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VOLUME VOLUME Scaffale della critica 2 1 G. Langella, P. Frare, P. Gresti, U. Motta letteratura it Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori Tutti i diritti riservati © Pearson Italia S.p.A. Galileo Galilei E. Il Barocco A ndrea Battistini contrappone il progresso scien- tifico di Galilei all’arretratezza culturale dei ge- suiti che, in un primo tempo, apprezzarono le sue scoperte, illudendolo di aver trovato degli alleati. Consapevole di dover persuadere i suoi interlocutori, Galilei utilizza la scienza della retorica per modu- lare la propria scrittura, modificandola secondo le esigenze dei diversi pubblici a cui si rivolge. Punti chiave: La lettera come strumento di divulgazione delle idee Versioni diverse per destinatari diversi L’uso della scienza retorica La disputa tra intellettuali e uomini di Chiesa Lo scritto inviato a Castelli si presenta formalmente […] in veste di lettera, un genere che consentiva minori vincoli censorii, oltre ad avere il vantaggio “mimetico” di essere di natura dialogica e rispecchiare con più fedeltà di altri generi il carattere di disputa originatosi pres- so la corte medicea, quasi ne fosse il naturale prolungamento. […] La diffusione era ugualmente assicurata, come è provato dalle diverse copie che della lettera ufficialmente indirizzata a Castelli vennero recapitate ad altri lettori, soprattutto romani, da monsignor Dini al gesuita Christoph Grienberger, fino al cardinal Bellarmino […], tanto più che l’adozione dell’italiano in luogo del latino, divenuta una scelta irreversibile proprio a partire da quello stesso 1613, anno di edizione dell’Istoria e dimostrazioni sulle macchie solari, se per un verso toglieva alla lettera la possibile connotazione ufficiale di un discorso ex cathedra 1 , per un altro verso le consentiva di entrare in una cerchia di lettori non identifi- cabili con la sola consorteria universitaria, cui Galileo, quando con il Sidereus era stato ne- cessario, si era rivolto in latino. Ragionando per gruppi e non per individui, tre erano i tipi di destinatari cui la lettera a Castelli si rivolgeva. Uno è il cenacolo di cui Castelli, il nome posto in capite 2 , può considerarsi antonomasia «individuum pro specie» , ossia quella parte del mondo ecclesiastico desideroso di una riforma culturale e spirituale della Chiesa che la svecchiasse assimilando le istanze della moderna epistemologia 3 lasciandole intatta la sua piena giurisdizione su ciò che attiene alla fede, alla morale e alla salvezza delle anime. Su costoro, già conquistati al verbo galileiano, la lettera esercita una retorica «interna». Un altro pubblico, evocato nella descrizione dell’exordium 4 , è costituito dall’entourage 5 della corte medicea e da quanti altri dilettanti colti, non specialisti di scienza e di teologia ma pur sempre curiosi e sensibili al modo di rapportare questi due universi di discorso. Esiste infine un destinatario-ombra, taciuto nella lettera, rappresentato dai teologi romani, dalle autorità religiose che avevano il potere di decidere se adottare o meno la proposta galileiana di rendere la ricerca scientifica libera dal controllo e dalle direttive della Chiesa. E queste diverse categorie di lettori non solo erano portate a leggere in modo differente lo stesso messaggio, in funzione delle loro premesse ideologiche, ma addirittura potevano ricevere versioni ad personam 6 della lettera, in virtù di varianti dettate da tattiche conative 7 adeguate 5 10 15 20 25 Andrea Battistini Scienza e retorica nella lettera a Benedetto Castelli Opera: Galileo e i Gesuiti, Scienza e retorica: la lettera copernicana a Benedetto Castelli 1. ex cathedra: svolto con l’autorità di chi parla “da una cattedra” (in latino). 2. in capite: “in testa” (in latino), quindi “all’inizio della lettera”. 3. epistemologia: i metodi e i fonda- menti della conoscenza scientifica. 4. exordium: “esordio” (in latino), termi- ne retorico che indica la parte iniziale, in questo caso della lettera. 5. entourage: “ambiente”, “circolo” (in francese). 6. ad personam: “personali” (in latino). 7. tattiche conative: tattiche rivolte al destinatario, con lo scopo di instaurare un rapporto.

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Scaffale della criticaVOLUME

Scaffale della critica 2

1G. Langella, P. Frare, P. Gresti, U. Mottaletteratura it Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori Tutti i diritti riservati © Pearson Italia S.p.A.

Galileo GalileiE. Il Barocco

Andrea Battistini contrappone il progresso scien-tifico di Galilei all’arretratezza culturale dei ge-

suiti che, in un primo tempo, apprezzarono le sue scoperte, illudendolo di aver trovato degli alleati.

Consapevole di dover persuadere i suoi interlocutori, Galilei utilizza la scienza della retorica per modu-lare la propria scrittura, modificandola secondo le esigenze dei diversi pubblici a cui si rivolge.

Punti chiave: La lettera come strumento di divulgazione delle idee Versioni diverse per destinatari diversi L’uso della scienza retorica La disputa tra intellettuali e uomini di Chiesa

Lo scritto inviato a Castelli si presenta formalmente […] in veste di lettera, un genere che consentiva minori vincoli censorii, oltre ad avere il vantaggio “mimetico” di essere di natura dialogica e rispecchiare con più fedeltà di altri generi il carattere di disputa originatosi pres-so la corte medicea, quasi ne fosse il naturale prolungamento. […]La diffusione era ugualmente assicurata, come è provato dalle diverse copie che della lettera ufficialmente indirizzata a Castelli vennero recapitate ad altri lettori, soprattutto romani, da monsignor Dini al gesuita Christoph Grienberger, fino al cardinal Bellarmino […], tanto più che l’adozione dell’italiano in luogo del latino, divenuta una scelta irreversibile proprio a partire da quello stesso 1613, anno di edizione dell’Istoria e dimostrazioni sulle macchie solari, se per un verso toglieva alla lettera la possibile connotazione ufficiale di un discorso ex cathedra1, per un altro verso le consentiva di entrare in una cerchia di lettori non identifi-cabili con la sola consorteria universitaria, cui Galileo, quando con il Sidereus era stato ne-cessario, si era rivolto in latino. Ragionando per gruppi e non per individui, tre erano i tipi di destinatari cui la lettera a Castelli si rivolgeva. Uno è il cenacolo di cui Castelli, il nome posto in capite2, può considerarsi antonomasia «individuum pro specie» , ossia quella parte del mondo ecclesiastico desideroso di una riforma culturale e spirituale della Chiesa che la svecchiasse assimilando le istanze della moderna epistemologia3 lasciandole intatta la sua piena giurisdizione su ciò che attiene alla fede, alla morale e alla salvezza delle anime. Su costoro, già conquistati al verbo galileiano, la lettera esercita una retorica «interna».Un altro pubblico, evocato nella descrizione dell’exordium4, è costituito dall’entourage5 della corte medicea e da quanti altri dilettanti colti, non specialisti di scienza e di teologia ma pur sempre curiosi e sensibili al modo di rapportare questi due universi di discorso. Esiste infine un destinatario-ombra, taciuto nella lettera, rappresentato dai teologi romani, dalle autorità religiose che avevano il potere di decidere se adottare o meno la proposta galileiana di rendere la ricerca scientifica libera dal controllo e dalle direttive della Chiesa. E queste diverse categorie di lettori non solo erano portate a leggere in modo differente lo stesso messaggio, in funzione delle loro premesse ideologiche, ma addirittura potevano ricevere versioni ad personam6 della lettera, in virtù di varianti dettate da tattiche conative7 adeguate

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Andrea Battistini

Scienza e retorica nella lettera a Benedetto CastelliOpera: Galileo e i Gesuiti, Scienza e retorica: la lettera copernicana a Benedetto Castelli

1. ex cathedra: svolto con l’autorità di chi parla “da una cattedra” (in latino).2. in capite: “in testa” (in latino), quindi “all’inizio della lettera”.3. epistemologia: i metodi e i fonda-

menti della conoscenza scientifica.4. exordium: “esordio” (in latino), termi-ne retorico che indica la parte iniziale, in questo caso della lettera.5. entourage: “ambiente”, “circolo” (in

francese).6. ad personam: “personali” (in latino).7. tattiche conative: tattiche rivolte al destinatario, con lo scopo di instaurare un rapporto.

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Scaffale della critica2

2G. Langella, P. Frare, P. Gresti, U. Mottaletteratura it Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori Tutti i diritti riservati © Pearson Italia S.p.A.

Galileo Galilei Andrea BattistiniE. Il Barocco

PER L’AUTORE ANDREA BATTISTINI, Le coordinate culturali del Barocco

a orizzonti d’attesa non omogenei. La sua condizione di testo manoscritto – e tale rimarrà fino al 1813, anche se in traduzione latina viene stampata nel 1649 – consente a Galileo di stenderne versioni diverse in funzione dei diversi destinatari, magari tenendo conto delle loro argomentazioni, come poi risulta filologicamente dimostrabile nell’altra lettera coper-nicana a Cristina di Lorena, che prende in considerazione anche le argomentazioni del cardinale Bellarmino e cerca di darvi risposta. Ecco perché dell’epistola a Castelli esistono più versioni, scritte in momenti diversi da Galileo «per raggiungere volta a volta gli scopi che riteneva potessero essere meglio ottenuti variando questa o quella frase, questo o quel contenuto a seconda dell’interlocutore».Non è forse questa una situazione tipica della retorica, un’arte sermocinale8 che raccoman-da di adeguare sempre le strategie persuasive in funzione di coloro cui il suo messaggio si rivolge? A Galileo del resto […] non sono mai piaciuti il nicodemismo9, l’ipocrisia di una doppia verità con cui esibire un conformismo di facciata per riservare al segreto della co-scienza le pronunce non allineate con il senso comune consolidato. Al contrario la sua per-sonalità lo ha sempre sospinto al confronto, al dialogo, al dibattito pubblico in cui difende-re con forza le proprie tesi che, non potendo ridursi alla consequenzialità ineluttabile di un teorema o di una dimostrazione matematica, vengono rincalzate dalle prove argomentati-ve. D’altro canto è solo per pigrizia mentale e per mancanza di una visione complessa delle cose che si tende ancora oggi a immaginar il dibattito sulla scienza moderna nei termini manichei di uno scontro frontale tra Galileo e la Chiesa, quasi che sia davvero esistita una cultura cattolica monolitica, unanime nella sua preclusione all’epistemologia innovatrice, laddove nel suo seno è sempre esistito un pluralismo di voci, una dialettica interna ricca di posizioni e di ruoli divergenti entro cui la retorica galileiana ha cercato di inserirsi per “con-vertire” a sé i settori più riluttanti ad aprirsi al nuovo, che comunque non sono mai stati i soli, né, se anche alla fine sono usciti vittoriosi, hanno mai rappresentato da soli la voce dell’istituzione ecclesiastica anche dopo le restrizioni recate dal Concilio di Trento.La lettera a Castelli non è altro che la partecipazione a una disputa che vide impegnati intel-lettuali e uomini di Chiesa alla presenza dei vertici della corte medicea, testimoni del gran-de interesse suscitato dal possibile conflitto ermeneutico che si stava aprendo tra gli assun-ti10 della nuova scienza e i discordanti principî teologici dedotti dalla Bibbia. Era normale a quel tempo che si invocassero le Sacre Scritture in materia di scienza: in fondo anche Keple-ro e Campanella lo hanno fatto, pur essendo “novatori”. La presa di posizione di Galileo è quindi rivoluzionaria non tanto perché difende l’eliocentrismo […] quanto perché chiede che i risultati delle osservazioni scientifiche siano valutati esclusivamente iuxta propria prin-cipia11, prescindendo da ciò che può pervenire in senso contrario da stili di pensiero diversi, specie se questi invocano l’autorità o la tradizione, in modo che con la sua rivendicazione le competenze dell’ambito scientifico siano sottratte alle direttive del potere ecclesiastico.

A. Battistini, Scienza e retorica: la lettera copernicana a Benedetto Castelli, in Galileo e i Gesuiti. Miti letterari e retorica della scienza, Vita e Pensiero, Milano 2000.

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8. sermocinale: del discorso (in latino, sermo).9. nicodemismo: atteggiamento di chi evita di professare pubblicamente le proprie idee, tendendo invece a nascon-

derle per non entrare in contrasto con le opinioni dominanti. Il nome deriva da Nicodemo, il fariseo che si recò a visita-re Gesù di notte, in segreto.10. assunti: tesi, concetti.

11. iuxta propria principia: “secondo i propri principi” (in latino), cioè quelli in-terni alla scienza.

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