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Versione media risoluzione (36Mb) della precedente pubblicazione full res (77Mb) Strada del Vino Terre Sicane: Territorio sensoriale Territorio emozionale Tesi di Laurea industrial Design Politecnico di Milano 19 dicembre 2007 Carmelo F. Lo Guzzo
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relatore:correlatore:
studente:matricolan.
annoaccademico 2007
prof.StefanoMaffeidott.BeatriceVillari
CarmeloFilippoLoGuzzo179076
stradadelvino territorio territoriosensoriale emozionaleTerreSicanestrategicdesignperunastradadelvino inSicilia
PolitecnicodiMilanoIIIFacoltàdiArchitettura
MilanoBovisaCorsodiLaurea inDisegnoIndustriale
strategicdesignperunastradadelvinonelmeridioneindice
0.0 Il territorio 3
0.1 Capitale territoriale, capitale sociale,sviluppo territoriale 4
1.0 Enoturismo e strade del vino 13
1.1 I giacimenti gastronomici come risorsa per lo sviluppo 13
1.3 L'approccio evolutivo dell'offerta turistica 15
1.4 Le strade del vino 18
1.4.1 Le strade del vino: da percorso a sistema 21
1.4.2 Le strade del vino: archetipo di funzionamento 26
1.5 Gli attori e il sistema di una strada del vino 27
1.5.1 Le aziende vitivinicole 28
1.5.2Aziende locali di altri prodotti gastronomici 29
1.5.3 L' artigianato 29
1.5.4 Enti locali, enti publici, comuni 30
1.5.5 Le strutture ricettive 32
1.5.6 La ristorazione 33
1.5.7Agenzie di viagggio, tour opeator 34
1.5.8 Musei, parchi, risorse naturali 35
1.6 Strutturare il sistema SDV 36
1.2 Il gastronauta e il foodtrotter: una possibile segmentazione 14
Bibliografia 10
Bibliografia 38
allegato 1 39
1.2 Il gastronauta e il foodtrotter: una possibile segmentazione 14
capitolo0:Territorioesviluppoterritoriale pag.2
capitolo1:Lestradedelvinocomestrumentoper losviluppoterritoriale 12
I
2.0 Le strade del vino in Italia 45
2.1 Le strade del vino in Italia, il rapporto CENSIS 46
2.2 Quattro strade del vino italiane 49
2.3 Strada del vino Costa degli Etruschi 49
2.3.1 SDV Costa degli Etruschi: inquadramento geografico 50
2.3.2 SDV Costa degli Etruschi: il consorzio e la strada del vino 50
2.4 Due casi di eccellenza: Franciacorta e Sudtirol 55
2.5 La Franciacorta e il suo vino 56
2.5.1 La Strada del vino del Franciacorta 56
2.5.2 Considerazioni sulla Strada del vino del Franciacorta 60
2.6 Sudtirol Weinstrasse Strada del Vino dell'AltoAdige 61
2.6.1 Il sistema turistico del Sudtirol 61
2.6.2 Considerazioni sulla Strada del vino del Sudtirol (Alto Adige) 64
2.7 La Strada del VinoAlcamo DOC 65
2.8 Conclusioni al capitolo 66
3.0 Territorio emozionale, territorio sensoriale: un concept 69
3.1 Le strade del vino solo come strumento di promozione? 71
3.2 Una nuova prospettiva per le strade del vino 74
3.3 Conclusioni al capitolo 78
bibliografia 80
capitolo2: IlcasoItaliano pag.43
capitolo3:Conceptbrief68
II
4.0 Terre Sicane 83
5.0 Natura e paesaggio 93
5.1 Caratteri essenziali dell' economia 94
5.2 Storia e cultura 97
5.3 I comuni: Menfi 107
5.4 I Comuni: Santa Margherita di Belice 111
5.5 I Comuni: Montevago 111
5.6
5.7 I comuni: Contessa Entellina 119
5.8 Entella la mitica 119
I comuni: Sambuca di Sicilia 115
6.0 Considerazioni generiche sulle risorse del territorio 123
6.1 La produzione vitivinicola: considerazioni 125
6.2 Lo stato attuale della Strada del Vino Terre Sicane 130
6.3 Forza, debolezze, opportunità,minacce 136
Webgrafia 139
capitolo4: Intervallo: introduzionealleTerreSicane pag.82
capitolo5: Il territoriodelleTerreSicane 92
capitolo6:analisidelcapitaleterritorialedelleTerreSicane 122
III
7.0 Introduzione al progetto 143
7.1 La nuova Strada del Vino Terre Sicane 143
7.2 Vino, l'arte e il territorio 143
7.3 Obiettivi e valori del progetto 144
7.4 Il progetto in breve 146
7.5 La struttura di base del sistema, gli attori e le competenze 151
7.6 Livelli territoriali del progetto 156
7.7 tempi di attivazione del progetto 162
7.8 Escursionismo e Turismo le dimensioni del consumo in Terre SIcane 170
8.0 LandArt: un'elemento di differenziazione 173
8.1 la LandArt e la motivazione della scelta strategica 174
8.2 la fruizione turistica degli eventi artistici in Terre Sicane 176
8.3 vantaggi e gestione 177
bibliografia 178
9.0 L'identità gridata del paesaggio delle Terre Sicane,la grande instalallzione 185
capitolo7:StradadelVinoTerreSicane,territoriosensoriale, territorioemozionale pag.142
capitolo8:Land ArteTerreSicane 172
capitolo10:
soloelaborati)
visiondelterritorio,ilpaesaggiotrasformatovistodallaSS624Sciacca-Palermo 196(
capitolo9:Strategiediprogetto: lagrandeistallazione 180
IV
11.0 L'immagine coordinata 215
11.1 Elementi di base dell'immagine coordinata 215
11.2 La segnaletica stradale a norma di Codice Stradale 217
11.3Altra segnaletica vericale 217
a lamiera forata Terre Sicane
12.0 I padiglioni informativi: le porte della SDV Terre Sicane 241
13.0 Uno scenario notturno per il paesaggio delle Terre Sicane 257
15.0 Conclusioni e considerazioni sul progetto 291
11.4 L 218
14.0 Musei del vino 261
14.1 Musei del vino innovativi 262
14.2 Parchi e musei lineari 266
14.3 Concept MULIVI museo del vino e pista ciclabile 269
bibliografia 273
capitolo11:L'immaginecoordinatadellaStradadelVinoTerreSicane pag.214
capitolo13:LandidentityeLanddesign: loscenarionotturnoTerreSicane254
capitolo15:Conclusioni 290
capitolo12:LandidentityeLanddesign: info-checkpoint 240
capitolo14:LandidentityeLandexperience:ConceptMULIVI:MuseoLinearedelVino 260
V
fig. 2.1alcuni logos di strade del vino
fig. 2.2schermate del sito web della SDV Costa degli Etruschi: il benvenuto
fig. 2.3schermate del sito web della SDV degli Etruschi: mappa e vini
fig. 2.4schermate del sito web della SDV degli Etruschi: mappa, informazioni sui soci, eventi
fig. 2.5schermate del sito web del Consorzio di Tutela del Franciacorta...
fig. 2.6il servizio Metafacile della Franciacorta
fig. 2.7mappa e sito web della Strada del Vino del Franciacorta
fig. 2.8sito web della SDV del Sudtirol e sito web della associazione turistica TraminWeinstrasse
fig. 2.9materiale promozionale del Sudtirol, immagini del Lido di Caldaro sulla SDV
fig.2.10magazine della associazione Wein Kaltern, targa e grafica di riconoscimento dei soci Wein Kaltern
fig.5.1diga Garcia - Contessa Entellina
F5.2lago Arancio - Sambuca di Sicilia
fig.5.3Porto Palo - Menfi
fig.5.4Porto Palo - Menfi
fig.5.5Solette di Porto Palo - Menfi
fig5.6vallone S. Vincenzo - Menfi
fig5.7foce del Belice - Menfi
p47
p52
p53
p54
p57
p58
p59
p72
p63
p64
p93
p93
p93
p93
p94
p94
p94
fig. 5.8le risorse di Menfi
fig. 5.9le risorse di Montevago e Santa Margherita di Belice
fig. 5.11le risorse di Contessa Entellina
fig. 5.10le risorse di Sambuca di Sicilia
p108
p112
p120
p116
indicedellefigure
VI
fig 6.1confini e rete stradale del territorio delle Terre Sicane p123
fig 6.2flusso turistico limitrofo alle Terre Sicane p124
fig 6.3distribuzione delle risorse in Terre Sicane e nei comuni limitrofi p126
fig 6.4distribuzione delle zone DOC in Sicilia p127
fig 6.6distribuzione delle SDV in Sicilia p130
fig 6.7Unione dei Comuni delle Terre Sicane p131
fig 6.8mappa della Strada del vino Terre Sicane p133
fig 6.9Sito web della Strada del Vino Terre Sicane p134
fig 6.10logo e segnaletica della Strada del Vino Terre Sicane p135
fig 6.11la Fondazione INYCON e il master in Management della filiera vinicola p137
fig 6.12Museo della Memoria del terremoto del Belice - Santa Margherita di Belice p139
fig 7.1il sistema dei valori del progetto p149
fig 7.2elementi del progetto della strada del vino Terre Sicane in rapporto al concept e tra loro p150
fig 7.3i quattro ambiti dell' esperienza TERRE SICANE per elementi e risorse di progetto p150
fig 7.4struttura del sistema decisionale p152
fig 7.5schema delle competenze p153
fig 7.6schema degli incarichi specifici p154
fig 7.7Livelli del progetto territoriale: l'istallazione sui filari p158
fig 7.8Livelli del progetto territoriale: i percorsi p159
fig. 7.9Livelli del progetto territoriale: le risorse e le attrattive p160
fig 7.10Livelli del progetto territoriale: lo scenario dei palloni illuminanti p161
fig 7.11tempi di attivazione del progetto p163
fig 7.12schema obiettivi strumenti azioni del progetto p164
VII
fig 7.13schema obiettivi strumenti azioni del progetto p165
fig 7.14schema obiettivi strumenti azioni del progetto p166
fig 7.15schema obiettivi strumenti azioni del progetto p167
fig 7.16schema obiettivi strumenti azioni del progetto p168
fig 7.17schema obiettivi strumenti azioni del progetto p169
Fig 8.1vision sul coivolgimento della Land Art p178
fig 7.18la dimensione di consumo di una SDV posizionamento delle Terre Sicane p170
fig 12.1ispirazione formale del progetto p241
fig 12.2concept del volume p241
fig 12.3concept del linguaggio forma del progetto rispetto al contesto p242
fig 12.4concept funzionale del progetto p243
fig 12.5contestualizzazione dei padiglioni informativi p244
fig. 12.6illuminazione notturna del padiglione p249
fig.12.7vision sull'aspetto interno del padiglione p249
fig 12.8illuminazione notturna del padiglione p250
fig 12.9vision dell'aspetto interno del padiglione p250
fig. 14.1museo villa mazzucchelli p261
fig. 14.2un tpico mudeo del vino p262
fig 14.3Museo Provicial del vino, Castillo de Penafie, Valladolid Spagna p263
fig 14.4immagini del progetto del Museo del Vino di Barolo, architetto Francois Confino p265
fig 14.5immagini del progetto del Museo del Vino di Barolo, architetto Francois Confinop 266
fig 14.6Parco lineare tra Caltagirone e Piazza Armerina, tavole del progetto di Marco Navarra p267
fig 14.7Parco lineare tra Caltagirone e Piazza Armerina p268
VIII
fig 14.8pista ciclabile tra Menfi e Portopalo p269
fig 14.9Logo del MULIVI p270
tavola 10.1 ingresso nel territorio delle terre sicane 197tavola 10.2 segnaletica lungo la strada 198tavola 10.3 muretti di contenimento colorati 199tavola 10.4 muretti di contenimento colorati 200tavola 10.5 segnaletica informativa 201tavola 10.6 muretti di contenimento colorati 202tavola 10.7 Bivio misilbesi 203tavola 10.8 Bivio misilbesi 204tavola 10.9 Bivio misilbesi panorama 205tavola 10.10 Bivio misilbesi per Sambuca 206tavola 10.11 segnaletica e muretti verso Sambuca 207tavola 10.12 muretti verso Sambuca 208tavola 10.13 segnali di indicazione dei vigneti 209tavola 10.14 bivio della ex stazione di Santa Margherita di Belice 211tavola 10.15 bivio della ex stazione di Santa Margherita di Belice 212
tavola 11.1 logo_costruzione del logo_colori istituzionali, font istituzionali 219tavola 11.2 logo derivati, texture, lamiera tavola221 11.3 logo derivati, texture, lamiera 223tavola 11.4 segnaletica_cartellonistica a norma di codice stradale 225tavola 11.5 segnaletica_cartellonistica di altro genere 227tavola 11.6 segnaletica_cartellonistica di altro genere 229tavola 11.7 tabelle informative_totem 231tavola 11.8 totem di indicazione di direzione 233tavola 11.9 supporti per il riconoscimento degli associati alla strada del vino 235tavola 11.10 supporti per il riconoscimento degli associati alla strada del vino 237
tavola 13.1 lo scenario notturno delle Terre Sicane 255
tavola 14.3 la zona della ex Stazione di Menfi 275tavola 14.4 vision della zona della ex Stazione di Menfi trasformata in ingresso del MULIVI 276tavola 14.5 un momento del percorso del MULIVI 277tavola 14.6 un momento del percorso del MULIVI 278tavola 14.7 un momento del percorso del MULIVI:i padiglioni grafici 279tavola 14.8 un momento del percorso del MULIVI:i padiglioni grafici 280tavola 14.9 un momento del percorso del MULIVI:il padiglione didattico 281tavola 14.10 un momento del percorso del MULIVI:i padiglioni degli odori 282tavola 14.11 un momento del percorso del MULIVI:le macro sagome 283tavola 14.12 un momento del percorso del MULIVI:le macro sagome 284tavola 14.13 arrivo alla ex stazione di Portopalo 285tavola 14.14 ipotesi di utilizzo per sagre e mercatini dell'artigianato 286tavola 14.15 ipotesi di utilizzo per una futura fiera INYCON 287tavola 14.16 ipotesi dell'eventuale merchandising museale 288
tavola 12.1 storia del progetto 245tavola 12.2 aspetto esterno, interno e vision sul posizionamento 247tavola 12.3 aspetto esterno e vision sul posizionamento 248tavola 12.4 particolari costruttivi del padiglione 251tavola 12.5 particolari costruttivi del padiglione 252
tavola 14.1 Museo Provicial del vino, Castillo de Penafie, Valladolid Spagna 264tavola 14.2 vision generale del concept MULIVI 271
indicedelletavole
IX
tabella 1.1dal turismo gastronauta al turismo foodtrotter:l'impatto sul territorio [Davide Paolini 2000] p16
tabella 1.2
tabella 1.3
tabella 2.1grado di problematicità per gli aspetti organizzativi egestionali della strada del vinot 48
tabella 5.1Menfi 107
Montevago 112
tabella 5.3Sambuca di Sicilia 115
Tabella 6.1produzione certificata DOC e IGT in Terre Sicane 128
tabella 6.2analisi swot delle Terre Sicane 138
tabella 7.1scopi e obiettivi del progetto 145
organigramma tipo di una Strada del Vino p30
le componenti dell' enoturismo 33
tabella 5.2Santa Margherita di Belice
tabella 5.4Contessa Entellina 120
tabella 7.2abaco di sintesi delle istanze di progetto 151
tabella 13.1scheda del pallone SOLAR c (fonte AirStar) 258
indicedelletebelle
X
schema 1.1cronologia ed evoluzione delle strade del vino e del fenomeno dell'enoturismo 19
schema 14.1i livelli di fruizione del MULIVI 273
schema 14. 2confronto tra i musei 274
schema 14.3ambiti dell'esperienza mulivi 274
schema 3.1il circolo virtuoso delle SDV 72
schema 3.2la dimensione di consumo di una SDV è il turismo,diviso in quattro segmenti 74
schema 3.3shift di prospettiva delle SDV 77
indicedeglischemi
XI
XII
ABSTRACT
Dal crescente fenomeno dell'enoturismo si analizzano le strade del vino
come strumento di valorizzazione territoriale. Alla fine dell'analisi del
fenomeno, come soluzione alle problematicità rilevate, cioè la mancanza
di strategie integrate e di identità delle strade del vino (SDV),viene
proposto un cambiamento di visuale riguardo l'essenza e le attività dei
sistemi SDV. Le SDV non sono più semplici itinerari turistici ma sistemi
territoriali votati all'esperienza enoturistica basati su strategie di
differenziazione e di integrazione delle risorse e degli attori.
Il brief concept verrà applicato alla Strada del vino Terre Sicane, costituita
nel 2001 e alla quale partecipano i comuni di Menfi, Sambuca di Sicilia,
Santa Margherita di Belice, Montevago, Contessa Entellina, i produttori
vitivinicoli locali e altri attori del segmento turistico. Dopo una attenta
analisi del capitale territoriale verrà proposta una ridefinizione della SDV
Terre Sicane. Il progetto multidisciplinare si occuperà di definire una
strategia di differenziazione basata sul coinvolgimento della Land Art come
attrattiva turistica del territorio. Sulle tre componenti di base del sistema, il
vino, l'arte e il territorio, verrà costruita l'identità della strada del vino Terre
Sicane.
La costruzione dell'identità territoriale parte dal progetto di evidenziazione
del paesaggio rurale agendo, con istallazioni di comunicazione visiva e di
design, sui vigneti, i tracciati stradali, i comuni e le aziende.
La strada del vino Terre Sicane viene trasformata in un sistema basato sul
senso e l'esperienza, dove l'incrocio di attività riguardanti la cultura
enologica e la spettacolarizzaione territoriale, grazie alla Land Art e alle
azioni di Land Identity e Land design, costruisce l'offerta turistica.
Il progetto include anche :
- dei suggerimenti per la strutturazione del sistema decisionale della SDV
- la progettazione della comunicazione visiva
- il concept dei padiglioni per le informazioni turistiche
- il concept di un museo lineare del vino fruibile come pista ciclabile
XIII
XIV
stradadelvino territorio territoriosensoriale emozionaleTerreSicanestrategicdesignperunastradadelvino inSicilia
PolitecnicodiMilanoIIIFacoltàdiArchitetturaMilanoBovisaCorsodiLaurea inDisegnoIndustriale
relatore:correlatore:
studente:matricolan.
annoaccademico 2007
prof.StefanoMaffeidott.BeatriceVillari
CarmeloFilippoLoGuzzo179076
1
capitolo0:Territorioesviluppoterritoriale
2
Apro a caso una guida turistica sulle
strade del vino italiane (1), e leggo
“…le lievi colline…”,
“…il paesaggio incantato
caratterizzato da…”, “…i vigneti a
perdita d'occhio…”, “la calda
accoglienza degli abitanti…” ecc…
Leggo di terre dedicate a una
produzione, di luoghi omogenei per
cultura e paesaggio, sto leggendo
descrizioni di “territori”.
Nel linguaggio comune tutti noi
abbiamo un'idea di ciò che
rappresenta un territorio e come esso
si può riconoscere, ma in questa sede
preferirò puntualizzare sul concetto,
per coglierne l'essenza e aprire la
strada alla complessa azione
progettuale che tratterò nel presente
lavoro di tesi.
Se guardiamo alla voce “Territorio”
sulla enciclopedia Treccani, notiamo
che il termine, nella sua accezione
storico-concettuale, dipende da
considerazioni di omogeneità basata
su due aspetti: quello fisico-
geografico (zone omogenee per
aspetti naturali) e quello politico-
umano (zone omogenee per etnie
insediate, stati sovrani, suddivisioni
politico-amministrative), ritengo
riduttivo fermarsi a questa
concettualizzazione del termine.
Oggi, parlando di “sviluppo locale”,
“sviluppo territoriale”, “economie
locali”, “distretti produttivi”, il Territorio
assume significati e valori amplificati:
l'attenzione di chi si occupa delle
discipline che accompagnano lo
studio dello sviluppo di realtà locali si
pone sul territorio e su tutto ciò che
esso rappresenta.
In pratica l'uso allargato e sfumato del
termine ci porta a concepire il territorio
come “
(E.
Fiorani) (2), il territorio assume il
valore di supporto e risorsa per le
attività umane, ma non solo,
consideriamo esso anche come il
risultato delle attività antropiche, il
frutto del dialogo millenario tra l'uomo
e la terra che ha occupato. Secondo
questa visione, l'azione umana è
, e il territorio è figlio e
madre di questa azione: Alberto
Magnaghi, mutuando da Claudio
Greppi, da una definizione:
spazio ambientale e base
materiale delle varie civiltà”
territorializzante
Il territorio è un'opera d'arte: forse la più alta, la
più corale che l'umanità abbia mai espresso. A
differenza delle molte opere artistiche (in
pittura, in scultura, in architettura)o tecniche
che sono prodotte dall' uomo plasmando
materia inanimata, il territorio è prodotto
attraverso un dialogo, una relazione fra entità
viventi, l'uomo stesso e la natura, nel tempo
lungo la storia. È un opera corale, coevolutiva,
che cresce nel tempo. Il territorio è generato da
un atto d'amore (inclusivo degli atteggiamenti
estremi della sottomissione o del dominio),
seguito dalla cura e dalla crescita dell'altro da
sé.
Il territorio nasce dalla fecondazione della
natura da parte della cultura. L'essere vivente
che nasce da questa fecondazione (in quanto
neoecosistema ha un suo ciclo di vita, è
accudito, nutrito, ha una sua maturità, una sua
vecchiaia, una sua morte, una sua rinascita) ha
carattere, personalità, identità, percepibili nei
segni del paesaggio…il territorio non esiste in
natura: esso è un esito dinamico, stratificato,
complesso di successivi cicli di civilizzazione; è
un complesso sistema di relazioni fra comunità
insediate (e le loro culture) e ambiente
, p.9(Magnaghi, 2000 ) (3).
Questo suggestivo passaggio del
Magnaghi ci dona una chiave di
lettura del concetto di territorio prima
accennato; capiamo che il territorio
non è solo il delle attività
umane, ma viene generato,
trasformato e adattato dalle attività
umane che a loro volta si adattano al
territorio stesso. Questo dialogo
storico lo possiamo percepire
osservando una città, un campo
supporto
0.0Il territorio
13
(1) Piscolla Iole, Le Strade del Vino e dei Sapori, Siena 2004
(2) E.Fiorani, Le immagini dell'ambiente, La non certezza terrestre, , n.71 Milano 1985
(3)Magnaghi Alberto, il progetto locale, i, Torino 2000
Ci.Vin
Alfabeta
Bollati Boringhier
3
capitale territoriale(5). Solo dopo
un'attenta analisi delle risorse, dei
vincoli, delle peculiarità di una zona
possiamo percepirne l'essenza e
quindi progettare le strategie future
necessarie allo sviluppo! L'analisi del
capitale territoriale e del capitale
sociale a esso connesso (cioè il
sistema relazionale sociale-
economico che si snoda nel territorio
e nelle attività svolte in esso) è un
punto di partenza comune a tutti gli
approcci alla problematica dello
sviluppo locale, dal più tecnico del
marketing territoriale al più complesso
e sfumato del design strategico.
Fare “marketing del territorio”
significa collegare la domanda di
territorio e la sua offerta, cioè definire
gli strumenti concettuali e operativi
per vendere ciò che il territorio offre
in termini di prodotti e turismo;
secondo questa prospettiva il ruolo
del marketing del territorio si comporta
come marketing di prodotto,
tecnicamente, e aggiungiamo
sterilmente, un territorio da
promuovere viene considerato come
un prodotto. Comunicazione,
promozione, offerta commerciale,
distribuzione sono declinate dalla
scala industriale alla scala territoriale,
sono operazioni che possiamo porre a
valle di un processo di sviluppo locale
sviscerato da un' azione progettuale.
Per fare una distinzione di strumenti:
usufruiamo del marketing del territorio
per promuovere l'offerta, usufruiamo
del “marketing territoriale” per
concepire le strategie di sviluppo e
“creare” un'offerta (6). Definiamo il
marketing territoriale come
“
”
(Texier e Valle, 1992)(7).
Possiamo considerare il marketing
territoriale come un' attività
organizzata che aiuta i decisori locali,
la “governance” locale e gli attori del
sistema a definire le strategie per
rendere attrattivi i territori, a effettuare
azioni volte allo sviluppo locale e alla
valorizzazione dei territori.
Una corretta azione di marketing
territoriale parte da una accurata
insieme di azioni collettive attuate per
attrarre in una specifica area o
territorio nuove attività economiche e
produttive, favorire lo sviluppo delle
imprese locali, promuovere
un'immagine positiva
coltivato, un distretto industriale,
trasformazioni dell' ambiente che
hanno creato l'identità dei luoghi
(azioni ), oppure che
hanno indebolito( ,
se non distrutto, le caratteristiche
storiche di un territorio (4).
Su un territorio si sviluppano civiltà e
culture, è un supporto o una sfida per
le economie locali, su un territorio
crescono le attività produttive e la
cultura di una comunità, col tempo
diventano anche esse peculiarità
uniche di un luogo, trasformanti e
trasformate, o meglio, adattate, se
guardiamo un territorio con la
prospettiva di progettarne il futuro
sviluppo o la gestione delle attività a
esso connesse, dobbiamo tenere
presente di tutte le variabili e tutte le
caratteristiche determinanti del
territorio stesso.
Il codice genetico di un territorio è
decifrabile attraverso le componenti
materiali e immateriali che lo
compongono, parliamo del tessuto
fisico e naturale, culturale e
infrastrutturale, economico e sociale,
parliamo di tutto ciò che rende
l'identità di un luogo visibile,
analizzabile e valutabile, parliamo di
ciò che in seguito chiameremo
territorializzanti
deterriotorializzato)
verso un progetto
0.1Capitale territoriale, capitale sociale,sviluppo territoriale
(4) Magnaghi Alberto 2000,
(5) Stefano Maffei, Beatrice Villari, AA VV MeDesgn forme del mediterraneo, catalogo a cura di R. Fagnoni, P. Gambaro, C.Vannicola,, Firenze 2004
(6) Gian Franco Corio, Una proposta di marketing territoriale: una possibile griglia di analisi delle risorse, Moncalieri (To) 2005
(7) L. Texier . J.P. Valle, Le Marketing territorial et ses enjeux in , Paris n. 87 pp 45-55
Op. cit.
Alinea Editrice
Ceris-CNR W.P. n.8/2005,
Revue Francaise de Gestion
4
La pianificazione degli interventi
La distribuzione idrica
Lo smaltimento e il riciclaggio dei
rifiuti
l'accesso al territorio
Le agenzie di viaggio nel luogo di
partenza/arrivo dei viaggiatori
I sistemi di informazione
I sistemi segnaletici
I sistemi di flusso di traffico facilitato
I parcheggi per i mezzi su gomma
la ristorazione
I ristoranti, le trattorie, le pizzerie, i
cafè ecc…
La gastronomia basata sulla cucina e
sui prodotti tipici
l'alloggio
Le tipologie presenti
La densità
La categoria
il turismo
La vocazione turistica
Gli elementi che caratterizzano il
flusso turistico
La composizione del sistema ricettivo
Le zone di interesse
L'articolazione della domanda
La promozione del turismo al di fuori
-C-
-D-
-E-
-F-
del territorio
Lo shopping
i soggetti attori
La governance
I soggetti operativi
I residenti
I turisti
I dati anagrafici
La tipologia
La motivazione della presenza nella
zona
I caratteri socio economici
La conoscenza della zona
L'apprezzamento della zona
la tipologia delle attrazioni
Di acarattere ambientale
Di carattere artistico7architettonico
Di carattere culturale
Gli avvenimenti e gli eventi particolari
l'analisi delle caratteristiche delle
risorse ambientali, artistiche,
architettoniche e culturali
i servizi alle imprese e le
infrastrutture di ricerca
le imprese
La diversificazione produttiva
L'integrazione sistemica
-G-
-G-
-H-
-I-
-L-
analisi ambientale, quantitativa e
qualitativa del territorio, al fine di
individuare e dare un nome alle
risorse, al fine di analizzare la
competitività del territorio per
individuare i punti di forza/debolezza
da i quali cominciare a delineare le
strategie di sviluppo; ciò significa
individuare tutte le componenti
materiali e immateriali che
compongono il territorio:
la collocazione geografica
I collegamenti con l'esterno
Il numero e le rotte dei vettori
L'inserimento nei circuiti turistici
nazionali
L'inserimento nei circuiti internazionali
La zona di interscambio di merci e
servizi
La zona di in espansione
le infrastrutture
La dotazione infrastrutturale
Le punte di eccellenza e i casi di
mediocrità
La modernizzazione del sistema
La competitività complessiva del
territorio
Il piano generale di assetto e
coordinamento delle infrastrutture di
servizio
-A-
-B-
5
questo non può esimersi da
assumere un carattere sistemico e
complesso: le attività coinvolte in un
progetto di sviluppo locale sono di
natura differente, dalle imprese
all'amministrazione pubblica ai
cittadini, concorrono/vengono
coinvolte nel processo: conoscere le
dinamiche relazionali locali,
le economie informali presenti, serve
per progettare un adeguato
funzionamento delle strategie e del
sistema.
L'approccio al progetto di sviluppo
territoriale nella prospettiva del più
classico marketing del territorio tiene
conto dell'importanza della
concertazione tra gli attori locali e i
progettisti nella creazione delle
strategie, ma questo aspetto non
viene approfondito, l'accento viene
posto sull'importanza di una analisi
interna tecnica e schematica, sulle
azioni di promozione, distribuzione,
comunicazione delle risorse presenti.
In questa visione il rischio è una
uniformità di azioni a prescindere dai
luoghi di applicazione, questo rischio
dipende da chi viene interpellato per il
progetto e da come questi interpreta il
territorio sul quale agire e le discipline
di riferimento: parlando in seguito di
verso un progetto
La potenzialità delle risorse umane
attive nel territorio
L'ooprtunità dei mercati
La dimensione e i dati
anagrafici/quantitativi delle imprese
La presenza di distretti industriali
riconosciuti
I settori proiettati all'estero
L'artigianato
La formazione per le imprese
la dinamica imprenditoriale
il sistema finanziario e di credito
presente
l'analisi degli enti locali e del loro
funzionamento
L'analisi della composizione
complessa di un territorio serve a
individuare i nodi critici, che siano di
forza o di debolezza, sui quali fondare
le strategie di sviluppo e le successive
azioni di “marketing di prodotto”.
in questa proposta di griglia analitica,
mutuata dalle discipline del marketing
territoriale, viene tenuto conto anche
del sistema relazionale tessuto nel
territorio e viene considerato come
risorsa fondamentale, infatti qualsiasi
sia l'esito del processo di sviluppo,
-M-
-N-
-O-
Strade del Vino, uno strumento di
sviluppo territoriale, vedremo come
sia presente la tendenza a “calare
dall'alto “ delle ricette valide per tutti i
territori con vocazione produttiva di
carattere vitivinicolo, basate su una
corretta analisi di ciò che sia presente
e “vendibile” sul territorio, sui modi di
comunicarlo alla “massa”, sui modi di
venderlo cercando di mettere a
sistema tutte le risorse presenti. Il
rischio di una azione progettuale così
interpretata è quello di non valorizzare
in modo corretto la tipicità territoriale,
di non trovare una via all'innovazione,
di non essere compresi dalle
comunità locali e in pratica di fare un
progetto di apparente “efficienza” ma
non di sensibile “efficacia”.
Approcci diversi partono da una
visione comune al più classico
marketing territoriale, sull'importanza
delle risorse presenti, sull'importanza
del coinvolgimento sistemico degli
attori, sull'importanza della
comunicazione interna ed esterna, ma
l'accento viene posto sulla necessita
di innovare la possibile offerta, di
trovare nuove vie strategiche per
proporre i territori, sulla possibilità di
“progettare” le comunità(8), sul
perseguimento della sostenibilità e
(8) Stefano Maffei, Beatrice Villari, Op. cit.
6
culturale, economica e produttiva;
senza una adeguata conoscenza e
un'analisi delle risorse presenti nel
capitale territoriale non possiamo
immaginare un progetto di sviluppo
valido, non esistono ricette
precostituite perché ogni territorio è
unico, ogni territorio possiede il suo
capitale che si manifesta in un
rapporto complesso di “
(Cristallo 2005)(12).
Individuare i valori, distinguerli dalle
risorse(13), trovare i punti di forza, le
minacce e i vincoli, giudicare la
qualità competitiva di ogni
componente del territorio, potrebbe
risultare una procedura molto
complessa, tenendo conto delle
innumerevole sfumature che può
assumere un territorio. Dall'
Osservatorio europeo LEADER viene
proposta una semplificazione (14):
le componenti del capitale territoriale
vengono suddivise in otto categorie
sono le risorse naturali,
l'ambiente e il paesaggio, sono le
risorse artistiche architettoniche e
culturali, e come queste vengono
gestite dagli attori locali
(amministrazione pubblica, gestione
prodotti-
identità-contesto”
_ le risorse fisiche e la loro
gestione
dei parchi, le direzioni museali ecc…)
intendiamo i valori condivisi e radicati
nella cultura della comunità locale, la
mentalità, il modo di rapportarsi, il
modo nel quale gli abitanti
percepiscono il loro territorio
cioè le
caratteristiche demografiche,
quantitative e qualitative, chi abita e
chi è attivo nel territorio
la
capacità di innovare, la
consapevolezza delle proprie
attitudini, la capacità di fare ricerca e
padroneggiare le tecnologie, le
competenze presenti sul luogo in
seno alla ricerca e sviluppo
chi gestisce la “cosa”
pubblica, la forma di governance
presente, le forme di gestione dei
crediti economici, come vengono
applicate le regole, le leggi costituite e
applicate nel territorio in esame
la
vocazione produttiva del territorio, la
quantità e la distribuzione nonché la
tipologia dell'imprenditoria locale.
_ la cultura e l'identità del territorio
_ le risorse umane
_ il know-how e le competenze_
_ le istituzioni e le amministrazioni
locali_
_ le attività e le imprese_
_ i mercati e le relazioni con
l'esterno_
_ l'immagine e la percezione del
sull'importanza delle risorse tipiche,
che caratterizzano i territori, da
sfruttare come traino e
verso i mercati.
In ogni caso, qualunque sia la
declinazione dell'approccio al progetto
di sviluppo territoriale che prendiamo
in considerazione, il punto di partenza
del processo progettuale è l'analisi di
ciò che è presente sul territorio,
Il paesaggio, le attività produttive, le
risorse artistiche e architettoniche, la
cultura e il sapere, il know how e le
competenze, l'economia, l'identità, il
sistema relazionale, l'amministrazione
pubblica e la politica, la percezione
dell'immagine, sono le componenti
materiali e immateriali che
costituiscono il territorio, o, meglio, il
“capitale territoriale”.
L' (Magnaghi,
2000)(10) definisce il patrimonio del
territorio, il capitale territoriale, come
“
(Magnaghi 2000)(11).
Ogni territorio è un contesto unico,
avente una propria identità fisica e
medium
(Paolini, 2000)(9)
approccio territorialista
il prodotto del processo storico di
territorializzazione”, “un esito
dinamico, stratificato,complesso di
successivi cicli di civilizzazione; è un
complesso sistema di relazioni fra
comunità insediate e ambiente”
(9)
(10) (11) Alberto Magnaghi 200
(12) Vincenzo Cristallo,
(13) Un valore diventa risorsa quando una comunità è stata in grado di interpretarlo attivamente.( Magnaghi Alberto, )
(14)
Op. cit
Op. Cit.
AA VV MeDesgn forme del mediterraneo, catalogo a cura di R. Fagnoni, P. Gambaro, C.Vannicola,, Firenze 2004Alinea Editrice
Paolini Davide, , Baldini e Castoldi, Milano 2000
Osservatorio europeo LEADER (2000),Quaderno n. 6 Fascicolo n.1
I luoghi del gusto
La competitività territoriale. Costruire una strategia di sviluppo alla luce dell'esperienzaLEADER,
7
agiscono (Piselli, 2001)(16).
In qualità di componente della struttura sociale,
il capitale sociale si concretizza nelle
caratteristiche strutturali e normative di un
sistema sociale, ad es. le organizzazioni, le
istituzioni; scendendo alla scala individuale, il
capitale sociale è costituito dall' insieme delle
risorse relazionali che l'individuo costruisce in
seno alla famiglia e alle altre cerchie sociali, sta
al ricercatore (o al progettista nel nostro caso)
decidere la scala di osservazione, inoltre,
possiamo considerare un' impresa o un'azienda
come un individuo, con un proprio sistema
relazionale costruito nel tempo e orientato a
uno scopo. Le forme del capitale sociale sono
molteplici: le obbligazioni e controbbligazioni
che legano gli individui;il grado di fiducia della
struttura (cioè l'aspettativa fondata che le
obbligazioni saranno ripagate); il flusso di
comunicazione che transita nelle relazioni
sociali e facilita l'azione; le relazioni di
reciprocità che favoriscono la fiducia
interpersonale e la disponibilità al mutuo
appoggio, stimolano la propensione e la
capacità a cooperare; le norme che
definiscono, in modo più o meno flessibile, la
forma, i contenuti e i confini degli scambi, e le
relative sanzioni di tipo interno o esterno; le
organizzazioni vere e proprie con fini specifici.
Più gli individui dipendono gli uni dagli altri,
maggiore è la dotazione di capitale sociale di
una determinata struttura
(Piselli, 2001, p. 50)(17).
Inoltre il capitale sociale, proprio
perché sistema relazionale, non è
tangibile, bensì fruibile, ma solo
rispetto a specifiche attività, e implica
costi e benefici diversi nelle diverse
situazioni: un sistema di relazioni con
determinati valori e modalità che in
un contesto (territorio) può facilitare il
passaggio di flussi (di qualunque
genere), in un altro, può impedirlo,
questo dimostra il carattere
situazionale del capitale sociale. La
dinamicità del concetto di capitale
sociale possiamo osservarla nel fatto
che col tempo può mutare di forma,
orientamento e scopo, per fare un
esempio immaginiamo che, per
trovare uno sviluppo economico le
amministrazione locali di un territorio
si costituiscano GAL (Gruppo di
Azione Locale) per entrare in un
programma di finanziamento pubblico
LEADER presentando un progetto
collettivo, in seguito i benefici dell'
intervento saranno goduti da tutta la
comunità; riassumendo: lo scopo
iniziale dello sfruttamento delle risorse
relazionali è stato stilare un progetto
di sviluppo, è stato sfruttato un
capitale sociale, in seguito, la
realizzazione del progetto e
verso un progetto
territorio_
Dalla valutazione della competitività
del capitale territoriale così
schematizzato, dovremmo riuscire ad
individuare le risorse e le specificità
da valorizzare nel progetto di sviluppo
locale, questo non significa stilare un
inventario contabile di ciò che il
territorio dispone, infatti bisogna
considerare il capitale territoriale
come un concetto dinamico in quanto
le risorse presenti in un territorio sono
collegate tra loro, ogni territorio ha un
proprio sistema relazionale che
collega individui, imprese,
amministrazione pubblica, risorse
fisiche e le modalità, la struttura e la
qualità di questo sistema possono
essere riassunte nella descrizione del
capitale sociale (15).
Senza addentrarci nel dibattito
intellettuale sui significati del capitale
sociale, ci concentreremo, invece, sul
fatto che si tratta di un concetto
situazionale e dinamico; un concetto,
pertanto, che non si riferisce a un
<<oggetto>> specifico, non può
essere appiattito in rigide definizioni,
ma deve essere interpretato, di volta
in volta, in relazione agli attori, ai fini
che perseguono, e al contesto in cui
(15) Il concetto di capitale sociale si riferisce al valore di quegli aspetti della conoscenza personale e collettiva riferiti alle peculiari configurazionidella struttura sociale che gli individui utilizzano quali risorse per realizzare i propri interessi.Tra gli autori italiani un contributo significativo è quello di Bagnasco, Piselli, Pizzorno e Trigilia
(16) Bagnasco A., Piselli F., Pizzorno A., Trigilia C., il capitale sociale, , Bologna 2001.
(17) ,
Il mulino
Op cit.Bagnasco A., Piselli F., Pizzorno A., Trigilia C.
8
davanti a se un committente singolo,
bensì un sistema di molteplici attori,
ognuno di essi potrebbe avere
obiettivi diversi, ma è il territorio in
oggetto a dover crescere e diventare
competitivo.
Con l'ottica del design strategico il
territorio diventa oggetto del progetto,
e le componenti relazionali di un
territorio sono, sia una risorsa, sia un
obiettivo da raggiungere; trovare gli
strumenti e le soluzioni che
accrescono il capitale sociale è un
azione da compiere per il territorio,
nel territorio, dialogando e attivando il
processo creativo in maniera corale
con gli attori locali. Il design, in questo
caso, agisce e trova soluzioni
attraverso un approccio
multidisciplinare (strategia,
comunicazione, prodotto) e multilivello
(società, produzione, cultura)(18).
La concezione classica del design è
legata al a un qualcosa, nel
nostro caso diventa il
territorio, come sistema di risorse,
come sistema di componenti materiali
(produzioni, natura, strutture) e
immateriali (valori, relazioni, cultura).
Progettare per il territorio, progettare
nel territorio, vuol dire fare riferimento
a un contesto complesso:
dar forma
qualcosa
"il design che agisce per lo sviluppo locale e nel
territorio deve far riferimento a questo insieme
di risorse (economiche, umane, sociali, fisiche,
storico culturali, ambientali), affrontandone la
natura particolare e i limiti specifici: ciò può
essere realizzato attraverso una prima
definizione complessiva che può essere
rintracciata nel concetto dinamico di capitale
territoriale.
A questa scala infatti la relazione tra progetto,
innovazione e sviluppo si esprime non solo
attraverso fattori discreti di natura fisico-
economica ma anche attraverso un legame e
una dipendenza dalle componenti di natura
sociale-umana: non è infatti possibile separare
l'azione di sviluppo messa in atto alla scala
territoriale da un'accurata verifica della
situazione e delle modalità che regolano le
relazioni tra individui, istituzioni e imprese,
ovvero con il capitale sociale” (Maffei,
Villari, 2004)(19).
L'innovazione locale è possibile
attraverso processi collettivi di
creazione, condivisione e gestione
della conoscenza; la trasformazione
delle risorse di un territorio con
progetti concreti di design necessita di
processi mirati alla condivisione di
conoscenze, uno strumento che
permette questa dinamica può essere
la (20), una
comunità pratica orientata al progetto,
design community
l'approvazione di un finanziamento
avranno creato altri sistemi relazionali,
probabilmente lo scopo del progetto
stesso era valorizzare il capitale
sociale nel territorio, ad esempio con
un sistema che incrementi le
interazioni tra le imprese, come una
strada del vino, o con la creazione di
un consorzio di tutela.
Nella prospettiva di un progetto
strategico di sviluppo locale, il
processo creativo parte
dall'individuazione delle criticità e
delle opportunità offerte dalle risorse
nel territorio, e dalla verifica della
situazione e delle modalità che
regolano le relazioni tra gli attori, cioè
valutiamo la qualità del capitale
territoriale e del capitale sociale.
Riteniamo che nel sistema territorio
sia proprio la gestione e la creazione
del capitale sociale a costruire i
presupposti per uno sviluppo e per la
ricerca di innovazione, nelle
organizzazioni aziendali una oculata
gestione delle conoscenze e dei
rapporti, l'ottimizzazione dei flussi
fisici e informativi, la ricerca di codici
comuni per la comunicazione ha
generato competitività; chi è
impegnato nella progettazione su
scala territoriale sa che non ha
(18) Maffei, Villari 2004,
(19) Maffei, Villari 2004
Op. cit.
Op. cit.
(20) Maffei, Villari 2004 Op. cit.
9
verso un progetto
con la quale diviene possibile, alla
scala territoriale, individuare gli
obiettivi strategici, utilizzare gli
strumenti specifici di design,
implementare e materializzare le
soluzioni progettuali. L'elevata
complessità del , del
capitale territoriale e del capitale
sociale in esso inclusi, necessita di un
approccio al progetto caratterizzato
dalla partecipazione, dal
coinvolgimento degli attori del
sistema, di una ,
nella cui dimensione relazionale si
trovano gli strumenti e le soluzioni alle
problematiche delle diverse realtà che
identificano il sistema territorio:
(Maffei, Villari,
2004)(21).
sistema territorio
design community
“l'uso
del design all' interno dei processi di sviluppo
locale non può essere visto in senso
strumentale, come mezzo che permette la
costruzione di forme in senso tradizionale, ma
piuttosto come una competenza relativa alla
definizione e l'orientamento del senso del
progetto della comunità e alla strutturazione
delle relazioni tra gli attori attraverso le
competenze disciplinari analitiche,
interpretative, di proiezione”
(21) Maffei, Villari 2004, Op. cit.
bibliografia del capitoloPiscolla Iole, Le Strade del Vino e dei Sapori, Siena 2004
E.Fiorani, Le immagini dell'ambiente, La non certezza terrestre, , n.71 Milano 1985
Magnaghi Alberto, il progetto locale, i, Torino 2000
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Bagnasco A., Piselli F., Pizzorno A., Trigilia C., il capitale sociale, , Bologna 2001
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Ceris-CNR W.P. n.8/2005,
Revue Francaise de Gestion
Paolini Davide, , Baldini e Castoldi, Milano 2000
Osservatorio europeo LEADER (2000),
Quaderno n. 6 Fascicolo n.1
I luoghi del gusto
La competitività territoriale.Costruire una strategia di sviluppo alla luce dell'esperienza LEADER,
10
11
Strade
capitolo1:Lestradedelvinocomestrumentoper losviluppoterritoriale
12
Gli anni novanta sono stati teatro di
crisi, di turbolenze nelle dinamiche
della società, di mutamenti nel mondo
del consumo: da
a consumatore (Fabris,
2003)(1) fino ad attore sociale attivo
verso l'offerta a lui rivolta, riluttante
nei confronti dell'omologazione
(almeno apparentemente) alla ricerca
di una personalità e di un'offerta
pensata per lui e solo per lui, o
perlomeno per i suoi “simili”, altri attori
sociali che siedono alla sua mensa di
scelte.
Attualmente il comportamento della
domanda turistica non si fonda più,
come in passato, solo su alcuni fattori
chiave quali il riposo, lo svago e il
divertimento in località dove era
sufficiente che vi fossero alcune
attrattive semplici (ad esempio una
spiaggia e il mare), al contrario, le
determinanti del comportamento
turistico si sono allargate
notevolmente al punto da diventare
molto articolate e non facilmente
riconducibili a
consumatore massa
individuo
schemi codificati. A
questo ampliamento delle tipologie di
comportamento dei turisti, si
sommano anche una diversa
consapevolezza e una crescita di
maturità: il turista degli anni novanta è
molto più preparato e informato,
sceglie con oculatezza, ha una
maggiore propensione verso la qualità
ed è conscio di poter scegliere
nell'ambito di un mercato in cui
l'offerta si è decisamente allargata e
abbraccia possibilità di scelta molto
più ampie che in passato. Da notare,
poi, che mentre negli anni ottanta,
spesso definiti come il decennio dell'
, dominavano
e , negli anni novanta
si registra una brusca inversione di
rotta, quasi per reazione a quella
cultura;cominciano a imporsi scelte
dettate da un recupero della vita
naturale, da uno stile più sobrio con
forti accenti di ricerca
spirituale(Antonioli Corigliano,
1998)(2). E' in questo contesto che si
formano diversi segmenti di offerta
turistica specializzata, tra i quali l'
enoturismo, che è forte oggi di una
domanda sempre crescente.
Precedentemente abbiamo visto
come un progetto di sviluppo
territoriale parte dalla valutazione del
edonismo appariscente
look mondanità
capitale territoriale (le risorse materiali
e immateriali di un territorio), dei valori
e della competitività di questo, al fine
di individuare le specificità territoriali
da valorizzare.
Un territorio può possedere
eccellenze artistiche, naturali,
produzioni artigianali di valore, può
capitare, però, che questo genere di
risorse non possegga quelle proprietà
valoriali che consentono al processo
di valorizzazione di trovare l'identità
del luogo, quelle proprietà che, in
seguito, dovrebbero farci individuare
un territorio come omogeneo e
caratterizzato da una componente (o
più), del capitale territoriale, unica e
caratteristica.
La bandiera del territorio va ricercata
in altri ambiti, in altri settori.
Una via da seguire ci viene suggerita,
nel periodo che stiamo vivendo, dal
mutamento delle abitudini e delle
scelte alimentari della gente. Dall'
osservazione del mercato alimentare
(dal dettaglio ai servizi) emerge
un'attenzione maggiore verso la
cucina tradizionale e verso la
gastronomia tipica, sia nazionale che
internazionale, emerge che il
consumatore è un attore competente
riguardo le specialità gastronomiche
1.0Enoturismo e strade del vino
1.1I giacimenti gastronomici comerisorsa per lo sviluppo
(1) Fabris , Il nuovo consumatore: verso il postmoderno, , Milano 2003.
(2) Antonioli Corigliano Magda, Strade del Vino ed Enoturismo. Distretti turistici e vie di comunicazione, , Milano 1998.
Franco Angeli
Franco Angeli
Giampaolo
13
gusto della scoperta e del
pionierismo, alla ricerca di rarità e
specialità gastronomiche tipiche di un
luogo. Un territorio che presenta un
giacimento gastronomico di valore,
può sfruttare questo come medium
per rendersi visibile e quindi visitabile
dal in pratica
capovolgendo le modalità di
promozione turistica classiche, in
passato, infatti, i prodotti tipici e la
gastronomia tipica di un luogo erano
veicolati come contorno alle bellezze
artistiche e naturali di un territorio,
questo perché i nuovi viaggiatori del
gusto non sono attirati dalla cultura,
dall'arte, dalla storia, ma si muovono
in base all'offerta enogastronomica e
al valore di questa. In questo scenario
possono trovare opportunità di
sviluppo tanti territori poveri dell'Italia,
dove l'industrializzazione e la grande
economia non hanno interessi e la
disoccupazione e l'immobilità delle
risorse regnano da troppo tempo.
Certamente per orientare un processo
di sviluppo basandosi sulla
produzione tipica enogastronomica
bisogna possedere un elevato grado
di concertazione tra gli attori sia
produttivi che istituzionali del luogo
per raggiungere l'obiettivo, bisogna
gastronauta,
conoscere e adoperare gli strumenti
adeguati per gestire l'offerta turistica
che si va a creare.
Ne “I luoghi del gusto” (Davide
Paolini, Baldini e Castaldi, Milano
2000) viene proposta una possibile
segmentazione degli utenti tipo del
turismo enogastronomico, queste
figure vengono individuate nel
e nel che a
differenza del turista convenzionale il
motivo della vacanza e del viaggio
sono i luoghi
caratterizzati da una produzione tipica
enogastronomica dalla forte identità e
di antica tradizione. Il turista
convenzionale vede il patrimonio
gastronomico del luogo come un
contorno al viaggio, infatti la sua
motivazione viene dalla presenza o
meno del patrimonio artistico,
culturale e naturale.
I gastronauti e i foodtrotter si
muovono per il cibo, alla scoperta di
prodotti tipici, unici, antichi; le due
tipologie di viaggiatore però si
differenziano nel modo e nel tempo di
(5)
gastronauta foodtrotter,
giacimenti gastronomici,
regionali e ricerca anche la cucina
tipica internazionale (etnica);
nascono, si evolvono e riscuotono
notevole successo associazioni come
“Slow Food” attive nella
valorizzazione e nella tutela della
produzione enogastronomica tipica
italiana.
I prodotti tipici enogastronomici, le
produzioni tipiche radicate nella
cultura di un luogo, in un territorio,
che profumano di sapienti e antichi riti
preparativi, che sono uniche e
localizzate (oltre che localizzabili), che
si presentano come veri e propri
possono
diventare la risorsa sulla quale basare
lo sviluppo territoriale, proponendo il
territorio con il suo giacimento
enogastronomico come meta turistica,
il cibo e la tipicità come bellezze da
esplorare e scoprire.
Nel contesto che abbiamo cercato di
riassumere precedentemente,
contesto che presenta mutamenti
sociali che si rispecchiano nelle scelte
di consumo, nascono fenomeni come
l'escursionismo enogastronomico, il
boom degli agriturismi, l'enoturismo;
nascono nuove tipologie di viaggiatori
come il o il
(Paolini 2000) , viaggiatori con il
giacimenti del gusto (3)
gastronauta foodtrotter
(4)
verso un progetto
1.2Il gastronauta e il foodtrotter:una possibile segmentazioneIl gastronauta e il foodtrotter:una possibile segmentazione
(3)
(4) 2000,
(5)
Paolini Davide, I luoghi del gusto, , Milano 2000.
Paolini Davide
Paolini Davide 2000,
Baldini e Castoldi
Op. cit.
Op. cit.
14
È evidente che le due tipologie di
viaggiatore richiedano servizi e
organizzazioni differenti, occorre una
realtà più organizzata con diversi
servizi accessori (dalla comunicazione
alla ricezione alberghiera) per
accontentare il foodtrotter, per il
gastronauta è necessario che esista
l'evidenza del giacimento
gastronomico, la comunicazione di un
evento e un organizzazione più
bassa, che coinvolga almeno i
dettaglianti al massimo i produttori.
Fondamentalmente possiamo
riassumere questi due segmenti nel
modo seguente: il gastronauta è un
utente mentre il
foodtrotter possiamo considerarlo un
utente
Le due tipologie di viaggiatori,
evidentemente, impatteranno
diversamente sull'economia del
territorio che offre il proprio patrimonio
gastronomico come meta turistica. Un
territorio che cerca lo sviluppo
attraverso la produzione tipica, e uno
sviluppo generalizzato, dovrà puntare
al foodtrotter come target centrale
dell'offerta turistica.
product oriented
service oriented.
(TABELLA 1.1)
Dalle ipotesi proposte fin ora, cioè di
ricercare la via dello sviluppo
sfruttando i giacimenti gastronomici di
un territorio, sono evidenti le
differenze, per quanto riguarda l'
impatto economico e lo sfruttamento
di risorse locali, tra un offerta diretta al
e una orientata al
, tra l'evidenza di una specialità
gastronomica e il fascino di un
territorio che offre la fruizione
completa della cultura locale e del
mondo che riguarda la sua
produzione enogastronomica tipica.
Un territorio che decide per la prima
volta di proporsi utilizzando come
la produzione
enogastronomica tipica,cioè il suo
, partirà
con l'offerta puntando al gastronauta,
ciò significa puntare a un bacino
ristretto che non ha bisogno di servizi
come la ricezione alberghiera, per
fare questo è necessaria una minima
organizzazione degli attori coinvolti e
un livello ridotto di complessità, infatti
basta fornire i servizi necessari alla
fruizione dei prodotti (scelta,
gastronauta food
trotter
medium
giacimento gastronomico(6)
usufruire della vacanza o del viaggio:
il gastronauta si muove
esclusivamente per esplorare il
patrimonio gastronomico di un luogo,
spesso è motivato dalla presenza di
un evento rilevante (fiere, sagre,
festival), è il viaggio si riduce al tempo
necessario alle degustazioni e agli
acquisti, infatti possiamo riconoscere
nel gastronauta i buyers di ristoranti o
di del cibo, oppure
collezionisti e appassionati che
approfittano dell'evento o di una
buona domenica per soddisfare le
loro voglie di accrescere il loro
patrimonio del gusto; gli spostamenti
del gastronauta, quindi, sono soliti
essere di medio corto raggio, al
massimo qualche centinaio di
chilometri. Diversamente il Food
Trotter impiega più tempo per il suo
viaggio, usa sfruttare al pieno i week-
end o i periodi festivi, per immergersi
completamente nella cultura
gastronomica del luogo che andrà a
visitare, nel suo viaggio fatto di
esplorazioni di aziende, locande e
artigiani vuole godere anche delle
bellezze del luogo, ma come nel caso
del gastronauta la motivazione del
viaggio resta l'offerta gastronomica
tipica.
boutique
1.3L'approccio evolutivodell'offerta turistica
(6) 2000, Op. cit.Paolini Davide.
15
se non unica, antica e da generazioni
presente sul territorio acquisendo
caratteristiche speciali che appunto la
tradizione e il (pensando al
mondo enologico) le hanno conferito.
Se abbiamo di fronte la sana
presenza di un giacimento
gastronomico, possiamo fare le nostre
considerazioni sul tipo di territori che
possono attivare un'offerta turistica
terroir
basata sulle ricchezze delle
produzioni tipiche; sempre con l'aiuto
delle ipotesi di Davide Paolini
dividiamo i territori in base alla loro
vocazione turistica, esistono quindi:
_
_
Aggiungiamo dei sotto gruppi a
territori
a vocazione turistica
territori privi di vocazione turistica
degustazione, acquisto). Puntare al
gastronauta è il primo passo di un
approccio evolutivo all'offerta turistica
basata sulla ricchezza gastronomica
di un territorio.
Una volta raggiunto un livello di
notorietà e un giro di affari legato al
cibo più dinamico ed esteso, il
territorio potrà incominciare a fornirsi
di servizi e ad attrezzarsi per
accogliere utenti più redditizi come i
food trotter o i turisti tradizionali.
Fin qui abbiamo semplificato per
capire cosa intendiamo dire col
concetto di approccio evolutivo
all'offerta turistica basata sui
giacimenti enogastronomici,
naturalmente il processo di
valorizzazione è complesso, inoltre
bisogna fare dei distinguo sul tipo di
territorio che vorrà ospitare del
turismo di tipo gastronomico.
Tutti i territori possono attivare offerte
di turismo gastronomico?
La discriminante principale è la
presenza di un giacimento
gastronomico di valore, cioè una
produzione tipica di quel luogo che
possiede caratteristiche di unicità,
rarità e valore, rappresentativa
appunto di un territorio piuttosto che
un altro, ma anche una produzione,
verso un progetto
tabella 1.1
dal turismo gastronauta al turismo foodtrotter:l'impatto sul territorio [Davide Paolini 2000]
attori coinvolti
risultati economici
indotto economico
punti di forza
punti di debolezza
gastronauta foodtrotter
pochi e solo privati:produttori e commerciantidel giacimento; ristoratori
positivi e limitati ai soliattori coinvolti: i costi ridottiche questa strategia imponeloro risultano abbondantementecoperti dalle maggiori entratedovute a questo tipo didomanda turistica
limitato: basso impatto sulterritorio in termini diaccrescimento di benesseree redistribuzione del reddito(sia in termini di occupazioneche di realizzazione diinfrastrutture di pubblica utilità)
limitata complessità organizzativa:trainata da un numero altrettantolimitato di produttori "illuminati";un turismo escursionista puòessere agevolmente attivato
limitato impatto sul territorio
molti: ai precedenti vanno aggiuntii produttori di servizi accessori:
gestori di attività ricettive(albergatori, agriturismi ecc.) e attoripubblici (comuni e province in base asingoli competenze)
in primis
positivi e allargati al territorio:gli elevati investimenti che questascelta impone sono ampiamentesuperati dalle maggiori entrate
allargato: nasce l'esigenza di nuoveprofessioni soprattutto in ambitoterziario. Realizzazione/rifacimento diinfrastrutture da parte della pubblicaamministrazione
crescita del benessere nel territorio
alta complessità organizzativa:molti attori dalle logiche e obiettivispesso divergenti debbono cooperareper dare vita a un pacchetto turisticoefficiente
16
turismo posseggono le
capacità, i servizi e la cultura, sia a
livello privato che istituzionale, per
puntare direttamente a un turista di
tipo una volta individuato il
prodotto .
I territori privi di risorse turistiche
tradizionali, intendiamo dire risorse
naturali come il mare o la montagna o
risorse culturali come le bellezze
artistiche e architettoniche, quindi
territori nei quali non c'è vocazione
turistica, sono luoghi che, se
posseggono un
tipico e di valore,
volendo attivare un offerta di turismo
basata sui prodotti tipici dovranno
partire dal basso, cioè di rivolgersi a
un'utenza del tipo
partendo dalla comunicazione del
prodotto e alla creazione di attenzione
su di esso. Può capitare che
incidentalmente un giacimento
gastronomico attiri l'attenzione di
qualche del settore,
come i giornalisti di testate
specializzate: per i territori queste
sono occasioni che vanno sfruttate,
accentuando l'attenzione sul prodotto
con una buona comunicazione,
organizzare immediatamente un
minimo sistema di attori e risorse
tradizionale,
foodtrotter
medium
giacimento
gastronomico
gastronauta,
opinion leader
dedicati alla reperibilità e alla fruizione
del prodotto stesso, la creazione di
eventi (es: sagre del…) che attirino
pubblico e media; azioni che
determinano un aumento del volume
del passa parola tra gli appassionati,
tra i gastronauti appunto. Se le
politiche di gestione del fenomeno o
le mosse strategiche per metterlo in
moto avranno i loro frutti, questi
territori potranno avere la possibilità di
accrescere la loro offerta turistica per
indirizzarla a segmenti di utenze più
stabili e remunerativi del gastronauta.
La logica di approccio evolutivo
all'offerta possiamo applicarla anche
nei territori che presentano
potenzialità non sfruttate o mal
sfruttate: questi luoghi, magari ricchi
di storia ma invisibili al flusso turistico,
potranno sfruttare il loro patrimonio
gastronomico per diventare visibili e
localizzabili, per accrescere
gradualmente la capacità ricettiva e la
cultura dell'accoglienza turistica,
usando come mezzo di
comunicazione e veicolo di
conoscenza il proprio giacimento
gastronomico.
In territori di questo genere come
anche nei territori a vocazione
turistica, uno strumento efficace per
questa divisione
_
_
_
_
se non in modo
incidentale o senza una precisa
programmazione e quindi privi della
cultura e dei servizi dell'accoglienza
Per i territori che posseggono
vocazione turistica non soggetti a
stagionalità, per esempio territori che
vantano la presenza di importanti città
d'arte, o territori che subiscono un
flusso variabile a seconda delle
stagioni, ad esempio le località
marittime o le stazioni sciistiche, la
valorizzazione e l'evidenziazione di un
giacimento gastronomico sono
l'opportunità di diversificare l'offerta
turistica o di incrementare il flusso
turistico nelle basse stagioni (in
genere la primavera e l'autunno),
questi territori, già frequentati dal
territori a vocazione turistica
stagionale
territori a vocazione turistica non
stagionale
territori che non possiedono
risorse turistiche tradizionali
territori che possiedono risorse
non sfruttate,
17
all'emergere di modi di vita più
radicali, a volte più riservati, alla
riscoperta delle tradizioni,
dell'essenza al posto dell'apparenza,
è stata occasione per la riemersione e
la riscoperta dei prodotti tipici e
tradizionali, soprattutto nel settore
enogastronomico(8).
L'interesse crescente verso il mondo
delle produzioni tipiche
enogastronomiche del territorio
italiano è tangibile e osservabile
attraverso vari fenomeni: i palinsesti
delle reti televisive nazionali si
riempiono in maniera crescente di
rubriche e trasmissioni che parlano di
enologia, di ricette tipiche regionali, di
viaggi alla scoperta dei territori di
origine di prodotti di eccellenza del
nostro patrimonio enogastronomico;
la grande distribuzione riorganizza il
settore dei vini negli spazi preposti
alla vendita, gli scaffali dei
supermercati assomigliano sempre
più a cantine e spesso è possibile
fruire di degustazioni dei prodotti; gli
stessi marchi commerciali delle
distribuzioni organizzate si fregiano
dell'aggettivo “tipico”, sulle etichette di
questi prodotti viene dichiarata
l'origine e ostentato il legame con la
tradizione e il luogo di provenienza
della “specialità” in vendita; aumenta il
numero dei negozi specializzati nella
vendita di prodotti tipici regionali;
aumenta la notorietà la visibilità di
associazioni che come missione
hanno la salvaguardia e la
promozione del patrimonio
enogastronomico italiano,
associazioni come “Slow Food”, nata
nel 1986, oggi conta più di 70.000
soci, presente in 83 Paesi del
mondo(9).
L'Italia ha un patrimonio
enogastronomico unico e ricchissimo,
vantando centinaia di prodotti DOC,
DOCG, IGT,IGP, DOP(10), i prodotti
tipici del nostro Paese sono conosciuti
e ricercati in tutto il mondo, a volte
prodotti rari e pregiati che vengono
identificati con il loro territorio di
origine: il prosciutto crudo di San
Daniele, il Parmigiano Regiano, il
tartufo di Alba, giusto per citarne
qualcuno, sono prodotti che vengono
apprezzati e consumati sulle tavole di
tutto il mondo, non da meno è la
produzione vitivinicola che vanta
tradizione e fama al pari di quella
francese; dal barolo al chianti, dall'
amarone al passito di Pantelleria i vini
italiani vengono collezionati, stimati,
amati e imitati, la tecnologia enologica
attirare il turista è il percorso
gastronomico. Di seguito tratteremo
delle strade del vino, strumento e
sistema di promozione e
valorizzazione territoriale efficace se
progettato rispettando le peculiarità
del capitale territoriale e organizzando
gli attori, dai privati produttori alle
pubbliche amministrazioni, alla ricerca
di sinergie e collaborazioni da far
assomigliare una strada del vino a
una impresa a rete.
Stiamo osservando un cambiamento
socio culturale del (anche
se preferiamo, ormai, l'espressione:
fruire di benefici offerti da un
prodotto/servizio); il consumatore si è
trasformato in un attore sociale attivo
nelle proprie scelte, è sempre più
informato, sempre più attento ed
esigente, agisce con senno e si
circonda di un universo di consumi
che aderisca il più possibile alla sua
idea di vita e alla sua identità .
Questa mutazione, accoppiata
all'abbandono dell'appariscenza tipica
dello stile di vita degli anni '80 ,
consumare
(7)
verso un progetto
1.4Le strade del vino
(7) Giampaolo Fabris 2003,
(8) Magda Antonioli Corigliano 1998,
(9) Fonte: SlowFood
(10) DOC, DOCG, IGT, IGP, DOP sono le sigle normative che identificano le certificazioni dei prodotti enogastronomici e dei prodotti tipici, in ordine:Denominazione di Origine Controllata, Denominazione di Origine Controllata e Protetta, Indicazione Geografica Tipica, Indicazione Geografica Protetta,Denominazione di Origine Protetta.
(11) Fonte: elaborazioni Agriprojects Riccardo Pastore, dato in lire italiane
Op. cit
Op. cit.
..
18
articolo sul quotidiano. Se prima
l'enoturismo interessava gli
appassionati del mondo dell'enologia
e i collezionisti di vini pregiati ora il
fenomeno sta diventando moda,
nascono nuovi appassionati, una
nicchia del turismo che interessava
regioni come il Friuli, il Veneto e la
Toscana, ora è diventato un segmento
che muove un business da 5000
miliardi/anno tra diretto e indotto(11).
Tale nuovo modo di concepire il
turismo ha fatto esplodere nel giro di
un decennio i fenomeni
dell'agriturismo e del turismo
enogastronomico interconnessi tra
loro. Crescono di conseguenza le
richieste di zonazione DOC, con i
programmi europei di sviluppo
“LEADER” cresce il numero dei
progetti di intervento per i territori che
si sono organizzati in GAL (gruppi di
azione locale) per la creazione di
“Strade del Vino” che, come vedremo,
sono lo strumento più efficace per
l'organizzazione di un territorio
orientato all'offerta enoturistica.
Ritornando sulle tesi di Davide
Paolini, possiamo affermare che il
vino di qualità e certificato è un vero
mezzo di promozione territoriale, un
vero tra il territorio e il suo
sviluppo.
Il “Movimento per il turismo del vino” e
l' “Associazione Nazionale delle Città
del Vino” sono complici nella crescita
dell'interesse verso l'enologia e
l'enoturismo. Il Movimento per il
turismo del vino nasce nel 1993 e in
pochi anni crea fenomeni come
“Cantine aperte”: l'ultima domenica di
Maggio le cantine socie del
Movimento (1.027 nel 2004) aprono i
battenti alla gente organizzando visite
medium
nazionale viene esportata nei Paesi
che possiedono una minore tradizione
vitivinicola, Paesi che da un ventennio
- al massimo - hanno iniziato a
produrre vino, con lo scopo di
raggiungere la qualità e il gusto
europeo, per la precisione il gusto
italiano, francese e spagnolo.
Nello scenario prima descritto, cioè la
crescente attenzione verso i prodotti
tipici e tradizionali del nostro
patrimonio enogastronomico,
osserviamo un incremento della
domanda di vini di qualità, certificati
DOC e IGT. La crescita di questi
prodotti in termini di immagine e
status ha generato interesse verso le
loro origini, verso i territori che sono
culla di produzioni vitivinicole
importanti, ma è anche cresciuta la
curiosità verso zone di produzione
meno conosciute ma rappresentate
da un prodotto di qualità superiore.
In questo contesto si è evoluto un tipo
di turismo particolare, l'enoturismo,
caratterizzato dal pionierismo, dalla
scoperta e dalla curiosità: l'enoturista
viaggia alla scoperta dei luoghi di
produzione dei vini apprezzati a
tavola, in un “wine bar”, in un'enoteca,
magari consigliato o incuriosito da
una trasmissione televisiva o da un
all'originefuunpercorso
(11) Fonte: elaborazioni Agriprojects Riccardo Pastore, dato in lire italiane
(12) Fonte: Movimento del Turismo del Vino
..
anni '50: in origine fu il percorso
la prima strada del vino italiana,un percorso che unisce i borghie le zone di produzione vitivinicoledell' Alto Adige
1970 nascita dei consorzi di tutelaesempio : Chianti Classico Gallo Nero (Toscana)
1986 Slow Food 1993 il Movimento per il Turismo del Vino
1996 prima La legge Regionale disciplinaredelle Strade del Vino (Toscana)
schema 1.1 : cronologia ed evoluzione delle strade del vino e del fenomeno dell'enoturismo
19
certificazioni CSQA s.r.l.
L' Associazione Nazionale delle Città
del Vino, oltre ad essere un
riferimento nella tutela e nella
valorizzazione dei comuni che
possiedono un'alta tradizione
vitivinicola, è anche un'importante
casa editrice di pubblicazioni per il
settore enologico. Ha promosso
eventi internazionali come il Simposio
Internazionale “Territorio e Vino “ del
Maggio 1998, il cui tema principale è
stato dimostrare come la zonazione
DOC è uno strumento per la
conoscenza e la qualità, uno
strumento per la valorizzazione
territoriale.
L' Associazione Nazionale delle Città
del Vino offre anche un servizio di
consulenza di progettazione di strade
del vino: i comuni, le società
consortili, i territori che hanno scelto
la strada del vino come via per lo
sviluppo economico e turistico
possono usufruire della consulenza
dell'Associazione Nazionale delle
Città del Vino per tutti gli aspetti
organizzativi e di comunicazione del
progetto. Torneremo in seguito a
parlare di questa consulenza
progettuale dell'Associazione
Nazionale delle Città del Vino, in
quanto osserviamo la tendenza
all'utilizzo di soluzioni standardizzate,
come se esistessero pacchetti
preconfezionati di idee, con il rischio
di una somiglianza tra le realizzazioni
in un settore dove sono fondamentali
le identità da preservare o da creare,
alla ricerca di fattori differenzianti per
emergere tra le realtà già esistenti.
Non è ancora un problema, in quanto
il segmento dell'enoturismo è molto
giovane, ma è uno degli handicap del
guidate e degustazioni, nell' edizione
del 2004 si sono registrate 1.200.000
presenze(12), ma il Movimento per il
turismo del vino è anche artefice di
eventi come “Calici di Stelle”:
degustazioni e osservazione
astronomica durante la notte di San
Lorenzo, o di “Benvenuta
Vendemmia”: l'ultima domenica di
Settembre i produttori soci aprono alla
gente facendo assaporare l'atmosfera
che caratterizza un momento
fondamentale della produzione
vinicola; inoltre il Movimento per il
turismo del vino redige una guida il
Giravino che accompagna e consiglia
l'enoturista alla scoperta dei soci
produttori, segnalando i servizi offerti
e una certificazione dell'accoglienza in
cantina basata sul Decalogo
dell'accoglienza redatto dal
Movimento e gestita dalla società di
verso un progetto
1998 Legge 268/98 della Republica Italianasulle Strade del Vino
1998 Magda Antonioli Corigliano(docente bocconi) dedica una pubblicazioneal marketing delle Strade del Vino
1998 Simposio internazionale TERRITORIO e VINO
2000 la giornata delle Cantine Apertesi ripeterà per ogni anno per i soci delMovimento per il Turismo del Vino
2001 evento benvenuta vendemmiatenuto ogni anno dai soci delMovimento per il Turismo del Vino
2000 Davide Paoliniindica come un prodotto tipicopossa essere consideratoper lo sviluppo di un territorio
medium
1999 partono i piani dicofinanziamento europeo LEADER:le strade del vino in 4 annidiventano 116 in Italia1998 l'anno della "fiducia" verso l' enoturismo
2000 Associazione delle Città del Vinosi pone come consulente di sviluppoper le realtà interessate alla creazionedi una strada del vino
TERRESICANE
progetto
20
_ADATTABILITA'
_RIDOTTA STAGIONALITA'
a diverse esigenze
di appagamento psicofisico
.
Aggiungiamo che oggi, con una realtà
socioculturale in continua evoluzione,
si ricercano esperienze sempre
diverse, che soddisfino i cinque sensi
e che lascino un ricordo unico, ciò
comporta, per il settore di cui ci
stiamo occupando, la necessità di
staccarsi dal consueto concetto del
soggiorno agrituristico connesso all'
andar per cantine alla ricerca delle
origini di un vino famoso .
L'esperienza deve diventare
un'immersione nella cultura del
territorio e dei suoi prodotti, si vuole
diventare esperti mentre si respirano
atmosfere uniche e diverse.
Vedremo in seguito, nel progetto di
tesi, come si possa orientare l'offerta
enoturistica di un territorio al fine di
migliorarne l'efficacia senza cadere
nella tentazione del tipico da cartolina
e cercare di indirizzare le esperienze
e le attività a seconda dell'utenza di
riferimento.
" "
" "
Il turismo è la risultante di una
molteplicità di componenti, materiali e
immateriali, dalle strutture ai servizi,
dalle risorse all'organizzazione,
dall'ambiente alla comunità locale che
interagiscono fortemente fra di loro,
tanto che il prodotto finale, il
propriamente detto risulta
influenzato dall'effetto congiunto delle
reciproche interazioni anziché dalla
semplice somma delle singole
componenti .
Nel caso dell'enoturismo, uno
strumento che risulta essere efficace
nella gestione di questa complessità è
la strada del vino, che, come
vedremo, non è semplicemente un
percorso turistico in un territorio votato
ad una specifica produzione, ma uno
strumento gestionale, economico e di
promozione territoriale.
Se l'agriturismo e il turismo rurale
rientrano nella sfera del , il
turismo enogastronomico e l'
enoturismo appartengono alla sfera
del ; le Strade del Vino
(adopereremo d'ora in avanti SDV),
nascono come percorsi all'interno di
prodotto
turistico
(13)
soggiorno
percorso(14)
mondo delle strade del vino in Italia,
ritorneremo su questo punto più
avanti.
Prima di addentrarci nella descrizione
dei sistemi di promozione territoriali
che sono le strade del vino, vogliamo
sottolineare che il territorio e il
patrimonio territoriale connesso ad
esso giocano un ruolo di primo piano
nella scelta dell'enoturista, ed è
partendo dalle risorse locali che
possiamo avanzare una progettazione
dello sviluppo, utilizzando come
veicolo di promozione e fattore
motivazionale la produzione
vitivinicola di qualità; inoltre dobbiamo
tenere presenti altri fattori che
spingono l'enoturista al viaggio, alcuni
di essi vengono individuati da Magda
Antonioli Corigliano(12), di seguito li
proponiamo:
ritorno alle origini, recupero
delle radici, fonte di benessere fisico e
spirituale
percorsi
inesplorati o dimenticati, senso
dell'avventura che contrappone
l'unicità all'emulazione.
, unicità e rarità: ciò
che il territorio stesso è in grado di
offrire
_TERRA
_RICERCA PIONERISTICA
_PECULIARITA'
1.4.1Le strade del vino:da percorso a sistema
Op. cit
.
(12) Magda Antonioli Corigliano 1998,
(13) Magda Antonioli Corigliano 1998,
(14) Magda Antonioli Corigliano 1998,
Op. cit.
Op. cit.
21
un territorio, nel quale è presente una
produzione vitivinicola tipica e
certificata, omogeneo per cultura e
morfologia.
La prima SDV italiana nasce in Alto
Adige negli anni Cinquanta come
semplice tracciato geografico che
unisce borghi, paesaggi viticoli e
cantine, in seguito il contesto cambia,
zone come il Chianti in Toscana
raggiungono un livello di notorietà e di
presenze che giustificano la scelta di
disciplinare i percorsi regionali che si
formavano in maniera spontanea su
iniziative di comuni e consorzi di
tutela, come il famoso consorzio del
Gallo Nero per il Chianti Classico,
così, nel 1996, la Toscana è la prima
regione a munirsi di una legge
disciplinare regionale sulle strade del
vino, che come il disciplinare
legislativo che regola le produzioni
DOC, la legge toscana detta le regole
e i profili da rispettare per certificare
una Strada del Vino come tale. Nel
1998, prendendo ad esempio
l'esperienza della Toscana, lo Stato
Italiano vara la legge nazionale -
legge 268/98 (allegato 1) che detta i
requisiti basilari di una SDV per
essere riconosciuta e godere dei
finanziamenti annuali stanziati per lo
sviluppo turistico. La legge è molto
semplice, appena sei articoli, parte
dalla definizione degli obiettivi e dei
principi, esplicitando che lo scopo è la
valorizzazione dei territori
caratterizzati da produzioni vitivinicole
di qualità e certificate, cioè le zone
DOC e DOCG; nel primo articolo
possiamo anche leggere una
definizione delle strade del
vino:”percorsi segnalati e pubblicizzati
con appositi cartelli, lungo i quali
insistono valori naturali, culturali e
ambientali, vigneti e cantine di
aziende agricole singole e associate
aperte al pubblico; esse costituiscono
strumento attraverso il quale i territori
viticoli e le relative produzioni
possono essere divulgati,
commercializzati e fruiti in forma di
offerta turistica”.
Le Regioni sono invitate a dotarsi di
leggi e disciplinari regionali sulle SDV,
nel secondo articolo vengono esposti
gli strumenti di organizzazione e
gestione delle SDV che le Regioni e
le Amministrazioni locali possono
prevedere:
- il disciplinare della SDV sottoscritto
dai soggetti aderenti
- il comitato promotore
- il comitato di gestione, che vedremo
essere il cuore organizzativo di una
SDV
- il sistema di comunicazione e di
segnaletica
- il materiale illustrativo, divulgativo e
le guide
Inoltre le Regioni e gli enti locali
possono definire specifiche strutture e
infrastrutture funzionali alla fruizione e
la gestione delle SDV.
Il terzo articolo della legge prevede
che sia il Ministero per le Politiche
Agricole, con un decreto, definisca gli
standard minimi di qualità da inserire
nei disciplinari di ogni SDV; nello
stesso articolo viene previsto che
anche la cartellonistica e la
segnaletica debbano avere
caratteristiche definite da un decreto
ministeriale in armonia con le norme
del Codice della Strada.
Il decreto ministeriale riguardante gli
standard minimi da inserire nei
disciplinari delle SDV è stato redatto
nel 2000 e, per punti, lo riassumiamo
di seguito.
L'articolo 1 dispone che ogni strada
del vino debba prevedere:
a) un logo identificativo unico;
b) segnaletica informativa posta sia
verso un progetto
22
lungo il percorso sia in prossimità del
soggetto aderente alla strada del vino
e consistente dello specifico logo
identificativo;
c) esposizione presso ciascun
soggetto aderente della mappa del
territorio specifico della strada del
vino; la mappa dovrà contenere
almeno il percorso stradale e la
localizzazione dell'offerta enoturistica
complessiva, tramite simbologia
annessa, della strada del vino;
d) un regolamento di funzionamento,
contenente almeno la tipologia dei
soggetti aderenti ed i requisiti
necessari degli stessi per aderire alla
strada del vino;
e) un soggetto responsabile.
Il soggetto responsabile è costituito
dal Comitato di gestione, che deve
almeno:
a) essere regolarmente costituito;
b) gestire il disciplinare;
c) pianificare le attività inerenti:
__l'omologazione dei soggetti
aderenti;
__la verifica del mantenimento dei
requisiti necessari da parte dei
soggetti aderenti;
__gli orari di apertura al pubblico delle
aziende aderenti;
__la redazione di materiale illustrativo
e divulgativo;
__l'organizzazione di visite guidate,
avvalendosi di personale qualificato
almeno in un'altra lingua comunitaria;
__la promozione della strada del vino.
Ad ogni strada del vino devono
aderire almeno i seguenti soggetti:
a) due o più aziende vitivinicole;
b) una o più cantine;
c) una o più strutture tra:
__enoteche;
__aziende agrituristiche;
__esercizi autorizzati alla
somministrazione di pasti, alimenti e
bevande della strada del vino;
__imprese turistico-ricettive;
__musei della vite e del vino o musei
etnografici enologici.
Negli articoli successivi il decreto
ministeriale indica le caratteristiche
qualitative minime per ogni possibile
soggetto aderente alla strada del vino.
Le aziende vitivinicole e le cantine
devono presentare le seguenti
caratteristiche qualitative minime:
a) ubicazione all'interno della zona di
produzione di vini a DOC e DOCG
(salvo eccezioni di aziende di
vinificazione associata, purchè nel
rispetto della normativa dei relativi
disciplinari di produzione dei vini);
b) aree attrezzate per una sosta
temporanea dei visitatori in spazi
aperti;
c) ingresso o altro locale adibito a
luogo di accoglienza degli ospiti che
attendono per la visita;
d) allestimento di uno spazio per la
degustazione;
e) orario di apertura al pubblico
corrispondente a quello concordato
con il soggetto responsabile della
strada del vino;
f) affissione in modo visibile, nel locale
di degustazione, dei prezzi dei
prodotti in vendita ed eventualmente
anche degli assaggi;
g) indicazione nella segnaletica
apposta all'ingresso dell'azienda, di
numeri di telefono, dell'orario e dei
giorni di apertura.
Tutti gli altri soggetti devono
presentare almeno due caratteristiche
qualitative minime:
a) essere ubicate all'interno della
zona di produzione di vini di qualità;
b) rendere disponibile materiale
informativo sulla strada del vino
approvato dal soggetto responsabile.
23
Inoltre i diversi soggetti devono
possedere altre e particolari
caratteristiche qualitative minime.
Le Enoteche (ad esclusione di quelle
già riconosciute da leggi regionali)
devono:
__esporre con particolare cura ed in
luogo adeguato vini delle aziende
aderenti alla strada del vino;
__esporre in modo ben visibile i
prezzi di vendita dei vini della strada
del vino;
__allestire uno spazio di
degustazione.
Le aziende agrituristiche devono:
__indicare nella segnaletica
all'ingresso dell'azienda il nome
dell'azienda, il numero di telefono,
l'orario e i giorni di apertura;
__avere una carta dei vini e almeno
un menù di degustazione qualora
l'azienda agrituristica sia autorizzata
alla ristorazione.
Ristoranti e bar della strada del vino
devono:
__avere una carta dei vini aggiornata
e adeguata, comprendente una
significativa rappresentanza di vini
provenienti dalle aziende vitivinicole
facenti parte della strada del vino;
__menù di degustazione comprensivi
di piatti tipici del territorio interessato
alla strada del vino.
Le imprese turistico-ricettive (hotels,
alberghi, Bed and Breakfast, ecc.)
devono rendere disponibile materiale
informativo sulla strada del vino
approvato dal soggetto responsabile.
I musei del vino e della vite o
etnografici enologici devono:
__essere aperti al pubblico negli orari
concordati con il soggetto
responsabile della strada del vino;
__promuovere iniziative didattiche ed
educative finalizzate alla conoscenza
dei vari aspetti
culturali della produzione vitivinicola
della strada del vino.
Ritornando sulla legge nazionale,
diciamo che l'articolo 4 definisce gli
aspetti economici legati agli incentivi
statali e i cofinanziamenti per la
realizzazione dei progetti, inoltre, al
momento in cui è stata varata la
legge, la dotazione finanziaria della
stessa era fissata per 1,5 milioni di
Euro/anno; l'articolo 5 e 6
determinano che la legge è
applicabile anche a strade tematiche
dedicate alla valorizzazione di altre
realtà produttive tipiche, ad esempio
le strade dell' olio o le strade dei
sapori.
Se non fosse per la redazione del
decreto ministeriale, che detta le linee
guida e i requisiti minimi per i
disciplinari delle strade del vino, dalla
legge e dalla definizione che fa la
stessa delle SDV visualizziamo un
modello piuttosto semplificato del
sistema enoturistico legato alle SDV,
un modello che si lega molto al
concetto di
.
Indubbiamente le SDV sono strade e
percorsi lungo i quali si collocano
cantine aperte al pubblico, vigneti,
musei, borghi, edifici storici, attrattive
turistiche e naturalistiche, ristoranti
tipici, esercizi ricettivi e produzioni
artigianali, ma, rispettando
l'affermazione che introduce questo
paragrafo, per potere gestire
un'offerta enoturistica veicolata e
promossa da una SDV, tutte le risorse
connesse alla SDV devono fare
sistema, cioè devono essere
interlacciate tra loro, devono
interagire e cooperare, insomma si
trasformano da risorse presenti a
attori di un sistema orientato
percorso segnalato e
pubblicizzato
verso un progetto
24
Ricapitolando, la trasformazione da
tracciato a istituzione e strumento di
promozione, vede oggi una SDV
come un sistema di offerta turistica
che abbraccia un intero percorso,
collega tutte le risorse presenti in
luoghi e territori ad alta vocazione
vinicola, in grado di esercitare il
proprio effetto sulla domanda di
Enoturismo.
Nel 1998, Magda Antonioli Corigliano
(Antonioli Corigliano,1998 p.24) scrive
i requisiti ideali di una SDV:
_sia effettivamente tracciata o attuata in una
specifica area territoriale di produzione vinicola
e turistica avente le caratteristiche proprie di un'
autentico distretto turistico
_sia progettata, da un punto di vista teorico
economico sulla base dei più efficaci ed
efficienti modelli di collegamento tra imprese e
istituzioni appartenenti ad uno stesso distretto
turistico quali, ad esempio, i centri servizi
turistici
_sia realizzata in base a delle linee guida
generali e univoche previste dalla legge
nazionale
_tenga conto, salvaguardi e valorizzi le
specificità ambientali, geofisiche,
microclimatiche, paesaggistiche, storico
culturali, artistiche, enogastronomiche,
socioeconomiche, demografiche, viabilistiche e
turistiche dell'area di riferimento.
_Perseguano obiettivi di sviluppo economico
dei comparti direttamente interessati
(agriturismo, ristorazione, produzioni
agroalimentari tipiche ecc. ecc.) e dell'indotto
nelle aree interessate e confinanti,
riqualificazione professionale degli operatori,
incremento dell'occupazione giovanile e
femminile
_Sia preceduta, accompagnata e seguita da
efficaci azioni di marketing e di comunicazione,
volte a favorire il raggiungimento degli obiettivi
di mercato e di sviluppo già precisati, non
improvvisate e ben strutturate.
I requisiti dettati dalla Corigliano
possono essere generalmente
riconosciuti e seguiti per ogni
progetto, sono linee di base che sono
fondamento per l'efficienza di
un'offerta enoturistica fondata su una
SDV, ma vogliamo approfondire sul
primo punto : ”sia effettivamente
tracciata o attuata in una specifica
area territoriale di produzione vinicola
e turistica avente le caratteristiche
proprie di un' autentico distretto
turistico”.
È indubbia la necessità della
vocazione vitivinicola del territorio che
deve ospitare la SDV, ma, secondo
noi, le caratteristiche distrettuali dell'
area non sono determinanti all'origine,
sarebbe come dire che solo realtà già
organizzate e apprezzate possano
ospitare una SDV, in realtà non
pensiamo che la Corigliano
intendesse dire ciò che abbiamo
appena affermato, bensì che il
distretto turistico è un modello al
quale aspirare, è la creazione della
SDV stessa che, se opportunamente
progettata, dovrebbe dare
l'opportunità alle risorse e agli attori in
gioco di organizzarsi e fare sistema.
Sono le logiche di funzionamento e la
qualità del prodotto (l'offerta turistica)
a rendere una SDV efficiente e
efficace: senza una base di
funzionamento, un centro di gestione
che si occupa di servizi come
consulenze agli attori soci, servizi di
prenotazione, organizzazione di
eventi, organizzazione della fruizione
dei servizi, servizi informativi e
promozionali, gestione finanziaria
della struttura, supervisione della
qualità ricettiva delle aziende socie,
senza la creazione di una rete di
relazioni tra tutti gli operatori coinvolti
non può attivarsi il circolo virtuoso che
porta allo sviluppo territoriale che ha
ricadute positive sul diretto e
sull'indotto. Quindi, ritornando all'idea
di distretto turistico come aspirazione,
la scelta di fondare una SDV, per le
25
aree che non hanno trovato le vie e i
modi per promuoversi a livello
turistico, dona valide occasioni per
attivare dinamiche di sviluppo con
ricadute positive su molti settori.
L'esistenza di una SDV influisce
positivamente sulla produzione tipica,
sull'economia d'area, sul livello dell'
occupazione, può dare fiducia a
nuove realtà imprenditoriali, aumenta
il giro d'affari di quelle
preesistenti(15).
In breve cercheremo di riassumere il
funzionamento di SDV tipo, basato
sull'osservazione di casi esistenti
vedi 1.7 :le sdv in Italia), per poi
vedere come i vari settori godano dei
benefici attesi da questo tipo di
intervento.
Una SDV viene istituita in territori ad
alta vocazione vitivinicola con
presente una produzione certificata,
l'iniziativa parte, di solito, dalle
Amministrazioni locali in accordo con
le case vinicole o viceversa: a volte
sono le Regioni o le Province a
promuovere un progetto a un Comune
o un gruppo di Comuni che fanno
parte di un territorio omogeneo per
morfologia e produzione, a volte sono
i Comuni stessi che si aggregano in
gruppi per presentare un progetto, a
volte sono le imprese che decidono
promuovere la produzione vinicola
con una SDV e cercano il sostegno
dell'Amministrazione pubblica e dei
comuni che compongono la zona di
produzione.
Il soggetto responsabile di una SDV,
di norma, è il “comitato di gestione”,
spesso una società consortile
costituita dai soci della SDV e dai
Comuni, il comitato è il soggetto
responsabile della SDV, le decisioni
strategiche e gestionali vengono
prese al suo interno:
la redazione del disciplinare, il
controllo della qualità ricettiva delle
imprese socie, la gestione della
comunicazione, la gestione dell'offerta
turistica, in breve tutti i servizi primari
e di supporto per gestire il sistema
SDV.
Alla base della fruizione di una SDV
c'è l'esplorazione e la scoperta del
territorio da parte dell'enoturista,
questi va guidato su itinerari segnalati
lungo i quali ci si aspetta di trovare le
attrattive turistiche: dalle aziende
vinicole, che permettono di essere
visitate, ai musei, dai ristoranti, che
offrono le specialità tipiche del luogo,
ai parchi, dalle attività ricreative agli
agriturismi alle enoteche, tutto ciò che
fa parte della SDV deve essere
segnalato e riconoscibile come parte
del sistema.
Il soggiorno turistico in SDV, spesso,
viene offerto in pacchetti comprensivi
di pernottamento e visite guidate
organizzate, per fare un esempio: la
SDV del Vino Nobile di Montepulciano
offre varie soluzioni che differiscono
per la lunghezza del periodo e
tipologia di sistemazione alberghiera:
la formula weekend, ad esempio,
prevede la scelta di pernottare presso
un albergo o un agriturismo, viene
data la possibilità di scegliere un
itinerario (tra i tre possibili) con
escursione guidata con visita a due
aziende, a tutti gli ospiti vengono
offerte una cena in un ristorante tipico
e una confezione di tre bottiglie di
Vino Nobile.
La gestione delle prenotazioni è
affidata al servizio apposito del
Comitato di Gestione della SDV, le
realtà che posseggono più flusso
turistico si appoggiano, a volte, a tour
operator, altre SDV sono organizzate
verso un progetto
1.4.2Le strade del vino:archetipo di funzionamento
Franco Angeli(15) Riccardo Pastore il Marketing del vino e del territorio: istruzioni per l'uso, 2002
26
per la vendita on-line di soggiorni
vacanza, altre ancora si appoggiano
alle APT (aziende provinciali
turistiche) per promuoversi e in loco
gestiscono il flusso in arrivo, cioè
sono gli uffici informazioni che si
occupano di mettere in contatto gli
utenti con i soci, che siano alberghi,
ristoranti o le aziende vinicole.
Come detto in precedenza lo scopo di
una SDV è la promozione e lo
sviluppo territoriale, cercando di
attivare quel circolo virtuoso nel quale
tutti gli attori del sistema
contribuiscono all'economia d'area,
ma prima di ciò possiamo osservare
la dinamica che attiva il meccanismo
rivolgendo lo sguardo all'osmosi tra il
prodotto (il vino) e la SDV: la
produzione vitivinicola è la prima a
raccogliere i frutti della presenza di
una SDV in quanto l'azione di
promozione, informazione e
commercializzazione del prodotto è
centrale all'interno dell'offerta turistica;
d' altro canto l'esistenza all'interno
della SDV di un prodotto tipico, un
vino certificato, che gode di successo
sul mercato, è sicuramente veicolo di
promozione del territorio di
appartenenza. Se l'azione risulta
efficace, cioè il giro di affari e la
visibilità del comparto produttivo
vinicolo aumentano, ci sono i
presupposti per fare crescere anche
economie di supporto a quella
catalizzatrice dell'area (aziende
produttrici di strumenti di lavoro,
vetrerie, officine meccaniche, vivai…).
È evidente che l'efficacia della SDV
come catalizzatore di economie di
sistema dipende dai consensi e dal
flusso turistico dell'area, sono
l'efficienza, la struttura dell'offerta e i
rapporti tra i soci e le risorse territoriali
che devono essere pensati in modo
tale da favorire le dinamiche che
portano allo sviluppo, a partire dalle
azioni strategiche e di comunicazione
che dovranno essere quanto più
coerenti ed omogenee, fino al
controllo della qualità ricettiva dei
soci.
Come scritto in precedenza il prodotto
di un'offerta turistica è la risultante di
molteplici componenti e risorse:
componenti materiali e immateriali,
risorse fisiche, economiche, sociali e
culturali.
Una SDV è un'offerta turistica che
offre come prodotto la scoperta del
territorio che la ospita e i prodotti tipici
enogastronomici che la distinguono; è
evidente come un sistema di questo
genere metta in correlazione “attori” di
diversi settori: istituzionali, produttivi,
promozionali, culturali.
Se consideriamo una SDV come un
sistema dove ogni risorsa utile
all'offerta deve essere orientata
all'identità catalizzatrice e legata alle
strategie di base di fruizione della
SDV, tutte le risorse, quindi anche
quelle che in apparenza sembrano
indipendenti dal sistema, come i
parchi naturali ad esempio, devono
essere considerate attori attivi della
SDV. Quindi volendo fare, ora, una
“distinta base” degli attori attivi
all'interno di una strada del vino, nella
maggior parte dei casi si identificano:
_produttori vitivinicoli (cantine)
_produttori di altri prodotti
alimentari locali e tipici
_artigianato locale e tipico
_enti e amministrazioni comunali
1.5Gli attori e il sistemadi una strada del vino
27
_agriturismi - alberghi
_ristoratori
_enoteche
_agenzie viaggio e tour operator
_musei e risorse culturali
E' evidente come gli scopi e gli
obiettivi siano differenti per ogni parte
del sistema: le amministrazioni locali
saranno interessate all'incremento
dell'economia e dell'occupazione nel
territorio di appartenenza, le enoteche
alla vendita di quei prodotti che creino
maggior margine, i produttori
vitivinicoli alla conoscenza e
commercializzazione del proprio vino,
ne consegue la necessità di
organizzare coerentemente il sistema
SDV al fine di evitare conflitti interni e
competizioni deleterie alla
promozione dei prodotti e del
territorio.
E' fondamentale concentrarsi per
un'unica offerta turistica alla quale
concorrono aziende di diversi settori,
possiamo paragonare una SDV a
un'azienda estesa, un'impresa a “rete”
che persegue un obiettivo preciso e
univoco.
Per raggiungere questo modello ci si
deve organizzare utilizzando
opportuni strumenti che gestiscono
l'alleanza strategica e l'integrazione
tra le diverse parti in gioco. Significa
che per ogni strada del vino esisterà
un preciso modello di integrazione
adatto alle caratteristiche
imprenditoriali e “genetiche “ del
territorio di appartenenza.
Le aziende vitivinicole rappresentano
una componente fondamentale nel
sistema SDV, essendo la produzione
del vino l'elemento catalizzatore
dell'offerta, ma la sola produzione del
vino non è l'unico requisito necessario
per essere parte del sistema turistico.
Per fare parte di una strada del vino
deve essere presente almeno un
prodotto certificato DOC, la
denominazione di origine controllata
che giustifica l'esistenza della SDV
stessa, ma spesso, in certe zone, si
preferisce una certificazione più
generica come la IGT (il motivo di
questa scelta è riconducibile alla
presenza di una burocrazia più
leggera e ai requisiti di produzione
meno vincolanti) inoltre alcune DOC
non riescono a raggiungere un buon
livello di visibilità sul mercato in
confronto ad altre DOC o ad alcune
IGT, e per i produttori in cerca di
notorietà e di immagine, per
guadagnare quote di mercato non è
conveniente insistere nel proporre
DOC sconosciute, a meno che non si
abbiano a disposizione risorse ingenti
per la promozione, ma, ripetiamo, non
può esistere una strada del vino
senza vini DOC.
Secondo noi una delle soluzioni per
incrementare la produzione certificata
e non investire ingenti risorse
economiche per promuoverla (se
sconosciuta al grande pubblico) è la
costituzione di un Consorzio di Tutela
che ne garantisca la qualità e che
faccia da portavoce con azioni comuni
di promozione d'immagine; questa è
una delle soluzioni più impegnative a
livello organizzativo, sia per la
costituzione che per la gestione del
consorzio. Nelle realtà culturalmente
meno pronte all'integrazione di tipo
consortile ma che comunque hanno
scelto come strumento promozionale
una SDV, per incrementare le
verso un progetto
1.5.1Le aziende vitivinicole
28
produzioni DOC, oltre il minimo fissato
dalla legge per giustificare la
denominazione e la presenza della
SDV, si può procedere gradualmente,
si può prevedere un approccio di tipo
evolutivo all'incremento delle
certificazioni DOC, un approccio che
si lega concettualmente alla logica
evolutiva di Paolini per lo sfruttamento
del patrimonio enogastronomico come
mezzo di promozione : alle produzioni
IGT si affiancano le DOC, cercando di
promuovere la produzione sul
territorio con la SDV e nel mercato
accomunandone la provenienza, lo
sforzo comune resta nella gestione
della strada del vino insieme a
competenze di altri settori come la
ristorazione, la ricezione alberghiera,
gli enti pubblici. L'evoluzione del
sistema può dirigersi verso la
creazione di consorzi di tutela e di
promozione del territorio e dei
prodotti, la stessa SDV può diventare
momento di forza e punto di
riferimento di questa evoluzione.
Riassumiamo, ora, il comportamento
canonico di un socio produttore di una
SDV: solitamente i soci di una SDV si
auto regolano stipulando un
disciplinare (che con la legislazione
statale è diventato obbligatorio)che
detta i requisiti minimi per far parte
dell'associazione. Per monitorare i
servizi offerti ai turisti L' Associazione
delle Città del Vino suggerisce dei
modelli per delle schede di controllo,
per quanto riguarda i produttori
vitivinicoli è necessario rendere noti
gli orari di apertura al pubblico degli
impianti, la possibilità di visite guidate
e di degustazioni, la presenza di uno
spaccio aziendale e di servizi legati
all'accoglienza (sale, servizi,
parcheggi).
Se il produttore socio prevede la
possibilità di fare visite guidate in
azienda, è bene che parte del
personale sia preparato all'
accoglienza turistica, e che nelle sale
adibite alla degustazione siano
presenti addetti che possano
soddisfare la curiosità dell' enoturista,
corredando tutto con materiale
informativo sulla produzione, i prodotti
e la vendita.
Oltre alla produzione di vino, una SDV
si caratterizza per la possibilità di
scoprire anche gli altri prodotti tipici
del territorio, tanto che sempre più
spesso è presente la denominazione
di “STRADA del VINO e dei SAPORI
di…”; oleifici, caseifici, salumifici,
produttori di conserve, produzioni
agricole tipiche possono essere
presenti all'interno di una strada del
vino; queste aziende godono
dell'azione di rivalutazione del
territorio e contribuiscono alla
ricchezza del patrimonio locale. Per
questo tipo di attori sono valide le
stesse considerazioni fatte sui
produttori vitivinicoli, eccezion fatta
per i prodotti DOP (certificazione per i
prodotti tipici non appartenenti alla
produzione vitivinicola) la cui
presenza non è vincolante per
l'esistenza della SDV.
Le piccole aziende o le piccole realtà
artigiane, qualora fossero presenti nel
territorio soggetto all' azione di
promozione e presentino prodotti
caratterizzati da una forte identità
locale o da caratteristiche che li
rendono unici, sicuramente
contribuiscono all'arricchimento del
1.5.2Aziende localidi altri prodotti gastronomici
1.5.3L' artigianato
29
“capitale territoriale”, sono quindi
risorse che vanno sfruttate all'interno
del sistema e valorizzate perché
diano valore aggiunto all' offerta.
Dal punto di vista dell'integrazione, a
seconda del tipo di produzione
(settore, portata, “qualità locale”), si
possono progettare relazioni e
interazioni di opportunità con gli attori
degli altri settori: ad esempio in un
sistema dove è presente una
produzione di ceramica tipica, gli
artigiani
possono diventare fornitori di
oggettistica e piatti per la ristorazione
realizzano merchandising per i
produttori (secchielli per il ghiaccio,
portacenere,,,). Uno schema
relazionale di questo tipo fa pensare
ancora una volta al modello del
: una SDV diventa opportunità
per la nascita di relazioni di carattere
distrettuale tra settori già esistenti nel
territorio, diventa momento di
riflessione per lo sviluppo di un indotto
locale che serva le produzioni
trainanti: ad esempio la nascita di
vetrerie o officine meccaniche per
servire le aziende vitivinicole.
distretto
Le amministrazioni locali (comuni,
governi provinciali, governi regionali,
enti, consorzi) sono una delle
componenti più delicate e
fondamentali del sistema, il motivo è il
loro peso nella gestione delle risorse
territoriali naturali, sociali, culturali.
I progetti di valorizzazione locale, la
richiesta di fondi comunitari, la
fondazione di consorzi di tutela,
partono quasi sempre dall'
amministrazione pubblica: uno
strumento di promozione e
valorizzazione territoriale come una
SDV spesso scaturisce da iniziative
di questo genere, è evidente il ruolo
primario della pubblica
amministrazione.
Dicevamo che è una componente
chiave, ma delicata, o meglio, critica:
anche se i progetti partono dal
“pubblico”, che a volte si rivolge
all'esterno per la compilazione di
questi, in seguito la gestione di ciò
che viene creato non raggiunge i livelli
di efficienza e di efficacia desiderati;
naturalmente non vogliamo
generalizzare, esistono realtà che
hanno saputo organizzarsi e gestirsi
per affrontare la complessità che
rappresenta un sistema SDV.
I limiti e le carenze sono da ricercare
nella scarsa preparazione del
verso un progetto
comuni
soci privati
soc. Stradadel vino
programmazione dell'offerta turistica
regole di ammissione alla strada del vino
valutazione delle aziende entranti
centro raccolta prenotazionie assistenza telefonica
promozione e publiche relazioni
programmazione degli eventi dicultura e spettacolo
gestione dei fondi publici
gestione dei progetti infrastrutturali
informazione e sportello aziendale
ristoratori
gestione e manutenzione delle risorsefisiche e naturali
aziende vitivinicole
ricezione
cooperativedi servizi
gestione delle strutturedi supporto all'offerta turistica
organigramma tipo di una Strada del Vino
1.5.4Enti locali, enti publici, comuni
tabella 1.2
30
comparto umano delle
amministrazioni locali nel campo del
marketing territoriale e nell'approntare
strategie competitive per l'offerta
turistica. Spesso capita che chi
ricopre cariche pubbliche nei governi
locali non abbia dimestichezza con gli
strumenti di marketing, di
progettazione e gestione di servizi utili
per rendere efficiente ed efficace una
SDV e per sfruttare nel modo
adeguato il territorio sottoposto a una
azione di valorizzazione; difficilmente i
comuni, le province e le regioni sono
gestite con logiche imprenditoriali, ma
ciò è naturale.
Per superare questi limiti sono
necessarie alcune scelte
determinanti:
a)Creare risorse dedicate alla
gestione della SDV:
decidere chi e quale comparto
operativo dovrà essere presente nel
Comitato di gestione della SDV. Il
Comitato di gestione, ricordiamo, è
l'organo sempre presente nelle SDV,
si occupa di organizzare e gestire il
sistema ed è formato da
rappresentanti (soci) di ogni settore
presente, dai produttori agli
albergatori all'amministrazione
pubblica, lavora in sinergia con gli
assessorati locali e gli uffici di
pianificazione per fare in modo che
tutto, dagli eventi alla comunicazione,
dal monitoraggio dei soci
all'organizzazione dell' offerta,
funzioni correttamente:
fondamentalmente il Comitato di
gestione è il cervello del sistema.
Da Salvatore Costantino (Costantino;
Artista 2003)(16) apprendiamo che il
Comitato di gestione si occupa dell'
analisi del territorio e del censimento
dei prodotti tipici e delle strutture
ricettive presenti lungo i percorsi della
SDV, si occupa dell' informazione e
della comunicazione, della
promozione turistica e della
formazione professionale degli
operatori di front office, inoltre il
Comitato di gestione può evolvere e
trasformarsi in un vero e proprio
centro servizi turistici, bussola per gli
operatorie per gli utenti.
b)Alta formazione:
chi farà parte del Comitato di gestione
e chi avrà a che fare con
l'organizzazione della SDV, è bene
che venga preparato al ruolo che
dovrà svolgere, mediante una
formazione professionale che orienti
verso la conoscenza di tutti gli
strumenti adatti alla gestione di una
strada del vino, meglio, alla gestione
della complessità di un “distretto
turistico”
c)Formazione del personale
operativo:
chi non svolge ruoli direttivi ma, ad
esempio, occupa posizioni di front
office, dovrà essere preparato in
maniera adeguata al lavoro che dovrà
compiere; per tutti gli operatori dalle
guide ai receptionist ai guardiani di
museo, sarà necessaria una
formazione professionale orientata al
turismo, non solo, il personale
operativo di una SDV è bene che
abbia anche coscienza del suo
territorio e dei suoi prodotti, ad
esempio chi si occuperà di
accoglienza in cantina o di visite
guidate presso i produttori, dovrà
possedere una buona conoscenza
della produzione vitivinicola.
d)Scelta della struttura del sistema:
una volta composto il Comitato di
gestione, per fare in modo che il
sistema sia efficiente è necessario
strutturarlo, decidere di quali parti
dovrà essere composto e come
Franco Angeli(16) A cura di Salvatore Costantino Antonella Artista Le Strade del vino una via per lo sviluppo, , Milano 2003
31
queste interagiranno tra loro. È una
scelta importante: ogni territorio è
diverso, ogni società possiede delle
caratteristiche uniche, ogni realtà
locale possiede logiche di
funzionamento dei rapporti diverse, di
conseguenza per ogni strada del vino
esisterà una struttura organizzativa
più idonea, una logica di
funzionamento che meglio si adatta
alle caratteristiche del territorio che
ospita l'intervento; (per i dettagli
rimandiamo al paragrafo che tratterà
l'integrazione tra le componenti di una
strada del vino.)
Naturalmente il paniere delle scelte
per ricercare l'efficienza e dei motivi
che le hanno determinate è più ampio
e complesso, abbiamo semplificato
per dare un'idea immediata dei punti
di partenza per superare alcuni limiti
che , a volte, manifestano le
amministrazioni locali.
Oltre che far parte del Comitato di
gestione di una SDV, le
amministrazioni locali, coinvolte nel
progetto, dispongono di altre
competenze determinanti per l'offerta
turistica: gestiscono o sono coinvolte
nella gestione delle risorse naturali e
culturali di un territorio, organizzano
gli eventi e le manifestazioni locali, si
occupano della distribuzione del
denaro pubblico (finanziamenti statali,
programmi europei, stanziamenti
speciali per zone disagiate o per
incentivare il flusso turistico…), sono
responsabili della maggior parte delle
strutture pubbliche e hanno il potere
di approvare o meno i progetti dei
privati. Di ciò che serve a una strada
del vino per funzionare, molto dipende
dalle amministrazioni locali, che poi
queste siano i comuni, le province o le
regioni, dipende dall'ampiezza del
sistema preso in considerazione.
In una SDV possiamo individuare tre
tipologie di aziende delegate
all'accoglienza:
gi alberghi, i bed and breakfast e le
aziende agrituristiche.
Le risorse di questo settore sono
fondamentali in una SDV che vuole
incrementare un flusso turistico
stabile di carattere non
escursionistico, sono indispensabili
per gestire concretamente una
strategia di offerta fondata su
“pacchetti soggiorno” ed è chiaro
come la concentrazione, la quantità e
la qualità di queste strutture possa
influire sull'offerta stessa. Infatti i posti
a disposizione possono non
raggiungere la quantità critica per
proporre pacchetti vacanza a livello
nazionale e internazionale (questo è
un ragionamento utile a chi deve
gestire una SDV: se non si possiede
un numero adeguato di posti letto, è
inutile farsi carico di grandi sforzi
economici per promuovere la SDV a
utenze di un bacino troppo vasto, a
meno che non si sia provveduto a
incrementare le strutture ricettive
oppure che l'offerta sia
prevalentemente fondata
sull'escursionismo di breve periodo).
Le aziende agrituristiche, le strutture
alberghiere sono socie della strada
del vino, e dovrebbero concorrere al
comune obiettivo di sviluppo e
promozione del territorio, lavorano in
sinergia con il comitato di gestione, ne
fanno anche parte, partecipano alle
decisioni strategiche insieme agli altri
soci e, come le aziende di altri settori
che fanno parte della SDV, devono
rispondere agli standard decisi nel
disciplinare approvato.
Strada del vino significa
verso un progetto
1.5.5Le strutture ricettive
32
valorizzazione del patrimonio
enogastronomico locale, le aziende
del settore alberghiero, se
dispongono del servizio di
ristorazione, dovrebbero offrire menù
che mettano in primo piano i piatti
tipici e una carta dei vini
prevalentemente basata sul prodotto
locale, inoltre i dipendenti di queste
aziende devono saper fornire
informazioni sui prodotti e sul
territorio, non solo, un buon
albergatore in una strada del vino è
anche informato sui servizi e sulle
attività che sono a disposizione nei
percorsi turistici: visite a cantine, orari
di apertura dei musei, mappe dei
percorsi, informazioni di carattere
generale.
Le aziende agrituristiche
rappresentano, probabilmente, la
migliore soluzione per l'accoglienza
turistica in una SDV: solitamente
gestiscono anche una produzione
tipica, forniscono un servizio di
ristorazione basato sul patrimonio
enogastronomico locale e in più
avvicinano gli ospiti a ciò che
probabilmente hanno cercato
scegliendo un percorso enoturistico,
infatti un agriturismo da l'opportunità
di vivere la vita rurale, conoscere i
prodotti del territorio da vicino, e con
le attività ricreative, che spesso
questo tipo di aziende offre, tipo
passeggiate a cavallo, mountain bike,
corsi creativi, si crea un dialogo tra
l'enoturista e la strada del vino; la
sensazione di scoperta del territorio,
di pionierismo, in questo tipo di
aziende, caratterizzano il periodo di
soggiorno
Un momento importante
dell'enoturismo è, sicuramente, la
scelta di dove e come consumare i
pasti. L'enoturista, alla scoperta del
patrimonio enogastronomico tipico del
territorio in visita, sceglierà il ristorante
o la trattoria in base alla qualità della
agricolturacantine
vigne efondi coltivati
aziendevitivinicole
alberghi agricampeggio residenzerurali
agriturismo
ricettività
intermediazione
tour operator agenzie viaggi
agenzie specializzateground operator
turismo associato
trasporti e accessialla rete
risorse naturali
risorse culturali,artistiche, architettoniche
risorse sociali,folklore e tradizione
ambiente eterritorio
artigianatoanimazione sport sagre attività culturali
attivitàcomplementari
fonte:M.Antonioli MilanoEnoturismo:analisi della domanda e e strategie per l'offerta franco Angeli ED 1996
enoturismo
vinoagroalimentareolioerbesilvicoltura
le componenti dell' enoturismo
1.5.6La ristorazione
tabella 1.3
33
tipicità offerta, i ristoratori dovrebbero
fare largo uso di prodotti locali e
dovrebbero proporre ricette tipiche e
esclusive del territorio di
appartenenza, oppure, per coloro che
vogliono differenziarsi e offrire delle
novità, sfruttare le risorse
gastronomiche della tradizione per
una cucina più creativa. Purtroppo,
per motivi legati alla massimizzazione
dei costi, e a ristoratori “improvvisati”,
molto spesso sono presenti i
cosiddetti “menù turistici” che sono
composti da piatti della cucina
tradizionale italiana e non da quei
piatti che compongono il patrimonio
enogastronomico della strada del
vino. Per quanto riguarda la carta dei
vini è logico pensare che i ristoratori
diano più risalto alla produzione locale
con una scelta di etichette più ampia
possibile, usualmente esiste la
possibilità di scegliere il “vino della
casa”, spesso è servito
anonimamente, sfuso, in caraffe o al
bicchiere, invece, il ristoratore ideale
dichiara apertamente da quale
azienda proviene il vino servito,
ancora meglio, stipula un accordo di
fornitura di vino sfuso con un
produttore locale, un accordo che
porta reciproci vantaggi: il produttore
ottiene visibilità e conoscenza del suo
vino, il ristoratore ottiene fiducia da
parte del turista e ritorni economici
provenienti dai minori costi di un
accordo di fornitura.
Altro attore fondamentale di un
sistema turistico sono le aziende che
forniscono servizi di agenzia e tour
operator, possono essere interne e
esterne alla strada del vino,
istituzionali o private, associate alla
SDV o addirittura clienti di una SDV.
Il ruolo di queste aziende è chiaro:
vendono e organizzano viaggi. Il
mercato turistico, come abbiamo più
volte sottolineato, è affollato e
frastagliato, molte sono le tipologie di
viaggio che un tour operator può
proporre ai propri clienti.
L'enoturismo, che è un segmento
fondamentalmente nuovo, non è
spesso presente nel canale di vendita
delle agenzie, tanto meno nei
cataloghi dei Tour operator nazionali e
europei. Ultimamente però si può
apprezzare un interessamento da
parte delle agenzie e dei tour
operator, ma verso quelle realtà
solidamente organizzate e esistenti
da diverso tempo. Una SDV deve
essere appetibile per avvicinare gli
operatori del mondo dei servizi
turistici, realtà piccole o di recente
costituzione o di dubbia
organizzazione non sono interessanti
per i grandi “organizzatori” di viaggi,
diversamente una SDV piccola o poco
conosciuta, se è strutturata in maniera
corretta, (con ciò intendiamo dire che
siano presenti una buona capacità
ricettiva, un organizzazione delle
esperienze non improvvisata e un
collegamento tra risorse efficiente,
quindi la capacità di saper rispondere
puntualmente a richieste di
prenotazioni e di saper organizzare
visite ed esperienze dal singolo utente
alle comitive) può creare una rete di
rapporti con agenzie singole, magari
distribuite strategicamente sul
territorio nazionale.
Una SDV può avere internamente
un'agenzia viaggi, la SDV diventa tour
operator di se stessa, gli strumenti per
fare questo sono: una rete dei rapporti
efficiente, disporre di moderni servizi
di comunicazione per prenotazioni e
gestione della clientela (telematica,
call center,internet), del personale
verso un progetto
1.5.7Agenzie di viagggio, tour opeator
34
presente e preparato a gestire il
flusso turistico.
Internamente al territorio di una SDV
possono esistere agenzie di viaggio
locali, queste possono essere
coinvolte nel sistema, possono essere
anche socie del comitato di gestione;
lo sfruttamento di risorse già esistenti
può minimizzare gli sforzi
organizzativi per i servizi di
prenotazione e organizzazione dei
viaggi.
Esistono anche risorse di carattere
istituzionale, come le aziende
autonome del turismo, le apt locali
(azienda provinciale del turismo) che
possono diventare portavoce della
SDV verso il pubblico e verso i grandi
tour operator.
Le risorse culturali e naturali come i
musei, spazi espositivi, fondazioni
culturali, associazioni artistiche, parchi
naturalistici, riserve, zone dall'alto
valore paesaggistico e naturalistico,
arricchiscono e caratterizzano una
strada del vino, in questo paragrafo
vogliamo occuparci di quelle risorse
già istituzionalizzate, evitando di
spiegare in questa sede come
dovrebbero essere organizzate
internamente.
Questo genere di risorse
caratterizzano ulteriormente l'offerta
del territorio di una SDV: oltre le
produzioni tipiche il valore di un'offerta
enoturistica si basa sulle bellezze
artistiche, architettoniche e
naturalistiche, sulla quantità, la
“qualità” e l'unicità di queste.
Innanzitutto devono essere
“comunicate”: bisogna rendere nota la
loro presenza, nel sistema della
comunicazione visiva e informativa di
una SDV devono essere ben evidenti
le eccellenze di carattere artistico e
naturale, bisogna istruire e indirizzare
il turista verso queste risorse, ciò
comporta anche uno sforzo
progettuale dei percorsi che devono
essere concepiti come delle guide che
aiutano a scoprire le bellezze del
territorio.
Cultura e natura, quando presenti in
forma organizzata all'interno di una
SDV, devono essere connesse alla
rete degli attori come le altra aziende,
e quindi far parte del sistema di
relazioni e organizzarsi per andare
incontro alle modalità dell'enoturismo:
possono avere bisogno di
riorganizzazioni interne per quanto
riguarda le modalità delle visite, a
volte può essere necessario dover
intervenire per modificare o creare
delle strutture di supporto (es. aree
attrezzate in una riserva naturale), se
autonome e non direttamente
dipendenti dalle amministrazioni locali
devono partecipare al momento
decisionale e, quindi, essere socie del
comitato di gestione della SDV.
Tra le tipologie di musei esistenti, una
è tipica delle zone dove è presenta
una SDV, stiamo parlando dei musei
etno-antropologici che espongono
oggetti della vita rurale e più
specificatamente, oggetti, manufatti,
strumenti, del mondo della produzione
vitivinicola. La presenza di un museo
di questo genere, spesso, risulta una
costante nei sistemi SDV, è una
risorsa che è anche strumento di
promozione territoriale, non solo, è
anche uno strumento di conoscenza e
coscienza territoriale, per i turisti e per
gli abitanti locali.
Il museo locale della produzione tipica
(chiamiamolo così per identificarlo)
dovrebbe subire attenzioni particolari
riguardo la progettazione della
fruizione, dell'esperienza che offre,
1.5.8Musei, parchi, risorse naturali
35
turistica.
Citiamo un passo del suddetto
manuale per rendere meglio il
paragone proposto:
(Monterumisi, 2001, pag. n. 13)(18).
oggi è sempre più
evidente che la scelta di una vacanza passa
prima di tutto attraverso “la motivazione” (mare,
città d'arte, enoturismo, montagna), cioè il
prodotto; poi si decide per la località o
destinazione (Rimini, Venezia, Montepulciano,
Cortina), la marca di garanzia; infine si sceglie
dove alloggiare (in albergo, in un residence, in
un agriturismo o in una locanda), la confezione.
Ragionando in questo modo, un Club di
Prodotto enoturistico (è così che viene definita
l'azienda “estesa” SDV, n.d.a.) sarà formato dal
vino, dalle cantine e dal settore
enogastronomico, i quali si potranno proporre
assieme alla tradizione, alla storia, alla cultura,
alla natura, ai centri storici, ai borghi antichi, ai
castelli, alle rocche, ai musei e alle eccellenze
ambientali del territorio. Se tutto questo verrà
organizzato e messo in rete con gli alberghi che
offrono il servizio di bed and break-fast o la
mezza pensione, gli alberghi assumeranno il
ruolo della confezione del prodotto, che potrà
essere di lusso, standard o personalizzata. Se
al tutto si aggiunge l'agro-artigianale e
l'artigianato artistico tipico e tradizionale, settori
specializzati che caratterizzano fortemente la
fabbrica territorio, avremo il valore aggiunto, il
quale renderà il prodotto difficilmente imitabile”
Il modello presentato nel manuale si
dimostra valido ai fini di una rapida
visualizzazione di un sistema
orientato a offrire un prodotto
complesso come l'offerta enoturistica,
ma si tratta comunque di un modello
ideale, che non tiene conto dei limiti e
delle specificità di un territorio; inoltre
il modello di impresa a rete, come
quello proposto, nel mondo della
produzione industriale, è
caratterizzato da un leader di rete, un'
azienda trainante che si serve di
produttori terzi di componenti e servizi
per portare il suo prodotto sul
mercato, mantenendo interessi e
obiettivi univoci. In un territorio dove è
stata scelta una SDV come soluzione
allo sviluppo dell'economia, il sistema
di riferimento è composto da attori
che perseguono obiettivi diversi,
possono esistere leader per ogni
settore, dalla produzione vitivinicola
alla ricezione, in questa prospettiva la
SDV, l'enoturismo, diventano prodotto
di un'alleanza e strumento per
raggiungere gli scopi di ogni attore.
Il modello di riferimento potrebbe
diventare il ,
analogo al concetto di distretto
industriale, dove gli attori coinvolti nel
sistema indirizzano il loro agire,
distretto enoturistico
per diventare risorsa di rilievo e valore
aggiunto della SDV, e non una
semplice struttura di supporto. Il
museo ideale trasmette i valori locali,
trasmette una vivente coscienza della
produzione tipica, fa vivere
un'esperienza che rimane nel ricordo
del visitatore, si differenzia dagli
“archetipi” comuni di questo genere di
musei (percorsi tra vecchi strumenti
agricoli senza una precisa logica
espositiva).
Nel “Manuale della strada del vino” -
prodotto e pubblicato dall'
“Associazione delle Città del Vino”- il
sistema SDV viene paragonato a
un'impresa a rete, nella quale le
diverse aziende, inserite nella catena
del valore, concorrono alla
realizzazione di un prodotto; la rete di
una SDV viene suddivisa in
(produttori vitivinicoli, settore
della gastronomia, le città, la natura),
“aziende confezione” (settore
ricettivo), (i
servizi), che strategicamente
relazionate tra loro l'offerta
aziende
prodotto
aziende valore aggiunto
producono
verso un progetto
1.6Strutturare il sistema SDV
AL.SA.BA. Edizioni
Op. cit.
(17) Alfredo Monterumisi, Il Manuale Della Strada del Vino, Associazione Nazionale delle Città del Vino, Siena 2001
(18) Alfredo Monterumisi 2001
36
mantenendo i propri scopi, a supporto
dell'economia trainante nel contesto di
riferimento.
Il territorio diventa supporto e prodotto
allo stesso tempo, riconoscendo in
esso:
“attori organizzativi”, la pubblica
amministrazione, le istituzioni, il
“comitato di gestione della strada del
vino”
“attori vincolo”, l'ambiente da
preservare, la legislazione
“attori opportunità”, l'ambiente come
risorsa turistica, le risorse culturali
come musei o eccellenze artistiche,
presenze particolari come fondazioni
o istituti di ricerca, risorse non
utilizzate (es. ex tracciati ferroviari da
convertire in piste ciclabili, green way)
“attori indotto”, dell'offerta turistica
(ricezione, accoglienza, ristorazione),
della produzione vitivinicola (vetrerie,
officine meccaniche, tipografie)
“attori traino”. Gli attori che
rappresentano l'economia trainante
del distretto, nel nostro caso i
produttori vitivinicoli.
Come strutturare i rapporti e le
alleanze all'interno di una SDV?
Esistono vari tipi di strutture a rete,
caratterizzate da vari gradi di
orizzontalità, rapporti paritetici, e di
verticalità, rapporti gerarchici;
solitamente un distretto è
caratterizzato da una struttura ideale
completamente orizzontale, cioè
assolutamente paritetica e con lo
sfruttamento massimo dei rapporti a
disposizione; una struttura di questo
genere la possiamo riscontrare nei
territori che presentano una natura dei
rapporti interaziendali storicamente
coesa, e rappresenta, dato il suo alto
grado di flessibilità e quantità di
capitale sociale, un modello al quale
aspirare.
Per una strada del vino consideriamo
valida una struttura di rete dai rapporti
relazionali si paritetici, ma mediati da
un'entità centrale e organizzativa, il
comitato di gestione della SDV, nel
quale i rappresentanti di ogni settore
presente nel territorio decidono la
politica di gestione della SDV e le
strategie dell' offerta turistica. Questo
elemento della rete rappresenta
l'unico elemento gerarchico, ma è
anche portavoce e mediatore dei
settori che concorrono alla creazione
dell'offerta enoturistica.
La mediazione dei rapporti, la
gestione centrale delle strategie,
migliora sia l'efficienza e l'efficacia
nelle situazioni dove il carattere
individualista degli attori potrebbe
imporre limiti alla corretta gestione
della SDV, inoltre un attore centrale
mediatore, e organizzatore, costituito
da un consiglio formato dai
rappresentanti di ogni settore, elimina
dubbi e difficoltà nell'assegnazione
delle competenze e delle
responsabilità riguardo ai servizi di
supporto all'offerta turistica (es. la
gestione di un servizio di
prenotazione data in gestione ad una
cooperativa creata ad hoc), inoltre
diventa uno strumento di auto
controllo e auto monitorizzazione dei
soci della strada del vino, in pratica
stiamo parlando del già citato
Comitato di gestione che assume
funzioni di un centro servizi turistici:
(Costantino; Artista 2003 p.58)(19).
“solo un sistema organizzato dalla presenza di
un Centro Servizi può coinvolgere un maggior
numero di operatori nei ritorni economici
del'attività enoturistica, può procedere
all'acquisizione di un know-how specifico, può
superare barriere di vario tipo che si
frappongono ad una commercializzazione
adeguata del proprio prodotto e, soprattutto,
può fungere da interlocutore privilegiato nei
confronti degli enti pubblici e delle associazioni
di categoria nella condivisione di progetti di
investimento oltre che in quelli di promozione”
,
Franco Angeli(18) A cura di Salvatore Costantino Antonella Artista Le Strade del vino una via per lo sviluppo, , Milano 2003
37
Quanto scritto in questo paragrafo,
riguardo la strutturazione di un
sistema SDV, è da considerare come
una linea guida generale del primo
livello relazionale della SDV, le
dinamiche di interazione tra gli attori,
gli strumenti specifici per la fruizione
dell'offerta enoturistica, il sistema vero
e proprio di vendita dell'offerta vanno
progettati ogni volta per il tipo di
contesto di riferimento, in quanto ogni
realtà locale/territoriale possiede
specificità, vincoli e opportunità
proprie, sia fisiche che materiali, sia
relazionali che sistemiche.
verso un progetto
BIBLIOGRAFIA
Franco AngeliRiccardo Pastore il Marketing del vino e del territorio: istruzioni per l'uso, 2002
Franco AngeliA cura di Salvatore Costantino Antonella ArtistaLe Strade del vino una via per lo sviluppo, , Milano 2003
Fabris , Il nuovo consumatore: verso il postmoderno, , Milano 2003.Franco AngeliGiampaolo
Antonioli Corigliano Magda,Strade del Vino ed Enoturismo. Distretti turistici e vie di comunicazione, , Milano 1998.Franco Angeli
Paolini Davide, I luoghi del gusto, , Milano 2000.Baldini e Castoldi
AL.SA.BA. Edizioni
Alfredo Monterumisi,Il Manuale Della Strada del Vino,Associazione Nazionale delle Città del Vino, Siena 2001
38
allegato 1
LEGGE n. 268 del 27 luglio 1999Disciplina delle "strade del vino".
39
(GU n. 185 del 9-8-1999)
note: Entrata in vigore della legge: 24-8-1999.La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato;IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICAPromulga la seguente legge:
L'obiettivo della presente legge consiste nella valorizzazione dei territori a vocazionevinicola, con particolare riferimento ai luoghi delle produzioni qualitative di cui alla legge10 febbraio 1992, n. 164, e successive modificazioni, anche attraverso la realizzazionedelle "strade del vino".
Le "strade del vino" sono percorsi segnalati e pubblicizzati con appositi cartelli, lungo i qualiinsistono valori naturali, culturali e ambientali, vigneti e cantine di aziende agricolesingole o associate aperte al pubblico; esse costituiscono strumento attraverso il quale iterritori vinicoli e le relative produzioni possono essere divulgati, commercializzati efruiti in forma di offerta turistica.
Le attività di ricezione e di ospitalità, compresa la degustazione dei prodotti aziendali el'organizzazione di attività ricreative, culturali e didattiche, svolte da aziende agricolenell'ambito delle "strade del vino", possono essere ricondotte alle attività agrituristichedi cui all'articolo 2 della legge 5 dicembre 1985, n. 730, secondo i principi in essacontenuti e secondo le disposizioni emanate dalle regioni.
In deroga alle disposizioni vigenti, le cantine industriali e le enoteche presenti nell'ambitodelle "strade del vino" ed aderenti al disciplinare di cui all'articolo 2, comma 1, letteraa), possono effettuare la presentazione, la degustazione e la mescita di prodottivitivinicoli, nel rispetto delle norme previste per le aziende agricole produttrici.
Avvertenza: Il testo delle note qui pubblicato e stato redatto dall'amministrazione competenteper materia, ai sensi dell'Articolo 10, comma 3, del testo unico delle disposizioni sullapromulgazione delle leggi, sull'emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica e sullepubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana, approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n.1092, al solo fine di facilitare la lettura delle disposizioni di legge alle quali e' operato il rinvio.Restano invariati il valore e l'efficacia degli atti legislativi qui trascritti.
:
La legge n. reca: "Nuova disciplina delle denominazioni d'origine", ed e' statapubblicata nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale n. 47 del 26 febbraio 1992.
Il testo dell'Articolo 2 della legge n. (Disciplina dell'agriturismo), pubblicatanella Gazzetta Ufficiale n. 295 del 16 dicembre 1985, e' il seguente: "Articolo 2(Definizione di attività agrituristiche). – Per attività agrituristiche si intendonoesclusivamente le attività di ricezione ed ospitalità esercitate dagli imprenditori agricolidi cui all'Articolo 2135 del codice civile, singoli od associati, e da loro familiari di cuiall'Articolo 230-bis del codice civile, attraverso l'utilizzazione della propria azienda, inrapporto di connessione e complementarità rispetto alle attività di coltivazione delfondo, silvicoltura, allevamento del bestiame, che devono comunque rimanere principali.Lo svolgimento di attività agrituristiche, nel rispetto delle norme di cui alla presentelegge, non costituisce distrazione della destinazione agricola dei fondi e degli edifici
Articolo 1 - Principi e obiettivi.
Note all'Articolo 1
�
�
164 del 1992
730 del 1985
40
interessati.Rientrano fra tali attività:
dare stagionalmente ospitalità, anche in spazi aperti destinati alla sosta di campeggiatori;
somministrare per la consumazione sul posto pasti e bevande costituiti prevalentemente daprodotti propri, ivi compresi quelli a carattere alcolico e superalcolico;
organizzare attività ricreative o culturali nell'ambito dell'azienda. Sono considerati dipropriaproduzione le bevande e i cibi prodotti e lavorati nell'azienda agricola nonche' quelliricavati damaterie prime dell'azienda agricola anche attraverso lavorazioni esterne".
Le regioni, nel definire la gestione e la fruizione delle "strade del vino", possono prevedere iseguenti strumenti:
il disciplinare della "strada del vino" sottoscritto dai vari soggetti aderenti;
il comitato promotore;
il comitato di gestione;
il sistema della segnaletica;
le guide e il materiale illustrativo, divulgativo e promozionale.
Le regioni, anche di intesa con gli enti locali interessati, possono definire specifichestrutture e infrastrutture funzionali alla realizzazione delle "strade del vino".
Restano ferme le competenze delle regioni a statuto speciale e delle province autonome.
Il testo dell'Articolo 39, comma 1, lettera C), capoverso h), del decreto legislativo n.
(Nuovo codice della strada), pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficialen. 114 del 18 maggio 1992, e' il seguente: "Articolo 39 (Segnali verticali). - 1. I segnaliverticali si dividono nelle seguenti categorie:A)-B) (Omissis);C) segnali di indicazione: hanno la funzione di fornire agli utenti della stradainformazioni necessarie o utili per la guida e per la individuazione di località, itinerari,servizi ed impianti; si suddividono in:a)-g) (Omissis);h) segnali turistici e di territorio".
Con decreto del Ministro per le politiche agricole, da adottare entro sessanta giorni dalladata di entrata in vigore della presente legge, d'intesa con la Conferenza permanenteper i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, sonodefiniti gli standard minimi di qualità. Le caratteristiche della cartellonistica sonodefinite, ai sensi dell'articolo 39, comma 1, lettera C), capoverso h), del decretolegislativo 30 aprile 1992, n. 285, anche sulla base delle esperienze maturate
Articolo 2 - Strumenti di organizzazione, gestione e fruizione.
Nota all'Articolo 2:
Articolo 3 - Requisiti del disciplinare.
� 285del 1992
41
nell'ambito dell'Unione europea, con decreto del Ministro per le politiche agricole, daadottare di concerto con i Ministri competenti, d'intesa con la Conferenza permanenteper i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano,entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge.
All'attuazione delle iniziative previste dalla presente legge possono concorrere con appositefinalizzazioni finanziamenti locali, regionali, nazionali e comunitari. Lo Stato puòcofinanziare, nell'ambito delle disponibilità finanziarie proprie e di interventi comunitari,leggi di spesa regionali per interventi di adeguamento delle aziende e dei punti diaccoglienza e di informazione locale agli standard di cui al comma 1 dell'articolo 3,limitatamente agli interventi volti a migliorare le strutture indispensabili allarealizzazione degli obiettivi della presente legge.
Ferme restando le competenze delle regioni in materia di promozione all'estero, larealizzazione di materiale promozionale, informativo e pubblicitario, anche destinatoall'estero, per l'incentivazione della conoscenza delle "strade del vino" può essere altresìfinanziata attraverso l'intervento dell'Ente nazionale italiano per il turismo (ENIT) edell'Istituto nazionale per il commercio estero (ICE).
Allo scopo di sostenere le iniziative collegate alle finalità della presente legge, è autorizzatala spesa annua di lire 3 miliardi a decorrere dal 1999. Il Ministro per le politicheagricole, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni ele province autonome di Trento e di Bolzano, provvede al riparto della suddetta somma.
All'onere derivante dall'attuazione del comma 3 si provvede mediante corrispondenteriduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 1999-2001, nell'ambitodell'unità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato diprevisione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica perl'anno 1999, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministeroper le politiche agricole.
Il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica e' autorizzato adapportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
Le disposizioni della presente legge si applicano anche per la realizzazione delle "strade"finalizzate alla valorizzazione, anche congiunta, di altre produzioni di qualità, conparticolare riguardo all'olio d'oliva ed in genere ai prodotti tipici.
Le regioni determinano tempi e modalità per l'adeguamento e il riconoscimento, in basealle disposizioni della presente legge, delle "strade del vino" e delle "strade dell'olio" giàistituite. La presente legge, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella Raccoltaufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. E' fatto obbligo a chiunque spettidi osservarla e di farla osservare come legge dello Stato.
Articolo 4 - Agevolazioni e contributi finanziari.
Articolo 5 - Applicazione della legge.
Articolo 6 - Riconoscimento delle "strade" già istituite.
42
43
capitolo2: IlcasoItaliano
44
Per il mondo dell'enoturismo, in Italia,
il 1998 risulta essere un anno
importante:
il progetto LEADER II per lo sviluppo
delle comunità locali rurali dell'unione
europea riceve un gran numero di
adesioni e di proposte di progetto,
molte di queste riguardano la
fondazione di Strade del vino in molte
aree a vocazione viti vinicola; nello
stesso anno, in Siena, prende vita il
Simposio Internazionale Territorio e
Vino, durante la manifestazione
decine di studiosi si alternano nella
discussione che lega lo sviluppo
territoriale delle zone a vocazione
vinicola con il turismo, le SDV
vengono proposte come soluzioni e
mezzi che portano allo sviluppo e a
un'evoluzione dei territori in sistemi
organizzati, in ;
vengono pubblicati, tra il 1998 e il
2000, numerosi testi che trattano di
marketing territoriale basato sulle
SDV; nel 1998, dopo anni di sopita
sopravvivenza, il mercato riscopre il
vino, segnando tra le massime punte
di consumo e produzione, il 1998 e il
2000, a detta della maggior parte
degli enologi e degli esperti di settore,
sono annate incredibili per la qualità
del prodotto; nel 1998 vengono
distretti enoturistici
pubblicate le prime guide dedicate
all'enoturismo italiano e soprattutto
nel 1998 viene varata la legge
nazionale che regola e disciplina le
Strade del Vino; insomma il 1998
possiamo considerarlo come l'anno
della fiducia verso l'enoturismo, molte
aree sceglieranno proprio come
strumento una strada del vino per
proporsi come mete enoturistiche.
Sono passati un po' di anni, quali
sono i risultati? Quanti di questi
progetti sono effettivamente in opera?
Quanti sono serviti solo come
speculazione sugli investimenti?
Quanti sono efficienti? Soprattutto: le
strade del vino che sono state create
e che almeno sulla carta sono anche
in opera, come si sono organizzate?
Cosa offrono? Come si pongono al
mercato?
Oggi si contano più di cento SDV,
annoverando le più datate e
tradizionali, le più recenti, quelle in via
di attivazione e quelle che potremmo
considerare visto che si
riducono ad un nome, un tracciato e
un po' di segnaletica, non sempre
precisa.
Le realtà più organizzate ed efficienti
rispondono in linea di massima ai
requisiti di legge e a quelli suggeriti da
strade virtuali
studiosi come Antonioli Corigliano,
(citati in precedenza, nda), che sono
imprescindibili, poiché basilari per un
corretto funzionamento di ogni
percorso; c'è da dire tuttavia che gli
ideatori di queste pur ottime strade
del vino hanno creato delle realtà
belle ma che ormai cominciano ad
essere troppo simili l'una all'altra.
Come precedentemente detto, uno
dei fattori che ha favorito la
somiglianza dei progetti è stata la
necessità, da parte di molte
amministrazioni e organi di gestione
delle società consortili giovani, di
ricorrere a consulenze esterne per la
progettazione delle strade del vino e
dell' accoglienza in cantina; in Italia le
maggiori realtà che si occupano di
fare ciò sono, rispettivamente:
l' Associazione Nazionale delle Città
del Vino e il Movimento per il turismo
del vino. In questa sede non vogliamo
accusare nessuno, perché ognuno
opera in buona fede, vogliamo
piuttosto analizzare la realtà: da un
lato ci sono importanti associazioni
che hanno il pregio di essere state
pioniere per la promozione
dell'enoturismo, dall'altro le pubbliche
amministrazioni che, restando in
buona fede, hanno bisogno di chi le
2.0Le strade del vino in Italia
45
guidi nei progetti di sviluppo. Da un
lato ci sono due associazioni
importanti che sono nate e cresciute
in Toscana, dall' altro le pubbliche
amministrazioni, sofferenti di inerzia
creativa, che certamente non
detengono le risorse orientate al
marketing territoriale.
Il gene toscano delle due associazioni
porta molte eredità nella fase di
concepimento dei progetti: la Toscana
è stata la prima regione a munirsi di
disciplinari per le Strade del Vino, le
realtà toscane hanno ottenuto negli
anni molti consensi, le strade del vino
in toscana rappresentano un'esempio!
Ma è proprio osservando il successo
della Toscana che possiamo capire il
fenomeno di rassomiglianza tra le
strade del vino italiane, sembra che
chi abbia offerto consulenze per la
progettazione abbia seguito il detto
“strada che vince non si cambia”! se
leggiamo il manuale della strada del
vino dell' Associazione Nazionale
delle Città del Vino, sembra che esista
un sistema di soluzioni e una ricetta
univoca e applicabile a tutte le realtà,
inequivocabilmente simile a quanto è
stato realizzato in Toscana fin ora. In
questa logica non c'è nulla di male,
dovrebbero essere in seguito le
amministrazioni locali, sulla base della
piattaforma offerta loro, a trovare i
modi e i fattori differenzianti, ma
questo non è accaduto!
In ogni modo il “pacchetto”
dell'Associazione Nazionale delle
Città del Vino prevede la
progettazione del sistema di offerta,
basato su soggiorni che vanno dal
week-end alla settimana con
l'organizzazione di gite organizzate
cene e degustazioni, prevede la
progettazione della comunicazione e
della segnaletica, la progettazione e
la gestione di un sito internet
alloggiato nel server dell'
Associazione stessa, prevede la
consulenza nella progettazione della
fruizione delle risorse all'interno della
strada del vino in oggetto.
Per rendere meglio il fenomeno
“somiglianza” confrontiamo alcune
strade del vino italiane, scelte a caso
tra quelle di successo e quelle
appartenenti alla categoria “strade
virtuali”, non nel senso
dell'informatica, bensì nel senso delle
carenze.
Cominciamo con due cifre importanti
che riguardano il turismo del vino:
Sono cifre che apprendiamo dal IV
rapporto Censis del2004(19)effettuato
in collaborazione con l'associazione
delle Città del Vino. Sono cifre
importanti che sanciscono la
legittimità del segmento “enoturismo”.
Sono più di 100 le strade del vino in
Italia nate per intercettare questa
fascia di mercato; 16 amministrazioni
regionali, al Luglio 2004, hanno varato
una normativa disciplinare per
riconoscere le strade del vino sorte
nei territori, le altre cinque regioni,
anche se non dotate di specifiche
leggi/regolamenti, presentano al loro
interno una o più strade del vino.
Nello specifico alcune regioni hanno
legiferato per la regolamentazione
delle “strade del vino” ed hanno
provveduto a riconoscere e finanziare
quelle che si sono costituite secondo i
dettami legislativi: rientrano in questo
primo gruppo di Regioni
- quattro milioni di turisti del vino
- 200 milioni di consumi turistici
legati al vino
la Liguria, la
2.1Le strade del vino in Italia,il rapporto CENSIS
(19) Osservatorio sul Turismo del Vino,4°Rapporto Annuale Strade e Città del Vino: Mappa Tipologica e Situazioni a ConfrontoA cura di Fabio Taiti, CENSIS/Città del vino, Siena, Luglio 2004
.
verso un progetto
46
Lombardia, la Provincia Autonoma
di Trento, il Veneto, l'Emilia
Romagna, la Toscana, l'Umbria, il
Lazio, la Calabria e la Sicilia
Piemonte Friuli Venezia Giulia
Abruzzo Campania
Basilicata
Abruzzo
Basilicata
Campania
che è
stata anche l'ultima Regione a dotarsi
di una legge sulla strada del vino.
Un altro gruppo di Regioni è
caratterizzato dall'avere uno
strumento legislativo ma non aver
dato luogo a riconoscimenti ufficiali
delle strade esistenti: è il caso del
, del ,
dell' , della e della
. Tuttavia la mancanza di
ufficializzazione delle realtà esistenti è
imputabile a situazioni differenti da
regione a regione. In e in
la legge varata non è mai
stata attuata per mancanza di
specifici regolamenti. Anche in
Piemonte manca il regolamento
attuativo ma il caso assume
particolare rilevanza se si considera
che la prima legge regionale adottata
dal Piemonte risale al 1980, vale a
dire 19 anni prima che la legge
nazionale invitasse le Regioni a
regolamentare le strade del vino e dei
sapori tipici.
Un altro caso emblematico, sempre
all'interno di questo gruppo, è quello
della dove le SDV sono
state prima riconosciute e poi, in base
ad un provvedimento di revoca,
azzerate in mancanza della
costituzione dei comitati di gestione
previsti dalla delibera regionale.
In ultimo , la
Provincia Autonoma di
in assenza di
legislazione apposita hanno
comunque costituite alcune SDV con
appositi comitati di gestione associati
con singoli comuni o altri enti pubblici
e privati.
Unico caso isolato, a parte
che è priva sia di leggi che di strade
del vino, è quello della dove il
riconoscimento ufficiale delle “strade
del vino e dell'olio” è avvenuto sulla
base di un Programma Operativo
Provinciale che prevedeva un bando
per l'assegnazione “una tantum” di
risorse finanziarie per la
valorizzazione e promozione dei
prodotti agroalimentari tipici.
Riassumendo i dati raccolti dal
CENSIS nel rapporto del 2004
individuiamo:
84 strade del vino riconosciute
secondo i parametri di legge
2 strade del vino in attesa di
la Valle d'Aosta
Bolzano, le
Marche e il Molise
Sardegna
Puglia
_
_
riconoscimento
26 strade del vino prive di
riconoscimento ufficiale distribuite in
10 regioni
complessivamente sono 1135 i
comuni che fanno parte delle strade
del vino, regione con la maggiore
concentrazione risulta l'Emilia
Romagna nella quale si raggiunge la
percentuale del 43 % di comuni che
aderiscono a una SDV.
Il rapporto CENSIS citato sin ora è
ricco di altri dati quantitativi e
qualitativi che sono stati utilizzati per
creare un ranking delle SDV che non
riporteremo in questa sede, ma il
suddetto rapporto è anche composto
da un'intervista fatta ad un campione
di amministratori e soci aderenti a 35
strade tra quelle esistenti, tra i dati
che emergono è utile sottolineare la
valutazione del grado di
problematicità inerente ad alcuni
aspetti *organizzativi delle strade del
vino.(tabella1.4).
Durante le interviste veniva chiesto di
assegnare un valore , nella scala da 0
a 10, alle difficoltà riscontrate per
alcuni aspetti delle strade del vino.
Come possiamo notare dalla tabella
_
_
fig. 2.1 alcuni logos di strade dl vino
47
riportata il grado di problematicità non
arriva mai al valore 7, ma notiamo che
i problemi maggiori comunque si
riscontrano nell'atto di creare dialogo
e accordo tra i soci delle strade del
vino, questo è spiegale con una delle
caratteristiche intrinseche delle SDV:
la pluralità di settori coinvolti, i quali,
come abbiamo sottolineato nei
paragrafi precedenti, possono
perseguire obiettivi differenti e hanno
differenti necessità di sviluppo. Il resto
delle considerazioni riguardano, e non
era difficile da immaginare, il
problema della raccolta dei fondi
pubblici e problematiche relative
all'aumento del giro di affari. Dagli
operatori del settore non è mai
sufficiente il sostegno pubblico e
qualcuno ha anche sottolineato che
disaccordi e dissapori all'interno delle
associazioni riguardano appunto la
divisione dei fondi statali , regionali e
europei.
Vogliamo riportare un altro aspetto
interessante emerso dal rapporto
CENSIS: l'individuazione dei punti di
forza e di debolezza del sistema
enoturistico basato sulle SDV
risultante alla fine dell'audit e della
ricerca quantitativa:
punti di forza
_Qualità intrinseca di prodotti e
produttori
_Qualità del paesaggio,
dell'accoglienza e della ristorazione
_Crescita delle manifestazioni ed
eventi organizzati nell'area
_Crescita della coesione tra
operatori economici
punti di debolezza
_Presenza insufficiente di Musei
del Vino ed Enoteche
_Insufficienza delle strutture (punti
di degustazione, rete di vendita, …)
_Bassa qualità dell'Accoglienza
nelle aziende
grado di problematicità per gli aspetti organizzativi egestionali della strada del vino
tabella 2.1
6,6 accordo tra i soci nelle strategie e sui programmi
6,4 raccolta di contributi pubblici (regione, provincia...)
5,5 raccolta di introiti da attività turistiche (eventi, degustazioni, sagre...)
4,8 raggiungimento di risultati favorevoli allo sviluppo
3,3 ricadute negative indotte dal turismo sul sistema locale
0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 6,0 7,0
fonte: Osservatorio sul Turismo del Vino,4°Rapporto Annuale Strade e Città del Vino:Mappa Tipologica e Situazioni a Confronto, A cura di Fabio Taiti, CENSIS/Città del vino, Siena, Luglio 2004
.
verso un progetto
48
_Scarsa affluenza di contributi da
parte degli Enti pubblici locali
Disaccordi tra i soci nelle strategie
e sui programmi
Come possiamo notare vengono
confutate le ipotesi avanzate fin ora in
questa parte di ricerca del lavoro di
tesi, non solo, da qui traiamo i primi
suggerimenti per l'orientamento del
progetto.
Dopo questo rapido excursus di dati
passiamo ad analizzare alcune delle
singole realtà presenti in Italia. Si
tratta di un indagine desktop
raccogliendo articoli, documenti e
recensioni e, a tratti, basata su
esperienze personali.
Per rendere la situazione attuale delle
strade del vino italiane racconterò,
sinteticamente, quattro casi: uno
toscano, uno lombardo, uno
altoatesino e uno siciliano.
La scelta non è data dal caso: ognuna
di queste strade sono rappresentative
delle situazioni che possiamo trovare
in Italia.
La realtà toscana, sebbene
rappresentativa di uno dei più alti
prodotti enologici italiani, sebbene sia
la prima SDV italiana a essere
riconosciuta per legge, risulta una
realizzazione timida e mal
funzionante, questa SDV è simbolo
delle realizzazioni incerte che
possiamo trovare in Italia. Questa
SDV è stata progettata in maniera
corretta ma allo stato dei fatti se
esistesse o meno, sul territorio, non
cambierebbe quasi niente. Purtroppo
molti casi li possiamo riportare a
questo modello.
Il caso lombardo e quello atesino
rappresentano le realtà che
funzionano, ma fra i due esempi c'è
una sostanziale differenza:
-il primo caso è una SDV nata dal
lavoro svolto da un Consorzio di tutela
del vino molto efficiente, la
realizzazione rispetta tutti i canoni
legali dello Stato, dal disciplinare alla
segnaletica, è una SDV improntata
palesemente alla valorizzazione del
territorio e dei prodotti tipici e, inoltre,
risulta ordinatamente organizzata
verso i turisti e verso i soci.
- il caso alto atesino non possiede
riconoscimenti statali, nasce come un
vero e proprio tracciato stradale,
fondamentalmente come un'attrattiva
turistica. Negli anni diventa
un'associazione puramente turistica
che si occupa di organizzare gli eventi
dei comuni e dei produttori vinicoli e di
offrire viaggi organizzati. Questa SDV
è una parte del complesso sistema
turistico del Sudtirol.
L'ultimo caso di questa rassegna è
una strada del vino simbolo di tutto
quello che non dovrebbe esistere,
un progetto totalmente virtuale, nel
senso che non è stato realizzato
nulla, ma che possiede i
riconoscimenti legali. Non esiste il
tracciato, la segnaletica, addirittura il
sito è aggiornato al 2001 anno di
fondazione di questa Strada del Vino.
Insomma un progetto nato su carta e
rimasto tale.
In toscana sono presenti 14 strade del
vino, tra le quali quella del Chianti
Rufina e colli fiorentini che è la prima
SDV riconosciuta da una legge
Regionale (ricordiamo che la
legislazione di regolamentazione e
2.2Quattro strade del vino italiane
2.3Strada del vino Costa degli Etruschi
49
disciplina delle SDV in toscana viene
varata prima di quella nazionale), noi
analizziamo la SDV Costa degli
Etruschi che per moltissimi
appassionati è la strada italiana cult in
quanto luogo di produzione di alcune
delle etichette italiane più famose nel
mondo, fra tutte il Sassicaia. Oltre a
ciò la strada è caratterizzata dalla
presenza di bellezze storico culturali e
naturali di grande interesse e non
ultimo dalla estrema vicinanza al
mare, come suggerisce il suo nome,
particolarmente efficace dal punto di
vista della comunicazione. Questo
insieme di elementi rende questa
iniziativa, pur nella sua assoluta
tipicità, un esempio emblematico
dell'applicazione di questo strumento
in un'area di successo.
La strada del vino Costa degli
Etruschi attraversa quattro zone ad
alta vocazione vitivinicola della
toscana sud- occidentale:
- Bolgheri
- Montescudaio
- Val di Cornia
- l'Isola d'Elba
Quattro zone e quattro doc
rappresentative della produzione
vitivinicola locale, ma anche grandi
vini di successo internazionale come il
Sassicaia , questo vino dapprima non
era certificato DOC perché, date le
sue caratteristiche di produzione, non
rientrava nei disciplinari nazionali, ma
ora è divenuto una variante della
DOC Bolgheri.
Le quattro zone della SDV vanno
dalla costa verso l'interno, fino a
lambire i territori di Volterra, questa
conformazione, oltre a donare una
varietà di paesaggi al territorio, crea
delle situazioni microclimatiche molto
particolari che giovano alla
produzione vitivinicola, la quale riesce
ad essere qualitativa e ben
differenziata (caratteristica anche
della strada del vino Terre Sicane,
oggetto di questa tesi).
Il Consorzio Strada del Vino Costa
degli Etruschi, costituito a Venturina il
30 luglio 1996, svolge funzioni di
raccordo tra imprese e mercato dei
consumatori, quali:
controllo della conformità del
prodotto finale alle caratteristiche del
disciplinare di produzione, in
collaborazione con i Consorzi di
Tutela;
vigilanza e tutela del marchio
consortile;
promozione e valorizzazione del
prodotto.
Del Consorzio fanno parte 71 fra i
produttori vitivinicoli delle zone D.O.C
di Montescudaio, Bolgheri, Val di
Cornia ed Elba, insieme con 61
soggetti tra albergatori, ristoratori,
enotecari, campeggiatori, operatori
agrituristici e gastronomici di qualità
per realizzare un legame tra vino e
ambiente, fra tradizione e nuova
economia. La gestione operativa della
Strada del Vino si ripartisce tra il
consorzio e le singole aziende
associate, secondo uno schema che
attribuisce al primo la tutela, vigilanza
e promozione, e, alle seconde, le
funzioni del prezzo e la scelta dei
canali di distribuzione.
A livello promozionale il Consorzio
_
_
_
verso un progetto
2.3.1SDV Costa degli Etruschi:inquadramento geografico
2.3.2SDV Costa degli Etruschi:il consorzio e la strada del vino
50
diventa un importante fonte di
comunicazione e valorizzazione dei
prodotti vitivinicoli per tutte le aziende
presenti nei territori di Montescudaio,
Bolgheri, Val di Cornia ed Elba. Il
Consorzio infatti:
tutela i territori vitivinicoli,
facilitandone l'interesse sotto la forma
dell'offerta turistica;
incrementa l'educazione ad un
corretto consumo del vino, tramite
l'organizzazione di corsi didattici;
favorisce la conoscenza del livello
qualitativo dei vini, evidenziandone il
carattere tipico;
crea condizioni per l'esposizione di
vini di pregio in enoteche selettive del
territorio di produzione;
coordina manifestazioni
promozionali e realizzare opere
divulgative, carte turistiche ed ogni
altro tipo di sussidio didattico utile per
la conoscenza delle zone di
produzione;
organizza l'accoglienza di giornalisti
specializzati nelle varie zone di
_
_
_
_
_
_
produzione del territorio;
realizza forme pubblicitarie per
promuovere i vini all'estero ed
avvicinare i consumatori stranieri.
L'obiettivo è la qualità del sistema
territoriale, partendo dalla qualità del
prodotto e della filiera: gli attori
coinvolti nella Strada del Vino (i
produttori singoli ed associati, gli
operatori economici legati alle attività
commerciali e distributive, gli operatori
del sistema turistico, le istituzioni
rappresentative delle comunità locali)
devono attivare politiche ed alleanze
per ottenere l'opportunità di realizzare
l'obiettivo della qualità territoriale.
Quello che abbiamo scritto fin ora
sulla Strada del Vino Colli degli
Etruschi viene comunicato tramite il
disciplinare e lo statuto del consorzio,
lo ritroviamo sul sito web della Strada
del Vino, Strada che viene anche
citata e consigliata dalle guide
enoturistiche in commercio.
Considerando l'anno di nascita, le
idee chiare espresse nello statuto, il
vantaggio competitivo dato dalla
presenza produttiva importante, la
qualità paesaggistica e culturale del
territorio dovremmo essere di fronte
_
alla punta di diamante delle Strade
del Vino.
Come sarà nella realtà dei fatti?
Per prima cosa visito il sito web della
Strada del Vino, il dominio è
addirittura imperativo:
www.lastradadelvino.com! ho davanti
a me una pagina di introduzione con
la presenza di tutti gli sponsor e i soci
istituzionali della SDV, naturalmente
accedo al sito e il ricevo il benvenuto
da parte di un corsivo invitante: “una
dolce catena di colline ricche di
boschi incontaminati, borghi medievali
carichi di storia e nei quali la vita
scorre con ritmo umano, una
popolazione accogliente e schietta, la
vicinanza di un mare insignito da
numerose bandiere blu”. Tralascio
ogni commento sulla qualità
comunicativa del benvenuto, ma
capisco che chi fa parte del consorzio
è fiero del proprio territorio che
possiede tante e preziose risorse. Il
sito è alla fine gradevole, non stanca
la vista, la qualità grafica e di
funzionamento è sufficiente, noto che
ci sono numerosi documenti da
scaricare, molti dei quali parlano del
consorzio e della produzione. Anche
le informazioni turistiche generiche
sono sufficienti: una carta del
51
territorio, un po' di storia sui luoghi,
l'elenco completo dei soci e le
informazioni tecniche sui vini
complete dei disciplinari doc. A questo
punto voglio sapere quali attività sono
connesse alla strada del vino, se sono
presenti manifestazioni particolari
legate alla produzione vitivinicola e
se infine posso organizzare un
viaggio e un percorso di visita. Le
impressioni diventano meno positive:
l'ultima manifestazione organizzata
risale al luglio del 2006 (ho visitato il
sito in febbraio 2007), e le news (ma
anche il sito stesso) sono aggiornate
al 2005! Non solo, non è presente
alcuna informazione su percorsi e
offerte di viaggio. Sospetto che il
sistema territoriale non possegga tutta
la qualità espressa come obbiettivo,
l'unica maniera di saperlo con
certezza, sarebbe quello di vedere
con i propri occhi. Purtroppo non ho
avuto la possibilità di viaggiare, ma
grazie a un'accurata indagine internet
ho scoperto che qualcuno c'è stato e
ha valutato l'effettiva qualità del
progetto. Nel 2005 gli allievi del
Master MAFIV (management della
filiera vitivinicola) di Palermo, sotto la
guida del Prof. Antonino Bancarella,
come lavoro di fine master hanno
verso un progetto
fig. 2.2 schermate del sito web della Strada del Vino Costa degli Etruschi: il benvenuto
52
svolto una tesi di indagine sulle strade
del vino in Italia, specificatamente
hanno analizzate le strade della
toscana. Recandosi direttamente nei
luoghi hanno svolto una indagine
basata sull'osservazione diretta delle
organizzazioni e su questionari rivolti
ai soci e ai visitatori.
Dai risultati di questa indagine si
evince che lo stato dell'arte della
Strada del Vino Colli degli Etruschi è
quello dell'essere un progetto di
“carta”. I dati fondamentali che
emergono sono i seguenti:
i punti informativi della strada del
vino e i luoghi dei servizi turistici non
sono altro che le APT e le ProLoco
con qualche brochure in più.
alcuni soci non pagano la quota
d'iscrizione da almeno un paio d'anni
il marchio (l'anfora con il grappolo
d'uva) è minimamente comunicato
dalle istituzioni e quasi per nulla dai
produttori ( e la tutela del consorzio di
tutela? Nda)
non c'è integrazione tra la Strada del
Vino e gli operatori turistici
_
_
_
_
fig. 2.3 schermate del sito web della Strada del Vino Costa degli Etruschi: mappa e vini
53
verso un progetto
fig. 2.4 schermate del sito web della Strada del Vino Costa degli Etruschi: mappa, informazioni sui soci, eventi
54
2.4Due casi di eccellenza:Feanciacorta e Sudtirol
_
_
_
_
_
i soci attivi si lamentano dello
scarso sforzo promozionale, il quale
tra l'altro è dedicato solo alla zona
Bolgheri dove si produce il Sassicaia
i turisti intervistati, un centinaio, in
gran parte ignorano l'esistenza della
Strada del Vino, tra quelli interessati
alla produzione vinicola ,invece,
hanno intrapreso il viaggio per
scoprire le cantine e i luoghi
produzione del Sassicaia grazie alla
propria cultura.
non esiste un museo enologico (tra
l'altro la presenza è un requisito per il
riconoscimento legale della Strada)
non esistono percorsi segnalati,
inoltre il sistema della segnaletica
stradale è carente
non c'è un sistema di organizzazione
di visite guidate agli impianti e alle
cantine, tutto è lasciato ai singoli
produttori, e alle iniziative dei turisti
Alla luce di questi dati cosa possiamo
dedurre? In fin dei conti il territorio
preso in analisi ha di suo un discreto
flusso turistico di partenza anche
senza la presenza della Strada del
Vino. Quindi? Penso che sia fuori
luogo qualsiasi considerazione
polemica, non rimane che sperare
che siano solo problemi di transizione
decennale
(Sudtirol) si stende nel territorio dei
comuni di Nalles, Adriano,Terlano,
Bolzano, Appiano, Caldaro, Termeno,
Cortaccia, Magrè, Cortina, Salorno,
Ora, Egna, Montagna e Vadena.
Questa è la zona di produzione del
Traminer Doc, del Muller Thorgau, del
Gewurztraminer.
Le zone delle due Strade del Vino
sono, da tempo, mete turistica di
indiscussa notorietà: il lago di Iseo,
Brescia, il Sudtirolo e Bolzano non
hanno sicuramente bisogno di
presentazioni. Però è interessante
osservare come strumenti di
promozione come le SDV vengono
sfruttate e integrate nel sistema
turistico preesistente.
In Franciacorta, sfruttando il traino
della città d'arte di Brescia e la
notorietà del prodotto vinicolo, con la
SDV si cerca di spingere flusso
turistico verso luoghi meno noti e di
incrementare la quota di mercato dei
produttori meno conosciuti. Invece la
SDV dell'Alto Adige si innesca nel
complesso sistema turistico del
Sudtirol (ultimamente protagonista di
famose campagne promozionali) col
preciso scopo di veicolare la
conoscenza delle produzioni tipiche
dell'enogastronomia locale e con la
Parliamo ora di due casi che
dimostrano di aver raggiunto, in
termini di organizzazione,
innovazione, efficienza, un livello
esemplare per l'Italia.
Parliamo della Strada del vino delle
Terre di Franciacorta e della Strada
del Vino dell'Alto Adige; la prima è
riconosciuta dallo Stato secondo
termini di legge, la seconda non ha
ancora ricevuto un riconoscimento
ufficiale pur essendo una delle prime
Strade del Vino italiane.
La Strada del Vino delle Terre di
Franciacorta è situata nell'omonima
regione nella provincia di Brescia
dove si produce, appunto, la Doc
Franciacorta. Alla Stada del Vino,
istituita nel 2000, sono associati i
comuni di Brescia, Iseo, Rovato,
Ome,Rodendo Saiano, Corte Franca,
Erbusco, Monticelli, Provaglio d' Iseo.
La strada del Vino dell'Alto Adige
55
verso un progetto
presenza e la promozione della SDV
si cerca di destagionalizzare l'offerta
turistica per creare un costante flusso
di visitatori durante l'anno.
2.5La Franciacorta e il suo vino
A Sud del lago d'Iseo, nella provincia
di Brescia, si stende il territorio della
Franciacorta, una zona ricca di
bellezze naturali e artistiche tra
paesaggi di dolci colline, città d'arte e
borghi medievali. Una zona
caratterizzata da una antichissima
tradizione della viticoltura e della
produzione vinicola; oggi i prodotti di
questa zona sono vini certificati DOC
e DOCG con il riferimento “Terre di
Franciacorta DOC” e “Franciacorta
DOCG”,anche se ultimamente la
comunità europea ha acconsentito
anche all' utilizzo della menzione
FRANCIACORTA, senza alcuna sigla
di certificazione; questo è un
riconoscimento importante, solo 10
Denominazioni in Europa godono di
questo privilegio, e solo tre sono
prodotti di rifermentazione in bottiglia
(volgarmente spumanti metodo
classico) : Cava, Champagne e
appunto Franciacorta.
La SDV del Franciacorta è il risultato
di anni attività di promozione e
valorizzazione del prodotto
Franciacorta e del territorio da parte
del Consorzio per la tutela del
Franciacorta. Il Consorzio acquista la
sua conformazione attuale nel 1990 e
nel 1991 nasce il marchio della EFFE
merlata che garantisce la produzione
vitivinicola del Franciacorta; nel 1995
viene approvato il disciplinare che
regola la zonazione e la produzione
DOCG del Franciacorta, i
riconoscimenti ottenuti sono
molteplici, fino all'abolizione della
dicitura “metodo classico” in favore
della sola dicitura “Franciacorta” o
addirittura “metodo franciacortino”.
Le attività del consorzio vanno dalla
promozione alla tutela, dalla
sperimentazione alla ricerca,
un esempio è la sperimentazione
della viticoltura assistita da satellite,
“precision farming”, per l'analisi
quantitativa/qualitativa della
produzione e per la tracciabilità di
filiera.
In questo quadro di successi si
inserisce la strada del vino che è tra
gli ultimi risultati delle azioni di
valorizzazione del territorio e della
produzione vinicola di questa
particolare parte della Lombardia.
2.5.1La Strada del vino del Franciacorta
Nel 2000, con la forma di
associazione consortile tra attori
produttivi, attori privati del settore del
turismo e enti pubblici, nasce
l'associazione Strada del Vino del
Franciacorta, in concomitanza alla
creazione del Festival del
Franciacorta.
L'Associazione ha sede in Erbusco
(Brescia) e, ad oggi, conta 81
associati, di cui: 33 produttori, 9
agriturismo, 2 enoteche 8 hotel, 2
dimore storiche, 12 ristoranti, 1 tour
operator, 3 tra enti e associazioni
varie, l'associazione Unione
Provinciale degli Agricoltori e 10
comuni del territorio: Brescia, Iseo,
Rovato, Ome, Rodendo Saiano, Corte
Franca, Erbusco, Monticelli, Provaglio
d' Iseo e Capriolo.
Il percorso della Strada del Vino si
snoda per 80 km tra i comuni e le
colline del territorio; ai turisti vengono
suggeriti vari itinerari per godere al
meglio delle risorse del luogo.
56
Purtroppo non ho avuto modo di
visitare la Franciacorta, quindi l'analisi
presente è il risultato di una accurata
ricerca via web consultando sia i siti
istituzionali della Franciacorta sia siti
tematici sull'enoturismo.
In rete la Franciacorta si presenta con
un sito ottimamente organizzato,
completo e sempre aggiornato, nel
2007 è stato votato come miglior sito
italiano di enoturismo nella classifica
annuale curata da Città del Vino e
Censis.
La Strada del Vino del Franciacorta
appare come un sistema attrezzato
verso l'esperienza enoturistica. Quasi
la totalità delle attività proposte per
vivere il territorio riguardano la
scoperta della tradizione
enogastronomica: visite guidate,
stage di degustazione, cantine aperte
tutto l'anno anche nei fine settimana,
itinerari gastronomici, sono tutte
esperienze che il visitatore può
trovare o prenotare in Franciacorta.
Come il Consorzio si è distinto per la
ricerca e l'innovazione, la SDV non è
da meno. Ultimamente viene fornito
un innovativo sistema di “guida
virtuale” del territorio chiamato
Metafacile.
Metafacile è un servizio di
fig. 2.5schermate del sito web delConsorzio di Tutela del Franciacorta:benvenuto, informazioni sulle attività,download del logo in vettoriale
57
verso un progetto
fig. 2.6 il servizio Metafacile della Franciacorta
58
informazioni turistiche, su piattaforma
GPS, fornito e inventato dalla Tourist
System di Brescia e per ora è
un'esclusiva della Strada del Vino
Franciacorta.
Metafacile permette di visualizzare su
un navigatore satellitare, o su un
palmare abilitato GPS, tutte le
informazioni utili alla scoperta del
territorio durante il viaggio: sulle
mappe vengono indicati luoghi di
interesse turistico, aziende e itinerari;
le informazioni e le descrizioni dei
luoghi sono corredate di video e
immagini; gli itinerari possono essere
personalizzati dall'utente sulla base
del tempo , della percorrenza e degli
interessi.
È un servizio gratuito per gli utenti che
già possiedono un palmare: coloro
che vogliono utilizzare il sistema
possono scaricare, direttamente dal
sito web della SDV, i software per
attrezzare le mappe del proprio
navigatore GPS con Metafacile. Per
chi non fosse in possesso di un
palmare o di un navigatore satellitare,
ma volesse usufruire del servizio, può
richiedere il noleggio dell'attrezzatura
necessaria.
Via web esistono altri servizi
interessanti tra i quali possiamo
fig. 2.7 mappa e sito web della Strada del Vino del Franciacorta
59
verso un progetto
annoverare:
-prenotazioni in remoto di
pernottamenti e visite
-disponibilità di una quantità di
documenti informativi in download
-viste a 360° dei luoghi più suggestivi
del territorio
-complete descrizioni dei prodotti, dei
luoghi e degli itinerari
Sul sito è possibile prenotare o
visualizzare le offerte a “pacchetto
soggiorno”. È da sottolineare che
nelle offerte di viaggio sono sempre
comprese da 3 a 6 bottiglie di vino
Franciacorta come simbolo di
benvenuto, inoltre nelle proposte di
viaggio vengono sempre inserite 2
visite a cantine con degustazione e
pasti a base di ricette tipiche locali.
In Franciacorta, oltre alle risorse
artistiche e naturali e al patrimonio
gastronomico, sono presenti delle
nuove infrastrutture per
l'intrattenimento nate per essere parte
dell'offerta turistica sistemica del
Franciacorta, negli anni sono stati
realizzati un campo da golf a 18
buche, piste ciclabili che percorrono il
territorio e anche un autodromo,
intitolato “Circuito del Franciacorta” ,
che ospita alcune manifestazioni
sportive ed è in fase di espansione
per ricevere l'omologazione per le
gare internazionali.
2.5.2Considerazioni sulla Strada del vinodel Franciacorta
Da quanto sono riuscito ad apprendere
dai siti internet, da recensioni e da
qualche testimonianza raccolta, posso
affermare che la SDV del Franciacorta
è una realtà che funziona, seguendo
logiche di sistema ma anche
distrettuali.
A differenza della realtà toscana,
descritta precedentemente, qui
l'attenzione verso i soci della strada
del vino e verso gli utenti possiede un
elevato livello qualitativo; le azioni
strategiche risultano reali e
coinvolgono ad ogni livello gli attori del
territorio. I produttori sono seguiti dal
consorzio nelle attività di produzione e
di tutelo del prodotto, inoltre ricevono
una adeguata visibilità dalle attività di
promozione e dal coinvolgimento
turistico degli impianti produttivi. A
proposito di visibilità: il fatto che
colpisce più di ogni altra cosa è che ad
emergere sia il vino Franciacorta in
genere e non il prodotto singolo di una
o l'altra azienda.
Questa scelta strategica rispecchia la
coesione e la sintonia che vige in
questo territorio, con i soci produttori
che diligentemente applicano alla
lettera il regolamento di utilizzo del
marchio del consorzio sulle bottiglie, e
gli attori dell'accoglienza che seguono
di buon grado il disciplinare della SDV.
Il turista percepisce, almeno attraverso
gli strumenti di informazione, una
elevata qualità di tutto il territorio, per
fare un esempio: gli itinerari sono posti
tutti sullo stesso piano, le aziende gli
albergatori hanno tutti lo stesso spazio
sul sito, nelle offerte di viaggio non
vengono indicati ne le aziende che si
potranno visitare ne i nomi dei vini che
saranno offerti, piuttosto viene
sottolineato spesso che si tratta
sempre di prodotti Franciacorta.
In conclusione posso dire che questa
SDV ha raggiunto sia lo scopo di porsi
come strumento di supporto al turismo
preesistente (non dimentichiamo che
questa zona della Lombardia possiede
già un discreto flusso turistico grazie
alla città di Brescia, ai borghi
medioevali e al lago di Iseo) sia
l'obiettivo di diventare sistema di
valorizzazione territoriale sulla base
del circolo virtuoso vino medium di
territorio medium di vino.
60
2.6Sudtirol WeinstrasseStrada del Vino dell'Alto Adige
La Sudtirol Weinstrasse (Strada del
Vino dell' Alto Adige) è la prima strada
del vino italiana, viene fondata nel
1950 e come vedremo è una realtà
che si distingue dalle altre SDV
italiane.
La SDV è inserita nel particolare
contesto socioculturale e politico
dell'Alto Adige (o Sudtirol), non è nata
come uno strumento di promozione o
un'associazione (lo diventerà con gli
anni) bensì nasce effettivamente
come un tracciato, una strada
propriamente detta, che collega, tra i
vigneti a perdita d'occhio di questa
zona, Cortina a Bolzano, passando
per i comuni che oggi aderiscono
all'associazione della SDV.
Dicevo che si tratta di una realtà che
si distingue: non è riconosciuta come
SDV dallo stato nei termini di legge
predetti, però nel frattempo l'esistenza
di questa SDV è talmente radicata e
consolidata nel territorio che i comuni
che ne vengono attraversati hanno
cambiato i loro nomi, ad esempio
Cortina sull'Adige è diventata Cortina
sulla Strada del Vino, così come
Termeno (Tramin), Caldaro (Kaltern),
Appiano e gli altri comuni tranne
Bolzano e quelli più distanti dal
tracciato stradale. Questa strada
attraversa la parte sud occidentale
dell'Alto Adige, per intenderci la
vallata a sinistra del fiume Adige. Il
territorio è caratterizzato dalla
coltivazione della vite, ai lati di sinistra
e di destra della strada si susseguono
vigneti senza soluzione di continuità. Il
paesaggio di sfondo è quello delle
dolomiti alto atesine, verdissimo; il
lago di Caldaro e la città di Bolzano
chiudono il quadro paesaggistico e
artistico.
L'economia di questa zona è legata
soprattutto al turismo e alla tipicità, poi
c'è la viticoltura con le numerose
aziende vinicole. Le tipologie dei vini
più importanti prodotti in questa zona
sono il Muller Torgau e il
Gewurztraminer, entrambi vini bianchi.
Non è facile parlare di questa SDV
unica nel suo genere, soprattutto per
chi come me non l'ha vissuta. È un
luogo dalle caratteristiche sia uniche
sia complesse, racchiude in se
paesaggi alpini e mediterraneità,
l'identità alto atesina e l'italianità, in
questo luogo si parlano tre lingue
ufficiali ed è presente un efficiente, ma
stratificato, sistema turistico.
2.6.1Il sistema turistico del Sudtirol
La Sudtiro Weinstrasse, come già
detto, non nasce in seno a
un'associazione di attore del settore
turistico e vinicolo, invece, viene
fondata come vera e propria attrattiva
turistica: una via che collega Cortina e
Bolzano passando per un territorio
fortemente caratterizzato dalla
produzione vitivinicola. L'idea è
sicuramente stata ispiratrice per le
attuali SDV presenti sul territorio
italiano(vedi Cap. 1.0). Questa realtà
altoatesina nasce come un'idea
spontanea e autonoma del luogo e lo
rimane, non essendo stata
riconosciuta come SDV dalla Stato
italiano secondo la legge vigente.
Da qualche anno, la SDV, è diventata
un'associazione tra icomuni, i
produttori e il settore della ricezione
turistica. A differenza delle SDV,
questa non scaturisce da un progetto
di sviluppo sistemico locale o dal
frutto del lavoro di un consorzio di
tutela, si tratta invece di
un'associazione turistica pura, con lo
61
verso un progetto
fig. 2.8 sito web della Strada del Vino del Sudtirol e sito web della associazione turistica Tramin Weinstrasse
62
scopo di promuovere l'offerta di
intrattenimento locale, la produzione
vitivinicola e la gastronomia tipica.
La SDV come associazione è una
costola del più grande e complesso
Consorzio turistico del Sudtirol.
È stato difficile comporre il puzzle
organizzativo: esiste, per il Sudtirol,
un sistema che si sviluppa sia
verticalmente che orizzontalmente,
dove, sotto il marchio Altoadige-
Sudtirol (recentemente protagonista di
forti campagne di promozione
nazionali) si raccolgono tutte le
associazioni che compongono il
Consorzio “Bolzano vigneti e dolomiti”
( ). Alla SDV
sono associati le amministrazioni dei
comuni, i produttori, le associazioni
turistiche che fanno parte a loro volta
del Consorzio e due associazioni
volontarie di tutela della qualità
enogastronomica. Di associazioni
turistiche ne esistono 15,
praticamente una per ogni comune
del sistema, sono tutte associate sia
al Consorzio che alla SDV. La strada
del vino è a sua volta una
associazione del Consorzio “Bolzano
vigneti e dolomiti”.
Tutte le associazioni operano, sia in
maniera sinergica si individualmente,
www.stradadelvino.info
fig. 2.9 materiale promozionale del Sudtirol,immagini del Lido di Caldaro sulla Strada del Vino
63
verso un progetto
nella promozione del turismo; la SDV,
in particolare, si occupa della
promozione e della organizzazione di
tutte le attività turistiche riguardanti la
produzione vitivinola. Sul sito della
SDV sono raccolti tutti gli eventi
presenti nel territorio che riguardano il
vino: “ la notte delle cantine”, “la
cavalcata del vino”, le passeggiate
didattiche, le visite guidate, le
iniziative collettive dei produttori e dei
comuni e le iniziative individuali.
Dicevo, precedentemente, che alla
SDV sono associate altre due
organizzazioni volontarie di produttori
e ristoratori: “la Associazione per il
Gewurztraminer”, simile a un
consorzio di tutela, e la “Wein.Kaltern”
che è un gruppo di produttori e
ristoratori che hanno istituito un loro
disciplinare della qualità produttiva e
ricettiva, inoltre organizza le visite al
“sentiero del vino”, un' esperienza
didattico-gastronomica tra i vigneti dei
produttori aderenti al'associazione.
2.6.2Considerazioni sulla Strada del vinodel Sudtirol (Alto Adige)
“L'Alto Adige è la sintesi ricca di
contrasti di alpino e mediterraneo,
fig. 2.10 magazine della associazione Wein Kaltern,targa e grafica di riconoscimento dei soci Wein Kaltern
64
spontaneità e affidabilità, natura e
cultura”. Quella appena citata è la
frase nucleo, istituzionale, del
marketing turistico del Sudtirol.un
sistema di promozione sempre attivo,
sempre pronto, per un territorio ricco
di attrattive e che ne crea sempre di
nuove.
Prima mi sono soffermato sulla
spiegazione di tutto il sistema Sudtirol
nella sua struttura per rendere l'idea
dello “schieramento di forae”,
presente sul territorio, per affrontare
l'elevato flusso turistico. Questa zona
registra, ogni anno, milioni di
presenze, quella che viene dal
turismo è l'economia predominante.
Gli abitanti di queste terre è riuscito a
far diventare attrattive turistiche e
supporto al turismo ogni risorsa
presente sul territorio; dai monti ai
boschi, dai vigneti ai laghetti fino alla
promozione spinta delle tradizioni
locali e del prodotto enogastronomico.
Con la SDV, le associazioni di ogni
comune, promuovono i prodotti locali
con eventi, fiere ed esperienze votate
alla conoscenza non solo del vino, ma
di tutto il patrimonio gastronomico.
Nella selva di eventi, attrattive,
albergatori, produttori, ristoratori, non
sarebbe stato possibile l'esistenza di
una entità unica per tutto il territorio,
così la SDV risulta essere una parte
di questa grande macchina del
turismo che è il Sudtirol, è anche
un'attrattiva e il punto di riferimento
per le esperienze turistiche legate
all'enogastronomia.
Spendendo delle parole riguardo
all'efficienza dei servizi per il turismo,
basta che dica che sui siti web delle
associazioni sono in offerta e in
promozione eventi e pacchetti
vacanze con un anno di anticipo, una
notte, poi, avevo fatto richiesta (via
web) di materiale informativo: due
giorni dopo avevo a casa due plichi di
brochure e depliant sul Sudtirol.
2.7La Strada del Vino Alcamo DOC
Parlerò ora di una Strada del Vino che
da veramente poco da parlare e molto
da pensare: la SDV Alcamo Doc.
Nonostante l'antica e qualitativa
produzione della zona e la presenza
di produttori famosi in tutta Italia, la
DOC Alcamo è una delle prime a
nascere in Sicilia, la realizzazione
della Strada del Vino è totalmente
deludente. Di questa SDV si hanno
notizie talmente sporadiche da
pensare che non esista affatto, invece
è una associazione riconosciuta dallo
stato, alla quale partecipano i comuni
di Alcamo , Partitico, Camporeale e
Calatafimi, tutti ricadenti nella
provincia di Trapani che, tra l'altro,
detiene la più grande capacità
produttiva della Sicilia. Sul sito della
SDV, incompleto e non aggiornato,
mancano ogni sorta di informazione
turistica tranne un paio di mappe di
itinerari (privi di segnaletica), una lista
dei soci e il disciplinare della zona.
Nel 2006 ho percorso le strade di
questo territorio sperando di
sbagliarmi. Ho attraversato zone
veramente suggestive, il paesaggio
agricolo delle colline dietro Alcamo
possiede fascino e Sicilianità ma non
ho avvertito la minima presenza di un
sistema organizzato per l'enoturismo.
Le aziende più note possono essere
visitate, ma lo erano già quando la
SDV non esisteva. Telefono
all'associazione della SDV per
conoscere se esiste una qualche
proposta di viaggio: mi informano che
loro si occupano solo di fornire
informazioni generali e gli indirizzi di
dove si può pernottare. In compenso
nel 2006 la SDV ha sponsorizzato
65
verso un progetto
una manifestazione di prodotti tipici
alcamesi a Perugia. L'unico
commento che mi sento di fare è
:perché?!
Senza l'intenzione di alimentare
polemiche sul solito malcostume mi
fermerò qui. Ho riportato questo caso
perché simbolo di alcune situazioni
che si possono trovare in Italia
parlando di Strade del Vino, perché
purtroppo la realtà di Alcamo non è da
sola.
Sebbene esistano situazioni che
rasentano il vergognoso, le strade del
vino in italia non sono messe poi così
male. Esistono casi dove il livello
dell'efficienza e della qualità è
elevato, vedi la SDV del Franciacorta,
il Sudtirol, la SDV del Sove, il sistema
turistico degli itinerari dell'Emilia
Romagna e il sistema Barolo;
esistono altri casi dove la SDV esiste
ma timidamente, come la SDV Costa
degli Etruschi. Comunque a parte
qualche buona idea, siamo
nettamente in ritardo rispetto alle
realizzazioni al di fuori dell'Italia
2.8Conclusioni al capitolo
(Bordeaux, Napa Valley e Sierra y
Castilla). Alla SDV italiane manca
soprattutto efficienza e integrazione,
originalità delle proposte turistiche e
strutture come i musei del vino, in
Italia obsoleti, che siano veramente
delle attrattive per l'enoturismo.
Nelle SDV più efficaci, e sono poche,
la pecca più evidente è la somiglianza
dell'esperienza proposta. Le uniche
differenze tra queste SDV sono la
tipologia del vino prodotto e le risorse
artistiche e naturali che offre il
territorio. Probabilmente una
maggiore convinzione di quello che
può offrire una SDV e una maggiore
propensione alla innovazione (vera e
non cartacea) porterebbero alla ribalta
internazionale questi territori italiani,
per fare un esempio: la realizzazione
dell'innovativo museo del vino di
Barolo, interpretato nella
progettazione da Francois Confino.
Osservatorio sul Turismo del Vino,4°Rapporto
Annuale Strade e Città del Vino: Mappa
Tipologica e Situazioni a Confronto
A cura di Fabio Taiti,
CENSIS/Città del vino, Siena, Luglio 2004
.
http://www.provinz.bz.it
http://www.vini-sicilia.it
http://www.stradadelvinoalcamodoc.it/
http://www.barolodibarolo.com
http://www.confino.com
http://www.assoenoteche.it
http://www.stradadelvinoalcamodoc.it/
http://www.stradadelfranciacorta.it
http://www.terreditoscana.regione.it
http://www.vinisicilia.it/vini/
http://www.stradavinonobile.it/
http://www.cittadelvino.it
http://www.vitevino.it
http://www.movimentoturismovino.it/
http://www.altomonferrato.it
http://www.tramin.com
http://www.stradadelvino.info
http://www.stradadelfranciacorta.it
http://www.lastradadelvino.com/
http://www.oltrepomantova.it/
http://www.ilsoave.com
http://www.stradaviniesapori.it/
http://www.stradaverdicchiodimatelica.
it/
http://www.suedtiroler-weinstrasse.it
bibliografia/webgrafia
66
Territorio sensoriale
67
Territorio emozionale
capitolo3:Conceptbrief
68
3.0Territorio emozionale,territorio sensoriale: un concept
Le Strade del Vino, come
soluzione per lo sviluppo dei
territori a vocazione
vitivinicola, sono uno
strumento che può essere
molto efficace: sono un modo
di far scoprire delle zone
sfruttando come
un prodotto tipico di pregio,
sono uno strumento che può
mettere a sistema vari attori
territoriali del settore turistico,
amministrativo e
imprenditoriale con evidenti
benefici, sono un modo di
promuovere un vino di qualità
localmente e nei mercati.
Quanto scritto sin ora, sintesi
di studi e bibliografie di
settore, espone come sia
possibile la creazione di un
sistema di promozione
territoriale e di prodotto
basato su una Strada del
Vino, ora ci addentreremo
nelle fasi più sperimentali di
questo lavoro di tesi.
Abbiamo visto che la maggior
parte delle realizzazioni di
strade del vino si somiglino
tra di loro, nel come viene
organizzato il sistema e nel
medium(1)
come viene proposta l'offerta
turistica, riassumendo: ci
troviamo di fronte a realtà più
o meno organizzate che
offrono l'esplorazione delle
attrattive esistenti nel territorio
e dei suoi prodotti tipici, il vino
in primis, con un sistema più
o meno efficiente (a seconda
dei casi) di comunicazione: in
remoto come le prenotazioni
on line o tramite agenzia, sul
luogo come le segnaletiche
informative, promozionale
come la presenza su guide
turistiche o inserzioni su
riviste e giornali.
Cosa accade? Se oltre alla
tipicità della produzione
vinicola la differenziazione
dell'offerta è il territorio che
ospita la strada del vino, il
rischio è la sterilità
dell'intervento e della
creazione della strada stessa:
le strade del vino non sono
discriminanti sulla scelta del
viaggiatore, bensì la notorietà
del vino prodotto o la qualità
turistica conosciuta (per
storia/posizione geografica)
del territorio; le SDV, allora,
diventano un supporto alla
visita turistica, un servizio più
o meno utile al viaggiatore
che a volte non è nemmeno a
conoscenza dell'esistenza
della SDV stessa. Per
qualcuno basta questo, cioè
che esista uno strumento
capace di mettere a sistema
vari attori e di farlo funzionare
non per richiamare
l'attenzione sul territorio ma
per dare più servizio a
viaggiatori che hanno deciso
a priori la meta del proprio
viaggio, ai quali farà
certamente piacere trovare
sul luogo un' organizzazione
che li aiuti nella scoperta del
luogo della vacanza/viaggio.
Penso che questa prospettiva
sia un limite alle effettive
potenzialità di una SDV,
penso che questa prospettiva
sia di utilità in quei territori
che già godono di un certo
flusso, e che sistemi di
servizio servano a gestire
meglio questo flusso
esistente.
Una SDV è un'opportunità per
quei territori ad alta
(1) Paolini Davide, , Baldini e Castoldi, Milano 2000I luoghi del gusto
69
verso un progetto
prescindere dalla
generalizzazione della ricerca
dello sviluppo locale che è
naturale che sia l'obiettivo
primario, bisogna aver chiare,
per ogni intervento, quindi a
seconda del territorio dove si
agisce, quali sono le priorità,
cioè cosa va migliorato.
Serve una valorizzazione a
carattere turistico usando
come “medium” di
promozione il prodotto tipico?
Serve incrementare il
mercato del prodotto tipico,
abbondante ma poco
valorizzato? Serve tutelare la
tipicità? Serve aumentare le
presenze e quindi le capacità
ricettive e quindi creare lavoro
nell'indotto turistico? Ad
ognuna di queste domande
corrisponde una risposta
precisa, una SDV precisa per
gli obiettivi preposti: è inutile
un sistema di segnaletiche
senza la progettazione di un
sistema di percorsi, è inutile la
creazione di una rete di
prenotazione alberghiera
senza gli attori della ricezione,
oppure: è il vino che
promuove la zona o la zona
che promuove il vino? Se non
si focalizzano gli obiettivi
previa un'adeguata analisi
delle risorse e del “capitale
territoriale” il rischio è l'inutilità
degli sforzi progettuali e degli
interventi.
Superata la fase di definizione
degli scopi dell' intervento e
della valutazione dell'utilità di
questo, passiamo alla parte
cruciale dell'innovazione.
Sono dell'idea che bisogna
operare un cambiamento di
prospettiva nella visione delle
SDV, bisogna riconsiderare a
livello di concetto cosa può
essere una SDV.
La visione sin qui analizzata
pone le SDV come un
sistema di percorsi turistici nel
territorio e come sistema di
collegamento tra gli attori del
territorio Senza stravolgere la
natura di una SDV voglio
proporre una nuova
“equazione”:
La Strada del Vino come
territorio, un territorio da
progettare, nel modo di
comunicare la propria identità,
produzione vitivinicola che
non godono di notorietà o di
una situazione territoriale
economicamente sviluppata,
ad esempio i territori siciliani
lontani da attrattive turistiche
conosciute. E' un'opportunità
ma è necessario che la
creazione e la progettazione
di questa superino le banalità
da “manuale” e si pensino
delle strategie ad hoc
territorio per territorio e si
creino quegli elementi
differenzianti per uscire fuori
dall'anonimato.
Un nuovo modo di concepire
le SDV si basa su due punti
fondamentali:
Se come soluzione allo
sviluppo di un'area si sceglie
un intervento come le SDV,
bisogna avere chiari gli
obiettivi dell'intervento stesso,
cioè sapere cosa
effettivamente va ricercato, a
_ focalizzare gli obiettivi
dell'intervento
_cambiare la prospettiva di
visione della SDV
70
Riprendiamo solo per un
momento il discorso (tema)
sugli scopi e gli obiettivi di
una strada del vino (SDV).
Una SDV nasce come
strumento promozionale di un
territorio e della produzione
vitivinicola di qualità a esso
connessa. Più
specificatamente, stando alla
legislazione attuale, una SDV
può essere istituita in quei
territori dove la produzione
vitivinicola è certificata DOC,
marchio che garantisce,
secondo determinati
disciplinari diversi per zone di
produzione, l'origine e i
procedimenti di produzione.
Solitamente, come abbiamo
visto in precedenza, una SDV
è un sistema di percorsi,
segnalati, che si snodano
all'interno di un territorio
mettendo in relazione tra loro
le rilevanze artistiche, culturali
e naturali della zona e le
imprese produttrici di vino;
una SDV è anche un'
istituzione, spesso sottoforma
di società consortile; i soci
che la compongono sono gli
attori, agenti nel territorio, del
nel modo di palesare le
attività a esso connesso. La
Strada del Vino come sistema
organizzato e progettato di
esperienze,quindi, possiamo
dire, un territorio come
sistema di esperienze legate
al mondo della produzione
vinicola e alla scoperta del
territorio stesso che comunica
la sua identità e la sua
vocazione in modo evidente: il
paesaggio, che è espressione
dei luoghi, diventa oggetto di
progettazione; volendo fare
un'esagerazione tecnica
potremmo dire che si tratta di
progettare l'immagine
coordinata di una comunità.
Questo “shift” di visione per le
strade del vino ci porta
direttamente al concept che
da il titolo a questo lavoro:
STRADE DEL VINO,
TERRITORIO SENSORIALE,
TERRITORIO EMOZIONALE.
3.1Le strade del vino solo comestrumento di promozione?
settore turistico/ricettivo e
della produzione vinicola e le
amministrazioni pubbliche
locali: comuni, province,
fondazioni culturali, musei,
consorzi di tutela.
Il sistema relazionale che si
basa su una SDV ha lo scopo
di distribuire in maniera
conveniente il possibile flusso
turistico della zona.
Cantine aperte al pubblico,
visite guidate, degustazioni
dei prodotti tipici e del vino
presso gli albergatori,
utilizzazione del vino locale
da parte dei ristoratori soci,
museo etno antropologici
della vite e del vino, sistemi di
prenotazione in remoto, centri
di informazione turistica, sono
tutti risultati del sistema di
relazione e di percorsi che
caratterizza le SDV.
Gli obiettivi che si pongono
alla base della scelta di
associarsi a una SDV sono, a
seconda dei casi:
incrementare la visibilità e la
conoscenza della produzione
vitivinicola locale
71
verso un progetto
aumentare il giro di affari nel
settore turistico
per i ristoratori e gli
albergatori significa ottenere
maggiore visibilità nei
confronti del
viaggiatore/turista
condividere gli sforzi
economici per la promozione
e la comunicazione
pubblicitaria
fare parte di un sistema
relazionale tra istituzioni e
imprese che tende ad
assumere un carattere
distrettuale
godere di stanziamenti
economici da parte del
governo per il turismo.
Riassumendo: lo scopo
primario delle SDV è quello di
creare un circolo virtuoso di
promozione e di conoscenza,
diretti al pubblico, del territorio
e del vino di qualità prodotto.
La dinamica promozionale
alla quale ambire possiamo
schematizzarla nella
seguente maniera (figura)
Il “territorio” (e il sistema a
esso connesso) promuove e
fa conoscere il vino prodotto;
il vino, consumato da chi non
conosce il territorio, promuove
la SDV e, di conseguenza,
genera visibilità alla zona di
origine.
Come evidenziato nei
“ ” precedenti (parte
generale), scopriamo che, in
molti casi, gli interventi che
derivano dalla fondazione di
capitoli?
vino territorio
promuove
promuove
una SDV sono: la creazione
di usuali SIT (sistemi
d'informazione turistica) di
segnaletiche stradali e guide
cartacee, l'apertura al
pubblico delle cantine in orari
determinati o su
prenotazione.
Soluzioni, come i sopra citati
SIT, che possono considerarsi
l'evoluzione delle conosciute
Proloco o delle APT (aziende
provinciali turistiche), o come
le guide cartacee e le
segnaletiche stradali non
schema 3.1: il circolo virtuoso delle SDV
72
portano rilevanti innovazioni
alla fruizione turistica (di un
territorio) di tipo, per così dire,
tradizionale. E' evidente che
queste soluzioni siano di
supporto al turismo
preesistente, ma, credo, che
difficilmente siano
discriminanti motivazionali, vs
il turista, per nuove realtà
organizzate. E' anche vero,
come già dimostrato in
precedenza, che ci sono
luoghi dove la concertazione
ha portato alla creazione di
pacchetti di viaggio e
soggiorno basati sulla
scoperta dei prodotti tipici del
territorio, lo evidenzia anche
Davide Paolini nei
casi studio della sua
pubblicazione. Però, se
riflettiamo su questi casi,
noteremo che questi luoghi
sono culla di
radicati
nell'immaginario collettivo: il
Chianti, l'aceto balsamico di
Modena, il prosciutto di
Parma non hanno bisogno di
presentazioni; lo sforzo,
nell'essere per un
(Op.cit.)
giacimenti
gastronomici
medium
territorio, per questi prodotti è
assecondato dalla loro
notorietà, senza contare la
fama di alcuni luoghi che li
producono.
L'equazione che ho proposto,
vino che promuove territorio
che promuove vino, è vera in
parte, bisogna che almeno
uno dei due fattori siano
visibili e appetibili al pubblico,
altrimenti bisogna procedere
per gradi: creare visibilità,
curiosità e conoscenza.
Nel paragrafo 1.1.2 si è
parlato di un' approccio
evolutivo all'offerta turistica:
partendo dalla visibilità di un
prodotto tipico, si cerca di
attirare nei luoghi di origine un
particolare tipo di turismo, il
turismo enogastronomico,
cioè escursionisti e viaggiatori
alla scoperta delle tipicità
gastronomiche.
Per attivare il circolo virtuoso
di promozione territoriale e di
prodotto è necessario che
uno dei due fattori siano
conosciuti, visibili e presenti
nell'immaginario del turista o
dell' enoturista. Significa
sfruttare un prodotto
conosciuto, “attrezzare” un
territorio, oppure, come nel
caso dei vini siciliani, sfruttare
un periodo di particolare
notorietà del prodotto, e
tramite questo comunicare i
luoghi di origine, renderli
appetibili turisticamente,
comunicare l'opportunità di
esplorare i luoghi e i modi di
produzione del vino
apprezzato.
Il vino di qualità è il medium
che comunica l'esistenza di
una produzione radicata
all'interno di un territorio, le
SDV sono lo strumento che
consentono la scoperta e
l'esplorazione del territorio e
della produzione vitivinicola.
Considerare, però, le SDV
solo come uno strumento
promozionale può risultare
riduttivo e inefficace, la
prospettiva deve essere
ampliata.
73
verso un progetto
Il concetto stesso di strada
del vino ci porta a uno
slittamento di logica
nell'ambito della fruizione
turistica di un luogo: dalla
logica del soggiorno turistico
a quella del percorso
enoturistico (Corigliano 1998,
Pastore 1999)(1-2). Abbiamo
visto precedentemente cosa
concerne un percorso
enoturistico come una SDV
“convenzionale”, e capiamo
che pur non essendo, la SDV,
un luogo di consumo essa
possiede una dimensione di
consumo, un ambito di
mercato (per dirla in altri
termini), questa dimensione è
appunto quella del turismo.
Nell'ambito delle SDV questa
dimensione di fruizione
turistica possiamo dividerla in
quattro segmenti (figura)
incrociando altrettanti :
le due tipologie di principali di
fruizione turistica,
escursionismo(locale e non) e
turismo stanziale; le due
driver
tipologie di scopo del viaggio:
la scoperta dei prodotti tipici
enogastronomici e la visita
alle bellezze naturali/culturali
locali. I quattro segmenti che
risultano da questo incrocio li
nominiamo:
(escursionismo
gastronomico)
(turismo
stanziale gastronomico)
o turisti
tradizionali (turismo stanziale
tradizionale)
1 gastronauti
2 foodtrotter
3 viaggiatori
4 scopritori o escursionisti
o pionieri (escursionismo
locale)
Per ognuna di queste
tipologie di turismo esiste il
bisogno di servizi appropriati
e differenziati, di itinerari
differenti. La ricerca
dell'esperienza all'interno del
viaggio è differente, così
come l'impatto della
promozione del prodotto tipico
avrà effetti differenti a
seconda del segmento che
prendiamo in considerazione.
la dimensione di consumo di una SDV è il turismo,
diviso in quattro segmenti:
turismoescursionismolocale+non locale
gastronomico
tradizionale
foodtrottergastronauti
scopritori viaggiatori
3.2Una nuova prospettivaper le strade del vino
Franco Angeli
(1)
Riccardo Pastore il Marketing del vino e del territorio: istruzioni per l'uso, 2002
Antonioli Corigliano Magda, Strade del Vino ed Enoturismo. Distretti turistici e vie di comunicazione, , Milano 1998.
(2)
Franco Angeli
schema 3.2
74
E' importante individuare il
segmento che incide
maggiormente nel territorio,
affinché la progettazione della
SDV e l'organizzazione dei
percorsi e delle attività
assumano un certo grado di
efficienza e di efficacia. E'
importante per indirizzare
meglio le risorse e gli sforzi
economici, cercando di
indirizzare il territorio verso il
maggiore flusso possibile e
verso la tipologia di turista
sempre più importante per
l'economia e lo sviluppo
locale. Per esempio: se il
territorio, che promuove il
turismo enogastronomico con
una SDV, ha risorse per
sfruttare il semplice
escursionismo domenicale,
deve concentrarsi su questo
segmento, e in seguito, con
l'aumentare della visibilità e
delle risorse, potrà cercare di
ospitare tipologie di turismo
stanziale. Sarebbe uno
sbaglio cercare di fare il
“passo più lungo della
gamba”.
Ritornando alle esigenze delle
diverse tipologie di turismo: il
foodtrotter ,il gastronauta, il
viaggiatore, l'escursionista
sono alla ricerca di diverse
esperienze, al loro viaggio
chiedono diversi appagamenti
e ognuno avrà bisogno di un
diverso supporto al viaggio.
La logica del percorso
enoturistico organizzato è in
grado di rispondere alle
esigenze dei viaggiatori? A
quali esigenze? E a quali
viaggiatori?
La scelta di costituire una
strada del vino è una scelta
complessa generata da un
pensiero complesso che
scaturisce in un agire
complesso. Il gioco di parole
non è un caso: dalla
letteratura specializzata
abbiamo appreso che le SDV
ambiscono alla forma di
sistemi territoriali
(complessità) dedicati alla
promozione e alla tutela del
territorio e della produzione
locale (complessità), basate
sull'interazione sistemica degli
attori locali (complessità)
impegnati a offrire una
fruizione turistica
(complessità) del territorio e
della produzione vitivinicola.
Aldilà delle teorie esposte, dei
convegni, delle
sperimentazioni, delle
ricerche in ambito
universitario ed europeo i
risultati sono quelli
commentati nelle pagine
precedenti: percorsi bene o
male comunicati, orari di visita
agli stabilimenti, musei più o
meno innovativi, sistemi di
prenotazione in remoto e
qualche consorzio di tutela.
Per mia opinione, ma non
faccio fatica a credere che sia
l'opinione anche di altri, la
“bellezza” della complessità
delle scelte collettive e dell'
offrire in maniera sistemica il
territorio al turismo, trova
soddisfazione solo nelle
parole, essendo i risultati, per
mia opinione, privi dello spirito
originario e privi di vere
innovazioni pratiche o
concettuali.
Lungi da me di analizzare il
perché e di polemizzare sul
malcostume, mi limiterò a
75
verso un progetto
porre l'accento su un
ripensamento del concetto di
SDV.
Le SDV vanno progettate
considerando il DNA
territoriale, non dico nulla di
nuovo, ma abbiamo visto casi
in cui l'applicazione di
pacchetti di soluzioni
“preconfezionati” non ha
apportato alcun vantaggio (se
non minimo) alle comunità
che l'hanno applicati, il
problema non sta nella teoria
(non abbiamo nulla contro
Città del vino) ma
nell'applicazione, a volte
pigra, delle amministrazioni.
Quindi prima condizione
propedeutica al cambiamento
di visione: ogni territorio è una
realtà a se, ogni produzione è
una realtà a se, le SDV
devono adattarsi a queste
peculiarità.
Seconda condizione: la
conoscenza della qualità e del
turismo incidente nel territorio,
e parliamo del turismo
esistente così come di quello
potenziale.
Terza condizione:
l'individuazione degli attori
che trarranno giovamento
dalla SDV: sono loro che
praticamente la generano e la
mantengono.
Il nuovo modo di concepire il
sistema SDV si basa su due
concetti di base:
progettare la “sensorialità”,
progettare i contenuti
emozionali della
SDV/territorio; cioè dotare di
senso, riconoscibilità, identità
e visibilità la Strada del Vino,
la sua immagine e le attività
connesse, e creare un
sistema di percorsi e di
esperienze che ne rendano la
visita attraente e
soddisfacente per il
viaggiatore.
Senso ed emozione, quindi
esperienze, non vanno
pensati in maniera distinta,
bensì in simbiosi: l'immagine
e l'identità del luogo, anzi del
sistema SDV per la
precisione, sono l'aspetto, la
“fotografia” di quello che il
visitatore può vivere durante il
suo viaggio. Così se si
progetta, ad esempio, un
sistema di percorsi di
scoperta del territorio,
bisogna dare a questi un
nome, magari un colore e
soprattutto uno scopo, un
tema.
Ci soffermeremo, ora, proprio
sulla questione del “tema”
della Strada del Vino.
Volendo considerare una SDV
come un sistema di
“esperienze”, sia sensoriali
che dinamiche, queste
dovranno avere un tema che
ne caratterizza la “storia”
(Pine e Gilmore, 1998)(3). È
logico che, parlando di Strade
del Vino, il tema principale sia
la produzione vitivinicola e la
scoperta di questa; però,
tornando sul problema
sollevato all'inizio di questo
capitolo, cioè l'effettiva
rassomiglianza tra le
realizzazioni di SDV e il
rischio dell'insuccesso e
dell'anonimato per le realtà
meno note e famose, si rende
necessario pensare forme di
differenziazione.
Una soluzione, secondo me,
è la creazione di temi
(3) B. Joseph Pine II e James H. Gilmore, L'economia delle esperienze, Milano 2000Etas,
76
differenzianti aggiunti al tema
catalizzatore legato alla
produzione vitivinicola; per
dirla in parole povere e
esemplificando, potremmo
ipotizzare l'esistenza della
Strada del Vino dove è
possibile svolgere sports
estremi, o la SDV dove gli
agriturismi sono delle beauty
farm, oppure, come vedremo
nella fase progettuale di
questo lavoro, una SDV
legata al mondo dell'arte.
Per ogni tema che si pensa,
bisogna progettarne le
esperienze e i modi di
fruizione da parte del
viaggiatore, fare in modo che
siano integrate con le
esperienze legate al mondo
della produzione vitivinicola e
della scoperta del territorio.
Ad esempio, anticipando
elementi di progetto presenti
in questo lavoro, nella Strada
del Vino legata al mondo della
Land Art si potrebbero offrire
degustazioni di vino sul luogo
dell'evento, magari dando la
possibilità di confrontarsi e
avere un contatto con gli
artisti come con i produttori di
vino/attori del settore; in
questa maniera il tema
differenziante, l'arte, diventa
promozione e integrazione del
tema catalizzatore, il vino e la
sua produzione.
La scelta del tema
differenziante, però, non può
essere effettuata in modo
casuale, deve risultare dalle
risposte venute dall'analisi
delle risorse e del capitale
territoriale. Deve accordarsi
con la natura e il “codice
genetico” del luogo, può
essere approfondimento e
espansione di una risorsa già
presente, es: un parco
naturale da la possibilità di
svolgere particolari attività
sportive; il tema differenziante
può risultare da una
riflessione sull'atmosfera e la
morfologia del territorio
stesso: es: un territorio a
bassa densità edilizia, avente
la presenza di zone incolte e
in coltivabili, come la Sicilia
occidentale, è un luogo
idoneo per essere offerto a
“landartst” per le loro
installazioni.
Prima di passare oltre nella
determinazione del concept
che supporta il progetto, SDV
come territorio di sensi e di
esperienze, invito a tenere
presente della teoria
dell'economia delle
esperienze (Pine e gilmore)
esposta nel riquadro 1.
Usufruirò di alcuni di questi
schemi per esporre le
componenti del progetto.
La Nuova Strada del Vino è
un sistema che spazia tra i
quattro ambiti dell'esperienza:
dall'assorbimento
all'educazione,
dall'esperienza
estetico/sensoriale
all'intrattenimento, uniti dal filo
logicadelsoggiornoturisticoanni '80
logicadelpercorsoenoturistico1998 Magda Antonioli Corigliano
logicadell'esperienzamemorabilemutuata da Pine e Gilmore 2000
shift!!!
schema 3.3: shift di prospettiva delle SDV
77
verso un progetto
commodity:
beni:
servizi:
esperienze:
materialifungibili estratti dalmondo naturale
manufatti tangibilistandardizzatie immagazzinabili
attività intangibiliprestatead un determinato utente
eventimemorabili che coinvolgonogli individui sul piano personale
"le sono una quartatipologia di offerta economica,distinta dai servizicosì come i servizisono distinti dai beni...Quando una personaacquista un servizio,compra un set di attivitàintangibili che vengono svolteper suo conto.Quando invece acquistauna esperienza pagaper passare del temponel godere di una seriedi eventi memorabili."[Pine e Gilmore, 2000]
esperienze
partecipazioneattiva
parrtecipazionepassiva
assorbimento
immersione
educazioneintrattenimento
esperienza estetica evasionecontatto
coinvolgimento
routine
esperienza
risoluzione
contratto decoinvolgimento
distinzionetra iquattroambitidell'esperienza losvolgersidiunaesperienza
esperenziareunbene/mettereinscenaunaesperienza1- seguendo cinque principi
creare un tema coinvolgente, questo deve alterare il senso di realtà dell'ospite,agendo sulle dimensioni dell'esperienza umana (spazio, tempo, condizione ambientale...)
- temi più ricchi modificano maggiormente il senso di realtà di una persona- temi coinvolgenti integrano spazio, tempo e materia in un tutto compatto e realistico- il tema è adeguato al carattere delle imprese che inscenano l'esperienza
2- con indizi positivi; le impressioni sono ciò cherimane di una esperienza esono caratterizzate da sei dimensioni:
- tempo, spazio, tecnologia, autenticità, ricercatezza, scala3- tutto ciò che impoverisca, contraddica il tema4- sono testimonianze tangibili dell'esperienza vissuta dall'utente5-
tematizzare l'esperienza
armonizzare le impressioni
eliminareintegrare con oggetti ricordo:coinvolgere i cinque sensi
riquadro 3.1
economia delle esperienze
conduttore della scoperta del
territorio facendo fronte alle
diverse esigenze delle
tipologie di viaggiatori
individuate precedentemente. Nel definire la nuova
concezione delle SDV siamo
passati dal definirne la
dimensione di consumo, il
turismo (diviso nei quattro
segmenti individuati). E'
impossibile scindere il
concetto di turismo da quello
di esperienza, in quanto lo
scopo di qualunque viaggio
(turistico) è appunto la ricerca
della stessa, e nell'ambito
3.3Conclusioni al capitolo
78
delle SDV i passaggi di
logiche e di visioni che
abbiamo effettuato vengono
naturali: dalla logica del
soggiorno turistico, con le
Strade del Vino, si passa alla
logica del percorso e della
scoperta, la possibile
evoluzione porta a
considerare la logica dell'
esperienza memorabile.
Questo passaggio ci porta ad
avere chiare le intenzioni nel
momento di concepire uno
strumento quale una SDV,
che diventa il luogo dove si
scopre una produzione
importante e il territorio che la
possiede, attraverso
connessioni di esperienze e
percorsi progettati ad hoc. A
fronte di sterili elenchi di
aziende su una cartina, di
asettici calendari di fiere e
sagre, di percorsi segnalati da
qualche cartellone,
considerare le SDV come
luogo di esperienze porta a
immaginare percorsi che
includono eventi, modi più
coinvolgenti di fruizione
turistica del territorio, porta a
vedere la SDV fondersi col
territorio stesso e diventare il
tutto oggetto di progettazione,
fino a considerare che gli
elementi stessi del paesaggio
possano comunicare
l'essenza e il carattere del
luogo. Tutto questo si può,
perché le SDV non sono solo
un modo di promuovere il
turismo e la produzione
vitivinicola, non
dimentichiamo che prima di
tutto, la SDV, è il luogo
dell'integrazione tra attori, è
uno strumento di coesione
all'interno di un territorio: solo
attraverso una adeguata rete
di rapporti tra i privati e le
istituzioni locali, che gli sforzi
possono essere concentrati
verso un unico efficace
risultato di progetto, tenendo
conto degli obiettivi primari,
che sono diversi di luogo in
luogo, tenendo conto della
qualità e della quantità del
turismo incidente nella zona,
tenendo conto delle risorse a
disposizione.
79
verso un progetto
Franco Angeli
Antonioli Corigliano Magda, Strade del Vino ed Enoturismo. Distretti turistici e vie di comunicazione, , Milano 1998.
B. Joseph Pine II e James H. Gilmore, L'economia delle esperienze, Milano 2000
Franco Angeli
Etas,
Riccardo Pastore il Marketing del vino e del territorio: istruzioni per l'uso, 2002
bibliografia del capitolo
80
intervallo
81
capitolo4: Intervallo: introduzionealleTerreSicane
82
4.0Terre Sicane
Esiste una terra arsa dal sole,
dove il giallo delle stoppie di
grano si confonde con speroni
di arenaria e l'orizzonte, di un
azzurro accecante, è
disegnato nel nulla dal sole.
Le zolle argillose spaccate
dall'arsura, ma capaci di
regalare ancora linfa alla vite,
simboleggiano un popolo
dall'animo complesso e
travagliato,
spaccato dalle
intemperie storiche, sociali e
naturali, addestrato alla
durezza della terra, capace
di fiorire in ingegno nel giallo
infinito che ne ospita i natali.
Siamo in Sicilia, più
specificatamente
nell'occidente della trinacria,
in quella valle del Belice che
fu ispirazione per Tomasi di
Lampedusa e che fu
violentata dal terremoto del
1968.
Cinque comuni di questa
terra: Menfi, Sambuca di
Sicilia, Montevago, Santa
Margherita di Belice,
Contessa Entellina hanno
attapanato da
mille pinsera,
83
verso un progetto
84
85
verso un progetto
nelle immagini di sfondo è ritratto il dolore e le ferite di questa terra: l'abusivismo, l'abbandono di ciò che vale,
le scelte produttive all'insegna del sovvenzionamento e dello spreco, la ricostruzione post terremoto che ha riempito
questo territorio di architetture che violentano e non arricchiscono le Terre Sicane.
Ma il fascino è salvo e la speranza è alimentata dalla voglia di integrazione e sviluppo
delle nuove generazioni di amministratori e produttori della zona
86
deciso di fare un passo verso
l'emancipazione, per reagire
all'individualismo, alla paura e
a generazioni di mal governo
contrassegnato dallo
sfruttamento passivo del
denaro pubblico.
Nel 1998, sull'onda del
rinnovato interesse del
mercato del vino, che ha dato
le basi al consolidamento del
segmento del turismo
enogastronomico, i comuni di
Menfi, Sambuca, Santa
Margherita e Montevago
costituiscono una Gal (gruppo
di azione locale) per
partecipare al progetto di
finanziamento per le comunità
rurali LEADER. Da allora
sono nate l'Unione dei
Comuni delle Terre Sicane e
la società consortile Strada
del Vino delle Terre Sicane,
azioni volte a favorire la
concertazione tra gli attori e i
produttori locali, per
promuovere il territorio e la
produzione vitivinicola, la
quale, grazie all'abilità di
alcune aziende, ha raggiunto
eccellenti livelli qualitativi fino
a far parlare di fenomeno di
mercato: i “Super Sicilians”.
La produzione sta
progressivamente
abbandonando la politica
della quantità, riserva di
“taglio” per il nord, per
abbracciare la politica del
gusto e l'attenzione verso il
consumatore finale e verso
“la bottiglia d'autore”, uscendo
dall'anonimato fino a pilotare il
gusto di migliaia di
appassionati. Dalle Terre
Sicane nascono sorprendenti
Nero d'Avola e aromatici
Chardonnay, e le recenti
politiche regionali di
promozione dei vitigni
autoctoni hanno riportato ai
palati i gusti e i profumi
dimenticati del Grillo e
dell'Inzolia.
Recentemente nei comuni
che interessano le Terre
Sicane sono state istituite
delle Zonazioni DOC, per
garantire ancora di più
l'originalità e la qualità dei vini
prodotti: DOC Sambuca di
Sicilia , Menfi, Santa
Margherita di Belice e
Contessa Entellina, a queste
aggiungiamo il disciplinare
DOP per la produzione del
formaggio tipico Vastedda del
Belice diSanta Margherita e
Montevago.
Nel 2003 alla Strada del vino
si aggiunge il Comune di
Contessa Entellina che, a
differenza degli altri comuni
situati nella provincia di
Agrigento, fa parte della
confinante provincia di
Palermo, aggiungendo nuove
risorse imprenditoriali e
artistiche/naturali come il sito
archeologico della mitica
Entella sulla omonima Rocca.
87
verso un progetto
sullo sfondo un impianto, ormai improduttivo, simbolo del periodo della quantità (sovvenzionata da fondi pubblici)
a discapito della qualità. Oggi questa tipologia di produzione è quasi del tutto scomparsa, invece sono nate tante
piccole aziende che producono un numero sempre maggiore di "etichette" e non di "bidoni"
88
89
verso un progetto
le Terre Sicane sono cosparse di tesori storici feriti dal terremoto e dall'abbandono. Risorse che potrebbero dare tanto
nei termini della fruizione turistica. Qualcuno già si sta occupando del recupero di qualche emergenza,
come palazzo Ravidà e Palazzo Planeta a Menfi, ma c'è ancora molto da salvare e valorizzare
90
Terre Sicane, i comuni
91
92
93
Menfi
lat: 37° 36' 27'' Nlong: 12° 58' 7''Esup: 113 km²alt: 119 mt s.l.m.
94
Sorge in una zona pianeggiante
posta a 119 metri sul livello del
mare, il suo territorio è di
rilevante interesse agricolo.
Le origini sembrano risalire alla
tarda età romana, quando un
insediamento urbano - sembra
con lo stesso nome di “Menfi”
occupava il luogo dell'attuale
centro urbano. Il territorio
circostante, con il nome di
burgiomilluso (borgo della
buona e abbondante acqua)
divenne, fra l' 831 e l' 841 d.C.,
in conseguenza della conquista
araba della Sicilia, una ricca
colonia agricola musulmana.
In età romana il borgo fu
conquistato dal Conte Ruggero
e, distrutti i casali saraceni, si
spopolò; nel 1239 l'imperatore
Federico II, per ripopolare il
territorio fece costruire un
casale nelle terre demaniali di
Bugiomilluso, che nel 1287
divenne baronia e nel 1565
contea, col nome di borsetto.
Nel 1638, il principe di
Castelvetrano don Diego
Aragona Tagliavia Cortesfondò
nel territorio una colonia
agricola che ebbe il nome di
Menfi.
Il terremoto del 1968 colpì
gravemente la città, recando
danni spesso irreparabili alle
abitazioni e ai monumenti civili
e religiosi. La ricostruzione del
centro storico ha rispettato
l'assetto urbanistico originario e
la tipologia delle case
preesistenti, con risultati estetici
di gradevole compostezza, i
vecchi cortili che si aprivano fra
le abitazioni sono stati rispettati
e valorizzati.
Lo sviluppo turistico di Menfi è
legato alla valorizzazione della
zona balneare di Porto Palo e
della sua antica torre di
avvistamento (fine del XVI
sec.). qui è già stato approvato
e finanziato un porto turistico di
notevole importanza.
Grande importanza riveste per
Menfi l'attività vitivinicola, con
una produzione D.O.C. che ha
valso alla città l'inserimento sul
circuito nazionale delle “Città
del Vino”; ogni estate si svolge
nella città la manifestazione
“Inycon, Menfi e il suo vino” che
coinvolge l'intera comunità e
l'insieme dei produttori
vitivinicoli e gli attori del settore
dell'artigianato locale.
5.3I comuni: Menfi
tabella 5.1
Menfi
lat: 37° 36' 27'' Nlong: 12° 58' 7''Esup: 113 km²alt: 119 mt s.l.m.
popolazione: 12783
aziende vinicole
eventi
risorse culturali e naturali:
RAVIDA' - AGARENO - SETTESOLILANZARA - PLANETA - LAGANOGURRA SOPRANA
INYCON Menfi e il suo vinola Settimana Santa
Bosco Magaggiaro,Vallone S. VincenzoBorgo di Porto Palo,Isolette di Porto PaloCastello di Burgiomilluso,Palazzo PignatelliChiesa Madre,Chiesa di S. GiuseppeChiesa Maria S.S. della ConsolazioneChiesa del Collegio,Chiesa di S. GiovanniPalazzo Planeta,Palazzo Ravidà,Il Centro Civico,Istituzione Federico II(Biblioteca–Mostra permanente di malacologia)
95
Menfi
Fig. 5.8 le risorse di Menfi
96
Montevago
lat: 37° 42' 11'' Nlong: 12° 59' 12'' Esup: 32 km²alt: 380 mt s.l.m.
Santa Margheritadi Belice
lat: 37° 41' 34'' Nlong: 13° 1' 15'' Esup: 67 km²alt: 400 mt s.l.m.
97
98
Sorge in una zona collinare a
quote variabili fino a un
massimo di 470 metri sul livello
del mare.
Le sue origini risalgono ai tempi
della conquista araba, nel 1572
i reali di Spagna concessero al
nobile Antonio Corbera la
“Licentia Populandi”, con la
quale fu possibile dar vita al
centro urbano che ebbe il nome
di Santa Margherita di Belice.
Successivamente i Corbera
dovettero cedere la baronia di
Misilindo, gravata da grossi
debiti e vincoli, al ricchissimo
Giuseppe Filangeri, che la
riscattò. Dall'unione della
famiglia Filangeri con i principi
di Cutò ebbe origine la stirpe
Filangeri-Cutò da cui discende
Giuseppe Tommasi di
Lampedusa, autore del
“Gattopardo”.
Il terremoto del 1968 ha
distrutto buona parte del paese
che è stato ricostruito operando
un trasferimento parziale
dell'abitato, gran parte delle più
antiche costruzioni sono andate
distrutte. Il palazzo Filangeri-
Cutò, parzialmente risparmiato
dal terremoto e restaurato,
deve la sua notorietà
soprattutto alla descrizione che
ne fa Tommasi di Lampedusa
nel suo romanzo, attingendo ai
ricordi della sua infanzia.
Attrattive di Santa Margherita di
Belice, oltre al alazzo Filangeri-
Cutò che ospita anche parte del
parco letterario dedicato a
Giuseppe Tommasi di
Lampedusa, sono i ruderi della
barocca chiesa Madre e la Villa
Comunale, ricca di alberi rari e
secolari, il giardino del palazzo
Filangeri-Cutò e il bosco del
Magaggiaro.
Sorge in una zona collinare
interna a 393 metri sul livello
del mare.
Il territorio fu abitato fin da
epoche molto remote, come
attestano i rinvenimenti
archeologici: tombe sicane in
contrada Luni, scavi di contrada
Caliata, villa rustica romana di
contrada Mastragostino.
La colonizzazione berbera
seguita allo sbarco dei
musulmani a Mazara (827 d.C.)
portò alla creazione di diversi
casali, fra cui il più importante
quello di Manzil-Sindi, detto poi
Misilindino, divenne baronia nel
secolo XIV.
Nel 1642 don Rutilio Dirotta,
figlio della nobildonna Girolama
Dirotta che aveva acquistato il
territorio, ottenne il titolo di
principe di Montevago e la
“Licentia populandi” per fondare
la colonia agricola di
Montevago, seguendo i canoni
della politica coloniale del
tempo, che mirava a
colonizzare le zone interne
della Sicilia mettendo così a
coltura le terre vergini.
Il terremoto del 1968 rase al
suolo l'intero paese: le macerie
divennero per volontà
dell'amministrazione comunale
“museo della distruzione a cielo
aperto”, e il nuovo paese è
stato completamente ricostruito
a poca distanza; nella piazza
della Repubblicana scultura di
Gio Pomodoro.
Notevole interesse turistico
5.4I Comuni:Santa Margherita di Belice
5.5I Comuni:Montevago
99
MontevagoSantaMargheritadiBelice
costituisce il complesso termale
“Acqua Pia”, dotato di piscine
immerse in una rigogliosa
vegetazione
mediterranea:l'acqua termale,
utilizzata per diverse terapie,
sgorga a 40° C e riparte in
cascatelle che si riversano
nell'antica “vasca delle donne”.
Il territorio votato alla
coltivazione della vite e le
attività di produzione vinicola
hanno consentito alla città di
inserirsi nel circuito delle “città
del vino”.
tabella 5.2
lat: 37° 41' 34'' Nlong: 13° 1' 15'' Esup: 67 km²alt: 400 mt s.l.m.
popolazione:
aziende
eventi
risorse culturali e naturali
Santa Margheritadi belice
6564
CORBERA
SS Crocifisso - sagra del Ficodindiafiera dei fichi - Fiera mercato del bestiame
Parco letterario Tomasi di Lampedusa -museo del Gattopardo - Museo della Memoria
Montevago
terme - ruderi - bosco del Magaggiaro
lat: 37° 42' 11'' Nlong: 12° 59' 12'' Esup: 32 km²alt: 380 mt s.l.m.
popolazione:
eventi
risorse culturali e naturali
3108
Sagra del vino -la Madonna delle Grazie -S.Domenico
Fig. 5.9 le risorse di Montevago e Santa Margherita di Belice
100
101
Sambuca di Sicilia
lat: 37° 39' 0'' Nlong: 13° 6' 42'' Esup: 95 km²alt: 350 mt s.l.m.
102
Sorge su una collina che si
affaccia su un panoramico
belvedere, a 350 metri sul
livello del mare.
Le origini dell'attuale centro
storico risalgono all'epoca
araba la città fu fondata
dall'Emiro Al Zabut (lo
splendido), che vi aveva fatto
costruire un castello. L'impianto
urbanistico arabo è rimasto
praticamente immutato nel
quartiere dei Vicoli saraceni,
compreso tra il vicolo degli
Emiri e via Fantasma: si snoda
in sette vicoli in cui si alternano
paesaggi stretti, slarghi e ampi
cortili. L'importanza di questo
impianto urbanistico quale
documento di un epoca e di
una civiltà conduce spesso a
Sambuca studiosi orientalisti da
ogni parte del mondo.
All'epoca della colonizzazione
araba risale anche la fortezza
di Mazzallakkar sul lago
Arancio,.
L'impianto urbano dell'abitato di
Sambuca che non fa parte del
quartiere arabo è medioevale e
presenta uno sviluppo lineare.
Dal rinascimento il borgo fu di
proprietà della famiglia
Barberini prima e dei Beccadelli
poi, principi di Camporeale. Nel
1666 diventò un principato
autonomo e mantenne il nome
eponimo di Zabut fino al 1928,
quando Mussolini sostituì
all'antico nome quello di
Sambuca di Sicilia. Oggi si
chiama “Terra di Zabut” il
museo etnoantropologico
situato nel palazzo Panitteri,
salotto politico-letterario
dell'800.
Nel 1968 iniziarono sul monte
Adranone, situato a circa 1000
metri sul livello del mare, scavi
archeologici regolari che
portarono alla luce gli
importanti rinvenimenti
dell'antico sito della città di
Adranon.
Notevole è il patrimonio storico
artistico della città di Sambuca
di Sicilia, costituito da chiese,
palazzi nobiliari, un piccolo e
raffinato teatro comunale, le
antiche torri di Cellaro e
Pandolfina.
Importanti sono le risorse
ambientali quali il lago Arancio,
la gola della Tardara, il bosco
della Risinata, in cui è stata
rinvenuta l'omonima necropoli.
Frequenti iniziative culturali
fanno capo all' “Istituzione
Giambecchina”, il cui scopo è
“promuovere e valorizzare ogni
espressione d'arte sperimentale
e popolare ispirata alle istanze
del pensiero”. l'istituzione,
voluta dall'amministrazione
comunale per onorare il pittore
Giambecchina, nativo di
Sambuca, ha sede nel palazzo
5.6I comuni:Sambuca di Sicilia
tabella 5.3
Sambuca di Sicilia
lat: 37° 36' 27'' Nlong: 12° 58' 7''Esup: 113 km²alt: 119 mt s.l.m.
popolazione: 6158
aziende vinicole
eventi
risorse culturali e naturali:
PLANETA - CELLARO - DI PRIMADI GIOVANNA - MOMTEOLIMPOFEUDO ARANCIO (SILENE)
Fiera mercato del bestiame e delprodotto artigianale - festa di S.Giorgio
Bosco della Risinata - Monte AdranoneLago Arancio - Acropoli - Necropoli -Chiesan della Bammina - Matrice -Chiesa di San Giuseppe -Quartiere Arabo - Palazzo Panitteri -Fondazione Giambecchina
103
SambucadiSicilia
Fig. 5.10 le risorse di Sambuca di Sicilia
104
105
Contessa Entellina
lat: 37° 43' 54'' Nlong: 13° 11' 4'' Esup: 136 km²alt: 400mt s.l.m.
106
Sorge intorno alle pendici
settentrionali del monte
Genuardo , a 571 metri sul
livello del mare.
Ebbe il nome di Contessa dalla
sua fondatrice, la contessa di
Chiusa Caterina Cardona, che
nel 1450 vi accolse una colonia
di albanesi, i discendenti dei
quali ancora oggi parlano il loro
idioma. Fu dominio feudale dei
Cardona fino al 1640, anno in
cui passò ai Colonna. La
seconda parte del nome
Entellina fu aggiunta nel 1875
per la vicinanza della città al
sito dell'antica città di Entella,
che sorgeva sul pianoro posto
alla sommità di Rocca d'Entella
e le cui vestigia sono tornate
alla luce nel corso delle recenti
campagne di scavo.
La città possiede un notevole
patrimonio artistico, di cui fanno
parte due antiche chiese di rito
greco: la chiesa Madre, di
origine cinquecentesca, e la
settecentesca chiesa di Maria
Santissima Immacolata e San
Rocco. Da aggiungere al
patrimonio artistico-
architettonico il complesso
religioso di Santa Maria del
Bosco a pochi chilometri da
Contessa Entellina.Di particolare importanza sono
le sacre manifestazioni durante
la settimana santa
Come Adranone, secondo una
caratteristica tipica dei centri
indigeni siciliani nel territorio
degli Elimi e dei Sicani, anche
l'antica città di Entella sorgeva
su un'altura facilmente
difendibile e dominante vaste
zone di fondovalle.
Rocca d'Entella è una
grandiosa fortezza naturale,
delimitata da altissime e
inaccessibili rupi, con una sola
possibilità di accesso da Nord:
sulla cima del monte, su un
vasto pianoro, era ubicata
l'antica città di Entella, la mitica
città degli Elimi. Secondo gli
storici la città ebbe autonomia
politica fino al 404 a.C. e
successivamente, dopo alterne
vicende sotto il dominio
siracusano, campano, punico,
durante la prima guerra punica
passò sotto il dominio romano;
nel medioevo fu contesa tra
Saraceni e Normanno Svevi e
infine distrutta da Federico II
nel 1224.
Le rovine dell'antica Entella
sono state riportate alla luce in
tempi piuttosto recenti, con
campagne di scavo
sistematiche, attuate con i più
moderni sistemi e l'aiuto di
elaborate tecnologie. I reperti
testimoniano che il sito era
frequentato dall'uomo già in
epoca protostorica, nelle età
del bronzo e del Ferro, mentre
l'urbanizzazione del luogo, con
le prime costruzioni anche di
tipo monumentale, risale all'età
tardoarcaica, in epoca storica e
corrispondente alla
colonizzazione greca. A tale
periodo è attribuibile la cinta
muraria che integrava le
imponenti difese naturali della
Rocca con un lungo percorso
rettilineo intervallato da bastioni
5.7I comuni:Contessa Entellina
5.8Entella la mitica
107
ContessaEntellina
nei punti di svolta. Gli scavi
hanno riportato alla luce, oltre
alle testimonianze delle fasi più
antiche, anche le emergenze
monumentali del castello
medioevale (XII-XIII).
Gli artefatti e i manufatti
rinvenuti sono esposti nel
locale museo archeologico di
Contessa Entellina.
tabella 5.4
lat: 37° 41' 34'' Nlong: 13° 1' 15'' Esup: 67 km²alt: 400 mt s.l.m.
popolazione: -
aziendeDONNAFUGATA
eventi
risorse culturali e naturali
Contessa Entellina
complesso di Santa Maria del Bosco - chiesa Madre -complesso archeologico Rocca di EntellaRocca di Entella - Diga Garcia - Grotta di Contessa Entellina
Fig. 5.11 le risorse di Contessa Entellina
108
Santa Margherita di Belice
Menfi
Montevago
del territorionon si butta via niente
109
Sambuca di Sicilia
Contessa Entellina
capitolo5: Il territoriodelleTerreSicane
110
L'area del comprensorio delle
terre sciane occupa il territorio
- compreso tra il fiume Belice e
Carboj_ situato nella parte
occidentale della provincia di
Agrigento, al confine con la
provincia di Trapani e Palermo.
Qui sorgono i comuni di Menfi,
Montevago, Sambuca di Sicilia,
Santa Margherita di Belice e
Contessa Entellina, per un'
estensione complessiva di ###
mq. La morfologia del territorio
è costituita dall'alternarsi di
monti poco elevati, altipiani,
colline dal profilo dolce e
levigato che degradano verso
una fascia costiera assai varia,
ora piana e sabbiosa, ora a
ciottoli grandi e levigati, ora
frastagliata e selvaggia, con
dune di sabbia fine coperte di
palme nane e gigli di mare,
sulla battigia aironi e tartarughe
marine depongono le uova,, il
mare è limpido e pulitissimo.
Procedendo verso l'interno, sul
territorio di Sambuca di Sicilia,
troviamo il bacino artificiale del
lago Arancio, le cui acque sono
utilissime per l'irrigazione e per
la pratica dello sci nautico: nel
1981 vi si disputarono i
campionati europei juniores, nel
1983 i campionati mondiali
seniores.
Il paesaggio varia
continuamente: a terreni aridi si
susseguono aree coltivate,
zone incontaminate si alternano
a colture che si rinnovano,
variando nel tempo il
paesaggio. Nelle aree boschive
(notevoli per estensione il
bosco del Magaggiaro e il
distretto boschivo della
Risinata) predominano le
conifere, pino e cipresso, e
l'eucalipto; nel sottobosco
prevale il leccio, la roverella e
la palma nana; nei costoni
rocciosi e nei terrazzi
calcarenitici crescono il
cappero, l'asparago selvatico,
la saggina, la ginestra. La
fauna del sottobosco è
costituita da conigli selvatici,
volpi, lepri, istrici, donnole, i
boschi sono popolati da piccoli
rapaci, corvi, beccacce,
allodole, tordi e poiane.
Dai tempi più antichi, senza
soluzione di continuità, si
coltiva la vite e si produce vino,
come testimoniano ritrovamenti
archeologici come le numerose
anfore vivarie d'epoca greca e
romana rinvenute nel litorale di
Porto Palo, oggi la coltivazione
della vite occupa una superficie
di circa 7200 ettari (dato del
2002, escluso il territorio di
Contessa Entellina). La coltura
più importante dopo la vite è
l'olivocoltura, sia per la
superficie occupata sia per la
res economica dalle varietà
“Biancolilla”, “Nocellara del
Belice” (varietà autoctone
riconosciute come DOP),
“Cerasuola”, prevalentemente
miscelate tra loro, si produce
olio, per lo più della categoria
extra vergine.
Abbastanza estesa è la
coltivazione del carciofo (500
ettari quasi totalmente nel
territorio di Menfi) e tipica, a
Santa Margherita, è la
coltivazione del ficodindia di
altissima qualità, nelle varietà
rosso, giallo e bianco.
La pastorizia è presente,
sebbene in misura ridotta:
autoctona della zona è la razza
ovina “Pecora del Belice”, tra le
F 5.1 F 5.2 F 5.3 F 5.4
5.0Natura e paesaggio
111
più pregiate razze da latte in
Europa:; la produzione lattiero
casearia tipica è costituita dal
pecorino (fresco prende il nome
di “Tuma”), le ricotte e la
“Vastedda del Belice”.
Tutto il territorio gode del clima
mediterraneo marittimo, con
piogge non frequenti e
prevalentemente autunno-
invernali; notevole è la
ventosità: tramontana da nord,
vento freddo umido, scirocco
da sud, vento caldo che può
essere dannoso per le
coltivazioni; assai rare
grandinate e gelate, la neve è
un evento eccezionale.
Il settore economico più
importante è quello agricolo,
seguito dalle attività
commerciali. Ancora notevole è
la presenza del settore edilizio,
che ebbe in forte impulso ai
tempi della ricostruzione post
terremoto. Scarse e sporadiche
le attività manifatturiere, mentre
è la forza lavoro addetta al
settore dei servizi, in particolare
nella Pubblica Amministrazione.
Nel settore agricolo,
un'agricoltura di tipo
tradizionale si affianca ad
un'agricoltura moderna del tipo
intensivo, prevalentemente
monoculturale, che si avvale di
moderni impianti e tecniche
avanzate, riuscendo a
realizzare una produzione
competitiva sia dal punto di
vista qualitativo che
quantitativo. Sebbene siano
ancora poco efficientemente
organizzati i processi di
mercato, tuttavia le attività
produttive garantiscono un
reddito remunerativo,
specialmente nel settore della
viticoltura.
La maggior parte delle aziende
agricole sono a conduzione
diretta del coltivatore ed hanno
un'estensione media di cinque
ettari, (qui dati in tabella).
Le aziende si avvalgono
prevalentemente del lavoro del
conduttore e dei familiari, in
misura ridotta di manodopera
extrafamiliari (tabelle).
Il settore produttivo
predominante è quello
vitivinicolo (3040 aziende, 7266
ettari di superficie coltivata, dati
del 2002- escluso il territorio di
contessa centellina), in
continua crescita, grazie anche
al proliferare di cantine private
che si affiancano alle grandi
aziende costituite in cantine
sociali. Generalmente si tende
a porsi come obiettivo quello di
imbottigliare tutto- o quasi- il
vino prodotto al fine di
concentrare nel territorio il
massimo del lavoro e del
reddito. Le cantine si orientano
verso l'innovazione delle
produzioni, si avvalgono delle
moderne tecnologie, mentre ai
vitigni tradizionali (fino a pochi
decenni fa costituiti da
Catarratto, Trebbiano, Insolita,
Grillo, Sangiovese) si
affiancano nuovi vitigni
(chardonnay, merlot, cabernet,
siurah) e si valorizzano alcune
varietà autoctone come il
Gracanico e il Nero d'Avola,
anche se,ultimamente, e
tendenze del mercato e le
nuove filosofie di conduzione
F5.1 diga Garcia - ContessaEntellinaF5.2 lago Arancio - Sambuca diSiciliaF5.3 Porto Palo - MenfiF5.4 Porto Palo - MenfiF5.5 Solette di Porto Palo - MenfiF5.6 vallone S. Vincenzo - MenfiF5.7 foce del Belice - Menfi
F 5.5 F 5.6 F 5.7
5.1Caratteri essenziali dell' economia
112
viticola e vitivinicola vogliono il
ritorno e la valorizzazione
anche delle altre razze tipiche
della Sicilia.
L'elevato livello qualitativo
raggiunto dalla produzione
vinicola è testimoniato dalla
conquista della DOC e della
IGT della quale si fregiano
quasi tutti i vini prodotti nella
zona..
Nella città di Menfi, dove il
settore vitivinicolo è
particolarmente sviluppato (le
sole Cantine Sottesoli- una
delle più importanti aziende
vitivinicole della Sicilia-
vinificano e commercializzano
pi di 600.000 quintali d'uva
l'anno) è stata istituita la
fondaione “Inycon”, con lo
scopo di creare i presupposti
organizzativi e d'impresa legati
alla formazione continua e ad
insegnamenti superiori
nell'ambito della filiera del
mondo vitivinicolo.
Secondo in importanza è il
settore olivicolo, con 3750
aziende (dati del 2002 escluso
il territorio di Contessa
Entellina”), molte in rapporto
alla superficie coltivata (circa
2279 ettari nel 2002 esclusa
Contessa Entellina), estesa è
invece la superficie coltivata a
cereali e frumento, con un
numero di aziende più limitate.
La coltivazione degli ortaggi è
in genere un appendice del
vigneto, mentre la coltivazione
del carciofo occupa circa 500
ettari, quasi tutti nel comune di
Menfi. Il ficodindia (nelle varietà
rosso, giallo, bianco) è coltivato
a S.margherita di Belice e
grazie alla qualità altissima, è
commercializzato sul territorio
italiano e all'estero. Uno spazio
ridotto lo occupa il settore
zootecnico, gli allevamenti-
prevalentemente ovini-
rispondono tuttavia alle più
moderne tecniche di
allevamento, la produzione
lattiero casearia ha sofferto,
negli ultimi anni, di qualche
problema relativo
all'adeguamento dei caseifici
alle nuove normative.
113
114
Le “Terre Sicane” traggono il
loro nome dagli antichi abitanti
della Sicilia, i Sicani, che,
secondo Tucidide, erano
popolazioni di origine iberica
stanziatesi in Sicilia, dopo
essere stati cacciati dai Liguri
dalla loro terra d'origine
bagnata dal fiume Sicano; dal
loro nome l'isola si chiamò
Sicania, mentre prima aveva il
nome di Trinacria- narra ancora
Tucidide (VI,2) <<…espugnata
che fu Ilio, alcuni dei Troiani
sfuggiti agli achei approdarono
con le loro imbarcazioni in
Sicilia, dove si stanziarono ai
confini dei Sicani; e tutti
insieme ebbero il nome di Elimi;
Erice e Se gesta furono le loro
città… dall' Italia, dove
abitavano, i Siculi, che
fuggivano gli Ofici, passarono
in Sicilia su delle zattere…
vinsero in battaglia i Sicani, che
confinarono nelle regioni
meridionali e occidentali, e
fecero si che l'isola da Sicania,
si chiamasse Sicilia>>.
Dunque da Tucidide
apprendiamo che a
prescindere dai leggendari
ciclopi e lestrigoni di omerica
memoria- i Sicani sono gli
abitanti della Sicilia di cui si
abbia la prima notizia.
Sappiamo poco di loro: allo
stato attuale degli studi non si
può ancora precisare quando e
da dove siano giunti, visto che
la provenienza dalla penisola
iberica non è universalmente
accettata dagli studiosi, pur non
mancando reperti archeologici
che facciano pensare a contatti
tra la Sicilia e la Spagna fin
dall'età del Rame, come il tipico
<<bicchiere di Carini>>, un
vaso il cui profilo richiama il
bicchiere campaniforme iberico.
A partire dalla metà dell' VIII
sec. a.C. il territorio delle Terre
Sicane fu progressivamente
ellenizzato dai coloni greci, la
cultura greca si diffuse
ovunque e i centri urbani
prosperarono fino alla
conquista romana, con la quale
il territorio vide la progressiva
trasformazione dei centri rurali
con il formarsi di latifondi
gravitanti intorno ad un centro
direzionale. Di queste età più
5.2Storia e cultura
115
antiche sono testimonianza i
numerosi rinvenimenti e i siti
archeologici di grande
importanza.
Oltre agli scavi archeologici di
monte Adranone ( Sambuca di
Sicilia ) che hanno portato alla
luce i resti dell' antica città, di
notevole interesse sono l'area
archeologica di Contessa
Entellina (città di Entella), la
zona archeologica di contrada
Montagnoli ( comune di Menfi )
ritenuta il sito dell'antica città
sicana di Inycon, tramandata
dagli storici greci come “la città
del vino eccellente”, la
necropoli di Risinata ( Sambuca
di Sicilia ); gli scavi di Contrada
Caliata, i resti della villa rustica
romana di Contrada
mastragostino, le tombe sicane
di Contrada Luni (Montevago); i
resti di una nave romana nelle
acque di Porto Palo e le tombe
rinvenute sotto la
pavimentazione di palazzo
Pignatelli a Menfi.
L'antico centro di Monte
Adranone si trova, a circa 1000
m. s.l.m. , a nord dell' abitato di
Sambuca di Sicilia, l'antica città
sorge su una delle
scenografiche alture che si
allineano, da sud a nord, da
Eraclea a Caltabellotta a Rocca
di Entella, quale baluardo della
natura ulteriormente fortificato
dall' uomo; la sua storia si
svolge in un contesto
particolare, derivante dal
contatto tra l'area sicana
ellenizzato e l'area elimo-
punica.
La città greca, fondata dai
coloni selinuntini nella seconda
metà del VI sec a.C. , sorse sui
116
resti di un villaggio indigeno
protostorico, fu distrutta verso
la fine del V sec, ricostruita al
principio del IV sec a.C. dai
romani durante la I guerra
punica. La città è stata
identificata con l'adranone
citata da Diodoro Siculo (XXIII,
4.2) in relazione a vicende
della prima guerra punica, gli
scavi archeologici, iniziati nel
1968 e susseguitesi con
campagne annuali
sistematiche, hanno
confermato la veridicità della
fonte letteraria e portato alla
luce i grandiosi resti della città,
che sorgeva su un terrazzo
ondulato dalla configurazione
grossolanamente triangolare,
culminante a nord est con l'area
sacra dell'acropoli, protetta alle
spalle dal ripido costone
roccioso, e degradava con
ampi terrazzi verso sud est. I
rinvenimenti sono imponenti: la
poderosa cinta muraria con la
grande porta di accesso (porta
sud) fiancheggiata da torrioni, l'
acropoli con gli avanzi di un
grandioso tempio punico e di
una grande cisterna
rettangolare; il complesso del
secondo terrazzo sotto
l'acropoli; enormi cisterne di cui
una cilindrica; un complesso
monumentale extra urbano in
un'area già occupata da
capanne a pianta curvilinea;
un'area sacra; la cosiddetta
“fattoria” del IV sec a.C. ;
abitazioni del sec V-IV a.C. .
Nell' area archeologica fuori le
mura si può vedere la
necropoli, con tombe a camera
ipogea (VI-V sec a.C.), tombe a
cassa e sepolture terragne, tra
cui spicca la monumentale
tomba a camera, tra le più
interessanti della Sicilia, detta
“tomba della regina”.
In tutti i comuni esistono
testimonianze della presenza
islamica: l'antico fortilizio di
Manzil Sindi di Santa
Margherita di Belice;
l'insediamento islamico di
Caliata a Montevago e il
duecentesco castello svevo di
Menfi, che sorse
sull'”habitationes” federiciana a
difesa delle invasioni
musulmane; i resti della
117
fortezza di Mazzallakkar sul
territorio di Sambuca di Sicilia,
un edificio a pianta
quadrangolare i cui torrioni
circolari posti agli angoli delle
mura emergono dal lago
Arancio nei periodi in cui il
livello delle acque si abbassa.
La costruzione risale all'827
d.C. , anno in cui Zabut- antico
nome di Sambuca di Sicilia- fu
fondata dall'emiro eponimo.
Sambuca di Sicilia è l'unico
centro in cui l'urbanistica
conservi intatta l'impronta araba
in un intero quartiere: quello
degli stretti <<vicoli Saraceni>>
fiancheggiati da case basse e
sovrastati dai ruderi di una
fortezza.
La colonizzazione feudale che
investì il territorio tra il XVI e
XVII secolo, periodo in cui i
baroni latifondisti popolarono i
centri agricoli attraverso lo
<<Jus Populandi>>, ha lasciato
testimonianze artistiche,
urbanistiche e architettoniche,
nei centri urbani di Menfi,
Montevago e Santa Margherita
di Belice, che presentano un
impianto urbanistico a
scacchiera, con isolati
rettangolari, e la caratteristica
comune del palazzo
padronale a fronte della chies.
Esempi del patrimonio
artistico delle “Terre Sicane”
son le chiese rinascimentali di
Sambuca di Sicilia, il barocco
palazzo Filangeri-Cutò di
Santa Margherita di Belice, a
Menfi il neoclassico palazzo
Ravidà e la moderna Chiesa
Madre, opera di Vittorio
Gregotti, sorta sui ruderi di
quella antica, distrutta dal
terremoto del 1968.
I paesi di Santa Margherita di
Belice e Monteago, distrutti
dal terremoto del 1968, sono
stati ricostruiti ma hanno
perso quasi tutte le
testimonianze architettoniche
del loro passato; nel paese di
Menfi, molto danneggiato
anche se non del tutto
distrutto, la ricostruzione ha
potuto rispettare l'impianto
urbanistico originale.
Ovunque, nelle campagne, tra
i fertili campi, vigne, uliveti
che disegnano un paesaggio
118
sempre diverso nelle forme e
nei colori, stemperati dalla
luminosità solare, intensa
tutto l'anno, si scorgono case
rurali, antiche masserie, bagli,
ville patrizie, a testimoniare
l'antica vocazione agricola dei
luoghi. Lungo la s.p. 44, che
conduce al lago Arancio, in
prossimità del quale, un
tempo non lontanissimo,
erano attivi numerosi mulini,
si passa nella “valle dei
mulini”.
Con il programma LEADER+,
nel 2004, alla strada del vino
“Terre Sicane” si associa il
comune di Contessa
Entellina, arricchendo il
patrimonio di queste terre con
il sito archeologico della
mitica Rocca d'Entella,
scoperto da poco con gli scavi
diretti dall'Università La
Normale di Pisa, e il
complesso di Santa Maria del
Bosco.
scaviarcheologici
119
Roccad'Entella
Entella lamitica
120
121
capitolo6:analisidelcapitaleterritorialedelleTerreSicane
122
stradastataleeprincipalicollegamenti
ContessaEntellina
SambucadiSicilia
SantaMargheritadiBelice
Montevago
Menfi
deviazioneobbligatoriaperviadottodanneggiatosullas.s.115trapani-siracusa
extracciatoferroviaro
stradadicollegamentolocale
Fig6.1
confinieretestradaledelterritoriodelleTerreSicanepalermo
trapani
agrigento/siracusa
sciacca
foce delbelice
selinunte
porto palo
terme acquapia
caltabellotta
6.0Considerazioni generichesulle risorse del territorio
Nelle pagine precedenti
abbiamo sviluppato una
panoramica sulle risorse che
compongono il capitale
territoriale delle Terre Sicane,
cercando di dare un' idea
della morfologia della zona,
delle peculiarità geografiche,
economiche e culturali.
Ora vogliamo fare un
commento alle opportunità
offerte dalle risorse materiali e
immateriali delle Terre Sicane.
La posizione geografica dei
comuni delle Terre Sicane
risulta strategica rispetto alla
rete stradale principale di
questa zona della Sicilia
occidentale: i comuni
circondano un crocevia
fondamentale per chi è diretto
a Trapani, Agrigento, Catania
e soprattutto Palermo: due
arterie fondamentali per il
sistema viario siciliano, la
storica SS 115 e la SV
Sciacca-Palermo, si
intersecano nella zona di
confine tra Menfi, Sambuca e
Santa Margherita.
Oltre alla strategica posizione
rispetto alla rete stradale
regionale, le Terre Sicane, si
trovano nelle immediate
vicinanze di luoghi ad alta
presenza turistica: il sito
archeologico di Selinunte e la
città di Sciacca Terme.
La situazione appena
descritta ci suggerisce di
optare scelte strategiche che
inneschino fenomeni di
123
Fig6.2
flussoturisticolimitrofoalleTerreSicane
ContessaEntellina
SambucadiSicilia
SantaMargheitadiBelice
Montevago
Menfi
SciaccaTerme
complessoSciaccamare
villaggioMakaudahotelMakauda
Selinunte
villaggiohotelParadiseBeach
presenze turistiche nel comune diSciacca e nel comune di Selinunte(compresi i territori di Mazara e Marsala)nell'anno 2004
Sciacca : 430.111 presenze
Selinunte (Mazara e Marsala) : 1.156.022
fonte: Osservatorio Turistico Regionale Sicilia
escursionismo turistico, si
tratta di comunicare al
massimo la presenza di una
organizzata strada del vino e
delle attrattive presenti nel
territorio, immaginiamo turisti
stanzianti nella città di
sciacca, 10 chilometri di
distanza, che a conoscenza
della strada del vino
dedichino una giornata alla
visita della strada del vino o
alla partecipazione di un
evento organizzato in quel
dato periodo.
Le presenze turistiche nella
zona non mancano di certo,
bisogna creare quelle
strutture e quegli strumenti
che fungano da calamita per
chi è di passaggio o chi
pernotta nelle zone limitrofe,
non solo, anche il turismo e
l'escursionismo interregionale
è importante: nel periodo
estivo centinaia di palermitani
si spostano sui litorali di
sciacca e portopalo, per
passare un weekend o una
settimana in una casa
vacanze, questi sono un
target appetibile per la Strada
del Vino, si tratta di una
tipologia di turisti che tende a
ritornare nei posti di loro
gradimento: la Sicilia è un
isola, l'evasione del
finesettimana dei lavoratori
cittadini, per le difficoltà
coniugate alla distanza dal
continente, sfocia in
escursioni all'interno della
124
testo
natura, attività ricreative
mezzi di trasporto
storia e cultura
attività economico-produttive
zona balneare
sci nautico
pista ciclabile
escursioni
area boschiva attrezzata
bosco
stabilimento termale
scavo archeologico
museo
monumento religioso
teatro
rudere medievale-castello
artigianato e manifattura
produzione vinicola
prodotto tipico gastronomico
ristorazione
ricezione alberghiera
Sicilia stessa.
Favorire l'escursionismo,
locale e non, è importante
soprattutto ora che la Strada
del Vino delle Terre Sicane
non è nota al pubblico, le
richieste di pernottamento nel
territorio scarseggiano
appunto per questo motivo, e
sarebbe inutile cercare di
incentivare un turismo di tipo
stanziante adesso:mancano
le strutture necessarie a
sostenere gli sforzi necessari
a promuoverlo.
Visite organizzate, accordi
con gli attori del settore
alberghiero delle zone
limitrofe, escursionismo
locale, comunicazione
territoriale sono strumenti per
rendere visibili le Terre
Sicane, rendere nota la loro
esistenza per interessare in
futuro investitori del mercato
del turismo.
La produzione vitivinicola
Con più di 7200 ettari di vitigni
divisi tra i comuni di Menfi,
Montevago, Sambuca di
Sicilia e Santa Margherita di
Belice ai quali vanno aggiunti
i 1800 ettari del comune di
Contessa Entellina, il
comprensorio della strada del
vino Terre Sicane è tra i più
produttivi della Sicilia,
posizionandosi alle spalle dei
territori di Marsala e si
Alcamo.
Considerando una classifica
di produzione per microzone
le Terre Sicane si posizionano
tra le zone più produttive
anche nel contesto nazionale,
sebbene il vino imbottigliato
commercializzato è ancora il
50% (in media) sul totale
prodotto: persiste ancora un
grande mercato di mosto e di
vino sfuso da taglio o prodotto
per commercializzazioni
esterne alla Sicilia.
6.1La produzione vitivinicola:considerazioni
125
fig 6.3
distribuzione delle risorse in Terre Sicane e nei comuni limitrofi
126
La qualità del vino
confezionato all'interno delle
Terre Sicane è eccellente: nel
territorio ricadono alcune
aziende tra le più rinomate
per l'alta qualità dei loro
prodotti (Planeta e
Donnafugata/Rallo tra tutte).
Nel periodo di rinascita del
mercato del vino nazionale
(dal 1998 il trend positivo
risulta stabile fino adesso)
alcune aziende siciliane
hanno trainato parte del
mercato, tanto da far
nascere, tra i critici del ,
termini come
alla stregua dei
parlando dell'alta gamma di
produzione toscana. Tra le
aziende di altissima gamma
siciliana alcune risiedono
nelle Terre Sicane, come le
più riconosciute
Rallo/Donnafugata, Planeta e
Sottesoli, ma anche aziende
di più recente fondazione che
hanno ottenuto risultati
gusto
Supersicilians,
Supertuscans
positivi e riconoscimenti in
concorsi come l'azienda
Monteolimpo e Baglio
S.Vincenzo (ora Lanzara vini).
Il trend positivo dei vini
siciliani ha fatto nascere vere
e proprie mode per alcuni
prodotti locali aumentando la
domanda sul mercato di vino
di qualità certificato Doc o Igt,
ricordiamo il successo del
Nero d'avola e dell'Inzolia,
dello Chardonnay siciliano ma
anche del merlot e del sirah,
per non parlare dell'aumento
delle richieste delle Doc più
pregiate come il Cerasuolo di
Vittoria. Questa
trasformazione della
domanda ha causato molti
cambiamenti nel contesto
produttivo regionale e delle
Terre Sicane, tre sono stati i
fenomeni principali.
Primo
La richiesta di qualità ha
causato la chiusura di alcune
cantine sociali che
producevano grandi quantità
di vino da taglio. Le aziende
di questo tipo sopravvissute si
fig 6.4
distribuzione delle zone DOC in Sicilia
127
sono dovute adeguare alle
nuove regole di mercato
modificando gli impianti e la
produzione: alla filosofia della
quantità si è sostituita la
ricerca della qualità,
impiegando personale più
specializzato, attivando
strumenti di marketing
sconosciuti, fino a quel
momento, dalle cantine sociali
siciliane.
Senza voler innescare alcuna
polemica, diciamo
semplicemente che chi non è
stato pronto al mutamento
della domanda si era cullato
sugli allori della produzione
massiva di vino e mosto di
bassissima qualità destinato
al taglio di basso costo, alla
distillazione e all'industria
dell'aceto, forte, tra l'altro, di
un sistema di sovvenzioni
pubbliche per il Mezzogiorno
per così dire “tappabuchi”.
Quando le regole sono
cambiate (richiesta di qualità,
fondi pubblici non facilmente
disponibili, incentivi dell'UE
per l'espianto dei vigneti e
vendita dei diritti d'impianto) le
aziende inattive hanno
ceduto, chiudendo o
vendendo a privati.
L'alta domanda di vino
siciliano di qualità e una
produzione di uva da vino
praticamente in esubero
hanno scatenato la nascita di
nuovi e numerosi piccoli
produttori: dal 2001, nella
zona delle Terre Sicane, il
numero delle aziende è
praticamente raddoppiato, pur
restando costante il
quantitativo totale di vino
prodotto nel territorio, questo
significa più etichette e meno
sfuso, più qualità (se non altro
percepita) e più scelta. Inoltre
il fenomeno di moltiplicazione
delle imprese private è stato
favorito dalle politiche
Europee di aiuto allo sviluppo
delle zone rurali come il
programma, già citato in
questo lavoro, Leader.
comuni dittesuperficedichiarata
iscrizioneDOC
iscrizioneIGT
Sambucadi Sicilia
ContessaEntellina
Menfi
Montevago
S. Margheritadi Belice
1135 1625,4375 15,38 1373,9969
460 1741,3214 23,3903 292,3529
1792 3265,3892 125,0695 3034,946
547 822,5252 0,662 712,3436
1160 1729,3667 9,3144 1532,7102
5094,00
TOTALEettari
9184,04 173,82 6946,35
TOTALEaziende
Tabella 6.1produzione certificata DOC e IGT in Terre Sicane(fonte Unità Operativa Regionale)
128
Secondo
La crescente domanda di vino
di qualità siciliano e la
presenza di fondi europei
disponibili per la Sicilia hanno
spinto grandi aziende del
Nord Italia a investire in
Sicilia.
Nelle Terre Sicane fece molta
notizia l'acquisizione, da parte
del consorzio trentino di
Mezzacorona, del feudo
appartenuto ai Salvo situato
nel territorio di Santa
Margherita di Belice; la nuova
proprietà ha inaugurato
appena quattro anni fa un
grande impianto
all'avanguardia caratterizzato
da un bell' edificio che
richiama la tradizione dei
bagli siciliani.
Il confronto con la cultura e la
filosofia produttiva di queste
grandi aziende ha portato un
vento di innovazione tra i
produttori locali: la vicinanza
di questi grandi e innovativi
complessi ha stimolato nei
produttori locali una maggiore
attenzione alla produzione,
dalla coltivazione dei vitigni
alle tecnologie adottate nel
processo di vinificazione.
Terzo
L'aumento della domanda
qualitativa, l'aumento della
quantità di etichette, la
nascita di nuovi e diversificati
attori produttivi hanno causato
la nascita e la trasformazione
dei disciplinari di zonazione.
Col fine di garantire la qualità
col fine di creare maggiore
visibilità , in Sicilia, nascono
numerose nuove DOC; quasi
tutti i disciplinari esistenti
vengono ampliati riguardo le
tipologie di vigneti con i quali
è possibile produrre vini DOC,
per esempio: molte DOC non
includevano il Nero d'Avola e i
vitigni internazionali, ora,
dopo le modifiche, quasi tutte
le DOC possono ricevere la
certificazione su prodotti
derivati dalla vinificazione di
uvaggi autoctoni,
internazionali e blended.
In Terre Sicane sono presenti
quattro disciplinari piuttosto
recenti e caratterizzati da una
ampia gamma di tipologie di
vitigni utilizzabili. (tabella)
Ai fini della Strada del Vino, la
presenza delle DOC, oltre che
un necessario requisito di
legge per il riconoscimento
della strada stessa, è un
fattore positivo. Tra i vantaggi
evidenti, oltre la certificazione
della qualità del prodotto,
quello di rendere visibile il
territorio al consumatore di
vino. Però localmente molti
produttori non certificano garn
parte del vino prodotto, la
causa di ciò è da imputare,
secondo me, ai seguenti
fattori:
- eccessiva burocrazia
necessaria alla certificazione
DOC, burocrazia anche nei
singoli processi con norme da
rispettare e certificati da
esibire, e ciò significa un
aumento dei costi di
produzione.
- molti produttori non sono
129
convinti riguardo all'efficacia
sul mercato rispetto allo
sforzo di produzione, inoltre
viene considerato più
immediato, a livello percettivo
del consumatore, la dicitura di
Indicazione Geografica Tipica
Sicilia (IGT Sicilia) seguita dal
nome del vitigno o del vino.
- la mancanza di un consorzio
di tutela che operi nel campo
della promozione, della
ricerca e della facilitazione
burocratica. Per la strada del
vino Terre Sicane, la
creazione di un consorzio di
tutela dei produttori, potrebbe
essere una corretta scelta
strategica, premettendo
l'aumento della produzione
DOC accompagnata da una
adeguata operazione di
creazione del consenso e
della visibilità.
6.2Lo stato attuale dellaStrada del Vino Terre Sicane
La legge regionale che
disciplina le strade e le rotte
del vino in Sicilia è la n.5 del 2
Agosto 2002 (in allegato), con
questa legge sono state
riconosciute e regolamentate
11 strade del vino regionali.
Le undici strade fanno parte di
un ente di promozione che si
chiama “Strade e rotte del
vinodi Sicilia”, che fa capo all'
Istituto Regionale della Vite e
del Vino, ente che promuove e
tutela la produzione vitivinicola
siciliana con azioni di ricerca,
utilizzo campi sperimentali e
con azioni di promozione
facendosi portavoce della
produzione siciliana alla più
importanti fiere del settore.
La SDV Terre Sicane è stata
riconosciuta dalla legge
n.5/2002 ma in realtà, la SDV,
è stat istituita tempo prima.
Nell'ambito del progetto
europeo per lo sviluppo delle
comunità rurali “LEADER II”,
su iniziativa della società
consortile Terre Sicane
(costituitasi GAL per il
progetto), nascono la strada
del vino Terre Sicane e il patto
fig 6.6
distribuzione delle SDV in Sicilia
130
d'intesa unione dei Comuni
delle Terre Sicane. L'Unione è
formata dai comuni di Menfi,
Montevago, Santa Margherita
di Belice e Sambuca di Sicilia.
La data esatta della
costituzione della SDV è il 28
Febbraio del2001. All'epoca i
comuni facenti parte
dell'operazione erano solo
quatro, gli stessi dell' Unione.
Due anni dopo viene varato il
progetto di sviluppo europeo
LEADE+ 2003; la
partecipazione a questo
progetto, differentemente da
LEADER II, era limitato a 15
GAL per la regione Sicilia. Per
rientrare nel progetto europeo
Terre sicane si unì con una
GAL confinante, Terre del
Sosio, costituendo il patto
territoriale delle Terre del
Gattopardo. Con questa unione
entra a far parte della Strda del
Vino Terre Sicane anche il
comune i Contessa Entellina.
Gli obiettivi e gli scopi prefissati
dalla SDV, indicati anche nello
statuto, vanno
dall'incentivazione dello
sviluppo economico alla
promozione, in senso turistico,
del territorio e della
prooduzione vinicola e agricola.
Altri obiettivi indicati riguardano,
più specificatamente, il genere
di azioni e di attività che
dovrebbe gestire la SDV:
valorizzare le attrattive
naturalistiche, storiche, culturali
e ambientali presenti sul
percorso della strada
garantire agli associati le
informazioni di base sugli
adempimenti prescritti dalle
norme in vigore
(segnaletica, guide, museo
del vino, enoteca regionale)
esercitare un'azione di
controllo sugli standard
minimi di qualità della SDV
e dei soci
pubblicare materiale
promozionale e di sviluppo
fig 6.7Unione dei Comuni delle Terre Sicane
131
atto alla maggiore
conoscenza della Strada
diiffondere l'immagine e la
conoscenza della Strada
attraverso iniziative
promozionali, campagne di
informazione, azioni di
commercializzazione ed
attività di rappresentanza
nell'ambito di manifestazioni
ed iniziative fieristiche.
La Strada del Vino Terre Sicane
è una società consortile dove la
gestione è affidata a 5 organi di
governo:
l'assemblea dei soci
il consiglio di
amministrazione
il presidente e il
vicepresidente
il collegio dei sindaci revisori
l'ufficio di presidenza
oltre agli organi elencati viene
nominato dal Cda un direttore
della SDV e un comitato
tecnico che opera nel controllo
dei requisiti minimi degli
associati (nelle altre SDV è
comunemente chiamato
“comitato di controllo”).
Al momento della fondazione,
alla SDV Terre Sicane, si erano
associati 24 soggetti,
attualmente i soci attivi sono
39, e li elenchiamo di seguito:
Comune di Menfi
Comune di Montevago
Comune di Sambuca di
Sicilia
Comune di Santa
Margherita di Belice
Ente sviluppo agricolo
(ESA)
Banca di credito
cooperativo Sambuca
Parco Letterario Giuseppe
Tommasi Di Lampedusa
Azienda agricola Agareno
Pasticceria Amodei
agriturismo Casa
Montalbano
Casa Vinicola Lanzara
(agriturismo Baglio San
Vincemzo)
Cantina Cellaro
Cantina Corbera
soci fondatori
Azienda agricola Di Prima
Azienda vinicola Feudo
Arancio
Azienda vinicola Gurra
Sovrana
ristorante La Panoramica
Oleificio La Rocca
azienda vinicola Monte
Olimpo
azienda Mangiaracina
Melchiorre
Cantine Planeta
azienda vinicola Ravidà
Cantine Settesoli
Terme Acqua Pia
Comune di Contessa
Entellina
cantina Donna Fugata
agriturismo Abruzzo
azienda vinicola Barbera
azienda vinicola Colli del
Gattopardo
Pasticceria Caruso
azienda vinicola DI
Giovanna
azienda vinicola Giambalvo
ristorante Da Vittorio
soci entrati dopo la
fondazione della SDV
132
ristorante il Vigneto
casa vinicola Mirabile
casa vinicola Tenimenti del
Senore
agriturismo Tenuta
Stoccatello
Terra Nostra servizi
Enoteca Torchio
La situazione attuale della SDV
Terre Sicane non presenta, ed
è da considerarsi un giudizio
personale basato
sull'osservazione dello stato
dell'arte, un notevole livello di
efficacia e di efficienza. Da
2001 ad oggi non sono
mancate le operazioni degne di
nota e non mancano piani per
futuri sviluppi (come la
realizzazione dell'enoteca
regionale e del museo del vino)
però non si può equiparare
questa SDV a realtà efficienti
come le Terre del Franciacorta,
per fare un esempio.
Le azioni che possiamo
enumerare tra le positive sono
state:
- la redazione di una guida
multi lingua con cd rom
- la realizzazione di un DVD
promozionale
- la presenza al Bit di Milano
- la pubblicazione on line del
sito web
- la progettazione del sistema di
segnaletica
- una efficiente campagna
stampa: la SDV è citata da tutte
le guide di enoturismo, la SDV -
è riportata all'interno dei siti
web che parlano di enoturismo
www.stradadelvinoterresicane.it
ed enologia
- la SDV Terre Sicane è riuscita
ad ottenere l'autorizzazione
dalla Regione per la creazione
dell'Enoteca Regionale della
Sicilia Occidentale
Purtroppo per quasi ogni
azione positiva esiste una
componente negativa:
la guida e il cd rom, dal
gradevole aspetto, non si sa in
quale maniera siano stati
distribuiti, mi informano che si
trovi presso le Apt e le Proloco
fig 6.8mappa della Strada del vino Terre Sicane
133
locali, ma la copia in mio
possesso mi è stata fornita
direttamente dagli ufiici della
SDV. comunque è stata una
tiratura limitata. Per quanto
riguarda il sito web c'è molto da
ridire a cominciare dall'aspetto
grafico. L'immagine è
confusionaria, a tratti barocca,
e il risultato finale non è
gradevole, a mio personale
giudizio. I contenuti del sito
sono piuttosto superficiali: la
proposta di viaggio è
inconsistente e manca di utili
informazioni per i turisti, le
informazioni sul vino sono
ridotte a una pagina che,
praticamente, è un elenco delle
DOC prodotte come del resto le
pagine che parlano dei soci, dei
prodotti tipici e della
enogastronomia locale. Il sito
non è mai aggiornato, dal 2006
a oggi è rimasto invariato, non
ci sono informazioni sugli
eventi, news sui programmi
territoriali o sulle iniziative
private dei soci.
Fondamentalmente il sito web
rispecchia un po' quello che c'è
nella realtà: la SDV forma una
rete di attori, ma manca una
strategia di fruizione turistica e
un'offerta commerciale degna
di tale nome, anche l'
applicazione della segnaletica
stradale è rimasta in bilico tra
progetto e realizzazione.
Purtroppo, come in altre SDV
italiane, la presenza di un
sistema integrato non viene
fig 6.9Sito web della Strada del Vino Terre Sicane
134
avvertita ne dai viaggiatori ne
dagli stakeholders del territorio
e la presenza dei pochi
enoturista è data dalle iniziative
di singole aziende e da eventi
che ricevono maggiore
visibilità.
I problemi di questa SDV sono
la mancanza di decisioni
collettive supportate da una
efficiente organizzazione e il
superamento degli
individualismi che rovinano la
concertazione del sistema. La
rete, i progetti e la voglia di fare
sono presenti e dimostrati dalle
tante iniziative di sviluppo
ufficiali intraprese, ma i
risultati vengono “annacquati”
per causa dei problemi
appena citati.
Ma non è tutto nero in Terre
Sicane, e la possibilità di
riscatto ci sono. A differenza
di altre realtà regionali,
completamente “virtuali” e
immobili, in questo territorio i
fondi di provenienza statale
ed europea, giunti grazie alle
intese e le alleanze locali,
hanno dato qualche frutto:
alcune aziende sono riuscite
ad attrezzarsi per ospitare
visite e degustazioni, ogni
anno si fa la manifestazione
Calici di Stelle promossa dal
Movimento per il turismo del
vino, nel comune di Santa
Margherita di Belice è stato
realizzato il Museo della
Memoria del terremoto del
1968, il comune di Menfi ha
realizzato una pista ciclabile
che collega il paese con il
mare di Portopalo dove verrà
realizzato un porto turistico,
l'Unione dei Comuni porta
avanti gli obiettivi presfissati,
fig 6.10logo e segnaletica della Strada del Vino Terre Sicane
135
la festa di Inycon ogni anno
diventa sempre più importante,
la fondazione Inycon ha istituito
un master universitario in
Management del Vino.
Probabilmente è solo una
questione di tempo e questo
territorio riuscirà a trovare la
sua dimensione strategica. Il
progetto che verrà esposto nei
capitoli che verranno vuole
indicare una possibile via per lo
sviluppo di questo territorio.
6.3Forza, debolezze, opportunità,minacce
A cominciare dalla posizione
geografica del territorio della
strada del vino Terre Sicane
sono molti i punti di forza che
può vantare questa zona della
Sicilia. Abbiamo già detto che
si trova a cavallo di zone ad
alta incidenza turistica, infatti è
a solo 20 minuti da Sciacca e
a un quarto d'ora da Selinunte,
inoltre in meno di un'ora si può
essere a Palermo o ad
Agrigento dove si trova la
rinomata Valle dei Templi.
La conformazione del territorio
è un altro grande punto a
vantaggio della SDV, è
presente ogni sorta di
paesaggio: il mare, le colline, il
bosco, il lago e, più
internamente, la montagna. La
r1icchezza della natura non è
solo nella differenza notevole di
paesaggi a disposizione ma
anche la qualità delle risorse è
notevole: il mare è insignito
della bandiera blu che ne
certifica la mancanza di
inquinamento e la qualità
ambientale, i boschi sono
riserve protette, e il paesaggio
agricolo attorno ai comuni
possiede un fascino
impagabile.
All'interno di questa ricchezza
sono incastonate le risorse
artistiche: il borgo arabo di
Sambuca di Sicilia, i palazzi di
Menfi, il Parco Letterario del
gattopardo a Santa Margherita
di Belice sono solo alcune tra le
bellezze artistiche che dispone
Terre Sicane.
Sono presenti anche importanti
siti archeologici; di fama
internazionale quello di Rocca
d'Entella.
La quantità di risorse date dal
patrimonio naturale, artistico e
culturale è notevole e la qualità
in termini strategici anche, però
lo stato in cui versano o la
maniera nella quale sono
sfruttate queste risorse è una
delle maggiori debolezze delle
Terre Sicane. Infatti alcune di
queste sono lasciate a se
stesse e al degrado,
andrebbero ristrutturate e
equipaggiate per affrontare un
flusso turistico. Non è solo
questo il problema: manca una
integrazione del patrimonio
all'interno di un percorso
turistico organizzato, anzi,
mancano proprio gli strumenti
che dovrebbero rendere visibili
queste risorse, anche la
semplice segnaletica stradale è
praticamente inesistente. La
stessa strada del vino non è
ancora riuscita nella
valorizzazione e nella
136
promozione del patrimonio
delle Terre Sicane.
Altre opportunità e vantaggi
del territorio sono dati dalla
elevata qualità della
produzione vinicola e dalla
iniziative lodevoli da parte di
qualche produttore, come ad
esempio l a vendemmia
notturna di Donna Fugata che
attrae molti enoturista o
l'esperienza “Viaggio in Sicilia”
di Planeta, un' esperienza che
vede protagonista l'arte e il
territorio:alcuni artisti vengono
invitati a intraprendere un
percorso attraverso la Sicilia
passando per le zone di
produzione Planeta, cercando
spunti e suggestioni per la
creazione di nuove opere
d'arte. Le opere compiute dagli
artisti invitati verranno, poi,
esposte nel nascente museo di
Palazzo Planeta a Menfi
(anche futura sede dell'Enoteca
Regionale della Sicilia
Occidentale).
Altra eccellenza del territorio
delle Terre Sicane è la
fondazione Inycon e la
manifestazione “Inycon Menfi e
il suo vino”.
La fondazione Inycon si occupa
di alta formazione post
universitaria e specialistica nel
settore vitivinicolo, presso la
sede della fondazione è già
arrivato alla quarta edizione il
Master di primo livello per la
formazione di Manager del
vino, il corso è gestito dalla
Facoltà di Economia di Palermo
e sponsorizzato dalle maggiori
aziende vinicole della Sicilia.
Inycon si occupa anche
dell'organizzazione della
manifestazione omonima, è un
evento estivo della durata 5
giorni, all'interno della
manifestazione si susseguono
eventi che vanno dallo
spettacolo d'intrattenimento ai
convegni sull'enologia, ma
anche corsi di degustazione e
una fiera della filiera vitivinicola.
E' un evento che anno dopo
anno diventa sempre più
importante e che riscuote un
fig 6.11la Fondazione INYCON e il master in Management della filiera vinicola
137
forza debolezza opprtunità minacce
Posizione geografica strategica:
Beni naturali ricadenti in zona
Ricchezza archeologica
Presenza del mare
Riconoscimento Bandiera Blu
Centro Termale “Acqua Pia”
Andamento territorialediversificato
Fondazione INYCON
Presenza nel territorio di un parcoletterario (Giuseppe Tommaso diLampedusa),
Identità artistica di ampio rilievo:
Alta formazione nel settorevitivinicolo
presenza di imprese eccellentidel settore vitivinicolo
ilterritorio è situato nella parte sud-occidentale dell'isola e ricade nelleProvince di Agrigento e Palermo
Santa Maria del Bosco, MonteGenuardo, Rocche di Entella, MonteTriona,Monte Colomba, Bosco diFicuzza, Rocca Busambra e Rocchedi Rao, Monte Rose e MontePernice, Monte Carcaci, PizzoColobria e Ambienti Umidi, MonteBarracù, Cardelia, Pizzo Cangiatosie gole del T. Corleone;
, attestatadall'identificazione di numerosi siti,da scenografie architettoniche ecapolavori artistici degni di rilievo:Adranone, Entella, Maranfusa,Monte Triona.
e del Porto diPorto Palo
daparte della FEEE a testimonianzadella qualità ambientale del mare edell'attenzione rivolta all'integritàdella zona costiera
, perlo svago, la salute ed il benessere
attesta i segni tangibili lasciati dalladominazione araba e dallacolonizzazione feudale nelletestimonianze urbanistiche emonumentali.
con l'istituzione delMaster, presso la FondazioneInycon, per conseguire laspecializzazione in “Managementdella filiera vitivinicola”
Le risorse ambientali
Le singole valenze
Mancano percorsi
Gli orari di fruizione deimusei
Mancanza di uncollegamento in rete dellestrutture esistenti
Mancanza di percorsitematici integrati con lerisorse del territorio
Alto tasso didisoccupazione
l'identità dei luoghi non èpercepibile come immaginecomplessiva del territorio.
Scarsa propensioneall'integrazione orizzontale
Poca consapevolezza dellepotenzialità del territorio
mancanza di un consorziodi tutela dei vini DOC
poca visibilità dei prodottiDOC
nonsono mai state oggetto di unvero e proprio piano strategicodi valorizzazione.
naturalistiche non sonocollegate con itinerari epercorsi attrezzati, ma lasciatialla personale scoperta efruizione da parte delvisitatore.
ed itinerariguidati per la visita delleeccellenzearchitettoniche ed artistiche
sono legati all'esigenzadi coordinare il personaledisponibile.
Tendenza al particolarismo edall'individualismo dei varigruppi ed attori culturali;
Livello di competenza delleclassi dirigenziali inadeguato
e verticale del sistemaproduttivo
Collocazione tra aree dirilievo
Aumento della domanda diturismo rurale
Possibilità di realizzarepercorsi cicloturistici
Incrementodell'investimento privato inattività culturali di qualità
Opportunità di utilizzarefinanziamenti pubblici
: quella termale diSciacca, quella archeologicadi Selinunte
e di localitàturistiche minori.
L'inserimento delle risorseartistiche ed architettoniche inuna serie di percorsi turisticiconsente di progettare erealizzare una nuova offertaturistica del territorio.
Rischi di impatti ambientali
Degrado del paesaggio
Degrado
Prevalere delle logiche digestione campanilistiche
Peggioramento della qualitàdei servizi
Peggioramento della qualitàdella vita
Scelte individualistiche
Influenza eccessiva di gruppidi potere sia legali che illegali
dovuti alla realizzazione diinfrastrutture
acausa del disordine edilizio
, a causa di una totaleinutilizzazione, di moltestrutture rurali
con ulteriore perditadella popolazione
e conseguente crisidei valori di identificazione e dicoesione culturale e sociale
cheaumentano i costi gestionali edi rischi degli eventi culturali
tabella 6.2
analisi swot delle Terre Sicane, mutuata da "analisi Swot delle Terre Sicane. Descrizionedell'area di intervento per LEADER 2003"
138
successo sempre crescente.
Inycon, il parco letterario del
Gattopardo, la migliore
produzione di vini in Sicilia, il
mare di Portopalo, il Museo
della Memoria, sono tutte punte
di eccellenza di questo
territorio, ma ciò che vediamo
sono luci e ombre a macchia di
Leopardo, la debolezza più
grande di queste terre è forse
la mancanza di
un'organizzazione integrata di
tutte le capacità locali e la
fig 6.12 Museo della Memoria del terremoto del Belice - Santa Margherita di Belice
Webgrafia
http://www.vinisicilia.ithttp://www.cittadelvino.ithttp://www.vitevino.ithttp://www.regione.sicilia.it/http://www.comune.contessaentellina.pa.it/http://www.comune.santamargheritadibelice.ag.it/http://www.comune.sambucadisicilia.ag.it/http://www.comune.montevago.ag.it/http://www.terresicane.it/http://www.parcotomasi.it/http://www.inea.it/reteleader/indlink.htmhttp://www.gattopardobelice.ithttp://www.unionecomuniterresicane.ithttp://www.parcoculturaleterresicane.it
http://www.gianbecchina.ithttp://www.parcotomasi.ithttp://www.regione.sicilia.it/
139
140
terre a' porter
141
capitolo7:StradadelVinoTerreSicane, territoriosensoriale, territorioemozionale
142
7.0Introduzione al progetto
Dopo aver “volato” sul territorio
delle Terre Sicane per
presentare e capire le sue
caratteristiche genetiche e le
risorse intrinseche, ci
addentreremo nella fase
progettuale del presente lavoro
di tesi: la modifica della strada
del vino delle Terre Sicane di
recente fondazione.
Dai principi ispiratori
all'immagine coordinata
cercherò di cambiare la
prospettiva nel concepire la
SDV, cercherò di trovare le
soluzioni che rendano efficace
la scelta del territorio di
diventare un sistema
organizzato all'insegna della
produzione vinicola
convocazione turistica,
cercherò di indicare gli
strumenti adatti nel gestire la
complessità di questa scelta.
La nuova strada del vino delle
Terre Sicane, presentata in
questo progetto, è
concettualmente concepita
seguendo la filosofia del
concept/brief esposto
precedenemente. Abbandona
la natura di semplice e
inconsistente, per come è stato
realizzato attualmente,
percorso/elenco di comuni,
aziende e sagre per diventare
(almeno nelle visioni di questo
progetto) un sistema territoriale
dedito alla valorizzazione della
produzione vitivinicola e del
territorio. Un sistema coerente,
progettato a partire dalla
integrazione tra gli attori fino al
paesaggio che diventa, nello
stesso momento, fotografia e
comunicazione dell'identità
territoriale. Un sistema che
trasforma la visita della strada
del vino in un susseguirsi di
attività e di esperienze legate
alla scoperta della produzione
vitivinicola e alla scoperta del
territorio. La strada del vino
terre sicane diventa il territorio
stesso, emozionale per le
esperienze che offre, sensoriale
per come comunica la sua
identità attraverso il paesaggio
governato da interventi che non
violentano la bellezza della
natura, bensì trasformano in
il contesto delle
Terre Sicane.
La strategia di base si basa
sulla progettazione di
esperienze basate su tre
concetti fondamentali:
pensiamo per un momento a
quanto detto nel brief riguardo
l'economia delle esperienze
(Pine e Gilmore): considerando
la Strada del vino come un
contenitore di esperienze,
questa ha bisogno di un tema
catalizzatore che ne caratterizzi
l'offerta, e questo tema è la
scoperta della produzione
vitivinicola e del territorio.
Abbiamo, però, sollevato il
problema della differenziazione
tra SDV, quindi ho introdotto il
concetto del tema
“differenziante”.
stage teatrale
vino arte territorio
7.2Vino, l'arte e il territorio
7.1La nuova Strada del VinoTerre Sicane
143
Nella SDV delle Terre Sicane
questo tema è l'arte, più
specificatamente, la Land Art.
più avanti approfondirò il
perché di questa scelta, ma ora
serve conoscere, in linea
generale, l'idea strategica del
progetto.
Un sistema di percorsi,
massicciamente comunicati,
orienterà il visitatore alla
scoperta e alla conoscenza
della produzione vitivinicola,
delle aziende locali e delle
risorse naturali e culturali del
territorio. L'apprendimento del
mondo produttivo e del suo
contesto è alla base della
fruizione turistica della strada
del vino, inoltre, le Terre Sicane
ospiteranno periodicamente
land artists, offrendo loro luoghi
dove agire o posare le
installazioni. Ai visitatori sarà
data la possibilità di visitare non
solo le opere finite, ma anche la
possibilità di visitare il cantiere
e di interloquire con gli artisti in
incontri/seminari combinati con
degustazioni di vino.
Il trait d'union tra la strada del
vino e la land art è il paesaggio
delle Terre Sicane: con
interventi di comunicazione
visiva e una grande
installazione che coinvolge le
aziende e i campi coltivati a
vitigno, il territorio diventa una
immensa opera di land art e di
comunicazione visiva, anzi,
diventa una immensa opera
tangibile di LAND IDENTITY e
di LAND DESIGN.
L'obiettivo è quello di fornire un
emozione sensoriale unica ai
visitatori delle Terre Sicane:
l'esperienza di sentirsi
all'interno di un sistema
coerente, che comunica e offre
la sua identità più vera con la
della sua
risorsa più importante: il
territorio e la produzione
vitivinicola.
Prima di iniziare il viaggio
all'interno del progetto per le
Terre Sicane introduciamo quali
sono gli obiettivi dell'intervento
e i valori che caratterizzano la
spettacolarizzazione
nuova Strada del Vino Terre
Sicane.
L'obiettivo fondamentale di ogni
strada del vino è il
perseguimento dello sviluppo
locale, economico, culturale e
sociale. Questo grande
traguardo è possibile
soddisfacendo tutte le
condizioni che si pongono
all'inizio del processo di
progettazione dell'intervento.
Possiamo considerarle come
piccoli e grandi obiettivi
intermedi che servono al
grande scopo.
Il processo creativo che
scaturisce da questo
meccanismo di domande
specifiche porta alla corretta
progettazione degli strumenti
strategici e del sistema della
strada del vino. Delineare i
valori fondamentali della strada
del vino, quindi del sistema
territoriale e del sistema
dell'offerta turistica, è un
processo che indirizza verso la
caratterizzazione dell'
intervento, è un processo che
porta alla risposta delle
domande: come è questa
7.3Obiettivi e valori del progetto
144
strada del vino? Quali sono gli
elementi differenzianti? Quale è
la caratteristica dell'offerta?
Per raggiungere il grande
traguardo dello sviluppo
territoriale attraverso una
strada del vino, bisogna aver
chiari degli obiettivi specifici per
progettare al meglio gli
strumenti necessari alla riuscita
dell'intervento, per stilare le
strategie che portano appunto
allo sviluppo. Alcuni aspetti
della strada del vino Terre
sicane li abbiamo già anticipati,
li ripeteremo per avere un
quadro migliore di tutto
l'intervento e in seguito, nelle
parti del presente lavoro che
scenderanno nei particolari,
verranno ricordati ogni volta
che introdurremo un' istanza di
progetto.
Tra gli obiettivi principali che mi
sono posto, per rispondere
all'esigenza di aumentare il
flusso turistico nelle Terre
Sicane, c'erano la risoluzione al
problema della visibilità e della
differenziazione, infatti nelle
evidenze progettate troveremo
molta attenzione a queste
problematiche: il progetto di
identità territoriale, il progetto
degli elementi di paesaggio che
caratterizzano il territorio, il
progetto del coinvolgimento
della Land art e le esperienze
collegate a questa.
Riflettendo sulla situazione
attuale delle strade del vino,
saltava agli occhi che non
esisteva una vera e propria
differenziazione tra i progetti,
trovare un'attrazione specifica
da aggiungere a ciò che offre
attualmente il territorio mi è
sembrata la via corretta. Ma
nella stessa riflessione notavo
che non era solo questo che
doveva essere risolto: nelle
realizzazioni da me analizzate
mi accorgevo che tutte
mancavano di programmi e di
attività che convogliassero il
viaggiatore attivamente alla
scoperta della produzione
vitivinicola e della cultura
enologica. Da qui il pensiero
che bisognava porsi come
obiettivo appunto l'orientamento
alla conoscenza e
all'apprendimento coinvolgente.
Le risposte a ciò, nel progetto,
saranno: un'attenzione
sviluppo territoriale economico/sociale
incremento mercatodel prodotto tipico
incrementoflusso turistico
incrementoposti di lavoro
aumentare la produzionedi vini certificati DOC
promuovere il vinocon il marchiodella Strada del Vinoe con eventi in loco
promuovere la culturavitivinicola/enologicasul territorio
creare visibilità
differenziare l'offerta
destagionalizzarel'offerta
rendere evidentile risorse
tematizzare ed"esperienziare" laStrada del Vino
servizi turistici
servizi ai socidella Strada del Vino
cooperative perla gestionedelle risorse naturalie culturali
favorire il commercioe nuove impreseper il settore turistico
creare servizidi accesso al territorio
favorire l'escursionismo
scopo ultimo della valorizzazione
macro obiettivi
obiettivi specifici relativialla riprogettazionedella strada del vinoTerre Sicane
tabella 7.1 : scopi e obiettivi del progetto
145
maggiore all'apertura al
pubblico delle cantine, la
progettazione di un innovativo
museo della vite e del vino, la
creazione di pacchetti di
viaggio orientati
all'apprendimento,
l'organizzazione di attività ed
eventi che coinvolgono
continuamente la produzione
vitivinicola.
L'organizzazione del sistema è
un'altra problematica principale:
per il funzionamento della
strada del vino bisogna creare
una rete di rapporti adatta alla
cultura del territorio, bisogna
rendere visibili i vantaggi per i
soci attori per mantenerli e per
attrarne di nuovi, bisogna
trovare gli strumenti per
governare la fruizione turistica
del territorio. Nella creazione
dei servizi turistici e al
viaggiatore troviamo la risposta
a un altro problema: la
creazione di nuovo lavoro. I
centri di prenotazione, le
cooperative di servizi e
gestione delle attività territoriali
(parchi, musei, informazione)
come forza lavoro possono
sfruttare i giovani disoccupati
con lo strumento del
volontariato sociale retribuito e
con il sistema delle cooperative
sociali di lavoratori.
Dati gli obiettivi di progetto, le
risposte alle problematiche
devono caratterizzarsi: la
strada del vino e le sue
componenti seguono un
disegno che poggia su una
serie di valori che dovranno
emergere nelle realizzazioni.
Terre sicane è il luogo della
scoperta, del vino, dell'arte,
dell'integrazione sistemica.
Terre sicane è diversa, sfugge
al “tipico da cartolina” e
contrappone la tradizione a
linguaggi visivi contemporanei.
Terre Sicane è simbolo ,
linguaggio e paesaggio; Terre
Sicane è cultura del vino, è
esperienza di apprendimento
ma anche estetica. Terre
Sicane è una strada del vino
unica, è un territorio che si
specchia in esso e che
abbraccia il viaggiatore con
ogni sua essenza.
Le strategie dell' offerta della
strada del vino si basa su un
sistema di esperienze
(dall'apprendimento,
all'intrattenimento,
dall'esperienza estetica alle
attività di evasione) fondate su
tre elementi: la conoscenza
della cultura enologica e del
mondo della produzione
vitivinicola, la scoperta delle
risorse naturali e culturali del
territorio, il coinvolgimento del
movimento della Land Art che
contaminerà il paesaggio delle
Terre Sicane costruendo, così,
una nuova attrattiva per i
viaggiatori.
Volendo schematizzare il
progetto di Terre Sicane
possiamo dividere in due
categorie le risultanze del
processo creativo: categoria
territorio sensoriale, categoria
territorio emozionale.
Nella categoria “sensoriale”
includiamo tutti gli elementi che
tematizzano l'offerta: il tema
7.4Il progetto in breve
146
catalizzatore (la scoperta della
produzione e del territorio), il
tema differenziante (Land Art),
la progettazione dell'identità
territoriale attraverso la
dotazione di senso al
paesaggio, il visual design, la
progettazione di strutture di
supporto. Nella categoria
“emozionale” includiamo tutti gli
elementi che esperienzano la
Strada del Vino: l'offerta
turistica, i percorsi, visite
didattiche, i musei, le attività
connesse al territorio e
all'offerta, gli eventi.
Poi ci sono i progetti di
“backoffice”, intendo tutto ciò
che riguarda l'organizzazione
societaria, la struttura del
sistema dei rapporti, la mappa
delle competenze, le tipologie
di fruizione turistica progettate
e trasformate in veri e propri
pacchetti di viaggio.
Terre Sicane si esplicita e si
esplora attraverso un sistema
di percorsi reali,
massicciamente comunicati e
tematizzati che si diramano da
una grande arteria come una
ragnatela, la conformazione
stessa del territorio ha
permesso questo: i cinque
comuni delle Terre Sicane
gravitano intorno a un tratto
della S.V. 186 Sciacca
Palermo che diventa il ramo
principale della strada del vino
in senso stretto.
I cinque percorsi relativi ai
cinque comuni vengono
tematizzati basandosi sulla
risorsa predominante nel
comune considerato:
per la
presenza del maggiore
produzione vitivinicola e della
fondazione INYCON, questa
organizza l'evento annuale
della festa del vino e si occupa
della formazione con
l'istituzione di master presso
“l'università del vino di Menfi”.
per la presenza
dello stabilimento di piscine
termali “ACQUA PIA” e del
grande bosco del Magaggiaro.
per la presenza
- Menfi, città del vino
- Montevago, città del
benessere
- S. Margherita di Belice, città
del gattopardo
del palazzo Filangeri di Cutò ,
restaurato dopo la distruzione
del terremoto del 1968. Il
palazzo ospita una parte del
parco letterario Tomasi di
Lampedusa, il quale si ispirò a
questo palazzo, che lo ospitò,
per le ambientazioni del
romanzo Il Gattopardo.
per la sua antichissima
storia e la grande presenza di
testimonianze architettoniche di
rilevante importanza, come uno
dei pochi quartieri arabi siciliani
che è rimasto immutato nei
secoli, come la chiesa madre.
Inoltre hanno sede in Sambuca
di Sicilia: la fondazione
Giambecchina, che si occupa di
preservare le opere del pittore
di origine Sambucese e di
organizzare eventi culturali
legati all'arte; l'antico palazzo
Pignatelli che ospiterà presto
un museo del territorio. Anche
gli importanti scavi archeologici,
le tombe sicane, il lago Arancio
e l'antico bosco della Ficuzza
arricchiscono il capitale di
risorse presente in Sambuca di
- Sambuca di Sicilia, città di
cultura
147
Sicilia.
sulla imponente e
suggestiva rocca d'entella sono
stati fatti importanti ritrovamenti
che testimoniano l'esistenza
della mitica città di entella, che
testimonierebbe l'esistenza di
un antico popolo scomparso: gli
elimi.
La grande quantità di reperti
sono nel grande museo
archeologico e gli scavi
proseguono gestiti
dall'università Normale di Pisa.
I cinque percorsi sono
caratterizzati da cinque relativi
colori che, attraverso gli
elementi di comunicazione
visiva, indicano gli itinerari, le
risorse e i comuni sulla strada
del vino.
I percorsi partono dall'arteria
principale che sarà
caratterizzata dal colore
istituzionale della Strada del
Vino Terre Sicane: i principali
bivi, bivio Misilbesi e della
Stazione di Santa Margherita di
Belice, sono attrezzati per
comunicare l'esistenza dei
- Contessa Entellina, città del
mito:
percorsi e, grazie alla presenza
di check point, sarà possibile ai
viaggiatori usufruire di
informazioni e altri servizi.
Nella parte relativa alla
comunicazione visiva e ai
percorsi vedremo tutti i
particolari dell'intervento.
L'identità territoriale legata alla
produzione del vino e alla
presenza della contaminazione
artistica, viene comunicata
agendo sul paesaggio rurale
con una estesa installazione
che coinvolge le aziende e i
relativi vigneti. Le vigne sono
coltivate in filari sui quali si
arrampicano grazie alla stesura
di cavi in acciaio rivestiti,
l'installazione riguarda proprio i
filari: nei vigneti, ai filari di
vitigno, viene aggiunto, in alto,
come ultimo partendo dal più
basso, un cavo di acciaio
rivestito in PVC (come quelli già
in uso) colorato. Il porpora
(della stessa tonalità del colore
istituzionale) sui filari di uva
rossa, il verde uva sui filari di
uva bianca. La vastità
dell'intervento dona un impatto
visivo imponente, la
comunicazione è immediata, il
territorio acquista una visibilità
e una caratterizzazione unica.
L'intervento sui filari non è
l'unico che coinvolge i vigneti:
uno dei valori che
caratterizzano questa strada
del vino è l'orientamento alla
conoscenza del mondo
vitivinicolo, per rafforzare
questo valore i vigneti che
costeggiano le strade principali
delle Terre Sicane vengono
segnalati con dei paletti con
cartelli sui quali viene indicata
la tipologia del vigneto e
l'azienda di appartenenza. Altri
elementi di comunicazione
hanno a che fare con la
conoscenza della produzione
vitivinicola, li vedremo nella
sezione di progetto relativa alla
comunicazione e ai percorsi.
L'operazione di comunicazione
non si ferma al territorio, per
creare contatto, valorizzare il
prodotto vino al di fuori delle
Terre Sicane, creare visibilità
per la Strada del Vino sono
necessarie alcune azioni:
apporre il marchio delle Strada
del Vino sui prodotti in vendita
148
in Italia e all'estero,
accompagnare il prodotto
periodicamente da piccole
brochure che illustrano la
Strada del Vino Terre Sicane,
comunicare l'esistenza della
Strada del Vino a chi redige
guide per l'enoturismo,
incrementare le produzioni
marchiate DOC che rendono
visibilità al territorio, realizzare
guide cartacee da distribuire ai
tour operator e alle agenzie di
viaggi, redigere materiale
cartaceo da mandare come
inserti di comunicazione per i
rotocalchi, comunicare la
presenza degli artisti che
operano sul territorio ai mass
media.
Le strategie e le esperienze
legate alla produzione del vino,
iniziano con la disponibilità di
degustare e acquistare i
prodotti già nei check point ai
bivi principali dell'arteria della
strada del vino e continuano
con le visite alle aziende; sulle
cantine aperte al pubblico,
elemento fondamentale per
ogni strada del vino, è stata
fatta una riflessione: le aziende
dovrebbero essere sempre
aperte e disponibili alle visite
piuttosto che invitare i visitatori
a telefonare per prenotare
oppure a visitare i siti internet
per conoscere gli orari e i giorni
di apertura al pubblico. Quindi
in Terre Sicane verrà sempre
garantita una rosa di aziende
aperte al pubblico, e comunque
tutte saranno attrezzate per
ricevere gli escursionisti e i
viaggiatori almeno in un luogo
attrezzato alla vendita e alla
degustazione. Inoltre vedremo
che: sarà possibile degustare i
prodotti nei luoghi dell'arte,
frequentare seminari e corsi da
sommelier presso la fondazione
INYCON, visitare l'innovativo
museo della vite e del vino (del
quale non voglio anticipare
nulla), ripetere tutti i sabati della
stagione estiva l'evento Calici di
Vino istituito dal “Movimento
per il turismo del vino”.
Vedremo nei particolari di
progetto le soluzioni relative
alla strutturazione del sistema
dei rapporti, alle strategie di
fruizione turistica e dell'offerta
vera e proprio del viaggio,
vedremo, inoltre, le soluzioni
legate alla problematica della
visibilità degli attori soci della
Strada del Vino e ai vantaggi
che ricevono nell'associarsi a
Terre Sicane.valori Terre Sicane
sensorialitàem
ozione
contemporaneità del linguaggiovisivo
spettacolarizzazione territoriale
coerenza d'immagine
cultura del vino e del territoriointegrazione
cooperazione e sistematicità
fig 7.1 il sistema dei valori del progetto
149
land id
informazionevigneti
land designland art
land image
land com
immaginecoordinata
elementi diriconoscimento
check points
installazionivigneti
illuminazionenotturna
totem
cartellonistica
fiere
landexp
orientamento al prodotto(wine oriented experiences)
woe
cantine aperte
degustazioni
convegniseminari
percorsia tema fieremuseo
linearedel vino
territorio sensorialeterritorio emozionale
check points
colorimateriali
partecipazioneattiva
parrtecipazionepassiva
assorbimento
educazioneintrattenimento
esperienza estetica evasione
installazioniterritoriali
risorsenaturali e culturali
soggiorni tematiciconvegni
parco letterariodel Gattopardo
land
art
MUseoLIneare del VIno
deg
usta
zio
nivis
itealle
can
tine
fig7.3iquattroambitidell'esperienzaTERRESICANEperelementierisorsediprogetto
immersione
partecipazioneattiva
parrtecipazionepassiva
assorbimento
immersione
educazioneintrattenimento
esperienza estetica evasione
iquattroambitidell'esperienza
da"l'economiadelle esperienze"(PineeGilmore2000)
fig7.2elementidelprogettodellastradadelvinoTerreSicaneinrapportoalconceptetraloro
150
istanze di progetto
coinvolgimento Land Artdivulgazione della cultura enologicaspettacolarizzazione del paesaggio territoriale
installazione vignetidefinizione dei materiali e dei colori istituzionalicolorazione dei muretti di contenimento stradaletexture Terre SicaneCheck point bivio Misilbesi e ex stazione Santa Margheritatotem informativiMuseo Lineare del Vino MULIVItensostrutture siti land artscenario notturno/illuminazione
colori e materialilogoiconesegnaletica stradale a norma di codicesegnaletica stradale pubblicitariaguide turistichetotem informativimagazine di informazione territoriale ZONATIPICAelementi di riconoscimento dei socimerchandising
segnaletica stradalemagazine di informazione territoriale ZONATIPICATSR TERRE SICANE RADIOsito web internetCheck pointnumeri verdi
percorsi segnalativisite guidateseminari artisticidegustazionieventipacchetti soggiornoseminari di degustazione
Check pointMusei Lineare del Vino MULIVIZONATIPICA@mulivi
info Check pointprolococonvenzioni commercialinumeri verdiprenotazioni on line e telefonichetrasporto locale
segnaletica stradaleelementi di riconoscimentoformazioneconsulenzaarticoli su ZONATIPICA magazinevendita prodotti ai Check point
pacchetti di soggiornoturismo didatticoconvegni e congressi
voci di progetto
strategia di base
design territoriale
immagine coordinata
comunicazione territoriale
fruizione turistica
strutture specifiche
servizi turistici
servizi alle aziende
offerte commerciali
tabella 7.2 abaco di sintesi delle istanze di progetto
7.5La struttura di base del sistema,gli attori e le competenze
Prima di affrontare il progetto
nelle sue specifiche e per
comprendere meglio le scelte
riguardo l'organizzazione e le
strategie, presenterò gli attori
coinvolti in questa ipotesi di
ridefinizione della SDV Terre
Sicane.
Possiamo distinguere due
famiglie di attori:
- associati alla SDV
- non associati alla SDV
Parliamo prima della seconda
famiglia. All'interno di questo
macrogruppo includiamo:
- gli abitanti del luogo
- i visitatori e i turisti
- le istituzioni non locali della
governance Regionale
- i privati non soci
- le istituzioni locali non
associate
Come possiamo intuire, quelli
appena elencati, sono attori
che non agiscono direttamente
all'interno delle attività della
SDV, alcuni possono usufruirne
151
comitato di gestione strada del vino
unione dei comunidelle Terre Sicane
consiglio dei rappresentantidei settori associati
SOCI ISTITUZIONALI
- fondazione INYCON
- musei
- centri culturali
- teatri
ristorazione
settore alberghieroe ricettivo
cooperative di supportoe di servizi
aziende vitivinicolee casearie
altri soci:commercio, localiattività ricreative
elezione deirappresentanti
soci privati
dipendenzadal comitato/appalti
decisioniSDV
scelte strategicheutilizzo del capitale per azioni e strutturegestione delle struttureapplicazione azioni disciplinarigestione dei servizi alle aziendegestione dell'offerta commerciale turisticagestione dei rapporti con i mezzi di comunicazionegestione delle pubbliche relazioni
comitato di controllocomposto da tecnici e membridell'unione dei comuni(sono esclusi i membri delcomitato di gestione)
osservazioneosservazione
comunicazionedei rapporti di osservazione
fig 7.4 struttura del sistema decisionale
i benefici indiretti (gli abitantie i
provati non associati) altri,
come gli organi di governo
regionale, possono influire sulle
scelte della SDV, ifatti gli
eventuali fondi statali ed
europei per lo sviluppo locale o
il sostentamento del turismo
vengono gestiti dalla Regione
che ne decide, in base all
proposte di progetto ricevute, la
distribuzione.
I turisti sono tra gli interlocutori
principali della SDV: il flusso
turistico è l'indice dell'efficacia
delle azioni strategiche e
commerciali del territorio. Più
avnti vedremo come verrà
articolata l'offerta turistica delle
Terre Sicane secondo il nuovo
progetto.
Passiamo alla presentazione
degli attori che agiscono
all'interno della struttura della
SDV. tra questi vi sono alcuni
soggetti che attualmente non
sono associati alla SDV, nel
152
comitato di gestionestrada del vino
cooperative di supportoe di servizi
call center numeri verdiredazione del magazine ZONATPICAgestione TERRE SICANE RADIOpersonale MULIVItrasporti pubblicipersonale delle strutture pubbliche
dipendenza diretta/appalto
gareappalto
realizzazione delle operestampa materiale cartaceogestione della segnaletica
dipendenzadiretta
volontariato sociale per- forza lavoro dei serviziimpiegabile anche nelle cooperative
- guide accreditate- ufficio informazioni dipendenza
diretta
ufficio stampauffici amministrativitecnici e consulenti
progetto, invece, verranno
inclusi perché considerati
fondamentali per la riuscita
dell'operazione di ridefinizione
della SDV. Più specificatamente
si tratta di enti pubblici e
associazioni culturali che non
sono associate direttamente
alla SDV Terre Sicane ma,
grazie al comune di
appartenenza, prendono parte
ad alcune iniziative.
In seguito spiegherò per quale
motivo ritengo opportuno che
questi attori facciano parte
direttamente dell'organico
direttivo della SDV.
Nella famiglia di attori che
compongono il sistema della
SDV riconosciamo due
tipologie: i soggetti privati, i
soggetti pubblici.
Tra i soggetti privati
distinguiamo:
- le aziende vitivinicole
- gli albergatori
- i ristoratori
- gli esercizi commerciali
- tutti gli altri privati cittadini che
con la loro attività possono
associarsi alla SDV.
Tra i soggetti pubblici
includiamo:
- i comuni
- le banche locali
- i musei e associazioni culturali
Nei capitoli precedenti ho
spiegato che la SDV Terre
Sicane nasce dall'iniziativa
collettiva dei comuni riuniti
nell'Unione dei Comuni delle
Terre Sicane, all'origine non era
presente il Comune di
Contessa Entellina, socio dal
2003 della Strada del Vino, e
non rientra nell'Unione.
Considerato che l'Unione dei
fig 7.5 schema delle competenze
153
comitato di gestionestrada del vino
incarichi specifici
fondazione INYCON
formazione del personale
seminari turistici
consulenza aziendale
supervisione accoglienza cantine(studio dei rapporti del comitatodi controllo)
organizzazione convegni e congressi
comitato di gestionestrada del vino
incarichi specifici
fondazioneGIAMBECCHINA
rapporti con il mondodella LAND ART
rapporti con i singoli artisti
gestione dei siti in opera
gestione delle manifestazioniinerenti all'arte e alla relativafruizione turistica
ristorazione
settore alberghieroe ricettivo
aziende vitivinicolee casearie
altri soci:commercio, localiattività ricreative
soci privati
comitato di gestionestrada del vino
quota associativaelezione rappresentantisuggerimenti di azione
promozione (elementi di riconoscimento,segnaletica, visibilità sulle guide venditedei prodotti tipici negli appositi spazi)servizi turisticiinformazioneconsulenza
Comuni è l'organo di
concertazione tra istituzioni più
importante del territorio e che
molte delle decisioni collettive
dei comuni sono intraprese
tramite l'Unione, sarebbe lecito
allargare l'Unione includendo il
comune di Contessa Entellina.
Non solo, l'Unione sembra il
soggetto più idoneo alla
rappresentanza dei comuni
all'interno dell'organico direttivo
della SDV.
Oggi alcuni enti culturali, come
la fondazione INYCON e la
Fondazione Giambecchina,
collaborano con la SDV in
modo indiretto perché gestite
in parte dai comuni di
appartenenza. La Fondazione
INYCON rappresenta la cultura
vitivinicola del territorio e la
Fondazione Giambecchina
possiede importanti rapporti
con il mondo dell'Arte, per
questi motivi e per ciò che
queste due Fondazioni
rappresenta, ritengo opportuno
fig 7.6 schema degli incarichi specifici
fig 7.8 input/output tra i soci e l'istituzione SDV
154
che siano coinvolte
direttamente e attivamente
nelle scelte strategiche della
SDV delle Terre Sicane.
Analizziamo adesso il sistema
dei rapporti e delle competenze
pensato per la nuova SDV
Terre Sicane.
L' attuale organizzazione della
SDV Terre Sicane segue lo
schema di una classica società
consortile. Gli organi di governo
sono cinque, di seguito
elencati:
- l'Assemblea dei soci
- il Consiglio di amministrazione
- il Presidente e il
Vicepresidente
- il Collegio dei sindaci revisori
- l'Ufficio di presidenza
Al posto del comitato di
controllo, organo presente nella
maggior parte delle SDV, viene
nominato un comitato tecnico
per controllare i requisiti minimi
e l'adozione del disciplinare da
parte degli associati alla SDV.
questo comitato tecnico è
nominato dal CDA che ne
specifica i compiti e le modalità
di lavoro.
Ogni attore agente nella SDV è
socio e fa parte dell'Assemblea
dei soci. L' Assemblea nomina il
Consiglio di amministrazione
che è l'organo che detiene il
compito di organizzare la SDV.
Nelle condizioni attuali della
SDV Terre Sicane una struttura
di questo genere risulta
adeguata al compito della
gestione. Con la ridefinizione
del sistema Terre Sicane,
presentato il questa Tesi, è
necessario un riassesto della
struttura organizzativa.
Nel progetto la SDV viene
trasformata in un complesso
sistema territoriale votato
all'offerta enoturistica, allo
sviluppo locale e
all'integrazione reale degli
attori. Questa trasformazione
rende necessarie la creazione
di uffici per i servizi turistici
integrati, la realizzazione di
strutture di supporto al turismo
e di strutture per consulenza
alle aziende, inoltre sara'
necessaria l'istituzione di corsi
di formazione del personale
ricettivo e di servizi di facility
per i soci. Soprattutto dovranno
essere gestite in modo
sistematico le linee direttrici di
tutto il sistema e quindi l'asse
decisionale delle strategie di
offerta e promozione. In un
sistema di questa complessità
aumentano i livelli delle
responsabilità, delle
competenze e della
specializzazione di queste.
L'elevazione della complessità
del sistema territoriale, alla
ricerca di una maggior efficacia
al fine di un “consumo” turistico
della zona, determina il bisogno
della presenza di competenze
specializzate nella gestione
della SDV. l'ipotesi proposta
vede gli organi di gestione più
strutturati, includendo elementi
che verticalizzano il processo
decisionale.
Lasciando invariati gli organi di
governo esistenti necessari per
rispondere alla legislazione
vigente sulle società consortili,
nel progetto viene proposta la
creazione di un direttorio, che
chiameremo Comitato di
gestione della SDV, e di un
organo di controllo super
partes, che chiameremo
Comitato di controllo.
155
Il comitato di gestione, su
ordine del CDA, assolve compiti
direttivi dellaSDV:
- gestisce direttamente, per
dipendenza diretta o su
appalto, i servizi di supporto al
turismo e alle aziende
- applica le azioni disciplinari
decise dal CDA
- applica il disciplinare
- applica le regole
dell'accoglienza
- gestisce i rapporti con i media
- decide le strategie
commerciali e promozionali
Nel comitato di gestione della
SDV riconosciamo tre tipologie
di soci che lo compongono:
-
è la componente
fondamentale perché
rappresenta le scelte delle
istituzioni; l'Unione non entra
nel comitato con il sistema del
voto ma ne fa sempre parte.
: si dividono i soci privati
per settore di appartenenza
(aziende vitivinicole/casearie,
ristorazione, albergatori,
commercianti e attività
l'Unione dei comuni delle
Terre Sicane,
- Il Consiglio dei
rappresentanti dei soci
privati
ricreative), ogni settore elegge
un proprio rappresentante per
comporre il Consiglio. Questo
sistema serve ad evitare un
sovraffollamento di soggetti
all'interno del comitato di
gestione
- sono le
fondazioni, i musei, gli enti
culturali. Data la rilevanza
strategica, ai fini del turismo, di
questi soggetti, è importante
che facciano sempre parte del
sistema decisionale della SDV.
alcuni di questi soggetti, come
la Fondazione INYCON ad
esempio, dovranno gestire
direttamente alcune
componenti dell'offerta turistica
in Terre Sicane
Soci istituzionali:
7.6Livelli territoriali del progetto
Su scala territoriale possiamo
dividere il progetto della nuova
SDV Terre Sciane in quattro
livelli:
-
-
- el
La grande installazione, che
vedremo nei particolari nei
prossimi capitoli, è il trade
d'union tra la strategia di
differenziazione che sta alla
base del progetto e il territorio a
vocazione vitivinicola.
La strategia di base è quella di
far diventare Terre Sciane luogo
ospite della Land Art; per unire
e comunicare la nuova identità
del territorio si è pensato di
trasformarlo in una grande
opera di Land Identity,
operando sui vigneti e, come
vedremo, sui tracciati stradali.
Se i vigneti, trasformati in
paesaggio comunicante,
trasmettono chiaramente
l'identità del territorio, i percorsi
stradali, adeguatamente
l' installazione sui filari dei
vigneti;
- la creazione dei percorsi;
la comunicazione delle
attrattive e delle risorse;
la spettacolarizzazione d
paesaggio notturno.
156
attrezzati, comunicano gli
itinerari tematici della strada del
vino.
Entriamo così nel secondo
livello territoriale del progetto: i
muretti di contenimento e i
guard rail delle strade principali
di collegamento delle Terre
Sicane vengono colorati con il
colore corrispondente
all'itinerario di riferimento. Oltre
al servizio di comunicazione
della cartellonistica stradale,
quest'operazione esplicita
ancora di più la presenza di
itinerari tematici all'interno della
SDV e diventa un'ulteriore
elemento della
spettacolarizzazione territoriale
che caratterizza questo
progetto.
Il terzo livello di progetto
riguarda l'evidenziazione delle
risorse e delle attrattive,
compito che verrà svolto da un
puntuale sistema di segnaletica
e di elementi di comunication
design.
L'ultimo livello riguarda il
paesaggio notturno: il territorio
delle Terre Sicane immaginato
in questo lavoro è
caratterizzato dalla
dominazione intelligente e
culturale del paesaggio, senza
travolgerlo ma esaltandone le
caratteristiche intrinseche.
Questo immenso teatro
territoriale non può
interrompersi al tramonto,
quindi ho immaginato che con
un particolare sistema, non
invasivo, di illuminazione
notturna non venisse interrotta
la contiguità di linguaggio e di
identità di questo progetto:
come vedremo, nel capitolo
dedicato, ogni città ed ogni
cantina verranno dotati di un
pallone luminoso colorato: nel
colore dei percorsi della città,
nel colore istituzionale della
SDV Terre Sciane per gli
impianti produttivi.
157
fig 7.7 Livelli del progetto territoriale: l'istallazione sui filari
158
fig 7.8 Livelli del progetto territoriale: i percorsi
159
fig. 7.9 Livelli del progetto territoriale: le risorse e le attrattive
160
fig 7.10 Livelli del progetto territoriale: lo scenario dei palloni illuminanti
161
7.7tempi di attivazione del progetto
Il nuovo progetto delle SDV
Terre Sicane è caratterizzato
dall'ampiezza degli interventi e
dalla complessità.
Non potrebbe essere realizzato
in un unico tempo, negli schemi
raffigurati nella pagina
seguente, vengono scandite le
fasi di realizzazione divise in:
-creazione delle strategie di
base;
-realizzazione delle strutture e
delle evidenze di progetto;
-creazione dell'offerta turistica.
Nella fase di preparazione del
sistema la azioni fondamentali
sono
- l'incremento delle produzioni
certificati DOC e l'apposizione
del logo Terre Sicane sulle
etichette, al fine di creare la
visibilità e la conoscenza della
SDV a partire dal mercato del
vino
- la scelta e la preparazione
della strategia di inclusione
della Land Art nel territorio
- modifica del disciplinare e
della struttura decisionale della
SDV
Partendo dalle scelte
strategiche di base si
incominciano a realizzare le
strutture e i sistemi di
comunicazione, la prima parte
di queste realizzazioni riguarda
la spettacolarizzzaizione del
territorio tramite gli interventi sui
vigneti e sulle strade.
L'importanza di costruire subito
l'”intelligenza” del paesaggio
risiede nel fatto che uno dei
fattori principalmente
differenzianti, di questa SDV
rinnovata, sono gli elementi di
comunicazione e di forte
identità del paesaggio.
Di seguito agli schemi dei tempi
di attivazione e di azione ci
sono dei grafi che mettono in
relazione gli obiettivi, gli
strumenti e i supporti fisici del
progetto della SDV Terre
Sicane.
162
tempo
load prima fase realizzazioni seconda fase realizzazioni
sviluppi futuri
realizzazione/attivazione delle istanze di progetto
comunicazione visiva dei percorsi sulle strade:Menfi/città del vinoSambuca di Sicilia/città di culturaMontevago/città del benessereSanta Margherita di Belice/città del GattopardoContessa Entellina/città del mito
progetto "filari"(istallazione territoriale agente sul paesaggio agricolo)
cartellonistica, comunicazione, stazione radio, cartaceo
check points
scenario notturno prima parte(palloni illuminanti sopra le città)
attivazione museo lineare del vino:pista ciclabile/museo del vinospazi espositivizona fieristica
scenario notturno parte seconda:installazioni di immagine coordinata nelle cantine
introduzione del marchio TERRE SICANEsulle etichette delle aziende socie
tempo
load prima fase realizzazioni seconda fase realizzazioni
scelte strategiche di base
incrementare la produzione DOCincremento della promozione DOCintroduzione del marchio TERRE SICANE
creazione del disciplinare della strada del vino
scelta della land artcome attrattiva differenziantedella strada del vino
divisione dei percorsi a tema:
Menfi/città del vinoSambuca di Sicilia/città di culturaMontevago/città del benessereSanta Margherita di Belice/città del GattopardoContessa Entellina/città del mito
favorire politicheper incrementarela ricezione alberghiera
sviluppi futuri
tempo
load prima fase realizzazioni seconda fase realizzazioni
cantine aperte, "calici di stelle" in aziendatutti i fine settimana con turni di rotazione tra le aziende
scelta della land artcome attrattiva differenziantedella strada del vino
incontri e degustazioninei luoghi destinati a interventiartistici
valutazione deirequisiti degliassociati
creazione e gestionedell' offerta commercialeturistica (pacchetti soggiorno,informazioni, gestione delleprenotazioni)
offerte sempre più differenziate:introduzione di soggiorno stageconvegni, tirocini professionaliworkshop turistici
creazione di nuovi eventivalorizzazione della fiera Inyconnuove strutture
creazione del disciplinaredella strada del vino
sviluppi futuri
offerta turistica
consorzio di tutela
fig 7.11 tempi di attivazione del progetto
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7.8Escursionismo e Turismole dimensioni del consumo inTerre SIcane
fig 7.18
la dimensione di consumo di una SDV posizionamento delle Terre Sicane
turismoescursionismolocale+non locale
gastronomico
tradizionale
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Attualmente la ricezione
alberghiera presente nelle Terre
Sciane è limitata nel numero di
posti letto a disposizione. Questo
significa che il territorio non è
pronto ad assorbire da subito un
flusso notevole di presenze
turistiche. Per questo motivo ho
cercato di organizzare il progetto
verso l'accoglienza degli
escursionisti o dei turisti stanziali
in zone limitrofe.
Naturalmente, si considera il
turismo stanziale più qualitativo
ma, ai fini di sviluppo turistico,
l'incremento di visite “mordi e
fuggi” danno visibilità al territorio e
a ciò che offre.
La diffusione sperata è quella di
far diventare la SDV una delle
attrattive principali per gli abitanti
della Sicilia, che non scordiamo è
un'isola, e per i turisti che vengono
incuriositi dal particolare
paesaggio passando per il
territorio delle Terre Sicane ( per
chi viaggia da e per Palermo o per
raggiungere la zona meridionale
della Sicilia, il passaggio
attraverso le Terre Sicane). Per i
suddetti motivi la nuova SDV è
concepita per essere un territorio
che impone la sua identità
attraverso il paesaggio reso
intelligente dal sistema di
comunicazione e dalle
installazione territoriali.
Lo scopo di spingere
l'escursionismo è quello di rendere
visibile il territorio ed una nascente
vocazione turistica al fine di
stimolare investimenti e logiche di
sviluppo volte ad incrementare la
ricezione alberghiera.
Contemporaneamente allo stimolo
per la fruizione escursionistica
della strada del vino vengono
attivati, per gradi, i sistemi di
offerta turistica a pacchetto. Ciò
significa attivare servizi turistici
come le prenotazioni in remoto e
comunicare l'offerta della SDV al
tour operator e alle agenzie viaggi.
Grazie alla presenza della Land
Art, della Fondazione INYCON e
delle Terme di Acquapia a
Montevago, è possibile da subito
offrire pacchetti di viaggi tematici.
Quindi viaggi organizzati per
partecipare all'evento artistico in
corso, viaggi all'insegna del
benessere e delle cure termali e
l'organizzazione di convegni o
seminari per addetti del
settoreenologico e non, sfruttando
la Fondazione INYCON; tutte
queste offerte possono essere
“condite” da visite guidate alle
aziende e attraverso il territorio.
La diversificazione delle attrattive
e degli eventi, immaginate per la
nuova SDV Terre Sicane, permette
la possibilità di molteplici
combinazioni di viaggio, e quindi, il
territorio risulta interessante a
turisti di diversi segmenti.
170
171
….una delle parole tedesche che significano “esperienza”, erfahrung,viene dal tedesco antico irfaran: viaggiare, uscire, traversare o vagare.L'idea profondamente radicata che il viaggio siaun'esperienza che mette alla prova e perfeziona il carattere del viaggiatorerisulta chiara nell'aggettivo tedesco bewandert,che oggi significa “sagace”, “esperto” o “versato”,ma che originariamente qualificava semplicemente chi aveva “viaggiato molto”
Erich j.leed, the ind of the traveller 1991
capitolo8:Land ArteTerreSicane
172
8.0Land Art:un'elemento di differenziazione
Differenziare il prodotto e
l'offerta è, ormai, una
prerogativa indispensabile del
mondo della produzione
postmoderna: le SDV che sono,
nella prospettiva di questo
lavoro di tesi, dei luoghi, dei
territori che si propongono
come un prodotto turistico, non
sono esuli da questa dinamica
contemporanea, a maggior
ragione in seguito alle
osservazioni esposte
nell'analisi della situazione
attuale delle SDV, dove
abbiamo evidenziato la
problematica della
rassomiglianza delle
realizzazioni.
La necessaria differenza, nella
prospettiva dell'esperienza
fruibile turisticamente in una
SDV, è obbligo nei confronti
della visibilità, della
motivazione al “consumo”,
dell'unicità e della
valorizzazione territoriale.
Il territorio e la produzione
tipica non bastano. E' vero per
quei luoghi praticamente ignoti
e sconosciuti alla mente del
viaggiatore, anche se esperto
Food trotter, perché, pur se
appassionato procacciatore di
tipicità, le mete dei suoi
pellegrinaggi saranno quelle
che più spesso gli si
proporranno per fama e ricordo.
Differenziare e creare
motivazione allarga l'utenza di
riferimento: se l'elemento di
differenziazione esula dal
mondo più strettamente legato
alla produzione vitivinicola,
attrae viaggiatori ed
escursionisti disposti a
viaggiare per altri motivi che
non sono la produzione
vinicola, e la prospettiva della
promozione si ribalta: non più il
vino come medium per il
territorio ma il territorio
esperenziato da una
particolare attrattiva che media
per la produzione, in parole
povere: viaggio per il gusto e
scopro un luogo o viaggio per
la scoperta di un luogo e
scopro un gusto.
Questa dinamica, però,
funziona solo se l'elemento che
differenzia la SDV e
l'esperienza di viaggio è una
vera attrattiva, se l'elemento
differenziante lega col territorio
e i suoi valori intriseci, se la
fruizione di esso, e quindi
l'esperienza, è in qualche
maniera guidata e progettata,
se il legame viene esplicitato e
se la presenza di tutto il
sistema viene fortemente
comunicata all'esterno. Una
Strada del Vino diversa dalle
altre ed esperienziata, richiede
un progetto complesso che
parte proprio con la scelta
dell'elemento differenziante.
Guardando alla teoria
dell'economia dell'esperienza
(più volte citata) in una SDV ,
vista come esperienza fruibile e
vendibile, la produzione
vitivinicola è il tema
catalizzatore dell'esperienza, il
protagonista assoluto per così
dire, mentre la “necessaria
differenza” sarà il tema che
distinguerà e darà valore
aggiunto all'offerta della SDV.
vorrei fare un esempio in cui la
dinamica proposta risulta
inconsapevole: Firenze e il
Chianti. Quanti scoprono
Firenze perché viaggiano per le
colline del Chianti? Invece
173
quanti scoprono le colline del
Chianti perché la loro meta è la
splendida Firenze.
L'esempio, che potrebbe
risultare, a qualcuno, forzato,
invita a una riflessione: se non
esistesse Firenze, se non fosse
stata una delle mete più
importanti del Gran Tour in
epoca “romantica”, quale
sarebbe stata l'entità del
fenomeno del “chianti shine”?
Qualcuno potrebbe obiettare a
questa riflessione, ma resta pur
sempre una certezza: la
necessità di un elemento che
renda visibile un sistema
territoriale, per innescare l'inizio
di una dinamica virtuosa che va
gestita con un accurato
progetto della fruizione turistica
di una Strada del Vino e, quindi,
del Territorio.
In Terre Sicane, nel presente
progetto, l'elemento
differenziante è la Land Art.
Il connubio tra la Land Art e la
strada del vino Terre Sicane,
ovviamente, non è figlio del
caso. La scelta della Land Art
come possibile leva per la
valorizzazione del territorio, più
specificatamente della Strada
del Vino è scaturita da una
serie di ragionamenti:
dal concept di progetto
che vuole comunicare il
territorio agendo sul paesaggio,
dotandolo di segno, senso e
comunicabilità
dall' osservazione della
morfologia e delle
caratteristiche delle Terre
Sicane
dal concetto stesso di
Land Art che dialoga con quelli
di Land design e di Land
Identity; come pittura e scultura
possono dialogare con
comunicazione visiva e design
dalle origini del
movimento della Land Art; per
alcuni è legato al concetto di
“strada”e al concetto dell'
“attraversamento di un luogo”
a-
b-
c-
d-
e- da precedenti
esperienze di promozione che
hanno più volte accoppiato il
vino all'arte e il territorio all'arte
la rivista “Artforum” (1)nel
dicembre del 1966 pubblica il
racconto di un viaggio di Tony
Smith (rappresentante del
movimento della Minimal Art
americana) su un'autostrada in
costruzione nella periferia di
New York, Gilles Tiberghien fa
risalire a questo viaggio la
scintilla dalla quale scaturisce il
movimento della Land Art, lo
apprendiamo leggendo il
saggio “Walkscapes,
camminare come pratica
estetica” di Francesco Careri
(membro di
Stalker/Osservatorio Nomade,
una struttura interdisciplinare
che si occupa di ricerche sulla
città attraverso l'esperienza
diretta degli spazi complessi e
l'interazione con gli abitanti).
Con alcuni studenti della
Cooper Union, Smith, una
notte, decide di entrare nel
cantiere dell'autostrada e di
8.1la Land Art e la motivazionedella scelta strategica
(1) Franceso careri, Einaudi, Torino 2006Walkscapes, camminare come pratica artistica,
174
percorrerne il tracciato, nero
d'asfalto, interruzione del
tessuto urbano, spazio vuoto e
indefinibile nella sua natura
notturna e incompleta. Smith
racconta dell'estasi provata
nell'atto, riflette e pone degli
interrogativi : “la fine dell'arte?”
“la strada è una grande parte
del paesaggio artificiale; ma
non si poteva qualificarla come
opera d'arte” e allora perché
l'estasi artistica provata
nell'attraversamento, la strada
è o non è un opera d'arte? Se
si in che modo? E' un oggetto
ready made? È l'esperienza
(memore delle performance
DADA) dell'attraversamento
l'atto d'arte?(2)
Smith non ha compiuto un
opera di Land Art, ma dalle sue
riflessioni è scaturita la presa di
coscienza che avrebbe portato
l'arte fuori dalle gallerie per
conquistare il paesaggio e il
territorio, nelle declinazioni di
segno terrestre o di
performance come la Line
Made By Walking di Richard
Long: una linea lasciata su un
prato dopo l'atto di
attraversarlo, una linea
destinata a sparire e essere
metabolizzata dal terreno e
congelata in una scatto
fotografico per testimoniare
l'atto artistico.
Naturalmente molte altre sono
le variabili che hanno generato
il fenomeno della Land Art (3)
come movimento, dal contesto
socio politico degli anni
sessanta alla contestazione
della mercificazione dell'arte da
parte dei galleristi, dalle
esigenze concettuali nate nello
spirito di alcuni artisti alle
evoluzioni della Performance
Art e della Minimal Art. A noi
che ci occupiamo di Strade del
Vino è sembrato d'obbligo
legarci alle teorie di Tiberghien
su Smith e il suo viaggio.
Tralasciamo le teorie sulle
origini della Land Art e
consideriamo il fatto che si
tratta di un movimento artistico
ormai maturo, definito e noto al
mondo intero. Cerchiamo ora di
renderne le caratteristiche.
La Land Art con gli anni si è
declinata in molti modi:
simulare elementi naturali,
sfruttare la natura stessa e le
sue forze per creare delle
performance, apporre elementi
artificiali sul territorio, intaccare
e modificare la morfologia di un
luogo, eseguire performance
temporanee che coinvolgono il
contesto paesaggistico sono
tutte azioni che hanno
caratterizzato il fenomeno della
Land Art con il denominatore
comune di lasciare un segno
sul territorio del pianeta, che
l'atto sia macro, micro o
puramente concettuale lo
scopo è quello della
trasformazione e della
modificazione del paesaggio e
del contesto, dallo
stravolgimento alla
spettacolarizzazione del
territorio: Walter De Maria ha
illuminato un paesaggio con le
saette, Dannis Oppenheim e
Michael Heizer hanno tagliato,
segnato e movimentato
paesaggi, Smithson ha
costruito immense spirali in giro
per il mondo, Cristo ha
impacchettato e scenografato
alcuni luoghi tra i più suggestivi
del pianeta, Richard Serra con
(2) Franceso careri, Op. cit
(3) Jeffrey Kastner, Land and Enviromental Art, 1998 LondraPhaidon,
175
il suo acciaio ha costruito
suggestive installazioni,
Richard Long a tracciato linee
come simbolo del suo cammino
durante i suoi viaggi. Questi e
altri sono stati i gesti dei land
artists; gesti di trasformazione,
di ricerca, di
concettualizzazione della
natura che hanno reso
incredibile e suggestivo il
fenomeno della Land Art.
Il concept del progetto che
vede l'intelligibilità del
paesaggio come protagonista
attraverso la comunicazione
visiva, una grande installazione
che coinvolge i vigneti, i
percorsi visivamente
comunicati, si lega
concettualmente alla Land Art.
Non solo: il territorio delle Terre
Sicane, caratterizzato da una
bassa densità urbana
frammentato in zone rocciose,
valloni, canyon e colline incolte,
si offre come stage naturale per
le istallazioni dei Land artisti:
quasi sempre le opere di questi
artisti sono state inscenate
nelle zone desertiche o
deurbanizzate del pianeta.
Dalla contiguità concettuale con
il progetto alle opportunità
offerte dalla morfologia del
territorio, la Land Art è la
risposta alla ricerca della
“necessaria differenza”, è
quella molla che fa scattare il
meccanismo di una
motivazione maggiore al
viaggio nelle Terre Sicane, è
l'evento che rende visibile e
unica questa strada del vino.
Nell'esperienza del viaggio
attraverso le Terre Sicane il
tema della scoperta del vino e il
tema della Land Art, devono
essere sempre vicini e
accoppiati, in quanto uno degli
scopi primari di una strada del
vino è sempre la valorizzazione
della produzione e l'uso di una
attrattiva aggiunta è
l'opportunità per aumentare i
contatti, appunto, con la
produzione vinicola.
Immaginiamo che un'artista
abbia accettato l'invito a
operare in Terre Sicane (in
seguito vedremo come
funziona la gestione di questi
eventi), scelto il luogo dove
agire incominceranno i lavori,
spesso le opere di questi artisti
richiedono mesi se non anni
per essere portate a
compimento, ai viaggiatori verrà
data la possibilità di visitare
l'opera da vicino sia al
compimento che durante la
presenza del cantiere. Sul
luogo oltre all'opera sarà
presente uno stand della
Strada del Vino dove personale
autorizzato avrà i compiti di
fornire informazioni, gestire le
visite e organizzare
degustazioni di vino durante
l'osservazione dell'opera.
Oltre alle visite normali sarà
possibile seguire direttamente
sul luogo dell'opera, rispettando
un calendario di incontri e
previa prenotazione e
pagamento di un biglietto,
seminari tenuti da
studiosi e critici d'arte e dagli
artisti che daranno la loro
disponibilità; durante questi
incontri verranno offerti agli
en plen air
8.2la fruizione turistica degli eventiartistici in Terre Sicane
176
ospiti assaggi e degustazioni
dei prodotti tipici.
I vantaggi che stauriscono
dall'azione di contaminare
l'offerta turistica della strada del
vino Terre Sicane con la Land
Art interessano sia il territorio
sia gli artisti e la loro opera.
Il territorio acquista visibilità e
attrazione verso i viaggiatori (di
questo abbiamo più volte
parlato) con il fine di
incrementare il flusso turistico e
la quantità di contatti per
promuovere il prodotto tipico.
Gli artisti hanno la possibilità di
usufruire di un luogo di
straordinaria suggestione visiva
come stage per le loro opere,
inoltre questo può interessare
agli artisti più giovani e meno
noti per ottenere anch'essi
visibilità nel mondo dell'arte e
fruire di un trampolino di lancio
per la loro carriera. Ci sono
anche vantaggi di concetto: le
opere di Land Art, solitamente,
non sono sempre raggiungibili
dai visitatori e le mostre su
questo tema avvengono nelle
gallerie e nei musei utilizzando
materiale fotografico o video.
La possibilità di visitare le
opere durante i cantieri e a
compimento può dare nuovi
spunti agli artisti e maggior
divulgazione del movimento
artistico. La divulgazione è un
altro aspetto vantaggioso: oltre
all'interesse che sicuramente
viene suscitato sui media,
verranno realizzate
pubblicazioni sponsorizzate
dalla Strada del Vino e dai
produttori locali, la vendita delle
stesse bottiglie di vino potrebbe
essere accoppiata a
pubblicazioni o brochure che
comunicano l'evento, siamo
sicuri dell'effetto di ritorno di
immagine e del consenso
positivo che potrebbe suscitare
tale operazione.
La gestione di tutto questo
verrà affidata da un attore
locale già in contatto con il
mondo dell'arte: la Fondazione
Giambecchina di Sambuca di
Sicilia.
La Fondazione, che già si
occupa di preservare le opere
del famoso pittore sambucese
scomparso, terrà i rapporti con
il mondo del movimento della
Land Art, gestendo gli inviti e gli
eventi, occupandosi delle
pubbliche relazioni e delle
pubblicazioni degli articoli. Gli
inviti verso gli artisti saranno di
tre tipologie:
commessa con
sponsorizzazione da parte degli
attori locali: l'artista viene
contattato e invitato a operare
nelle Terre Sicane, alle aziende
che vorranno sponsorizzare
l'evento verrà garantita la
visibilità dei loro marchi e dei
loro prodotti
concorso a inviti con
sponsor la Strada del Vino
concorso a
partecipazione, con tema luogo
e materiali scelti da una
commissione della Strada del
Vino
la terza tipologia è la più
interessante poiché è quella
a-
b-
c-
8.3vantaggi e gestione
177
che potrebbe evolvere nel
tempo in un festival della Land
Art, coinvolgendo artisti
emergenti per il concorso e
guest star che vogliono
cimentarsi nell'impresa.
Altri vantaggi derivano dagli
introiti per gli eventi specifici e
il merchandising.
sito installazione
stand eventi edegustazioni
bibliografia
Franceso careri, Einaudi, Torino 2006Walkscapes, camminare come pratica artistica,
Jeffrey Kastner, , Phaidon, 1998 LondraLand and Enviromental Art
Fig 8.1 vision sul coivolgimento della Land Art
178
generazione google hearth
179
capitolo9:Strategiediprogetto: lagrandeistallazione
180
181
182
183
184
9.0L'identità gridata del paesaggiodelle Terre Sicane:l'istallazione teìrritoriale
L'elemento che maggiormente
coniuga Terre Sicane con la
Land Art è la grande
installazione che coinvolge i
vigneti delle aziende
vitivinicole.
Le viti vengono
tradizionalmente coltivate in
filari: grazie alla stesura di cavi
di acciaio tesi con dei paletti, le
viti possono arrampicarsi e
costituire il classico filare.
Sul territorio della Strada del
Vino si contano 3040 aziende di
viticoltura (escluso il territorio di
Contessa Entellina) per un
totale di 7226 ettari coltivati. I
vigneti in alcune parti del
territorio si confondono con
l'orizzonte creando una texture
visiva di incredibile impatto.
Il progetto che coinvolge i
vigneti pone l'accento sulla
vocazione produttiva del
territorio; un segno forte,
distintivo, che rende intelligente
e intelligibile il paesaggio,
dotandolo di senso e
linguaggio: ogni filare è
composto da una serie di cavi
di acciaio che fungono da
supporto per le viti,
l'installazione proposta prevede
che venga aggiunto ai filari un
ulteriore cavo, l'ultimo della
serie partendo dal basso, che
non supporta la vite ma che
sovrasta il filare. Il cavo è
rivestito da una guaina di PVC
(normalmente in commercio)
colorato nelle due principali
tonalità del vino: il porpora e il
verde uva.
È disarmante la semplicità
dell'intervento rispetto
all'impatto visivo, il quale non
solo sottolinea l'identità e la
vocazione produttiva del
territorio ma fornisce, nel colpo
d'occhio, un'idea di quanto e
quale vino si produce.
Con questo progetto vengono
rispettati i valori inspiratori della
riprogettazione della strada del
vino Terre Sicane e il legame
con il tema differenziante della
Land Art.
185
filare
cavo rivestito
filare
cavo rivestito
fig 8.1 dettaglio dei filari con i cavi
186
187
188
189
190
191
192
193
194
195
...si viaggiare!
capitolo10:visiondelterritorio, ilpaesaggiotrasformatovistodallaSS624Sciacca-Palermo
196
inizia il viaggio lungo l'arteriache attraversa il territoriodelle Terre Sicanela SS Sciacca-Palermo
subito il paesaggio cambia,un nastro porpora come il vinoci da il benvenuto, il paesaggio gridala propria identità
tavola 10.1 ingresso nel territorio delle terre sicane
197
cartelli di indicazionea norma di codice
stradale
tavola 10.2 segnaletica lungo la strada
198
i muri di contenimentosono dipinti di porpora,il colore sarà presente
fino a quando la SS 624attraversa il territorio delle
Terre Sicane
tavola 10.3 muretti di contenimento colorati
199
TSR
TER
RES
ICAN
ERAD
IO
TERRESICANERADIOFM 107.6
TSR radio, TEERESICANERADIOil modo più veloce e intuitivo di ricevere
informazioni circa leattività e gli eventi nella Strada del Vino,
informazioni su cantine aperte, degustazioni,artisti presenti sul territorio
tavola 10.4 muretti di contenimento colorati
200
cartello di informazioni ingressobivio Misilibesi
tavola 10.5 segnaletica informativa
201
tavola 10.6 muretti di contenimento colorati
202
ZONAARTE
stendardi viola bivio Misilbesi:comunicano il periododi produzione presente
stendardi gialli, Misilbesiinformano quale/i artista/ista agendo nelle Terre SicaneZONARTE
Check point 1: bivio Misilibesiinformazioni, Pro loco, degustazioni,commercio vini, merchandising turistico
tavola 10.7 Bivio misilbesi
203
TSR
TER
RES
ICAN
ERAD
IO
TERRESICANERADIOFM 107.6
tavola 10.8 Bivio misilbesi
204
i comuni e gli impianti di vinificazionesono segnalati da palloni illuminanti"Air liquide" mod. SOLARIS
agli svincoli sui tabelloni di direzioneviene accoppiata una tabella
recante il nome e il colore del comunecorrispondente al percorso
tavola 10.9 Bivio misilbesi panorama
205
agli svincoli sui tabelloni di direzioneviene accoppiata una tabella
recante il nome e il colore del comunecorrispondente al percorso
tavola 10.10 Bivio misilbesi per Sambuca
206
tavola 10.11 segnaletica e muretti verso Sambuca
207
tavola 10.12 muretti verso Sambuca
208
lungo la strada si nota la grande istallazioneche vede protagonisti i filari dei vigneti,
lungo la strada sono, accanto ai vigneti ci sonocartelli che indicano quale uva viene coltivata
e a quale azienda appartienetavola 10.13 segnali di indicazione dei vigneti
209
210
citt
àde
l mit
o
citt
àde
l gat
topa
rdo
citt
àdi
cult
ura
citt
àde
l ben
esse
re
tavola 10.14 bivio della ex stazione di Santa Margherita di Belice
211
check point informazioni 2:ex stazione di Santa Margherita (Sambuca)
anche sede del consorzio
tavola 10.15 bivio della ex stazione di Santa Margherita di Belice
212
213
capitolo11:L'immaginecoordinatadellaStradadelVinoTerreSicane
214
11.0L'immagine ccordinata
Fondamentale per la
comunicazione della Strada del
Vino è l'immagine coordinata.
Dallo studio dei colori, della
grafica e dei materiali derivano
la progettazione della
comunicazione cartacea e della
segnaletica stradale che ogni
strada del vino deve avere per
comunicare i percorsi e le
risorse, ma che è anche un
requisito di legge.
La strada del vino
attraverso la sua immagine
coordinata, comunica con la
segnaletica, le guide e il sito
web cosa è possibile fare nel
territorio, cosa c'è da vedere,
inoltre comunica lo stile e
l'atmosfera del sistema turistico
presente.
La comunicazione visiva è il
biglietto da visita del territorio e
il progetto dell'immagine
coordinata deve rispecchiare i
valori e l'atmosfera della strada
del vino.
Il progetto qui presentato ha
fondamenti su alcuni dei valori
di base che caratterizzano
l'intervento sulla SDV Terre
Sicane:
parla
- la spettacolarizzazione del
territorio
- la cultura del vino e del
territorio
- il piacere del viaggio e della
scoperta
- la sensorialità
- l'emozione e l'esperienza
- la contemporaneità
- il legame con il movimento
artistico della Land Art
Ogni elemento è stato
concepito per rispecchiare i
valori di base, per costituire un
sistema di linguaggio che va
oltre la comunicazione visiva in
senso stretto: la grafica
contamina il design, il colore
contamina l'illuminazione e le
istallazioni; nessun elemento è
fine a se stesso: ogni struttura
di supporto, cartellone, socio o
evento viene caratterizzato e
identificato attraverso un
sistema di segni, il fine è quello
di creare un atmosfera unica,
una di segni
comunicatori di un sistema
organizzato e visibile.
amalgama
La segnaletica stradale, la
comunicazione cartacea,
l'illuminazione, le strutture di
supporto, le istallazioni dei
vigneti, i percorsi, gli elementi di
riconoscimento dei soci sono
composti dagli elementi di base
dell'immagine coordinata della
Strada del Vino o possiedono
richiami ad essi. I colori
istituzionali e il logo sono il
minimo comune multiplo di tutto
il sistema della comunicazione
visiva e anche del design
territoriale, infatti, uno degli
elementi che caratterizza
alcune delle strutture della
Strada del vino è una lamiera
d'acciaio stampata, la texture di
questa lamiera deriva dal logo
della Strada del Vino.
Il colore e il logo
Quando ho concepito il
progetto di questa strada del
vino avevo intuito da subito che
necessitava un colore che
caratterizzasse ogni intervento
e tutta la comunicazione visiva.
11.1Elementi di base dell'immaginecoordinata
215
Considero “il colore” un
elemento fondamentale per la
riconoscibilità e la visibilità di un
prodotto, in questo caso una
componente del “prodotto” è il
paesaggio del territorio, e il
prodotto è il sistema della
strada del vino fuso col
territorio. Come garantire una
contiguità e una riconoscibilità
del sistema prodotto in un
contesto così vasto e
complesso? Quale elemento
racchiude in se i valori
caratterizzanti il progetto e allo
stesso tempo accomuna il
progetto con l'identità del
luogo?
Dominare il paesaggio con un
colore è la risposta, quasi
spontanea, a queste domande:
la strada del vino caratterizzata
dal colore del vino. Sembra
quasi banale.
Il porpora è il colore che nel
progetto bombarda
letteralmente il territorio: dai
filari dei vigneti (insieme al
verde uva) ai muri di
contenimento delle strade alla
segnaletica stradale. La tonalità
definita nel progetto deriva dall'
osservazione del colore del
mosto d'uva rossa quando è
gettato su una superficie
chiara, ed è lo stesso colore
che assume una macchia di
vino rosso seccata su di un
qualsiasi materiale. Porpora,
ovunque.
Altri colori caratterizzano il
progetto, colori che sono,come
vedremo, tutti dissonanti tra
loro, servono infatti per un
riconoscimento intuitivo e
istantaneo dei percorsi relativi
ai cinque comuni delle Terre
Sicane, questi colori,
comunque, saranno quasi
sempre accoppiati al colore
istituzionale.
Trovato il colore dovevo
pensare a un logo che doveva
comunicare i nuovi valori di
Terre Sicane ma anche che
diceva a chiare lettere “siamo in
Sicilia”.
Il logo attuale della strada del
vino contiene vari livelli di
lettura, negli elementi che lo
compongono riconosciamo la
sicilianità e la produzione
vitivinicola. Stilisticamente è
pero deludente e facilmente
confondibile con altri marchi e
segni grafici del mondo del vino
e dell'enoturismo, inoltre non
contiene quell'atmosfera che
caratterizza il progetto
presentato in questa tesi, senza
considerare il fatto che non è
legato ad alcun progetto di
immagine coordinata: tutto ciò
non fa sicuramente pensare
allo spirito di aggregazione
sistemica che dovrebbe
caratterizzare una strada del
vino.
Il logo che presento parte dalla
stilizzazione di un segno mitico
che indica inequivocabilmente
la sicilila: la trinacria che, tra
l'altro, è anche il logo
istituzionale della Regione
Autonoma Sicilia.
La trinacria stilizzata, nel logo
completo, è inscritta in un
quadrato con gli angoli
smussati inclinato di quindici
gradi rispetto alla linea di base,
il quadrato, inoltre, interseca e
taglia lievemente le punte della
trinacria. Il quadrato, nella
versione a colori del logo, è
tinto con il colore istituzionale
della Strada del Vino.
216
Il quadrato comunica il territorio
di Terre Sicane all'interno della
Sicilia e la sua inclinazione
comunica dinamicità e voglia di
stare fuori dagli schemi, la
dicitura “Terre Sicane” poggiata
irregolarmente sulla trinacria,
quasi a fondersi con essa,
rafforza il messaggio del
marchio e contro bilancia,
visivamente, l'inclinazione di
tutto l'impianto grafico.
L'intersecazione che taglia
elementi di grafica e
l'inclinazione di 15 gradi sono la
base delle griglie di tutta la
comunicazione visiva della
SDV Terre Sicane, troveremo
sempre elementi che non
stanno (apparentemente) alle
regole ortogonali di un recinto
visivo, le scritte dei cartelli
vogliono uscire e confondersi
con il paesaggio.
Il font scelto per la
comunicazione e le diciture dei
loghi è Gothic 13 BT: chiaro,
leggibile fino a 7 punti anche in
bassa risoluzione, senza grazie
e corpulento, “parla” a voce alta
ma non reca disturbo, possiede
campiture tali che permette di
essere lievemente intagliato
senza perdere senso e
leggibilità.
I segnali stradali di indicazione
turistica devono rispondere a
determinati requisiti dettati dal
Codice della Strada. I requisiti
riguardano le forme e le
dimensioni, vincolate dal
codice; il colore di base deve
essere un marrone con i valori
cromatici predefiniti nel Codice;
le bande catarifrangenti nei
segnali di direzione.
La difficoltà, nella progettazione
dell'impianto grafico per questo
tipo di segnaletica, è stata
cercare di non allontanarsi dal
concetto stilistico di base
dell'immagine coordinata. Il
Codice stradale non è preciso
sulla struttura grafica e sul tipo
di font utilizzabile, avverte che il
cartello sia ben leggibile ma
lascia delle libertà riguardo alla
griglia dell'impianto grafico.
Dalle illustrazioni si può vedere
che il risultato rispetta gli
standard del Codice stradale e
le regole di costruzione delle
grafica di Terre Sicane.
Uno dei valori fondamentali
della nuova SDV Terre Sicane è
la comunicazione della cultura
del vino, della produzione
vitivinicola e della presenza
della Land Art. Alcuni degli
elementi della comunicazione
visiva agente sul circuito
stradale del territorio
rispecchiano questo elemento
strategico.
lungo le strade principali che
costeggiano i vigneti, vengono
posti piccoli cartelli quadrati,
lato 50cm, che informano sulla
tipologia di vigneto e l'azienda
di appartenenza.
In prossimità dei bivi principali
della Statale 624
Sciacca/Palermo degli
stendardi comunicano il periodo
di produzione: indicano se al
11.2La segnaletica stradalea norma di Codice Stradale 11.3
Altra segnaletica vericale
217
momento l'attività principale è
la vendemmia, la vinificazione o
l'imbottigliamento; altri
stendardi indicano gli artisti
ospiti del territorio
ruota
reper
veder
ele
pro
ssim
epag
ine
11.4la lamiera forata Terre Sicane
Dalla combinazione Delle forme
del nuovo logo della SDV Terre
Sicane e da quelle del nuovo
logo dell'Unione dei comuni
nasce la Textuxe Terre Sicane
utilizzata per le campiture di
materiali cartacei e come
filigrana dei documenti. Il
motivo della texture è ispirato
alle tipiche decorazioni arabe e
Il patrimonio artistico-
architettonico delle Terre
Sicane è molto contaminato
dallo stile arabo, così nasce
l'idea di utilizzare la Texture
Terre Sicane come base per
realizzare una lamiera in
acciaio stampata. Tale lamiera
viene utilizzata per realizzare le
strutture dei totem di
indicazione di direzione, le
strutture per i cartelli di
descrizione e riconoscimento
dei monumenti e delle aziende.
Inoltre, la stessa lamiera, la
vedremo utilizzata per
realizzare il particolare
rivestimento dei padiglioni per
le informazioni turistiche e una
particolare lanterna, che posta
sugli ingressi dei ristoranti e
degli alberghi, funge da
speciale elemento di
riconoscimento dei soci del
sistema..
218
colore istituzionaleC - 40%M - 100%Y - 0%K - 0%
STRADA DEL VINO TERRE SICANE
STRADA DEL VINO TERRE SICANE
STRADA DEL VINO TERRE SICANE
font della comunicazione:
MAIUSCOLO per dicituretitoli e nomi dei comuni
font per contenuti:
ARIAL
Gothic 13 BT,
logo_costruzione del logo_colori istituzionali, font istituzionali
logo completo e semplificato, dicitura completa e colori di utilizzo
evo
luzio
ne
colore istituzionale
PANTONE2405 COATED/UNCOATED
cmyk
tintapiatta
219
C 1%M 27%Y 95%K 0%
C 0%M 100%Y 0%K 0%
C 20%M 2%Y 95%K 0%
C 0%M 70%Y 95%K 0%
C 98%M 44%Y 0%K 0%
costruzione logo
15°inclinazione
colori istituzionali dei comuni e dei percorsi
CO
NT
ES
SA
EN
TE
LL
INA
MO
NT
EV
AG
O
SA
MB
UC
AD
IS
ICIL
IA
ME
NF
I
SA
NTA
MA
RG
HE
RIT
AD
IB
EL
ICE
L
L
220
logo derivati, texture, lamiera
UNIONE DEI COMUNI TERRE SICANE
UCTS UCTS
semplificato uso con altri marchi elemento base
ZONAARTEZONA LAND ART
unione dei comuni terre sicane
indicazione zona land art
C 0%M 20%Y 100%K 0%
221
MULIVIM U S E O
LINEARE
DEL VINO
MULIVI
M U L I V I
M U S E O
LINEARE
DEL VINO
logo e immagine MULIVIvedi capito mulivi per approfondimenti
MULIVIM U S E O
LINEARE
DEL VINO
TSR
TER
RES
ICAN
ERAD
IO
logo tsr TERRESICANERADIO
TSR
TER
RES
ICAN
ERAD
IO
TSR
TER
RES
ICAN
ERAD
IO TERRESICANERADIO
TSR
TER
RES
ICAN
ERAD
IO
TERRESICANERADIOFM 107.6
222
logo derivati, texture, lamiera
texture terre sicane
ispirations
223
utilizzo per lamiera stampata
224
LOGHI
ISTITUZIONI
tabella 120x200 cm: indicazione
LOGHI
ISTITUZIONI
SAMBUCA DI SICILIA
CONTESSA
ENTELLINAMONTEVAGO
MENFI
portopalo
SANTA MARGHERITA DI BELICE
SCIACCA
SELINUNTE
CASTELVETRANO
MAZARA DEL VALLO
MARSALA
TRAPANI
ERICE
RIBERA
AGRIGENTO
VALLE DEI TEMPLI
SIRACUSA
CATANIA
ALCAMO
SEGESTA
GIBELLINA
PALERMO
tabella 120x200 cm: carta orientativa
PLANETA
azienda vitivinicola
LOGHI
ISTITUZIONI
tabella 40x60 cm: indicazione socio
segnaletica_cartellonistica a norma di codice stradale
225
ZONAARTE
escursioni
ruderi e castelli
sci nautico
navette
land art
albergo
hotel
affitta camere
agriturismo
check point
teatro
azienda
museo linare del vino
enoteche
degustazioni
negozi tipici
ristorante
chiesa
abbazia
convento
museo
terme
zona balneare
zona archeologica
sistema iconografico
ristorante
NOME
cartelli di indicazione extra-urbana
casa vinicola
PLANETA
cartelli di indicazione urbana
226
BEN
VEN
UTI
NEL
LETE
RR
ES
ICAN
E
250 MT
STRADA DEL VINO TERRE SICANE
segnaletica_cartellonistica di altro genere
tabella di benvenuto/informaioniverticale 300 cm x 100 cm
227
PLANETA
azienda vitivinicola
CHARDONNAY
50,00 cm
palo di identificazione vigneti bordo strada
228
stendardi di informazione al bivo "Misilibesi
segnaletica_cartellonistica di altro genere
ZONAARTEZONAARTE
ZONAARTE
ZONAARTE
229
stendardi_nastri_indicazioneper i comuni
SAN
TAM
ARG
HER
ITA
DI
BEL
ICE
SAM
BU
CA
DI
SIC
ILIA
MEN
FI
CO
NTE
SS
AEN
TELL
INA
MO
NTE
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citt
àde
l vin
o
citt
àde
l gat
topa
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cult
ura
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l ben
esse
re
citt
àde
l mit
o
citt
àde
l ben
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citt
àde
l ben
esse
re
citt
àde
l ben
esse
re
citt
àde
l ben
esse
re
citt
àde
l vin
o
citt
àde
l vin
o
citt
àde
l vin
o
230
tabelle informative_totem
pannelli di identificazione dei luoghi di interesseartistico e turistico
ruderi di
montevago
(terremoto 1968)
STRADA DEL VINO TERRE SICANE
MO
NTE
VAG
Opalazzo
filangeri cutò
1620 d.c.
sede
parco letterario
del gattopardo
SAN
TAM
ARG
HER
ITA
DI
BEL
ICE
STRADA DEL VINO TERRE SICANEterre normanna
1400 d.c.
MEN
FI
STRADA DEL VINO TERRE SICANErocca di entella
città degli elimi
CO
NTE
SS
AEN
TELL
INA
STRADA DEL VINO TERRE SICANEchiesa della Bammina
1476 d.c.
SAM
BU
CA
DI
SIC
ILIA
STRADA DEL VINO TERRE SICANE
per la struttura viene utilizzata la lamierastampata TERRE SICANE
50 cm
chiesa della Bammina
1476 d.c.
SAM
BU
CA
DI
SIC
ILIA
STRADA DEL VINO TERRE SICANE
180
cm
231
S. Maria della croce
1670 d.c.
MEN
FI
STRADA DEL VINO TERRE SICANE
232
totem di indicazione di direzione
totem con mappa di orientamento
SAMBUCA DI SICILIA
CONTESSA
ENTELLINAMONTEVAGO
MENFI
portopalo
SANTA MARGHERITA DI BELICE
SCIACCA
SELINUNTE
CASTELVETRANO
MAZARA DEL VALLO
MARSALA
TRAPANI
ERICE
RIBERA
AGRIGENTO
VALLE DEI TEMPLI
SIRACUSA
CATANIA
ALCAMO
SEGESTA
GIBELLINA
PALERMO
zona archeologica
MONTE ADRANONE
zona archeologica
NECROPOLI
chiesa
S.MARIA DEL CARMINE
chiesa
CATTEDRALE
museo
PALAZZO PANITTERI
fermata navette
ITINERARIO VERDE
ITINERARIO VIOLA
zona archeologica
MONTE ADRANONE
zona archeologica
NECROPOLI
chiesa
S.MARIA DEL CARMINE
chiesa
CATTEDRALE
museo
PALAZZO PANITTERI
comune diSANBUCA DI SICILIA
zona archeologica
MONTE ADRANONE
zona archeologica
NECROPOLI
chiesa
S.MARIA DEL CARMINE
chiesa
CATTEDRALE
museo
PALAZZO PANITTERI
fermata navette
ITINERARIO VERDE
ITINERARIO VIOLA
totem semplice
233
234
supporti per il riconoscimento degli associati alla strada del vino
totem di riconosciementosoci aziende e agriturismo 50cm x 180cm decal riconoscimento per esercizi
commerciali_ristorazione_accoglienza tessera riconoscimentoguide accreditate
STRADA DEL VINO TERRE SICANE
SO
CIO
30cm x 30cm
GU
IDA
ACC
RED
ITAT
A
SIG. LO GUZZO CARMELO
COMUNE DI SAMBUCA DI SICILIA
SIG. LO GUZZO CARMELO
COMUNE DI MENFI
SIG. LO GUZZO CARMELO
COMUNE DI CONTESSA ENTELLINA
SIG. LO GUZZO CARMELO
COMUNE DI MONTEVAGO
SIG. LO GUZZO CARMELO
COMUNE DI S. MARGHERITA DI BELICE
235
lanterna di riconoscimentoper esercizi commerciali_ristoratori_accoglienza
30
cm
236
STRADA DEL VINO TERRE SICANE
STRADA DEL VINO TERRE SICANE STRADA DEL VINO TERRE SICANE
STRADA DEL VINO TERRE SICANE
STRADA DEL VINO TERRE SICANE
SAMBUCA DI SICILIA STRADA DEL VINO TERRE SICANE SAMBUCA DI SICILIA STRADA DEL VINO TERRE SICANE
nastro per recinzioni aziende e delimitazione eventi
SANTA MARGHERITA DI BELICE STRADA DEL VINO TERRE SICANE
MENFI STRADA DEL VINO TERRE SICANE
SAMBUCA DI SICILIA STRADA DEL VINO TERRE SICANE
MONTEVAGO STRADA DEL VINO TERRE SICANE
CONTESSA ENTELLINA STRADA DEL VINO TERRE SICANE
STRADA DEL VINO TERRE SICANESTRADA DEL VINO TERRE SICANE
supporti per il riconoscimento degli associati alla strada del vino
237
magazine di informazione attività Strada del Vino
LandArt workshop
Fondazione Giambecchina
Richard Long alla risinata
scoprire Sambuca
Menfi e il suo vino
238
check point
239
capitolo12:LandidentityeLanddesign: info-checkpoint
240
Il progetto per la nuova strada
del vino Terre Sicane è
arricchito dalla la presenza di
“info-checkpoint” per i servizi
informativi turistici del territorio.
Questi spazi sono stati
immaginati strategicamente e
stilisticamente coerenti con i
principi e i valori alla base del
progetto.
Di seguito vedremo come.
La strada del vino, diventata
percepibile visivamente grazie
agli interventi sul paesaggio,
necessita di porte di ingresso
“intelligenti”, porte che
assolvono il compito di
informare e indirizzare il flusso
dei viaggiatori.
I grandi svincoli della SS 624
danno l'occasione e lo spazio
necessario ad accogliere le
porte/intercettori di flusso: al
bivio Misilbesi e al bivio della ex
stazione di Santa Margherita
Saranno posizionati i padiglioni
informativi della SDV.
I padiglioni, concepiti come
spazi multifunzionali, e
l'allestimento di comunicazione
visiva degli svincoli funzionano
come ipotetici filtri cercando di
intercettare l'interesse dei
viaggiatori incuriositi dalla SDV.
Il volume dei padiglioni è
ispirato alla tipica architettura
rurale di questa zona con la
classica forma di
parallelepipedo con copertura a
doppia falda ma,
stilisticamente, parla un
linguaggio differente. La
struttura in legno lamellare dei
padiglioni è rivestita da una
doppia pelle: la prima, formata
da lastre di vetro fissate con
agganci puntuali, è leggera e
trasparente; la seconda pelle è
12.0i padiglioni informativi:le porte della SDV Terre Sicane
inspiration volume concept
fig 12.1 ispirazione formale del progetto fig 12.2 concept del volume
241
formata da lamine
perpendicolari alla superficie
del padiglione realizzate con la
lamiera stampata con la texture
“Terre Sicane”.
Il gioco di riflessioni e
trasparenze cambia con
l'angolo di visuale rendendo il
padiglione un oggetto etereo,
che di notte si anima di luci ed
ombre e di giorno quasi
scompare riflettendo il territorio
che lo circonda. Questo dialogo
formale della struttura è
simbolo delle funzioni di questi
spazi, è simbolo della
spettacolarizzazione del
paesaggio che contraddistingue
questo progetto.
Il padiglione è pensato per
essere uno spazio
multifunzionale; all'interno, oltre
che alle normali attività di
servizio di un info-point
turistico, sarà possibile
degustare e acquistare il vino
prodotto dai soci della SDV,
questa possibilità viene subito
resa esplicita da un grande
elemento arredo che è il porta
bottiglie realizzato in legno e
disposto su uno dei lati lunghi
del padiglione. Il padiglione,
inoltre, sarà attrezzato di
postazioni internet, monitor che
propongono slide sul territorio,
espositori con il materiale
informativo della SDV e dei
produttori.
La progettazione del padiglione
ha seguito da subito un concept
preciso: doveva ispirarsi
all'architettura rurale del
territorio, doveva apparire come
un filtro, una lente di
ingrandimento posta sui
passaggi strategici della
SDV,quindi un oggetto che
appearance concept
fig 12.3 concept del linguaggio forma del progetto rispetto al contesto
242
dialogasse con lo spazio
circondante ma che parlasse il
linguaggio contemporaneo che
caratterizza la comunicazione
della SDV delle Terre Sicane.
Dopo varie ipotesi e varianti
sullo stesso tema volumetrico,
la scelta è caduta su una
struttura in legno lamellare con
schema a
, la superficie di
rivestimento e la copertura è
affidata a lastre di vetro fissate
su la
pelle esterna, con la funzione di
riflettere il paesaggio e creare
portale senza
catena
agganci di tipo puntuale,
schermare il sole, è realizzata
con delle lamelle di acciaio
sfruttando la lamiera stampata
utilizzata anche su
gli altri oggetti di design
territoriale come i totem
direzionali.
Terre Sicane
informazioni
Pro locodegustazionicommercio vinimerchandising turistico
fluss
oSS
624
intercettazione/interesse
check point Terre Sicane
aziende
percorsi
comunieventi
soggiorno
commercio
fig 12.4 concept funzionale del progetto
bibliografia
Aldo Aymonino, Valerio P.Mosco,
2006, Skira Editore, Milano
Spazi pubblici contemporanei.Architettura a volume zero,
a cura di Rachello E., Delmarco O., Piazza M.
1999, CNR istituto per la tecnologia del legno,San Michele All'adige
Giovanni Cenci,1980, Meta edizioni, Milano
Tecnologie nell'impiego strutturale del legno,Lignomec 99, atti del convegno
Strutture in legno,
243
ZONAARTE
Check point 1: bivio Misilibesi:informazioni, Pro loco, degustazioni,commercio vini, merchandising turistico
stendardi gialli, bivio Misilbesi:informano quale/i artista/ista agendo nelle Terre SicaneZONARTE
stendardi viola bivio Misilbesi:comunicano il periododi produzione presente
Check point 1: bivio Misilibesi:informazioni, Pro loco, degustazioni,commercio vini, merchandising turistico
Check point 2: bivio Misilibesi:informazioni, Pro loco, degustazioni,commercio vini, merchandising turisticosede della SDV nel ex edificio della stazione
fig 12.5 contestualizzazione dei padiglioni informativi
244
tavola 12.1 storia del progetto
il primo concept possedeva un linguaggio completamente dissonante con il contesto, non è sembrata la soluzione ideale.
pieni e vuoti fungesse da ricovero per le bottiglie e filtro visivo. L'idea cominciava a delinearsi, la terza idea deriva da
a seconda dell'angolo di visuale modificava la sua consistenza. su questa idea di griglia si è coninuato a lavorare cercando
che snaturavano l'idea originale. In seguito si è cercato di cambiare rotta completamente, restava la forma del volume ma
l'idea di,ideale, filtro visivo tra un ipotetico osservatore e il contesto. La soluzione definitiva, presentata nelle prossime
245
Il secondo concept prevedeva un largo uso del legno: era concepito come una grande struttura a incastro dove la glriglia di
di portare il modello a un livello di fattibilità costruttiva. Il risultato sebbene gradevole era composto da troppi compromessi
cambiava la struttura e l'apparenza. La struttura risultava convincente ma i tamponamenti in arenaria snaturavano totalmente
pagine, si basa sul modello costruttivo dell'ultimo concept, a differenza di questo riacquista le doti di trasparenza e riflessione
un'alleggerimento della precedente: la struttura autoportante diventava delle leggere lame di legno che costituivano il volume che
246
tavola 12.2 aspetto esterno, interno e vision sul posizionamento
247
tavola 12.3 aspetto esterno e vision sul posizionamento
248
fig. 12.6 illuminazione notturna del padiglione
fig.12.7 vision sull'aspetto interno del padiglione
249
fig 12.8 illuminazione notturna del padiglione
fig 12.9 vision dell'aspetto interno del padiglione
250
struttura porta bottiglie
banco assaggi e informazioni
impianti:luce/aria
scaffali espositivi
travi H imbollonatea un piano in cemento
riempimento con grigliedi supporto e drenaggio
struttura in legno lamellare,giunti di tipo CNP
struttura frontale
fissaggio puntualedelle vetrate
tavola 12.4 particolari costruttivi del padiglione
251
1000 cm
630
cm
500
cm
lamiera terre sicane
tamponatura in legno
tavola 12.5 particolari costruttivi del padiglione
252
effetto
253
notte
capitolo13:LandidentityeLanddesign: loscenarionotturnoTerreSicane
254
tavola 13.1 lo scenario notturno delle Terre Sicane
255
256
13.0Uno scenario notturno per ilpaesaggio delle Terre Sicane
Il territorio delle Terre Sicane
immaginato in questo lavoro è
caratterizzato dalla
dominazione intelligente e
culturale del paesaggio, senza
travolgerlo ma esaltandone le
caratteristiche intrinseche.
Questo immenso teatro
territoriale non può
interrompersi al tramonto,
quindi ho immaginato che con
un particolare sistema, non
invasivo, di illuminazione
notturna non venisse interrotta
la contiguità di linguaggio e di
identità di questo progetto: ogni
città ed ogni cantina verranno
dotati di un pallone luminoso
colorato: nel colore dei percorsi
della città, nel colore
istituzionale della SDV Terre
Sciane per gli impianti
produttivi.
Di notte il territorio della SDV
Terre Sicane si anima di una
silenziosa poesia fatta di luci e
campagne siciliane: nel buio
totale di questa zona si
vedranno dei punti luminosi che
indicano dove è presenzia
l'anima del territorio.
Ogni azienda produttrice e tutti
i comuni solleveranno nel loro
cielo un pallone luminoso,
come ipotetiche capocchie di
spille i palloni indicano i luoghi
di vita e di produzione.
I palloni luminosi verranno
colorati nelle tinte istituzionali
delle Terre Sicane: il porpora
per le aziende, i cinque colori
dei percorsi relativi alle città per
i centri abitati.
Il prodotto scelto per assolvere
la funzione di illuminazione
aerea è il pallone illuminante
SOLAR C della Air Star,
azienda partner di Air Liquide. Il
prodotto è in grado di essere
alzato fino a 50mt dal suolo
una volta gonfiato con Elio,
all'interno particolari lampade a
scarica forniscono
l'illuminazione.
257
tabella 13.1 scheda del pallone SOLAR c (fonte AirStar)
258
linea[didattica]
259
capitolo14:LandidentityeLandexperience:ConceptMULIVI:MuseoLinearedelVino
260
14.0Musei del vino
Secondo la legge 268/98 sulla
disciplina delle SDV in Italia
ogni strada del vino, per
ottenere il riconoscimento, deve
disporre di un museo del vino
(o enologico). La presenza di
un museo tematico della
produzione vinicola assolve la
funzione di tutela e
divulgazione della cultura
enologica più quella di essere,
comunque, un'attrattiva
turistica. Considerando che il
principio fondamentale delle
SDV è la tutela e la promozione
della produzione vinicola e
della cultura produttiva
presente nel territorio di
appartenenza, è logico che la
presenza di un museo sia uno
dei requisiti minimi delle SDV.
In Italia ogni SDV, che ha
ricevuto il riconoscimento, è
dotata o prevede di dotarsi di
un museo enologico.
Generalmente i musei del vino
sono realizzati in vecchi
casolari rurali o in parti di
palazzi storici; alcuni musei del
vino sono nati da iniziative
private, quindi realizzati
all'interno di aziende vinicole, e
successivamente inglobati nel
percorso delle SDV di
riferimento.
In questi musei vengono
raccolti e conservati oggetti e
testimonianze della cultura
contadina e della produzione
vitivinicola del territorio;
esistono realizzazioni ben
concepite come il Museo del
Vino di Caldaro o quello dell'
azienda Villa Mazzucchelli in
Franciacorta, quest'ultimo
possiede un' esposizioni di
oggetti e strumenti veramente
di pregio, dal punto di vista
storico, e vanta la presenza di
un “Fondo grafico” dove sono
raccolte incisioni antiche che
hanno come tema le tradizioni
legate al mondo del vino.
Troppo spesso, però, le
esposizioni di altri musei del
vino in Italia sono ridotte a
stanze disseminate di vecchi
utensili e macchinari per la
produzione del vino, in queste
esposizioni non sempre sono
fig 14.1 museo del vino Villa Mazzucchelli
261
disponibili descrizioni
dettagliate degli oggetti in
mostra e, spesso, le descrizioni
sono semplici cartelli che
riportano solo il nome dell'
oggetto esposto; a volte in
questi musei mancano
completamente sia un criterio
espositivo si una precisa
comunicazione mussale. In
sostanza alcuni musei
realizzati, e in fase di progetto,
sembrano soffrire dello stesso
male che affligge la SDV
italiane: le strutture si
somigliano fra loro riguardo la
qualità dei contenuti e il modo
di fruire delle esposizioni e, in
qualche caso, i musei
sembrano fatti perché
“dovevano essere fatti” con il
risultato di somigliare più a
magazzini di attrezzi che a ciò
che dovrebbero essere, cioè
dei luoghi votati alla
conservazione e alla
divulgazione della cultura
enologica di un luogo.
i
Un museo, generalmente, è un
luogo della memoria: un museo
raccoglie, documenta e tutela
oggetti, reperti, opere d'arte per
la fruizione del pubblico. Lo
scopo di un museo è quello di
suscitare il piacere della
scoperta e della interpretazione
di chi osserva e riuscire ad
educare verso una tematica il
visitatore. Oggi il ruolo
assegnato ai musei si è evoluto
trasformando questi luoghi in
contenitori di cultura più che di
oggetti. I musei non sono più
soltanto luoghi di
conservazione, sono diventati
luoghi dell'educazione e
dell'apprendimento ma non
come una scuola, bensì come
un'istituzione dove all'interno si
svolgono delle esperienze
interattive e passive che
educano, intrattenendo, un
pubblico motivato dal piacere
della conoscenza e della
scoperta.
14.1Musei del vino innovativi
fig 14.2 un tipico museo del vino italiano
262
Educare, intrattenere,
incuriosire, comunicare e
mostrare sono i nuovi ruoli
assegnati ai musei. Anche
funzioni di aggregazione e
scambio sono assegnabili ai
musei evoluti.
Quindi un museo evoluto
diventa un contenitore di
esperienze che vanno
dall'apprendimento all'estetica
all'intrattenimento. Per fare
delle esemplificazioni posso
ricordare il Deutsches Museum
dove, attraverso istallazioni
interattive, si guida il visitatore
alla scoperta della scienza e
della tecnica: fenomeni di fisica
avvengono davanti agli occhi
del visitatore dopo che lui ha
attivato un qualche
meccanismo.
In alcuni musei d'arte, dove
l'esperienza è principalmente
estetica, viene superato il
concetto di visita guidata
“monologo”, dove la guida
spiega man mano le opere
esposte e l'osservatore,
passivamente, subisce la visita.
In questi musei le classiche
guide vengono sostituite da veri
e propri educatori,
organizzando eventi didattici,
animati dal dialogo e dal
dibattito tra i visitatori e la
guida, di fronte alle opere d'arte
cercando di convogliare la
corretta interpretazione di ciò
che esposto attraverso
un'interazione guidata.
L'evoluzione dell'esperienza
mussale ha toccato anche i
musei della cultura enologica:
due casi, uno spagnolo e uno
italiano, sono da portare come
esempio di musei del vino
innovativi.
Nel castello di Penafiel a
Valladolid, nella Spagna
settentrionale, è attivo e nel
pieno delle sue funzioni il
Museo Provincial do Vino. È
una struttura contemporanea
realizzata ad hoc all'interno
dello storico castello. Senza
turbare la bellezza
dell'architettura storica, l'edificio
del museo, riesce a possedere
un linguaggio formale nuovo e
fig 14.3 Museo Provicial del vino, Castillo de Penafie, Valladolid Spagna
263
tavola 14.1 Museo Provicial del vino, Castillo de Penafie, Valladolid Spagna
264
contemporaneo; all'interno il
percorso mussale si snoda tra
le esposizioni didascaliche di
strumenti enologici antichi e
moderni e attività didattiche
interattive come corsi di
degustazione e riconoscimento
di vini.
Il percorso di visita, inoltre,
attraversa spazi caratterizzati
da macro fotografie territoriali,
modellini e strumenti audiovisivi
didattici.
In Italia, nel Castello comunale
Falletti di Barolo (CN) si sta
realizzando un innovativo
Museo del Vino. L'intero
castello, cinque piani, quasi
tremila metri quadri di
superficie, ospiterà il Museo del
Vino del Barolo e delle Langhe.
Il progettista dell'intervento è
l'architetto di fama mondiale
Francois Confino (in Piemonte
ha anche realizzato gli interveti
sulla Mole Antonelliana di
Torino per ospitare il Museo del
Cinema).
L'allestimento del museo di
Barolo avrà un linguaggio
totalmente differente rispetto
agli altri musei del vino presenti
in Italia. La visita è pensata per
essere un percorso che, svolto
dall'alto verso il basso, parte da
suggestioni intime e
spettacolari sul mondo del vino
per arrivare alle esposizioni,
didattiche e didascaliche, alla
fine della visita.
Per celebrare il Barolo, una
delle più alte produzioni vinicole
italiane, Confino ha immaginato
un percorso tra luce e buio
immerso nei suoni e nel colore:
esattamente la visita si snoda
attraverso i cinque piani del
castello, tre più due interrati. Si
parte dall'ultimo piano dove è
presentata la parte più
evocativa e visionaria
dell'allestimento: con istallazioni
dal sapore teatrale vengono
rappresentati il susseguirsi
delle stagioni, il sole e il buio, il
paesaggio delle Langhe e i
segreti del Barolo. Ai piani
inferiori il percorso passa
attraverso tutte le arti e le
discipline che con il vino hanno
fig 14.4 immagini del progetto del Museo del Vino di Barolo, architetto Francois Confino
265
avuto un legame profondo:
musica, letteratura, teatro,
cinema, arti figurative per finire
con l'arte culinari, con una
sezione dove si sperimentano
aromi, gusti e profumi. L'ultima
parte della visita è riservata alla
didattica, il visitatore potrà
conoscere le tecniche vinicole e
la loro evoluzione, i dati relativi
alla produzione e al consumo
del Barolo. La visita si conclude
con l'esplorazione dell'antica
cantina del Castello Falletti e
con le degustazioni presso
l'enoteca regionale all'interno
del museo.
I casi che ho portato come
esempio testimoniano che è
possibile un' evoluzione dei
musei etnoantropologici del
vino, per uscire dal clichè che
vuole questi musei come
contenitori-abaco della cultura
contadina, un'evoluzione
necessaria per rispondere al
ruolo di divulgazione della
cultura enologica tipica di una
zona e per aggiungere
interesse turistico alle SDV.
In Terre Sicane manca un
museo del vino, attualmente è
in fase di progettazione e verrà
collocato all'interno del palazzo
Planeta a Menfi.
Nel presente lavoro di tesi,
invece, presenterò un concept
per un museo del vino all'aperto
che segue il percorso di una
pista ciclabile di recente
realizzazione nel comune di
Menfi.
L'evoluzione dei sistemi
museali ha portato la nascita di
progetti che posseggono una
dimensione territoriale del
percorso di visita. Questa
tipologia di musei nasce dalla
necessità di preservare la
memoria di artefatti che non
possono essere portati
all'interno di una struttura
perché parte integrante di un
luogo e della storia che
rappresentano. Per fare un
14.2Parchi e musei lineari
fig 14.5 immagini del progetto del Museo del Vino di Barolo, architetto Francois Confino
266
esempio di questa tipologia di
musei, cito l'area dello sbarco
in Normandia dove, in ricordo di
quel momento storico della
seconda Guerra Mondiale,
vengono conservate le
testimonianze dell'attacco
(trincee, bunker, artefatti da
guerra).
I musei lineari fanno parte di
questa tipologia di luoghi della
memoria e della celebrazione.
Il concetto è simile a quello dei
parchi lineari, infatti i musei
lineari sono tracciati percorribili
a piedi o ciclabili che
attraversano degli eventi che
nel caso dei parchi lineari sono
momenti differenti del
paesaggio, nel caso dei musei
lineari sono strutture storiche,
testimonianze di un periodo del
territorio o installazioni
artistiche come nel caso della
Fiumara d'arte in Sicilia dove,
lungo il letto di un torrente, si
susseguono macro opere d'arte
contemporanea.
I parchi lineari, spesso,
nascono per l'esigenza di una
riqualificazione paesaggistica di
un tracciato stradale o di una
linea ferroviaria, ad esempio
come il progetto del passante
verde di Mestre nato per la
riqualificazione dell'area
autostradale.
Nel 2001 in Sicilia, tra i comuni
di Caltagirone e Piazza
Armerina, è stato realizzato un
Parco lineare-pista ciclabile. Il
progetto, dell'architetto siciliano
Marco Navarra, sfrutta la linea
ferroviaria, dimessa nel 1971,
che collegava le due città.
All'epoca della sua costruzione,
la linea ferroviaria correva per
trentacinque chilometri
attraversando diversi tipi di
paesaggio agricolo e naturale:
dai calanchi argillosi di Monte
San Giorgio, alle rocce
calcaree di contrada
Salvatorello, agli estesi campi
di grano di Fontanapietra e
della valle del Tempio, dai
declivi del monte della
Ganzaria coperti da ulivi, alle
valli di pioppi di Leano, ai
noccioleti e ai frutteti di Piazza
fig 14.6 Parco lineare tra Caltagirone e Piazza Armerina, tavole del progetto di Marco Navarra (fonte: internet)
267
Armerina. Con il parco lineare
la speranza è quella di riportare
a nuova vita questa variegata
storia del paesaggio siciliano.
Seguendo il tracciato della
ferrovia, si assiste al susseguire
di antichi paesaggi agricoli
ritmati dalle tracce che la storia
ha disegnato sul territorio: una
necropoli preistorica, alcune
masserie settecentesche,
mulini ad acqua, una villa di
epoca romana, un antico
eremo. Queste evidenze
diventano le soste del percorso
ciclabile, pensato in luogo del
tracciato ferroviario.
“Considerato il valore delle
risorse di questi territori, si
comprende come l'obiettivo
generale del progetto non
riguardi solo il recupero
ambientale ma una sottile e più
complessa operazione di
ricostruzione di quegli invisibili
legami fra paesaggi, manufatti,
reperti e storia che possa
stimolare una più ampia
rigenerazione di risorse non più
utilizzate (manufatti contadini,
beni monumentali e ambientali,
paesaggi).” (M. Navarra) (1)
Il progetto, quindi, propone un
dialogo fra architetture,
infrastrutture e paesaggio, in un
viaggio che procede attraverso
un susseguirsi di sequenze
visive sul del cuore della Sicilia.
L'intervento intende conferire
nuovo impulso vitale a questo
inedito patrimonio di
archeologia industriale
rappresentato dall' ex linea
ferrata con le sue strutture: tipi
edilizi, tecniche costruttive e
materiali. Il progetto si articola,
come dice Navarra, “in funzione
di tre concetti chiave: linee,
punti e superfici”.
L'idea di linea è suggerita dai
filari di cipressi, dal movimento
della pista ciclabile, dal
percorso pensato per la
passeggiata, la corsa e il
pattinaggio, dalla sequenza
degli scenari che si offrono alla
vista del viaggiatore, dagli
itinerari lungo i sentieri alla
volta di mulini ad acqua,
masserie, eremi e zone
fig 14.7 Parco lineare tra Caltagirone e Piazza Armerina
268
archeologiche.
L'idea di punto si materializza
nella sosta, possibile nelle
vecchie cantoniere e nelle
stazioni adibite a luoghi di
ristoro, spazi espositivi.
Le superfici, infine, si spiegano
attraverso i colori e i profumi
della macchia mediterranea,
oggetto anch'essa di un'opera
di recupero.
Il progetto del parco lineare,
con queste peculiarità, assume
un carattere quasi museale,
sicuramente è un luogo dell'
esperienza.
14.3Concept MULIVImuseo del vino e pista ciclabile
Recentemente, nel comune di
Menfi, è stata inaugurata una
pista ciclabile che unisce il
paese con la zona marittima di
Portopalo, la pista è stata
realizzata sfruttando il tracciato
della linea ferroviaria che fino al
1981 collegava Sciacca con
Castelvetrano. La pista ciclabile
fa parte del progetto europeo di
itinerari ciclabili Eurovelo, per
l'esattezza è una parte del
corridoio EV 7 che, una volta
ultimato, dovrebbe unire le
piste ciclabili dal nord Europa a
Malta.
La nascita di questa struttura
ha dato l'occasione per riflettere
su un possibile Museo Lineare
del Vino delle Terre Sicane.
L'idea nasce dalla necessità
della presenza di un museo
della cultura enologica che
riflettesse le caratteristiche
multisensoriali e
multiesperienziali della nuova
SDV delle Terre Sicane. Il
museo Lineare del Vino,
MULIVI, è un percorso ciclabile
dove è possibile vivere i diversi
momenti della produzione del
vino. Nella cornice del
paesaggio delle Terre Sicane il
percorso del museo attraversa
istallazioni e strutture che, con
suggestioni e veri eventi
fig 14.8 pista ciclabile tra Menfi e Portopalo
269
didattici, trasmettono la cultura
e la storia produttiva del
territorio.
La visita è un'alternanza di
momenti didattici, estetici, ludici
e didascalici. Quindi due livelli
di fruizione (oltre all'utilizzo
come pista ciclabile):
- un livello estetico
- un livello didattico
L'esperienza estetica-
sensoriale è data dalle
istallazioni che si susseguono
lungo il percorso:
- pannelli fotografici che
raffigurano la storia della
produzione in Terre Sicane
- padiglioni con istallazioni
grafiche che spiegano
rudimenti di enologicia
- padiglioni-serra dove sono
coltivate le piante che danno
riferimento ai profumi dei vini
- macro sagome di macchinari
enologici stilizzate: poste in
sequenza lungo il tracciato
raffigurano le fasi della
produzione industriale del vino
l'esperienza didattica viene
fornita dalle attività svolte nelle
strutture del museo:
- un vigneto didattico,
- un padiglione per i corsi di
degustazione
- un'esposizione di strumenti e
tecniche enologiche nella
exstazione di portopalo,
Il percorso museale parte dalla
ex stazione ferroviaria di Menfi,
dove sarà a disposizione un
ciclonoleggio (per i visitatori
che non dispongono di un
proprio mezzo) e un punto
informativo del museo, passa
attraverso le istallazioni e le
strutture poste lungo il traccito
e termina a Poropalo presso la
ex stazione. In realtà il percorso
continua come Greenway fino
alla riserva della foce del
Belice.
L'ex stazione di Portopalo
accoglierà, all'interno
dall'edificio esistente:
- una esposizione di strumenti
enologici, antichi e
contemporanei
- una sala con materiale audio
visivo
- un punto vendita di
MULIVI
MULIVI
MULIVIM U S E O
LINEARE
DEL VINO
fig 14.9 Logo del MULIVI
270
tavola 14.2 vision generale del concept MULIVI
271
272
merchandising della SDV e del
museo
- un ristorante tipico
L'area circostante la stazione
sarà attrezzata per accogliere
eventi di genere espositivo-
commerciale come sagre,
mercatini e fiere. In un futuro
dove la manifestazione
INYCON diventi una piccola
fiera dell'indotto ienologico,
questa zona espositiva
potrebbe essere utilizzata come
sede dell'evento.
Così come è stato immaginato,
il MULIVI, è una risposta alla
necessità di nuovi musei
enologici che abbandonano la
forma statica e passiva di
“memorabilia” per diventare
effettivamente dei luoghi di
esperienza e di divulgazione
della cultura enologica di un
territorio.
osservazione/passaggio delle istallazioni
partecipazione agli eventi didattici
schema14.1i livellidi fruizionedelMULIVI
livello didattico
pista ciclabilelivello base
livello estetico
bibliografia/webgrafia delcapitolo
Marco Navarra, , 2002 Cannitello(RC)walkabout city,
http://www.erremix.comhttp://www.barolodibarolo.com/paese_museodelvino.asphttp://www.baroloworld.ithttp://www.ecomusei.nethttp://www.url.it/muvi/index.htmhttp://www.museodelvino.net/musvin.htmlhttp://www.museimazzucchelli.it
BibliotecadelCenide
273
schema 14.2 Confronto delle tipologie di allestimento tra il MULIVI,
il progetto del Museo del Barolo e il Museo Provincial del Vino di Valladolid
didascaliainterattività
performance
esposizione
MULIV
I
MUSEO
DEL
BARO
LO
MUSEO
PROVIN
CIA
LDEL
VIN
O
partecipazioneattiva
parrtecipazionepassiva
assorbimento
educazioneintrattenimento
esperienza estetica evasione
MUseoLIneare del VIno
schema14.3iquattroambitidell'esperienzaMULIVI
immersione
partecipazioneattiva
parrtecipazionepassiva
assorbimento
immersione
educazioneintrattenimento
esperienza estetica evasione
iquattroambitidell'esperienza
da"l'economiadelle esperienze"(PineeGilmore2000)
274
la zona della ex Stazione di Menfi,al momento utilizzata come sede degli uffici e dello spaccio delle cantine Settesoli,
tavola 14.3
275
M U S E O
LINEARE
DEL VINO
tavola 14.4
ciclonoleggio
vision della zona della ex Stazione di Menfi trasformata in ingresso del MULIVI
276
fotogarfie storichedella vendemmia in
TerreSicane
tavola 14.5un momento del percorso del MULIVI
277
vigneti didattici lungo il percorsosaranno gestiti dalla vicina cantina Progresso
(SETTESOLI CANTINE)
cantina Progresso(SETTESOLI CANTINE)
tavola 14.6un momento del percorso del MULIVI
278
tavola 14.7un momento del percorso del MULIVI:i padiglioni grafici
ispirazione
279
TERROIR
LUCE
ALTITUDINE
FORMAZIONE DEGLI ZUCCHERI
MATURAZIONE
DURANTE LA FERMENTAZIONE
DEL MOSTO I
PRODUCONO ALCOOL
METABOLIZZANDO GLI ZUCCHERILIEVITI
LO ZUCCHERO E' FONDAMENTALE NELLA VINIFICAZIONE
VINIFICATORE
LIEVITI
TERROIR
approfondimentiapprofondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimentiapprofondimenti
approfondimentiappr
approfondimentiapprofondimentiapprofondimenti
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approfondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimentiapprofondimenti
approfondimentiappr
MATURAZIONE
approfondimentiapprofondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimenti
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approfondimentiapprofondimentiapprofondimenti
approfondimentiappr
approfondimentiapprofondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimentiapprofondimenti
approfondimentiappr
FERMENTAZIONE E VINIFICAZIONE
approfondimentiapprofondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimentiapprofondimenti
approfondimentiappofondimenti
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approfondimentiapprofondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimentiadimenti
approfondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimentiapprondimenti
approfondimentiapprofondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondimenti
approfondimentiappr
approfondimentiapprofondimentiapp
approfondimentiapprofondimenti
approfondimentiapprofondDJDimenti
approfondimentiapprofondimentiapproenti
approfondimentiapprofondimenti
tavola 14.8un momento del percorso del MULIVI:i padiglioni grafici
280
padiglione corsi e degustazioni
segue degli orari di aperturacoincidenti con il museo enologico
tavola 14.9un momento del percorso del MULIVI:il padiglione didattico
281
i padiglioni degli odori sonodelle strutture di rete di acciaionelle quali vengono coltivatele piante aromatichesi usano per individuare le caratteristicheolfattive dei vini
tavola 14.10un momento del percorso del MULIVI:i padiglioni degli odori
282
tavola 14.11un momento del percorso del MULIVI:le macro sagome
283
tavola 14.12un momento del percorso del MULIVI:le macro sagome
284
tavola 14.13arrivo alla ex stazione di Portopalo, punto di riconsegna noleggio biciclette,l' edificio della ex Stazione accoglie l'esposizione di strumenti enologici, un ristorantee un punto vendita
la zona limitrofa alla stazione viene attrezzata per accogliere eventi, sagre e fiere
zona attrezzata per fiere, eventi e sagre
nell'edificio della ex stazionetrova luogo il museo enologico, una enoteca,
un bookshop
285
tavola 14.14ipotesi di utilizzo per sagre e mercatini dell'artigianato
286
tavola 14.15ipotesi di utilizzo per una futura fiera INYCON
287
IOVIN
IFIC
O
MULIVIM U S E O
LINEARE
DEL VINO
IOVIN
IFIC
O
MULIVIM U S E O
LINEARE
DEL VINO MULIVI
MULIVIM U S E O
LINEARE
DEL VINO
IO FILTRO
MULIVIM U S E O
LINEARE
DEL VINO MULIVI
MULIVIM U S E O
LINEARE
DEL VINO
MULIVIM U S E O
LINEARE
DEL VINO
tavola 14.16ipotesi dell'eventuale merchandising museale
MULIVI
MULIVI
storia di un progetto 365 365giorni
LANDARTin Terre Sicane
288
289
capitolo15:Conclusioni
The End?
290
15.0Conclusioni e considerazionisul progetto
Siamo arrivati alla fine di
questo complesso percorso
progettuale multilivello e
multidisciplinare per la
definizione di una nuova
identità di una Strada del Vino
in Sicilia.
Sono partito dall'idea che una
SDV non può essere
considerata soltanto un
itinerario turistico, anche
perché, di fatto, non lo è;
infatti se rivolgiamo lo
sguardo alle realtà efficienti,
come la Franciacorta, ci
rendiamo conto che le SDV
sono dei veri e propri sistemi
turistici che ruotano attorno la
produzione vitivinicola di un
dato territorio. Questo
strumento nasce per
rafforzare il legame tra la
produzione e il territorio e per
promuovere il turismo
sfruttando il vino come
medium tra l'offerta territoriale
e il pubblico. il dialogo tra
territorio-vino-turismo diretto
dalle SDV risulta essere
efficace se sono state
delineate con convinzione le
strategie di fruizione e di
integrazione delle risorse
territoriali.
Il problema principale di
alcune (la maggior parte)
realtà italiane è proprio
questo: la mancanza di reali
strategie per il turismo e la
mancanza di identità e di
differenziazione tra le Strade
del Vino stesse. L'innovazione
che ho proposto nel progetto
è un cambiamento di
prospettiva riguardo le SDV e
l'attivazione del circolo
virtuoso che porta il vino a
valorizzare il territorio e
viceversa.
Si devono considerare le SDV
come luoghi unici, non più
come itinerario/sistema
turistico ma proprio come un
territorio dell'esperienza
turistica legata alla tipicità
locale.
Molti comunità produttive,
come quella delle Terre
Sicane, che posseggono il
capitale, in termini di risorse
territoriali, per poter
accontentare un flusso
turistico, hanno cercato la via
della valorizzazione
costituendo delle strade del
vino. Ma la realizzazione dei
progetti non ha ottenuto il
risultato sperato (tralasciando
i problemi che possono
derivare dal malcostume).
Probabilmente la creazione di
un itinerario, un sistema di
comunicazione, le aziende
visitabili e internet non sono
sufficienti a far emergere una
SDV anche perché, spesso,
capita che la produzione non
è facilmente riconducibile al
territorio.
La via da seguire, per me, è
la ricerca della visibilità e
della differenziazione
dell'offerta turistica:
- va creato un sistema di
comunicazione visiva che
collega i prodotti al territorio,
già un semplice logo posto
sulle etichette può servire.
Senz'altro più utile la
creazione di un consorzio di
tutela della produzione DOC
- va creata innovazione nelle
strategie per il turismo.
Significa che il territorio va
vissuto come un'esperienza
integrata con alla base un
291
SDV fosse un'unica grande
azienda.
Quella che ho proposto è una
delle possibili vie da seguire,
mi rendo conto che la
complessità di un progetto di
questo genere crei delle
grandi difficoltà di
realizzazione,
a partire da un problema di
reperimento delle risorse
economiche necessarie
all'avvio fino ai problemi di
concertazione tra gli attori per
la gestione della SDV. Le
difficoltà di integrazione sono
il problema principale che
andrebbe superato nelle Terre
Sicane, problema che da
sempre ha rallentato e
sminuito le azioni di sviluppo
pensate dalle amministrazioni
locali. Credo che lo sforzo al
cambiamento dovrebbe
partire dai produttori e da una
prima azione di costruzione
della identità territoriale. Se la
produzione verrà orientata
verso un maggior quantitativo
certificato DOC e garantita da
un marchio condiviso nel
territorio, secondo le mie
intuizioni, si dovrebbero
attivare dei processi di
cambiamento nella cultura
locale, processi che iniziano
dalla consapevolezza di
essere territorio e non
individui. Forse qualcosa si
sta muovendo in questo
senso. È delle ultime ore la
notizia della possibilità di una
zonazione DOC unica delle
Terre Sicane e, inoltre, la
strada del vino Terre Sicane è
la vincitrice della gara per la
realizzazione dell'Enoteca
Regionale della Sicilia
Occidentale, voglio ricordare
che le enoteche regionali
sono delle istituzioni che
hanno lo scopo di
promuovere e valorizzare il
vino prodotto nella regione di
appartenenza. Spero che
queste azioni saranno
all'insegna dell'innovazione,
della quale Terre Sicane ha
bisogno per comprendere
quale via è quella che porta
allo sviluppo.
fattore di differenziazione e di
evidenza. Per Terre Sicane ho
proposto la contaminazione
dell'esperienza enoturistica
con la Land Art
- vanno realizzate delle
strutture di supporto al
turismo
- i musei del vino devono
diventare delle vere e proprie
attrattive, risorse che non
sono solo di contorno ma che
stimolino anche la
motivazione al viaggio
- il sistema territoriale va
comunicato e reso evidente
costruendone un'identità
estetica precisa e non
confondibile. Per fare questo
si può, rispettosamente,
rendere intelligente il
paesaggio, come nel
progetto, agendo sul territorio
esaltandone alcune
peculiarità e farlo diventare un
grande spettacolo di
comunicazione.
- vanno create idonee
strutture decisionali dove le
competenze per il turismo
sono specializzate e
gestiscono l'offerta come se la
292
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