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Stefano Ferrari- LIUC, Università Carlo Cattaneo - Riproduzione vietata Marketing Marketing Marketing Marketing mix: la gestione dei Marketing mix: la gestione dei prodotto e dei servizi prodotto e dei servizi

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MarketingMarketingMarketing

Marketing mix: la gestione dei Marketing mix: la gestione dei prodotto e dei serviziprodotto e dei servizi

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Indice

• Il prodotto e il modello di prodotto• Il servizio e il modello di servizio• Il ciclo di vita del prodotto• L’imballaggio

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Cos’è il prodotto

• I prodotti sono tra i principali oggetti delle transazioni economiche.

– Definizioni umanistiche– Definizioni di marketing

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Definizioni umanistiche (1/2)

• Il prodotto è il risultato della trasformazione di materiali in beni che hanno per l’uomo qualche valore (economico, estetico, simbolico).

• Il prodotto è ciò che si ottiene da attività tecnicamente ed economicamente definite (Devoto Oli).

• Produrre è un’ attività sociale: i prodotti sono la rappresentazione delle relazioni che gli uomini impostano con l’ambiente e con gli altri.

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Definizioni umanistiche (2/2)

• Il prodotto è il coronamento del processo produttivo e ne è il suo esito materializzato. Nel linguaggio comune nell’idea del prodotto è insita l’attivitàgeneratrice che combina lavori materiali riducendoli in qualcos’altro. Nell’area umana, dunque, prodotti sono tutti gli oggetti che in un modo o nell’altro sono trasformati da materiali in beni che hanno per l’uomo un qualche valore, appartenga esso alla sfera dell’economia, a quella simbolica o a quella delle arti. Produrre e creare oggetti significa anche identificare una delle più importanti attività sociali, inerente al modo di produzione. I prodotti sono infatti in se stessi la rappresentazione materiale delle relazioni che gli uomini impostano sia con l’ambiente che sia nei confronti di coloro che vengono considerati altri. Come somma di beni, infatti, i prodotti si insinuano, con le loro proprietà intrinseche o con quelle che loro vengono attribuite a livello di significato, nello scambio che a ogni livello e a ogni sfera avviene tra gli uomini (Enciclopedia Einaudi).

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Definizioni di marketing

• Prodotto è l’oggetto risultante dalla trasformazione di attività con eventuale impiego di materiali in un bene che può essere offerto sul mercato al fine di soddisfare desideri o bisogni (Giacomazzi, 2002).

• A product is something that can be offered to a market to satisfy a want or a need. Products that are marketed include physical goods, services, experiences, events, persons, places, properties, organizations, informations and ideas” (Philip Kotler).Questa è una visione ampia che include anche i servizi e incorpora il concetto di offerta commerciale. I servizi sono prodotti?

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Il modello di prodotto (1/2)

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Il modello di prodotto (2/2)

• Elementi caratterizzanti il prodotto:– Al centro sta il concetto di prodotto (l’idea

base o concept), non ancora dettagliato nelle sue peculiari caratteristiche, né definito sotto l’aspetto commerciale, progettuale e produttivo né differenziato rispetto alla concorrenza

– Elementi che riguardano l’esterno (mondo dell’utente).

– Elementi che riguardano l’interno (mondo della progettazione e della produzione).

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Il concetto di prodotto: le dimensioni base

• Il concetto di prodotto esprime:– Ciò che è– Ciò che fa– A chi è destinato– Ciò che significa per i clienti

• Es. Automobile sportiva compatta: piccola, leggera, ottima ripresa,agile tenuta di strada, design aggressivo, range di prezzo…

• Es. Macchina per imballaggio di pallet, a politene estensibile, senza rotazione del pallet, a media capacità e alta affidabilità, prezzo non superiore del 20% a quello dei concorrenti…

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Prodotto lato utente: caratteristiche distintive

• Le caratteristiche funzionali esprimono ciò che il prodotto dà e sa fare e quali problemi risolve per il cliente. Vengono comunicate in linguaggio utente.

• Il livello di qualità viene misurato con parametri tipici relativi alla particolare classe di prodotti considerata.

• La manutenibilità è intesa come agibilità del prodotto a subire manutenzione; soluzioni costruttive adeguate permettono un più agevole accesso agli organi dell’apparecchiatura (per esempio, macchina utensile) con conseguenteriduzione dei tempi di fermata e minori costi

• Il design ha particolare rilevanza per molti beni di consumo durevoli, maormai ne ha acquisita anche in molti beni industriali di investimento. Si integra con l’ergonomia.

• La marca è un altro elemento distintivo. Associa il prodotto al produttore, evocando i generali caratteri di qualità, affidabilità, etc.,..

• Il packaging è un elemento vitale di attrazione e di presentazione per molti beni di consumo. Deve proteggere nel trasporto e nello stoccaggio, ma deve essere leggero, facile da smaltire o da riciclare, adatto all’utilizzo del bene che contiene.

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Prodotto lato utente: i servizi connessi

• Si tratta di servizi connessi all’offerta, “periferici” rispetto al prodotto ma ad esso strettamente collegati perché fanno parte di una strategia di offerta. Sono spesso determinanti per il successo commerciale:– I termini di consegna in certe situazioni fanno preferire un

prodotto ad un altro; in altre circostanze è la puntualità di consegna.

– I termini di garanzia si riferiscono all’impegno del produttore a rispondere di difetti, malfunzionamenti o rendimenti inferiori astandard pattuiti.

– L’efficienza e il livello qualitativo del servizio assistenza tecnicasono elementi determinanti quando l’utente non padroneggia le necessarie conoscenze tecniche.

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Esempio: livello di affidabilità per i macchinari

• Si definiscono:– MTBF: mean time between failure– MTFF: mean time to first failure– Tempo di indisponibilità della macchina inteso come percentuale

del tempo totale di esercizio teorico

• Questi parametri sono misurabili e comprensibili dall’utente• Il produttore adotterà parametri “interni” per il controllo della

produzione, legati alle fasi del ciclo produttivo ed ai componenti dell’apparecchiatura.

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Il prodotto lato produttore (1/2)

• Le caratteristiche operative sono la traduzione tecnologico-progettuale delle caratteristiche funzionali. La medesima funzionalità può realizzarsi con soluzioni progettuali diverse, legate a scelte di livello qualitativo, di costi di produzione, di filosofia aziendale.

• L’ingegnerizzazione ha lo scopo di rendere il progetto più adatto a essere fabbricato con la tecnologia produttiva prescelta.

• La standardizzazione può essere interna o esterna– Interna: tende a ridurre la varietà dei componenti richiesti per un certo

prodotto o estendere l’impiego dei medesimi elementi su una gamma di prodotti

– Esterna: l’impresa cerca di armonizzare le caratteristiche tecniche con standard di mercato, per migliorarne la presa sul mercato amplificando i possibili utilizzi

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Il prodotto lato produttore (2/2)

• Costi: rapporto sistema produttivo-mercato, caratterizzato dalla varietà.• Spesso l’aumento di varietà è più che proporzionale all’aumento di volume di

produzione• E’ necessario fronteggiare l’aumento dei costi della complessità

– Specializzazione flessibile– Progettazione di prodotto in ottica di :

• Standardizzazione• Modularizzazione: progettare in modo da disporre di sottounità

assiemabili in diverse combinazioni, per ottenere una varietà elevata senza aumentare a dismisura il numero delle componenti

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I 5 livelli di un prodotto (1/3)

Vantaggioessenziale

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I 5 livelli di un prodotto (2/3)

• Nel definire il suo prodotto, il produttore deve tenere in considerazione cinque diversi livelli. Ogni livello aggiunge valore per il cliente e i cinque livelli costituiscono una gerarchia nella definizione delcustomer value.

• Il livello più fondamentale è il “vantaggio essenziale”, che si esprime nel servizio fondamentale o beneficio che il cliente ricerca. Ad esempio, chi compra un trapano, sta acquistando il servizio “fare dei buchi”.

• Al secondo livello, il produttore deve esplicare il “core benefit” in un “prodotto generico” tramite delle specifiche tecniche.

• Al terzo livello vi è il “prodotto atteso”, dato anche da un insieme di attributi che il mercato normalmente si aspetta quando acquista questo tipo di prodotto.

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I 5 livelli di un prodotto (3/3)

• Al quarto livello, il produttore predispone un “prodotto auspicato”che superi le aspettative del cliente.

• Es. Babycenter.com: questo sito non si limita a vendere prodotti per l’infanzia, ma fornisce consigli utili e informazioni ai genitori per prendersi cura della salute dei propri figli.

• Al quinto livello si colloca il “prodotto potenziale”, che comprende tutte le possibili aggiunte che potrebbero destare e stimolare l’attenzione del cliente.

• In questo ambito le aziende cercano nuovi modi per distinguere la loro offerta. Es: Virgin Atlantic sta pensando di fornire i propri aerei di 600 posti di un centro commerciale.

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La gerarchia di un prodotto (1/3)

• La gerarchia di un prodotto parte dal bisogno di base che deve essere soddisfatto fino agli specifici items che soddisfano tale bisogno. Si possono individuare sei livelli di gerarchia di un prodotto:

• Need family: Il bisogno di base che giustifica l’esistenza di una famiglia di prodotti. Es.: nelle assicurazioni, la sicurezza.

• Product family: tutte le classi di prodotti che possono soddisfare un bisogno con ragionevole efficacia. Es. reddito e risparmi.

• Product class: un gruppo di prodotti all’interno di una product family avente una certa coerenza funzionale. Es. Strumenti finanziari.

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La gerarchia di un prodotto (2/3)

• Product line: Un gruppo di prodotti all’interno di una classe di prodotti che sono strettamente collegati perché svolgono una funzione simile, sono venduti allo stesso gruppo di clienti, sono distribuiti attraverso gli stessi canali, o hanno lo stesso range di prezzo.Es: assicurazione sulla vita.

• Product type: un gruppo di articoli all’interno di una linea di prodotto che condivide una o più possibile forme del prodotto.

• Items: Una unità distinguibile per formato, prezzo, design o alcuni altri attributi.

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La gerarchia di un prodotto (3/3)

• Sono possibili altre due definizioni in riferimento alla gerarchia dei prodotti:– Product system: gruppo di items diversi, ma

correlati, che sono tra loro complementari e compatibili.

– Product mix: è l’insieme di tutti i prodotti che un produttore decide di offrire al mercato.

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La classificazione dei prodotti (1/2)

• DURATA E TANGIBILITÀ– Beni durevoli (abiti, frigoriferi, automobili, etc.,)– Beni non durevoli (cibo, sapone, etc.,)– Servizi (riparazioni)

• BENI DI CONSUMO– Beni di convenienza (acquistati di frequente con il minimo sforzo.

Es.: sigarette, giornali, etc.,)• ad acquisto corrente (acquistati su una base regolare)• ad acquisto d’impulso (acquistati senza alcuna programmazione)• d’emergenza (acquistati per soddisfare un bisogno urgente)

– Beni ad acquisto ponderato ( beni per i quali l’acquirente effettua dei confronti sulla base della qualità, prezzo e stile)

– Beni speciali (hanno caratteristiche uniche per le quali l’acquirente èdisposto a sostenere un particolare sforzo di acquisto)

– Beni non previsti (beni che l’acquirente non pensa normalmente di acquistare)

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La classificazione dei prodotti (2/2)

• BENI INDUSTRIALI– Materiali e Parti (entrano completamente nel prodotto)

• Materiali grezzi• Parti e materiali lavorati

– Beni capitali (entrano parzialmente nel prodotto)Sono beni di lunga durata che facilitano lo sviluppo e l’utilizzo del prodotto finito

• Le installazioni• Le attrezzature accessorie

– Approvvigionamento e Servizi (non entrano nel prodotto).Sono beni di breve durata e servizi che facilitano lo sviluppo el’utilizzo del prodotto finito.

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I servizi (1/3)

• Kotler propone una definizione troppo ampia che non tiene conto di una vera distinzione tra prodotto e servizio, anche se, recentemente, l’offerta si è arricchita di prodotti e servizi bundled.

• I servizi non possono essere ricondotti a oggetti; essi costituiscono piuttosto, in un operare di persone e di oggetti; quindi non hanno néuna forma né una struttura stabile, né possono essere posseduti o immagazzinati (Martini e Vairetti).

• Già Fisher nel 1919 distingueva tra beni, che sono oggetti, e servizi che sono l’utilità da essi prodotta: la macchina utensile è un bene, e l’utilità che se ne trae con l’uso è un servizio.

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I servizi (2/3)

• Il servizio consiste in un operare di mezzi e persone.• Non ha forma né struttura.• Non può essere né posseduto, né immagazzinato, ma erogato.

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I servizi (3/3)

• I servizi sono caratterizzati da:– Intangibilità– Non immagazzinabilità– Implicano una simultaneità e contestualità tra

produzione e consumo– Labour intensive– Variabilità– Fidelizzazione del cliente più difficile

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Erogatori e fruitori (1/3)

• Esistono diverse tipologie di erogatori e fruitori.• Il caso più semplice è l’erogazione di un servizio da parte di un bene

ad una persona.• Tra bene, servizio e persona che ne fruisce esiste una relazione, dove

l’oggetto (B) ha una sua definizione e forma; di esso si prefigura il servizio S che potrà fornire alla persona P, e l’oggetto diventa un bene se esiste una persona P che ne può disporre e al quale può dare utilità.

B PS

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Erogatori e fruitori (2/3)

• Ci sono diverse categorie per i servizi, che coinvolgono, sia come erogatori che fruitori, le persone, le organizzazioni e i beni.

• Ne scaturiscono diverse tipologie di servizi esaminate dall’ottica delle entità interagenti. Ciascuna delle tipologie a cui corrisponde un incrocio ha caratteristiche proprie. Anche i relativi programmi di marketing sono diversi.

Fruitore del servizio (cliente)

B2BOrganizzazioniPersone

Beni

OrganizzazioniPersoneBeniErogatore del servizio (fornitore)

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Erogatori e fruitori (3/3)

• Oltre ai servizi svolti dai beni alla persona, esistono anche servizi di beni ai beni. Per esempio un canale irriguo fertilizza la terra, un robot alimenta una macchina utensile.

• La erogazione di servizi nel settore industriale mette in campo per lo più le organizzazioni. Esse sono caratterizzate da un patrimonio diconoscenze e da un codice organizzativo che fissa significati e regole di combinazioni tra le risorse.

• Servizio è una attività o una serie di attività di natura più o meno intangibile che di solito, ma non sempre, si manifesta con interazioni tra il cliente e il personale erogatore e/o risorse fisiche o beni e/o sistemi dell’ente erogatore, allo scopo di dare soluzioni ai problemi del cliente (Giacomazzi, 2002).

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Beni e servizi

• In un servizio sono di norma coinvolti beni e persone nell’ambito di regole organizzative e di composizione che ne stabiliscono le proporzioni, le funzioni, i modi e i tempi di impiego (Giacomazzi, 2002).

• Beni e servizi sono due entità del tutto diverse, perché i primi sono oggetti individuali, definiti e dominati, dotati di una forma stabile e quindi misurabile in ogni istante. I secondi sono azioni e retroazioni di beni sul soggetto, del soggetto sui beni e dei beni su altri beni (Martini e Vairetti,”Terziario avanzato”).

• Con l’uso i beni modificano la loro capacità di servire, le cause sono principalmente di tre tipi: logorio, superamento tecnologico, caduta di funzione d’uso.

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Il modello di servizio

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Il concetto di servizio, dimensioni di base

• Il concetto di servizio esprime:– Ciò che fa– A chi è destinato– Ciò che significa per i clienti

• Es. outsourcing logistico di magazzino pezzi di ricambio• Es. esternalizzazione del caricamento fatture contabilità

fornitori• Es. assistenza tecnica rete LAN con assistenza remota e

intervento in loco entro due ore

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I fattori caratterizzanti un servizio (1/3)

• Qualità: è un tema ancora aperto, stante la difficoltà di parametrizzare il livello di qualità di un servizio. Spesso infatti esistono dei gap tra la percezione del management sul livello di servizio atteso dal cliente e la percezione da parte del cliente della qualità ricevuta. Per elevare il valore percepito dal cliente, essere il migliore non è sufficiente, èanche importante essere visto e percepito come il migliore.E’ fondamentale conoscere i criteri con i quali il cliente misura il valore dei servizi offerti e avere capacitàdi interpretarli e trasmetterli correttamente.

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I fattori caratterizzanti un servizio (2/3)

• Per la qualità esiste il modello dei gap: numerosi passaggi con inevitabili cadute di rendimento tra la percezione del fornitore sulla qualità attesa e la percezione del cliente sulla qualità ricevuta.

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I fattori caratterizzanti un servizio (3/3)

• Modo di erogazione. servizi con pari funzionalità possono essere proposti ed erogati con modalità diverse, dipendenti dalla filosofia che ispira l’erogatore del servizio.

• Velocità di erogazione. Condiziona la durata dell’intervento, legata ovviamente all’entità dell’incarico, ma anche alle disponibilità di professionisti adeguati, al metodo seguito, alla situazione del cliente, alla sua ricettività, alle capacità organizzative dell’erogatore.

• Assicurazione sui risultati. Sta assumendo sempre un maggior rilievo. Si tende infatti a passare da una logica di erogazione a una logica di risultato– Esempio: consulenza aziendale, consulenza finanziaria– In alcuni casi inapplicabile: cure mediche

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Fasi dell’erogazione di un servizio

Esplicitazione del problema e sua formulazione: è un processo dialogico che mette in campo la capacità interpretativa del

fornitore su aspetti che talvolta lo stesso cliente ignora o percepisce inmaniera sfocata. (PROBLEM SETTING)

Erogazione del servizio:

è necessario esprimere professionalità ed erogareil servizio in un codice comprensibile al Cliente (=che faccia presa).

(PROBLEM SOLVING)

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Problematiche nei servizi legati alle caratteristiche peculiari (1/2)

Caratteristica Effetti

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Problematiche nei servizi legati alle caratteristiche peculiari (2/2)

Caratteristica Effetti

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Il prodotto allargato: l’orientamento al prodotto più servizio

• Molte imprese offrono prodotti e servizi combinati in un’unica offerta. In questo senso non si parla più solo di prodotto o servizio separatamente, ma di prodotto combinato o di “bundle di offerta”.Esempio: “Noleggio full service” di macchinari: il fornitore di un bene strumentale lo noleggia, con canoni comprensivi di manutenzione,prodotti di consumo, addestramento ecc.

• Spesso i maggiori profitti provengono dalla vendita del servizio piùche del prodotto:Esempio:Vendita automobile + finanziamento + assicurazione RCA

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Esempio: da fornitura di vernici a servizio di verniciatura ed aspetti connessi

Il prodotto allargato, esempi (1/2)

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Esempio: da fornitura di lubrificanti a programma di lubrificazione

Il prodotto allargato, esempi (2/2)

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Sintesi delle differenze tra prodotti e servizi

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Il ciclo di vita del prodotto (1/4)

• Il concetto del ciclo di vita del prodotto (CVP) è uno dei concetti fondamentali del marketing.

• Il concetto di CVP si basa sull’assunzione che i prodotti attraversino un ciclo di nascita, vita e morte come un qualsiasi organismo vivente.

• Asserire che un prodotto ha un ciclo di vita significa anche che:– Il prodotto ha una vita limitata.– Le vendite attraversano stadi distinti, ognuno dei quali presenta

sfide, opportunità e problemi per il venditore.– I profitti aumentano e diminuiscono a differenti stadi del ciclo di

vita del prodotto.– I prodotti richiedono differenti strategie di marketing, finanziarie,

di produzione per ogni stadio del ciclo di vita.

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Il ciclo di vita del prodotto (2/4)

Il ciclo di vita del prodotto definisce i livelli delle vendite per un certo prodotto nel tempo. Nella sua forma più classica, il ciclo è suddiviso in quattro fasi e presenta una concavità verso il basso:

IntroduzioneCrescitaMaturitàDeclino

• Il ciclo di vita crea l’illusione che tutti i prodotti immessi sul mercato percorrano le quattro fasi. In realtà, una buona percentuale di essi “non sfonda”. In tali casi, dopo l’introduzione si ha un flop.

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Il ciclo di vita del prodotto (3/4)

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Il ciclo di vita del prodotto (4/4)

La maggior parte dei prodotti, dopo l’introduzione sul mercato, manifesta un tasso di crescita delle vendite, che si va fino ad azzerare quando:- Il bisogno cessa- Il prodotto è obsoleto- Le preferenze degli utenti si rivolgono altrove- Si sono verificati dei progressi tecnologici

Il ciclo di vita del prodotto ha una incidenza notevole sulla definizione delle strategie di marketing, in quanto ad ogni stadio del ciclo di vita corrisponde una strategia di marketing.

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Introduzione (1/3)

Il prodotto non è ancora conosciuto. Le vendite salgono lentamente. La velocitàdel processo di diffusione dipende da diversi fattori:

Maggiore o minore complessità del prodotto e capacità di comprensione da parte dell’utente;Livello di novità;Problemi tecnici riscontrati nello sviluppo del prodotto;Rispondenza ai bisogni sentiti;Presenza di prodotti fungibili;Difficoltà nel realizzare i canali distributivi;Entità dello sforzo di marketing.

Nella prima fase di introduzione si sostengono costi alti, e si fronteggiano alti rischi.

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Introduzione (2/3)

Problema della determinazione del prezzo:Alto? Per ammortizzare rapidamente l’investimento (skimming strategy).Basso? Nel tentativo di scoraggiare potenziali concorrenti e invogliare potenziali clienti (penetration pricing).

• Durante la fase di introduzione, le vendite partono dal livello zero e crescono lentamente. I profitti in questa fase sono generalmente negativi a causa dei costi di introduzione non immediatamente compensati dalle vendite.

• L’azione di marketing è, in questa fase, volta a far provare e a convincere.

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Introduzione (3/3)

• La promozione cerca di attirare l’interesse del consumatore e sviluppare una domanda iniziale, poiché non ci sono competitori con cui dividere il mercato ed è presente una sola marca. Le promozioni di vendita sono di frequente utilizzate per spingere i consumatori a provare il prodotto.

• Durante questa fase grande enfasi è data alla realizzazione dei canali di distribuzione e a stabilire un contatto con il consumatore.

• Le aziende che decidono di lanciare un nuovo prodotto ed entrare in un nuovo mercato devono decidere quando entrare. Essere i primi ad entrare nel mercato può essere estremamente profittevole, ma nelcontempo è rischioso e costoso.

• Entrare come follower può portare il vantaggio di una tecnologia piùrecente e rischi ridotti, ma anche profitti inferiori.

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Crescita (1/4)

• La fase di crescita è caratterizzata da una ripida crescita delle vendite.• Se il prodotto ha successo, manifesta una crescita più rapida, fino al momento in

cui il mercato comincia a saturarsi (fatto indicato da una riduzione della pendenza della curva vendite/tempo).

• Tanto più il prodotto ha successo, tanto maggiore è la probabilità dell’ingresso di concorrenti. Il produttore deve iniziare a modificare la sua strategia di marketing per anticipare le mosse dei concorrenti.

• Alcuni concorrenti inizieranno a praticare prezzi più bassi, avvalendosi dell’effetto esperienza, o di scala, del progresso tecnologico, o accontentandosi di profitti unitari più bassi pur di intensificare le vendite. Aumentano anche i canalidistributivi.

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Crescita (2/4)

• Il follower generalmente fa il suo ingresso nel mercato segmentando, facendo leva sui punti di debolezza del prodotto generico dell’innovatore e il suo posizionamento.

• Questo determina un dilemma per l’innovatore che potrebbe essere riluttante ad abbandonare l’intero mercato e focalizzarsi su uno specifico segmento. Questa generalmente è la strategia migliore.

• Durante la fase di crescita, la differenziazione del prodotto e l’adattamento del prodotto ai bisogni di uno specifico segmento dimercato sono essenziali per supportare l’ingresso nel nuovo mercato e difendere il proprio posizionamento da parte di un nuovo entrante.

• Si avverte una battaglia di prezzo, ma la differenziazione del prodotto e la crescita del mercato sono in grado di smorzarla.

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Crescita (3/4)

• Durante la fase di crescita, la promozione si concentra sulla creazione di una domanda selettiva. La promozione tende a sottolineare le differenze tra i prodotti con un maggior focus su specifici segmenti.

• Le spese promozionali sono generalmente più elevate in termini assoluti, ma minori percentualmente rispetto alle vendite.

• In sintesi, l’azienda si avvale di diverse strategie per sostenere la rapida crescita del mercato:– Ingresso in nuovi segmenti di mercato– Aumento dei canali distributivi– Leggero abbassamento del prezzo per attirare i consumatori più riluttanti– Miglioramento della qualità del prodotto e aggiunta di nuove caratteristiche

(esempi)

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Crescita (4/4)

Esempi• Starbucks Coffee Company: è sicuramente una delle marche più

diffuse. Ciò le consente di avvalersi di un premio di prezzo che i consumatori sono disposti a pagare. Starbucks infatti offre una serie di servizi complementari (ad esempio,caffè offerto in accoglienti “coffee house”) che le conferiscono un vantaggio sui competitori.

• Yahoo!: questo sito era nato inizialmente come motore di ricerca. L’aggiunta successiva di sempre nuovi servizi ne ha accresciuto notevolmente la popolarità.

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Maturità (1/3)

• Con la saturazione del mercato ha inizio lo stadio di maturità.• La fase di maturità è dominata da una competizione consolidata e dal desiderio di

sopravvivere nel mercato da parte delle imprese già presenti. • Per accrescere la quota di mercato e fare leva su possibili economie di scala che

sorgono con l’aumentare del volume, i produttori introducono diverse varietà del prodotto, ognuna diretta a un differente segmento di mercato (miglioramento della qualità, aggiunta di nuove caratteristiche, miglioramenti dello stile, etc..)

• Le aziende aumentano il budget per la R & S per sviluppare miglioramenti del prodotto.

• La pressione dell’abbassamento dei prezzi può essere notevole con conseguenti guerre di prezzo.

• Le spese di pubblicità e promozione rimangono sempre elevate, ma iniziano a diminuire in relazione alle vendite.

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Maturità (2/3)

• Aumenta anche la competizione nei canali di distribuzione, dal momento che le aziende presenti cercano di mantenere una presenza intensa e aumentare la loro presenza nei punti chiavi di sbocco in un mercato non più in crescita.

• La fase di maturità è generalmente dominata da poche grandi aziende.Lo stadio di maturità generalmente dura fino a quando:

Compaiono prodotti sostitutiviAvvengono mutamenti nelle abitudini e nei bisogni del consumatoreSi verificano mutamenti tecnologici che rendono obsoleto il prodotto

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Maturità (3/3)

• A causa della pressante competizione di Pepsi Cola,Coca Cola nel 1985 decise di introdurre una nuova bibita con unanuova formula (New Coke).

• Il lancio di questo nuovo prodotto si rivelò tuttavia fallimentare, in seguito alle proteste dei consumatori che richiedevano il vecchio prodotto con la classica formula.

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Declino (1/2)

• Quando il tasso di incremento delle vendite è negativo, ha inizio lo stadio di declino. Il volume delle vendite inizia a diminuire e i competitori iniziano a uscire dal mercato.

• I clienti ancora fedeli devono essere identificati, in modo che lo sforzo di marketing si possa concentrare su di essi.

• I prezzi vengono mantenuti stabili o generalmente ridotti• I costi di marketing devono essere tagliati in modo da mantenere dei

margini nonostante stia diminuendo il volume delle vendite e il prezzo.• La promozione e la pubblicità vengono ridotte. Una pubblicità a bassa

frequenza può essere utilizzata per mantenere la fedeltà dei clienti e i canali di distribuzione consci del prodotto.

• Alla generale depressione dei prezzi e dei profitti si accompagna talvolta un processo di concentrazione all’interno del settore, perchéalcuni concorrenti più deboli escono.

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Declino (2/2)

• Questa strategia viene mantenuta finché il prodotto cessa di essere profittevole e si avvicina alla sua eliminazione dal mercato o ad un rilancio.

• Le possibilità di gestione di questo stadio sono diverse:– O si elimina il prodotto (problema delle barriere all’uscita)– O lo si rivitalizza:

• Aumentando la frequenza di acquisto da parte dei clienti attuali• Aumentando la copertura del mercato• Migliorando le funzionalità del prodotto• Migliorando la qualità del prodotto• Scoprendo nuovi impieghi

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La rivitalizzazione (1/3)

• La curva del ciclo di vita assume, in caso di rivitalizzazione, la seguente forma:

tempo

Valo

re v

e nd i

t e

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La rivitalizzazione (2/3)

Il prodotto può essere rivitalizzatoaumentando il “valore” del prodotto per il cliente attraverso una crescente aggiunta di servizio.

Si definisce così il prodotto allargato. La competizione si basa anche sui servizi aggiuntivi che l’impresa è in grado di offrire.

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• Nel caso di scoperta di nuovi impieghi, la curva del ciclo di vita assume la seguente forma.

V al o

r e v

e nd i

t e

tempo

La rivitalizzazione (3/3)

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La rivitalizzazione: nuovi impieghi

Esempio: STRATEGIA DU PONT

“RICERCA SISTEMATICA DI NUOVE APPLICAZIONI DEL MATERIALE DI BASE”

APPLICAZIONI NEL SETTORE MILITARE

PRODUZIONE DI MAGLIERIA

PRODUZIONE DI TAPPETTI, PNEUMATICI …….

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Il processo di adozione del prodotto (1/2)

• Il processo di adozione di un nuovo prodotto viene spesso anche indicato con il termine di processo di diffusione.

• Il processo di adozione descrive i cambiamenti nel comportamentodell’acquirente lungo il corso del ciclo di vita del prodotto.

• Per il produttore, l’adozione di un nuovo prodotto fa riferimento al processo attraverso il quale i consumatori apprendono del nuovo prodotto e giungono a farne uso.

• L’adozione di un nuovo prodotto si svolge lungo il ciclo di vita del prodotto a differenti tassi di crescita.– Inizialmente solo le persone più innovative fanno uso del prodotto.– Il tasso di adozione cresce perché anche persone meno innovative

adottano il nuovo prodotto.– Una volta raggiunta la saturazione, il tasso di adozione inizia a

diminuire.

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Il processo di adozione del prodotto (2/2)

• La curva che descrive il processo di adozione del nuovo prodotto non è quella del ciclo di vita, ma è strettamente correlata ad essa.

• Il modo in cui i potenziali clienti percepiscono un nuovo prodotto influenza la velocità con cui verrà adottato:– Vantaggio relativo: maggiore è il vantaggio percepito del nuovo prodotto

rispetto al prodotto che va a sostituire, più rapida sarà la sua adozione.– Compatibilità: maggiore è la coerenza del nuovo prodotto con i valori e i

bisogni dei potenziali utilizzatori, maggiore sarà l’adozione.– Complessità: la velocità di adozione è inversamente correlata con la

complessità del prodotto.– Facilità d’uso: è positivamente correlata con il tasso di adozione.– Osservabilità: quando i risultati derivanti dall’adozione di un nuovo prodotto

sono visibili anche per coloro che ancora non ne fanno uso (non adopters), l’innovazione si diffonderà più rapidamente.

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Le categorie di utilizzatori

• Rogers divide gli utilizzatori in cinque categorie a seconda della loro capacità di percepire l’innovazione:– Precursori– Innovatori– Maggioranza innovatrice– Maggioranza che segue– Conservatori– Irriducibili

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Le forze influenzanti il ciclo di vita

• L’andamento delle vendite di un prodotto nel tempo è influenzato, oltre che dalle strategie e dalla combinazione delle leve del marketing mix adottate dall’impresa, dai seguenti fattori:– Rapporto costi/benefici come percepiti dall’utente.– Evoluzione tecnologica.– Esistenza, emergere di prodotti sostitutivi.– Tasso di sviluppo del mercato globale.– Contesto economico in termini di propensione alla spesa dei

clienti.– Strategie della concorrenza.

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Adozione e competizione (1/3)

• Due fattori in particolare determinano l’andamento del ciclo di vita del prodotto:– Il processo di adozione del nuovo prodotto– I cambiamenti nell’ambiente competitivo o nella struttura di

mercato.• Le variazioni nelle fasi del ciclo di vita del prodotto si possono

spiegare attraverso l’effetto e le sinergie di queste due forze.• Il ciclo di vita del prodotto non rappresenta un cammino fisso ed

inevitabile, ma è dunque anche determinato dalle reazioni dei consumatori e dei competitori.

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Adozione e competizione (2/3)

• Introduzione: un nuovo prodotto è solitamente introdotto da una sola azienda che gode di un monopolio temporaneo. Poiché il prodotto è ancora pressochésconosciuto dai potenziali consumatori che sono riluttanti ad accettare il rischio di un nuovo prodotto, l’adozione iniziale del nuovo prodotto è limitata ad un gruppo ristretto di consumatori innovatori.

• Crescita: a mano a mano che l’azienda promuove il suo nuovo prodotto, questo inizia ad attrarre un gruppo sempre più ampio di consumatori e allo stesso tempo il successo del prodotto attrae nuovi entranti (competitori).Lo stadio di crescita vede un aumento della competizione, dello sforzo promozionale e del numero di consumatori attraverso anche il passaparola.

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Adozione e competizione (3/3)

• Maturità: durante la fase di maturità, le vendite dipendono prevalentemente dagli acquisti di consumatori fedeli piuttosto che nuovi. La competizione diventa più intensa a causa dell’alto numero di competitori presenti.I competitori più piccoli con strutture di costo sfavorevoli escono dal mercato che diventa più concentrato.

• Declino: nella fase di declino generalmente il consumatore inizia ad abbandonare il prodotto a favore di uno nuovo. Il mercato va verso una struttura oligopolistica.

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Vendite In declinoMassimeBasse Crescentirapidamente

Costi BassiBassiAlti Medi

Profitto In declinoAltoNegativo Crescente

Consumatore RitardatarioMaggioranzaconservatriceInnovatore Maggioranza

innovatrice

Prodotto Eliminaremodelli

Diverse mar-che e modelli

Offrire prodotto base

Estensioniprodotto

Prezzo TagliatoMigliore dellaconcorreenzaCost-plus Penetraz.

mercato

Distribuzione SelettivaSempre piùintensivaSelettiva Intensiva

Pubblicità Minoreuso

Sulle differen-ze di marca

Diffusioneconoscenza

Diffusionemkt di massa

Concorrenza IndiminuzioneStabilePoca Crescente

Obiettivimarketing

Ridurrele spese

Massimizz.profitto

Conoscenzaprodotto

Massimizz.quota mkt

Introduzione Crescita Maturità DeclinoStadi del ciclodi vita

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Alcune considerazioni (1/3)

• Il concetto del ciclo di vita ci ricorda:– Quali sono le forze che agiscono su un mercato.– Che il prodotto ha vita limitata, da cui consegue la

necessità dell’innovazione (investimenti in R & D).– L’esigenza di mantenere l’equilibrio di portafoglio, a cui è

collegato l’equilibrio dei cash flow.– Che ai diversi stadi corrispondono non solo diverse

strategie di marketing, ma anche di produzione, di finanza, ecc.

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Alcune considerazioni (2/3)

• Il ciclo di vita non è una legge avente il tempo come variabile indipendente, ma è la risultante di diverse forze, decisioni, azioni, per la contesa dei mercati oltre a circostanze esterne; e riflette anche il cambiamento di atteggiamento dei mercati (cioè della domanda) verso il prodotto che si considera.

• Tale strumento viene utilizzato come principio guida per la definizione delle strategie di marketing e non come sistema previsionale delle vendite di un prodotto nel corso della sua vita utile.

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Alcune considerazioni (3/3)

• Nella sua astrazione, il ciclo di vita del prodotto viene rappresentato con una linea continua. La realtà però non è sempre così.

• Infatti l’andamento risente di irregolarità dovute a fattori non controllabili dall’impresa. Il suo andamento è governabile solo in parte, in quanto sono molte le variabili esterne che impattano sul suo andamento.

• Durante la vita non è facile capire i momenti di transizione da una fase ad un’altra.

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Vari livelli di aggregazione (1/3)

• Il modello del ciclo di vita ha una applicabilità che si estende anche ad altri livelli di aggregazione e ad altre entità.

DOMANDA(BISOGNO)

TECNOLOGIA

PRODOT TO

FAMIGLIA DIPRODOTTI

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Vari livelli di aggregazione (2/3)

• Il concetto del ciclo di vita può essere esteso ad una singola entità (prodotto, tecnologia, marca), ad una gamma di prodotti, ad una categoria, ad una

particolare settore industriale, ad un bisogno primario.ENTITA’

PRODOTTO/SERVIZIO ESEMPI BRANDSingolo Notebook

Toshiba Portegé 7020

Toshiba Portegé

Gamma di prodotti/servizi Famiglia dei Notebook Compaq Entry Level

Compaq

Categorie di Prodotti/Servizi I Notebook Settore industriale1 Produzione

di PC

Bisogno Primario Calcolo/Elaborazione

Mag

gior

ag

greg

azio

ne

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Vari livelli di aggregazione (3/3)

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L’accorciamento del ciclo di vita (1/3)

• A causa della aumentata competizione, la durata del ciclo di vita si èandata progressivamente riducendo.Tra le cause si annoverano:– L’innovazione tecnologica– La necessità di introdurre delle novità per attrarre l’interesse del

consumatore. Il nuovo fa premio. Alla novità sono associate funzionalità nuove, aspetto più accattivante, performance migliori, miglior rapporto prezzo/prestazioni e questo fa muovere il mercato.

• L’accorciamento del ciclo di vita viene impiegato sistematicamentecome arma competitiva

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L’accorciamento del ciclo di vita (2/3)

Una particolare accelerazione ha subito il settore della Communicationand Information Technology, il cui ritmo frenetico rende obsoleti molti prodotti in breve volgere di tempo, e dà ulteriore slancio alla cosiddetta “economia della velocità”.

• Es. Ceo di HP. Ora, durata del ciclo di vita=6/12 mesi. 5 anni fa durata del ciclo di vita=3/5 anni. Di conseguenza è necessario investire continuamente in tecnologie di frontiera.

• Es. 3M. Misura il proprio grado di innovazione dal fatturato derivante da prodotti nuovi. Obiettivo di anni fa: 25% del fatturato proveniente da prodotti di età <=5anni. Ora: 30% del fatturato viene da prodotti di età <=4anni. Nel prossimo futuro: 10% età<= 1 anno.

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L’accorciamento del ciclo di vita (3/3)

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Imballaggio e etichettatura

• L’imballaggio e l’etichettatura sono degli ulteriori elementi nella strategia del prodotto.

PROTEZIONEIL PRODOTTO DEVE

RAGGIUNGERE IL CLIENTE FINALE

NELLA FORMA DESIDERATA

COMUNICAZIONE FACILITAZIONE DELL’USO

Le funzioni dell’imballaggio

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L‘imballaggio

• L’imballaggio può contenere fino a tre diversi livelli di materiale. Si parla in tal caso di imballaggio primario, secondario e terziario.

• L’imballaggio sta sempre più assumendo valore come strumento di marketing.

• Come prima cosa, è necessario stabilire cosa l’imballaggio deve essere o fare per lo specifico prodotto. Sono importanti anche le decisioni riguardanti elementi addizionali come dimensione, forma, materiali, colori, testo.

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Il packaging primario: le esigenze del consumatore

• Facilità di trasporto dal punto di vendita all’abitazione

• Comodità di stoccaggio domestico

• Possibilità di utilizzo

• Istruzioni, consigli, pericolosità e cautele per l’uso

• Risposta alle problematiche ambientali

• Eventuali indicazioni nutrizionali

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Il packaging primario: le esigenze della produzione

• Comunicare la differenziazione del prodotto

• Attrarre l’attenzione del cliente

• Stimolare il desiderio di acquisto

• Sviluppare una reazione emotiva

• Far emergere una preferenza

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Il packaging primario: le esigenze della distribuzione

• Agevolare il riassortimento dello scaffale.

• Utilizzo ottimale della superficie espositiva.

• Facile leggibilità del codice a barre per rendere più veloci le operazioni alle casse.

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L’etichettatura

• I venditori devono necessariamente etichettare i prodotti. L’etichetta può essere un semplice cartellino applicato al prodotto o un disegno grafico più elaborato. L’etichetta può contenere solo il brand name o svariate altre informazioni.

• Le etichette svolgono svariate funzioni:– Identificano il prodotto o brand– Descrivono il prodotto– Contengono informazioni aggiuntive– Promuovono il prodotto attraverso una grafica attrattiva