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1 L'AVVENIRE DEI LAVORATORI La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo Direttore: Andrea Ermano > > > PDF scaricabile su http://issuu.com/avvenirelavoratori < < < e-Settimanale - inviato oggi a 44398 utenti – Zurigo, 5 settembre 2015 Per disdire / unsubscribe / e-mail > [email protected] Per iscrivervi inviateci p.f. il testo: "includimi" a: ADL Edizioni In caso di trasmissioni doppie inviateci p.f. il testo: "doppio" a: ADL Edizioni IPSE DIXIT Joseph “Sepp” Blatter e Ilona Boguska alle prese con una fondue di formaggio Le cose semplici - «Quando il conto non lo pagava la FIFA, la nostra serata consisteva nel guardare un film, bere una Coca Cola e mangiare del formaggio. Tutto molto terra terra… Coi soldi suoi Sepp Blatter ci va piano.» - Ilona Boguska, ex fidanzata Conformemente alla Legge 675/1996 tutti i recapiti dell'ADL Newsletter sono utilizzati in copia nascosta. Ai sensi del Codice sulla privacy (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 13) rendiamo noto che gli indirizzi della nostra mailing list provengono da richieste d'iscrizione, da fonti di pubblico dominio o da E-mail ricevute. La nostra attività d'informazione politica, economica e culturale è svolta senza scopi di lucro e non necessita di "consenso preventivo" rivestendo un evidente carattere pubblico come pure un legittimo interesse associativo (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 24). L'AVVENIRE DEI LAVORATORI contribuisce da oltre 115 anni a tenere vivo l'uso della nostra lingua presso le comunità italiane nel mondo tra quelle persone che si sentono partecipi degli ideali socialisti-democratici di Giustizia e Libertà.

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La Newsletter settimanale del 15 ottobre 2015

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L'AVVENIRE DEI LAVORATORI La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo Direttore: Andrea Ermano

> > > PDF scaricabile su http://issuu.com/avvenirelavoratori < < <

e-Settimanale - inviato oggi a 44398 utenti – Zurigo, 5 settembre 2015

Per disdire / unsubscribe / e-mail > [email protected] Per iscrivervi inviateci p.f. il testo: "includimi" a: ADL Edizioni In caso di trasmissioni doppie inviateci p.f. il testo: "doppio" a: ADL Edizioni

IPSE DIXIT

Joseph “Sepp” Blatter e Ilona Boguska

alle prese con una fondue di formaggio

Le cose semplici - «Quando il conto non lo pagava la FIFA, la nostra

serata consisteva nel guardare un film, bere una Coca Cola e mangiare

del formaggio. Tutto molto terra terra… Coi soldi suoi Sepp Blatter ci

va piano.» - Ilona Boguska, ex fidanzata

Conformemente alla Legge 675/1996 tutti i recapiti dell'ADL Newsletter sono utilizzati in copia nascosta. Ai sensi del Codice sulla privacy (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 13) rendiamo noto che gli indirizzi della nostra mailing list provengono da richieste d'iscrizione, da fonti di pubblico dominio o da E-mail ricevute. La nostra attività d'informazione politica, economica e culturale è svolta senza scopi di lucro e non necessita di "consenso preventivo" rivestendo un evidente carattere pubblico come pure un legittimo interesse associativo (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 24). L'AVVENIRE DEI LAVORATORI contribuisce da oltre 115 anni a tenere vivo l'uso della nostra lingua presso le comunità italiane nel mondo tra quelle persone che si sentono partecipi degli ideali socialisti-democratici di Giustizia e Libertà.

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Socialists and Democrats 1

Il Premier ceco a Beruxelles

“Nella famiglia socialista le discussioni sono appassionate e vere, ma

sempre costruttive e in linea con i nostri valori progressisti generali”.

Ieri il primo ministro ceco, Bohuslav Sobotka, ha incontrato a

Bruxelles gli eurodeputati Socialisti e Democratici. Si è tenuto anche

un colloquio con il presidente del gruppo socialista, Gianni Pittella,

che ha rilasciato la seguente dichiarazione.

di Gianni Pittella, Presidente del Gruppo

Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo

Il tempo delle divisioni è passato. Dobbiamo essere e saremo uniti,

connessi e responsabili. Il primo ministro ceco, Bohuslav Sobotka, ha

confermato personalmente l'impegno del suo governo a dare attuazione

alle misure adottate sul tema dell'attuale crisi migratoria.

Accogliamo con favore la visita del premier ceco al nostro gruppo e

lo scambio di opinioni franco, onesto e produttivo che abbiamo avuto,

non solo sull'immigrazione ma anche sulla strategia di lungo termine

sull'Europa della famiglia socialista. Nessuno stato membro può

affrontare da solo le sfide globali e per l'intera famiglia progressista è il

momento di restare uniti sui nostri principi di solidarietà e

responsabilità condivisa. Elogiamo il primo ministro Bohuslav

Sobotka per avere dimostrato la volontà di agire in tal senso e per le

straordinarie riforme sociali ed economiche finora realizzate.

“Nella famiglia socialista le discussioni sono appassionate e vere,

ma sempre costruttive e in linea con i nostri valori progressisti

generali”.

L’estate scorsa la polizia ceca prese per qualche giorno a

marchiare i migranti, anche i bambini, in arrivo a Breclav, al

confine con l'Austria, con un numero scritto a pennarello sul

braccio, che identificava il treno d'arrivo e il vagone. Questo

comportamento scandaloso e inaccettabile ha provocato forti

tensioni all’interno della famiglia socialista europea, che ieri

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sono state oggetto degli incontri avuti ieri a Bruxelles dal

premier della Repubblica Ceca, Bohuslav Sobotka, con il

Gruppo parlamentare S&D e il Consiglio dell’UE.

Socialists and Democrats 2

Bernie Sanders, Hilary Clinton e

la Questione socialista negli… Usa

L’ex first lady Hillary Clinton e il “socialista dem” Bernie Sanders

hanno dominato il primo confronto televisivo tra i candidati alle

primarie del Partito Democratico americano organizzato a Las Vegas

dalla CNN.

Sul palco anche gli altri tre contendenti, rimasti in ombra: l'ex

governatore del Maryland ed ex sindaco di Baltimora Martin

O'Malley, l'ex senatore della Virginia ed ex giornalista e scrittore

Jim Webb e l'ex senatore indipendente e governatore di Rhode

Island Lincoln Chafee.

Hillary Clinton e il “socialista dem” Bernie Sanders hanno

dominato il primo confronto televisivo tra i candidati alle

primarie del Partito Democratico americano

I sessant’anni dell’Italia nell’ONU

Ban Ki-moon a Roma

Il Segretario Generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha concluso

nell'Aula di Montecitorio la cerimonia per il sessantesimo

anniversario dell'adesione dell'Italia alle Nazioni Unite. Nel suo

applauditissimo dicorso a Camere riunite Ban Ki-moon ha messo in

particolare rilievo l’opera umanitaria di salvataggio di migliaia e

migliaia di vite umane nel Mediterraneo, “mare di lacrime”.

Il video della cerimonia è disponibile sulla webTv della Camera dei

Deputati. Alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, sono

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intervenuti anche la Presidente della Camera Laura Boldrini, il

Presidente del Senato Pietro Grasso e il Presidente del Consiglio

Matteo Renzi.

Il presidente Mattarella e il Segretario

generale dell’ONU oggi a Montecitorio

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

Sull’accoglienza siamo

finalmente sulla strada giusta

di Laura Garavini, deputata del PD eletta nella Circoscrizione Estero Europa

Sul tema dell'accoglienza ai rifugiati l’Europa ha imboccato finalmente

una nuova strada. Ne ho parlato a Bruxelles in un incontro dei

capigruppo riformisti dei singoli Parlamenti e di Europarlamentari,

dove ho sostituito il nostro Presidente, Ettore Rosato. Mi sono

pronunciata a favore di una politica dell’Europa che segua cinque

principi guida: umanità, solidarietà, efficienza, legalità e lungimiranza.

Una sintesi del mio intervento è stata pubblicata sull’Huffington Post.

Purtroppo le notizie sulle ennesime stragi in mare continuano,

tuttavia sono state prese alcune decisioni importanti. Ad esempio una

più giusta distribuzione dei rifugiati nei diversi stati membri e maggiori

aiuti ai Paesi che li accolgono. Inoltre è ormai condivisa la

consapevolezza che c'è bisogno di una politica comune di asilo

europeo e che, in tema di immigrazione, bisogna attribuire ulteriori

compiti all'Agenzia europea Frontex.

L’Italia ha avuto un ruolo determinante in questo cambio di passo e

può continuare a svolgerlo nei prossimi mesi. L’incontro a Bruxelles,

organizzato dal Presidente del Gruppo dei Socialisti e Democratici nel

Parlamento Europeo, Gianni Pittella, ha dato un contributo importante

per sviluppare una visione comune dei democratici e dei socialisti

europei su questi argomenti.

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SPIGOLATURE

Se le oche capitoline

starnazzano invano

di Renzo Balmelli

FIGURE. Ora si tratta di capire se l’ex primo cittadino di Roma è stato

vittima del degrado della città, ereditato da chi è venuto prima di lui,

oppure di se stesso, dei suoi errori o del Pd che lo ha sfiduciato in

nome della trasparenza. Ciò che di sicuro resta di questa squallida

vicenda è l'impressione che fin già dalla precedente amministrazione,

stretta nella torbida ragnatela del sottobosco neofascista e clientelare,

ai giorni nostri l'Urbe sia finita nelle mani di tragiche figure del tutto

inadatte al posto che occupavano. Quanto all'ex sindaco, sarebbe

interessante sapere che cosa gli passava per la mente per non sentire le

oche starnazzanti del Campidoglio che davano l'allarme. Certo è che

non sarà semplice sbrogliare la matassa di un sistema che ha

prosperato grazie ai cattivi maestri e ai loro privatissimi vizi.

PARODIE. Nella caotica successione di eventi che hanno inguaiato la

capitale, il pensiero corre al famoso Un marziano a Roma e a come

Ennio Flaiano, se fosse ancora tra noi, potrebbe concepirne il

rifacimento attraverso gli aspetti paradossali della realtà

contemporanea. Nell'epoca in cui il Pianeta Rosso torna in voga tra

misteri e illusioni, la nuova stesura del breve racconto satirico sarebbe

tutto fuorché un componimento fantascientifico. Getterebbe invece uno

sguardo molto terreno, ironico e tagliente, sui notabili sfilacciati che,

simili al marziano inventato dall'autore, compongono l'incredibile

spettacolo del teatrino romano su un palcoscenico sgangherato. A volte

la politica è così deludente da indurre davvero a sognare bastioni

lontani, ma con un rischio: il rischio di scoprire al risveglio che i

fascisti sono già sbarcati su Marte come nella straordinaria parodia di

Corrado Guzzanti.

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FASTIDIO. Rischio caos? Se Roma piange, Venezia non ride. E' vero,

certo, che entrambe reggono da duemila anni dopo essere passate

attraverso tutte le fasi alterne della storia; e che entrambe sono custodi

di un patrimonio artistico che non ha eguali. A volte però sorge il

dubbio che la consapevolezza di quanto questa immensa ricchezza sia

inalienabile vada scemando. Se si considera che la giunta della

Serenissima anziché tutelare i suoi capolavori intende metterne alcuni

sul mercato per fare cassa, la domanda non è peregrina. Quando si

comincia a speculare con l'idea di intaccare i beni pittorici che

magnificano l'immagine di una città non è mai un buon segno, neppure

col banale pretesto che mancano altre risorse per appianare i debiti.

Purtroppo oggigiorno è sempre più invalsa in certe frange politiche la

tendenza a considerare la cultura un fastidio necessario e non uno

strumento al servizio di tutti per aprirsi al mondo e capirne meglio il

significato.

STRAZIO. E' una beffa crudele il presunto codice d'onore della

criminalità che rispetta donne e bambini. Non esiste. Nei territori dei

clan più spietati prevale semmai la violenza bruta, quella stessa

violenza che ha spinto due killer senza cuore, ora in carcere, a dare alle

fiamme il piccolo Nicola, detto Cocò, perché nella loro mente

allucinata poteva essere un testimone scomodo. Aveva tre anni quel

bimbo che pericoloso certo non era, ma che nel perverso intreccio di

legami familiari, vendette e fame di potere veniva addirittura usato dal

nonno come scudo per evitare possibili agguati. Nel rileggere la

cronaca di quella infame esecuzione che fece inorridire il mondo,

nemmeno oggi le parole bastano per descrivere lo strazio che si prova

davanti a un delitto tanto efferato commesso da uomini che di umano

non hanno nulla, ma sono soltanto assassini spietati simili a bestie

feroci. Resta da sperare che la giustizia prevalga sempre anche se gli

arresti, come ha sottolineato il ministro Alfano, non riporteranno in

vita quella povera vittima innocente del verminaio popolato di orchi e

draghi in cui ha avuto la disavventura di nascere.

TARA. Non soltanto in politica si contano le figure tragiche. Anche la

filosofia annovera i suoi nomi celebri in un elenco che comprende

autori tanto osannati, quanto ambigui. Per non citarne che alcuni,

Celine col suo Viaggio al termine della notte, Ezra Pound, il poeta

dei Cantos, e Heidegger, il filosofo di Essere e Tempo, da cui non si

può prescindere, ma anche di altre teorie molto meno edificanti. Sul

pensatore tedesco è appena uscito L'ombra di Heidegger (Neri Pozzi),

romanzo del sudamericano Josè Pablo Feinmann che in toni

drammatici ripercorre il controverso cammino del padre

dell'esistenzialismo ontologico fino alla sua convinta adesione alle

bacate ideologie naziste. Una tara indelebile che offusca l'intera sua

opera, seppur di prima grandezza, e quella degli altri come lui.

PASSATO. E' una rivincita sul totalitarismo la narrazione creativa di

Svetlana Aleksievic, la giornalista insignita del Nobel per la letteratura,

un campo non di rado soggetto a contestazione, ma che stavolta è stato

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accolto da un sentimento di generale soddisfazione, anche se non

proprio da tutti. La destra, inclusa quella nostrana, che strizza l'occhio

a Mosca, tanto per (non) cambiare ha parlato addirittura di un passo

falso kafkiano per il riconoscimento attribuito a una scrittrice che si è

occupata dei principali eventi legati all'ex Unione Sovietica senza fare

sconti ai nuovi potentati. A causa del suo lavoro la neo laureata è stata

perseguitata dal suo Paese, la Bielorussia del presidente-dittatore

Lukashenko, e si è inimicata il Cremlino per le critiche a Putin che ai

suoi occhi rappresenta il passato che non passa dentro scenari

inquietanti.

SFIDA. Senza clamori, ma con la determinazione e l'orgoglio del

lavoro fatto bene, l'Italia ha vinto la scommessa dell'EXPO prima

ancora che sulla rassegna mondiale cali definitivamente il sipario. Non

era facile né scontato soprattutto se si tiene conto delle estreme

difficoltà iniziali, quando è scoppiata la grana degli appalti truccati e

dei ritardi. Senza contare lo stuolo di chi gufava augurandosi in cuor

suo che la rassegna facesse la fine del Titanic per prendersi squallide

rivincite elettorali. A pochi giorni dalla chiusura altre sfide già si

pongono agli organizzatori, non solo per il futuro incerto di chi

all'esposizione ha dato l'anima, ma anche per impedire che ciò che

resta dell'EXPO non diventi una desolata area dismessa com'è già

accaduto in altre città. L'intento è di concepire un piano di

riqualificazione innovativo e di alto livello per non farne la preda

predestinata della speculazione già in agguato.

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia : (ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

LAVORO E DIRITTI

a cura di www.rassegna.it

Il caso Volkswagen

È difficile pensare che l’intera operazione sia stata ideata solo da un

paio di tecnici. Le responsabilità dell’azienda, ma anche dei membri

del Consiglio di sorveglianza. A rischio 20mila posti di lavoro nella

produzione di componenti per motori a gasoli

di Roberto Goldin

Ci vorrà sicuramente molto tempo per dare una risposta plausibile a

tutti i quesiti aperti dallo scandalo Volkswagen, che ha rivelato al

mondo la manipolazione delle emissioni delle auto con il motore diesel

EA 189 EU5 e con una cilindrata di 1,2, 1,6 e 2,0. E non tanto per

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quanto riguarda il profilo tecnico dell’affare. Come funziona il

meccanismo fraudolento impostato da un software che entra in

funzione solo in occasione dei controlli dei gas di scarico in laboratorio

(in particolare l’ossido di azoto), abbassandone considerevolmente i

valori, è stato già chiarito.

Come pure è ormai palese perché tale sistema manipolativo sia stato

installato, già a partire dal 2008, in milioni di vetture in tutto il mondo

(11 per la precisione), di cui 8 nell’Unione europea e 2,8 in Germania.

Se si fossero rispettati i limiti dei valori dei gas di scarico imposti dalla

normativa, i costi di produzione sarebbero stati eccessivi rispetto a

quelli della concorrenza, è stato detto. Chi invece abbia dato il via

definitivo all’istallazione non è ancora stato accertato del tutto: molti

sospetti ricadrebbero su Ulrich Hackenberg, allora e da molti anni capo

del reparto Sviluppo (attualmente è nella direzione dell’Audi). Alcuni

presunti responsabili sono stati temporaneamente sospesi dal lavoro.

Ma potrebbero essere i classici capri espiatori.

E comunque è difficile pensare che l’intera operazione sia stata

opera solo di un paio di tecnici “criminali”. Dovevano essere in molti a

conoscenza della cosa, compresi i vertici dell’azienda. Che però – visto

che la soluzione adottata sembrava aver avuto successo – hanno

probabilmente chiuso un occhio, fingendo di non sapere nulla. Sarà

difficile dimostrare il contrario. La conseguenza a questo punto è che a

essere messa in dubbio è la sopravvivenza stessa del gruppo. Lo ha

ammesso lo stesso presidente del consiglio di sorveglianza testé

nominato, sia pure provvisoriamente (c’è bisogno dell’approvazione

dell’Assemblea generale), Hans Dieter Pötsch, che finora aveva avuto

il ruolo di responsabile delle finanze di Volkswagen.

A conclusione del suo intervento all’assemblea del gruppo, Pötsch si

è dichiarato ottimista, purché – ha aggiunto – “tutti facciano la loro

parte”. A proposito di Pötsch, molti analisti hanno osservato che egli

non rappresenta affatto la scelta ideale per far ripartire VW con uno

spirito nuovo, essendo un rappresentante del vecchio sistema e intimo

di Martin Winterkorn, l’ad obbligato a dimettersi pochi giorni dopo lo

scoppio dello scandalo e successivamente costretto a rinunciare a tutte

le cariche che aveva nelle varie holding collegate alla VW. Certo,

Pötsch ha una perfetta conoscenza dei 12 marchi del gruppo, ma è lui

uno dei responsabili della scelta di informare con colpevole ritardo

l’opinione pubblica (il che è illegale), e quindi gli azionisti di VW, su

quali erano le accuse mosse dall’agenzia americana Epa alla casa

automobilistica tedesca.

Già a inizio settembre i vertici dell’azienda erano a conoscenza della

faccenda, ma hanno riconosciuto la vera ampiezza dello scandalo solo

tre settimane dopo. La ritardata confessione provocherà richieste di

risarcimenti per vari miliardi di dollari – si parla di 18 – da parte degli

investitori. Ma sono da mettere in conto pure i costi per il ritiro delle

auto, e molto altro ancora. Ovviamente, al di là dei vertici aziendali,

esistono altri responsabili dello scandalo. Non ultimo il governo, il

quale ha quasi sempre agito secondo il motto: sta male l’industria

automobilistica, sta male la Germania. Il che significa ignorare certe

realtà, impedire l’applicazione di regole troppo severe per calcolo,

opportunismo, amicizia. Un po’ come avviene a Bruxelles e in molte

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altre parti del mondo.

E che dire della responsabilità degli altri membri della presidenza

del Consiglio di sorveglianza, di cui facevano parte Bernd Osterloh, da

10 anni presidente del Consiglio di fabbrica e aspirante (già da

maggio) capo del personale, e il presidente ad interim Berthold Huber

(il cui incarico si è concluso lo scorso 8 ottobre con la nomina di

Pötsch), ex segretario del sindacato metalmeccanico IG Metall? È una

circostanza piuttosto insolita quella di avere un sindacalista a capo del

Consiglio di sorveglianza – pur nel quadro della Mitbestimmung

tedesca, il sistema di codeterminazione che caratterizza le relazioni

industriali in Germania –, circostanza dovuta alle dimissioni di

Ferdinand Piëch di qualche mese fa. Anche per loro ci si chiede quanto

sapessero della manipolazione. Osterloh nega e addossa l’intera

responsabilità al management.

Assieme al Consiglio di fabbrica anche il sindacato metalmeccanico

ha messo le mani avanti. “Ciò che viene montato in un’auto sfugge alla

Mitbestimmung sindacale”, ha tenuto a precisare Detlef Wetzel,

segretario generale dell’IG Metall. Per lui non sono certo le lavoratrici

e i lavoratori dell’azienda a essere responsabili dell’illecito, e di certo

non dovranno sopportarne le conseguenze. Non solo. Il sindacato vede

un ulteriore pericolo nel fatto che lo scandalo VW possa gettare

discredito sul diesel come tecnologia, mettendo a repentaglio 20.000

posti di lavoro impiegati nella produzione di componenti per motori

alimentati a gasolio.

Alla Volkswagen il Consiglio di sorveglianza comprende 20 membri

eletti secondo la normativa della legge sulla Mitbestimmung, che

riguarda le aziende con più di 2.000 addetti. Il consiglio, che ha il

compito di controllare la gestione aziendale, di autorizzare importanti

procedure dell’impresa e di nominare l’ad, è costituito per metà da

rappresentanti della proprietà, due dei quali sono rappresentanti del

Land della Bassa Sassonia (proprietario del 20,5 per cento delle azioni)

e, per l’altra metà, da delegati dei lavoratori (sette per gli addetti e tre

rappresentanti sindacali).

L’idea della Mitbestimmung si fonda sulla collaborazione fra le parti

sociali entro un quadro definito che presuppone la salvaguardia degli

interessi reciproci. Di fatto, la sua applicazione ha portato (finora e in

linea generale) benefici all’intero sistema. Basti ricordare i programmi

del capo del personale Peter Hartz all’inizio degli anni novanta, con la

settimana di 4 giorni senza conguaglio salariale, oppure lo scambio

sicurezza del posto di lavoro contro riduzione salariale, all’inizio della

crisi economica. Insomma, tutte le misure concertate tra direzione della

fabbrica e sindacato che hanno consentito alla VW e all’intera

Germania di ottenere una serie di vantaggi: garantire il livello di

occupazione, conservare la pace sociale, mantenere le posizioni di

forza del paese e dell’industria automobilistica nel mercato globale,

consolidare il potere d’acquisto della forza lavoro, senza peraltro

escludere (del tutto) le nuove generazioni dai benefici di questo

sistema.

Benefici troppo importanti per potervi rinunciare a cuor leggero? Ma

soprattutto, è immaginabile un salvataggio di Stato per evitare la

bancarotta di un’azienda che rappresenta il fiore all’occhiello

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dell’industria tedesca e che è troppo grande, troppo importante, perché

si possa solo pensare all’ipotesi di un fallimento (basti dire che un

occupato su 20 in Germania dipende direttamente o indirettamente

dall’industria automobilistica)? Beh, in primo luogo non è detto che le

cifre di cui si è parlato dovranno essere effettivamente sborsate. Senza

contare che tutte le aziende automobilistiche mondiali hanno qualche

scheletro nell’armadio: il fatto che le emissioni controllate in

laboratorio siano ben diverse dalla realtà su strada è noto a tutti da

tempo. Per non dire della capacità di ricatto reciproco sia delle aziende

automobilistiche, sia dei paesi produttori: tu mi fai questo sgarbo e

allora io ti rendo difficile operare sul mio mercato. Dunque, chi ha il

coraggio di attaccare la Volkswagen fino alle estreme conseguenze?

Alla fine, forse, conviene lasciar perdere le ipocrisie e le

indignazioni fini a se stesse, guardando alla vicenda da un altro punto

di vista: quello della razionalità aziendale inserita nella logica

capitalistica. Del resto, a suggerire questo cambiamento di prospettiva

sono i sociologi dell’organizzazione aziendale, che non paiono affatto

sorpresi dallo scandalo VW. Un caso di “utile illegalità” che fa

risparmiare soldi (se non viene scoperto), lo ha definito la Zeit del 4

ottobre scorso. Nulla però esclude – anzi, sarebbe grave se non

succedesse, al netto delle responsabilità dei singoli e armandosi di un

bel po’ di ottimismo – che questa vicenda porti a una maggiore

trasparenza dei produttori, a un miglioramento della qualità dei

prodotti, a una maggiore efficienza dei controlli, a una concorrenza più

sana e, non ultima, a una maggiore consapevolezza dell’utente finale,

l’automobilista.

Da Avanti! online www.avantionline.it/

Brecht e Weill a Roma

L’Ascesa e caduta della città di Mahagonny al

Teatro dell’opera di Roma fino al 17 ottobre

di Guerrino Mattei

Bertolt Brecht e Kurt Weill, rispettivamente drammaturgo e

compositore, chiudono con l’opera Ascesa e caduta della città di

Mahagonny ("Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny") il cartellone

della stagione 2014-2015 del Teatro Costanzi. La prima il 6 ottobre

scorso, le repliche fino al 17. Alla bacchetta, per la prima volta al

Teatro dell’Opera, il maestro John Axelrod, direttore principale ospite

della sinfonica “Giuseppe Verdi” di Milano. Maestro del Coro,

Roberto Gabbiani.

Un allestimento difficile che cambia in un certo qual modo la rotta

tradizionale del Teatro dell’Opera, con produzioni che rovistano nella

contemporaneità del Novecento, a riscontro dei tempi che abbiamo

vissuto coniugati al passato prossimo: guerre, desolazioni, crescita

sociale, malcontento. ‘Ascesa e caduta della città di Mahagonny’ torna

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a Roma dopo dieci anni in un nuovo allestimento che vede le scene e i

costumi di Stuart Nunn, i movimenti coreografici di Ron Howell e le

luci di Giuseppe Di Iorio.

Mahagonny è la città surreale dell’oro ove tutto è possibile, fondata

da tre fuggiaschi: Leokadja Begbick (Iris Vermillon), Fatty, der

“Prokurist”, (Dietmar Kerschbaum) e Dreienigkeitsmoses (Willar

White). Saràjenny Hill (Measha Brueggergosman) è una delle ragazze

che allietano la vita della nuova città nel vizio e nella disgregazione

morale, ove trionfano soltanto istinti animali: bere, mangiare, fare

sesso, combattere ecc. Nei panni di questa trappola, come vittime

sacrificali, si vedono Jim Mahoney (Brenden Gunnel), Jack O’Brien,

anche nel ruolo di Tobby Higgins (Christopher Lemmings), Bill, detto

Sparbückenbill (Eric Greene) e Joe, detto Alaskawolfjoe (Neal

Davies). Un gruppo di 25 giovani attori affiancano gli interpreti

principali con parti insostituibili per la messa in scena.

Ambientata nel anni ’30 del secolo scorso, quest’opera è il secondo

capolavoro del sodalizio che legò Weill a Brecht, di cui il compositore

tedesco aveva sposato pienamente le idee “portando nel teatro

musicale temi d’attualità e soggetti a sfondo sociale”.

Certamente diversa come testo, scenografia e musica, ma

sicuramente bella e proponibile per la sua attualità ad ogni pubblico,

l’opera si avvale di scene realisticamente crude, con scenografie che

pescano nei mezzi moderni di fare comunicazione con segnali stradali

e indicazioni di luoghi altamente computerizzati. La musica è

coinvolgente ma alquanto desueta per i fruitori storici dell’opera

tradizionalmente intesa. La parte canora arriva nitida, ma con poca

melodia. I sottotitoli funzionano bene e non distraggono troppo

l’attenzione del pubblico.

Un’opera moderna, però tutta da vedere e anche da applaudire.

Vai al sito dell’avantionline

Da l’Unità online http://www.unita.tv/

Cinquestelle pronti al grande passo?

La kermesse di Imola sarà il banco di prova per capire

se il Movimento è pronto ad aprire una nuova fase,

meno di lotta e più di governo

di Fabrizio Rondolino @frondolino

Bisognerebbe cominciare a prendere sul serio il Movimento 5 stelle.

Una certa consolidata pigrizia induce la maggior parte dei media a

parlarne in termini di folklore politico o, nella migliore delle ipotesi, a

considerarlo semplicemente il sintomo di un malessere diffuso e di una

fondata diffidenza verso l’establishment politico tradizionale. Il che

naturalmente è vero: ma non basta. La fase eroica e ingenua – quella

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del Parlamento da aprire come una scatoletta, delle scie chimiche e dei

microchip sottopelle – appartiene al passato, sebbene non sia

tramontata del tutto: oggi sembra più adeguato descrivere il M5S come

un adolescente che s’affaccia all’età adulta.

Del resto, i movimenti politici si definiscono e prendono forma nel

loro divenire concreto, in virtù delle scelte compiute ma anche, e

spesso soprattutto, grazie al contesto in cui si trovano ad agire. L’Italia

che ha votato nel 2013 era esattamente divisa in tre (Bersani,

Berlusconi, Grillo); l’Italia di domani – o di dopodomani – è destinata

a tornare bipolarista e forse a diventare bipartitica, perché questa è la

dinamica della democrazia e perché la nuova legge elettorale,

fortunatamente, agevola e premia la dinamica dell’alternanza.

Può darsi che il centrodestra riesca infine a liberarsi di Silvio

Berlusconi, a trovare un nuovo leader capace di riunificarne le membra

sparse, a ricostituire una coalizione competitiva e potenzialmente

vincente. Ma può anche darsi di no: e se così fosse, il compito di

costruire un’alternativa, indipendentemente e persino al di là delle

intenzioni di Beppe Grillo, ricade sul M5S. Al quale la sorte e le

circostanze hanno riservato un destino particolare: lo sfarinamento del

centrodestra libera un consistente serbatoio di voti (e dunque non è un

caso se le posizioni sull’immigrazione strizzano l’occhio a

quell’elettorato), ma la trasversalità strutturale del Movimento

consente anche di pescare voti a sinistra, fra i delusi e gli irriducibili

che considerano Renzi una specie di usurpatore e non hanno tempo da

perdere con l’ennesima, futura reincarnazione della “sinistra radicale”.

Ma per conquistare un consenso sufficiente a proporsi come forza di

governo non bastano la protesta, il “vaffa”, la battaglia sugli scontrini o

l’esibizione ostentata dell’onestà: occorre anche un po’ di buona

politica. E’ precisamente a questo crocevia che si trova oggi il partito –

anche se il termine non piace agli interessati – di Grillo e Casaleggio.

“Italia5stelle”, la manifestazione nazionale che si terrà sabato e

domenica a Imola – a metà strada fra una festa e un congresso, un

happening e una Leopolda – ha come tema il governo: “La stanca

litania del ‘Non avete fatto niente’ dei partiti – si legge sul blog di

Grillo – sarà smentita dalle azioni svolte con successo dal M5S

attraverso le ‘Buone notizie’, un elenco di tutte le cose fatte e portate a

termine dagli eletti”. Il punto qui non è sapere quali buone cose hanno

fatto gli attivisti e gli eletti del Movimento: il punto è che l’accento,

per la prima volta in modo così evidente, cade sulle cose da fare

anziché sulle denunce, le irrisioni e le proteste…

Continua la lettura sul sito dell’Unità

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia : (ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

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La Fondazione Socialismo

e la rivista Mondoperaio

promuovono il convegno

Sigonella Una riflessione trent'anni dopo (1985-2015)

Roma, Venerdì 16 ottobre ore 10.30-13.00

Senato della Repubblica - Palazzo Giustiniani

Sala Zuccari - Via della Dogana Vecchia, 29

Introduzione: Luigi Covatta

Relazione: Antonio Varsori

Testimonianze: Gennaro Acquaviva, Antonio Badini, Maurizio

Caprara, Arnaldo Forlani.

Conclusioni: Pier Ferdinando Casini

Info e accrediti: Fondazione Socialismo - tel.: 06 85 300 654,

e-mail: [email protected]

www.fondazionesocialismo.it/

È obbligatorio accreditarsi. L’accesso alla Sala Zuccari è consentito fino al

raggiungimento della capienza massima. Per gli uomini obbligo di giacca e cravatta.

Da vivalascuola riceviamo

e volentieri pubblichiamo

Ma cosa sbagliano

gli insegnanti?

di Giorgio Morale

Segnalo una puntata di vivalascuola dedicata a: cosa sbagliano gli

insegnanti?

https://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2015/10/05/vivalascuola-200/

Un milione di lavoratori della scuola, 8 milioni di studenti. Con i

partner e le famiglie, fanno 26 milioni di persone. E’ la platea che gli

insegnanti possono raggiungere quotidianamente e che li fa essere il

più potente dei media.

Eppure una campagna diffamatoria che indica gli insegnanti come

fannulloni, inculcatori, dispensatori di un sapere inutile, che ha come

capifila gli stessi uomini dei governi di turno, da decenni non accenna

a diminuire e sembra fare breccia nell’opinione pubblica. E’ la

rivincita degli ignoranti? O è tutta colpa della cattiva coscienza di

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pennivendoli? Dei media asserviti al potere? Dei governi neoliberisti

che si sono succeduti?

D’accordo, ci sarà tutto questo, ma cosa sbagliano gli insegnanti?

Cattiva comunicazione? Chiusura corporativa? E’ ora di porsi il

problema, soprattutto nel momento in cui la scuola si prepara a

impegni come la raccolta di firme per un referendum sulla “Buona

Scuola” di Renzi e alla presentazione di un nuova Legge di Iniziativa

Popolare sulla scuola.

Ne parlano in questa puntata di vivalascuola Mauro Boarelli,

Giovanna Lo Presti e Bruno Moretto.

Da CRITICA LIBERALE

riceviamo e volentieri pubblichiamo

Ecco perché la "fetenzia" è davvero una fetenzia

Spiegazione breve e chiara delle controriforma di renzi-verdini-

bersani – un opuscolo sul sito di Critica Liberale vi spiega sia la

legge elettorale sia il nuovo senato in discussione a palazzo madama

tra i padrini costituenti…

L'attuale governo - con l’appoggio di una maggioranza parlamentare

ottenuta con una legge dichiarata incostituzionale - dopo avere fatto

approvare la nuova legge elettorale (c.d. Italicum) a tappe forzate e

senza il rispetto delle prassi parlamentari, con lo stesso sistema

pretende di cambiare la Costituzione modificando profondamente il

volto della Repubblica. Combinate con la nuova legge elettorale, le

modifiche costituzionali:

comportano lo stravolgimento della democrazia

rappresentativa;

concentrano il potere nelle mani del governo e di chi lo guida

attribuendo ad un unico partito – che potrebbe anche essere espressione

di una ristretta minoranza di elettori – potere esecutivo e potere

legislativo;

condizionano l'elezione del Presidente della Repubblica, dei

giudici della Corte Costituzionale e dei componenti del Consiglio

Superiore della Magistratura, organi di garanzia e di controllo

fondamentali per la vita della democrazia costituzionale…

Continua la lettura sul sito di Critica liberale

L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia : (ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana

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LETTERA

Dissentire è un diritto-dovere,

ma da praticarsi a fronte alta Le tensioni interne alla Chiesa possono essere anche un bene. Non

furono forse durissime, già fin dai primi dell'esperienza cristiana, le

tensioni fra Pietro, Giacomo e Paolo? Ipocrita invece il documento

dei tredici vescovi e cardinali che in pubblico propugnano

l'obbedienza al potere ecclesiastico, ma per sé rivendicano il diritto a

dissentire, a dissociarsi e magari anche a disobbedire.

Non siamo soliti difendere il papa (nessun papa) dai suoi avversari

intraecclesiali né dal sensazionalismo di certa stampa: come quella che

in questi giorni diffonde sospetti di complotto di questa o quella

fazione di vescovi e cardinali contro papa Francesco che, anche se

possono rispondere al vero, sono smerciati come facile merce

mediatica a un pubblico distratto e disinformato.

Sappiamo, e non da ieri, che le divisioni (teologiche, pastorali,

politiche) dentro gerarchia cattolica ci sono e sono molto forti: non è

una novità. Come ogni comunità e organizzazione umana le tensioni

interne possono essere anche aspre, e per noi questo è un bene: guai

alla passiva omologazione e al calcolato conformismo. Non furono

forse durissime, già fin dai primi dell'esperienza cristiana, le tensioni

fra Pietro, Giacomo e Paolo?

Le Comunità di base hanno sempre apprezzato il dissenso e

giudicato positivamente la diversità di vedute dentro la Chiesa: ne

siamo, da molti anni, testimoni e anche, per la nostra piccola parte,

protagonisti.

Questo perciò non ci esime dal dovere di segnalare l'ipocrita

contraddittorietà dell'atteggiamento di chi – come i tredici vescovi e

cardinali che hanno sottoscritto un documento indirizzato al papa

fortemente critico nei confronti della gestione del Sinodo – in pubblico

propugna criterio dell'obbedienza e dell'acquiescenza al potere

ecclesiastico, ma per sé rivendica il diritto a dissentire, a dissociarsi e

magari anche a disobbedire.

Per noi dissentire è un diritto e anche un dovere, ma un dovere che

va praticato in pubblico e a fronte alta, davanti a tutta la Chiesa.

Massimiliano Tosato COMUNITA’ CRISTIANE DI BASE

Segreteria Tecnica Nazionale

LETTERA - SEGNALAZIONE

Quando la cultura

incontra il buon cibo

LA CUCINA LIBICA DI TRIPOLI A ROMA

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Non è solo una cena ma un esperienza.

Quando la cultura incontra il buon cibo.

Allora mangiare diventa anche emozione.

Continua il mio viaggio passionale per far conoscere la cucina del mio

luogo di nascita.

Un appuntamento ogni tanto, 50 posti.

A Roma Porto fluviale. Due anni di successi.

Lo scopo è far conoscere la mia cucina e le storie dei piatti.

Tra musica , immagini e racconti aneddoti degusteremo 16 pietanze e

dolci.

Cucino tutto io e i racconti accompagneranno il pasto.

Mercoledì, 28 ottobre, ore 20.30

via del Porto Fluviale 22

Prezzo 30 €, inclusi acqua e 2 calici di vino

Le carni usate sono Kosher.

Tavoli sociali...

Prenotazione obbligatoria inviando numero di persone e un numero di

telefono a: [email protected]

Anteprima in video su youtube 2 minuti

Per altri appuntamenti: www.italiaebraica.it

Hamos Guetta, Chef e storyteller, Roma

Dalla Fondazione Pellegrini Canevascini di Bellinzona

Immagini al plurale

Esposizione a Bellinzona nel Canton Ticino, Museo di Castello Sasso

Corbaro, aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00, fino al 1°

novembre.

Il volume "Immagini al plurale: Fotografie storiche della

Fondazione Pellegrini Canevascini" (AA.VV, 2015), pubblicato in

occasione dei 50 anni di attività della FPC e dell’esposizione

fotografica contiene diversi contributi ed è illustrato da 80 fotografie

Set di 16 cartoline con fotografie tratte dalla collezione della FPC.

Il filmato sulla Colonia estiva di vacanza dei sindacati, prodotto

dall'Agenzia Cine-Ticino per la Camera del Lavoro, 1939-1940. Da

scoprire sul nostro sito e visionabile nelle sale dell'esposizione

"Immagini al plurale"

I ritratti di gruppo - Il prossimo appuntamento per i ritratti di gruppo

ai visitatori dell'esposizione "Immagini al plurale" è fissato per

domenica 18 ottobre, dalle 14.00 alle 17.00.

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L'AVVENIRE DEI LAVORATORI EDITRICE SOCIALISTA FONDATA NEL 1897 Casella postale 8965 - CH 8036 Zurigo L'Avvenire dei lavoratori è parte della Società Cooperativa Italiana Zurigo, storico istituto che opera in emigrazione senza fini di lucro e che nel triennio 1941-1944 fu sede del "Centro estero socialista". Fondato nel 1897 dalla federazione estera del Partito Socialista Italiano e dall'Unione Sindacale Svizzera come organo di stampa per le nascenti organizzazioni operaie all'estero, L'ADL ha preso parte attiva al movimento pacifista durante la Prima guerra mondiale; durante il ventennio fascista ha ospitato in co-edizione l'Avanti! garantendo la stampa e la distribuzione dei materiali elaborati dal Centro estero socialista in opposizione alla dittatura e a sostegno della Resistenza. Nel secondo Dopoguerra L'ADL ha iniziato una nuova, lunga battaglia per l'integrazione dei migranti, contro la xenofobia e per la dignità della persona umana. Dal 1996, in controtendenza rispetto all'eclissi della sinistra italiana, siamo impegnati a dare il nostro contributo alla salvaguardia di un patrimonio ideale che appartiene a tutti.