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Comune di Riccione Assessorato alla Pubblica Istruzione IL PROGETTO EDUCATIVO DEL NIDO D’INFANZIA RODARI Anno scolastico 2006/2007 A cura del Coordinamento pedagogico comunale e del Collettivo del Nido d’Infanzia Rodari

IL PROGETTO EDUCATIVO DEL NIDO D’INFANZIA RODARI · INDICE IL SERVIZIO Presentazione del servizio L’organizzazione del servizio Gli operatori del nido Il servizio mensa IL MODELLO

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Comune di RiccioneAssessorato alla Pubblica Istruzione

IL PROGETTO EDUCATIVO DELNIDO D’INFANZIA RODARI

Anno scolastico 2006/2007

A cura del Coordinamento pedagogico comunale e del Collettivo del Nido d’Infanzia Rodari

INDICE

IL SERVIZIO

Presentazione del servizioL’organizzazione del servizioGli operatori del nidoIl servizio mensa

IL MODELLO PEDAGOGICO

Le finalitàL’inserimento del bambini al NidoI raggruppamenti dei bambiniL’organizzazione pedagogica degli spaziL’organizzazione pedagogica della giornata educativa: le routineLe attività per i bambiniIl valore delle differenze Le iniziative per la valorizzazione delle differenzeLe iniziative a favore dei bambini in situazione di handicapIntegrazione con i servizi socio-sanitari La partecipazione delle famiglieLe attività professionaliIl coordinamento pedagogicoIl raccordo con il territorio e con altri servizi

ALLEGATI

-Regolamento sanitario-Regolamento delle istituzioni comunali-Istruzione al sosia-Accordo-Griglia per la stesura del profilo individuale del bambino-Tabella dietetica

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PremessaL’articolo 19 comma 1 della legge regionale del 10 gennaio 2000 n°1 ( e successive modifiche) “Norme in materia di servizi per la prima infanzia” afferma che uno dei requisiti fondamentali per l’accreditamento è disporre di un progetto pedagogico contenente le finalità e la programmazione delle attività educative.“Per progetto pedagogico in e di un contesto educativo intendiamo un piano che, dopo aver declinato in maniera specifica i traguardi formativi che si vogliono raggiungere – ciò che si auspica che i destinatari dell’offerta formativa diventino alla fine del percorso ipotizzato in termini di capacità, competenze, atteggiamenti, apprendimenti specifici - , dichiari attraverso quali mezzi (esperienze, attività, strategie) e risorse è possibile realizzare tali traguardi e specifichi le modalità di valutazione degli esiti. Un progetto non è né un manifesto né un’utopia.”(tratto dal testo Il Progetto pedagogico del nido e la sua valutazione di A.. Bondioli, E. Becchi, M. Ferrari). Ogni nido possiede un progetto educativo che esplicita le scelte effettuate dal servizio e la loro attuazione nell’operatività quotidiana. L’elaborazione del progetto educativo da parte del collettivo del nido Rodari ha contribuito a sostenere, attraverso il lavoro collettivo, la coesione del gruppo; inoltre ha permesso una riflessione costante sugli aspetti salienti dell’azione educativa. Diversi sono gli elementi che caratterizzano un progetto e lo rendono unico:a) Le competenze degli operatori del collettivo ( la loro storia personale e

professionale);b) La capacità di valorizzare le risorse materiali, strumentali e umane;c) Il rispetto della storia del nido.Il lavoro di analisi e di studio avvenuto collegialmente è risultato particolarmente necessario poiché il collettivo è di recente formazione.L’ambito in cui ognuno, con pari dignità e responsabilità, può dare il proprio contributo ai fini dell’elaborazione di progetto educativo è proprio il collettivo, nella sua accezione di gruppo di lavoro e lavoro di gruppo.

IL SERVIZIOIl nido d’infanzia Rodari , aperto all’utenza nel 1980, è ubicato in via Veneto nel quartiere San Lorenzo di Riccione. Si accede provenendo da Rimini, percorrendo la via Flaminia in direzione Sud-Ovest; mentre provenendo da Cattolica si percorre via Giulio Cesare in direzione Nord-OvestIl nido d’infanzia Rodari si estende su uno spazio di 833 mq. così suddivisi:- 4 sezioni (comprendenti ognuno zona attività, zona riposo, servizi igienici e zona

cambio)- 1 cucina- 1 dispensa- 1 stanza blindata (dove sono riposti materiali didattici e strumenti audiovisivi) ad

uso ufficio per le educatrici- spogliatoio per adulti e servizi igienici annessi- lavanderia e servizi igienici annessi

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- sartoria- ufficio (spazio prima accoglienza educatrici).Ogni sezione ha un ingresso autonomo e un giardino esterno riservato.Il nido è provvisto di un parcheggio esterno per la sosta delle autovetture degli operatori e dei genitori.

L’organizzazione del servizio Calendario di apertura del servizioIl nido d’infanzia è aperto all’utenza per undici mesi all’anno: da ottobre fino alla seconda settimana di settembre, dal lunedì al venerdì e il sabato mattina nei mesi di luglio e agosto.La terza settimana di settembre ed i primi tre giorni della quarta settimana, il nido è chiuso all’utenza per permettere agli operatori di svolgere attività di formazione/aggiornamento e preparare la struttura alla riapertura dell’anno scolastico. E’ prevista inoltre la chiusura per le vacanze di Natale e di Pasqua, seguendo il calendario scolastico ministeriale.Orario di funzionamentoIl nido osserva un orario di apertura generalizzato dalle ore 8.30 alle ore 16.00 che prevede l’ingresso dalle 8.30 alle 9.00 e l’uscita dalle 15.30-16.00. E’ inoltre consentita l’uscita intermedia dalle ore 12.30 alle ore 13.00. A partire dal mese di giugno 2006 l’uscita intermedia avverrà dalle ore 13.00 alle ore 13.15 .In relazione a questa gli operatori del nido, tenuto conto della numerosità dei bambini, individueranno soluzioni organizzative diverse, quali ad es. il raggruppamento dei bambini che usufruiscono dell’uscita in uno spazio comune, affidati al personale educatore che non fa l’ orario anticipato.Per i bambini i cui genitori sono entrambi lavoratori, viene fornito un servizio aggiuntivo di orario anticipato (7.45-8.30) e prolungato (16.00-18.15), secondo tre fasce orarie (16,00 – 16,30; 16,00 – 17,15; 16,00 – 18,15) previa richiesta documentata da presentare all’Ufficio Iscrizioni e rette del settore Pubblica Istruzione.Iscrizioni, ammissioni e frequenzaLe iscrizioni al nido d’infanzia avvengono due volte all’anno, ad inizio dell’anno solare e nel periodo estivo. Questa particolarità è strettamente collegata al doppio ingresso dei bambini all’interno del nido, fenomeno che si svolge solitamente a maggio e a ottobre.Le ammissioni avvengono due volte nell'anno (estate e autunno). Possono essere ammessi al nido i bambini che hanno compiuto i 10 mesi entro il 31 maggio e il 30 settembre.Qualora le richieste superino i posti disponibili, è formulata una graduatoria in base a quanto stabilito dal Regolamento delle istituzioni comunali per l’infanzia e successivi atti integrativi di Giunta.RetteIl “Regolamento delle istituzioni comunali per l’infanzia” stabilisce all’art. 15 che “le famiglie dei bambini ammessi alla frequenza concorrono alla copertura delle spese sostenute dall’Amministrazione Comunale per la gestione del servizio attraverso la corresponsione di una retta.”

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GLI OPERATORI DEL NIDO: ORGANIZZAZIONE, RUOLI E FUNZIONIIl rapporto di lavoro degli operatori in servizio all’interno del nido è regolamentato dai contratti nazionali e da accordi decentrati stipulati con l’Amministrazione comunale.Il personale all’interno del nido Rodari comprende figure professionali diverse:

educ Il rapporto di atrici educatori, ausiliarie, sarta, cuoche e aiuto-cuoche.In ciascuna sezione vi sono 4 operatori: 3 educatori che lavorano in compresenza ed 1 ausiliaria che ha funzione di sostegno al lavoro quotidiano in sezione.Gli educatori sono 14: di cui 12 a tempo pieno e 2 a part-time. La sarta svolge servizi per tutte le istituzioni comunali: nidi, scuole dell’infanzia, scuole elementari e lavora in una stanza adibita a sartoria.L’orario del personale educatore a tempo pieno in ruolo si dispiega nell’arco dell’anno con l’alternanza di settimana corta (5 ore giornaliere: dalle 7,45 alle 12,45 o dalle 8,30 alle 13,30) e settimana lunga (7 ore giornaliere dalle ore 8,45 alle 15,45 o dalle ore 9,00 alle 16,00).Dalle 12,45 subentrano due educatrici a part-time a completamento d’orario nelle sezioni in cui due educatrici svolgono l’orario in corta. Le medesime educatrici si occuperanno della gestione del gruppo di bambini che usufruiscono del prolungamento.Il personale ausiliario segue un orario giornaliero di 7 ore e 12.

La figura dell’educatore Essere educatore all’interno del nido comporta un profilo di complessità e di responsabilità e richiede la padronanza di specifiche competenze culturali, metodologiche e didattiche unite ad un’aperta sensibilità e disponibilità alla relazione educativa con i bambini e alla collaborazione con le famiglie. Il lavoro dell’operatore si esplica nell’impegno personale e nella collegialità ai diversi livelli di sezione, di intersezione, di collettivo e di intercollettivo.L’organizzazione del lavoro si fonda sulla modularità degli interventi, sulla individuazione di ambiti di competenza e sulla corresponsabilità educativa degli operatori, i quali nella prospettiva di valorizzare le risorse professionali presenti nell’istituzione attivano e sostengono un’adeguata suddivisione e distribuzione dei compiti.La professionalità dell’educatore esige un itinerario formativo che coinvolge alcune imprescindibili competenze: - conoscenza psicologica del bambino - progettazione di interventi sugli spazi- progettazione di attività ed esperienze per i bambiniLa funzione dell’educatore si esplicita in modo preminente nel rapporto che questi ha con il bambino e nelle condizioni che predispone per consolidarlo.A questo proposito ci si riferisce all’attenzione che deve riservare alla cura di tempi, spazi e materiali.Per quel che concerne i tempi, l’educatore è attento alla giusta alternanza fra tempo dedicato alle routines e tempo dedicato al gioco (sia libero che strutturato); al rispetto dei tempi individuali dei bambini (tempi di interesse e partecipazione) e a quelli del gruppo. Inoltre l’adulto deve anche creare un giusto equilibrio nel suo tempo di intervento, tra il

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partecipare attivamente al gioco, il mantenere la giusta distanza affinché il bambino possa fare da solo, l’essere osservatore partecipante della situazione educativa. Il personale straordinario operante nelle istituzioni comunali per l’infanzia deve riferirsi al documento “Istruzioni al sosia”allegato al presente progetto.

La figura dell’operatrice ausiliariaL’ausiliaria oltre a garantire l’igiene e la sanificazione di ambienti, materiali e oggetti svolge anche compiti con funzione educativa (ausilio all’attività in sezione, collaborazione nei momenti di routines), entrando a pieno titolo nel rapporto interpersonale con i bambini.Il lavoro dell’operatrice ausiliaria non deve essere inteso come prestazione separata e staccata dal contesto nel quale opera, ma come intervento che favorisce la connessione fra esigenze materiali della vita quotidiana e il supporto al lavoro educativo ai fini del benessere di bambini e adulti.I compiti dell’operatrice ausiliaria possono essere così riassunti:1) garantire la qualità strutturale e igienica degli ambienti 2) Garantire l’igiene e la sanificazione di materiali didattici e oggetti personali dei

bambini (es.:ciucci)3) controllare lo stato di manutenzione delle attrezzature e degli strumenti di lavoro 4) predisporre materiali ed allestire spazi per le attività educative/didattiche5) Garantire il supporto necessario per lo svolgimento dell’attività in sezione.

Il personale di cucinaLa preparazione dei pasti è una funzione di grande responsabilità sia sotto l’aspetto igienico-alimentare (aspetto che al nido viene particolarmente curato in stretta collaborazione con la dietista del settore pubblica istruzione e il servizio pediatrico di comunità), sia per gli aspetti educativi e di socializzazione che il momento del pasto contiene.Pertanto chi lavora in cucina non può essere un “tecnico” estraneo dal contesto educativo e sociale in cui si relazionano i suoi referenti-consumatori.Dare da mangiare non è solo assecondare un bisogno fisiologico, è offrirsi all’altro come mediatore di soddisfazione profonda, è aver cura dell’altro nella sua interezza di persona.Al nido l’attenzione prestata alla preparazione del cibo (cura qualitativa e quantitativa degli alimenti presentati, creazione di un clima sereno e partecipato) va di pari passo con la consapevolezza di come offrirlo al bambino e all’adulto affinché diventi un buon pretesto per vivere piacevolmente l’aspetto conviviale e socializzante del pranzo.A partire dall’a.s 2006-2007 la preparazione del pasto avviene presso la cucina centralizzata del quartiere S. Lorenzo, collegata internamente al Nido.

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IL SERVIZIO MENSA

Il servizio di ristorazione ha acquistato in questi anni sempre maggiore importanza sia per l’alto numero di bambini/ragazzi che oggi consuma il pranzo a scuola e nelle istituzioni educative, sia per la complessità e la molteplicità degli aspetti che la ristorazione coinvolge.Il servizio mensa costituisce un fenomeno complesso nel quale la necessità di garantire la qualità igienica e nutrizionale del prodotto si intreccia con aspetti di carattere economico ed organizzativo ed assume importanti risvolti educativi.Il Settore Pubblica Istruzione, già da anni, gestisce direttamente la refezione scolastica, con proprio personale e con cucine situate all’interno delle strutture per l’infanzia e delle scuole elementari oppure attraverso i pasti veicolati, per garantire la qualità dei cibi e per far mantenere al bambino un rapporto con un contesto familiare.L’obiettivo principale della refezione scolastica è quello di fornire un’alimentazione equilibrata, capace di favorire un adeguato sviluppo psicofisico dei bambini attraverso la proposta a tavola dei “nostri” cibi, variandoli, alternandoli e consumandoli in proporzione alle necessità determinate da variabili quali il sesso, la corporazione e l’età.Le tabelle dietetiche, attente all’introduzione anche del biologico, vengono verificate con incontri periodici con gli addetti al servizio-mensa, e rispettano le leggi e le indicazioni scientifiche più aggiornate:- D.L.gs. 115/97 “Attuazione delle direttive 93/43/CEE e96/3/CE concernente l’igiene dei prodotti alimentari”- HACCP- D.Lgs. 626/94 “Attuazione delle direttive CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro”- L.A.R.N. (Livelli di assunzione raccomandati di energia e nutrienti per la popolazione italiana) a cura della Società Italiana di Nutrizione Umana- Tabelle di composizione degli alimenti e le Linee guida per una sana alimentazione italiana, a cura dell’Istituto Nazionale della Nutrizione.Le tabelle dietetiche sono compilate valutando inoltre gli indici di gradimento dei piatti proposti, le abitudini alimentari dei bambini e dei ragazzi e le combinazioni diverse secondo le stagioni, accanto ai suggerimenti del personale di cucina, ausiliario di sezione, di sala mensa e docente che opera nelle istituzioni a diretto contatto con i fruitori del pasto.Rilevante attenzione è data anche al sistema di controllo dei livelli igienico-sanitari che sono eseguiti attraverso il manuale di autocontrollo elaborato con l’aiuto professionale del A.U.S.L. – Servizio Veterinario.In ogni istituzione è previsto un menù invernale e un menù estivo che possono essere richiesti dalle famiglie e comunque visionabili anche direttamente alla bacheca della scuola. Inoltre quotidianamente è possibile essere informati del menù giornaliero che viene scritto su una lavagnetta posta all’ingresso della scuola.Variazioni alla tabella dietetica Sono consentite solo nei casi di allergie documentate da allergologi che ne attestino l’esigenza. La richiesta di variazione del menù deve essere presentata dal genitore alla responsabile del servizio mensa del comune di Riccione, la quale si preoccuperà di

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fornire l’adeguata documentazione al servizio di pediatria infantile del distretto al fine di ottenere la vidimazione del certificato e l’autorizzazione a procedere alla variazione.E’ possibile intervenire con variazioni al menù anche in caso di osservanze religiose che richiedono di non consumare alcuni alimenti, presentando dichiarazione scritta da parte del genitore.

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IL MODELLO PEDAGOGICO

Il nido d’infanzia è permeato in tutti i suoi molteplici momenti dalla pedagogia della relazione. Si parla di relazione tra colleghe educatrici, tra educatrici e ausiliarie, di relazione tra educatrici e genitori, di relazione fra bambini, di relazione fra adulti del nido e bambini.Relazione adulto/bambinoLa relazione adulto/bambino inizia nel momento dell’inserimento, in cui il bambino viene accolto con la sua storia, fatta di competenze, relazioni, apprendimenti, acquisiti all’interno del contesto- famiglia. Il bambino nel suo adattamento al nuovo contesto è facilitato da alcune condizioni messe in atto dall’adulto nella cura del contesto, attento nel contenere elementi familiari, quindi noti ed elementi nuovi, quindi capaci di sollecitare la curiosità del bambino; inoltre l’adozione di uno stile relazionale che rispetti e si ‘avvicini’ al modello familiare per dare fiducia al bambino.Relazione bambino/bambinoIl nido crea occasioni significative di socializzazione e di apprendimento anche fra bambini.Nella sezione dei piccoli prevale una forma di gioco individuale-solitario.Aumentando le competenze sociali del bambino, aumenta anche la consapevolezza del sé e la capacità di manifestare e selezionare le proprie preferenze (nei confronti degli amici, dei giochi, degli adulti…).Gli scambi regolari con gli altri bambini, conducono ad una evoluzione più articolata della socialità, della comunicazione, del gioco, abbinati ad uno sviluppo fisico e cognitivo più complesso. Questi comportamenti sfociano nelle prime forme amicali, in schemi di gioco, prima complementare poi condiviso.Nonostante questo le competenze a livello sociale sono ancora improntate sull’egocentrismo, sull’affermazione di sé sull’altro, e quindi sulla difficoltà ad interiorizzare delle regole.

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FINALITÀ“Il nido d’infanzia è un servizio educativo e sociale di interesse pubblico, aperto a tutti i bambini e le bambine in età compresa tra i tre mesi e i tre anni, che concorre con le famiglie alla loro crescita e formazione, nel quadro di una politica per la prima infanzia e della garanzia del diritto all’educazione, nel rispetto dell’identità individuale, culturale e religiosa Il nido ha finalità di:

a) formazione e socializzazione dei bambini, nella prospettiva del loro benessere psicofisico e dello sviluppo delle loro potenzialità cognitive, affettive, relazioni e sociali;

b) cura dei bambini che comporti un affidamento continuativo a figure diverse da quelle parentali in un contesto esterno a quello familiare,

c) sostegno alle famiglie nella cura dei figli e nelle scelte educative”. (Art.2 della Legge n°1 del 2000 e successive modifiche)

Il nido è il primo ingresso del bambino in un mondo sociale più “articolato” rispetto a quello della famiglia: è qui che gli vengono proposti strumenti e strategie per affrontare, in maniera autonoma, situazioni più complesse rispetto a quelle vissute in famiglia.

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L’INSERIMENTO DEL BAMBINO AL NIDOL’inserimento costituisce l’inizio di un’esperienza complessa per il bambino caratterizzata principalmente dal processo di separazione e dall’inizio di un rapporto a tre che implica l’elaborazione del distacco dalla madre per orientarsi verso nuove figure di riferimento, le educatrici e successivamente altri bambini.Anche la madre, coinvolta nel processo dell’inserimento, si trova nelle condizioni di dover elaborare il distacco, e nel contempo di costruire un rapporto di fiducia con le educatrici, che a loro volta sono implicate nella delicata gestione del rapporto con la coppia madre/bambino.Nell’effettuare l’inserimento si seguono alcune procedure ormai collaudate, concordate collettivamente e condivise con il coordinamento pedagogico:1 preparazione del gruppo preesistente all’arrivo dei nuovi bambini (fare posto

psicologico nel gruppo);2 predisposizione dello spazio, attraverso l’allestimento di “spazi gioco”contenuti

(nicchie), ma capaci di sollecitare la curiosità dei bambini e la loro libera esplorazione;

3 accoglienza di piccoli gruppi di bambini;4 presenza del genitore all’interno della sezione in modo tale da garantire: - al bambino sicurezza nell’esplorazione e conoscenza del nuovo ambiente e la

mediazione con le educatrici;- alle educatrici, di osservare e conoscere le dinamiche relazionali che caratterizzano

la coppia madre/bambino;5 gradualità e rispetto dei tempi di distacco dalla figura famigliare e di permanenza al

nido. Solitamente i primi giorni il bambino rimane all’interno della sezione per circa un’ora; gradualmente i tempi di permanenza si allungano e quando vengono vissuti con tranquillità tutti i tempi della mattinata, la permanenza del bambino si estende prima al pranzo poi al sonno;

6 rispetto e continuità delle abitudini del bambino;7 individuazione, da parte dell’educatrice, di momenti regolari ed individualizzati di

intimità o situazioni rassicuranti in modo da farsi ricordare e riconoscere come figura significativa.

Il modello pedagogico che sorregge le scelte educative e pedagogiche del servizio non prevede l’adozione della figura di riferimento unica, ma opta per un sistema di riferimento multiplo, pur sempre stabile e continuo nel tempo, identificati primariamente dalle educatrici dal gruppo dei bambini e dagli spazi. 8 Suddivisione del grande gruppo per evitare ansie indotte;9 proposta di attività coinvolgenti e poco direttive che permettano all’educatrice di

essere “dentro e fuori”, di affiancarsi al gruppetto dei bambini che gioca, ma di poter garantire la opportuna disponibilità al/i bambino/i in inserimento;

10 adozione di un atteggiamento empatico col genitore, accettando e contenendo le ansie per il distacco dal/la figlio/a. Il famigliare viene regolarmente informato e rassicurato su come procede l’inserimento: ove possibile si invita il genitore ad osservare alcuni momenti di vita all’interno della sezione (tramite videoregistrazioni o osservazioni dirette, ma protette dalla visione del bambino);

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gli si spiegano le condotte e le strategie che verranno attivate di volta in volta e durante per sostenere l’inserimento e favorire il distacco dalla figura famigliare.

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I RAGGRUPPAMENTI DEI BAMBINI

Il nido Rodari accoglie n. 70 bambini di età compresa tra i 10 e i 36 mesi, suddivisi in 4 gruppi di età omogenea. Ogni sezione è organizzata per rispondere ai bisogni dei bambini in riferimento all’età, allo sviluppo, all’autonomia:

- aula rosa dai 10 ai 18 mesi che accoglie 14 bambini

- aula gialla dai 18 ai 24 mesi che accoglie 16 bambini

- aula azzurra dai 24 ai 30 mesi che accoglie 18 bambini

- aula verde dai 30 ai 36 mesi che accoglie 22 bambini

Il rapporto numerico adulto –bambini è regolamentato dalla L.R. n°1 del 2000 così come modificata dalla legge regionale n°8 del 2004 e dalla Direttiva Regionale n° 646 del 2005.

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L’ORGANIZZAZIONE PEDAGOGICA DEGLI SPAZILo spazio al nido viene pensato come opportunità e risorsa per il dispiegarsi dell’esperienza dei bambini, il che significa attenzione e ascolto dei bisogni dei bambini.L’ambiente fisico non viene considerato , come contenitore neutrale, ma come elemento importante del complessivo progetto del servizio, che può influenzare fortemente , attraverso la sua organizzazione, la qualità delle relazioni e delle esperienze che avvengono al suo interno.L’organizzazione dell’ambiente prevede la predisposizione e l’alternarsi di spazi circoscritti (sezione di riferimento), in cui il bambino è accolto e può ‘isolarsi’ (angolo morbido, tane) e di spazi di socializzazione (extrasezione), dove è possibile l’incontro con gli altri. In questo modo è possibile permettere e facilitare le esperienze relazionali più intense tra bambini e con gli educatori.Lo spazio sezione è articolato in modo tale favorire situazioni differenziate (la cura del corpo, le attività gli angolini…). Per esempio la presenza del bagno e di una zona riposo adiacente e comunicante con gli spazi gioco garantisce la possibilità, per l’educatore di accompagnare i bambini in questa situazioni con minore difficoltà di gestione e maggiore disponibilità alla dimensione affettiva.Il contesto vissuto dal bambino ha notevole influenza su tutte le situazioni che lui stesso esperisce, compreso il gioco. Per questo anche la scelta dei materiali e dei giocattoli presenti in sezione non avviene in modo stereotipato e occasionale, ma è orientata a stimolare la curiosità e il bisogno di esplorare dei bambini. I materiali di gioco hanno dominanze diverse (simbolica, cognitiva, affettiva, motoria) di cui si tiene conto per garantire un’offerta varia ed “equilibrata”. Accanto a materiali strutturati si trovano anche materiali ‘alternativi’, di recupero che consentono al bambino esperienze di re-invenzione ed uso creativo e originale (stoffe, bottiglie di plastica contenenti materiali diversi…). Tutti i giochi sono collocati a misura di bambino, per favorire la sua libera scelta e sostenere la sua autonomia.

Aula rosa In sezione prevalgono grandi tappeti e cuscini per favorire il rapporto corporeo ed individualizzato con il bambino.Sono messi a disposizione:- arredi e strutture (Alessandro B.- box – corrimani) che aiutano i bambini che non

hanno ancora una buona motricità a conquistare una maggiore autonomia negli spostamenti e stimolano l’esplorazione e la sperimentazione attiva dello spazio;

- oggetti e materiale ludico che si prestano alla manipolazione, all’esplorazione, allo sviluppo sensoriale: legnetti con superfici diversificate, bottiglie di plastica contenenti materiali vari, sacchettini di stoffe, ecc…

- angoli di gioco allestiti in base ai bisogni ed alla crescita dei bambini (angolo del gioco simbolico, tappeto psicomotorio, ecc…).

La sezione piccoli è dotata di:

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- un ingresso comune all’aula gialla e all’aula azzurra, dove sono collocati gli armadietti personali dei bambini. Questo è uno spazio che è stato ristrutturato ed ampliato nell’estate 2003, cosa che ne permette ora un utilizzo da parte di piccoli gruppi di bambini delle rispettive aule

- una zona prossima all’ingresso della sezione stessa dove si raccolgono i seggioloni - uno “stanzino” utilizzato all’occorrenza come ripostiglio per i giochi, o angolo relax - un cucinotto con lavabo e un mobile per riporre tovaglie, bavaglini, omogeneizzati….- zona cambio con fasciatoio, alveari, vaschetta, armadio- un antibagno che da accesso al giardino esterno, al dormitorio e ai servizi per adulti- lo spazio per il riposo pomeridiano allestito con culle.

Aula gialla Sono presenti in sezione arredi e strutture diverse rispetto alla sezione dei più piccoli, come per esempio lo scivolo, le sedie, le panche, i tavolini. Vi sono angoli fissi, all’interno della sezione per dare sicurezza al bambino, per favorire il suo orientamento e venire incontro ai suoi interessi (angolo della cucina, angolo falegnameria, angolo dei travestimenti, angolo morbido costituito da tappeto e cuscini, angolo della parola).La sezione mezzani-piccoli è dotata di:- un ingresso in comune con l’aula rosa e azzurra dove ci sono gli armadietti personali

per i bambini;- una zona cambio con vaschetta, alveari, fasciatoio;- una zona bagno per i bambini con lavello e 4 water;- uno spazio per il riposo con lettini “a cassetto;- un ripostiglio gioco a cui si accede dal dormitorio.

Aula azzurra, Aula verde L’organizzazione spaziale di queste sezioni è legata ai processi evolutivi che i bambini di questa età stanno vivendo, le cui principali caratteristiche sono:- arricchimento del linguaggio;- affinamento delle capacità motorie;- sviluppo delle relazioni sociali.La strutturazione dello spazio è suscettibile a cambiamenti strutturali durante l’anno a seconda dei bisogni dei bambini.Le zone fisse legate allo svolgimento delle routines (bagno, pranzo ecc…) assumono con il tempo una connotazione sociale sempre più accentuata.Entrambe le sezioni sono dotate di:1 zona cambio e servizi igienici annessi per la cura e l’igiene dei bambini;2 stanza per il riposo;3 ripostiglio giochi.Le due sezioni si differenziano solo per l’ingresso:

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per i mezzani-grandi l’ingresso avviene tramite un corridoio dove si trovano gli armadietti per gli effetti personali dei bambini (giubbotti..); per le sezione grandi l’ingresso avviene dall’accesso principale dell’istituzione.L’ORGANIZZAZIONE PEDAGOGICA DELLA GIORNATA EDUCATIVA: LE ROUTINEI momenti di routines, intendendo per questi i momenti di accoglienza al mattino, l’uscita, l’angolino, il cambio, il pranzo, il sonno, sono situazioni che determinano scansioni temporali ripetute ogni giorno in modo uguale in ogni sezione: la loro regolarità e prevedibilità danno sicurezza al bambino e gli permettono di orientarsi rispetto ai tempi della giornata. Durante questi momenti quotidiani si strutturano ed organizzano la maggior parte delle esperienze del bambino. Per questo la loro organizzazione viene fatta rientrare nella programmazione educativa.In queste occasioni si viene a definire fra adulto e bambino e tanto più, quanto più questo è piccolo, una forte relazione interpersonale da cui derivano conoscenze e competenze. Attraverso le cure del corpo, che rimane anche per i più grandi un forte momento individualizzato, il bambino comincia a comprendere che il corpo è il mezzo del nostro comunicare.Associando le risposte dell’adulto alle sue esigenze, impara a percepire, dalla cessazione delle sensazioni sgradevoli ( fame, sete ) la relazione esistente fra i suoi segnali comunicativi e l’intervento dell’altro assieme ad un senso affettivo ed emotivo di sicurezza. L’interazione che si mette in atto si struttura in episodi e con ritmi che per la loro ripetitività consentono al bambino di percepire, elaborare, fissare, riconoscere, ricordare e prevedere l’alternarsi delle sequenze in cui si scompone l’azione o la situazione, arrivando così alla strutturazione della realtà.Attraverso le routines si trasmettono, indirettamente ed inconsapevolmente al bambino informazioni e modelli di comportamento.Per sostenere lo sviluppo di un bambino attivo, bisogna, parlando di azioni abitualizzate, prestare attenzione anche a quei rituali che lui stesso mette in atto nel suo vissuto quotidiano e che rappresentano la sua capacità di adattamento ai cambiamenti che possono essere vissuti come conflittuali. Ad esempio alcuni situazioni indicative: - l’abitudine a ricorrere all’uso di oggetti transizionali nel momento dell’inserimento

al nido rappresenta non solo la mediazione fra due realtà diverse ( contesto familiare e quello individuale ) ma anche un modo per controllare la nuova realtà e il proprio modo di interagire con questi oggetti

- abitudini e rituali osservati nel gioco, durante il pranzo, possono rappresentare per il bambino riferimenti costanti

- compiere una serie di azioni o di iniziative prima del sonno è rassicurante per il bambino perché ha difficoltà a perdere il contatto con la realtà immergersi in un mondo sconosciuto e dal quale può essere difficile difendersi.

Di seguito si presenta la tipologia di tali momenti nelle varie sezioni di età.

Aula rosaL’accoglienza del mattino

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L’accoglienza della coppia genitore / bambino avviene direttamente in sezione, in modo sereno ed evitando rituali troppo lunghi. Considerata l’età dei bambini, è frequente lo stabilirsi di un contatto fisico al momento dell’entrata tra bambino ed educatrice.Il cambioIl cambio del bambino è un momento forte di relazione, è occasione importante per lo sviluppo motorio, per l’apprendimento del linguaggio e per la sua autonomia.Il corpo del bambino, libero dai vestiti, avverte le sensazioni dell’aria, dell’acqua e del contatto con le mani dell’adulto sulla pelle.Il viso, lo sguardo, il tocco delle mani, l’aria, la luce, il ritmo della voce, e il suono delle parole sono tutte informazioni importanti che ogni bambino riceve ed elabora utilizzando le capacità percettive.E’ in questo momento che viene offerta al bambino la possibilità di avere con l’adulto un contatto corporeo più intimo che coinvolge anche tutte quelle parti che normalmente sono coperte, attraverso le sensazioni che, il bambino prova nell’essere pulito, accarezzato, toccato. Giochi e sensazioni che attraverso la verbalizzazione che l’adulto fa nel toccare il corpo del bambino oppure nell’utilizzo di cose ( acqua fredda e calda, crema, sapone,…..) provocando nel bambino varie sensazioni piacevoli e non, favoriscono una più profonda conoscenza del proprio corpo. Ogni azione che viene fatta, dall’adulto e dal bambino, viene verbalizzata e sviluppata attraverso piccole richieste dell’adulto per fare si che tutte le esperienze che il bambino fa possano diventare fonte di acquisizioni cognitive e di autonomie.Se il bambino nel momento in cui è cambiato sul fasciatolo ha accanto a sé un compagno, questo diventa l’occasione per un’interazione fatta di carezze reciproche, di sguardi, di contese di oggetti.Il pranzoIl pranzo è preceduto da una serie di sequenze che si ripetono sempre uguali ma che vengono ampliate a seconda del grado di comprensione raggiunta dal bambino.Queste sequenze sono molto semplici: il bavaglino, l’essere messo nel seggiolone, la frase “si mangia”, sono segnali ben precisi di ciò che sta per accadere, segnali che il bambino riuscirà in breve a riconoscere. In poco tempo le sequenze si amplieranno di particolari sempre più precisi.Con i più piccoli l’educatrice dopo aver portato uno o due bambini a lavarsi le mani nel bagno, li fa accomodare nel seggiolone per poi mettere loro il bavaglino. L’adulto con i bambini di questa età:- asseconda il bisogno di manipolazione e conoscenza del cibo.

Il cibo non ha soltanto la valenza di soddisfare un bisogno fisiologico, ma è anche il modo privilegiato attraverso il quale un bambino piccolo entra in contatto con la realtà, per questo è importante che non abbia paura di sporcarsi e ne sperimenti fin da subito il senso di piacere che ne deriva;

- sostiene il bambino che chiede aiuto;- incoraggia l’autonomia del bambino nell’usare il cucchiaio da solo;- sollecita la sua collaborazione.Il sonnoIl sonno è un momento critico che coincide con la perdita di contatto con gli altri e con l’ambiente.In questo particolare momento il bambino ricerca maggiormente l’atmosfera familiare.Per affrontare nel modo migliore questo significativo momento della giornata l’adulto tiene in considerazione tutte le variabili che interverranno nel creare un ambiente sereno.L’educatrice prepara il bambino per il sonno, mettendogli il pigiama, poi lo accompagna nella propria culla osservando rituali, e tenendo conto delle sue abitudini familiari, al fine di facilitargli il sonno.Dopo il sonno al bambino viene tolto il pigiama e rivestito ed è pronto per aspettare in sezione l’arrivo di un familiare. L’uscitaLe educatrici con i bambini aspettano i familiari nella sezione dove giocano liberamente. Infatti ogni bambino attende il momento del ricongiungimento dedicandosi a ciò che più lo interessa (angolo morbido, lettura di immagini…).

Aula gialla

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L’accoglienza del mattinoAnche il momento dell’ingresso di bambini di età compresa tra i 16 e i 36 mesi è organizzato in modo tale da consentire un’accoglienza individualizzata del bambino.Eventuali oggetti transizionali che il bambino porta da casa vengono riposti nei rispettivi armadietti o spazi personali collocati in luoghi di facile accesso per i bambini.L’angolinoGeneralmente è collocato in un angolo della sezione delimitato da panche (su cui i bambini ed educatrici si siedono) e mobili (utili a schermare detto angolo tutelandolo da distrazioni, rumori, passaggi). Qui i bambini ed educatrici si ritrovano, si salutano, fanno merenda, parlano, si raccontano.Sebbene quello della sezione grandi sia un angolino più partecipato dai bambini, questa routine si contraddistingue per alcune caratteristiche:- una maggiore iniziativa dei bambini (es. suggeriscono le canzoni) - un primo approccio a piccole responsabilità e compiti quotidiani (es. la merenda viene

distribuita da un bambino che fa il cameriere)- il piacere di raccontarsi e di ascoltare racconti.In questo senso il momento dell’angolino si connota di una forte valenza ai fini dello sviluppo del linguaggio e della socializzazione tra bambini.Il pranzoQuando la tavola è apparecchiata ogni bambino si siede liberamente al tavolo.Gli adulti mangiano insieme ai bambini ma ad un tavolo distinto al fine di privilegiare la relazione fra i pari e la conquista dell’autonomia garantendo nel contempo il sostegno al bambino con lo sguardo o verbalmente o aiutandolo quando lo richiede o si ritiene necessario.Il cambioPerché questo momento di relazione, molto importante fra adulto/bambino, avvenga nei migliori dei modi, occorre ci sia una buona organizzazione e collaborazione fra gli operatori della stessa sezione.Anche in questo momento si cerca di sostenere l’autonomia del bambino. A piccoli gruppi i bambini più grandi sono accompagnati al bagno dall’educatrice, che aiuta, sostiene, incoraggia e fa sì che il bambino inizi a gestire da solo questo momento (lavarsi le mani, asciugarsele, sfilarsi i calzoncini….).Chi usa ancora il pannolino in questa fascia di età è coinvolto in quello che fanno i più grandi; infatti l’imitazione gioca un ruolo molto forte ai fini di assumere comportamenti adeguati.La proposta di servirsi dei bagni solitamente avviene a metà mattinata, prima del pranzo, prima del sonno e all’alzata.Il sonnoI bambini una volta cambiati per andare a dormire, da soli raggiungono la camera, dove ad attenderli c’è un’educatrice o ausiliaria.In questo momento vengono garantiti alcune condizioni:- il rispetto dell’oggetto transizionale- la vicinanza dell’adulto ai bambini che hanno più difficoltà ad addormentarsi- la luce soffusa della penombra.L’uscitaDopo essere stati cambiati e vestiti tutti i bambini si ritrovano nell’angolino con un’educatrice, attendendo l’arrivo del famigliare.Si tratta di una attesa allietata da canti, giochi o racconti.

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LE ATTIVITÀ PER I BAMBINILe esperienze al nido consentono al bambino di soddisfare i suoi bisogni e nel contempo di sostenere lo sviluppo evolutivo delle dimensioni sociali, cognitive, affettive.Varie sono le occasioni e le proposte che si possono offrire all’interno del contesto nido:Le attività manipolative/costruttiveLa manipolazione è una delle opportunità di conoscenza per il bambino nei confronti del mondo circostante. Essa sollecita la curiosità, la disponibilità alla scoperta e alle prime operazioni di concettualizzazione. Attraverso i giochi del riempire e del travasare il bambino consolida la capacità di equilibrio, di coordinazione occhio-mano e sperimenta altresì nozioni topologiche e matematiche (profondità, capienza, volume, larghezza, peso e densità…). Questo tipo di esperienze aiutano il bambino a livello percettivo nell’esplorare, toccare e a sperimentare il piacere di sporcarsi e pasticciare.Tra i materiali messi a disposizione per la manipolazione vi sono: farina, crusca, riso, pasta, piada, carta, didò, verdure cotte….Gli stessi materiali vengono usati anche per la pedipolazione.All’interno del nido vengono inoltre predisposte e organizzate attività ‘costruttive’ con materiali non strutturati e strutturati (giochi da impilare, legnetti da incastrare, lego, clipo….).Le attività simbolicheDurante il secondo anno di vita il bambino comincia ad interessarsi ai giochi di rappresentazione, sviluppa cioè la capacità di pensare , evocare, rappresentare oggetti, persone non presenti. Nel gioco simbolico il bambino riproduce esperienze della sua vita.Le attività linguisticheL’apprendimento del linguaggio e dei sistemi di comunicazione rappresenta una tappa fondamentale nella storia di ogni individuo. Dominare le modalità e gli strumenti per comunicare significa poter entrare in relazione con gli altri, migliorando la qualità della propria esperienza di vita sotto il profilo sia cognitivo che sociale. L’uso corretto, consapevole e intenzionale di gesti e parole, porta progressivamente il bambino a partecipare a momenti di dialogo e di comunicazione sempre più soddisfacenti che gli consentono di intervenire con successo all’interno del gruppo e di riconoscersi come vero protagonista della relazione. Stimolare l’uso del linguaggio e arricchire la competenza linguistica dei bambini sono compiti importanti per gli educatori del nido, ambiente nel quale i piccoli trovano occasioni e situazioni che sollecitano a tentare forme di comunicazione via via più complesse ed elaborate.Le dinamiche di coppia e di piccolo gruppo favoriscono lo scambio verbale e lo sviluppo della competenza linguistica, ma sono anche occasioni insostituibili per apprendere i ritmi della comunicazione stessa ed elaborare forme di espressione sempre più comprensibili e codificate. Le attività aiutano i bambini ad utilizzare il linguaggio in tutti i suoi aspetti per comunicare con gli altri ed esprimere bisogni, sensazioni, opinioni, ipotesi, congetture, punti di vista stati d’animo. In tutti i contesti e situazioni del nido è presente l’uso volontario della parola per arricchire il linguaggio; ne sono chiaro esempio:

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- le conversazioni regolate dall’adulto nel piccolo e nel grande gruppo, accompagnate da giochi per sollecitare le conversazione: girotondi, filastrocche…..

- lettura da parte dell’educatrice di immagini, storie , fiabe, brevi racconti, filastrocche

- consultazione libera o guidata di immagini, libri, giornali, riviste….- uso della parola per identificare i compagni, denominare le cose, stabilire le

relazioni della vita sociale e comunitaria- le situazioni di reciprocità che si sviluppano durante i momenti individualizzati del

cambio e del pranzo, ove con la parola si accompagna il gesto, si nomina l’oggetto che si usa, le parti del corpo che si toccano…..

Le attività a favore dello sviluppo motorioAll’interno del nido si ha l’opportunità di sperimentare varie situazioni finalizzate a promuovere la motricità e a sostenere la presa di coscienza del corpo come canale comunicativo ed espressivo. Tra le attività:

- giochi allo specchio per sostenere la conoscenza mimica e gestuale del corpo- percorsi guidati- attività a sostegno della motricità fine (tagliare, infilare perle…..).

Le attività musicaliAnche la musica è comunicazione, pertanto la produzione e comprensione dei messaggi sonori rientra tra le attività vengono predisposte e organizzate al nido tramite l’utilizzo di semplici strumenti musicali (maracas, tamburelli, bottiglie ripiene…), materiali di recupero (legnetti, pentole, coperchi, mestoli…). Inoltre anche l’ascolto e la produzione di canzoni, canti, filastrocche, contribuiscono a sviluppare la dimensione percettiva legata alla musica.

sezione piccoli (10/18 mesi)La gradualità nell’inserim ▪ sezione piccoli (10/18 mesi)

La gradualità dell’inserimento fa si che bambini possano conoscere l’ambiente con tranquillità, esplorare lo spazio , giocare con i giochi , creare un rapporto personale con l’adulto. Vi sono situazioni di routine giornaliere come l’accoglienza, il cambio, il pasto, i preparativi al sonno che favoriscono la comunicazione fra adulto e bambino, l’attenzione visiva, la conoscenza del corpo…

E’ predisposto un ambie Si propone un ambiente idoneo alla manipolazione esplorativa , con giochi di diverso materiale, per affinare la discriminazione sensoriale e il coordinamento motorio.

Nella stagione estiva lo s Nella stagione estiva lo spazio a disposizione si allarga con l’uso del giardino. Si possono creare situazioni di gioco diverse con l’acqua nelle vaschette per il bagno , i travasi con vari recipienti. Vi è maggiore libertà di movimento e la possibilità di esplorare elementi come il terreno, l’erba e le strutture esterne.Esiste già la curiosità verso l’altro con approcci che variano tra il sorriso, l’avvicinamento, la spinta, il gettarsi sull’ altro e insieme sugli spazi morbidi e non…

Nella stagione invernale Inoltre viene utilizzato il “piccolo salone” (veranda) e, cosa importante, c’è una compresenza con la sezione mezzani piccoli fornendo situazioni di scambio sociale.

sezione mezzani piccoli (18/ ▪ sezione mezzani piccoli (18/24 mesi circa)Una maggiore sicurezza nei movimenti e nella deambulazione fanno in modo che i bambini si rapportino bene con lo spazio nel quale compaiono tavolini, seggioline e panchine. Vi sono giochi ad incastro che i bambini usano da soli o a piccoli gruppi, angolini “morbidi”, angolino della cucina con piatti, pentoline …

Vi è un maggiore interes Vi è un maggiore interesse verso gli oggetti e, in questa fase, il/la bambino/a inizia a denominarli; quindi emerge la necessità di considerare l’aspetto linguistico e verbale. Ai momenti di routine si

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aggiunge “l’angolino” dove ci si ritrova ogni mattina per lo spuntino, per ascoltare canzoncine da mimare, per produrre drammatizzare, per raccontare…, il tutto per favorire l’attenzione la conoscenza corporea, e il nome di oggetti. Si fanno varie esperienze con diversi materiali: acqua, farina, impasti, verdure cotte da manipolare e …da assaggiare. Con molta attenzione e a piccoli gruppi si possono sperimentare colori a cera, a dito su grandi fogli di carta bianca o colorata. Aumenta anche l’interesse verso l’altro, ogni bambino conosce il nome dei compagni. Si verificano nella prima fase di avvicinamento alcune manifestazioni come: mordere, abbracciarsi, cercarsi, tirarsi i capelli. Aumenta la voglia di arrampicarsi, di salire i gradini, di saltare; quindi si fanno alcuni percorsi in sezione, nel salone, all’aperto in giardino. E’ ancora importante il rapporto con l’adulto al quale si ricorre per colmare alcuni momenti di incertezza. Si mira a raggiungere un grado di autonomia affinché i bambini pranzino seduti al tavolo e usino forchetta e cucchiaio e bicchiere che è già di vetro.

sezione mezzani grandi (24/ sezione mezzani grandi (24/30 mesi circa)Per i bambini di questa e Per i bambini di questa età la programmazione vede la realizzazione di attività simili a quelle dei

mezzani piccoli. Vengono via via affinate certe capacità e le conoscenze aumentano rapidamente. Si presentano materiali da manipolare come: impasti, impasti colorati con acqua e farine, colla, carta da strappare e da accartocciare, colori a dito per le impronte delle mani dei piedi…E’ sempre importante l’aspetto linguistico e verbale con la denominazione degli oggetti e la lettura di immagini con grandi e piccole illustrazioni. Si favorisce l’attenzione con l’ascolto di canzoni e racconti. Le attività vengono svolte anche a piccoli gruppi, specialmente quando i materiali da usare sono ancora nuovi per i bambini. Sono sempre importanti le situazioni di routine della giornata per scandire i tempi. L’interesse verso l’ambiente e i coetanei è sempre maggiore anche se il rapporto con l’adulto ha un valore preminente.

sezione grandi (30/36 mesi sezione grandi (30/36 circa)La conoscenza e l’uso d Lo sviluppo linguistico, la conoscenza del corpo è obiettivo costante nella programmazione didattica; è

attraverso il corpo che il bambino vive il mondo esterno. Gli obiettivi sono: la stimolazione al linguaggio; il potenziamento delle capacità cognitive e logiche; la valorizzazione della esperienza corporea; l’affinamento della manualità Si raccontano storie con e senza illustrazioni e le si drammatizzano. I materiali usati per le attività sono: carta, colla, acqua, farine, impasti colorati, pasta, verdure; materiali di recupero e strutturati.

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IL VALORE DELLE DIFFERENZE

Qualsiasi iniziativa per la valorizzazione delle differenze deve muovere dalla considerazione delle differenze come costitutive della persona e delle culture.Plurali sono le identità e le culture.Le persone sono uguali nel senso che hanno tutte la stessa dignità ma sono anche diverse in quanto unicità irripetibili. Il monoculturalismo è una costruzione artificiale ,dentro ad ogni cultura sono presenti culture diverse , complesse e mutevoli, questa è la normale convivenza.Il modello pedagogico dei Nidi di Riccione è quello di una pedagogia della relazione contrassegnata dai valori del rispetto dell’altro, del dialogo, dell’accettazione, del confronto, dello scambio e della collaborazione. Sono questi i valori di un’educazione interculturale. Intercultura è considerare e pensare che ci sono altri modi rispetto ai nostri , altre visioni. Questa idea dell’intercultura richiede agli educatori la capacità di decentrarsi dai propri schemi di riferimento, l’essere flessibili dal punto di vista cognitivo e relazionale.Il progetto educativo dei Nidi accoglie le differenze e le culture di cui sono portatori i bambini e i loro genitori e dà a queste valore e spazi di espressione.Per farlo organizza intenzionalmente un’ambiente- contesto che favorisce i processi di autonomia e autoregolazione da parte dei bambini , personalizza le routines e le attività, presta attenzione ai differenti stili percettivi e cognitivi dei bambini.Educa i bambini alla socialità, alla capacità di stabilire e mantenere relazioni con gli altri costruttive e gratificanti fatte di negoziazioni e condivisioni, di scoperta di altri punti di vista rispetto al proprio valorizzando, ad esempio, le potenzialità cognitive e relazionali del gioco simbolico e dei conflitti tra i bambini.Ricerca la partecipazione attiva delle famiglie al progetto educativo valorizzando il contributo, il sapere e la cultura dei genitori. Cura intenzionalmente la comunicazione e la relazione con i genitori mediante incontri istituzionali e strumenti di comunicazione e documentazione.

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LE INIZIATIVE PER LA VALORIZZAZIONE DELLE DIFFERENZE

Fatto salvo quanto affermato in ordine al valore delle differenze accade spesso che la presenza di bambine e bambini “stranieri” nelle scuole rappresenti l’evento che fa scattare l’interesse per le tematiche legate all’educazione interculturale.Il rapporto con la famiglia proveniente da cultura diversa ha inizio con il colloquio preliminare e le assemblee di sezione: sono momenti di conoscenza reciproca e terreno su cui si costruiscono le basi per un rapporto di stima e fiducia. Al fine di favorire l’integrazione dei bambini “stranieri” il nido pone importanza al valore della accoglienza, nella comunicazione chiara e puntuale, nell’utilizzo dei linguaggi non verbali, nell’assunzione di un atteggiamento di ascolto e disponibilità nel fornire le informazioni e allo stesso tempo nel rispetto e nell’interesse di conoscere le diverse culture. La differenza e la diversità sono concepite come criterio valoriale, come risorsa nella consapevolezza delle specificità culturali.Il nido d’infanzia diviene il primo luogo di incontro e di confronto, nel quale i genitori stranieri possono uscire da una condizione di isolamento e di solitudine.

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LE INIZIATIVE A FAVORE DEI BAMBINI IN SITUAZIONE DI HANDICAPI servizi educativi per la prima infanzia, anche in collaborazione con i servizi sociali competenti delle Aziende Unità sanitarie locali e con i sevizi sociali dei Comuni, garantiscono il diritto all’inserimento e all’integrazione dei bambini in situazione di handicap, secondo quanto previsto all’art. 12 della legge 5 febbraio del 1992, n°104 “Legge quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate” nonché di bambini in situazione di disagio relazionale e socio-culturale, e svolgono altresì un’azione di prevenzione contro ogni forma di svantaggio e di emarginazione (art .7 della legge n° 1 del 2000).Il nido d’infanzia accoglie tutti i bambini, anche quelli che sono in situazione di handicap grave o che presentano, comunque, disagi e difficoltà più o meno intense di adattamento e di apprendimento.Per essi, oltre che un diritto sociale e civile, costituisce una opportunità educativa molto efficace. La presenza nel nido di bambini in situazione di handicap o di disagio, tuttavia, è fonte di una dinamica di rapporti e di interazioni così unica e preziosa da costituire, a sua volta, una significativa e rilevante occasione di maturazione per tutti. Grazie a questa presenza, infatti, non solo ogni bambino impara a considerare ed a vivere la diversità come una dimensione esistenziale e non come una caratteristica emarginante, ma è stimolato a ricercare inedite soluzioni relazionali, comunicative, didattiche ed organizzative che vanno a vantaggio di tutti perché ampliano gli orizzonti di possibilità disponibili a questi diversi livelli.Il nido offre ai bambini in situazione di handicap e con disagi adeguate sollecitazioni educative, realizzando l'effettiva integrazione secondo un articolato progetto educativo e didattico, che costituisce parte integrante della ordinaria programmazione di sezione.L’osservazione attenta e puntuale, il riconoscimento e l’accoglienza del bambino, il confronto con il coordinamento pedagogico, gli incontri con i referenti dell’A.U.S.L, gli incontri con i genitori, la verifica in itinere del lavoro svolto sono le modalità privilegiate affinché avvenga l’integrazione in un contesto di autentica relazione.I nidi d’infanzia del comune di Riccione adottano nel loro modello educativo e gestionale l’educatrice di sostegno come risorsa aggiuntiva alle sezioni ove sono inseriti i bambini in situazione di handicap e svantaggiati. Questo significa che all’educatrice aggiunta non viene affidata la delega per la gestione del bambino con deficit, ma essa è contitolare della sezione; pertanto il piano d’intervento e le iniziative a favore della valorizzazione delle diversità viene elaborato e condiviso in team in modo corresponsabile.

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sezione piccoli (10/1INTEGRAZIONE CON I SERVIZI SOCIO-SANITARI Il raccordo ed il coordinamento con i servizi socio-sanitari locali rappresentano un aspetto ineludibile del progetto di un servizio. I servizi 0/6 anni, infatti, collaborano con i servizi socio-sanitari nel rispetto delle reciproche competenze e nell’ottica dell’integrazione delle competenze e delle professionalità secondo le modalità previste negli appositi accordi di programma e protocolli di intesa istituiti a livello locale dall’ente e dai soggetti coinvolti nel processo di integrazione scolastica e sociale dei bambini in situazione di disagio o di handicap.Gli incontri possono essere realizzati su iniziativa dei servizi socio-sanitari o del coordinamento pedagogico, prevedono sempre la partecipazione del coordinamento pedagogico; è prevista la partecipazione della famiglia se ritenuta opportuna o richiesta dalla stessa . In preparazione degli incontri il personale, insieme al coordinamento pedagogico, concorda e predispone il materiale documentario da presentare ( osservazioni, diari, video etc..).Degli incontri viene redatto un verbale a cura del personale educatore-insegnante che viene conservato nel dossier documentario del bambino.

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LA PARTECIPAZIONE DELLE FAMIGLIELa famiglia oggi presenta profonde modificazioni, strutturali e molteplici tipologie rispetto al passato, anche recente. La composizione della famiglia poco numerosa, l'accresciuta consapevolezza dei nuovi ruoli sociali della donna ecc. aumentano il grado di responsabilità educativa dei genitori nei riguardi dei figli, ma spesso tale nuova situazione si accompagna a vissuti di incertezza e di ansia, mancando nella società una cultura delle cure e un modello educativo di riferimento. Ne deriva il rischio di un investimento emotivo-affettivo dei genitori sul proprio figlio con conseguenti e possibili danni, in alcuni casi, alla sua autonomia e identità.Le istituzioni dell'infanzia che concorrono a liberare e coltivare le potenzialità del bambino, non possono sottrarsi ad una collaborazione arricchente e funzionale con i genitori, sulla base di una reciproca conoscenza e del rispetto delle competenze di ciascuno.Famiglia e nido possono e debbono darsi delle convergenze nelle responsabilità educative ovviamente a livello differenziato. I servizi per l'infanzia si pongono, per le famiglie, come occasione di ridefinizione dei problemi educativi e di confronto con professionisti dell’educazione (educatori, insegnanti, pedagogisti, pediatri e operatori AUSL).La partecipazione delle famiglie all’attività educativa e alla gestione delle istituzioni comunali per l’infanzia è sostenuta da varie forme di incontri: assemblea generale, assemblea di sezione, comitato, consulta nonché colloqui individuali, gruppi di studio, incontri territoriali tematici. Si conferma l’importanza di perseguire i seguenti obiettivi:

• potenziare e coordinare i rapporti con le famiglie;• presentare e discutere le scelte educative elaborate nel progetto educativo;• sostenere la cura e la diffusione delle istituzioni scolastiche ed educative rivolte

alla prima infanzia.La diversificazione della partecipazione delle famiglie a vari livelli, riconosce alle singole istituzioni quello specifico ruolo di supporto alla genitorialità, di aiuto al complicato ruolo di padre e madre, di concreta collaborazione alla risoluzione di ansie, di spazi di verifica degli apprendimenti cognitivi e sociali dei bambini attraverso la realizzazione dei colloqui individuali con i genitori, degli incontri di sezione e dell’Assemblea annuale di apertura dell’anno scolastico.I Nidi d’infanzia sono amministrati dal Comune che si avvale della collaborazione e dell'opera di organismi di gestione quali il collettivo, l’intercollettivo, l’assemblea di base, l’assemblea di sezione, il comitato e la consulta.

Assemblea generaleE’ formata dal collettivo e dai genitori dei bambini frequentanti l’istituzione, all’assemblea può partecipare anche il coordinamento pedagogico.L'assemblea discute e verifica il progetto educativo presentato dal collettivo e rappresenta la struttura primaria dell’incontro tra istituzione e famiglia. L'assemblea di base elegge i rappresentanti dei genitori e il Presidente e Vice-Presidente che dovranno

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fare parte della Consulta e che rimarranno in carica per tutto il tempo in cui il/la figlio/a frequenterà il Nido o la scuola dell'infanzia. Viene convocata n. 2 volte all’anno.

Comitato di gestione Rappresenta l’istituzione è composto da un’ educatrice e da un genitore per ciascuna sezione e da una sola rappresentante del personale ausiliario e di cucina. La designazione è svolta all’inizio dell’anno scolastico, sia per il personale dipendente dell’ente che per i genitori. Ha il compito di individuare le tematiche più significative da sottoporre in Consulta per approfondire le tematiche educative. Svolge funzioni di raccordo con gli altri genitori. Si riunisce, tre volte nell’arco dell’anno

ConsultaCostituisce la sede principale in cui si affrontano i problemi generali dei servizi per l’infanzia comunali ed è l’organo di collegamento tra i servizi 0/6 anni e l’amministrazione comunale per la formulazione delle scelte prioritarie che riguardano l’organizzazione generale dei Nidi e delle scuole e le iniziative a sostegno dei diritti dell’infanzia e per la difesa e la qualità delle istituzioni comunali.Si riunisce, di norma ogni tre mesi.E’ composta da :-Assessore competente in funzione di Presidente- Presidente o Vice-Presidente di ogni Comitato -un rappresentante per ciascuna istituzione designati con turnazione annuale dai rispettivi collettivi-il coordinamento pedagogico delle istituzioni comunali dell’infanzia.Ha i seguenti compiti:

- favorire il collegamento e lo scambio di esperienze tra le varie istituzioni e fra le istituzioni ed il territorio

- avanzare proposte circa l’orario e l’apertura dei servizi all’utenza- presentare eventuali petizioni, mozioni e documenti da portare all’attenzione del

Consiglio Comunale - preparare modifiche o aggiunte al Regolamento delle istituzioni comunali.

Assemblea di sezione ( incontro di sezione)E’ rivolta ai genitori dei bambini frequentanti lo stesso gruppo- sezione ed è condotta dai rispettivi educatori. L’obiettivo principale è una corretta e costante informazione sulla programmazione e sul progetto educativo del gruppo-sezione, sui problemi psicopedagogici correlati all’età, sulle scelte metodologiche e sulle singole attività. In preparazione dell’incontro gli educatori o gli insegnanti approntano la documentazione per i genitori (relazioni, videoregistrazioni, diatape, disegni, pitture, etc.) in modo da facilitare la comprensione del contesto educativo.Si realizzano quattro incontri all’anno.

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Colloquio preliminare è il primo momento di conoscenza reciproca tra genitori ed educatrici. E’ indispensabile alle educatrici per conoscere il bambino attraverso le parole dei genitori e nel contempo per cogliere alcuni aspetti della relazione che questi hanno con il proprio figlio.Il colloquio viene condotto in modo non direttivo utilizzando forme comunicative che invitano il genitore a sviluppare il discorso, piuttosto che a censurarlo.Da questa occasione emerge un primo profilo del bambino: le sue abitudini nel pranzo, nel sonno, nel cambio, le sue preferenze nei giochi, le intolleranze e/o allergie alimentari, le esperienze che il bambino ha fatto ecc).Generalmente il colloquio preliminare è anche un momento di appoggio alla famiglia per aiutarla ad esplicitare ansie e problemi di fronte a un’esperienza di per sé ansiogena e comunque nuova.

Colloqui individualiSi tratta di incontri realizzati su iniziativa degli educatori o su richiesta dei genitori. Hanno lo scopo di realizzare una comunicazione ed una relazione Nido - famiglia contrassegnata dalla collaborazione, dalla corresponsabilità educativa, dalla ricerca di un’alleanza educativa in cui i reciproci saperi si confrontano e si concordano linee e strategie educative.I colloqui vengono preparati mediante la condivisione all’interno dell’èquipe educative dei contenuti e delle modalità di conduzione , anche predisponendo materiali documentari.

Incontri di sostegno alla genitorialitàRealizzati nell’ambito del progetto di sostegno alla genitorialità, progetto di qualificazione dei servizi rivolti all’infanzia, nato dalla collaborazione dei Comuni di Riccione e Misano Adriatico.Si tratta di incontri di approfondimento, condotti da esperti esterni, che trattano tematiche correlate allo sviluppo infantile. Possono essere momenti plenari rivolti a tutta la cittadinanza (Serate tematiche), o incontri ( di norma due) realizzati all’interno della singola istituzione educativa (gruppi territoriali).Per garantire una maggiore partecipazione dei genitori ai gruppi tematici territoriali e per dare risposta all’esigenza di riuscire a conciliare tempi di lavoro, tempi di cura dei figli e tempo di vita, durante il gruppo tematico territoriale, viene offerto un servizio di accoglienza nell’istituzione dei bambini e dei loro fratelli frequentanti le istituzioni per l’infanzia comunali .Per il progetto di sostegno alla genitorialità di prevedono nell’a.s 2006-2007, i seguenti laboratori:

o Laboratorio “Costruzioni con…stoffa”La cura e la personalizzazione degli spazi con oggetti e prodotti realizzati con le proprie mani contribuisce ad arricchire di significati e vissuti lo spazio domestico.Si terranno quattro incontri per la realizzazione di prodotti creativi in stoffa attraverso attività di taglio e con l’ausilio di macchine da cucire.

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o Laboratorio “Ceramica con…arte”Se è vero che l’incontro tra soggetti avviene sempre in un tempo e uno spazio, il laboratorio è , prima di tutto, un tempo e uno spazio della relazione capace di dare valore al piacere dell’incontrarsi con altri. In secondo luogo è uno spazio di comunicazione, di espressione, di azione e trasformazione: infine è uno spazio di ricerca e sperimentazione di diversi linguaggi matrici.Verranno realizzati due incontri per la decorazione di oggetti in terracotta con l’utilizzo di smalti, attraverso l’ideazione di immagini che verranno utilizzate per il decoro.

o Laboratorio “Cucina con… gusto”L’alimentazione dei bambini è sempre stato, e continua ad essere, un fattore centrale nello sviluppo infantile e la preparazione di un menu sano e nel contempo gradito ai bambini è un obiettivo che ogni genitore quotidianamente si pone. Il laboratorio si propone di offrire ai genitori la possibilità di preparare alcune ricette scelte dalla tabella dietetica delle istituzioni educative e scolastiche comunali con la conduzione ed i suggerimenti dei cuochi e delle cuoche dei servizi educativi e scolastici.Si terranno tre incontri per la preparazione di un primo, un secondo con contorno e un dolce.

Festa La festa è un momento collettivo di partecipazione di tutto il personale e di partecipazione sociale realizzato a fine anno dai Nidi . Per le famiglie è un’ occasione per incontrarsi ed allargare la rete delle conoscenze, per conoscere il percorso educativo e didattico realizzato nel corso dell’anno scolastico, attraverso la documentazione predisposta per l’occasione dal personale.Il personale di ogni sezione collabora alla realizzazione della festa assumendosi compiti che consentono la restituzione alle famiglie di “tracce” che testimoniano la qualità del progetto educativo in termini di processi ed esperienze realizzate.Si svolge all’interno dei giardini del Nido dalle ore 18.00 alle ore 20.00 .

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LE ATTIVITÀ PROFESSIONALI

La progettualità pedagogica e la programmazione educativa e didatticaIl collettivo del nido Rodari prevede una programmazione del servizio elaborata collegialmente ed una di sezione, curata dal team delle educatrici di riferimento al gruppo dei bambini. La programmazione didattica, con la quale si passa dal lavoro occasionale a quello intenzionale, serve per organizzare e strutturare percorsi di attività finalizzati al conseguimento di traguardi di sviluppo, in termini di abilità e competenze rispondenti all’età.Ogni programmazione, seppur differenziata per sezione, prevede momenti d’intersezione (incontro di sezioni diverse per età) finalizzati a:- un maggiore scambio sociale tra bambini ed tra adulti- valorizzare i bambini più grandi che si responsabilizzano verso i più piccoli- facilitare lo sviluppo cognitivo e sociale dei bambini più piccoli attraverso

l’imitazione dei più grandi- ampliare le opportunità ludico-motorie mediante l’utilizzo di strutture e giochi

diversi da quelli della propria sezione.Questi momenti di intersezione si vivono all’interno di una stessa sezione attraverso un’opportuna suddivisione dei bambini.Il collettivo ritiene indispensabile, nell’elaborazione della programmazione, considerare l’elemento ‘flessibilità’ rispetto a tempi, spazi, attività, strumenti, obiettivi. Esso garantisce apertura a nuove opportunità anche attraverso la modifica o il cambiamento giornaliero o settimanale dei percorsi individuati a favore di nuove esperienze e occasioni d’apprendimento.Parlare di programmazione comporta necessariamente il considerare la verifica, poiché è tramite la verifica che si può decidere se la programmazione sia stata efficacemente progettata e possa quindi proseguire il suo corso o se sia necessario introdurvi modifiche, adattamenti, momenti di individualizzazione e sostegno per casi particolari.Ecco perché è bene parlare di verifiche piuttosto che di verifica al singolare: non si tratta soltanto di una valutazione conclusiva, ma di una valutazione sul processo in corso, per evitare di commettere errori, perdendo il polso della realtà concreta su cui si sta operando.Si prevedono alcuni momenti di verifica che possono essere:- dopo i passaggi interni- ad inserimenti avvenuti- durante il primo periodo di frequenza- ed al termine della frequenza.Altre verifiche possono essere predisposte, ad esempio, dopo l’introduzione di qualche cambiamento nella prassi abituale e quindi mirate ad accertarne la produttività.

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Il metodo del lavoro di gruppo si sostanzia in:

Il collettivo che comprende tutte le educatrici, le ausiliarie, la cuoca in servizio presso il nido, solitamente si riunisce una volta a bimestre ed offre l’opportunità di mettere in atto un confronto aperto tra i diversi operatori finalizzato prioritariamente a:- garantire un’efficiente organizzazione e gestione del servizio- definire le linee di programmazione- verificare il lavoro effettuato. Rispetto alla programmazione di sezione, progettata e realizzata all’interno dell’attività collegiale, il collettivo può offrire molte opportunità di riflessione in merito all’allestimento di spazi, la scansione dei tempi, le tipologie di attività previste e offrire sollecitazioni per ampliare il confronto sulle osservazioni dei comportamenti e gli atteggiamenti dei bambini, sui diversi stili di relazione delle educatrici.Il confronto e l’integrazione tra saperi ed esperienze è utile ai fini di un arricchimento professionale che oltre ad essere personale è prima di tutto collettivo.La modalità di attivare confronti e problematizzare situazioni educative viene proposto anche nella delicata fase di transizione dal periodo invernale a quello estivo, momento in cui personale stagionale (educatore ed ausiliario) entra a far parte dei collettivi delle istituzioni.Il passaggio di consegne e l’istruzione al sosia ai nuovi operatori stagionali viene garantita tramite due modalità comunicative e comportamentali: la prima riguarda il passaggio di informazioni, da parte delle educatrici di ruolo alle

educatrici stagionali, relative alla vita del gruppo, alle esperienze che questo ha condotto, ad eventuali situazioni di disagio e handicap presenti;

la seconda comporta una condivisione delle modalità organizzative della sezione (rispetto delle abitudini, dei ritmi, delle routine..) al fine di programmare in modo congiunto interventi ed attività educative, da realizzarsi nel collettivo.

Si riunisce ogni due mesi, dalle 16.00 alle 19.00.

Il mini-collettivoE’ un incontro di lavoro che richiede la partecipazione di tutto il personale educatore , è autogestito ed ha le seguenti finalità:

- produzione di materiali e schede sintetiche preparatori in vista della discussione su tematiche educative, organizzative e gestionali da porre all’attenzione del collettivo, del coordinamento pedagogico, della Consulta, dell’intercollettivo,degli incontri con gli esperti della ricerca-azione sullo sviluppo sociale dei bambini e/o del corso di formazione

- documentazione finale della ricerca-azione sullo sviluppo sociale dei bambini

- Ideazione e preparazione di iniziative rivolte alle famiglie ( Assemblea generale e feste)

Si realizzano quattro incontri all’anno dalle 16.00 alle 18.00.

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L’a ttività collegiale è un incontro di lavoro, che si tiene ogni mese da ottobre a giugno ( escluso dicembre) dalle 16.00 alle 19.00, organizzato come segue:a)con la partecipazione di tutto il personale educatore che opera all’interno del servizio , autogestito, avente le seguenti finalità:

- Definizione attività di intersezione - Stesura e revisione del progetto educativo- Stesura documenti e cura della documentazione del Nido - Preparazione di materiali, schede, documentazioni utili alla realizzazione delle

iniziative rivolte ai genitori (assemblee generali, gruppi territoriali etc..)- produzione di materiali e schede sintetiche preparatori in vista della discussione

b) con la partecipazione del personale educatore che opera all’interno di una sezione . per le seguenti finalità:

- elaborazione della programmazione, sua verifica e valutazione, definizione di ipotesi di intervento/miglioramento-Redazione di osservazioni, confronto e discussione in gruppo su queste, compilazione di griglie di osservazione

- Documentazione rivolta ai bambini, ai genitori, al servizio

L’ i ntercollettivo E’ un gruppo lavoro, coordinato dal coordinamento pedagogico, cui partecipano tutti gli educatori dei Nidi d’infanzia L'intercollettivo è condizione di confronto, di collaborazione di tutto il personale partecipante, favorisce l'omogeneizzazione e la continuità delle esperienze educative e didattiche, facilita la comunicazione diretta tra il personale e lo studio di esperienze innovative sia locali, sia nazionali.Vengono concordate in tale sede le tematiche e le modalità di svolgimento della formazione permanente, le iniziative rivolte ai genitori e le attività esterne di sensibilizzazione, specie sui diritti dell'infanzia..Si realizzano quattro incontri all’anno dalle 16.00 alle 19.00.

L’attività di sezione Sperimentalmente è stata introdotta una nuova tipologia di incontro al fine di dare più spazio e tempo al personale di sezione per la definizione del piano settimanale di attività, per la verifica della programmazione e la definizione di ipotesi di intervento/ miglioramento, per il confronto e la discussione sulle osservazioni giornaliere.A turno settimanale, l’educatrice in servizio a settimana corta svolge dalle ore 13.30 alle ore 15.00 attività lavorativa supplementare per realizzare insieme ai colleghi l’attività di sezione.

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Aggiornamento , formazione in servizio e autoformazioneL’aggiornamento, inteso come esigenza di rinnovare e qualificare la professionalità degli operatori è ormai un concetto condiviso da tutta la realtà educativa. In quanto strettamente connesso all’aspetto della formazione, diversi e costanti sono i momenti ad esso dedicati nell’arco dell’anno scolastico.1 Prima dell’apertura delle istituzioni è prevista una settimana, “fase intensiva”, che

prevede incontri di tipo plenario, aperti cioè a tutto il personale delle istituzioni comunali (nidi e scuole dell’infanzia) di Riccione e Misano Adriatico. Tali incontri vertono su temi generali di interesse comune e sono tenuti da esperti. In un secondo momento, il corso di aggiornamento – formazione si struttura in modo diverso per le educatrici del nido, le insegnanti della scuola dell’infanzia, il personale ausiliario e di cucina.Le educatrici del nido si incontrano con l’esperto per approfondire tematiche inerenti l’età evolutiva e/o il lavoro educativo e questo percorso, prosegue durante l’inverno a cadenza mensile.La fase intensiva del corso di formazione non esclude momenti di autogestione, in cui il personale docente, generalmente diviso per il tipo di istituzione a cui appartiene, è invitato a confrontarsi sulla propria esperienza professionale supportato dalla lettura di materiale (stralci di opere pedagogiche, articoli di riviste educative ecc.).Il corso di aggiornamento si conclude con la suddivisione dei collettivi nelle rispettive sedi di lavoro, dove le educatrici preparano i nidi all’apertura del nuovo anno scolastico.

2 Durante l’anno scolastico il corso di formazione prosegue nei collettivi ed intercollettivi, sede questi ultimi, di verifica del lavoro svolto e di proposte per ulteriori e/o nuovi studi su tematiche di interesse ed esigenze comuni. Questi momenti, che si tengono con regolarità (1 volta a bimestre), offrono infatti la vera occasione per un arricchimento personale e collettivo, rendendo la formazione in servizio continua.

3 Non meno importanti sono tutte quelle occasioni, come partecipazioni a convegni, gruppi territoriali, scambi ed altro, che fanno “uscire” il personale dal proprio nido per avere un confronto più ampio con altre operatrici di istituzioni per l’infanzia su tematiche educative.

4 L’aggiornamento – formazione del personale, ha previsto in passato anche una parte di tipo tecnico – pratico, che si è avvalsa di esperti di laboratori attivati esternamente all’istituzione, e della collaborazione dei genitori nei laboratori attivati internamente. In entrambi i casi il personale ha la possibilità di apprendere nuove tecniche e/o di consolidare quelle già acquisite.

Anche il personale ausiliario, le cuoche e la sarta, come le educatrici, sono tenute a seguire corsi di aggiornamento, tenuti anch’essi da esperti su tematiche afferenti la loro funzione nell’istituzione o relativi all’acquisizione o al consolidamento di tecniche (laboratori di cucina, batik, stencil, falegnameria….).

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Con l’autoformazione gli educatori, singolarmente o in gruppo, consultano materiali informativo/formativi (articoli, libri, documentazione di esperienze o progetti etc..) allo scopo di sviluppare e qualificare la propria professionalità.L’autoformazione è collegata: - all’azione per il miglioramento della qualità del servizio ( ad.es preparazione incontri per i genitori etc..) - alla circolarità tra teoria-prassi, tra sapere e fare ( ad.es approfondimenti sulla programmazione, sulla metodologie, sulle attività etc..)

- alla ricerca sull’educazione.

La ricerca-azioneTutti i Nidi di Riccione realizzano una ricerca –azione avente per tema lo sviluppo sociale del bambino e il ruolo del nido in considerazione dell’enfasi, della sottolineatura e della preoccupazione che il nido sia un luogo adeguato a questo sviluppo. Sviluppo da tutti sentito e avvertito come cruciale ai fini, non solo della definizione dell’idea stessa di un “essere umano” pienamente compiuto, ma anche per la costruzione dei relativi percorsi educativi per permettere questa compiutezza del soggetto.La conduzione della ricerca è dott. Francesco Caggio (pedagogista e collaboratore dell’Università di Milano- Bicocca, Facoltà Scienze della formazione) in collaborazione con il Coordinamento pedagogico comunale (Dott.ssa Bernardi Barbara). Nell’anno 2005-2006 è stata realizzata un’indagine esplorativa finalizzata a descrivere le rappresentazioni sociali possedute da chi opera con i bambini.Il percorso di ricerca ha previsto la costruzione e l’utilizzo di un questionario e si è avvalso di osservazioni condotte sul campo dalle educatrici. Il progetto ha trovato spazio all’interno della Rassegna finale del Progetto Scuola Beni Naturali Ambientali Culturali.Per l’anno 2006-2007 il progetto di ricerca prosegue con l’attivazione di micro-sperimentazioni orientate ad approfondire le variabili che intervengono nella relazione tra bambini. E’ prevista la partecipazione al Convegno nazionale organizzato dal gruppo Nidi-Infanzia che si terrà a Verona nel marzo 2007, per far conoscere l’esperienza condotta e i risultati ottenuti

L’osservazioneL’osservazione è un comportamento che permette di porre attenzione ad un particolare fenomeno, situazioni o evento e si distingue dal semplice guardare in quanto si tratta di uno sguardo mirato e non generico, che tende a mettere a fuoco ciò che l’osservatore ritiene più significativo o rilevante in relazione ai suoi interessi e alle sue motivazioni. L’osservazione è uno strumento conoscitivo privilegiato soprattutto quando il bambino è piccolo, in quanto le sue capacità di espressione verbale e abilità concettuali sono ancora molto limitate. Pertanto utilizzato al nido permette alle educatrici di conoscere meglio e in modo più approfondito il bambino e conseguentemente di mettere a punto precise strategie di intervento.I dati raccolti dall’osservazione vengono utilizzati in un confronto di team o in collettivo.

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Questo aiuta l’operare quotidiano dell’educatrice per non fermarsi a impressioni e per intervenire sul piano educativo in modo più mirato e non per ultimo verificare l’efficacia di alcune scelte e comportamenti adottati.

La documentazioneLa documentazione è un’attività di raccolta, sistematizzazione, elaborazione e diffusione di materiali relativi ad uno specifico contesto, esperienza, progetto, gruppo etc.. che deve essere continua e sistematica.E’ una risorsa informativa che consente di lasciare tracce leggibili delle programmazioni/dei progetti, di non smarrire il senso delle cose fatte per poterci ritornare sopra, per riflettere, per far conoscere agli altri ciò che si è fatto; è uno strumento di verifica per ri-progettare partendo dal percorso realizzato. La documentazione crea una memoria individuale, collettiva e istituzionale.Destinatari della documentazione sono i bambini, le famiglie, il servizio,l’esterno. La documentazione è strettamente collegata e correlata al progetto di un servizio, dalla sua ideazione alla sua fase conclusiva; non tutto va documentato gli educatori-insegnanti hanno il compito di selezionare gli elementi rilevanti e significativi delle esperienze.

Strumenti professionali: osservazioni-schede-questionari La professionalità degli educatori-insegnanti si esplica anche il relazione all’utilizzo di strumenti professionali volti ad incrementare la conoscenza dei bambini nonché la capacità di intervento e progettuale degli operatori in relazione alle caratteristiche originali dei bambini , al loro livello di sviluppo ed ai profili formativi attesi in uscita . Per le situazioni di disagio e di handicap devono essere realizzati diari, osservazioni, ordinate anche in griglie, documentazioni. Per il passaggio dei bambini dal Nido alla scuola dell’infanzia le educatrici hanno il compito di compilare una scheda relativa al profilo del bambino (cfr. allegato).

Incontri con il coordinamento pedagogico

Si realizzano su iniziativa dei coordinatori pedagogici o su richiesta degli educatori. Sono finalizzati all’indirizzo e al sostegno al lavoro degli operatori, alla definizione di ipotesi interpretative e di intervento rispetto a singoli casi e/o situazioni problematiche, alla valutazione della programmazione e alla elaborazione di eventuali correzioni o aggiustamenti, alla preparazione dei colloqui con le famiglie. Gli operatori, in preparazione degli incontri, predispongono materiali informativi relativi ai bambini sui quali verte il confronto.

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IL COORDINAMENTO PEDAGOGICO

Il coordinamento pedagogico, formato dal dirigente del Settore Pubblica Istruzione e dai funzionari-pedagogisti delle istituzioni comunali per l’infanzia, analizza i mutamenti sociali e culturali, rileva e interpreta i bisogni per costruire un progetto educativo e culturale nell’ambito delle politiche della e per l’infanzia del territorio riccionese.Rende questo progetto visibile, ne definisce gli indirizzi e gli scenari futuri, ne promuove lo sviluppo e la qualificazione .

Poiché il valore dei servizi erogati è strettamente conseguente alla capacità di controllarne e valutarne la qualità, attiva percorsi di valutazione , con la collaborazione delle famiglie, degli operatori e dell’amministrazione, funzionali alla costruzione di servizi di qualità.Con l’intento di sviluppare la qualità dei servizi promuove progetti di formazione degli operatori e progetti di innovazione, di ricerca –sperimentazione anche in collaborazione con altre agenzie formative.Persegue l’integrazione delle competenze e delle professionalità raccordando i servizi educativi con i servizi sociali e socio-sanitari secondo principi di coerenza e collaborazione.

Per ciò che attiene agli operatori dei servizi educativi, il coordinatore pedagogico li coordina, li indirizza e li sostiene nella loro attività professionale nonché nell’elaborazione del progetto educativo dei Nidi e dei piani dell’offerta formativa delle scuole dell’infanzia.

Le famiglie possono avvalersi del coordinatore pedagogico se insorgono problematiche relative alla loro relazione con i servizi e per avere una consulenza educativa sui temi dello sviluppo, della cura e dell’educazione dei figli. Allo scopo di sostenere i genitori nell’esercizio del loro ruolo il coordinamento pedagogico promuove iniziative e progetti su questi temi.Nell’ottica di una comunità educante, ovvero dell’educazione non come fatto privato ma come responsabilità di un’intera collettività, promuove inoltre iniziative e progetti sul tema della cultura e dei diritti dell’infanzia.

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IL RACCORDO CON IL TERRITORIO E ALTRI SERVIZIIl nido d’infanzia si colloca in un contesto più allargato, in un sistema di rapporti con il territorio.Il principale rapporto è quello con l’assessorato alla Pubblica Istruzione, che cura e organizza corsi di aggiornamento, scambi pedagogici con realtà territoriali diverse…Inoltre nel tempo si sono stabiliti rapporti anche con il quartiere tramite le uscite con i bambini.Altre occasioni di rapporto esterno sono contraddistinte dal confronto con le scuole per le infanzia in prospettiva dei passaggi dei bambini da un’istituzione all’altraIl passaggio è preceduto da:

Incontro fra coordinamento pedagogico, insegnanti ed educatrici per decidere e condividere le modalità da adottare nel passaggio (tempi, permanenza dell’educatrice, incontri con i genitori...)

Colloqui fra educatrici ed insegnanti per comunicare informazioni relative alle esperienze condotte al nido dai bambini che ‘passano’

Incontro di sezione in cui le educatrici ‘preparano’ i genitori al passaggio fornendo le seguenti informazioni:a) modalità di passaggio;b) elementi che garantiscono la continuità fra le due istituzioni (scuola - nido):

rispetto dell'individualità del bambino, importanza delle relazioni, disponibilità delle routine e senso del tempo…

c) elementi di discontinuità: rapporto numerico, spazi diversi, progetti diversi…d) obiettivi perseguiti con i bambini per “attrezzarli” ad affrontare anche le

discontinuità sopraelencate. Preparazione del bambino al passaggio attraverso:

consolidamento delle autonomie “enfatizzazione del passaggio”: preparazione delle cartelline o valigie in cui

sono contenuti tutti i lavori del bambino.Il passaggio alla scuola dell’infanzia segue una modalità ormai collaudata che prevede la presenza a scuola di un’educatrice che funge prioritariamente da accompagnatrice.

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