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NE E IMMI Prospettive interdisciplinari a cura di Maria Vittoria Calvi, Giovanna Mapelli, Milin Bonomi FrancoAngeli

a Maria Vittoria Calvi, Giovanna Mapelli, Milin Bonomi · gio che lo spagnolo gode come lingua pluricentrica e di grande comuni cazione rispetto ad altre lingue di immigrati. Dei

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NEGUA~

E IMMIProspettive interdisciplinari

a cura di Maria Vittoria Calvi,Giovanna Mapelli, Milin Bonomi

FrancoAngeli

INDICE

IntroduzioneMaria Vittoria Calvi, Giovanna Mapelli, Milin Bonomi pago 7

Ilmnigrazione e integrazione sociale: scuola e lavoroAntonietta Albanese » Il

Giovani di origine immigrata: costruzioni identitarie e processidi integrazioneMaurizio Ambrosini » 23

Le reticenze di Pedro e gli sfoghi di Milagros. L'intervista comestrumento didattico e culturalefrina Bajini » 37

Hablamos mitér y mità. Varietà linguistiche di immigrati ispano­foni in ItaliaMilin Bonomi » 53

(E)migraci6n e (in)migraci6n en las definiciones del DRAEMaria Cristina Bordonaba Zabalza » 71

Interviste a immigrati ispanofoni. Repertori linguistici e raccontooraleMaria Vittoria Calvi » 87

La percepci6n en los fen6menos de contacto por migraci6nRocio Caravedo Barrios » 105

Nuovi cittadini, nuove prospettive della scuola interculturale:le ricerche sul campo a GenovaDaniela Carpani » 119

5

Mérica, Mérica. Descrizioni del nuovo mondo in lettere di emi­grati dal TiroloPatrizia Cordin pago 133

L'avventura della lingua araba in OccidenteJolanda Guardi » 151

El discurso periodistico sobre la inmigraci6n: algunos ejemplosLuis Guerra Salas y Maria Elena G6mez Sémchez » 163

Informazione e multiculturalità: il caso di Expreso LatinoGiovanna Mapelli » 173

L'insegnamento dell'italiano L2 a ispanofoni. Aspetti e propostedidatticheSilvia Morgana e Anna Zaffaroni » 191

Romanzo e migrazione. Appunti sul caso italo-argentinoEmilia Perassi » 209

Italiano e spagnolo a contatto: immigrazione e varietà etnicaAlessandro Vietti » 221

Gli Autori » 237

6

ITALIANO E SPAGNOLO CONTATTO:IMMIGRAZIONE E VARIETÀ ETNICA

Alessandro ViettiLibera Università di Bolzano

Il contatto linguistico tra italiano e spagnolo dovuto alle recenti mi­grazioni pone, come altri casi di incontro tra lingue geneticamente impa­rentate! (e/o tipologicamente vicine), molte questioni interessanti per la(socio)linguistica del contatto.

Sul piano linguistico l'ampia comunanza di lessico e grammaticarende estremamente facile l'innesco, il triggering di unità e strutture dauna lingua all'altra, rendendo nel parlato molto labili i confini tra i si­stemi. Come conseguenza, diventa più complesso anche per il linguistail compito di distinguere tra fatti di superficie (forma fonetica) e distruttura grammaticale.

D'altra parte, nel caso specifico, la dimensione sociolinguistica delcontatto in contesto migratorio si intreccia con le caratteristiche lingui­stiche appena menzionate e ne aggiunge altre, relative al diverso presti­gio che lo spagnolo gode come lingua pluricentrica e di grande comuni­cazione rispetto ad altre lingue di immigrati.

Dei numerosi aspetti rilevanti, in questo articolo si sceglie di trattareun fenomeno che riguarda gli effetti del contatto sull'italiano, ovvero ilprocesso di formazione di una varietà etnica di italiano a base spagnola,si ignorerà pertanto l'azione opposta esercitata dal contatto sulla linguaspagnola2

. Di seguito, verrà brevemente illustrato il concetto di varietàetnica, o etnoletto, secondo la prospettiva teorica della (socio)linguisticadel contatto e, successivamente, si esporranno i risultati di un'indagineempirica condotta sulla particolare varietà di italiano di immigrate peru­Vlane.

l Si pensi a titolo di esempio al caso del contatto tra italiano e dialetti itala-romanzi(BeITuto 2004; Cemrti / Regis 2005).

2 Quest'aspetto viene discusso in questa sede nel contributo di Bonomi.

221

Varietà etnica o etnoletto

Nella casistica di possibili conseguenze del contatto tra lingue la va­rietà etnica non è altro che un caso speciale di cambiamento indotto inun sistema dal contatto con un altro codice linguistico, o nella termino­logia di Thomason (200 l), contact-induced /anguage change.

Schematizzando la traiettoria tipica dello sviluppo di una varietà et­nica si può osservare come, in seguito al contatto tra la comunità lingui­stica autoctona e quella immigrata, si avvii un processo sociale di acqui­sizione, per lo più spontanea, della lingua d'arrivo che porta, di norma,a un impelfect /anguage /earning (Thomason 200 l). La competenza nel­la lingua d'arrivo della prima generazione di immigrati si frammentacosì in uno spettro di varietà di apprendimento, o interlingue, che spa­ziano dalle varietà basiche fino a quelle cosiddette native-like. Tale va­riazione interna al continuum non è però unicamente spiegabile in fun­zione del grado di acquisizione della L2, ma occorre ricorrere a un altroinsieme di parametri esterni come, per esempio, le particolari linguecoinvolte (p.e. distanza tipologica) o la particolare configurazione deifattori sociologici (p.e. rete sociale) e sociolinguistici (status e prestigiodelle lingue, intensità del contatto, ecc.).

Il complesso processo di acquisizione di una seconda lingua può es­sere pertanto rappresentato in uno spazio bi- o, più probabilmente, mul­ti dimensionale ali 'interno del quale la variazione si distribuisce su di­versi assi e si organizza in configurazioni di tratti linguistici attorno asignificati sociali instabili e soggetti a rapidi mutamenti nel corso deltempo.

Tale spazio di variazione, che va progressivamente strutturandosi,costituisce il magazzino dal quale la seconda generazione trae il mate­riale linguistico necessario per costruire una nuova varietà di lingua:non soltanto si compie in questa fase un' operazione di forte selezioneall'interno delle forme divergenti prodotte dalla lingua della I genera­zione, ma si riassegna anche un nuovo significato sociale alla varietà.L'alta variabilità del continuum della I generazione che pone questo in­sieme di varietà all' estrema periferia del repertorio sociolinguistico (pereccesso di tratti divergenti), viene assimilata all'interno dell'architetturadella lingua di arrivo da parte delle II generazioni, diventando così unarisorsa stilistica e situazionale per i "nuovi" parlanti nativi. Lo statusparticolare di neo-parlanti nativi della lingua di arrivo necessita quindidi una propria "marca" sociolinguistica, per questo motivo nasce unavarietà della lingua di arrivo che richiama il modo di parlare dei primiimmigrati.

222

In conclusione, se si vuole guardare alla varietà etnica come a unprocesso (in questa prospettiva Auer 2003), si metteranno in evidenza ledue fasi appena delineate: la prima che porta alla formazione di uncontinuum multidimensionale di varietà di stranieri e la seconda che"nativizza" il continuum, cioè seleziona tra i molti tratti divergenti e liriconverte all'interno dello spazio di variazione della lingua d'arrivo. Seinvece guardiamo principalmente all'esito (Clyne 2000; Clyne 2001),allora si attribuirà l'etichetta di varietà etnica stricto sensu soltanto allevarietà di immigrati di seconda generazione che hanno compiuto unprocesso di /anguage shift, dalla propria lingua di partenza a quella diarrivo. In questo studio, pur essendo consapevole che l'etnoletto in sen­so proprio è una varietà delle seconde generazioni di immigrati, privile­gerò un approccio dinamico con lo scopo di analizzare il passaggio trainterlingue e varietà etnica.

Vitaliano di peruviane a Torino

Lo studio sull'italiano di immigrate peruviane a Torino aveva comeobiettivo quello di descrivere la fase iniziale di formazione di una varie­tà etnica, definendo quali fossero gli assi principali dello spazio multi­dimensionale sopra descritto, ovvero quali fossero gli elementi lingui­stici contraddistintivi e quali i fattori sociolinguistici che animano emodellano le grammatiche in una direzione o in .un' altra. Più concreta­mente, l'analisi si è concentrata sulla distribuzione delle parole funzio­nali spagnole presenti in italiano, ovvero quelle categorie lessicali comepreposizioni, pronomi tonici e atoni, determinanti e connettivi che han­no un'alta frequenza, una funzione grammaticale e una ridotta consi­stenza e salienza fonetica.

Poiché si tratta di un' indagine empirica, i metodi utilizzati,l'osservazione partecipante e l'intervista semi-strutturata, avevano la fi­nalità di raccogliere dati di italiano parlato di ispanofoni e informazionicontestuali riguardanti la vita e le reti sociali degli immigrati. L'uso diquesti metodi ha consentito di costruire un corpus di italiano di ispano­fone basato su 15 interviste3 di circa 12 ore (per le convenzioni utilizza­te cfr. Vietti 2005a: 23).

3 Patie delle interviste (12) provengono da un'indagine sulla condizione migratoriafemminile condotta per conto del Comune di Torino da un'organizzazione non governativaper la cooperazione internazionale (Mlal, Movimento Laici America Latina). Lacollaborazione nata tra i due progetti di ricerca mi ha consentito di acquisire le interviste

223

Il campione selezionato per l'analisi non è di tipo casuale ed è costi­tuito esclusivamente da donne peruviane immigrate nella città di Torinotra il 1994 e il 200 l come si può osservare nella Tab. 1.

Tab. 1 - Il campione di immigrate peruviane

EtàCittà di provenien- Anno di arri- Permanenza in Ita-

Parlante za va Zia (anni)

02 55 Trujillo 1994 706 32 Trujillo 1997 408 22 Chimbote 1998 313 35 Cuzco 2001 4 mesi Y214 30 Lima 1992 918 39 Lima 1993 819 42 Ilo 1995 621 50 Lima 1995 622 37 Casagrande 1991 lO30 26 Lima 1992 931 27 Casagrande 1996 534 36 Lima 1993 8GR 26 Lima 1993 8OL 52 Lima 1998 3

GEM 20 Ica 2000 l

La decisione di costruire un campione piuttosto omogeneo rispetto aimacro-attributi sociolinguistici (genere, L l di partenza, condizioni so­cio-economiche al momento dell' arrivo) aveva lo scopo di osservarel'effetto delle dinamiche relazionali sul comportamento linguistico, ov­vero l'azione delle reti sociali delle immigrate sulla maggiore o minorepropensione all 'uso di parole funzionali spagnole.

A scopo puramente esemplificativo, si possono considerare gli esem­pi (l )-(3) nei quali è rappresentato il tipo di variazione oggetto di anali­si4

:

(1)porque ci sono altre persone che no te dicono veramente [ridendo] como è illavoro [19: 45].

somministrate a molte delle immigrate peruviane che stavo osservando e intervistando iostesso.

4 Come risulta evidente negli esempi, la variazione legata al contatto con lo spagnolonon si esaurisce ovviamente con il solo prestito di parole funzionali; un panorama difenomeni tipici delle varietà di apprendimento di ispanofoni è contenuto in Schmid (1994) ein Vietti (2005a).

224

(2)++ io lavoravo lìl + en un en queste progectol + guadagnava molto ~eneI +ma: il problema no è solo miol eI pro~lema è òe tuta la gente che le- che a~ìta:

en perùI [21: 28-30].

(3)noi infati ne la universiòà c'erano: corsi di inglese de rruso de tedesco che +molti: estranieri andavano a fare quei corsi lì: I e noi vedevamo cioè la diferen­sia de rrasa era ovviamente + tangi~le noI [22: 111-14].

Su questi dati sono state compiute due differenti analisi: la prima, di or­dine più generale, mirava a individuare le relazioni tra le diverse variabili, araggrupparle in varietà e a esplorare i possibili legami tra varietà, livello diacquisizione e tipo di rete sociale (Vietti 200Sa). Il secondo tipo di analisisi è concentrato sul comportamento di un elemento variabile di/de, moltofrequente nel corpus, ponendolo in relazione con fattori linguistici come ilcontesto fonetico, la funzione sintattica e il livello di acquisizione e fattorisociologici come il tipo di rete sociale (Vietti 2007; Vietti 2009).

La formazione di una varietà etnica

L'acquisizione più o meno imperfetta di una lingua, che come si è os­servato, è legata al processo migratorio, costituisce nella classificazione diThomason (2001: 60; ma già Thomason / Kaufman 1988) un criterio fOlieper discriminare due macro-strategie di contatto linguistico: borrowing einterference. Nel primo caso (borrowing) non è implicato un processo diapprendimento e il trasferimento di elementi linguistici si muove nella dire­zione della lingua nativa o che, in ogni caso, si padroneggia a un alto livell05

;

nel secondo caso (interierence), l'apprendimento linguistico svolge un ruoloimpOliante e il trasferimento di elementi linguistici avviene nei confronti diuna lingua che non si conosce perfettamente o che si sta imparando. Questadistinzione è importante non soltanto perché i due meccanismi presiedono adifferenti tipologie di fenomeni linguistici, ma anche perché peTI11ettono difonnulare alcune predizioni di tipo probabilistico.

Nel caso di borrowing nonnalmente il lessico precede la grammatica,nel senso che l'interferenza tra i due sistemi si manifesta inizialmente attra­verso prestiti lessicali, prima periferici e poi più vicini al lessico di base,investendo progressivamente anche le strutture morfosintattiche. Nel casodi interference, si verificherà invece il contrario, sarà la grammatica a esse-

5 "[... ] the crucial point is that, in borrowing, the interference features are introduced intothe receiving language by people who speak it fluentIy" (Thomason 2001: 68).

225

re trasferita per prima attraverso modificazioni delle competenze fonologi­ca e sintattica della lingua ricevente, mentre morfologia e lessico sarebberomeno interessate.

Sulla base di questa classificazione, cosa ci possiamo dunque aspettarein una situazione come quella del contatto in contesto migratorio? Secondol'ipotesi predittiva ci si attende conseguenze diverse sui due versanti, dellalingua di palienza e della lingua di anivo: la lingua di palienza dovrebbeessere interessata prevalentemente dal meccanismo del borrowing, con pre­senza crescente di lessico della lingua di arrivo, cominciando con alcuneparole contenuto (più tipicamente prestiti culturali) per passare poi a segna­li discorsivi e parole funzionali (connettivi e articolatori macro-testuali) eimpOliando via via anche pattern strutturali e tratti fonologici. La lingua dialTivo sarà invece interessata dal meccanismo dell'intel.ference che consi­sterebbe nell'interferenza struttmale del sistema fonologico (non soltantoper quanto riguarda l'inventario segmentale e sub-segmentale, ma anche ilpiano prosodico) e della sintassi della lingua di palienza.

Dunque, per anivare al caso del contatto tra italiano e spagnolo,nell'italiano di ispanofone presumiamo di incontrare illla fOlie interferenzafonetico-fonologica e un trasferimento di pattern sintattici. Infatti, se osser­viamo i dati del corpus troviamo confenna della previsione nei numerositratti di interferenza fonologica (semplificazioni di foni complessi, comep.e. le affricate, trasferimento di allofoni come le interdentali, riduzionedella quantità consonantica, ecc.) e sintattica (tTasferimento dell'accusativopreposizionale, della ridondanza pronominale, di costmzioni aspettuali emodali perifrastiche) (cfr. Schmid 1994; Vietti 2005a: 112-121).

Tuttavia ciò che non ci attendiamo, e che invece compare estesamentenel corpus, è la presenza di lessico spagnolo. Per quale motivo le apprendentidovrebbero trasferire nella lingua di anivo il lessico della propria lingua dipartenza conendo il rischio di non essere comprese dall'interlocutore nativo?

Una prima osservazione, di ordine generale, è che non soltanto siamo inpresenza di lingue vicine tipologicamente - fatto questo che semmai do­vrebbe unicamente intensificare l'interferenza stmttmale per via dell'altacongmenza tra grammatiche - ma soprattutto imparentate geneticamente,ossia lingue che condividono palie del proprio percorso evolutivo come ap­partenenti al medesimo gmppo romanzo. Ciò aggiunge all'elevata cOlTi­spondenza tra i sistemi grammaticali anche una larga coincidenza tra i duelessici, sia dal punto di vista fornlale che semantico. È proprio la combina­zione di questi due caratteri di alta somiglianza fonetica e semantica a lita­gliare all'interno delle diverse categorie di parole funzionali .quelle che piùagilmente "passano" da una lingua all'altra, dallo spagnolo all'italiano.

226

All'interno delle categorie dei detenninanti (articoli, possessivi), deipronomi personali c1itici, delle preposizioni, degli avverbi e dei connettivihanno più alta probabilità di "filtrare" nella grammatica della lingua di ani­vo le parole monosillabi, atone e altamente simili per fonna fonetica 6

:

quindi me (pronome personale atono) avrà più probabilità di essere trasferi­to di mi, en di sino, o el di hasta e così via.

Oltre alla somiglianza e alla scarsa consistenza fonica (monosillabicità emancanza di accento lessicale) questi elementi sono i candidati ideali peraltre due proprietà che possiedono: la mancanza di complessità morfologicae l'alta frequenza nel parlato. Riguardo alla prima proprietà queste parolefunzionali non soltanto sono prive di morfologia sul piano sintagmatico, inaltre parole non hanno né flessione né derivazione, ma, fatta eccezione perarticoli e pronomi, non entrano nemmeno in relazione con altre fonne a co­stituire paradigmi..

Le parole funzionali della Tab. 2 non rappresentano soltanto delle parti­celle elementari della grammatica ma, per via del loro alto rango di fre­quenza nella comunicazione, sono anche facilmente attivabili nella produ­zione linguistica orale7

.

Tab. 2 - Frequenza assoluta e percentuale delle parolefimzionali più jì·equenti nel COlpUS

Variabili Frequenza Frequenza Variabili Frequenza Frequenzaassoluta % assoluta %

De 536 56 el 185 39di 413 44 il 285 61en 140 31 se 127 41In 308 69 si 185 59me 249 42 si 133 71

mi 346 58 se 56 29Te 107 66 no 381 41Ti 55 34 non 543 59

L'analisi dei prestiti lessicali ha consentito inoltre di rilevare che le pa­role funzionali non soltanto passano dallo spagnolo all'italiano, ma vengo­no trasferite secondo degli schemi, sono collegate l'una all'altra, tendono

6 In genere con minime differenze segmentali o sub-segmentali.7 Queste naturalmente sono delle ipotesi perché, per stabilire con maggiore certezza se la

realtà sia effettivamente questa, è necessario verificare cosa accada nei contesti migratori neiquali i valori dei parametri vicinanza tipologica e parentela genetica siano differenti: lingueimparentate ma più distanti tipologicamente, lingue non imparentate e vicinetipologicamente e lingue non imparentate e distanti tipologicamente. Un tale progettoevidentemente oltrepassa di gran lunga le possibilità di indagine del singolo ricercatore.

227

cioè a raggrupparsi in configurazioni regolari. Queste configurazioni pos­sono essere rappresentate tramite una scala di implicazione che unisce glielementi secondo una relazione di implicazione del tipo: se è presente iltratto x, allora necessariamente sarà presente anche il tratto y, ma non vice­versa.

Nella scala8 di Fig. l (Vietti 2005a: 170) sono rappresentate in modosintetico, nelle colonne, la catena di implicazioni tra gli elementi linguisticivariabili e, nelle righe, le diverse varietà di lingua così ottenute.

en-in se-si no-non me-mi de-di si-seVarietà più GR 2 2 3 2 2 2"italiana" 2 2 2 2 2 3

i GEM 2 2 3 2 2 l

30 2 2 2 2 l

2 2 l

31 2 1 l l

2 l l

2 l l l

2 2 l l l

19 2 2 l 2 l l_._._._. __._._-_._.-._-.~._-_ ...

18 2 l l l l l

13 2 l l l l ll l l l l l

Varietà più l l l l"spagnola" 21 l l l O

Il rapporto di implicazione rispetto al continuum di Fig. 1 può essere let­to in questo modo: se una parlante utilizza il connettivo subordinante italia­no se, allora dirà rispettivamente anche di, mi, ti, si, il, e in, ma non vice­versa.

L'implicazione tra le parole funzionali ha mostrato come queste tendanoa co-occorrere in varietà di lingua più o meno lontane dallo standard regio­nale e dall'aspetto più o meno "etnicizzato". Perciò, verso il basso delcontinuum sono posizionate quelle parlanti che possiedono una varietà ca­ratterizzata da una presenza prevalente delle parole funzionali spagnole,

8 Viene contrassegnata con 3 la frequenza delIOO% della variante italiana della variabile(ad es. te per GR), con 2 l'intervallo tra il 51 % e 99% sempre della forma it., con ll'intervallo compreso tra 0% e 50% (con Oescluso e 50 incluso) e con Onessuna occorrenzaper la forma it.

228

-

mentre verso la parte alta si trovano le varietà più vicine all'italiano, quelleche esibiscono una minore frequenza di prestiti dallo spagnolo.

A questo punto non resta che cercare di osservare se la presenza dei pre­stiti lessicali dallo spagnolo sia motivata da fattori linguistici di diverso or­dine come il livello di acquisizione e/o da fattori extralinguistici di tipo so­ciologico come la stmttura delle reti sociali delle parlanti peruviane.

Per fare questo è stata eseguita un'analisi multivariata sulle forme piùfrequenti nel corpus ovvero di/de (Vietti 2007; Vietti 2009), selezionate an­che perché possono appartenere a diverse categorie lessicali, come preposi­zione (il libro di Maria), connettivo (ho pensato di andarmene) o elementofisso in locuzioni avverbiali o preposizionali (di qua, di nuovo, difronte a).Anche se, per motivi di economia di spazio non verrà approfondita in que­sta sede, quest'ultima caratteristica è molto rilevante perché consente distudiare in una sola variabile la diversa propensione al prestito di diversecategorie lessicali, verificando in questo modo anche alcuni assunti sulla"prestabilità" avanzati da Myers-Scotton con la sua 4-M theory (Myers­Scotton / Jake 2000; Myers-Scotton 2002; Vietti 2009).

Tralasciando quindi i fattori linguistici intemi (contesto fonetico e cate­goria lessicale) che possono favorire, per così dire dall' intemo, il trasferi­mento di parole funzionali dallo spagnolo all'italiano ci si concentra qui sullivello di acquisizione e sulla rete sociale.

Per "livello di acquisizione" si intet:J.de qui una classificazione, a granagrossa e stmmentale all'analisi, dell'italiano delle immigrate in tre tipi diinterlingua a partire dalla nota sequenza di acquisizione della morfologiaverbale dell'italiano, così come esposta in Banfi / Bemini (2003). I valoriper questa variabile sono dunque: varietà avanzata A, varietà avanzata B,varietà intennedia C9

.

Il campione è stato poi suddiviso in tre categorie di rete sociale (incap­sulata, intermedia e integrata) sulla base di una tipologia di stmttura rela­zionale dell'immigrata elaborata a partire da Hannerz (1992) e ottenuta in­crociando diversi indicatori, reIazionali e non, estratti dalle interviste (p.e.esistenza o meno di legami significativi con membri della sfera personalein Perù, tipo di lavoro, ecc.). Se si concepisce la rete sociale come un in­sieme stmtturato di relazioni che sottendono situazioni e moli comunicatividiversificati, si può parlare di incapsulamento quando la vita relazionale diun individuo è concentrata in un solo ambito del repeliorio sociale che in­corpora tutti gli altri (nel caso delle immigrate pemviane qui studiate si trat-

9 La separazione tra varietà avanzate e intennedie è basata sull'espressione constlUmenti morfologici (o meno) dei tempi che indicano la modalità non-fattuale (futuro,condizionale e congiuntivo; per una descrizione più dettagliata cfi', Vietti, 2005a: 105-10),

229

ta dell'ambito lavorativo di badante, cfr. anche Milroy 2002, Vietti 2005a).All'opposto, nella rete integrata l'attività relazionale è complessa e diversifi­cata in segmenti separati ma interconnessi tra di loro, all'intemo dei quali ilparlante può sperimentare moli e modalità comunicative diverse, ampliandole proplia competenza linguistica e sociolinguistica. Infine, il tipo intelmediocostituisce per l'appunto una categoria di transizione tra i due poli oppostidell'incapsulamento/isolamento e dell'integrazione, lilla categoria nella qualesi realizza una prima parziale COllilessione tra i diversi ambiti sociali.

Prima di passare all'interpretazione dei risultati esposti in Tab. 3 e inFig. 2 è necessario fomire alcune informazioni metodologiche per com­prendere meglio la natura dell'analisi multivariata eseguita. Le tecniche dianalisi multivariata servono in generale a stabilire quali relazioni sussistanotra più di due variabili, ovvero tra i fattori che descrivono un dato fenome­no. Alcune variabili possono assumere una pmiicolare funzione, vengonocioè denominate variabili dipendenti e rappresentano i fenomeni che si vo­gliono spiegare facendo ricorso ad altre variabili, denominate indipendenti.Nel caso specifico, il livello di acquisizione, la rete sociale o altre variabilidi tipo linguistico saranno le variabili esplicative o indipendenti che sonostate utilizzate per "spiegare" perché nel corpus di italiano di pemviane siapresente la fOTIna de al posto di di (variabile dipendente). La pmiicolaretecnica usata in questo caso è la regressione logistica, uno stmmento statisti­co ben noto n~lla ricerca sociolinguistica quantitativa per via diun'applicazione informatica chiamata Varbrul (Sankoff 1988) creata negliSettanta all'intemo del paradigma laboviano e impiegata largamente fino aoggi (cfr. Vietti 2005b; Paolillo 2002; Tagliamonte 2006). In teTInini moltosemplificati, la tecnica è in grado di stabilire non soltanto quali siano le va­riabili che contribuiscono maggioTInente a spiegare la variazione di un fe­nomeno, ma anche quale sia l'effetto (positivo o negativo) che ogni valoredelle diverse variabili esercita sul fenomeno.

Osservando la tabella, possiamo notare come nella colonna Peso Var­brul siano riportati dei valori che teoricamente possono oscillare tra un mi­nimo di Oe un massimo di 1: questi valori rappresentano numericamente ilgrado l'influenza di ogni singolo fattore sulla possibilità di trasferire de nelparlato italiano delle parlanti pemviane. Un'ulteriore precisazione è tuttavianecessaria. I valori della colonna Peso Varbrul possono rappresentare sia1'effetto positivo verso il prestito, sia quello negativo: valori inferiori a 0,5esprimono un effetto negativo, valori superiori a 0,5 (nella tabella indicaticon il grassetto) indicano un effetto positivo, mentre valori uguali o attomoa 0,5 denotano un effetto nullo.

Qual è dunque il significato della Tab. 3 e della sua traduzione nel grafi­co a bane in Fig. 2? Trascurando, come già ricordato, le variabili linguisti-

230

che, si può registrare la presenza nella prima colomla di una macro­variabile (Rete sociale x Acquisizione) costituita dall'incrocio dei valori deidue fattori. Traducendo in concetti e parole quanto sintetizzato numerica­mente nell' analisi statistica, è emersa una fmie interazione tra il livello diacquisizione e la rete sociale delle parlanti, ovvero tra due fattori che si ipo­tizzava come indipendenti e non interrelati. Quindi è stato necessario co­struire una nuova variabile che tenesse in considerazione questa ulteriorerelazione oltre a quella tra variabili indipendenti e variabile dipendente. In­somma, non soltanto il grado di acquisizione e la stmttura della rete socialeinfluenzano la propensione al contatto (qui rappresentata dal prestito di de),ma si condizionano anche reciprocamente. La rete sociale costituisce il fat­tore primario di variazione, l'alveo socio-comunicativo all'interno del qua­le si sviluppa sia il processo linguistico di acquisizione, sia quello sociolin­guistico che porta a modulare diversamente l'influenza della propria linguadi partenza.

Purtroppo trattandosi di un tipo di indagine con impianto metodologicoetnografico e non sperimentale, nel campione non sono contemplate tutte lepossibili combinazioni di tipi di interlingua e di rete sociale, mancano infat­ti parlanti con una rete integrata e una varietà intermedia C (ma forse que­sto caso non esiste nella realtà) e parlanti con una rete intermedia e una va­rietà avanzata A. Anche con questi valori mancanti si possono fornmlareriflessioni interessanti a partire dalla Tab. 3.

Tab. 3 - Analisi multivariata di de/di

Input value = 0,500

Effetto Freq. Freq.+/- osso atto

14% 12%2% 2%

+ 59% 61%+ 85% 83%+ 64% 65%+ 81% 82%+ 74% 80%

nullo 55% 54%40% 34%48% 34%29% 22%

+ 59% 60%+ 66% 63%

Peso

VARBRUL

0,123

0,020

0,608

0,827

0,651

0,818

0,802

0,538

0,339

0,338

0,218

0,597

0,633

Valore

x

Rete sociale

Variabile

Contestifonologici

precedenti [± alto)

Categoria lessicale

Acquisizione

Integrata x Varietà avanzata A

Integrata x Varietà avanzata B

Intennedia x Varietà avanzata B

Intermedia x Varietà intermedia C

Incapsulata x Varietà avanzata A

Incapsulata x Varietà avanzata B

Incapsulata x Varietà intermedia C

[- alto]

[+ alto]

Pausa

Locuzione

Preposizione

Connettivo

Chi-quadrato totale = 73,9450

Log Iikelihood = -371,122

231

--

Il ruolo primario della stmttura delle rete sociale è evidente perché, purcon differenze interne legate alle interlingue, le reti isolata e intermediahanno un effetto positivo sulla presenza della forma spagnola de, mentre larete integrata ha un effetto fOliemente negativo. Si ricorda che la rete inte­grata rappresenta non tanto l'integrazione dell'immigrata all'interno dellasocietà ospite, quanto la capacità di costmire una rete integrata, in gradocioè di interconnettere i diversi ambiti della propria vita relazionale.

Fig. 2 - Analisi multivariata di/di (solo acquisizione e rete sociale)._-------_._--------- ----_.

0,818 0,8020,827

Rete intermedia

0,4

0,5

0,2

0,6 ---- --.---------.-

0,9 I --- -- --

0,1

0,8

0,7

0,3

All'interno di questa macro-tendenza, l'interazione tra rete e interlinguasi miicola in almeno due ordini di sotto-relazioni che consentono di descri­vere il processo di formazione della varietà etnica. In primo luogo, comeindicano i valori positivi non molto dissimili di Intermedia x Varietà in­termedia C (0,827) e Incapsulata x Varietà intermedia C (0,802), sel'interlingua è meno avanzatalO (come nel caso delle cosiddette varietà inter­medie C), la rete sociale non è in grado di modificare sostanzial1nente ilcomportamento linguistico in direzione di una sua maggiore o minore ispani­cità. Ciò indicherebbe che, negli stadi iniziali e intennedi dell' acquisizione,anche a fronte di un certo dinamismo relazionale, l'influenza della lingua di

IO Ma qui non abbiamo varietà basiche, cioè vere varietà "basse".

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partenza è un fatto riconducibile al processo di acquisizione e quindi nonsoggetto alla scelta della parlante.

In secondo luogo, se si guarda invece ai valori delle varietà avanzate A eB, l'effetto sul contatto varia completamente di segno a seconda che ci sitrovi all'intemo di reti isolate (A = 0,651; B = 0,818) e intenuedie (B =0,608) oppure in reti integrate (A = 0,123; B = 0,02), subendo in questomodo l'azione più ampia della variabile rete sociale. Man mano chel'acquisizione dell'italiano procede, la propensione al trasferimento delprestito lessicale dallo spagnolo si svincola dall'apprendimento e dipendein misura maggiore dal circuito comunicativo e sociale nel quale la parlanteè inserita.

Nonostante l'ambito ristretto a cui si applica l'analisi svolta, i vantaggidi questo genere di studi sono immediatamente evidenti. Se il complessointreccio di cause che spiegherebbero, in modo parziale, il trasferimento dide si potesse applicare anche ad altri elementi indotti dal contatto, si po­trebbe ricostruire compiutamente il passaggio tra la formazione di tratti de­vianti e la loro affenuazione in varietà della lingua di arrivo.

Come si è potuto mostrare quasi come in un microscopio in questo stu­dio, i primi stadi dell'acquisizione producono una quantità notevole di fe­nomeni linguistici divergenti dallo standard, un bacino di nuovi tratti lin­guistici motivati anche dal contatto con le lingue di paIienza. Questi ele­menti divergenti sul piano linguistico sono però parzialmenteindifferenziati su quello sociolinguistico, non avendo ancora ricevuto unafunzione sociale ben definita. La prima fase del processo di acquisizioneproduce dunque degli elementi nuovi, frutto del contatto linguistico, chetendono poi ad assumere un proprio valore sociale all'aumentare del livellodi competenza e soprattutto al variare del repertorio di situazioni e ruoli so­ciali e comunicativi.

Il risultato più rilevante è che non sembra esserci una relazione linearetra acquisizione e presenza di fenomeni di contatto secondo la qualeall'aumento della competenza linguistica corrisponderebbe una diminuzio­ne del contatto. Acquisizione e contatto sembrano solidali solo all'iniziodel percorso di acquisizione, stadio nel quale l'effetto del contatto sembraessere fmie e in larga parte inevitabile, frutto della necessità e non di unascelta. Man mano che il processo di acquisizione avanza, il ruolo e la fre­quenza degli elementi di contatto (p.e. i prestiti lessicali) cambia a secondadelle macro-condizioni sociali dell'immigrata: quanto più la parlante rendecomplessa e interconnessa la propria rete sociale, tanto più è probabile che itratti divergenti della propria "versione" di italiano assumano nuovi valorisociali. Sono proprio le parlanti con una rete integrata che costruiscono lepremesse per il consolidamento di una vera e propria varietà etnica, secon-

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do un percorso che unisce la fase di formazione di varietà di apprendimentodelle prime generazioni a quella di affel1nazione della varietà nel repertoriodella lingua di arrivo delle seconde e terze generazioni.

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