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nguyendieu
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• L’educatore professionale nasce negli anni
successivi alla seconda guerra mondiale
• Risponde alle esigenze concrete lasciate dal
dopo guerra:
• Famiglie sfasciate molti ragazzi orfani
EDUCATORE PROFESSIONALE
• Programma gestisce e verifica interventi
educativi mirati al recupero e allo sviluppo delle
potenzialità dei soggetti in difficoltà e per il
raggiungimento delle loro autonomie
• Inoltre collabora nella creazione e
organizzazione di strutture sociali e sanitarie per
la realizzazione di progetti educativi integrati
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Molteplicità Mansionistica
Individuare
Promuovere
Sviluppare
Cognitive
Affettive
Relazionali
Paziente
Compito
generale
le
potenzi
alitàRelazione
educativa
La relazione d’aiuto
Rogers nel 1951 ha definito la relazione d'aiuto come"una relazione in cui almeno uno dei due protagonistiha lo scopo di promuovere nell'altro la crescita, losviluppo, la maturità ed il raggiungimento di un modo diagire più adeguato e integrato
La specificità che la distingue dalle altre relazioniumane è l'aspetto metacognitivo: per competenzad'aiuto si intende infatti la capacità di dare vita ad unarelazione umana in modo consapevole, controllato edintenzionale, padroneggiando razionalmente abilità"che sono un tutt'uno con ciò che si è".
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Che cos’è una relazione
d’aiuto?
Si ha relazione d’aiuto quando vi e’ un “incontro”
tra due persone, di cui una si trova in
condizioni di sofferenza, confusione, conflitto
e/o disabilita’ dinanzi ad un problema che deve
gestire, l’altra e’ dotata di un grado
“superiore” di adattamento, competenza e
abilita’ rispetto lo stesso problema.
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I REQUISITI PER LA
RELAZIONE D’ AIUTO:
• Una minima volontà da parte di due
persone di relazionarsi
• Una capacità e una minima volontà di entrambi di
ricevere informazioni dall’altro
• Un rapporto che esiste da un certo periodo di
tempo
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Clima per una relazione d’aiuto
• Sospensione del giudizio
• Rispetto
• Non eccesso di manipolazione
• Valore alla unicità e alle potenzialità personali
• Riconoscimento dei nuclei creativi e positivi
• Reciprocità
• Curiosità dell’operatore
• Autenticità dell’operatore
• Centralità della relazione
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Le capacità relazionali
Le capacità di gestire l’incontro con l’altro in tutto il suo
divenire e di gestire la fatica (o la sofferenza) emotiva
che lo accompagna. Specificatamente si tratta delle
capacità di sentire, di essere presenti nella relazione, di
saper entrare in contatto con l’utente, comprenderne le
richieste, i bisogni, il punto di vista. Non si tratta tanto di
capire razionalmente, quanto di sentire; questo è il senso
dell’espressione “essere in contatto”: con l’interlocutore e
con se stessi.
• Capacità relazionale è dunque la capacità di gestire la
complessità interpersonale.
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I COMPORTAMENTI DI CHI NON
ASCOLTA• non guarda mai negli occhi di chi parla
• non mostra interesse
• non può star fermo per più di cinque minuti
• ha sempre troppo da fare
• viene costantemente interrotto (visite, telefonate... anche se
questo, nei Servizi, può avvenire non per volere dell’Operatore)
• fa troppe domande interrompendo chi parla
• non smette mai di parlare
• è troppo aggressivo
• non è obiettivo
• fraintende
• intende ciò che gli conviene
• non è abbastanza umile (pregiudizio)
• sta troppo sulle difensive
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LE BARRIERE ALLA
COMUNICAZIONE
• Non saper ascoltare;
• Formulare giudizi, dare direttive, fornire
soluzioni;
• Biasimare, criticare, svalutare;
• Cambiare argomento;
• Banalizzare, dare risposte stereotipate;
• Atteggiamento investigativo.
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BISOGNI
• Tra il 1943 e il 1954 lo psicologo statunitense Abraham Ma slowconcepì il concetto di "Hierarchy of Needs" (gerarchia dei bisogni o necessità) e la divulgò nel libro Motivation and Personality del 1954.
• Questa scala di bisogni è suddivisa in cinque differenti livelli, dai più elementari (necessari alla sopravvivenza dell'individuo) ai più complessi (di carattere sociale). L'individuo si realizza passando per i vari stadi, i quali devono essere soddisfatti in modo progressivo. Questa scala è internazionalmente conosciuta come "La piramide di Maslow". I livelli di bisogno concepiti sono:
• Bisogni fisiologici (fame, sete, ecc.)
• Bisogni di salvezza, sicurezza e protezione
• Bisogni di appartenenza (affetto, identificazione)
• Bisogni di stima, di prestigio, di successo
• Bisogni di realizzazione di sé (realizzando la propria identità e le proprie aspettative e occupando una posizione soddisfacente nel gruppo sociale).
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RELAZIONE EDUCATIVA
Relazione di aiuto
Relazione di sostegno
La relazione educativa è un atto programmato che
annuncia la sua intenzione verso l’obbiettivo
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FINALITA’
• Riabilitare attraverso il cambiamento
• Cambiamento della visione di se stessi,
• Percezione di se stessi,
• Condizioni di vita
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Bisogna lasciare spazio all’errore perché
è l’errore che differenzia i percorsi ed è
proprio la paura di sbagliare nel
cambiare che contribuisce all’insorgere
dell’ansia
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MODALITA’ OPERATIVE
• Lo stare con
• Il fare con
• La quotidianità
usati in maniera consapevole e
programmata
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COINVOLGIMENTO
• Nella relazione vi è coinvolgimento
emotivo quindi serve:
• Cautela
• Giusta distanza
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Nella relazione educativa la figura
dell’educatore può essere sia:
• Contenitore del disagio
• Lente
• Facilitatore della comunicazione
• Ponte
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La modalità di relazione risente
del contesto; strada, comunità,
età dell’utenza, tu-lei, e dalla
presenza di più operatori,
E dai differenti stati
psicopatologici e/o disagi
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SETTING EDUCATIVO
• Situazione in cui si esercita l’azione:
quindi
l’insieme di: ambiente fisico, risorse,
modalità, organizzazione.
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• La consapevolezza dell’educatore deve
essere continua, l’attenzione costante, pur
mantenendo leggerezza ed elasticità
indispensabili in qualsiasi relazione
umana.
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