31
I Regni del Nord (IX-XIII sec.) Francesco D’Angelo Mårten Eskil Winge - Battaglia di Thor con i giganti Peter Nicolai Arbo Olav Haraldsson in preghiera prima della battaglia di Stiklestad

I Regni del Nord

Embed Size (px)

Citation preview

I Regni del Nord (IX-XIII sec.)Francesco D’Angelo

Mårten Eskil Winge - Battaglia di Thor con i giganti

Peter Nicolai Arbo – Olav Haraldsson in preghiera prima della battaglia di Stiklestad

L’Età delle Migrazioni(V-VI sec.)

• Goti (Geati, Gautar) provenienti dal Gotland;

• Longobardi, originari della Scania;

• Angli e Juti, dallo Jutland;

Vichinghi: dal norreno víkingr, indicava i partecipanti a spedizioni in mare per motivi di commercio, razzia o conquista.

Normanni: “uomini del nord”, termine di origine germanica.

Rus’: forse da roðs, “rematori”; nome con cui gli scandinavi erano conosciuti presso gli Slavi. La Rus di Kiev sarà chiamata anche “Grande Svezia” e Garðariki (“Regno delle città”).

Variaghi: dal norreno væringjar, cioè “uomini legati tra loro da un giuramento”; appellativo dato loro dagli Arabi e dai Bizantini.

Danegeld: “tributo dei Danesi”

Danimarca: Danmǫrk, ovvero “marca dei Danesi”.Svezia: Svíariki, “regno degli Svedesi”.Norvegia: Nóregr, “via del Nord”.

L’età dei Vichinghi (VIII-XI sec.)

793: attacco vichingo all’abbazia di Lindisfarne;

807: i norvegesi attaccano l’Irlanda;834: attacco danese in Frisia;prima dell’839: i Rus’ fondano Hólmgarðr (Novgorod);

839: i norvegesi fondano Dublino;844: i vichinghi attaccano La Coruña, Cadice e Siviglia;

845: i Danesi devastano Amburgo;850: saccheggio di Londra e Canterbury;860: i vichinghi di Hastein saccheggiano Luni; i Rus’ assediano Costantinopoli;

878: trattato di Wedmore tra il capo vichingo Guthrum e il re anglosassone Alfredo il Grande, e riconoscimento ufficiale del Danelaw (“legge dei Danesi”);

911: re Carlo il Semplice cede al capo vichingo Rollone (Hrólfr) parte della Neustria, che da allora diventerà il ducato di Normandia;

947-948 e 952-952: Eiríkr Haraldsson Blóðøx re di Jórvik (Northumbria);

991-995: raid danesi e norvegesi in l’Inghilterra;

1003-1004: Sveinn Barbaforcuta attacca l’Inghilterra;

1013: re Sveinn conquista l’Inghilterra;1016: Canuto il Grande, re di Danimarca, conquista l’Inghilterra; nel 1028 conquista anche la Norvegia;

1066: Haraldr lo Spietato, re di Norvegia, muore a Stamford Bridge.

Il Danelaw

Emigrazione

norvegese nelle Orcadi, Ebridi, Shetland (fine VIII sec.), in Islanda e nelle Fær Øer (IX sec.)

Insediamenti

norreni in

Groenlandia

(982-986)

• Duplice trasformazione del potere: da locale a nazionale, vincendo gradualmente il particolarismo regionale; da potere sugli uomini a potere sul territorio.

• Conversione al cristianesimo.• Le spedizioni vichinghe individuali diminuiscono,

e vengono infine vietate; contemporaneamente, aumentano le guerre di conquista, guidate dai re.

• I re incentivano l’urbanizzazione, fondando nuove città oppure ingrandendo e fortificando centri già esistenti.

• Lenta e graduale affermazione del principio di successione individuale al trono.

• I regni nordici non conobbero il feudalesimo, se non in un’epoca tarda e in forme spurie.

La formazione delle monarchie scandinave

Haraldr Dentenero (c. 958-987), primo re cristiano, rafforzò il potere regio ed estese il suo dominio sulla Scania meridionale e l’area dell’Oslofjord.Suo figlio Sveinn Barbaforcuta conquistò, per breve tempo, l’Inghilterra (1013) e, nel 1000, estese ulteriormente il controllo sulla Norvegia.Il suo successore, Canuto il Grande, conquistò l’Inghilterra nel 1016, e tra il 1018 e il 1028 creò l’“impero del Nord” unendo Danimarca, Norvegia e Inghilterra. Alla sua morte, nel 1035, l’impero si sfaldò e, tra il 1042 e il 1047, la Danimarca fu governata da un re norvegese, Magnús Olafsson.Con Sveinn Estridsson (1047-1076), il paese riacquistò l’indipendenza, tuttavia le leggi di successione, che davano a tutti gli eredi uguali diritti e prevedevano la possibilità di reggenze condivise, indebolirono il potere monarchico. Solo nella seconda metà del XII secolo, dopo lunghe guerre civili, si affermò il principio della successione individuale al trono. Nel XII secolo, inoltre, il regno si espanderà a oriente, conquistando e convertendo con la forza le popolazioni baltiche ancora pagane.

Danimarca

NorvegiaNell’872 Haraldr hárfagri (“Chiomabella”) unifica il regno, ad eccezione dell’Oslofjord. I suoi dicendenti regneranno fino al 970, quando la Norvegia verrà divisa tra i conti di Lade (Trondheim) e Haraldr Dentenero.Nel 995 Olaf Tryggvason conquista il potere, ma cade nella battaglia di Svold (1000) contro una coalizione danese-svedese-norvegese; il regno è nuovamente diviso, stavolta in due aree di influenza, una danese e una norvegese, con i conti di Lade come reggenti.Nel 1015 Olaf Haraldsson unifica tutto il regno, ma nel 1028 i magnati si ribellano al suo governo e chiamano Canuto il Grande; Olaf fugge in Russia, e muore nel 1030 nel tentativo di riconquistare il trono. Nel 1031 sarà proclamato santo.Nel 1035 Magnús Olafsson viene richiamato in patria, la monarchia norvegese risorge. Nel 1066 re Haraldr lo Spietato muore nel tentativo di conquistare l’Inghilterra. Dopo lunghe guerre civili nel XII secolo, la Norvegia emergerà nel ‘200 come una potenza nel Nord, instaurando relazioni diplomatiche con i più importanti sovrani europei.

SveziaIl regno di Svezia nacque dalla graduale unione di due regioni, lo Svealand, o «terra degli Svíar», e il Götaland, o «terra dei Götar». Olof Skötkonung (995-1022) fu il primo a essere chiamato re sia degli Svíar che dei Götar. Ciononostante, la rivalità tra i due gruppi perdurò almeno fino alla fine del XII secolo; contemporaneamente, il paese fu coinvolto in lunghe guerre civili, come i suoi due vicini; nel complesso, in Svezia il potere monarchico incontrò maggiori difficoltà nell’affermarsi rispetto a Danimarca e Norvegia. Fino al 1973 i re svedesi mantennero il titolo di “re degli Svedesi, dei Götar e dei Vendi”.Nell’XI secolo i re svedesi adottarono una politica dell’equilibrio, sostenendo di volta in volta la potenza più debole nei conflitti tra danesi e norvegesi per impedire l'unificazione delle due nazioni. L’espansione del regno seguì la rotta a est, nel Baltico e nell’odierna Finlandia, quest’ultima conquistata nel 1157 e convertita con la forza al cristianesimo.

Altre date importanti1027: Canuto il Grande a Roma per l’incoronazione

imperiale di Corrado II;1075-1081: Gregorio VII scrive ai monarchi scandinavi;1104: nasce l’arcivescovato di Lund (Danimarca);1107-1111: crociata di Sigurðr Jórsalafari, re di

Norvegia;1153: nasce l’arcivescovato di Nidaros (Norvegia);1163: consacrazione di Magnús Erlingsson, re di Norvegia;1164: nasce l’arcivescovato di Uppsala (Svezia);1170: consacrazione di Canuto (Knútr) Valdimarsson di

Danimarca;1262-1264: Hákon Hákonarson di Norvegia sottomette

Islanda e Groenlandia.1389: Unione di Kalmar sotto Margherita I di Danimarca;

l’unione terminò nel 1523 con la secessione della Svezia.

La società scandinavabóndi (pl. bœndr): libero proprietario terriero; potevano essere considerevolmente ricchi e influenti.höfðingi (pl. höfðingjar) «capo»; hersir (pl. hersar) «signore»: capi locali che in virtù dei loro possedimenti e della loro ricchezza potevano permettersi di mantenere un seguito armato (hirð). In Islanda erano chiamati goði (pl. goðar).jarl (pl. jarlar): «conte», titolo a cui potevano ambire solo i capi più potenti; nel 1237 sarà introdotto il titolo di hertogi (duca).konungr (pl. konungar): «re».lendr maðr (pl. lendir menn): «uomo [che ha ricevuto] della terra», carica introdotta nell’XI secolo in Norvegia. Ricevevano terra dal sovrano, di cui diventavano i rappresentanti nei distretti di competenza.þing: assemblea degli uomini liberi; c’erano assemblee distrettuali e assemblee regionali con competenze più ampie. In Islanda l’assemblea generale era chiamata Alþing.Lagamaðr: «uomo di legge»; lögsögumaðr: «colui che dice la legge».

Rígsþula - Il carme di RígrUn giorno Rígr (Heimdallr), andando in giro come un viandante, si presentò a una casa dall’aspetto misero. Qui fu accolto da Ai (Bisnonno) ed Edda (Bisnonna); Rígr mangiò con loro e si trattenne per tre notti, poi riprese il viaggio. Nove mesi dopo, Edda partorì un figlio, Þræll (Schiavo), che aveva la pelle scura e i tratti grossolani; Þræll sposò Þír (Schiava), e i loro figli ebbero nomi come Garzone, Grossolano, Puzzolente, Goffa, Stracciona.Frattanto Rígr giunse in un’altra casa, abitata da Afi (Nonno) e Amma (Nonna), che avevano un aspetto ben curato ed erano ben vestiti. Rígr si fermò per tre notti, e nove mesi dopo da Amma nacque un bambino dala pelle candida, Karl (Uomo libero); questi sposò Snør (Nuora), e i loro figli ebbero nomi come Uomo, Libero Contadino, Fabbro, Sposa, Donna Assennata.

Rígr giunse in una terza casa, abitata da Faðir (Padre) e Moðir (Madre), e di nuovo si fermò per tre notti. Nove mesi dopo nacque un bambino, bianco con i capelli biondi, e fu chiamato Jarl (Uomo nobile). Jarl imparò le arti guerriere, e Rígr lo riconobbe come figlio e gli insegnò le rune. Jarl sposò Erna (Vigorosa), e i loro figli furono Rampollo, Ragazzo, Nobile, Erede. Ma ad eccellere era Konr (Discendente), il più giovane (Konr ungr), che conosceva le rune, comandava all’acqua e al fuoco, conosceva il linguaggio degli uccelli.

Le rune

Alfabetico runico (fuþark) cosiddetto “recente”, in uso a partire dal IX secolo; era una semplificazione del fuþark “antico” (II-VIII sec.).

Stele di Gripsholm,

Svezia (1040/1050)

“Tola fece erigere questa pietra in ricordo di suo figlio Haraldr, fratello di Ingvarr.

Essi viaggiarono virilmentelontano alla ricerca d’oroed in oriente l’aquila cibarono;morirono a sud nel Serkland”.

Pietra di Sjusta,

Svezia (1075-1100)“Runa fece fare il

monumento in memoria di Spiallbuði e di Svæinn e di Andvettr e di Ragnarr, figli suoi e di Hælgi, e Sigrið in memoria di Spiallbuði, suo sposo. Egli trovò la morte a Holmgarðr nella chiesa di Óláfr. Öpir incise le rune”.

La grande pietra runica di Jelling (960 c.)

Lato C

Lato B

«Re Haraldr fece erigere questo monumento in memoria di Gorm, suo padre, e in memoria di Thyre, sua madre – quell’Haraldr che conquistò per sé tutta la Danimarca e la Norvegia e rese cristiani i Danesi».

Lato A

La conversione della Scandinavia

Molti capi scandinavi conobbero il cristianesimo durante i loro viaggi all’estero; al contempo, tra l’826 e l’831 il monaco franco Anscario si recò in Danimarca e Svezia, fondando le prime comunità cristiane. In seguito l’attività missionaria sarà portata avanti da monaci e vescovi tedeschi e anglosassoni.Tra X e XI secolo la nuova fede fu imposta da quei re che, all’estero, avevano visto i vantaggi che il cristianesimo poteva dare a un sovrano. Gli aspetti teologici o dottrinari non erano importanti per loro, mentre lo furono quelli di “comunità” e di “lealtà”. I re utilizzarono il cristianesimo per costruire attorno a sé una rete di relazioni personali, contrapposta a quella dei loro avversari pagani. Colpendo il paganesimo, si colpivano le clientele dei magnati pagani.I primi vescovi missionari erano itineranti e si spostavano con i re, mentre una struttura ecclesiastica stabile si formò solo alla fine dell’XI secolo, e si consolidò nel corso del secolo seguente.In Islanda il cristianesimo fu accettato dall’Alþing nel 1000, per evitare una divisione della società e lo scoppio di una guerra civile.La cristianizzazione segnò il passaggio dall’oralità alla scrittura, e la nascita delle letterature scandinave, prima in latino e poi in volgare.

Il tempio pagano di Uppsala«Questo popolo ha un santuario particolarmente venerato che è chiamato Uppsala. In questo tempio, che è interamente decorato in oro, il popolo adora le statue di tre dei: al centro della sala ha il suo trono Thor, il più potente di loro, a destra e a sinistra hanno posto Wotan e Fricco. “Thor” – dicono – “domina sull’atmosfera, governando i tuoni, i lampi, i venti e le piogge, il bel tempo e i prodotti dei campi. Il secondo, Wotan, cioè il Furore, è il dio della guerra e infonde agli uomini il coraggio contro i nemici. Il terzo è Fricco che dona ai mortali la pace e il piacere dei sensi”. Foggiano il suo idolo anche con un grande fallo, invece Wotan è rappresentato armato, come i nostri sogliono Marte, mentre Thor con il suo scettro sembra assomigliare a Giove».(Adamo di Brema, Gesta Hammaburgensis ecclesiae pontificum, IV, 26)

Strategie missionarie«Si racconta che in quel periodo un anglo di nome Volfredo, spinto dall’amore di Dio, si recò in Svezia e con grande coraggio annunciò ai pagani la parola di Dio. Con la sua predicazione aveva già convertito molti al cristianesimo, quando si mise a maledire il dio di quella gente chiamato Thor, la cui immagine si ergeva nell’assemblea dei pagani, e, afferrata un’ascia, ne ridusse il simulacro in frantumi. Per aver tanto osato fu subito trafitto da mille ferite e inviò al cielo la sua anima, degna della corona del martirio. Dopo molti oltraggi, i barbari gettarono il suo corpo dilaniato in una palude».(Adamo di Brema, Gesta Hammaburgensis ecclesiae pontificum, II, 62)

La storia di re Olaf e Dale-Gudbrand

Dale-Gudbrand, signore di Dale, venne a sapere dell'arrivo di re Olaf il Santo: «Quell'uomo di nome Olaf sta arrivando a Loar e ci offrirà un'altra fede rispetto a quella che abbiamo, e farà a pezzi tutti i nostri dèi, e sostiene di avere un Dio molto più grande e potente. È strano che la terra non si apra sotto di lui quando osa dire cose del genere, o che gli dèi gli permettano di vivere a lungo. Io credo che, se portassimo fuori dal nostro tempio Thor, che risiede in questo luogo e che ci ha sempre aiutati, e se questi vedesse Olaf e i suoi uomini, allora il Dio di Olaf, Olaf stesso e i suoi uomini si dileguerebbero e di loro non rimarrebbe nulla».

Gudbrand si rivolse al re: «Noi non sappiamo di chi tu parli. Tu chiami con il nome di Dio uno che né tu né altri avete mai visto. Ma noi abbiamo un dio che possiamo vedere ogni giorno; egli non è fuori adesso, perché il tempo è umido. Egli ti sembrerà potente e ti incuterà timore, e io credo che il terrore scenderà su di te quando lui arriverà al þing. Ma poiché dici che il tuo Dio può tanto, faccia allora in modo che domani il tempo sia nuvoloso ma senza pioggia, cosicché possiamo incontrarci qui».

Di nascosto, Olaf si fece spiegare come era fatto l’idolo e di quale materiale era composto. Dopo aver trascorso la notte in preghiera, Olaf si diresse al þing; il cielo era nuvoloso, e il re disse a un suo uomo di porsi accanto all'idolo. Poi rivolse questo discorso a Dale-Gudbrand:«Molte cose ci hai detto questa mattina. Ti sei meravigliato di non vedere il nostro Dio, ma noi crediamo che Egli verrà presto da noi. Tu ci hai minacciati con il tuo dio che è sia cieco che sordo, che non può aiutare né sé stesso né gli altri, e che non può andare da nessuna parte se non è trasportato da qualcuno; e io ora credo che tra poco andrà incontro al suo destino: volgete i vostri occhi a est, osservate il nostro Dio che avanza in una grande luce!».In quel momento il sole squarciò le nubi, e tutti i contadini guardarono in quella direzione; subito l’uomo di Olaf colpì l'idolo con un bastone, mandandolo in pezzi, e da esso fuoriuscirono ratti, rospi e serpenti. Impressionato, Dale si convertì e insieme a lui la sua gente.

Peter Nicolai Arbo, Dale Gudbrand

La Scandinavia, periferia della Cristianità

Nonostante la graduale integrazione della Scandinavia nel contesto europeo, la percezione del Nord come periferia, quindi regione estrema, della christianitas perdurò per tutto il medioevo. Così nel 1078 papa Gregorio VII definì il re norvegese Olaf Kyrre quasi in extremo orbe terrarum posit[us], così come il danese Harald Hein era in ultimis terrarum finibus positus. Urbano II, nel concilio di Clermont (1095) usò toni ancora più espliciti: «Omnem illam barbariem quae in remotis insulis glacialem frequentat Oceanum, quia more belluina victitat, Christianam quis dixerit?» «Chi oserà chiamare cristiana tutta quella barbarie che risiede nelle isole remote che si affacciano sull’oceano glaciale e che vive come le belve?».

Ancora nel ‘400 e nel ‘500, e persino da uno svedese come Olao Magno, il nord Europa sarà descritto come una terra misteriosa e selvaggia, ostile e abitata da mostruose belve; la definizione più espressiva ed emblematica è forse quella del veneziano Pietro Querini (naufrago nei mari settentrionali nel Quattrocento) secondo il quale Capo Nord «è chiamato in suo lenguaggio Culo mundi».