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La Newsletter settimanale del 15 ottobre 2015
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L'AVVENIRE DEI LAVORATORI La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo Direttore: Andrea Ermano
> > > PDF scaricabile su http://issuu.com/avvenirelavoratori < < <
e-Settimanale - inviato oggi a 44398 utenti – Zurigo, 5 settembre 2015
Per disdire / unsubscribe / e-mail > [email protected] Per iscrivervi inviateci p.f. il testo: "includimi" a: ADL Edizioni In caso di trasmissioni doppie inviateci p.f. il testo: "doppio" a: ADL Edizioni
IPSE DIXIT
Joseph “Sepp” Blatter e Ilona Boguska
alle prese con una fondue di formaggio
Le cose semplici - «Quando il conto non lo pagava la FIFA, la nostra
serata consisteva nel guardare un film, bere una Coca Cola e mangiare
del formaggio. Tutto molto terra terra… Coi soldi suoi Sepp Blatter ci
va piano.» - Ilona Boguska, ex fidanzata
Conformemente alla Legge 675/1996 tutti i recapiti dell'ADL Newsletter sono utilizzati in copia nascosta. Ai sensi del Codice sulla privacy (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 13) rendiamo noto che gli indirizzi della nostra mailing list provengono da richieste d'iscrizione, da fonti di pubblico dominio o da E-mail ricevute. La nostra attività d'informazione politica, economica e culturale è svolta senza scopi di lucro e non necessita di "consenso preventivo" rivestendo un evidente carattere pubblico come pure un legittimo interesse associativo (D.L. 30.6.2003, 196, Art. 24). L'AVVENIRE DEI LAVORATORI contribuisce da oltre 115 anni a tenere vivo l'uso della nostra lingua presso le comunità italiane nel mondo tra quelle persone che si sentono partecipi degli ideali socialisti-democratici di Giustizia e Libertà.
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Socialists and Democrats 1
Il Premier ceco a Beruxelles
“Nella famiglia socialista le discussioni sono appassionate e vere, ma
sempre costruttive e in linea con i nostri valori progressisti generali”.
Ieri il primo ministro ceco, Bohuslav Sobotka, ha incontrato a
Bruxelles gli eurodeputati Socialisti e Democratici. Si è tenuto anche
un colloquio con il presidente del gruppo socialista, Gianni Pittella,
che ha rilasciato la seguente dichiarazione.
di Gianni Pittella, Presidente del Gruppo
Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo
Il tempo delle divisioni è passato. Dobbiamo essere e saremo uniti,
connessi e responsabili. Il primo ministro ceco, Bohuslav Sobotka, ha
confermato personalmente l'impegno del suo governo a dare attuazione
alle misure adottate sul tema dell'attuale crisi migratoria.
Accogliamo con favore la visita del premier ceco al nostro gruppo e
lo scambio di opinioni franco, onesto e produttivo che abbiamo avuto,
non solo sull'immigrazione ma anche sulla strategia di lungo termine
sull'Europa della famiglia socialista. Nessuno stato membro può
affrontare da solo le sfide globali e per l'intera famiglia progressista è il
momento di restare uniti sui nostri principi di solidarietà e
responsabilità condivisa. Elogiamo il primo ministro Bohuslav
Sobotka per avere dimostrato la volontà di agire in tal senso e per le
straordinarie riforme sociali ed economiche finora realizzate.
“Nella famiglia socialista le discussioni sono appassionate e vere,
ma sempre costruttive e in linea con i nostri valori progressisti
generali”.
L’estate scorsa la polizia ceca prese per qualche giorno a
marchiare i migranti, anche i bambini, in arrivo a Breclav, al
confine con l'Austria, con un numero scritto a pennarello sul
braccio, che identificava il treno d'arrivo e il vagone. Questo
comportamento scandaloso e inaccettabile ha provocato forti
tensioni all’interno della famiglia socialista europea, che ieri
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sono state oggetto degli incontri avuti ieri a Bruxelles dal
premier della Repubblica Ceca, Bohuslav Sobotka, con il
Gruppo parlamentare S&D e il Consiglio dell’UE.
Socialists and Democrats 2
Bernie Sanders, Hilary Clinton e
la Questione socialista negli… Usa
L’ex first lady Hillary Clinton e il “socialista dem” Bernie Sanders
hanno dominato il primo confronto televisivo tra i candidati alle
primarie del Partito Democratico americano organizzato a Las Vegas
dalla CNN.
Sul palco anche gli altri tre contendenti, rimasti in ombra: l'ex
governatore del Maryland ed ex sindaco di Baltimora Martin
O'Malley, l'ex senatore della Virginia ed ex giornalista e scrittore
Jim Webb e l'ex senatore indipendente e governatore di Rhode
Island Lincoln Chafee.
Hillary Clinton e il “socialista dem” Bernie Sanders hanno
dominato il primo confronto televisivo tra i candidati alle
primarie del Partito Democratico americano
I sessant’anni dell’Italia nell’ONU
Ban Ki-moon a Roma
Il Segretario Generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha concluso
nell'Aula di Montecitorio la cerimonia per il sessantesimo
anniversario dell'adesione dell'Italia alle Nazioni Unite. Nel suo
applauditissimo dicorso a Camere riunite Ban Ki-moon ha messo in
particolare rilievo l’opera umanitaria di salvataggio di migliaia e
migliaia di vite umane nel Mediterraneo, “mare di lacrime”.
Il video della cerimonia è disponibile sulla webTv della Camera dei
Deputati. Alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, sono
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intervenuti anche la Presidente della Camera Laura Boldrini, il
Presidente del Senato Pietro Grasso e il Presidente del Consiglio
Matteo Renzi.
Il presidente Mattarella e il Segretario
generale dell’ONU oggi a Montecitorio
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Sull’accoglienza siamo
finalmente sulla strada giusta
di Laura Garavini, deputata del PD eletta nella Circoscrizione Estero Europa
Sul tema dell'accoglienza ai rifugiati l’Europa ha imboccato finalmente
una nuova strada. Ne ho parlato a Bruxelles in un incontro dei
capigruppo riformisti dei singoli Parlamenti e di Europarlamentari,
dove ho sostituito il nostro Presidente, Ettore Rosato. Mi sono
pronunciata a favore di una politica dell’Europa che segua cinque
principi guida: umanità, solidarietà, efficienza, legalità e lungimiranza.
Una sintesi del mio intervento è stata pubblicata sull’Huffington Post.
Purtroppo le notizie sulle ennesime stragi in mare continuano,
tuttavia sono state prese alcune decisioni importanti. Ad esempio una
più giusta distribuzione dei rifugiati nei diversi stati membri e maggiori
aiuti ai Paesi che li accolgono. Inoltre è ormai condivisa la
consapevolezza che c'è bisogno di una politica comune di asilo
europeo e che, in tema di immigrazione, bisogna attribuire ulteriori
compiti all'Agenzia europea Frontex.
L’Italia ha avuto un ruolo determinante in questo cambio di passo e
può continuare a svolgerlo nei prossimi mesi. L’incontro a Bruxelles,
organizzato dal Presidente del Gruppo dei Socialisti e Democratici nel
Parlamento Europeo, Gianni Pittella, ha dato un contributo importante
per sviluppare una visione comune dei democratici e dei socialisti
europei su questi argomenti.
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SPIGOLATURE
Se le oche capitoline
starnazzano invano
di Renzo Balmelli
FIGURE. Ora si tratta di capire se l’ex primo cittadino di Roma è stato
vittima del degrado della città, ereditato da chi è venuto prima di lui,
oppure di se stesso, dei suoi errori o del Pd che lo ha sfiduciato in
nome della trasparenza. Ciò che di sicuro resta di questa squallida
vicenda è l'impressione che fin già dalla precedente amministrazione,
stretta nella torbida ragnatela del sottobosco neofascista e clientelare,
ai giorni nostri l'Urbe sia finita nelle mani di tragiche figure del tutto
inadatte al posto che occupavano. Quanto all'ex sindaco, sarebbe
interessante sapere che cosa gli passava per la mente per non sentire le
oche starnazzanti del Campidoglio che davano l'allarme. Certo è che
non sarà semplice sbrogliare la matassa di un sistema che ha
prosperato grazie ai cattivi maestri e ai loro privatissimi vizi.
PARODIE. Nella caotica successione di eventi che hanno inguaiato la
capitale, il pensiero corre al famoso Un marziano a Roma e a come
Ennio Flaiano, se fosse ancora tra noi, potrebbe concepirne il
rifacimento attraverso gli aspetti paradossali della realtà
contemporanea. Nell'epoca in cui il Pianeta Rosso torna in voga tra
misteri e illusioni, la nuova stesura del breve racconto satirico sarebbe
tutto fuorché un componimento fantascientifico. Getterebbe invece uno
sguardo molto terreno, ironico e tagliente, sui notabili sfilacciati che,
simili al marziano inventato dall'autore, compongono l'incredibile
spettacolo del teatrino romano su un palcoscenico sgangherato. A volte
la politica è così deludente da indurre davvero a sognare bastioni
lontani, ma con un rischio: il rischio di scoprire al risveglio che i
fascisti sono già sbarcati su Marte come nella straordinaria parodia di
Corrado Guzzanti.
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FASTIDIO. Rischio caos? Se Roma piange, Venezia non ride. E' vero,
certo, che entrambe reggono da duemila anni dopo essere passate
attraverso tutte le fasi alterne della storia; e che entrambe sono custodi
di un patrimonio artistico che non ha eguali. A volte però sorge il
dubbio che la consapevolezza di quanto questa immensa ricchezza sia
inalienabile vada scemando. Se si considera che la giunta della
Serenissima anziché tutelare i suoi capolavori intende metterne alcuni
sul mercato per fare cassa, la domanda non è peregrina. Quando si
comincia a speculare con l'idea di intaccare i beni pittorici che
magnificano l'immagine di una città non è mai un buon segno, neppure
col banale pretesto che mancano altre risorse per appianare i debiti.
Purtroppo oggigiorno è sempre più invalsa in certe frange politiche la
tendenza a considerare la cultura un fastidio necessario e non uno
strumento al servizio di tutti per aprirsi al mondo e capirne meglio il
significato.
STRAZIO. E' una beffa crudele il presunto codice d'onore della
criminalità che rispetta donne e bambini. Non esiste. Nei territori dei
clan più spietati prevale semmai la violenza bruta, quella stessa
violenza che ha spinto due killer senza cuore, ora in carcere, a dare alle
fiamme il piccolo Nicola, detto Cocò, perché nella loro mente
allucinata poteva essere un testimone scomodo. Aveva tre anni quel
bimbo che pericoloso certo non era, ma che nel perverso intreccio di
legami familiari, vendette e fame di potere veniva addirittura usato dal
nonno come scudo per evitare possibili agguati. Nel rileggere la
cronaca di quella infame esecuzione che fece inorridire il mondo,
nemmeno oggi le parole bastano per descrivere lo strazio che si prova
davanti a un delitto tanto efferato commesso da uomini che di umano
non hanno nulla, ma sono soltanto assassini spietati simili a bestie
feroci. Resta da sperare che la giustizia prevalga sempre anche se gli
arresti, come ha sottolineato il ministro Alfano, non riporteranno in
vita quella povera vittima innocente del verminaio popolato di orchi e
draghi in cui ha avuto la disavventura di nascere.
TARA. Non soltanto in politica si contano le figure tragiche. Anche la
filosofia annovera i suoi nomi celebri in un elenco che comprende
autori tanto osannati, quanto ambigui. Per non citarne che alcuni,
Celine col suo Viaggio al termine della notte, Ezra Pound, il poeta
dei Cantos, e Heidegger, il filosofo di Essere e Tempo, da cui non si
può prescindere, ma anche di altre teorie molto meno edificanti. Sul
pensatore tedesco è appena uscito L'ombra di Heidegger (Neri Pozzi),
romanzo del sudamericano Josè Pablo Feinmann che in toni
drammatici ripercorre il controverso cammino del padre
dell'esistenzialismo ontologico fino alla sua convinta adesione alle
bacate ideologie naziste. Una tara indelebile che offusca l'intera sua
opera, seppur di prima grandezza, e quella degli altri come lui.
PASSATO. E' una rivincita sul totalitarismo la narrazione creativa di
Svetlana Aleksievic, la giornalista insignita del Nobel per la letteratura,
un campo non di rado soggetto a contestazione, ma che stavolta è stato
7
accolto da un sentimento di generale soddisfazione, anche se non
proprio da tutti. La destra, inclusa quella nostrana, che strizza l'occhio
a Mosca, tanto per (non) cambiare ha parlato addirittura di un passo
falso kafkiano per il riconoscimento attribuito a una scrittrice che si è
occupata dei principali eventi legati all'ex Unione Sovietica senza fare
sconti ai nuovi potentati. A causa del suo lavoro la neo laureata è stata
perseguitata dal suo Paese, la Bielorussia del presidente-dittatore
Lukashenko, e si è inimicata il Cremlino per le critiche a Putin che ai
suoi occhi rappresenta il passato che non passa dentro scenari
inquietanti.
SFIDA. Senza clamori, ma con la determinazione e l'orgoglio del
lavoro fatto bene, l'Italia ha vinto la scommessa dell'EXPO prima
ancora che sulla rassegna mondiale cali definitivamente il sipario. Non
era facile né scontato soprattutto se si tiene conto delle estreme
difficoltà iniziali, quando è scoppiata la grana degli appalti truccati e
dei ritardi. Senza contare lo stuolo di chi gufava augurandosi in cuor
suo che la rassegna facesse la fine del Titanic per prendersi squallide
rivincite elettorali. A pochi giorni dalla chiusura altre sfide già si
pongono agli organizzatori, non solo per il futuro incerto di chi
all'esposizione ha dato l'anima, ma anche per impedire che ciò che
resta dell'EXPO non diventi una desolata area dismessa com'è già
accaduto in altre città. L'intento è di concepire un piano di
riqualificazione innovativo e di alto livello per non farne la preda
predestinata della speculazione già in agguato.
L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia : (ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana
LAVORO E DIRITTI
a cura di www.rassegna.it
Il caso Volkswagen
È difficile pensare che l’intera operazione sia stata ideata solo da un
paio di tecnici. Le responsabilità dell’azienda, ma anche dei membri
del Consiglio di sorveglianza. A rischio 20mila posti di lavoro nella
produzione di componenti per motori a gasoli
di Roberto Goldin
Ci vorrà sicuramente molto tempo per dare una risposta plausibile a
tutti i quesiti aperti dallo scandalo Volkswagen, che ha rivelato al
mondo la manipolazione delle emissioni delle auto con il motore diesel
EA 189 EU5 e con una cilindrata di 1,2, 1,6 e 2,0. E non tanto per
8
quanto riguarda il profilo tecnico dell’affare. Come funziona il
meccanismo fraudolento impostato da un software che entra in
funzione solo in occasione dei controlli dei gas di scarico in laboratorio
(in particolare l’ossido di azoto), abbassandone considerevolmente i
valori, è stato già chiarito.
Come pure è ormai palese perché tale sistema manipolativo sia stato
installato, già a partire dal 2008, in milioni di vetture in tutto il mondo
(11 per la precisione), di cui 8 nell’Unione europea e 2,8 in Germania.
Se si fossero rispettati i limiti dei valori dei gas di scarico imposti dalla
normativa, i costi di produzione sarebbero stati eccessivi rispetto a
quelli della concorrenza, è stato detto. Chi invece abbia dato il via
definitivo all’istallazione non è ancora stato accertato del tutto: molti
sospetti ricadrebbero su Ulrich Hackenberg, allora e da molti anni capo
del reparto Sviluppo (attualmente è nella direzione dell’Audi). Alcuni
presunti responsabili sono stati temporaneamente sospesi dal lavoro.
Ma potrebbero essere i classici capri espiatori.
E comunque è difficile pensare che l’intera operazione sia stata
opera solo di un paio di tecnici “criminali”. Dovevano essere in molti a
conoscenza della cosa, compresi i vertici dell’azienda. Che però – visto
che la soluzione adottata sembrava aver avuto successo – hanno
probabilmente chiuso un occhio, fingendo di non sapere nulla. Sarà
difficile dimostrare il contrario. La conseguenza a questo punto è che a
essere messa in dubbio è la sopravvivenza stessa del gruppo. Lo ha
ammesso lo stesso presidente del consiglio di sorveglianza testé
nominato, sia pure provvisoriamente (c’è bisogno dell’approvazione
dell’Assemblea generale), Hans Dieter Pötsch, che finora aveva avuto
il ruolo di responsabile delle finanze di Volkswagen.
A conclusione del suo intervento all’assemblea del gruppo, Pötsch si
è dichiarato ottimista, purché – ha aggiunto – “tutti facciano la loro
parte”. A proposito di Pötsch, molti analisti hanno osservato che egli
non rappresenta affatto la scelta ideale per far ripartire VW con uno
spirito nuovo, essendo un rappresentante del vecchio sistema e intimo
di Martin Winterkorn, l’ad obbligato a dimettersi pochi giorni dopo lo
scoppio dello scandalo e successivamente costretto a rinunciare a tutte
le cariche che aveva nelle varie holding collegate alla VW. Certo,
Pötsch ha una perfetta conoscenza dei 12 marchi del gruppo, ma è lui
uno dei responsabili della scelta di informare con colpevole ritardo
l’opinione pubblica (il che è illegale), e quindi gli azionisti di VW, su
quali erano le accuse mosse dall’agenzia americana Epa alla casa
automobilistica tedesca.
Già a inizio settembre i vertici dell’azienda erano a conoscenza della
faccenda, ma hanno riconosciuto la vera ampiezza dello scandalo solo
tre settimane dopo. La ritardata confessione provocherà richieste di
risarcimenti per vari miliardi di dollari – si parla di 18 – da parte degli
investitori. Ma sono da mettere in conto pure i costi per il ritiro delle
auto, e molto altro ancora. Ovviamente, al di là dei vertici aziendali,
esistono altri responsabili dello scandalo. Non ultimo il governo, il
quale ha quasi sempre agito secondo il motto: sta male l’industria
automobilistica, sta male la Germania. Il che significa ignorare certe
realtà, impedire l’applicazione di regole troppo severe per calcolo,
opportunismo, amicizia. Un po’ come avviene a Bruxelles e in molte
9
altre parti del mondo.
E che dire della responsabilità degli altri membri della presidenza
del Consiglio di sorveglianza, di cui facevano parte Bernd Osterloh, da
10 anni presidente del Consiglio di fabbrica e aspirante (già da
maggio) capo del personale, e il presidente ad interim Berthold Huber
(il cui incarico si è concluso lo scorso 8 ottobre con la nomina di
Pötsch), ex segretario del sindacato metalmeccanico IG Metall? È una
circostanza piuttosto insolita quella di avere un sindacalista a capo del
Consiglio di sorveglianza – pur nel quadro della Mitbestimmung
tedesca, il sistema di codeterminazione che caratterizza le relazioni
industriali in Germania –, circostanza dovuta alle dimissioni di
Ferdinand Piëch di qualche mese fa. Anche per loro ci si chiede quanto
sapessero della manipolazione. Osterloh nega e addossa l’intera
responsabilità al management.
Assieme al Consiglio di fabbrica anche il sindacato metalmeccanico
ha messo le mani avanti. “Ciò che viene montato in un’auto sfugge alla
Mitbestimmung sindacale”, ha tenuto a precisare Detlef Wetzel,
segretario generale dell’IG Metall. Per lui non sono certo le lavoratrici
e i lavoratori dell’azienda a essere responsabili dell’illecito, e di certo
non dovranno sopportarne le conseguenze. Non solo. Il sindacato vede
un ulteriore pericolo nel fatto che lo scandalo VW possa gettare
discredito sul diesel come tecnologia, mettendo a repentaglio 20.000
posti di lavoro impiegati nella produzione di componenti per motori
alimentati a gasolio.
Alla Volkswagen il Consiglio di sorveglianza comprende 20 membri
eletti secondo la normativa della legge sulla Mitbestimmung, che
riguarda le aziende con più di 2.000 addetti. Il consiglio, che ha il
compito di controllare la gestione aziendale, di autorizzare importanti
procedure dell’impresa e di nominare l’ad, è costituito per metà da
rappresentanti della proprietà, due dei quali sono rappresentanti del
Land della Bassa Sassonia (proprietario del 20,5 per cento delle azioni)
e, per l’altra metà, da delegati dei lavoratori (sette per gli addetti e tre
rappresentanti sindacali).
L’idea della Mitbestimmung si fonda sulla collaborazione fra le parti
sociali entro un quadro definito che presuppone la salvaguardia degli
interessi reciproci. Di fatto, la sua applicazione ha portato (finora e in
linea generale) benefici all’intero sistema. Basti ricordare i programmi
del capo del personale Peter Hartz all’inizio degli anni novanta, con la
settimana di 4 giorni senza conguaglio salariale, oppure lo scambio
sicurezza del posto di lavoro contro riduzione salariale, all’inizio della
crisi economica. Insomma, tutte le misure concertate tra direzione della
fabbrica e sindacato che hanno consentito alla VW e all’intera
Germania di ottenere una serie di vantaggi: garantire il livello di
occupazione, conservare la pace sociale, mantenere le posizioni di
forza del paese e dell’industria automobilistica nel mercato globale,
consolidare il potere d’acquisto della forza lavoro, senza peraltro
escludere (del tutto) le nuove generazioni dai benefici di questo
sistema.
Benefici troppo importanti per potervi rinunciare a cuor leggero? Ma
soprattutto, è immaginabile un salvataggio di Stato per evitare la
bancarotta di un’azienda che rappresenta il fiore all’occhiello
10
dell’industria tedesca e che è troppo grande, troppo importante, perché
si possa solo pensare all’ipotesi di un fallimento (basti dire che un
occupato su 20 in Germania dipende direttamente o indirettamente
dall’industria automobilistica)? Beh, in primo luogo non è detto che le
cifre di cui si è parlato dovranno essere effettivamente sborsate. Senza
contare che tutte le aziende automobilistiche mondiali hanno qualche
scheletro nell’armadio: il fatto che le emissioni controllate in
laboratorio siano ben diverse dalla realtà su strada è noto a tutti da
tempo. Per non dire della capacità di ricatto reciproco sia delle aziende
automobilistiche, sia dei paesi produttori: tu mi fai questo sgarbo e
allora io ti rendo difficile operare sul mio mercato. Dunque, chi ha il
coraggio di attaccare la Volkswagen fino alle estreme conseguenze?
Alla fine, forse, conviene lasciar perdere le ipocrisie e le
indignazioni fini a se stesse, guardando alla vicenda da un altro punto
di vista: quello della razionalità aziendale inserita nella logica
capitalistica. Del resto, a suggerire questo cambiamento di prospettiva
sono i sociologi dell’organizzazione aziendale, che non paiono affatto
sorpresi dallo scandalo VW. Un caso di “utile illegalità” che fa
risparmiare soldi (se non viene scoperto), lo ha definito la Zeit del 4
ottobre scorso. Nulla però esclude – anzi, sarebbe grave se non
succedesse, al netto delle responsabilità dei singoli e armandosi di un
bel po’ di ottimismo – che questa vicenda porti a una maggiore
trasparenza dei produttori, a un miglioramento della qualità dei
prodotti, a una maggiore efficienza dei controlli, a una concorrenza più
sana e, non ultima, a una maggiore consapevolezza dell’utente finale,
l’automobilista.
Da Avanti! online www.avantionline.it/
Brecht e Weill a Roma
L’Ascesa e caduta della città di Mahagonny al
Teatro dell’opera di Roma fino al 17 ottobre
di Guerrino Mattei
Bertolt Brecht e Kurt Weill, rispettivamente drammaturgo e
compositore, chiudono con l’opera Ascesa e caduta della città di
Mahagonny ("Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny") il cartellone
della stagione 2014-2015 del Teatro Costanzi. La prima il 6 ottobre
scorso, le repliche fino al 17. Alla bacchetta, per la prima volta al
Teatro dell’Opera, il maestro John Axelrod, direttore principale ospite
della sinfonica “Giuseppe Verdi” di Milano. Maestro del Coro,
Roberto Gabbiani.
Un allestimento difficile che cambia in un certo qual modo la rotta
tradizionale del Teatro dell’Opera, con produzioni che rovistano nella
contemporaneità del Novecento, a riscontro dei tempi che abbiamo
vissuto coniugati al passato prossimo: guerre, desolazioni, crescita
sociale, malcontento. ‘Ascesa e caduta della città di Mahagonny’ torna
11
a Roma dopo dieci anni in un nuovo allestimento che vede le scene e i
costumi di Stuart Nunn, i movimenti coreografici di Ron Howell e le
luci di Giuseppe Di Iorio.
Mahagonny è la città surreale dell’oro ove tutto è possibile, fondata
da tre fuggiaschi: Leokadja Begbick (Iris Vermillon), Fatty, der
“Prokurist”, (Dietmar Kerschbaum) e Dreienigkeitsmoses (Willar
White). Saràjenny Hill (Measha Brueggergosman) è una delle ragazze
che allietano la vita della nuova città nel vizio e nella disgregazione
morale, ove trionfano soltanto istinti animali: bere, mangiare, fare
sesso, combattere ecc. Nei panni di questa trappola, come vittime
sacrificali, si vedono Jim Mahoney (Brenden Gunnel), Jack O’Brien,
anche nel ruolo di Tobby Higgins (Christopher Lemmings), Bill, detto
Sparbückenbill (Eric Greene) e Joe, detto Alaskawolfjoe (Neal
Davies). Un gruppo di 25 giovani attori affiancano gli interpreti
principali con parti insostituibili per la messa in scena.
Ambientata nel anni ’30 del secolo scorso, quest’opera è il secondo
capolavoro del sodalizio che legò Weill a Brecht, di cui il compositore
tedesco aveva sposato pienamente le idee “portando nel teatro
musicale temi d’attualità e soggetti a sfondo sociale”.
Certamente diversa come testo, scenografia e musica, ma
sicuramente bella e proponibile per la sua attualità ad ogni pubblico,
l’opera si avvale di scene realisticamente crude, con scenografie che
pescano nei mezzi moderni di fare comunicazione con segnali stradali
e indicazioni di luoghi altamente computerizzati. La musica è
coinvolgente ma alquanto desueta per i fruitori storici dell’opera
tradizionalmente intesa. La parte canora arriva nitida, ma con poca
melodia. I sottotitoli funzionano bene e non distraggono troppo
l’attenzione del pubblico.
Un’opera moderna, però tutta da vedere e anche da applaudire.
Vai al sito dell’avantionline
Da l’Unità online http://www.unita.tv/
Cinquestelle pronti al grande passo?
La kermesse di Imola sarà il banco di prova per capire
se il Movimento è pronto ad aprire una nuova fase,
meno di lotta e più di governo
di Fabrizio Rondolino @frondolino
Bisognerebbe cominciare a prendere sul serio il Movimento 5 stelle.
Una certa consolidata pigrizia induce la maggior parte dei media a
parlarne in termini di folklore politico o, nella migliore delle ipotesi, a
considerarlo semplicemente il sintomo di un malessere diffuso e di una
fondata diffidenza verso l’establishment politico tradizionale. Il che
naturalmente è vero: ma non basta. La fase eroica e ingenua – quella
12
del Parlamento da aprire come una scatoletta, delle scie chimiche e dei
microchip sottopelle – appartiene al passato, sebbene non sia
tramontata del tutto: oggi sembra più adeguato descrivere il M5S come
un adolescente che s’affaccia all’età adulta.
Del resto, i movimenti politici si definiscono e prendono forma nel
loro divenire concreto, in virtù delle scelte compiute ma anche, e
spesso soprattutto, grazie al contesto in cui si trovano ad agire. L’Italia
che ha votato nel 2013 era esattamente divisa in tre (Bersani,
Berlusconi, Grillo); l’Italia di domani – o di dopodomani – è destinata
a tornare bipolarista e forse a diventare bipartitica, perché questa è la
dinamica della democrazia e perché la nuova legge elettorale,
fortunatamente, agevola e premia la dinamica dell’alternanza.
Può darsi che il centrodestra riesca infine a liberarsi di Silvio
Berlusconi, a trovare un nuovo leader capace di riunificarne le membra
sparse, a ricostituire una coalizione competitiva e potenzialmente
vincente. Ma può anche darsi di no: e se così fosse, il compito di
costruire un’alternativa, indipendentemente e persino al di là delle
intenzioni di Beppe Grillo, ricade sul M5S. Al quale la sorte e le
circostanze hanno riservato un destino particolare: lo sfarinamento del
centrodestra libera un consistente serbatoio di voti (e dunque non è un
caso se le posizioni sull’immigrazione strizzano l’occhio a
quell’elettorato), ma la trasversalità strutturale del Movimento
consente anche di pescare voti a sinistra, fra i delusi e gli irriducibili
che considerano Renzi una specie di usurpatore e non hanno tempo da
perdere con l’ennesima, futura reincarnazione della “sinistra radicale”.
Ma per conquistare un consenso sufficiente a proporsi come forza di
governo non bastano la protesta, il “vaffa”, la battaglia sugli scontrini o
l’esibizione ostentata dell’onestà: occorre anche un po’ di buona
politica. E’ precisamente a questo crocevia che si trova oggi il partito –
anche se il termine non piace agli interessati – di Grillo e Casaleggio.
“Italia5stelle”, la manifestazione nazionale che si terrà sabato e
domenica a Imola – a metà strada fra una festa e un congresso, un
happening e una Leopolda – ha come tema il governo: “La stanca
litania del ‘Non avete fatto niente’ dei partiti – si legge sul blog di
Grillo – sarà smentita dalle azioni svolte con successo dal M5S
attraverso le ‘Buone notizie’, un elenco di tutte le cose fatte e portate a
termine dagli eletti”. Il punto qui non è sapere quali buone cose hanno
fatto gli attivisti e gli eletti del Movimento: il punto è che l’accento,
per la prima volta in modo così evidente, cade sulle cose da fare
anziché sulle denunce, le irrisioni e le proteste…
Continua la lettura sul sito dell’Unità
L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia : (ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana
13
La Fondazione Socialismo
e la rivista Mondoperaio
promuovono il convegno
Sigonella Una riflessione trent'anni dopo (1985-2015)
Roma, Venerdì 16 ottobre ore 10.30-13.00
Senato della Repubblica - Palazzo Giustiniani
Sala Zuccari - Via della Dogana Vecchia, 29
Introduzione: Luigi Covatta
Relazione: Antonio Varsori
Testimonianze: Gennaro Acquaviva, Antonio Badini, Maurizio
Caprara, Arnaldo Forlani.
Conclusioni: Pier Ferdinando Casini
Info e accrediti: Fondazione Socialismo - tel.: 06 85 300 654,
e-mail: [email protected]
www.fondazionesocialismo.it/
È obbligatorio accreditarsi. L’accesso alla Sala Zuccari è consentito fino al
raggiungimento della capienza massima. Per gli uomini obbligo di giacca e cravatta.
Da vivalascuola riceviamo
e volentieri pubblichiamo
Ma cosa sbagliano
gli insegnanti?
di Giorgio Morale
Segnalo una puntata di vivalascuola dedicata a: cosa sbagliano gli
insegnanti?
https://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2015/10/05/vivalascuola-200/
Un milione di lavoratori della scuola, 8 milioni di studenti. Con i
partner e le famiglie, fanno 26 milioni di persone. E’ la platea che gli
insegnanti possono raggiungere quotidianamente e che li fa essere il
più potente dei media.
Eppure una campagna diffamatoria che indica gli insegnanti come
fannulloni, inculcatori, dispensatori di un sapere inutile, che ha come
capifila gli stessi uomini dei governi di turno, da decenni non accenna
a diminuire e sembra fare breccia nell’opinione pubblica. E’ la
rivincita degli ignoranti? O è tutta colpa della cattiva coscienza di
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pennivendoli? Dei media asserviti al potere? Dei governi neoliberisti
che si sono succeduti?
D’accordo, ci sarà tutto questo, ma cosa sbagliano gli insegnanti?
Cattiva comunicazione? Chiusura corporativa? E’ ora di porsi il
problema, soprattutto nel momento in cui la scuola si prepara a
impegni come la raccolta di firme per un referendum sulla “Buona
Scuola” di Renzi e alla presentazione di un nuova Legge di Iniziativa
Popolare sulla scuola.
Ne parlano in questa puntata di vivalascuola Mauro Boarelli,
Giovanna Lo Presti e Bruno Moretto.
Da CRITICA LIBERALE
riceviamo e volentieri pubblichiamo
Ecco perché la "fetenzia" è davvero una fetenzia
Spiegazione breve e chiara delle controriforma di renzi-verdini-
bersani – un opuscolo sul sito di Critica Liberale vi spiega sia la
legge elettorale sia il nuovo senato in discussione a palazzo madama
tra i padrini costituenti…
L'attuale governo - con l’appoggio di una maggioranza parlamentare
ottenuta con una legge dichiarata incostituzionale - dopo avere fatto
approvare la nuova legge elettorale (c.d. Italicum) a tappe forzate e
senza il rispetto delle prassi parlamentari, con lo stesso sistema
pretende di cambiare la Costituzione modificando profondamente il
volto della Repubblica. Combinate con la nuova legge elettorale, le
modifiche costituzionali:
comportano lo stravolgimento della democrazia
rappresentativa;
concentrano il potere nelle mani del governo e di chi lo guida
attribuendo ad un unico partito – che potrebbe anche essere espressione
di una ristretta minoranza di elettori – potere esecutivo e potere
legislativo;
condizionano l'elezione del Presidente della Repubblica, dei
giudici della Corte Costituzionale e dei componenti del Consiglio
Superiore della Magistratura, organi di garanzia e di controllo
fondamentali per la vita della democrazia costituzionale…
Continua la lettura sul sito di Critica liberale
L'AVVENIRE DEI LAVORATORI - Voci su Wikipedia : (ADL in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (ADL in spagnolo) http://es.wikipedia.org/wiki/L%27Avvenire_dei_Lavoratori (Coopi in italiano) http://it.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in inglese) http://en.wikipedia.org/wiki/Ristorante_Cooperativo (Coopi in tedesco) http://de.wikipedia.org/wiki/Cooperativa_italiana
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LETTERA
Dissentire è un diritto-dovere,
ma da praticarsi a fronte alta Le tensioni interne alla Chiesa possono essere anche un bene. Non
furono forse durissime, già fin dai primi dell'esperienza cristiana, le
tensioni fra Pietro, Giacomo e Paolo? Ipocrita invece il documento
dei tredici vescovi e cardinali che in pubblico propugnano
l'obbedienza al potere ecclesiastico, ma per sé rivendicano il diritto a
dissentire, a dissociarsi e magari anche a disobbedire.
Non siamo soliti difendere il papa (nessun papa) dai suoi avversari
intraecclesiali né dal sensazionalismo di certa stampa: come quella che
in questi giorni diffonde sospetti di complotto di questa o quella
fazione di vescovi e cardinali contro papa Francesco che, anche se
possono rispondere al vero, sono smerciati come facile merce
mediatica a un pubblico distratto e disinformato.
Sappiamo, e non da ieri, che le divisioni (teologiche, pastorali,
politiche) dentro gerarchia cattolica ci sono e sono molto forti: non è
una novità. Come ogni comunità e organizzazione umana le tensioni
interne possono essere anche aspre, e per noi questo è un bene: guai
alla passiva omologazione e al calcolato conformismo. Non furono
forse durissime, già fin dai primi dell'esperienza cristiana, le tensioni
fra Pietro, Giacomo e Paolo?
Le Comunità di base hanno sempre apprezzato il dissenso e
giudicato positivamente la diversità di vedute dentro la Chiesa: ne
siamo, da molti anni, testimoni e anche, per la nostra piccola parte,
protagonisti.
Questo perciò non ci esime dal dovere di segnalare l'ipocrita
contraddittorietà dell'atteggiamento di chi – come i tredici vescovi e
cardinali che hanno sottoscritto un documento indirizzato al papa
fortemente critico nei confronti della gestione del Sinodo – in pubblico
propugna criterio dell'obbedienza e dell'acquiescenza al potere
ecclesiastico, ma per sé rivendica il diritto a dissentire, a dissociarsi e
magari anche a disobbedire.
Per noi dissentire è un diritto e anche un dovere, ma un dovere che
va praticato in pubblico e a fronte alta, davanti a tutta la Chiesa.
Massimiliano Tosato COMUNITA’ CRISTIANE DI BASE
Segreteria Tecnica Nazionale
LETTERA - SEGNALAZIONE
Quando la cultura
incontra il buon cibo
LA CUCINA LIBICA DI TRIPOLI A ROMA
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Non è solo una cena ma un esperienza.
Quando la cultura incontra il buon cibo.
Allora mangiare diventa anche emozione.
Continua il mio viaggio passionale per far conoscere la cucina del mio
luogo di nascita.
Un appuntamento ogni tanto, 50 posti.
A Roma Porto fluviale. Due anni di successi.
Lo scopo è far conoscere la mia cucina e le storie dei piatti.
Tra musica , immagini e racconti aneddoti degusteremo 16 pietanze e
dolci.
Cucino tutto io e i racconti accompagneranno il pasto.
Mercoledì, 28 ottobre, ore 20.30
via del Porto Fluviale 22
Prezzo 30 €, inclusi acqua e 2 calici di vino
Le carni usate sono Kosher.
Tavoli sociali...
Prenotazione obbligatoria inviando numero di persone e un numero di
telefono a: [email protected]
Anteprima in video su youtube 2 minuti
Per altri appuntamenti: www.italiaebraica.it
Hamos Guetta, Chef e storyteller, Roma
Dalla Fondazione Pellegrini Canevascini di Bellinzona
Immagini al plurale
Esposizione a Bellinzona nel Canton Ticino, Museo di Castello Sasso
Corbaro, aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00, fino al 1°
novembre.
Il volume "Immagini al plurale: Fotografie storiche della
Fondazione Pellegrini Canevascini" (AA.VV, 2015), pubblicato in
occasione dei 50 anni di attività della FPC e dell’esposizione
fotografica contiene diversi contributi ed è illustrato da 80 fotografie
Set di 16 cartoline con fotografie tratte dalla collezione della FPC.
Il filmato sulla Colonia estiva di vacanza dei sindacati, prodotto
dall'Agenzia Cine-Ticino per la Camera del Lavoro, 1939-1940. Da
scoprire sul nostro sito e visionabile nelle sale dell'esposizione
"Immagini al plurale"
I ritratti di gruppo - Il prossimo appuntamento per i ritratti di gruppo
ai visitatori dell'esposizione "Immagini al plurale" è fissato per
domenica 18 ottobre, dalle 14.00 alle 17.00.
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L'AVVENIRE DEI LAVORATORI EDITRICE SOCIALISTA FONDATA NEL 1897 Casella postale 8965 - CH 8036 Zurigo L'Avvenire dei lavoratori è parte della Società Cooperativa Italiana Zurigo, storico istituto che opera in emigrazione senza fini di lucro e che nel triennio 1941-1944 fu sede del "Centro estero socialista". Fondato nel 1897 dalla federazione estera del Partito Socialista Italiano e dall'Unione Sindacale Svizzera come organo di stampa per le nascenti organizzazioni operaie all'estero, L'ADL ha preso parte attiva al movimento pacifista durante la Prima guerra mondiale; durante il ventennio fascista ha ospitato in co-edizione l'Avanti! garantendo la stampa e la distribuzione dei materiali elaborati dal Centro estero socialista in opposizione alla dittatura e a sostegno della Resistenza. Nel secondo Dopoguerra L'ADL ha iniziato una nuova, lunga battaglia per l'integrazione dei migranti, contro la xenofobia e per la dignità della persona umana. Dal 1996, in controtendenza rispetto all'eclissi della sinistra italiana, siamo impegnati a dare il nostro contributo alla salvaguardia di un patrimonio ideale che appartiene a tutti.