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ALTRI DISTURBI
DELL'INFANZIA,
DELLA FANCIULLEZZA
E DELL'ADOLESCENZA
1. Disturbo d'Ansia di Separazione
2. Mutismo Selettivo (precedentemente
Mutismo Elettivo)
3. Disturbo Reattivo dell'Attaccamento
dell'Infanzia o della prima Fanciullezza
4. Disturbo da Movimenti Stereotipati
(precedentemente Disturbo da
Stereotipia/Abitudine)
5. Disturbo dell'Infanzia e della Fanciullezza
o dell'adolescenza NAS
Mutismo Selettivo
(precedentemente
Mutismo Elettivo)
Criteri diagnostici
A. Costante incapacità di parlare in situazioni sociali
specifiche (in cui ci si aspetta che si parli, per esempio
a scuola) nonostante parlare sia possibile in altre
situazioni.
B. L'anomalia interferisce con i risultati scolastici o
lavorativi o con la comunicazione sociale.
C La durata dell'anomalia è di almeno 1 mese (non
limitato al primo mese di scuola).
D. L'incapacità di parlare non è dovuta al fatto che
non si conosce, o non si è a proprio agio con il
modo di parlare richiesto nella situazione sociale.
E. L'anomalia non è meglio attribuibile ad un
Disturbo della Comunicazione (per esempio
Balbuzia) e non si manifesta esclusivamente
durante il decorso di un Disturbo Pervasivo dello
Sviluppo, di Schizofrenia o di un altro Disturbo
Psicotico.
Non è un disturbo molto frequente, si
stima una percentuale di 1 bambino
ogni 1000, e sembra avere una
frequenza maggiore nelle femmine
rispetto ai maschi nel rapporto di 2:1.
L’età di esordio varia dai 2 ai 6 anni dopo
una produzione del linguaggio nella
norma.
Non è un disturbo molto frequente, si
stima una percentuale di 1 bambino
ogni 1000, e sembra avere una
frequenza maggiore nelle femmine
rispetto ai maschi nel rapporto di 2:1.
L’età di esordio varia dai 2 ai 6 anni
dopo una produzione del linguaggio
nella norma.
Il disturbo di solito è diagnosticato dopo l’inserimento
dei bambini nella scuola elementare, anche se è molto
probabile che si sia già manifestato negli anni della
scuola materna. Infatti, nella maggioranza dei casi, il
MS non è riconosciuto dai pediatri, i quali non hanno
familiarità con tali segni e sintomi e spesso lo
considerano come manifestazione di un’eccessiva
timidezza rassicurando i genitori sul fatto che possa
guarire con il tempo, motivo per cui spesso la diagnosi
viene fatta tardivamente.
In realtà, senza una diagnosi e una presa
in carico precoce, i sintomi possono
cronicizzarsi ed essere amplificati nel
corso dello sviluppo, influenzandone le
abilità sociali e il livello di autostima del
bambino.
Nella maggior parte dei casi, il bambino parla con uno o più membri della famiglia (soprattutto la madre), qualche volta con uno o alcuni coetanei, ma non con gli estranei, e non a scuola. Nella scuola, nel cortile della ricreazione, il bambino spesso parla o sussurra ad alcuni coetanei. Dentro la classe di solito non parla con nessuno.
La maggioranza dei bambini escogita un
modo efficace di comunicare non-
verbalmente, per esempio indicando,
sorridendo, facendo cenni con la testa,
rimanendo inespressivi e immobili finché
qualcuno indovina correttamente cosa
vogliono, scrivendo note, etc.
L'ambiente che lo circonda comprende la
comunicazione del bambino ed egli reagisce
positivamente. Il comportamento non-
verbale sostituisce quello verbale e viene
rinforzato dalla reazione positiva
dell'ambiente circostante.
Molti bambini con MS hanno un grande
desiderio di parlare in tutte le situazioni, ma
non riescono a farlo. Possono aver paura di
parlare o di interrompere l'abitudine di non-
parlare, oppure possono sentirsi imbarazzati
a parlare perché non sanno quale sarà la
reazione da parte delle altre persone.
Cause e decorso
Sembrerebbe che la causa del MS sia attribuibile ad
aspetti sia temperamentali del bambino che dovuti al
contesto familiare, così come avviene per tutti i
disturbi d’ansia.
Sono frequenti difficoltà di addormentamento, disturbo
del sonno, difficoltà nell’alimentazione, ansia di
separazione, irrequietezza, timidezza eccessiva,
episodi di enuresi e encopresi, presenza di almeno un
genitore molto timido e ansioso che presenta
sentimenti di inadeguatezza, timore del giudizio altrui
e sentimenti di vergogna.
Il bambino che non parla è difficile da
avvicinare, gli insegnanti e gli adulti hanno
solo un accesso limitato allo sviluppo sociale
ed intellettuale del bambino.
A scuola il bambino è spesso considerato
testardo, furbo o autoritario e in alcuni casi
gli insegnanti ritengono che sia proprio muto
o ritardato, i compagni non lo coinvolgono
nel gioco perché rimane isolato; pertanto si
ritira sempre di più socialmente, non
favorisce lo sviluppo delle abilità sociali
essenziali, lo sviluppo armonico della
personalità e la costruzione di una salda
autostima.
Trattamento
Esiste una vasta gamma di differenze
individuali per quanto riguarda i bambini con
MS pertanto è fondamentale la valutazione
psicodiagnostica, al fine di individuare la
gravità del disturbo ed orientare verso un
trattamento efficace.
Il trattamento più efficace e
documentato risulta essere quello
cognitivo-comportamentale, che
prevede interventi a più livelli:
individuale, familiare e scolastico con
l’obiettivo di ridurre l’ansia,
aumentare l’autostima e il livello di
sicurezza nelle situazioni sociali del
bambino.
L’intervento sul bambino si pone i seguenti
obiettivi:
1. costruire un rapporto di fiducia,
2. facilitare la comprensione delle emozioni
attraverso il gioco e il disegno,
3. imparare a verbalizzare e gestire le
emozioni negative attraverso il gioco,
tecniche di rilassamento, esposizione
immaginativa ecc.
4. incrementare la comunicazione non
verbale.
L’intervento di sostegno alle genitorialità si
pone i seguenti obiettivi:
1. informare i genitori sulle caratteristiche
del Mutismo Selettivo,
2. renderli consapevoli delle emozioni
proprie e del bambino,
3. aiutare i genitori a sintonizzarsi
emotivamente con il bambino evitando di
mettere in atto abituali strategie di
normalizzazione, sdrammatizzazione o
drammatizzazione eccessiva o qualsiasi
altra modalità distorta volta a sostenere
l’ansia nel bambino
,
4. fornire strategie utili per facilitare nel
bambino la verbalizzazione delle emozioni,
5. fornire suggerimenti efficaci sui
comportamenti da adottare per non
rafforzare i sintomi del MS, come: non
punire, non forzare il bambino a parlare,
sostenerlo nella comunicazione non verbale,
ecc.
L’intervento sulla scuola si pone i seguenti
obiettivi:
1. informare le insegnanti sulle caratteristiche
del MS,
2. fornire suggerimenti efficaci sui
comportamenti da adottare per non
rafforzare i sintomi del MS, come non punire,
non forzare il bambino a parlare, sostenerlo
nella comunicazione non verbale, ecc.,
3. fornire strategie utili di riconoscimento e
gestione delle emozioni negative (ansia,
vergogna) che il bambino sperimenta
all’interno del gruppo classe,
4. fornire strategie utili per facilitare nel
bambino la verbalizzazione delle emozioni,
incrementando, per esempio, in una fase
iniziale, la comunicazione non verbale.