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ISTITUTO COMPRENSIVO “ E. MONTALE “ DI GATTICO SCUOLA DELL’INFANZIA DI BOGOGNO TESINA ANNO DI PROVA "L'intelligenza numerica nella scuola dell'infanzia" INSEGNANTE: NALIN ORIETTA TUTOR: MEDINA MARIA CRISTINA DIRIGENTE SCOLASTICO: MURGIA MARIA ELENA ANNO SCOLASTICO 2012/2013

"L'intelligenza numerica nella scuola dell'infanzia"

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Page 1: "L'intelligenza numerica nella scuola dell'infanzia"

ISTITUTO COMPRENSIVO “ E. MONTALE “ DI GATTICO

SCUOLA DELL’INFANZIA DI BOGOGNO

TESINA ANNO DI PROVA

"L'intelligenza numerica nella scuola dell'infanzia"

INSEGNANTE: NALIN ORIETTA

TUTOR: MEDINA MARIA CRISTINA

DIRIGENTE SCOLASTICO: MURGIA MARIA ELENA

ANNO SCOLASTICO 2012/2013

 

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Premessa

Nelle indicazioni nazionali, per la scuola dell'infanzia,

l'apprendimento del bambino consiste nell'azione, nell'esplorazione

attraverso il contatto con gli oggetti e con la realtà circostante in

una dimensione ludica, da intendersi come forma tipica di relazione

e conoscenza.

Nella relazione educativa gli insegnanti svolgono una funzione di

mediazione e facilitazione e, aiutano i bambini a pensare, riflettere,

sollecitandoli a osservare, descrivere, fare ipotesi e chiedere

spiegazioni nei diversi contesti.

L'organizzazione degli spazi e dei tempi diventa elemento di qualità

pedagogica dell'ambiente educativo e pertanto deve essere oggetto

di esplicita progettazione e verifica.

In particolare è opportuno creare occasioni di apprendimento in cui

l'esperienza diretta permette ad ogni bambino di approfondire gli

apprendimenti.

Ogni campo di esperienza offre un insieme di oggetti, situazioni,

immagini e linguaggi, riferiti ai sistemi simbolici della nostra cultura,

capaci di stimolare apprendimenti progressivamente più sicuri.

Il campo di esperienza "la conoscenza del mondo" comprende

l'acquisizione del numero: la familiarità con i numeri può nascere a

partire da quelli che si usano nella vita quotidiana, poi lavorando

sulle quantità e successivamente sulle numerosità degli oggetti, i

bambini di cinque anni imparano a contare, a togliere e ad

aggiungere. Si avviano così alle conoscenze del numero e della

struttura delle prime operazioni e gradualmente imparano i processi

di astrazione, a rappresentare con simboli i risultati delle loro

esperienze.

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Dopo una breve descrizione degli aspetti cognitivi del bambino fino

ai cinque anni e delle relative considerazioni pedagogiche, nella

seconda parte della relazione è presentata l'esperienza didattica,

condotta da chi scrive, di un laboratorio sui numeri in cui, di

fondamentale importanza è stata l'attenzione nel creare piste di

lavoro per organizzare attività ed esperienze in un piccolo gruppo di

otto bambini frequentanti l'ultimo anno della scuola dell'infanzia di

Bogogno.

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Lo sviluppo dell'intelligenza numerica

Che cosa si intende per “intelligenza numerica”?

L'attuale ricerca ci dice che si tratta di una funzione della nostra

intelligenza che ci permette di intendere il mondo in termini di

quantità. Questa funzione dell'intelligere è precocissima nello

sviluppo, addirittura antecedente alla comparsa del linguaggio,

perché ha molto a che fare con la percezione e nulla a che vedere

con gli aspetti mediati dalla cultura come il nome che diamo ad una

determinata quantità o il modo in cui la scriviamo.

Le nostre funzioni cognitive hanno una rappresentazione a livello del

sistema nervoso centrale. Questo significa che nel centro del

controllo cognitivo, ogni funzione è localizzata in specifiche aree

cerebrali : le informazioni linguistiche vengono gestite dalle aree del

linguaggio, le informazioni motorie dalle aree che gestiscono la

motricità, le informazioni visive nelle aree visive e così via. Ogni

dominio di funzione è strutturalmente indipendente dagli altri, ma

lavora in sinergia con gli altri domini per assicurare il funzionamento

generale, e questa sinergia è resa possibile da specifiche

interconnessioni.

Ma dove si trovano le nostre competenze numeriche? Tre sono le

aree cerebrali in cui si attivano le elaborazioni numeriche.

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Il solco intraparietale è attivo quando confrontiamo grandezza di

numeri.

La parte posteriore del lobulo parietale superiore è quella che

si occupa della sintassi del numero e cioè il valore posizionale delle

cifre.

Il giro angolare sinistro si occupa della gestione delle abilità

numeriche mediate dal linguaggio.

Il solco intraparietale è stato oggetto di studi recentissimi ed è l'area

maggiormente implicata nell'elaborazione quantitativa del numero.

Studi condotti con la tecnica del'abituazione-disabituazione hanno

mostrato che i bambini già a 6/7 mesi sono in grado di riconoscere

set di numerosità diversa. In questi studi si facevano guardare ai

bambini ripetutamente un cartoncino con due pallini, finché il loro

tempo di fissazione diminuiva, indicando abituazione.

Successivamente si mostrava loro un cartoncino contenente un

diverso numero di pallini e si misuravano nuovamente i tempi di

fissazione : quando i bambini, si trovavano davanti al cartoncino

con tre pallini allungavano significativamente i tempi di fissazione,

indicando disabituazione e quindi discriminazione delle quantità. Le

competenze dei bambini molto piccoli, tuttavia non si limitano al

riconoscimento delle differenze di quantità, ma vanno oltre e

coinvolgono anche la possibilità di compiere operazioni sulla

numerosità. Wynn ha dimostrato che in bambini di 5 mesi possono

esserci aspettative aritmetiche simili a operazioni di tipo additivo e

sottrattivo in relazione agli spostamenti di alcuni pupazzi (1992).

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La dimostrazione di di tali competenze in bambini così piccoli

contraddice clamorosamente la teoria di Piaget in base alla quale

alcune competenze numeriche maturerebbero solo intorno ai 6/7

anni come la conservazione della quantità, la classificazione e la

seriazione.

Il fatto che le competenze numeriche siano presenti già alla nascita,

indica che sono parte del patrimonio genetico ed ereditate

biologicamente. Evidentemente nella storia dell'evoluzione della

specie, essere in grado di giudicare la quantità a colpo d'occhio,

competenza detta “subitizing”, era indispensabile per la

sopravvivenza, in quanto permetteva di giudicare la presenza di

“poco” o “tanto” cibo.

Dal punto di vista della rappresentazione mentale dei numeri, sono

di particolare interesse gli studi condotti della cosiddetta “linea

numerica mentale”,una sorta di immagine visuo-spaziale che gli

individui hanno della sequenza numerica.

Attraverso prove neuropsicologiche su soggetti sani, alcuni studiosi

hanno dimostrato la presenza di una rappresentazione mentale dei

numeri, orientata da sinistra verso destra in senso crescente; tale

rappresentazione, inoltre sembra riflettere l'influenza di fattori

culturali ed educativi essendo dimostrabile nei bambini solo dopo i

primi tre anni di scolarizzazione.

In realtà siamo predisposti all'apprendimento della matematica

tanto quanto siamo predisposti all'apprendimento del linguaggio :

come impariamo a leggere e a scrivere grazie al funzionamento di

specifiche abilità di base, così impariamo a calcolare se i nostri

prerequisiti sono acquisiti, stabili e automatici.

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I prerequisiti per l'apprendimento

Imparare a calcolare implica per il bambino il possesso di specifiche

competenze, di “precursori cognitivi” che la ricerca ha descritto nel

loro normale evolversi durante gli anni prescolari e nei primi anni di

istruzione primaria .

Tali prerequisiti, che a loro volta implicano degli antecedenti

evolutivi, costituiscono delle attività sovraordinate alle operazioni,da

cui l'identificazione con il termine “processi”.

Processi semantici

Riguardano la rappresentazione mentale della quantità, ossia la

capacità del bambino di percepire ed elaborare la numerosità. I

processi di subitizing ne costituiscono l'antecedente in termini

evolutivi. Il possesso del concetto di numerosità, consente al

bambino di operare dei confronti tra due insiemi e decidere, ad

esempio che uno è più numeroso dell'altro, oppure decidere quale

tra due cifre arabiche sia più grande.

Processi lessicali

Riguardano il nome dei numeri e rappresentano il risultato di un

apprendimento (esplicito o implicito) mediato culturalmente. Sono

importanti nella misura in cui una cifra arabica, per essere detta,

deve essere associata in senso univoco ad una sola ed una sola

parola -numero . Gli antecedenti evolutivi per l'apprendimento dei

nome dei numeri si trovano nel ritmo e nella coordinazione

linguistica.

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Il principio del ritmo favorisce la memorizzazione della sequenza

delle parole-numero, anche in assenza di oggetti da contare; in

questo caso è cruciale l'ordine stesso in cui vengono enunciate le

parole-numero. Il principio della coordinazione linguistica sostiene

che il bambino, non appena comprende che un termine appartiene

alla categoria dei “numeri”, arriva anche a dedurre che gli altri

termini della lista appartengono alla stessa categoria, per cui non

introdurrà parole appartenenti ad altre categorie nella enunciazione

delle parole-numero.

Il bambino inizialmente impara tali parole- numero come se fosse

una sequenza di parole senza senso ma osserva anche che,

essendo tale sequenza infinita, non può essere imparata a

memoria; è quindi necessario imparare un algoritmo che consenta

di generarle in sequenza.

Processi pre-sintattici Riguardano l'elaborazione del sistema

posizionale all'interno delle cifre e si basano sull'interiorizzazione di

relazione di inclusione,a cui devono essere associate le relative

etichette verbali. La potenza del sistema sintattico-arabico risiede

nel fatto che, attraverso un numero limitato di simboli convenzionali

(1,2,3,4,5,6,7,8,9 e 0) è possibile scrivere tutti i numeri possibili . Gli

antecedenti evolutivi si rintracciano quindi nello sviluppo di concetti

di inclusione in una classe (una mano è formata da cinque

dita),nella gerarchizzazione e l'attribuzione di un nome e di una

posizione a questi sistemi ad esempio il primo, il secondo, il

terzo,ecc.

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Counting Il conteggio è una delle competenze più interessanti dal

punto di vista evolutivo, ed anche quella che ha ricevuto maggior

attenzione della ricerca internazionale. Verso i tre anni imparano

che contare serve a sapere quanti sono gli oggetti di un insieme (le

caramelle in un cestino, le penne in un astuccio, ecc.). Secondo

Gelman e Gallistel (1978) sarebbero descrivibili almeno tre principi

impliciti del contare:

1. Corrispondenza biunivoca: ad ogni elemento dell'insieme

corrisponde una sola parola-numero;

2. Ordine stabile: le parole-numero devono essere dette

sempre nello stesso ordine;

3. Cardinalità: l'ultima parola-numero pronunciata corrisponde

alla numerosità dell'insieme.

Secondo Gelman e Gallistel (1978), già a due/tre anni i bambini

possiedono il concetto della corrispondenza biunivoca, anche in

assenza delle parole-numero. A questa età, infatti, sono in grado di

distribuire ad esempio ad ognuno dei compagni un giocattolo. A tre

anni e mezzo, i bambini possiedono il principio della cardinalità,

almeno limitatamente alla consapevolezza che l'ultima parola detta

nel conteggio sia il numero degli oggetti contati: in alcuni bambini, si

osserva la tendenza ad assegnare l'etichetta ad ogni oggetto,

seguita da un nuovo conteggio alla richiesta di dire quanti siano,

quasi a manifestare l'idea che una cosa è “contare per contare”(più

simile ad enumerare, cioè enunciare parole-numero senza

considerare la cardinalità) e un altro è contare per sapere quanti

sono (cioè considerare il numero in senso cardinale).

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A questo proposito secondo Fuson (1988), è importante

comprendere i contesti nei quali i bambini applicano le loro

conoscenze sui numeri. Ad esempio, essi sanno che i numeri si

dicono, si scrivono, ecc. (area lessicale), che hanno a che fare con

la quantità (area semantica) e che servono a contare e a calcolare.

Considerando l'influenza delle componenti biologiche e innate,

assume particolare importanza l'interazione con l'ambiente nel

favorire l'acquisizione della sequenza numerica, della

corrispondenza biunivoca e della cardinalità.

L'acquisizione dei prerequisiti appena citati è fondamentale perché

il bambino apprenda adeguate abilità di ragionamento numerico e

operatorio. Normalmente tali competenze sono presenti entro i 5/6

anni di età, e il loro rafforzamento, successivo all'ingresso del

bambino a scuola, costituisce una base indispensabile da cui partire

per strutturare adeguate abilità di calcolo.

A conclusione di questa panoramica sui prerequisiti per

l'apprendimento del calcolo, discutendo delle tappe di evoluzione

delle competenze numeriche, può essere utile fornire un rapido

quadro di riferimento dello sviluppo delle capacità di scrittura dei

numeri. La notazione numerica si evolve secondo una serie di

categorie di rappresentazione estremamente variabili dal punto di

vista espressivo :

• rappresentazione idiosincratica : notazione priva di significato per

l'osservatore esterno, ma non per il bambino;

• rappresentazione pittografica: riproduzione figurata degli oggetti

dell'insieme;

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• rappresentazione iconica : riproduzione di segni grafici posti in

corrispondenza biunivoca con gli oggetti;

• rappresentazione simbolica : scrittura di numeri arabici veri e

propri.

A partire dai tre anni e mezzo i bambini utilizzano in prevalenza

segni idiosincratici e pittografici, mentre intorno ai quattro anni e

mezzo utilizzano soprattutto segni iconici e qualche accenno a

notazioni arabiche. Intorno ai cinque anni i bambini acquistano

familiarità con la notazione arabica corrispondente alla quantità che

devono indicare. A questa età spesso si osservano errori

caratteristici nella scrittura dei numeri, con rotazioni e specularità.

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Attività di potenziamento dei prerequisiti dell'intelligenza numerica svolte con un piccolo gruppo di bambini di cinque anni

In questa sezione intendo illustrare le attività ludiche e didattiche

che ho proposto ai bambini di cinque anni appartenenti alla sezione

1 della scuola dell'infanzia di Bogogno.

La sezione è eterogenea ed è composta da venti bambini di tre anni

e otto di cinque anni, per un totale di 28 alunni.

All'inizio dell'anno scolastico con i colleghi ho concordato

l'organizzazione didattica delle varie attività in modo che potesse

soddisfare nel miglior modo possibile le esigenze dei bimbi di tre

anni e le necessità legate a competenze completamente diverse dei

bambini di cinque anni.

Quindi, dopo aver programmato le varie attività con gli altri

insegnanti, ho pensato di proporre un laboratorio sui numeri con

cadenza settimanale, il venerdì pomeriggio dalle 14,30 alle 15,30

(durante il riposo pomeridiano dei piccoli), riuscendo così a

strutturare uno spazio di attività ludiche e didattiche specifiche per

l'intero anno scolastico.

Dopo un'analisi dettagliata delle competenze dei bambini di cinque

anni, mediante l'utilizzo del questionario osservativo IPDA

(Erickson), partendo dalle abilità già acquisite dai bambini, nel mese

di ottobre ho pensato ad un percorso che potesse potenziare i

prerequisiti dell'intelligenza numerica.

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Per introdurre l'argomento ho raccontato “La storia dello

Spaventanumeri “ e attraverso la drammatizzazione i bambini si

sono identificati con i numeri, attribuendosi caratteristiche e

particolarità che poi hanno rappresentato graficamente e con diversi

materiali lasciando spazio alla fantasia, alla creatività e alla

spontaneità (la signora Sette, la signorina Due, il signor Uno, amico

del signor Quattro e il Signor Sei, ecc.).

In questo modo i bambini hanno avuto modo di prendere confidenza

con la cifra arabica, memorizzando la forma, la posizione sulla linea

dei numeri e la quantità corrispondente attraverso alcuni giochi.

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Poi, ogni volta ho proposto attività che potenziassero i processi

lessicali, i processi semantici, i processi pre-sintattici e quelli di

conteggio illustrati nel precedente paragrafo.

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ATTIVITA' PER IL POTENZIAMMENTO DEI PROCESSI LESSICALI

I processi lessicali sono quelli che regolano l'etichetta verbale da

associare ai numeri e sono a stretto contatto con il linguaggio. Il

loro corretto apprendimento è indispensabile per le attività di

enumerazione in avanti e indietro. Le attività che potenziano questa

competenza si basano :

• sul ritmo del linguaggio, utile per abituare il bambino alla

ritmicità dell'enumerazione

 

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RAPPRESENTAZIONE RELATIVA ALLA POESIA INVENTATA

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• sulla memoria uditiva, soprattutto in compiti che richiedono la

sequenzialità

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• sul principio di n + 1 ed n-1 che è alla base dell'incremento

numerico e va automatizzato per consentire al bambino una

certa rapidità nel recupero del nome dei numeri

 

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ATTIVITA' PER IL POTENZIAMENTO DEI PROCESSI SEMANTICI

I processi semantici regolano la cognizione della quantità , si

basano :

• sul subitizing (percezione della quantità non mediata dal

conteggio es. grande/ piccolo , alto/ basso, corto/ lungo, tanti

/pochi ecc.

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• sull'introduzione dei numeri da 1 a 5 per incremento,

mostrando per ciascuno la traduzione arabica e il referente

semantico. E' stato utile stimolare la riflessione dei bambini sul

fatto che l'etichetta verbale, così come il codice arabico, sono

indipendenti dalle caratteristiche fisiche dell'oggetto

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• scomporre e rappresentare le quantità secondo la via analogica

 

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ATTIVITA' PER IL POTENZIAMENTO DEI PROCESSI PRE- SINTATTICI

I processi sintattici regolano la sintassi di posizione all'interno della

numerosità. Con i bambini ho lavorato sulle competenze cognitive

che consentono la cognizione dell'inclusione in classi discrete, ad

esempio una collana è formata da tante perline, come 10 è formato

da 10 unità . Inoltre per potenziare le competenze pre-sintattiche ho

proposto operazioni di seriazioni dal più piccolo al più grande e

viceversa.

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.

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ATTIVITA' PER IL POTENZIAMENTO DEL CONTEGGIO

Ho lavorato per stabilire l'ordine stabile , la cardinalità e infine sulla

corrispondenza biunivoca. Ho creato delle situazioni di gioco in cui i

bambini dovevano distribuire una caramella per ciascun bambino,

un biscotto ecc., senza soffermarmi troppo su queste attività dato

che fanno parte della vita quotidiana mentre si distribuisce il pane a

pranzo, il biscotto per la merenda e i bicchieri di plastica per bere.

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ATTIVITA' PER IMPARARE A SCRIVERE I NUMERI

Oltre alle schede di pregrafismo per imparare a scrivere i numeri da

1 a 9 e interiorizzare l’organizzazione spaziale e la forma del

numero, i bambini si sono divertiti a rappresentare i numeri con il

proprio corpo.

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Conclusioni

Sviluppare le competenze dell'intelligenza numerica, attraverso

attività ludico- didattiche non è solo un modo per avvicinare i

bambini all'apprendimento dei numeri, ma favorisce la loro crescita

cognitiva, permettendo loro di acquisire una progressiva

consapevolezza di sé e autonomia del pensiero logico .

Si tratta di aiutare i bambini a sviluppare il pensiero analogico,

determinante nella nostra cultura che sempre più utilizza il

computer, il cui funzionamento richiede strategie di tipo analogico,

non facilmente assimilabili attraverso la verbalità.

E' necessario che gli insegnanti conoscano e comprendano i vari

stadi di sviluppo del pensiero per poter guidare il bambino in questo

percorso .

La presenza dell'adulto è infatti importante per personalizzare le

varie richieste, che sono state ideate in modo da incoraggiare nel

bambino autonomia di pensiero, riflessione, consapevolezza,

flessibilità .

Uno dei compiti più importante dell'adulto è quello di accompagnare

l'evoluzione del pensiero del bambino senza saltare nessun

passaggio , valutando di volta in volta, la necessità di lavorare

attraverso l'esperienza diretta, dove non si penalizza l'errore e il

gioco serve per apprendere e pone i giocatori (adulti e bambini )

sullo stesso piano, stimolando la capacità di pensare in

un'atmosfera libera da tensioni che valorizzi le abilità , le

competenze, le idee e le intuizioni dei bambini .

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Testi e siti consultati

“L’intelligenza numerica Volume 1”

D. Lucageli - ERICKSON

“Sviluppare i prerequisiti per la scuola primaria”

M. Brignola - ERICKSON

“Sviluppare i prerequisiti per la scuola primaria”

M. Brignola - ERICKSON

“Test IPDA”

A. Terreni - ERICKSON

“Materiali IPDA per la prevenzione delle difficoltà di apprendimento”

A. Terreni - ERICKSON

“Batteria per la valutazione dell’intelligenza numerica in bambini dai 4 ai 6 anni”

D. Lucangeli - ERICKSON

“Guida alla valutazione, alla diagnosi e al trattamento dei disturbi e delle difficoltà di

apprendimento”

G. Sechi – FIRERA & LIUZZO

“Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione”

Ministero della Pubblica Istruzione – TECNODID EDITRICE

www.lannaronca.it

www.fantavolando.it

www.maestragemma.it

www.maestramary.it

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Indice

PREMESSA .............................................................................................................. 1

LO SVILUPPO DELL’INTELLIGENZA NUMERICA .................................................. 3

PREREQUISITI PER L’APPRENDIMENTO ............................................................. 7

ATTIVITA’ DI POTENZAMENTO DEI PREREQUISITI DELL’INTELLIGENZA

NUMERICA SVOLTE CON UNN PICCOLO GRUPPO DI BAMBINI DI 5 ANNI ..... 12

ATTIVITA’ PER IL POTENZIAMENTO DEI PROCESSI LESSICALI ..................... 20

ATTIVITA’ PER IL POTENZIAMENTO DEI PROCESSI SEMATICI ....................... 26

ATTIVITA’ PER IL POTENZIAMENTO DEI PROCESSI PRE-SINTATICI .............. 32

ATTIVITA’ PER IL POTENZIAMENTO DEL CONTEGGIO .................................... 34

ATTIVITA’ PER IMPARARE A SCRIVERE I NUMERI ........................................... 36

CONCLUSIONI ....................................................................................................... 38

TESTI E SITI CONSULTATI ................................................................................... 39

INDICE .................................................................................................................... 40