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17 aprile 2014
17/04/14 Libero Quotidiano
Il magistrato riattiva Stamina Ma il perito è il vice di Vannoni
Piccini Leonardo
17/04/14 Avvenire
èVita - Stamina, contropiede in tribunale: un'altra infusione «per sentenza»
Lozito Francesca
17/04/14 Avvenire
èVita - Avanza la legge sulle staminali cordonali «Rafforzare il modello di
donazione solidale»
16/04/14 Corriere di Novara
Mille trapianti di rene al Maggiore
Monica Curino
16/04/14 Telestense.it
Donatori organi in Emilia Romagna superiori a media italiana
16/04/14 Il Velino.it
Sanità Lazio: con i nuovi programmi operativi stop a tagli lineari
Ped
16/04/14 TusciaWeb
Zingaretti: “Potenzieremo le strutture di Latina e Viterbo”
Mille trapianti di rene al Maggiore
16-04-2014
Un’attività di eccellenza, avviata nel 1998 dal professor Verzetti
NOVARA - Mille trapianti di rene. E’ l’importante traguardo tagliato venerdì scorso 11 aprile
dall’azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della carità” di Novara, un traguardo che
testimonia la continuità di una attività sempre rimasta nel corso degli anni ai massimi livelli
nazionali ed internazionali.
La storia del Centro trapianti del “Maggiore” inizia il 4 novembre 1998, data in cui il centro fu
fondato dal professor Giuseppe Verzetti, insieme all’urologo Bruno Frea e al chirurgo vascolare
Franco Nessi, primi chirurghi pionieri di questa attività in città a Novara.
Negli anni successivi il centro, che attualmente è parte della struttura complessa universitaria di
Nefrologia e trapianto renale, diretta dal professor Piero Stratta, ha progressivamente incrementato
la propria attività fino al raggiungimento dei 1000 trapianti della scorsa settimana.
La struttura ha avviato programmi sempre più complessi e di avanguardia nel settore,
promuovendo, accanto al tradizionale trapianto di rene singolo da donatore deceduto, il trapianto da
donatore vivente, anche prima della dialisi e con prelievo laparoscopico (nel 2003) ed il doppio
trapianto di rene (nel 2004). Questi dati hanno portato il centro trapianti renali di Novara ad essere il
terzo centro italiano per attività nel primo decennio degli anni 2000, secondo solo alle Molinette di
Torino ed al Sant’Orsola di Bologna, con un volume di attività tale da poter essere collocato tra i
pochi centri in Italia di livello europeo.
Si tratta di risultati di indubbia soddisfazione non solo per gli operatori impegnati nell’attività, ma
per l’intera azienda, coinvolta in un impegno che richiede elevate capacità professionali,
organizzative e di coordinamento.
Per il Centro trapianti importante è anche una classifica che lo vede porsi ai primissimi posti in
Europa come sopravvivenza dei pazienti e dei reni a breve e lungo termine.
I risultati raggiunti sono ancora più significativi se si considera che negli ultimi anni è molto
cambiata la tipologia dei pazienti avviati al trapianto. Oggi avviene sempre più di frequente che
siano trapiantati anche pazienti molto più complessi di un tempo, soprattutto in età avanzata o
affetti, oltre che dall’insufficienza renale cronica, anche da malattie sistemiche, cardiache e
vascolari che rendono il paziente più fragile e a maggior rischio clinico.
Al programma di trapianto renale partecipano direttamente anche la Chirurgia Vascolare, diretta dal
dott. Piero Brustia, l’Urologia del professor Carlo Terrone, l’Emodialisi–Nefrologia del dott.
Martino De Leo e l’Anestesia e Rianimazione del professor Francesco Della Corte.
Importante, per Novara, anche l’aspetto formativo, fornito dalla scuola di medicina e chirurgia e
dalla scuola di specializzazione in Nefrologia dell’università del Piemonte Orientale.
Va ricordato che il primo momento fondamentale del trapianto è rappresentato dalla donazione
dell’organo.
Le donazioni di rene, che anche nel 2013 hanno raggiunto in Piemonte livelli di rilievo, sono
correlate alla sensibilità della popolazione, alla validità del programma regionale di formazione
degli operatori, alla diffusione delle informazioni e alla capillare organizzazione delle rianimazioni
coinvolte.
In quest’ambito è doveroso sottolineare che a Novara l’attenzione alla donazione nasce già nei
primi anni ’80 quando, tra numerose difficoltà operative, fu avviato un programma per la donazione
e il prelievo.
Questa particolare sensibilità si è sempre mantenuta nel tempo, tanto che, anche quest’anno, la
rianimazione dell’Azienda ha primeggiato in ambito regionale per segnalazione e utilizzazione delle
donazioni.
Monica Curino
Donatori organi in Emilia Romagna superiori
a media italiana
16 apr 2014
In Emilia-Romagna nel 2013 sono stati 106 i donatori di
organi e tessuti, pari a 24,4 donatori per milione di abitante, a
fronte di una media italiana di 18,6
I dati sono tratti dal Rapporto sulle attività di donazione e trapianto in Emilia-Romagna pubblicato
dal Centro riferimento trapianti (Crt-Er) che coordina l’attività nella regione. La rete regionale
dell’Emilia-Romagna per la donazione e il trapianto di organi e tessuti ha confermato i dati di
attività superiori alla media nazionale.
Gli organi prelevati (rene, cuore, fegato, pancreas e polmone) sono stati 304, di cui 277
trapiantati (91,1% dei prelevati), mentre le opposizioni al prelievo si sono attestate al 22,9% dei
donatori segnalati dalle strutture sanitarie regionali (29,6% la media nazionale). Alla rete nazionale
dei trapianti è stata inoltre offerta la disponibilità di 14 reni, 4 cuori, 3 polmoni.
Questi risultati – sottolinea una nota della Regione – sono stati ottenuti nonostante nel 2013 si sia
verificata una riduzione dei decessi in terapia intensiva (- 97 casi) e la parallela diminuzione di
persone decedute in terapia intensiva con lesioni encefaliche (-50 casi). “Questo è un sistema che si
conferma solido, efficiente, capace di produrre risultati significativi in una fase di risorse calanti e
dovendo affrontare una minore disponibilità di organi utilizzabili – ha osservato l’assessore alle
Politiche per la salute, Carlo Lusenti – è evidente quindi quanto siano importanti da un lato la
donazione, dall’altro la capacità di tutto il sistema regionale di applicare soluzioni nuove per
migliorare processi e competenze di tutte le professionalità coinvolte”.
Secondo il rapporto l’età media dei donatori in regione è stata nel 2013 di 61,3 anni (era 59,1
nel 2012, 58,4 nel 2011). L’avanzare dell’età media dei donatori è la causa a livello nazionale della
generale forte diminuzione di donazioni di cuore. Tuttavia l’Emilia-Romagna ha effettuato nel 2013
lo stesso numero di trapianti dell’anno precedente (20), pari a 4,6 per milione di abitanti, superiore
al dato nazionale di 3,7. I trapianti di rene sono stati 29,2 per milione di abitanti (25,3 la media
italiana), 26,5 di fegato (16,8 l’Italia), 2,3 di polmone (2,4).
Tra i progetti dedicati alla prevenzione, ha superato la soglia delle 15mila persone prese in carico in
nove anni (15.653) il progetto che combatte l’insufficienza renale progressiva (Pirp), mettendo in
collegamento, nella cura dei pazienti a rischio, i nefrologi e i medici di famiglia che attivano
strategie terapeutiche comuni per ritardare, e in qualche caso evitare, l’entrata in dialisi della
persona e quindi annullando la necessità di trapianto
Sanità Lazio: con i nuovi programmi operativi stop a tagli lineari
La Regione chiede sblocco turn over, punta a bilancio virtuoso e apre a nuovi investimenti
di ped- 16 aprile 2014 fonte ilVelino/AGV NEWSRomaos "Dopo anni di tagli lineari e di riduzione dell'offerta sanitaria, il Lazio volta pagina affermando un nuovo modello di sanita' che coniuga la razionalizzazione della spesa, con una nuova offerta di servizi sul territorio". Lo ha detto il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, illustrando in una conferenza stampa nella sede della giunta di via Crisotforo Colombo i Programmi operativi presentati al tavolo con il governo sul piano di rientro del deficit sanitario. “Dopo anni di tagli lineari e di riduzione dell’offerta sanitaria, il Lazio volta pagina affermando un nuovo modello di sanità che coniuga la razionalizzazione della spesa, con una nuova offerta di servizi sul territorio”. “In questa proposta di Programmi Operativi – si legge nel documento - non c’è solo un elenco di azioni, ma si concretizza una svolta fondata su tre scelte strategiche: 1. una vera riqualificazione della rete ospedaliera, per ridurre gli squilibri e l’inappropriatezza riaffermando il diritto alla salute dei cittadini. 2. la promozione di una nuova rete di cure sul territorio, per affermare un nuovo modello di integrazione sociosanitaria, riducendo i costi e innovando l’offerta di servizi. 3. la riaffermazione della certezza delle regole, della trasparenza, di processi efficaci e riconosciuti di valutazione e controlli, per governare la spesa con razionalità, tagliare gli sprechi e costruire un sistema sanitario regionale più forte, coeso e integrato”. Le scelte contenute nei programmi operativi possono essere riassunte in 10 fondamentali novità: UN BILANCIO VIRTUOSO. Nel 2013 migliorano i conti della sanità nonostante la riduzione del fondo sanitario: il deficit chiude a 610 milioni, nonostante il taglio di 109 milioni di euro. Quindi il saldo positivo a fine anno è di 112 milioni di nuovi risparmi e, senza il taglio del FSN, sarebbe possibile chiudere il 2013 a circa 500 milioni di disavanzo. SBLOCCO DEL TURNOVER DAL 10 AL 15 per cento verso il superamento totale. A fronte delle crescenti carenze di organico si avvia una gestione più efficiente del personale, e in attesa della riorganizzazione della rete, con l’obiettivo dello sblocco totale del turnover, le deroghe al blocco delle assunzioni aumentano dal 10 per cento al 15 per cento dei fuoriusciti nell’anno precedente. PAREGGIO A FINE 2015. Entro la fine del 2015 si punta a raggiungere il pareggio di bilancio dei conti della sanità, un risultato storico, grazie a tre interventi principali: il taglio agli sprechi nell’acquisto di beni e servizi, grazie alla Centrale Unica, pari a 278 milioni; il ricalcolo della popolazione censita dall’Istat che vale almeno 300 milioni; la razionalizzazione della spesa farmaceutica, per 61 milioni di euro. NUOVI INVESTIMENTI PER L’INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA. Anche in un quadro di razionalizzazione della spesa, la Regione promuove un investimento di 31 milioni di euro per il potenziamento della sanità territoriale e dell’integrazione sociosanitaria. È aperto il tavolo delle regole sulle RSA (Residenze Sanitarie per Anziani) con imprenditori e organizzazioni sindacali. RAZIONALIZZAZIONE DELLA SPESA SENZA TAGLIARE L’ASSISTENZA. La spesa ospedaliera oggi pesa per il 53 per cento sulla spesa totale della sanità del Lazio, contro una media nazionale, cui tendere, del 44 per cento. Per questo è indispensabile agire sulla riqualificazione della rete ospedaliera a partire dai criteri di appropriatezza e riforma organizzativa. L’intervento sul disavanzo delle Aziende ospedaliere non toccherà, quindi, l’assistenza sanitaria ma sarà fondato sulla razionalizzazione dei costi di gestione, sulla riduzione della degenza media e sull’adozione del modello di week-hospital. La razionalizzazione dell’offerta ospedaliera per acuti, con l’obiettivo di riallineare l’offerta di posti letto agli standard nazionali previsti dalla spending review, terrà conto dell’effettivo utilizzo dei posti letto senza tagli lineari e riguarderà principalmente l’area metropolitana di Roma. È previsto il potenziamento della rete della medicina d’urgenza e della terapia intensiva. ##ABOLITE LE MACROAREE, POTENZIATI LATINA E VITERBO. Le macroaree vengono abolite potenziando la sanità delle province Nord e Sud del Lazio. Il Santa Maria Goretti di Latina diverrà DEA di II Livello, mentre a Viterbo l’attuale Dea di I livello dell’Ospedale di Belcolle sarà ulteriormente potenziato. Entro il 2016 è prevista l’attivazione del nuovo Ospedale dei Castelli. CASE DELLA SALUTE E PRESA IN CARICO DEI PAZIENTI CRONICI. Al centro della riorganizzazione della rete sociosanitaria territoriale, si conferma l’impegno a completare il circuito della Case della Salute, a partire dalle strutture che hanno già avviato processi di trasformazione, e ad avviare il progetto di presa in carico dei pazienti cronici.
SEMPLIFICAZIONE DELLA GOVERNANCE E TAGLIO DELLE POLTRONE. I principali interventi di razionalizzazione della governance, che ridurranno i costi delle strutture apicali, riguarderanno:; la fusione tra ASL Rm A e ASL Rm E con la creazione di una nuova ASL; l’accorpamento tra IRCCS “SPALLANZANI” e IRCCS IRE - ISG con un’unica Direzione Generale, Sanitaria ed Amministrativa, mantenendo distinte le 3 Direzioni scientifiche; la chiusura dell’Agenzia trapianti con valorizzazione delle funzioni e attività del Centro Regionale Trapianti (con un risparmio atteso di 5 milio di euro). UN NUOVO SISTEMA DI REGOLE. La revisione complessiva delle regole di funzionamento del sistema, che interverrà su norme di gestione, criteri di remunerazione, controlli e trasparenza, punta alla definizione di un nuovo patto di diritti e doveri tra tutti gli attori del sistema sanitario regionale. Tra i principali interventi:; definizione di budget biennali; pagamenti a 90 giorni entro il 2014; potenziamento del sistema dei controlli; rafforzamento della trasparenza e dell’Open Data con un nuovo portale. UNA EFFICIENTE “HOLDING SANITARIA”. La riorganizzazione della governance della sanità regionale, con una chiara definizione dei ruoli e dei compiti, potenzia il ruolo di monitoraggio e verifica della Regione sulle azioni che le Aziende Sanitarie devono svolgere in qualità di “soggetti attuatori” a livello locale degli obiettivi della programmazione sanitaria regionale.
Sanità - Il presidente della regione Lazio ha illustrato il piano di rientro ai ministeri della salute e tesoro - Prevista anche l'abolizione delle macroaree e il pareggio di bilancio
Zingaretti: “Potenzieremo le strutture di Latina e
Viterbo”
Viterbo – Riceviamo e pubblichiamo – Un nuovo modello per la sanità del Lazio fondato sulla
razionalizzazione della spesa e su una nuova offerta di servizi sul territorio. In particolare,
l’azione della Regione si basa su tre scelte strategiche. La riqualificazione della rete
ospedaliera, per ridurre gli squilibri e l’inappropriatezza riaffermando il diritto alla salute dei
cittadini.
Una nuova rete di cure sul territorio, per affermare un nuovo modello di integrazione
sociosanitaria, riducendo i costi e innovando l’offerta di servizi.
Regole certe sulla trasparenza. Con processi efficaci e riconosciuti di valutazione e controlli.
In questo modo la Regione potrà governare la spesa con razionalità, tagliando gli sprechi e
costruendo un sistema sanitario regionale più forte, coeso e integrato.
Ecco dieci grandi novità del nuovo modello di sanità su cui la Regione sta lavorando per i
cittadini.
Un bilancio virtuoso. Nel 2013 conti della sanità migliorano nonostante la riduzione del fondo
sanitario: il deficit chiude a 610 milioni di euro, nonostante il taglio di 109 milioni di euro. A
fine anno il saldo è in positivo di 112 milioni di nuovi risparmi e, senza il taglio del Fondo
sanitario nazionale, sarebbe possibile chiudere il 2013 a circa 500 milioni.
Sblocco del turnover e aumento delle deroghe. L’obiettivo è superare del tutto il blocco delle
nuove assunzioni. Sarà possibile con una gestione più efficiente del personale e con la
riorganizzazione della rete. Nel frattempo, la Regione ha deciso di aumentare le deroghe al
blocco delle assunzioni dei fuoriusciti nell’anno precedente: passano dal 10% al 15%.
Pareggio di bilancio dei conti della sanità a fine 2015. La Regione conta di raggiungere questo
importante risultato in particolare grazie a tre interventi che comporteranno notevoli risparmi:
il taglio agli sprechi nell’acquisto di beni e servizi, grazie alla Centrale Unica, pari a 278
milioni di euro, il ricalcolo della popolazione censita dall’Istat, che porterà almeno 300 milioni
di euro, e la razionalizzazione della spesa farmaceutica, per 61 milioni di euro.
Nuovi investimenti per l’integrazione sociosanitaria, con il potenziamento della sanità
territoriale e dell’integrazione sociosanitaria. Sarà promosso un investimento di 31 milioni di
euro. Tra le altre cose è stato anche aperto il tavolo delle regole sulle Rsa (Residenze Sanitarie
per Anziani) con imprenditori e organizzazioni sindacali.
Razionalizzazione della spesa senza tagliare l’assistenza. La spesa ospedaliera oggi
rappresenta più della metà della spesa totale della sanità del Lazio, il 53% contro il 44% della
media nazionale. Per questo la Regione è al lavoro sulla riqualificazione della rete ospedaliera
a partire dai criteri di appropriatezza e riforma organizzativa, senza tagliare l’assistenza ma
razionalizzando i costi di gestione. Un esempio? La riduzione dei tempi medi delle degenze e
l’adozione del modello di week-hospital, con ricoveri, quando possibile, dal lunedì al venerdì.
Per quanto riguarda invece la razionalizzazione dell’offerta ospedaliera per acuti, per
riallineare l’offerta di posti letto agli standard nazionali si terrà conto dell’effettivo utilizzo dei
posti letto, senza tagli lineari. E poi verrà potenziata la rete della medicina d’urgenza e della
terapia intensiva.
Abolizione delle macroaree, con il potenziamento della sanità delle province Nord e Sud del
Lazio, Viterbo e Latina. Il Santa Maria Goretti di Latina diverrà Dea, (Dipartimento
d’emergenza e accettazione) di II Livello. L’Ospedale di Belcolle di Viterbo, attuale Dea di I
livello, sarà invece ulteriormente potenziato. Entro il 2016 sarà attivato anche il nuovo
Ospedale dei Castelli.
Case della salute e presa in carico dei pazienti cronici. Completando il circuito delle Case della
salute la Regione porterà avanti la riorganizzazione della rete sociosanitaria territoriale, a
cominciare dalle strutture che hanno già avviato processi di trasformazione. E poi sarà avviato
il progetto di presa in carico dei pazienti cronici”.
Semplificazione della governance e taglio delle poltrone. In questo modo la Regione riduce i
costi delle strutture apicali. Ecco i provvedimenti maggiori:
La fusione tra ASL Rm A e ASL Rm E, con la creazione di una nuova ASL, in modo da ridurre i
costi.
L’accorpamento tra Irccs “Spallanzani” e Irccs IRE – ISG, con un’unica Direzione generale
mantenendo però le tre diverse direzioni scientifiche.
La chiusura dell’Agenzia trapianti, valorizzando le funzioni e le attività del Centro regionale
trapianti. Questo comporterà un risparmio di 5 milioni di euro.
Un nuovo sistema di regole
sulle norme di gestione, i criteri di remunerazione, i controlli e la trasparenza. La Regione
punta a definire un nuovo patto di diritti e doveri tra tutti gli attori del sistema sanitario
regionale. Tra i principali interventi sono stabiliti dei budget biennali, la riduzione a 90 giorni
dei pagamenti entro il 2014, il potenziamento del sistema dei controlli e rafforzamento della
trasparenza, anche con un nuovo portale Open Data.
Una efficiente ‘holding sanitaria’. Con la riorganizzazione della governance della sanità
regionale, si intende il ruolo di monitoraggio e verifica della Regione sulle azioni delle aziende
sanitarie.
“Questo è il cambio di passo per procedere a una rivoluzione – è il commento del presidente,
Nicola Zingaretti, che ha aggiunto: in questi mesi siamo riusciti a costruire una bella squadra,
unita e molto affiatata. Siamo arrivati in una regione assediata da mille casi irrisolti nel settore
sanitario, ma oggi siamo sicuri che porteremo il Lazio fuori dal commissariamento e che la
nostra regione sarà in grado di camminare sulle sue gambe”.
Regione Lazio