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Anno V Numero 1102 Lunedì 24 Aprile 2017 S. Fedele AVVISO Ordine 1. ORDINE: assistenza legale gratuita 2. Concorso straordinario 3. ORDINE: FAD in farmaDAY Notizie in Rilievo Scienza e Salute 4. Antinfiammatori? Non per l'artrosi 5. riso rosso fermentato utile per il colesterolo alto? i dubbi degli esperti 6. prolasso dell’utero: come si interviene? Prevenzione e Salute 7. Il sesso fa bene alla salute: allontana l'influenza e mette di buonumore 8. FASCITE PLANTARE, gli esercizi per lo stretching e il rinforzo muscolare Meteo Napoli Lunedì 24 Aprile Variabile Minima: 11° C Massima: 19 °C Umidità: Mattina = 74% Pomeriggio = 42% ANTINFIAMMATORI? NON PER L'ARTROSI Nuove terapie e tanta prevenzione Primo : non rassegnarsi; Secondo : stare lontani degli antinfiammatori. Terzo : puntare su terapie innovative e prevenzione. E da questi tre passi che transita, secondo il prof. Marco Lanzetta, l'approccio migliore a un problema dolorosamente condiviso da 5 milioni di italiani: l'artrosi. Una malattia che finora è stata affrontata come un male senza rimedio, da alleviare a suon di farmaci o risolvere con una protesi. Uno schema obsoleto, secondo Lanzetta. Primo chirurgo a eseguire - nel 2000 - un trapianto di mano in Italia, dal 2005 si è dedicato alle malattie croniche delle articolazioni. Il principio da cui si parte è, per così dire, matematico. «A 60 anni, oggi, si è giovani : non si può pensare di darla vinta a una malattia di fatto invalidante», dice Lanzetta. L'artrosi consiste nel deterioramento delle cartilagini articolari , che non funzionano più a dovere, avvicinano le ossa tra loro e scatenano difficoltà nei movimenti. «Ora possiamo cucire addosso al paziente una terapia iper- personalizzata ed efficace. Il punto di non ritorno c'è solo quando il tessuto della cartilagine è scomparso. Allora bisogna affidarsi alla chirurgia. Quando il danno è meno grave, abbiamo grandi possibilità». Tra le nuove terapie ci sono il laser e le cellule staminali, già sperimentate per ricostruire i tessuti colpiti dall'artrosi. La tecnica più consolidata è però quella delle infiltrazioni . Iniezioni a base di cortisone per alleviare il dolore o con sostanze come l'acido ialuronico, utili a lubrificare l'articolazione. «Devono essere radioguidate, da fare con sonde aghiformi». Il fattore principale dell'artrosi resta comunque quello ereditario e l'imperativo è la prevenzione: peso, alimentazione e sport. «Chi è a rischio si sente dire di non fare attività fisica, ma con i muscoli poco tonici le articolazioni si usurano comunque. Il segreto è scegliere attività mirate. Come il nuoto, bene anche la camminata e lo yoga». (La Stampa) SITO WEB ISTITUZIONALE : www.ordinefarmacistinapoli.it E-MAIL: [email protected] ; [email protected] SOCIAL Seguici su Facebook Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli iBook Farmaday Proverbio di oggi….…….. 'E fierre fann' 'e maste Con buoni attrezzi si fanno buoni lavori)

ANTINFIAMMATORI? NON PER L'ARTROSI...I sintomi del prolasso, sono «principalmente la sensazione di peso viscerale, a livello vaginale o perineale. In assenza di sintomi, alune donne

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Page 1: ANTINFIAMMATORI? NON PER L'ARTROSI...I sintomi del prolasso, sono «principalmente la sensazione di peso viscerale, a livello vaginale o perineale. In assenza di sintomi, alune donne

Anno V – Numero 1102 Lunedì 24 Aprile 2017 – S. Fedele

AVVISO Ordine

1. ORDINE: assistenza legale

gratuita

2. Concorso straordinario

3. ORDINE: FAD in

farmaDAY

Notizie in Rilievo

Scienza e Salute 4. Antinfiammatori? Non

per l'artrosi

5. riso rosso fermentato

utile per il colesterolo

alto? i dubbi degli esperti

6. prolasso dell’utero: come

si interviene?

Prevenzione e Salute

7. Il sesso fa bene alla

salute: allontana

l'influenza e mette di

buonumore

8. FASCITE PLANTARE,

gli esercizi per lo

stretching e il rinforzo

muscolare

Meteo Napoli

Lunedì 24 Aprile

Variabile

Minima: 11° C Massima: 19 °C Umidità: Mattina = 74%

Pomeriggio = 42%

ANTINFIAMMATORI? NON PER L'ARTROSI Nuove terapie e tanta prevenzione Primo: non rassegnarsi;

Secondo: stare lontani degli antinfiammatori.

Terzo: puntare su terapie innovative e prevenzione.

E da questi tre passi che transita, secondo il prof. Marco Lanzetta, l'approccio migliore a un problema dolorosamente condiviso da 5 milioni di italiani: l'artrosi. Una malattia che finora è stata affrontata come un male senza rimedio, da alleviare a suon di farmaci o risolvere con una protesi. Uno schema obsoleto, secondo Lanzetta. Primo chirurgo a eseguire - nel 2000 - un trapianto di mano in Italia, dal 2005 si è dedicato alle malattie croniche delle articolazioni. Il principio da cui si parte è, per così dire, matematico. «A 60 anni, oggi, si è giovani: non si può pensare di darla vinta a una malattia di fatto invalidante», dice Lanzetta. L'artrosi consiste nel deterioramento delle cartilagini articolari, che non funzionano più a dovere, avvicinano le ossa tra loro e scatenano difficoltà nei movimenti. «Ora possiamo cucire addosso al paziente una terapia iper-personalizzata ed efficace. Il punto di non ritorno c'è solo quando il tessuto della cartilagine è scomparso. Allora bisogna affidarsi alla chirurgia. Quando il danno è meno grave, abbiamo grandi possibilità».

Tra le nuove terapie ci sono il laser e le cellule staminali, già sperimentate

per ricostruire i tessuti colpiti dall'artrosi. La tecnica più consolidata è però quella delle infiltrazioni. Iniezioni a base di cortisone per alleviare il dolore o con sostanze come l'acido ialuronico, utili a lubrificare l'articolazione. «Devono essere radioguidate, da fare con sonde aghiformi». Il fattore principale dell'artrosi resta comunque quello ereditario e l'imperativo è la prevenzione: peso, alimentazione e sport.

«Chi è a rischio si sente dire di non fare attività fisica, ma con i muscoli poco tonici le articolazioni si usurano comunque. Il segreto è scegliere attività mirate. Come il nuoto, bene anche la camminata e lo yoga». (La Stampa)

SITO WEB ISTITUZIONALE: www.ordinefarmacistinapoli.it

E-MAIL: [email protected]; [email protected] SOCIAL – Seguici su Facebook –Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli

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Proverbio di oggi….…….. 'E fierre fann' 'e maste Con buoni attrezzi si fanno buoni

lavori)

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PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1102

SCIENZA E SALUTE

RISO ROSSO FERMENTATO utile per il COLESTEROLO alto? I dubbi degli esperti

Si usano per controllare i livelli di colesterolo nel sangue. Ma gli integratori a base di riso rosso fermentato possono dare effetti collaterali e la loro efficacia resta da provare

Gli integratori a base di riso rosso fermentato sono largamente utilizzati anche in Italia per tenere sotto controllo il livello del colesterolo nel sangue, che se troppo elevato rappresenta un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, prima causa di morte nei Paesi occidentali. Ma pur non essendo riconosciuti come veri e propri farmaci, ciò non toglie che possano dare origine a effetti collaterali. Motivo per cui la loro assunzione, esattamente come accade per le statine, deve essere tenuta sotto stretto controllo da parte di un medico.

IL RUOLO DELLA MONACOLINA K Da qualche anno gli integratori contenenti riso rosso fermentato sono entrati a far parte della strategia di prevenzione cardiovascolare. Merito di una sostanza in esso contenuta, la monacolina K, che «ha un effetto paragonabile a quello delle statine, sostanze che invece sono contenute nei farmaci anticolesterolo». Con tutti i pro e i contro di questi ultimi, però: compresi gli effetti indesiderati.

LO STUDIO: Su questi si sono concentrati gli scienziati italiani, che hanno approfondito il profilo di

rischio degli integratori contenenti riso rosso fermentato attraverso l’analisi delle segnalazioni spontanee di sospette reazioni avverse. Sono state documentate 55 reazioni avverse provocate dagli integratori a base di riso rosso fermentato: consistenti in dolori muscolari, rabdomiolisi (rottura delle cellule muscolari), reazioni gastrointestinali, danni epatici e reazioni cutanee

INTEGRATORE NON E' SINONIMO DI SICUREZZA L’utilizzo degli integratori a base di riso rosso fermentato è di norma di due tipi: spontaneo (il meno prudente) o indicato dallo specialista dopo aver verificato l’intolleranza di un paziente al farmaco.

Dalla ricerca emerge come il profilo di rischio di questi prodotti di origine naturale - sia del tutto paragonabile a quello delle statine, che assieme agli antipertensivi (Sartani e Ace-inibitori) rappresentano i farmaci più prescritti in Italia. Un’evidenza che suggerisce di «continuare a monitorare la sicurezza degli integratori alimentari, al fine di definire meglio il loro profilo di rischio».

LA MONACOLINA K: A ciò occorre aggiungere che ulteriori riscontri sono richiesti anche in merito

alla presunta capacità della monacolina K di elevare i livelli del colesterolo Hdl. Anche in questo senso l’utilizzo degli integratori, al fine di raggiungere il miglioramento del profilo lipidico, sarebbe stato sdoganato in assenza di prove oltremodo solide. Ciò non esclude un possibile effetto protettivo nella prevenzione primaria, ma l’uso di questi integratori nella pratica clinica dipenderà dall’identificazione, dalla caratterizzazione e dallo sviluppo di preparati a base di riso rosso fermentato formulati dopo aver provato in maniera solida un’efficacia nel miglioramento dell’assetto lipidico».

FITOTERAPIA E SALUTE DEL CUORE: PRUDENZA COL FAI-DA-TE Un disco giallo nei confronti dei prodotti di origine vegetale usati per la prevenzione cardiovascolare - con indicazioni per il trattamento dell’ipertensione arteriosa, dello scompenso cardiaco, della cardiopatia ischemica, e dell’arteriopatia periferica - è giunto in un lavoro apparso sull’American Journal of Cardiology hanno documentato la scarsa efficacia e sicurezza di 42 sostanze erboristiche:

tra cui l’aglio, il cardo mariano, il biancospino, l’olio di lino, la soia, il tè verde e il ginseng. Il loro impiego, interferirebbe con l’assunzione dei farmaci tradizionali e potrebbe determinare un «allontanamento» dalle terapie convenzionali. (Fondazione Veronesi)

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PAGINA 3 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1102

SCIENZA E SALUTE

PROLASSO DELL’UTERO: COME SI INTERVIENE?

Protesi sintetiche o biologiche mostrano esiti simili nella riparazione del prolasso

dell’utero. Quando si può conservare l’organo, quali sono i sintomi, le alternative al bisturi

Quando si può evitare la rimozione dell’organo e si procede con un trattamento chirurgico riparativo del prolasso uterino, non c’è differenza fra le diverse protesi utilizzate. Poco importa che si usi un materiale sintetico piuttosto che uno biologico per far fronte alla condizione che rischia di toccare da vicino quasi una donna su due e alla cui comparsa concorrono diversi fattori: il numero di gravidanze, la tipologia del parto (soprattutto se

vaginale o con lungo travaglio), l’invecchiamento (è più frequente nelle donne in menopausa), l’obesità e la contemporanea presenza della broncopneumopatia cronico ostruttiva

L’esito dell’impianto protesico non dipenderebbe dalla natura del materiale utilizzato e si pone come alternativa rispetto alla rimozione dell’utero (isterectomia).

STUDIO SU THE LANCET: Gli studiosi hanno confrontato le procedure chirurgiche protesiche di

correzione del prolasso transvaginale. Due le opzioni: l’impiego di reti sintetiche l’innesto biologico che prevede l’utilizzo di strutture preesistenti.

Alla ricerca hanno partecipato 685 donne. A un anno dall’intervento, è stato chiesto loro di riferire la presenza di sintomi (ingombro vaginale) e un punteggio relativamente alla qualità della vita. Non è emersa nessuna differenza significativa, da questo controllo così come da quello effettuato un anno più tardi, al fine di verificare la comparsa di differenti condizioni nelle pazienti sottoposte a una tecnica operatoria piuttosto che all’altra. Efficacia, sintomi, qualità della vita ed effetti avversi risultavano del tutto paragonabili tra i due gruppi di pazienti.

I COMMENTI Differenti però sono stati i punti di vista registrati in due commenti pubblicati a supporto della ricerca. «Lo studio aggiunge riscontri interessanti in termini di sicurezza ed efficacia delle procedure che impiegano reti sintetiche nelle donne con incontinenza urinaria da sforzo, dimostrando che questo materiale protesico è sicuro ed efficace». «I risultati confermano i limiti della chirurgia riparativa del prolasso uterino», a cui la maggior parte delle donne preferisce ricorrere soprattutto in età fertile, per non perdere la possibilità di affrontare un’altra gravidanza. : Il prolasso uterino consiste nel distacco dell’utero dalla sua parete, con lo scivolamento all’interno della vagina. Alla base c’è una perdita di elasticità da parte del pavimento pelvico, che si osserva anche negli uomini a seguito dell’asportazione della prostata. I sintomi del prolasso, sono «principalmente la sensazione di peso viscerale, a livello vaginale o perineale. In assenza di sintomi, alcune donne scoprono di avere un prolasso durante l’igiene intima». Per la diagnosi, oltre a un esame pelvico, potrebbe essere utile associare anche un’ecografia perineale o vaginale e nei casi più complessi una risonanza magnetica nucleare.

PROLASSO DELL’UTERO: cosa è e come si riconosce

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PAGINA 4 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1102

Per i casi più gravi, come quelli acclusi allo studio, il ricorso alla chirurgia è inevitabile. La pratica riparativa è quella eseguita più di frequente.

Negli ultimi anni, però, complice anche un richiamo ufficiale da parte della Food and Drug Administration, è calato l’uso delle reti sintetiche nella gestione terapeutica dei prolassi uterini di terzo grado. Tutto ciò a vantaggio della conservazione del tessuto nativo. «Perché il tempo è servito a smentire l’ipotesi che l’uso delle reti riducesse le recidive senza dare complicanze, poiché entrambe rimangono un problema serio nella gestione del prolasso uterino», prosegue l’esperto.

TERAPIE E ESERCIZI NEI CASI MENO GRAVI Più conservativo è invece l’approccio nei casi meno gravi di prolasso dell’utero. «Nelle forme di primo e secondo grado si può adoperare il pessario (un anello che viene inserito in vagina per bloccare il prolasso degli organi pelvici) o una terapia farmacologica a base di estrogeni . Ciò non permette di escludere comunque il ricorso alla chirurgia, nel caso in cui col passare degli anni i sintomi dovessero diventare più pesanti». Sempre nello stesso numero di The Lancet, un altro articolo ha evidenziato l’importanza degli esercizi di Kegel, che permettono di rafforzare il pavimento pelvico e dunque di rimandare l’appuntamento con la sala operatoria, in tutti quei casi considerati meno gravi. Ciò che non è ancora chiaro è se esista una strategia di allenamento - frequenza, durata, intensità - determinante nell’evitare la comparsa dei sintomi. A oggi, «poiché la maggior parte dei casi di prolasso diventano sintomatici solo dopo la menopausa, è necessario un follow-up molto lungo per stabilire l'effetto preventivo della ginnastica», chiosa Janny Dekker, dell’Università di Groningen. (Salute, Fondazione Veronesi) PREVENZIONE E SALUTE

IL SESSO FA BENE ALLA SALUTE: ALLONTANA L'INFLUENZA E METTE DI BUONUMORE

Fa bene all'umore, alla coppia e anche alla salute.

Il sesso, almeno secondo alcuni studi che hanno

analizzato gli effetti dell'attività sessuale sulla salute delle

persone, è quasi una panacea di tutti i mali.

Lo studio pubblicato su 'Archives Of Sexual Behaviour',

che ha analizzato il questo legame su 300 donne, ha evidenziato che divertirsi sotto le lenzuola

incrementa la produzione di ossitocina e serotonina:

Ossitocina: è un ormone che ha degli effetti molto positivi sull'umore aiutando a eliminare lo

stress;

serotonina: un neurotrasmettitore che ha una funzione antidepressiva.

Una ricerca della Queens University di Belfast ha stabilito che fare sesso tre volte a settimana potrebbe

«effettivamente dimezzare il pericolo di infarto o ictus e l'idea che gli uomini più a rischio è in gran

parte sbagliata», avvertono gli esperti. Un gruppo di scienziati - riporta il 'Daily Mail' - ha collegato

l'attività sessuale ad un aumento dei livelli di immunoglobina A (IgA) che si trova nella saliva e nel

rivestimento nasale, uno scudo contro l'influenza e il raffreddore.

Infine, ci sono prove scientifiche che il sesso possa avere degli effetti protettivi sulla salute degli uomini

aiutando ad incrementare la loro longevità. (Salute, Leggo)

COME SI INTERVIENE

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PAGINA 5 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1102

SCIENZA E SALUTE

FASCITE PLANTARE, gli esercizi per lo stretching e il rinforzo muscolare

Come recuperare da una fascite plantare? In che modo lo stretching e la riabilitazione possono aiutarci a guarire da questa condizione particolarmente dolorosa a carico del piede?

Ne parliamo con la dott.ssa Lara Castagnetti, osteopata e specialista in Medicina Fisica e Riabilitativa di Humanitas. Chi pratica sport lo sa bene: mettere a dura prova la pianta del piede può portare all’insorgenza di questa infiammazione che spesso costringe al riposo. La fascite plantare interessa la fascia plantare, ovvero quella porzione di tessuto fibroso che unisce il calcagno alla base delle dita. Il dolore si concentra tendenzialmente proprio all’altezza del tallone. Movimenti ripetitivi che sollecitano continuamente la pianta del piede come la corsa, ma anche alcuni difetti dell’anatomia del piede come il piede piatto, sono alcuni dei fattori di rischio della fascite plantare.

FASCITE E SPINA CALCANEARE

«Tuttavia non sono solo gli sportivi a essere esposti a questo rischio. Anche il sovrappeso e l’obesità, utilizzare scarpe non idonee, praticare attività fisica senza le dovute precauzioni, condizioni come la rigidità della caviglia che limitano la mobilità, tenere a lungo determinate calzature come le scarpe antinfortunistiche possono portare all’insorgenza della fascite», precisa la dottoressa Castagnetti. Quali sono i sintomi più frequentemente riferiti dai pazienti? «In tanti avvertono dolore alla pianta del piede quando, al risveglio, lo poggiano a terra. Sebbene il dolore tenda ad affievolirsi con l’iniziale movimento, nel corso della giornata ritorna per via della prolungata posizione eretta e del carico alla fascia del piede. Il dolore è spesso localizzato al tallone ma si irradia al resto della pianta plantare. Il tallone, inoltre, può essere contemporaneamente interessato dalla presenza del cosiddetto sperone calcaneare, una formazione ossea a forma di spina che si può formare sul calcagno proprio per via della fascia che “tira” costringendo l’osso ad allungarsi». Il vero problema resta però la fascite. Chi ne è colpito può ricorrere allo stretching e svolgere particolari esercizi per recuperare dall’infortunio.

ECCO ALCUNI CONSIGLI DELLA SPECIALISTA:

Stiramento del soleo: «É il muscolo che si inserisce sul tendine d’Achille; ha perso di elasticità e va quindi allungato con lo stretching per renderlo più elastico»;

Stretching della fascia plantare: «Seduti, si poggia il piede sulle punte delle dita. Si può raggiungere lo stesso obiettivo accovacciandosi stando sempre sull’avampiede o “tirando” verso di sé le dita dei piedi con le mani. La mancata dorsiflessione delle dita dei piedi, ovvero non si muovono verso l’alto, contribuisce all’insorgenza del disturbo»;

Rinforzo della muscolatura: «Si chiede al paziente di prendere degli oggetti da terra con le dita dei piedi. Anche camminare sull’avampiede ha lo stesso scopo»;

Foot roller: «Sono dei piccoli cilindri acquistabili nei negozi specializzati che si fanno scorrere sotto il piede per massaggiare e rilasciare la fascia plantare. Alcuni possono essere messi in freezer per fornire anche un effetto analgesico e alleviare il dolore»;

Recuperare la mobilità della caviglia: «Quando necessario, le caviglie rigide vanno rimesse in movimento. Si fanno muovere su e giù anche grazie al supporto di un elastico che viene fissato alla caviglia e alla gamba di una sedia». (Salute, Humanitas)

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PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1102

ORDINE: il 26 Aprile parte la II° Edizione di FAD in farmaDAY (30 CF): un NUOVO MODO di AGGIORNARSI

FAD in farmaDAY è una nuova opportunità che l’Ordine da ai propri iscritti per ottemperare all’obbligo dell’aggiornamento ECM

a) Inviare all’indirizzo [email protected] la richiesta di fruizione del Corso.

Tale richiesta deve contenere i seguenti dati: 1. Nome, Cognome; 2. Codice Fisc. , indirizzo mail (non PEC!!), 3. luogo e data di nascita, 4. n. di iscrizione all’Ordine dei Farmacisti di Napoli; 5. n. tel. mobile che verrà utilizzato

esclusivamente per comunicazioni urgenti relative a modifiche del Corso

b) In tempi brevi riceverai le credenziali con una USERNAME e una PASSWORD PERSONALE

insieme alle istruzioni per fruire del Corso

c) All’arrivo del farmaDAY, notiziario dell’Ordine redatto quotidianamente dal Presidente Prof.

V. Santagada, l’ultima pagina sarà dedicata all’argomento del corso o argomenti similari e

conterrà un link che vi “porterà” direttamente sulla piattaforma FAD del Provider.

d) Il Titolo del Corso : “SINTOMI in FARMACIA – Ruolo del FARMACISTA

Influenza, Raffreddore, Influenza e Raffreddore, Mal di Gola, Rinite, Tosse,

Sinusite,Patologie dell’Orecchio”

e) Cliccandoci sopra si aprirà la pagina contenente i vari moduli.

Al termine di ogni Modulo dovrai rispondere al questionario di fine modulo che Ti consentirà

di passare al modulo successivo e così via.

Una volta terminato il corso potrai accedere al modulo di assegnazione dell’attestato ECM

che potrai liberamente scaricare e stampare. Ma non finisce qui!! Avrete a disposizione un

tutor on-line a cui vi potrete rivolgere in caso di difficoltà.

Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli

La Bacheca

La POSSIBILITÀ di effettuare la formazione obbligatoria ECM in modo semplice,

GRATUITO e .....quotidiano e a casa propria, seguendo il notiziario farmaDAY

30 Crediti

ECM

COME PARTECIPARE

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PAGINA 7 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1102

ORDINE: “SINTOMI in FARMACIA – Ruolo del FARMACISTA Influenza, Raffreddore, Influenza e Raffreddore, Mal di Gola, Rinite,

Tosse, Sinusite,Patologie dell’Orecchio”

Di seguito schema generale del corso.

SCHEMA DEL CORSO FAD IN FARMADAY: 30 CF Modulo TITOLO Data N. Modulo TITOLO Data N.

1/A Influenza 1 26-Apr 1 5/A Rinite 1 8-Giu 29

1/B Influenza 2 27-Apr 2 5/B Rinite 2 9-Giu 30

1/C Influenza 3 28-Apr 3 5/C Rinite 3 12-Giu 31

1/D Influenza 4 2-Mag 4 5/D Rinite 4 13-Giu 32

1/E Influenza 5 3-Mag 5 5/E Rinite 5 14-Giu 33

1/F Influenza 6 4-Mag 6 5/F Rinite 6 15-Giu 34

1/G Influenza 7 5-Mag 7 5/G Rinite 7 16-Giu 35

1/H Influenza 8 8-Mag 8 5/H Rinite 8 19-Giu 36

1/I Influenza 9 9-Mag 9 5/I Rinite 9 20-Giu 37

QUESTIONARO n.1 QUESTIONARO n. 5 2/A Raffreddore 1 10-Mag 10 6/A Tosse 1 21-Giu 38

2/B Raffreddore 2 11-Mag 11 6/B Tosse 2 22-Giu 39

2/C Raffreddore 3 12-Mag 12 6/C Tosse 3 23-Giu 40

2/D Raffreddore 4 15-Mag 13 6/D Tosse 4 26-Giu 41

2/E Raffreddore 5 16-Mag 14 6/E Tosse 5 27-Giu 42

2/F Raffreddore 6 17-Mag 15 6/F Tosse 6 28-Giu 43

QUESTIONARO n.2 6/G Tosse 7 29-Giu 44

3/A Influenza e Raffreddore 1 18-Mag 16 6/H Tosse 8 30-Giu 45

3/B Influenza e Raffreddore 2 19-Mag 17 6/I Tosse 9 3-Lug 46

3/C Influenza e Raffreddore 3 22-Mag 18 QUESTIONARO n. 6

3/D Influenza e Raffreddore 4 23-Mag 19 7/A Sinusite 1 4-Lug 47

3/E Influenza e Raffreddore 5 24-Mag 20 7/B Sinusite 2 5-Lug 48

3/F Influenza e Raffreddore 6 25-Mag 21 7/C Sinusite 3 6-Lug 49

3/G Influenza e Raffreddore 7 26-Mag 22 QUESTIONARO n. 7

QUESTIONARO n.3 8/A Patologie dell’Orecchio 1 7-Lug 50

4/A Mal di Gola 1 29-Mag 23 8/B Patologie dell’Orecchio 2 10-Lug 51

4/B Mal di Gola 2 30-Mag 24 8/C Patologie dell’Orecchio 3 11-Lug 52

4/C Mal di Gola 3 31-Mag 25 QUESTIONARIO n.8

4/D Mal di Gola 4 5-Giu 26

4/E Mal di Gola 5 6-Giu 27

4/F Mal di Gola 6 7-Giu 28

QUESTIONARO n. 4

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PAGINA 8 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1102

REGIONE CAMPANIA: CONCORSO STRAORDINARIO IN CORSO LA VALUTAZIONE

DEI TITOLI

BURC n. 65 del 3 Ottobre 2016, Decreto Presidente Giunta n. 203 del 28/09/2016

Di seguito la composizione della commissione:

Prof. Vincenzo SANTAGADA, Presidente – Docente Università Federico II Napoli

Dott. Luigi RICCIO, Componente - Dirigente DG per la Tutela della Salute

Dott. Vincenzo DEL PIZZO, Componente - Farmacista Dirigente ASL Salerno

Dott.ssa Aurora CANNAVALE, Componente - Farmacista Titolare

Dott. Armando CUSANO, Componente - Farmacista esercente in farmacia

Per visualizzare il decreto pubblicato sul BURC, premere il seguente link:

http://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1547-concorso-straordinario-campania

ORDINE: ASSISTENZA LEGALE GRATUITA

Da Febbraio 2016 assistenza legale gratuita per tutti gli iscritti

Cari Colleghi, l’Ordine è lieto di informarvi che a

seguito del bando 1635/15 del 20/10/2015, un gruppo

di Avvocati si è reso disponibile ad offrire agli iscritti

un servizio di assistenza legale di primo livello.

Tale iniziativa si inquadra nell’ambito di un processo di

sempre maggiore vicinanza che l’Ordine ha instaurato con i propri iscritti in un momento nel quale i

problemi che investono i laureati in farmacia, nelle sue varie declinazioni, appaiono sempre più attuali.

Il servizio è disponibile presso la sede dell’Ordine Martedì dalle 14.30 alle 16.30.

I Colleghi interessati potranno prenotarsi presso la segreteria dell’Ordine attraverso le seguenti

modalità:

1. Telefonando al numero 081 551 0648; 2. Inviare un fax al numero 081 552 0961

3. Inviare e-mail all’indirizzo: [email protected] o [email protected]