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puntoeffe 45 L’ artroscopia diagnostica è un esame che permette di individuare le cause delle malattie delle articolazioni, ovvero le giunzioni situate tra due ossa che ne consentono i movimenti. Infatti, con l’artroscopia (parola che deriva dal greco e che significa “guardare dentro le articolazioni”) il chirurgo può osser- vare all’interno delle articolazioni e dia- gnosticare eventuali patologie. Tale esame viene effettuato in anestesia lo- cale o generale, dunque non è partico- PRIMOPIANO CHECK UP DI TERESA DI MARTINO DIPARTIMENTO DI CHIMICA FARMACEUTICA, FACOLTÀ DI FARMACIA, UNIVERSITÀ DI NAPOLI FEDERICO II Esami dell’apparato scheletrico Guardare all’interno di articolazioni e ossa si può, con una serie di tecniche diagnostiche in grado di mappare il distretto e di evidenziare la presenza di patologie, da rotture di legamenti a metastasi ossee >

Artroscopia Diagnostica,Scintigrafia Ossea

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puntoeffe 45

L’artroscopia diagnostica èun esame che permette diindividuare le cause delle

malattie delle articolazioni, ovvero legiunzioni situate tra due ossa che neconsentono i movimenti. Infatti, conl’artroscopia (parola che deriva dalgreco e che significa “guardare dentrole articolazioni”) il chirurgo può osser-vare all’interno delle articolazioni e dia-gnosticare eventuali patologie. Taleesame viene effettuato in anestesia lo-cale o generale, dunque non è partico-

P R I M O P I A N O C H E C K U P

DI TERESA DI MARTINO

DIPARTIMENTO DI CHIMICA FARMACEUTICA,FACOLTÀ DI FARMACIA,UNIVERSITÀ DI NAPOLI FEDERICO II

Esami dell’apparatoscheletricoGuardare all’interno di articolazioni e ossa si può,con una serie di tecniche diagnostiche in gradodi mappare il distretto e di evidenziare la presenza di patologie, da rotture di legamentia metastasi ossee

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larmente doloroso. Si pratica una pic-cola incisione (circa mezzo centime-tro) nella pelle e nella capsula (l’involu-cro che riveste l’articolazione) e si in-troduce un tubicino a fibre ottiche (en-doscopio) all’interno dello spazio del-l’articolazione, dopo che questo è statodisteso dall’iniezione di un liquido. Col-legando l’endoscopio a una telecame-ra miniaturizzata, il chirurgo è in gradodi trasmettere le immagini su un moni-tor in modo tale da visualizzare le strut-ture dell’articolazione e identificare lanatura delle lesioni. L’artroscopia dia-gnostica trova particolare impiego peril ginocchio e la spalla. Nel caso del gi-nocchio, questo esame permette alchirurgo ortopedico di avere una visio-ne diretta della cartilagine articolare,che si rivela particolarmente utile perl’individuazione di danni derivantidall’artrosi. Non bisogna dimenticare,inoltre, che l’artroscopia si presta an-che all’esecuzione di mini interventi al-l’interno del ginocchio, risolutivi ditraumi particolarmente frequenti neglisportivi, come la lesione del menisco.Nel caso della spalla, invece, si ricorreall’artroscopia diagnostica quando gliesami radiologici ordinari (radiografia,Tac e Rmn) non hanno consentito dieliminare la possibilità che il traumaabbia provocato danni a zone molto in-terne dell’articolazione.

SCINTIGRAFIA OSSEALa scintigrafia ossea è una delle meto-diche di imaging medico nucleare piùcomunemente utilizzate.Sfrutta la caratteristica di alcuni radio-farmaci di concentrarsi nell’osso inmodo proporzionale alla vascolarizza-zione e all’attività osteoblastica. Per-mette, quindi, di valutare il grado di at-tività metabolica dello scheletro e di ri-conoscere qualsiasi lesione che provo-chi un’alterazione distrettuale del tur-nover metabolico dell’osso.Tale esame ha il pregio di permetterel’esplorazione contemporanea di tutti idistretti scheletrici, in breve tempo,con bassa irradiazione e con elevatasensibilità diagnostica. Altri vantagginon trascurabili sono la semplicità diesecuzione, la non invasività e il bassocosto. Nella scintigrafia ossea si ha,

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3-5 minuti dopo l’iniezione viene ac-quisita l’immagine relativa alla distri-buzione del radiofarmaco omogenea-mente distribuito nella circolazionesanguigna e negli spazi extracellulari.La terza fase (tardiva): 2-3 ore dopo l’i-niezione si acquisisce l’abituale scinti-grafia corporea totale o distrettuale.Per l’esame non è richiesta alcunapreparazione, tuttavia, il paziente èistruito a mantenere un elevato livellodi idratazione durante la mattina e aurinare frequentemente, al fine di ri-durre il tempo di permanenza del ra-diofarmaco in vescica. Per ottenere lamassima qualità delle immagini è es-senziale acquisirle non prima di 2-3ore dalla somministrazione del radio-farmaco, perché in tal modo si permet-te la massima concentrazione dellostesso nell’osso e la contemporanea ri-duzione, a livelli ottimali, della radioat-tività in circolo e nei tessuti molli. Com-plessivamente, il tempo necessarioper l’indagine è di circa 3-4 ore.Il maggiore impiego della scintigrafiaossea si ha nella ricerca di metastasiossee, il 50 per cento delle quali è indi-viduabile in assenza di segni all’esamediretto radiografico. Infatti, nonostantel’introduzione di nuove e sempre piùsofisticate metodiche, l’esame scinti-grafico dell’apparato scheletrico rima-ne ancora la prima indagine da esegui-re nell’ipotesi della presenza di meta-stasi ossee. Questo sia in pazienti conneoplasie già accertate sia nello scree-ning di patologie in grado di produrrealterazioni ossee, come nel caso deitumori mammari o nelle alterazionidella Ves da eziologia sconosciuta, perla possibilità di indagare l’intero siste-ma scheletrico con un minimo caricodi radiazioni e, anche, minimi costid’indagine. Inoltre, rispetto a tutte lealtre indagini strumentali, la scintigra-fia ossea, con la sua alta sensibilità, èin grado di rilevare la presenza di alte-razioni con notevole anticipo.Tuttavia, essendo l’esame scintigraficoassolutamente aspecifico, potrebberorisultare zone di accumulo che nonnecessariamente saranno attribuibili ametastasi ossee, da qui la necessità diintegrazione con altre metodiche, tracui Rmn e Tac.

quindi, la rappresentazione graficadella distribuzione di una sostanza ra-dioattiva (tracciante), precedentemen-te immessa attraverso uno strumentochiamato scintigrafo, che trasforma leradiazioni emesse in segnali grafici. I traccianti sono introdotti medianteiniezione endovenosa e vengono cap-tati dalla matrice dell’osso in manieraproporzionale al flusso ematico e al ri-cambio minerale distrettuale (peresempio si ha un’iperconcentrazionefisiologica di tracciante a livello dellacolonna vertebrale, perché in tale se-de è maggiore il ricambio minerale).Sono possibili diverse tecniche di ac-quisizione:� scintigrafia totale corporea (totalbody): è la più comune e consistenell’acquisizione delle immagini del-l’intero apparato scheletrico per mezzodi una scansione del paziente nelleproiezioni anteriore e posteriore, even-tualmente seguita dall’acquisizione diimmagini in dettaglio nelle proiezioniopportune. La durata dell’acquisizionetotal body è di circa 12-15 minuti,quella dei singoli segmenti è variabiletra i 5 e i 15 minuti;� scintigrafia distrettuale: consistenell’acquisizione di immagini planari,in più proiezioni, relative a un solo di-stretto scheletrico;� tomoscintigrafia (Spet): consistenell’acquisizione di immagini tomogra-fiche relative a uno o più distretti sche-letrici, mediante l’impiego di una gam-ma camera tomografica. Tale metodi-ca, pur non migliorando la risoluzionespaziale, aumenta il contrasto delleimmagini, facilitando il riconoscimentoe la localizzazione di eventuali lesioni,soprattutto se relative alla colonna ver-tebrale o alle grosse articolazioni (spal-la, anca, ginocchio);� scintigrafia trifasica: impiegata incasi selezionati, per esempio dove sisospetti una patologia flogistica.Questa tecnica comprende tre fasi.Prima fase (perfusoria): contempora-neamente alla somministrazione delradiofarmaco viene acquisita una se-rie di immagini sequenziali, per evi-denziare il primo transito del radiofar-maco nel distretto esplorato.Seconda fase (all’equilibrio ematico):