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Paltrow Arcuri Madonna L’attrice americana limita il consumo di certi alimenti come carne rossa, pollame e latticini ma invece fa incetta di cereali, pesce bianco e alghe Per combattere i primi inestetismi Manuela Arcuri si affida alla medicina naturale: «Oltre ad assumere capsule alle alghe, mi nutro con legumi e verdure» Nonostante i suoi 53 anni, la star americana ha un fisico ancora perfetto grazie anche alla sua dieta macrobiotica: cereali, verdura e miso con alghe Il cibo Le alghe in cucina: salute e sapori Piaceri di bellezza Persino il grande Pablo Neruda nella sua poesia postuma «El mar y las campanas», pubblicata nel 1974, dedica alcune strofe alle alghe. «Devo dire: son qui,/questo m’accade e questo accade:/frattanto le al- ghe dell’Oceano/si dondolano predispo- ste all’onda (...)». Certo il poeta non pensava di mangiarle, ma da alcuni anni le alghe hanno trovato posto sulla nostra tavola. Tre chef, che da tempo le usano in cucina, raccontano nelle loro ricette le qualità organoletti- che e la duttilità sprigionate da questi «or- ganismi» così saporiti. Tonino Cannavacciuolo, due stelle Mi- chelin a Villa Crespi, lo splendido alber- go di Orta San Giulio in provincia di No- vara, ricorda le alghe fin da ragazzo. «Prima di diventare cuoco — racconta — sono stato pescatore e le alghe le vedevo tutti i giorni perché i pesci riposavano tra due guanciali di "lattuga" la più semplice che troviamo nei nostri mari. Oggi uso spesso questo organismo uni o pluricellu- lare per dare aroma al brodo di pesce o come nota decorativa per finire alcuni piatti». Arrivate in sordina insieme al riso inte- grale, al tofu, al seitan, alle salse di soia e ad altri alimenti tipici della dieta macro- biotica, le alghe si sono imposte non sen- za qualche difficoltà nel mercato degli ali- menti naturali e biologici. A frenare una loro più larga affermazione sono alcuni ingiustificati pregiudizi. «Il primo pregiudizio da sfatare — conti- nua Cannavacciuolo — è quello che vuo- le le alghe un alimento esotico, tipica- mente orientale, del tutto estraneo alla nostra tradizione alimentare. In realtà l’uso delle "verdure di mare" vanta una tradizione antichissima, anche se in gran parte dimenticata, non solo in numerose nazioni europee, ma anche in alcune re- gioni del nostro paese. Tutti parlano del pesce crudo giapponese, ma non dimen- tichiamoci che anche nel nostro sud...» Esistono molti tipi di alghe, suddivise in oltre 25 mila specie. Ve ne sono di micro- scopiche (come la spirulina), di giganti (possono raggiungere centinaia di metri di lunghezza) e di dimensioni interme- die. Possono essere di colorazione diver- sa (verde, giallo, rosso, rosso-violaceo, az- zurro, blu, bruno), come diversificato è anche il loro habitat. Alcune specie vivo- no fissate agli scogli, altre ai fondali roc- ciosi, altre galleggiano libere a diverse profondità. Moreno Cedroni, chef del bistellato risto- rante «Madonnina del pescatore» a Seni- gallia, è sicuramente uno dei cuochi più titolati per raccontare il rapporto tra le al- ghe e la cucina. «Sono nato — accenna il cuoco marchi- giano — in una città di mare e da piccolo facevo il bagno tra le alghe e ho quasi un rapporto "nostalgico". Le uso fin dal 1997 quando facevo il verso al sushi. Poi matu- rando ho capito che non serviva soltanto per quello. Conosco diversi tipi di alghe da utilizzare in altrettante preparazioni. La Nori serve come decorazione un po’ come il nostro prezzemolo, la Kombu la utilizzo fresca per la sua consistenza car- nosa. Le alghe hanno una sola controin- dicazione, non vanno usate quasi mai nei piatti caldi. Preferibilmente le preferi- sco utilizzare negli antipasti». Gennarino Esposito, cuoco con due stel- le Michelin de la «Torre del Saracino» a Vico Equense nei suoi piatti di mare chie- de il sostegno delle alghe. «L’utilizzo delle nostre lattughe di mare — dice lo chef campano — è, in qualche modo, la genesi della mia cucina. La no- stra alga è potente sapida, iodica, non può essere semplicemente una compo- nente di un piatto, deve assumere il ruo- lo di protagonista, deve caratterizzare il piatto, come nel risotto con la cipolla ra- mata di Montoro, attualmente nel menù nel quale si fondono la dolcezza e la terrosità con l’aggressività irrequieta del mare». Già da qualche tempo rimbalzano sulle tavole di molti ristoranti i toni e i profumi di tante alghe orientali, frutto anche di viaggi e contatti con altre culture. L’ela- borazione di queste esperienze e la fusio- ne con gli ingredienti tipici dei nostri ter- ritori hanno affascinato molti cuochi ita- liani. «Anch’io — conclude — sono stato conta- giato da questa fascinazione e così ho pensato a un baccalà, prodotto che, in qualche maniera, è diventato nostro per- ché nei paesi vesuviani lavorano alcuni tra i migliori affinatori di questo pesce dei mari freddi, abbinato alle sfumature tostate dell’alga Nori, che svolge la sua funzione di accompagnamento discreto ed elegante». L’indiscutibile differenza tra un prodotto fresco e uno secco diventa la guida per un uso differente in piatti differenti, con attenzione, quindi, senza pregiudizi. © RIPRODUZIONE RISERVATA di Maurizio Di Gregorio È tra i nutrizioni- sti più preparati e conosciuti d’Italia: Giorgio Calabrese (foto), docente nutrizione umana Università Piemonte Orientale di Alessandria, spezza una lancia a favore delle alghe.«Già Plinio il Vecchio, raccomandava l’uso delle alghe nella cura contro la gotta, malattia molto diffusa tra la nobiltà romana. Più recentemente, numerose esperienze hanno evidenziato le numerose proprietà extra nutrizionali delle alghe ampliandone il campo di applicazione. L’elevato contenuto di iodio rende le "verdure di mare" particolarmente utili in tutti i casi in cui venga richiesta una terapia iodica. Le alghe possono trovare valido impiego anche nella cura dell’acne giovanile, nelle terapie ipocolesterolemizzanti e nei casi di uricemia ed azotemia, essendo in grado di sottrarre una parte dell’azoto in eccesso». Recenti studi hanno evidenziato che il regolare consumo di alghe, sarebbe alla base del basso tasso di cancro della mammella delle donne giapponesi. «La longevità di queste popolazioni — conclude il professore — rafforza l’ipotesi che anche le alghe aiutano a far vivere a lungo» (m.d.g.) © RIPRODUZIONE RISERVATA Cannavacciuolo: «Non è solo un alimento decorativo». Cedroni: «Ha una consistenza carnosa». Esposito: «Elegante e gustosa» Creativo Tonino Cannavacciuolo e gli Gnocchetti di baccalà, alghe marine, tartufo di mare IL NUTRIZIONISTA Tre chef spiegano il loro rapporto con la «verdura di mare», non più esotica Così trova sempre più spazio nelle ricette dell’alta ristorazione. In ogni piatto Estroso Moreno Cedroni, a sinistra, sopra: rombo con orchidea e kombu (Brambilla-Serrani) Rigoroso Gennarino Esposito, a sinistra e sopra: risotto con cipolla e alga croccante La macrobiotica le valorizza, ma anche la cucina mediterranea le utilizza Beauty - Corriere della Sera - Venerdì 9 Novembre 2012 - 43

Alghe in cucina

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Tre chef spiegano il loro rapporto con la «verdura di mare», non più esotica Così trova sempre più spazio nelle ricette dell’alta ristorazione. In ogni piatto

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Page 1: Alghe in cucina

Paltrow ArcuriMadonna

L’attrice americanalimita il consumo dicerti alimenti comecarne rossa, pollamee latticini ma invecefa incetta di cereali,pesce bianco ealghe

Per combattere i primiinestetismi ManuelaArcuri si affida allamedicina naturale:«Oltre ad assumerecapsule alle alghe, minutro con legumi everdure»

Nonostante i suoi 53anni, la staramericana ha unfisico ancora perfettograzie anche alla suadieta macrobiotica:cereali, verdura emiso con alghe

Il cibo

Le alghe in cucina: salute e sapori

Piaceridi bellezza

Persino il grande Pablo Neruda nella sua

poesia postuma «El mar y las campanas»,

pubblicata nel 1974, dedica alcune strofe

alle alghe. «Devo dire: son qui,/questo

m’accade e questo accade:/frattanto le al-

ghe dell’Oceano/si dondolano predispo-ste all’onda (...)».Certo il poeta non pensava di mangiarle,ma da alcuni anni le alghe hanno trovatoposto sulla nostra tavola. Tre chef, che datempo le usano in cucina, raccontanonelle loro ricette le qualità organoletti-che e la duttilità sprigionate da questi «or-ganismi» così saporiti.Tonino Cannavacciuolo, due stelle Mi-chelin a Villa Crespi, lo splendido alber-go di Orta San Giulio in provincia di No-vara, ricorda le alghe fin da ragazzo.

«Prima di diventare cuoco — racconta —sono stato pescatore e le alghe le vedevotutti i giorni perché i pesci riposavano tradue guanciali di "lattuga" la più sempliceche troviamo nei nostri mari. Oggi usospesso questo organismo uni o pluricellu-lare per dare aroma al brodo di pesce ocome nota decorativa per finire alcunipiatti».Arrivate in sordina insieme al riso inte-grale, al tofu, al seitan, alle salse di soia ead altri alimenti tipici della dieta macro-biotica, le alghe si sono imposte non sen-za qualche difficoltà nel mercato degli ali-menti naturali e biologici. A frenare unaloro più larga affermazione sono alcuniingiustificati pregiudizi.«Il primo pregiudizio da sfatare — conti-nua Cannavacciuolo — è quello che vuo-

le le alghe un alimento esotico, tipica-mente orientale, del tutto estraneo allanostra tradizione alimentare. In realtàl’uso delle "verdure di mare" vanta unatradizione antichissima, anche se in granparte dimenticata, non solo in numerosenazioni europee, ma anche in alcune re-gioni del nostro paese. Tutti parlano delpesce crudo giapponese, ma non dimen-tichiamoci che anche nel nostro sud...»Esistono molti tipi di alghe, suddivise inoltre 25 mila specie. Ve ne sono di micro-scopiche (come la spirulina), di giganti(possono raggiungere centinaia di metridi lunghezza) e di dimensioni interme-die. Possono essere di colorazione diver-sa (verde, giallo, rosso, rosso-violaceo, az-zurro, blu, bruno), come diversificato èanche il loro habitat. Alcune specie vivo-no fissate agli scogli, altre ai fondali roc-ciosi, altre galleggiano libere a diverseprofondità.Moreno Cedroni, chef del bistellato risto-rante «Madonnina del pescatore» a Seni-gallia, è sicuramente uno dei cuochi piùtitolati per raccontare il rapporto tra le al-ghe e la cucina.«Sono nato — accenna il cuoco marchi-giano — in una città di mare e da piccolofacevo il bagno tra le alghe e ho quasi unrapporto "nostalgico". Le uso fin dal 1997quando facevo il verso al sushi. Poi matu-rando ho capito che non serviva soltantoper quello. Conosco diversi tipi di algheda utilizzare in altrettante preparazioni.La Nori serve come decorazione un po’come il nostro prezzemolo, la Kombu lautilizzo fresca per la sua consistenza car-nosa. Le alghe hanno una sola controin-dicazione, non vanno usate quasi mainei piatti caldi. Preferibilmente le preferi-sco utilizzare negli antipasti».Gennarino Esposito, cuoco con due stel-le Michelin de la «Torre del Saracino» aVico Equense nei suoi piatti di mare chie-de il sostegno delle alghe.«L’utilizzo delle nostre lattughe di mare— dice lo chef campano — è, in qualchemodo, la genesi della mia cucina. La no-stra alga è potente sapida, iodica, nonpuò essere semplicemente una compo-nente di un piatto, deve assumere il ruo-lo di protagonista, deve caratterizzare ilpiatto, come nel risotto con la cipolla ra-mata di Montoro, attualmente nel menùnel quale si fondono la dolcezza e laterrosità con l’aggressività irrequieta delmare».Già da qualche tempo rimbalzano sulletavole di molti ristoranti i toni e i profumidi tante alghe orientali, frutto anche diviaggi e contatti con altre culture. L’ela-borazione di queste esperienze e la fusio-ne con gli ingredienti tipici dei nostri ter-ritori hanno affascinato molti cuochi ita-liani.«Anch’io — conclude — sono stato conta-giato da questa fascinazione e così hopensato a un baccalà, prodotto che, inqualche maniera, è diventato nostro per-ché nei paesi vesuviani lavorano alcunitra i migliori affinatori di questo pesce

dei mari freddi, abbinato alle sfumaturetostate dell’alga Nori, che svolge la suafunzione di accompagnamento discretoed elegante».L’indiscutibile differenza tra un prodottofresco e uno secco diventa la guida perun uso differente in piatti differenti, conattenzione, quindi, senza pregiudizi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

✹ di Maurizio Di Gregorio

Ètra inutrizioni-sti più

preparati econosciutid’Italia: GiorgioCalabrese(foto), docente

nutrizione umana Università PiemonteOrientale di Alessandria, spezza unalancia a favore delle alghe.«Già Plinioil Vecchio, raccomandava l’uso dellealghe nella cura contro la gotta,malattia molto diffusa tra la nobiltàromana. Più recentemente, numeroseesperienze hanno evidenziato lenumerose proprietà extra nutrizionalidelle alghe ampliandone il campo diapplicazione. L’elevato contenuto diiodio rende le "verdure di mare"particolarmente utili in tutti i casi incui venga richiesta una terapia iodica.Le alghe possono trovare validoimpiego anche nella cura dell’acnegiovanile, nelle terapieipocolesterolemizzanti e nei casi diuricemia ed azotemia, essendo ingrado di sottrarre una parte dell’azotoin eccesso». Recenti studi hannoevidenziato che il regolare consumodi alghe, sarebbe alla base del bassotasso di cancro della mammella delledonne giapponesi. «La longevità diqueste popolazioni — conclude ilprofessore — rafforza l’ipotesi cheanche le alghe aiutano a far vivere alungo» (m.d.g.)

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Cannavacciuolo: «Non è solo unalimento decorativo». Cedroni:«Ha una consistenza carnosa».Esposito: «Elegante e gustosa»

CreativoToninoCannavacciuoloe gli Gnocchettidi baccalà,alghe marine,tartufo di mare

IL NUTRIZIONISTA

Tre chef spiegano il loro rapporto con la «verdura di mare», non più esoticaCosì trova sempre più spazio nelle ricette dell’alta ristorazione. In ogni piatto

EstrosoMoreno Cedroni, asinistra, sopra: rombocon orchidea e kombu(Brambilla-Serrani)

RigorosoGennarino Esposito, asinistra e sopra: risottocon cipolla e algacroccante

La macrobioticale valorizza, maanche la cucinamediterraneale utilizza

Beauty - Corriere della Sera - Venerdì 9 Novembre 2012 - 43