservare meglio il dio che insegnava i segreti dello yoga alla

sua sposa Parvati. Man mano che progrediva nel suo

apprendimento, il pesce si evolveva sempre di più. Il mito si

ricollega qui al saggio Mastyendra, il cui nome ci rimanda a questa

leggenda.

Possiamo prepararci dalla posizione supina poggiandoci sugli

avambracci, gomiti puntati e parte superiore delle braccia

perpendicolare al suolo, e abbandonando il capo all’indietro. Per la

posizione completa, partiamo completamente distesi sulla schiena,

spingiamo in alto il petto inarcando il tratto cervicale sino a poggiare

al suolo la sommità del capo. I gomiti spingono a terra per

sostenere l’arco del busto, con le mani poggiate sulla piega

43

Page 44: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

dell’inguine. Le varianti della posizione possono essere eseguite da

Vajrasana e da Padmasana; in quest’ultimo caso le mani

afferreranno i piedi o gli alluci.

E’ una posizione simbolicamente legata all’acqua, legata ad

inconscio ed emozioni, dove per nuotare dobbiamo unire la grazia

alla potenza, richiedendoci quindi flessibilità in un senso ampio.

Inoltre ci porta a sollevare il cuore verso l’alto. Il pesce simboleggia

la ricerca nelle profondità dell’inconscio, dove ci può illuminare

l’introspezione e l’ispirazione che viene, appunto, dal cuore.

Permettere al cuore di espandersi favorisce il rilassamento e dà un

profondo senso di sollievo.

E' un'Asana adatta alle persone facilmente eccitabili, conferendo

forza attraverso la flessibilità.

44

Page 45: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

Un altro grande simbolo del Loka animale, sempre collegato a

Shiva, è il cobra, con la sua Asana, Bujangasana.

Il serpente è simbolo di fertilità, nascita e morte, saggezza e

tentazione. Anche l’energia della kundalini è rappresentata come un

serpente arrotolato che riposa nel primo chakra, Muladhara.

Bhujanga è la parola che indica il cobra, re di tutti i serpenti, il

grande naga simbolo di Shiva, patrono degli yogi, che lo porta al

collo, ai polsi ed alle caviglie, indicando lo scorrere del tempo.

Nella mitologia Hindu, il cobra è anche associato a Brahma (il

principio creativo) e a Vinsu (la preservazione della vita), che

protegge allargando la testa ad ombrello. Il serpente è a contatto

con la terra, sale sugli alberi e si immerge nelle acque, incarnando

un grande simbolo di indagine nel profondo di se stessi e di

trasformazione, anche perché è un animale che cambia

letteralmente la propria pelle.

Stesi sull'addome, portiamo le mani ai lati del petto, senza superare

con le dita la linea delle spalle. La fronte e la punta del naso

toccano il suolo. Inspirando, solleviamo dapprima il capo, poi

alziamo il busto stendendo le braccia, con i gomiti vicini al corpo.

Nella variante parziale, possiamo semplicemente appoggiarci sugli

avambracci, assumendo la posizione della sfinge. In una variante

più avanzata, divarichiamo le gambe di circa 50 centimetri girando

45

Page 46: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

le punte dei piedi all'esterno, ed espirando giriamo il capo e le

spalle prima da un lato e poi dall'altro.

In questa posizione ci sentiamo vicini al terreno ma percepiamo

comunque degli aspetti generalmente non familiari: allo stesso

tempo umiltà, paura di essere calpestati, e soprattutto il confronto

con il nostro potenziale latente, di cui spesso siamo inconsapevoli,

rappresentato dall’inarcamento che è un movimento che spesso ci

risulta inusuale.

Il serpente inoltre avanza strisciando sul ventre, cioè per mezzo

delle conoscenze che ha assimilato a livello viscerale.

46

Page 47: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

E' un'Asana adatta alle persone chiuse in uno schema, che non si

lasciano andare facilmente agli stati emozionali e che non sanno

vivere bene la propria sessualità.

Anche la mucca è presente nella mitologia indiana. Secondo le

Upanishad, l’Atman si è incarnato prima dell’uomo e nella donna,

che hanno dato origine ad un toro e ad una mucca. Surabhi è la

vacca dell’abbondanza, chiamata anche Kamadhenu, colei che

soddisfa ogni desiderio. La posizione dedicata a questo animale

sacro è Gomukhasana, posizione del muso di vacca.

Da seduti, pieghiamo la gamba destra sovrapponendo il ginocchio a

quello della gamba sinistra, anch’essa piegata. Inspirando, 47

Page 48: Asana, miti ed archetipi piscologici - Istituto Yoga Romaistitutoyoga.it/Asana, miti ed archetipi psicologici_Giordano... · genere umano, trasmesse in modo ereditario. Tali impostazioni

pieghiamo il braccio destro dietro la schiena, mentre il sinistro sale

in alto e si piega al gomito. Espirando, uniamo le mani dietro le

spalle. Ripetiamo dall’altro lato.

E’ una posizione che ci collega simbolicamente al sostentamento, al

nutrimento materiale e spirituale,al latte ed ai simboli di maternità.

Per eseguire questa posizione occorre forza e tranquillità. La

mucca è un animale forte ma anche simbolo di tranquillità e docilità.

I limiti imposti dall’Asana ci faranno confrontare con le nostre

debolezze e limitazioni.

E’ un’Asana adatta alle persone che si sentono a disagio nelle

situazioni nuove, richiamando la forza tranquilla della mucca.

OM SHANTI

48