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AMBIENTE E ALIMENTAZIONE A KM.0 Classi 5°A-B-C PRIMARIA RESANA EARTH DAY 2016 Il 22 aprile è la Giornata Mondiale della Terra. I Paesi del mondo, a partire dai cittadini e dalle associazioni, si uniscono per riflettere sui problemi che stanno colpendo il nostro Pianeta e per trovare delle soluzioni. La Giornata della Terra fu celebrata per la prima volta il 22 aprile 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali del Pianeta. Ad oggi l'Earth Day si propone di coinvolgere il maggior numero possibile di Paesi del mondo.

AMBIENTE E ALIMENTAZIONE A KM - icresana.gov.it E... · il raccolto di prodotti agricoli importantissimi, come grano, riso e mais. Ma cos'è che sta distruggendo lo strato di ozono?

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AMBIENTE E ALIMENTAZIONE A KM.0

Classi 5°A -B-C PRIMARIA RESANA

EARTH DAY 2016

Il 22 aprile è la Giornata Mondiale della Terra. I Paesi del mondo, a partire dai cittadini e

dalle associazioni, si uniscono per riflettere sui problemi che stanno colpendo il nostro

Pianeta e per trovare delle soluzioni.

La Giornata della Terra fu celebrata per la prima

volta il 22 aprile 1970 per sottolineare la

necessità della conservazione delle risorse

naturali del Pianeta. Ad oggi l'Earth Day si

propone di coinvolgere il maggior numero

possibile di Paesi del mondo.

Sono numerose le

problematiche su cui riflettere

in occasione dell'Earth Day,

anno dopo anno: cambiamenti

climatici, distruzione degli

ecosistemi, inquinamento di

acqua e suolo, specie animali e

vegetali in via di estinzione,

esaurimento delle risorse non

rinnovabili

Non solo in occasione della

Giornata della Terra ma nel

nostro quotidiano e tutto il

resto dell'anno possiamo

cambiare il nostro stile di

vita in modo da ridurre il nostro impatto ambientale.

Tra le soluzioni proposte negli anni dall'Earth Day per salvare il Pianeta troviamo la

riduzione dei rifiuti, il riciclo dei materiali, il divieto di utilizzare prodotti chimici

dannosi, lo stop alla deforestazione, il passaggio dalle fonti fossili alle rinnovabili e la

protezione delle specie animali e vegetali minacciate

MANCANZA DI OZONO:

La terra si scotta

La Terra è un po' come te: troppo Sole può scottarla. Fino a qualche anno fa a proteggerla

dai raggi dannosi del Sole c'era uno strato di gas, l'ozono, che funzionava come una crema

solare.

Poi l'inquinamento cominciò ad attaccare lo strato di ozono, aprendovi dei buchi.

Il primo buco fu avvistato sopra l'Antartide nel 1982. Era grande quanto gli Stati

Uniti. Quattro anni più tardi si scoprì un buco più piccolo anche sull'Artide. Questi

buchi, e altri assottigliamenti dello strato di ozono su altre parti del globo,

lasciano passare dei raggi solari dannosi: possono causare il cancro alla pelle negli

uomini, danneggiare gli animali marini che vivono vicino alla superficie e ridurre

il raccolto di prodotti agricoli importantissimi, come grano, riso e mais. Ma cos'è

che sta distruggendo lo strato di ozono?

I clorofluorocarburi, ossia composti chimici che contengono fluoro e carbonio.

Fino a poco tempo fa venivano usati

negli spray, ma ora i governi di molti

paesi, fra cui l'Italia, ne hanno

proibito l'uso. Ma i clorofluorocarburi

vengono ancora usati : nei frigoriferi,

nei condizionatori d'aria e nei

vassoietti di polietilene che spesso

contengono i cibi (ad esempio la carne

e la frutta).

Puoi contribuire a proteggere lo strato di

ozono boicottando i vassoietti di polieti-

lene. Fai sapere a supermercati e risto-

ranti che non ti piacciono e perché.

Chiedi loro se è possibile sostituirli con

altro materiale.

A casa cerca di riciclarli. Usali per

conservarci qualcosa, come le figurine doppie. Nei vassoietti delle uova che hai già, pianta

dei semi e la prossima volta compera quelle nel contenitore di cartone

FEBBRE DA EFFETTO SERRA

Che succede quando hai la febbre? La tua temperatura corporea sale e ti senti la fronte

calda, giusto?

Si potrebbe dire che anche alla Terra sta venendo un bel febbrone. Piano piano

la sua temperatura si alza: la Terra sta diventando sempre più calda. Quali sono

le cause di questa febbre?

Se entri in una serra, noterai certo che dentro fa più caldo che fuori. Questo

succede perché il calore del Sole viene intrappolato all'interno dal vetro. Lo

stesso sta accadendo nel cielo. Soltanto che, invece del vetro, a intrappolare il

calore del Sole sono i gas.

Questi gas sono una forma d'inquinamento causata dalla combustione di carbone,

petrolio e altri combustibili. Altri gas, come i clorofluorocarburi, rendono il problema

ancora più grave.

Un clima più caldo potrebbe sembrare fantastico. Potresti mettere via scarponi e giacche

a vento, e passare più tempo all'aperto. Ma un clima più caldo anche solo di pochi gradi

può:

trasformare terre adatte alla coltivazione in sterili deserti

sterminare specie animali

causare siccità in alcune zone e piogge eccessive in altre

cancellare le foreste di alcune aree

far sciogliere il ghiaccio delle calotte polari innalzando il livello degli oceani e

causando la sommersione di molte zone costiere.

GLI AMICI DELL’ORTO

Nell'orto sono coltivati gli ortaggi, cioè le piante erbacee comunemente

conosciute col nome di verdure.

Di alcuni ortaggi si utilizza la radice come la barbabietola, la carota, la rapa e i

ravanelli; di altri le foglie come il cavolo, i finocchi, il sedano, le bietole, le

insalate; di altri ancora i fiori come il cavolfiore e il carciofo.

Vengono utilizzati i frutti del peperone, del cetriolo, della zucca dello

zucchino, del pomodoro e della melanzana; i semi del cece, della fava, del

fagiolo e del pisello.

Dalla patata utilizziamo il tubero che è un fusto sotterraneo.

FRUTTI E VERDURE DI STAGIONE

Frutta e verdura sono molto importanti sotto l'aspetto nutrizionale perché contengono

tante vitamine, sali minerali e fibra.

È opportuno scegliere sempre frutta e verdura di stagione perché è più saporiti e meno

sottoposta a trattamenti chimici.

Bisogna evitare di acquistare la frutta trattata con la cera anche se appare più bella e

lucida; la cera, infatti, conserva i residui dei trattamenti chimici effettuati

precedentemente. Ricorda che la frutta e la verdura vanno sempre accuratamente

lavate.

UNA BUONA ALIMENTAZIONE

Devi mangiare tutto se vuoi

stare benediceva spesso la

mamma a Maria. E Maria non

riusciva a capire perché. Poi

suo fratello Enzo le aveva

spiegato che era necessario

alimentari sì con cibi diversi:

carne, latte e formaggi, verdura

e frutta, perché tutti servivano

a dare forza e calore al corpo e

anche a farlo crescere.

Adesso sapeva che se faceva

dieci salti, due capriole,

andava in bicicletta o,

semplicemente, muoveva un

braccio, consumava

"energia". Sapeva anche che

l'energia poteva ottenerla solo mangiando. Però mangiava più volentieri da

quando la mamma permetteva a lei e a Enzo di cucinare. Erano diventati

bravissimi a cuocere l'uovo al tegamino e una volta avevano fatto anche una

buonissima torta al cioccolato.

PER STARE BENE

Per stare bene bisogna mangiare un po' di tutto: pane, pasta, pesce, carne, uova, frutta,

verdura, dolci, ma bisogna anche rispettare alcune regole:

— non mangiare in fretta;

— masticare lentamente;

— non bere acqua e bibite molto fredde;

— non fare il bagno subito dopo aver mangiato.

Dopo aver mangiato, per una buona digestione, non bisogna fare sforzi eccessivi o

giochi violenti.

CIBI AMBIENTE SALUTE

I concimi chimici o fertilizzanti usati in agricoltura, producono vegetali voluminosi nei

quali, però, è ridotta la presenza di vitamine.

I pesticidi, invece, sono sostanze chimiche utilizzate per combattere parassiti, funghi,

muffe e insetti. Esse sono considerate pericolose per la salute dell'uomo.

Per un'agricoltura naturale e per ottenere cibi più genuini sta crescendo l'agricoltura

biologica che sostituisce i concimi chimici con letame ben maturo, i pesticidi con

succhi di piante medicinali e insetti killer che si nutrono dei parassiti

OCCHIO ALLE SOSTANZE!

Nei cibi che spesso consumiamo sono contenute sostanze tossiche per l'or-

ganismo.

Gli additivi sono sostanze utilizzate largamente nelle bibite;

gli antiossidanti sono prodotti per aumentare la conservabilità di quei cibi per i quali

la natura ha predisposto un rapido consumo: succhi, verdure, carni;

i coloranti sono sostanze utilizzate nelle caramelle, negli sciroppi di fragola, di

ciliegia e di prugna;

gli aromi artificiali sono sostanze prodotte in laboratorio che imitano alcune

sostanze presenti in natura.

Le alternative naturali esistono, infatti le piante aromatiche oltre a essere

antiossidanti naturali sono anche ottimi antibatterici.

I CIBI TRANGENICI

Nei laboratori di tutto il mondo, da anni, gli scienziati studiano la possibilità di cambiare

le caratteristiche di questo o di quel prodotto: la forma, il colore e il sapore e soprattutto

la sua resistenza alle malattie.

Il risultato sono i cosiddetti cibi

transgenici quelli prodotti con

gli OGM, gli organismi

geneticamente modificati,

piante oppure animali in cui si è

sostituito o modificato uno o più

geni, le particelle dei cromosomi

da cui dipendono le

caratteristiche di ogni essere

vivente. Sull'uso dei cibi

transgenici il dibattito è aperto.

Gli scienziati si difendono

spiegando l'utilità dei loro

esperimenti. Punto di scontro è

la pericolosità dei cibi. Finora

la sc ienza ha de t to che non

fanno male, anche se manca una

certezza matematica. I contrari

ai cibi transgenici sostengono

invece che i danni si vedranno in futuro. Da troppo poco tempo, sostengono,

se ne fa uso. Nuove malattie, allergie oppure squilibri pericolosi

dell'ecosistema potrebbero svilupparsi più tardi. E a sostegno delle loro paure

ricordano alcuni esperimenti risultati dannosi ad animali di laboratorio. Come

spesso succede davanti alle novità, comunque, la gente si fida poco.

Dopo aver saputo che, l'ottanta per cento dei suoi clienti non li voleva, una nota

catena di supermercati italiani ha deciso di togliere i cibi geneticamente modificati dai

suoi scaffali.

ALIMENTI A KM ZERO:

ecosostenibili,

economici,

equilibrati.

L'espressione "prodotti alimentari a km zero-, mutuata dall'anglosassone "food miles",

definisce quella categoria di alimenti per la quale si accorcia o elimina la distanza tra

agricoltore e consumatore. Con riduzione della produzione di anidride carbonica (CO2)

e del costo finale. Tra la campagna e la nostra tavola, gli alimenti subiscono, infatti,

numerosissimi passaggi di lavorazione (raccolta, lavaggio, pulitura, primo stoccaggio),

confezionamento (spesso dispendioso, a seconda della destinazione finale) e infine,

accesso alla Gdo (Grande distribuzione organizzata) che opera attraverso numerosi altri

intermediari fino allo scaffale del supermercato. Ciò detto non deve stupire se si stima

che, prima di giungere al consumatore. Un pasto medio percorre 1.900 km!

È forse per la percezione di quest'assurdo che una parte d'italiani più attenti ha speso nel

2009, secondo Coldiretti, più di 3 miliardi di curo nell'acquisto di alimenti a km zero

(anche detti, in contrasto con i numerosi passaggi appena descritti, prodotti a filiera

corta). Non deve quindi stupire che secondo un rapporto dell'Ismea (Istituto di servizi per

il mercato agricolo alimentare) relativo alla filiera lunga, solo 20 centesimi ogni curo di

spesa alimentare vanno effettivamente all'azienda agricola.

Vi sono varie ragioni per preferire i prodotti a filiera corta, tra cui quelle di natura:

1. ambientale: la riduzione del CO2 prodotta grazie all'abbattimento dei trasporti

(prevalentemente su gomma), il risparmio in acqua ed energia dei processi di

lavaggio e confezionamento e l'eliminazione degli imballaggi di plastica e cartone

rendono questi prodotti realmente ecosostenibili;

2. nutrizionale: sono prodotti di stagione e del territorio e stante il breve trasporto e

stoccaggio mantengono intatte tutte le caratteristiche organolettiche e i principi

nutritivi (per esempio, le vitamine);

3. di sicurezza alimentare: nella filiera lunga sono molti i prodotti che vengono

importati da paesi lontani con normative meno rigorose di quelle italiane in termini

di controlli igienico-sanitari con conseguente maggiore rischio per la salute,

4. economica: l'eliminazione delle intermediazioni e dei trasporti abbatte il costo al

consumatore in misura del 30%:

5. di controllo sul prodotto: grazie al rapporto diretto con il produttore agricolo è

possibile attuare un acquisto più consapevole e trasparente.

Sebbene quindi vi siano numerosi aspetti a beneficio della scelta della filiera corta, in

effetti, l'applicabilità di questa modalità d'acquisto prevede un grande impegno del

legislatore e delle realtà locali nell'ambito di un progetto strutturato. Questo in altri Paesi

europei, come la Gran Bretagna e la Germania, sta già avvenendo, mentre in Italia vi sono

grandi differenze regionali in termini attuativi. La prima regione a sposare,

promuovere e sostenere il km zero è stata il Veneto che dal 2008, attraverso una legge

regionale ad hoc, ha incentivato l'utilizzo dei prodotti locali nelle attività ristorative

affidate agli enti pubblici (come le mense scolastiche, ospedali e caserme) e incrementato

una rete di vendita di prodotti stagionali sul territorio.

Questa scoperta della tipicità e del territorio e si pone in grande contrasto con la

tendenza globalizzante degli ultimi lustri e la logica di mercato sostenuta delle grandi

industrie. Non a caso la stessa volontà di ridurre le emissioni di gas a effetto serra a livello

mondiale, sancita dal Protocollo di Kyoto nel 1997 (ratificato dall'Italia ormai nel 2002)

di cui il "progetto km zero" fa parte, trova grandi difficoltà attuative un po' in tutti i

Paesi del inondo, non ultimo l'Italia. Come sempre accade però, anche le scelte del

singolo possono, gradualmente e molto pazientemente, spostare certe tendenze.

Iniziamo quindi con acquisti più accorti, scegliamo prodotti di stagione, magari facendo

riferimento a realtà di vendita diretta o ai molti prodotti locali che possiamo reperire

facilmente. Oggi, anche nella stessa grande distribuzione.

PRODUZIONE A KM 0

La filiera corta

Cosa sono gli alimenti a km zero e a filiera corta? E perché preferirli?

I prodotti "a Km zero" sono tutti quei prodotti, per lo più generi alimentari, che vengono

venduti e consumati vicino nel raggio di pochi chilometri dal luogo di produzione; sono

anche chiamati prodotti a filiera corta poiché spesso, accorciando le distanze fisiche che

separano produttore da consumatore, si accorcia anche la filiera, non essendoci la

necessità di intermediari del trasporto, grossisti o mercati generali che poi

ridistribuiscono a dettaglianti. Molte volte addirittura, se un prodotto è km O, viene

anche venduto direttamente dal produttore al consumatore: è ciò che succede nei

farmers' market. Perché preferire alimenti e prodotti a chilometri zero rispetto a

quelli disponibili nella GDO? Spesso la GDO (Grande Distribuzione Organizzata)

rende disponibili per tutto l'anno frutta e verdura fuori stagione o esotica, o ancora

carne straniera: prima di finire nelle nostre tavole questi prodotti hanno percorso

migliaia di chilometri e sono stati responsabili di tonnellate di energia prodotta.

Tutto il petrolio, la co2 emessa, l'energia sprecata per il trasporto di merce che

potremmo reperire nelle campagne circostanti scegliendo la stagione giusta o

rimodellando le nostre scelte, contribuisce in modo significativo all'inquinamento

e al riscaldamento globale.

Scegliere prodotti a km O, significa in primo luogo contribuire alla causa ambientale.

Ma non solo.

Quali sono i vantaggi dei prodotti a km O?

- I prodotti a km zero, che sono anche di stagione, costano meno a causa

dell'abbattimento dei costi di trasporto, ma anche perché spesso la filiera si accorcia (ed

il vantaggio ricado quindi anche sul piccolo produttore piuttosto che sulla grande

distribuzione organizzata!).

- Un prodotto a km zero è per definizione un prodotto nostrano, con tutti i vantaggi

del caso in termini di salute e sicurezza: pensiamo ad esempio ai diversi regimi di

controllo sull'imballaggio e il confezionamento e la perdita delle caratteristiche

organolettiche determinata da un lungo viaggio. - I prodotti a km zero ci permettono

di riscoprire il piacere del buon cibo di stagione, e degli alimenti nostrani, tipici del

nostro territorio, oltre a contribuire alla riscoperta delle differenze biologiche tra

varietà di frutta e verdura.

- ovviamente scegliendo prodotti a km zero non saremmo responsabili

dell'inquinamento atmosferico!

CONSUMO SOSTENIBILE

Prodotti a KM zero

Con semplici accorgimenti nella spesa e nel consumo degli alimenti ogni famiglia italiana

può quindi contribuire a ridurre i consumi di petrolio e le emissioni di gas ad effetto serra

dell'equivalente di duemila chilogrammi di CO2 all'anno per contribuire personalmente a

raggiungere gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto e a fermare gli effetti disastrosi

dei cambiamenti climatici. F. quanto afferma la Coldiretti che in occasione dell'Earth Day

ha presentato "Clima: istruzioni per l'uso", il primo decalogo Made in Italy per consumi

sostenibili dal punto di vista climatico ed ambientale: Preferire l'acquisto di prodotti locali

che non devono subire lunghi trasporti con mezzi inquinanti;

Scegliere frutta e verdura di stagione che non consumano energia per la

conservazione:

Ridurre le intermediazioni fino a fare acquisti direttamente dal produttore per evitare

passaggi di mano del prodotto che spesso significano inutili trasporti;

Privilegiare i prodotti sfusi che non consumano imballaggi;

Acquistare confezioni formato famiglia rispetto a quelle monodose per ridurre il

consumo di imballaggi per quantità di cibo consumato;

Fare acquisti di gruppo (anche in condominio) per ridurre i consumi di energia nei

trasporti per fare la spesa;

Riutilizzare le borse per la spesa e servirsi di quelle fatte con materiali biodegradabili

di origine agricola nazionale o di tela invece di quelle in plastica;

Ottimizzare l'energia consumata nella preparazione e conservazione dei cibi con

pentole e frigoriferi a basso impatto;

Evitare di utilizzare piatti e bicchieri di plastica che consumano energia e inquinano

l'ambiente;

Fare la raccolta differenziata per consentire il recupero di energia dai rifiuti prodotti.

IL CIBO CHE SCEGLI FA BENE A TE AL

PIANETA

Gli studi scientifici hanno dimostrato che gli obiettivi di salute e i vincoli per

salvaguardare gli ecosistemi convergono. E la doppia piramide alimentare e ambientale è

un modo semplice per spiegare a tutti come trasformare ogni pasto in un aiuto concreto

alla propria salute e a quella del pianeta.

"Mangiare senza eccessi, ridurre il consumo di carne e latticini e aumentare quello

di frutta e verdura apporta non solo benefici alle persone, ma anche all'ambiente

in cui viviamo" afferma Timothy Lang, esperto di politiche alimentari al City

University London's Centre for Food Policy. Da qui è nata l'idea di creare una

piramide doppia - costituita di una parte "alimentare" e una "ambientale" - che

illustra senza troppi tecnicismi ma con solide basi scientifiche quali sono gli

alimenti che fanno bene alla salute dei singoli individui e quelli che arrecano meno

danno al nostro pianeta.

I gradini della salute

Negli anni Settanta lo "Studio dei sette paesi" di Angel Keys ha messo in luce

l'importanza della cosiddetta "dieta mediterranea" per la salute e da allora gli studi

sull'argomento si sono moltiplicati, dimostrando associazioni forti tra questo

regime alimentare e la riduzione dell'incidenza di numerose malattie.

La prima piramide alimentare nasce però solo nel 1992 su iniziativa Dipartimento

dell'agricoltura degli Stati Uniti (USDA), che l'ha ideata come strumento di

informazione ed educazione alimentare per spiegare in modo immediato come nutrirsi

correttamente. Alla base della piramide ci sono i cibi che dovrebbero comparire con

maggior frequenza sulla tavola: frutta e ortaggi ricchi di fibre, acqua e vitamine, poi

pasta, riso, patate e pane (meglio se integrali). Risalendo si incontrano cibi che vanno

mangiati in sempre minore quantità, fino ad arrivare in cima alla piramide dove svettano

i dolci e le carni rosse. Nel corso degli anni il modello si è evoluto, adattando le

informazioni scientifiche a ogni specifico pubblico per educare a un unico principio: il

mangiar sano.

L'impronta del cibo sull'ambiente

Le scelte alimentari che ogni giorno compiamo hanno un impatto molto forte

sull'ambiente anche se spesso non ce ne rendiamo conto. La piramide ambientale è

stata introdotta nel 2009 proprio per comunicare in modo semplice ed efficace

questo concetto: gli alimenti (o le categorie di alimenti) sono rappresentati nella

piramide in base alla loro "impronta" sul pianeta. Ogni alimento che portiamo in

tavola lascia infatti una serie di tracce (nella produzione di anidride carbonica, nel

consumo d'acqua o nell'impatto ecologico) che ci permettono di seguirlo dalla

produzione fino allo smaltimento finale. Ciò che emerge dai calcoli degli esperti è

che i cibi che sono alla base della piramide alimentare ovvero quelli che devono

essere consumati in misura maggiore per vivere a lungo e in salute - sono gli stessi

che lasciano meno tracce sull'ambiente e occupano quindi la punta della piramide

ambientale: frutta e ortaggi di stagione, riso e altri cereali (pane e pasta)

Scegliere bene per fare la differenza

Modificare la propria alimentazione seguendo le indicazioni illustrate nella doppia

piramide può fare la differenza sia dal punto di vista della salute sia da quello

ambientale. Da un lato, una dieta basata soprattutto su alimenti di origine vegetale

è un'arma potente contro numerose malattie, dai disturbi cardiovascolari, ai tumori,

alle malattie tipiche dell'invecchiamento. Dall'altro, se si confronta un pasto

vegetariano con uno con proteine animali che fornisce approssimativamente le

stesse calorie e le stesse quantità di macronutrienti (proteine, carboidrati e grassi)

si nota che il menù verde ha un impatto sull'ambiente pari a circa la metà di quello del

menù non vegetariano.

L’IMPRONTA ECOLOGICA

COS'E'?

Corrisponde alla quantità di terra e acqua necessarie per rigenerare le risorse impiegate

lungo il ciclo di vita di un prodotto, dalla sua coltivazione fino allo smaltimento.

Gettare via il cibo significa produrre emissioni e consumare preziose risorse naturali a

vuoto, mentre la Terra racimola le ultime energie per provare a sfamare i suoi 7 miliardi

(per ora) di abitanti.

La produzione alimentare occupa il 25% della terra abitabile ed è responsabile dell'80%

della deforestazione, del 30% delle emissioni di gas serra e del 70% dei consumi d'acqua.

L’IMPRONTA DELLE ATTIVITA’ UMANE

Dalle coltivazioni ai pascoli, al territorio per abitare e produrre tutte le attività umane lasciano

un’impronta.

PIRAMIDE ALIMENTARE

La Piramide Alimentare è la rappresentazione grafica della "dieta mediterranea'' ed è

uno strumento ideato per educare la popolazione a scelte alimentari corrette.

Graficamente troviamo una suddivisione per livelli e settori, in ognuno dei quali sono

riportati i gruppi dei diversi alimenti e le relative porzioni raccomandabili

È importante scegliere tra tutti i gruppi di alimenti, alternandoli nei pasti della giornata

così da garantire il giusto apporto di tutti i nutrienti necessari all'organismo per il

mantenimento di un buon stato di salute

Non esiste l'alimento completo o ideale, che contiene tutte le sostanze necessarie, nella

giusta quantità e che è in grado di soddisfare da solo le nostre esigenze nutrizionali

Per garantire, in misura adeguata, l'apporto di tutte le sostanze nutrienti indispensabili,

bisogna imparare a variare il più possibile le scelte e di combinare opportunamente i

diversi alimenti

LA DOPPIA PIRAMIDE ALIMENTARE

Negli ultimi tempi si è andato affermando il modello della cosiddetta doppia piramide

alimentare e ambientale, che associa allo schema nutrizionale tradizionale una seconda

piramide che si basa su tre principali

1. consumo di territorio

2. generazione di gas a effetto serra,

3. consumo di risorse idriche.

Classificando gli alimenti sulla base della loro ECOLOGICA FOOTPRINT, il modello della doppia

piramide mostra come i cibi più sani per la salute, sono anche quelli che determinano gli impatti

ambientali minori.

PIRAMIDE ALIMENTARE E AMBIENTALE

Piramide ambientale Nasce studiando e misurando l’impatto sull’ambiente dei cibi presenti nella

piramide alimentare e disponendoli lungo una piramide capovolta, in cui gli

alimenti posizionati più in basso hanno anche minor impatto ambientale.

Accostando la piramide alimentare a quella ambientale è possibile notare come i

cibi per i quali è consigliato un consumo maggiore sono anche quelli che hanno un

minor impatto sull’ambiente.

LE DUE PIRAMIDI E LA NOSTRA SALUTE

I nostri cibi

DOPPIA PIRAMIDE PER BAMBINI C'è una grande diffusione tra i bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni di abitudini

alimentari che non favoriscono una crescita armonica, predisponendoli all'aumento

di peso. È stato infatti osservato come solo n% dei bambini possieda abitudini

alimentari in linea con quanto raccomandato da una corretta piramide nutrizionale;

l'introito calorico giornaliero della maggioranza dei bambini osservati in età scolare

è non solo superiore alle loro esigenze, ma anche principalmente orientato al

consumo di grassi e zuccheri (soprattutto nei bambini caratterizzati da una tendenza

all'obesità), a scapito di frutta e verdura.

ALIMENTAZIONE DEI BAMBINI Come nel caso degli adulti, anche l'alimentazione dei bambini e degli adolescenti

dovrebbe essere basata prevalentemente su alimenti di origine vegetale, in

particolare i diversi cereali, soprattutto integrali, molto importanti per il contenuto

di fibra e componenti protettivi, frutta e verdura. A salire progressivamente

troviamo i legumi, il latte e i suoi derivati, le uova (preferibilmente nelle versioni

magre) così come le carni e il pesce, fino poi ad arrivare a prodotti con più alto

contenuto di grassi e zuccheri, per i quali si consiglia una frequenza relativa di

consumo ridotta. La necessaria assunzione di grassi insaturi andrebbe coperta da

pesce e frutta secca, utilizzando olio extravergine di oliva per i condimenti.